Rivista di Bellinzona - Nr 4 - Aprile 2018

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N. 4 Aprile 2018 ANNO L

anni

Mensile della Capitale e del Distretto

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Nuova Bellinzona primo compleanno Un caffè con…

Sport

Polaroid

Simone Conti e la sua app per studenti

Hockey, Nicole Bullo da Claro alle Olimpiadi

Paganini-Rè, una storia lunga cent'anni


70 anni di Volkswagen in Svizzera. Irresistibili offerte anniversario per festeggiare insieme.

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Auguri cara Belli! N. 4 Aprile 2018 / ANNO LXX

FATTI NOSTRI  4 / La Città compie un anno, auguri Nuova Bellinzona! UN CAFFÈ CON…  8 / Arriva Workinpairs, l’app per studenti SPORT 10 / La passione di Nicole

Primo compleanno per la Nuova Bellinzona. Tempo di bilanci, ma soprattutto di cantieri & quartieri aperti e idee sul tavolo dei tredici comuni aggregati in marcia. Il primo anno è stato soprattutto quello della riorganizzazione amministrativa per un avvio sulle rotaie del futuro. La marcia è un’altra e lo si sente. Si carbura, ma il lavoro alla guida della grande macchina è ovviamente ancora molto. Il sindaco Mario Branda, con soddisfazione, ci racconta l’impegnativa avventura finalmente avviata il 2 aprile 2017.

13 / IL NOSTRO ALBUM 19 / L’ALTRO SGUARDO PROGETTI 21 / Carasso: dal sottosuolo tracce del nostro passato ZAINO IN SPALLA 22 / Il Monte del Corgell C’ERA UNA VOLTA 24 / Da 140 anni Bellinzona è capitale POLAROID 26 / Cento anni fa l’atto di fondazione del “Pio ricovero Paganini-Rè” CULTURA & EVENTI 30 / La privatizzazione della Posta in un libro 32 / Una pioda per l’alpe Arami CASTELLI DI STORIA 33 / Un nome di luogo per riscoprire un’antica pratica viticolai 33 / NOVECENTO L’ANGOLO DI FIDO 34 / Il lungo viaggio di balestrucci, rondini e rondoni CAMMIN FACENDO 36 / Cercasi punti di riferimento per una società ‘liquida’

In questo numero trovate anche l’originale invenzione di uno studente della Scuola cantonale di commercio che ha realizzato un’applicazione per permettere agli studenti di trovare docenti disponibili e adatti per il ripasso delle materie. E questo su scala cantonale. Il padre della app è Simone Conti, il nome della sua creatura ‘Workinpairs’. L’hockey declinato al femminile trova invece spazio nell’intervista curata da Giorgio Genetelli alla sportiva clarese Nicole Bullo, che gioca nelle Ladies team Lugano nei panni di difensore. Una biografia decisamente originale. La storia questa volta ci porta alle tombe e ai numerosi reperti di epoca tardo-romana scoperte a Carasso, zona Saleggi; ai 140 anni di Bellinzona capitale politica del Canton Ticino e ai cento anni della casa di riposo Paganini-Ré, fondata dagli omonimi coniugi. Una chicca la regala la storica Giulia Pedrazzi che ci svela il significato di via Rompeda. Un toponimo che si ritrova sia a Bellinzona che a Giubiasco e che racconta (a chi ha orecchie per intendere) cosa si coltivava da quelle parti. Curiosate fra le pagine e saprete. Fra Martino ci propone infine le sue riflessioni sull’‘oggi liquido’ alle prese con ripiegamenti, paure e scelte effimere dettate dallo smarrimento. E ci indica un’altra via verso la serenità. Buona lettura!

La redazione

37 / IN MEMORIA 38 / DIETRO L’ANGOLO REDAZIONE Rivista di Bellinzona Redattrice responsabile: Katiuscia Cidali Consulente: Monica Piffaretti CP 1291, 6501 Bellinzona Tel. 091 820 01 01 – Fax 091 825 18 74, rdb@casagrande-online.ch CCP 65-3631-3 – IBAN CH82 0900 0000 6500 3631 3 Hanno collaborato a questo numero: Andrea Buzzi, Michele Cavallero, fra Martino Dotta, Tiziano Ferracini, Giorgio Genetelli, Danny Noël, Giulia Pedrazzi, Monica Piffaretti, Giacomo Rizza e Frediano Zanetti STAMPA Salvioni arti grafiche, Via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona PUBBLICITÀ Geekvision SA Via in Selva 10, 6600 Locarno Tel. 091 751 04 06, Fax 091 751 62 65, info@geekvision.ch

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Rivista di Bellinzona Aprile 2018

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Un brindisi, cara Belli

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FATTI NOSTRI

di Katiuscia Cidali

La Città compie un anno, auguri Nuova Bellinzona! La Nuova Bellinzona spegne la sua prima candelina. E come ogni bambino appena nato va accudito e seguito. Un periodo impegnativo, ma in grado di regalare anche molte soddisfazioni. Intenso anche per la Città, che da quel 2 aprile è comp o s t a da tredici realtà diver-

se, ognuna con le sue caratteristiche, peculiarità ed esigenze. Per il sindaco Mario Branda, il primo anno è trascorso in un lampo, e proprio con lui abbiamo ripercorso i principali momenti di questa partenza, gettando uno sguardo anche al futuro del ‘bambino’ che si appresa ad entrare nel secondo anno di vita. Incontriamo Mario Branda nel suo ufficio a Palazzo Civico. Non ci giriamo attorno: “Allora sindaco, com’è andato questo primo anno?”. Mentre ci fa accomodare, ammette «è volato! – risponde col sorriso – è stato molto intenso, tanti temi, alcuni problemi…». Insomma, non ci si è annoiati. «Ma devo dire che grazie al buon clima che abbiamo in Municipio e al dialogo che c’è tra noi, siamo riusciti a superare tutti gli ostacoli», confida. «Tutto sommato è stato un anno positivo, che ho vissuto intensamente».

La nascita: 2 aprile 2017 Gli chiediamo quindi di raccontarci cosa significa assistere alla nascita di una Città. «Il nuovo Comune è come un bambino che adesso compie

un anno e che richiede tantissima attenzione e se c’è qualcosa che non va strilla anche (ride), naturalmente il primo anno di vita è molto importante», spiega. Anche se dall’esterno questo bambino in fasce sembra non riesca ancora a interagire direttamente con il mondo che lo circonda, in realtà lo fa «ma con un linguaggio molto particolare, noi l’abbiamo dovuto accudire e seguire, ma nei prossimi tempi lo vedremo adagio adagio prendere effettivamente forma (peso) e diventare più grande», osserva. «Come accade con ogni bambino quando viene alla luce, all’inizio è molto importante essere seguito, ma è anche estremamente impegnativo», fa notare Branda che però non nega un secondo aspetto. «Poter accompagnare la nuova città in questa fase dà anche molte soddisfazioni, soprattutto quando le cose funzionano. È chiaro che abbiamo sofferto un po’ per il regolamento comunale e la questione della neve, ma nel complesso è stato un anno positivo ed è la base per iniziare a lavorare a importanti progetti, come la nuova pianificazione, il nodo intermodale, la cui realizzazione entrerà nel vivo a breve, la fermata in piazza Indipendenza e le costruzioni, come le nuove aule della Gerretta, il policentro della Morobbia». Insomma, tutti progetti che stanno prendendo forma o che verranno conclusi nel corso di quest’anno.

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Il sindaco: ‘Come per i bambini, il primo anno di vita è molto importante e impegnativo’


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Mario Branda

La suggestiva passerella che collega Bellinzona a Monte Carasso

nizzano, la partecipazione, capisci qual è il significato per la popolazione di quel quartiere. E andandoci la gente ti racconta un sacco di cose: c’è chi vuole parlarti della storia del suo quartiere o anche esprimere l’apprezzamento di far parte di una città più grande o avanzare qualche critica». Da metà aprile il Municipio inizierà un giro informativo dei quartieri per spiegare cos’è stato fatto in questo primo anno, ma anche per ascoltare cos’hanno da dire gli abitanti. «Vogliamo sapere se sono contenti oppure no, a cosa bisogna pre-

Si parte! Branda ci parla di un anno molto intenso dal punto di vista organizzativo. «Per quanto riguarda l’edilizia, sarà da adesso in avanti che si inizieranno a vedere tangibilmente i risultati». Diverse opere importanti, come la nuova stazione, sono state fatte prima. Quest’anno sono stati licenziati vari messaggi che, tranne quello sul regolamento comunale, sono stati quasi tutti approvati «e hanno permesso di mettere sui binari questa nuova città», spiega il nostro interlocutore. «Per il futuro prossimo, è prevista l’entrata in funzione del nuovo acquedotto intercomunale, che permetterà di staccare i pozzi in centro città e procedere alla bonifica della zona, alla realizzazione dello skatepark e al rifacimento della pista di atletica. Una recente soddisfazione è stata la posa della prima pietra della futura sede dell’Istituto di ricerca in biomedicina, avvenuta proprio il mese scorso. O la fontana della foca che è stata rimessa in sesto».

stare attenzione. Andremo a verificare se quanto avevamo promesso corrisponde alla percezione degli abitanti o se ci sono dei problemi da correggere».

Tredici realtà diverse Un secondo passaggio di rilievo sarà la costituzione delle associazioni di quartiere. Saranno i comitati a decidere dove e come riunirsi. «Siamo pronti ad ascoltare i loro suggerimenti e bisogni e a sostenerli, anche finanziariamente. Se vorranno orga-

I quartieri sono nuove realtà, che ora fanno parte della città, che i municipali stanno scoprendo e conoscendo in maniera più approfondita. «Li avevamo girati intensamente prima dell’aggregazione. Ora, con il fatto d’essere parte integrante della nuova Città, partecipiamo più attivamente alla loro vita, come alle manifestazioni che vi vengono organizzate. Partecipando si impara anche a conoscere i valori, gli interessi e i sentimenti che vi ruotano attorno. Quando vai a una manifestazione, vedi le persone che l’orgaRivista di Bellinzona Aprile 2018

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La voce dei quartieri

Giubiasco in fiore

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nizzare degli eventi nel loro quartiere lo potranno fare, abbiamo sempre detto che con la costituzione del nuovo Comune non vogliamo che si perda la dimensione di vita sociale che c’è nei quartieri e speriamo che queste associazioni aiutino a farli vivere». La popolazione è più interessata alle commissioni di quartiere o alle associazioni? L’interesse, spiega Branda, pare orientato verso la forma associativa. «Mi sembra che le persone siano favorevoli a una partecipazione più allargata alla vita del loro quartiere, alcuni di questi si sono già mossi e mi sembra che si stia andando nella giusta direzione», rileva.

‘Non siamo dei professionisti’ Branda tiene a far notare che i municipali non sono dei professionisti «ognuno di noi ha un’attività lavorativa, per cui il tempo non è infinito. È quindi necessario dare delle priorità: adesso era l’organizzazione dell’impianto istituzionale del nuovo Comune». Chiediamo al sindaco se sia difficile coordinare la propria professione con l’impegno politico. «C’è stato un cambio di passo importante rispetto alla vecchia Bellinzona. Se già prima l’impegno politico richiedeva parecchio tempo, adesso l’impegno è considerevole. Tutti i municipali fanno fatica a combinare la propria vita professionale con quella dedicata al nuovo Comune. Il numero di riunioni, di incontri, i dossier su cui ci si deve preparare, le richieste, le sollecitazioni dall’esterno, sono davvero tantissime e con la presenza dei quartieri sono cresciute». Se lo aspettavano? In parte sì, ci risponde il sindaco «ma un impegno di quest’entità va però un po’ aldilà delle nostre aspettative». Branda fa nota-

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FATTI NOSTRI

La passerella Claro-Gnosca

re che si sta parlando dell’organizzazione del funzionamento di una città con quasi 44mila abitanti e una superficie del territorio molto vasta (più di 160 km quadrati). «Delle città in Svizzera con più di 30mila abitanti, Bellinzona è quella con il territorio più esteso. Ciò significa che bisogna anche impegnarsi a gestirlo». Un impegno politico accresciuto dunque e alcune difficoltà per riuscire ad organizzarsi con la propria professione, come avvocato Branda ha dovuto per forza porre dei limiti. «Devo escludere tutti i casi che direttamente o indirettamente potrebbero sovrapporsi alla mia attività di sindaco. Adesso mi focalizzo su alcuni ambiti d’attività, altrimenti non riesco più a combiare le diverse cose. Per cui, dal profilo professionale, ho dovuto fare delle scelte».

Cambiamenti per 1’000 impiegati Con la nuova aggregazione è cambiata anche l’amministrazione del nuovo Comune che è composta da 1'400 persone. I cambiamenti riguardano però circa 1’000 impiegati. «Nel complesso, devo dire che sono favorevolmente colpito dall’atteggiamento positivo e dalla disponibilità messa in campo dai nostri collaboratori. E in questo senso devo esprimere la riconoscenza del Municipio per l’attitudine riscontrata. È vero che non tutti fanno i salti di gioia, c’è anche chi ha vissuto il cambiamento con

più difficoltà. E ci sono alcune persone che non sono soddisfatte, ma vedremo di risolvere i problemi», rileva.

Verso i due anni di vita… La Città, si diceva, è come un bimbo che ha raggiunto il primo anno di vita e si appresta a entrare nel secondo. Cosa gli riserverà il futuro? Innanzitutto, verrà completato il processo organizzativo della Città, perché, ci dice il sindaco, c’è ancora strada da fare: «Mettere insieme tredici comuni, tredici realtà organizzative diverse, tredici politiche e modi di fare differenti, è molto complesso. L’anno prossimo dovremo ancora lavorare su questo aspetto, fare in modo che la macchina organizzativa trovi il suo ritmo e un funzionamento normale, ora stiamo ancora regolando alcuni aspetti». A breve si inizierà a discutere sulla pianificazione del territorio, e si inizierà con le opere edili, nei vari quartieri. «Come Città abbiamo grossi progetti strategici a cui prestiamo attenzione, tra cui le Officine, il nuovo ospedale, di cui bisogna preparare la pianificazione e prevedere lo spostamento dello stand di tiro al Ceneri, il lido fluviale in zona Saleggina, la valorizzazione dei castelli, la continuazione dei lavori di Curzùtt, che comprendono il progetto della montagna di sponda destra…». Insomma, i cantieri in previsione non mancano, e anche i prossimi anni del bambino saranno sicuramente molto intensi.

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UN CAFFÈ CON…

Arriva Workinpairs, l’app per studenti Sta destando notevole interesse tra gli studenti delle scuole di tutto il Ticino l’apparizione negli Store di un’innovativa applicazione a loro dedicata, che permette di facilitare la ricerca di un docente per il doposcuola; un’abitudine per uno studente su due. Nel contempo l’app favorisce i docenti che si mettono a disposizione per impartire lezioni di recupero. L’ideatore, Simone Conti, 18enne di Bellinzona, ci spiega di cosa si tratta e di come è nata l’idea. Quando prendiamo contatto con il giovane ideatore del progetto, l’app è disponibile da alcune settimane soltanto, ma le cifre parlano chiaro. L’interesse c’è: si sono infatti registrati già 200 allievi e 50 docenti in tutto il cantone. Workinparis (letteralmente “lavorare in coppia”) è una startup sviluppata in Ticino e desti-

nata a espandersi a livello internazionale che riesce a mettere in contatto la domanda con l’offerta di lezioni di recupero o perfezionamento in tutte le materie scolastiche, provvedendo nel contempo a fissare gli appuntamenti in modo sicuro e con un semplice clic. Gli studenti alla ricerca del proprio docente possono scaricare gratuitamente l’applicazione negli store mentre gli insegnanti che desiderano mettere a disposizione il loro sapere possono iscriversi, mediante computer, sempre gratuitamente al sito internet www.workinpairs.ch.

L’ideatore Simone Conti

San Gallo. Il giovane ha seguito tutto il processo di lavorazione dell’app, dall’ideazione alla realizzazione, ingaggiando un pool di ingegneri informatici che hanno sviluppato il sofisticato algoritmo che sta alla base dell’applicazione e passando in seguito alla fase operativa. Per creare un’applicazione serve un capitale iniziale relativamente cospicuo «si parla di diverse migliaia di franchi», osserva Simone, spiegando che per l’avvio del progetto ha ottenuto dei finanziamenti privati.

Un sofisticato algoritmo Simone Conti terminerà a giugno l’ultimo anno alla Scuola cantonale di commercio e per l’anno prossimo è iscritto alla facoltà di economia dell’Università di

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Un semplice clic

Registrati già 200 allievi e 50 docenti

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Come nasce Workinpairs? Da un’esigenza, ci spiega Simone. «Ho pensato di colmare un vuoto, perché vedevo che diversi miei compagni di classe della Commercio e del Liceo facevano fatica a trovare un insegnante in breve tempo». Le lezioni doposcuola sono una realtà ben consolidata già da diversi anni «ma mi sono reso conto che c’era un problema nel reperire le persone. La cosa più difficile era trovare, non tanto il docente in sé, ma quello più indicato, in grado di insegnare in maniera professionale». In effetti Simone ci fa notare che con i consueti siti di ricerca online, può capitare di imbattersi in professori disponibili ma non all’altezza dell’insegnamento medio superiore. Mentre, secondo quanto previsto da Workinpairs, a ogni docente che si mette a disposizione viene richiesto di presentare i propri diplomi, in modo da


Lezioni di recupero a portata di clic

ga il giovane. Con Workinpairs è possibile prenotare una lezione già 20-30 secondi dopo la registrazione nell’app, scegliendo la materia, la tipologia (quanto è istruito il docente) e fissare già la data e l’ora dell’appuntamento. L’app ha una sola schermata ma dietro c’è un sistema di algoritmi molto complesso. Visto che le lezioni sono a domici-

lio, è presa in considerazione anche la geolocalizzazione, in modo da evitare di far percorrere troppi chilometri a un docente per impartire una sola lezione privata.

Per cominciare cinque materie… «Per ora abbiamo deciso di concentrarci sulle materie principali e più richieste, quindi matematica, fisica, chimica, tedesco e inglese. Dall’anno prossimo inizieranno le lezioni di informatica, contabilità ed economia. Stiamo inoltre pensando di aggiungere anche corsi di sport e di musica». Workinpairs però guarda già avanti, da settembre è previsto d’ampliare l’offerta anche alla Svizzera tedesca e francese: sono in corso lavori di traduzione e di implemantazione di tutti i luoghi per creare l’algoritmo di geolocalizzazione per gli altri Cantoni.

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stabilirne il livello. Gli insegnanti che desiderano mettersi a disposizione devono iscriversi sul sito web, dove comunicano le loro disponibilità. «Dato che la ricerca di qualcuno spesso richiede tempo e diverse telefonate, abbiamo pensato di creare un’applicazione che molto velocemente permettesse di trovare la persona più adatta», spie-

Per iniziare matematica, fisica, chimica, tedesco e inglese

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SPORT L’INTERVISTA DEL MESE

di Giorgio Genetelli

Sarà ancora e sempre bello andare all’Olimpiade da dilettante vero, per te e per chi ama quel modo di fare sport denso di lividi e passione, allenamenti dopo il lavoro, partite all’ombra di eventi più seguiti. La clarese Nicole Bullo, difensore che da quindici stagioni gioca nelle Ladies Team Lugano (con un solo intermezzo a Küssnacht nel 2007), alle Olimpiadi ci è andata ben due volte con la maglia rossocrociata. E nel frattempo ha sempre lavorato pendolando da Claro a Lugano, anche se da poco ha detto basta e si è trasferita a Bedano (“Un buon compromesso, sento parlare dialetto e sono vicina al lavoro”). Non sono i titoli vinti a fare la differenza. “Le emozioni sono quelle che contano quando non sei professionista. È la passione a condurre la carriera, e le gioie che vivi a un Mondiale o alle Olimpiadi ti fanno andare avanti, ti ripagano delle tante rinunce e dei sacrifici. Sono sensazioni che valgono per tutta la vita”. Ma nello sport ci sono anche i risultati, no? “Certo, servono a dare credibilità a noi ragazze che facciamo uno sport da maschi come l’hockey. Dieci anni fa ci prendevano un po’ in giro, ma ora le cose sono molto cambiate e siamo rispettate. Se guardate la finale tra USA e Canada vi renderete conto del livello pazzesco raggiunto dall’hockey femminile. Grazie alla visibilità dei grandi eventi la gente ora ne parla con rispetto e ammirazione”. Si comincia finalmente a smetterla con le discriminazioni uomo-donna, almeno nello sport? “Ci sono stati grandi miglioramenti,

anche nella società, perlomeno in Europa e negli Stati Uniti. Ma ho visto un documentario su una ragazza indiana alle Olimpiadi e sulle difficoltà nel farsi accettare. Di strada ce n’è ancora tanta da fare. Tra l’altro, ci sono degli sport dove le ragazze sono più interessanti dei maschi, penso allo sci. Mi piace molto di più quello femminile”. Sarebbe meglio il professionismo invece del correre dal lavoro all’allenamento? “Sarei pazza se dicessi di no. Però credo che la nostra dimensione sarebbe il semiprofessionismo, lavorare a metà tempo e il resto dedicarlo allo sport, alla cura della preparazione, dell’alimentazione. Lavoro a Lugano, da sempre, a tempo pieno, a volte anche dieci ore al giorno e far incastrare tutto è complicato. Ma forse siamo sulla buona strada perché si è capito che la qualità di un’atleta è preziosa e va curata”. Se in Ticino l’hockey maschile ha i pregi e difetti della religione, partecipazione altissima e altrettanta esasperazione, il pubblico delle ragazze com’è fatto? “Eh, diciamolo, parenti e amici. O gli inservienti della Resega che è come se abitassero lì e non si perdono nulla. Sarebbe bello avere anche noi una curva. Ma questo nostro tempo è il seme che aiuterà le nuove generazioni a migliorare e ad essere più seguite. Quando avrò attaccato i pattini al chiodo”. Ecco, i giovani. Da Nicole, che giovane lo è ancora (ha 31 anni), ai millennials, perché lo sport è ancora qualcosa di grande? “Lo sport regala

cose insostituibili: condivisione, altruismo, impegno. Chiudersi nel proprio mondo, che sia un lavoro, una casa o una playstation, non darà mai le emozioni che nascono dall’impegno vivo dello sport. Penso ai figli unici, a volte così chiusi e poco sociali: stare con gli altri nello sport aiuta a collaborare, ad aiutarsi. Ecco, lo sport aiuta a vivere con gli altri e per gli altri”.

me la gamba: sono concetti nobili se applicati a una speranza. Ma la speranza alberga ancora? Per immaginare qualcosa più che salvarsi occorrono molte concomitanze: un settore giovanile fiorente, molti soldi, un altro stadio e la mentalità vincente. Quest’ultima non si compra al mercato, ma si costruisce con l’educazione alla vittoria e l’educazione a tutto tondo. Se sulla seconda opzione serve l’aiuto di un mondo dove alcuni valori come l’altruismo e la dedizione alle cose oneste sono alla deriva, sulla prima tocca al club. Ma il club non sembra in

grado di farcela, troppo preso dal camminare in equilibrio sul precipizio dei conti in cassa e in classifica. Al momento, e alzi la mano e parli chi è contrario, il salvarsi atrofizza ogni progetto: con una squadra sempre a rischio di retrocessione e un club strozzato dal bilancio, si avrà il coraggio di costruire uno stadio nuovo e costosissimo? E ribaltando causa e effetto: come si fa a pensare di tenere in vita un club che non ha uno stadio a norma e per averlo deve incantare molti serpenti? Sono domande che si fanno tutti. Non ba-

SPORT ZONA MISTA Ambrì salvo, tutto qua? Un’altra stagione è andata, scolorendo senza primavera. L’Ambrì si è salvato e questa parola, “salvato”, la si sente ormai da più di un decennio e ancora non si è trasformata in qualcosa di più radioso. L’ha detto anche il Lolli Boscolo appena finita la radiocronaca: “L’Ambrì ha salvato la propria stagione”. Ecco. Questo nuovo corso, con Cereda e Duca, ha cloroformizzato il dispiacere per un club ormai perdente per indole. I giovani, il rilancio, l’identificazione, il passo co10

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La passione di Nicole


SPORT 30 GIORNI SPORT

di Giacomo Rizza

Dopo 46 anni una squadra russa torna a conquistare il torneo internazionale giovanile di Bellinzona. Era il 1972 l’anno in cui si impose il Torpedo Mosca, emulata ieri dai giovani ragazzi del Krasnodar che nella finalissima del lunedì di Pasquetta hanno sconfitto i pari età dell’Atalanta grazie a due reti maturate nella ripresa. Dopo avere estromesso il Team Ticino allo stadio delle semifinali, i russi, che già due anni fa avevano raggiunto l’atto conclusivo, si sono rivelati una squadra fisica e di qualità, confermando il valore del proprio vivaio venendo a capo dei bergamaschi, i quali dispongono di uno dei settori giovanili più invidiati d’Italia. Decisamente alta la quantità di agonismo messa in campo da entrambe le formazioni, ad immagine del prestigio che la rassegna bellinzonese assume agli occhi dei club provenienti da tutto il mondo, che da quasi ottant’anni si danno battaglia nella Capitale. L’edizione numero 78, per la prima volta svoltasi unicamente sui campi di Bellinzona e Sementina, si è confermata interessante per il livello tecnico offerto dalle otto compagini scese in campo nei cinque giorni di incontri. Edizione positiva per il Team Ticino che ha raggiunto l’obiettivo delle semifinali. E pure con qualche rimpianto. Battendo ai rigori il Sion nelle «finalina», il Team Ticino ha infatti chiuso al terzo posto. Una consolazione dopo che, nella stessa maniera ma con esito negativo, si era conclusa la semifinale di domenica al cospetto del Krasnodar. Rimane comunque più che positivo il percorso disputato dalla selezione ticinese, che conferma la giusta direzione intrapresa. Tra le file della selezione ticinese, si è

sta più salvarsi, bisogna alzare la posta e anche l’ingegno. Ma si potrà? E se invece ci si costringesse finalmente ad ammettere che rinunciare al sogno-Ambrì può essere un segno di dignità? Sono molte le domande, lo ammettiamo, ma come non farsele? Se anche il romanticismo, assieme ai risultati, svanisce e resta solo una specie di simulacro conservato come un catafalco, con la passione e l’amore che si porta a un malato grave e che alla fine potrebbe anche morire, dunque, se anche la fede biancoblù non basta più per essere felici, o alRivista di Bellinzona Aprile 2018

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Calcio: Il Krasnodar trionfa al torneo giovanile di Bellinzona

Le ragazze del basket Bellinzona festeggiano con l’allenatore Massimo Aiolfi l’accesso alla finale di Coppa svizzera

distinto l’attaccante Ivan Facchin. Recentemente passato al Chiasso, il 17.enne ha vinto per il secondo anno di fila la classifica marcatori: 5 le reti messe a segno dopo i quattro sigilli della scorsa edizione.

Atletica: Gab in evidenza a Mendriso

Per la prima volta in 18 anni il Bellinzona giocherà una finale di Coppa svizzera. Decisiva la vittoria per 70-53 nel derby contro il Riva, valido per il penultimo atto, disputato domenica 11 marzo al Pala San Giorgio. Il 21 aprile a Ginevra le ragazze allenate da Massimo Aiolfi si troveranno di fronte la forte compagine dell’Elfic Friburgo, attualmente leader del campionato, ma già battuta dalle bellinzonesi nel mese di gennaio.

Sabato 24 marzo, in occasione della prima staffetta della stagione tra le vie del Magnifico Borgo di Mendrisio, gli atleti del GAB sono riusciti ad ottenere ottimi risultati con ben quattro podi e altre prestazioni incoraggianti. In campo maschile, il terzetto composto da Roberto Simone, Jonathan Colombini e Elia Bizzozero ha chiuso al terzo posto nella categoria Attivi, mentre Sirio Gentilini, Numa Cariboni e Filippo Balestra hanno ottenuto il secondo rango tra gli U16. Tra le donne, medaglia d’oro tra le Attive per Rachele D’Ottavio, Mara Moser e Sabrina Innocenti, mentre tra le U16 Cavadini, Cariboni e Tagliabue hanno concluso al secondo posto finale.

meno sereni, cosa resta? Progetti d’aria, tasche vuote, mendicità, rassegnazione e sogni in saldo. Ma l’Ambrì è una leggenda, e non traggano in inganno questi anni stritolati dalla modernità: il cuore batte ancora, il trasporto infiamma sempre i volti dei tifosi che cantano e dei giocatori che si battono. Non è più questione di risultati, ma di vita. Si può vivere bene anche tornando indietro, ma indietro di tanto, alla pista scoperta, alla fascinazione dei viaggi, alle lotte con l’Herisau o altri carneadi, ai giochi di

prestigio di Gardner quando si stava ancora in B e non importava. A chi giova l’Ambrì in A col defibrillatore? A chi conviene uno stadio lucente nel buio leventinese? Basta la vecchia Valascia, che se non è stata finora travolta da frane e valanghe ha buone possibilità di essere eterna. Come l’Ambrì, a patto di non sprofondare in un gorgo di mediocrità, debiti e cemento. Meglio sprofondare indietro di qualche categoria e magari giocare sotto le stelle, come da giovani. Diciamolo: meglio retrocedere di colpo che “salvarsi” in eterno. gene

Basket: Il Bellinzona femminile in finale di Coppa dopo 18 anni

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Ventidue architetture sacre – chiese cristiane, moschee e sinagoghe –, realizzate in sette paesi diversi da uno dei più grandi architetti del mondo, finalmente riunite in un solo catalogo. «Costruire è di per sé un atto sacro, è un’azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni» Mario Botta Ampiamente illustrato, questo catalogo accompagna la mostra “Mario Botta. Spazio Sacro” ospitata dalla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno dal 25 marzo al 12 agosto 2018. Cuore del volume sono le ventidue schede dedicate ognuna a un’architettura; i dati tecnici, la descrizione puntuale dell’opera, le piante, i disegni e le magnifiche fotografie sono accompagnate da un testo di un autore che di quell’opera offre una lettura d’eccezione: Giovanni Pozzi, Fulvio Irace e Giorgio Busetto sono solo alcune delle grandi firme raccolte in questo volume. Chiude il catalogo una preziosa appendice con due bibliografie, una filmografia e una nota biografica di Mario Botta. Mario Botta Spazio Sacro pp. 304, Fr. 54.– ISBN 978-88-7713-795-1

Di Mario Botta Casagrande ha pubblicato anche Vivere l’architettura Conversazione con Marco Alloni 2012 pp. 232, Fr. 32.– ISBN 978-88-7713-630-5

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Avete ricevuto un premio, un vostro parente si è diplomato, a breve ci sarà una ricorrenza importante? O magari c’è un evento simpatico che volete evidenziare? Non esitate a inviarci le vostre segnalazioni all’indirizzo: rdb@casagrande-online.ch. Spedite una fotografia accompagnata da un testo (max.1500 caratteri, spazi inclusi) entro il 1º di ogni mese e noi penseremo a pubblicarla Rivista. ILsulla NOSTRO ALBUM

IL NOSTRO ALBUM

A TUTTO SPORT

A TUTTO SPORT

Campionati ticinesi karate Nelle scorse settimane, nella palestra di Ascona, si sono svolti i campionati ticinesi interstile di karate. I bellinzonesi premiati nelle varie categorie sono: Ginevra Fazioli, Nicole Guidi, David Petrovic, Darko Bogicevic, Anita Grisetti, Samuele Scanio, Ronny Ta51 anni fa a Zurigo, campioni svizzeri Ecco qui tre appassionati di bocce bellinzonesi che esattamente 51 anni fa vinsero il campionato svizzero di bocce a terna. Giovatori tesserati nella sociezà bocciofila Ferrovieri a quel tempo con sede al Ristorante Vallone dove c’erano due belle piste. Il grande alloro nazionale aveva premiato Giacomo Gianoni (†), Gianni Cornolti e Renzo Chiavenna (†) scomparso pochi mesi fa. Nel 1966 questo fortisismo trio aveva vinto il campionato bellinzonese, il torneo 6-12-18 organizzato dalla sezione Dogana, il trofeo Virano di San Nazzaro e la Coppa Monopol, svoltasi a Chiasso sui campi della Rampa.

Tiro sportivo, Schnell e Gianella i nuovi campioni La terza edizione del Trofeo Banca Stato organizzato della Federazione ticinese delle società di tiro (FTST) si è chiusa il 21 gennaio con la finale allo stand di tiro di Faido. Si è gareggiato in un’unica categoria con una buona partecipazione; in qualifica si gareggiava sul programma di 40 colpi in un’ora di tempo massimo. Novità di questa edizione è stata la speciale competizione nella disciplina “in appoggio” dove i partecipanti si sfidavano anche loro nel programma di 40 colpi, ma senza finale. In questa nuova categoria si è imposto Maurizio Gianella, di Giornico con 389 punti che ha superato per gli appoggi Flavio Esposito di Bellinzona (389) e il bronzo va a Ennio Soldati, S. Antonino (381). Dopo la qualifica che ha visto al via 31 tiratori, i migliori 16 tiratori elite e U21 hanno partecipato alla semifinale sul programma lungo di 60 colpi dove ai primi due ranghi troviamo gli juniores Johathan Schnell, di Pregassona (classe 1999) con 563 punti seguito a ruota da Jason Solari, di Malvaglia con 562 (classe 2000). I migliori otto si sono giocati tutto per Nicola tutto nella finale adDi eliminazione dove gli veira, GabrielilMondini, Tesic, Alexa Vittorio, Domenico juniores si Luca sono Ostini, riconfermati: Jonathan impone Cristian, con un ottimo Travaglini, Roberto Shana, siFlorovito Noe238.4 cheMarco gli valeKostic, ancheCassandra il nuovo record cantonale. Secondo Jason mi Willi, Ielappi, Alekandria Gavrilova, Solari (234.4) e sulGabriel gradinoMondini, più bassoDavid del podio troviamo Eros DeGloria Ghislandi, Petrovic, Ronny Taveiberti, (213.8).Cerignotta e Andrej Gajic. ra, JaelNovazzano Melke, Francesco IN MOSTRA A Castelgrande un’esposizione sulla diversità Inaugurata a Castelgrande un’esposizione sul mondo della disabilità. Si intitola ‘Tu! – Un percorso sulla diversità’, che si potrà visitare fino al 24 giugno. Con testimonianze video e attività interattive verrà messo a disposizione del pubblico un luogo dove confrontarsi con la diversità, propria e quella degli altri, invitando a riflettere su alcune questioni fondamentali che riguardano il valore e la dignità dell’essere umano. La mostra è stata realizzata da L’ideatorio dell’Università della Svizzera italiana in collaborazione con Pro Infirmis Ticino e Moesano ed è sostenuta dall’Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità.

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Rivista di Bellinzona Aprile 2018

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A TUTTO SPORT Bilancio positivo per la settima edizione del Torneo di basket U18 Si è conclusa nelle scorse settimane al Palasport di Bellinzona l'edizione 2018 del Torneo internazionale di basket U18 – città di Bellinzona che ha visto sfidarsi sei squadre provenienti da cinque nazioni: Svizzera, Germania, Italia, Montenegro e Serbia. Dal profilo prettamente tecnico il torneo ha offerto incontri di ottimo livello e molto equilibrati tanto che, per alcune partite, si è dovuto ricorrere agli overtime per poterne decretare il vincitore; significativo il match tra la Nazionale Svizzera e la Fides et Robur di Varese che ha saputo tenere tutti con il fiato sospeso e per il quale sono stati necessari due tempi supplementari per poter ufficializzare una delle due finaliste. Per gli amanti delle statistiche il torneo è stato vinto dalla squadra tedesca dell’IBAM Basketball Akademy che ha sconfitto in finale la Nazionale Svizzera, al terzo posto si è classificata la compagine serba del Borac Cacak, al quarto posto la Fides et Robur di Varese (Italia), al quinto posto il Sutjeska Nikšič (Montenegro) ed al sesto posto la squadra locale del BC 79 di Arbedo. MVP dell'edizione 2018 è stato premiato il giocatore Bessoir dell’IBAM Basketball Akademy, che ha pure vinto il premio quale miglior realizzatore con 87 punti in 4 partite (media di 21.7). Vincitore della gara dei tiri da tre punti il giocatore Tutunov del Borac Cacak e vincitore della gara di schiacciate il compagno di squadra Radanovic. Il premio Fair Play è stato assegnato a Petar Buturovic del Sutjeska Nikšič. Corso di Ju Jitsu Nelle scorse settimane, alla palestra dello Judo Budo Bellinzona, il Ju Jitsu club Giubiasco ha organizzato un corso di Ju Jitsu con il Maestro Marco Limacher 5 Dan. il tema del corso erano nella direttive della Federazione Svizzera di Judo e Jitsu. Nella foto i partecipanti al corso.

Seminario di Ju Jitsu Nelle scorse settimane si è tenuto il primo seminario di Ju Jitsu organizzato dalla World Ju Jitsu Federation Bellinzona. Il seminario era diretto da Shihan Zanti Enrico 6 Dan di Ju Jitsu in collaborazione al Sensei Mario Sgroi 3 Dan. Il tema del seminario era basato sulle tecniche di Soke Robert Clark 9 Dan fondatore della World Ju Jitsu Federation. Nella foto i partecipanti al seminario.

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AUGURI I cent’anni di Ezio Scotti Nato l’8 marzo 1918 a Lavena Ponte Tresa, Ezio Scotti è stato costretto a lasciare il proprio paese dalle vicissitudini della guerra. Stabilitosi sin dal suo arrivo in Svizzera a Bellinzona, dapprima in via Magoria e, più tardi in via Motto di Mornera dove vive tuttora con la sua signora, ha condotto una vita laboriosa. Ha infatti lavorato per oltre quarant’anni, nella ditta Angelo Lotti, attiva nell’ambito della realizzazione di impianti sanitari e di riscaldamento. Il festeggiato gode di buona salute e fino a fine 2016 ha percorso le vie cittadine in bicicletta, mezzo che ha poi prudentemente abbandonato. Al signor Ezio Scotti, il Municipio della Città di Bellinzona ha formulato i migliori auguri per l’importante traguardo raggiunto, per il tramite del suo rappresentate, Giorgio Soldini, nella foto con il festeggiato e tutta la sua famiglia.

Cinque generazioni Iva Pellegrini di Ravecchia, 96 anni, è diventata trisnonna a fine dicembre 2017 con la nascita del piccolo Charly. Nella foto da sinistra la nuora Cécile Pellegrini, vedova di Gilberto, Iva, il nipote Tiziano Pellegrini con la figlia Elena e il piccolo Charly.

Anja e ora Annika Avete conosciuto l’allevatrice bellinzonese Milada Forni-Quarella e la sua mucca (razza Dexter) di nome Anja, la prima nata della sua ‘tribù’, nel lontano 2009 alle Semine. Ve ne abbiamo parlato nello scorso numero della Rivista. Ora la mucca ‘bellinzonese’ doc ha partorito una bella vitellina. Si chiama Annika, come l’amichetta di Pippi Calzelunghe. È nata il 4 aprile e vive a Iragna, ma chissà che presto non venga a pascolare in città. Ecco la nuova arrivata nella fotografia che la immortala accanto alla sua mamma. Pelo rosso e non nero. Misteri della genetica.

mat... educando

Corsi estivi di matematica dal 20 al 31 agosto 2018

I corsi si terranno a Giubiasco e Lugano

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Interessati: tel. 079 653 83 15 / www.mateducando.ch/news

Rivista di Bellinzona Aprile 2018

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PREMI 4° Trofeo scacchistico Juniores EspoTicino Ennio Ferrari A Bellinzona nelle scorse settimane si è tenuto il IV° trofeo scacchistico Juniores l’Espoticino Ennio Ferrari, il torneo, aperto a tutti gli allievi di scuola elementare e media del Canton Ticino e della vicina Lombardia, è stato vinto da Matteo Ambrosone (Losone), davanti a Giacomo Zecirovic (Biasca) e Gabriele Pura (Cugnasco). Nella bella cornice del Centro Esposizione, Giovanni Laube, Marco Piona e David Camponovo oltre a dirigere la manifestazione scacchistica hanno promosso il gioco – con passione – dispensando informazioni sul movimento in Ticino a tutti gli interessati. Foto didascalia da sinistra: David Milutinovic (Lugano) 1 rango Scuola Elementari, Giacomo Zecirovic (Biasca) secondo rango, Matteo Ambrosone (Losone) primo rango, e Pura Gabriele (Cugnasco) terzo rango.

ANNIVERSARI

NOVITÀ LIBRARIE Nuovo libro di Isabella Zappa Isabella Zappa, educatrice specializzata e arteterapeuta, ha 47 anni e nella scrittura ha trovato lo strumento per dar voce a ciò che la sua riservatezza tiene d’abitudine silente. È da poco tornata alle stampe con quattro racconti che narrano i nostri tentativi di creare nuovi significati, quando siamo confrontati con una separazione: da una persona cara, da valori che non condividiamo, dalla stessa libertà. Racconti che parlano della nostra capacità di rinnovarci, con successi alterni, cercando un equilibrio tra i limiti insiti nella vita, fuori e dentro noi, e tutte le risorse e opportunità che la vita stessa ci offre. Mancanze e gratitudini, egoismo e senso civile, resilienza e sconforto, le pressioni interne e quelle esterne, ciò su cui possiamo esercitare qualche controllo e ciò che non dipende da noi: innumerevoli contrasti che ci scuotono, ma non cancellano la nostra innata spinta vitale. Isabella Zappa è cresciuta tra Sementina e Lugano, e ora vive a Lodrino. Il libro si può richiedere direttamente all’autrice. Il libro si può richiedere direttamente all’autrice, all’indirizzo e-mail: isazappa@hotmail.it

Buon anniversario Il 6 aprile i coniugi Nilde e Guido Baldassari di Preonzo hanno festeggiato i 65 anni di matrimonio circondati dall'amore della loro grande famiglia.

NASCITE

I nati del bellinzonese all’ORBV dal 15.02.2018 al 14.03.2018 Nome

Cognome

Data nascita

la Mamma

il Papà Domicilio

Bélise

Oberson

01.03.2018

Maury Oberson Dorotea

Oberson Michel

Bellinzona

Mei

Buletti

07.03.2018

Buletti Naima

Buletti Filippo

Camorino

Anastasija

Jankov

07.03.2018

Jankov Dragana

Jankov Jordanco

Bellinzona

Nicholas

Matarrese

08.03.2018

Panzani Giulia

Matarrese Paolo

Sant’Antonino

Christine

Dellavedova

09.03.2018

Pellegrini Ester

Dellavedova Pascal

Bellinzona

Suamy

Ruchonnet

12.03.2018

Ruchonnet Aurin

Ruchonnet Patrik

Bellinzona

Julia

Cavaliere

14.03.2018

Kobiela Martina

Cavaliere Mattia

Bellinzona

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PROPOSTE

RICONOSCIMENTI

Ecco la pista Pumptrack La Pista di Pumptrack è arrivata anche a Giubiasco, precisamente sul piazzale delle Scuole elementari del Palasio. Vi sosterà sino a metà maggio, dopodiché rientrerà al parco urbano del quartiere di Bellinzona, in occasione di BelliEstate. Molto apprezzata dai giovanissimi, la pista – lunga un’ottantina di metri e caratterizzata da cunette, dossi e curve paraboliche da percorrere in bicicletta, pattini a rotelle, trottinette o skateboard – oltre a essere un’occasione di divertimento e aggregazione, favorisce la mobilità sostenibile. Il suo utilizzo è infatti abbinato alle giornate dedicate alla mobilità sostenibile e ai corsi di padronanza della bicicletta lungo il percorso casa-scuola.

Certificato Minergie per la Residenza Pedemonte La Residenza Pedemonte, casa anziani comunale di Bellinzona, negli scorsi giorni ha ricevuto la certificazione Minergie. I lavori d’edificazione dello stabile, situato tra Salita Mariotti e via Pantera nei pressi della sede Abad, erano iniziati cinque anni fa e si erano protratti per tre anni. Un progetto da 23 milioni di franchi (con la partecipazione di 9 milioni da parte del Cantone), ideato dagli architetti Nicola Probst e Michele Gaggini che – seguendo l’iter richiesto dal precedente legislativo – doveva rispondere ai requisiti Minergie. Con 76 posti letto è stata la seconda casa anziani comunale della città. La sua entrata in funzione era avvenuta con qualche mese di ritardo, a causa di tre ricorsi al Tram per gli appalti pubblici e più precisamente per la fornitura di granito della Riviera, per opere di metalcostruzione e per una parte del mobilio. Nella foto da sinistra: Mario Melchiorre, Fabio Gervasoni (direttore settore opere pubbliche), i municipali Giorgio Soldini e Christian Paglia, gli architetti Michele Gaggini e Nicola Probst e il direttore delle case anziani cittadine Silvano Morisoli.

Percorso sensoriale a Castelgrande La novità di quest’anno a Castelgrande è sicuramente il nuovo percorso sensoriale, un’installazione temporanea nella corte esterna del maniero. Castagne, pigne e sassi di fiume sono solo alcuni dei materiali che compongono il percorso ideato con una particolare attenzione al territorio, alla sua storia e alle sue tradizioni. Il percorso si svolge a piedi nudi attraverso nove vasche contenenti svariati materiali volutamente recuperati sul vasto territorio del Bellinzonese e Alto Ticino.

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Pensionati e giubilanti 2017 Forbo-Giubiasco Durante la tradizionale cena annuale aziendale della Forbo-Giubiasco SA sono stati festeggiati i dipendenti che nel corso del 2017, con la loro fedeltà alla società, hanno raggiunto le varie tappe di giubileo o sono stati pensionati ed ai quali la direzione ha presentato i ringraziamenti di rito. Hanno festeggiato 25 anni di servizio la Signora Patrizia Pucci ed il Signor Cristiano Rossini; 30 anni di servizio i Signori Giuseppe Calandruccio, Domenico Grano, Domenico Marrazzo, Giuseppe Toscano ed Eros Storni; 35 anni di servizio il Signor Antonio Loisi. Mentre il Signor Giacomo Pansardi ha raggiunto i 40 anni di servizio. Traguardo importante per i Signori Domenico Cozza e Aleksander Tomaszewski che hanno raggiunto il pensionamento. 17


EVENTI

© foto: Biblioteca cantonale di Bellinzona

RICONOSCIMENTI

Il Municipio incontra Nicole Bullo Nelle scorse settimane il Municipio ha accolto Nicole Bullo, giocatrice di hockey bellinzonese, originaria del quartiere di Claro, reduce dai recenti Giochi olimpici invernali di Pyeongchang, dove ha ottenuto il 5° rango con la nazionale svizzera. Nicole Bullo, che milita nelle file del Ladies Team dell’HC Lugano, ha altresì partecipato alle Olimpiadi di Torino 2006 (7° posto), Vancouver 2010 (5° posto) , Sochi 2014, dove ha conquistato la prima medaglia olimpica (3° posto) sua e della nazionale femminile, oltre che a 10 edizioni dei Campionati del mondo, dove ha pure vinto una medaglia di bronzo nel 2012. Il sindaco Mario Branda, insieme ai colleghi Andrea Bersani, Christian Paglia, Mauro Minotti e Giorgio Soldini, ha così voluto testimoniare il plauso dell’Autorità alla sportiva per i suoi successi sportivi e soprattutto per un traguardo – quello di partecipare a ben 4 edizioni dei Giochi olimpici – che è decisamente fuori dal comune e per il quale il Municipio, a nome di tutta la cittadinanza, ha tenuto a esprimere orgoglio, oltre che ammirazione.

‘The Great Sssatbe’, l’evento degli allievi SSSAT L’evento (a porte chiuse) si terrà mercoledì 16 maggio nella sala Eventica di Arbedo-Castione. Gli allievi al terzo anno della Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona, sezione turismo, come previsto dalla loro formazione professionale, devono attuare un evento a scopo didattico. Il tema dell’appuntamento, che rimanda al film ‘The grat Gatsby’, è incentrato prevalentemente sull’ambizione, intesa come spinta scaturita dal desiderio di migliorare la propria posizione e di essere valutato secondo i propri meriti. La scuola e la realtà lavorativa sono due ambienti che non sempre sono a stretto contatto. La SSSAT, strutturata con periodi di scuola e periodi di stage, colma già questa distanza. La missione dell’evento aspira ad offrire agli studenti SSSAT una giornata ricca di occasioni e di incontri che diano loro suggerimenti e conoscenze verso il mondo del lavoro, mirando a stimolare l’ambizione di ogni partecipante.

Pranzo di Pasquetta Il consueto pranzo cittadino di Pasquetta ha registrato anche quest’anno un’ottima partecipazione da parte della popolazione con più di 64 anni per le donne e di 65 gli uomini. La data è stata anticipata poiché è stata inglobata la trasmissione radiofonica ‘Ti ricordi di me’ con Carla Norghauer. Per l’occasione sono state intervistate ‘cinque eminenze d’argento’: le signore Vittorina Franchini, Eletta Morisoli e Fedora Zanni e i signori Arno Ceresa e Antonio Permunian, che hanno ricordato uno spaccato di storia personale, professionale e cittadina. Nella foto, il capodicastero Servizi sociali Giorgio Soldini, che ha espresso il saluto da parte dell’autorità comunale. 18


L’ALTRO SGUARDO

di Danny Noël

© foto: Danny Noël

Inverno di marzo

Clic… Siamo precisamente al 18 di marzo. Fra un paio di giorni inizierà ufficialmente la primavera. Spesso sento gente attorno a me che dice che quest’inverno non finisce mai… Sembra proprio così. Sono in giro col mio cane e la macchina fotografica. È domenica, una giornata effettivamente molto invernale, con correnti umide e strati di nuvole anche a bassa quota. La neve evidenzia le forme della montagna ancora nuda. È la speciale poesia in bianco e nero di questa strana ostinata stagione che non cede il passo alla primavera. Decido di fermarmi. Mi sembra che le nuvole si spostino più velocemente. È proRivista di Bellinzona Aprile 2018

prio cosi: ogni scatto pare un quadro diverso, perché le nuvole fuggono. Però l’effetto è stupendo, anzi stupefacente. Ho la sensazione che davanti a me tutto si muova come in un film. Mi piace questo effetto chiaro scuro. La fotografia è come un dipinto che mostra sassi, rocce, neve, alberi, in tante sfumature, a volte più dure a volte più dolci. È uno stimolo per il fotografo, adrenalina che ti spinge ad inquadrare bene per cercare la composizione più armoniosa. Quella che fa La foto. E non una fra tante. Ho scattato una ventina di foto, e alla fine ho scelto quella che vedete qui pubblicata per la pace che infonde e la bellez-

za della natura. Un primo piano forte con i rami dell’albero e, sullo sfondo lontano, uno scorcio della montagna maestosa che fa capolino fra le nuvole. Buona primavera. Ormai sarà arrivata. Informazioni: Cartella foto del mese: inverno di marzo Ripresa: il 18.03.2018 alle 12.40 Macchina fotografica: Nikon Df con obb. 24-105 mm iso 400 – 1/800 – f 14 – jpeg fine –

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Antonio Ortani Responsabile di vendita Agenzia generale Bellinzona T 058 280 62 19 antonio.ortani@helvetia.ch


PROGETTI

Carasso: dal sottosuolo tracce del nostro passato Falcetti, asce, coltelli, pugnali, sono solo alcuni degli oggetti ritrovati nelle numerose tombe a inumazione di epoca tardo-romana rinvenute sul sedime di Carasso Saleggi. Impegnati nello scavo da inizio gennaio, gli archeologi dell’Ufficio dei beni culturali del Dipartimento del territorio, sono al lavoro per raccogliere e proteggere queste importanti tracce del nostro passato, custodite per secoli nel sottosuolo (figg. 1-2). La necropoli che è stato possibile portare alla luce nel corso di questi mesi, conferma la ricchezza del patrimonio archeologico presente in molte aree del territorio cantonale, in particolare proprio nella zona di Carasso, dove già nel 1969 erano state ritrovate due sepolture di epoca romana. All’entusiasmo e alla cura che caratterizzano il rinvenimento di testimonianze preziose per la nostra storia culturale e sociale, si accompagnano in questo caso un’attenzione e un interesse ulteriormente vivacizzati dal fatto che la necropoli in oggetto risale – come ricorda Rossana Cardani Vergani, capo del servizio archeologia del Dipartimento del territorio – a un preciso periodo storico, ancora poco conosciuto in Ticino: “Nel nostro cantone sono presenti molte necropoli, ma normalmente appartengono all’età del Ferro (IV-III secolo a.C.) o alla piena romanità, arrivando dunque a lambire al massimo il III secolo; la necropoli rinvenuta a Carasso risale invece a un momento del tutto particolare, di passaggio tra paganesimo e cristianesimo.” Sebbene ci siano altre testimonianze di epoca cristiana, sia in questa zona che a Losone-Arcegno – dove è stato ritrovato un secondo anello con cristogramma –, Rossana Cardani Vergani sottolinea però che mentre la necropoli di Arcegno si sviluppa su più secoli, quella di Carasso è apparentemente unitaria: “Si tratta di oltre 40 tombe appartenenti perlopiù allo stesso secolo, che riflettono un momento di insediamento di una comunità in un determinato periodo. Un’unitarietà che si riscontra anche nel tipo di oggetti rinvenuti, principalmente legati al mondo agricolo”. Le tombe, oggetto di un lavoro di classificazione tramite fotografie e disegni Rivista di Bellinzona Aprile 2018

La tomba 36. Il corredo al momento del ritrovamento

Rossana Cardani Vergani con Luisa Mosetti e Michele Pellegrini esaminano i reperti della tomba 38, ancora in posizione

La tomba 40. Dettaglio di cesoie in ferro e di due monete in bronzo

La tomba 15. La fotografia e la rielaborazione grafica: due momenti fondamentali nel lavoro dell’archeologo

in scala, sono parte di una necropoli dai limiti ancora imprecisati, ma che pare estendersi verso il fiume Ticino (fig. 3). Realizzate con muretti a secco in sasso o lastre posate a coltello, racchiuse da coperture di lastre litiche di grandi dimensioni, queste tombe hanno protetto nel corso dei secoli oggetti che ancora oggi sono in grado di “parlarci”, fornendoci importanti informazioni sulla mano che li ha creati. In questo senso il ritrovamento di una moneta in bronzo è un elemento datante fondamentale, come ricorda Luisa Mosetti, collaboratrice del Servizio archeologia, che insieme a Michele Pellegrini è attiva nelle operazioni di scavo: “Su ogni moneta figura l’immagine dell’imperatore e da

questo si può dunque ricavare un termine post quem per l’inquadramento cronologico della comunità” (fig. 4). I reperti verranno conservati presso l’Ufficio dei beni culturali, mentre le strutture tombali resteranno sul sedime, che verrà riconsegnato ai costruttori. Strumenti e attrezzi dei corredi funerari rinvenuti attestano l’esistenza di una comunità di agricoltori e pastori profondamente legata al proprio territorio, che è il nostro. Il ritrovamento di queste testimonianze, il loro studio e l’opera di conservazione di cui saranno oggetto, permetteranno di risalire a usi e costumi che fanno parte della nostra tradizione; come un’eco che dal passato giunge nel presente. 21


ZAINO IN SPALLA

di Andrea Buzzi

Il Monte del Corgell Panorama sul Lago di Vogorno

Scale su scale

La Valle Verzasca, lo ammetto, ha sempre occupato un posto di prim’ordine nel mio cuore di esploratore. Forse il merito è da attribuire alla letteratura, dalle poesie di Anna Gnesa, ai testi di Piero Bianconi, alle avventure del Prete Rosso. Forse è il selvaggio corso del suo splendido fiume, “Viridiasca” cioè l’acqua verde, che per anni mi ha ospitato a pescare le trote quando ancora se ne catturavano tante e lungo quel fiume ascoltavo la mia età adulta arrivare maturando la fine della mia adolescenza. Forse, più di questi ed altri aspetti, il pregio del mio platonico amore è dovuto a quella che fu la forte presenza nella mia infanzia del nonno materno, la cui madre era proprio originaria di questa Valle. Corippo (563m), il comune abitato più piccolo della Svizzera, sarà il punto di partenza che ho scelto per la nostra prima escur-

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Ruöra

sione di questa bella stagione 2018. Si tratta di un percorso adatto a tutti che si snoda sopra l’omonimo paese per coprire un dislivello di circa 800m. Vale la pena di effettuare questa salita in primavera o piuttosto verso l’autunno, la sua esposizione poco favorevole all’ombra renderebbe la salita estiva un po’ più faticosa. Vi posso assicurare che le vampate di caldo, lungo questo sentiero quasi interamente lastricato, le ho subite anche durante il mese di gennaio. Si abbandona a piedi il paese con partenza dalla minuscola piazza di fronte alla chiesa, presso la quale una fontana permette l’approvvigionamento di acqua fresca per le nostre borracce sempre assetate. Uno stretto vicolo gradinato e formato da un complesso di rustici ordinati ci porta in breve ai prati sovrastanti le case, i quali ospitano dei vigneti, alberi da frutta e un po’ di pastorizia.

Da qui in poi il sentiero è sempre ben visibile e risale seguendo una direttrice piuttosto marcata la costa che delimita la selvaggia valletta alla nostra sinistra, dapprima su erbosi terrazzi poi entro un bosco prevalentemente costituito da alberi del castagno. Mentre proseguiamo, riusciamo già a scorgere qualche ansa del Lago di Vogorno che si fa via via più vasto al nostro timido sguardo. Il bosco permette anche di conservare un po’ più fresco il sentiero che altrimenti verrebbe, per così dire, “cotto” dai raggi del sole. Infatti, fintanto che gli alberi sono spogli dei loro vitali ornamenti, lucertole e ramarri sguazzano in abbondanza tra il secco fogliame e non è raro imbattersi in un innocuo colubro scattante. Dopo aver badato bene a svoltare a destra presso un bivio sul sentiero a ca. 800m di quota, siamo così arrivati a Ruöra (830m) che se


Monte del Corgell

vogliamo può essere la nostra prima tappa di questa fiabesca salita. Ruöra è l’avamposto del Monte del Corgell, un po’ come fosse il suo “Corte di Fondo”. È quasi interamente avvolto dalla vegetazione d’alto fusto e dai rovi ed i suoi pascoli non esistono praticamente più. Le cascine, tutte interamente in sasso, sono ancora per la maggior parte in piedi tranne qualcheduna che è crollata sotto lo sfaldamento del proprio tetto. Il luogo è ormai abbandonato da tempo ed è un ottimo esempio di museo all’aria aperta. Con la giusta motivazione per concretizzare la nostra panoramicissima meta, ci incamminiamo nuovamente dopo questa breve pausa contemplativa. Magari non è facilissimo riprendere il sentiero subito dopo le antiche cascine per via della fitta vegetazione, ebbene lo ritroviamo un poco sulla

Rivista di Bellinzona Aprile 2018

sinistra. Adesso arriva la frazione a mio parere migliore di tutto il tracciato, che però è anche la porzione con la pendenza più sostenuta. Forza e coraggio, ne vale la pena. Siamo quasi fuori dal bosco e iniziamo a scorgere i pascoli alti, siano essi rigogliosi e fioriti o rinsecchiti dal gelo notturno non fa alcuna differenza, tutto quassù è un immaginario da cartolina. Lastre di roccia e pareti levigate fanno da solido contrasto un po’ ovunque. Arrivati a ca. 1200m di quota possiamo rilassare un pochino gli arti inferiori e il panorama adesso è decisamente più ampio. Ancora qualche scalino, qualche stretta curva ed ecco apparire la grande croce di legno a noi indicare che abbiamo così raggiunto il Monte del Corgell (1314m). Un ultimo, pianeggiante, riposante, centinaio di metri lo percorreremo sulla schiena di un poggio erboso magnificamen-

te estratto dal repertorio della montagna che qui ci accoglie come fossimo dei sudditi venuti a rendere omaggio al castello del sovrano. Pensiamolo con rispetto mentre guardiamo quelle cascine, sul volto un sorriso di ammirazione e poi nel silenzio ci volteremo. Le meraviglie della Verzasca sono lì in bella mostra attorno a noi, le abbiamo decantate, le abbiamo calpestate. Perché il grande lavoro che è stato fatto dagli antenati nei secoli più poveri della nostra storia per lastricare questo sentiero (come altri, tanti, formidabili sentieri un po’ in tutto il Cantone) lascia spazio soltanto alla nostra immaginazione. Ed io immagino coloro che giornalmente lo percorrevano avanti e indietro, sotto il sole cocente, sotto la pioggia incessante, come è stato il caso per quel ragazzo che fu mio nonno, con calzature rudimentali e carichi pesanti sulla schiena.

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C’ERA UNA VOLTA

Da 140 anni Bellinzona è capitale Ai lettori offriamo oggi questo speciale contributo che nella massima parte è dovuto a un grande lavoro di ricerca eseguito nel 1978 dallo storico Adolfo Caldelari. Proprio il 10 marzo del 1978 si ricordava il centenario di Bellinzona capitale stabile del Canton Ticino e lo storico avvenimento venne accompagnato dalla pubblicazione-monografia già allora sostenuta dalla Società dei Commercianti di Bellinzona. Centoquaranta anni fa Bellinzona veniva designata capitale stabile del Cantone Ticino e a designarla tale era il popolo che con 13’543 suffragi affermativi contro 6’454 negativi, accoglieva a grande maggioranza quindi, il Decreto Costituzionale caldeggiato da Giovacchino Respini ed approvato dal Gran Consiglio esattamente un mese prima che recitava semplicemente così: “Il Gran Consiglio e il Consiglio di Stato risiedono stabilmente nella Città di Bellinzona”. L’esito della votazione fu salutato dalle autorità e dalla cittadinanza della Turrita, come era comprensibile, con grande gioia e soddisfazione, proprio perché l’insindacabile verdetto popolare poneva fine alla secolare lotta che, a periodi, doveva sostenere con Locarno e con Lugano, specialmente con quest’ultima. Secondariamente per il fatto che possedere la Capitale, equivaleva allora oltre che contare su una innegabile comodità, disporre di una non indifferente fonte di benessere sociale e commerciale.

Piazza Governo

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Correva l’anno 1878… Ma come era Bellinzona nell’anno 1878? Era una piccola borgata di quattromila anime che la chiamavano già Città. Una borgata che da pochi anni aveva incominciato a espandersi oltre le sbrecciate mura prive di quelle Porte – talune a ponte levatoio – che in precedenza circondavano l’abitato come se fosse serrato entro una antica armatura di ferro e lo rendevano inespugnabile. La gente viveva patriarcalmente in un ambiente le cui fontane pubbliche e private avevano fatto la loro prima comparsa da appena una decina di anni e l’illuminazione era assicurata, tanto nelle case quanto nelle contrade, dalle lampade ad olio. Il primo impianto idroelettrico, quello di Gorduno per intenderci, non era ancora entrato in funzione e lo sarà poi soltanto nel 1890. Il Municipio di Bellinzona era composto da cittadini patrizi: l’avvocato Giuseppe Molo che resse le sorti del comune dal 1877 al 1905 fu, non a caso, chiamato il sindaco della Capitale stabile. Nel 1878 ad esprimere il loro voto sulla modifica dell’art. 2 della Costituzione del 19 febbraio 1803 detta anche dell’Atto di Mediazione, furono esattamente 39’964 cittadini aventi diritto di voto. Le tre Città rivali fra di loro – Lugano, Locarno e Bellinzona – votarono come segue:


Località

Iscritti a catalogo Votanti Valide Nulle

SI

NO

Bellinzona   720  472  472  0  454   18 Lugano  1209  853  850  3    8  842 Locarno   717  374  373  1  159  214 Per i distretti i risultati furono questi: Bellinzona  3690 Lugano

2651

2647  4 2580   67

12230

6304

6215

89 2791 3425

Locarno  7963

3756

3750

29 2752  969

Mendrisio  6323

3139

3096

43 1680 1416

Vallemaggia  1881

1074

1057

15 891  166

Riviera-Blenio e Leventina   7134

3227

3194

30 2849   344

Rivista di Bellinzona Aprile 2018

E il popolo come già accennato all’inizio, rispose facendo uscire dalle urne 13’543 voti favorevoli contro 6’454 negativi. Oggi Bellinzona ricorda nella pace e serenità i 140 anni di capitale stabile del Cantone Ticino. Repubblica ticinese che pure dovrebbe essere festeggiata, perché tenuta a battesimo il 19 febbraio 1803 dal Bonaparte Primo Console. Oggi infatti il nostro cantone ha da poco compiuto i 215 anni della sua esistenza, quelli cioè della sua autonomia cantonale. Frediano Zanetti

Le fotografie sono tratte dal libro ‘Saluti da Bellinzona’ di Plinio Grossi, edizioni Casagrande, 2005.

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POLAROID

di Tiziano Ferracini

Cento anni fa l’atto di fondazione del “Pio ricovero Paganini-Rè”

La nuova costruzione

Chi erano i coniugi Paganini Rè? Severino Paganini discendente dei tessitori di seta della filanda Paganini a Prato Carasso (chiusa nel 1890) era proprietario di una ferrareccia situata in Piazza Collegiata, dove attualmente ha sede la succursale della Banca dello Stato. Commerciava pure in carbone e antracite. Nel contempo si fregiava del titolo di colonnello dell’esercito comandante di reggimento, attivo già negli anni antecedenti la prima guerra mondiale. Spesso i bellinzonesi lo vedevano in città, con l’uniforme militare in sel26

la al suo cavallo. Si racconta che al termine di una esercitazione militare nella Svizzera interna, il custode del suo cavallo non trovò di meglio che venderlo, pensando che nella confusione generale nessuno si sarebbe accorto. Severino Paganini, dopo le ricerche del caso, e un’accurata indagine, scoperse il misfatto. Conoscendo bene lo stato di indigenza dell’uomo, padre di numerosa prole, dopo una sfuriata, lo perdonò senza pretendere il mal tolto. Basta questo episodio per conoscere la bontà dell’apparente “severo” colonnello Morì nel 1918.

Flora Re era proprietaria di diversi stabili, ereditati dal padre Angelo Martignoni Ré, comprendenti l’ex Convento degli Agostiniani, nel quartiere S. Giovanni, dove tra l’altro fu alloggiato il Governo cantonale negli anni 1833/39, quando vigeva il principio della sede itinerante fra Bellinzona, Lugano e Locano. (Oggi il sedime è occupato dal centro Coop). Di salute molto cagionevole, trascorse gli ultimi vent’anni della sua esistenza molto ammalata. Nel necrologio apparso il 29 aprile1919 sul Popolo e Libertà così veniva ricordata: …”Il mal che l’aveva colpita nel fior della gioventù contro cui per tanti anni


Il colonnello Paganini in alta uniforme militare

lottò resistendo miracolosamente grazie anche all’ammirevole assistenza del compianto consorte che la precedette di pochi mesi nella tomba, in questi primi giorni della tardiva primavera compì l’opera sua fatale”… I coniugi non ebbero figli, ma furono convinti di legare i loro averi ad un’opera che nel tempo continua ancora sotto il nome di famiglia. Il loro decesso avvenne a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Due giorni dopo la morte della vedova signora Ré, avvenuta il 28 aprile 1919, fu reso pubblico il testamento, i cui sostanziosi averi furono messi a disposizione, Rivista di Bellinzona Aprile 2018

Flora Rè

mediante atto notarile datato 31 dicembre 1918, per costituire il primo capitale a titolo di legato finalizzato ad una fondazione di famiglia, sotto la denominazione “Pio Ricovero Pagani -Ré” in favore degli invalidi, i vecchi bisognosi, gli inabili al lavoro, senza distinzione di nazionalità, ma domiciliati a Bellinzona”. Lo stabile nel quartiere S. Giovanni, pensato dapprima come ricovero, mal si prestava per lo scopo indicato negli statuti. ll primo Consiglio di Fondazione, di cui facevano parte il vescovo Aurelio Bacciarini, l’avv. Raimondo Rossi, il canonico An-

tonio Rossi, decise quindi di acquistare il Convento dei Francescani, situato accanto alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie (i cui lavori di costruzione risalgono a partire dal 1480 circa). Lo stabile era rimasto vuoto dopo l’estromissione dei frati, nel 1848, con decisione del Gran Consiglio. Il comparto comprendeva pure una superficie di 11'500 metri quadrati. La scelta fu sicuramente oculata e con l’andar del tempo sempre più preziosa specialmente per la posizione e per il vasto sedime adiacente. La prima tappa di ristrutturazione si svolse subito tra il 1919 e il 1921 per acco27


POLAROID gliere alcune decine di persone bisognose affidate alla cura di suore. Nel 1978 i ricoverati erano 115 e negli anni successivi ci fu un importante ampliamento della casa al piano terra e al primo piano. Paola Franscini, direttrice di indiscusso valore, portò una ventata di cambiamenti strutturali e di impostazione, con risultati di grande eccellenza, visibili al giorno d’oggi. Il 31 dicembre dell’anno 1996 il rovinoso incendio che distrusse la chiesa della Madonna delle Grazie lambì pure la parte dell’ex convento, danneggiando l’ala adiacente alla chiesa, causando danni ingenti e lo spostamento degli anziani in altre strutture. Negli anni successivi vi furono altri importanti interventi di ampliamente e di ammodernamento dell’edificio e del giardino fino a giungere alla situazione attuale, con il preciso intento di offrire migliore qualità di vita e di servizi ai residenti della Casa. Atto di Fondazione estratto dal testamento del 31 dicembre 1918

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CULTURA & EVENTI

La privatizzazione della Posta in un libro Graziano Pestoni analizza le trasformazioni dell’ex regia federale

Quando il libro è andato in stampa non era ancora scoppiato lo scandalo della prassi contabile non conforme adottata da Autopostale. Se potesse aggiungere un capitolo inerente a quanto accaduto, cosa direbbe? «Semplicemente che non è una sorpresa, ritengo che purtroppo da quando la Posta è stata trasformata in SA stia manipolando i conti. Ad esempio, le cifre mostrano dei disavanzi degli uffici postali che però non sono confrontabili di anno in anno. Si tratta di una prassi adottata per far credere che gli uffici postali vadano peggio di come vanno in realtà. Queste manipolazioni non sono illegali, ma non sono corrette dal profilo etico. Il caso di Autopostale rientra in queste rielaborazioni, ma a un certo punto è sfuggito di mano ed è sfociato nell’illegalità». Non c’è un organo di controllo? «C’è ma fa il contrario di quanto ci si possa aspettare, il suo compito è vigilare che la liberalizzazione avvenga davvero. Negli ultimi suoi rapporti si leggeva infatti che sul mercato era necessaria più concorrenza nell’ambito delle lettere, quindi 30

© foto: Ti-Press

Nelle scorse settimane è uscito il libro La privatizzazione della Posta svizzera di Graziano Pestoni. L’autore di Monte Carasso ha analizzato in maniera approfondita e rigorosa quanto successo all’ex regia federale in questi anni e quanto sta accadendo tuttora. Ha esaminato ad esempio le ragioni delle chiusure degli uffici postali, tanto contestate dalla popolazione, da molti Comuni e pure dal Gran Consiglio. Pestoni illustra come la scelta di privatizzare il servizio pubblico postale ne abbia degradato la qualità e le condizioni di lavoro. Abbiamo parlato con l’autore di alcuni aspetti emersi nella sua opera e discusso di fatti balzati recentemente agli onori della cronaca.

Quale futuro?

in pratica vigila sulla posta affinché lasci più spazio possibile al privato». Come soluzione per evitare la distruzione del servizio pubblico postale lei propone la rinazionalizzazione. Si tratta di un’utopia? «Non direi, ci sono esempi di Paesi dove ci sono state rinazionalizzazioni importanti che hanno funzionato. Un esempio clamoroso è la metropolitana di Londra, che era diventata privata ma che ora è di nuovo gestita dalla città ed è più efficente. In Europa questi cambiamenti sono iniziati vent’anni prima rispetto a noi. Ora, con la chiusura degli uffici postali e il recente scandalo di Autopostale in molti si stanno rendendo conto di come sia preoccupante quanto sta accadendo alla Posta. Di questo pas-

so in Ticino rimarranno solo cinque uffici postali, nonostante le frequentazioni siano alte, mentre lo stesso non si può dire per le agenzie. Anche per quanto riguarda il personale, chiaramente un buralista postale è più preparato, fa un apprendistato di tre anni, mentre chi lavora in agenzia fa un corso di tre giorni. Evidentemente ne consegue che il primo può offrire una prestazione di qualità nettamente superiore. Adesso ci sono anche ditte private che consegnano pacchi e gli orari degli uffici postali sono sempre più ridotti. Insomma, si cerca di far passare la voglia alla gente di andarci. E in tutto ciò la Confederazione che ruolo gioca? «Vent’anni fa hanno deciso di iniziare a smantellare, ma ora hanno capito che forse lo si sta facendo troppo. Ci sono già state


© foto: Ti-Press

In prima linea. Dibattito sul futuro della Posta: Pestoni con Marco Forte (Syndicom) e due impiegate

Rivista di Bellinzona Aprile 2018

In questo volume Graziano Pestoni illustra chiaramente e in modo convincente come le scelte di privatizzare il servizio pubblico postale e le loro modalità di attuazione nei vari paesi europei considerati dall’autore abbiano degradato la qualità di tale servizio e le condizioni di lavoro in questo ambito. L’analisi di Pestoni porta a concludere che l’unica soluzione ragionevole per evitare la distruzione del servizio pubblico postale e ridare lustro a questa attività importante per soddisfare l’interesse collettivo sia la sua rinazionalizzazione, che deve essere orientata al rafforzamento della coesione sociale. Sergio Rossi professore ordinario di economia nell’Università di Friburgo (Svizzera)

La Posta: da pilastro unificatore del nostro Stato federale a strumento gestito con intenti di profitto. Questa la trasformazione analizzata con acume e ricchissima documentazione nel libro di Pestoni. Il quale, animato da convinzioni democratiche e di giustizia sociale, illustra il degrado di quella che era una regia federale, espressione dei poteri statali, fino a configurarsi in un ente parapubblico in realtà condizionato da una mentalità privatistica e affaristica. E ciò nel quadro di una concezione inaccettabile del servizio pubblico, che purtroppo caratterizza la situazione attuale, non solo in Svizzera. Diego Scacchi presidente Associazione per la difesa del servizio pubblico

Il libro (costo: 15 franchi) è in vendita nelle principali librerie e presso Syndicom

Graziano Pestoni, laureato in scienze economiche, è stato responsabile per il Cantone Ticino del Sindacato dei servizi pubblici (SSP/VPOD). Ha svolto funzioni a livello nazionale ed europeo sulle questioni relative al servizio pubblico. È stato deputato al Gran Consiglio del Cantone Ticino. È presidente dell’Unione sindacale-Ticino e Moesa. È segretario, sin dalla sua fondazione nel 2000, dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico. È autore e co-autore di numerose pubblicazioni sul servizio pubblico, in particolare del libro “Privatizzazioni, il monopolio del mercato e le sue conseguenze” (2013).

CHF 15.–

LA PRIVATIZZAZIONE DELLA POSTA SVIZZERA

GRAZIANO PESTONI

LA PRIVATIZZAZIONE DELLA POSTA SVIZZERA ORIGINE, RAGIONI, CONSEGUENZE

Breve scheda dell’autore

© foto: Ti-Press

Lo sviluppo tecnologico è la causa di tutti i mali? «No, non lo è. Anche se è innegabile che offra all’utenza delle cose nuove che una volta non c’erano. Dei sondaggi fatti in Germania hanno però evidenziato che chi manda più e-mail manda anche più lettere e quindi si può pensare che queste abbiano sostituito piuttosto le telefonate. La tecnologia sta cambiando ma, a mio giudizio, dovrebbe arricchire e non sostituire quanto c’è già. Invece la tentazione è quella di fare tutto in maniera automatica anche laddove equivale a un peggioramento del servizio. Purtroppo ritengo che la tecnologia offra delle opportunità nuove che la Posta non sta utilizzando bene».

La situazione attuale è dura soprattutto per il personale… «Assolutamente. Pensi che hanno obbligato i postini a ridurre il tempo di lavoro, anche del 30% perché i loro compiti sono cambiati. Una volta il postino nel pomeriggio iniziava a smistare la posta per il giorno dopo e poi faceva il suo giro e andava a distribuire. Ora questo lavoro di preparazione viene eseguito dalle macchine nei centri di smistamento e il postino riceve la corrispondenza pronta da consegnare, con tanto d’indicazione dell’orario entro cui deve terminare. E se i tempi non sono rispettati sono penalizzati. La speranza per il futuro è che gli avvenimenti di questi ultimi tempi possano portare a delle riflessioni e fare in modo che i cittadini possano beneficiare ancora in futuro dei servizi postali efficienti com’erano in passato».

Graziano Pestoni

due decisioni del Consiglio nazionale e degli Stati che mirano a ripensare a quanto si sta facendo. Addirittura il Gran consiglio ha approvato una risoluzione per salvaguardare gli uffici postali ticinesi. Mi pare che ci sia una disponibilità diversa da parte delle autorità politiche federali e anche cantonali di porre un freno al cambiamento e tornare indietro. E forse c’è qualche spiraglio».

L'autore del libro Graziano Pestoni, laureato in scienze economiche, è stato responsabile per il Cantone Ticino del Sindacato dei servizi pubblici (SSP/ VPOD). Ha svolto funzioni a livello nazionale ed europeo sulle questioni relative al servizio pubblico. È stato deputato al Gran Consiglio del Cantone Ticino. È presidente dell’Unione sindacale-Ticino e Moesa. È segretario, sin dalla sua fondazione nel 2000, dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico. È autore e co-autore di numerose pubblicazioni sul servizio pubblico, in particolare del libro “Privatizzazioni, il monopolio del mercato e le sue conseguenze” (2013). 31


CULTURA & EVENTI

Una pioda per l’alpe Arami

Un nuovo tetto

Posa anche tu una pioda

Lavori in corso

Stabili rimessi a nuovo

‘Posa anche tu una pioda sui tetti dell’alpe Arami’. Si intitola così la sottoscrizione pubblica aperta dalla Fondazione alpe Arami, per pemettere di coprire l’ultima parte dell’investimento totale. Il progetto di valorizzazione territoriale dell’alpe sta per concludersi con il recupero dei due stabili, entrambi usati per l’alpeggio e la rivalorizzazione di tutto il comparto. Il finanziamento di questi interventi è stato in gran parte assicurato dalle autorità cantonali, regionali, comunali e patriziali, come pure da diversi sostenitori privati che hanno colto la valenza piena del progetto. Le opere hanno potuto essere realizzate anche grazie alla collaborazione che sin dall’inizio si è instaurata con la Fondazione Curzùtt di Monte Carasso. I costi preventivati per il 32

risanamento della vecchia stalla e della cascina ammontano a 1,03 milioni. L’attività agricola dell’alpe Arami è stata abbandonata una cinquantina di anni fa, prima della costruzione della strada forestale. A Gorduno poche persone ricordano la presenza di mucche e capre al pascolo sull’alpe, ad eccezione di sporadici tentativi, poiché la superficie dell’alpeggio non assicurava il minimo rendimento economico. L’alpe Arami è sempre stata considerata un elemento di testimonianza della vita di inizio del secolo scorso. Per chi dispone di un rustico o di una cascina sui monti, l’alpe costituisce una meta preferita per una passeggiata, mentre per chi frequenta le montagne rappresenta un punto di passaggio interessante e apprezzato. Negli ultimi decenni del-

lo scorso secolo la zona divenne celebre a livello internazionale grazie al ritrovamento di una speciale conformazione rocciosa chiamata peridotite. Con la sottoscrizione pubblica dell’iniziativa si intende assicurare la conclusione dei lavori, così da poter consentire la gestione e la promozione delle future attività a 1'450 metri di altitudine. Questa iniziativa prevede il versamento di 100 franchi per ogni pioda sul conto 40-0088881 (IBAN CH82 0844 0256 1670 1200 2), presso Banca Cler Sa, Basilea, a favore della Fondazione Alpe Arami con causale ‘Piode’, per permettere a chiunque di partecipare concretamente al progetto. Al termine di lavori verrà posata una targa ricordo indicante i nomi di tutti coloro che vi hanno aderito.


CASTELLI DI STORIA

di Giulia Pedrazzi

Un nome di luogo per riscoprire un’antica pratica viticola Qualche tempo fa, passando dalle parti di Ravecchia, la mia attenzione è stata catturata dal nome di via Rompeda. Mi suonava familiare, ma allo stesso tempo c’era qualcosa di strano, come se fossi al posto sbagliato. È bastato digitare il nome sulla tastiera del mio computer per trovare in rete – su google maps prima e sulla carta topografica nazionale poi – conferma alla mia sensazione: anche a Giubiasco esiste una via Rompeda, e nemmeno troppo lontano dalla prima. Sciolto il dubbio, è rimasta la curiosità sul significato del toponimo, soprattutto in considerazione della vicinanza tra i due luoghi. A questo punto la ricerca online non ha più fornito risposte soddisfacenti, e pertanto mi sono affidata ai libri e più precisamente allo “Stradario del borgo di Giubiasco” che descrive la località come “luogo coltivato ad rumpos, e specialmente a vigna, cioè appoggiando le piante che producono l’uva agli aceri, detti rompi”. Il toponimo ‘rompeda’ è dunque da associare alla viticoltura. In particolare, esso deriva dal sistema di coltivazione della vite detto ‘a rompi’, nel quale le piante vengono collegate a sostegni vivi, il più delle volte ace-

ri, ma anche olmi, pioppi e gelsi. Fino alla fine del XIX secolo, questa tecnica molto antica rappresentava uno dei metodi di coltivazione della vite meglio conosciuti e maggiormente radicati in Ticino, assieme a quello delle pergole (o toppie) e dei filari. Quest’ultimo sistema, in cui la vite viene sostenuta da file di pali secchi originariamente in castagno, è oggi chiaramente predominante nel nostro Cantone ed è il risultato di un lento processo di rinnovo del settore, avviato a inizio Novecento a seguito dei danni provocati dalla fillossera. In precedenza, invece, i sistemi di coltivazione della vite come pure le varietà di vitigni variavano in base al terreno.

Rompi in via Rompeda? Le viti a rompi, nel frattempo perlopiù scomparse, erano diffuse soprattutto nelle zone pianeggianti dove venivano abbinate alla coltivazioni di cereali, a prati o ad altre specie arboree tant’è vero che nella documentazione vengono spesso indicati anche come ‘campi vignati’. Nel Bellinzonese, stando ai resoconti di studiosi e viaggiatori ottocenteschi, sembra preva-

lessero però già i filari. E allora come spiegare la toponomastica? Dobbiamo dubitare dell’esistenza dei rompi di via Rompeda oppure il nome a questi due luoghi è stato attribuito proprio per sottolineare un aspetto inconsueto? Indipendente dalle specificità della zona per cui servirebbero sicuramente ricerche più approfondite, questa breve indagine sulla coltura promiscua della vite a rompi porta col pensiero ai molti hobbisti attivi nelle vigne nel Bellinzonese. Anche se le tecniche cambiano e oggi l’antica coltura della vigna è stata sostituita da metodi innovativi che puntano alla coltura intensiva, sono ancora numerosi i casi in cui la viticoltura continua ad essere svolta accessoriamente. Infatti, questo succedeva già nella civiltà contadina del passato, quando la vite serviva eventualmente a migliorare la situazione economica di un’azienda ma non costituiva quasi mai la sola coltura. La coesistenza della viticoltura con altre attività remunerative sembra dunque essere una costante nella storia di una parte del mondo vitivinicolo della nostra regione e grazie alla quale continua a rinnovarsi il legame con la terra e i suoi prodotti.

NOVECENTO Da ‘Il Dovere’ del 2 febbraio 1923 Quello che tutte le donne dovrebbero sapere… “È attraverso la pelle che assorbiamo in gran parte l’ossigeno vivifico dell’aria. È perciò che essa è tutta forata da milioni di pori che, se ostruiti da polvere ed altre impurità, non adempiono alla loro azione re-

spiratoria regolare. Da ciò risulta un brutto colorito, bottoni e altre eruzioni. Questo semplice esposto vi farà comprendere quanto sia importante, tanto per la salute che per la bellezza della pelle, il tenere i pori liberi ed attivi. Per stimolare l’azione di essi e mantenerli di una nettezza assoluta, si impone l’impiego di un sapone assolutamente puro. Il sapone Cadum risponde a tale bisogno poiché fabbricato con grassi di così buona qualità.” Sorridiamo leggendo questo trafiletto infilato fra le notizie della cronaca locale cantonale di cento anni fa. Non soltanto per l’evidente mentalità patriarcale e maschilista che permea la presentazione del miracoloso sapone di quei tempi consigliandolo alle donne. E non soltanto per il modico prezzo, indicato nella parte finale dell’articolo (che non vi

Rivista di Bellinzona Aprile 2018

abbiamo riportato): bellissime per… un solo franco. Ma anche perché la pubblicità del cosmetico sapone viene presentata in pagina senza distinzione alcuna dal resto delle notizie. I giornali, nati quale impresa industriale nell’Ottocento con la formula mista abbonamento e pubblicità – che ancora oggi resiste ma fatica nella nuova dimensione digitale – ospitavano numerosi trafiletti, solitamente già separati dai testi giornalistici. Non in questo caso. Apprendere quanto il sapone promette, violando una regola basilare del giornalismo, fa comunque fa sorridere. Sorridiamo molto meno se pensiamo alle infinite (e ben più insidiose!) possibilità di condizionamento, praticate oggi attraverso la ramificata rete di internet e grazie alla potenza di stoccaggio delle informazioni sulla nostra vita privata. 33


L’ANGOLO DI FIDO

Testo e foto di: Gianni Marcolli – Coordinazione SPAB: Micha

Anche quest’anno per San Benedetto sono arrivate

Il lungo viaggio di balestrucci, rondini e rondoni

È primavera e lo si capisce anche solamente osservando il ritorno degli uccelli migratori. Per nutrirsi hanno bisogno di insetti volanti che in inverno trovano solo in Africa. Sono partiti dall’Africa equatoriale, alcuni persino dal Sudafrica, e all’incirca dopo sei settimane di viaggio stanno arrivando in gruppo o anche singolarmente. Tra essi vi sono anche le rondini e i rondoni. Occorre tuttavia distinguerli e capire le loro diverse esigenze. Dapprima evitiamo di confondere da una parte rondini, balestrucci, topini e dall’altra rondoni comuni e rondoni maggiori. Appartengono a famiglie molto diverse e non sono per nulla imparentati. In Ticino vi sono pure la rondine montana (presente tutto l’anno, inverno compreso), la rondine rossiccia (migratore molto raro) e il rondone pallido (nidificante raro a Locarno). Il topino nidifica in Svizzera solo a nord 34

delle Alpi. In Ticino è migratore e presente nel passo primaverile e in quello estivo/autunnale. Concentriamo questa breve rassegna sulle specie nidificanti più conosciuti. Per rondini e balestrucci, la costruzione del nido necessita di fango che gli animali cercano in pozze allagate di strade sterrate o nei campi. Se non dovesse piovere, la costruzione di nuovi nidi (o la sistemazione di quelli vecchi) non risulterebbe possibile e gli animali sarebbero costretti ad abbandonare rapidamente il nostro territorio senza poter riprodursi. Capannoni, grandi edifici e fattorie moderne edificate in modo da impedire la presenza di nidi contribuiscono alla riduzione degli effettivi e quindi alla proliferazione di insetti fastidiosi (zanzare, vespe, ragni). Per aiutare rondini e balestrucci, già da alcuni anni le associazioni per la protezione dell’avifauna mettono a disposizione nidi

artificiali. Per evitare i problemi di deposito di escrementi sulle facciate degli edifici, le stesse associazioni hanno ideato appositi supporti da montare sotto i nidi. Il rondone maggiore nidifica anche su pareti rocciose, ma una parte importante della popolazione costruisce il nido nei sottotetti e nei cassonetti delle tapparelle, in particolare nelle città (Lugano, Bellinzona, Chiasso e Mendrisio). Anche il rondone comune nidifica nei centri abitati, da Chiasso a Bedretto e necessita di interstizi e cavità negli edifici, ad esempio sotto i tetti. La minaccia per queste due specie in Svizzera è dovuta a ristrutturazioni sfavorevoli di vecchi edifici, dove tali cavità vengono eliminate. Sia il rondone comune che quello maggiore sono incapaci di spiccare il volo da terra poiché le loro gambe sono troppo corte. Vanno semplicemente aiutati alzandoli sul palmo della mano per


farli partire in volo. Biologicamente la vita di rondini e balestrucci potrebbe raggiungere i 14-16 anni e per i rondoni addirittura i 27 anni, ma i pericoli naturali e tutte le difficoltà riscontrate in Europa e in Africa riducono la loro esistenza a pochi anni di vita (mediamente da 2 a 5) con un’alta mortalità dei giovani dopo l’abbandono del nido. In Ticino le associazioni alle quali ci si può rivolgere, anche per semplici consigli, sono: la Società Protezione Animali di Bellinzona – www.spab.ch), Ficedula (Società pro avifauna della Svizzera italiana – www.ficedula.ch) e APUS (Associazione Protezione Uccelli Selvatici – www.apusapus.ch), quest’ultima focalizzata sui rondoni. Sempre in merito ai rondoni, è interessante il sito www.ficedula.ch/rondoni che consente di scaricare un foglio informativo per capire com’è possibile intervenire. Rivista di Bellinzona Aprile 2018

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CAMMIN FACENDO

di fra Martino Dotta, frate cappuccino

Cercasi punti di riferimento per una società ‘liquida’

cruciverba

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sudoku 36

A O

Vincitori: Lorenzo Giollo, Bellinzona-Daro Cristina Rüegg Ndombele, Bellinzona Gruosso Michele, Giubiasco

SOLUZIONI GIOCHI A PAGINA 38

U I S A L I M O E T E R A D I I C E S A C O N O N I

Michela Meneghetti, Bellinzona; Mirella Poretti, Preonzo; Monica Poretti, Bellinzona; Lorenzo Giollo, Bellinzona-Daro; Cristina Rüegg Ndombele, Bellinzona; Gruosso Michele, Giubiasco

Si sa che i cambiamenti di mentalità e costumi sono processi complessi. La storia umana nel suo insieme ci insegna che essi non sono mai indolori. Quante guerre combattute per imporre (con la violenza e la distruzione) pretesi valori nuovi! E quanti fallimenti sociali e politici nell’attuare decisioni dettate dall’egoismo, più che dal benessere condiviso! Ma è risaputo che ogni autentica trasformazione dipende strettamente dall’impegno di tutti a cambiare mente e cuore, puntando sulla purificazione interiore più che sull’effimera esteriorità. I veri punti di riferimento sono quelli che conducono a serenità e speranza, non ad angoscia e aggressività.

I S S A R S I

Risposte corrette al Quiz marzo 2018 (via Bonzanigo / vicolo Cusa / lungo la ferrovia)

Effimero e false promesse

A G L L A L A R O N A R O I S T A R O A N O

Il ruolo pubblico conseguente è la salvaguardia delle esigenze individuali, espresse nella costante messinscena mediatica: appaio, perciò sono! Seppur sottoposti di continuo ad accese critiche per l’uso talvolta scriteriato che ne è fatto, i social sono diventati l’emblema essenziale di tale visione collettiva. Chi non riesce ad esservi partecipe, ne è inevitabilmente escluso. E lo Stato deve mantenere un basso profilo, senza troppo interferire nelle dinamiche socio-economiche, o tutt’al più deve

alla ‘liquidità sociale’. Non è pertanto un caso che le accelerazioni globalistiche incontrino sempre di più reazioni difensive, come testimoniano le varie espressioni di revanchismo, come ad esempio quelli di stampo americano, inglese, indiano, russo o ungherese. Dà da pensare che, per giustificare scelte politiche spesso discutibili, sia invocata talvolta una rinascita nazional-religiosa. E il dettato religioso, non di rado, è considerato nuovamente un assoluto incontestabile, al punto da mettere in discussione persino le conquiste democratiche e i progressi conseguiti nella salvaguardia dei diritti umani fondamentali.

I O T T D I E O M A L I M I C L A R A N T O M A A B A T S O L I

Appaio, perciò sono...

garantire le condizioni politico-legali necessarie per promuovere il libero mercato. Quello descritto da Bauman non è però il migliore dei mondi desiderabili. La precarietà che la contraddistingue è in chiara sintonia con la “mentalità dello scarto” stigmatizzata da Papa Francesco. Pure lui denuncia l’esclusione di fasce crescenti dell’umanità dal banchetto dell’individualismo e della guerra. Come non dare ragione a entrambi, quando attirano la nostra attenzione sul rischio di un’implosione sociale, di un’estendersi di conflitti ormai diffusi e universali? Per quanto paradossale sia, credo che le varie declinazioni del “primanostrismo” manifestino un disagio di fondo nella mentalità corrente: il disorientamento provocato dalla perdita dei valori tradizionali e la necessità di sostituirli con altri ideali. Il problema è che, sul piano sociologico, i principi compensatori risultano essere ancor più pericolosi per la coesione collettiva. L’individualità spinta all’estremo cozza non poco con il bisogno di occuparsi spontaneamente degli altri… Mi sono chiesto spesso quale nesso ci fosse tra l’emergere delle nuove esigenze individualistiche ed edonistiche e lo sgretolarsi dei punti di riferimento, simboleggiati dalla: trilogia Dio, Patria e Famiglia. Sono convinto che, per quanto problematiche, le spinte nazionalistiche e protezionistiche abbiano a che fare con tale tendenza

P A R A D O S S I

Il noto filosofo e sociologo anglo-polacco Zygmunt Bauman (1925-2017) definiva ‘liquida’ la società occidentale contemporanea, nella quale l’individualità è spinta all’estremo e il singolo cittadino è considerato sostanzialmente un consumatore. Ricerca del piacere ad ogni costo, consumo globale, autonomia personale, concorrenzialità e precarietà sono le caratteristiche essenziali della nuova cultura, sorta sulle ceneri della Seconda Guerra mondiale e dei successivi sviluppi industriali e tecnologici. In questa società post-moderna e mobile, gli assunti fondamentali sono la libertà individuale e la deregolamentazione sociale: il bene personale (anche quando manifestato sotto forme puerili e capricciose) primeggia sugli interessi collettivi.


IN MEMORIA

Mirta Gaggetta

La Rivista al servizio della comunità bellinzonese. Agli indirizzi: via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona, e-mail: rdb@casagrande-online.ch, inviateci la foto di chi ci ha lasciato e sarà pubblicata gratuitamente. Chi desidera che la fotografia gli venga restituita è pregato d’allegare una busta affrancata con l’indirizzo.

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091 840 25 25

Arte e diletto

Arte e diletto Valeria Pasta Morelli (1858-1909) e le pittrici del suo tempo

Valeria Pasta Morelli (Mendrisio, 1858 – Milano, 1909) fu una delle poche donne a frequentare l’Accademia di Brera a Milano. Qui raccolse premi e riconoscimenti, mentre in patria la «Gazzetta ticinese» la celebrava come “esimia giovane artista”.

Valeria Pasta Morelli (1858-1909) e le pittrici del suo tempo

Il catalogo raccoglie le opere di Valeria Pasta Morelli e quelle di altre artiste attive nel Cantone Ticino negli stessi anni, come Marie-Louise Audemars Manzoni, Giovanna Béha-Castagnola, Adele Andreazzi, Olga Clericetti, Elisa Rusca, Antonietta Solari e Regina Conti. Donne di buona famiglia, il cui talento artistico veniva esercitato quasi esclusivamente per diletto. Arte e diletto Valeria Pasta Morelli (1858-1909) e le pittrici del suo tempo pp. 96, Fr. 20.– ISBN 978-88-7713-799-9

8-88-7713-799-9

I libri delle Edizioni Casagrande sono in vendita in tutte le librerie o possono essere ordinati direttamente presso la casa editrice: tel. 091 820 01 01 – fax 091 825 18 74 edizioni@casagrande-online.ch

Rivista di Bellinzona Aprile 2018

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DIETRO L’ANGOLO

di Monica Piffaretti

‘Una apis nulla apis’ è il significativo titolo della mostra in corso a Sasso Corbaro. Fateci un giro, ne vale la pena. Prima o poi la primavera decollerà e il simpatico insetto si farà vedere laborioso a ronzare fra le aiuole della città e sugli alberi in fiore. È salito alla ribalta della cronaca perché se la passava (e se la passa) piuttosto male. Tante le (nuove) malattie e i (nuovi) aggressori con i quali deve fare i conti. Come si sa, altrettanto tante sono le sue funzioni a favore di Madre Natura di cui tutti – ricordiamolo - siamo figli. Ormai lo si va ripentendo da anni: se le api faticano, faticheremo presto anche noi. E se loro scompariranno, be’, pare che anche per noi potrebbero esserci brutte sorprese. La mostra spiega di tutto e di più sulle api. La storia dell’apicoltura, la pro-

duzione del miele, i portenti legati ai vari prodotti dell’arnia. Miele, propoli, pappa reale, cera d’api… Immergetevi nell’atmosfera e quell’insetto col pigiama a righe vi sarà ancora più simpatico, al di là di qualche puntura che più o meno tutti ci siamo beccati senza essere apicoltori. Solitamente l’incontro con pungiglione è avvenuto da bambini, quando per istintiva curiosità quelle alucce abbiamo voluto toccarle o vederle troppo da vicino. Per sorridere basta soltanto prendersi il tempo di guardare il filmino in entrata, intitolato ‘Vigia’, nel quale (in un dialetto nostranissimo) si racconta la storiella dell’ape che, vedendo le sue compagne ammalarsi e morire, se ne va lontano dalla città inquinata per respirare lassù sui monti un’altra aria. Dolce e profondo. Fra tutti

Sudoku

GIOCHI

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ORIZZONTALI   1. Dietro la P di HCAP   6. Henri, generale svizzero 11. Anno Domini 12. Sfortuna, scalogna 14. Fanghiglia 15. La capitale italiana 17. Il lago di Como 19. Sono pari nei geni 20. Le ha il volatile 21./23. È dedicato a Santa Maria Assunta 25. Laura, ex-consigliera di Stato 26. Un nuotatore… specializzato in uno stile 28. Ghiaccio inglese 29. Apertura della pagina inferiore della foglia 31. Consegnatasi al nemico 33. Precede la domenica 35. Località ticinese sul Verbano 37. Il bosco di Locarno 38. Un mare del Mediterraneo

3. Zia a Madrid   4. Bevanda   5. Non ci si deve dormire sopra   6. Competizione   7. Schiavo spartano   8. Nota musicale   9. Abitano oltre oceano 10. Pedanti, tediose 13. Lo è la pecora non tosata 16. Animale molto piccolo 18. Sollevarsi, alzarsi 21. Son chiamati anche lamantini 22. Thomas Alva, inventore 24. L egge federale sull’assicurazione malattie 27. Preposizione semplice 30. Principio di tassazione 32. Voce di ritorno 34. Onorevole in breve 36. I confini di Arbedo

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ceck

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gli elementi messi in vetrina, su cartello o su schermo, alla mostra uno ci ha colpito più di tutti: pensate che gli Sms siano una creatura della società della comunicazione di massa arci-tecnologica? No, ai tempi dei romani proprio con la cera d’api si coprivano tavolette di legno – le nonne dei tablet - sulle quali con un bastoncino si scrivevano messaggi rapidi, da passare al proprio interlocutore che cancellava il messaggio e rispondeva sulla medesima tavoletta. Bzzzz, bzzzz, bzzzz!

Dove si trova? Le risposte sono da inviare entro il 11 maggio 2018 all’indirizzo: Rivista di Bellinzona, casella postale 1291, 6501 Bellinzona, o all’indirizzo di posta elettronica: segretariato@casagrande-online.ch, indicando sempre il proprio indirizzo postale. Tra i partecipanti verranno estratti dei vincitori che riceveranno in premio un libro delle edizioni Casagrande.

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Piccola e preziosa

PHOTOQUIZ

cruciverba 1

© foto: Ti-Press

L’ape e il tablet

VERTICALI   1. Stranezze, assurdità   2. Li adorano i pagani

Vedi soluzioni a pagina 36


È arrivato il catalogo Picasso!

Picasso. Uno sguardo differente Picasso. A Different Gaze a cura di Carmen Giménez pp. 216, Fr. 75.– Il volume è disponibile sia in lingua italiana sia in lingua inglese

Siete già andati a vedere la mostra Picasso. Uno sguardo differente al LAC di Lugano? 120 opere, 105 disegni e 15 sculture, tutti eseguiti da Picasso tra il 1905 e il 1967: lavori perlopiù sconosciuti al grande pubblico, che fino al 17 giugno saranno ospitati a Lugano. Accompagna questa grande mostra un catalogo che non ha precedenti nel panorama dei cataloghi dedicati al Maestro cubista: l’opera di Picasso viene studiata da una prospettiva inedita, volta a portare alla luce tutta quell’area della sua produzione che è rimasta in un certo senso nascosta, misteriosa per la sua genesi e il suo significato. La curatela di mostra e catalogo è stata affidata a una delle massime esperte di Picasso, Carmen Giménez, che ne assicura precisione e scientificità. Oltre che dal contributo di Giménez e dalle eccellenti riproduzioni di tutte le opere esposte in mostra, il volume è arricchito da numerose fotografie di Picasso al lavoro nei suoi atelier e da un saggio di Francisco Calvo Serraller, esperto indiscusso di arte spagnola di Otto-Novecento. I libri delle Edizioni Casagrande sono in vendita in tutte le librerie oppure direttamente presso la casa editrice. tel. +41 91 820 01 01 fax +41 91 825 18 74 e-mail: edizioni@casagrande-online.ch

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