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La libertà è come la poesia, non ha bisogno di aggettivi In un momento in cui molte testate giornalistiche versano in condizioni di grave crisi, la redazione del Vecchinforma si appropria di questa famosa citazione di Enzo Biagi, grande giornalista del nostro Paese, per il suo primo editoriale perché ritiene che la libertà ,sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione, sia uno dei cardini su cui fondare la rinascita dell’Italia. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con l’unica clausola del rispetto della dignità altrui; spesso si aggredisce piuttosto che argomentare, si offende , sostituendo il dialogo e il confronto costruttivo con la violenza verbale. Ecco ciò che il nostro giornalino d’istituto vuole combattere, le sue pagine hanno l’alta finalità di informare e promuovere lo spirito critico confidando nella forza delle idee e soprattutto nella genialità dell’ironia e dell’intelligenza. Il Vecchinforma ha l’ambizione di essere lo specchio delle mille iniziative della nostra scuola, lo scrigno dove racchiudere e divulgare allo stesso tempo le emozioni profonde scaturite dagli incontri culturali, dentro e fuori le mura delle aule. Il nostro istituto dimostra ,giorno dopo giorno, di godere ottima salute intellettuale, di essere veramente in forma per svolgere l’importante ruolo di polo educativo. Con un pizzico di orgoglio ci piace scorgere qualche affinità tra il nostro giornale e il Caffè, crediamo, in sintonia con gli ideatori della nobile rivista del passato, che il suo obiettivo debba essere l’informazione trasmessa con ogni stile , che non annoi. Siamo certi che possiamo diffondere delle utili conoscenze in ogni campo del sapere offrendo a tutta la nostra comunità scolastica la possibilità di far sentire la sua voce, di far avvertire la sua passione, di far scoprire le sue innumerevoli possibilità di promozione Inter-vec MAIL culturale. Prof.ssa Angela Di Nanni

Numero 1

Diavolina: il Fuoco dell’Arte

Nel prof-ondo

A scuola di Scienze


INDICE INTER-VEC Un Salto Temporale… Lorenzo Marcone IV C I semini della bontà: noi e l’ANT Raffaele di Giglio III E

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Il Liceo Scientifico “Valdemaro Vecchi” incontra LUIGI PIRANDELLO. Contributo dell’ eclettico scrittore girgentino al Cinema Silvana Ancona V A

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MAIL Primo giorno di scuola al Vecchi! Maria Parente I A

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UNA NUOVA AVVENTURA Giulia Voglino III E S.M.S. “G.Rocca”

pag. 7

La musica è l’occhio dell’ orecchio Edoardo Nigretti & Nicola Ruggiero II C

pag. 8

Sport: Nell’ oblio di Trani Alessia Merra IV C

pag. 8

Economia di tatto Francesco Berardi IV C

pag. 9

Vademecum dello studente del Vecchi Vittorio Sileo IV D

pag. 10

DIAVOLINA: Il fuoco dell’ arte Promessi? Promosssi! Francesco Loporchio, Michaela Monno, Riccardo Rella II C

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Solitudine E. III C

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Il vecchio e il mare Maria Parente I A

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La città che inquina il cielo, inquina se stessa Classe II C

pag. 14

Con Plauto il divertimento è assicurato! Giuliano Sestili & Raffaele Lionetti II C

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A SCUOLA DI SCIENZE L’invecchiamento della Luce: Odissea a 300 000 Km/s Domenico Ranieri IV C

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FOLDING@HOME: SUPERCOMPUTER A COSTO ZERO Antonio Albanese IV C

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Dovremmo passeggiare un po’ più spesso, solo per alzare gli occhi al cielo… Domenico Ranieri IV C

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NEL PROF-ondo Emozioni Prof.ssa Nicoletta Curci

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Arte delle immagini e linguaggio della logica Prof. Giuseppe Di Canosa

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Raccontare per immagini Prof. Giuseppe Di Canosa

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Per Elisa Prof. Domenico Formichella

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INTER-VEC

Un Salto Temporale…

Un salto temporale. Fogli dall’inestimabile valore, ingialliti dalle burle degli orologi, tavolozze con impressi i caratteri di stampa universali, smangiucchiate da qualche simpatico procariota. Di tale patrimonio il nostro Liceo si è potuto fregiare dal 15 al 22 Dicembre 2011. Il tutto non sarebbe stato possibile, se non grazie alla gentile concessione dell’Avv. Vittorio Tolomeo, colonna portante di Traninostra., l’Associazione Culturale che si preoccupa di preservare e diffondere la storia della nostra città. All’intera comunità tranese è stato ravvivato il ricordo di un illustre personaggio, concittadino d’adozione, sbiadito dagli anni e consunto proprio come le tavolozze dei caratteri di stampa da lui utilizzate : Valdemaro Vecchi. Nacque a Borgo San Donnino, quella che oggi chiamano Fidenza, nel 1840. Le foto d’epoca lo rappresentano maestoso ed aggrottato: naso adunco, sguardo torvo, fronte bassa e baffo curato, proprio com’era di moda in quel tempo. Dedito sin dalla giovane età all’arte tipografica , mostrava conoscenze e fiuto per gli affari davvero eccezionali. Per guadagnarsi il pane quotidiano, dovette farsi le ossa come ‘’garzone’’ presso la tipografia milanese ‘’Guglielmini’’, crebbe, imparò l’arte e la mise da parte. Si trasferì ad Alessandria ed acquistò una stamperia tutta sua. Da gran conversatore, aveva amici ogni dove ; un giorno qualcuno gli fece una soffiata. La sua vita sarebbe cambiata radicalmente se avesse avuto l’ardire di farsi un giro giù nel tavoliere, la terra delle opportunità. Non se lo fece ripetere due volte, partì alla volta della città della disfida, Barletta. Col suo savoir fare, com’era ovvio, si ambientò subito. Nel 1879, però qualcosa lo scombussolò: gli mori il suo unico figlio. Non si dette per vinto. Mosso da occasioni più lucrose, o come vogliono gli storici, dal dolore di tale perdita, giunse in carrozza a Trani. Si assicurò così la pagina di Wikipedia. Fosse campato cent’anni dopo avrebbe fatto invidia a certi megalomani industriali nordici del calibro di Agnelli o Moratti che dir si voglia. Imprenditore lui, del sapere però. Aprì in via Cavour, nei locali di Palazzo Sarri, la tipografia Vecchi. La stamperia fu vera e propria manna dal cielo per una ridente cittadina che trasudava cultura da tutti i pori. Ideò riviste, elargì posti di lavoro e fece, del paese sede della Corte d’Appello delle Puglie, l’ indiscussa sovrana dell’arte tipografica e dell’editoria. Le sue opere , custodite ad oggi sotto l’egida dell’Associazione Traninostra, ed esposte per circa una settimana tra le mura del Liceo Vecchi ( Toh ! Ma guarda un po’), rappresentano tutt’oggi motivo di orgoglio tranese.

Lorenzo Marcone IV C

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I semini della bontà: noi e l’ANT “Il modo migliore per essere felici è quello di procurare felicità agli altri” diceva Lord Baden-Powell (fondatore del movimento Scout), e in Italia per fortuna esiste la fondazione l’ANT ( associazione nazionale onlus, che assiste gratuitamente gli ammalati di cancro e le loro famiglie) che fa del volontariato il suo fine esistenziale. Assistere gli ammalati terminali o aiutare i più bisognosi sono solo due tra le attività praticate da questa onlus, della quale fanno parte tanti dottori che donano il loro tempo e la loro professionalità a fin di bene, ma anche tantissime persone comuni, che con un piccolo gesto possono donare felicità e serenità a chi ne ha bisogno. Le classi del Liceo scientifico della comunic@zione, 3°E e 3°F, hanno avuto la fortuna di incrociarsi con questa realtà che sembra così distante da noi, ma che di fatto è a pochi passi. Così, grazie all’ intraprendenza educativo-didattica delle professoresse Leuci e Di Bari, le terze E ed F hanno realizzato uno spot per pubblicizzare la stessa ANT nelle sue attività in giro per l’Italia, dopo un “iter” di quattro incontri con la psicologa dott.ssa Rosalia Petronelli, che ha introdotto i ragazzi alla comunicazione televisiva. Da partecipante posso dire che questa è stata un’ esperienza davvero unica, emozionante , specie quando abbiamo sentito le parole di presentazione dell’associazione da parte della delegata regionale ANT, sig.ra Rosa Vanda Triggiani ed educativo-pedagogica quando abbiamo imparato tutto il lavoro che c’è dietro la “comunicazione” di uno spot, dalla musica ai colori, dalle immagini ai personaggi. Al termine dei quattro incontri i ragazzi si sono adoperati con le loro abilità e la loro fantasia. Grazie alla divisione in quattro gruppi misti tra i ragazzi delle due classi, finalizzata alla conoscenza e a sviluppare la capacità di lavorare in gruppo dei ragazzi, sono stati realizzati quattro spot, tutti molto belli ed interessanti, ma alla fine dell’esperienza c’è stata la premiazione (indicativa, perché tutti avrebbero meritato di essere trasmessi) di un solo spot, quello del gruppo “le ventidue scarpe”, da parte di una commissione esaminatrice, nella quale era presente anche la nostra Dirigente scolastica, la professoressa Angela Tannoia, che ha reso possibile questa emozionante esperienza. Il fine era imparare, imparare aiuta a crescere e a diventare gli uomini o le donne del futuro; sensibilizzarsi al volontariato è una cosa speciale e piacevole, e questo semino della bontà è stato piantato nella terra della mente fertile di noi ragazzi in modo che possa germogliare bene per far nascere una società migliore. Un’esperienza da fare o rifare in futuro.

Raffaele Di Giglio III E 4


Il Liceo Scientifico “Valdemaro Vecchi” incontra LUIGI PIRANDELLO. Contributo dell’eclettico scrittore girgentino al Cinema Quest’ultimo anno di scuola ha regalato ad alcuni di noi la magnifica opportunità di partecipare alla 48esima edizione del Convegno Internazionale degli Studi Pirandelliani, “Quel che il Cinema deve a Pirandello”, dal 5 all’8 dicembre 2011. Dopo un approfondito studio estivo sul rapporto ambivalente tra lo scrittore siciliano e l’ambiente cinematografico, caratterizzato da un iniziale scetticismo nei confronti della settima arte e da un successivo e graduale innamoramento per essa, noi studenti, divisi in gruppi e guidati dalla prof.ssa Di Nanni, ci siamo ritrovati immersi nell’atmosfera della ridente Agrigento, a strettissimo contatto con i luoghi tanto amati dal celebre scrittore. Abbiamo assistito ad interessanti conferenze tenute da illustri professori internazionali, che ci hanno dato la possibilità di ampliare notevolmente le conoscenze scolastiche inerenti l’autore: infatti, è poco noto l’importante contributo fornito da Pirandello al Cinema, contributo riscontrabile nelle più celebri opere cinematografiche moderne, prime fra tutte “La rosa purpurea del Cairo” di Woody Allen e “L’Infedele” di Ingmar Bergman, che, insieme ad altri film come per esempio “L’ultimo metrò” di Truffaut, sono state proiettate all’interno dell’accogliente e maestosa struttura del Palacongressi. L’esperienza è stata inoltre arricchita da un nostro intervento relativo al precedente approfondimento, grazie al quale abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con altri studenti provenienti dalle più disparate parti d’Italia, tutti accomunati dallo stesso amore e dal medesimo interesse per le opere pirandelliane. Tutto ciò è stato coronato da visite guidate nei luoghi più rappresentativi del territorio girgentino: la Valle dei Templi, le città di Agrigento e Porto Empedocle per scoprire scenari e personaggi che hanno ispirato alcune opere pirandelliane, e la Casa Natale di Pirandello; per non dimenticare poi la suggestiva passeggiata a picco sul mare per giungere a quella “rozza pietra” che custodisce le ceneri dello scrittore. E per avere una conoscenza globale del territorio siciliano non ci siamo fatti neppure mancare un approfondimento culinario, all’insegna dei deliziosi dolci tipici, tra cannoli e cassatine. Con l’augurio che questa esperienza possa essere ripetuta anche nei prossimi anni, con un simile, o ancor meglio superiore, interesse nello studio della figura di uno dei più geniali scrittori italiani di tutti i tempi, Luigi Pirandello. Silvana Ancona V A

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Scritto da una ragazza a cui piace sognare ...

MAIL

Primo giorno di scuola al Vecchi!

E’ il pomeriggio prima del 12 settembre 2011, il giorno di un nuovo inizio, l’inizio di una nuova avventura che prende il nome di “Liceo scientifico Valdemaro Vecchi”. Sto uscendo con la mia amica a fare compere e d’improvviso mi accorgo che non ho ancora preparato i vestiti che dovrò indossare per fare bella figura domani! Che tragedia! Decido tutta agitata di spendere tutti i miei risparmi perché non è possibile che utilizzi un vestito già visto! Tutto il pomeriggio a fare compere, poi finalmente torno a casa, convinta di aver preso tutto e … -Non ho tutti i libri, e ora?- dico a mia madre più agitata di prima. -Domani le professoresse si arrabbieranno con me e si trasformeranno per la rabbia in brutte streghe, e subito un bel 2 sul registro! O peggio una NOTA! - Inoltre non ho più soldi e i negozi sono già chiusi!- -Mary! Mary!- -Drin, drin!- -Mary spegni quella sveglia!-. Apro gli occhi e mi ritrovo nel mio letto; mi guardo intorno, c’erano tutti i libri, i quaderni nella borsa, i vestiti sulla sedia con le scarpe a terra. Mi vesto in fretta e corro a scuola perché non so cosa succederà. Chissà come saranno i miei compagni? Corro a scuola … ma a quale scuola? Mi ritrovo di fronte alla mia scuola media col grembiule addosso! –Oh no! Ma come mi sono conciata!- Torno a casa: una baracca dove trovo solo vecchi stracci. Inizio a cucire e mi sento come la mamma di Arlecchino. Alla fine, guardo l’orario e …- Sono le 8.10! E ora come faccio?!- Prendo una bici che trovo lì per caso, una con una ruota piccola davanti e una ruota enorme dietro. Prendo una scala per salirci e inizio a pedalare. Ad un tratto quattro cavalli sono fermi al centro della strada e non mi lasciano passare. Salto su uno di loro e inizio a correre all’impazzata. Arrivo finalmente a scuola e chi mi trovo davanti ? ...mille facce diverse: tutti i miei nuovi compagni che mi “squadrano” con i loro occhi gialli come i gatti e la nuova preside che mi dice:-Vieni qua bel dolcetto! Fammi dare un morsetto!- e io – Aiutoooo!- Apro di scatto gli occhi e mi ritrovo con tanti sguardi addosso che cercano di capire se sono totalmente impazzita. Li metto a fuoco e vedo i miei amici: sono nell’auditorium del liceo con i miei vestiti nuovi. La preside è seduta vicino a me: una persona carina, col sorriso sul volto e un simpatico vestitino come quello delle Barbie. Non era affatto una brutta orchessa che voleva divorarmi …. Mi ero solo addormentata a furia di sentire una specie di cantilena di tante voci che parlavano. – Meno male! Uff! Era solo un incubo!- Qualcuno si avvicina al mio orecchio e in silenzio mi dice:-Attenta, che se non studi, lo diventerà!-. ;-D

Maria Parente I A 6


La musica è l’ occhio dell’ orecchio La musica è l'occhio dell'orecchio. Cosa vuol dire esattamente? Quest' aforisma è un proverbio italiano, il senso da cogliere è il fatto che la musica sia un altro modo per vedere e comprendere. Come l'occhio serve per vedere, anche l'orecchio vede attraverso la musica. Citando Friedrich Nietzsche " Senza la musica, la vita sarebbe un errore" ; infatti per noi ragazzi, ma anche per le persone adulte e anziane la musica svolge una funzione importantissima nella vita quotidiana : oltre che permettere di chiuderci in noi stessi e viaggiare nei meandri della nostra anima, è una forma di comunicazione che ci aiuta a manifestare le nostre emozioni, le nostre considerazioni o addirittura il nostro disappunto. La musica negli ultimi anni sta attraversando un periodo buio, anche se il business che gira attorno ad essa è sempre in rivoluzione, questa crisi è dovuta alla mediocrità dei cantanti esordienti e alla facilità nell’entrare nel mondo della musica. Infatti esistono tantissimi programmi che aprono le porte del successo a questi giovani che però spesso deludono le aspettative dei loro fan. Anche alcuni dei cantanti più celebri stanno subendo questo degrado perché per essere al passo con i tempi stanno mutando la loro ideologia musicale, altri invece quando arrivano all’apice della loro carriera (sessant’anni) perdono il vigore e l’ energia degli anni passati e producono musica di scarso livello. La nostra generazione sta vivendo il declino culturale della musica leggera e l’ignoranza in ambito musicale dei giovani ; rivogliamo Jimi Hendrix a Woodstock che infuoca la chitarra, Jim Morrison che si spoglia sul palco, i Beatles che professano pace e amore e Keith Richards che ha i suoi attacchi di panico sul palco. Pretendere ciò sarebbe assurdo ma vorremmo vivere dei loro degni eredi che ci facciano emozionare come solo questi grandi musicisti hanno saputo fare nel corso di questi anni. Edoardo Nigretti & Nicola Ruggiero II C

Sport: nell’oblio di Trani. Trani sa come non valorizzare lo sport. Il campionato è ormai iniziato e per gli atleti è indispensabile una sana serie di allenamenti in vista della partita settimanale. Si, ma dove? Le scuole non mettono a disposizione le loro palestre e le poche disposte a farlo richiedono cifre stellari per le prosciugate casse delle società. Ovviamente in tutto questo sussiste un problema di fondo: la causa maggiore di tutti questi mali che affliggono l’ambito sportivo si annida nel pessimo sistema amministrativo (in questo caso a livello provinciale) che non pone le scuole nelle condizioni ideali di aprire alla collettività le proprie strutture. E così le società sportive sono costrette ad affrontare il loro campionato contendendosi l’una con l’altra gli insufficienti spazi comunali adibiti allo sport per ottenere i benefici di qualche allenamento in più. Ma in un millennio dove si dà molta importanza al benessere fisico è possibile che i giovani non possano praticare sport perché non ci sono spazi o ,addirittura, fondi? La crisi, in particolar modo a Trani, ha mietuto numerose vittime e fra esse soprattutto il settore dello sport, privo di incentivi e vincolato all’oblio dell’indifferenza degli imprenditori tranesi che non puntano in alcun modo al bene comune e al futuro della nuova generazione destinata sempre più ad un avvenire non certo roseo. Ecco, dunque, le parole chiave della situazione odierna sportiva tranese: poche palestre disponibili, pochi sponsor, poco interesse cittadino, pochi fondi. Le conseguenze di così grandi difficoltà sono la cessione di vari titoli (serie B1 Aquila Azzurra e di serie C GEDA Volley Trani) e la mancanza di uno stadio con illuminazione serale indispensabile per la Fortis Trani. E’ d’obbligo, quindi, denunciare tale realtà alla società civile e all’ amministrazione comunale di Trani che non devono eludere le legittime richieste di chi crede nello sport, quello che insegna a vincere e a perdere, in una parola a diventare uomini. Con un po’ di ONESTA’ e di ALTRUISMO i mezzi per puntare sul futuro di tanti giovani si trovano sempre, anche in un periodo di crisi come questo. Alessia Merra IV C 7


UNA NUOVA AVVENTURA Ciao a tutti, sono una ragazzina di 13 anni che, come potete immaginare, è impegnata nella scelta della scuola superiore. Il tentativo di quest’ultime di abbindolare noi futuri liceali è affascinante, ma non sempre efficace. L’unico ad avermi particolarmente colpito è stato il Liceo Scientifico “V. Vecchi”: quest’ultimo è stato sempre definito come un liceo eccellente con ottimi corsi e professori. Certamente, però, non lo conosco alla perfezione. Dalle presentazioni ascoltate fin’ora mi aspetto tante attività e laboratori. Vorrei studiare materie che mi interessino, provare teorie con esperimenti in chimica, vedere per la prima volta un “vero” laboratorio di scienze e toccare strumenti mai visti prima. Spero di trovare professori capaci di trattarmi da 14enne e di insegnarmi bene anche le materie più impegnative. E spero di riuscire a vivere bene ogni esperienza che farò e di riuscire, perché no, ad andare persino fuori Italia, con qualche progetto!

Però ho anche molta paura: sarà pur sempre una nuova esperienza e come tale sono curiosa di provarla per vedere che effetto mi fa. Ma dovrò aspettare mesi e mesi, e fino ad allora non potrò far altro che immaginare tutto questo.

…LOOKING FORWARD SEPTEMBER…

Giulia Voglino III E , S.M.S. “G.Rocca”

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Economia di tatto LA SCENA: 2007: Estate, negli Stati Uniti ha origine una crisi di natura finanziaria (Crisi mutui Sub-prime). 2008: Nei primi mesi, per effetto della mondializzazione dei mercati,la crisi si espande in tutto il mondo. Si succedono una crisi di natura recessiva (secondo trimestre del 2008) e una grave crisi industriale (autunno dello stesso anno). 2009: La crisi economica viene ulteriormente aggravata da pesanti recessioni e vertiginosi crolli di Pil in numerosi paesi. Particolarmente nel mondo occidentale. Ridimensionata la recessione si ha una parziale ripresa economica. 2011: La crisi continua e quest’ anno ha conosciuto l'allargamento di questa ai debiti sovrani (Fenomeno manifestatosi a causa dell’ aumento sproporzionato del debito pubblico e deficit di bilancio) e DEBITO PUBBLICO alle finanze pubbliche di molti paesi, soprattutto dell'eurozona, in molti casi In economia per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei consalvate in extremis (Portogallo,Irlanda, Grecia) dal rischio di insolvenza. fronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o stati esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato sotto forma di obbligazioni o titoli di stato destinate a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale oppure coprire l'eventuale deficit pubblico nel bilancio dello Stato.

INSOLVENZA In economia per stato di decozione o insolvenza si intende, nel diritto fallimentare, la situazione in cui un soggetto economico, solitamente un imprenditore commerciale, non è in grado di onorare regolarmente, con mezzi normali di pagamento, le obbligazioni assunte alle scadenze pattuite.

IN ITALIA: In particolare, analizzando la crisi economica in Italia, queste “mancanze” potrebbero essere figlie di errori del passato. Tra le diverse cause la più evidenziata e discussa è stata la crescita economica dei primi anni ’90, sostenuta e basata sull’indebitamento eccessivo dei cittadini e degli Stati, che ha alimentato speculazioni di vario tipo che vanno da quelle immobiliari fino a quelle puramente finanziarie. Ma partiamo dal principio. Due direttrici fondamentali, lo spostamento della forza lavoro dal settore agricolo a quello industriale e il passaggio ad un’ economia dove le esportazioni divengono prevalenti (causa una maggiore competitività resa possibile dallo scarto fra aumento della produttività e aumento dei costi di lavoro) agevolate dalla valuta della moneta, caratterizzarono il dopoguerra italiano e conseguente boom economico fino agli anni ’60. Ma le origini dell'alto ammontare del debito dello Stato italiano vanno ricercate nella politica economica seguita tra la fine degli anni Sessanta ed i primi anni Ottanta, periodo che coincise prima con il rallentamento della crescita economica al termine del boom economico e poi con i periodi di recessione legati alle crisi petrolifere degli anni Settanta. Infatti, se nel 1963 il debito pubblico italiano tocca il livello minimo dal dopoguerra (32,6% del PIL), da quel momento comincia a crescere ininterrottamente fino ai primi anni novanta. Più che il valore assoluto di debito pubblico o PIL, un importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato è il rapporto tra il debito pubblico ed il Prodotto interno lordo, in quanto il PIL in questo caso rappresenta un indice o parametro di quanto lo Stato è in grado di risanare il proprio debito pubblico. Un rapporto che oggi è al 120% in Italia(in Grecia è al 160%). Questo rapporto debito/PIL in Italia ci costringe a distogliere sempre più risorse per pagare tassi di interesse crescenti, attraverso il ridimensionamento delle spese “superflue” statali, l’ aumento della pressione fiscale e l’emissione di nuovi titoli di stato, con l’ obiettivo di salvare la nostra economia.

Il Prodotto Interno Lordo (PIL)è una grandezza che esprime il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) e destinati ad usi finali (consumi finali,investimenti, esportazioni nette)

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Vademecum dello studente del Vecchi La felicità non è che una semplice equazione, la realtà divisa per le aspettative. Se troppo ti aspetti rimarrai sempre deluso, se poco ti aspetti sarai sempre felice. (Anonimo) Esordendo con questa citazione mi chiedo perché tanti fra noi si ritengono infelici? Le possibili opzioni sono due: è la realtà troppo infelice, generalizzazione falsa e scomoda, o sono le eccessive aspettative che la rendono tale? Il liceo è una di queste aspettative. Tutti prima o poi seduti tra quei piccoli banchi di scuola media abbiamo percorso con la mente, almeno una volta, i corridoi di questo nuovo mondo che ci avrebbe atteso. Un mondo nuovo,tutto da scoprire, nel quale imparare,sorridere,maturare. Ma anche piangere, rimanere delusi, litigare, maturare e nel caso non l’ avessi detto, maturare. Io la vedo cosi, il liceo è questo: un percorso che noi intraprendiamo e al termine del quale, si spera di essere cresciuti. Una crescita che non ci porti a rimanere in panchina, a stare seduti nell’ “ultima fila” del teatro della vita, ma una crescita di pensiero, di vedute che dovrebbero portarci ad una divergenza, uno scisma dal resto della massa, che è sempre più un gregge, poiché composta da pecore non pensanti. Crescita che ci consenta di divenire un individuo pensante, che si distacchi o che emerga da essa, e non un semplice elemento della sua massa amorfa. Questa scuola ti porta a maturare, non insegna ad esercitare una data professione, ma fornisce gli strumenti , primo fra tutti la cultura, grazie ai quali si possa prendere atto dei propri oneri ed onori e delle capacità personali. Ora non è facile rendersene conto, ma ben presto ci accorgeremo che grazie a questa formazione, avremo acquisito una personalità più profonda, che non si ferma alle apparenze . Fin quando lo studente continuerà il suo lavoro al fine di ottenere un buon voto, per poi dimenticare la settimana seguente tutto ciò che si era appreso non riuscirà mai a far proprio quell’ argomento studiato per poi poterlo utilizzare al momento opportuno. Frequentare il liceo scientifico non è una passeggiata, ma se si sceglie questa scuola evidentemente si hanno tutte le carte in regola per farcela. Piuttosto che affliggersi e pensare a tutto ciò che non va,bisogna cominciare a trovare una soluzione. Nessuno potrà dirci quale sia la strada giusta da prendere, come diceva Hemingway “ai più importanti bivi della vita non c’ è segnaletica, quindi è necessario sentirsi liberi di fare ciò in cui si crede, senza rinunciare alle proprie passioni”. Se così non fosse si finirebbe per essere infelice e pieni di rimorsi. In fondo gli anni del liceo sono sempre “I migliori anni della nostra vita” citando Renato, e dobbiamo viverli al meglio. Proprio per questo evitiamo di chiuderci in noi stessi, nelle nostre convinzioni, nei nostri pregiudizi e nelle nostre paure; ma sperimentiamo, viaggiando con la mente attraverso passioni e desideri, queste inclinazioni che vanno coltivate, e non inibite! Anche le delusioni sono qualcosa di positivo, aiutano a crescere. La rassegnazione non deve albergare nell’animo di uno studente del Vecchi, in qualunque situazione si può superare l’ostacolo. Bisogna solo fermarsi, riflettere e ricominciare da capo.

Vittorio Sileo IV D

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DIAVOLINA

Il musical de "I Promessi Sposi", inscenato al teatro Team di Bari, ha visto la partecipazione di numerose scuole della provincia. Spettacolo ben strutturato e fedele al testo, quello diretto da Michele Guardì. Ottima la sceneggiatura, rivelatasi probabilmente l'elemento di maggior successo. Gli attori, capaci di rendere divertente ed interessante un grande classico, si sono impersonati alla perfezione nei personaggi.

Le musiche, tuttavia, non hanno aiutato: la ripetizione del ritmo e della melodia rende un po' monotono lo svolgimento dello spettacolo; spesso il volume troppo alto delle canzoni copre la voce degli attori e perciò, a volte, non si comprendono parole e intere frasi. Inoltre, l'eccessiva durata dello spettacolo risulta una componente negativa per un pubblico composto in prevalenza da ragazzi, per lo più lontani dal teatro. Promessi Sposi – Opera Moderna-

Quest'esperienza serve ai giovani studenti per uscire dagli schemi almeno una volta e per apprezzare di più il romanzo, valutandolo sotto un'altra luce. Un musical, che piaccia o no, è pur sempre una forma d'arte, e si è sempre poveri senza la cultura e l'arte nella propria vita.

Francesco Loporchio, Michaela Monno & Riccardo Rella II C

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SOLITUDINE Sola, lontano dal mondo, come l’ universo vivo in silenzio, nel silenzio del mistero, sola nel mistero della pace. Il fantasma del passato vaga per il cielo del presente, mi accarezza le palpebre dischiuse, mi abbraccia in una sensazione di nostalgia. Sola, con i miei sogni nuoto nel mare dell’ infinito, mi cullo nella musica del tempo, mi distendo sul prato fiorito dell’ amore. Sento però profondi i palpiti del cuore sento però la voce misteriosa dal cuore che geme, sento però l’ infuriare la lotta dell’ amore.

E.

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III C


Il vecchio e il mare Pubblicato per la prima volta sulla rivista “Life” nel 1952, il romanzo fu scritto da Ernest Hemingway, nato a Oak Park nel 1899 e morto suicida nel 1961. Il testo, analogamente al romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi”, rispecchia il tentativo di Hemingway di superare il suo malessere esistenziale. La storia è ambientata nelle isole caraibiche nel periodo compreso tra il 1936 e il 1945, come si evince dai diversi riferimenti al campione americano del baseball, J. Di Maggio. La scelta del luogo probabilmente non è casuale visto che l’autore negli anni in cui componeva il romanzo si trovava a Cuba. Il linguaggio, utilizzato da Hemingway, è semplice, adatto alla condizione sociale e culturale dei protagonisti, un pescatore e un ragazzo. Tuttavia in molte pagine compaiono termini tecnici riguardanti la pesca che potrebbero essere difficili da comprendere, e termini in spagnolo, la lingua delle isole caraibiche. Nel romanzo sono affrontati diversi temi: l’amicizia e l’affetto tra il vecchio pescatore Santiago e il giovane Manolo; la solitudine e lo sconforto di chi è ormai vecchio e quasi emarginato da tutti; la vittoria evidente della natura sul vecchio, dopo che è riuscito a catturare il grandissimo pesce tanto desiderato; la “vittoria” finale del vecchio, che ha stabilito, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontrollabili della natura e ha trovato dentro di sé il segno del proprio coraggio e il senso della vita. Il libro presenta, a volte, lunghe sequenze descrittive e riflessive, che rallentano l’azione, rendendolo, in tal modo, abbastanza monotono e pesante. Un esempio è offerto dalla scena in cui il vecchio in mare aperto aspetta che il pesce, che lo sta trascinando al largo, muoia per poterlo tirare in barca e ritornare a riva. Ma ci sono momenti più avvincenti come quello della pesca o della morte del pesce e dell’arrivo del grave pericolo, momenti in cui si vorrebbe entrare nella storia per aiutare il vecchio. Per questi motivi è un libro per chi ha voglia di trovare un esempio di straordinaria tenacia e caparbietà, per chi ha voglia di lottare e di non avere rimpianti, per chi ha voglia di ritrovare le forze e affrontare la vita con determinazione.

Maria Parente I A

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La città che inquina il cielo, inquina se stessa Quindici passi la distanza che separa il più grande disastro ambientale dalle prime case del quartiere Tamburi di Taranto, sempre quindici passi dividono l’impianto dell’Ilva dal cimitero del paese, luogo di sepoltura di molti lavoratori della stessa. Il libro scritto da Giuliano Foschini, giornalista di Repubblica e del L’Espresso, è redatto dalla casa editrice Fandango, rientrando nella categoria dei libri di critica sociale, ma soprattutto rappresenta una campagna di sensibilizzazione a favore della sicurezza sul lavoro. Il disastro ambientale infatti è analizzato sotto tutti gli aspetti, dal punto di vista politico a quello ambientale, senza lasciare inosservato il giudizio più importante: l’opinione degli abitanti di Taranto. Scritto con un linguaggio molto semplice, di facile comprensione e lettura ma molto dettagliato, con ricchezza di aggettivi e dati scientifici riguardanti le tematiche ambientali. Espediente particolare è l’uso frequente di citazioni che non è puramente casuale, infatti, alleggeriscono il racconto e allo stesso tempo aggiungono altri aspetti che nella narrazione sono spesso omessi. Sulla copertina color verde limone sono raffigurate in primo piano alcune ciminiere che originano grandi nubi nere, proprio come il cielo che i bambini tarantini disegnano. La narrazione alterna alcuni capitoli nei quali viene descritta la crude realtà dei pastori del Tamburi, quartiere nel quale è situato il grande impianto siderurgico, invece in altri spiega importanti questioni con leggerezza, come sostengono i bambini nei loro disegni. La situazione a Taranto è molto critica, perché chiudere la fabbrica significherebbe certamente un inquinamento minore ma sicuramente una maggiore disoccupazione. Consigliabile questo libro a noi giovani, che rappresentiamo il futuro, ma soprattutto siamo l’unica voce che potrebbe cambiare la sorte dei cieli grigi di Taranto. Classe II C

Con Plauto il divertimento è assicurato!

“Plautobus” lo spettacolo teatrale in lingua latina presentato dal “Teatro dell’Osso” è un’opera volta a far conoscere il teatro dell’antica Roma attraverso le commedie di un grande autore latino: Plauto. Plautobus è uno spettacolo moderno dal ritmo allegro e frizzante, adatto quindi ad un giovane pubblico, che viene reso partecipe da ottimi attorinarratori (Melissa Di Genova e Orazio Cerino), che interpretano i personaggi principali delle opere plautine. Miles gloriosus, Amphitruo e Aulularia vengono interpretate con molta fantasia e vivacità; grazie all’aiuto di pochi e fondamentali oggetti gli spettatori riescono facilmente ad individuare il carattere e il ruolo del personaggio. Un’opera fluida ed entusiasmante, da non perdere! Giuliano Sestili & Raffaele Lionetti IIC 14


Odissea a 300 000 km/s

A SCUOLA DI SCIENZE

L’invecchiamento della Luce

La cruda consapevolezza di essere nulla ha dato adito alle notevoli capacità dell’uomo il quale, forte delle stesse, scavalca ogni limite che la natura gli impone. Dove l’occhio si ferma cede il passo al telescopio, al modo in cui un radiotelescopio può svelare ciò che ad esso è nascosto. Fino a che unica arma dell’uomo resta la matematica, essendone la più potente ed astratta. Dal Big Bang al Bosone di Higgs, siamo giunti a definire la sfericità del nostro universo, «uno dei tanti possibili », esterni o tangenti fra loro, fatto di luci ed ombre, ove le ultime prendono inesorabilmente il sopravvento. Cercando la ragione per cui sfere immensamente grandi e lontane si reggano nel vuoto, abbiamo concluso che circa il 90% della materia nell’universo è oscura, rilevabile cioè solo grazie agli effetti gravitazionali che ne conseguono. E che fine fa la luce, tanto cara al “Pianeta blu”? Certo risente del mare ignoto in cui aleggia…

Modello di materia oscura in uso presso NASA ed ESA

Nel cuore delle stelle, le centrali nucleari del cielo, viene prodotta tale forma di energia, e già incontra i primi ostacoli: gli elementi superficiali delle stesse infatti ne assorbono quantità in particolari frequenze (a seconda dell’energia necessaria all’eccitamento dei loro elettroni, pari ad hν, dove ν è proprio la sopradetta frequenza): conseguenze tangibili del fenomeno sono le righe di assorbimento sugli spettri stellari. Allontanatasi dalla sorgente, la luce deve districarsi da quel mare oscuro che l’attrae, secondo la teoria dell’Einstein shift, e ciò si sovrappone all’effetto Doppler, che sovviene a spiegare il primo redshift (spostamento verso il rosso, tonalità a più bassa frequenza nel campo del visibile), rischiando il processo di divenire infinito, se penetrasse l’orizzonte degli eventi in un buco nero. E la luce giunge allora sulla Terra, reduce di un conflitto che si scopre essere ancora più violento: cosa accade infatti per le stelle poste oltre il Gruppo locale, ad una distanza di non più di un migliaio di MegaParsec?

Esempio di redshift

A ciò risponde Edwin Hubble, supponendo l’esistenza di proporzionalità lineare tra la velocità della luce in diminuzione e la distanza che intercorre tra le stesse stelle e la Terra, base della legge che da lui prende il nome. In definitiva, spieghiamo così come l’universo sia in continua espansione, aumentando periodicamente lo spazio vuoto tra i corpi celesti. Eppure ne esistono alcuni che danno spettri in blueshift, alla maniera di Andromeda, che alla “modica” velocità di circa 100 km/s si avvicina alla via Lattea, dando a noi motivo di supporre una remota collisione galattica… possiamo tuttavia esser tranquilli ancora per 2,5 miliardi di anni circa. E’ d’uopo infine apporre un’obiezione: consci dell’incertezza in cui la scienza annega oggi e per sempre, siamo certi di aver considerato ogni possibilità? Se la luce incontrasse altri ostacoli, in forma di enti o corpi frapposti, o forze agenti, potrebbe accadere, per assurdo, che lo spostamento verso il rosso rilevato sarebbe da attribuirsi interamente ad esse? Cadrebbe dunque l’unica teoria che ne è pura conseguenza, nota col nome di recessione galattica… Cosa accadrebbe se la differenza corretta allora sullo spettro, in termini di lunghezza d’onda, fosse notevole al punto da dimostrare un blueshift?

Galassia di Andromeda

Domenico Ranieri IV C 15


FOLDING@HOME: SUPERCOMPUTER A COSTO ZERO

Sebbene il nome supercomputer sia stato introdotto già nel 1920 dal giornale”New York World” (tra l’ altro chiuso nel 1931), solo a partire dagli anni ’60 la diffusione di questi sistemi di elaborazione ad altissime prestazioni si è resa tangibile. Utilizzati per scopi molteplici e vari il cui comune denominatore è senz’ altro l’ elevata richiesta in termini di prestazioni di calcolo, sono caratterizzati da un costo di assemblaggio altissimo, ma anche da un costo di mantenimento decisamente cospicuo. Basti pensare a cifre come 10 milioni di dollari annui per l’ esecuzione, considerando un consumo elettrico di 9,89MW, riferendosi al più potente degli esemplari, il giapponese Fujitsu K. Con una potenza di calcolo di un solo petaFLOPS inferiore a quest’ ultimo, quindi 9 petaFLOPS ( FLOPS: numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo dalla CPU), si piazza però la risultante di un progetto, lanciato dalla Stanford University il 1° Ottobre 2000, passato troppe volte inosservato: lo sconosciuto “FOLDING@HOME”. Si tratta di un progetto di calcolo distribuito che ad oggi conta circa 500.000 partecipanti volontari, al quale si può accedere in pochi clicks, collegandosi al sito ufficiale http://folding.stanford.edu/Italian/ Main e installando il client sul proprio PC. Quest’ ultimo, ricevuta periodicamente una work unit dal server centrale, elaborerà i dati ( fase che richiederà da meno di un’ora a qualche giorno), restituendo nuove informazioni sulla simulazione del folding, ossia il ripiegamento, di alcune proteine, di

Oltre a lavorare in background, il software permette, su richiesta, di visualizzare a schermo ciò che sta elaborando.

fatto assestando un nuovo mattone al castello della ricerca sul morbo di Alzheimer, di Huntington, di Parkinson, sul cancro, sull’ “Osteogenesis imperfecta” ed ancora sullo sviluppo di antibiotici. Il client lavora in background, cioè senza l’intervento dell’ utente del PC, occupando le risorse solo quando non sono utilizzate, comunque quasi mai al 100%. Inoltre, ogni utente, possedendo un username distinto, può controllare le sue statistiche e la sua personale posizione nella classifica generale, oltre a poter far parte di un team, il quale occuperà anch’esso una posizione in classifica definita dai propri membri. In un liceo scientifico come il nostro non basta soltanto conoscere cosa si intende per struttura ternaria o quaternaria di una proteina ma, dato che ce n’è offerta l’ opportunità, è forse un dovere di tutti partecipare attivamente alla ricerca, costituendo il team del Liceo Vecchi per il progetto Folding@Home. (numero team: 215195)

Antonio Albanese IV C

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Dovremmo passeggiare un po’ più spesso, solo per alzare gli occhi al cielo… “La paura dell’errore è la morte del progresso” cit.Einstein All’alba del secolo XVI lo studioso Tycho Brahe, dal suo modesto osservatorio, nota uno scoppio stellare, una supernova, ben oltre il cosiddetto “primo mobile” delle sfere imperfette…dunque il cielo “diviene”, le stelle nascono e muoiono, e l’uomo è quantità di materia tendente a zero, se paragonato alla grandezza del cosmo. Mi sento dunque in dovere di sottolineare il movente per cui Brahe possa esser considerato padre della dicotomia certo-incerto, ovvero delle “scienze”. Basti dire soltanto che fu maestro per J.Kepler, le tre leggi del quale sono alla base dell’odierna astronomia. Prima legge: ”I pianeti si muovono su orbite prettamente ellittiche”. L’ellissi! Non c’è il Sole al centro di esse, né la Terra -diamine- né Dio stesso. I centri sono due. Due come le basi accoppiate d’un filamento di acido deossiribonucleico, espressione di una natura «intelligente», come i gameti per ogni specie, come i “soli” che avrebbero governato il nostro sistema se Giove fosse stato un tantino più grande (prove di ciò sono addotte dalla Stella Polare, sistema ternario, o da Castore dei Gemelli, esenario persino).

Seconda legge: “Il raggio vettore congiungente la stella al fuoco e il pianeta descrive aree uguali in tempi uguali, risultando la velocità di rivoluzione dello stesso minima all’afelio e massima al perielio”. Dunque il cielo non è fisso. “Eppur si muove!” Ed esistono forze, in funzione di masse, e ci sono costanti, il nome di ognuna ritraente uomini «sopraordinari», da Hubble a Planck…E se il Sole collassasse? E se si frammentasse? Se si spegnesse? Terza legge: “I quadrati dei tempi di rivoluzione sono proporzionali ai cubi delle distanze”…Proporzionali…la natura è davvero un libro bellissimo, scritto con cubi, triangoli, cerchi…

E nasce in seguito un uomo “curioso”, che se ne innamora, tanto da porre firma al brevetto del suo giocattolo, con Fermi e tant’altri, basato su una semplice equazione: E=mc2. La proposta del presidente F. D. Rooswelt è decisiva: una miriade di dubbi smangiano questi uomini corrotti da un bene paterno, e ne seguono avvenimenti sconcertanti, dalla scomparsa di E. Majorana alle lettere numerose di Einstein all’amico N. Bohr. Perché le sue leggi non valevano nel microscopico, si domandava … Se per questo, mai avrebbe immaginato -nel macroscopico- un corpo di massa oscura con densità pari a 1080 kg/m3. Mai avrebbe creduto alla sconfitta della “sua” equivalenza massa-energia. Eppure, nell’anno 2011, il centro subatomico CERN afferma che la velocità del neutrino (ν), corpuscolo neutro mille volte più “leggero” di un elettrone, ma possedente massa, supera quella “c” (300.000 km/s). Dopo gli aerei supersonici, accartocciati alla partenza perché soggetti in volo ad una dilatazione termica impressionante, roventi all’arrivo per 20 minuti circa, arriveranno macchine basate sulla velocità super-limite? Forse è troppo … C’è chi sostiene che l’errore è basato su conoscenze di cui ancora non disponiamo. Lo scienziato Stephen Hawking, invece, già discute in termini di “viaggio nel tempo”, come è gradevolmente intellegibile dal suo ultimo best seller “L’universo in un guscio di noce”. Intanto il pensiero di Einstein non tramonterà mai. A chiunque ha voluto e vorrà contrastarlo, egli intima: “Non esiste una quantità di esperimenti tale da dire che ho ragione; un solo esperimento può dimostrare che io ho torto”. Domenico Ranieri IV C 17


Nel PROF-ondo

Emozioni

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare un sottile dispiacere...” La radio annuncia che sono le 6.00 ed è ora di svegliami. Balzo giù dal letto e corro a preparare la colazione. Mi affaccio al balcone e vedo nuvole bianche come manti di lana. C’è un caldo torrido e un sole accecante. -Tailleur rosa confetto o abito azzurro elettrico?... Mio marito risponde: -Meglio un colore vivace! Oggi conoscerò gli allievi della Terza.. e poi ci sono i ragazzi della Quinta.. A loro vorrei dare un pizzico di energia e magari cantare: “E’ il momento tuo, lanciati così butta fuori il meglio adesso sì. L’anima ce l’hai, conta su di lei. Puoi sfidare il mondo adesso o mai” ( Il maestro, Renato Zero ). Mamma, dove hai messo la mia maglietta? Mammina, sono emozionata. Mi abbracci? “E il naufragar m’è dolce in questo mar”! Poi guardo l’orologio. E’ tardi! Devo affrettarmi. Riccioli a posto, cartella, chiavi in mano, un bacio e un “in bocca al lupo” ai miei cuccioli e corro a prendere l’auto. Traffico impazzito, mentre la radio canta: ”Sto odiando questa strada che mi separa da te...” Finalmente intravedo i cancelli e una folla indistinta di ragazzi di tutte le taglie. Sembrano un popolo in divisa fuori dei “cancelli della memoria”: jeans sdruciti, un po’ cascanti, scarpe di tela, T-shirt e borse a tracolla o zaini di tela colorata. Hanno visi allegri, qualcuno pare un po’ assonnato, qualcuno già fuma. Ogni tanto arriva una coppietta di innamorati, baci e abbracci appassionati. Ma Pippo non stava l’anno scorso con la ragazza bionda della quarta?! Amori fugaci! Passo loro accanto e recito qualche verso di Catullo:“Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum. Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa ne sciamus aut ne quis malus invidere possit!” 18


Una voce mi induce a voltarmi: Buongiorno, prof.! Ciao, gli rispondo frettolosamente, mentre cerco di aprirmi un varco nell’orda di giovani accalcati all’ingresso. Non lo avevo quasi riconosciuto, è più alto e muscoloso, speriamo che sia anche divenuto più studioso! Finalmente arrivo vicino all’entrata. Mi arresto di scatto, non vedo … Giovanni, Michele, Deborah, Marina, Francesco.. i ragazzi della V E. Strano! Saranno in ritardo. Eppure, di solito sono puntuali e si fermano proprio qui, sotto la tettoia! Ho un attimo di smarrimento: no, non ci sono, quest’anno andranno all’Università!.. Ho un nodo in gola e qualche lacrima sale. Non sarà più lo stesso senza di loro! La signora Maria mi viene incontro e mi apre la porta: Buongiorno!.. C’è qualcosa che non va? No, credevo di aver dimenticato le chiavi del cassetto! “…E chiudere gli occhi per fermare qualcosa che è dentro me, ma nella mente tua non c’è. Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni.” ( Emozioni, Mogol-Battisti ) Nicoletta Curci

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ARTE DELLE IMMAGINI E LINGUAGGIO DELLA LOGICA Giuseppe Di Canosa Accingersi a parlare di figurazione, all’interno del panorama storico-politico della nostra era, risulta cosa ardua soprattutto se ci si riferisce ad un contesto costellato e bombardato da continui messaggi di carattere massificatorio, privo di spiccate individualità, tendente ad un continuo livellamento delle personalità, delle unicità.

Non è partendo da forme realmente concrete e trasponendole in un’altra realtà, diversa da quella oggettivamente percepibile, che si evita lo scadimento nell’accademismo, nel leziosismo.

Dare spazio all’opera falsamente astratta tirannicamente indecifrabile, fa crescere il potere d’acquisto e la prepotenza di “ineducati” che realizzano sé stessi solo e soprattutto in rapporto ad un più alto ed incomprensibile messaggio. Più il pensiero è incomunicabile tanto più è accettato dimenticando che l’aberrazione è carica di un corrispettivo referenziale che non esiste nel mondo naturale, piuttosto fa parte di quello interiore già di per sé difficilmente comprensibile.

RACCONTARE PER IMMAGINI

Ma non è forse attraverso le forme delmondo che dobbiamo appropriarci della nostra memoria a tal punto da comunicare le nostre sensazioni viscerali?

L’ esasperato avanguardismo, evitando qualsiasi confronto con il passato e facendone tabula rasa quasi avvertisse la difficoltà di reggere un tale passaggio, ha creato la più grande frattura con la nostra memoria azzerando, piuttosto che trasformando, le informazioni possedute. Il ritorno al passato, rinascita dopo la morte per una nuova “renovatio”, non come luogo di memorie for-

Non riproposizione ma esposizione di una nuova realtà, decontestualizzata, che non evita il confronto con l’oggettività e attraverso l’appropriarsi L’individualismo porta con sé i caratteri propri dell’elemento figurativo, in termini spirituali piutdella creatività e permette al singolo di interagi- tosto che formali, si sviluppa al di fuori del suo re con la società apportando conoscenza e for- riconoscimento e inizia una propria vita, quella me proprie in continuo divenire, quasi una me- delle cose create. tamorfosi naturale di comportamenti sociali. Risulta puro artificio riproporre l’apparenza dell’oggetto, anziché l’analisi approfondita di esAssumere la raffigurazione con i presupposti sa, capace di coglierne la totalità dei particolari. espressivi della fedeltà, anziché della convenienza e della convenzione stereotipata caratte- L’architettura stessa intesa come sintesi di un erizzata da un superficiale eclettismo, può deter- quilibrato ed armonico rapporto fra le singole forminare il salto di qualità rispetto all’attuale ri- me e l’intero complesso che organizza la figurafiuto della lezione insita nel passato. In natura zione. la deformazione riveste un ruolo marginale poiché tutto è programmato e progettato, regolato Analisi poco approfondite lasciano ampio spazio all’improvvisazione piuttosto che allo studio menelle sue infinite varietà, da precise leggi, da un codice linguistico universalmente compren- todologico, rendendo vana qualsiasi decodificazione linguistica. sibile.

L’ atteggiamento critico del linguaggio visivo permette l’ immediata lettura del messaggio quale struttura veicolante di un complesso sistema di emozioni, pensiero e comportamenti. A questa struttura così complessa, da risultare addirittura arbitraria agli occhi di molti, è affidato il compito di porci in un dualismo esasperato nei confronti dell’ opera d’ arte tale da suscitare, attraverso le sue appendici, un atteggiamento razionale di lettura che sfocia nel puro sentimentalismo.

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mali o sensazioni ma piuttosto come contenitore mo- sta nelle innumerevoli variazioni tonali. bile e modificabile di esperienze in continuo diveni- Ricerca, quest’ ultima, che vede accomunate arte e re, da rivivere come ideale comunicativo anziché scienza in un medesimo processo evolutivo. come contenitore raffigurativo. Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe se ci inL’ annoso problema del ricorso al mestiere, scontro viassero messaggi incomprensibili e suoni difficilfrontale con la cultura classica nel tentativo di ripri- mente tollerabili mediante un uso sgrammaticato del stinare un corredo tecnico destinato all’ estinzione, è linguaggio verbale o arbitrario di quello musicale: stato accelerato dalla forza preponderante e dal pro- otterremmo reazioni emotive di grande intolleranza. cesso attivato dalle avanguardie, che non hanno sa- Nella figurazione, quasi per un perverso gioco suiciputo salvaguardare, anzi hanno inabissato, la queda, la mancanza di chiarezza e di regole sembra orstione del “magister” favorendo in modo equivoco la mai essere la strada facilmente percorribile, come a supremazia del pensiero rispetto alla sua raffiguravoler evitare qualsiasi regola sulla comprensione, zione quasi ne fosse, quest’ ultima, il suo prolunga- attribuendole una funzione diversa rispetto ad altri mento formale e non la chiarificazione. In tre quarti canali di trasmissione del pensiero. di secolo si è assistiti ad un processo che, inibendo l’ arte del dipingere, ha involuto la crescita delle so- Ci si accanisce in maniera sviscerata nel condannare cietà instaurando una compressione tale da squilibra- un messaggio foneticamente scorretto o un suono re il favorevole rapporto che si instaura tra grado di maldestro, non orecchiabile e poi, superficiale e pascomplessità delle tecniche e delle metodologie acsivamente, si giustifica la mancanza organicoquisite e la capacità di dominarle al servizio della strutturale del segno grafico come se alle arti visive collettività. fosse riconosciuto il predominio, la prepotenza e la necessità di evitare il contatto con il fruitore. L’ obiettivo prioritario da assumere, l’ invio di mes- Certo se ci si rifà alle riflessioni di Leonardo, dove saggi leggibili, deve essere il credo di qualsiasi ope- poesia e pittura erano considerate arti sorelle, non si ratore formale, dove la chiarezza non sta nel verismo intuisce come mai nel momento dell’ esposizione o nella verosimiglianza bensì nella lettura immediata questi riferimenti assumano connotazioni diverse tali del contenuto, esprimibile solo attraverso un conte- da renderli non appartenenti alla stessa sfera sociale, nitore formale rispettoso di regole facenti parte di un come se non fosse, anche questa, la maniera di codice universalmente riconosciuto da tutti. “leggere e scrivere” un pensiero utilizzando strumenLa comunicazione, dogmaticamente, accentua il po- ti e mezzi diversi ma con un unico obiettivo comune tere coinvolgente dei vari linguaggi i quali si prefi- a tutti gli ambiti dell’ interazione sociale. gurano il medesimo obiettivo; veicolare il pensiero nella maniera più veloce, chiara e diretta possibile. E’ questo l’ elemento in cui affonda le proprie radici l’ ambito figurativo e per capirlo è necessario conoscere ed applicare le regole del codice della raffigurazione: sintassi metrica, struttura, elementi, luci, ombre, colore, ecc. Lo stesso avviene in ambito musicale dove il musicista ha la possibilità di concretizzare tutto il proprio tormento interiore, la propria emotività, l’ inappagabile sete comunicativa attraverso un codice universale costituito da note in stretto rapporto sintattico e percepibili da tutti. Ogni musicista esprime la propria diversità di pensiero ma tutti usano le medesime strutture metriche che permettono la decodificazione del messaggio nel pieno rispetto di ritmi, spazi, partiture perfettamente organizzate. La musica, così come un’ opera di Mondrian (18721944), non è altro che una successione armonica di suoni in perfetto equilibrio e la ricerca dell’ artista 21


Per Elisa La Tua imago si dissolve nell’altrove, nell’ oltre dell’Essere, nel totalmente Altro, nell’infinita differenza, nel totalmente estraneo. Ipostatizzare e ritrovare Te. Ipostatizzare e ritrovare Te che mostri, ma non dici, il sembiante Tuo. Ed io attenderò quando tornerai dall’anello del ritorno. Tu.

Domenico Formichella

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UN PO’ DI RELAX! DIFFICILE

DIABOLICO

Coniugazione.it

Coniugazione.it

Enigmistica.org 23


L A I C R E D E V ! I O R R R E A M U N O M I S S PRO

LA REDAZIONE

Albanese Antonio Berardi Francesco De Scisciolo Emiliana Ranieri Domenico DISEGNI Angarano Ilenia & Casale Roberto

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