GEOmedia 2 2019

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Rivista bimestrale - anno XXII - Numero 2/2019 - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

TERRITORIO CARTOGRAFIA

GIS

Mar/Apr 2019 anno XXIII N°2

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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

N uvole di P unti

S ignificative

VALUTAZIONE DINAMICA DELFATTORE COPERTURA DEL SUOLO

HERE CELLULAR SIGNALS

MONITORAGGIO STRUTTURALE SU AMPIA SCALA



Software as a Service … ma anche Maps as a Service? Il mondo del software sta transitando da tempo da una situazione di rilascio di licenza d’uso alla forma di sottoscrizione periodica che prevede un servizio aggiornato disponibile sul cloud. Si paga quindi una tariffa proporzionata al tempo o alla quantità che effettivamente serve o si usa. Uno dei sorprendenti software-come-servizi, SaaS (Software as a Service), di questo tipo è quello che consente anche a professionisti senza particolare background nel settore fotogrammetrico di utilizzare immagini o scansioni laser per produrre rilievi e modelli 3D in modalità quasi automatica con l’uso del cloud. SimActive, uno sviluppatore canadese di software di fotogrammetria, ha da poco annunciato un nuovo servizio di elaborazione dei dati per droni sul cloud. I clienti possono caricare progetti per generare risultati ottimali dalle loro immagini, inclusi DSM, DTM, modelli 3D e ortomosaici. A differenza delle soluzioni basate su cloud più comuni, in cui gli output vengono generati automaticamente e consegnati così com'è, la nuova offerta include anche il controllo di qualità da parte degli specialisti della fotogrammetria. In Italia un simile servizio è offerto dalla GeoWeb S.p.A., la società dedita allo sviluppo e la diffusione di servizi basati sull' Information Technology rivolti ai professionisti nata da una iniziativa del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e Sogei S.p.A. che mette a disposizione soluzioni software come una completa e aggiornata "Cassetta degli attrezzi", nella quale si trovano servizi come GeoDaC, che permette di visualizzare ed estrarre dati dalle nuvole di rilievi laser scanner o fotogrammetrici. Con GeoDaC diventa semplice condividere con i propri clienti la rappresentazione digitale della realtà fisica acquisita; il servizio GeoDaC rende infatti raggiungibile, in Cloud, la Gallery dei lavori sulla quale navigare con facilità le 'nuvole di punti' tramite ogni tipo di device: PC, Tablet o Smartphone. Oppure 3DCapture, che consente rilievi fotografici realizzati con diverse tipologie di strumenti, come ad esempio camere fotografiche tradizionali, sistemi di volo APR (droni), sistemi fotogrammetrici professionali, grazie ad un processo di elaborazione delle immagini fornite, consente la generazione di modelli 3D a nuvola di punti (3D Point Cloud). Si tratta di uno strumento immediato e di facile utilizzo in qualsiasi contesto: edilizio e territoriale, del rilievo topografico e cartografico, architettonico o in ambito beni culturali. Peccato che questi servizi GeoWeb non siano fruibili anche dalle comunità degli ingegneri e degli architetti, ai quali sicuramente potrebbero essere d’aiuto nella loro pratica professionale quotidiana. Memorizzare i dati nel cloud è diventato sempre più popolare tra le aziende e il pubblico in generale negli ultimi anni, ma cosa dire del prorompente MaaS (Maps-as-a-Service) che sta rapidamente diffondendosi nel mondo per offrire mappe che offrono chiarezza universale e una forma al mondo intero. Ci sono servizi offerti come quelli di HARMAN Ignite, per le mappe digitali all'interno dell'ambiente automobilistico che si sta espandendo oltre i normali sistemi di navigazione supportando sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS), guida autonoma e altre funzioni avanzate. Ma non dimentichiamo che per garantire la sicurezza sono necessari il massimo livello di precisione e tempestività di aggiornamento a cui non potrà rispondere il processo di aggiornamento classico che è ancora semi-manuale. Ma ancora come MaaS ben presto vedremo nascere servizi dedicati anche a particolari regioni, come ad esempio succede per Carmenta, che offre mappe sotto forma di Software-as-a-Service (SaaS). Per la navigazione marittima, terrestre, anche integrata a servizio meteo o a qualsiasi altro dato in accordo alle necessità degli utenti. Il futuro della cartografia è li.

Buona lettura, Renzo Carlucci


In

questo

numero ...

Valutazione dinamica del fattore copertura

FOCUS

(C-factor) della RUSLE

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del suolo

REPORT

attraverso immagini telerilevate

LE RUBRICHE

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AEROFOTOTECA

26

MERCATO

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ASSOCIAZIONI

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AGENDA

di

Sergio Grauso, Vladimiro Verrubbi, Alessandro Zini

12 N

uvole di punti

semantiche

Fabio Remondino, Emre Ozdemir, Eleonora Grilli

di

iNtegrazioNi di

14 In copertina una immagine delle nuvole di punti del flusso di lavoro ibrido tridimensionale di infrastrutture a supporto delle patologie edilizie e strutturali: rilievo tridimensionale RGB e infrared.

tecNologie e ProceSSi Per il

moNitoraggio

Strutturale Su amPia Scala di maria marSella, PEPPE d’aranno, iLARIA moriero, giaNLUCA acunZo, michele Vicentino, antonio bottaro

GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da più di 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,

geomediaonline.it

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


INSERZIONISTI

18 HERE T

echnologies

al servizio delle

Telecomunicazioni: HERE Cellular Signals di

Enrico Vitelli: a cento anni

Massimiliano Arcieri

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dalla nascita di

Attilio Selvini

per omogeneizzare ed

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Open

Geo Data dei piani di assetto territoriale, idrogeologico e paesaggistico nel

Lazio di Andrea Spasiano,

Descrizione di un

Fernando Nardi

flusso di lavoro per il rilievo tridimensionale di manufatti di ingegneria civile a supporto dello studio

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aerRobotix

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Codevintec

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Epsilon

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Esri Italia

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GECsoftware

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Geomax

2

Gexcel

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GIS3W

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Gter

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Image S

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Leica

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Planetek Italia

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Profilocolore

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Stonex

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Teorema

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Topcon

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Nell'immagine di sfondo il satellite Copernicus Sentinel-2 mostra la Valle del Po, l’area maggiormente popolata del territorio italiano, che conta quasi la metà dell’intera popolazione italiana. Questa immagine composita contiene diverse acquisizioni effettuate tra il giugno 2018 ed il febbraio 2019 per osservare l’intera area priva di copertura nuvolosa e di smog. Copernicus Sentinel-2 è una missione a due satelliti. Ogni satellite trasporta una camera da ripresa ad alta risoluzione che acquisisce immagini della superficie della Terra in 13 differenti bande spettrali. I dati provenienti da Copernicus Sentinel-2 forniscono un aiuto importante nel monitoraggio dei cambiamenti del territorio.

Dashboard webGIS analizzare gli

3Dtarget

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delle patologie edilizie e strutturali di

Nicola Santoro una pubblicazione

Science & Technology Communication

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FOCUS

Valutazione dinamica del fattore copertura del suolo (C-factor) della RUSLE attraverso immagini telerilevate di Sergio Grauso, Vladimiro Verrubbi, Alessandro Zini

del suolo, causata dai processi idro-climatici e dall’influenza antropica, più efficaci ed utilizzati al mondo. Di tale modello si è già trattato in precedenti articoli su Geomedia (Fattoruso et al. 2010; Grauso et al. 2015). Ricordiamo che la struttura del modello è rappresentata dal semplice prodotto di 5 fattori (erosività della pioggia R, erodibilità del suolo K, lunghezza e pendenza del terreno LS , gestione e copertura del suolo C e tecniche conservative P): A = R∙K∙LS∙C∙P

Fig. 1 - Area di studio.

L'indice di vegetazione NDVI da immagini telerilevate, tramite un adeguato modello di correlazione statistica, può essere utilizzato efficacemente per il calcolo del fattore C del noto modello di previsione dell'erosione del suolo e consentire di parametrizzare ed aggiornare, a varie scale spaziali e temporali, una importante informazione territoriale quale l'uso e grado di copertura del suolo.

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l tema della protezione e conservazione del suolo è oggi quanto mai in primo piano a fronte dei cambiamenti climatici in atto e delle relative conseguenze sulla geo-biosfera nonché sulle attività umane fra le quali, in primo luogo, le attività agricole. Un valido supporto alle politiche territoriali volte alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sul suolo, attraverso l’individuazione dei modelli colturali e delle tecniche conservative più adeguate, è rappresentato dal modello RUSLE (Renard et al. 1991, 1996), uno tra i modelli previsionali per la stima dell’erosione

Anche se il modello fu concepito per essere applicato a scala di singolo appezzamento di terreno, da molti anni esso viene utilizzato anche per valutazioni a scale ben più ampie, dal bacino idrografico fino alla scala regionale e continentale (van Camp et al. 2004, Panagos et al. 2015a). Per tali valutazioni, mentre per la determinazione dei primi tre fattori sono state messe a punto specifiche formule di correlazione e algoritmi di calcolo, e sono disponibili ampie basi di dati e strumenti di interpolazione su base geografica numerica, per il fattore gestione e copertura del suolo (fattore C), la stima rapida, su ampie estensioni territoriali, è ancora una questione aperta. Il calcolo del fattore C è infatti reso complesso dal fatto che esso deriva dalla combinazio-


FOCUS

ne di diversi sub-fattori che andrebbero valutati sul campo: l’uso del suolo pregresso, la copertura fogliare (chioma delle piante), la copertura dai residui di vegetazione, la rugosità e l’umidità del suolo (Renard et al. 1996). Tali sub-fattori andrebbero inoltre determinati per ciascun periodo dell’anno in cui essi rimangono sostanzialmente invariati, ovvero per i singoli periodi vegetativi, e considerando le possibili variazioni stagionali dovute alle rotazioni colturali o a cause naturali che influiscono sulle condizioni fitosanitarie e di crescita delle piante. La procedura di calcolo, quindi, di per sé abbastanza complessa, diviene molto onerosa se deve essere applicata a dimensioni areali ben superiori a quelle del singolo appezzamento. Per tale motivo, negli ultimi decenni sono state studiate tecniche alternative, basate sul telerilevamento satellitare e sull’utilizzo di indici spettrali, che consentono di minimizzare il lavoro di campo e stimare il fattore C con un sufficiente grado di risoluzione al suolo che, nei sensori multispettrali di ultima generazione, è in grado ormai di spingersi a poco più di 1 m. Uno degli indici spettrali più conosciuti ed utilizzati, a questo proposito, è l’indice di vegetazione NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), che utilizza la riflettanza delle piante nelle bande spettrali del rosso e dell’infrarosso della radiazione solare e discrimina con precisione le aree ricoperte da vegetazione naturale o colture dalle aree non vegetate:

Fig. 2 - Distribuzione del valore medio dell'NDVI relativo al periodo 2001-2016.

Molti studi in diverse parti del mondo sono stati focalizzati sulle relazioni tra NDVI, i cui valori variano tra -1 e 1, e fattore C della RUSLE, variabile tra 0 e 1, a partire dal lavoro di De Jong et al. (1994, 1998) che aprì la strada a diversi studi

ed applicazioni che hanno utilizzato di volta in volta nuove piattaforme satellitari e sensori sempre più precisi, di pari passo con l’avanzare della tecnologia (Van der Knijff et al. 1999, 2000, 2002; Erencin 2000; van Leeuwen and Sammons 2003;

Fig. 3 - Classificazione del NDVI basata sulla presenza di manufatti nell'area.

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FOCUS

Cartagena 2004; Suriyaprasit & Shrestha 2008; Kouli et al 2009; Karaburun 2010; Prasannakumar et al. 2011; Perović et al. 2012; Parveen and Kumar 2012; Bayramov and Jabbarli 2013; Durigon et al 2014). Tuttavia, un modello universale di previsione non è stato ancora raggiunto a causa delle diverse condizioni che caratterizzano la vegetazione nei vari ambiti geografici e della insufficienza delle osservazioni dirette. Ciononostante, la metodologia basata sull’Osservazione della Terra appare ancora promettente e soprattutto efficace per le applicazioni a grande scala. Il modello proposto

Nel presente lavoro, sono state utilizzate le serie di immagini con risoluzione spaziale di 250 m, raccolte nel periodo 2001-2016 dalla piattaforma MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer), liberamente accessibili sul sito web della NASA (Land Processes Distributed Active Archive Center, LP DAAC). L’area-test selezionata è la porzione meridionale del Lazio comprendente le province di Latina e Frosinone (Fig. 1), dove l’uso prevalente del suolo è agricolo (58% dell’area), ma intramezzato da numerose infrastrutture antropiche sviluppatesi negli ultimi 50 anni, soprattutto nell’Agro Pontino e nella Valle Latina (valle dei fiumi Sacco e Liri); le aree verdi naturali ammontano al 37% dell’area, mentre le zone edificate coprono il restante 5%. Data la mancanza di osservazioni dirette, relativamente alle condizioni di copertura del suolo nell’area investigata, che ricopre una superficie di circa 4000 km2, la ricerca del modello di correlazione tra NDVI

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e fattore C si è basata sui dati disponibili in rete, in particolare, sono stati utilizzati i valori riportati nella Carta del fattore C dell’Unione Europea (Carta EU), prodotta attraverso il modello LANDUM (Panagos et al. 2015b). La Carta EU, scaricabile dal sito web dell’ESDAC (European Soil Data Centre) in formato raster con risoluzione di 100 m, rappresenta il valore medio su scala pluriennale del fattore C, ricavato a livello continentale da diverse fonti di letteratura nonché da dati satellitari ad alta risoluzione e da statistiche relative alle pratiche agricole raccolte in diversi database pan-europei (Corine Land Cover, NUTS, MERIS). I dati della Carta EU sono stati quindi trattati, nella presente analisi, alla stregua di dati osservati. Sebbene la piattaforma MODIS sia caratterizzata da una risoluzione al suolo più bassa rispetto ad altri sensori, soprattutto quelli di recentissima generazione (es.: Worldview-4), essa presenta il vantaggio di garantire una copertura temporale continua sul lungo periodo, particolarmente utile per il presente tipo di analisi. Sono state quindi raccolte le osservazioni radiometriche con frequenza quindicinale sull’area-test, relative al periodo 2001-2016, e sintetizzate in medie annuali rappresentate in altrettanti layers generati in ambiente GIS. Da questi, è stato ricavato un unico layer contenente il valore medio per singolo pixel dell’NDVI relativo all’intero periodo (Fig. 2). In figura, i colori marrone-rosso rappresentano i corpi d’acqua (laghi costieri) e le aree edificate (comprese le aree ricoperte da serre), mentre i colori dal verde all’azzurro intenso denotano le aree a vegetazione naturale. La stessa immagine può essere classificata in base alla presenza

di manufatti (case isolate, capannoni industriali, stalle, strade secondarie etc.) che possono interferire sulla risposta spettrale delle aree verdi naturali o coltivate adiacenti. Analizzando la distribuzione di frequenza dei valori NDVI in relazione alla distribuzione spaziale di tali manufatti, è possibile distinguere tre gruppi principali di copertura del suolo (Fig. 3): aree artificiali o prive di copertura vegetale, che presentano valori di NDVI inferiori a 0.5; aree naturali o coltivate con scarsa o nulla presenza di manufatti, con NDVI superiori a 0.6; aree miste, ovvero aree naturali o coltivate ma con significativa presenza di manufatti, con NDVI compresi tra 0.5 e 0.6. L’analisi di correlazione tra indice satellitare e dati osservati a terra è stata condotta basandoci sulla considerazione che l’NDVI riflette le variazioni nella copertura del suolo attraverso una corrispondenza biunivoca. Quindi, ad ogni variazione del fattore C, sia nello spazio (da un tipo di copertura ad un altro e nell’ambito dello stesso tipo) che nel tempo (da un minimo valore ad un massimo su base annuale ed interannuale), corrisponde un’equivalente variazione dell’indice di vegetazione. Pertanto, le variazioni spazio-temporali dell’NDVI che è possibile rilevare da satellite ci danno informazioni circa l’andamento reale della copertura del suolo. È stato quindi ricercato un modello di correlazione generale tra i valori medi dell’NDVI prima calcolati ed i valori medi del fattore C, così come forniti dalla Carta EU, per potere applicare lo stesso modello a differenti scale temporali (annuale, stagionale o mensile) e consentire così una valutazione dinamica del fattore C in base alle effettive variazio-


FOCUS

ni che possono aver luogo nel corso del tempo. La corrispondenza tra le variabili è stata innanzitutto ricercata attraverso la sovrapposizione dei due layers (quello relativo all’NDVI medio nel periodo considerato e quello della Carta EU), utilizzando la piattaforma ArcGIS10 previa un’operazione di riclassificazione della Carta EU in grandi aree omogenee, supportata dall’analisi dell’istogramma di frequenza dei valori di C, per ovviare alla diversa risoluzione dei due raster, ma soprattutto agli errori e deformazioni conseguenti alla omogeneizzazione dei sistemi di riferimento adoperati nei due casi. Le coppie di valori così ottenute sono state quindi inserite in diagramma per ricercare la funzione di interpolazione con la migliore approssimazione. È stata prima tentata una relazione lineare, come il modello suggerito inizialmente da de Jong (1994, 1998), ma questa si è rivelata imprecisa e tendente a sottostimare il fattore C nella parte centrale della distribuzione dei valori e sovrastimarlo agli estremi di essa. Inoltre, in base al modello lineare, valori di NDVI molto prossimi a 1, cioè al massimo valore teorico, produrrebbero valori di C negativi, il che è fisicamente incongruo, data la definizione stessa del fattore C il cui valore minimo teorico approssima lo zero ma, di fatto, non è mai nullo. Ad esempio, nella nostra area di studio, la Carta EU riporta valori del fattore C, relativi al vasto bosco ricadente nel Parco Nazionale del Circeo, che variano da 0.0006 a 0.002. Questi risultati hanno suggerito che un modello non lineare, in particolare, una curva logistica sigmoide (Fig. 4), avrebbe approssimato i valori osservati con maggior precisione.

La funzione ottenuta è la seguente:

La figura mostra l’andamento della curva di interpolazione in cui nessuno dei punti osservati giace al di fuori dell’intervallo di confidenza. Gli indici statistici attestano che il modello è in grado di riprodurre con buona precisione le relazioni tra le due variabili (R2 = 0.989, RMSE = 0.015). La funzione ottenuta è stata applicata all’intera area di studio sulla base dei valori medi 2001-2016 dell’ NDVI, ed il risultato è mostrato in Figura 5. I valori del fattore C ottenuti mediante il modello di previsione elaborato mostrano una diffusione di valori più elevati rispetto alla Carta EU, soprattutto nelle aree di pianura, come l’Agro Pontino, la Piana di Fondi e la valle del Liri, dove prevalgono i seminativi. Per contro, in altre aree, si possono riscontrare valori solo legger-

Fig. 4 Diagramma della funzione sigmoide (linee tratteggiate: intervallo di confidenza al 95%).

mente più bassi. In realtà, analizzando in dettaglio l’andamento dei valori nei due raster, nell’ambito delle stesse classi di copertura del suolo, per esempio in quella relativa ai seminativi, si può constatare che intervalli di valori e valori medi sono molto simili (da 0.001 a 0.358, con deviazione standard pari a 0.036, nella Carta EU, e da 0.001 a 0.344, con deviazione standard di 0.097, nella carta derivante dal modello sigmoide). È da specificare, infatti, che la classe dei seminativi nella Carta EU ha un valore fisso assegnato di 0.221 nel 94% delle celle com-

Fig. 3 - Classificazione del NDVI basata sulla presenza di manufatti nell'area.

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FOCUS

Fig. 6 - Diagramma di frequenza dei valori relativi al fattore C ottenuti dal modello sigmoide per la classe dei seminativi.

Fig. 7 - Diagramma di correlazione tra Carta EU e modello sigmoide in base alle classi di uso del suolo Corine Land Cover CLC12.

ponenti l’area complessiva della stessa classe, mentre i valori derivanti dal modello mostrano un ampio range intorno alla media (Fig. 6) che probabilmente rispecchia più realisticamente i vari gradi di copertura del suolo offerti dai diversi tipi di coltivazioni presenti.

Nelle aree con copertura forestale, la Carta EU mostra valori compresi tra 0.001 e 0.310, con deviazione standard pari a 0.04 e valore medio di 0.013; mentre il nostro modello ha prodotto valori da 0 a 0.344 con deviazione standard di 0.067 e media pari a 0.045. Anche in questo caso, l’intervallo dei valori ha una buona corrispondenza tra i due layer, anche se la frequenza di quelli calcolati mediante il modello risulta spostata verso valori più alti. Pertanto, possiamo concludere che, in base alle principali classi di copertura del suolo, così come definite nel sistema Corine Land Cover (EEA), la mappa ottenuta col modello di correlazione è in buon accordo con la mappa da cui sono stati tratti i dati osservati relativi al fattore C (R2 = 0.64) (Fig. 7). Le differenze possono essere spiegate dalle diverse metodologie adoperate nei due casi per ottenere e rappresentare i dati; ad esempio, oltre alla già citata diversità di risoluzione tra i due raster considerati, l’influenza dei manufatti sulla risposta spettrale e quindi sul valore di NDVI nelle cosiddette aree miste, può aver giocato un ruolo nel produrre deviazioni più o meno significative dai valori di riferimento.

Fig. 8 - Mappe del fattore C simulate in base al modello per gli anni 2007 (a) e 2013 (b). 10

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Il valore aggiunto del modello proposto e delle mappe che possono essere ricavate da esso, sta nel carattere dinamico di queste ultime. Come esempio, si riportano due simulazioni prodotte con riferimento a due annate critiche per quanto riguarda la piovosità. Le annate sono quelle del 2007 e del 2013 caratterizzate, rispettivamente, dalla quantità di precipitazione piovosa totale più bassa e da quella più elevata nel periodo qui considerato (2001 - 2016). Come si può vedere, il fattore C appare mediamente più elevato nel primo caso, ad indicare una maggiore propensione all’erosione del suolo in conseguenza di una più scarsa copertura vegetale dovuta a ridotte condizioni di umidità; mentre nel secondo caso le piogge più abbondanti hanno sicuramente favorito la crescita e la diffusione della copertura vegetale, con conseguente riduzione del rischio di erosione. Analoghe simulazioni possono essere effettuate su scala stagionale o mensile, sia in valutazioni retroattive che in proiezioni future, ipotizzando le risposte spettrali in funzione di diverse condizioni di copertura vegetale sotto ipotetici scenari climatici.


FOCUS

BIBLIOGRAFIA Bayramov, E. & Jabbarli K (2013) GIS and Remote Sensing based environmental management of the Shirvan National Park in Azerbaijan. 2013 ESRI Europe, Middle East, and Africa Conference Proceedings, October 21–25, 2013 - Munich (Germany) Cartagena, D.F. (2004) Remotely Sensed Land Cover Parameter Extraction for Watershed Erosion Modeling. M.Sc. Thesis, International Institute for Geo-Information and Earth Observation, Enschede (The Netherlands), 104 De Jong, S.M. (1994) Derivation of vegetative variables from a Landsat TM image for modelling soil erosion. Earth Surface Processes and Landforms, vol. 19, 165-178 De Jong, S.M., Brouwer, L.C. & Riezebos, H.Th. (1998) Erosion hazard assessment in the Peyne catchment, France, Working paper DeMon-2 Project, Dept. Physical Geography, Utrecht University. Durigon, V.L., Carvalho, D.F., Antunes, M.A.H., Oliveira, P.T.S. & Fernandes, M.M. (2014) NDVI time series for monitoring RUSLE cover management factor in a tropical watershed in International Journal of Remote Sensing (35/2), 441-453 EEA Corine Land Cover, https://land.copernicus.eu/pan-european/corine-land-cover/ clc-2012 Erencin, Z. (2000) C-Factor Mapping Using Remote Sensing and GIS. Thesis, Geographisches Institut der JustusLiebig Universität Giessen (Germany) and International Institute for Aerospace Survey and Earth Sciences, Enschede (The Netherlands), 28 ESDAC-European Soil Data Centre https:// esdac.jrc.ec.europa.eu/. Retrieved: 23.06.2017 Fattoruso, G., Grauso, S. & Verrubbi V. (2010). Valutare l’erosione del suolo mediante l’applicazione del modello RUSLE in ambiente GIS in GEOmedia (4), 20-23 Grauso, S., Verrubbi, V., Zini, A., Crovato, C. & Peloso, A. (2015). Carta dell’erosione del suolo del Lazio meridionale in GEOmedia (3), 8-10 Karaburun A. (2010) Estimation of C factor for soil erosion modeling using NDVI in Buyukcekmece watershed in Ozean Journal of Applied Sciences (3 - 1), 77-85 Kouli M., Soupios P. & Vallianatos F. (2009) Soil erosion prediction using the Revised Universal Soil Loss Equation (RUSLE) in A GIS framework, Chania, Northwestern Crete, Greece. Environ Geol (2009) 57, 483–497. DOI 10.1007/s00254-008-1318-9 NASA Land Processes Distributed Active Archive Center (LP DAAC), USGS/Earth Resources Observation and Science (EROS) Center, Sioux Falls, South Dakota, https:// lpdaac.usgs.gov/data_access/data_pool. Retrieved: 15.03.2017 Panagos P., Borrelli P., Poesen J., Ballabio C., Lugato E., Meusburger K., Montanarella L. & Alewell C. (2015a) The new assessment of soil loss by water erosion in Europe in Environmental Science & Policy (54) 438–447 Panagos P., Borrelli P., Meusburger K., Alewell C., Lugato E. & Montanarella L. (2015b) Estimating the soil erosion cover-management factor at the European scale in Land Use Policy journal (48C), 38-50 doi:10.1016/j.landusepol.2015.05.021 Parveen R. & Kumar U. (2012) Integrated

Approach of Universal Soil Loss Equation (USLE) and Geographical Information System (GIS) for Soil Loss Risk Assessment in Upper South Koel Basin, Jharkhand. Journal of Geographic Information System (4) 588-596 Perović V., Životić L., Kadović R, Ðorđević A, Jaramaz D, Mrvić V, Todorović M (2012) Spatial modelling of soil erosion potential in a mountainous watershed of South-eastern Serbi in Environ Earth Sci. DOI 10.1007/ s12665-012-1720-1 Prasannakumar V, Shiny R, Geetha N, Vijith H (2011) Spatial prediction of soil erosion risk by remote sensing, GIS and RUSLE approach: a case study of Siruvani river watershed in Attapady valley, Kerala, India. Environ Earth Sci, 64, 965-972 Renard, K.G., Foster, G.R., Weesies, G.A. & Porter, P.J. (1991) RUSLE-revised universal soil loss equation in Journal of Soil and Water Conservation (46), 30-33 Renard, K.G., Foster, G.R., Weesies, G.A., McCool, D.K. & Yoder, D.C. (1996) Predicting soil erosion by water - a guide to conservation planning with the revised universal soil loss equation (RUSLE). United States Department of Agriculture, Agricultural Research Service (USDA-ARS) Handbook n° 703, Washington, DC Suriyaprasit, M. & Shrestha, D.P. (2008) Deriving land use and canopy cover factor from remote sensing and field data in inaccessible mounatinous terrain for use in soil erosion modeling in The Int. Archives of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences. Vol. XXXVII, Part B7, Beijing , 1747-1750 Terranova, O., Antronico, L., Coscarelli, R. & Iaquinta, P. (2009) Soil erosion risk scenarios in the Mediterranean environment using RUSLE and GIS: An application model for Calabria (southern Italy) in Geomorphology (112) doi:10 1016/j geomorph 2009 06 009, 228-245 Van Camp, L., Bujarrabal, B., Gentile, A.R., Jones, R.J.A., Montanarella, L., Olazabal, C. & Selvaradjou,. S.K. (2004) Reports of the Technical Working Groups Established under the Thematic Strategy for Soil Protection. EUR 21319 EN/2, Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg Van der Knijff, J.M., Jones, R.J.A. & Montanarella, L. (1999) Soil erosion risk assessment in Italy. European Soil Bureau - JRC, EUR 19022 EN Van der Knijff, J.M., Jones, R.J.A. & Montanarella, L. (2000) Soil erosion risk assessment in Europe. European Soil Bureau - JRC, EUR 19044 EN Van der Knijff, J.M., Jones, R.J.A. & Montanarella, L. (2002) Soil erosion risk assessment in Italy. Proceed. 3rd Int. Congress ISSS Valencia (J.L. Rubio, R.P.C. Morgan, S. Asins & V. Andreu, eds.), Geoforma Ediciones: 1903-1917 Van Leeuwen, W.J.D. & Sammons, G. (2003) Seasonal land degradation risk assessment for Arizona in Proceedings of the 30th International Symposium on Remote Sensing of Environment, ISPRS, 378-381

ABSTRACT A correlation analysis between mean Normalized Difference Vegetation Index (NDVI), derived from MODIS imagery time-series (2001-2016), and mean long-term cover management data derived from the C-factor map of the European Union, is here reported. The aim was to find out a model equation helpful to easily estimate the Cfactor of the RUSLE by using the remotely sensed vegetation index as predictor. A sigmoid logistic function resulted to fit well with the observed data (R-square = 0.989, RMSE = 0.015). Two examples of simulations at annual timescale are provided, proving the versatility of the proposed model to estimate the C-factor at differently refined timescales and to easily draw updated maps basing on the availability of NDVI data-series. AUTORE Sergio Grauso sergio.grauso@enea.it Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali Laboratorio Tecnologie per la Dinamica delle Strutture e la Prevenzione del rischio sismico e idrogeologico ENEA Centro Ricerche Casaccia – Via Anguillarese 301, 00123 Roma Vladimiro Verrubbi vladimiro.verrubbi@enea.it Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali Laboratorio Tecnologie per la Dinamica delle Strutture e la Prevenzione del rischio sismico e idrogeologico ENEA Centro Ricerche Frascati – Via Enrico Fermi 45, 00044 Frascati (Roma) Alessandro Zini alessandro.zini@enea.it Unità Studi, Analisi e Valutazioni Servizio Analisi del Sistema Energetico ENEA Centro Ricerche Frascati – Via Enrico Fermi 45, 00044 Frascati (Roma) Hanno inoltre collaborato alla ricerca: Alessandro Peloso alessandro.peloso@enea.it Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali Laboratorio Tecnologie per la Dinamica delle Strutture e la Prevenzione del rischio sismico e idrogeologico ENEA Centro Ricerche Frascati – Via Enrico Fermi 45, 00044 Frascati (Roma) Maurizio Sciortino maurizio.sciortino@enea.it Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali Laboratorio Modellistica climatica e impatti ENEA Centro Ricerche Casaccia – Via Anguillarese 301, 00123 Roma

PAROLE CHIAVE Telerilevamento; NDVI; uso del suolo; RUSLE; analisi di regressione

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Nuvole di punti semantiche E’ arrivato il momento di accoppiare geometria e semantica

Le nuvole di punti, generate da fotogrammetria o laser

di Fabio Remondino, Emre Ozdemir, Eleonora Grill

Fig. 1 - Nuvole di punti dense generate da fotogrammetria (a) o laser scanner (b).

scanning, contengono principalmente informazioni geometriche. Questo le rende poco utili per diverse applicazioni. I metodi di Intelligenza Artificiale hanno aperto un nuovo settore di ricerca e sviluppo, fornendo soluzioni automatiche per scopi di segmentazione e classificazione.

N

egli ultimi anni la generazione automatica e uso di nuvole di punti 3D per applicazioni geospaziali o legate al patrimonio culturale è aumentato in modo significa-

tivo. Metodi fotogrammetrici o strumenti a scansione consentono di generare grandi quantità di informazioni geometriche dettagliate e 3D di una scena (Figura 1), con diversi attributi

derivati dal metodo di rilievo (Tabella 1). Questi attributi per ciascun punto posso essere oggigiorno estesi assegnando informazioni semantiche mediante metodi automatici di segmentazione e classificazione. L’elevata complessità e diversità delle nuvole di punti hanno eletto i metodi di segmentazione e classificazione come gli argomenti di ricerca più attivi e importanti del momento. Questi metodi

Fig. 3 - Esempio di nuvole di punti terrestri (a) classificate (b) in classi specifiche e di interesse.

Fig. 2 - Tipico approccio di Machine Learning, con l’estrazione di features dal dato 3D, la fase di learning e prediction a tutto il dataset in esame.

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Fig. 4 - Esempio di nuvole di punti aeree (a) classificate (b) in classi specifiche e di interesse.

Fotogrammetria

Laser scanning

Accuratezza / Incertezza

Intensità / Riflettanza

Colore

Ritorni / Echi

Ridondanza

Normali

Angolo d’intersezione

Colore

Classi semantiche (post-processing)

Classi semantiche (post-processing)

Normali (post-processing) Tab. 1 - attributi derivati dal metodo di rilievo.

automatici, basati su algoritmi di Machine e Deep Learning, possono aiutare a caratterizzare, descrivere e interpretare meglio la scena rilevata. Gli algoritmi di Machine e Deep Learning hanno portato grandi progressi in questo senso, sebbene i dati necessari al training delle reti neurali sono la causa primaria del successo (o fallimento) di molti approcci, in particolare quando si lavora con nuvole 3D di beni culturali.Gli ultimi sviluppi nella classificazione automatica di nuvole di punti 3D, acquisite con sensori attivi o metodi fotogrammetrici. Le soluzioni sviluppate (Figura

2) si basano su varie reti neurali e dati di training: dopo una fase di learning, la rete neurale esegue una prediction su tutto il dataset in esame al fine di fornire le stesse classi fornite nella fase di training. Le sperimentazioni e i risultati (Figura 3-4) dimostrano che gli approcci proposti sono affidabili, replicabili ed efficaci in vari scenari (città, monumenti, statue, ecc.), fornendo automaticamente informazioni metriche, ad esempio, di aree danneggiate da ripristinare, superfici finestrate nelle facciate degli edifici, volumi verdi nelle aree urbane, ecc.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Grilli, E., Menna, F., Remondino, F., 2017. A review of point clouds segmentation and classification algorithms. ISPRS International Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Vol. 42. Grilli, E., Remondino, F., 2019. Classification of 3D Digital Heritage. MDPI Remote Sensing, Vol. 11(7), 847; https://doi.org/10.3390/rs11070847 Hackel, T., Wegner, J.D., Schindler, K., 2016. Fast semantic segmentation of 3D point clouds with strongly varying density. ISPRS Annals of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Vol. III(3), pp. 177-184. Ozdemir, E., Remondino, F., 2018. Segmentation of 3D photogrammetric point cloud for 3D building modeling. ISPRS International Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Vol. XLII-4/W10, pp. 135-142 Ozdemir, E., Remondino, F., 2019. Classification of aerial point clouds with deep learning. ISPRS International Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences. Proceedings Geospatial Week 2019, in press. Weinmann, M., Weinmann, M., 2017. Geospatial Computer Vision based on multi-modal data - How valuable is shape information for the extraction of semantic information? Remote Sensing, Vol. 10(1). PAROLE CHIAVE nuvole di punti; fotogrammetria; laser scanner; semantica; classificazione; Intelligenza Artificiale ABSTRACT Point clouds, generated by photogrammetry or laser scanning, mainly contain geometric information. This makes them not very useful for different applications. Artificial Intelligence methods have opened up a new area of research and development, providing automatic solutions for segmentation and classification purposes. AUTORE Fabio Remondino- remondino@fbk.eu Emre Ozdemir - eozdemir@fbk.eu EleonoraGrilli - grilli@fbk.eu Fondazione Bruno Kessler

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Integrazioni di tecnologie e processi per il Monitoraggio Strutturale su ampia scala di Maria Marsella, Peppe D’aranno, Ilaria Moriero, Gianluca Acunzo, Michele Vicentino, Antonio Bottaro

L’integrazione di dati satellitari con sensori in-situ migliora significativamente il monitoraggio strutturale a lungo termine, contribuendo a ridurre il potenziale rischio di danni o cedimenti. La raccolta e la condivisione dei dati di monitoraggio attraverso una infrastruttura IoT assicura un costante e sicuro accesso alle informazioni da parte della rete Fig. 1 - Vista 3D degli edifici classificati in base ai cedimenti osservati con monitoraggio satellitare.

utenti, i quali sono spesso chiamati a prendere decisioni sulla base di questi dati. Implementando tale sistema integrato si può raggiungere un monitoraggio più efficiente delle costruzioni esistenti.

I

l monitoraggio strutturale è un campo di crescente interesse in ambito edilizio, anche grazie alla disponibilità di una sensoristica sempre più sofisticata e a costi più sostenibili. Sebbene nessun sistema di monitoraggio strutturale può prescindere dalla valutazione di figure professionali competenti, alla luce della vastità del patrimonio edilizio esistente i dati strumentali sono necessari per verificare lo stato di salute delle strutture aiutando i tecnici nel prendere decisioni verso indagini più approfondite. L’utilizzo congiunto dei dati satellitari SAR e dei dati provenienti da sensori posizionati all’interno dell’edificio consente di monitorare le condizioni del fabbricato e di individuare precocemente situazioni di

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danno incipiente o di variazioni delle condizioni esterne che potrebbero richiedere accertamenti e approfondimenti da parte di tecnici qualificati. Inoltre, le tecnologie satellitari consentono un monitoraggio continuo nel tempo senza generare interferenze con le normali condizioni di operatività dell’edificio, aspetto che diventa fondamentale nel caso di edifici di pubblica utilità come scuole e ospedali. La tecnica DInSAR

La tecnologia satellitare utilizzata per il controllo di strutture è l’Interferometria Differenziale che sfrutta sensori Radar ad Apertura Sintetica (DInSAR). Confrontando una serie di acquisizioni da satellite, in un dato periodo

di tempo di osservazione, la tecnica permette di osservare lo spostamento nel tempo di punti naturali che riflettono il segnale radar e la loro velocità media con l’accuratezza del mm/anno. La tecnica presenta notevoli vantaggi rispetto alle misure tradizionali con strumentazione topografica a terra in quanto non richiede l’istallazione di dispositivi sulla struttura e consente di investigare anche fenomeni a ritroso contribuendo alla valutazione dei processi che possono avere causato danni sull’edificio. In questo periodo storico, sono operative diverse missioni satellitari (tra le quali la missione italiana COSMO-SkyMed) e, inoltre, sono disponibili dati a partire dal 1992 utili per eseguire analisi a ritroso su feno-


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meni che evolvono lentamente nel tempo. Combinando analisi dei dati di archivio con quelle basate sui dati di sensori operativi ad alta risoluzione, è possibile valutare il comportamento degli edifici su lunghi archi temporali per indentificare a-priori la potenziale insorgenza di criticità strutturali o quantificarne a posteriori gli effetti. La tecnica non consente di evidenziare in tempi compatibili con il rilascio di pre-allarmi i movimenti molto veloci o molto intensi (come quelli causati da sismi), viceversa rappresenta un valido contributo per un’analisi a grande scala degli effetti nel tempo di movimenti che avvengono su strutture che hanno subito danni anche per sismi. Infatti, questo tipo di monitoraggio permette di evidenziare l’insorgenza di cedimenti differenziali che potrebbero indurre sugli elementi strutturali tensioni tali da provocarne la fessurazione. Sensori in-situ

Il monitoraggio satellitare dei cedimenti dell’edificio può essere integrato con strumentazione in-situ attraverso sensori posizionati in opportuni punti della struttura per misurare i parametri strutturali significativi legati alla deformazione della struttura. L’utilizzo di estensimetri e di inclinometri permette di tenere sotto controllo rispettivamente l’evolvere di quadri fessurativi preesistenti nell’edificio e fenomeni di inclinazione del fabbricato. L’installazione di sensori accelerometrici consente invece un monitoraggio di tipo dinamico in grado di fornire una duplice informazione: in seguito a un evento sismico, tali strumenti sono in grado di registrare accelerazioni,

Fig. 2 - Identificazione dinamica dei primi modi di vibrare dell’edificio monitorato dall’analisi delle vibrazioni ambientali.

velocità e spostamenti cui l’edificio è stato soggetto durante lo strong motion, fornendo dei parametri quantitativi che consentono di effettuare delle prime valutazioni sulle potenziali conseguenze in termini di danneggiamento. Nelle normali condizioni di operatività invece, questi sistemi sono in

grado di acquisire periodicamente delle registrazioni di rumore ambientale, ovvero le piccole vibrazioni che l’edificio compie in seguito ai naturali agenti esterni come vento, traffico veicolare nelle strade adiacenti o transito delle persone al suo interno. L’analisi di queste vibrazioni permette di identi-

Fig. 3 - Analisi di dettaglio con modello numerico agli elementi finiti per la valutazione delle tensioni indotte nell’edificio dai cedimenti del terreno.

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ficare e monitorare nel tempo le frequenze modali, proprie dell’edificio, evidenziando eventuali trend anomali che possono evidenziare l’opportunità di una valutazione più specifica da parte dei tecnici competenti.

in ambito strutturale in grado di valutare se procedere con ulteriori indagini in situ o prevedere approfondimenti di tipo numerico per modellare il comportamento della struttura e valutare l’evoluzione dei fenomeni in atto.

L’Infrastruttura Tecnologica

GEOWEB S.p.a. e Survey Lab S.r.l. stanno collaborando per lo sviluppo di un servizio innovativo che si avvalga di workflow digitali dedicati al monitoraggio strutturale attraverso la combinazione della tecnologia satellitare DInSAR alle reti di sensori in situ (e.g. accelerometri, inclinometri, estensimetri). Il servizio sarà erogato attraverso un’infrastruttura tecnologica IoT/Cloud che consentirà di sostenere il processo end-to-end garantendone la piena funzionalità ed efficienza, nel tempo, nelle fasi di raccolta dati, trasmissione, elaborazione, analisi e gestione delle comunicazioni. Il servizio alimenterà un sistema di comunicazione di anomalie riferibili al comportamento strutturale di un sito per sollecitare approfondimenti. Gli utenti finali del servizio dovranno essere principalmente figure tecniche competenti

Conclusioni

La capacità propria alla tecnica DINSAR unita alla tecnologia IoT/Cloud, per la trasmissione rapida ed efficiente dei dati raccolti dalla strumentazione in situ, consente la realizzazione di sistemi di monitoraggio su ampia scala per controllare un elevato numero di edifici garantendo tempi di intervento rapidi nel caso in cui vengano rilevate delle anomalie. Affinché possa diffondersi in maniera capillare un monitoraggio strutturale di questo tipo, è necessario intervenire sulla formazione professionale specifica per favorire la presenza sul territorio di numerosi tecnici e figure professionali che possano, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, contribuire al corretto utilizzo delle informazioni e alla definizione di buone pratiche.

PAROLE CHIAVE Integrated solution; DInSAR satellite data; structural monitoring; innovative solution; IoT technology; accelerometer sensors ABSTRACT The integration of DInSAR satellite data and in-situ sensors significantly improve long-term structural monitoring, contributing to reduce potential risk of damages or failures. Collecting and sharing monitoring data through an IoT infrastructure ensures a constant and secure access to the information by professional users’ networks that are often urged to take decisions and activate further investigations. By implementing such integrated systems, a more effective and widespread monitoring of existing building stocks can be achieved. AUTORE Maria Marsella Peppe D’aranno IlariA Moriero Survey Lab info@surveylab.com Gianluca Acunzo gacunzo@os.uniroma3.it Università di Roma Tre, Dipartimento di Matematica e Fisica Michele Vicentino mvicentino@geoweb.it Antonio Bottaro abottaro@geoweb.it Geoweb S.p.a.

Droni Idrografici polivalenti

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Rilievi batimetrici automatizzati Acquisizione dati e immagini Mappatura parametri ambientali Ispezione fondali Dighe, laghi, cave in falda, bacini, fiumi e canali fino a 4 15m/s. Km/h. Insensibili Insensibili ai bassi ai bassi fondali e alla presenza di alghe e detriti

Vendita - Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente 16

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HERE Technologies al servizio delle Telecomunicazioni: HERE Cellular Signals di Massimiliano Arcieri

HERE Technologies, società leader nel business delle mappe digitali e dei servizi di localizzazione, ha recentemente lanciato un nuovo prodotto, “HERE Cellular Signals”, che fornisce informazioni aggiornate e accurate sulla copertura e le prestazioni della rete mobile in oltre 196 paesi nel mondo. Fig. 1 - La rappresentazione di HERE Cellular Signal.

U

n numero crescente di settori industriali guarda con sempre più marcato interesse allo sviluppo dei servizi di localizzazione “connessi”, e potremmo, primi fra tutti, senz’altro nominare i molti segmenti e ambiti lavorativi coinvolti dall’innovazione tecnologica dell’IoT, l’Internet of Things: automotive, trasporti, sanità, telemetria, sicurezza, smart city, pubblica amministrazione, ciascuno di questi con il proprio livello di maturità. HERE Technologies è impegnata già da tempo nello sviluppo di questa tematica, fornendo la propria visione dell’IoT attraverso soprattutto l’implementazione della OLP (Open Location Platform), un

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ambiente di sviluppo incentrato sui servizi di localizzazione che può essere utilizzato su diversi mercati verticali unendo persone provenienti da una vasta gamma di settori, dalle autorità governative alla logistica, dalle infrastrutture al settore automobilistico. Nell’ambito del settore delle Telecomunicazioni, HERE Technologies ha da poco presentato un nuovo innovativo prodotto, “HERE Cellular Signal”, che fornisce per ciascun tratto stradale (dalle autostrade alle vie cittadine e di campagna) un’istantanea della copertura della rete, divisa per operatore, potenza del segnale e tipologia di rete. La potenza del segnale è rappresentata in quattro

categorie, Eccellente, Buona, Accettabile o Debole. Gli ambiti di utilizzo sono molteplici, basti pensare agli operatori di telefonia mobile impegnati a monitorare la performance della propria rete o semplicemente a condurre analisi sui competitors, allo scopo di identificare le aree di maggiore efficacia o debolezza del servizio ed eventualmente programmare gli interventi sul potenziamento dell’infrastruttura. In particolare, con l’avvento del 5G, che comporterà lo sviluppo di una nuova generazione di servizi connessi, sarà fondamentale predire la qualità del segnale in una determinata area rendendo ancora più cruciale la mappatura della banda disponibile.


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Come è stato costruito il prodotto

Per creare “HERE Cellular Signals”, HERE Technologies ha unito la propria mappa radio globale, ricca di contenuti dinamici, con quella della rete stradale, fra le migliori al mondo in termini di qualità e copertura. Nella costruzione della prima, HERE Technologies utilizza dati aggregati di celle telefoniche, tracce Wi-Fi e coordinate GPS provenienti da più di 250 milioni di dispositivi connessi che usufruiscono della tecnologia e dei servizi di localizzazione HERE Technologies nel mondo. La tecnologia di localizzazione HERE Technologies determina il posizionamento di ciascun dispositivo in base alla rete cellulare e Wi-Fi nei paraggi, captando anche la qualità del segnale; aggregando tutte queste informazioni, HERE ha ottenuto una vastissima mappa radio a copertura globale. Questa mappa radio viene aggiornata mediamente oltre cento milioni di volte al giorno solamente considerando gli aggiornamenti basati sui dispositivi mobili. L’enorme mole di dati processata garantisce una maggiore accuratezza e precisione del posizionamento su ciascun tipo di strada, si tratti di strade residenziali secondarie o strade di campagna. HERE Technologies inoltre applica i principi del “machine learning” per identificare anomalie e “rumore” nei dati di crowdsourcing al fine di garantire un output sempre più accurato e qualitativamente ottimale. Il formato disponibile con il quale HERE fornisce il prodotto ai propri clienti è il FGDB (File Geodatabase) con frequenza trimestrale.

Fig. 3 - Architettura e tecnologie di TNC.

Fig. 2 - Simulazione di modellizzazione 3D nella pianificazione della infrastruttura.

Vantaggi per le compagnie telefoniche

“HERE Cellular Signals” offre una serie di vantaggi alle compagnie di rete mobile, come ad esempio la possibilità di programmare gli interventi alla rete stessa, in termini di radio frequenza e/o di infrastruttura, così come nell’effettuare valutazioni di qualità del servizio, proprio e dei competitori sul mercato.

Il prodotto può essere anche utile al servizio clienti dei vari operatori nel rispondere alle domande dei clienti relative al servizio di rete o al team che cura le relazioni con gli investitori nella preparazione dei rapporti sulle prestazioni finanziarie della compagnia. Per le autorità di controllo o di regolazione delle comunicazioni (in Italia, l’AGCOM), può altresì essere di supporto e aiuto

Fig. 3 - Pianificazione della infrastruttura con modellizzazione 3D.

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per visualizzare lo stato e la qualità del segnale sul territorio nazionale e valutarne la conformità agli standard di legge. Vantaggi per i trasporti, la logistica e il settore automobilistico Nella realtà “HERE Cellular Signal” è per sua natura molto versatile, si presta a moltissimi altri settori e business case, proviamo a passarne in rassegna qualcuno. Le compagnie di trasporto possono trarre vantaggio da questo prodotto per migliorare le scambio di informazioni tra le flotte e il centro di spedizione, ottimizzare pianificazione e logistica attraverso la valutazione della copertura della rete cellulare e di conseguenza migliorare i propri servizi. In maniera simile, nel settore automobilistico, i veicoli connessi necessitano di una connettività continua al cloud, all’infrastruttura stradale e agli altri veicoli. Grazie ad HERE Cellular Signals, le case automobilistiche possono suggerire il migliore momento per effettuare il download o l’upload delle informazioni. Per fare un esempio, se un veicolo riesce a prevedere in anticipo che si accinge a viaggiare in un’area con scarsa ricezione del segnale, può pre-scaricare le informazioni di cui avrà bisogno garantendo una migliore esperienza di guida al conducente con minimo impatto sulla rete. Altri utilizzi Nell’ottica della dilagante diffusione dei servizi basati sulla trasmissione di dati e sulla necessità di connessione in rete, viene da sé che una mappa della qualità della copertura del segnale cellulare si presta ad un ventaglio molto ampio di possibilità. Nel settore della pubblica sicurezza, ad esempio, nella gestione delle chiamate ai servizi

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di emergenza (112, 113, 115, 118) può essere fondamentale fornire la posizione esatta del chiamante per l’invio dei soccorsi o connettere nel modo più efficace il chiamante con i mezzi di soccorso o garantire agli automobilisti, in caso di gravi incidenti, la più rapida assistenza possibile. Abbiamo già citato il 5G ed il suo imminente arrivo che comporterà lo sviluppo della connessione di nuova generazione; ma lasciando un attimo da parte le promesse di nuovi servizi e della velocità di rete che i vari operatori cominciano ad annunciare, il dato certo è che sarà necessaria una nuova rete di trasmettitori. Il perché è intuitivamente semplice da spiegare: le reti 5G utilizzeranno frequenze più elevate rispetto a quelle attuali. Il segnale a frequenza più alta fornisce velocità, ma in termini di distanza non arriva così lontano e risulta condizionato dagli ostacoli fisici che eventualmente incontra nella trasmissione. Di conseguenza, per progettare un’infrastruttura idealmente perfetta, i fattori e le variabili da tenere in considerazione sono davvero tanti. HERE Technologies, in collaborazione con altri partners (Infosys e Shields) ha annunciato al Mobile World Congress di Barcellona di stare lavorando ad una soluzione per supportare lo sviluppo della nuova tecnologia, il 5G. La nostra esperienza nell'estrarre elementi e oggetti fisici in 3D come pali, alberi ed edifici porta su un altro livello la pianificazione della rete, da quella teorica a quella fisica. La modellizzazione del mondo reale porta ad un nuovo livello di precisione basato sull’ambiente reale da servire dalla prossima generazione di frequenze radio. Una maggiore precisione negli strumenti utilizzati per la

progettazione delle reti future facilita la scelta, la selezione e il posizionamento del trasmettitore. Gli strumenti 3D riducono il numero di sondaggi fisici “in situ” necessari per pianificare ciascuna area specifica. La progettazione della rete può essere ridotta a pochi giorni e gli operatori di rete mobile possono eseguire aggiornamenti, installare nuove apparecchiature e aggiungere capacità molto più rapidamente di prima. HERE Cellular Signals è già integrato in una nuova soluzione sviluppata da Continual, che fornisce alle case automobilistiche (per le auto “connesse”) e agli operatori di rete mobile un set di strumenti unico per analizzare e migliorare l’esperienza di viaggio connessa.

ABSTRACT HERE Technologies, a global leader in mapping and location platform services, recently announced HERE Cellular Signals, a unique data set that provides up-to-date information about mobile network performance on practically every stretch of road across 196 countries. HERE Cellular Signals powers a range of industries and services: in the transport and logistics space, dispatchers and drivers need to be more efficiently and effectively connected than ever. In the telecoms space, wireless networks must expand their capacities while maintaining quality to meet the demand for mobile communications and broadband services. HERE Cellular Signals supports and enhances both industries. By delivering quality data, we enable personnel to make better decisions, plan and analyze more precisely, and respond to events faster. PAROLE CHIAVE Internet of Things; telecomunicazioni; 5G; location services. AUTORE Massimiliano Arcieri HERE Technologies – massimiliano.arcieri@here.com


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AEROFOTOTECA

L’AEROFOTOTECA NAZIONALE RACCONTA….. ROGER AGACHE, IL “FOLLE CHE VOLA” di Alessandra Dell’Anna

Fig. 1 - Roger Agache in volo sulla Piccardia, 25 marzo 2005. Da https://commons.wikimedia.org/wiki/

N

ella letteratura scientifica francese e, a buon diritto, in quella internazionale, il nome di Roger Agache (1926 - 2011) è legato alla nascita della fotointerpretazione in ambito archeologico (Fig. 1). Nato ad Amiens, capoluogo della Piccardia nel nord della Francia, entrò nel mondo dell’archeologia specializzandosi in studi preistorici, dedicandosi all’analisi del paesaggio solo in un secondo momento, rispolverando l’interesse e la curiosità per l’ambiente rurale in cui era cresciuto da bambino. Agache aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza con i nonni in un piccolo villaggio di campagna vicino Amiens, sviluppando un forte senso di osservazione, di curiosità e di appartenenza alla sua terra, elementi che lo accompagneranno in tutte le ricerche e gli studi. Uno dei primi lavori, infatti, fu lo studio dei rifugi sotterranei costruiti nei piccoli centri durante la Seconda Guerra Mondiale. Laureatosi con un lavoro sul Quaternario della zona della

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Somme, a partire dal 19551956 iniziò ad effettuare i primi voli sui villaggi della campagna francese. Nonostante i risultati non incoraggianti, la sua forte personalità e la voglia di conoscere lo portarono ad insistere in questo nuovo campo di ricerca che legava il lavoro diretto sul terreno con l’osservazione dei siti dall’alto, ponendo le basi metodologiche in un ambito che, soprattutto in Francia, era ancora ai primordi. Con il bagaglio culturale della più evoluta fotointerpretazione inglese cambiò la strategia di indagine, effettuando voli mirati su siti archeologici già noti e scavati da lui stesso, in particolare quelli neolitici a Hardivillers nel dipartimento di Oise, a sud di Amiens. Dall’aereo Agache intercettò così le stesse tracce circolari osservate oltremanica dall’archeologo inglese O.G.S. Crawford. Dopo la pubblicazione dei risultati ottenuti – e l’iniziale scetticismo da parte del mondo accademico- nel 1961 ottenne il riconoscimento di Raymond Chevallier, antesignano degli archeologi fotointerpreti, che lo indirizzò definitivamente verso la topografia e l’aerofotointerpretazione. “ Vues aériennes de la Somme et recherche du passé” (1962), con 93 fotografie aeree, è considerata oggi la prima pubblicazione scientifica francese in questo ambito di ricerca ed è stato anche il testo che fece conquistare all’archeologo un posto di rilievo nel mondo scientifico internazionale. L’esperienza sul campo e nei cieli francesi portò Agache ad ampliare le basi metodologiche della fotointerpretazione. Concentrando le sue ricerche nei territori della Francia settentrionale, geomorfologicamente particolari per la presenza di

altopiani limosi, egli provò ad effettuare voli di ricognizione anche nel periodo invernale (1963-1964), sfidando le intemperie e affrontando incidenti di volo, anche gravi. Tali sacrifici, tuttavia, ripagarono Agache che in seguito a queste ripetute campagne fotografiche scoprì siti archeologici fino ad allora mai individuati, tra cui diverse ville gallo-romane, e quindi intensificò il suo lavoro con il supporto dell’archeologo Bruno Bréart. Con lui pubblicò nel 1975 i due volumi del grande “Atlas d’Archéologie aérienne de Picardie”, che raccolgono tredici anni di ricerche che fruttarono la scoperta di circa 1000 siti – in un territorio dove se ne conoscevano 100 – e che, oltre alla contestualizzazione storica e cartografica, rappresentano il risultato tangibile della fotografia aerea applicata all’archeologia. Ormai affermato nel mondo scientifico, Agache continuerà a studiare ed a pubblicare le sue ricerche, svolte principalmente sul territorio della Piccardia, pubblicando più di 200 articoli scientifici a sua firma. Il metodo di lavoro di Roger Agache si sviluppa nella produzione di numerose fotografie aeree per ogni volo; nella ripetizione delle fotografie in tutte le stagioni (soprattutto d’inverno); nel confronto dei dati fotografati con documenti d’archivio, compresa la cartografia storica; nella realizzazione di controlli sistematici del suolo. Passaggi, questi, che oggi sono scontati e consequenziali nella ricerca archeologica ma che nella Francia degli anni ‘60 del Novecento erano veri esperimenti, non sempre condivisi dall’archeologia accademica e “tradizionale”. L’Aerofototeca Nazionale conserva un fondo, denominato “Documentazione Estera”, che


AEROFOTOTECA

raccoglie fotografie aeree datate tra 1930 e 1960, relative a siti archeologici sparsi nei paesi del bacino del Mediterraneo, con qualche sconfinamento nella zona europea e nelle aree del Mediterraneo nord-orientale. Sono testimonianze fondamentali di una realtà storico-archeologica di cui oggi, in alcuni casi, non possiamo più usufruire, come nel caso dei siti in Afghanistan o in Libia distrutti dalle guerre. Nel corso dell’analisi delle foto di questo fondo, che ho condotto nell’ambito del progetto Memorie geografiche. Un archivio fotografico per la storia del territorio, diretto da Margherita Azzari dell’Università di Firenze in collaborazione con la Società Geografica Italiana e ICCD-Aerofototeca Nazionale, ho riconosciuto un nucleo di otto immagini scattate da Agache sulla zona di Somme (Francia) negli anni ’60 (Fig. 2), ancora più prezioso per

le indicazioni topografiche scritte sul retro delle stampe e sottoscritte dall’autore, che in alcuni casi ha aggiunto la descrizione delle tracce archeologiche. Particolari Fig. 2 - «Noyelles-sur Mer (Somme). Autour du tumulus de Saint-Ouen, cette photo a sono gli appermis de découvrir trois fossés circulaires comblés et un enclos rectangulaire. Les anciens fossés protohistoriques apparaissent en sombre, les tranchées de la dernière guerre punti legati apparaissent en blanc. R. Agache». AFN, fondo Documentazione, neg. 35398. Edita in alla tipologia Information Archeologique, 1963, fig. 13. di traccia che, a volte, ci dà anche riferitempo sfociano dalla pura mementi cronologici relativi ai voli todologia nell’intimo pensiero effettuati dall’archeologo. dello studioso, dando un emoPer esempio, Agache scrive di zionante senso di empatia con il una “traccia da umidità” evigrande ricercatore. denziata dalla rugiada mattutina Di queste fotografie quatche, indirettamente, ci comuni- tro sono state pubblicate in ca il momento della giornata in Information Archéologique, cui ha scattato le fotografie; o Gallia Préhistorique 1963, “tracce chiare” della vol.6; quattro risultano al moSeconda Guerra mento inedite. Mondiale distinte da quelle scure di umidità. Ancora, tracce archeologiche di siti già noti, identificati e annotati sul momento come BIBLIOGRAFIA “bastione del 1597” HJ.C. Blanchet, T. Ben. Redjeb, B. Bréart, Bibliographie de Roger Agache, in Revue archéologique de Picardie, o riferimenti ai luo3-4, 2011, pp.12-19; R. Fossier, R. Agache, Détection ghi della “battaglia aérienne de vestiges protohistoriques, gallo-romains et médiévaux dans le bassin de la Somme et ses abords, in di Crécy del 1346”. Annales. Economies, sociétés, civilisations, 26e année, L’aspetto forse più 6, 1971, pp. 1302- 1304 ; R. Regrain, R. Agache, B. personale di questi Bréart, Atlas d’archéologie aérienne de Picardie. La Somme protohistorique et romaine, in Norois, n° 97- 98, Aprileappunti, però, è coGiugno 1978, pp. 301-303. Notizie su Agache anche stituito dai disegni in www2.culture.gouv.fr realizzati a matita da PAROLE CHIAVE Agache stesso (Fig. Roger Agache; fotointerpretazione; 3), schizzi tecnici archeologia che riportano riferimenti topografici AUTORE per una migliore Alessandra Dell’Anna ic-cd.aerofototeca@beniculturali.it comprensione perFig. 3 - «Amiens (Somme). Réapparition d’un bastion losangique, grâce à des anomalies dans la coloration des céréales (orge). R. Agache ». AFN, sonale del territorio fondo Documentazione, neg. 35399 (didascalia e schizzo a penna sul ver- ma che allo stesso so). Inedita.

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PAKISTAN OCCIDENTALE Acquisita il 14 aprile 2018 dal satellite Copernicus Sentinel-2A questa immagine mostra il Pakistan occidentale ed una importante area umida. Consente di osservare la costa frammentata che forma parte del delta del fiume Indo. Il delta di un fiume si forma quando i sedimenti che vengono trasportati dal fiume finiscono per entrare in un corpo d'acqua stagnante creando un conoide alluvionale, che in questo caso si estende per 150 km lungo la linea costiera. Il fiume Indo, visibile sulla destra, si snoda attraverso la provincia del Sindh ed Ë uno dei più lunghi fiumi del mondo: nasce in Tibet e si sviluppa per circa 3000 km prima di riversarsi nel Mar Arabico. Il delta dell'Indo è formato da torrenti, pantani, paludi ed include la settima foresta di mangrovie più grande al mondo. In ogni caso, grazie allaumento dei sistemi di irrigazione ed alle dighe costruite sul corso del fiume, si è ridotto l'ammontare del limo scaricato nel mare, con effetti significativi sulle mangrovie e sulla comunità locale. Una consistente porzione del delta è scomparsa e la sopravvivenza delle specie di acquadolce del delta è incluso il delfino del fiume Indo - sono a rischio.Anche responsabile per l'inquinamento è il porto della città di Karachi, che è parzialmente visibile nell'immagine in alto a sinistra. In alto a destra ci sono due importanti corpi d'acqua presso il confine con il deserto pietrificato ed entrambi risultano ricchi di vita selvaggia. Il lago artificiale Haleji, di forma quadrata, venne ampliato nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per disporre di maggiori scorte d'acqua per le truppe. Il lago di acqua dolce sostiene un'abbondante vegetazione acquatica ed ospita un certo numero di specie di volatili.All'estrema destra il lago di acqua dolce Keenjhar è una delle maggiori sorgenti di acqua potabile per Karachi, ma anche per Thatta, che si trova a destra della macchia di territorio color giallobeige. Entrambe i laghi, così come il delta del fiume Indo, sono sedi di aree umide che sono state designate di importanza internazionale dalla Convenzione di Ramsar, un trattato internazionale per la conservazione e la sostenibilità di impiego delle aree umide. Sentinel-2 del programma europeo Copernicus è una missione a due satelliti. Ogni satellite trasporta una camera da ripresa ad alta risoluzione che fornisce immagini della Terra in 13 differenti bande spettrali. La missione è primariamente utilizzata per tracciare i cambiamenti nel modo di utilizzo del territorio e per monitorare la salute della nostra vegetazione. La vegetazione in questa immagine a falsi colori appare di colore rosso. Traduzione: Gianluca Pititto Crediti: European Space Agency

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TOPCON ANNUNCIA L’UPGRADE DI MAGNET COLLAGE WEB COMPLETO DI NUOVE OPZIONI DI DELIVERABLE Topcon Positioning Group annuncia l’ultimo upgrade di MAGNET Collage Web, il servizio web-based che consente la condivisione e la collaborazione di set di dati APR e di scansione. MAGNET Collage Web versione 1.3 è stato progettato per consentire agli operatori di lavorare con più tipologie di dati con maggiore flessibilità, compresa la capacità di importare modelli BIM, oltre a dati CAD e GIS. I software MAGNET Collage Web e MAGNET Collage desktop soddisfano le esigenze di gruppi di utenti diversi. L’ultimo aggiornamento è stato realizzato per soddisfare le crescenti necessità del segmento di mercato del Vertical Building Construction, di lavorare in un unico ambiente software con set di dati BIM, di scansione e APR. “Adesso gli operatori possono visualizzare e pubblicare modelli BIM insieme ad altri tipi di dati, direttamente attraverso il browser web, in modo che siano condivisibili con una

NASCE GEOHUB: UN NETWORK PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE E LO SVILUPPO SOSTENIBILE Telespazio (Leonardo/Thales), e-GEOS (Telespazio/ASI) e GAF hanno recentemente presentato a Milano un’iniziativa che riunisce mondo accademico, imprese e start-up. Telespazio, una joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), e la controllate e-GEOS (ASI/Telespazio) e GAF hanno recentemente sottoscritto con Politecnico di Milano, Università “La Sapienza” di Roma, SEELab della SDA Bocconi e altre imprese e start-up, il manifesto costitutivo di GEOHub, un network di open innovation rivolto allo sviluppo di soluzioni di geoinformazione per la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. L’adesione al manife-

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maggiore versatilità,” ha affermato Alok Srivastava, direttore della gestione dei prodotti. “MAGNET Collage Web può essere usato per sovrapporre scansioni laser as-built e dati di progetto per visualizzare le modifiche proposte e individuare eventuali problematiche costruttive. Il software supporta i formati OBJ, FBX e 3DS.” L’upgrade di MAGNET Collage Web include anche una nuova funzionalità di pubblicazione diretta per file di dati CAD e GIS attraverso il browser. “Gli operatori possono ora sovrapporre nuvole di punti 3D e modelli della realtà con dati di progetto CAD e GIS, incluso il supporto per i formati DXF, SHP, KML, GML e GeoJSON,” ha affermato Srivastava. L’aggiornamento di MAGNET Collage Web presenta inoltre comandi di condivisione avanzati, inclusa la possibilità di personalizzare completamente la visibilità dei layer, l’aspetto, il layout delle finestre, la selezione delle caratteristiche e la posizione della fotocamera. “L’aggiornamento dei comandi per la personalizzazione consente agli operatori di condividere e presentare i propri progetti esattamente come vogliono, con una moltitudine di opzioni di visualizzazione, consentendo di evidenziare caratteristiche specifiche in base alle necessità,” ha affermato Srivastava. Inoltre, adesso è possibile accedere a MAGNET Collage Web attraverso la “barra blu” di Topcon che consente l’accesso diretto al servizio da qualsiasi sito web Topcon. La barra degli strumenti universale per la gestione degli account e delle applicazioni è integrata nella parte superiore delle pagine web Topcon. Per maggiori informazioni, visitare topconpositioning.com.

sto è avvenuta oggi al Living Planet Symposium, una tra le più importanti conferenze mondiali sull’osservazione della Terra, organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) presso il Centro Congressi di Milano (MiCo). GEOHub intende cogliere le opportunità offerte dalla contaminazione tecnologica e dall’incontro tra il mondo dei servizi satellitari di geoinformazione e i big data, le applicazioni di intelligenza artificiale, i servizi su cloud, i blockchain e la machine learning. L’obiettivo di GEOHub è fornire servizi innovativi che trasformino i big data spaziali in applicazioni mirate, tempestive e di facile utilizzo in settori come la gestione delle emergenze, l’agricoltura di precisione, il monitoraggio dell’ambiente e delle infrastrutture, la business intelligence. Telespazio, e-GEOS e GAF si adopereranno per la crescita del network GEOHub aggregando ulteriori competenze, dal mondo accademico a quello dell’innovazione, con l’obiettivo di ridisegnare nel prossimo futuro il settore della geoinformazione e identificare strumenti sempre più innovativi per la difesa del nostro Pianeta. www.telespazio.com.it


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NUOVA PIATTAFORMA WEBGIS DEL COMUNE DI BRINDISI BASATA SU TECNOLOGIA PITNEY Il Comune di Brindisi ha recentemente installato una nuova piattaforma WebGIS basata su tecnologia Pitney Bowes denominata Spectrum Spatial Analyst(SSA). Teodoro Indini, Architetto e Funzionario del Comune di Brindisi ha detto:

“La nuova soluzione di Pitney Bowes ha ricevuto gli apprezzamenti sia da parte dei cittadini sia dai professionisti del Comune di Brindisi che utilizzano questo nuovo servizio di web mapping. Il motivo è, in parte, il fatto che le prestazioni del sistema sono molto più veloci. “ “È tra l’80 e il 90 per cento più veloce del nostro sistema tradizionale. Inoltre l’interfaccia intuitiva della soluzione consente ai dipendenti, ovunque siano sul territorio comunale di modificare in totale autonomia le mappe. “ “La persona che effettivamente lavora al problema può determinare come sarà visualizzato”, continua Indini. “E gli aggiornamenti vengono distribuiti molto più rapidamente. Per esempio, ho tracciato un gasdotto in SSA e nell’arco di un minuto il disegno era disponibile a tutti gli utenti delle nostre mappe.” Naviga sul nuovo webGIS del Comune di Brindisi, www.brindisiwebgis.it Scopri la tecnologia spectrum spatial analyst di Pitney Bowes. www.pitneybowes.com.

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L’insieme di servizi offerti da IRDATfvg, nella sua nuova veste, garantisce a tutti i soggetti che operano sul territorio una infrastruttura di accesso alle informazioni con garanzie di certezza e unicità sui dati e di massima interoperabilità: le informazioni territoriali, le metodologie di armonizzazione dei dati territoriali e i modelli individuati nel progetto Harmo-Data sono stati testati ed utilizzati in casi di studio su scenari reali. Per il Friuli Venezia Giulia è stata implementata un’analisi comparativa tra i modelli utilizzabili per descrivere i dati appartenenti alle infrastrutture del sottosuolo che costituisce il primo elemento in vista della realizzazione di un catasto delle infrastrutture sottosuolo. Il case study sull’utilizzo dei modelli AgID e Inspire è stato realizzato utilizzando i dati dell’infrastruttura in fibra ottica di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia e i dati delle reti tecnologiche forniti da altri stakeholder di Progetto. Ciò dimostra che sono stati colti i vantaggi derivanti dello strumento anche in termini di risparmio di tempo e denaro nella gestione/manutenzione/aggiornamento della rete delle infrastrutture sottosuolo relative alle telecomunicazioni, con evidenti e immediati benefici sia per i progettisti che per i gestori delle infrastrutture. La metodologia di armonizzazione, messa a punto nel contesto del Progetto Harmo-Data, ha permesso di sistematizzare, per Regione FVG, il processo di alimentazione verso il Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (SINFI), come previsto dal Dlgs 33/2016 e dal Decreto attuativo del 11.5.2016, soprattutto considerando gli obblighi previsti “senza oneri per l’amministrazione”. Oltre a Insiel, sono partner del progetto: Geodetski Inštitut Slovenije – GIS , Geodetska Uprava Republike Slovenije – GURS, Igea doo, Università degli Studi di Trieste– UNITS, Terre S.r.l.

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PROGETTO HARMO-DATA: SCAMBIO, INTEROPERABILITÀ E STANDARDIZZAZIONE DEI DATI TERRITORIALI Il progetto Harmo-Data, di cui Insiel è partner, ha come obiettivo l’armonizzazione dei dati per la gestione transfrontaliera del territorio. La standardizzazione dei dati consente la creazione di basi informative territoriali conformi alle regole tecniche emanate da AgID e alla direttiva europea INSPIRE. L’armonizzazione dei dati per la gestione transfrontaliera del territorio è stato il tema del progetto Harmo-Data, inserito nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V A Italia - Slovenia 2014-2020 e di cui Insiel - ICT in-house della Regione Friuli Venezia Giulia - è partner, su incarico della Direzione regionale centrale infrastrutture e territorio. Il progetto è iniziato ufficialmente il 20 settembre 2017 e si concluderà a giugno 2019: tra i risultati ottenuti in Friuli Venezia Giulia, grazie al prezioso contributo degli stakeholders che partecipano attivamente ai tavoli dei workshop tecnici, vi è la realizzazione di un sostanziale aggiornamento della piattaforma regionale IRDATfvg. La piattaforma rappresenta uno strumento fondamentale per la diffusione e la disseminazione dei dati territoriali prodotti in FVG e per questo è a disposizione di tutti i progettisti e di coloro che si occupano di programmazione e gestione del territorio. La standardizzazione dei dati costituisce, da un lato, la garanzia dell’interoperabilità transfrontaliera, grazie anche al supporto al bilinguismo, dall’altro consente la creazione di basi informative territoriali conformi alle regole tecniche emanate da AgID e alla direttiva europea INSPIRE. La disponibilità di uno strumento organizzativo e operativo favorisce l’interscambio delle informazioni geografiche in ambito intra ed inter istituzionale, consolidando e facendo evolvere le soluzioni esistenti nel settore dei Sistemi Informativi Territoriali.

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TABLET RUGGED K120-EX GETAC. SICUREZZA E PRODUTTIVITÀ IN OGNI AMBIENTE GETAC amplia la propria gamma di prodotti con il nuovo K120-Ex. Il nuovo Tablet Rugged di Getac favorisce la socurezza e la produttività negli ambienti pericolosi. Il tablet fully rugged combina prestazioni di calcolo potenti con la tecnologia antiesplosiva in conformità alle rigide norme UE. Getac ha annunciato il lancio del suo nuovo tablet fully rugged K120-Ex che garantisce livelli di sicurezza e prestazioni senza pari agli operatori che lavorano in ambienti pericolosi. La trasformazione digitale nel settore industriale ha visto sostituire i sistemi tradizionali su supporti cartacei con dispositivi mobile dotati di lettori RFID e scanner di codici a barre integrati che raccolgono i dati e li gestiscono in un modo molto più efficiente. Tuttavia, la presenza di gas infiammabili e di polveri in molti siti industriali crea un’atmosfera volatile in cui basta una singola scintilla di un dispositivo elettrico per provocare una grossa esplosione. Per lavorare in sicurezza in certi ambienti, occorrono computer speciali che limitano l’emissione di energia elettrica e termica al di sotto dei livelli di pericolosità ed eliminano il rischio di scintille. Combinare potenza e sicurezza Il K120-Ex combina il celebre tablet K120 di Getac con la tecnologia antiesplosione in perfetta conformità con le norme UE in materia di prodotti certificati per l’impiego in ambienti pericolosi. Il K120-Ex è certificato per l’uso nelle zone pericolose 2/22 (UE): il risultato è un nuovo tablet versatile che può essere usato per svolgere compiti fondamentali in un ampio raggio di ambienti pericolosi. “Dato che la trasformazione digitale continua a stimolare il cambiamento in settori quali oil&gas, petrolchimico e farmaceutico, è sempre più importante e necessario avere dispositivi in grado di operare in maniera efficiente in ogni angolo dell’impianto, piattaforma, raffineria o fabbrica”, dice Rick Hwang, President of Rugged Business Unit di Getac Technology. “Con il K120-Ex gli operatori possono lavorare in ambienti pericolosi senza nessun problema, sapendo di essere protetti dalla tecnologia e dalle funzioni di sicurezza intrinseca più recenti.” Potenti e versatili in tutte le condizioni Il tablet K120-Ex è dotato di un processore Intel Core i5 di 8° generazione e una CPU Quad-core i7 per ottimizzare le prestazioni, anche quando si utilizzano molteplici applicazioni simultaneamente. Un ampio schermo full HD da 12,5” offre la massima versatilità, mentre la tecnologia Lumibond con funzioni di leggibilità alla luce del sole e touch con la pioggia e i guanti garantisce visibilità dello schermo (1200 nit di luminosità) e produttività perfino nelle condizioni più estreme.

Il K120 è disponibile anche nella versione K120-ANSI con tutte le certificazioni necessarie per l’impiego in zone pericolose C1D2 (USA). Rugged dall’inizio alla fine Gli impianti industriali hanno norme severe per le attrezzature, perciò il K120-Ex è conforme agli standard militari di robustezza MIL-STD-810G e certificati IP65 per la resistenza all’acqua e alla polvere. Sono inoltre certificati per resistere alle cadute da 1,80m di altezza e restano pienamente operativi a temperature fra -21 °C e +63 °C. Garanzia Il Tablet K120-Ex beneficia di una garanzia 'Bumper to Bumper' unica sul mercato, che copre anche i danni accidentali, per una tranquillità totale. Getac Technology Corporation, è una sussidiaria chiave di MiTAC-Synnex Business Group (con ricavi consolidati per il 2018 pari a 38 miliardi di dollari USA), è stata fondata nel 1989 come joint venture con GE Aerospace per fornire prodotti elettronici per la difesa. Le attività di business di Getac comprendono notebook rugged, tablet PC rugged e soluzioni video mobili per uso militare, pubblica sicurezza e per i clienti che operano nei settori delle utilities, produzione, trasporto e logistica. Le notevoli capacità di Ricerca e Sviluppo di Getac consentono di offrire un elevato livello di ingegnerizzazione personalizzata e soluzioni complete di integrazione hardware-software. Per ulteriori informazioni visitare: http://it.getac.com

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Enrico Vitelli: a cento anni dalla nascita di Attilio Selvini

F Alla Sapienza la cattedra di topografia, subito dopo la seconda guerra mondiale, era coperta da Giovanni Boaga. Il grande studioso, che al tempo era anche Direttore Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali, cercava un assistente. Gli venne presentato un giovane romano, alto e prestante, brillantemente laureato in ingegneria, che aveva servito nel Regio Esercito come tenente di complemento ed era stato per breve tempo a Stoccarda per rapporti con la Wehrmacht. L’incarico gli venne subito dato, ma poco dopo l’ingegnere entrò per concorso nell’Amministrazione catastale, ove avrebbe poi condotto tutta la sua carriera. Il giovane era Enrico Vitelli, classe 1919; servizio militare a Pavia, ove conobbe una gentile e bella signorina di ottima famiglia, che sarebbe divenuta poi la sua consorte.

ra le figure di spicco della topografia italiana, Enrico Vitelli merita una ricordo particolare, essendo stato contemporaneamente e frammischiando le sue attribuzioni, docente universitario, alto funzionario dello Stato, direttore editoriale, ricercatore, storico della geodesia, presidente di Società Scientifica: vediamo di parlarne. Nel 1951 Giovanni Boaga decise di ricostituire su altra forma la SIFIP (Società Italiana di Fotogrammetria Ignazio Porro) ampliandola alla topografia, soprattutto sul suggerimento di Odoardo Fantini Bonvicini, allora Direttore dell’Ufficio Regionale per la Riforma Agraria del Lazio, e già Segretario del Sindacato Fascista Geometri Liberi Professionisti (Selvini 2012). Fra i ventidue soci fondatori della SIFET (Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia) vi fu anche l’ingegner Enrico Vitelli (Boaga 1951), allora già alla Direzione Generale del Catasto a partire dal 1947. Va notato che Vitelli fu l’ultimo del soci fondatori della SIFET a scomparire, e il primo a reggerne la presidenza per ben due volte (dal 1975 al 1978, poi dal 1987 al 1990, allorché gli successe il professor Carlo Monti). La carriera di Enrico Vitelli in Catasto fu lunga e prestigiosa;

nominato Ispettore Generale Erariale nel 1967, andò fuori ruolo per limiti di età nel 1981 col grado di Direttore Generale; ma già dal 1971 al 1986 era stato dapprima Professore incaricato e poi associato di Topografia nella Facoltà di Ingegneria dell’Università Partenopea. Nel lontano 1933 era stata fondata la “Rivista del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali”, che nel 1992 diverrà “Rivista del Dipartimento del Territorio” e quindi nel 1999 “Rivista dell’ Agenzia del Territorio”. Di essa diverrà direttore responsabile nel 1979 Enrico Vitelli, che la lascerà solo alla sua scomparsa, nell’agosto del 2009. Vale la pena di parlare di questa lunga direzione, anche perché chi scrive ha collaborato pesantemente proprio in quel periodo di tempo con la prestigiosa Rivista, sempre sostenuto e talvolta sollecitato bonariamente dal suo eccellente Direttore. Ben 58 sono i suoi articoli ivi pubblicati, l’ultimo

Fig. 2 - L’autore e il professor Enrico Vitelli. 34

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REPORT

nel 2010 allorché la Rivista cambiò veste, contenuto, forma, direzione e titolo, perdendo lo smalto ed il prestigio accumulati in ottant’anni di vita. In figura 1 la bella e semplice copertina, rimasta immutata per ben oltre mezzo secolo. Si dall’origine la Rivista era edita dal Ministero delle Finanze e stampata dall’Istituto Poligrafico dello Stato; a partire dal primo cambio di denominazione venne stampata però da Poligrafico dello Stato, Zecca dello Stato e Libreria dello Stato. Immediatamente dopo la scomparsa di Vitelli, tutto mutò: la rivista divenne semestrale col nome di “Territorio Italia”, divisa in due parti: la prima in italiano, la seconda in lingua inglese, eliminando quasi del tutto la parte topografica e dando rilievo a quella estimativa ed economica. Assunse carattere “on-line” dal 2015. Ma torniamo al nostro caro amico e collega (in figura 2, una immagine relativa a un convegno SIFET a Venezia. Nel 1953 Enrico Vitelli aveva pubblicato, per i tipi del Poligrafico dello Stato a Roma, una pregevole bibliografia delle pubblicazioni geodetiche in Italia (Vitelli 1953), più volte ristampata. Molte le sue pubblicazioni, sia sulla Rivista del Catasto che sul Bollettino della SIFET o altrove. A proposito della SIFET, Vitelli ne fu sempre l’animatore, facendo parte del Coniglio direttivo sin dalla fondazione. Nominato presidente, come si disse, nel 1975, succedendo a Gino Parenti, guidò i convegni della Società a Mantova, a Bologna, all’Isola d’Elba e ad Ancona. I suoi discorsi inaugurali erano un gioiello: parlava a braccio, senza l’ausilio di un qualunque scritto, (così come faceva anche Cunietti) con la sua

voce tonante e sicura, spesso interrotta dagli applausi sinceri degli ascoltatori. In figura 3 la sua immagine al Congresso di Varese, nel 1965. Rieletto presidente nel 1987 divenne poi per acclamazione socio onorario. Lo si vede in figura 4, fra il professor Riccardo Galetto, pure lui già presidente e quindi socio onorario della Società, e il professor Sergio Dequal presidente del Comitato Scientifico. Lasciato il Catasto come si è detto nel 1981, restò all’Università di Napoli sino al 1986, sempre però dirigendo la Rivista nella bella sede della Direzione Generale in Largo Leopardi 5 a Roma. Il suo ufficio per tale incarico era al pianterreno; lo si incontrava sino dalle otto del mattino, attento a curare le bozze o a leggersi gli articoli appena arrivati; la figura 5 lo mostra davanti al suo studio.. Nel 1995, uscì come supplemento della Rivista del Dipartimento del Territorio, un nuovo volume (Vitelli 1954) nelle cui centocinquanta pagine Vitelli descrive, con l’aggiunta di belle immagini a colori, il lungo viaggio che a partire da due millenni prima della nostra era e sino alla fine del secolo ventesimo, l’uomo ha fatto per definire al meglio forma e dimensioni del pianeta su cui vive. Vissuto in un’epoca di pesanti cambiamenti nelle discipline del rilevamento e della rappresentazione, Enrico Vitelli fece molto per adeguare le dotazioni strumentali degli Uffici Tecnici Erariali, distribuiti su tutte le allora novanta provincie italiane, alla realtà innovativa del tempo. Vennero equamente distribuiti teodoliti digitali e distanziometri elettronici, organizzando adatti corsi di aggiornamento per il personale

Fig. 3 - Enrico Vitelli a Varese.

tecnico degli uffici centrali e periferici. Negli anni Settanta e proprio a proposito del contatto con la nuova realtà strumentale sia in topografia che in fotogrammetria, avevo accompagnato con la mia Giulia Alfa Romeo l’amico e l’allora suo collaboratore (che poco più oltre

Fig. 4 - Da sinistra, Galetto, Vitelli, Dequal, Fra i primi due, in seconda fila, l’autore.

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diverrà Direttore Generale!) Carlo Maraffi alla Carl Zeiss di Oberkochen; Enrico era quasi sessantenne e fu proprio in tale occasione che mi raccontò del suo breve periodo nel Baden Württemberg, quale ufficiale del Regio Esercito, ricordando

le bellissime colline intorno a Stoccarda. Vittima di una brutta caduta, con frattura del femore, non appena dimesso dall’ospedale Enrico Vitelli rientrò al suo lavoro di direttore della Rivista; gli era stata messa a disposizione un’automobile di servizio che gli rendeva meno faticoso l’usuale percorso coi mezzi pubblici. La notizia del tutto inaspettata della sua scomparsa, arrivò a chi scrive ora questa breve nota, dalla fedelissima segretaria di Enrico Vitelli, Maria Gabriella Cusmano. Nulla avevo saputo dell’insorgere della neoplasia, così rara nelle persone anziane: ne rimasi sinceramente addolorato. La notizia mi venne data ad esequie avvenute e non mi restò che scrivere una lunga lettera di compianto alla cara signora Vitelli.

BIBLIOGRAFIA Selvini, Attilio (2012) Appunti per una storia della topografia in Italia nel XX secolo. Maggioli ed., Santarcangelo di Romagna, 2012. Boaga, Giovanni (1951) Costituzione e attività iniziale della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia. Boll. SIFET, Roma, n* 1/1951, Vitelli, Enrico (1953) Bibliografia geodetica italiana. Ist. Pol. Stato, Roma 1953. Vitelli, Enrico (1955) La ricerca della forma e delle dimensioni della Terra attraverso i tempi. Roma Ist, Pol, dello Stato, 1955. PAROLE CHIAVE Enrico Vitelli; SIFET; Fotogrammetria ABSTRACT At Sapienza the chair of topography, immediately after the Second World War, was covered by Giovanni Boaga. The great scholar, who at the time was also Direttore Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali, was looking for an assistant. He was introduced to a young Roman, tall and handsome, brilliantly graduated in engineering, who had served in the Royal Army as a lieutenant and was briefly in Stuttgart for relations with the Wehrmacht. The assignment was immediately given to him, but shortly after the engineer entered in the cadastral administration, where he would then conduct his entire career. The young man was Enrico Vitelli, born in 1919; military service in Pavia, where he met a kind and beautiful young lady of excellent family, who would later become his wife. AUTORE Attilio Selvini Attilio.selvini@polimi.it Presidente della SIFET dal 1990 al 1993.

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Dashboard webGIS per omogeneizzare ed analizzare gli Open Geo Data dei piani di assetto territoriale, idrogeologico e paesaggistico nel Lazio di Andrea Spasiano, Fernando Nardi L'articolo si sofferma sulla soluzione GIS presentata nella sessione Rigenerazione ambientale e urbana dell'ultima Conferenza ESRI, quale attività compiuta dal centro di ricerca WARREDOC-Università per Stranieri di Perugia sul tema GIS/ open data science.

L

a rigenerazione urbana e territoriale è un tema rilevante nell’ambito delle pianificazioni strategiche del territorio e delle attività ad impatto ambientale e socio-culturale che caratterizzano la matrice uomoecosistema urbano. Il recupero degli spazi in stato di abbandono o degrado passa anche attraverso un’adeguata conoscenza degli assetti ambientali, paesaggistici e dei fattori di rischio. In questo senso ogni intervento di rigenerazione deve tenere conto dei potenziali impatti sugli equilibri ecosistemici, insediativi e socioculturali che caratterizzano le forme del paesaggio. In base al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004), il paesaggio è inteso come “territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni” (Art. 131, comma 1 del D.lgs. 42/2004), recependo così gli orientamenti della Convenzione Europea del Paesaggio (2000) che pone il

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paesaggio al centro delle strategie di recupero degli spazi urbani. Nell’ambito delle pianificazioni strategiche di livello locale (tra cui i piani paesaggistici territoriali regionali e Piani di Assetto Idrogeologico-PAI), il paesaggio diventa un fattore strategico d’indirizzo decisionale al pari dei fattori di rischio. I vincoli territoriali sono così definiti a tutela delle aree particolarmente espressive sotto il profilo estetico-identitario e suscettibili sul piano dei rischi idrogeologici, ma allo stesso tempo costituiscono uno strumento gestionale per definire future strategie per la riqualificazione e la valorizzazione del territorio a livello locale. Open Geo Data e strumenti GIS costituiscono un supporto fondamentale per amministrazioni regionali e locali nella loro attività di ricognizione e valorizzazione dei beni ambientali e culturali e di gestione delle strutture e delle dinamiche insediative sul territorio. L’importanza degli open geo data – ossia dati

geospaziali liberamenti fruibili – trova riscontro nella loro crescente disponibilità tramite piattaforme web istituzionali in cui le Pubbliche Amministrazioni rilasciano i propri dati prodotti nell’ambito delle loro attività di pianificazione, gestione e governo del territorio. Il rilascio di dati geospaziali da parte delle Regioni e degli Enti Locali amplia gli orizzonti della ricerca scientifica, delle attività professionali e aziendali, oltre che rendere più trasparente e aperto il rapporto tra cittadini ed enti territoriali. Tuttavia, le differenti modalità di produzione e rilascio dei dati – che variano a seconda delle amministrazioni regionali e locali – comportano spesso differenze notevoli nella strutturazione e nell’accuratezza degli open geo data liberamente fruibili. Tali differenze possono costituire un ostacolo per analisi dettagliate e comparative su più livelli di scala o contesti territoriali differenti. In questo ambito si inseriscono


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gli esiti di un’attività di ricerca promossa dal centro di ricerca sulle risorse idriche dell’Università per Stranieri di Perugia, il Water Resources Research and Documentation Center (WARREDOC) orientata allo sviluppo di una soluzione verticale GIS sviluppata su piattaforma ESRI Arcgis Online per la mappatura ed analisi integrata delle informazioni geospaziali derivanti da diversi piani di assetto territoriale, idrogeologico e paesaggistico. Obiettivo specifico è quello di trasferire le conoscenze e le tecnologie sviluppate in ambito di ricerca scientifica per fornire uno strumento di supporto a pianificatori e decisori nella loro attività di gestione, efficientamento e riqualificazione del territorio e degli spazi urbani. A tale scopo è stato sviluppato un applicativo web per la visualizzazione e l’interrogazione di dati geospaziali afferenti ai diversi piani di gestione del territorio in vigore nella Regione Lazio. Il prototipo illustrato in questa sede mostra quindi le caratteristiche e potenzialità della soluzione, integrando dati geospaziali sul Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) e del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). La realizzazione del prototipo ha seguito una precisa procedura metodologica appositamente implementata e finalizzata alla raccolta di open geo data disponibili sul portale regionale Open Data Lazio e all’omogeneizzazione delle informazioni. Per omogeneizzazione si intende il processamento di strati informativi eterogenei per tipologia di dato (raster o vettoriali) per scala e risoluzione spaziale o per proiezione cartografica di riferimento al fine di poterli rendere efficacemente consultabili ed interrogabili in un unico layout cartografico. L’attività di processamento

ed omogeneizzazione ha prodotto sei strati informativi univoci: 1. Acqua Coste marine (costa mare) 2. Verde - Aree protette (aree protette, zone umide, Zone di Protezione Speciale e Siti d’Importanza Comunitaria) 3. Verde - Foreste e Boschi (vegetazione boschiva) 4. Archeologia (aree archeologiche, fasce rispetto linee e punti archeologici) 5. Aree di interesse pubblico (aree vincolate ai sensi dell’art. 136 D.Lgs. 42/2004) 6. Acqua - Fiumi, laghi (fasce PAI, coste dei laghi) Il prodotto finale restituisce una mappatura integrata e dinamica su diversi livelli di scala di rappresentazione di tutti gli elementi ambientali, culturali e di valore estetico-percettivo costituenti il paesaggio laziale, associati alle aree indicate dal PAI a rischio idrogeologico. Ad un livello di scala più dettagliato vengono visualizzati gli elementi puntuali (siti archeologici, geositi, sorgenti, punti panoramici) elencati come siti d’interesse naturalistico e culturale. L’applicativo inoltre consente all’utente di interagire con la mappa attraverso: 4Pop-up descrittivi degli elementi visualizzati in mappa; 4Widget grafici dinamici e interagenti con l’estensione della mappa e con l’origine dei dati assegnata; 4Strumenti personalizzati di query ed esportazione dei dati selezionati. Il prototipo qui presentato è stato impostato sul singolo contesto

del Lazio, ma sono in fase di lavorazione estensioni del modello ad altri contesti regionali. L’applicazione, che è in attesa di essere inserita all’interno dell’ArcGIS Living Atlas of the World, è stata oggetto del premio Geobservatory 2018 riconosciuto in occasione della Conferenza ESRI Italia tenutasi a Roma tra il 16 e 17 maggio 2018. Nell’edizione del 2019 è stata presentata una versione aggiornata della soluzione nella sessione di Rigenerazione ambientale e urbana. La soluzione verrà anche presentata a San Diego (Stati Uniti) per la 2019 ESRI User Conference nell’ambito del programma Young Scholar Awardee promosso da ESRI Italia. È possibile consultare l’applicazione attraverso questo LINK. I dettagli tecnici e metodologici sono invece riportati all’interno degli Atti della Conferenza ESRI Italia 2019. PAROLE CHIAVE GIS; open data; WARREDOC; esri; arcGIS ABSTRACT The article focuses on the GIS solution presented in the Environmental and Urban Regeneration session of the last ESRI Conference, as an activity carried out by the WARREDOC research center on GIS / open data science. AUTORE Andrea Spasiano andrea.spasiano@unistrapg.it Fernando Nardi fernando.nardi@unistrapg.it WARREDOC-Università per Stranieri di Perugia

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REPORT ASSOCIAZIONI

64° CONVEGNO NAZIONALE SIFET: GEOMATICA IN CONDIZIONI COMPLESSE 19-21 GIUGNO 2019 VENEZIA

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eomatica in condizioni complesse, unconventional positioning and mapping, marine surveying, gnss positioning sono gli argomenti del 64° Convegno nazionale della SIFET (Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia) che si terrà alla Università IUAV di Venezia – sede dei Tolentini nei giorni 19-20-21 giugno 2019. Argomenti del convegno Con l’obiettivo di consentire un’ampia discussione scientifica e

tecnica su tecnologie, strumenti e metodi attuali, SIFET propone sessioni tematiche che illustrano le attività di ricerca oggi in atto, sia a livello nazionale che internazionale, e le importanti ricadute che tali ricerche hanno e avranno a livello professionale nelle attività di rilevamento e monitoraggio di ambienti naturali, strutture ed infrastrutture in contesti urbani ed extra-urbani. Venezia, sede della 64° edizione del Convegno Nazionale SIFET, nella sua unicità mondiale è rappresentativa anche di molte condizioni complesse per il rilevamento geomatico, di grande interesse scientifico e applicativo. La 64° edizione 2019 sarà strutturata in sessioni tematiche che riguarderanno le seguenti filiere produttive e decisionali: 1.Unconventional Positioning and Mapping 2.Marine Surveying 3.GNSS positioning Accanto alle sessioni tematiche, anche quest’anno si propongono due sessioni speciali. La sessione ditte è organizzata in modo pratico-applicativo mediante un completo processo di rilevamento applicato. La sessione inizia “in campo”, in cui le

ditte intervenute possono applicare le tecniche e gli strumenti di cui dispongono. La sessione prosegue il giorno dopo con la fase “elaborazione” che permetterà di mostrare le soluzioni per il data processing proposte dalle ditte. La sessione benchmark, quest’anno, è dedicata al rilievo di siti archeologici sommersi. La partecipazione a queste attività è aperta a tutti e prevede una registrazione gratuita con comunicazione del software e delle modalità che si intendono seguire. Il Convegno SIFET 2019, in prosecuzione con l’esperienza positiva degli scorsi anni, propone, inoltre, dei seminari per i professionisti. Anche quest’anno, verranno proposti il Premio Poster ed il Premio Giovani Autori provenienti dagli ambiti professionali, formativi e della ricerca, giunto ormai alla VII edizione. Visita il sito www.sifet.orgper tutte le informazioni. Consulta il programma aggiornato alla pagina: http://sifet. org/index.php/convegno-sifet/ programma Per l’iscrizione al Convegno visita la pagina: http://sifet.org/ index.php/convegno-sifet/iscrizione-al-convegno

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REPORT

Descrizione di un flusso di lavoro per il rilievo tridimensionale di manufatti di ingegneria civile a supporto dello studio delle patologie edilizie e strutturali

di Nicola Santoro

Descrizione di una tecnica ibrida per la registrazione automatica delle immagini RGB catturate con drone e fotogrammetria di prossimità, immagini termiche e laser scanner 3D. Restituzione automatica dei rilievi degli ammaloramenti del manufatto in abachi e tabelle a partire dalla nuvola di punti, rappresentazione e misura automatica degli stati di avanzamento dei lavori.

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Recentemente mi è stato chiesto da colleghi funzionari pubblici di altre amministrazioni di studiare un flusso di lavoro a supporto del rilievo di ponti e gallerie stradali nell’ambito di attività di indagine delle patologie dei manufatti, con approccio innovativo. Da circa 8 anni svolgo l’attività di ricercatore indipendente nel settore della computer vision, della tomografia tridimensionale sia industriale che medicale, della programmazione orientata al rilievo tridimensionale e alla fotogrammetria oltre all’attività

di tecnico in un ente locale. I risultati raggiunti vengono di volta in volta inseriti nell’attività di progettazione e direzione lavori a servizio dell’ente pubblico per il quale lavoro da 17 anni, adottando metodi innovativi e testando l’efficacia dei risultati sul campo. Tuttavia, elaborare un nuovo metodo di indagine che si integrasse con i metodi tradizionali, che fosse efficace e relativamente economico è stata una sfida non facile. Si è trattato di “reingegnerizzare” e proporre qualcosa di nuovo e


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mai sperimentato prima su larga scala in Italia nel settore pubblico e mettere gli operatori di altre amministrazioni nella condizione di avere un censimento esaustivo dello stato di degrado delle infrastrutture in gestione. Immaginando le aspettative dei colleghi da definire nella formulazione di un capitolato estremamente complesso e primo in Italia nel suo genere, che prevedeva il rilievo come parte integrante di un flusso di lavoro BIM, è nata l’idea di utilizzare la fotogrammetria RGBInfrared, la tecnologia laser scanner tridimensionale, l’intelligenza artificiale e numerose macchine per il rilievo costruite e testate negli ultimi anni di attività professionale seguendo un approccio completamente integrato e coerente. Avendo avuto una consolidata

esperienza legata alla fotogrammetria, recentemente approdata alla macro e micro fotogrammetria, all’uso del laser scanner 3D e allo sviluppo delle tomografie, ho pensato di proporre un flusso di lavoro che unisse questi mondi, ma con approccio totalmente integrato, senza alcuna soluzione di continuità. Del metodo proposto ho già avuto modo di parlare in un recente

contributo su questa rivista (GEOmedia 1-2019). L’idea di un approccio “ibrido” è nata dalla considerazione che utilizzando tecnologie in uso in altri settori avrei ottenuto delle ricostruzioni che si sarebbero spinte a particolari a volte impossibili da catturare da uno scanner (si pensi ad esempio alla ispezione dei giunti dei ponti o alle ricostruzioni di spazi ristret-

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ti come sistemi di tubazioni, ecc), infittendo la nuvola e/o estendendola grazie alla versatilità dei sensori fotografici. Avrei inoltre avuto il vantaggio di ottenere modelli mesh texturizzati di qualità fotografica utili nel flusso di lavoro che intendevo proporre e per i quali vi era interesse professionale nel settore delle indagini delle patologie dei manufatti.

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La sapiente miscelazione della foto RGB e di quella all’infrarosso, inserita in un flusso fotogrammetrico, ha dato negli scorsi anni risultati incoraggianti che hanno poi permesso di giungere agli studi illustrati nelle tavole proposte. L’intelligenza artificiale introdotta di recente in numerosi settori tecnici ha aiutato moltissimo anche il fotogramme-

trista, riuscendo ad eseguire sui dataset fotografici alcune elaborazioni con una velocità ed affidabilità e con risultati davvero sorprendenti. Le tavole proposte sintetizzano l'uso di alcune tecniche di acquisizione utilizzate con lo scopo di documentare lo stato di degrado di ponti e gallerie. Il flusso di lavoro è completamente automatizzato e permette di


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restituire in report i distacchi, le venute d'acqua, i quadri fessurativi. Le esperienze sono state fatte finora con diversi laser scanner, tra cui il Leica Blk 360, Leica Scanstation P40, Faro X 130, a cui di recente si è aggiunto il Topcon Gls 2000. Le attrezzature fotografiche utilizzate: Canon serie Eos 750D, Nikon d330, aste telescopiche in carbonio fatte costruire su specifiche di progetto, macchine fotogrammetriche costruite ad hoc per l’esecuzione dei rilievi fino ad una altezza massima 13,80 metri. Programmi utilizzati: cloudcompare, il restante flusso fotogrammetrico e l'algoritmo di Deep Learning e' stato sviluppato in proprio. La piattaforma realizzata è stata da me chiamata Point Mesh Studio.

ABSTRACT Description and graphic illustration of an hybrid technique for the automatic registration of RGB images captured with drone and proximity photogrammetry, thermal images and 3D laser scanner. Automatic restitution of reliefs of the deterioration of the building in schedules and tables starting from the point cloud, representation and automatic measurement of the progress of the works. Using AI during acquisition and post processing of datasets. PAROLE CHIAVE Rilievo tridimensionale; fotogrammetria; intelligenza artificiale; infrastrutture; patologie AUTORE Nicola Santoro nikkosantoro@gmail.com Tecnico presso il Comune di Erba (CO)- Expert Generalist. Geomatica, sim. multifisica, Image Analisys Consulting. Bim Surveying.

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AGENDA

19 – 21 Giugno 64° Convegno Nazionale SIFET Venezia www.sifet.org 25 – 26 Giugno 12° Workshop Telematico AIT-ENEA Bologna www.geoforall.it/kr38f 26-28 Giugno 2019 Time in Space 2019 Pisa www.geoforall.it/krhuh 1-5 Settembre 2019 27th international CIPA symposium Avila (Spagna) www.cipa2019.org

16 - 17 September 2019 EVALUATION AND BENCHMARKING OF SENSORS, SYSTEMS AND GEOSPATIAL DATA IN PHOTOGRAMMETRY AND REMOTE SENSING Warsaw (Poland) www.geoforall.it/kr6h3

17-19 Settembre Intergeo Stuttgart (Germany) https://www.intergeo.de/

18-20 settembre 2019 XII RemTech Expo Ferrara www.geoforall.it/kqx6wCA

3-5 ottobre 2019 12th EARSeL Forest Fires SIG Workshop Roma www.geoforall.it/krud9

19-20 settembre PIA19 - Photogrammetric Image Analysis 2019 Munich (Germany www.geoforall.it/kqdw6

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