Tookie

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Le storie vere che leggerai in questo libro sono il mio incubo. Spero sinceramente che ti insegnino qualcosa e ti aiutino a fare scelte migliori di quelle che ho fatto io.

Stanley “Tookie” Williams

TOOKIE

Stanley “Tookie” Williams (New Orleans 1953 –

9,50

Consigliato dai ai anni

13 99

ISBN 978-88-6145-062-2

9 7 88 8 61 4 50 6 22

TOOKIE

Sacramento 2005) è stato rinchiuso nel braccio della morte del Penitenziario di Stato di San Quentin, nel Nord della California, dal 1981 al 2005. Si è sempre dichiarato estraneo ai quattro omicidi per i quali era stato condannato, pur non negando mai il proprio passato violento. All’inizio degli Anni Settanta, insieme a Raymond Lee Washington, Tookie fondò a Los Angeles la gang dei Crips, una delle bande di strada più sanguinarie e numerose al mondo, ora presente in molti paesi. Durante la detenzione, però, diventò un attivista contro la violenza nei ghetti. Ha passato gli ultimi anni della sua vita impegnandosi in una campagna per trasmettere ai giovani questa consapevolezza, con libri e attraverso Internet. È stato calcolato che la sua attività abbia salvato dalla criminalità almeno 100mila ragazzi e per questo il Parlamento svizzero lo candidò al Premio Nobel per la Pace. A pochi giorni dall’esecuzione, tuttavia, il governatore della California Arnold Schwarzenegger si rifiutò di concedergli la grazia. La condanna è stata eseguita il 13 dicembre 2005.

Stanley “Tookie” Williams

E I K O TO Un vero duro contro il bullismo e le sue conseguenze


Stanley “Tookie” Williams con Barbara Cottman Becnel

Tookie

traduzione di Lara Fantoni


Stanley “Tookie” Williams con Barbara Cottman Becnel Tookie Traduzione di Lara Fantoni Titolo originale Life in prison (Stanley “Tookie” Williams with Barbara Cottman Becnel) Text © 2001 by S. Williams All rights reserved First published in English by Chronicle Books LLC San Francisco, California Foto di copertina © 1998 J. Patrick Forden

ISBN 978-88-6145-062-2 Prima edizione italiana ottobre 2008 © Carlo Gallucci editore srl Roma ristampa 5 4 3 2 1 0 anno 2013 2012 2011 2010 2009 2008 9

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galluccieditore.com Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


SOMMARIO

PRESENTAZIONE

pagina

9

1. SCUOLA PER GLADIATORI

13

2. GABBIE

17

3. UN GIORNO IN CARCERE

25

4. FUORI DI TESTA

31

5. PERQUISIZIONI

40

6. REGOLE

44

7. IL BUCO

52

8. CUCINA CASALINGA

61

9. SALUTE

66

10. VIOLENZA

71

11. NOSTALGIA DI CASA

81



Questo libro è dedicato a Nelson Mandela, Angela Davis, Malcolm X, Assata Shakur, Geronimo Ji Jaga Pratt, Ramona Africa, John Africa, Leonard Peltier, Dhoruba Al-Mujahid, George Jackson, Mumia Abu-Jamal e a tutti gli uomini, le donne e i ragazzi che sono costretti a subire l’infernale oppressione della vita dietro le sbarre. Che questo libro sia un monito per tutti coloro che fanno parte della società: il carcere è dannoso per la mente, per il corpo e per lo spirito. Auguro a tutti voi di non dover mai provare l’assurdità del carcere. Amani (Pace) Stanley “Tookie” Williams

Questo sono io, nel 1996, in piedi davanti al muro che circonda il cortile per l’ora d’aria dei detenuti del braccio della morte di San Quentin.



1. SCUOLA PER GLADIATORI

Mentre scrivo mi trovo nel carcere di stato di San Quentin, nel Nord della California. Vivo qui da diciassette anni, in una minuscola cella nel braccio della morte, perché sono stato riconosciuto colpevole di avere ucciso quattro persone.

San Quentin non è un gran bel posto. È pericoloso: bisogna sempre guardarsi le spalle. Nessuno può considerarsi al sicuro, neanche le guardie. E poi qui ci si sente soli. Ma quando avevo la tua età credevo che vivere in carcere fosse una bella cosa. La prima volta che sentii parlarne fu da un tale che si chiamava Rock. Era il fratello maggiore di un mio amico. Avevo undici anni quando Rock uscì dal penitenziario dove era stato detenuto per aver ucciso suo padre, che picchiava sua madre. Mi ricordo che stavo ad ascoltarlo a bocca aperta sotto un portico con altri ragazzini della mia età, e Rock ci raccontava degli anni che aveva passato in carceri diverse, tra cui Soledad, Folsom e San A tredici anni vivevo nei quartieri meridionali di Los Angeles.

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Quentin. Chiamava il carcere “scuola per gladiatori”. Diceva che in prigione un uomo può dimostrare di essere un duro ad altri duri. Ancora mi ricordo come si eccitava Rock quando ci raccontava dei combattimenti con il coltello che aveva fatto in prigione. Rock era bravo a raccontare storie. Ora mi rendo conto che era fin troppo bravo. Con le sue storie faceva sembrare il carcere un posto divertente dove stare con gli amici. Con Rock quasi tutti volevamo andare in galera, da grandi. Non facevo che pensare a come avrei dimostrato di essere un duro in una di quelle scuole per gladiatori. E non ero l’unico. Molti dei miei amici la pensavano allo stesso modo. Certe volte Rock tirava fuori il portafogli e ci faceva vedere le foto di sé e dei suoi amici nel cortile della prigione. Gli uomini delle foto erano grossi, gonfiavano i muscoli e sorridevano alla macchina fotografica. Sullo sfondo c’erano pesi e panche da palestra. Io guardavo quelle foto e pensavo: “Accidenti, guarda che muscoli”. Mi dicevo che un giorno avrei avuto anch’io il petto gonfio e le braccia grosse, e mi sarei fatto fare una foto nel cortile del carcere. Per i ragazzini del mio quartiere finire in carcere era un’aspettativa normale. Molti fratelli maggiori dei miei amici non facevano che entrare e uscire di prigione. E Rock ci raccontava che non c’era differenza fra stare in carcere e stare sulla strada. Dice14


SCUOLA PER GLADIATORI

Nel 1986, anno a cui risale questa foto, in carcere potevo praticare il sollevamento pesi per mantenermi in forma. Poi il Ministero di Giustizia della California ha eliminato tutte le attrezzature per il sollevamento pesi nelle prigioni di stato, compresa San Quentin.

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va che in carcere succedono le stesse cose che succedono fuori. Diceva che alcuni amici suoi preferivano il carcere alla libertà. Quest’ultima osservazione era l’unica, fra le storie di Rock, che mi sembrava strana. Non vedevo l’ora di finire in carcere per via dei racconti affascinanti di Rock. Ma anche se ero un bambino sapevo che, prima o poi, dal carcere sarei voluto uscire. Quando stavo ad ascoltare i racconti di Rock non conoscevo la verità sulla vita in carcere. Ma ora, dopo tutti questi anni nel braccio della morte di San Quentin, la verità la conosco. Tra il carcere e casa c’è un vero abisso. In questo libro racconto com’è davvero scontare una condanna al carcere. Leggendo imparerai che stare dietro le sbarre non dimostra affatto che sei un duro e neppure che sei un uomo. Il carcere è un posto dove la gente impazzisce. È un posto dove gli uomini vengono uccisi e qualcuno addirittura si toglie la vita. Il carcere è l’inferno. Questo io lo so bene. Le storie vere che racconto in questo libro sono i miei incubi. Spero sinceramente che queste esperienze ti insegnino qualcosa e ti aiutino a fare scelte migliori di quelle che ho fatto io.

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Le storie vere che leggerai in questo libro sono il mio incubo. Spero sinceramente che ti insegnino qualcosa e ti aiutino a fare scelte migliori di quelle che ho fatto io.

Stanley “Tookie” Williams

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Stanley “Tookie” Williams (New Orleans 1953 –

9,50

Consigliato dai ai anni

13 99

ISBN 978-88-6145-062-2

9 7 88 8 61 4 50 6 22

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Sacramento 2005) è stato rinchiuso nel braccio della morte del Penitenziario di Stato di San Quentin, nel Nord della California, dal 1981 al 2005. Si è sempre dichiarato estraneo ai quattro omicidi per i quali era stato condannato, pur non negando mai il proprio passato violento. All’inizio degli Anni Settanta, insieme a Raymond Lee Washington, Tookie fondò a Los Angeles la gang dei Crips, una delle bande di strada più sanguinarie e numerose al mondo, ora presente in molti paesi. Durante la detenzione, però, diventò un attivista contro la violenza nei ghetti. Ha passato gli ultimi anni della sua vita impegnandosi in una campagna per trasmettere ai giovani questa consapevolezza, con libri e attraverso Internet. È stato calcolato che la sua attività abbia salvato dalla criminalità almeno 100mila ragazzi e per questo il Parlamento svizzero lo candidò al Premio Nobel per la Pace. A pochi giorni dall’esecuzione, tuttavia, il governatore della California Arnold Schwarzenegger si rifiutò di concedergli la grazia. La condanna è stata eseguita il 13 dicembre 2005.

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