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Ladri di biciclette al tempo del Covid

Nel mirino le biciclette a pedalata assistita

Gli agenti del Coordinamento Investigativo dell’Unità Investigazioni e Prevenzione hanno indagato per ricettazione due cittadini italiani trovati in possesso di numerosi velocipedi con pedalata assistita e pacchi batteria del BikeMi. L’attività di indagine ha avuto impulso da una segnalazione, poi concretizzatasi in una denuncia-querela, della dirigenza della società che gestisce il servizio di bike sharing. Sostanzialmente la segnalazione evidenziava che dalla fine di novembre 2020 si era registrata una continua e sistematica sottrazioni di velocipedi con pedalata assistita e di pacchi di batterie. La circostanza ha preoccupato non poco la società che gestisce le circa 5.700 biciclette del BikeMi. Gli agenti verificavano che le località dei furti erano circoscritte in una zona relativamente ristretta, pertanto venivano avviate diverse attività di osservazione, controllo e pedinamento, una delle quali ha permesso di individuare, A.N.C., cittadino italiano che, a bordo di un velocipede con pedalata assistita dotata di un impianto elettrico “artigianale” e di una batteria riconducibile ad un modello di velocipede gestito dalla medesima società, da un supermercato di Milano si recava presso la sua abitazione nel comune di Bresso. All’interno della sua autorimessa, oltre al rinvenimento di un considerevole numero di velocipedi a pedalata assistita, si rinvenivano parecchi pacchi di batterie e parti di esse. Da subito emergeva che A.N.C era un dipendente della società il quale, evidentemente, si approvvigionava di velocipedi e soprattutto pacchi di batterie che, una volta smembrate e ricostruite, venivano collocate su normali velocipedi di una ristretta cerchia di “clienti”, trasformando in biciclette a pedalata assistita. Il secondo soggetto indagato, T.S., cittadino italiano rintracciato nel comune di Cusano Milanino, presumibilmente cliente del primo, è stato trovato in possesso di svariate batterie di provenienza furtiva. Il danno subito dalla società, secondo quanto ricostruito, ammonta a circa 65 mila euro.

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