L'albero meraviglioso

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L’albero meraviglioso di aNN e herbauts




Anne Herbauts L’albero meraviglioso disegni dell’autrice traduzione di Alessandro Marcigliano ISBN 978-88-6145-984-7 Prima edizione italiana marzo 2016 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2020 2019 2018 2017 2016 © 2016 Carlo Gallucci editore srl – Roma Titolo dell’edizione originale francese: L’arbre merveilleux © 2001 Casterman, Bruxelles Stampato in Slovenia

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L’albero meraviglioso di aNN e herbauts


Il Signor Comesempre vive in una grande casa dove ogni cosa va fatta all’ora giusta, e dove ogni ora ha le proprie stanze. La sua vita è regolata, equilibrata, quasi tranquilla, a parte il costante cruccio di doversi trovare al momento giusto al posto giusto, nella grande dimora.



Puntuale come sempre, prende placidamente il caffè all’ora stabilita nella Sala-Caffettiera. Ecco che comincia a piovere, prima qualche timida goccia, poi un gelido acquazzone. Piove così tanto che il Signor Comesempre non ha il coraggio di muoversi per arrivare in tempo all’appartamento dell’ora successiva… Il salottino è accogliente, con il rumore della pioggia che sferza i vetri, e il caffè piacevolmente caldo. Il Signor Comesempre decide di restare nella Sala-Caffettiera fino alla fine del temporale. Ma la Fata Falcaffè, che dirige la CaffettiOra, macina rabbia: strepita, ribolle e rovescia tutto… Allora salta fuori un diavoletto che ruggisce, borbotta, impazza e dice: «Vieni, amico, in ritardo o tardi assai, è sempre il momento di andare a vedere il Mondo!» Poiché quello è un diavolo, e poiché il Signor Comesempre si è comunque perso nella propria casa, decide di seguirlo.



Comesempre e Garguglia, così si chiama il diavoletto, camminano e camminano, forse a lungo, chissà, non si può sapere, dato che non ci sono più le ore. Arrivano al limite di una grande e fitta foresta. Lungo il sentiero si nasconde una casupola sgraziata. È la casa della Strega Favolara. La Strega mastica parole, rumina frasi e, mescolando mille misteriosi ingredienti, fabbrica immagini… Le sistema in grandi vasi, le cambia e le trasforma. Ma a quanto pare le favole non si possono mettere in ordine. La Strega non ci si raccapezza più. Alcune languiscono nel dimenticatoio, allora le riscalda in forno. Nei grandi boccali conserva le leggende più belle, le più antiche.



Il Signor Comesempre si stanca di osservare quella collezione senza fine di storie sotto vetro e Garguglia s’annoia. Hanno visto Cappuccetto col lupo, la nonna e anche i tre porcellini. Ulisse è partito, il Gatto con gli stivali pure, la Volpe ha fame e si è comprata l’uva; gli dèi greci sono offesi e fanno il muso. Alla Principessa sul pisello fanno male le braccia e Pollicino ha i piedi gonfi. Barbablù e Barbarossa borbottano tra i denti, Pinocchio non fa che dire bugie. La Formica rompe i timpani alla Cicala e il formaggio del Signor Corvo comincia a puzzare. La Capra si è mangiata tutti i cavoli e Aladino preferisce usare una lampadina tascabile invece della sua lampada magica per leggere vecchi racconti indiani. Gli orchi, i giganti e i capodogli sono troppo ingombranti, i sette corvi gracchiano. Che confusione! Al momento di andarsene, Garguglia sgraffigna alla Strega un rocchetto di filo che lancia al di sopra della foresta. È un filo magico: il filo del racconto. I due amici lo seguono.






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