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Bollettino parrocchiale di Minusio Estate 2019
n. 2
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Orario estivo ORARIO FERIALE:
Da lunedì 24 giugno a venerdì 30 agosto le messe feriali sono celebrate in San Rocco alle ore 20.00. ORARIO FESTIVO
Sabato ore 16.30 - 17.30 ore 17.30 Domenica
ore 08.00 ore 10.00
Confessioni S. Messa in chiesa parrocchiale valevole per il precetto festivo S. Messa a Rivapiana S. Messa in chiesa parrocchiale
GOTTESDIENSTORDNUNG
Samstag ore 16.30 - 17.30 ore 17.30 Sonntag 2
ore 08.00 ore 10.00
Recapiti e informazioni Parroco Prevosto don Pio Camilotto Via Brione 44 T. 091 743 51 81 / N. 079 254 17 77 Segreteria parrocchiale Via Motta 8 - lunedì e giovedì dalle ore 10.00 alle 11.30 Giacinta Pozzi, Via R. Simen 47 Tel. segreteria 091 743 32 21 oppure 079 540 27 45
In copertina: Foto di S. Quirico da ovest.
Beichte Vorausgenommene Sonntagsmesse gilt zur Pflichterfüllung Rivapiana Pfarrkirche Custodi dell’Oratorio S. G. Bosco Paolo e Anna Lovisi Via S. Quirico 5 - Tel. 091 743 20 05 www.oratoriosgbosco.ch Conti correnti postali Bollettino e Opere parrocchiali 65 - 4668 - 5 Corale parrocchiale 65 - 5746 - 2 Gruppo parrocchiale “Fratellanza” Banca Raiffeisen Locarno 65-4671-2 Conto CH36 8037 9000 0017 8591 8 Oratorio S. G. Bosco 65 - 4992 - 9
parrocchia-minusio-segreteria@bluewin.ch
Saluto del parroco Cari Parrocchiani,
A
conclusione di un anno pastorale che ci ha impegnati a seguirlo come discepoli e a celebrare intensamente i suoi “misteri” (le sue Feste), Gesù, come agli Apostoli, dice anche a noi: “Venite in disparte, … e riposatevi un po’” (Mc. 6,31). Benvenute vacanze! Saranno senz’altro buone se sapremo svagarci gioiosamente, restando connessi. Non ci dice infatti: “Andate…”, ma: “Venite in disparte…”. Pastore eterno, non molla il suo gregge e incessantemente, da pascolo a pascolo, da giardino (Eden) a giardino (Paradiso), guida e sospinge l’umanità intera e ogni singola persona chiamandola per nome. Secondo la Genesi Dio creò Adamo in uno stato di innocenza e lo collocò in Eden, dove la sua attività era gioiosa, agevole, libera, come in un giardino di delizie. Così la prima condizione dell’uomo fu di puro divertimento, in uno sboccio felice di tutte le facoltà. Dopo il peccato il lavoro divenne faticoso e pesante: “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane” (Gen. 3,19). Ma questa situazione, per quanto avvolga tutta l’esistenza umana fino alla fine dei secoli, è tuttavia provvisoria, un tempo di prova, al termine della quale Gesù ci condurrà a un “nuovo” giardino, il Paradiso, dove saremo festosamente accolti a un banchetto di nozze.
Presso Dio, nella chiara comprensione del suo disegno di salvezza e nell’amore di una umanità riconciliata, sperimenteremo quella pienezza di gioia e felicità di cui i momenti di svago e di riposo, le vacanze, non sono altro che occasionali pregustazioni. Il bambino che, sotto lo sguardo del papà, si diverte e gioca sempre non solo è la misura del Regno, “a chi è come loro appartiene il regno di Dio” (Mc. 10,14), ma è anche la migliore raffigurazione della Festa senza tramonto. Buone vacanze! Don Pio 3
L’importanza della solennità dell’Assunzione
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uando arriva l’estate e i ritmi dell’anno civile vanno in modalità “pausa” da tutte le attività cadenzate dal ritmo del calendario scolastico, tendiamo a prenderci delle pause anche laddove non sono legittime, in parte perché l’organizzazione della vita quotidiana è diversa, in parte perché sentiamo tutti il bisogno di cambiare passo per un paio di mesi all’anno, nell’illusione di respirare e rigenerarci in vista di un nuovo mese di settembre che riporterà la vita a chiederci tanto e a lasciarci poco tempo per noi stessi. 4 Fermo restando che questa visione estiva in parte è vera e in parte è un mito, c’è una cosa che non dovremmo mettere in pausa mai: la nostra fede e, soprattutto, la pratica religiosa che ne è simbolo inscindibile. Nel cuore dell’estate c’è però una celebrazione che è importantissima, anche se a volte pare che al significato teologico venga anteposto quello pagano di “Ferragosto”, di sublimazione delle vacanze e del riposo: l’Assunzione della Vergine Maria al Cielo. Ripercorriamo allora alcuni aspetti fondamentali di questa celebrazione per ricordarci, il prossimo 15 agosto, a cosa dare la precedenza. Nell’articolo apparso sul bollettino pasquale “Maria luce del sabato santo”, sottolineavamo come la sua presenza brillasse per il silenzio e per l’assenza, paradossalmente.
Anche dopo la Resurrezione, i Vangeli accennano poco a Maria e l’ultimo riferimento biblico si ritrova negli Atti degli Apostoli, quanto questi ultimi si trovano nel cenacolo dopo l’Ascensione di Gesù: “Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (At 1,14). Che cosa accade successivamente a Maria non è dato sapere, tra Scritture e tradizione, potrebbe essere rimasta a Gerusalemme come essere andata ad Efeso con San Giovanni. Poco importa, francamente. Quello che importa è invece il modo in cui ha terminato la sua vita terrena, dato che, innegabilmente, la Madre di Dio, che era stata risparmiata dalla corruzione del peccato originale, fu risparmiata dalla corruzione del suo corpo immacolato; colei che aveva ospitato il Verbo doveva entrare nel Regno dei Cieli con il suo corpo glorioso. Lo scrive attorno al 700 il Dottore della Chiesa San Giovanni Damasceno: “Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il
proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio”. La prima fonte attendibile che narra l’Assunzione di Maria Vergine al Cielo è ancora antecedente, firmata dal Vescovo San Gregorio di Tours (ca. 220) che trascrive quello che la tradizione aveva fino ad allora tramandato oralmente: “Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa. Quando sentirono che essa stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei. Ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’arcangelo Michele e si allontanò. All’alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso”. Quella dell’Assunzione è tra le più antiche feste mariane, celebrata ovunque il 15 agosto sotto il nome di “Assunzione” (in Occidente) o di “Dormizione” (in Oriente): la differenza principale tra i due concetti è che la prima non implica necessaria-
mente la morte, ma neppure la esclude. Papa Pio XII, il 1° novembre 1950 (Anno Santo) promulgò per la Chiesa cattolica il dogma di 5 fede dell’Assunzione della Vergine Maria al Cielo con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus: ”Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in ani-
ma e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica”. L’Assunzione di Maria è un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio Universale. È una solennità che corrisponde alla morte degli altri santi, mettendo in evidenza, una volta di più, lo “status” del tutto speciale della Santa Madre,
posta tra la Santissima Trinità e tutti i Santi. Considerata la festa della Vergine più importante da un punto di vista teologico, il dogma dell’Assunzione è imprescindibile dagli altri dogmi della Vergine (Santa Maria Madre di Dio, Annunciazione del Signore, Immacolata Concezione) ai quali viene attribuita la celebrazione di solennità, riservata solo alle feste più importanti. Va pertanto celebrata degnamente: ricordiamocene il prossimo 15 agosto. MFC
“Dio benedica la Svizzera!”
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ulla nostra bandiera campeggia una croce, sulla moneta da cinque franchi è inciso “Dominus providebant” (Dio provvederà), la Costituzione Federale inizia “Nel nome di Dio Onnipotente...”, perfino gli atti notarili sono redatti “Nel Nome del Signore”. Ma, allora, quanto siamo bravi! Siamo proprio un popolo e una nazione profondamente cristiana se invochiamo così spesso e solennemente il Nome del Signore. Lo facciamo così frequentemente da non accorgercene nemmeno più e questo dovrebbe farci riflettere. Infatti, quando un gesto o un simbolo sono così scontati e ripetitivi da non più badarci, significa che hanno molto probabilmente perso
di valore e si riducono a un richiamo sterile e inascoltato, anzi inefficace, perchè, siamo sinceri, quanti e quando ci rendiamo ancora davvero conto di tutti questi richiami, di queste belle formule che rimandano al cristianesimo e, con esso, alle nostre radici? Abbiamo perfino un inno nazionale che, sostanzialmente, è una preghiera che invita a lodare e ringraziare Dio costantemente per quanto quotidianamente ci regala. Le sue parole sono un autentico gioiellino che qualcuno vorrebbe però modificare in nome del rispetto per le idee di chi non condivide la nostra fede. A me sembra invece molto bello e rassicurante sapere che Dio aiuta e benedice la nostra terra e le
nostre giornate e che la sua protezione si estende a tutti, indistintamente, infatti “fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere per quelli che fanno il bene e per quelli che fanno il male” (Mt. 5,45). Tanti altri sono i segni che sul nostro territorio si rifanno alla fede (croci sulle vette, toponimi, ecc.), ma è ancora viva e credibile questa fede o è diventata, quando va bene, soltanto e unicamente un abito della domenica che ha un impatto poco più che superficiale sulle nostre scelte e filosofie di vita? E che ne è (stato) del motto confederale “Uno per tutti, tutti per uno”; si è forse trasformato in una specie di “Noi per noi, tutti per noi”? Eppure è una formula che richiama addirittura il grande comandamento che dice: “...ama il prossimo tuo come te stesso” (Mc. 12,31). È uno dei precetti fondamentali ribaditi con forza nel Nuovo Testamento e credo proprio che se vogliamo dichiararci cristiani non lo possiamo accantonare. Se cosi facessimo non tradiremmo
soltanto la Svizzera che, rielaborandolo, ne ha fatto il suo motto, ma l’essenza stessa della nostra fede. Questa massima diventa anche stimolo ad aprire i confini, accogliere e ospitare persone che fame, guerra, miseria, ingiustizia, paura ha costretto ad abbandonare affetti, casa e culture per tentare di rifarsi una vita qui da noi. Potrebbero essere figli nostri che la miseria ha portato lontano; non respingiamo e non disprezziamo quindi nessuno senza avere prima ben riflettuto sulle conseguenze di questo gesto. Ricordiamocelo quando, il prossimo Primo Agosto, davanti a un falò o a una grigliata, festeggeremo, com’è giusto, la nostra Festa Nazionale e poco importa se i nostri grandi eroi da Tell, ai Waldstaetten 7 e a Winkelried sono magari soltanto dei miti. Il loro valore sta nell’avere consolidato la coesione di quell’entità nazionale particolare e forse unica che è la Confederazione Elvetica, quel pezzetto di terra al centro dell’Europa che noi chiamiamo Patria. Dio benedica la Svizzera! FM
Vita parrocchiale
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nizio di Quaresima un po’ in sordina, inevitabilmente cadendo nel bel mezzo delle vacanze di carnevale, che nel Cantone ha anche diverse durate. Buona comunque la partecipazione ai riti del Mercoledì delle ceneri, anche se non tutte le componenti comunitarie erano rappresentate.
Numerose le proposte per vivere diversamente e più intensamente questo tempo di grazia. • Subito, ogni venerdì, dal primo dopo le ceneri, il pio esercizio della “Via Crucis” al Crocefisso. Chiesetta sempre piena. Consolante la presenza di qualche mamma con prole. • Nella Lettura continua del Vangelo di Marco, oggetto quest’anno degli incontri biblici del giovedì, eravamo arrivati provvidenzialmente al 8 racconto della Passione. Ne abbiamo fatto oggetto di particolare appro fondimento nei giovedì di quaresima. • Trecento circa le agende del Sacrificio Quaresimale distribuite, impostate quest’anno al femminile: presa di coscienza, preghiera, riflessione e sostegno economico alle “donne impegnate nel mondo”. • Sempre in tema, il Vicariato del Locarnese ha proposto quattro incontri sulla donna nell’Antico Testamento: le matriarche, le profetesse, le eroine, le regine. Un riuscito cineforum su Maria Maddalena ha concluso il ciclo di conferenze e ha aperto alla possibile futura tematica delle donne nel Nuovo Testamento. Pubblico straordinariamente interessato. • Le due “cene quaresimali”, grazie agli encomiabili collaboratori e a un benefattore che si è personalmente accollato le spese vive, hanno centrato l’obiettivo di farci incontrare e di incrementare la colletta del Sacrificio Quaresimale. Offerte in occasione delle cene fr. 765.-, versamento globale della Parrocchia al Sacrificio Quaresimale fr. 3’913.-. • La quarta domenica di Quaresima ha un nome: “Laetare – Rallegrati!”, dall’esortazione che Isaia rivolgeva a Gerusalemme e rinnova alla Chiesa. La Corale ha pensato bene di facilitarci l’adempimento offrendo alla comunità, nel pomeriggio, l’annuale concerto.
Il programma di canti liturgici eseguiti con straordinaria perizia ci ha veramente rallegrati; rallegramenti vivissimi che a nostra volta esprimiamo alla maestra, all’organista e ai coristi. L’abbondante rinfresco offerto in Oratorio dalla stessa Corale dopo il concerto ha favorito l’allegro prolungarsi di rapporti fraterni.
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• Le occasioni di santificare al meglio la Settimana Santa non sono proprio mancate. Inaugurata con la processione delle palme, è proseguita con le Quarantore per sfociare il Giovedì Santo nel preludio della Pasqua.
• Invitati particolarmente all’Ultima Cena i bambini della Prima Comunione e le loro famiglie, che hanno solennizzato il “gloria”, e rappresentato gli Apostoli nella Lavanda dei piedi, scortato Gesù Eucaristia all’altare dell’adorazione.
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• Il Sacro Triduo del VenerdìSabato-Domenica di Pasqua ha visto i bambini della Prima Confessione adorare per primi la Croce il Venerdì Santo e ha celebrato nella Veglia Pasquale il momento culminante. La Comunità, insieme alla Corale, ha acclamato con forza il Signore risorto alle Messe parrocchiali.
• Il Risorto non ha smesso di incalzarci con i suoi doni pasquali: la Misericordia. Il pellegrinaggio votivo alla Madonna del Sasso, la sera del sabato “in albis”, ha aperto la Festa del Perdono. Nel pomeriggio successivo, 28 aprile, Domenica della Misericordia, si sono accostati per la prima volta alla Confessione 17 bambini:
Leonardo Almeida, Aleandro Agostena, Lorenzo Cattaneo, Rey Cavallari, Mia Colombo, Massimiliano Coppolino, Kenta Fumagalli, Lucas Gomes Nunes, Sofia Lanini, Alice Legato, Valeria Patella, Lara Prakljacic, Nicola Regazzoni, Sofia Scascighini, Katrin Lena Zelic, Lorenzo Woody Zambon, Valeria Zrakic. • L’Eucaristia. La Festa dei bimbi, il 1° maggio a S. Antonino, è stata preludio alle Prime Comunioni.
© Foto Garbani
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Domenica 12 maggio Maddalena Calvo, Carlo Casalino, Lorenzo Cattaneo, Giuseppe Gammieri, Lara Khalil, Vlad Lunardi, Nadia Malacrida, Matteo Raimo, Nancy Rodrigues Palermo, Enea Selva, Martino Spano, Marco Tamarin, Iris Zanchi, Jessica Zanni, Aurora Zeolla, si sono accostati per la prima volta all’Eucaristia. La centralità di questo Sacramento per la vita ecclesiale è stata sottolineata dalla Processione del Corpus Domini, che quest’anno abbiamo anticipata e collegata all’Ascensione (30 maggio): l’Eucaristia è il modo che Gesù glorioso ha scelto per restare sempre con noi.
Diversi genitori hanno richiesto il Battesimo per i loro piccoli, perché Gesù Risorto li innesti in sé e semini anche in loro risurrezione e vita eterna. Pienezza dei doni del Risorto è lo Spirito Santo, inviato su Maria e gli Apostoli a Pentecoste. Evento permanente della Chiesa, lo Spirito Santo è protagonista della Cresima, catalizzatore dell’amore nel Matrimonio, forza e pienezza di vita nell’Unzione dei malati. • L’ultima volta che Maria compare nel Nuovo Testamento è nel Cenacolo, in preghiera con gli Apostoli, in attesa dello Spirito Santo. È l’esperienza che riviviamo a maggio. Tutto il mese, nei giorni feriali (lunedì – venerdì), alle 20.00, visitiamo Maria nel suo santuario alle Grazie: le dedichiamo una decina del Rosario, cantiamo le sue lodi (le litanie), adoriamo il suo Figlio presente nell’Eucaristia. È il cosiddetto “fioretto del mese di maggio”, un fiore che doniamo quotidianamente a Maria, nel mese a lei dedicato. Vi partecipa con gioia ed encomiabile fedeltà (con ogni tempo) un discreto numero di parrocchiani, a nome di tutta la comunità, e per tutti invocando con Maria il dono dello Spirito. La madre del Cielo è poi motivo di sempre maggiore fraternità. 12
Accadrà… Giugno 2019 Lunedì 3-Venerdì 7
ore 20.00 alla Madonna delle Grazie “Con Maria in attesa dello Spirito Santo”. Momento di preghiera per tutti, in preparazione alla Pentecoste, animato dai cresimandi e le loro famiglie.
Domenica 9 Solennità della Pentecoste, festa dei cresimandi, cresimati e dell’intera comunità che lo Spirito raduna. Canta la Corale. Lunedì 10
Memoria della Beata Vergine Maria "Madre della Chiesa" introdotta nel calendario il Lunedì dopo Pentecoste da Papa Francesco. Alle 20.00, a motivo del Pellegrinaggio diocesano, S. Messa alla Madonna delle Grazie.
Mercoledì 12 ore 14.30 in Oratorio pomeriggio ricreativo del Gruppo Fratellanza, ultimo prima dell’estate. Giovedì 13
ore 20.00 in Oratorio Assemblea Parrocchiale Pastorale di fine anno: verifica e suggerimenti.
Giovedì 20 Solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo. Orario festivo. Canta la Corale. Con le Vacanze, riproponiamo la S. Messa feriale alle ore 20.00 in chiesa parrocchiale. Giovedì 27
ore 20.00 S. Messa in suffragio di tutti i parrocchiani defunti.
Venerdì 28
Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Ore 17.30 S. Messa in S. Rocco.
Sabato 29
Solennità dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Ss. Messe: orario festivo. Raccolta dell’obolo di S. Pietro per la carità del Papa.
Luglio 2019 Domenica 21
Festa di S. Quirico. Le Ss. Messe delle 8.00 e la parrocchiale delle ore 10.00 vengono celebrate a Rivapiana in onore del compatrono. Aperitivo offerto dalla Società Benefica di Rivapiana.
Giovedì 25
ore 20.00 S. Messa in suffragio di tutti i parrocchiani defunti.
Domenica 28 Festa di Monte Cordonico, territorio della parrocchia. Ore 11.00 S. Messa all’Oratorio della Madonna Ausiliatrice e bicchierata. Lunedì 29
A Morbio inferiore: Festa della B. Vergine Maria invocata col titolo di S. Maria dei Miracoli.
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Agosto 2019 Giovedì 1
Festa Nazionale. Alle ore 10.00, sul S. Gottardo, Mons. Vescovo celebra la S. Messa per la Patria. Alle ore 20.00 S. Messa in S. Rocco. Ricorrono i vent’anni della S. Messa sul Gottardo. Iniziativa particolare per la ricorrenza riportata sull’ultima pagina di copertina.
Venerdì 2
Nelle basiliche minori, nei santuari, nelle chiese parrocchiali si può ottenere l’indulgenza plenaria della “Porziuncola” o “Perdon d’Assisi”. Le opere prescritte sono: visita alla chiesa, recita del Padre nostro e del Credo, confessione, comunione e preghiera secondo le intenzioni del Papa.
Giovedì 15
Solennità dell’Assunzione della B. V. Maria. Festa di precetto. Orario festivo.
Giovedì 29
ore 20.00 S. Messa in suffragio di tutti i parrocchiani defunti.
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Settembre 2019 Domenica 1
Festa della Madonna del Sasso.
Sabato 14
Festa della Esaltazione della Croce. Alle ore 17.30 S. Messa al Crocefisso. Aperitivo.
Domenica 15 Festa Federale di ringraziamento e Festa patronale di S. Rocco (programma dettagliato sul prossimo Bollettino).
Vescovi, Presbiteri e Diaconi Cari fratelli e sorelle, buongiorno,
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l Signore continua a pascere il suo gregge attraverso il ministero dei vescovi, coadiuvati dai presbiteri e dai diaconi. È in loro che Gesù si rende presente, nella potenza del suo Spirito, e continua a servire la Chiesa, alimentando in essa la fede, la speranza e la testimonianza della carità. Questi ministeri costituiscono, quindi, un dono grande del Signore per ogni comunità cristiana e per la Chiesa intera, in quanto sono un segno vivo della sua presenza e del suo amore. Che cosa viene richiesto a questi ministri della Chiesa, perché possano vivere in modo autentico e fecondo il proprio servizio? Nelle Lettere pastorali inviate ai suoi discepoli Timoteo e Tito, l’apostolo Paolo si sofferma con cura sulla figura dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, anche sulla figura dei fedeli, degli anziani, dei giovani (si sofferma in una descrizione di ogni cristiano nella Chiesa) delineando, per i vescovi, presbiteri e diaconi, ciò a cui essi sono chiamati e le prerogative che devono essere riconosciute in coloro che vengono scelti e investiti di questi ministeri. Ora, è emblematico come, insieme alle doti inerenti la fede e la vita spirituale, che non possono essere trascurate, sono la stessa vita, vengano elencate alcune qualità squisitamente umane: l’accoglienza, la sobrietà, la pazienza, la mitezza, l’affidabilità, la bontà di cuore. Ripeto: l’accoglienza, la sobrietà, la pazienza, la mitezza, l’affidabilità, la bontà di cuore. È questo l’alfabeto, è questa la grammatica di base di ogni ministero! Deve essere la grammatica di base di ogni vescovo, di ogni prete e di ogni diacono. Si, perché senza questa predisposizione bella e genuina a incontrare, a conoscere, a dialogare, ad apprezzare e a relazionarsi con i fratelli in modo rispettoso e sincero, non è possibile offrire un servizio e una testimonianza davvero gioiosi e credibili. C’è poi un atteggiamento di fondo che Paolo raccomanda ai suoi discepoli e, di conseguenza, a tutti coloro che vengono investiti del ministero pastorale, siano vescovi, presbiteri o diaconi. L’apostolo esorta a ravvivare continuamente il dono che è stato ricevuto (cfrl Tm4,14;2 Tm1,6). Questo significa che deve essere sempre viva la consapevolezza che non si ve-
scovi, sacerdoti o diaconi perché si è più intelligenti, più bravi e migliori degli altri, ma solo in forza di un dono, un dono d’amore elargito da Dio, nella potenza del suo Spirito, per il bene del suo popolo. Questa consapevolezza è davvero importante e costituisce una grazia da chiedere ogni giorno. Infatti, un Pastore che è cosciente che il proprio ministero scaturisce unicamente dalla misericordia e dal cuore di Dio non potrà mai assumere un atteggiamento autoritario, come se tutti fossero ai suoi piedi e la comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale. La consapevolezza che tutto è dono, tutto è dono, tutto è grazia, aiuta un Pastore anche a non cadere nella tentazione di porsi al centro dell’attenzione e di confidare soltanto in se stesso. Sono le tentazioni della vanità, de1l’orgoglio, della sufficienza, della superbia. Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno. Al contrario, la coscienza di essere lui per primo oggetto 15 della misericordia e della compassione di Dio deve portare un ministro della Chiesa ad essere sempre umile e comprensivo nei confronti degli altri. Pur nella consapevolezza di essere chiamato a custodire con coraggio il deposito della fede (cfr 1 Tm6,20), egli si metterà in ascolto della gente. È cosciente, infatti, di avere sempre qualcosa da imparare, anche da coloro che possono essere ancora lontani dalla fede e dalla Chiesa. Con i propri confratelli, poi, tutto questo deve portare ad assumere un atteggiamento nuovo, improntato alla condivisione, alla corresponsabilità e alla comunione. Cari amici, dobbiamo essere sempre grati al Signore, perché nella persona e nel ministero dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi continua a guidare e a formare la sua Chiesa, facendola crescere lungo la via della santità. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a pregare, perché i Pastori delle nostre comunità possano essere immagine viva della comunione e dell’amore di Dio. Grazie! Papa Francesco Catechesi udienza, 12 novembre 2014
CH-6648 Minusio
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