YOUNG
Siobhan McDermott
Paper Dragons. L’apprendista di Hok Woh
disegni di Yuzen Cai
traduzione dall’inglese di Sara Aggazio, Chiara Licata e Martina Mancuso
ISBN 979-12-221-0534-5
Prima edizione italiana novembre 2024
ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
anno 2028 2027 2026 2025 2024
© 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Titolo dell’edizione originale inglese:
Paper Dragons. The Fight for the Hidden Realm
Pubblicato per la prima volta in inglese da Hodder & Stoughton
Testo © 2024 Siobhan McDermott
Disegni © 2024 Yuzhen Cai
Gallucci e il logo g sono marchi registrati
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traduzione di Sara Aggazio, Chiara Licata e Martina Mancuso
A Blathnaid.
Per aver avuto la pazienza di sopportare, e per aver migliorato, tutte le versioni della storia di Zhi Ging.
PROLOGO
La figura si fermò e diede un’altra occhiata alle istruzioni scarabocchiate sul palmo, stupendosi di quanto sembrasse piccolo ora che non aveva più gli artigli. Fatta eccezione per un paio di falene che svolazzavano attorno alla lanterna logora, la strada era deserta. Fece scivolare il cesto all’altezza del gomito e la sua pelle chiara si increspò, allungandosi per avvolgere il suo corpo in un pesante mantello nero. Si calò il cappuccio sul viso prima di aprire la porta scorrevole.
Seduta vicino al focolare, la guaritrice del villaggio si alzò, reggendosi contro il muro con la mano rugosa.
«Che fai, entri o aspetti che sia il chiaro di luna a fare il primo passo?» rise, indicando il tavolo.
L’uomo poggiò il cesto sul piano scrostato, mentre la guaritrice avanzava a piccoli passi con due tazze in mano, porgendogliene una. Lui avvicinò il liquido ambrato al naso, inalando l’intenso aroma di gelsomino, poi mise giù tazza senza bere.
Paper Dragons. L’apprendista di Hok Woh
La guaritrice alzò un sopracciglio prima di prendere un sorso del proprio tè.
«D’accordo, non devi berlo per forza. Posso almeno avere un nome? Immagino tu sappia già che mi chiamo Aapau, mi sembra uno scambio equo».
Sentendosi a disagio, la figura si spostò, poi scosse la testa, toccando il cesto.
«Fa’ come ti pare».
Aapau si girò dall’altra parte con le mani impegnate a dipanare un sottile filo di rame dalla treccia che le cingeva la testa. Attorcigliò il filo tra le dita, poi lo fece scivolare in una sottile fessura sul fianco del tavolo. Si spalancò un pannello di legno, dal quale tirò fuori un fagotto rettangolare, avvolto in strisce di seta. Srotolò la stoffa che lo copriva, al cui interno si trovava un libro fatto interamente di vetro.
Gli occhi di Aapau si illuminarono come scintille di fuoco riflettendosi sulle pagine e intercettarono quelli dell’uomo.
«Fei Chui è un villaggio di Vetrai. Ci sono volute intere generazioni per imparare a sfruttare le saette di drago e trasformare la sabbia in vetro». Staccò una pagina bianca dalla fine del libro e si sporse in avanti, facendosi d’un tratto seria. «Prima di iniziare, ho bisogno di sapere che sei consapevole del rischio a cui vai incontro. Una volta inserito nel libro, è fatta. Non c’è alcun modo di sciogliere il contratto. Sei sicuro di voler continuare?»
L’uomo si fermò, diede un’occhiata al cesto e sussurrò un silenzioso “sì”. Ancor prima che la parola prendesse forma, Aapau sì chinò in avanti, afferrò l’aria di fronte a lui e la sbatté con forza sul sottile foglio di vetro.
L’uomo sbarrò gli occhi, ma il vetro, anziché frantumarsi in schegge, aveva solo un leggero segno, grande più o meno quanto una monetina. Aapau sorrise sorniona davanti alla sua espressione stupita, poi gli diede una pacca rassicurante sul braccio.
«Scusami. Non volevo rischiare che l’accordo sfuggisse e si disperdesse per la stanza. Non saremmo potuti andare avanti altrimenti».
Lui la fissava con la bocca spalancata, chiedendosi se fosse davvero così vecchia e gracile come appariva. Aapau lo guardò di sbieco, quasi a leggergli nel pensiero.
«Oh, stai pur certo che sono decrepita come sembro. L’età mi ha solo resa straordinariamente brava in ciò che faccio».
La donna afferrò la pagina e la ispezionò da vicino.
«Mi fa piacere vedere che quel “sì” fosse convinto – una bugia avrebbe frantumato il vetro. Ho sprecato fin troppe pagine per delle mezze verità. Il vetro non dimentica» continuò. «Tiene nota di ciò che gli spetta. Se passa un anno senza che ci sia stato il pagamento, la pagina inizia a diventare rossa e nel frattempo la persona comincerà a sentire un formicolio alla mano. Il bruciore continua ad aumentare finché il debito non viene saldato. Quindi, preferisci pagare annualmente oppure…» Aapau si interruppe quando la figura lasciò cadere sul tavolo una sacca pesante che, al tremolio della luce, sembrava colma di centinaia di lucciole scintillanti e metalliche. Aapau prese in mano una delle monetine e l’oro morbido le si scaldò tra le dita.
«Wow, incredibile! È più che sufficiente per coprire le spese di una vita intera».
Paper
Dragons. L’apprendista di Hok Woh
Si inginocchiò e avvicinò la pagina ai carboni ardenti del focolare. Le fiamme dorate schizzarono verso l’alto, avvolgendo la sua mano e il vetro in una sfera crepitante. Dal centro del vetro si sprigionò un caldo bagliore giallo. Appena prima che arrivasse alla punta delle dita, Aapau staccò la pagina e il fuoco si dileguò tra i carboni. La donna afferrò il filo di rame e scarabocchiò sul vetro fuso parole che scivolarono sulla superficie scintillante. Aapau alzò gli occhi e iniziò a guardarsi intorno nella stanza.
«Perché ti sei appostato in quell’angolino? Mi servi per questa parte!»
L’uomo avanzò a piccoli passi senza mai distogliere lo sguardo dai carboni. Aapau gli afferrò la mano sinistra e gli schiacciò il pollice contro l’intaglio del vetro. Al contatto con la superficie, la sua pelle emise un leggero sibilo. Quando la vecchia lasciò la presa, l’uomo rinfilò la mano nella tasca del mantello. Lei lo guardò con disapprovazione.
«Aiyah, sei pallido come uno straccio… non che prima avessi un colorito migliore. Mi raccomando, bevi il tè prima di andartene, è sempre d’aiuto. E non preoccuparti per il pollice, guarirà nel giro di poco tempo» proseguì Aapau con fare allegro. Poi, schiacciò la pagina nel libro, facendola fondere con dimestichezza alla rilegatura in vetro. Dopo aver riallacciato il filo di rame alla treccia, sollevò le lenzuola dal cesto.
La neonata era più piccola di quanto si aspettasse, con due grandi occhioni scuri che le occupavano gran parte del volto. Come tutte le persone di Fei Chui, aveva i capelli neri e fini, e una calda pelle color sabbia. Osservandola meglio, Aapau si accorse
che i suoi occhi non erano semplicemente marrone scuro, bensì dello stesso nero iridescente delle piume di uno storno. La bambina farfugliò, mordicchiando un pezzo di carta stropicciato. Aapau glielo sfilò pian piano dalla mano ma il messaggio si era già cancellato e rimaneva solo l’inchiostro viola che colava sulla superficie del biglietto.
«Che c’era scritto? Ha già un nome?» chiese Aapau, sventolando il foglietto fradicio sotto il cappuccio dell’uomo. Lui sbatté le palpebre, imbarazzato, per poi alzare le spalle in segno di incertezza.
Aapau scosse la testa per l’esasperazione, poi prese in braccio la bambina, tamponandole la bava intorno alla bocca.
«Di sicuro sarai una Yeung. Diamo quel cognome a tutti i neonati che ci arrivano da sotto il mare di nuvole. Mmh, che ne dici di Zhi Ging? Non è più un nome così comune, ma mi è sempre piaciuto». Aapau le rivolse un sorriso. «So già che lo farai ritornare di moda».
Zhi Ging si contorse allegramente tra le braccia della guaritrice, che intanto si era di nuovo girata verso l’uomo incappucciato.
«Puoi raccontarmi qualcosa di lei? Fanno sempre domande quando crescono. Dimmi almeno da quale delle sei province viene».
L’uomo scosse la testa e indietreggiò goffamente in direzione della porta.
«Allora vai. Ad ogni modo, non c’è più bisogno di te adesso».
La figura annuì e sgattaiolò via dalla porta senza nemmeno un cenno di saluto alla piccola Zhi Ging.
Prologo
Paper Dragons. L’apprendista di Hok Woh
«Che uomo strano» mormorò Aapau. «Che stupidaggine non aver neanche bevuto il tè, in fin dei conti».
La sua mano si bloccò appena prima di afferrare la tazza intatta dell’uomo. Le foglie di tè vorticavano all’impazzata, sollevandosi e andando a sbattere contro la superficie. Aapau si girò e corse precipitosamente in strada, ma era già sparito.
Solo quando raggiunse lo strapiombo ai confini di Fei Chui, l’uomo sfilò la mano dalla tasca. Il pollice che Aapau aveva schiacciato contro il vetro era sparito, sgretolandosi fino a ridursi in cenere. Lui guardò la linea ardente che si insinuava lungo la mano, trasformando tutto ciò che toccava in sottili fili di fumo che fluttuavano via nella brezza.
Il bagliore ipnotico baluginava sopra alle istruzioni a inchiostro viola impresse sul palmo della mano. L’uomo sorrise: aveva portato a termine il suo obiettivo; adesso non c’era davvero più bisogno di lui.
Nel giro di pochi secondi, la luce dell’alba cominciò a scintillare attraverso il suo mantello. L’aria si riempì del crepitio della carta bruciata e ciò che rimaneva dell’uomo si frantumò in migliaia di pezzi. In quel turbinio, si intravidero delle squame e l’ombra del drago di carta si disperse tra le nuvole, prima di sparire all’orizzonte.
è nata a Hong Kong ed è cresciuta in un flusso ininterrotto di storie popolate da leggende cinesi e folklore irlandese. Vive nel Regno Unito e continua a ordinare dim sum in cantonese con un netto accento di Dublino. Paper Dragons - L’apprendista di Hok Woh è il suo romanzo d’esordio ed è ispirato a momenti della sua vita: dalle gite in barca dell’infanzia tra l’isola di Lantau e Hong Kong, ai viaggi a Taiwan, in Italia e Spagna. Potete seguirla su @siobhanmcd91.
Zhi Ging ha dodici anni ed e ' una ragazzina coraggiosa, determinata e dal cuore d ,oro. Eppure si sente diversa da tutti gli altri. Da quando, pero ' , e ' arrivata alla scuola di Hok Woh per sviluppare le sue abilita ' eccezionali e diventare immortale, pare aver trovato la sua vera dimensione. Almeno finche ' una voce non comincia a circolare nei corridoi: una forza oscura si sta avvicinando e molti dei suoi compagni sembrano essere spariti nel nulla... Riuscira ' Zhi Ging a scoprire la verita ' prima che sia troppo tardi?