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Domenica 12 maggio 2019
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Il condottiero Fabio Liverani «Con questa impresa la mia squadra è entrata nella storia»
Il presidente Sticchi Damiani «È il più bel regalo di compleanno che io abbia mai ricevuto»
Il bomber La Mantia «La promozione è il giusto premio per il lavoro di un grande gruppo»
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APOTEOSI LECCE
ESPLODE LA FESTA IN TUTTO IL SALENTO
FATTA LA STORIA La squadra guidata da mister Liverani batte lo Spezia per 2-1 con i gol di Petriccione e La Mantia e conquista la nona promozione nella massima serie, da cui mancava da sette anni I ventottomila del Via del Mare in delirio e i tifosi invadono fino a notte strade e piazze della città. Bagno di folla per i giallorossi durante il tour trionfale a bordo di un pullman scoperto [foto Marco Lezzi] SERVIZI IN NAZIONALE ALLE PAGINE 2-3-4 E IN CRONACA DA PAGINA II A PAGINA XV >>
UN LUSSO CONCESSO SOLO A POCHI CHE ORA TUTTI DEVONO DIFENDERE
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di MARCO SECLÌ
«N
on vedrò mai più il mio Lecce in serie A, forse nemmeno in serie B. Ma io sono stato fortunato, ho vissuto negli anni più belli: chissà se i miei nipoti, un giorno, saranno fortunati come me». L’anziano tifoso rifletteva a voce alta mentre con un amico abbandonava deluso il locale con il maxischermo allestito per i quarti di finale dei playoff di serie C. L’Alessandria aveva appena eliminato il Lecce dopo i calci di rigore. Era il 4 giugno 2017 e si preparava a un altro anno di sofferenze, dopo i cinque già vissuti nell’«inferno» della terza serie. E invece non sono passati nemmeno due anni e il Lecce è di nuovo in serie A. Quel nonno potrà portare
i nipotini allo stadio per la sfida con Cristiano Ronaldo. Un doppio balzo prodigioso. Come quello dei giallorossi guidati da Giampiero Ventura nelle due stagioni dal ‘95 al ‘97, l’avvio dell’era Semeraro. Impresa simile, ma non identica. Quella compiuta dalla squadra di Liverani ha una valenza perfino superiore. La cavalcata trionfale culminata nella vittoria di ieri contro lo Spezia somiglia di più alla prima indimenticabile promozione in serie A conquistata nel 1985 dal club di Franco Iurlano. Si è ripetuto un miracolo sportivo «made in Salento». Artefici un gruppo di professionisti e imprenditori come i vicepresidenti Corrado Liguori e
Alessandro Adamo, i fratelli Silvia e Dario Carofalo. Dall’anno scorso, il finanziere svizzero René De Picciotto; prima Enrico Tundo. E poi il grande regista: Saverio Sticchi Damiani. Dal nulla, quando il calcio a Lecce rischiava di scomparire dopo l’addio al club da parte della famiglia Tesoro, non si è arreso. E ha ideato un progetto arrivato alla meta precorrendo i tempi. Anche sfidando, nei momenti critici che pure ci sono stati, i veleni di una città che talvolta non perdona chi ha successo. Lecce e il Salento devono andare orgogliosi di questo traguardo. La serie A riconquistata con le sole forze del proprio territorio è lusso per pochi. Che ora va difeso da tutti.