La storia degli uomini

Page 1



UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni



Gianni Rodari

La storia degli uomini con un monologo di Dario Fo

disegni di Paolo Cardoni


Gianni Rodari La storia degli uomini con un monologo di Dario Fo disegni di Paolo Cardoni

ISBN 978-88-6145-010-3 Prima edizione novembre 2004 ristampa 12 11 10 9 8 7 6 5 anno 2023 2022 2021 2020 2019 © 2004 Carlo Gallucci editore srl - Roma galluccieditore.com

Il marchio FSC® garantisce che questo volume è realizzato con carta proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile e da altre fonti controllate, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su https://ic.fsc.org/en e https://it.fsc.org/it-it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Per voi genitori, insegnanti, critici e giovani lettori

Gianni Rodari pubblicò questa “Storia degli uomini” nel 1958, a puntate, sul settimanale comunista “Vie Nuove”. Due anni prima l’Unione Sovietica aveva invaso l’Ungheria per reprimere le richieste di democrazia e libertà. Nikita Krusciov aveva già denunciato lo stalinismo nello storico XX Congresso. Di tutto questo Gianni Rodari era ben cosciente. Non era mai stato un comunista acritico e nello stesso anno lasciò il quotidiano del partito, “l’Unità”, per il meno dogmatico “Paese sera”. Tuttavia questa Storia mostra un entusiasmo per la Rivoluzione Russa, per l’organizzazione e per le conquiste sovietiche, che colpirà molti. Oggi la conoscenza di tutto quanto non andava nei paesi del “socialismo reale” è maggiore di allora. Il comunismo, che negli Anni Cinquanta tante persone speravano potesse contrapporsi con successo al capitalismo, ha perso la sua sfida. Gianni Rodari era appassionatamente comunista, certo non stalinista, e non ha fatto in tempo a vedere la caduta del Muro di Berlino. Né la fine dell’Unione Sovietica. Cosa scriverebbe oggi? Sappiamo solo che Gianni Rodari non disconobbe mai le sue idee marxiste, ma era molto critico, come la maggioranza dei comunisti italiani, verso le società costruite su questi principi. Alcuni preferiscono che si ricordi solo l’autore delle filastrocche, della “Grammatica della fantasia”. L’autore per l’infanzia. Ma Gianni Rodari è stato uno scrittore completo, profondo. Pretende di essere valutato e ricordato tutt’intero.


Anche con i suoi scritti per i ragazzi più grandi, come in questo caso, e per gli adulti; ricordando la sua stessa risposta a chi lo accusava di “tendenziosità”: “Nessuno che voglia essere sincero può fare a meno di esserlo; cioè di mettere le sue idee, le sue convinzioni, in qualunque cosa faccia, senza volerlo: siamo in un’epoca di lotta ideale, di lotta di princìpi… Non mi sono mai proposto di fare propaganda, non ho mai scritto, credo, una cosa per puro calcolo. Non ho mai pensato prima ‘voglio insegnare questo’. La morale la ricavo dopo, proprio come il lettore”. Come dice Dario Fo nell’ultimo capitolo, scritto con passione e generosità proprio per completare questa “Storia”: “Non fermatevi all’apparenza dei fatti, ma capovolgeteli, masticateli, annusateli. E non accontentatevi mai di una sola versione”. Neppure di quella, dunque, che troverete nelle prossime pagine: la “versione” di un uomo onesto e impegnato, uno degli scrittori più importanti del Novecento. Vale la pena conoscerla. A ciascuno di voi, poi, il giudizio finale. Buona lettura. L’editore


Dalle origini alle prime civiltà

pagina 9

Dal primo aratro alla civiltà dei Maya

29

All’ombra del Partenone

49

Etruschi e Romani

69

Il Medio Evo

89

Il Rinascimento

107

Rivoluzione e reazione

127

La liberazione dell’uomo

151

La storia va avanti di Dario Fo

175



Dalle origini alle prime civiltà

S

i raccontano molte favole sull’origine del primo uomo, una diversa dall’altra: a raccoglierle tutte si farebbe un magnifico libro, da leggere la sera, per pigliar sonno. I Greci, per esempio, narravano (ma senza crederci del tutto) che i primi uomini furono creati da Crono e dai Titani per fare un dispetto a Zeus, che di tutti gli dèi era il capo. Quei primi uomini erano tutti maschi. Molte favole sui primi passi Uno di essi, chiamato Prometeo, rubò il fuoco agli dèi, i quali, per castigare lui e tutta la sua razza, crearono la prima donna. Poi venne un gran diluvio e gli uomini affogarono tutti meno due: Deucalione e sua moglie Pirra. I poveretti, rimasti tanto soli, provavano una gran malinconia, sicché Zeus si commosse e permise loro di creare altri uomini ed altre donne. I due sposi dovevano soltanto camminare e gettarsi delle pietre alle spalle: le pietre gettate da Deucalione diventavano uomini, quelle gettate da Pirra donne. 9


La storia degli uomini

Secondo i pigmei del Gabon, fu il dio Kmvum a creare gli uomini, facendoli uscire dalle noci di nkula (specie di mandorle) in cui stavano rinchiusi. Kmvum nuotò nel mare e gettò le noci sulla spiaggia: da ogni noce saltò fuori un pigmeo. I pellerossa Caddo del Nebraska raccontano che Tirawa, il più importante degli dèi, creò per prima la donna, ma non sapeva come fare perché fosse contenta: per fortuna la Luna, che era più furba, gli consigliò di creare anche l’uomo. Secondo la tribù australiana dei Dieri i primi animali uscirono da un lago e si coricarono sulla riva, stanchi morti: quando il sole li ebbe ristorati e rinvigoriti, si alzarono e si sparsero in tutte le direzioni a fondare tribù di uomini. Gli ebrei raccontavano che Jahve formò il primo uomo col fango e gli diede la vita, poi mentre dormiva gli tolse la costola e con quella fece la prima donna. L’Antenato sugli alberi Gli antichi, che immaginarono questi ed altri racconti, non potevano fare di meglio. Molte cose però, sano state ritrovate: per esempio, i resti di uomini vissuti cinquantamila anni fa, quando non c’erano ancora né greci né ebrei né pigmei né indiani; le armi di cui si servivano, le caverne in cui abitavano, gli ornamenti che si mettevano al collo ed alle orecchie. 10


Dalle origini alle prime civiltĂ

Sono stati trovati anche resti di uomini molto diversi da noi: esseri che vagarono sulla terra centinaia di migliaia di anni or sono, quando la faccia stessa del nostro pianeta era cosÏ diversa da quella che conosciamo, che semmai ci capitassimo penseremmo di aver sbagliato indirizzo. Generazioni di scienziati hanno studiato quei fossili, scavato il terreno delle caverne e delle paludi, passato le notti su un osso, su una pietra lavorata da mano umana, su un monile, su una zappa: quei resti, pian piano, ci hanno raccontato la loro storia. Non sappiamo ancora con precisione dove, come, quando comparve il primo uomo, ma conosciamo ormai molte cose certe sulle sue origini, sulla sua vita, sul lungo e difficile cammino che egli dovette percorrere. Sappiamo con certezza, ad esempio, che il primo uomo discendeva da un animale che uomo non era, ma qualcosa di simile ad una scimmia. Abbiamo un lontanissimo bisnonno in comune con le scimmie, noi uomini: e se abbiamo potuto abbandonare la famiglia delle scimmie al suo destino ciarliero ed inconcludente, per fondare una famiglia nuova, dobbiamo essere grati ad alcune circostanze, delle quali ora parleremo. Il nostro scimmiesco Antenato (diamogli la maiuscola per distinguerlo fin d’ora tra gli altri animali della foresta) visse per migliaia di secoli tra i rami 11


La storia degli uomini

degli alberi, disputando il cibo ai popoli rivali in una gara mortale. Questo nostro povero Antenato non era certo il re della foresta, e nemmeno uno dei suoi baroni. Ma stava imparando a fare qualcosa che nessun altro sapeva fare: a prezzo di chissà quali sforzi, stava imparando a reggersi sulle zampe posteriori. Generalmente viveva di frutti strappati dai rami, di bacche, di erbe e radici. Gli capitava spesso di dover scendere dall’albero che gli serviva da riparo per cercare cibo nelle vicinanze, per grattare la terra e rubarle i suoi poveri tesori. Aveva bisogno che le mani fossero libere di fare il loro lavoro: perciò costrinse i piedi a sostenerlo. Quando i piedi ubbidirono, le mani poterono dedicarsi completamente a qualcosa di meglio. Erano mani piuttosto deboli, ma rappresentavano quanto di meglio c’era nell’intera natura: il pollice, anziché corto ed inservibile (come è quello degli scimpanzé) era ben sviluppato, mobile, in grado di unirsi a ciascun altro dito, o a tutti e quattro insieme, per formare una pinza, una tenaglia, un attrezzo. L’uomo è figlio del lavoro I primi uomini dunque, non avevano zanne né artigli, ma potevano usare schegge di pietra taglienti come 12


Dalle origini alle prime civiltà

artigli, ed impararono presto a scegliere le schegge più adatte, a foggiarle essi stessi quando mancavano; non potevano balzare lontano come la tigre, ma potevano scagliare un’arma e colpire una preda dove nessun altro animale sarebbe arrivato con un balzo. Non avevano pelliccia, per proteggere il corpo dal freddo: ma con le mani poterono procurarsi, quando ce ne fu bisogno, le pellicce degli animali. Allo sviluppo della mano corrispose lo sviluppo del cervello: la mano e la mente lavoravano insieme a migliorarsi, a perfezionarsi, a insegnarsi cose sempre nuove, movimenti sempre più complessi e delicati. Si può ben dire, in definitiva, che – Antenato a parte – il vero padre e creatore dell’uomo è stato il lavoro. Il lavoro sviluppò la mano e il cervello. Fu il lavoro ad insegnare ai primi uomini a parlare, molto, molto tempo dopo che ebbero imparato a camminare. Immaginiamoci un’orda primitiva, un popolo senza nome e senza parola che lotta per la vita nella foresta nativa. Molti uomini vivono insieme, con i loro piccoli, per provare


Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche S.p.a. (Bergamo) nel mese di settembre 2019




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.