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Nascerà un museo dedicato al medico Carlo Urbani

Intervista al Sindaco di Castelplanio, Fabio Badiali

FABIO BADIALI

Nome: Fabio Cognome: Badiali, Età: 66 anni, Professione: Ritirato dal lavoro, Partito/coalizione con cui è stato eletto: lista civica: “UNITI PER CASTELPLANIO - Storia e Futuro” di orientamento politico di Centro-Sinistra e Fabio Badiali è dirigente e tesserato del PD.

Sul piano urbanistico e di assetto del territorio quali sono le linee politiche e di indirizzo per la gestione degli attuali strumenti di pianificazione?

Lo strumento urbanistico attualmente utilizzato dal Comune di Castelplanio è il PRG approvato nell’anno 2000 e opportunamente aggiornato con una Variante nel 2006. Fino ai primi anni 2000 l’edilizia – sia abitativa che artigianale ed industriale - era abbastanza movimentata ed il PRG prevedeva già diverse aree sia residenziali che produttive. Dopo il 2008 sia per la crisi economica che per altre cause, l’edilizia ha subito un crollo drastico. Negli ultimi anni sembra che ci siano piccoli segnali di ripresa e l’attuale PRG è ancora idoneo a rispondere alle esigenze dei richiedenti. L’attenzione è, comunque, particolarmente rivolta alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente sia del Centro Storico che dei Centri abitati in generale, del capoluogo e delle frazioni soprattutto quelle di Macine/Borgo Loreto e Piagge, mentre la Frazione Pozzetto ha una vocazione espansiva con diverse lottizzazione convenzionate in corso. Per permettere ed agevolare il recupero del patrimonio edilizio esistente, a fine anno 2021 sono state aggiornate le aliquote relative al Contributo di Costruzione che prevede agevolazioni rivolte proprio ai fabbricati non occupati da almeno 3 anni con sconti che vanno dal 30 al 70 %. Si procederà – in ogni caso – ad eventuali ed ulteriori Varianti al PRG se e quando se ne dovesse presentare la necessità, qualora il territorio ne sentisse l’esigenza. Comunque la priorità dell’Amministrazione Comunale resta quella del recupero del patrimonio edilizio esistente ovvero “costruire sul costruito”.

Nel vostro territorio comunale esistono degli edifici storici che necessitano di restauro oppure degli immobili moderni che possono essere modificati per un uso diverso da quello per cui furono realizzati? Se si, come state procedendo?

Il Centro Storico di Castelplanio è nato intorno al 1300. All’interno del Centro Storico esistono diversi fabbricati di proprietà privata, ancora abitati, mentre altri immobili di proprietà pubblica sono stati convertiti ad uso abitativo ed in collaborazione con l’IACP sono stati destinati ad edilizia popolare ed attualmente sono tutti occupati. Anche nelle zone limitrofe al Centro Storico, in particolare la vecchia Scuola Elementare, inizialmente utilizzata da alcune associazioni per scopi sociali, attualmente (una parte) è stata destinata ai lavori per la realizzazione di un Museo su Carlo Urbani (il medico Castelplanese infettivologo, che identificò la SARS, poi deceduto a causa della stessa).

Come state procedendo con il progetto che riguarda la vecchia scuola? Ce ne può parlare anche in relazione al progetto che avete con il Comune di Poggio San Marcello?

Insieme al Comune di Poggio San Marcello e grazie alla collaborazione dei tecnici comunali, ol-

Castelplanio (AN)

tre che dell’Ing. Giacomo Giacomini e della Soc. NET4PARTNERS è stato redatto un progetto di riqualificazione del vecchio edificio nato come Scuola Elementare ed attualmente riconvertito (in parte) a Museo su Carlo Urbani di cui sono in corso i lavori che saranno ultimati nel giro di pochi mesi. Il progetto per cui sono stati chiesti fondi del PNRR destinati ai Borghi Storici, prevede una serie di iniziative sempre collegate alla figura del Dott. Carlo Urbani come un Centro Interculturale e corsi riservati ai Medici dei Paesi in via di Sviluppo ed alla cura della persona sia dal punto di vista medico e farmaceutico che dell’alimentazione (in collaborazione con l’Università di Camerino MC), una stazione di ricarica per e-bike, una moderna caffetteria con “Pop Up Restaurant” (in collaborazione con l’IPSEOA “G. Varnelli” di Cingoli e Soc. ARCA). Contestualmente, nel Comune di Poggio San Marcello, sono previsti altri lavori di riqualificazione di edifici attualmente non utilizzati e sempre legati allo stesso progetto per accoglienza.

Com’è strutturato il vostro ufficio comunale che si occupa di urbanistica ed edilizia?

Attualmente l’Ufficio Tecnico del Comune di Castelplanio dovrebbe prevedere 3 figure in pianta organica (un Dirigente – laureato - SUE-SUAP, un geometra alle manutenzioni ed un geometra all’urbanistica) ma di ruolo sono rimaste due unità: Il Responsabile SUE-SUAP (arch. Lorenzo CURSI) ed un Tecnico all’Urbanistica/Informatica (Geom. Enrico COPPA). Il tecnico delle manutenzioni, uscito per mobilità da alcuni anni, non è stato mai rimpiazzato per questioni legate al blocco delle assunzioni e per questioni finanziarie. Un aiuto proviene dai colleghi dai Tecnici dei comuni di Castelbellino e Maiolati Spontini che ringrazio sia loro che i Sindaci e le Amministrazioni Comunali che hanno permesso questa collaborazione. Nel frattempo è in corso, con la Provincia di Ancona, un concorso pubblico per l’assunzione di un Tecnico da destinare all’Ufficio Tecnico Comunale anche in considerazione dell’aumento di lavoro, soprattutto per i bonus fiscali (110%) e per la ripresa edilizia di cui si parlava sopra.

Carlo Urbani, ospedale pediatrico Hanoi

Come sono i rapporti con i professionisti del settore?

Con tutti i professionisti c’è sempre stato un rapporto di collaborazione sia per quanto riguarda l’Ufficio Urbanistica, sempre collaborativo con i tecnici professionisti, sia per quanto riguarda la collaborazione con tecnici professionisti esterni per progettazione e manutenzione del patrimonio pubblico. L’Ufficio Urbanistica, da oltre 20 anni, è in continuo e costante contatto con tutti i tecnici che gravitano nel comune di Castelplanio, non solo mediante informazioni sul sito istituzionale, ma con contatti diretti mediante una mailing-list dove i tecnici possono avere direttamente aggiornamenti, stampati, moduli e quanto altro occorra per evitare di dover andare fisicamente ogni volta presso gli uffici comunali. Dal 2020, inoltre, è stata attivata la presentazione delle pratiche edilizie (totalmente) on-line che permette la presentazione di qualsiasi pratica in ogni ora del giorno ed in ogni giorno della settimana. L’ufficio manutenzioni, inoltre, si avvale molto spesso di tecnici professionisti esterni per la progettazione e la manutenzione del patrimonio pubblico, con i quali c’è sempre stata una specie di rotazione e, soprattutto, una attenta valutazione e valorizzazione delle competenze professionali.

Avete subito danni dal terremoto del 2016 ad edifici privati e del vostro comune?

Anche se il Comune di Castelplanio è abbastanza distante dal cratere del terremoto, alcuni edifici hanno subito danni dal terremoto del 2016. Ci sono diversi casi di immobili non più agibili e famiglie che sono rimaste senza un tetto stabile, a cui l’Amministrazione Comunale – con i contributi regionali – ha attivato i C.A.S. (Contributi per Autonoma Sistemazione). Tutti gli edifici segnalati sono stati attentamente valutati ed alcuni hanno già avviato i lavori per la messa in sicurezza ed il miglioramento sismico. Altri dovranno partire a breve.

Fosso Cascatella

Qual è il pensiero della sua amministrazione sul tema delle unioni, delle fusioni e delle incorporazioni di comuni?

Le Unioni hanno dato un bel sostegno ai piccoli comuni, anche perché lo Stato metteva dei soldi per incentivare queste Unioni e noi, nella Vallesina, abbiamo creato una delle prime unioni delle Marche con otto Comuni già dal 2003. Poi, con il passare degli anni i vari governi hanno ridotto i contributi alle Unioni a favore delle fusioni che - personalmente - come linea politica, condivido. La nostra Unione della Media Vallesina non avendo più a disposizione risorse nazionali, è stato ritenuto opportuno chiuderla e continuare a svolgere servizi che riteniamo utili ed importanti, in forma convenzionata tra i nostri comuni. A rotazione ci sarà un comune Capofila che gestirà i servizi e questo ci permette un risparmio economico. Comunque le Amministrazioni locali e la Politica, quindi noi Sindaci in prima persona, abbiamo il dovere di ragionare anche su una fusione di due o più comuni, mantenendo sempre l’entità territoriale esistente. Su questa linea sono personalmente disposto a dialogare e confrontarmi con i colleghi per raggiungere questo obbiettivo.

Stiamo entrando nella quarta fase dell’emergenza COVID19. Secondo lei come cambia il ruolo del Sindaco, e delle istituzioni locali in genere, dopo questa pandemia?

In questi ultimi due anni, dove questa pandemia ha comunque, cambiato in qualche modo anche la vita delle istituzioni locali, nel complesso – grazie alla tecnologia – abbiamo potuto imparare a lavorare diversamente dalla presenza fisica sul posto. Si è molto sviluppato lo Smart-Working, le riunioni vengono fatte On-Line attraverso le diverse piattaforme che il WEB offre, sempre più servizi sono ora fruibili on-line ed in futuro aumenteranno sempre. Anche le riunioni istituzionali, Giunta e Consiglio, grazie all’uso della tecnologia vengono fatte, oltre che in presenza, anche con l’ausilio della videoconferenza. Questa pandemia, quindi, se da un lato ha creato numerosi disagi, da un'altra ha dato una spinta all’uso di nuove tecnologie o – comunque – tecnologie che esistevano ma non venivano utilizzate. Comunque, anche se l’emergenza è terminata dal 31 marzo, il Covid non è assolutamente finito, anzi è nostro compito mantenere sempre attenta l’attenzione soprattutto indossando i dispositivi di sicurezza (mascherine e quant’altro).

In crescita il lavoro dei Geometri campani con il Superbonus

Intervista al Geom. Maurizio Carlino, Presidente Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Napoli

DEVIS CIUCCIO

Ciuccio Devis è un geometra della Spezia che da oltre vent’anni svolge formazione professionale su molte discipline tecnico-informatiche cercando di coniugare l’importanza della teoria con il valore della pratica.

Geom. Maurizio Carlino, Presidente Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Napoli

Presidente, è stato recentemente rieletto per la seconda volta alla guida di un Collegio grande, sia dal punto di vista territoriale che per il numero di professionisti ad esso iscritti, come qdfo9uello della Provincia di Napoli, che sensazioni prova?

Una bella sensazione perché essere eletto per la seconda volta significa aver svolto positivamente il primo mandato ed i colleghi hanno ritenuto di darmi la loro fiducia per la seconda volta, questo mi onora perché dimostra la stima che gli iscritti ripongono in me. Che momento vivono i Geometri? Anche in Campania gli ultimi anni hanno evidenziato un rilancio della categoria e l’aumento della mole di lavoro a cui far fronte? Sì, negli ultimi due anni vi è stata una crescita nel nostro settore lavorativo dovuta principalmente al Superbonus, che ha dato una boccata d’ossigeno ai professionisti; attualmente anche molti giovani colleghi appartenenti al mio Collegio sono impegnati professionalmente e questo, da Presidente, mi riempie di gioia perché fino a poco tempo fa abbiamo vissuto un lungo periodo di crisi, non solo per i geometri ma per tutto il comparto edile. Ricordo che per oltre un decennio girando per le strade della mia città quasi non si vedevano ponteggi, in una realtà post terremoto abituata invece alla presenza di numerosi cantieri. Oggi invece, grazie ai diversi bonus fiscali, l’attività di recupero e di manutenzione degli edifici è tornata ad essere presente, dando lustro alla categoria dei geometri ed anche a tutte le altre attività correlate, in quanto come ben sappiamo i benefici ricadono su molti comparti produttivi locali legati all’edilizia.

I bonus fiscali hanno permesso di aprire molti nuovi cantieri ma a volte la sicurezza del cantiere si rivela insufficiente: che cosa si sente di dire ai colleghi che operano in tale settore:

Da sempre stimolo i miei colleghi a far molta attenzione alla sicurezza del cantiere, che deve

essere sempre un aspetto prioritario per il tecnico. Come Collegio siamo sempre pronti a dare consigli e supporto anche nella formazione attraverso corsi e seminari propedeutici per sensibilizzare su tale tema, perché l’attenzione deve essere sempre alta sulla programmazione dei diversi lavori svolti nel cantiere, per non rischiare di sottovalutare aspetti che possono rivelarsi tragici.

Geo Network avvierà anche quest’anno due interessanti corsi formativi per i ragazzi, sia per chi deve prepararsi all’esame di Stato e sia per quelli che devono affrontare i primi anni della propria attività lavorativa. Da Presidente di un prestigioso Collegio dei Geometri ed in base alla sua lunga esperienza, quali consigli darebbe ai ragazzi che avviano oggi il proprio progetto di vita lavorativa basata sull’essere un Geometra?

Essere un Geometra oggi significa dimostrare di essere un valido professionista, quando consegno i timbri ai ragazzi che hanno superato l’esame di Abilitazione professionale è per me un bellissimo momento perché rappresenta l’inizio per loro di nuove avventure ed esperienze, devono però ricordare che l’esperienza nel nostro ambito lavorativo è molto importante, motivo per cui consiglio sempre loro di confrontarsi con le incombenze del cantiere, in quanto solo in questo modo potranno sviluppare le altre attitudini.

Il Geometra di cantiere può essere paragonato ad un medico del pronto soccorso che potrà acquisire nozioni e conoscenze che lo arricchiranno per il futuro della propria vita lavorativa. Il Collegio, sia tramite l’apporto dei propri consiglieri sia valutando proposte come quella di Geo Network, è sempre attento ad integrare la preparazione iniziale e di avvio dei ragazzi, in quanto non sempre l’Istituto scolastico riesce a garantire una completa ed esaustiva formazione in tal senso. Alcune materie come la topografia e il diritto, ad esempio, necessitano di essere approfondite, cerchiamo quindi di colmare tali lacune organizzando corsi ed eventi formativi.

Il lavoro in team nel 2022 è sempre più una realtà: specializzarsi solo su alcune mansioni e non occuparsi di tutto, è forse un suggerimento corretto?

Senz’altro. Lavorare in team è l’occasione per poter portare a compimento tutti i progetti, il geometra “vecchio stampo”, ovvero colui che rimaneva in ufficio senza relazionarsi con gli altri professionisti cercando di portare individualmente a termine il proprio lavoro, non può più rappresentare ad oggi una modalità di lavoro percorribile. Le diverse abilità condivise in squadra aiutano a finalizzare e perfezionare l’incarico che ci è stato assegnato, per questo cooperare insieme è la via per avere successo nella propria professione.

Geo Network e il Collegio Geometri di Napoli svolgono spesso insieme attività formative di qualità, ritiene anche Lei fondamentale consigliare ad un Suo iscritto di dedicare/investire parte del proprio tempo nella propria formazione professionale per affrontare e cogliere le nuove opportunità lavorative (PNRR, normative sui Bonus fiscali sempre in aggiornamento, nuove regolamentazioni sugli appalti pubblici)?

Oggi è indispensabile usufruire di una formazione professionale continua, il mondo professionale ha ritmi veloci, violenti, con continue variazioni ed aggiornamenti. Geo Network è senz’altro una valida piattaforma formativa da poter utilizzare ed è per questo che il Collegio dei Geometri di Napoli ha collaborato e collaborerà sempre di più con Geo Network per l’alta qualità della formazione che insieme sarà possibile offrire agli iscritti.

Una visione globale per la ricostruzione post sisma

Intervista svolta presso la Camera dei Deputati il 23 Marzo 2022 con l’Onorevole Tullio Patassini – Membro della V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione)

DEVIS CIUCCIO

Ciuccio Devis è un geometra della Spezia che da oltre vent’anni svolge formazione professionale su molte discipline tecnico-informatiche cercando di coniugare l’importanza della teoria con il valore della pratica.

Onorevole Patassini, Lei in questi anni è sempre stato molto attento al suo territorio d’origine, Macerata e le Marche in generale, promuovendo, tra le varie iniziative, proposte di legge per dare sostegno e fornire agevolazioni a persone e territori che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare prima il terremoto e poi la pandemia da Covid: può illustrarci queste azioni?

Già dal nostro insediamento nel 2018 siamo subito intervenuti in maniera forte e decisa sulla rivisitazione della normativa tecnica del terremoto (D.L. 189 del 2016), in quanto tale decreto era stato istituito in un altro periodo storico, ossia in occasione dell'evento sismico che colpì l’Emilia-Romagna nel 2012, pertanto parte della normativa precedente mal si addiceva ad un territorio completamente diverso da quello Emiliano. Venivano infatti preferiti ed indicati materiali da utilizzare e tipologie costruttive non ottimali per il territorio Marchigiano. In questi tre anni, abbiamo dovuto quindi rimodulare l’intera normativa per raggiungere un buon risultato come quello odierno: finalmente la ricostruzione è stata avviata, sono state superate problematiche legate alla doppia difformità, agli ingombri dei muri e degli edifici, alla differenza tra lo stato catastale e lo stato dei luoghi; quest'ultima divergenza in particolare, nasce semplicemente dalla storicità degli stessi e non da altre situazioni, è dovuta al fatto che ciò che una volta veniva disegnato sulla carta, se confrontato oggi con un rilievo svolto con strumentazione tecnica, diviene motivo di possibili differenze contingenti. A seguito di questo importante lavoro ci siamo preoccupati di prevedere anche delle norme speciali (le cosiddette ordinanze speciali del Commissario alla ricostruzione) che permettono di intervenire in maniera unitaria nei borghi, nei piccoli centri storici, operando sull’intero complesso con una visione globale e non per singolo immobile; ci siamo anche preoccupati dell’edilizia scolastica, perché le scuole sono il motore di ogni comunità ed a maggior ragione nei territori montani, che naturalmente soffrono lo spopolamento, questo ha permesso alle famiglie di non abbandonare quei luoghi dando un futuro a quelle zone. Oggi affrontiamo la fase successiva di quei territori, la ripartenza economica.

Oltre alla ridefinizione della normativa urbanistica vi è stata anche una ridefinizione ed il riavvio dei cantieri infrastrutturali, sono state proposte agevolazioni fiscali per la ripresa sociale ed economica dei Comuni colpiti dagli eventi sismici, quali interventi sono stati attuati?

Dobbiamo fare in modo di invertire il trend di spopolamento, di ridefinire le differenze competitive della montagna rispetto al mare perché è molto più difficile fare impresa nei territori alto collinari-montani, con un gap logistico che deve essere colmato, per questo siamo intervenuti sulle grandi infrastrutture.

Abbiamo ultimato la “Quadrilatero” ovvero i due assi intervallivi che collegano le Marche con l’Umbria, sono stati finalmente avviati i lavori della Pedemontana, che collegherà i centri interni dell’Appenino, ed a livello ferroviario siamo intervenuti con decisione sul raddoppio della linea Orte-Falconara e più a sud sulla via di comunicazione Salaria, permettendo così di ottimizzare una viabilità che va a vantaggio di una realtà pluriregionale e pluriterritoriale. Crediamo che ciò sia fondamentale per permettere lo sviluppo di quei territori. Per quanto riguarda gli incentivi ed il sostegno alle imprese, a seguito degli interventi di delocalizzazione che sono stati attuati ed in considerazione degli eventi sismici verificatisi, oggi le aziende hanno bisogno di essere sostenute per poter crescere e riprendere il trend di sviluppo che avevano. È stato fondamentale rimanere vicini al sistema imprenditoriale con incentivi fiscali come ad esempio il credito d’imposta per l'acquisto di beni strumentali, misura che permette di aiutare non le realtà improduttive, ma le attività economiche che vogliono investire sui nostri territori, rendendo possibile di conseguenza a cascata l’incremento di posti di lavoro. Nell’immediatezza del sisma un’altra misura era stata promulgata, ed in seguito migliorata ed incrementata: la Zona Franca Urbana Centro Italia, che permetteva a tutti coloro che avessero insediato attività imprenditoriali in tali zone, di beneficiare di un'esenzione fiscale e contributiva per un dato periodo di tempo. Tale misura è stata fondamentale per fare ripartire la micro e piccola imprenditorialità. Ogni iniziativa economica si compone di strategie industriali ed incentivi fiscali ed economici, per rendere tale disegno ancora più forte ho depositato una proposta di legge per creare una zona a fiscalità agevolata nelle aree del cratere del centro d’Italia, definendo quindi linee d’intervento specifiche e delineando forme di sostegno alle imprese in maniera dettagliata. Per un territorio appenninico compreso tra quattro Regioni, diventa fondamentale la strategia unitaria del territorio e tale proposta di legge è rivolta anche a questo. La recente pandemia ha insegnato che anche lo smart working o la delocalizzazione possono risultare importanti ed attrattivi per un territorio montano vicinissimo ad importanti vie di comunicazione, vicinissimo alle coste, vicinissimo a Roma. Tale proposta di legge vuole richiamare sul territorio realtà economiche ad alta intensità di lavoro o ad alta professionalità che, oltre ad usufruire degli sgravi fiscali, contribuirebbero anche a fornire al territorio personale qualificato, know how, utile in modo da attrarre giovani coppie e le giovani generazioni di millennials.

Ad aggravare le problematiche del territorio aggiungiamo anche, in questi mesi, la crisi energetica che il nostro Paese sta attraversando con severe conseguenze economiche su imprese e famiglie, vede contraddizioni nell’ideologia ambientalista che si vuole perseguire e quali secondo Lei potrebbero essere i giusti correttivi?

L’Italia storicamente è stata vittima di politiche ambientaliste, non di politiche ambientali. Il nostro territorio è storicamente antropizzato e la presenza dell’uomo risulta fondamentale per l’ecosistema montano e marino, perché non vi è miglior custode del proprio territorio di chi lo vive e lo abita, in particolar modo nel centro Italia. Ogni politica ambientale, non ambientalista, deve essere compatibile con il luogo dove è svolta, creando le condizioni di sviluppo proprie di quel territorio. Un esempio concreto è l’abbandono in Italia della filiera del legno. Le Marche sono famose per avere un importantissimo distretto dell'arredamento, ma la filiera del legno è quasi inesistente, nonostante negli ultimi anni la superficie boschiva nazionale sia aumentata del 10%. Quale migliore opportunità per far rinascere un territorio che avviare una sana politica legata alla filiera del legno, partendo dai rimboschimenti, dal taglio selettivo alla vendita in loco del legno, ovvero creando e valorizzando un brand a chilometro zero “made in Marche”, evitando i rischi che un territorio diventi abbandonato. Un altro esempio, a tal proposito, è la valorizzazione dell’attività turistica creando opportunità di sviluppo, compatibilmente con l’ecosistema che ci circonda, portando le condizioni affinché il turista possa trascorrere le proprie vacanze nel nostro territorio collinare-montano. Un'ulteriore proposta è quella di trasformare gli attuali impianti da sci presenti nelle Marche in impianti fruibili tutto l'anno, magari anche per altre attività legate alla mountain bike, e-bike, escursionismo, con investimenti nelle infrastrutture, che porterebbero certamente ad un grande beneficio per il territorio, creando nuovi posti di lavoro, a beneficio anche delle giovani coppie. Per l’inverno stiamo lavorando per far nascere il SIBILLINI SUPERSKY, uno sky pass unico per tutto il comprensorio appenninico marchigiano coinvolgendo attivamente i comuni e gli attuali operatori sciistici, una nuova visione d’insieme per offrire al turista una proposta articolata valorizzando i territori appenninici.

In Italia le politiche energetiche hanno subito le stesse logiche delle politiche ambientaliste: l'opposizione alle trivellazioni, al TAP, a nuovi impianti, alle biomasse, al biogas, ai rigassificatori, al nucleare ha portato come risultato una crisi energetica nazionale tra le più gravi della nostra storia recente. L’Italia dipende per il 95 % dal gas straniero e fino a poco tempo fa la Russia era un nostro importante partner, fornendoci il 40% del gas che utilizziamo annualmente. Oggi per ridurre i costi energetici a famiglie ed imprese abbiamo la possibilità concreta di intensificare le attività di estrazione del gas nazionale, ormai ridotto ai minimi termini, superando un blocco ideologico insensato.

Capitolo fondi PNRR e fondo complementare PNRR, pensa vi sia stata una corretta ripartizione delle risorse nel Paese?

Sia il fondo PNRR che il fondo complementare PNRR sono grandi opportunità per l’Italia, che dobbiamo cogliere appieno. Per le aree colpite dal sisma del Centro Italia sono stati previsti con il fondo complementare risorse per 1,78 miliardi di euro. Crediamo che in una fase iniziale sia ragionevole pensare che il PNRR sia un po' più sbilanciato verso le Regioni del Sud Italia, affinché i suoi effetti producano un riequilibrio territoriale; in tal modo si aiutano i territori che sono più indietro, senza che ciò sia d’impedimento a chi ha esigenze d’investimento. Grazie al sistema di monitoraggio già avviato avremo contezza se le Regioni meridionali utilizzeranno tali fondi per colmare il gap infrastrutturale ed economico ad oggi presente rispetto alle Regioni del Centro-Nord, attuando gli specifici bandi. Se ciò non dovesse accadere, ovvero in mancanza di mirati progetti all’uopo concepiti, i fondi non dovranno essere persi e dopo un certo periodo di tempo altri territori, già pronti nell’attuare bandi e progetti specifici, dovranno averne disponibilità in forma sussidiaria.

Molte imprese impegnate nella ricostruzione, anche beneficiando della recente rinascita delle attività di costruzione legate alla diffusione ed attuazione dei diversi bonus edilizi, hanno visto negli ultimi mesi compromessi i margini di profitto a causa di ingenti aumenti delle materie prime e dei materiali, c’è soluzione secondo Lei a breve per queste problematiche?

Siamo nel mezzo di una tempesta perfetta.

A seguito della pandemia sono crollati i consumi ed il costo delle materie prime, ma a questo periodo è seguita una veloce ripartenza di slancio del sistema economico mondiale con un incremento a due cifre del P.I.L. anno su anno; ciò ha comportato evidenti tensioni sui prezzi di materie prime, dei prodotti e quindi anche sui prezzi dell’energia. A questo in Italia si sono sommati gli aumenti provocati da una misura importante e particolarmente espansiva, ovvero quella del Superbonus 110%. Tale misura crediamo che vada accompagnata verso la normalità, da un lato abbassando la percentuale di detrazione dall'altro rendendola utilizzabile per un periodo di tempo più lungo, dando così maggiore certezza a famiglie ed imprese che potranno in tal modo programmare per tempo i lavori da eseguire permettendo così di rispondere all’eccesso di domanda e di materiale senza un conseguente spropositato aumento dei prezzi. Tutti gli incentivi fiscali, non solo il superbonus, sono stati fondamentali per il rilancio dell’edilizia negli ultimi dieci anni, ritengo che occorra una riorganizzazione di tutti i bonus, in modo da offrire la possibilità a tutti di poterne disporre per un lungo periodo. In particolare poi, per i territori colpiti dal sisma del 2016, il cosiddetto superbonus rafforzato che permette di aumentare del 50% i limiti delle spese ammesse, se si rinuncia al contributo pubblico per la ricostruzione, permette una grande semplificazione, un grande snellimento burocratico per il quale noi ci siamo fortemente battuti raggiungendo l’obiettivo di allungare, per tale casistica, la scadenza dell’incentivo fiscale al 2025. Questo è un esempio dei correttivi che vorremmo apportare a livello generale con la finalità di non lasciare indietro nessuno supportando al tempo stesso famiglie e imprese, non interrompendo l’importante ricaduta, in termini di risorse e di riqualificazione del patrimonio immobiliare, che queste misure producono sul territorio.

Nel 2021 +34% delle compravendite in ambito residenziale, ma è forte il rischio di ridimensionamento a causa della guerra in corso

È quanto emerge dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma, che compie 35 anni di attività

Bologna 23 marzo 2022 - “Il rischio che l’apprensione degli operatori si trasferisca sugli indicatori di fiducia di famiglie e imprese è concreto, anche se la capacità di reazione dimostrata nell’ultimo biennio non fa escludere possa trattarsi di effetti destinati a risolversi in breve tempo”- è quanto si legge nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare – Marzo 2022 di Nomisma presentato oggi, che analizza l’andamento del settore immobiliare in 13 mercati intermedi (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno Taranto, Trieste e Verona). Il riferimento è ovviamente alle conseguenze delle sanzioni adottate dai maggiori Paesi occidentali nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Secondo la Società bolognese “l’entità del ridimensionamento atteso è ancora difficile da quantificare, ma il palpabile attendismo di queste settimane prevedibilmente si tradurrà in una perdita in termini di crescita del PIL non limitata a qualche decimo di punto percentuale”. Ne viene quindi, passando al mercato immobiliare, che “il mantenimento degli straordinari livelli transattivi raggiunti al termine del 2021, che fino a qualche settimana fa sembrava lo scenario più verosimile, appare oggi una prospettiva ottimistica”. È in ogni caso prematuro, per il think tank felsineo, azzardare ipotesi di dimensionamento delle conseguenze immobiliari; quello che è certo con il conflitto è il temporaneo deterioramento del clima generale di fiducia. Nomisma avverte come “nonostante il settore residenziale abbia recentemente dimostrato una straordinaria capacità reattiva, il secondo shock in meno di un biennio, non accompagnato da un adeguato dispiegamento di risorse finanziarie aggiuntive e da una politica monetaria marcatamente accomodante, potrebbe determinare un nuovo ridimensionamento”. Ecco, quindi un surplus di alert: “l’ottimistico quadro che scaturisce dalla lettura delle tendenze più recenti rischia di restituire un’immagine troppo vivace alla luce delle ultime evoluzioni”. Le evidenze offerte dai modelli previsionali “restituiscono una prima parziale risposta del tributo imposto al settore dalla follia bellica. Il timore, tuttavia, è che, a conti fatti, il prezzo da pagare possa risultare di gran lunga superiore”. Ne sono la riprova il +34% vs 2020 delle compravendite registrato lo scorso anno in ambito residenziale e la risalita dei prezzi anche nelle città intermedie (+1,2% su base annua per le abitazioni usate, +1,7% per quelle nuove). Di questo beneficio hanno goduto in primis le localizzazioni periferiche e di provincia, in ragione di uno spostamento di interesse di una quota significativa di domanda. Nel complesso, migliore continua a risultare, per contro, la performance del settore immobiliare corporate. Archiviata la débâcle del 2020, quando il segmento aveva subìto le pesanti conseguenze causate dall’attendismo indotto dal Covid-19, si è rivitalizzato l’interesse degli investitori stranieriper il nostro Paese, con un volume di investimenti cresciuto di circa il 2,4% rispetto al 2020, attestatosi poco al di sotto dei 10 miliardi di euro.

Il rialzo del settore corporate è stato guidato dai segmenti logistico e alberghiero. Per la logistica ha influito il cambiamento imposto dalle quarantene forzose di stili di vita e abitudini di consumo, che hanno consentito di raggiungere valori di investimento prossimi ai 3 miliardi di euro (+90% nel biennio 2019-2021) e un netto calo dei rendimenti – per effetto del tracollo della rischiosità percepita - passati da oltre il 7% a poco più del 4%. Tornando al settore residenziale, una delle eredità lasciate dal Covid è la preferenza per l’acquisto, anche se Nomisma prevede che si possa assistere ad un progressivo riallineamento che porterà ad un aumento di interesse per la locazione. I singoli mercati, da questo punto di vista, presentano differenze alquanto evidenti; rispetto alla quota di domanda di locazione ad inizio del corrente anno: si passa dal 27% di Trieste al 54% di Parma. Analizzando il profilo di chi è orientato all’affitto di un’abitazione, emerge come siano in aumento locatari single, coppie giovani, studenti e lavoratori in mobilità, mentre risultano stabili i locatari monogenitore (con o senza figli) e le famiglie che si trasferiscono da un altro comune. Nomisma osserva che con l’introduzione del Superbonus e Sismabonus 110% si è registrato un aumento della domanda di acquisto di abitazioni da ristrutturare per uso proprio, mentre non sono molto distanti tra loro i giudizi di aumento e di stabilità in merito alla domanda di acquisto per investimento, così come le valutazioni relative alle ricadute sui prezzi. Passando alle dotazioni richieste dalla domanda - e che risultano essere carenti nel parco abitativo offerto in vendita - Nomisma rimarca l’esigenza di un balcone/terrazzo, seguita dall’area condominiale privata, dall’ascensore, da un’elevata classe energetica e infine dal posto auto/garage. Scarseggia inoltre la disponibilità di immobili di taglio dimensionale compreso nella fascia 50-90 mq, mentre risulta carente l’offerta di abitazioni in vendita nei semicentri urbani. Come già evidenziato, il 2021 ha segnato il consolidamento della ripresa che si era avviata a partire dall’estate 2020; i mercati secondari che meglio stanno performando sono quelli di Trieste e Modena, con valori dell’indice di performance[1] (che sintetizza l’andamento di cinque componenti che esprimono la dinamicità del mercato) prossimi a 0,8. Passando ai mercati delle unità immobiliari d’impresa, quelli che più hanno risentito degli effetti della pandemia sono Ancona, Modena e Trieste, con un indice di performance ancora collocato in territorio negativo. La variazione annuale dei prezzi delle abitazioni usate (che in Italia rappresentano il 75% del mercato delle compravendite residenziali) si è attestata all’1,2%, con un campo di variazione che va dal +3,2% di Modena al -1,1% di Salerno. Il segmento dei negozi mostra ancora una tendenza riflessiva con eccezioni limitate a Ancona e Bergamo, mentre Trieste è la realtà che segna la flessione più marcata (-2,1% su base annua). A livello medio, le variazioni dei prezzi risultano pari al -0,1% nel segmento terziario e a -0,8% in quello commerciale. I tempi di assorbimento degli immobili in vendita sono di circa 5,6 mesi per le abitazioni, mentre per uffici e negozi superano i 10 mesi. Lo sconto praticato sul prezzo richiesto nella media dei 13 mercati di provincia si è attestato all’11,8% per le abitazioni, al 15,8% per gli uffici e al 15,4% per i negozi. Al 31 dicembre 2021 sono state effettuate poco meno di 798.000 transazioni, il 94% delle quali per abitazioni. Si tratta di dati non dissimili a quelli del periodo 2006/2007, nel pieno della fase ascendente del ciclo precedente. Ponendo a confronto i mercati maggiori e quelli intermedi, emerge come il canone medio di locazione di abitazioni praticato sul libero mercato sia tornato a crescere in entrambi i contesti territoriali, riprendendo così il trend di lenta risalita dei valori iniziato nel 2018. Sempre analizzando i riferimenti di mercato, il rendimento lordo da locazione nel segmento abitativo risulta pari al 5,4% annuo.

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