La Partita degli dei

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Nella tribunetta “presidenziale” il Grande Vecchio aveva voluto accanto a sé alcuni celebri allenatori e dirigenti del passato, un paio di nuovi arrivati nel Luogo e un ospite davvero straordinario. Il calcio d’inizio venne battuto dal prestigioso piede di O Rei , che scambiò con Di Stéfano. Meglio di così quella partita unica e irripetibile non poteva cominciare. Gli azzurri sembravano quasi intimiditi, forse per un po’ di ruggine agonistica accumulata o per una maggior brillantezza degli avversari. Fatto sta che per tutti i primi minuti di gioco la palla restò sempre nella metà campo di Scirea, Facchetti e soci. Al punto che, per evitare guai peggiori, prima Burgnich e poi Rosato dovettero fare un paio di “carezze” rispettivamente a Pelé e a Cruijff, che li guardarono come a dire “Che fate? Ci menate pure in Paradiso?”

Maradona sbuffava spazientito perché non riceveva un pallone accettabile; Vialli arretrava cercando di dare una mano, ma sembrava girare a vuoto; Meroni, l’unica volta che aveva abbozzato un dribbling dei suoi, s’era ritrovato davanti il muro di corazzieri della difesa avversaria. Pablito sembrava più quello contro il Perù del 1982 che non quello contro il Brasile di tre partite dopo. Ma Vivaddio – nel vero senso della parola – in fondo si era appena all’inizio.

In copertina

Foto dell’autore: © Sandra e Urbano fotografi

Art director: Francesca Leoneschi

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uG universale Gallucci

Marino Bartoletti

La Partita degli dei

dello stesso autore:

La cena degli dei

Il ritorno degli dei

La discesa degli dei

ISBN 979-12-221-0307-5

Prima edizione ottobre 2023

ristampa 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2027 2026 2025 2024 2023

© 2023 Carlo Gallucci editore srl - Roma

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Marino Bartoletti

La Partita degli dei

A Gianluca che ci ha insegnato la gentilezza persino nell’addio

Quant’è vero Iddio!

Stava per cominciare la più incredibile, fantasmagorica, eccezionale, diciamo pure paradisiaca partita di calcio che mente umana (e forse anche divina) avrebbe mai potuto concepire. In campo – e che campo! – tutti i più grandi campioni della storia: almeno quelli presenti nel Luogo! Ma per organizzarlo, quell’evento, non era stato tutto così semplice…

«No, no, no e poi no. Questa volta non se ne parla. Quant’è vero Iddio! E io, se permette, sono l’unico che può affermarlo con totale cognizione di causa!»

Il Grande Vecchio e il Grande Vecchio Titolare ormai si frequentavano – diciamo così – direttamente, da poco più di 35 anni. Tutto sommato, dopo un non breve periodo di studio (che si aggiungeva a quello ben più lungo

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e anche tormentato della vita terrena del primo), avevano trovato un buon punto di sintesi per far convivere le loro personalità senza dubbio non comuni. Anzi, in alcuni casi si era quasi sfiorata un’imprevedibile forma di irrituale complicità. Ma mai il GVT era stato tanto risoluto e addirittura, diciamolo pure, quasi aggressivo, nei confronti del GV. Il quale ovviamente ci restò un po’ male. Ma il suo DNA, con ogni probabilità non “imborghesito” dall’ascesa nel Luogo, non lasciava davvero supporre che la questione sarebbe finita lì. Per quanto la forzatura che aveva in mente, questa volta, sembrava andare senza dubbio oltre il “normale”; e già Qualcuno glielo aveva fatto notare senza tanti giri di parole.

In altre occasioni il GV avrebbe – come sempre –messo a fuoco una strategia di testa propria, ma il Luogo aveva raffinato il suo senso della condivisione. L’aver avuto accanto la pragmatica leggiadria dell’amatissima

Raffaella nelle ultime avventure vissute l’aveva convinto e quasi assuefatto a confrontare i propri pensieri con quelli di chi gli stava più vicino.

E così convocò la sua nuova partner, alla quale di re-

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cente aveva già delegato con grande sollievo e altrettanta efficacia alcune mansioni che di solito avrebbe tenuto solo per sé; e naturalmente chiamò anche il suo vecchio, storico, saggio e… pennuto compagno di viaggio: Francangelo, cherubino di seconda classe, che per la verità in quel momento era combattuto fra la totale e mai intaccata devozione verso lo storico principale e una punta (non sottilissima) di gelosia nei confronti della meravigliosa nuova arrivata.

«Non avrei mai creduto» esordì il GV con tono solenne, ma temperato da un’inedita delicatezza «che questo beato Altrove nel quale ci troviamo avrebbe suscitato in me tanta voglia di agire. Credevo che il tempo delle sfide fosse passato. Che la Pace celeste mi avrebbe donato la quiete che ho tanto desiderato nei miei giorni in vita…»

“Quiete? Ma quando mai?” pensò fra sé e sé Francangelo che per decenni aveva vissuto anche sulla Terra accanto a quel vulcano coi capelli bianchi e con gli occhiali scuri. Dimenticando però che nel Luogo il pensiero è percepito come parola da chi ti sta di fronte. E così non fece

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in tempo a mordersi la lingua – peraltro non coinvolta anatomicamente nell’iniziativa – che il GV lo riprese.

«Sì, caro Frank: dovresti ricordare che nei miei ultimi tempi terreni avevo sovrapposto la bambagia dei ricordi e la serenità delle poche cose davvero care al desiderio di trasformare la quotidianità in una battaglia perenne. Rammenti qual era sempre stato il mio motto?»

«Certo, commendatore, chi se lo può scordare? “La vita va vissuta come una competizione”. Per questo la parola “quiete” uscita dalle sue labbra mi era sembrata –come dire – leggermente stravagante»

«Siamo o non siamo nell’unico, vero, riconosciuto, ambìto, certificato e santissimo Luogo dei miracoli, amico mio? Tutto può accadere. Tutto può cambiare. Tutto può migliorare. Anzi, in questo momento, a me sembra di essere stato sempre così. E non alzare gli occhi al cielo, perché in Cielo ci siamo già».

Raffaella – cioè la signora Pelloni, in arte Carrà – assisteva incuriosita, ma anche divertita a quella strana conversazione filosofica. Fra il “prima” e il “dopo” del loro rapporto, però, aveva capito che il (Grande) Vecchio

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Lupo non era tipo da perdere né il pelo né il vizio. Più lo sentiva parlare di pace e di serenità, e più maturava in lei la convinzione tutta femminile che il GV si stesse cacciando di nuovo nei guai; o che, quantomeno, avesse in mente un’idea delle sue.

E le sue, come la storia aveva provato, non erano mai state idee convenzionali. D’altra parte, perché l’avrebbe convocata con tanta urgenza assieme a Francangelo? E soprattutto perché dalla Grande Casa si erano sentiti arrivare tutti quei tuoni fortissimi, ripetuti e anche un po’ inquietanti?

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Stampato e fabbricato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafica Veneta spa (Trebaseleghe, PD) nel mese di settembre 2023 con un processo di stampa e rilegatura certificato

100% carbon neutral in accordo con PAS 2060 BSI

MARINO BARTOLETTI (Forlì, 1949) è uno dei più celebri giornalisti italiani. Ha condotto e spesso ideato trasmissioni storiche come Il processo del lunedì, La Domenica Sportiva, Pressing, Quelli che il calcio. È stato direttore del “Guerin Sportivo” e dell’Enciclopedia Treccani dello Sport, oltre che delle testate sportive della Rai e di Mediaset. È una delle figure televisive più amate dal pubblico e anche un grande esperto di musica. In particolare della storia del Festival di Sanremo, del quale è stato giurato, opinionista e anche selezionatore delle canzoni in gara. Da qualche anno si è arreso volentieri alle sempre più insistenti richieste di diventare uno scrittore. Con Gallucci ha in corso di pubblicazione la serie per ragazzi La squadra dei sogni . I suoi primi tre romanzi “adulti” hanno riscosso un incredibile successo di pubblico e di vendite, tanto che La cena degli dei si è aggiudicato i premi Selezione Bancarella, Invictus, Libri d’Ulisse e Samadi, Il ritorno degli dei ha vinto i premi Bancarella Sport e Città di Castello, mentre La discesa degli dei i premi Kerasion e Terre d’Agavi.

«Stava per cominciare la più incredibile, fantasmagorica, eccezionale, diciamo pure paradisiaca partita di calcio che mente umana (e forse anche divina) avrebbe mai potuto concepire. In campo – e che campo! – tutti i più grandi campioni della storia: almeno quelli presenti nel Luogo!»

Immaginate una “Partita degli dei”, in uno “stadio” straordinario, con spettatori straordinari (soprattutto uno) e con giocatori straordinari. Da una parte la “Serie A” di Maradona, Vialli, Meroni, Facchetti, Scirea, Paolo Rossi e Valentino Mazzola, dall’altra la squadra “straniera” di Pelé, Cruijff, Eusébio, Di Stéfano, Puskás, Jašin e Best. Chi vincerà?

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