Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne

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Jules Verne Ventimila leghe sotto i mari riduzione e adattamento a cura di Marcella Papeschi ISBN 979-12-221-0253-5 Prima edizione rinnovata: ottobre 2023 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2027 2026 2025 2024 2023 © 2023 Gallucci - La Spiga Prima edizione © 2014 ELI - La Spiga Edizioni Illustrazioni di Barbara Petris Foto: Archivio ELI - La Spiga Edizioni Gallucci e il logo

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Jules Verne

VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI Riduzione e adattamento a cura di

Marcella Papeschi

Illustrazioni di Barbara Petris



Nota introduttiva

Se vuoi compiere un viaggio su un sottomarino, questo è il romanzo che fa per te. Perché mai intraprendere una simile avventura? Perché sotto il mare si apre un mondo sconosciuto, perché il Nautilus ogni tanto emerge e visita luoghi inesplorati, perché all’interno delle pareti di lamiera d’acciaio succedono strane cose che forse tu riuscirai a spiegare. I personaggi di questa storia ti coinvolgeranno fin dalle prime pagine: ci sono uno scienziato curioso e temerario, un servitore fedele e con un buon senso dell’umorismo, un capitano misterioso e temibile, ma anche capace di nobili sentimenti. Non sembra un libro scritto più di un secolo fa, forse perché le avventure, se narrate in modo avvincente, non hanno età. Jules Verne in questo è un autore speciale, i suoi romanzi non invecchiano e conquistano da sempre i lettori. Prepara i bagagli allora e buon viaggio!

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Capitolo 1

Strani eventi

L’anno 1866 fu caratterizzato da eventi misteriosi. Alcune navi avvistarono in alto mare un oggetto enorme, lungo, a tratti luminescente, più grande e veloce di una balena. I giornali di bordo concordavano sulla velocità incredibile dei suoi movimenti e sulla potenza da cui sembrava animato. Se era un cetaceo, aveva dimensioni maggiori di tutti quelli che la scienza avesse mai descritto fino ad allora: si diceva addirittura che fosse lungo duemila metri e largo mille. Ma vediamo ora, con maggior dettaglio, quali furono i fatti che portarono a supporre l’esistenza di quella creatura misteriosa. Nel luglio di quell’anno, il capitano Backer della nave a vapore Governor, al largo delle coste australiane, credette di trovarsi di fronte a uno scoglio sconosciuto quando, improvvisamente, due colonne d’acqua s’innalzarono dal suo dorso sibilando per centinaia di metri. Undici giorni dopo, in un punto dell’Atlantico tra gli Stati Uniti e l’Europa, vennero segnalati ancora due avvistamenti e l’esistenza del mostro divenne una certezza. Parlare della creatura misteriosa diventò di moda, se ne 7


VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI

discuteva nei bar, per le strade; nei teatri si rappresentavano spettacoli con mostri informi, i giornalisti facevano a gara per chi raccoglieva più notizie e si formarono le fazioni di chi credeva alla sua esistenza e di chi rimaneva scettico. Dopo qualche mese la faccenda si ridimensionò, ma l’anno successivo accaddero nuovi fatti. Il 5 marzo 1867 il Moravian, della Montreal Ocean Company, urtò contro un masso che nessuna carta segnalava in quei paraggi. Se la qualità dello scafo non fosse stata ottima, è fuori di dubbio che il bastimento si sarebbe spaccato affondando con tutti i centotrentasette passeggeri che riconduceva in Canada. L’incidente era capitato verso le cinque del mattino, quando il giorno baluginava appena. Gli ufficiali di turno si precipitarono immediatamente sul ponte, esaminarono l’oceano con la massima attenzione, ma videro soltanto un forte risucchio a circa seicento metri. Il fatto, gravissimo in sé, sarebbe forse passato nel dimenticatoio come tanti altri, se tre settimane dopo, non si fosse riprodotto in condizioni identiche. La nave Scozia si trovava al 15° di longitudine e al 45°

Il significato delle parole in grassetto si trova nel glossario in fondo al volume.

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1. STRANI EVENTI

di latitudine. Filava con sveltezza e le ruote battevano il mare con regolarità perfetta. Mentre i passeggeri erano riuniti nel salone per il tè del pomeriggio, un urto quasi insensibile si produsse sullo scafo. La collisione era stata così leggera che nessuno a bordo se ne era accorto, fino a quando i macchinisti non avevano lanciato l’allarme: la nave stava imbarcando acqua. Sulle prime i passeggeri furono colti dal panico, poi il capitano Anderson si affrettò a rassicurarli, il pericolo non poteva essere imminente: la Scozia, divisa in sette scompartimenti stagni, era assolutamente in grado di affrontare una falla senza conseguenze. Il viaggio continuò e la nave, dopo tre giorni di ritardo, approdò alla meta. Ce n’era abbastanza per scaldare di nuovo l’opinione pubblica. Da quel momento, infatti, tutti gli incidenti marittimi che non si sapeva a chi attribuire vennero affibbiati al mostro che si prese la responsabilità di tutti i naufragi, il cui numero era purtroppo considerevole, giacché le navi a vela o a vapore smarrite ammontavano almeno a duecento. A quel punto fu chiesto categoricamente che i mari fossero una buona volta liberati, a qualunque costo, dal formidabile cetaceo.

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