Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 6/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
CARTOGRAFIA STORICA
GOVERNO
DEL
N°6 2010
PER IL
TERRITORIO
X Rischi geologici e Patrimonio Culturale in Basilicata
X Un report dallo European LiDAR Mapping Forum
X Il Geoportale della Provincia di Treviso
X Software libero per la cooperazione e lo sviluppo in Africa
2011 è l’anno dell’eccellenza Quest’anno puntiamo molto in alto. Niente risparmi sulla qualità, niente tagli agli investimenti, niente concorrenza sleale. Uomini e fornitori di talento. Beh, come sempre...
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Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA, LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI, MICHELE DUSSI, SANDRO GIZZI, DOMENICO SANTARSIERO, LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI redazione@rivistageomedia.it Hanno collaborato a questo numero: C. CARUGATI, L. CAUDURO, E. DAI PRÀ, M. DANESE, M. GNOCATO, F. GUARNACCIA, V. LANZA, M. LAZZARI, A. LEMMO, M. LEONARDI, F. MALTESE, R. MAMBRINI, A. MANDRICI, P. NASTI, M. PIATTO, M. SALVEMINI Redazione SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Via C. Colombo, 436 00145 Roma Tel. 06.62279612 Fax 06.62209510 redazione@rivistageomedia.it www.rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Via C. Colombo, 436 00145 Roma Web: www.aec2000.eu E-mail: info@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it Stampa Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di € 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Il presente numero è stato chiuso in redazione il 28 febbraio 2011. Editore A&C2000 s.r.l. Registrato al Tribunale di Roma con il N° 243/2003 del 14.05.03 ISSN 1128-8132
La rivoluzione geospaziale è in atto, ce lo dimostra anche il video diffuso in questi giorni dalla Penn State University che, grazie agli autori del blog TANTO (http://blog.spaziogis.it) è stato diffuso in Italia con i sottotitoli in italiano. Ultimamente si parla molto anche di cloud computing; effettivamente se ne riparla, visto che questa idea risale a già una decina di anni fa, ovvero quando vennero realizzate le prime applicazioni software centralizzate e distribuite da server di grandi dimensioni, con l’idea di servire migliaia di utenti, il tutto tramite la rete internet. Forse all’epoca la rete non era sufficientemente sviluppata da sostenere tutto ciò, ma l’idea del ritorno al terminale ‘stupido’, ovvero in grado di visualizzare operazioni complesse realizzate al di là della nostra rete, all’interno della nuvola di internet appunto, ha continuato ad affascinare, tanto da ritrovarci, oggi, in pieno cloud computing: vi sono provider di dati, applicazioni di elevato livello e realizzatori di terminali che vanno dagli smartphone ai palmari tipo iPad di ultima generazione, tutti fattori che stanno focalizzando l’attenzione di milioni di utenti. Mentre molti professionisti del mondo del rilievo cartografico e del GIS stanno cercando di capire cosa sia il cloud, la ‘nube’ oserei dire in italiano, e come si possa utilizzare a proprio vantaggio, ci sono imprenditori che iniziano a creare la loro nube per diventare parte integrante del nuovo paradigma dei dati geospaziali. “Il cloud computing è il più importante trend IT che abbiamo visto negli ultimi tempi” riporta B. Kevin Turner responsabile strategico di Microsoft nel corso di una sua recente keynote a Milano. “Il grosso vantaggio del cloud è che l’utente paga solo quello che usa […] Il potenziale del cloud in Italia è molto forte […] la spesa annuale It relativa al cloud triplicherà nel giro di quattro anni”. Turner sottolinea addirittura i risultati di uno studio ove si afferma che in Europa il cloud potrebbe creare un milione di posti di lavoro nelle piccole e medie imprese. La nube quindi è uno strumento che potrebbe consentire a molte imprese di non cadere nel dimenticatoio come è successo a molte di quelle del settore dell’aerofotogrammetria, ma di diventare parte del nuovo paradigma del mercato geospatial. ESRI US ha annunciato di voler passare nel 2011 a questa nuova fase della nube e le prime reazioni ci fanno comprendere quali saranno le difficoltà di adeguamento delle imprese e delle amministrazioni al nuovo paradigma. Le imprese italiane, specialmente quelle aerofotogrammetriche che contano decine di anni di anzianità, dovrebbero cogliere al volo l’opportunità del nuovo mercato geospatial che si sta profilando; le amministrazioni pubbliche invece che vogliano contribuire alla rinascita di questo mercato – viste le necessità per la loro funzione di governo – dovranno fungere da stimolo creativo alla nuvola, smettendo di pensare a quali siano gli obblighi e le derivazioni dall’adeguamento alla normativa INSPIRE in modo del tutto negativo. In un mercato in cui le grandi imprese con piattaforme aeree da svariati milioni di euro hanno acquisito competenze specialistiche sul LiDAR (laser scanner aereo) o sul SAR (radar ad apertura sintetica), le piccole imprese debbono integrarsi strategicamente per sviluppare una fonte alternativa di reddito; ciò mettendo insieme in una grande infrastruttura geospaziale tutto il materiale aereo disponibile e proveniente da tutti gli operatori, grazie ad una semplice legge economica che regoli l’offerta e l’acquisto all’interno di una nube, che sia dotata anche di quei semplici strumenti GIS necessari alla gestione. Il paradigma delle nuove Gallery di ESRI, appunto. Immagini aeree fresche, magari già georiferite e corrette, disponibili ondemand su una nuvola hanno un mercato. Nuove regole di ingaggio e nuovi scenari di business ci aspettano, la nuvola c’è.
Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore. Rivista fondata da Domenico Santarsiero.
Buona lettura, Renzo Carlucci direttore@rivistageomedia.it
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SOMMARIO 6-2010
FOCUS
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L’attualità della cartografia storica fra convergenze disciplinari e nuove tecnologie DI
ELENA DAI PRÀ
REPORTS
14 Rischi geologici e conservazione del Patrimonio Culturale in Basilicata DI M. LAZZARI, M. DANESE, V. LANZA
18 IPERMOB: Infrastruttura Pervasiva Eterogenea Real-time per il controllo della MOBilità DI RAFFAELLA MAMBRINI
22 Il Geoportale della Provincia di Treviso DI
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M. GNOCATO, L. CAUDURO E M. PIATTO
Dal LiDAR ai 3D City Model: un report ragionato dall'ultimo forum ELMF DI
DOMENICO SANTARSIERO
30 Progetto di riqualificazione della Collina di Pentimele DI
P. NASTI, F. GUARNACCIA E F. MALTESE
32 Dai radiofari ad EGNOS DI
FABRIZIO BERNARDINI
ALTRE RUBRICHE
In copertina un globo antico: la cartografia storica riveste un ruolo importante per pianificare azioni di governance sostenibile del territorio. Sono inoltre visibili, in primo piano, le nazioni del nord Africa: la Tunisia, seguita poi dall'Egitto e dalla Libia, sono state protagoniste della scena internazionale, a causa della spinta popolare e rivoluzionaria che ne sta modificando i rispettivi assetti politici. © Bibigon | Dreamstime.com
10 MERCATO 34 OPEN SOURCE 35 GI IN EUROPE 36 AZIENDE E PRODOTTI 42 UN ANNO DI GEOMEDIA 46 AGENDA 46 INDICE INSERZIONISTI
FOCUS
L’attualità della cartografia storica fra convergenze disciplinari e nuove tecnologie di Elena Dai Prà Le finalità applicative della geografia storica sono l’esito del dibattito teorico germinato dalla fine degli Anni Sessanta in ambito internazionale, in particolare tra gli studiosi di matrice anglosassone, e sfociato nella definizione di un nuovo paradigma scientifico di riferimento, quello cioè dell'analisi strutturale dinamica a fonti integrate, il solo in grado di analizzare i processi di mutamento delle strutture spazio-temporali al fine di “contribuire a costruire le geografie del futuro” (P. Sereno, 1981).
I
l nuovo significato della geografia storica come disciplina applicativa e scienza prospettica, capace di offrire il proprio contributo all’impostazione di politiche di planning che siano interpretative e non invasive – e quindi etiche, cioè che partano dall’individuazione ed interpretazione delle identità che si sono storicizzate nel palinsesto territoriale, e mirino a preservare e rilanciare le singolarità paesaggistiche dei luoghi trasformandole in strumenti propagatori di sviluppo – trova piena legittimità anche e soprattutto a fronte delle innumerevoli ed affrettate operazioni di de-costruzione che si consumano quotidianamente ai danni del nostro patrimonio paesaggistico; nei loro confronti urgono, evidentemente, nuove attenzioni e decodifiche che contribuiscano alla significativa ricomposizione del dualismo tra conservazione e sviluppo. Vi è necessità, in definitiva, di atti preliminari di conoscenza come punto basilare di qualsiasi matura politica di programmazione territoriale che voglia non disattendere il paradigma della sostenibilità globale. Di qui l’utilità e la necessità di una ricerca geo-storica sempre meno ricostruzione statica ed antiquaria, e sempre più scienza attiva e propositiva, aperta al dialogo transdisciplinare e finalizzata alla conoscenza dei processi che hanno generato l’identità fisiognomica dei luoghi, in funzione di una loro valorizzazione culturale e quindi economica. Solo la geografia storica, infatti, studia le forme del paesaggio e i segni che la storia ha sedimentato su di esso in chiave olistica e non come oggetti di culto, ed è in
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grado di assolvere il non facile compito della individuazione di paesaggi dotati di potenzialità e attrattive latenti, per lo più ignorate da chi pianifica e governa il territorio anche perché non conosciute e/o non ri-conosciute. Senza questo sforzo di auto-riflessione critica difficilmente si sarebbe approdati a quella inversione di rotta che ha caratterizzato le ricerche geo-storiche degli ultimi decenni – specie mittel e nord europee – sollecitate dalla crescente domanda politico-amministrativa di approfondite conoscenze dei palinsesti paesaggistici e del territorio nel passaggio dalle organizzazioni storiche a quelle attuali. Da allora, la sfida di tradurre i buoni propositi in azioni concrete di effettiva collaborazione con la governance territoriale, di consulenza,
di ausilio interpretativo a supporto della stesura di piani di fattibilità alle varie scale, non sempre e non ovunque è stata accolta e vinta dai geografi storici. Mentre, infatti, nei paesi del centro e del nord Europa al rinnovamento epistemologico corrispondeva e faceva seguito un aumento delle attività programmatrici che si avvalevano del contributo e delle competenze di geografi storici (in primis D. Denecke e A. Baker), in Italia si è rivelata lenta la presa di coscienza delle enormi frontiere e potenzialità dialogiche della disciplina da parte dell’intellighentia geo-storica, e alquanto discontinui ed episodici sono stati i progetti di ricerca e gli studi effettivamente suscettibili di riscontri applicativi, cioè spendibili in chiave politico-amministrativa.
La Valle del Rio Cavallo vista dai Molini. In lontananza Castel Beseno-Maso Trapp. Vista 3D da DTM LiDAR con sovrapposto Catasto asburgico.
GEOmedia n°6-2010
FOCUS La cartografia storica per una governance sostenibile dei territori montani: esperienze di ricerca in Trentino Nell’ambito delle rare esperienze di concreta collaborazione e convergenza metodologica tra discipline strettamente legate da comuni finalità, si collocano alcuni progetti di cerca in corso in Trentino che esplicitamente palesano l’obiettivo di realizzare una fattiva integrazione disciplinare seguita dal transfert dei saperi, acquisiti a seguito delle indagini congiunte, verso la pianificazione territoriale di destinazione e tutela. E’ il caso del progetto APSAT Ambiente e Paesaggio dei Siti d’Altura Trentini, un’articolata ed innovativa ricerca interateneo finanziata dalla Provincia di Trento nell’ambito del bando Grandi Progetti 2006, e finalizzata allo studio e alla valorizzazione dei siti e delle sedi di sommità e di declivio che in Trentino costituiscono storicamente una risposta culturale alle caratteristiche geomorfologiche dell’ambiente. La ricerca su questo patrimonio complesso ha richiesto un articolato approccio multidisciplinare poiché considera cinque classi di informazione: ambiente, insediamenti, fortificazioni e luoghi di culto, architetture, attività e strutture produttive soprattutto legate al pastoralismo di alta quota. L’analisi dei dati raccolti attraverso le indagini storico-archeologiche, architettoniche, antropologiche ed etnografiche degli ecosistemi in alcune aree campione selezionate in accordo con gli enti di tutela e con le comunità locali, prevede lo studio dell’evoluzione geomorfologica e ambientale, della trasformazione degli insediamenti dalla preistoria all’età moderna, dei siti di altura come luoghi di potere (fortificazioni dalla preistoria alla Grande Guerra) e di simboli (sedi di culto pagane e cristiane), della trasformazione delle architetture residenziali, delle risorse e delle attività produttive. Tutto ciò consentirà di ricostruire l’evoluzione dei sistemi antropici connessi con siti di sommità o di declivio e di valutare lo stato di conservazione del patrimonio storico ed ambientale con schedature speditive del danno e della vulnerabilità delle strutture. Nella cornice scientifica del suddetto progetto opera anche un’unità ricerca geo-storico-cartografica il cui obiettivo consiste nella sperimentazione di exempla metodologici di analisi della cartografia storica pre-geodetica e geodetica, al fine di dimostrarne la assoluta utilità ai fini non solo localizzativi delle stratificazioni identitarie del paesaggio (nonché formativi delle
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La Valle del Rio Cavallo dalla Val d’Adige (Calliano). Vista 3D da DTM LiDAR con sovrapposta ortofotocarta del 1973.
coscienze e conoscenze), ma anche orientativi nel governo e nella pianificazione del territorio che vogliano dirsi sostenibili. Il modello interpretativo prescelto decritta i cinque principali codici cartografici (geometrico, linguistico, analogico-figurativo, numerico, cromatico) trasformando il repertorio di informazioni ‘polisemiche’ e ‘plurivoche’ della rappresentazione cartografica in strumenti strategici di intervento culturale. I tematismi sensibili selezionati riguardano il governo delle acque, del dissesto geologico e delle aree protette, le dinamiche liminari contemporanee, la identificazione/ localizzazione di siti/sedi scomparse, la verifica (spesso attraverso sequenze diacroniche) dei segni topografici aventi valore di persistenza o di permanenza, la ricostruzione filologica del patrimonio toponomastico locale. Le suddette ricomposizioni mirano in definitiva alla comprensione delle radici non solo strutturali, ma anche spirituali, dei paesaggi attuali, ai passaggi fondanti della ‘biografia’ di un territorio con i suoi elementi di continuità e di discontinuità storica, siano essi ancora visibili o leggibili ed individuabili solo attraverso la filigrana della ricostruzione geo-storico-cartografica, il cui imperativo dovrebbe essere quello di scoprire “sotto le pietre il segreto delle sorgenti”, parafrasando la Yourcenar. Nel contesto progettuale in oggetto, quindi, l’apporto dell’analisi storicocartografica assume un rilievo euristico fondamentale, e pienamente riconosciuto dalle altre componenti scientifiche coinvolte nel progetto APSAT, sia per orientare le attività degli altri settori di ricerca (in particolare quella archeologica) sia per integrare e consolidare le ricostruzioni dei quadri
paesistici in cui le sedi e i siti di sommità si collocano (specie castelli e chiese apicali), nonché l’elaborazione di eventuali modelli insediativi che risultassero dagli esiti globali del progetto. Il parterre di discipline ‘altre’ le cui indagini intersecano competenze geostorico-cartografiche, avvalendosene dialetticamente, sono: la paletnologia, l’archeologia medievale e del paesaggio, la storia dell’arte, l’ingegneria ambientale, il processamento dati LiDAR, l’archeobotanica, il modellamento tridimensionale, la geo-archeologia, la toponomastica, la valutazione del rischio strutturale, l’etno-antropologia culturale, il marketing territoriale. Venendo al focus dell’unità di ricerca di cartografia storica lo si potrebbe riassumere quindi nella seguente teoria di attività finalizzate. Innanzitutto il censimento e l’analisi comparata della cartografia storica codificata, e soprattutto di quella non codificata, che abbia come oggetto diretto o meno la rappresentazione di siti e sedi di sommità trentini e del relativo contesto paesaggistico, è alla base del tentativo di ricostruzione dei quadri geo-antropici e della scomposizione/ricomposizione dei processi di trasformazione del paesaggio (in aree campione) al fine di una riappropriazione collettiva delle vocazioni identitarie del territorio analizzato, utilizzando anche fonti documentali coeve e tematicamente connesse. Ad essere evidenziate saranno quindi: la contrazione/espansione di aree urbane, le trasformazioni dell’uso del suolo e delle tipologie colturali, della viabilità storica in relazione con i sistemi infrastrutturali moderni, delle reti idrografiche, delle canalizzazioni e delle opere di bonifica, dell’organizzazione della proprietà, degli assetti agrari e botanici, ecc. Altri obiettivi
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FOCUS programmatici previsti afferiscono alla selezione di tematismi potenzialmente utili nell’ambito delle scelte urbanistiche future della provincia e della pianificazione di destinazione/tutela e relativa apposizione di vincoli; alla costruzione di exempla metodologici di utilizzo in ambiente GIS della cartografia pre-geodetica trentina ai fini pianificatori; alla costruzione di un geodatabase dalle/delle fonti cartografiche d'archivio e di database relazionali inerenti le fonti archeologiche e storiche; alla realizzazione di carte toponomastiche dei siti d’altura; alla realizzazione di una ‘Carta del rischio e della vulnerabilità’ dei castelli e castellieri, e delle chiese apicali; alla verifica dell’influenza esercitata dai sistemi terrazzati sull’evoluzione topografica degli insediamenti di sommità ed, infine, alla definizione di progetti di recupero di aree terrazzate in abbandono connesse con siti e sedi storiche di sommità. In ultimo, l’unità di ricerca è anche impegnata ad elaborare, su specifiche aree-campione, simulazioni di propedeutica conoscitiva che possano contribuire alla definizione di un documento di programmazione strategica (masterplan) finalizzato ad utilizzare la notevole mole di dati ed informazioni raccolte raccolte in un'architettura GIS secondo una prospettiva che consenta: il monitoraggio e la valutazione degli interventi di conservazione, la condivisione delle informazioni con altri soggetti/istituzioni interessati, la fruizione interattiva del territorio, la comunicazione e promozione del patrimonio paesaggistico oggetto delle ricerche, la costruzione di un modello di governance che inserisca il patrimonio indagato in ambito APSAT nel sistema integrato di fruizione del patrimonio trentino (musei, eco-musei, parchi, ecc.) e che sia sostenibile sul piano economico-finanziario. Un secondo momento di confronto e fattiva collaborazione tra ermeneutica cartografica e governo del territorio è rappresentata dal protocollo d’intesa stipulato dal Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni Culturali dell’ateneo trentino nella sua componente geografica e l’Ecomuseo del Monte Argentario, inteso alla ricostruzione dei quadri geo-antropici e degli assetti ambientali e paesistici del Monte Argentario, e alla riemersione/tutela/valorizzazione dei valori identitari storici del territorio in oggetto, con l’obiettivo politico-amministrativo finale di approdare all’istituzione di un parco fluviale del torrente Fersina e della relativa forra, da tempo inaccessibile. Il percorso ricostruttivo ipotizzato
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Maso Trapp e località Dazio nei pressi di Castel Beseno. Integrazione di fonti eterogenee. Esempio di hyperlink relativo al rilievo sul campo: foto rilievo a terra, bibliografia, fonti ufficiali (percorsi d’arte) e coni visuali.
avverrà sia per spaccati sincronici sia per analisi sincronico-comparative, assumerà come elemento centrale le fonti diplomatiche conservate negli archivi territoriali ed extraterritoriali, e si concentrerà in specifico sulle fonti iconografico-cartografiche e fotografiche che diventano protagoniste nel loro peso di oggetti specifici creati da contesti prescrittivi forti che interagiscono con fatti territoriali concreti. Di concorso con gli uffici amministrativi competenti e con l’ente eco-museale finanziatore si perverrà alla ideazione di un masterplan complessivo di messa in valore del patrimonio storico-culturale e storico-ambientale del territorio che contempli tra l’altro la progettazione di nuovi itinerari turistico culturali, la realizzazione di un percorso espositivo, il recupero di siti minerari dismessi e la riapertura della forra del Fersina per scopi didatticoconoscitivi e turistici, attraverso la strutturazione di un percorso di visita nell’ambito di un contesto tutelato. Cartografia storica e nuove tecnologie: strumenti e metodi per l’analisi del paesaggio L’integrazione disciplinare tra analisi geostorico-cartografica e discipline contermini, che si va sperimentando nell’ambito dei due progetti di ricerca presentati, non può prescindere dalle possibilità di ottimizzazione dei risultati offerte dalle nuove tecnologie il cui intervento si prospetta come buona pratica ripetibile e scalabile. Le operazioni di sintesi e rappresentazione consentite alle procedure GIS - integrando cartografia storica e attuale con ortofoto (anche con, ove presente, la relativa banda all'infrarosso e immagini telerilevate – crea piattafor-
me multidimensionali utili alla decifrazione verticale (tempo) e orizzontale (spazio, funzione) del paesaggio; inoltre, affinché la cartografia storica possa essere proficuamente utilizzata in ambiente GIS a fini di pianificazione, occorrerà verificarne l’accuratezza geometrica (attraverso analisi e strumenti ad hoc) al fine di poter attuare un puntuale contronto con fonti cartografiche attuali. Un ulteriore strumento di lavoro, condiviso specie tra geografi storici e archeologi, è rappresentato dalle scansioni LiDAR (Light Detection and Ranging), una tecnica di teleosservazione che restituisce il nudo profilo morfologico del terreno epurato dall’ingombro di edifici e vegetazione, permettendo quindi l’identificazione di anomalie di possibile origine antropica (ad esempio versanti terrazzati). Infine, la modellazione 3D (che compendia fotogrammetria terrestre, dati laser terrestre o aereo, GPS, ecc.) permette la ricostruzione virtuale di siti d’interesse archeologico e architettonico; sofisticate procedure algoritmiche generano infatti modelli tridimensionali ad alto dettaglio utilizzando dati provenienti da varie fonti, preziosi sia a supporto delle attività di indagine, documentazione, restauro e conservazione che per l’interpretazione delle dinamiche costitutive ed evolutive dei siti in oggetto. Conclusioni Una corretta lettura/interpretazione della fonte cartografica dovrebbe essere condotta a partire da un dialogo interdisciplinare serrato, dovrebbe in secondo luogo compendiarsi con l’ausilio di strumenti tecnologici d’avanguardia, utili a ‘sciogliere’ e rendere maggiormente fruibile la complessità
GEOmedia n°6-2010
FOCUS
Bibliografia
La Valle del Rio Cavallo. Catasto austriaco e ortofotocarta del 1973 (in verde i terrazzamenti in abbandono).
semiologica della cartografia storica o ad integrarne i contenuti semantici attraverso comparazioni con cartografia attualistica, e infine sfociare nel transfert applicativo del sapere geostorico così da costituire una potenziale interfaccia dialettica non solo tra discipline, ma anche tra scienza e governo del territorio nell’ottica di future gestioni consapevoli delle risorse e del riconoscimento delle stratificazioni storiche dei paesaggi.
Autore ELENA DAI PRÀ GEOGRAFIA DEL PAESAGGIO E DELL’AMBIENTE DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA, STORIA E BENI CULTURALI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO ELENA.DAIPRA@LETT.UNITN.IT
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Parole chiave CARTOGRAFIA STORICA, LIDAR, GIS, MODELLAZIONE 3D.
Abstract Historical cartography between disciplinary convergence and new technologies This paper aims to present a research project lead by Trento University, the so called APSAT-Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini, in wich is involved a geo-historical research unit. Its main subject is to carry out methodological exempla on historical maps analysis, in order to investigate historical and cultural landscape, but in particular about planning, e.g. for water management, protected areas, border landscape, historical topography/toponimy analysis.
Baker A., Billinge M. (1982), a cura di, Period and place: research methods in historical geography, Cambridge University Press, Cambridge Cevasco R. (2007), Memoria verde. Nuovi spazi per la geografia, Diabasis, Reggio Emilia Conolly J., Lake M. (2006), Geographical Information Systems in Archaeology, Cambridge University Press, Cambridge Dai Prà E. (2007), “Il patrimonio cabreistico nazionale: dal governo del territorio alla ricostruzione geostorica applicata”, Atti XI Conferenza nazionale ASITA, Torino, 6-9 novembre 2007, Vol. I, Artestampa, Galliate Lombardo, pp. 891-893 Dai Prà E., Tanzarella A. (2009), “Fonti cabreistiche e catastali in analisi comparata per la ricostruzione del paesaggio rurale storico. Un caso di studio nel comprensorio meridionale di Trento”, Atti XIII Conferenza nazionale ASITA, Bari 1-4 Dicembre 2009, 859-864 Denecke D., Shaw. G. (1988), Urban historical geography: recent progress in Britain and Germany, Cambridge, Cambridge University Press. Favretto A. (2008), “Cartografia non omogenea in ambiente GIS. Alcune riflessioni su problemi di georeferenziazione ed accostamento di carte in zone di confine”, Rivista geografica italiana,115: 27-48 Haining R. (2003), Spatial Data Analysis: Theory and Practice, Cambridge University Press, Cambridge Mastronunzio M. (2010) “Analisi dell’accuratezza geometrica della cartografia storica a grande scala. L’evoluzione della rappresentazione dell’alveo dell’Adige”, in Atti XIV Conferenza nazionale ASITA, Brescia, 9-12 novembre 2010, pp. 1311-1316 Newcomb R. (1979), Planning the past: historical landscape resources and recreation, Dawson, Folkestone Sereno P. (1981) a cura di, Geografia Storica: tendenze e prospettive/scritti di Baker A., Franco Angeli, Milano
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MERCATO Nasce il Geospatial Revolution project Geospatial Revolution è un progetto promosso dalla PennState Public Broadcasting grazie al quale, tramite una serie di video, viene messa in risalto l’importanza e la centralità delle informazioni geospaziali al giorno d’oggi. La missione del Geospatial Revolution project è quello di estendere la conoscenza generale nei riguardi della storia, delle applicazioni, delle questioni legali e del futuro potenziale verso il quale si stanno dirigendo le cosiddette location-based technologies. L’informazione geospaziale, infatti, abbraccia praticamente ogni aspetto della nostra vita. L’integrazione di diverse tecnologie ha creato una conoscenza geografica condivisa fondamentale per la risoluzione di una miriade di problematiche a livello sociale ed ambientale, il tutto all’interno di una comunità globale interconnessa. Il progetto si compone di 4 episodi, visualizzabili su Youtube o direttamente sul sito di Geospatial revolution (http://geospatialrevolution.psu. edu). Grazie al lavoro degli autori del blog TANTO, la prima puntata è stata anche sottotitolata in italiano. (Fonte: Redazionale)
Tutti al lavoro per l’edizione 2011 di INTERGEO INTERGEO 2011, che si terrà dal 27 al 29 settembre a Norimberga, in Germania, fornirà uno sguardo d’insieme dei trend e degli sviluppi dell’anno nel settore della geomatica. Dagli sviluppi nel 3D alle applicazioni satellitari, il numero dei sistemi complessi sta crescendo in maniera continua e la gamma di offerte si sta allargando, aprendo nuovi settori di sviluppo. Al giorno d’oggi, i dati geografici sono un elemento chiave nelle applicazioni IT e INTERGEO rappresenta l’hub tramite il quale entrare in contatto con le fasi di raccolta, elaborazione e distribuzione delle informazioni geografiche. L’edizione 2010 ha visto la presenza di più di 17.500 visitatori in fiera, 1.500 partecipanti alle conferenze, 500 espositori da 32 paesi con più del 30% di essi che provenivano da fuori la Germania. Vista la posizione di Norimberga, gli organizzatori si aspettano, per il 2011, una più forte presenza di rappresentanti dell’Europa dell’Est, mercato in grande crescita. Uno degli ultimi sondaggi dedicati alle aziende espositrici durante l’edizione 2010, ha dimostrato che l’evento è stato valutato come molto importante dall’87% degli intervistati, i quali hanno dichiarato di aver raggiunto per il 90% gli obiettivi prefissati con la loro presenza ad INTERGEO. Ulteriori notizie e aggiornamenti sulla diciassettesima edizione di INTERGEO verranno pubblicate su GEOmedia e su www.rivistageomedia.it nei prossimi mesi. (Fonte: Redazionale)
BluemassMed: monitoraggio del Mediterraneo dallo spazio
BluemassMed (Blue Maritime Sorveillance System Med) è un progetto pilota per il Mediterraneo che continua a crescere. L’occasione per fare il punto della situazione è stato il workshop organizzato lo scorso 21 febbraio presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma. Lo scopo di BluemassMed è di rafforzare il coordinamento e la cooperazione nel campo della sorveglianza marittima tra i principali Stati Membri dell’Unione che si affacciano sul Mediterraneo, ed è un punto focale per la creazione di una politica di intervento marittima integrata a livello europeo. Il progetto prevede l’utilizzo di sistemi spaziali nazionali ed europei, che operano nei settori dell’Osservazione della Terra, della Telecomunicazione e della Navigazione satellitare. COSMO-SkyMed, grazie all’elevato numero di acquisizioni giornaliere e alla prontezza di intervento nelle situazioni critiche, fornisce un valido aiuto agli altri sistemi satellitari preposti alla sorveglianza marittima come MARISS (MARitime Security Service); in particolare la modalità monitoraggio in tempo reale, che permette di rivisitare una zona precisa in modo continuo in caso di necessità, lo rende un potente alleato nel controllo di aree colpite da disastri naturali. (Fonte: Redazionale)
Trimble VRS Now disponibile in Benelux Trimble ha lanciato sul mercato i servizi di correzione dati RTK Trimble VRS Now per i territori del Belgio, dell’Olanda e del Lussemburgo (Benelux). Questi servizi consentono il calcolo di posizionamenti con accuratezza dell’ordine del centimetro da parte dei ricevitori RTK distribuiti sui territori menzionati. Il servizio Trimble VRS Now consente di ottenere facilmente e velocemente dati molto accurati di posizionamento per una larga varietà di applicazioni GNSS. Tra di esse ricordiamo l’agricoltura di precisione, la topografia, le costruzioni edili, la gestione di beni (asset management), il monitoraggio ambientale, la prevenzione e il soccorso per i disastri ambientali, le previsioni meteorologiche e la ricerca scientifica. Il servizio sul territorio del Benelux va ad affiancarsi ai servizi Trimble VRS Now già esistenti in Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda e Spagna. I nuovi piani di servizio permettono agli utenti di ottenere dati di posizionamento con precisione al centimetro all’interno di tutte le reti Trimble VRS Now RTK che si trovano distribuite sul territorio dell’Europa, semplificando enormemente l’accesso alle correzioni GNSS di alta precisione. Inoltre gli utilizzatori possono effettuare il roaming tra le varie nazioni senza particolari difficoltà ed effettuare il tracciamento dinamico (tracking) dei propri beni in tempo reale ed all’interno di vasti territori (grazie al servizio incluso iScope). (Fonte: Redazionale)
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GEOmedia n°6-2010
MERCATO
ESRI apre un centro di ricerca e sviluppo in Cina ESRI ha annunciato la costituzione di un nuovo centro di Ricerca e Sviluppo (R&D) presso la città di Beijing (Pechino), in Cina. Il centro si occuperà della progettazione e produzione di software per Sistemi Informativi Geografici (GIS) a supporto dell’industria cinese, il cui sviluppo è da anni in costante crescita. Attraverso l’utilizzazione di ArcGIS gli ingegneri cinesi focalizzeranno il loro lavoro sullo sviluppo di tecnologie fondamentali per sistemi di mappatura basati sul web e sul cloud computing, per tecniche di visualizzazione avanzata di dati spaziali e per soluzioni mapping di tipo mobile. ESRI supporta gli utenti GIS in Cina da circa 20 anni. Il Centro di R&D di Beijing consentirà alla società americana di continuare a promuovere e sostenere la tecnologia GIS nella nazione asiatica. In aggiunta a questo importate elemento, la creazione di team di sviluppo software locali permetterà ad ESRI di sostenere la crescita delle competenze dei tecnici cinesi nell’ambito delle tecnologie spaziali e consentirà alla comunità GIS cinese di accrescere il suo peso all’interno della comunità globale di clienti ESRI.
(Fonte: Redazionale)
ERDAS 2011 World Tour: le tappe italiane Approda in Italia l’ERDAS 2011 World Tour, l’evento itinerante gratuito che presenta le importanti novità della suite ERDAS 2011. Il Tour parte da Roma martedì 29 marzo 2011 e attraversa tutto il territorio nazionale. ERDAS 2011 World Tour mira a fornire soluzioni concrete per organizzare flussi di lavoro, focalizzati sugli aspetti applicativi, in grado di risolvere le esigenze di chi deve trasformare i dati in informazioni utili a produrre conoscenza per prendere decisioni ed agire in modo efficiente. E’ possibile visionare la pagina ufficiale del Tour italiano e preiscriversi alla tappa di proprio interesse all’indirizzo: www.planetek.it/ erdas_2011_world_tour. Questo il calendario delle tappe italiane: Roma, 29 marzo 2011; Palermo, 30 marzo; Milano, 5 aprile; Venezia, 7 aprile; Cagliari, 12 aprile; Bari, 14 aprile; Ancona, 19 aprile. La partecipazione è gratuita: per ogni ulteriore informazione e contatto diretto con lo staff di Planetek Italia: Planetek Italia S.r.l. Via Massaua 12, I-70132 Bari Tel. +390809644200 - Fax +390809644299 - erdas@planetek.it (Fonte: Planetek)
Annunciata l’edizione ASITA 2011 La Federazione ASITA ha annunciato le date e la location della quindicesima Conferenza Nazionale. Esso verrà ospitato presso la Reggia di Colorno (Parma) dal 15 al 18 novembre 2011. Inoltre, la Federazione sottolinea che la prossima edizione sarà caratterizzata da numerose novità e che il format della manifestazione sarà più innovativo e moderno, senza modificare le valenze della rassegna quale evento dedicato alla comunicazione, alla presentazione di servizi e prodotti all’avanguardia. Secondo quanto dichiarato dall’organizzazione, la nuova formula darà risposte adeguate alle attuali esigenze che vedono una crescente richiesta di occasioni di dialogo e di confronto tra utenti e operatori nel settore della geomatica. Grande attenzione e spazi importanti di comunicazione saranno dedicati alla mostra tecnico-commerciale e agli espositori di ASITA, che potranno presentare i loro prodotti negli stand espositivi e durante interventi negli speaker’s corner. (Fonte: ASITA)
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MERCATO Premio per l’innovazione tecnologica nella fotogrammetria a Microsoft Microsoft e la sua sussidiaria Vexcel Imaging sono stati i vincitori del premio per l’innovazione tecnologica in fotogrammetria assegnato durante la Geospatial World Forum Conference. L’innovazione in questione è rappresentata dalla camera aerea digitale UltraCamXp Wide Angle e dalle funzionalità di rappresentazione della maglia di punti del relativo software UltraMap. Lo scopo di un premio per l’innovazione tecnologica risiede nel voler riconoscere, onorare e mettere in evidenza le migliori applicazioni o utilizzi di tecnologie spaziali replicabili in futuro. I candidati per ricevere il premio vengono ricercati a livello internazionale ed i vincitori sono selezionati attraverso un’elaborata valutazione multilivello supervisionata da un panel di sette giudici internazionali. L’assegnazione del premio, durante l’edizione 2011 della Geospatial World Forum Conference, è avvenutalo scorso 18 gennaio a Hyderabad, in India, durante una cerimonia che ha visto più di 800 invitati. (Fonte: Redazionale)
GATE porta GALILEO nel mondo del business Il GALILEO Test e Development Environment (GATE) a Berchtesgaden, in Germania, ha aperto ufficialmente il 4 febbraio. Il gestore del sistema, la IFEN GmbH di Poing, in Germania, congiuntamente con il Ministero tedesco dei Trasporti, dello sviluppo dell’edilizia e dell’ambiente urbano, ha annunciato l’apertura per l’utilizzo commerciale alle organizzazioni che vogliano testare apparecchiature con i segnali provenienti da GALILEO. GATE è stato sviluppato per conto del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR), con finanziamento da parte del ministero tedesco dell’Economia e della Tecnologia. L’area dei test si estende su una valle di circa 65 chilometri quadrati, a sud-est di Monaco, dove le antenne circostanti trasmettono i vari segnali di GALILEO. GATE ha completato la sua fase di aggiornamento del segnale in funzione della versione più recente del Galileo Signal-In-Space (SIS) Interface Control Document (ICD) dell’ESA e dello European GNSS Agency’s Public Galileo Open Service (OS) ICD. (Fonte: Redazionale)
Lanciato un nuovo satellite GLONASS-K L’amministrazione russa ha lanciato con successo dal centro spaziale di Plesetsk, lo scorso 26 febbraio, un nuovo satellite per il posizionamento GLONASS-K. Il precedente lancio, effettuato lo scorso mese di dicembre 2010, avrebbe dovuto completare il raggruppamento dei satelliti in orbita; il tentativo non è però andato a buon fine a causa di un malfunzionamento del razzo vettore, che all’improvviso ha virato ed è affondato nell’Oceano Pacifico. I danni diretti legati al tentativo fallito sono costati alla Russia circa 2.5 miliardi di rubli (86 milioni di dollari). Il satellite GLONASS-K è pensato per avere una vita operativa di 10 anni e per irradiare cinque segnali per la navigazione: quattro nelle bande speciali L1 e L2 e uno per le applicazioni civili in banda L3. La formazione GLONASS al completo prevede la presenza di 24 satelliti operativi e di 2-3 satelliti di riserva, in modo che possa essere garantita un’operatività con copertura totale. La Russia possiede al momento 22 satelliti in orbita e lancerà più avanti durante il 2011 altri tre satelliti GLONASS-M tramite un razzo vettore Proton. (Fonte: Redazionale)
RapidEye ha completato la seconda copertura della Cina in due anni RapidEye, l'unico fornitore di soluzioni geospaziali che opera con una costellazione di cinque satelliti per l'osservazione della Terra, ha annunciato che la seconda copertura della Cina è stata completata. La campagna di acquisizione delle immagini, partita il primo agosto 2010 e conclusasi l'11 gennaio 2011, è stata ideata per coprire circa 5.8 milioni di km quadrati, ovvero il 60% delle campagne. Il progetto è stato consegnato con successo al Ministero delle Risorse Agricole (MLR) cinese durante la prima settimana di febbraio. RapidEye è anche molto vicino al completamento di un ulteriore progetto per il Centro Nazionale di cartografia e topografia (un dipartimento dell’MLR), il quale prevede la ripresa di un’area di oltre 920.000 km quadrati. La campagna di acquisizione ha incluso anche aree specifiche notoriamente nuvolose, il che ha reso di particolar successo questo lavoro. In precedenza l’MLR, che è un ente governativo responsabile della progettazione, amministrazione, protezione e utilizzo razionale delle risorse naturali del paese, aveva chiesto a RapidEye di consegnare l'80% del territorio cinese (7.8 milioni di km quadrati) nello stesso lasso di tempo del progetto più recente. RapidEye ha consegnato la maggior parte del progetto diverse settimane prima del previsto e con una copertura nuvolosa media del 5%, la metà di quella richiesta originariamente dal cliente. (Fonte: Redazionale)
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MERCATO
Nasce il centro di documentazione sugli eventi estremi e i disastri Grazie a una partnership tra il Comune di Spoleto e l’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nasce a Spoleto un Centro di Documentazione di nuova concezione sugli eventi estremi e i disastri. Eventi Estremi e Disastri – Centro Euro-Mediterraneo di Documentazione è un progetto che correla e fa interagire conoscenze scientifiche, storiche e antropologiche. Il suo fine primario è quello di stimolare e divulgare una nuova consapevolezza sulle cause naturali e antropiche dei rischi ambientali. Il Centro è il risultato di una convergenza di intenti fra il Presidente dell’INGV Enzo Boschi, il Sindaco di Spoleto Daniele Benedetti, e l’ideatrice del progetto, Emanuela Guidoboni, storica dei terremoti e dell’ambiente. Eventi Estremi e Disastri apre la sua attività nella sede della Biblioteca Comunale di Spoleto, il seicentesco Palazzo Mauri. Il centro darà un contributo culturale innovativo, mettendo in luce i nodi cruciali di territori sempre più fragili ed esposti e coinvolgendo i cittadini, i professionisti, la popolazione scolastica e quella universitaria; sarà impegnato a elaborare e a diffondere dati, testi, immagini, filmati sui disastri nel lungo periodo, per i quali sarà predisposto un archivio tematico. Il centro potrà inoltre organizzare mostre, seminari, convegni e conferenze, inserendo il vincolo scientifico nell’analisi degli impatti sociali, dal mondo antico ad oggi. Tutte le attività saranno seguite da un Consiglio Scientifico composto da esperti di diversa estrazione culturale e presieduto dal Prof. Cesare Roda, noto esperto di questioni ambientali e direttore della rivista Geoitalia. (Fonte: INGV)
MobileMapper 100 ™
MobileMapper™ 100 è l ultimo gioiello di casa Ashtech ed è l unico GPS presente sul mercato che si distingue per la sua modularità: L1 GPS, L1 o L1+L2 GPS & Glonass con le seguenti opzioni: RTK, Post-Processing e software GIS MobileMapper Field. Tutte le opzioni si possono integrare secondo le proprie necessità, attivandole semplicemente con codici di sblocco. Il tecnico GIS, partendo con lo strumento base , può avere precisioni submetriche. Il topografo, con le opzioni Glonass ed RTK, può avere precisioni centimetriche in tempo reale. Un altra caratteristica molto importante è il modem interno GSM/GPRS per ricevere la correzione NTRIP. MobileMapper™ 100 è l unico GPS portatile che può operare in RTK L1 con l antenna integrata! La tecnologia BLADE™, proprietaria di Ashtech, permette al ricevitore di operare in condizioni difficili tipo sottobosco o canyon urbani. A completare la caratteristiche professionali ci sono il sistema operativo Windows Mobile 6.5, la fotocamera integrata da 3 Mpixel e l estrema robustezza per operare in ambienti ostili. Caratteristiche • Accuratezza sub-metrica, decimetrica o centimetrica • Estremamente leggero e compatto con GSM/GPRS integrato • S.O. Windows Mobile 6.5 e fotocamera integrata da 3 Mpixel • Impermeabile e antiurto (IPX7) • Comunicazione estesa via Bluethooth o WiFi visita il sito www.rivistageomedia.it
MobileMapper 6 ™
MobileMapper™ 6 è uno strumento completo e ideale per acquisizione e aggiornamento dati GIS. Soddisfa le esigenze di chiunque ha bisogno di un GPS efficiente, produttivo ed economico per raccogliere dati in campo. MobileMapper™ 6, è molto facile da usare ed è pienamente compatibile con i più comuni software GIS. L opzione Post-Processing permette di avere precisioni inferiori al metro. La fotocamera integrata da 2 Mpixel ed un microfono con altoparlante permettono di arricchire la raccolta dati con immagini e note vocali.
www.arvatec.it Tel. e Fax 0331 464840 - NetFax 178 2223807
Caratteristiche • Adatto ad ambienti ostili (IPX7) • Windows Mobile 6.2 • Fotocamera digitale da 2 megapixel • Connettività Bluetooth • Possibilità Post-Processing
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REPORTS
Rischi geologici e conservazione del Patrimonio Culturale in Basilicata di M. Lazzari , M. Danese, V. Lanza
Il SIT della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale Italiano è stato adottato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come elemento centrale di programmazione per la definizione della distribuzione ed intensità degli interventi di restauro in funzione del rischio e della vulnerabilità a partire già dagli anni '90; ciò ha permesso di dare vita a sistemi regionali quali quello che viene presentato qui per la regione Basilicata.
L’
argomento trattato s’inserisce nelle più ampie tematiche di interesse regionale e nazionale di difesa del territorio e conservazione del Patrimonio culturale attraverso lo studio delle dinamiche di trasformazione naturale ed antropica del paesaggio e dell’impatto degli eventi calamitosi, quali frane, alluvioni e sismi sul costruito. Il tema dell’impatto degli eventi calamitosi naturali sul patrimonio culturale nasce dall’esigenza di minimizzarne gli effetti catastrofici in una visione globale che tenga conto di come la tutela di un patrimonio unico per qualità e quantità, qual è quello italiano, non possa prescindere dal riconoscimento di una sua forte integrazione nella dimensione paesaggistica. In tale contesto s’inserisce il progetto denominato ProtectCult, ovvero Progetto di Tutela e Conservazione del Territorio e del Patrimonio Culturale in Basilicata, realizzato dal CNR Dipartimento Patrimonio Culturale - IBAM, la Regione Basilicata Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità e l’Autorità di Bacino Interregionale della Basilicata, in un’area campione compresa tra l’alta-media Val d’Agri, la Val Camastra-Sauro e la Val del Melandro (figura 1), attraverso il rilevamento geomorfologico ed il controllo delle aree in frana. Il modello dei dati Le attività previste dal progetto riguardano l’analisi dei dati di franosità storica d’archivio, la fotointerpretazione multitemporale, rilevamenti geomorfologici originali, controlli e verifiche del terreno, la compilazione delle schede IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia) relativamente a ciascun
evento franoso rilevato nelle aree d’interesse, la georeferenziazione dei dati rilevati, l’inserimento dei dati IFFI nel GIS, l’individuazione delle aree urbane di particolare pregio storico-architettonico e monumentale e di aree archeologiche esposte a rischi geomorfologici ed idrogeologici e sulle quali avviare attività di monitoraggio, lo sviluppo di un webGIS per rendere fruibili i dati ad un pubblico più vasto. A supporto delle citate attività, il primo step di lavoro è consistito nella strutturazione di un SIT, tramite il modello di dati del geodatabase ESRI (figure 2-3), da utilizzare come base conoscitiva. Analisi spaziali per la costruzione della Carta del Rischio e progettazione di tools personalizzate. Al fine di evidenziare le interazioni tra beni architettonici censiti e rischi geologici, sono state realizzate tools capaci di calcolare il rischio dei Beni Culturali, calcolato come prodotto tra pericolosità geomorfologica e vulnerabilità sismica degli edifici. Per quanto riguarda la pericolosità derivante da frana sono state realizzate due tools, una per la valutazione della pericolosità derivante dal singolo fattore predisponente ed una per la valutazione della pericolosità derivante da più fattori. Al fine di spazializzare la pericolosità, è stato utilizzato il metodo statistico bivariato proposto da Yin e Yan (1988) e adottato da Van Westen et al. (1993). Il metodo è basato sul calcolo del valore di suscettibilità di un fattore tramite la formula:
Xi S I i = ln i S N in cui Xi è l’area dell’i-esimo fattore predisponente interessato da frana, Si è l’area totale posseduta dal fattore predisponente nell’area di studio, S è l’area totale in frana nella regione di studio ed N è l’estensione totale. La pericolosità Pi sarà data da: n
Pi = ∑ X ij I i i= 0
Figura 1 - Inquadramento dell’area studio e Comuni interessati dal progetto.
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in cui Xij è pari a 0 se la classe Xi è assente nel j-esimo pixel considerato, altrimenti esso è pari a 1 ed n è il numero di va-
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REPORTS riabili presenti. La pericolosità totale P, in caso di più fattori, è infine data dalla somma delle Pi così ottenute. La pericolosità ottenuta viene poi suddivisa in classi, in modo da ottenere un livello di hazard Hi variabile da 0 a 3. Per quanto riguarda la vulnerabilità si è fatto riferimento ai danni riportati dai Beni Culturali durante il terremoto irpino del 23 novembre 1980. A ciascun edificio storico è stato attribuito un livello di danno macrosismico secondo quanto previsto dalla scala macrosismica europea EMS (Gründhal, 1998), che prevede cinque livelli di danno (D1-5), tenendo conto delle perizie direttamente rilevate sul posto a seguito del terremoto e delle descrizione dei danni riportate da Frattani (1982) e Proietti (1994), che riferiscono dei danni subiti dal patrimonio monumentale in Basilicata censiti dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Potenza e dei danni subiti dai beni mobili ed immobili con i relativi interventi di restauro conservativo. Al livello di danno corrisponde un livello di vulnerabilità sismica degli edifici: al danno D1 cor-
risponde una vulnerabilità bassa V1, danni D2-D3 corrisponde una vulnerabilità media V2, ai danni D4 e D5 corrisponde una vulnerabilità alta V3. Tramite la map algebra è stata applicata una matrice di calcolo contenente le relazioni tra i 4 livelli di pericolosità (H0-3) e di vulnerabilità (V0-3), permettendo di ottenere la Carta del Rischio dei Beni Culturali (figura 4). La diffusione del dato geografico: il WebGIS ProTeCT-Cult Il WebGIS è naturale estensione web del GIS fin qui descritto. L’obiettivo che il WebGIS del progetto ProTeCT-Cult si è prefisso è quello di rendere accessibile una quantità rilevante di dati geografici ad un pubblico più vasto dei soli specialisti. Esso consente di acquisire, integrare, divulgare la conoscenza, nonché di ampliare il concetto di interoperabilità e trasparenza del dato; è strumento idoneo a monitorare le aree critiche di un territorio, per controllare il suo
Feature, Raster Dataset, Tabelle e Toolbox del geodatabase PROTECT_CULT 1. Un feature dataset contenente la cartografia di base del progetto in formato vettoriale, dal quale è stato possibile ottenere delle prime mappe tematiche ed altri dati in formato raster, utili alle analisi di rischio, quali il DEM, la slope, ecc. 2. Un raster dataset contenente le foto aeree, la ortofoto del 1999 e la cartografia IGM dell’area. 3. Un insieme di tabelle contenenti dati sulla franosità storica a partire dal 1799 ad oggi, ottenuti da una analisi dei dati storici d’archivio e delle pubblicazioni esistenti; le informazioni relative a ciascun evento franoso, hanno permesso di sviluppare una prima analisi statistica sulla loro distribuzione. 4. Un feature dataset contenente l’inventario dei fenomeni franosi attuali rilevati in campagna e i dati derivanti dal PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) vigente e dal progetto CARG (Carta Geologica d’Italia). 5. Un feature dataset contenente il Catalogo dei beni storico-architettonici, nel quale è stato inserito il censimento del patrimonio storico-architettonico, realizzato secondo i criteri richiamati dalla scheda A dell’ICCD integrando parzialmente o totalmente la documentazione esistente presso la Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Potenza. Inoltre è stata inserita anche l’informazione relativa ai danni riportati dagli stessi durante il terremoto irpino del 23 novembre 1980, come verrà meglio spiegato nel paragrafo relativo alla metodologia adottata per la valutazione del rischio. Infine è stato realizzato un layer relativo alla perimetrazione dei centri storici. 6. Un feature dataset contenente la georeferenziazione di 2000 Figura 2 - Estratto del geo- toponimi, la relativa classificadatabase PROTECT_CULT zione in base all’esposizione (ad dal Catalog Tree di Arcesempio Mattina), peculiarità Catalog e degli strati inforfisica (ad esempio Terre Rosse, mativi in esso contenuti.
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Figura 3 - Modello di dati e contenuti del geodatabase PROTECT_CULT.
Vallone), sorgenti (ad esempio Acqua), paleopaesaggio (ad esempio Pantano, Lago, laddove non esista più un bacino) e dinamica del suolo, come dissesti e frane (ad esempio Tramutola, Gorgoglione) e l’interpretazione dei toponimi classificati attraverso il confronto con le condizioni reali e con la documentazione storica. Lo scopo è di realizzare una Carta dei Geotoponimi, tramite un riconoscimento semantico di ciascun nome e del suo uso nel territorio attraverso i secoli (Del Lungo et al. 2010). 7. Un toolbox personalizzato, contenente applicativi per la valutazione della suscettibilità da frana derivante da uno o più fattori predisponenti e per il calcolo del rischio dei beni culturali.
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REPORTS
Figura 4 - Schema concettuale del calcolo della Carta del Rischio dei Beni Culturali realizzata nel caso specifico per il Comune di Laurenzana.
Patrimonio Culturale e le sue interazioni con le dinamiche ambientali, evidenziando in molti casi la relazione tra distribuzione del danno e cause che lo determinano. Il sistema di consultazione della cartografia interattiva, è centralizzato e consente diverse tipologie di accesso (profili utente, password, ecc.), è realizzato con l’ausilio di un motore cartografico e di un’interfaccia web (basati su soluzioni Open Source) e offre la possibilità di aggiornare e produrre mappe in modo dinamico e in tempo reale accedendo alle
Figura 5 - Schermate tratte dal WebGIS (http://protect-cult.ibam.cnr.it).
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banche dati del Sistema (figura 5). Il successo del progetto ProTeCT-Cult dipende dal traffico generato sul Web e può misurarsi in termini di numero di accessi di alle pagine del sito. Per conoscere le statistiche sugli accessi al sito si è sfruttato il supporto di strumenti dedicati che registrano il traffico web, fornendo giornalmente statistiche sul numero, la qualità e la provenienza delle visite effettuate dagli utenti dei siti internet. Per processare e gestire questi dati in tempo reale, e nel modo più corretto, è stata utilizzata la piattaforma browser based di Web Analytics, accreditata da Audiweb per la certificazione del traffico web: ShinyStat Free. Nel primo semestre 2010 (figura 6), a partire dall’implementazione del WebGIS, sono state registrate 1100 visite con 2.263 pagine consultate. Il trend degli accessi, nel periodo di riferimento, ha registrato dei picchi nei mesi di Gennaio, Aprile e Settembre, rispettivamente relativi alla creazione del WebGIS, all’aggiornamento dei dati ed alla presentazione ufficiale del progetto. Conclusioni Il progetto proseguirà e verrà ampliato, estendendo l’area di studio nel 2011-2012 a tutta la Basilicata rendendo disponibili in itinere i nuovi dati sul WebGIS. Al fine di ottenere un’informazione più dettagliata dal punto di vista geografico e nel contempo migliorare e dettagliare maggiormente il trattamento statistico dei dati, si prevede di associare a ciascun evento storico, per la maggior parte dei quali ad oggi esiste solo un riferimento del territorio comunale, un dato geografico di tipo puntuale, utilizzando anche i geotoponimi associati dell’evento.
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REPORTS
Bibliografia
Figura 6 - Sintesi degli accessi al WebGIS nei primi 10 mesi con report e dettagli.
Parole chiave CARTA DEL RISCHIO, PATRIMONIO CULTURALE, GEOMORFOLOGIA
Abstract Geologic Risks and Cultural Heritage Conservation in the Risk Map of Historical-Architectonic Heritage in Basilicata GIS is an established tool for landslides census and cultural heritage cataloguing. The integration of these knowledge basis is possible using the GIS computational abilities. This study shows the results of a project realized by CNR-IBAM, AdB and Basilicata Region and carried out on a wide territory (30 municipalities) in order to define a Cultural Heritage Risk Map by a GIS structuring of Cultural Heritage and geological risk factors with tools design for the analysis of the Risk, spreading final data and result through a WebGis.
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Del Lungo S., Lazzari M., Danese M. (2010), La Carta dei Geotoponimi dell’alta e media Val d’Agri (Basilicata): un nuovo strumento di conoscenza del patrimonio geostorico di un territorio. Riassunti del Quarto Convegno nazionale di Geologia e Turismo, Bologna 21-23 ottobre 2010. Frattani P. (1982), Sisma 1980 effetti sul patrimonio artistico della Campania e della Basilicata, Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali. Suppl. 3, Bollettino d’Arte. Gründhal G.G. (1998), European Macroseismic Scale 1998, Conseil de l’Europe Cahiers du Centre Européen de Géodynamique et de Séisomologie, Luxembourg vol. 15. Lazzari, M., Danese M. (2010), Tecniche geostatistiche integrate per la valutazione dei rischi geologici ed antropici in Basilicata: il caso del centro storico di Tursi in D’Andria F., Malfitana D., Masini M., Scardozzi G. (Eds), Il Dialogo dei Saperi: metodologie integrate per i Beni Culturali, Collana Monografie IBAM, n. 3, Tomo II, pp. 787-800, tav. VII, VIII, IX e X f.t., E.S.I., Napoli. Lazzari M., Danese M., Delli Santi M. (2010) Architectonical and archaeological heritage GIS-based risk map of high Agri river valley (southern Italy). ). Proceedings of Cultural Heritage Cairo 2009, 4th International Congress "Science and Technology for the Safeguard of Cultural Heritage of the Mediterranean Basin", Cairo, Egypt 6th - 8th December 2009, vol. I, pp. 231-235. Lazzari M., Danese M., Masini N. (2009) A new GIS based integrated approach to analyse the anthropic-geomorphological risk and recovery the vernacular architecture, Journal of Cultural Heritage, 10 (Supplement), pp. 104-111, Elsevier. DOI 10.1016/j.culher.2009.10.003 Proietti G. (1994), Dopo la polvere. Rilevazione degli interventi di recupero post-sismico del patrimonio archeologico, architettonico ed artistico delle regioni Campania e Basilicata danneggiato dal terremoto del 23 novembre 1980 e del 14 febbraio 1981, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Tomo V. Province di Matera e Potenza. Van Westen C.J., Van Duren I.C., Kruse H.M.G., Terlien M.T.J. (1993), GISSIZ: training package for Geographic Information Systems in slope instability zonation: Part 1. theory Part 2. exercises. Enschede, ITC, 1993. ITC Publication. 15, p. 245 p. 359. Yin K.L., Yan T.Z. (1988), Statistical prediction model for slope instability of metamorphosed rocks, in: Bonnard C (ed) Proc 5th Int Symp Landslides, Lausanne. Balkema, Rotterdam, vol 2, pp 1269–1272.
Autori MAURIZIO LAZZARI - M.LAZZARI@IBAM.CNR.IT MARIA DANESE - M.DANESE@IBAM.CNR.IT VIVIANA LANZA - LANZA.VIVIANA@GMAIL.COM CNR-IBAM C/DA S.LOJA ZONA INDUSTRIALE, 85050 TITO SCALO (PZ) WWW.IBAM.CNR.IT TEL. 0971/427326 - FAX 0971/427333
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IPERMOB: Infrastruttura Pervasiva Eterogenea Real-time per il controllo della MOBilità di Raffaella Mambrini
IPERMOB propone un sistema informativo per il monitoraggio e la gestione della mobilità urbana che utilizza tecnologie innovative open e a costo contenuto. Dal punto di vista architetturale, il sistema si articola su tre livelli (tier) che separano le problematiche relative alla raccolta e l’aggregazione dei dati da quelle relative alla pubblicazione dell’informazione ed alla fruizione dei servizi.
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el settore dei sistemi di trasporto intelligenti (Intelligent Transportation Systems – ITS), il progetto di ricerca IPERMOB, approvato nell’ambito del POR FESR 2007-2013 della Regione Toscana, si propone come una risposta completa e specifica alle criticità esistenti oggigiorno. Queste ultime includono: un ristretto campo applicativo dei sistemi chiusi (quali autostrade), sistemi ricchi (come i centri storici delle principali aree metropolitane), dovuti principalmente agli elevati costi delle apparecchiature di monitoraggio e diffusione dei servizi; segmentazione verticale delle applicazioni, che comportano una scarsa interoperabilità dei vari sistemi esistenti (ad esempio sistema di controllo delle autolinee di trasporto pubblico rispetto al sistema della polizia municipale); trascuratezza dei fattori umani relativi alla fruizione dei servizi resi disponibili dal sistema. I punti di forza di IPERMOB sono diversi, si può citare la trasversalità dei servizi offerti, rivolti a categorie eterogenee di utenti come pubblica amministrazione, come pure i concessionari e semplici cittadini, l’elevata scalabilità del sistema, che è utilizzabile in contesti urbani di dimensione variabile e consente l’ampliamento della copertura con un impiego di risorse modesto. Importante è anche
Figura 1 - L'architettura Multi-Tier del sistema.
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la possibilità di realizzare servizi custom in base allo specifico scenario di utilizzo. Il tutto accompagnato dal costo contenuto rispetto ai sistemi di infomobilità tradizionali, grazie all’impiego diffuso di componenti ampiamente disponibili sul mercato (Commercial On The Shelf – COTS) e utilizzanti protocolli standard, che non compromettano le funzionalità e la sicurezza del sistema. Nel dettaglio, il flusso di dati all’interno del sistema IPERMOB prevede la disposizione di reti di sensori wireless disseminate sul territorio che acquisiscono in tempo reale i dati quali flussi veicolari, occupazione dei parcheggi, ecc. Tali dati vengono raccolti e convogliati tramite un’infrastruttura wireless ad alta capacità e con supporto alla Qualità del Servizio (Quality of Service – QoS) verso un centro di raccolta, dove sono archiviati e indicizzati per un accesso efficiente. All’interno del centro di raccolta vengono eseguite elaborazioni al fine di ottenere informazioni di supporto alle decisioni degli utenti del sistema e dei veicoli circolanti nell’area monitorata. I servizi offerti sono differenziati in base alle diverse esigenze dell’utente: dal cittadino che vuole conoscere le condizioni del traffico o qual è il primo parcheggio libero, all’addetto al monitoraggio del traffico urbano. Inoltre, attraverso i dati storici memorizzati, IPERMOB prevede un’attività di studio di nuovi algoritmi per i modelli di trasporto a livello di macromobilità, cioè per la ricostruzione dei flussi derivanti dagli spostamenti tra zone in dipendenza di matrici origine/destinazione e di micromobilità, cioè per la simulazione del comportamento dei singoli veicoli e delle loro reciproche interazioni. I risultati ottenuti consentiranno in futuro la definizione di strumenti di modellistica più accurati e affidabili di quelli oggi esistenti. Da un punto di vista implementativo, i lavori di ricerca e sviluppo in IPERMOB sono attuati tramite sei Obiettivi Operativi (OO), che sono descritti di seguito. La base metodologica per attuare in modo sistematico la specifica, la realizzazione e la validazione del sistema IPERMOB è affrontata nell’OO1 (Metodologia, Modello e Architettura). Nell’OO2 (Infrastruttura di Comunicazione) viene definita l’infrastruttura di rete wireless per la raccolta, trasmissione e fruizione dei dati acquisiti dai sistemi embedded dislocati sul territorio. La ricerca e la messa a punto di tecnologie innovative per l’acquisizione e il trattamento dei dati avvengono nell’ambito dell’OO3 (Ricerca e Sviluppo tecnologico di reti wireless, pervasive ed eterogenee).
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REPORTS Tali dati sono memorizzati e indicizzati tramite l’infrastruttura di data and knowledge management definita nell’OO4 (Gestione Dati e Conoscenza per l’Ottimizzazione del Traffico), che li convoglia poi al centro servizi definito nell’OO5 (Centro Servizi e Controllo), che provvede all’esportazione dei servizi di infomobilità verso gli utenti del sistema. Infine è prevista un’attività di verifica e validazione dell’intero sistema realizzato negli OO precedenti tramite l’installazione di un prototipo in scala nel contesto viario dell’aeroporto “G. Galilei” di Pisa, all’interno delle attività dell’OO6 (Applicazione della tecnologia). La durata prevista del progetto è diciotto mesi, a partire dal novembre 2009. Il consorzio proponente comprende la Scuola Superiore Sant’Anna di Studi Universitari e di Perfezionamento di Pisa, il Consiglio Nazionale delle Ricerche nella unità di Pisa, Intecs Informatica e Tecnologia del Software S.p.A., Evidence S.r.l. e Aleph S.r.l. Il progetto comprende l’85% di attività relative a ricerca industriale, con il rimanente 15% dedicato allo sviluppo sperimentale. Intecs S.p.A., in particolare, svolge un ruolo chiave all’interno del progetto in quanto si occupa delle seguenti attività trasversali: stesura dei requisiti di sistema, dell’architettura e del piano di test (OO1); progettazione e realizzazione dell’infrastruttura di rete wireless (OO2); progettazione e realizzazione del centro servizi e controllo (OO5); integrazione delle componenti sviluppate nei vari OO, nonché installazione e del sistema nell’area di test e validazione (OO6). In tutto il ciclo di vita del sistema (dai requisiti, all’architettura, al piano di test) stiamo seguendo un modello a spirale in cui le varie fasi si reitereranno per approssimazioni successive. Tutto il ciclo di vita segue il paradigma Model Driven. Per quanto riguarda l’infrastruttura di rete wireless, prevista nell’ambito delle attività OO2, Intecs ha inizialmente provveduto a selezionare la tecnologia candidata per la realizzazione, che è risultata essere HiperLAN in bande non licenziate a 5 GHz. Tale scelta consente di ottenere una banda trasmissiva elevata, pari a 108 Mb/s di picco, su distanze relativamente lunghe, nell’ordine di alcuni chilometri, compatibili con l’area di copertura metropolitana. Inoltre, tale standard di comunicazione, consente una configurazione punto-punto, per il collegamento diretto tra due nodi, e punti-multipunto, in cui un nodo funge da elemento accentratore. Questa flessibilità consente di adattare la topologia logica delle rete wireless alle possibili diverse condizioni geografiche e ambientali. Inoltre, Intecs ha sviluppato il software per un gateway su scheda integrata che funge da collettore verso il centro servizi delle infor-
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Figura 2 - Sottosistemi e interfacce.
Figura 3 - La web Interface del centro Servizi e Controllo.
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REPORTS mazioni collezionate dalle reti di sensori wireless a esse collegate. Il gateway integra una componente di aggregazione e gestione della QoS, al fine di servire con priorità maggiore le categorie di traffico che sono più urgenti e sensibili ai ritardi (ad es. le segnalazioni di incidente) rispetto a quelle che tollerano un servizio più flessibile (ad es. informazioni turistiche). Il contributo di Intecs all’OO5 consiste nell’individuazione delle categorie di utenti del sistema e la definizione e realizzazione degli applicativi per il centro servizi. Sono state specificate le categorie di utenti, rappresentate dalle persone, create come archetipo di utenti reali per descrivere la loro interazione con il sistema. I servizi offerti dal centro sono differenziati in base alle diverse esigenze dell’utilizzatore: dal cittadino che vuole conoscere le condizioni del traffico o qual è il primo parcheggio libero, all’addetto al monitoraggio del traffico urbano. Un’ulteriore differenziazione dei servizi è effettuata in funzione del tipo di dati utilizzato. I servizi di micro simulazione, che sfruttano modelli micro del traffico, hanno bisogno in input di dati real-time. I servizi di macro simulazione, che sfruttano modelli macro del traffico, devono disporre di dati storici del sistema e su larga scala, in modo da fornire previsioni aggregate e focalizzate sui flussi veicolari. Nel processo di sviluppo software è utilizzato principalmente il linguaggio Java.
Parole chiave INFOMOBILITÀ, TRASPORTI INTELLIGENTI, MOBILITÀ.
Ci si è avvalsi di strumenti di generazione automatica del codice (ad esempio codice generato a partire da modelli Simulink) e stiamo sperimentando con successo l’utilizzo di frameworks Open Source per la manipolazione e visualizzazione di dati cartografici. Infine, la fase di integrazione e test del sistema prevede la realizzazione e messa in esercizio di un dimostratore nel contesto viario dell’aeroporto “G. Galilei” di Pisa. Nonostante l’applicazione su piccola scala, il sistema sarà completo e funzionante in ogni sua parte e rappresenterà il target ottimale per la validazione dei requisiti.
Abstract IPERMOB IPERMOB proposes an information system for monitoring and management of urban mobility, using innovative and open technologies. From the architectural point of view, the system has three levels (tiers) that separate the issues relating to the collection and aggregation of data from those relating to publication of the information and use of services.
Autore RAFFAELLA MAMBRINI RAFFAELLA.MAMBRINI@INTECS.IT
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TRIMBLE TSC3
Abbiamo aggiunto molte più potenzialità. Senza togliere nulla alla sua semplicità.
IL NUOVO E PERFEZIONATO CONTROLLER TRIMBLE TSC3 Il problema che sorge con qualcosa di nuovo e migliorato è che troppo spesso è diverso e non familiare. Non è il caso del nuovo controller Trimble TSC3. Ottimizzato per Trimble Access, questa nuova soluzione da campo esprime capacità di raccolta dati, calcolo e connettività più valide che mai, senza sacrificare le funzioni familiari che hanno reso famoso il nostro sistema di rilevamento topografico. RACCOGLIERE, CONDIVIDERE E TRASMETTERE: Uno schermo più largo, a colori, significa più funzionalità dallo schermo della mappa e un accesso più diretto alle funzioni che servono per completare il lavoro. E mantenere inalterato il flusso di dati tramite Bluetooth, WiFi e modem cellulare integrati. Il software da campo Trimble Access permette di trasferire nel flusso di lavoro i dati derivanti da GPS integrato, bussola e fotocamera. In un unico passaggio è possibile aggiungere automaticamente immagini e attribuire informazioni a qualsiasi punto che si sta misurando. Più semplice ed efficace? Sì. Più complicato? Per niente. Il nuovo controller Trimble TSC3. Progettato per semplificare il vostro lavoro, esegue attività straordinariamente complesse.
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REPORTS
Il Geoportale della Provincia di Treviso Condividere il patrimonio informativo attraverso l’interoperabilità dei sistemi di pubblicazione di M. Gnocato, L. Cauduro, M. Piatto
Il Geoportale della Provincia di Treviso, vincitore anch'esso del Premio Geoportali d'Italia 2009, nasce come uno strumento di consultazione, scambio e cessione dei dati che si muove all'interno di un unico riferimento normativo: la direttiva INSPIRE. Tutto ciò in un contesto dove l'utilizzo di software Open Source ha permesso un significativo risparmio garantendo comunque il soddisfacimento delle esigenze di pubblicazione e di integrazione con le dotazioni del Sistema Informativo Territoriale.
P
er descrivere i percorsi, le motivazioni, la realizzazione fino alla messa in funzione del Geoportale della Provincia di Treviso, bisogna necessariamente ritornare al ruolo che le istituzioni pubbliche devono avere in favore di una semplificata accessibilità alle informazioni. Nell’ambito delle funzioni assegnate alla Provincia dallo stesso testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, troviamo espresse competenze in materia territoriale ed ambientale inclusa la gestione delle informazioni, le stesse informazioni che nel medesimo Decreto Legislativo devono essere assicurate al diritto di accesso, anche generale, allo scopo dichiarato di rendere effettiva la partecipazione dei cittadini. È in questo quadro di competenze e doveri che ha trovato espressione il progetto che ha portato alla realizzazione del Geoportale della Provincia di Treviso. L’ufficio Sistema Informativo Territoriale Integrato della Provincia di Treviso, che lo ha ideato e sviluppato, ha un’attività decennale e consolidata ed esperienze di gestione, sviluppo, aggiornamento e normalizzazione sulle banche dati territoriali, occupandosi in maniera trasversale rispetto ai vari settori ed uffici dell’ente, di tematiche puntuali e specifiche, partecipando a piani di gestione territoriale, economica, di sviluppo ed alla loro predisposizione, di rappresentazioni del territorio a supporto di progettazione e decisioni. In particolare la partecipazione, a partire dal 2006, all’elaborazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, attraverso la predisposizione dei Quadri Conoscitivi, ha avu-
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to un’importante ricaduta sullo sviluppo delle banche dati provinciali, costituite da centinaia di livelli informativi e cartografie tematiche, che hanno imposto una messa a sistema di svariate tematiche e informazioni provenienti da altrettanti settori ed ambiti che a loro volta giacevano su diverse piattaforme non integrate fra loro. Contemporaneamente alla costruzione a alla normalizzazione delle risorse informative, sono state avviati per i Comuni servizi di accesso diretto online delle banche dati elaborate, rese accessibili attraverso lo sviluppo di strumenti e procedure di ricerca e scarico direttamente dagli archivi provinciali. La condivisione del patrimonio informativo attraverso forme di accesso diretto ha costituito un’inversione di tendenza rispetto alle esperienze fino ad allora condotte e, sebbene attuata in seno ad un contesto specifico, ha dimostrato che la facilitazione all’acceso genera un controllo condiviso delle informazioni rendendole aggiornate e coerenti con l’evoluzione del territorio e della pianificazione coordinata, ne limita la non opportuna duplicazione e lo scollegamento dai dati di corredo – quali i Metadati – che implica un impoverimento progressivo di affidabilità e del valore dei dati stessi. Da queste considerazioni sostanzialmente è stato avviato un processo di rinnovamento, con lo scopo di ampliare l’offerta di servizi informativi e di accesso alle informazioni, individuando nella libera circolazione delle conoscenze un valore aggiunto a quanto l’amministrazione e il S.I.T.I. svolgono a favore sia dei cittadini che degli operatori di settore specializzati.
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REPORTS
Figura 1a e 1b - Integrazione e interoperabilità attraverso Google Earth delle basi dati geografiche rese disponibili dai servizi del geoportale.
Avvio del Progetto del Geoportale della Provincia di Treviso Il progetto, pur sviluppato e realizzato in fasi successive, ha avuto sin da subito un unico riferimento normativo: la direttiva delineata da INSPIRE; ciò con l’obiettivo di attingere e rendere disponibili le molteplici risorse informative, geografiche e territoriali in gestione e depositate presso i propri uffici, costruendo un geoportale web delle informazioni territoriali provinciali funzionale al servizio di consultazione, scambio e cessione dei dati secondo standard OGC (Open Geospatial Consortium) e non derogando ai principi di: z
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interoperabilità tra sistemi e indipendenza da strumenti commerciali in uso presso l’utenza; riutilizzo di applicativi all’interno di piattaforme e dei sistemi operativi differenti; riutilizzo di documenti indipendentemente dalla piattaforma e dei sistemi operativi; standard della documentazione di riferimento e quindi utilizzo di linguaggi univoci; soluzione innovativa e qualitativamente elevata.
Il progetto mirava anche a trovare soluzioni sostenibili per quelle problematiche che si evidenziano nelle pratiche quotidiane di accesso agli atti, ovvero: z frammentarietà
e disomogeneità circa la comunicazione della disponibilità delle risorse informative provinciali, dipendente fra l’altro dalle personalizzazioni e dagli interlocutori sia in accesso che in risposta, e alle esigenze informative che vengono espresse, appunto, attraverso un accesso agli atti; z comprensione difficoltosa degli strumenti di consultazione e di accessibilità ai dati territoriali; z vincolo alle licenze d’uso dei prodotti commerciali o proprietari; z impossibilità di implementazioni normalizzate in grado di diffondere e trasmettere dati territoriali conformi agli standard. In questa fase, inoltre, è stata dichiarata e perseguita la volontà di ricerca e utilizzo di strumenti Open Source in grado di assolvere le esigenze di pubblicazione, integrando le dotazioni del Sistema Informativo Territoriale e consentendo una valida sperimentazione e selezione di quegli stessi strumenti Open Source in grado di individuare i cambiamenti e le sostituzioni da attuare a seguito della verifica; questo per
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Figura 2 - Viewer integrato per la visualizzazione delle basi dati geografiche rese disponibili dai servizi del geoportale.
diminuire i costi di gestione rispetto alla situazione precedente, in cui il prezzo dei software proprietari per la gestione e la diffusione dei dati territoriali era consistente e non più sostenibile. La scelta tecnologica Nel vasto panorama di risorse e strumenti disponibili, la scelta doveva orientarsi verso l’individuazione di uno strumento che garantisse un ambiente di gestione dell’informazione spaziale standardizzato e decentralizzato, progettato per consentire l’accesso a database georiferiti, a prodotti cartografici ed ai relativi metadati da una varietà di sorgenti, e che permettesse di incrementare lo scambio e la condivisione dell’informazione spaziale attraverso l’utilizzo delle capacità offerte da Internet. Open Source, una scelta vincente La sempre maggiore necessità di diffondere e condividere l’informazione geografica rapidamente e a basso costo, in forma interoperabile, ad ogni livello di governo e per i diversi profili di utenti, oltre ad aver ispirato il fiorire di nuovi campi di ricerca per la diffusione e la fruizione dei dati territoriali basati sull’utilizzo del web (oramai divenuti degli standard come ad esempio l’OGC WMS) ed indicato la necessità a livello nazionale ed europeo della creazione di linee guida per il corretto utilizzo di tali informazioni, ha definitivamente sensibilizzato gran parte delle Amministrazioni ed Enti Locali a muoversi nella direzione della sperimentazione delle tecnologie GIS/ webGIS e di protocolli di interscambio/interoperabilità. Su tali premesse il Sistema Informativo Territoriale Integrato
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REPORTS utlizza, come elemento centrale dell’Infrastruttura di Dati Spaziali, un sistema di catalogo di metadati web-based, il software GeoNetwork. Tale sistema, utilizzato come repository della metainformazione e ambiente web di consultazione, è stato sviluppato dalla FAO-UN, da WFP-UN e UNEP ed è disponibile con licenza Open Source (http://www.fao.org/geonetwork). Il sistema implementa gli standard ISO 19115 Geographic Metadata, FGDC, Dublin Core e ISO 23950 (Z39.50). L’applicativo è stato tradotto in lingua italiana e adattato per consentire la redazione dei metadati secondo le specifiche del CNIPA per il RNDT – Repertorio Nazionale Dati Territoriali - Linee Guida per l’applicazione dello standard ISO 19115 Geographic Information Metadata – versione 0.3 (25 settembre 2006). La sua architettura è largamente compatibile con la Geospatial Portal Reference Architecture prevista dall’OGC (Open Geospatial Consortium). La soluzione web-based proposta rende immediatamente disponibile, slegando l’utente da qualsiasi vincolo hardware e software, un repertorio di consultazione dei dati territoriali regionali, e soprattutto permette alla singola amministrazione di inserire direttamente i metadati relativi ai dati territoriali in proprio possesso. La scelta tecnologica adottata, sviluppata da organismi sovranazionali per collegare le comunità che utilizzano informazioni spaziali e i loro dati utilizzando un’architettura al tempo stesso potente, a basso costo e basata sui principi del Free and Open Source Software (FOSS) e degli International and Open Standards per servizi e protocolli (ISO/TC211 e OGC), assicura dunque garanzie di affidabilità e supporto da parte di comunità di sviluppo autorevoli: z
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garantisce l’interoperabilità attraverso l’uso degli standard comuni e permette di realizzare interfacce di comunicazione tali da rendere possibili anche in tempi differenti la collaborazione di servizi diversi (Servizi Catalog Service Web 2.0.2, Web Feature Service 1.1.0, Web Map Service 1.3.0); garantisce per sua stessa natura la capacità di accedere a una vasta selezione di mappe e ad altre informazioni spaziali memorizzate nei diversi database attraverso un unico punto di ingresso; offre funzioni di ricerca per chiavi di accesso, toponimi, località, selezioni spaziali, supporto di diversi formati; le mappe, includendo quelle derivate dalle immagini da satellite ma anche cartografie elaborate ad hoc, rappresentano strumenti di comunicazione efficaci e svolgono un ruolo determinante nel lavoro di varie tipologie di utenti; la possibilità di profilazione di utenti e di accessi dedicati ne fa uno strumento utile anche per la gestione di documentazione e archivi fotografici, documentali, bibliografici,
di pubblicazione diffusa o interna alle funzioni gestionali di uno o più uffici. La realizzazione Il progetto è stato avviato nel febbraio 2009 ed è stato presentato in occasione della pubblicazione della Carta dei Suoli nell’ottobre 2009, da allora è seguita e prosegue la fase di pubblicazione di una larga parte delle risorse informative disponibili, conservate e aggiornate negli archivi del S.I.T.I. in sinergia con alcuni degli uffici provinciali, che dei dati sono competenti e primi fruitori, quindi privilegiando la valenza strumentale che implica la messa a disposizione tramite un Geoportale web delle informazioni territoriali; infatti, l’utilizzo delle banche dati per finalità interne alle procedure e alle attività svolte dagli uffici ne sanciscono non solo l’utilità ma anche la validazione e il controllo continuo, requisito fondamentale a non far decadere le risorse stesse in sterili e obsoleti archivi. Lo sviluppo di un Geo-Spatial Web Service, servizio web di interoperabilità per l’informazione geografica, ha implicato uno sforzo verso un’innovazione tecnologica che ha trovato realizzazione attraverso il contributo di profili professionali, interni all’amministrazione provinciale, estremamente evoluti, competenti e approfonditamente informati circa la consistenza delle disponibilità delle risorse informative, del sistema che le gestisce e di tutti gli strumenti software e hardware in uso e disponibili. Il progetto è stato premiato come miglior Geoportale d’Italia a Bari, in occasione della 13a Edizione della Conferenza Nazionale ASITA. Il concorso è stato indetto da AM/FM, l’associazione nazionale di riferimento nata per favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze tra operatori pubblici e privati dei sistemi informativi territoriali, che assieme ad altre tre associazioni federate è fondatrice della conferenza nazionale ASITA. Obiettivi futuri e prospettive di condivisione Rifacendosi a quanto contenuto nella Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed enti locali per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa (L. 59 del 15/03/1997), viene ribadito ed esplicato il principio di sussidiarietà, secondo il quale la possibilità di costituire un Polo Informativo Provinciale trova un’efficace applicazione in termini di servizio agli enti che gli sono prossimi, alle associazioni e ai cittadini, proprio attraverso una modalità estremamente diffusa e utilizzata come il web. Evidentemente, tale ruolo può trovare applicazione solo avendo prima sperimentato e testato – oltre che attuato per buona parte – servizi di pubblicazione, visualizzazione, consultazione e download; ciò secondo una logica di interoperabilità dei
Figura 3a e 3b - A sinistra, risultato della ricerca della lista delle risorse del geoportale; a destra, metadati delle basi dati geografiche e dei servizi del geoportale.
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Figura 4 - Haversting: pubblicazione dinamica delle risorse informative del geoportale.
dati disponibili, del loro sostanziale adeguamento agli standard e sulla base della volontà di restituire utili strumenti conoscitivi agevolandone la reperibilità e svincolando da software proprietari e tecnicismi la consultazione dei dati territoriali e ambientali, patrimonio di un sistema informativo territoriale e più in generale di tutti i cittadini. L’amministrazione provinciale si candida pertanto, anche nei confronti di altri enti ed associazioni, in forma convenzionata, come referente territoriale per lo sviluppo e l’implementazione delle risorse informative territoriali, allo scopo di rendere sostenibile ed efficace la loro condivisione e preservarne tutto il valore conoscitivo documentale, di competenza e di appartenenza.
Riferimenti legislativi z z z z z
Direttiva 2007/2/Ce del 14.03.2007, istituzione di un’infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità Europea (INSPIRE); d.l.267 del 18.08.2000, testo unico delle Autonomie locali d.l. 39 del 24.02.1997, attuazione della direttiva 90/313/CEE concernente la libertà di accesso alle informazioni in materia di ambiente. d.l. 82 del 07.03.2005, codice dell’amministrazione digitale L. 241/90 Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi
Parole chiave GEOPORTALE, SITI, TREVISO, INSPIRE, OPEN SOURCE, INTEGRAZIONE, ASITA.
Abstract Treviso province geoportal The Treviso province geoportal, one of the winner of the 2009 contest organized by AMFM GIS Italia, is a referring, exchange and data dissemination tool designed to operate within a unique regulatory directive: INSPIRE. All these functionalities work in a Open Source environment that provided a significant save of money and an efficient data publishing and integration with the GIS basic functionalities.
Autori MARGHERITA GNOCATO - MGNOCATO@PROVINCIA.TREVISO.IT LUCA CAUDURO - LCAUDURO@PROVINCIA.TREVISO.IT MICHELE PIATTO - MPIATTO@PROVINCIA.TREVISO.IT SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE INTEGRATO - PROVINCIA DI TREVISO VIA CAL DI BREDA 116, SANT'ARTEMIO, 31100 TREVISO
Per ulteriori approfondimenti e dettagli sul progetto si può visitare il sito http://siti.provincia.treviso.it., oppure contattare l’ufficio S.I.T.I. della provincia di Treviso all’indirizzo: siti@provincia.treviso.it
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Dal LiDAR ai 3D City Model: un report ragionato dall'ultimo forum
ELMF di Domenico Santarsiero
Navigare nelle città virtuali diventerà un modo semplice di conoscere luoghi fisicamente distanti dalla nostra realtà quotidiana. La cosiddetta user experience del futuro si chiama 3D. 3D come modalità di interazione tra noi e la realtà, evoluzione di strumenti come Google Earth, ma anche del catasto del terzo millennio e di molti altri aspetti, non solo in ambito geomatico ma che abbracciano la nostra esperienza generale; tutto questo mentre i termini 3D, HDTV e Holographic Television diventeranno di uso comune.
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ra le tecnologie alla base del nuovo mondo 3D dobbiamo annoverare quelle LiDAR, che hanno raggiunto un livello di maturazione sufficiente al loro uso diffuso, sia in quanto tecnologie che come strumenti di lavoro standardizzati per un uso ‘normale’, quotidiano, che non ha bisogno di ulteriori verifiche o fasi di testing. Quando una tecnologia diventa matura, infatti, si verificano altri fenomeni caratteristici propri di questo status, come ad esempio l’uso in settori non convenzionali o, ancora, l’inevitabile riduzione delle dimensioni degli apparati, della loro complessità relativa e percepita. Un esempio per tutti gli operatori è rappresentato dall’ultima soluzione per il laser scanning terrestre (TLS - Terrestrial Laser Scanning) presentata alla fiera internazionale INTERGEO da uno dei leader di settore (FARO – www.faro.com), che con il suo sistema Focus 3D ha sbaragliato la concorrenza e lasciato stupefatti gli operatori che avevano già investito in apparati all’apparenza blasonati ad un costo quasi doppio o in sistemi non più vecchi di un anno. Infatti, il si-
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stema Focus 3D di FARO a fronte di dimensioni ridottissime (circa la metà rispetto ai modelli precedenti), ha un sistema di gestione on-board, un’interfaccia di tipo touch che ricorda un iPhone, ed è trasportabile come e forse meglio di una tradizionale stazione totale topografica. Un’agorà LiDAR Il meeting ELMF (European LiDAR Mapping Forum) nasce più che altro per essere un momento d’incontro di livello europeo, anche se i numeri di fatto lo presentano come un evento globale. Sono stati 613 infatti gli operatori registrati, con ben 46 paesi rappresentati, mentre 51 erano le aziende che occupavano gli spazi espositivi, tra cui tre aziende italiane. Sette i sistemi MMS presentati e visitabili in prima persona. GEOmedia è stata presente sia come media partner dell’evento che fisicamente, col sottoscritto, in modo da avere un contatto diretto con le ultime novità di un settore in grande cambiamento. Detto questo si può certamente dar conto del successo di
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REPORTS questo primo forum europeo, organizzato per filiazione di quello internazionale che si tiene oramai da alcuni anni negli USA. Passando in rassegna le aziende e le soluzioni – che si avvicinavano a rappresentare la quasi totalità dell’offerta tecnologica presente sul mercato – la sensazione è stata come al solito quella di un rincorrersi tra disponibilità di hardware estremamente performanti e soluzioni di post-elaborazione e software applicativi in grado di dare il massimo nei confronti delle richieste dell’utente finale. La sensazione è stata anche quella di un mercato ancora non perfettamente pronto ad accogliere le grandi potenzialità espresse dall’offerta dei servizi basati sui sistemi LiDAR. Ma l’integrazione va avanti e i sistemi LiDAR – siano essi terrestri come gli MMS (Mobile Mapping System) o aereo portati, a seconda delle esigenze – diventano lo strumento primario con cui si raccolgono sul campo decine e decine di terabyte di dati geospaziali, con una qualità informativa che non ha precedenti nella storia delle scienze del rilevamento. Lo spazio 3D, dunque, superando i paradigmi canonici della progettazione, dell’invenzione e della modellazione, diventa la porta naturale, il «geo-gate temporale per passare dal mondo reale a quello virtuale e viceversa» in una visione iper-moderna già raccontata dagli urbanisti visionari che si ispirano a Virilio. La ‘cattura’ della realtà attraverso milioni di punti laser e decine di migliaia di mega-immagini (megapixel), diventa un problema di strumenti di storage e di streaming, concetti legati più al mondo della finzione cinematografica che al mondo della geomatica. Ma quando la fantasia diventa realtà, si ribaltano gli approcci al problema, così anche la visione delle potenzialità delle nostre tecnologie, come ha dimostrato Ray Mandli di Mandli Communications presentando la sua relazione sull’uso creativo delle tecnologie LiDAR, attraverso il video Epicenter FX che potete vedere alle coordinate internet http://vimeo.com/17565117. Virtual Reality e Augmented Reality (due campi di ricerca e applicazioni abbastanza consolidati e documentati, contigui al mondo delle applicazioni del 3D e quindi del LiDAR), sembrano diventare la vera frontiera dove il concetto di LiDAR incontra quello della modellazione 3D. Frontiera che ancora non riusciamo a superare se non con la ricerca e messa a punto degli strumenti IT (hardware e software) più evoluti. E’, questa, una problematica molto interessante che è stata ampiamente affrontata nella relazione di Bill Emison, specialista dei prodotti di Merrick & Company (www. merrick.com), il cui titolo High performance computing for LiDAR data processing, ben sintetizzava le questioni aperte sull’uso dei sistemi LiDAR tra i ‘comuni mortali’ della geo-
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Schema generale di operatività di un sistema LiDAR per rilievi batimetrici.
matica applicata. Inutile dire che decine sono state le relazioni molto interessanti, sia per i contenuti innovativi che per i progetti presentati. Secondo la mia personale opinione, la relazione più interessante dal punto di vista tecnico-scientifico è stata quella sul progetto OPALS - Orientation and Processing of Airborne Laser Scanning Data, tenuta da uno dei ricercatori della Technische Universität di Vienna. Per dovere di cronaca vale la pena sottolineare che sono state molte le relazioni interessanti, ma ve ne sono state altre meno importanti e forse troppo orientate agli aspetti commerciali e/o di marketing. Strumenti interessanti sono invece stati i diversi workshop tenuti dalle aziende espositrici, ciò grazie all’approfondimento tecnico proposto sulle diverse problematiche e piattaforme operative in ambito LiDAR e sulle applicazioni correlate. Dai dati LiDAR ai 3D City Models, passando per i GIS LiDAR e fotogrammetria di ultima generazione, sono tecniche che negli ultimi anni hanno permesso il forte avanzamento tecnico alla base dell’innovazione in termini di uso dei dati geospaziali. Le tecniche LiDAR permettono con estrema facilità di ‘registrare la realtà’ partendo da una matrice irregolare di punti determinati via laser che, accoppiati alle informazioni cromatiche e metriche della fotogrammetria, Un’immagine del sistema aereoportato HawkEye per rilievi batimetrici LiDAR. rappresentano il non
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plus ultra della documentazione dei volumi di una città, o delle relazioni visive e spaziali di un ambiente urbano o peri-urbano. Questa mole di precise informazioni geospaziali, è alla base della definizione delle nuove applicazioni di 3D City Modeling, segmento applicativo che ha visto nascere negli ultimi anni diversi interessi, sia dal punto di vista scientifico e applicativo che dal punto di vista commerciale e comunicativo. E’ su quest’ultimo fronte che è impegnata la società tedesca VirtualcitySYSTEMS (www.virtualcitysystems.de), che già negli scorsi anni aveva presentato ad INTERGEO soluzioni client/server molto interessanti e orientate proprio alla problematica dell’estrazione di informazioni 3D dalle costruzioni (3D building data extraction). Ma il mondo delle applicazioni è come un universo in espansione permanente, e non può mancare la convergenza tra applicazioni LiDAR e GIS. Infatti, le migliori piattaforme di impiego dei dati LiDAR sono proprio quelle implementate all’interno di ambienti GIS, dove la disponibilità di strumenti di analisi e di archiviazione topologica delle informazioni è sicuramente più immediata che in ambienti stand alone. Su questo fronte, sono state poche le aziende che hanno presentato soluzioni adatte, se si eccettua la statunitense GeoCue (www.geocue.com). On shore e off shore, LiDAR e rilievi batimetrici Le frontiere delle applicazioni LiDAR sono ormai quasi illimitate e così diviene anche l’ambito operativo, che si sposta senza problemi verso l’off shore, ovvero verso il mondo dei rilievi batimetrici a grande e piccola scala. Il tema dei rilievi batimetrici con sistemi aereoportati è di forte impatto per un settore così al limite come quello dei rilievi batimetrici, oceanografici e idrografici in genere. Su questo tema, in termini di tecnologie e operatività, sono state diverse le relazioni poste all’attenzione come, ad esempio, quella presentata durante la final session a cura di Christopher Parrish del NOAA – che appunto chiudeva la conferenza affrontando queste specifiche problematiche – mentre a Leica Geosystems e Optech sono state affidate le conclusioni sulla maturazione della tecnologia. Tra le aziende leader, innovativo e quasi unico, il gruppo svedese AHAB (www.airbornehydro.com) con il sistema HawkEye II che vedete nell’immagine laterale. Le aziende La rappresentanza delle aziende era stata folta e diversificata, in rappresentanza dell’intero comparto applicativo, a partire dai produttori di sistemi come Optech, Trimble, Leica, MDL, e finendo ai provider di soluzioni MMS, ambito che vede nuovi attori come Mitsubishi. Sono una cinquantina le aziende che rappresentano l’universo delle applicazioni LiDAR nel mercato delle informazioni geospaziali; nell’elenco potete trovare vecchie e nuove conoscenze, comprese le poche aziende italiane presenti: 3D Laser Mapping - 3D Mapping Solutions - Aerodata Finnmap - Airborne Hydrography AB - Alice Labs - Blom - CARIS BV - Diamond Airborne Sensing - DIELMO 3D - Esri - EUROSENSE - Flycom - FM-International Oy Finnmap - Fugro Aerial Mapping GeoCue - Geomaat - Geomatics Group - Geoplex GmBH - GEOVISAT - Global Topographic Services Ltd - Helica SRL - IGI - InfoEra - ITRES Research Ltd - IVS 3D - Laserdata GmBH - IXSEA - KLM Aerocarto - Leica Geosystems - Manlight - Measurement Devices Ltd - Milan Geoservice GmbH - Mitsubishi Electric - Optech - PASCO Europe - Pelydryn - Pointools - QCoherent Software - QPS BV - RIEGL - Sineco - Teccon - TerraImaging BV - Terrasolid - TerraTec AS -
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Topcon - TopScan GmbH - Trimble - Velodyne Lidar - Virtual Geomatics Inc.- VirtualCITY Systems. Conclusioni Le tecnologie LiDAR, insieme alle tecnologie di image scanning, stanno rapidamente evolvendo, migliorando da una parte l’efficienza e la qualità dei dati di acquisizione, dall’altra la capacità di produrre e gestire alti volumi di dati: dati geospaziali di qualità metrica con un alto livello informativo in termini di dati spettrali e di imaging, alla base della gestione ambientale e delle infrastrutture territoriali. E’, quella LiDAR, una tecnologia che amplia dunque le possibilità operative per il mapping topografico, i rilievi batimetrici e i nuovi mercati dei 3D content orientati al management di asset territoriali (professional application) e al marketing territoriale (consumer applications) nei confronti dei quali i 3D City Models in parte dovrebbero contribuire.
Riferimenti z z z z z
www.ipf.tuwien.ac.at/opals/opals_docu/index.html - sito del progetto software OPALS dell’università di Vienna. www.mandli.com - comunicare attraverso i dati LiDAR. www.3dgeoinfo.org - il mondo delle applicazioni alla 5a 3D Geoinfo Conference tenutasi a Berlino. www.tmsico.com/lidarreport.html - le info di base sul primo Global LiDAR Report del mercato e delle tecnologie. www.citygml.org - il sito ufficiale del nuovo standard web per i modeli 3D delle città.
Parole chiave LIDAR, 3D, ELMF, VIRTUAL CITY
Abstract A report from the European LiDAR Mapping Forum Navigating virtual cities will be a simple way to explore and understand places situated far from our daily experience. In this context, 3D technology has been indicated as the most important way to interact with a virtual representation of reality as well as a possible evolution for cadastral tools and for services like Google Earth. LiDAR technology is commonly recognized as a main address in this evolution and the ELMF conference, that took place in Den Haag (NL), brought back some interesting point of views related to these new scenarios.
Autore DOMENICO SANTARSIERO DOMENICO.SANTARSIERO@GMAIL.COM
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Riqualificazione della Collina di Pentimele di P. Nasti, F. Guarnaccia e F. Maltese
Nel 2010 l’Istituto Tecnico Statale per Geometri ‘A. Righi’ di Reggio Calabria ha ottenuto l’ennesimo successo nel campo topografico, imponendosi con autorevolezza al primo posto nel concorso nazionale SIFET-MIUR che, conseguito durante la conferenza ASITA, ha visto crescere il palmares della scuola a cinque partecipazioni, con quattro primi premi ed un secondo premio. Il gruppo di lavoro del progetto SIFET-MIUR.
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uello dell’ITS ‘Righi’ è uno score veramente eccezionale: esso evidenzia l’indubbia qualità della didattica che gli insegnanti, con la loro grande passione e con la diuturna applicazione, riescono a trasmettere ai discenti, instillando il piacere ed il gusto di studiare ed approfondire discipline che in altre circostanze sarebbero potute rivelarsi abbastanza ostiche e forse noiose. I docenti di Topografia del Righi, sin dall’anno 2000, hanno percepito che per rendere l’insegnamento della disciplina più interessante ed accattivante era necessario rimodulare i programmi ministeriali, privilegiando alcuni argomenti rispetto ad altri; oggi tale scelta risulta indispensabile, in conseguenza della riduzione del monte ore della disciplina propugnato nella nuova riforma scolastica. Il Righi, alcuni anni orsono, ha avuto la felice intuizione di acquistare un GPS e realizzare contestualmente una stazione permanente, per cui è stato quasi naturale per i docenti di topografia approfondire lo studio di questo innovativo strumento tecnologico che oggi si rivela di grande diffusione, non solo nel campo topografico ma anche in molti altri settori (vedi navigatore satellitare). Da quest’anno il loro GPS fa parte, a pieno titolo, della rete di Stazioni Permanenti che la Regione Calabria ha voluto istituire e realizzare, di concerto con Leica Geosystems, vincitrice del banco di gara, per dare ai professionisti calabresi la possibilità di lavorare con un solo GPS, ricevendo direttamente le correzioni differenziali da alcune celle. L’impegno professionale da parte degli insegnanti di topografia è stato all’inizio notevole, non tanto dal punto di vista teorico, quanto nella parte applicativa del GPS, che essi hanno imparato ad utilizzare egregiamente sia in modalità statica che in modalità RTK. I docenti hanno altresì avuto modo di verificare sul campo che, quanto più il binomio teoria-pratica è stretto, tanto più è garantito il successo di partecipazione attiva e di comprensione da parte degli allievi, in quanto l’argomento trattato non appare noioso, anzi li interessa, li incuriosisce e li rende sempre più padroni della strumentazione riuscendo a volte a ribaltare le condizioni, tanto da porre gli stessi allievi in grado di ben conoscere le particolari procedure da seguire per ottenere specifici risultati. Diviene così particolarmente gratificante osservare gli alunni coinvolti nelle lezioni e nelle esercitazioni pratiche, specie quando gli stessi si rendono disponibili a creare persino una pagina su Facebook con l’inserimento di alcune immagini del-
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le esercitazioni per la condivisione dell’esperienza fatta. Il progetto che quest’anno il Righi ha inviato al concorso SIFETMIUR, parte da un’idea della docente di Estimo Paola Nasti sulla riqualificazione della collina di Pentimele, zona panoramica che sovrasta la città e lo stretto di Messina, da dove nelle giornate terse e limpide si riesce a godere di uno spettacolo mozzafiato che comprende sia l’Etna innevato o in fase eruttiva che le isole Eolie; il progetto ha previsto il posizionamento di una funicolare di collegamento tra la parte bassa di Reggio Calabria (Via Lia) e la sommità della Collina nella cartografia di Reggio Calabria. Il tracciato della funicolare ed i servizi ad essa collegati, sono stati posizionati sulla cartografia di Reggio Calabria realizzata nel sistema Gauss Boaga; da qui è nata la necessità di trasformare le coordinate, ottenute nel sistema di riferimento RDN con il GPS utilizzato in modalità RTK, in coordinate Gauss Boaga. Si è quindi dovuto procedere al calcolo dei parametri di trasformazione per il cambiamento del datum, che ha costituito l’asse conduttore del progetto. Nel progetto gli alunni del Righi, coordinati dai docenti di Topografia Guarnaccia, Maltese e Saraceno, supportati dal tecnico di laboratorio dott. Spanò, hanno realizzato una rete statica, per determinare le coordinate di alcuni vertici, nel sistema di riferimento nazionale RDN, dei quali già si conoscevano le coordinate in Gauss Boaga. Avendo quindi quattro punti doppi ed applicando l’algoritmo di Helmert, è stato possibile ottenere i parametri di trasformazione ed i relativi residui nell’area di progetto.
Tracciamento col GPS della funicolare.
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Ricerca dei punti dell'asse della funicolare.
Si è quindi provveduto a tracciare e picchettare sul terreno la funicolare ed i servizi ad essa annessi, utilizzando il GPS in modalità RTK. Applicando i parametri di trasformazione, prima calcolati con la rete statica, si sono trasformate in Gauss-Boaga le coordinate misurate in modalità RTK nel sistema RDN, e quindi si è potuto sovrapporre il progetto della funicolare alla cartografia di Reggio Calabria realizzata proprio nel sistema di riferimento Gauss-Boaga. Un ulteriore problema, molto interessante, che gli alunni hanno affrontato nel progetto è stata la trasformazione delle quote ellissoidiche in quote ortometriche. Ciò è stato possibile in quanto la scuola era dotata del software Verto 3K dell’IGM e del grigliato relativo alla zona in esame. Attraverso la conoscenza delle quote ortometriche è stato possibile tracciare il profilo longitudinale della funicolare e le sezioni trasversali del terreno, utili per l’eventuale computo metrico. Infine la parte topografica del progetto è stata integrata dalla parte ambientale, indispensabile per una adeguata riqualificazione della Collina di Pentimele, che è stata coordinata e curata dalla professoressa di Estimo, Paola Nasti. Preliminarmente sono state osservate e studiate tutte le caratteristiche naturali ed antropiche della collina che dovrà ospitare la funicolare, constatando che essa versa in condizioni di evidente e forte degrado, che mal si concilia con la caratteristica architettura dei due ottocenteschi fortini posti alla sommità della collina, di ottima qualità e fattura, ma anch’essi in condizioni di evidente abbandono. L’area considerata per l’ubicazione della funicolare alimentata elettricamente per non inquinare, è sita sul versante sud-est della collina di Pentimele che risulta di particolare interesse per le sue caratteristiche vegetazionali e faunistiche, in una delle ultime propaggini del massiccio d’Aspromonte verso il mar Tirreno. Con l’aiuto di alcune guide botaniche, gli allievi sono riusciti a classificare i vegetali osservati sulla collina, nonostante la stessa nel corso degli ultimi secoli abbia subìto un intenso sfruttamento agricolo che, insieme alla disorganica ed incontrollata urbanizzazione, ai frequenti incendi e ai disboscamenti non razionali, ha distrutto la macchia mediterranea, biocenosi tipica delle aree collinari e costiere mediterranee, facendo apparire oggi l’intera zona prevalentemente brulla e fortemente soggetta a fenomeni erosivi. Nella fase successiva, di proposizione e progettazione, gli allievi hanno immaginato e disegnato una nuova collina, non più brulla e con pochi fiori ma ricca di piante, di colori e di profumi, che hanno voluto chiamare la ‘collina delle farfalle’. La loro fantasia li ha portati ad ipotizzare l’allestimento di un giardino ‘delle farfalle’, così pensato per facilitare la loro osservazione e per contribuire alla loro conservazione, stante che numerosi habitat naturali delle farfalle sono andati perduti
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a causa dell’urbanizzazione e delle profonde alterazioni ambientali prodotte dalle diverse attività umane. Per la conservazione della specie è stata ipotizzata la creazione di aree naturali rese accoglienti per questi insetti dalla creazione di sentieri e di una zona di ripopolamento posta ai margini del percorso della funicolare, sia per attenuare l’impatto visivo del binario che per creare un vero e proprio giardino realizzato con essenze vegetali in grado di ricostituire l’habitat adatto alla vita delle farfalle. Per finire, inoltre, è stata progettata una ‘casa delle farfalle’, cioè una serra in cui le farfalle possono permanere in un habitat ideale mentre i visitatori circolano liberamente tra di loro libere di volare. L’esposizione soleggiata del versante collinare e l’ambiente chiuso e climaticamente controllato di una serra dovrebbe poi garantire la creazione di un microclima ideale in cui le farfalle possono vivere e riprodursi creando un interessante polo attrattivo per i turisti e per l’educazione ambientale delle scolaresche. Nell’ottica della realizzazione di interventi ecocompatibili è auspicabile infine la realizzazione di impianti che garantiscano la produzione e l’uso di energia rinnovabile, così come l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici sulle serre garantirà l’autonomia energetica della struttura rispettando la logica della sostenibilità che ha guidato questo progetto.
Parole chiave RIGHI, FORMAZIONE, SIFET-MIUR, PENTIMELE.
Abstract Requalification of Pentimele hill 2010 has been a year fulfilled with successes for the Reggio Calabria High School for Surveyors 'A. Righi'. For the fourth time the school won a prize, during the last edition of ASITA, for its educational activities and, especially, for the on field experience carried out on the Pentimele hill, near Reggio Calabria.
Autori
FILIPPO MALTESE MALFIS@LIBERO.IT
PAOLA NASTI PAOLAPIERANASTI@LIBERO.IT
FRANCO GUARNACCIA FRANCESCO.GUARNACCIA@TIN.IT
ISTITUTO TECNICO STATALE PER GEOMETRI "A. RIGHI" DI REGGIO CALABRIA VIA TRABOCCHETTO II TRONCO WWW.ITGRIGHI.RC.IT
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Dai radiofari ad EGNOS A cura di Fabrizio Bernardini
Questo breve articolo offre una panoramica storica. All’interno dell’aeroporto di Catania Fontanarossa, in un raggio di poche centinaia di metri, si trova un'involontaria traccia che può avere anche una valenza educativa e didattica: un radiofaro NDB, un impianto VOR/DME, l'ILS e la RIMS EGNOS ricapitolano, infatti, l’evoluzione delle radioassistenze aeronautiche. Da notare come con l’evoluzione si abbia un aumento della frequenza operativa ed una conseguente riduzione della dimensione delle antenne, ma anche un aumento della complessità tecnologica. Questo contributo può essere considerato un'appendice alla serie di articoli su EGNOS pubblicati sui precedenti numeri di GEOmedia.
Il radiofaro non direzionale è il capostipite delle radioassistenze e fornisce al pilota un orientamento ottenuto mediante il radiogoniometro di bordo. E’ il trasmettitore più semplice che si possa immaginare ed il ricevitore di bordo è altrettanto semplice. P operando Pur d iin maniera i passiva, i il VHF Di Direction ti Fi Finder, d noto t anche h come radiogoniometro, è ancora presente in tutti gli aeroporti. Legame più antico con gli albori della radio, permette agli operatori della Torre di Controllo di comunicare ad un pilota, in base alle sue trasmissioni, la propria direzione rispetto al campo di volo.
L’apparato VHF Omnidirectional Range, al quale è spesso associato un Distance Measuring Equipment, due sistemi diversi (ed anche indipendenti) che forniscono una indicazione di direzione e distanza con la possibilità di selezionare una radiale precisa. E’ ancora uno strumento utile alla radionavigazione di area e di crociera e può essere usato per avvicinamenti non di precisione.
Dettaglio di una delle due antenne GPS della RIMS EGNOS di Catania. La semplicità dell’installazione fa trascurare la complessità del sistema che opera sull’intera estensione europea e che potrà essere espanso anche al bacino del Mediterraneo.
Una delle due antenne della RIMS di EGNOS di Catania, con sullo sfondo l’antenna della Guida Planata (Glide Path) dell’impianto di atterraggio strumentale (ILS). EGNOS è un elemento chiave per dotare di avvicinamenti strumentali di precisione anche gli aeroporti, o le direzioni di atterraggio, non dotati di ILS. Anche se non nella stessa zona delle precedenti, l’ampia antenna del Localizzatore è parte dell’impianto ILS per la pista 06 a Catania. La possibilità di eseguire avvicinamenti di precisione è la chiave per lo sviluppo di un aeroporto moderno: usare EGNOS come alternativa abbatterebbe il costo di esercizio dell’impianto con notevoli benefici soprattutto per gli aeroporti medio/piccoli.
Abstract From radio beacons to EGNOS - This article describes with images more than half a century of radio aids to air navigation. All the images, taken in the same location within Catania Fontanarossa airport, provides an historical perspective to the article about EGNOS and Civil Aviation published in the previous issue of GEOmedia.
Tutte le foto sono dell'autore.
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Software libero per lo sviluppo in Africa orientale di A. Mandrici, C. Carugati e M. Leonardi Lo sviluppo di una nazione povera come può essere la Tanzania passa anche per l'utilizzo di strumenti efficaci che non abbiano impatti sulle casse dell'amministrazione e che garantiscano, allo stesso tempo, una qualità dei risultati condivisibile su più piattaforme. Oikos è una ONG italiana che dal 1999 si occupa di fornire assistenza e formazione per lo sviluppo di progetti di gestione del territorio. In questo contesto, l'utilizzo di software Open Source rappresenta una scelta a lungo termine.
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al 1999 Oikos realizza progetti di sviluppo in Tanzania. Dal 2007 al 2010 un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri italiano ha fornito supporto al Meru District Council per la realizzazione del Land Use Planning nell’Engarenanyuki Ward, Arusha Region. Il Land Use Planning è un processo nazionale attivato dal Governo tanzaniano dal 1999. Nell’area di intervento il sovrappascolo, l’eccesso di salinità dell’acqua, l’abuso delle risorse, richiedono un deciso ripristino ambientale. La questione della proprietà della terra, per ragioni storiche, etniche, ecologiche ed economiche, è un argomento caldissimo, che è spesso causa di conflitti violenti ed inattesi; l’infrastruttura tecnologica di distretto, inoltre, manca totalmente. Lo scopo era lasciare all’autorità il piano di gestione territoriale e un sistema replicabile di supporto alle decisioni. Per la sostenibilità delle azioni intraprese, il progetto ha promosso l’uso di software libero. Per questo la formazione del personale sull’uso di GPS e software geografici è stata orientata verso il mondo Open Source e i dati geografici liberi, in modo da garantire costi limitati, senza compromessi sulla qualità. Le azioni hanno previsto un approccio informativo ‘dal basso’ e ‘dall’alto’: il primo coinvolgeva i consigli e le assemblee di villaggio sul campo (insieme ad esperti agromomi, forestali, zoologi, geologi e pedologi), nella realizzazione dei confini, nella catalogazione sistematica e georeferenziata delle risorse del territorio – dalle infrastrutture alla fauna – passando per suolo, vegetazione, ed altri tematismi, e nella raccolta di dati socio-eco-
nomici mediante circa 1.100 interviste. L’approccio informativo ‘dall’alto’ consisteva nella realizzazione del geodatabase vero e proprio insieme al personale del distretto, integrando le informazioni di cui sopra con altre provenienti da fonti accessibili quali AFRICOVER, SRTM, ASTER GDEM, WorldClim e Landsat. Il risultato consiste in tre volumi di 522 pagine in lingua Inglese e Kiswahili, ed un layout in formato A1 relativo alla zonazione di villaggio. Il risultato digitale è un sistema SQLite/ Spatialite, contenente 76 layer relativi ad una superficie di 3.102 Kmq, inseriti tramite Spatialite-GUI e Spatialite-GIS, accessibili direttamente con Qgis o, relativamente agli attributi, tramite OpenOffice.org Base e driver ODBC. Il sistema è stato sviluppato su Mac OS X e Ubuntu Linux, e successivamente portato sull’hardware di distretto, dotato di Microsoft Windows. Oltre al lavoro svolto insieme, il personale del distretto è stato formato con 15 giorni di istruzione specifica su GIS. I sistemi di riferimento utilizzati sono stati Tanganyka Triangulation Mercator (TTM), New Arc 1960, WGS84 Lat Long. Il sistema finale è WGS84 UTM 37 South (EPSG 32737), e i corretti parametri di trasformazione sono stati inseriti in Qgis. La modellizzazione dei dati faunistici è stata realizzata con GRASS GIS. La gestione delle informazioni relative al settore agricolo è affidata ad un DB specifico PostgreSQL/PostGIS che gira su una virtual machine Debian Linux, su una workstation nativa Microsoft, presso
l’Agriculture and Livestock Development Office del distretto. Lo sfruttamento a pieno delle capacità del geodatabase server-based avverrà non appena sarà realizzata l’infrastruttura informatica dell’ente. Questa componente è stata curata dall’Università dell’Insubria, ed è discussa in dettaglio nella relazione Using GRASS and FOSS for biodiversity mapping and sustainable development: a case study in Tanzania (Carro et al.), presentata al XII Meeting degli utenti italiani GRASS e GFOSS. Sull’onda dell’uso di software libero, un altro progetto Oikos (sul tema energia, finanziato dall’Unione Europea) ha fornito 35 PC e pannelli solari a due scuole secondarie, due ‘centri-energia’, formazione ad insegnanti e a 2000 studenti sull’uso di Ubuntu Linux. Il Distretto ha così assegnato un insegnante di informatica alle scuole, che sono state incluse nel District Strategy Plan, e ad oggi gli studenti sono pronti per l’esame di stato nella disciplina in oggetto. Ulteriori informazioni su: http://cercngarenanyuki.blogspot.com. Gli autori ringraziano per la collaborazione Gfosservices, T4E, Faunalia, G. La Porta e S. Grassi.
Parole chiave TANZANIA, QGIS, GRASS, GFOSS.
Abstract Free Software for development in East Africa Since 1999 Istituto Oikos (Italian NGO) in partnership with Oikos East Africa (Tanzanian NGO) are carrying out integrated development projects in collaboration with local Government Authorities at Regional, District, and Village level. With the aim to ensure sustainability to the interventions addressed to strengthen the governance capacities and the use of IT technologies in the rural areas, the projects have promoted the use of Free Software tools such as Ubuntu and Debian Linux as OS; Qgis and GRASS as G.I.S.; SQLite/Spatialite and PostgreSQL/PostGIS as Spatial-enabled DBRMS, OpenOffice as productivity suite.
Autori ANDREA MANDRICI ANDREA.MANDRICI@GMAIL.COM
CATERINA CARUGATI CATERINA.CARUGATI@ISTITUTO-OIKOS.ORG MATTEO LEONARDI MTLEONARDI@GMAIL.COM OIKOS EAST AFRICA – ARUSHA, TANZANIA WWW.ISTITUTO-OIKOS.OR
Screenshot di Qgis su layer relativi all'aera di progetto.
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GI IN EUROPE - di Mauro Salvemini
Global Geospatial Information Management: un’iniziativa delle Nazioni Unite Secondo un punto di vista condiviso, vi è la necessitàdi istituire, a livello inter-governativo, un meccanismo di consultazione che possa giocare un ruolo di leadership nell'organizzare l'agenda delle azioni da svolgere per promuovere l'informazione geospaziale e per favorire il suo utilizzo all'interno delle sempre più complesse sfide di oggi; nel caso delle Nazioni Unite, lo scopo è anche quello di avvicinare e coordinare i paesi membri così come le organizzazioni internazionali.
L
a cartografia ha rappresentato un tema rilevante nell’agenda delle Nazioni Unite sin dalla creazione dell’organizzazione. Grazie alla disciplina, che coinvolge aspetti relativi ai confini degli stati e alle competenze degli enti, vengono affrontati anche aspetti quali quelli dei toponimi e della definizione dei luoghi. Le Nazioni unite se ne sono occupate già dal 1948, quando la prima risoluzione del comitato ECOSOC (Economic and Social Council) definì la necessità di un coordinamento cartografico. Successivamente, a partire dagli Anni ’50, si sono insediate sotto l’egida dell’UN una commissione cartografica per le americhe ed una commissione cartografica per l’Asia ed il Pacifico. Proprio nell’ambito di tali commissioni, e con l’aiuto e coordinamento della Divisione Statistica dell’ UN, nel 2009 si è cominciato ad affrontare il tema della una gestione globale delle informazioni geografiche (ed ovviamente non solo della cartografia). Si tratta, in breve, di interpretare l’ampio e diffuso interesse nel disporre di un meccanismo di consultazione operante tra i governi dei 192 stati membri alfine di sviluppare un’agenda sulla GI. Tale interesse, ratificato al termine del 2010 dall’ECOSOC, ha trovato attuazione nelle risoluzioni approvate negli ultimi due anni, durante lo svolgimento di conferenze cartografiche dedicate. Lo scopo è quello di promuovere lo sviluppo dell’informazione geografica per affrontare le sfide del millennio. Il primo passo sarà il Forum GGIM, indetto dalle Nazioni Unite
per il prossimo 25-28 ottobre a Seoul, che sarà appunto dedicato alla gestione della GI. Ho avuto il piacere e l’onore di contribuire alla discussione ed alla preparazione del forum con relazioni fondative e con presentazioni che – di concerto con i rappresentanti di alcuni stati membri della Unione Europea – hanno attirato l’attenzione dei partecipanti alle ultime conferenze cartografiche su INSPIRE, facendo in modo che venisse indicato come buona pratica da seguire a livello mondiale. Il tutto si trova sul sito http:// ggim.un.org nella sezione ‘conferenze cartografiche’. Nello stesso sito si rileva come la prassi delle Nazioni Unite di coinvolgere, oltre agli stati membri, le organizzazioni non governative, sia stata seguita nel migliore dei modi. Nella sezione ‘partner’ l’Italia è rappresentata dall’IGMI. E nella sezione ‘International Organisations’ è rappresentata da EUROGI, della quale AMFM GIS Italia è membro fondatore e di cui, inoltre, ricopro attualmente la carica di presidente. Si tratta ora di partecipare al meglio a questa iniziativa che appare rilevante non solo per l’aspetto politico ma anche per quello ambientale, sociale ed economico. Se infatti si riflette sull’impatto che la GI ha su la vita delle popolazioni se ne intuisce subito il grande valore: le azioni poste in essere dai governi e dai volontari per la mappatura di Haiti dopo il terremoto a causa dell’assenza totale di mappe è forse la più nota e recente storia. Ciò è accaduto anche in presenza di altri eventi catastrofici dal momento che molti
settori disciplinari sono fondati sulla conoscenza geografica, compresi quelli che sfociano in iniziative dedicate alle varie comunità. Tutti gli stati sono quindi interessati alla gestione della GI. Ma esiste anche l’aspetto economico legato alla GI ed è bifronte. La GI crea opportunità economiche e di questo ne sono assolutamente consapevoli le economie con maggiore tasso di crescita: in Asia, ad esempio, si stanno investendo centinaia di milioni di dollari per creare opportunità di mercato legate all’informazione geografica. Ma informazione geografica significa anche divide economico quando essa implica la distinzione tra paesi ricchi – che se la possono ‘permettere’ – e paesi meno ricchi, che quindi hanno bisogno di aiuti da parte dei paesi con tasso di crescita positivo e quindi naturalmente pronti a sfruttare il momento propizio del settore.Come parteciperà l’Italia al Forum Globale sulla GI Management ? Ovviamente il tutto è nelle mani del nostro governo ma AMFM GIS Italia è pronta a mettersi al servizio di questa partecipazione. Nel terminare questo articolo mi preparo a scrivere al Direttore dell’IGMI per confermare questa nostra disponibilità.
Parole chiave CARTOGRAFIA, UN, ECOSOC, EUROGI, GI
Abstract What is Global Geospatial Information Management There is general agreement of an urgent need for an inter-government consultative mechanism that can play a leadership role in setting the agenda for the development of global geospatial information and to promote its use to address key global challenges; to liaise and coordinate among Member States, and between Member States and international organizations.
Autore MAURO SALVEMINI MAURO.SALVEMINI@UNIROMA1.IT
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AZIENDE E PRODOTTI Mappe topografiche USGS in ambiente iOS La società canadese Avenza Systems ha rilasciato mappe topografiche dello USGS (United States Geological Survey) per l’impiego nell’applicazione PDF Maps per i dispositivi Apple basati su Sistema Operativo iOS: tra questi ricordiamo iPhone, iPad ed iPod Touch.Ciascun dispositivo basato su iOS che includa il GPS o il sistema Wi-Fi permette all’utilizzatore di interagire con le mappe ed utilizzarle a vari scopi: per una navigazione semplice, per segnare punti di interesse e per impiegare la bussola per l’orientamento. In aggiunta, l’ultima versione rilasciata di PDF Maps consente all’utente anche di esportare i punti di interesse su file CSV, GPX ed XML. La libreria di PDF Maps mette attualmente a disposizione oltre 55.000 mappe topografiche USGS, che possono essere scaricate dalla rete ed utilizzate dall’applicazione. Le mappe sono costituite da file PDF georeferenziati organizzati per stato, area e quadrangoli di 7,5 minuti (scala 1:24.000). Una utilissima miniatura (thumbnail) permette agli utilizzatori di osservare un’anteprima della mappa, prima di scaricarla. Attraverso i futuri aggiornamenti di PDF Maps, sempre nuove caratteristiche e miglioramenti andranno ad arricchire i prodotti MAPublisher e Geographic Imager, che com’è noto forniscono gli unici metodi disponibili per l’authoring di documenti PDF geospaziali con la Adobe Creative Suite. PDF Maps è attualmente disponibile gratuitamente presso l’iTunes Store.
Delfo italiana distribuisce il Mesa Rugged Notepad Geo 3G/GSM
(Fonte: Redazionale)
Menci annuncia Site Manager Esce la prima release del software Site Manager: il primo applicativo italiano per la gestione, archiviazione e consultazione semplificata delle nuvole di punti. Il software dall’interfaccia semplice ed intuitiva nasce per essere divulgato dai clienti ai committenti. La soluzione consente di importare nuvole di punti RGB complesse, elaborati grafici, ortofoto, testi e video. In maniera molto semplice è possibile inserire dei link per correlare nuvole di punti tra loro e generare un vero e proprio archivio dei vari modelli 3D. Vari criteri di rappresentazione semplificano l’interpretazione e la consultazione tridimensionale. Sono disponibili semplici comandi per la misura in 3D e vi è la possibilità di consultare i modelli tridimensionali con visione anaglifica. Finalmente uno strumento semplice ed economico per consegnare e valorizzare i modelli 3D. (Fonte: Menci)
La gamma di camere aeree di Optech Optech è pronta a rilasciare una gamma aggiornata di sistemi per l’imaging aereo ad alto rendimento grazie alla recente acquisizione della Geospatial Systems. La nuova linea di prodotti, che andrà sotto il nome di Optech Aerial Imaging Cameras, consisterà dei sistemi D-13000 e D-8900, caratterizzati dalla tracciatura incrociata della densità di 13.000 e 8.900 pixel rispettivamente, oltre alla funzionalità standard True Forward Motion Compensation. A completare l’offerta ci sono poi le camere della serie T, la T-7200 e la T-4800, nelle loro varianti atermiche, metriche e di maggiore robustezza, tutte dotate dell’hardware di controllo scalabile. C’è poi la camera multispettrale T-MS, specificatamente tagliata per il telerilevamento, l’agricoltura di precisione, la valutazione ambientale, l’oceanografia e la sorveglianza avanzata, giusto per citare alcune applicazioni per cui lo strumento è stato già utilizzato. Lo scorso giugno 2010, Optech ha fatto subentrare alla linea di prodotti DiMAC la funzionalità True Motion Compensation. Queste camere hanno avuto successo e dimostrato di possedere una grande attrattiva all’interno del mercato dei rilievi aerei in tutto il mondo, e si sono pienamente integrate all’interno della linea Optech ALTM (Airborne Laser Terrain Mappers). Unendo la linea di prodotti DiMAC con la gamma di dispositivi della Geospatial Systems, Optech è ora in grado di fornire un range onnicomprensivo di camere ad alta qualità per ogni tipo di applicazione. (Fonte: Redazionale)
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In aggiunta a tutte le funzioni disponibili sul modello Mesa Geo, il Rugged Notepad Mesa Geo/3G integra ora anche un modem dati cellulare 3G/GSM. I Rugged Notepad Mesa Geo & Geo/3G dispongono ciascuno di connettività wireless Wi-Fi 802.11b/g e BT 2.0 + EDR, di fotocamera digitale con risoluzione 3.2 MP con autofocus, ricevitore GPS con 2-5 metri di accuratezza SBAS real-time. Offrono un grado di protezione IP67, il che rende questi strumenti impermeabili e antipolvere, dispongono di una operatività con una temperatura di funzionamento da -10°C a +50°C. Una carica della batteria (hot swappable) permette una funzionalità fino a 16 ore continuative e il peso, con l’estensione della batteria, non raggiunge il kilogrammo. Il sistema operativo è Microsoft Windows Mobile 6.5.3/Eng (al momento la versione italiana è disponibile solo per forniture a progetto/quantità) e in aggiunta alle proprie funzionalità, i modelli Mesa Notepad Geo & Geo/GSM integrano il Juniper Geotagging System, che marca per ogni scatto della fotocamera data, ora e posizione; il GPS Alert che con la sola pressione di un tasto invia un SMS di emergenza con la posizione del punto di invio e GPS Exchange che condivide la tracciatura della squadra per ciascuno dei dispositivi attivi sul campo. Il Mesa Notepad si rivolge all’agricoltura, alle risorse naturali, all’industria, alla Geomatica, alla Pubblica Amministrazione e al settore militare. Il Notepad Mesa è distribuito in Italia dalla Delfo italiana (www.delfo.it).
(Fonte: Delfo italiana)
GEOmedia n°6-2010
AZIENDE E PRODOTTI
GeoSolutions annuncia i piani di supporto GeoServer per il 2011 GeoSolutions offre per il 2011 quattro piani di servizi enterprise incentrati sulla piattaforma GeoServer per aiutare i propri clienti a costruire una SDI (Spatial Data Infrastructure) di classe enterprise, attraverso l’integrazione e l’armonizzazione dei migliori framework geospaziali offerti dal mondo Open Source, la OpenSDI suite. La OpenSDI suite è composta da componenti Open Source di provata robustezza ed affidabilità, di cui i membri di GeoSolutions sono sviluppatori principali e/o membri dei comitati di controllo. Tra gli altri citiamo: • OpenLayers, il componente di mapping per eccellenza; • GeoWebCache, la soluzione flessibile, efficiente ed economica di accelerazione della disseminazione della mappe; • GeoServer, il server Open Source per la gestione e disseminazione interoperabile dei dati geospaziali; • GeoNetwork, il server Open Source per la gestione e disseminazione dei metadati. GeoSolutions, grazie alla vasta esperienza del suo staff fornirà alla vostra azienda, nei vari componenti della suite così come nella costruzione e nel supporto di infrastrutture geospaziali di classe enterprise, uno straordinario livello di supporto durante tutto il ciclo di vita del progetto per ottenere con facilità un deployment ben riuscito. I piani di supporto a disposizione si articolano su 4 livelli di supporto crescente come segue: 1. GeoServer Quick-Start Plan 2. Stress-Free GeoServer Plan 3. Enterprise GeoServer Plan 4. OpenSDI Plan Maggiori informazioni sui piani di supporto di GeoSolutions possono essere reperite all’indirizzo: www.geo-solutions.it/services/plans (Fonte: GeoSolutions)
TEOREMA - SOLUZIONI PER LA TOPOGRAFIA
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AZIENDE E PRODOTTI La nuova generazione di controller TSC3 portatili di Trimble Trimble ha presentato la sua nuova generazione di data collector da campo portatili: il controller Trimble TSC3. Ottimizzato per essere impiegato con il software da campo Trimble Access, il controller TSC3 fornisce una maggiore capacità di raccolta di dati, computazione e connettività. Una gamma di nuove caratteristiche e funzioni permettono l’impiego di dispositivi multipli in un solo apparecchio portatile: una fotocamera digitale, comunicazione integrata così come un navigatore GPS, bussola e accelerometro. Adesso i topografi possono includere nel loro file di lavoro anche le foto del sito, e possono comunicare con più efficacia dati e informazioni tra campo e ufficio. Le caratteristiche del nuovo controller Trimble TSC3 sono un display da 4.2 pollici ad alta definizione, leggibile anche con luce solare, touchscreen, WI-FI integrato e Bluetooth wireless, paracolpi rinforzato e batteria long-life. Il controller è resistente agli urti, alla polvere e all’acqua per una lunga durata di vita. Fornito con il software Trimble Access e dotato di notevole potenza di calcolo a supporto di applicazioni terze parti sulla piattaforma Windows, TSC3 è una soluzione completa per la raccolta dati per la topografia e le applicazioni topografiche. Il controller Trimble TSC3 permette connettività wireless via internet grazie al modem integrato GSM/GPRS o a quello Wi-Fi. Questa caratteristica permette una più efficiente gestione del lavoro mediante il trasferimento di informazioni importanti tra ufficio e campagna, là dove è disponibile una connessione GPRS. Il modulo GSM/GPRS integrato permette l’accesso alle correzioni NRTK senza la necessità di modem esterni quali per esempio telefoni cellulari. Per applicazioni che richiedono l’integrazione di sensori, la radio interna opzionale da 2.4 GHz permette la connessione con le stazioni totali robotizzate Trimble. Per maggiori informazioni visitate il sito internet di Trimble: www.trimble.com. (Fonte: Trimble)
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GEOmedia n°6-2010
Annunciato QGIS versione 1.6.0 Il team di sviluppo di Quantum GIS (QGIS) ha recentemente annunciato l’uscita della versione 1.6.0, ultima della serie di aggiornamenti del popolare GIS Open Source. Il codice binario e quello sorgente sono disponibili all’indirizzo: http://download.qgis.org. Contemporaneamente all’uscita della versione 1.6.0, la comunità QGIS si è impegnata anche nel fornire una versione aggiornata della QGIS Users’ Guide, la 1.6. Il documento sarà scaricabile prossimamente e ne sarà annunciata la disponibilità tramite i canali della comunità. QGIS è un progetto portato avanti esclusivamente da volontari, che si sono organizzati in squadre attive nello sviluppo del software, nella documentazione e nel supporto agli utenti. Quantum GIS è un’applicazione desktop Open Source molto simile nell’interfaccia utente e nelle funzioni alle release di pacchetti GIS commerciali equivalenti. Al momento QGIS ha una interfaccia tradotta in 14 lingue ed è usato nella scuola e in ambiente professionale. (Fonte: QGIS)
Un approccio olistico alla gestione degli asset autostradali Il Lincolnshire County Council, nel Regno Unito, ha consolidato i suoi sistemi di gestione degli asset stradali e quelli di manutenzione grazie all’utilizzo di un unico sistema integrato, la soluzione Confirm di Pitney Bowes Business Insight (PBBI). Confirm è stato integrato con le applicazioni chiave di cui si era dotata precedentemente la contea del Lincolnshire. Le chiamate degli utenti verranno ora smistate con più efficienza immediatamente al primo contatto direttamente dagli operatori del customer service – ad esempio la segnalazione di un semaforo rotto e di pericoli per i pedoni – senza bisogno di ricorrere al back office. Gli operatori potranno individuare con facilità il punto in cui si è verificato il disservizio grazie all’utilizzo del software per il mapping MapInfo Stratus di PBBI, il quale fornisce al servizio clienti un punto di vista in tempo reale di tutti gli asset e le attività in corso sulla rete della contea. Le informazioni sui lavori in corso all’interno della rete della contea verrano rese pubbliche grazie alla giò esistente interfaccia ELGIN (Electronic Local Government Information Network). Confirm permette di generare automaticamente le attività da svolgere a partire dalla segnalazione, senza perder tempo nella preparazione di richieste e documenti, inviando direttamente le informazioni necessarie agli operai sul campo, dotati di dispositivi mobile. La gestione tramite questi dispositivi dei vari task permette anche la produzione automatica di rapporti sui lavori in corso, facendo risparmiare tempo agli operai che, in questo modo, possono concentrarsi maggiormente sul lavoro di manutenzione del servizio. (Fonte: Redazionale)
Dal mondo GIS Open Source: Geosparc presenta Geomajas 1.8 La Geosparc, azienda che offre supporto professionale per il GIS Open Source Geomajas, ha reso nota l’uscita di una nuova release e la disponibilità di tutto il software utile alla realizzazione di soluzioni webGIS ad elevate prestazioni, sicure e scalabili: si tratta di Geomajas 1.8. Geomajas è un framework per applicazioni GIS basato su tecnologia Java. Facendo uso di Google Web Toolkit (GWT), Hibernate, GeoTools e Spring, Geomajas offre un ambiente di tipo enterprise dedicato alla realizzazione di applicazioni webGIS. Il software consente agli sviluppatori di costruire soluzioni GIS end-to-end utilizzando i dati spaziali latoserver (backend), mentre la tecnologia integrata di web-mapping lato-client consente (utilizzando il solo web browser) il rilascio di applicazioni interattive e di facile utilizzo. Tutto questo può essere ottenuto senza la necessità di compromettere l’integrità della logica del software: al contrario consente ottime possibilità di aggiornare e manutenere dati GIS in un ambiente client leggero. Il software permette inoltre l’integrazione di fonti dati diverse (basi di dati interne o esterne) e fornisce tutta una serie di funzionalità addizionali mediante l’installazione di appositi plug-in. Una panoramica completa delle migliorie di Geomajas 1.8 può essere consultata all’indirizzo: www.geosparc.com. (Fonte: Redazionale)
AZIENDE E PRODOTTI Trimble lancia la serie GeoExplorer 6000 Trimble introduce i dispositivi GNSS portatili ad alta precisione della serie GeoExplorer 6000. La serie 6000 si caratterizza per i notevoli miglioramenti che apporta per il posizionamento in ambienti difficili come canyon urbani o sotto folta vegetazione, ciò grazie alla tecnologia Trimble Floodlight. Ideata per raccogliere dati ad alta precisione, la serie GeoExplorer 6000 integra numerose altre funzioni come il ricevitore e l’antenna dual-frequency GPS e GLONASS, una fotocamera da 5 Mpixel e un modem dati 3.5G. L’ampio display anti riflesso, la batteria sostituibile sul campo ed il potente processore sono pensati per soddisfare le esigenze odierne imposte dai flussi di lavoro GIS. Il dispositivo GeoXH della serie GeoExplorer 6000 può ottenere una precisione al decimetro in real time, mentre il GeoXT fornisce precisioni nell’ordine dei 75cm in real time e 50cm in post elaborazione. Entrambi i dispositivi sono supportati dalla gamma di prodotti Trimble per il mapping e il GIS. La tecnologia Floodlight è standard sul GeoXH mentre è opzionale sul GeoXT (Fonte: Redazionale)
Topcon annuncia le stazioni totali della serie GTS-240NW
Leica GeoMoS Web è un servizio web per la visualizzazione e l’analisi in rete dei dati di monitoraggio. Gli utenti autorizzati, compresi i clienti e i partner, possono accedere al proprio progetto di monitoraggio ovunque e in qualsiasi momento, tramite browser web, PDA o cellulare. Il nuovo strumento di reporting automatico, oltre a svariate opzioni per l’analisi e la visualizzazione dei dati di monitoraggio, fanno di Leica GeoMoS Web 2.0 una soluzione estremamente flessibile. Il servizio GeoMos Web, compresa l’infrastruttura hardware e software, è tenuta in funzione da un team Leica specializzato che si occupa anche di verificare l’integrità, l’aggiornamento e la sicurezza del sistema. Il nuovo strumento di reporting automatico permette la creazione di rapporti professionali sullo stato del monitoraggio. I template vengono gestiti all’interno di Leica GeoMoS Web, che permette le creazione personalizzata di ogni singola sezione del documento (copertina, introduzione, testata e piè di pagina, ecc.). I rapporti possono essere creati in maniera automatica in un dato momento, oppure manualmente, in pochi semplici passi. I relativi file PDF vengono poi inviati ad un indirizzo email prestabilito ed archiviati in ordine cronologico.
Le stazioni totali della serie GTS-240NW si caratterizzano per la presenza del software TopField and Road, per i miglioramenti apportati all’efficienza nella raccolta dei dati topografici, alla fase di progettazione e al picchettamento stradale. La tastiera alfanumerica a 24 tasti permette il rapido inserimento di numeri puntuali, codici e altri dati importanti. Tra le altre funzionalità degne di nota della serie GTS-240NW ci sono il più alto potere risolvente telescopico (2.5”), il punto guida per la progettazione e il picchettamento, il piombo laser per una messa in stazione rapida, connettività wireless Bluetooth, protezione IP66 da polvere e acqua e operatività della batteria di 10 ore. La serie GTS-240NW permette la raccolta di dati ed il lavoro progettuale senza l’utilizzo di controller esterni o PC. Per gli utenti finali che preferiscono usare un controller da campo, la nuova serie è dotata di tutto il necessario per un adeguato collegamento.
(Fonte: Redazionale)
(Fonte: Redazionale)
Leica GeoMoS Web 2.0 si dota di uno strumento di reporting automatico
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GEOmedia n°6-2010
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2010
Un anno di GEOmedia Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 1/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
www.rivistageomedia.it
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
N°1 2010
Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 2/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
Benvenuti LE
nella nuova era
del
CATASTO
X ORTOFOTOCARTE: storia, evoluzione e nuove prospettive
X Geomatica, emergenze e neogeografia: intervista a Ed Parsons di Google
X NSDI 2.0, siamo pronti?
X Intervista al direttore dell'Agenzia del Territorio
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
www.rivistageomedia.it
COSTE ITALIANE
VERAMENTE AL
N°2 2010
SONO
SICURO?
X Monitoraggio vulcanico, sismico e ambientale dallo spazio in tempo reale dall’INGV
X Disponibilità di dati e informazioni pedologiche: analisi della situazione europea e italiana
X Il Geoportale Nazionale del Ministero dell’Ambiente
X Focus+Glue+Context: le mappe come non le avete mai viste
Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 3/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
www.rivistageomedia.it
EMERGENZA
E
N°3 2010
SICUREZZA
QUALI SOLUZIONI
?
X Gestione del Rischio Valanghe e sue applicazioni con l'XML
X Il Geoportale della Lombardia premiato da AM/FM
X Il piano straordinario di Telerilevamento Ambientale
X Modelli meteo-climatologici per le Isole Urbane di Calore
Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 4/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
www.rivistageomedia.it
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
N°4 2010
Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 5/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
www.rivistageomedia.it
X L'eccellenza Cartografica è Marchigiana Il Premio Geoportali 2009 va al Comune di Jesi
X iPhone e Applicazioni Geomatiche Una Guida alle Applicazioni più Interessanti
X MDVLab e INGV: in volo sull'Antartide Droni e Telerilevamento al Servizio dell'ambiente
N°5 2010
RILIEVO INTEGRATO PER LE DOLOMITI
GENERAZIONE PDA USABILITÀ E TECNOLOGIE X La gestione del Rischio nei Trasporti Scenari e Strumenti per la Mitigazione del Rischio
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
TEC TE CNICHE DI
X Arricchimento semantico del turismo alpino
X Informazione Geografica: lo stato dell’arte ad ASITA 2010
X Le applicazioni di EGNOS per l’aviazione civile
X GEOmedia incontra Peter Beaumont di NAVTEQ
EDITORIALI Renzo Carlucci
Il mondo della ricerca geomatica va cambiato
numero 1 pag. 3
Renzo Carlucci
La geomatica tra multidisciplinarità e Information Technology
numero 2 pag. 3
Renzo Carlucci
Sicurezza nella prevenzione
numero 3 pag. 3
Renzo Carlucci
Il crollo della cultura geomatica
numero 4 pag. 3
Renzo Carlucci
Infrastruttura geografica e rilancio economico
numero 5 pag. 3
Renzo Carlucci
Rivoluzione geospaziale e cloud computing
numero 6 pag. 3
F. Ferrante, M. Piomponi, D. Basili e M. Frezzotti
L’individuazione dei fabbricati sconosciuti al Catasto
numero 1 pag. 6
Attilio Selvini
L’evoluzione delle ortofotocarte
numero 1 pag. 14
C. Spinetti, F. Doumaz, M. F. Buongiorno
Dallo spazio al territorio: un sistema per l'Osservazione della Terra in tempo reale
numero 2 pag. 6
A. Bosman, D. Casalbore, D. Ridente, C. Montanaro, F. L. Chiocchi
MAGIC: conoscere i mari italiani e individuarne i geo-rischi
numero 2 pag. 16
Andrea Fiduccia
Sicurezza territoriale e gestione delle emergenze: soluzioni ed architetture per sistemi collaborativi
numero 3 pag. 6
Igor Chiambretti e Francesco Bartoli
Gestione del rischio valanghe e sue applicazioni XML
numero 3 pag. 14
F. Borghetti, P. Gandini, G. Marchionni, M. Ponti, L. Cavarra, G. Proietti, G. Rainoldi
Il SIT per la generazione di scenari di Rischio Trasporti della Protezione Civile
numero 4 pag. 6
Domenico Santarsiero
Tecnologie e soluzioni per un uso professionale dei PDA di nuova generazione: il caso iPhone di Apple
numero 4 pag. 16
Francesco Bartoli, Eliseo Clementini
Arricchimento semantico del turismo alpino
numero 5 pag. 6
F. Remondino, F. Zucca, G. Agugiaro, A. Rizzi
Pareti verticali e Lidar: Esperienze dalle Dolomiti
numero 5 pag. 18
Elena Dai Prà
L'attualità della cartografia storica fra convergenze disciplinari numero 6 pag. 6 e nuove tecnologie
FOCUS
REPORTS Francesco Bartoli
Geomatica e gestione delle emergenze a Gi4DM: intervista e Ed Parsons
numero 1 pag. 20
Renzo Carlucci
NSDI 2.0: siamo pronti?
numero 1 pag. 24
Donato Tufillaro
Pregeo 10: a un passo dall’automazione completa
numero 1 pag. 28
Gianluca Pititto
SATExpo Europe 2010: EGNOS, Galileo e politica geospaziale
numero 1 pag. 32
F. Lupia, S. Vanino, N. Laruccia
Parametri pedologici e applicazioni per modelli in ambito ambientale: il quadro europeo ed italiano
numero 2 pag. 20
G. Leoni, F. Barchiesi, F. Catallo, F. Dramis, G. Fubelli, S. Lucifora, M. Mattei, G. Pezzo, C. Puglisi
Una metodologia GIS per la valutazione della suscettibilità da frana
numero 2 pag. 24
Salvatore Costabile
Il Geoportale Nazionale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
numero 2 pag. 28
G. Fattoruso, S. Grauso, V. Verrubbi
Valutare l'erosione del suolo mediante l'applicazione del modello RUSLE in ambiente GIS
numero 2 pag. 32
V. Campo, C. Cipolloni, M. P. Congi, D. Delogu
Il Portale del Servizio Geologico d'Italia
numero 2 pag. 36
42
GEOmedia n°6-2010
P. Manunta, D. Iasillo, G. Ceriola, M. Viel e M. Paganin
Telerilevamento e modelli meteo-climatologici per le Isole Urbane di Calore
numero 3 pag. 18
Salvatore Costabile
Geoportale Nazionale: il Piano Straordinario di Telerilevamento per l’Ambiente
numero 3 pag. 22
G. Nolè, B. Murgante e A. Falciano
Uso di gvSIG e SEXTANTE per la perimetrazione degli ambiti periurbani
numero 3 pag. 26
C. D’Agostino, N. Distefano e S. Leonardi
Un Sistema Informativo Territoriale per la gestione della sicurezza pedonale
numero 3 pag. 30
Sandra Leonardi
Le tappe italiane del Trimble Express 2010
numero 3 pag. 34
Donata Dal Puppo e Marco Panebianco
Il GeoPortale della Lombardia
numero 3 pag. 36
Fulvio Bernardini
CNR e Protezione Civile verso un know-how condiviso
numero 3 pag. 40
Gianluca Pititto e Fabrizio Bernardini
Evoluzione dei sistemi GNSS
numero 3 pag. 42
Maurizio Rosina
I cluster geografici
numero 4 pag. 22
Salvatore Costabile
Il Geoportale Nazionale e l’attuazione della Direttiva 2007/60/CE
numero 4 pag. 27
Vincenzo Barbieri
Utilizzo di dati satellitari per la pianificazione urbanistica: il PUG del Comune di Apricena
numero 4 pag. 30
Gianluca Pititto
EGNOS: il GPS Augmenting System per l'Europa
numero 4 pag. 32
Marco Gatti e Alessio Casetto
Modello altimetrico di precisione a basso costo su un'area di ampie dimensioni
numero 4 pag. 36
Tonino Conti e Andrea Crocioni
Il GeoPortale del Comune di Jesi
numero 4 pag. 40
E. Lanza, C. Sigot e C. Camoirano
L’Informazione Geografica protagonista a ITN 2010
numero 4 pag. 44
Rodolfo Terrinoni
L'Istituto Sperimentale di Rete Ferroviaria Italiana
numero 4 pag. 48
Fabrizio Bernardini, Carmine Pezzella
EGNOS e l’aviazione civile
numero 5 pag. 22
Salvatore Costabile, Marida Paci
Il Geoportale Nazionale e le applicazioni dei dati PSI per l’individuazione di aree soggette a rischio idrogeologico
numero 5 pag. 26
A cura della Redazione
Dalle immagini alla carta: a Gaeta, il decimo anniversario della conferenza annuale RACURS
numero 5 pag. 31
Sandra Leonardi
ASITA 2010 e l’importanza dell’Informazione Geografica
numero 5 pag. 32
Sandra Leonardi e Francesco Bartoli
ESRI EMEA 2010
numero 5 pag. 34
Dimitri Dello Buono
geoSDI: dal GIS allo scenario Web Shared
numero 5 pag. 36
Domenico Santarsiero
La documentazione territoriale tra innovazione e tradizione
numero 5 pag. 40
E. Lanza, C. Sigot e C. Camoirano
ITN - Infrastructure, Telematics & Navigation
numero 5 pag. 42
Rudj Maria Todaro
Venice GIS Portal: la punta dell’iceberg
numero 5 pag. 44
Domenico Santarsiero
Dal LiDAR ai 3D City Model: un report ragionato dall'ultimo forum ELFM
numero 6 pag. 26
Raffaella Mambrini
IPERMOB: Infrastruttura Pervasiva Eterogenea Real-time per il controllo della MOBilità
numero 6 pag. 18
M. Gnocato, L. Cauduro e M. Piatto
Il Geoportale della Provincia di Treviso
numero 6 pag. 22
M. Lazzari, M. Danese e V. Lanza
Rischi geologici e conservazione del Patrimonio Culturale in Basilicata
numero 6 pag. 14
P. Nasti, F. Guarnaccia e F. Maltese
Progetto di riqualificazione della Collina di Pentimele
numero 6 pag. 30
Fabrizio Bernardini
Dai radiofari a EGNOS
numero 6 pag. 32
In ricordo di Enrico Vitelli
numero 1 pag. 36
a cura della Redazione
L’Agenzia del Territorio nel contesto della Pubblica Amministrazione 2.0
numero 1 pag. 40
a cura della Redazione
NAVTEQ: evoluzione dei dati cartografici e contenuti geospaziali
numero 5 pag. 50
Progetto Grenadines: le applicazioni Land Registry e Crown Land
numero 5 pag. 54
PERSONAGGI Renzo Carlucci e Flavio Ferrante INTERVISTA
SCHEDA PRODOTTO Francesco Muolo e Simone Pari
UNIVERSITA’ E RICERCA L. Di Prinzio, V. Giannotti, G. Borga, S. Picchio UniSky, lo spin-off dello IUAV per il monitoraggio del territorio e dell’ambiente
numero 2 pag. 42
Paolo Mazzanti
Controllo e mitigazione dei rischi naturali attraverso la sinergia fra università e realtà imprenditoriale
numero 3 pag. 46
E. L. De Angelis, F. Giulietti, M. Turci e G. Di Stefano
MDVLab: in volo sull’Antartide
numero 4 pag. 52
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UN ANNO DI GEOMEDIA
CARTOGRAFICA Flavio Lupia
Nuovi metodi di visualizzazione cartografica:l'approccio Focus+Glue+Context
numero 2 pag. 38
Andrea Giacomelli
Fra la cattedrale e il bazar
numero 1 pag. 44
Lorenzo Becchi
Barcellona è pronta per FOSS4G 2010
numero 2 pag. 44
Alessandro Furieri
SpatiaLite, un innovativo spatial DBMS
numero 3 pag. 48
a cura di GFOSS.it
FOSS4G 2010, un successo annunciato
numero 4 pag. 58
L. Delucchi, C. Castellani e M. Neteler
ZOO: la piattaforma WPS libera
numero 5 pag. 60
A. Mandrici, C. Carugati e M. Leonardi
Software libero per lo sviluppo in Africa orientale
numero 6 pag. 38
OPEN SOURCE
GI IN EUROPE Mauro Salvemini
Informazioni ambientali sempre più condivise
numero 1 pag. 45
Mauro Salvemini
Un'ancella di INSPIRE: BRISEIDE
numero 2 pag. 45
Mauro Salvemini
La maturità di INSPIRE
numero 3 pag. 49
Mauro Salvemini
Roma capitale anche dell’Informazione Geografica
numero 4 pag. 59
M. Salvemini, L. Berardi, V. Mercadante, F. Buscemi
GIS4EU, l’interoperabilità dei dati nella UE
numero 5 pag. 56
Mauro Salvemini
Global Geospatial Information Management: un'iniziativa delle Nazioni Unite
numero 6 pag. 39
TERRA E SPAZIO Fabrizio Bernardini
Un rapporto dallo spazio profondo
numero 1 pag. 50
Fabrizio Bernardini
Gli esploratori della Terra
numero 2 pag. 50
Renzo Carlucci
I fondamentali del GPS
numero 1 pag. 52
Fulvio Bernardini
L’atlante delle curiosità cartografiche
numero 2 pag. 52
Domenico Santarsiero
Rilevare il 3D in maniera professionale
numero 4 pag. 60
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CARTOLINA
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Formazione
Topografia, Geodesia
Università
Catasto
Produttore
GIS/SIT
Assoc. categoria
Ingegneria del territorio
PAC
Protezione ambientale
PAL
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Ente parco
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Altro _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
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AGENDA
2011 29 marzo Roma, Star Hotel Metropole ERDAS 2011 World Tour Web: www.planetek.it 30 marzo – 2 aprile Padova, PadovaFiere HYDRICA Web: www.hydrica.org Email: cristiana.bertero@ padovafiere.it
Esperti a convegno per studiare e prevenire il rischio idrogeologico
19-21 aprile Udine, Auditorium della Regione Quarte Giornate Italiane di gvSIG Web: www.gvsig.org Email: giornate.italiane@ gvsig.org 3-6 maggio Padova Corso Integrato QGIS/ GRASS Web: www.faunalia.it/it/ corso_qgis_padova Email: cavallini@faunalia.it
7-8 aprile Dresda, Germania 8th Workshop on Positioning, Navigation and Communication Web: www.wpnc.net Email: info@wpnc.ne 8 aprile Riva del Garda, Museo di Riva del Garda Cartografia storica e governo del territorio Web: www.comune. rivadelgarda.tn.it/museo Email: museo@comune. rivadelgarda.tn.it
9-12 maggio Roma, Nuova Fiera di Roma ForumPA Web: www.forumpa.it Email: info@forumpa.it 11-13 maggio Modena, Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti Convegno annuale AIC Web: www. associazioneitaliana cartografia.org/ convegno11 Email: segreteria@ associazioneitaliana cartografia.org
5-11 giugno Firenze Summer Institute on Geographic Information Science Web: http://vespucci.org Email: info@vespucci.org 9-10 giugno Napoli ArcheoFOSS 2011 Web: www.archeo.unina. it/archeofoss 10 giugno Roma, Aula convegni del CNR Dissesto Idrogeologico: il pericolo geoidrologico e la gestione del territorio in Italia Web: www.sigeaweb.it Email: info@sigeweb.it 3-8 luglio Parigi, Palais de Congrès 25th International Cartographic Conference Web: www.icc2011.fr Email: regist-icc2011@ europa-organisation.com
I dati diffusi dall’ISPRA sono allarmanti: ogni anno 61 vittime per frane, esondazioni, colate di fango e di detriti. Oltre 3.000 vittime in 60 anni. 5.581 i comuni a rischio idrogeologico ovvero il 70% del totale dei comuni italiani. Di questi 1.700 sono a rischio frana, 1.285 a rischio di alluvione e 2.596 a rischio sia di frana che di alluvione. 27.000 scuole costruite e popolate in aree ad elevato rischio sismico, 531 ospedali. Le cifre evidenziano l’assoluta necessità di mettere in atto un’efficace gestione del territorio, di avere una prevenzione di qualità che va dalla manutenzione del territorio, al monitoraggio e alla conoscenza delle aree esposte a rischio frane e alluvioni. “Strumenti e Soluzioni per prevenire, controllare e gestire il rischio idrogeologico” Nel corso delle due giornate Docenti universitari, Responsabili e Dirigenti di Regioni, Comuni, Province, ARPA, Protezione Civile riporteranno la loro esperienza diretta, permettendo di conoscere ed approfondire: le nuove tecnologie al servizio della sicurezza del Territorio, le novità legislative circa responsabilità e sanzioni in caso di disastro idrogeologico, come effettuare il monitoraggio del territorio con le indagini interferometriche satellitari, i metodi di prevenzione attraverso la pianificazione e i modelli di intervento. Maggiori informazioni all’indirizzo: www. iir-italy.it/a4654
GEOmedia incoraggia i nuovi autori: il tuo contributo editoriale è benvenuto! GEOmedia è il punto di riferimento nel panorama informativo dedicato al mondo della geomatica e della geografia intelligente con una decisa apertura verso tutte le esperienze tecnico-scientifiche che approcciano il settore con un carattere divulgativo. Per questo la Redazione di GEOmedia è sempre pronta a pubblicare articoli ritenuti di particolare interesse per la comunità geomatica e geografica del terzo millennio, compatibilmente con i nostri temi editoriali, così suddivisi: Catasto e Topografia – Articoli legati al settore topografico in generale e a quello del catasto in particolare. Terra e Spazio – Articoli dedicati al settore spaziale per lo studio della Terra, al Telerilevamento (Remote Sensing e Earth Observation), il posizionamento satellitare (GNSS) con particolare attenzione ai sistemi GPS, GLONASS, GALILEO, Beidou, ecc., e ai sistemi per il miglioramento della precisione (EGNOS, WAAS, ecc.).
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Scienze della Terra – Articoli relativi alla geomatica per le discipline che studiano la struttura interna, la morfologia superficiale e l’atmosfera, quali la geografia, la geodesia, la geofisica, la geologia e l’idrologia. GIS CAD e 3D – Articoli sui Sistemi Informativi Geografici (GIS), gli strumenti per il disegno automatico (CAD) e i sistemi per la gestione e l’editing dei modelli tridimensionali per la progettazione urbana e territoriale dell’edificato e delle infrastrutture territoriali. Infomobilità – Articoli relativi alla geomatica per le tecnologie dell’informazione a supporto della mobilità e degli spostamenti di persone e merci a seguito dello sviluppo di dispositivi di navigazione satellitare. Se interessati, potete sottomettere un contributo a: redazione@rivistageomedia.it
Indice Inserzionisti ARVATEC CGT Codevintec Copernico DB CAD Epsilon Geo4all Geogrà GeoSolutions Gesp Geotop ITT VIS Microgeo Pitney Bowes Planetek Teorema Topcenter Trimble Vidalaser Zenit
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GEOmedia n°6-2010
Nel nostro piccolo, anche noi portiamo all’estero il know how italiano. L’Italia ha centocinquant’anni, GESP poco più di trenta. Per ovvie
Abbiamo continuato a investire in R&D, studiando soluzioni
ragioni anagrafiche non abbiamo combattuto guerre eroiche,
innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial,
ma teniamo alta la bandiera.
creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera tra-
Forti dell’esperienza maturata realizzando sistemi geografici per
sparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando
alcune tra le maggiori aziende italiane, siamo stati tra i primi nel
in modo significativo la performance del sistema IT.
nostro campo a misurarci sul mercato internazionale, sfidando
Abbiamo messo a punto procedure di lavoro che consentono di
concorrenti di ottimo livello.
raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e dei
Siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Ro-
costi, con un livello qualitativo sempre certificato.
mania, Turchia, Siria, Cipro. E oggi affrontiamo nuove sfide in un
Infine, per proporre la massima qualità a costi competitivi, ab-
contesto sempre più globale che comprende la Cina, gli Emirati
biamo percorso prima di altri la strada del software open source,
Arabi, il Lesotho, i Caraibi: attualmente, i nostri programmatori e
liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche.
i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte sem-
Insomma, nel nostro piccolo siamo un simbolo dell’eccellenza
pre più consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri.
italiana nel mondo: un risultato di cui siamo fieri e che saremmo
Continuiamo a crescere, entrando in mercati che richiedono
felici di condividere con voi.
applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. In ogni settore, abbiamo sviluppato progetti specifici, calibrati con precisione sulle esigenze e gli obiettivi strategici dei nostri committenti.
GESP Srl
MILANO - BOLOGNA
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