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Capitolo 2, in cui potrebbe spuntare un criceto, un micino o una tarantola

Capitolo 2,

in cui potrebbe spuntare un criceto, un micino o una tarantola

«Sei già pronto!» osservò Fred sorpreso quando Nemo aprì la porta. In genere era ancora in pigiama quando passava a prenderlo per andare a scuola insieme. La mamma di Fred era un’ottica e, come i genitori di Nemo, doveva essere in negozio prima che arrivassero i clienti. Per questo portava Fred a casa di Nemo verso le sette e un quarto e i due amici avevano tutto il tempo di fare un’abbondante colazione. Una colazione che Fred si gustava un sacco, perché non c’erano né mamma, né nonna, né Antonia, e nessuno gli faceva notare che spalmava troppa Nutella sul pane, che non si era pettinato come si deve o che masticava facendo troppo rumore.

«Oggi dobbiamo uscire prima» spiegò Nemo. «Ho promesso alla mamma che passerò alla posta a restituire un pacchetto».

Fred annuì con l’aria di saperla lunga. «Anche la mamma compra sempre roba che poi deve restituire». Seguì Nemo in salotto.

«No, il pacchetto era per me» precisò Nemo.

«Davvero? Memorabile!»

«Memorabile?» Nemo si voltò verso l’amico e gli scoccò un’occhiata critica. A furia di passare troppo tempo con la nonna, il suo vocabolario era decisamente polveroso.

«Che cosa avevi comprato?» proseguì imperterrito Fred, senza farsi intimidire dall’occhiataccia di Nemo. «La nuova maglia della squadra?» I suoi occhi si animarono. Con la sua carnagione chiara, le lentiggini e l’apparecchio per i denti non sembrava certo un campione, invece era inarrestabile quando si lanciava verso la rete avversaria.

«No, non avevo comprato niente. Il pacchetto mi è arrivato e basta. Da un misterioso sconosciuto». Nemo indicò il pavimento e trasalì. «Che strano. Era proprio qui. Ma dov’è finito?» Si guardò intorno perplesso.

«Intendi quello?» Fred indicò sotto la lampada a stelo.

«Sì, eccolo lì! Ma come ci è finito?» Nemo si avvicinò al divano e raccolse il pacchetto. Lo appoggiò al bancone della cucina e risalì sullo sgabello, davanti alla sua ciotola di cereali.

Fred infilò una fetta di pane nel tostapane e si sedette di fronte a lui. «Non aprire questo pacco!» lesse meravigliato. «Beh, di sicuro non è un pacco bomba. Altrimenti non ci sarebbe scritto così»

«È esattamente quello che ho detto io!» Nemo mescolò i cereali, che nel frattempo erano diventati una pappa. Ne prese una cucchiaiata e poi chiese a bocca piena «Sctrano, no?» Qualche pezzetto di cereali finì sul pacchetto. Si affrettò a inghiottire. «Che cosa potrebbe esserci dentro? E chi me lo ha spedito?»

«Mmm…» Fred tirò fuori la fetta dal tostapane e l’agitò in aria per farla raffreddare. Poi ci spalmò un bello strato di burro e Nutella. «Hai qualche nemico?»

Nemo ci pensò su. A parte Marie, l’impertinente bambinetta di quattro anni della casa accanto che ogni tanto gli faceva la linguaccia, non gli veniva in

mente nessuno. Barbaville era decisamente troppo barbosa per delle autentiche inimicizie. Lì erano tutti gentili. La gente si salutava, si prestava le uova per fare la torta e tutti partecipavano alla festa del quartiere. A volte i suoi genitori riaprivano il supermercato dopo l’ora di chiusura se una cliente si era scordata di comprare i pannolini.

«Non che io sappia…» mormorò.

«Peccato che non lo puoi aprire». Fred diede un morso alla fetta di pane lasciando una bella impronta di denti sullo spesso strato di Nutella. «Così non sapremo mai chi l’ha spedito»

«Già, peccato davvero» concordò Nemo. «Per una volta che ricevo un pacche…» Lasciò la frase a metà e guardò Fred con aria esaltata.

Fred lo fissò con aria perplessa.

«Si è mosso!» esclamarono entrambi in coro, balzando in piedi. A bocca aperta osservarono il pacchetto spostarsi un po’ di lato.

«C’è qualcosa di vivo dentro!» strillò Nemo con un sorriso raggiante. «Ma che figata è?»

«In una scala da uno a dieci?» chiese Fred. Fissò il pacchetto sgranando gli occhi. «Zero, se è una tartaruga azzannatrice oppure una tarantola!»

«Le tarantole non sono così pericolose» lo tranquillizzò Nemo. «Ieri ho visto un documentario sulla Cambogia. Il loro morso non è più doloroso della puntura di un’ape»

«Oppure un ratto!» aggiunse Fred, senza perdere di vista il pacchetto. «Il loro morso porta un sacco di malattie. Immagina quanto sarà incavolato, per essere rimasto chiuso tutto questo tempo dentro quel pacchetto!»

«Rilassati, vecchio mio» ribatté Nemo spazientito. «Leggi troppi giornali. Mica succedono sempre terribili catastrofi! Magari è un criceto, oppure un tenero micino».

Fred ci pensò su un attimo. Poi scrollò la testa. «Non so che cosa ci sia lì dentro, ma di sicuro non è un gattino!» dichiarò alla fine. «Non ha alcun senso…»

Gettò un’occhiata a Nemo, che intanto aveva avvicinato a sé il pacchetto con decisione.

«Ho capito, vuoi aprirlo» constatò l’amico in tono di rimprovero. Aveva un po’ di crema al cioccolato sulla punta del naso. «E il divieto di tua mamma?»

Nemo annuì. «Lei capirà di sicuro». Afferrò il

pacchetto e strappò la carta, rivelando una cassetta di legno azzurra.

Fred si sporse incuriosito sul bancone. «Cos’è? Un portasigari?»

«Non ne ho idea!» Nemo cercò di aprire il coperchio, infilando le unghie nella strana crosta scura che sigillava il bordo. «Accidenti, non si apre!»

«Benissimo» si affrettò a dire Fred. «Allora lasciamo perdere». Scese dallo sgabello, si mise in spalla lo zaino e strappò la cassetta di mano a Nemo. «Da’ qua. La incarto io» si offrì generoso. «E poi la riportiamo in posta, come previsto»

«Sei matto?» esclamò Nemo. «A questo punto non possiamo! Non ci sono nemmeno dei buchi nella cassetta. Se dentro c’è un animale, rischia di soffocare!»

Aprì un cassetto e frugò tra tovagliette e tovaglioli, alla ricerca di un attrezzo utile.

«Che ne dici di questi?» Agitò una scatola i fiammiferi. «Riscaldiamo la crosta, così poi magari si scioglie e si stacca»

«Ti sei bevuto il cervello?» Fred lo guardò allibito. «E se dentro ci fosse dell’esplosivo? Vuoi far saltare in aria tutta la casa?»

«Dell’esplosivo…» mormorò Nemo, aggrottando la fronte con espressione assorta. «Fred, sei un genio!»

«Un genio?» Fred aggrottò la fronte.

«Sì!» Nemo gli tolse di mano la scatola e corse verso la porta. «Adesso so come aprirla!» gridò voltandosi verso di lui. «Che aspetti? Vieni!»

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