Il Cagliaritano (N. 1) - 2010

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TUTTI I CARNEVALE

BOB BOYS DOPO PAUSINI VALENTINA GIRAMONDO

Anno 38 N.1 • € 2,00 • Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 • C/C post. n. I7233099

TUTTI INSIEME CONTRO LA CRISI

L’ISOLA FUORI DAL BUIO! IL PIANO CASA TORNIAMO ALLA CAMPAGNA SOGNI E BISOGNI A CAGLIARI TRASPORTI: CIELO, TERRA, MARE

GLAMOUR CITY GIOVANI E NUOVI TALENTI


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TUTTI I CARNEVALE

BOB BOYS DOPO PAUSINI VALENTINA GIRAMONDO

Anno 37 N.3 • € 2,00 • Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 • C/C post. n. I7233099

TUTTI INSIEME CONTRO LA CRISI

L’ISOLA FUORI DAL BUIO! IL PIANO CASA TORNIAMO ALLA CAMPAGNA

PIANO CASA DAI BISOGNI DELLA GENTE ALLE REGOLE

SOGNI E BISOGNI A CAGLIARI TRASPORTI: CIELO, TERRA, MARE

GLAMOUR CITY GIOVANI E NUOVI TALENTI

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Foto di copertina Sarah Pinson Direttore responsabile GIORGIO ARIU giorgioariu@tin.it In redazione: Simone Ariu, Claudia Cao, Laura Bonu Antonella Solinas, Maurizio Artizzu, Michela Sorgia Scritti di: Giorgio Ariu, Giampaolo Lallai, Michela Sorgia, Claudia Cao, Laura Bonu, Nicola Adamu Simone Ariu, Francesco Fuggetta, Valentina Caruso Fotografie di: Andrea Nissardi, GIA foto, Enrico Spanu, Maurizio Artizzu, Mario Lastretti, Roberto Tronci, Sarah Pinson, Enrico Spanu, Silvia Bonato, Lepsus, Alessandro Mandis, Franco Russo, Chiaroscuro, Piero Caput Redazione e Centro di Produzione via Sardegna 132 - Cagliari Tel. 070.728356 - Fax 070.728214 giorgioariu@tin.it

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CAGLIARI CITTÀ APERTA

Concessionaria per la pubblicità GIA Comunicazione via Sardegna , 132 Cagliari Tel. 070.728592 - Fax 070.728214

Registrazione Tribunale di Cagliari n. 21 del 23 Gennaio 1973 Ufficio del Garante Presidenza del Consiglio dei Ministri Registro Nazionale della Stampa n. 3165

AMITICO CHENT’ANNOS

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NOZZE D’ORO A CAGLIARI

giorgio ariu editore Premio Europa per l’Editoria Premio Editore dell’Anno per l’impegno sociale e la valorizzazione della cultura sarda www.giacomunicazione.it

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CATERINA MURINO

RIPARTE DAL TEATRO

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Sped. in Abb. post. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Cagliari Abbonamento a 12 numeri € 20,00 Ufficio abbonamenti Gia Editrice via Sardegna 132 09124 Cagliari Distribuzione: Cagliari-Olbia: Agenzia Fantini

RISPARMIANDO

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Grafica e impaginazione Gia Comunicazione

Anno 38 - N.1 Febbraio 2010 Stampa e allestimento GRAFICHE GHIANI

VIAGGIARE SICURI

IN FONDO ALL’ANIMA

DEI SARDI


Dialogo

a cura di Giorgio Ariu

Sarah Pinson

Morgan e il costo della droga

L’assessore al Lavoro Franco Manca

Crisi e nuova politica Col pieno di cassaintegrati, con gli operai e i quadri di Portovesme, Portotorres, Ottana e via spegnendo ciminiere e speranze, l’isola implementa il proprio destino. Quello di stare in ginocchio. Terra di conquista da sempre per predatori, corsari e industrialotti dal fascino straniero. Prendono i soldi (pubblici) e scappano. Qui hanno sempre riciclato tutto. Dai macchinari sfatti, sovvenzionati per nuovi, a diffuse complicità. Intanto i migliori, quelli più acculturati tra i sardi, scappano assieme alle valigie di cartone (sono trolley, ma sono sempre legate allo spago della disperazione). La classe politica deve fare di tutto per trattenerli. Dire loro che qui col gusto

Enrico Spanu

Ugo Cappellacci

Sarah Pinson

Giorgio Ariu Direttore de Il Cagliaritano giorgioariu@tin.it

della sfida, alimentando impegno e esaltando la filiera dell’ospitalità (ambiente, campagna, manualità e servizi alti) possiamo fare la Rivoluzione. Ma deve cambiare la classe politica, più protesa alla rissa, ai veti incrociati, ai voti di scambio e a spargere veleni. Ha ragione il presidente Ugo Cappellacci quando ancora una volta sottolinea che in Consiglio Regionale “la Sardegna non ha bisogno di risse, polemiche e atteggiamenti negativi, ma ha la necessità di una classe politica matura, coesa e lungimirante, protesa sempre al servizio del Popolo sardo”.

Luciano Uras e Radhouan Ben Amara dei Comunisti Sinistra Sarda

Juve e Grupppo FIAT La Juve, Gruppo Fiat, floppa sui cam pi di calcio dopo avere perso stile (cacciata indegna di Ranieri a due giornate dal termine dello scorso campionato) e 50 milioni sul mercato per non andare neanche in Ferrara. Ora ne mette sul piatto altri 50 per silenziare tifo e gazzettieri di piazza Castello. Da mesi,Fiat annuncia la chiusura della fabbrica di Termini Imerese e chiede aiuti di Stato. Come da sempre. Dai mezzi di guerra alle armi del ricatto sulla pelle dei lavoratori e dei contribuenti italiani.

Morgan si, Morgan no. Ah, l’artista! Diabolico, mefistofelico, blu vertigo. Roba da cagotto, il dibattito tra colpevolisti e innocentisti (tra questi la collega Claudia Mori in Celentano che gira le colpe alla società che non offre prospettive ai giovani). Il messaggio è allucinante in tutti i sensi. Chi al massimo con il te o la coca cola si eccita sino allo sballo sa che per stare in piedi nella vita, deve contare su se stesso, su ciò che ha costruito interiormente. Da ragazzino, in via Dante mentre esordivo con una peccaminosissima Mentola fui sorpreso dai miei famigliari: uno schiaffone e via. Con lo sport neanche una pastiglia di Cebion (vitamina C) per rafforzare le prestazioni. Cresceva l’autostima e volevo vincere solo con le mie forze. Giro per le scuole a parlare di Civicrazia, di Gandhi (la cultura della verità) e di giornalismo: ai ragazzi dico sempre che è da buttarsi via se ci si dà al doping. Quello di qualunque specie. C’è qualche tossicologo, passato perfino nelle Istituzioni, che teorizza da tempo e dal suo pulpito che certe droghe non sono poi così dannose. Che si consumi da solo le cellule cerebrali e non tocchi neanche gli animali per i suoi studi. Anche se poi i danni li paga il Sistema Sanitario Nazionale, cioè tutti noi. Pensate quanto costano alla società coloro che dal piccolo sballo accompagnano la propria vita sino all’annientamento. Complici, peraltro, del sistema globale del traffico, della mafie che poi riciclano i proventi illeciti nella catena degli affari entrando a gamba tesa sul commercio, nello show business, nell’industria. Che impresa, tenere a carico nostro tutti questi fighetti che imperversano anche nei palinsesti televisivi, strapagati magari col canone. Cioè il tanto per dire basta a questi “artisti” di giro. Iniziamo a fare come nel calcio: se vieni beccato, vai fuori per anni. Anche perché oltre al messaggio negativo, hai truccato la tua prestazione. E la gara nel Sistema che ha violentato la meritocrazia.


RUSSIA, PAESE AMICO

SARDINIA TRENDY FOOD

LA SARDEGNA A MOSCA

САРДИНСКАЯ ПИЩА ПОКОРЯЕТ МОСКВУ

IL CIBO SARDO SEDUCE MOSCA IN

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www.giacomunicazione.it il Cagliaritano

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P dai bisogni della gente alle iano casa

LE STRATEGIE PER IL RILANCIO DELL’EDILIZIA E PER USCIRE DALLA CRISI

Gabriele Asunis

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ilancio del settore edilizio, riqualificazione e rinnovamento, risparmio energetico, abbattimento dei rallentamenti burocratici e precedenza alle esigenze dei cittadini: questi gli ingredienti all’origine della Legge Regionale n. 4, più comunemente nota con il nome di Piano Casa. Al fine di venire incontro ai bisogni delle famiglie attraverso misure quali ampliamenti, demolizione e ricostruzione e attraverso incentivi volumetrici, il Piano è pensato «per far sì che i cittadini - come ha affermato il capo gruppo Forza Italia, Ugo Storelli - con

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poche risorse possano accelerare i processi che senza questa legge avrebbero ostacoli normativi, possano abbellire e adattare alle proprie esigenze la propria casa e dare un nuovo volto alla città di Cagliari». Approvati il 23 ottobre e pubblicati il 31 dello stesso mese, i 17 articoli di questa legge sono frutto in realtà di una genesi emblematica della ripresa concertazione non solo tra Governo e Regioni, ma soprattutto all’interno della nostra regione stessa: come ha sottolineato il primo cittadino di Cagliari, Emilio Floris, è grazie alla presentazione e alla mediazione svolta

dall’Assessore all’Urbanistica Gabriele Asunis che si è arrivati a un Piano di fondamentale importanza per cittadini, Comuni e imprenditoria regionale. «Qual è il compito dei cittadini nello scenario della Legge Regionale? – si è domandato l’assessore all’Urbanistica di Cagliari Giovanni Maria Campus – Restituire sovranità al cittadino è il primo obiettivo di questo Piano, ma non più al cittadino visto con sospetto come cementificatore. In Italia è un atteggiamento mentale diffuso quello che vede la costruzione in accezione negativa, ma al giorno d’oggi risulta davvero intollerabile. È necessario che si smet-


le regole ta di parlare di cosa si può o non si può fare e si inizi a parlare di cosa si deve fare e mettere anche i cittadini nelle condizioni di agire». Oggi, infatti, come ha sottolineato lo stesso Campus, si pone spesso l’accento sul fatto che la grande maggioranza degli italiani sia proprietario della casa, senza valutare quanto questo contribuisca nel mantenimento dell’obsolescenza di quelle costruzioni di scarsa qualità e sostenibilità prodotte quaranta o cinquant’anni fa. «Sono due i temi a sostegno di questo Piano – ha continuato Campus -: il primo di carattere congiunturale, perché se l’edilizia si ferma tutta l’economia inevitabilmente rallenta. Il secondo a carattere strategico: intervenire su materiale obsoleto per non lasciare ai nostri figli un patrimonio dequalificato, e partire dalle esigenze reali per arrivare alle regole. Insomma entrare tutti insieme in una politica del fare, affidando un piccolo capitale al cittadino, creando una regione che abilita i suoi abitanti piuttosto che disabilitarli». Tuttavia questo contributo alla rinascita che la Regione ha pensato - andando oltre la legge promanata dal Governo e aggiudicandosi il primato nello studio comparato tra le varie regioni italiane, come ha sottolineato il presidente dell’ANCE, Maurizio De Pascale - rischia di cadere nel vuoto se si arriva a un proliferare di interpretazioni autonomo da parte delle singole realtà locali e soprattutto se non si tiene a bada il dilagare del lavoro nero. «La marcia in più della legge sarda è stata discostarsi dalle altre regioni puntando sulla qualità architettonica e sull’efficienza energetica – ha asserito Gabriele Asunis – L’abbiamo fatto partendo da una fase d’ascolto sul ter-

ritorio, dal dialogo con le amministrazioni, soprattutto per Cagliari viste le sue specificità». Proprio al fine di chiarire almeno in parte come questa legge debba essere interpretata, alla domanda su quali debbano essere gli elementi minimi in possesso del cittadino per poter usufruire di questa legge, Asunis risponde: «Il cittadino deve possedere un bene che esista al 31 marzo del 2009, deve possedere il titolo abitativo, il bene deve essere accatastato entro la medesima data o l’istanza di accatastamento deve essere presentata entro il 1 dicembre 2009. Per capire quali siano gli interventi che si possono portare a termine, si può dire che siano tutti tranne le attività industriali: anche le attività legate alla residenza, finalizzate a dare servizi di base alla residenza (dalle farmacie ai bar, alle attività commerciali) sono tutte contemplate all’interno del Piano. Esistono poi le dovute restrizioni, come nella Zona A, quella dei centri storici, dove l’immobile deve essere stato realizzato da meno di cinquant’anni, o nella fascia costiera da 0 a 300 metri dalla battigia, dove sarà necessaria la previa valutazione della Commissione

regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. Restano ovviamente esclusi quei beni di interesse artistico, storico archeologico come musei o quelle che ricadano in aree sottoposte a specifiche forma di tutela». Insomma restituire competitività ai nostri centri abitati, riqualificare anche le nostre strutture turistico- ricettive e puntare sull’efficienza energetica sono i presupposti di base di un progetto che rappresenta una nuova opportunità da sfruttare per l’economia di tutta la regione.

Pietrino Fois Componente della Commissione Occupazione, Industria ed Energia

Creator : DragonArt dragonartz.wordpress.com

I principali punti del Piano • Interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente • Interventi di ampliamento per le costruzioni in zona agricola • Interventi di ampliamento degli immobili a finalità turistico-ricettiva • Interventi di demolizione e ricostruzione • Interventi sul patrimonio edilizio pubblico • Aggiornamento e revisione del Piano paesaggistico regionale Laura Bonu • Programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio • Utilizzo del patrimonio edilizio e recupero dei sottotetti


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agliari città ap

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è stato un tempo in cui Cagliari era una città fortificata e c’è stato un tempo in cui si decise di abbattere le mura abbandonando il ruolo di piazzaforte per porre le basi di una fiorente crescita. Oggi con l’accordo di programma tra il Ministero della Difesa e la Regione (con scadenza nel 2011), Cagliari si stacca da una visione militare degli spazi, riappropriandosi di punti strategici per la sua crescita economica e sociale. «Questo accordo interessa una vastissima zona di Cagliari, è un passo importante per la città che riprende possesso di alcuni edifici di immenso valore storico ed economico. L’elenco comprende: l’ospedale militare Amerigo Demurtas, il magazzino vestiario di via Liguria, la caserma Gioda in via Nuoro, l’ex panificio militare e l’ex caserma Griffa di viale Buon Cammino, i magazzini del Genio, gli alloggi mili-

EVENTO/GIÙ LE MURA DAL MINISTERO ALLA REGIONE EPPOI AI CAGLIARITANI I BENI DISMESSI CHE FARANNO PIÙ RICCO IL CAPOLUOGO Alessio Mereu e Gianni Giagoni

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tari ed infine la caserma Ederle in viale San Vincenzo », spiega Alessio Mereu, consigliere comunale dei Riformatori e presidente della Commissione ai Lavori Pubblici. Lui, cagliaritano d’adozione, sottoufficiale del corpo sanitario presso l’ospedale militare e la caserma Ederle, queste zone le conosce bene. Cosa prevede l’accordo e da quale motivazione è supportato? «Tutti i servizi militari oggi attivi nelle varie strutture cagliaritane verranno condensati in unico stabilimento, la Caserma Mereu sita in via San Bartolomeo. Lo scopo è quello di alleggerire la città dalla presenza di queste strutture, sopratutto nel centro storico. Oggi la riduzione dell’organico, la soppressione di enti e reparti e l’abolizione del servizio di leva volontario rende inutile l’utilizzo di spazi così ampi». I costi quali sono? «Intorno ai 60 milioni di euro, totalmente a carico della Regione, che al momento dei trasferi-


perta

Il sindaco Emilio Floris e il leader dei Riformatori Massimo Fantola

menti diventerà unica proprietaria dei beni». Forze armate, Regione e cittadini, le tre facce dell’accordo. Quali vantaggi arrivano per ciascuno? «Le Forze Armate, dopo il trasferimento, potranno godere di un concentramento amministrativo che farà risparmiare loro tempo, fatica e denaro. La Regione diventa proprietaria di zone di grande valore non solo sociale e culturale ma anche economico. La zona di Calamosca è ad alto valore turistico e naturalistico. Un’accurata gestione è capace di produrre forti ritorni economici. I cittadini si riappropriano di molti spazi che per anni gli sono stati negati. Nel centro storico si avrebbe anche un alleggerimento del traffico, gravato dal passaggio di mez-

zi militari. Inoltre, potranno usufruire di nuovi servizi, più attenti alle loro esigenze: l’ospedale militare sarà convertito in un museo, il magazzino in via Liguria sarà sfruttato per ampliare il campus universitario, la caserma Gioda per ampliare i vicini campi sportivi e infine gli alloggi militari in viale San Vincenzo saranno protagonisti di un ampliamento dei giardini pubblici». Sembrano tutti contenti. Aspetti negativi? «Questo accordo risolve molti problemi e nessuno si è opposto. Le Forze Armate hanno dialogato spesso con le istituzioni locali per arrivare a stipulare un accordo. Sono spazi che purtroppo restano inutilizzati e quindi non esiste nessun antagonismo tra Ministero e Regione».

La Regione, in un secondo momento potrà decidere di dare la gestione di queste zone all’amministrazione comunale che con maggior attenzione potranno prendersene cura, attivando servizi utili alla comunità. Come nel caso della caserma Gioda su cui da tempo il Comune ha mostrato il suo interesse. «Bisogna comunque ringraziare le forze armate che hanno salvaguardato le strutture per molto tempo, preservandole da un degrado eccessivo e da una cementificazione indiscriminata», precisa Alessio Mereu. Così Cagliari collabora con le Forze Armate, per una città diversa.

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OSPEDALE MILITARE AMERIGO DEMURTAS

Ubicazione: Situato in via Ospedale nel complesso monumentale di San Michele Area: 670 mq Destinazione d’uso: Centro culturale Museo uso attuale: Esercito Italiano Centro militare di medicina legale note: Recentemente (anno 2000) è stato convertito in Centro militare di medicina legale, con conseguente soppressione delle funzioni di ricovero e cura. Il complesso monumentale di San Michele fu costruito dai padri gesuiti nel 1548. L’Ospedale militare fu Istituito nel 1836 da Carlo Alberto e prese sede in via Ospedale nel 1848. Struttura di elevato valore storico e culturale. Negli anni ’80 ci fu una intensa trattativa tra il Sindaco di Cagliari (De Magistris), il Presidente della Regione, Mario Melis, e il Ministero della Difesa tesa ad ottenere il trasferimento del complesso monumentale alla città di Cagliari, con conseguente ubicazione dell’Ospedale in altra sede.

LA CITTÀ SI FA PIÙ Ubicazione: Via Borgo Sant’Elia Supeficie totale coperta: 1.014 mq uso attuale: Inutilizzata. Ex ricovero per quadrupedi dell’Esercito Italiano EX ZONA MILITARE. Struttura utilizzata solo in parte da n. 1 alloggio (altri inquilini abusivi occupano la parte restante)

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N°4. EX BATTERIA DICAT Ubicazione: Colle di Sant’Elia subito dopo l’ex Parco Torpedini) Area: 3.775 mq Ex Batteria DI.CA.T (Difesa Contraerea Territoriale). La Commissione mista Esercito-Marina, istituita nel 1919, col preciso scopo di avviare la riorganizzazione delle difese delle coste, decise di dotare il golfo di Cagliari di un’adeguata organizzazione difensiva. Furono dislocati i reparti operativi della Marina e dell’Aeronautica, destinati nel corso del conflitto ad intercettare il naviglio incrociante nel bacino centro-occidentale del Mediterraneo.

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EX TETTOIA RICOVERO QUADRUPEDI

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ECCO TUTTI I BENI DEMANIALI DISMESSI

68° DEPOSITO CARBURANTI A.M. DI MONTE URPINU Ubicazione: Ingresso da via dei Conversi situato ai piedi di Monte Urpinu Area superficie totale coperta: 138.175 mq Destinazione d’uso: Richiesto dal comune per l’ampliamento del Parco di Monte UrpinU Note: Struttura composta da alcuni edifici e da quattro vasti depositi sotterranei di combustibili (dismessi da circa 35 anni). In via dei Conversi vi è un’altra struttura adibita a sede del CRAL della Marina Militare (v. diapos. 54).


Ù RICCA

N° 4 - EX PANIFICIO MILITARE Ubicazione: Viale Buoncammino di fronte al tribunale militare (Caserma Fadda) Area: 6.815 mq uso attuale: Biblioteca militare dell’Esercito Italiano Note: Dal 1992 l’edificio ospita la biblioteca militare di presidio, aperta al pubblico con i suoi 18.000 volumi. Ma metà dei suoi 4.685 metri quadrati di superficie sono utilizzati anche dalla Croce Rossa. L’ex panificio militare fu anche sede del Comando militare della Sardegna e del Centro matricolare regionale.

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Ubicazione: Zona stadio Sant’Elia - alla foce del canale di Terramaini - vicino al “parcheggio cuore” Area superficie totale: 5160 mq Note: Stazione di rifornimento del 68° deposito carburanti dell’Aeronautica militare (v. diapos. 09). Collegato, inoltre, al deposito PolNato della Sella del Diavolo. Sono stati dismessi tutti gli oleodotti ad esso collegati direzione Monte Urpinu 1290 ml Decimomannu 24184 ml Elmas 4699 ml

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Elisabetta Messina

RADICE DEL MOLO DI LEVANTE A.M.

MAGAZZINI AERONAUTICA Ubicazione: Situata tra via Simeto e viale Elmas Quartiere Sant’Avendrace/Fangario Area: 29.177 mq Destinazione d’uso: Richiesto dal comune per parcheggio di scambio e/o sede parco automezzi dei vigili urbani Note: Struttura costituita da un complesso di stabili. Costruita prima della Seconda guerra mondiale. È stata deposito viveri, vestiario e vettovagliamento. Dopo la soppressione del servizio di leva il personale si è ridotto nell’arco del tempo a poche unità. Potrebbe essere oggetto di permuta, con altro bene periferico alla città.

PALAZZINA UFFICIALI

Ubicazione Via Cala Mosca - viale San Bartolomeo Area: 1000 mq Uso attuale: struttura inutilizzata già adibita a Palazzina Ufficiali

EX POLIGONO DI TIRO E.I.

Ubicazione: Località Cala Mosca sulla strada che porta all’ex stabulario (Capo Sant’Elia) Area: 16.069 mq uso attuale: Area attualmente non utilizzata in totale stato di degrado L’intero versante sinistro (direzione Capo Sant’Elia) è di pertinenza dell’Esercito Italiano. Attraverso l’ex poligono si può arrivare, attraversando una strada in stato di abbandono, all’ex stabulario (batteria Prunas).

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CASERMA EDERLE

Ubicazione: Alle pendici del colle di Sant’Elia vicino al Faro, a pochi km. dal mare di Calamosca Area 22.456 mq Uso attuale Centro di selezione dei volontari in ferma prefissata annuale (VFP) Note: Centro di selezione dei volontari in ferma prefissata annuale (VFP). Le funzioni della caserma non hanno più l’importanza di un tempo. Il personale (civile e militare) impegnato è di circa 50 unità.

EX CENTRO SANITARIO A.M.

Ubicazione: Vico III di viale Morello alle pendici della dorsale calcarea di Buoncammino Area: 5.725 mq Note: Svolgeva il ruolo di presidio medico. Dalla Seconda guerra mondiale non è più utilizzato. Struttura attualmente abbandonata, lasciata al più completo degrado. In pieno centro urbano É tra i più vecchi stabili dell’aeronautica. Nessuna persona impiegata, nessun presidio. L’unica “presenza” militare è un cartello giallo che dichiara la zona come limite invalicabile

MAGAZZINO VESTIARIO E.I.

Ubicazione: Situato fra via Liguria e via Campania. Fronte ingresso laterale Parco di Monte Claro. Nei pressi dei campi di atletica del CUS Cagliari e del complesso universitario di Sa Duchessa e della Casa dello studente di via Trentino Destinazione d’uso : Struttura richiesta dal comune per eventuale ampliamento campus universitario Uso attuale: Magazzino vestiario dell’esercito italiano Note: La struttura composta da due capannoni adibiti a magazzino. Alcuni uffici hanno sede in un edificio più piccolo. Una dozzina circa le persone impiegate. Potrebbe essere trasferito ad Elmas presso il 21° Gruppo squadroni AVES “Orsa Maggiore. Ne trarrebbe vantaggio anche il traffico della zona “molto frequentata” per la vicinanza al complesso universitario di Sa Duchessa e alla Casa dello studente.

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CASERMA GIODA E MARTINAZZO

Ubicazione: Fra via Nuoro e viale Bonaria Area: 11.308 mq Destinazioned’uso: Il comune, già da tempo, ha manifestato interesse per la struttura: ampliamento vicini impianti sportivi ex GIL e servizi di supporto agli uffici comunali di via Sonnino uso attuale: Esercito Italiano Deposito materiale militare a basso profilo operativo Alcuni edifici sono utilizzati come alloggi note: All’esercito dal 1928, è composta da vari edifici, tutti ad un piano. Alcuni perimetrali su viale Bonaria, altri sulla via Nuoro. Danno tutti su un cortile centrale, mentre una parte del giardino è stata ceduta al vicino comando provinciale dei carabinieri per utilizzo deposito e parcheggio. Il personale impiegato è di circa 10 unità. Potrebbe essere trasferito ad Elmas presso il 21° Gruppo squadroni AVES “Orsa Maggiore.

EX CASERMA GRIFFA

Ubicazione: Belvedere in cima al colle di Buoncammino Superficie totale coperta: 8.744 mq Uso attuale: Alloggi (n. 24) civili Alloggi militari dell’Esercito Italiano (6 palazzine) Note: Complesso di alloggi già di pertinenza dell’ex Caserma Carlo Alberto. Tra questi è compresa l’ex colombaia: grandi gabbie che ospitavano gli storici piccioni viaggiatori. È stata anche sede alla biblioteca militare di Presidio di Cagliari, fondata nel 1856. Da oltre 50 anni è stata dismessa dall’Esercito, ora all’Agenzia del Demanio (già Ministero delle Finanze) Il Comune di Cagliari paga, per gli alloggi civili, all’Agenzia del demanio un canone di €. 65.000,00 / anno. Dietro alla struttura più grande vi sono altre 6 palazzine (più piccole rispetto alla principale) occupate da personale militare.

MAGAZZINI DEL GENIO E ALLOGGI MILITARI

Ubicazione: Situato in viale San Vincenzo, confina con i Giardini Pubblici al di sotto del Carcere di Buoncammino Area: 8.200 mq Destinazione d’uso : Ampliamento dei Giardini Pubblici Sede Assessorato comunale alla cultura Ottimale anche come utilizzo Università (alloggi studenti, mensa...) Uso attuale: Magazzino del Genio dell’Esercito italiano Alloggi Note: Acquisito dai militari nel 1914. Dopo l’esproprio dell’area attigua, nel 1955 i magazzini sono stati ampliati. Comprende anche alloggi per personale militare. Potrebbe essere oggetto di permuta, con altro bene periferico alla città. Ne trarrebbe vantaggio il traffico della zona, ove grava anche il movimento dei mezzi pesanti dei militari.

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S.O.S DALLE CAMPAGNE SIAMO ALL’ANNO ZERO ECCO LE NOVITÀ PER SUPERARE L’EMERGENZA

Andrea Prato assessore all’Agricoltura

frutta di mantenere intatte le proprie qualità vitaminiche e organolettiche al momento dell’acquisto da parte del consumatore. Altrettanto positivo il risultato emerso anche dall’accordo tra il gruppo Isa e un imprenditore di Bottida, per la fornitura di carni di vitello sardo. Ma non si limitano a questo le misure volte a favorire il mondo agro-zootecnico: anche con Roma si infatti aperto il dialogo in merito ad interventi volti a colmare gap di natura infrastrutturale, finanziaria, fiscale e previdenziale delle imprese agricole dell’Isola. Come ha dichiarato Prato, “la Sardegna si sta rivelando la prima Regione a recepire in maniera operativa e con proposte concrete la richiesta del tavolo delle Regioni del sud avanzata a Bari nel settembre scorso”. Tra gli interventi richiesti spiccano quelli

L’economia verde per uscire da Numerose le iniziative degli ultimi mesi per far fronte alle difficoltà cui il comparto agricolo è sottoposto, a partire dal dialogo intrapreso dalla Regione non solo con il Governo, ma con tutti gli enti e le istituzioni la cui collaborazione è divenuta indispensabile in un momento come quello attuale: dalle cooperative all’Università fino alle catene di distribuzione, l’obittivo è far sì che tutte le risorse a disposizione non vadano disperse e che, anche nell’ambito commerciale, domanda e offerta possano incontrarsi con più facilità.

consumatore e consentirgli di fare la spesa con i prodotti della nostra terra. Ecco perché portiamo avanti questo progetto con la Sisa che vuole valorizzare e promuovere le filiere strategiche dell’agricoltura sarda (bovino latte e da carne, suinicola, ortofrutta, vitivinicola, cerealicola, ovina) affinché ci sia un’offerta adeguata a quelle che sono le esigenze della distribuzione organizzata”. Fondamentale, al contempo, si rivela che quantità e qualità siano garantite tutto l’anno, con piani culturali precisi e accordi commerciali da rispettare.

Quanto al piano commerciale, una delle migliori ricette, come ha affermato l’assessore all’Agricoltura Andrea Prato è “Invertire il trend che ci dice che il 70% della carne e il 68 dell’ortofrutta è importato. Numerose le catene della distribuzione organizzata pronte ad acquistare i prodotti, ma le organizzazioni di produttori delle varie filiere a oggi non riescono ancora a garantire quanto richiesto. La distribuzione organizzata – ha aggiunto - è attore fondamentale per arrivare al

A offrirci un ulteriore esempio del buon esito dell’intermediazione regionale, è stata la vicenda dell’azienda Paradiso che, grazie al contratto siglato con la Conad sassarese, ha potuto collocare una produzione di 4mila quintali circa, salvando non solo il proprio raccolto, ma anche il proprio personale e garantendo all’ipermercato, un prodotto dal valore aggiunto derivante dal breve tempo trascorso tra il momento della raccolta e quello della vendita, che permette alla loro

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il Cagliaritano

finanziari, quali la rateizzazione dei debiti e la facilitazione dell’accesso al credito per il rafforzamento dei Confidi e di Ismea, le misure per la ricapitalizzazione delle società di trasformazione e distribuzione, ma anche gli interventi fiscali, quali il riconoscimento della Cassa Integrazione per le PMI agricole. Numerosi anche gli interventi infrastrutturali necessari al fine di migliorare le condizioni di vita delle aree agricole e combattere lo spopolamento delle campagne: fondamentale il miglioramento della viabilità agricola, il potenziamento della rete elettrica, ma anche l’incremento dei sistemi irrigui, e sempre crescente anche la richiesta di fonti energetiche rinnovabili.

Sempre in merito agli interventi finanziari, la Giunta e il Governo stanno ricercando tutte le soluzioni praticabili anche intorno alla vicenda della legge 44/88 (Costituzione del fondo regionale di garanzia e provvidenze per l’agricoltura), mai notificata dall’Unione Europea. A livello regionale si è creata, d’intesa con le banche


e Ismea, una piattaforma di rientro dal debito per le imprese che devono restituire ancora parte dei mutui contratti, e agevolazioni che prevedono che il titolare dell’azienda in sofferenza si possa presentare in banca con un soggetto “novato” che accetti di acquistare l’azienda contraendo un nuovo mutuo a tassi convenienti con la garanzia della Regione. L’assessore Prato ha inoltre scritto al Ministro delle Politiche agricole Luca Zaia per richiedere che la Commissione interministeriale conoscitiva sulla legge 44 sia operativa per altri sei mesi e che per lo stesso periodo vengano sospese le aste delle aziende agricole coinvolte nella legge. Una tanto attesa notizia è giunta anche per tutte le imprese agricole del nuorese e del Basso Campidano colpite dall’alluvione dell’autunno 2008 per le quali sono stati avviati gli in-

dalla crisi dennizzi nonostante moltissime domande necessitino ancora di integrazioni nella documentazione. Tra i beneficiari 55 imprese campidanesi e 54 della provincia di Nuoro, che avevano riscontrato danni superiori al 30% della media della produzione lorda vendibile aziendale dell’ultimo triennio Ma il dialogo, come preannunciato, è stato aperto anche con il mondo accademico sassarese con l’obiettivo di compiere scelte strategiche nella ricerca agricola. L’assessore Prato ha infatti evidenziato l’esigenza di coordinare maggiormente i vari enti regionali impegnati nella ricerca come Agris e Sardegna Ricerche, per eliminare inutili sovrapposizioni e il preside Luciano, dal canto suo, ha invece auspicato un maggior coinvolgimento della facoltà nell’elaborazione del Programma di sviluppo rurale e ha posto l’accento sulle difficoltà dei giovani ricercatori sardi che anche dopo aver conseguito percorsi altamente formativi all’estero, ritornano in Sardegna e si ritrovano senza un’occupazio-

ne e senza prospettive. È necessario “Portare una rivoluzione culturale – ha affermato Luciano - e convincere i giovani di oggi a studiare Agraria per diventare gli imprenditori agricoli di domani”. Tra le novità non possono mancare i due eventi che hanno visto la Sardegna in prima fila con le sue eccellenze agroalimentari e il suo ormai notissimo progetto dei “Sentieri dell’anima” , presentato dallo steso assessore Parto in occasione della 111ª edizione della Fieracavalli, suscitando il vivo interesse anche dello stesso ministro Zaia. La realizzazione della più estesa ippovia del Mediterraneo è infatti pensata in un’ottica non solo di rilancio del comparto del cavallo nel campo dell’allevamento, sportivo, turistico e culturale, ma anche in prospettiva di una riscoperta del turismo rurale: costituirà, infatti, per tutti i visitatori un’opportunità per scoprire, in sella a un cavallo, luoghi affascinanti e gustare prodotti agro-alimentari della Sardegna. A vedere sempre protagonista la Sardegna con i suoi prodotti tradizionali e con tante novità, è stato anche L’Artigiano in Fiera, in occasione del quale sono stati presentati a migliaia di visitatori le nuove specialità della nostra Isola, quali i vasetti di tonno al mirto, il torrone al miele amaro e al corbezzolo, il gateau al miele, la “nutella sarda”, la confettura a mirto, il miele al caffè e alla mela, l’anguilla affumicata, il pane carasau allo zafferano di Turri, la crema d’orata, la salsiccia l finocchietto, le creme di bellezza preparate con le erbe del Gennargentu, i cesti regalo confezionati con il sughero. Anche nell’ambito dell’allevamento spiccano due novità di particolare rilievo: la prima in merito al prezzo del latte, la seconda relativa al morbo della Lingua blu. “La questione del prezzo del latte –ha affermato Prato - è una problematica che rientra in una dinamica complessa che la sola Regione non può governare. Può però intervenire con provvedimenti di sostegno al reddito e di promozione all’estero per promuovere i nostri prodotti nei nuovi mercati. In ogni caso è al fianco dell’Aspi e di tutti quelli che lavorano per evitare il tiro al ribasso del prezzo del latte”.

Dai contatti con diversi imprenditori Prato ha reso noto che questi non si dichiarano disponibili a scendere sotto gli 0,70 euro al litro. “Una soglia minima questa sotto la quale non si può andare perché allevatori dalle campagne scapperebbero. Stiamo mettendo attorno al tavolo industriali e settore primario per lavorare tutti nella stessa direzione e garantire la sopravvivenza dei primi e l’adeguata remuneratività del secondo, magari aggregando l’offerta e andare uniti a vendere ciò che produciamo per evitare di fare dieci prezzi diversi”. Un’altra svolta positiva è quella riguardante gli allevatori sardi che

Edoardo Tocco, componente della Commissione Agricoltura in Consiglio Regionale, con la collega Alessandra Zedda

movimentano animali fuori dalla Sardegna: l’obbligo della vaccinazione contro il morbo della Lingua blu sarà obbligatorio, infatti, solo per i capi bovini da movimentare e non più per tutti, come invece prevedeva il precedente protocollo sanitario. Anche per ovini e caprini arriva una bella novità dal 2010: saranno vaccinati solo gli esemplari ai quali non era stato somministrato nell’anno precedente. Come è accaduto nelle altre regioni del centro Italia, nelle province in cui si è dimostrata l’assenza di circolazione virale per due anni consecutivi è possibile avanzare all’Unione Europea l’istanza di stralcio dalle zone soggette a restrizioni della movimentazione.

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ESCLUSIVA/L’ISOLA E I TRASPORTI: CIELO, TERRA, ACQUA. FACCIAMO IL PUNTO

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Andrea Nissardi

ria, terra e acqua le tre via di partenza o di arrivo in Sardegna, e alla loro guida Liliana Lorettu, Assessore ai Trasporti della Regione. Laureata in medicina con specializzazione in psichiatria forense e criminologia, milita nell’UDC ma la sua esperienza politica è recente. Chioma nero corvino e frasi concise, così la Lorettu accoglie il Cagliaritano dietro le vetrate del palazzo regionale in via Caprera. Dalla psichiatria ai trasporti, il passo sembra un po’ troppo lungo o sbaglio? «Sono due settori completamente diversi, ma è un’esperienza bella e stimolante. Questo settore necessita di soluzioni moderne e innovative, mettendo a dura prova la tua creatività».

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iaggiare sicuri risparmiando Incontro con l’assessore Liliana Lorettu

Quanto è importante per la Sardegna avere un sistema trasporti efficace? «Direi vitale. I trasporti diventano un tassello fondamentale per ogni settore di produzione della nostra isola, le industrie sono ancora fortemente penalizzate dai costi di trasporto tropo alti e dalle strutture poco efficienti. Cerchiamo di migliorare la viabilità, sotto tutti i punti di vista». Analizziamo ogni settore nel dettaglio: i trasporti marittimi,la Tirrenia e lo scalo di navi da crociera. Cosa è previsto nel futuro? «La Tirrenia sta attraversando un fase di privatizzazione, iniziata con il passaggio della Saremar, società satellite che gestisce gli spostamenti interni alla Regione. Oggi, infatti, è la Regione

ad avere la totalità delle quote della Saremar, ma entro il 30 Settembre 2010, dopo una gara d’appalto il 51% sarà dato in mano ai privati. Questo accordo è stato un grande successo, del mio assessorato ma soprattutto dell’amministrazione Cappellacci, a vantaggio degli utenti. I servizi non solo non saranno soppressi ma addirittura migliorati, e stiamo lavorando per evitare di ricorrere al taglio del personale. Il turismo, e il progetto di un porto turistico, scalo di navi da crociera è sicuramente un obbiettivo importante per Cagliari, che deve avere un ruolo guida in questo settore. Bisogna incrementare il flusso delle navi da crociera e creare una collaborazione con tutti gli altri settori: il turista dopo essere sbarcato deve tro-


pia e migliore. Gli aeroporti CagliariElmas, Alghero-Fertilia, Olbia Costa Smeralda, Oristano-Fenosu e Tortolì Arbatax potranno avvantaggiarsi di una politica sinergica che evitando individualismi, valorizzi le risorse di ogni territorio. I cittadini a breve potranno notare la differenza». Spostamenti su terra, trasporto merci su gomme e sistema ferroviario. Come si sta modificando il panorama sardo? «Il 2 Dicembre, dopo lunghe trattative, è avvenuto il passaggio definitivo per la costituzione dell’Azienda Unica regionale,con il trasferimento dallo Stato alla Regione Sardegna, delle competenze sulle ex Gestioni Governative. Questa nuova azienda, gestirà il trasporto pubblico in Sardegna offrendo agli utenti un’integrazione di servizi maggiori, una qualità più elevata e una uniformità di tariffe e orari. Siamo orgogliosi di aver creato questa nuova azienda, di proprietà della Regione, con 2400 lavoratori che potranno beneficiare anche di un migliore trattamento economico. Stiamo lavorando per rinnovare il parco autobus, inserendo nuo-

Laura Bonu

Liliana Lorettu (Udc) Assessore ai Trasporti e, a destra, il leader dell’Udc Giorgio Oppi e Giulio Steri

Sarah Pinson

vare tutta una serie di importanti servizi, è un lavoro integrato». Aerei, voli e tariffe. Ci sono stati alcuni cambiamenti? «Abbiamo lavorato per offrire al cittadino un servizio migliore a prezzi vantaggiosi. Con la nuova continuità territoriale, le tariffe sono meno care per i viaggiatori sardi, i prezzi si sono abbassati di 8 e 9 euro. I voli low cost, sono stati un ottimo investimento per gli aeroporti sardi. Ad Alghero il flusso di turisti che ha usufruito di questo servizio si aggira intorno al milione, un dato significativo. Oggi alla fase di gestione dei low cost sperimentale ne stiamo sostituendo una più razionale e strutturata, un flusso turistico così grande è una risorsa importante che bisogna saper gestire. Proprio con questo scopo abbiamo istituito una “Cabina di Regia”, che coordinerà con maggiore efficienza i servizi di trasporto aereo sardo, seguendo un rigoroso standard di qualità. Grazie a questo nuovo istituto sarà più semplice definire indirizzi e obbiettivi, e garantire ai cittadini un’offerta am-

vi pulman più comodi, efficienti e con motori a basso impatto ambientale. Il trasporto merci su gomme purtroppo è ancora uno dei problemi più grossi. Nel 2008 si è avuto il passaggio da trasporti su ferro a quello su gomme, ma oggi dobbiamo cercare di migliorare la viabilità e ridurre i costi. É importante intervenire in modo deciso, per evitare che siano le industrie a pagarne le conseguenze. Il sistema ferroviario sta migliorando notevolmente grazie ad una serie di interventi mirati: abbiamo stanziato 58 milioni di euro per inserire 8 treni nuovi, 136 posti con motore diesel che può raggiungere velocità maggiori, diminuendo i tempi di percorrenza e facilitando gli spostamenti dei pendolari. Abbiamo inserito i Trenino Verde, che si allarga il panorama dell’offerta turistica isolana e stiamo procedendo per una completa automatizzazione dei passaggi a livello che consentirà una maggiore sicurezza». Insomma la Sardegna si migliora, ora biglietto alla mano, scegliete voi come viaggiare.

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Anselmo Piras

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n una realtà e in una società in continuo mutamento come quella attuale, confrontarsi con le esigenze e i bisogni delle persone, andare incontro alle richieste delle famiglie, dai più giovani agli anziani, non è impresa semplice. Ne sa qualcosa Anselmo Piras, dal 2007 assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cagliari, che ha raccontato a Il Cagliaritano cosa significa occuparsi della nostra società in questi anni, quanto si è fatto per migliorare le cose e con quali iniziative quotidianamente si opera all’interno della comunità. Se ripensa a questi due anni del suo

incarico, quali sono state le maggiori soddisfazioni? Il 31 dicembre del 2008 sono emersi i dati afferenti il gradimento degli ultimi due anni di tutti gli assessori, e come gradimento e conoscenza il mio assessorato è passato in 22 mesi - rispetto ai 24 dei colleghi - da un gradimento di 5,4 su 10 a 7,4: il più alto in assoluto. Questo è stato il maggior sprono per tutta la struttura per proseguire sulla buona strada del precedente governo. Quali sono le fasce della popolazione alle quali si rivolgono le vostre iniziative?

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Quest’anno abbiamo implementato le azioni a favore dei nuovi poveri e delle loro famiglie, senza dimenticare le azioni per gli anziani, soprattutto per gli inabili e/o disabili e le rispettive famiglie. Abbiamo poi creato una struttura finora assente a Cagliari, una casa famiglia comunale che accoglie i ragazzi disagiati. La stiamo gestendo indirettamente, mentre in collaborazione con il Tribunale dei Minori abbiamo portato avanti un programma contro il bullismo e la dispersione scolastica. Questo progetto si chiuderà ad aprile con una grande manifestazione culturale denominata “Eleonora

DENTRO IL PALAZZO CIVICO/INCONTRO CON G

na struttura a contro la povertà

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di Claudia Cao


AI BORDI DELLA VITA È dal cuore di Cagliari, dal Centro comunale di solidarietà Papa Giovanni Paolo II in Viale Fra Ignazio, che prende vita l’idea di quest’opera: diciotto racconti, diciotto uomini a cui Daniela Spiga attraverso questa raccolta ha voluto dare voce. Intento di fondo quello di abbattere buona parte dei pregiudizi e delle convinzioni più comunemente diffuse intorno alla figura dei clochard che, ai bordi della vita, contrariamente a quanto solitamente si crede, spesso si trovano a causa di una sorte che non è stata molto generosa con loro: persone che sin dall’infanzia, o per una caduta da cui non sono più riuscite a rialzarsi, per una serie di scelte sbagliate, si sono viste chiudere le porte in faccia da parte di una società che corre troppo veloce per accorgersi di chi è rimasto indietro. Persone che con i pochi mezzi che possiedono hanno girato il mondo, altre che non si sono mai spostate dallo stesso marciapiede per tutti questi anni, hanno in comune di ritrovarsi tutte le sere in quel centro di accoglienza di Viale Fra Ignazio, che almeno per la notte offre loro un tetto che gli dia riparo ed è divenuto il maggiore punto di riferimento cui rivolgersi grazie al complesso di iniziative che con quest’attività cooperano. Un libro che potremmo definire più una finestra su una realtà che esiste ai bordi della nostra esistenza, ma di cui troppo spesso possediamo una visione distorta.

D’Arborea”, dove i ragazzi delle scuole saranno protagonisti in uno spettacolo teatrale. Abbiamo pensato anche ai più piccoli, in particolare ai bambini del nido, rinnovando la Sezione Primavera che due anni fa era stata proposta dallo Stato. Quest’anno noi abbiamo deciso di rinnovare otto sezioni al buio, senza nessuna sicurezza di finanziamenti nazionali, perché abbiamo ritenuto che lo sviluppo psicofisico dei bambini avesse tratto un grosso beneficio, preparandoli alla scuola materna. Il sindaco Floris ha voluto investire molto nel sociale e ha anticipato i finanziamenti.

E in riferimento alla fascia dei più poveri, che tipo di azioni sono state intraprese? Soluzioni come offrire sussidio nel pagamento delle bollette, degli affitti, talvolta delle tasse scolastiche per quelle famiglie che non se lo possono permettere esistevano già e continuano ad esistere. Ma sono nate anche tutta una serie di nuove azioni volte non solo ad offrire una contribuzione comunale, ma anche ad incrementare la contribuzione per coloro che desiderino rendersi utili con dei lavori. Questo permette non solo di far sì che queste persone guadagnino qualcosa

N GLI ASSESSORI COMUNALI: QUI LE POLITICHE SOCIALI

a tutto tempo à dilagante

e possano soddisfare dei bisogni primari, ma soprattutto che salvino la propria dignità e fiducia. Lei ha parlato anche di una fascia di nuovi poveri. Cosa si intende con quest’espressione e come si sta operando verso questa nuova realtà? Come si sa, la gente chiede lavoro, e anche per chi già lavora lo stipendio vale sempre meno. Gli interventi in questi casi sono personalizzati ed esiste un rapporto individuale tra l’utente e l’assistente sociale. In questi casi è più difficile soddisfare appieno le richieste e ciò che cerchiamo di fare è trovare un punto d’incontro tra la domanda e l’offerta che il nostro assessorato può proporre. Quali sono i progetti e i propositi per il 2010? Che da parte nostra e di tutta la struttura ci sia nuova volontà e voglia di operare come nel 2007, 2008 e 2009. Buona parte di ciò che realizziamo si deve al grande contributo di assistenti sociali, pedagogiste, psicologhe, ben coordinate da Angela Lai e dirette da Ada Lai: vorremmo solo continuare così e ottenere sempre nuovi risultati.

il Cagliaritano

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LA CAGLIARI DEI SERVIZI AL CITTADINO

SOGNI E BISOGNI di Laura Bonu

La Dirigente Ada Lai

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asta passeggiare per le strade per capire che Cagliari nasconde qualcosa di più: storie di vite difficili, e stipendi sempre troppo bassi. In via Roma le vetrine luccicanti dei negozi diventano muri di fortuna per qualche barbone che li trascorre la notte e il marmo scuro del palazzo regionale fa spesso da cornice a qualche sittin per chi ha perso il lavoro o per chi rischia di perderlo. I dati mostrano che nel 2008 in Sardegna il tasso di disoccupazione sfiorava il 10,8% e le persone al di sotto della soglia di povertà arrivavano quasi a 377mila. Basta poco per capire che Cagliari ha bisogno di un aiuto. L’Area Servizi al Cittadino del Comune oggi ,con un budget triplicato, tende una mano a chi ne ha più bisogno. «Cagliari at-

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traversa un momento socialmente delicato e il Comune ricopre un ruolo importante nel cercare di bloccare il degrado», parla Ada Lai dirigente dell’Area Servizi. «Quest’anno abbiamo investito quasi 35 milioni di euro, all’incirca 250 mila euro al mese per aiutare, non solo economicamente, famiglie e persone bisognose». Trentacinque milioni sono una somma importante. Come sono stati e come verranno utilizzati? «Abbiamo intensificato gli interventi in tutti i settori, cercando di offrire servizi mirati che risolvessero i problemi più disparati. Una piccola parte è destinata ad aiuti economici diretti per necessità familiari primarie, affitti o assegni, nei casi di disoccupazione prolungata. Ma grazie a questi fondi abbiamo potuto far partire numerosi progetti utili ed efficienti, aiutando anziani, disabilii, emigrati e famiglie bisognose». Qualche esempio? «Abbiamo triplicato le assistenze domiciliari per persone affette da gravi handicap, evitandogli dolorosi spostamenti e inutili fatiche. Siamo in grado di offrire una maggior assistenza alle famiglie in difficoltà, tutelando l’educazione dei minori, con l’aiuto di alcuni educatori, che possono addirittura assisterli a casa loro. Si sono incentivate nuove forme di asili nido, come i micronidi a domicilio, con orari flessibili che possano adattarsi alle esigenze lavorative delle mamme. É partito un servizio di tutoraggio per persone affette da disabilità mentali. Le famiglie spesso non sono in grado di fornire l’assistenza necessaria adeguata, così noi cerchiamo di guidarle e sostenerle in questo difficile percorso. Tutti questi interventi hanno l’unico scopo di migliorare la qualità della vita di quei cittadini che purtroppo si trovano in situazioni difficili». Quale caratteristica bisogna possedere per muoversi in questo ambiente? Come si riesce a stare vicino a chi soffre senza giudicare e

risolvendo le diverse situazioni? «È un settore, che molto più di altri si basa sulle risorse umane, bisogna sempre essere motivate e convinte. Accoglienza, risposte e servizi: questi sono i nostri principali strumenti. Una persona che si rivolge a noi ha sicuramente bisogno di aiuto e quindi deve trovare davanti a sè un ambiente accogliente e comprensivo. Dopo di che dobbiamo essere in grado di offrire risposte, soluzioni ai problemi, o almeno a una parte di essi in modo da ridimensionare la visione della cosa. Ecco perché abbiamo bisogno di un ampia gamma di servizi, più questi sono dettagliati, maggiore è il numero delle persone che possiamo aiutare». Il suo andito avrà accolto molte persone con problemi e difficoltà, le è rimasto impresso un caso in particolare? «Si, una bambina di soli dodici anni un giorno si presentò all’ufficio alloggi per prendere possesso di una casa. Abitava nella zona di Sant’Elia e da mesi gestiva, educava tre fratellini e portava avanti la casa da sola. La madre era finita in carcere e il padre aveva problemi di salute mentale e pur di non vedere disgregata la propria famiglia non si è persa d’animo, si è rimboccata le maniche ed è diventata una donna. Coordinava tutto talmente bene che nessuno si accorse di nulla. Il suo eroismo mi ha impressionato». Il quadro appena delineato non sembra molto rassicurante. Quanto è grande il divario tra crescita e povertà a Cagliari? «La crescita è notevole, la città si apre verso il turismo, migliora la sua economia, offre servizi sempre migliori, ma indubbiamente la crisi fa sentire i suoi effetti. Credo che il divario sia equilibrato, la crescita economica e tutte la manifestazioni che il Comune organizza sono un modo per incentivare la creazione di posti lavoro e trovare soluzioni attraverso strade alternative».


UN CALCIO DI RECUPERO di Francesco Fuggetta

Un singolare torneo è stato disputato nel carcere minorile di Quartucciu: quattro squadre si sono sfidate per inaugurare il nuovo campo di calcio a cinque in erba sintetica donato dalla Provincia di Cagliari alla struttura, che va a sostituire quello in terra battuta. Al quadrangolare hanno preso parte una squadra di consiglieri comunali, una di consiglieri provinciali, una della Fondazione “Domus de Luna” e una di ospiti dell’Istituto di pena. Per la squadra del Comune di Cagliari sono scesi in campo i consiglieri Ugo Storelli, Alessandro Serra, Claudio Tumatis, Lino Bistrussu e Giuseppe Macciotta. Sul terreno di gioco anche il vicesindaco e assessore alla Viabilità e al Traffico, Maurizio Onorato, e il consigliere regionale Edoardo Tocco. La squadra della Provincia, composta anch’essa da sette giocatori, comprendeva il dirigente Michele Camoglio e i dipendenti Mauro Cadoni, Massimo Schirru, Giorgio Mura, Savino Domizio, Davide Camoglio e Giorgio Palmas. A fare il tifo per loro Angela

Quaquero, assessore alle Politiche Sociali e della Famiglia, Valentina Savona, assessore alla Pubblica Istruzione e alla Promozione Sportiva, e la dirigente Letizia Moretti. «Tutto è nato da una promessa fatta l’anno scorso dal presidente della Provincia Graziano Milia», ha spiegato il direttore del carcere Giuseppe Zoccheddu. «Fa piacere constatare che è stata mantenuta, ringrazio la Provincia per la sua disponibilità». L’istituto di pena ospita attualmente venti minorenni, perlopiù per reati di spaccio e rapina. Il quadrangolare ha visto la vittoria dei giovani detenuti, che in finale hanno battuto per 4-2 la squadra della Provincia, favoriti sicuramente dall’età media inferiore alle altre squadre, e dal gran caldo, dato che la partita ha avuto inizio alle cinque del pomeriggio. Una coppa per loro, e tre targhe per le altre squadre. «È un modo per divertirvi in amicizia, usatelo il più possibile», ha augurato ai ragazzi l’assessore Quaquero durante la premiazione, «spero che questo sia il primo di tanti altri tornei».

CAMPO DI SOLIDARIETÀ GRAZIE ALLA PROVINCIA IL PALLONE GIRA NEL CARCERE MINORILE DI QUARTUCCIU il Cagliaritano

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aChent’annos PORTFOLIO/NOZZE D’ORO A CAGLIARI

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ono state 370 le coppie che nel 1959 mano nella mano dissero «Si, lo voglio», e sono le stesse che nel 2009 si sono incontrate al Teatro Lirico di Cagliari per festeggiare le loro “Nozze d’Oro”. Il “Deus ti salvet Maria”, rivisitato dalla splendida voce di Franca Pinna ha aperto la serata, che è proseguita con la premiazione della coppia più anziana, lui 91 anni e lei 79, e della coppia più giovane, bloccata a casa dall’influenza. Commovente il filmato della Cagliari che fu, 50 anni fa, ariosa e viva, del collezionista Sergio Orani. Dalla presentatrice Egidiangela Sechi, il microfono passa ai politici: Maurizio Porcelli, ideatore della manifestazione, Anselmo Piras ed Ada Lai. I ritmi della serata si tingono di blues con le note della Paolo Nonnis Orchestra, ma infine arriva lui, special guest della serata: Edoardo Vianello, emblema della musica targata anni ’50 e legato alla Sardegna, dove nel 1961 ha organizzato la sua prima vera tournee. Non rimane che fare un augurio:«A chent’annos».


IS MERDONAS DE SU LARGU Topi a scuola! Li hanno trovati alla Ugo Foscolo per caso. Un idraulico chiamato per riparare delle perdite d’acqua ha fatto la sorprendente scoperta. Pare fossero parecchi,tant’è che per la necessaria disinfestazione sono occorsi parecchi giorni, con conseguente sospensione delle lezioni. I commenti sono stati i più disparati. Ognuno secondo il suo punto di vista e posizione. I giovanissimi hanno naturalmente invidiato gli studenti, loro coetanei, per l’inattesa vacanza. Ma questo è normale. Anche noi a quell’età preferivamo giocare all’aperto piuttosto che rinchiuderci in un’aula scolastica. “Quegli asini avranno tutto il tempo per scoprire l’importanza della scuola” ha detto, con severità,

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Eppure i suoi antenati parlavano in cagliaritano, eccome! Basta rileggersi Is merdonas de su Largu di Luigino Cocco. Quando hanno demolito il vecchio mercato civico, i topi di allora, is merdonas, appunto, hanno convocato un’urgente assemlea perché non sentivano più gli invitanti e allegri richiami dei rivenditori: “Angioni grassu! Lissa bia bia! Giarretu feminedda scioberau!” Appena hanno capito che tutto quel ben di Dio stava sparendo per sempre hanno espresso la loro disperazione: “Poberas nosu! Comenti heus a fai? Ammarolla si toccar a sfollai chi si atturaus, su piccu si frigara”. E così quei topi del Largo sono scappati e andati di fretta da qualche altra parte, costretti dai morsi della fame. Quelli della Ugo Foscolo forse non hanno fatto in tempo a fuggire. Li ha traditi la voglia di cultura! I tempi son cambiati anche per loro.

ha parlato di artiste sconosciute ai più, da lui preferite, per certi versi, addirittura a “Tiziano e Leonardo che non mi divertono”. Non so quanto sia quanto sia sincera e veritiera questa uscita che è giunta del tutto inattesa ai presenti. C’è da dire, però, che, per fortuna, le sorelle Coroneo non erano e non sono del tutto sconosciute. Nicola Valle, riferendosi a Giuseppina in Persone e personaggi, edito nel 1987, dice che il

piazza ENNE meditazioni cagliaritane qualche saggio; proprio come ai nostri tempi. I genitori, invece, quelli che lavorano ovviamente, si sono dovuti arrangiare in un attimo, per piazzare i loro figli da qualche parte: in questi casi la disponibilità illimitata dei nonni salva la situazione, ma ci sono fortunatamente anche gli amici ed i vicini che si prestano volentieri. Ma non tutti, anche questo è risaputo. I genitori disoccupati e precari, almeno questa volta, hanno avuto molte difficoltà in meno. Però non sono stati invidiati. Gli insegnanti, da parte loro, hanno espresso forti preoccupazioni per il ritardo imposto allo svolgimento del programma nelle singole materie. Anche loro hanno ragione, che diamine! E i topi? Sono loro che hanno creato tutto questo trambusto, ma forse del tutto involontario. Anzi non è da escludere che abbiano deciso di frequentare la scuola in massa, di certo troppi, per istruirsi a dovere e imparare la storia, la geografia, la matematica, l’italiano. Magari qualcuno è rimasto deluso perché non ha sentito neppure una lezione di lingua sarda.

SGARBI A LEONARDO E TIZIANO PER LE CORONEO Quando non perde la calma andando su tutte le furie, diventando paonazzo, con le vene del collo in procinto di scoppiare ed i capelli arruffati, anche Vittorio Sgarbi si fa sentire ed apprezzare. Questo, purtroppo, capita molto raramente perché ormai lo conosciamo bene e meglio nella prima versione, quella del provocatore-provocato che scatta come una molla in continua tensione. A Cagliari, tuttavia, è riuscito a smentire alla grande questa fama in occasione dell’inaugurazione al Palazzo Viceregio della mostra dedicata alla sorelle Giuseppina ed Albina Coroneo. Soffermandosi sulle opere delle due artiste-artigiane cagliaritane ne ha saputo esaltare i meriti e l’arte fatta soprattutto di pupazzi in panno lenci, fili attorcigliati e carta colorata. Materiali poveri, quindi, come del resto lo sono tante componenti della nostra vita quotidiana. Pensiamo alla gastronomia, agli strumenti della musica popolare, ad alcuni tessuti tradizionali. Sgarbi

a cura di Giampaolo Lallai

suo ago aveva qualcosa di magico in quanto disegnava e cantava cose tanto buone e gentili. Sapeva infondere alla sue creaturine un soffio di potente umanità; “…nascevano immagini di dolore, smorfie e sorrisi, personaggi vivi di una realtà sofferta ed osservata nei suoi aspetti più veri e più grotteschi, più dolci e più patetici e spesso più commoventi ed accorati”. E’ vero che. Per quanto stimate, le Coroneo passarono per lungo tempo come semplici dilettanti. Finchè alcuni componenti critici d’arte non si accorsero del loro talento. Di Giuseppina si occuparono a più riprese alcune riviste specializzate di Milano, come Domus, Arti Decorative e Stile per evidenziare quelle figurine eccezionali, a metà strada tra la scultura di piccolo formato, il quadro dipinto e la caricatura. Fa davvero piacere che anche un critico d’arte moderno e preparato come Sgarbi ne abbia parlato in termini tanto lusinghieri, mettendo da parte, almeno per qualche momento, il suo consueto e discusso modo di atteggiarsi che con le sorelle Coroneo, umili e tutt’altro che ambiziose, non ha nulla a che vedere.


«N DENTRO IL PALAZZO CIVICO INCONTRO CON GLI AMMINISTRATORI COMUNALI QUI ALESSANDRO SERRA

ormale», è questo l’aggettivo che Alessandro Serra, consigliere comunale di maggioranza dal 2006, usa per descriversi. Uomo passionale e politico razionale, cagliaritano dal 1975, giovane presidente di Alleanza Nazionale. Figlio di Manfredi Serra, avvocato e uomo politico stimato, che lo accompagna fino a dodici anni, Alessandro segue le orme del padre con la stessa tenacia attivista. Completo scuro e battuta sempre pronta, mi accoglie nel suo ufficio al palazzo regionale in viale Trento, e gentilmente risponde ad ogni domanda. Suo padre Manfredi, è sempre stato un uomo politico ammirato, qualcuno potrebbe considerarti un “figlio d’arte”. «Mi onora essere il figlio di Manfredi Serra, sedermi nel suo banco, da dove faceva opposizione. Ma questa definizione non la sento esattamente mia,

Ncome mio padre Manfredi ormalmente onesto

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il Cagliaritano

lui è morto quando io avevo solo 12 anni, e quindi non ha potuto guidare la mia formazione politica. Preferisco che la gente mi giudichi solo in base al mio operato, e non paragonandomi a lui». Cosa ricorda del “politico Serra”? Quanto il suo modo di fare politica si avvicina al suo? «Ricordo l’onestà e il coraggio di portare avanti le proprie convinzioni, sfidando la maggioranza. Forse in questo ci assomigliamo molto, anche io porto avanti le mie idee con grinta. Diciamo che risento molto dei toni da opposizione, anche se sono in maggioranza. Mi torna alla mente anche il suo grande amore per la città. Non era Cagliaritano, è nato ad Ortacesus, ma si era affezionato al capoluogo sardo e voleva migliorarne l’aspetto. Giravo spesso con lui, e questo attaccamento mi è rimasto impresso». La letteratura inglese la definirebbe un “self made man”, che con le sue forze è arrivato dove voleva. La sua biografia poi sembra portarla sui va-


lori di sinistra, e invece si schiera a destra. Non le sembra contradditorio? «Non ci avevo mai pensato. A mio avviso i concetti classici di destra e di sinistra andrebbero rivisitati. Negli anni ’70 i caduti di destra erano figli di operai, e nelle ultime elezioni la destra ha ottenuto molto consenso dal cosiddetto proletariato. Nella sinistra ultimamente prevale un atteggiamento radical chic che lo ha allontanato dal suo elettorato classico, come vedi le divisioni nette si sono affievolite ». Consigliere comunale a trentaquattro anni. Come si vive un’esperienza del genere? «Credo che la mia giovane età possa essere un valore aggiunto. La prima volta che sono entrato in aula avevo un fortissimo sentimento di rispetto, e questo rimane ancor oggi, ma i giovani hanno una visione del modo molto diversa, soprattutto su temi come il lavoro o la casa, e i politici che vantano un’esperienza maggiore ne devono prendere atto. La convinzione che l’età anagrafica sia un requisito fondamentale per essere un buon politico è fuorviante». Il ruolo di un consigliere all’interno del Comune è sempre particolare, come riesce a portare avanti le sue proposte? «La legge ci attribuisce una gran mole

di funzioni burocratiche, ma due ruoli, di quelli che rivestiamo sono fondamentali e dobbiamo saperli gestire al meglio. Il primo è quello proposta e il secondo di controllo. Non possiamo rinunciare a questi compiti così importanti, da una parte dobbiamo controllare e conoscere bene cosa accade fuori dalle mura del Comune e dall’altra fare proposte forti che risolvano i problemi dei cittadini». Gruppo di appartenenza e cittadini. Come sono i rapporti con loro? «Con il mio gruppo un rapporto ottimo: siamo solo in due. Ma mi manca il rapporto diretto e immediato con la circoscrizione, mi permetteva di confrontarmi e mettere in discussione il mio operato, anche se potevo fare di meno per loro». Come vede un giovane consigliere il futuro di Cagliari? Qual è il suo programma elettorale? «Vorrei che Cagliari diventi il punto di partenza per i giovani, una città piena di opportunità e possibilità, e non una meta di arrivo. Dobbiamo creare un modello di sviluppo urbano diverso, incentrato sul turismo. Il Poetto deve diventare un luogo vivo, dove trovare ogni tipo di servizio, e il centro storico, restaurato e valorizzato al meglio. È molto importante, inoltre, che si inizi a considerare Cagliari una città universitaria e si ci rivolga agli studenti

ROMA

www.leonardihotels.com i.otalli@gmail.com

con proposte che facilitino la fruizione di questi servizi». Da poco è diventato il portavoce del presidente Cappellacci. Che significa? «Il mio è un ruolo importante per l’informazione, finalmente la politica si pone il problema di comunicare con l’esterno, dando puntuali notizie del suo operato. Comunico con Ugo tramite sms o per email, questo facilita molto il mio lavoro. Spero di ripagare la fiducia che ha riposto in me. È un compito gravoso ma molto gratificante». Che voto darebbe alla sua politica? «Quando concludi la giornata ti sembra di non aver mai fatto abbastanza. Io ci metto sempre il massimo impegno, e spero di soddisfare anche chi mi ha votato. Un voto?....sette. È il mio numero fortunato».

L.B.


QUELLI CHE ONORANO LA CITTÀ/ANDREA DORE, CONSOLE ONORARIO DI FRANCIA

LA LEGION D’HO PASSANDO PER LO STUDIO BORGHESAN

S

i definisce per tre quarti sardo e per un quarto veneto: fiero delle proprie origini e pieno di passione per ogni attività che nella sua vita ha potuto curare, Andrea Dore da circa un ventennio è Console Onorario di Francia a Cagliari, un ruolo di cui, come spesso accade nella vita, è stato investito per un caso del destino e di cui anno dopo anno ha compreso e amato tutto lo spessore. Il Cagliaritano lo ha incontrato per conoscere più da vicino il modo in cui questa figura, e la sua stessa famiglia, ha dato il proprio contributo alla comunità cagliaritana e sarda in genere. Ci ha accolto presso lo Studio Borghesan, uno studio che ha segnato un po’ la storia della finanza e dell’imprenditoria sarda dal secondo dopoguerra in poi. E proprio da quelle radici siamo partiti per comprendere il percorso che ha condotto questa figura al recente riconoscimento della Légion d’Honneur. Sono veneto per parte di madre: mio nonno, Borghesan, era un ingegnere minerario che alla fine dell’Ottocento, dopo i suoi studi, si trasferì in Sardegna e qui mise radici, sposandosi con una sarda. Diresse tutte le miniere

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del Sulcis, ricoprì importanti cariche e venne insignito di elevati riconoscimenti. Dall’unione con mia nonna nacquero mia madre e suo fratello, fondatore successivamente di questo studio. Mio padre invece era sardo e studiò legge qui a Cagliari. Anch’io mi sono formato qui: dopo la maturità classica, conseguita presso il Liceo Dettori, mi sono laureato in economia e in quei quattro anni ho anche effettuato il servizio militare. Quando ho raggiunto la carica di sottotenente nell’Aeronautica Militare a Pozzuoli, mi è stata data la possibilità di scegliere la sede e io ho scelto quella di Decimomannu per poter concludere i miei studi universitari. Appena laureato iniziai contemporaneamente la pratica come commercialista presso lo studio di mio zio e l’attività come assistente volontario presso l’università. A questo proposito, qual è stata l’attività dello studio Borghesan in questi sessant’anni? Mio zio, insieme a Lussu, sono stati tra i primi commercialisti in Sardegna. Questo studio, in particolare, si è occupato di consulenze in materia societaria. È stato lui a caldeggiare e sostenere molte iniziative imprenditoriali sar-

de soprattutto nel settore dei trasporti: da un lato ha varato i piani della prima compagnia di trasporti marittimi in Sardegna, dall’altro per i trasporti aerei, per la creazione della prima linea aerea in Sardegna, l’Airone. Si era fatto, inoltre, promotore anche nel settore agroalimentare: ha dato il suo contributo al momento della fondazione della Birreria Dreher a Macomer, aveva una sua azienda agricola a Capoterra, è stato il fiduciario della Sanpellegrino, oltre che presidente e amministratore delegato della casa farmaceutica Schiapparelli. Svolgeva la sua attività tra la Sardegna e il continente e, io che ho ereditato la sua attività, sono consapevole che non è possibile eguagliare le sue capacità, perché persone come lui si trovano davvero raramente. Ma la sua vita ad un certo punto ha subito una svolta con qualcosa di completamente inatteso, è corretto? Sì, è corretto. A partire dal 1990 per me è iniziata una nuova carriera che dura tutt’ora, quella di Console Onorario della Repubblica francese. Devo sottolineare che nonostante in casa mia esistesse già una tradizione


ONNEUR in questo senso (mio padre è diventato Console Onorario del Belgio nel ‘60, carica successivamente ricoperta da mio fratello) nel mio caso è avvenuto tutto per caso. Al momento del termine della carica dell’ex console, venne da Roma il Console Generale francese e chiese al sindaco De Magistris una rosa di candidati che potessero ricoprire questa carica. Requisiti indispensabili richiesti erano la moralità, lo svolgimento di un’attività autonoma e non nel pubblico impiego, il possedere locali propri e che questi locali fossero in prossimità del porto. De Magistris mi chiamò e mi chiese se potevo accogliere il console, che si informò su questi requisiti e mi chiese di inviare a Roma una brochure con queste caratteristiche. Lo feci ma senza pensare che davvero la cosa potesse arrivare a concretizzarsi. Era il febbraio del 1990, a giugno venni scelto e a luglio ricevetti l’exequatur della Farnesina. E da quel momento quali sono stati i compiti che la attendevano? Inizialmente non ero conscio di ciò che quel ruolo avrebbe implicato. Sapevo che avrei dovuto rappresentare la nazione francese e intrattenere rapporti con le autorità civili, militari e religio-

se, essere disponibile per tutti i cittadini francesi residenti in Sardegna (e sono molti di più di quanto non immaginiamo) e quelli di passaggio. Inizialmente è stata un’attività tranquilla anche perché non tutti conoscevano questa figura di riferimento, poi la mia attività si è fatta via via più intensa, anche con l’accrescersi della mia passione per questo compito. In che modo si è intensificato? Uno dei miei compiti è anche quello di assistere le autorità militari francesi quando giungono presso la nostra isola, dall’“arme de terre” a quella “de l’air” fino alle navi della Marina francese. A proposito di quest’ultima, Cagliari da sempre, ma soprattutto in questi ultimi vent’anni è stata una delle destinazioni predilette con ben 148 scali e 160 navi da guerra francesi che hanno sostato qui da noi. La mai attività si è intensificata perché non solo mi sono occupato dell’ospitalità e di incontrarli delegando poi tutti gli altri compiti a un’agenzia, come spesso accade, ma perché per mia passione, per mio personale interesse ho sempre scelto di occuparmi di tutto in prima persona. Certo, a favorire questo successo della nostra città contribuisce soprattutto la cortese ospitalità dei cittadini cagliaritani. Non trascuriamo poi gli effetti che anche la stessa città riceve da tutto questo: ad ogni nuovo scalo c’è una nuova vitalità anche per le attività cittadine, dalle strutture ricettive a quelle commerciali, che beneficiano dell’arrivo dei visitatori stranieri.

Essere l’elemento cardine di questi incontri ed esserlo con tanta passione e presenza, immagino abbia portato non solo delle belle soddisfazioni sul piano professionale ma anche su quello umano. Quali sono i ricordi più cari di questi anni che conserva? Per quel che riguarda il piano personale, ogni nuovo incontro è stato anche un’opportunità di scambio che talvolta si è tradotto anche in amicizie durature nel tempo: conservo ancora con cura tutte le lettere che ogni ospite al suo ritorno in Francia o prima di partire mi scriveva per manifestarmi la sua gratitudine, e tutt’oggi c’è chi mi scrive o mi manda un pensiero a distanza di tempo. Ma non dimentico anche che questo lavoro così come mi ha permesso di vivere le più belle esperienze, di vedere posti nuovi e conoscere nuove persone, in certe occasioni mi ha fatto vedere l’inferno: il mio compito è anche assistere i cittadini francesi più deboli e far sentire loro che la loro patria seppur lontana è presente: sono stato, per queste ragioni, anche nelle carceri, nelle camere mortuarie, negli ospedali psichiatrici. Sul piano professionale, invece, sono tre le occasioni a me più care: la prima quando ricevetti l’Ordre National du Mérite, un ordine della Repubblica francese che premia il merito; la seconda quando venni insignito delle Palmes Académiques, un riconoscimento per i meriti nel settore culturale, per aver dato appoggio alla promozione della francofonia e, l’ultimo, nel 2007, quando ho ricevuto la Légion d’honneur, un premio al merito eminente nella vita civile e militare che pochi sardi hanno avuto l’onore di ricevere. Questo incarico è presente anche nei suoi progetti per il futuro? Spero di sì, spero che l’anno prossimo venga rinnovato per altri cinque anni. Poi al suo termine potrò tornare “a coltivare il mio orto”, fiero di aver rappresentato una nazione che ha fatto la storia dell’Europa e dalla quale hanno origine quei valori che oggi stanno alla base della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, un’opera che oggi più che mai consiglio a chiunque di leggere.

C.C. il Cagliaritano

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EVENTI: I 450 ANNI DEI GESUITI IN SARDEGNA INCONTRO CON PADRE FEDERICO LOMBARDI

L «In poche regioni come in Sardegna i gesuiti hanno una tradizione così forte». Sono le parole di Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa e della Radio Vaticana, a Cagliari per celebrare i 450 anni della presenza dei gesuiti nell’isola. «Quella della Compagnia di Gesù è una presenza fisica e spirituale: i gesuiti si sentono a casa in Sardegna». Padre Lombardi – anch’egli appartenente all’ordine fondato nel 1534 da Sant’Ignazio di Loyola – lo scorso 27 novembre ha incontrato i giornalisti nella sacrestia monumentale della chiesa di San Michele. TEOLOGO E GESUITA. Nato a Saluzzo (Cuneo) 67 anni fa, dopo gli studi matematici e teologici in Germania, ha collaborato con la rivista dei gesuiti “La Civiltà Cattolica”. Per vent’anni è stato al servizio della Radio Vaticana, prima in qualità di direttore dei programmi, e dal 2005 come direttore generale. Dal 2001 è direttore del CTV (Centro Televisivo Vaticano). L’11 luglio 2006, Papa Benedetto XVI lo ha nominato direttore della sala stampa della Santa Sede al posto di Joaquín

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A COMPAGNIA DI GESÙ qu

Navarro Valls, che aveva ricoperto la carica per 22 anni. Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, Lombardi parla correntemente inglese, francese e tedesco, legge e capisce lo spagnolo e il portoghese. «Sono un accanito difensore della molteplicità linguistica del Vaticano: è un segno di universalità e apertura nei confronti delle diverse culture. Lo si è visto nel recente viaggio del Papa nella Repubblica Ceca: sono bastate poche sue parole in ceco per suscitare un grande entusiasmo. La gente si sente capita e rispettata». I MEDIA, L’ENCICLICA E IL CROCIFISSO. Non lo stupisce la tendenza dei giornali ad estrapolare alcune frasi del Papa e ad interpretarle in modo che appaiano riferite a fatti politici italiani. «I media sono sempre alla ricerca spasmodica di notizie, ma i discorsi del Papa sono molto più ampi, sono principi generali. Ho molto rispetto per i giornalisti, ma io sono un tramite: non dò giudizi, aiuto solo a capire meglio. Vivo il mio ruolo come un impegno al servizio del Santo Padre”. Lombardi ha poi citato la terza enciclica di Benedetto XVI,

“Caritas in Veritate”: «In alcuni paesi ha avuto poco risalto, ma è stata accolta con attenzione in gran parte del mondo. Tratta molti argomenti diversi: crisi economica, immigrazione, ambiente; sarà oggetto di approfondimento e discussione». Infine, fra i tanti argomenti, non poteva mancare la vicenda attuale del crocifisso nelle aule scolastiche. « È una sentenza che non considera le radici cristiane dell’Europa: il Pontefice non ha condiviso questa valutazione». Sulla teoria della reciprocità nel rapporto fra le religioni, Padre Lombardi sostiene che «da un punto di vista evangelico non si può ragionare in questi termini, l’atteggiamento del cattolico deve essere diverso». I VIAGGI. Padre Lombardi accompagna il Papa in tutti i viaggi all’estero, ma non in quelli in Italia. Perciò non era presente in occasione della visita pastorale di Benedetto XVI a Cagliari, il 7 settembre 2008. «Però l’ho visto gioioso, felice di stare con i giovani». Per il 2010 sono quattro i viaggi all’estero previsti: il pontefice sarà a Malta in aprile, in Portogallo e a Fatima il


Roberto Tronci

Roberto Tronci

qui è di casa

di Francesco Fuggetta

Roberto Tronci

13 maggio (data dell’apparizione della Madonna), a Cipro ad inizio giugno e in Inghilterra a settembre. Altri viaggi non sono stati annunciati ufficialmente: «il Papa – riferisce Lombardi – è sempre molto prudente nelle decisioni di lungo periodo». IL RITRATTO DEL PAPA. «Il Santo Padre è una persona che affascina per la sua gentilezza e la grande umiltà, ascolta e desidera capire. È sempre un piacere parlarci, perché ti mette a tuo agio e mai in soggezione». Impossibile, per padre Lombardi, non fare cenno al cambiamento nella comunicazione fra Ratzinger e Wojtyla. «Sono due personalità molto differenti: Giovanni Paolo II aveva delle doti comunicative eccezionali, che facevano presa sui giovani, e che passavano anche attraverso la gestualità. Benedetto XVI è un intellettuale, un uomo di cultura: i suoi discorsi, articolati e ricchi di contenuto, sono una notevole ricchezza da approfondire. Le sue omelie, per la loro profondità, rappresentano il vertice della comunicazione».

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l’Auditorium Oèragrande

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ambia veste l’Auditorium Comunale di Piazzetta Dettori: quella che fino a poco tempo fa era una struttura utilizzata poche decine di volte l’anno apre i battenti alla Scuola di Arte Drammatica e dà avvio a una nuova stagione con rappresentazioni teatrali, rassegne, incontri e iniziative di varia natura. Nato nel Seicento come chiesa, divenuto casa professa della Compagnia di Gesù, per decenni sede dell’Archivio di Stato, luogo di riunione per le organizzazioni fasciste, questo spazio ha percorso trasversalmente le epoche della storia cagliaritana facendosi testimone della crescita e dei mutamenti di un quartiere che è cuore pulsante di Cagliari. Oggi, oltre che meta di migliaia di turisti e croceristi che mostrano interesse per questa struttura di pregio, l’Auditorium da “teatro semi abbandonato – come ha ricordato il Presidente della Scuola di Arte drammatica Lelio Lecis – si trasforma così in uno spazio vitale, vivo, che diventerà un vero e proprio punto di riferimento per i giovani che si avvicinano al mondo del teatro di tutta la città e hinterland”. Se questo è stato possibile si deve soprattutto alla possibilità concessa dal Comune allo stesso regista Lelio Lecis e alla sua scuola che, affermatasi a livello nazionale grazie alla sue esperienza ventennale, risulta essere la sola realtà formativa riconosciuta dal Ministero. “Sono più di cento gli allievi della scuola – ha ricordato Lecis – e il Comune ha approvato il progetto per dare una scuola a questi ragazzi. Proponiamo corsi diversificati così da coinvolgere persone che vogliono anche solo met-

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tersi alla prova, socializzare, in vista di un fine non solo teatrale ma anche pubblico”. In merito al calendario degli spettacoli, afferma “Io non sono il direttore artistico che sceglie quali compagnie possono entrare o meno, la regola per il calendario è solo che ogni week end ci sia uno spettacolo. Sono state pensate agevolazioni per quelle compagnie che per i loro spettacoli scelgono il week end e periodi in cui il teatro non c’è. Ho preso l’idea da Elio Arthemalle che dopo il successo della prima non aveva mai lo spazio per le repliche. Grazie all’assessore Pellegrini non c’è un affitto prestabilito, ma solo l’accordo di pagare il 50% di quello che incassano fino a un massimo di 600 euro. Noi ci siamo occupati di migliorare il palco, aggiungere venti luci, il Comune ha fornito un proiettore video professionale. Ora abbiamo preso anche tutto il necessario per le pulizie perché è rimasto chiuso per lungo tempo e perché sarà la nostra scuola ad occupare il teatro per circa 150 giorni l’anno, diventando così la presenza più assidua”. “Si respira un’aria nuova in questi ammodernamenti – ha affermato l’assessore alla Cultura e allo Spettacolo Giorgio Pellegrini – Alla Scuola Civica di Musica ora si è aggiunta quella di arte Drammatica con la rinascita anche di uno spazio storico come il Piccolo Auditorium. Il Comune ha fatto tanti passi in avanti, soprattutto dal punto di vista economico dove da sempre è in corso il braccio di ferro per chi nella cultura non ha quanto meriterebbe. Quest’offerta mirata di Lecis è apparsa da subito molto ghiotta e da amministratore mi sento molto rassicurato dalla sua presenza come

superiore in questo spazio importante. La professionalità: è questo che porta la nuova gestione”. In questi venticinque anni di dirigenza Cagliari è cresciuta tanto – afferma la dirigente all’Area Servizi ai cittadini Ada Lai – Sono sempre stata convinta che la cultura salverà il mondo e questa verità è ancora più valida quando si parla di politiche sociali: penso che il disagio giovanile possa davvero trovare una soluzione attraverso questo mondo affascinante, delle nuove professioni. Una scuola può animare un quartiere, qui accanto sta nascendo anche il Museo del Mediterraneo. Stanno andando di pari passo il progetto sul bullismo e quello teatrale e ciò che auspichiamo è che questo teatro divenga il centro per una crescita sociale e culturale per i nostri figli”.

Roberto Pili Presidente del Consiglio della Provincia “Lelio rappresenta per questo luogo una garanzia, è un grande operatore di cultura e non certo una meteora come in Sardegna siamo avvezzi a vedere. Creeà indubbiamente qualcosa di stabile per molti giovani e persone di ogni età che potranno accedere a nuovi ambienti culturali, generando certamente un ritorno anche sul piano sociale”

Elio Arthemalle Attore ex allievo di Lelio Lecis “È sempre una festa quando apre un teatro ed è vero che la cultura salverà il mondo ma purtroppo talvolta è il mondo a non salvare la cultura. Anche poter far vedere ciò che si possiede non è semplice e costituisce solo un punto di partenza. Siamo felici dell’autogestione, è un’occasione per far aumentare la sensibilità dell’ente pubblico e per far aumentare la qualità dell’offerta. Ogni aspetto è stato concertato dalle compagnie, dagli orari al prezzo del biglietto per andare incontro alle esigenze di tutti”


Alta FreQuenza Caterina Murino riparte dal teatro. E da Cagliari... testo Laura Bonu / foto Enrico Spanu

Nel 1978 le radio italiane trasmettevano “Il triangolo no” e la morale da sempre ci insegna “due cuori e una capanna”. Ma lui non la pensa così, non Jorge Amado, che nelle pagine della sua “Donna Flor e i suoi due mariti” descrive un vibrante Ménage à trois: onestà e premura da una parte, sensualità e magia dall’altra. Lei, lui e l’altro, dunque, dove lui è Paolo Calabresi, l’altro Pietro Sermonti e lei è Caterina Murino, sarda nell’aspetto e nell’anima, che nella sua Sardegna ha esordito in teatro. «Il mio personaggio è rivoluzionario, nessuno può avere legalmente due compagni, figuriamoci una donna», dice Caterina, «Ma non rivedo molto di Donna Flor in me, anche se la regista sostiene il contrario». E se è vero che il primo amore non si scorda mai, Caterina torna a teatro, lei che l’arte pare avercela addosso: la madre pittrice e cantante, il nonno appassionato di musica. «I miei genitori si sono dati appuntamento per un opera la prima volta che si sono visti, evidentemente il teatro è nella mia genetica», scherza. E deve aver convinto il suo modo di essere protagonista sul palco, leggera ed elegante, bella e sensuale, perché al teatro Massimo di Cagliari registra il tutto esaurito. «Ero emozionata e preoccupata di dovermi presentare ai cagliaritani. Da qui partono molte prime mondiali ed il pubblico è educato al buon teatro, esigente, non è una piazza facile da conquistare», confessa Caterina. «Gli applausi ricevuti, però, mi hanno gratificata molto, è stata una grande soddisfazione riempire il teatro». Così l’abbiamo lasciata andare Caterina, determinata e risoluta, con un costume di Miss Italia in valigia. Passaparola, il teatro a Milano, cinema e Tv le hanno dato la popolarità, senza perdere quella gentilezza e quel sorriso mediterraneo che da sempre la contraddistinguono. «I primi lavori teatrali li ho fatti a Milano, in un piccolo teatro in cui i bambini mangiavano popcorn a tre centimetri dal palco e alcuni mi si addormentavano davanti. È stata una bella scuola di formazione», racconta, «ma ciò che mi ha regalato la popolarità è stato uno spot francese, che ho vinto proprio grazie alla mia sardità, almeno così mi disse il regista. Non parlavo una parola di francese ma la tradizione mediterranea è stato il mio punto di forza». Dicono di lei che sia gentile e generosa, oltre che bella, e qualche volta l’apparenza non inganna. Testimonial Amref, la Murino racconta i viaggi in Kenya e in Etiopia. «Nel 2006 la Beers, un’azienda che estrae, lavora e commercializza diamanti in Sud Africa, mi ha chiesto di disegnare un diamante, il cui ricavato sarebbe andato in beneficenza ad un’organizzazione da me scelta», spiega, come le contraddizioni nella vita qualche volta convivano armoniosamente, «scelsi l’Amref, perché aveva una sede sia in Italia che in Francia, e loro durante una serata di gala alla Tour Eiffel mi chiesero di diventare la loro testimonial. Non potevo dire di no». Paese di residenza Francia, dove ha una casa, l’amore e il lavoro, ma la Sardegna la porta nel cuore.

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Tu sei bellezza: 50 donne per dire no allo stereotipo della perfezione

La Boheme, tra passione e sentimento testo Michela Sorgia / foto Priamo Tolu

foto Gerald Bruneau

“Tu sei bellezza”: San Francesco con i suoi versi svela il vero significato della bellezza. La perfezione, ammesso che esista, non è l’unica cosa importante nella vita, ciò che conta realmente è la verità dell’individuo e non la sua omologazione a modelli imposti. Da questa idea è partita l’Associazione DonnaDonna Onlus, che fa parte del progetto “Uniti contro i disturbi alimentari…..per un nuovo modo di pensare e pensarti”, dove la parola “uniti” è la vera protagonista. Gli splendidi scatti del fotografo di fama internazionale, Gerald Bruneau, immortalano 50 donne vere di tutte le età e taglie che si sono messe in gioco per testimoniare la loro unicità e dire no agli stereotipi sulla bellezza femminile. Coperte solo da drappeggi di velluto rosso, casalinghe, donne in carriera, studentesse, artiste, hanno posato davanti alla macchina fotografica mostrando le loro diverse personalità e creando una vera armonia tra l’essere e l’apparire.

Le mura di pietra vissuta nel quartiere latino della Parigi di fine ‘800 trasudano di umanità, stenti e personaggi che sfidano la vita. Si apre il sipario del Teatro Lirico di Cagliari, subito l’arte investe la platea con la grazia e la maestria di quel lavoro minuzioso e rigorosamente artigiano che costruisce la scena ed i costumi e rende l’atmosfera unica ed assolutamente credibile, affascinante come solo i vicoli di un quartiere storico sanno essere. Dalla soffitta al Cafè Momus i personaggi ed i tanti figuranti si fondono con l’ambiente di scena e con gli oggetti d’epoca (la macchina da scrivere, la bicicletta ed anche un’automobile) che appaiono per completare la magistrale interpretazione. I quattro amici, il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard e Colline il filosofo, e l’allegra Musetta condividono le sorti della miseria durante un inverno rigido. Anche in amore non basta il calore del cuore per intiepidire le mani gelide, così si intreccia il melodramma d’amore del poeta con la giovane e graziosissima Mimì, ricamatrice di rose e gigli. Francesca Sassu è l’interprete di una Mimì così come lo stesso Puccini avrebbe voluto, giovane come il suo personaggio racconta, dolce ed esile. Sassarese, anche d’origine artistica, ha già portato Mimì in altri importanti teatri e lei, orgoglio della nostra isola, ha già debuttato anche alla Scala di Milano. Elisabetta Scano è una splendida e provocante Musetta che rallegra e racconta altre espressioni del vivere nella Parigi di fine ‘800 e dell’amore un po’ vagabondo ma pieno di misericordia e solidarietà. Una voce soprano di gran classe che si è distinta in molti altri ruoli tra i quali è stata la Regina della notte nel Flauto Magico, Amina nella Sonnambula e - nel 2008 - ha interpretato il ruolo di Adina nell’Elisir d’amore con la regia di Michele Mirabella. La grande macchina del Teatro Lirico con La Boheme ha portato poi con sé nomi tra i più prestigiosi della scena mondiale. Il regista Giancarlo Monaco è uno dei più importanti della sua generazione ed il direttore d’orchestra Anthony Bramall conosce il repertorio italiano d’opera come pochi altri al mondo. La Boheme, l’opera più amata di tutti i tempi di Puccini, ha chiuso la stagione lirica 2009 lasciando il gusto dolce di una storia che attraversa i tempi e mantiene l’immutabilità della commozione davanti all’amore eterno.

New Glamour Made in Sardinia Per Martina Olla la parola d’ordine è creatività: stilista emergente, ad appena 27 anni annovera importanti sfilate di moda e collaborazioni con rinomate aziende per spot e videoclip di livello nazionale. E tra murales per interni e ritratti in stile New Glamour anche il successo delle sue mostre ed esposizioni è pronto al decollo. V. C.

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Gavino Sanna festeggia “Vipere insieme”

Gavino Sanna, vincitore dell’Oscar americano della pubblicità, festeggia l’uscita della sua raccolta di caricature “Vipere insieme”, che ha già riscosso grande successo anche tra Emilio Floris, la figlia Rosanna e Simona De Francisci (con lui nella foto). Avranno brindato con una coppa dei suoi rinomatissimi vini Mesa?

Michael Locci e i suoi pattini d’oro: a soli 17 anni è campione del mondo testo Claudia Cao / foto A.s.co. Skating Concorezzo

Luca Pinna per la tutela ambientale

Luca Pinna, referente regionale per la Sardegna del WWF, è uno dei protagonisti della tutela ambientale e paesaggistica del nostro territorio. La Sardegna ha la fortuna di possedere un patrimonio verde di incommensurabile bellezza da valorizzazione e migliorare, per i sardi ed i turisti. “La Barbagia di Seulo” - film documentario di 63 minuti, diretto dal regista Pinna - immortala gli splendidi scenari dell’entroterra sardo, alla scoperta di ambienti suggestivi come Esterzili, Sadali e Seulo, dove il legame con la tradizione va oltre il folklore, alla continua ricerca dell’armonia tra passato e presente.

Mario Giua Marassi: quando lo spot è Sardegna Diciassette anni e un metro e ottantacinque di esplosività: è Michael Locci, medaglia d’oro ai mondiali di pattinaggio in Cina. Michael, metà sardo e metà brianzolo, ha indossato i pattini all’età di cinque anni, ed a soli dodici già conquista il primo posto nazionale con i tre giri nell’indoor, categoria ragazzi. Il primo di ben altri quindici primi posti nazionali collezionati in questi anni, che gli sono valsi il merito della selezione prima per gli europei del Belgio poi, dopo quattro podi guadagnati anche ad Oostende, per il mondiale. È naturale pensare che chiunque arrivi a un mondiale desideri portare a casa un bel souvenir e non solo il ricordo di un’esperienza ma per Micheal il souvenir era quello più prezioso: dopo l’undicesimo posto su pista, ecco i 500 metri e la vittoria: lasciando dietro l’avversario coreano (poi squalificato) e quello statunitense, Michael taglia il traguardo aggiudicandosi il primo posto. Il futuro? Michael ha già deciso: medicina e la passione per la politica sono la prossima sfida, con la speranza che tante nuove medaglie d’oro possano coronare anche i suoi prossimi traguardi.

Mario Giua Marassi, professione regista: giovane cagliaritano che con i suoi spot pubblicitari ha collezionato innumerevoli premi e riconoscimenti. La sua macchina da presa è il pennello con cui ha ritratto le meraviglie della sua isola, e i 10 premi che hanno segnato il trionfo dello spot per Sardegna Turismo ne sono stati solo l’ultima conferma. V. C.

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“Radio X Caso”... ma non troppo testo Laura Bonu / foto GIA

Nove giovani promettenti, uno studio da cui trasmettere, un progetto da portare avanti, tanti ospiti e occhio critico per quello che ci sta intorno. Ecco la ricetta di “Radio x Caso”, la radio che via internet dà voce ai giovani cagliaritani. Realizzata dall’associazione TDM, promossa dall’Assessorato alle Politiche Scolastiche e patrocinato dall’Unione Europea, la nuova Web Radio è l’occasione per tanti ragazzi di dire la loro. ANDREA ALTEA, 24 anni, studente di ingegneria, collabora da più di un anno con TDM. «Coordino e dirigo il progetto per far in modo che tutto funzioni come deve. La radio nasce in piena autonomia e siamo noi a sceglierne i contenuti e i format, ci riuniamo una volta settimana e cerchiamo di tirare fuori il meglio». CLAUDIO PIREDDA, 24 anni, laureato in Storia dell’Informazione e Comunicazione, presenta “Fuori Gioco”, in onda il lunedì e venerdì alle 17:30. «Parlo di sport, di ogni genere e categoria, dal calcio al poker. Spesso sono gli stessi protagonisti a raccontare le loro esperienze». Naturalmente non mancano speciali approfondimenti dedicati alla squadra rossoblu, con collegamenti in diretta e interviste esclusive. Il mercoledì, alle 11, possiamo ascoltare “Sogna con noi”, programma condotto da CAROLA SPIGNESI. Studentessa di Scienze della Comunicazione a Roma, dedica questo spazio al sociale, un mondo silenzioso, raccontato direttamente da chi il volontariato lo vive sulla propria pelle. «Da un’idea di Michele Demontis è nato anche “Lettere Cagliaritane”. Puntata dopo puntata presentiamo al pubblico un personaggio politico, cercando di spaziare nel suo personale, senza cadere in trappole propagandistiche». Al microfono, per “Scintillante Sardegna” e “Love Affairs”, c’è GLORIA RUIU, 24 anni, laureata, con un buon curriculum nel settore della comunicazione. «Sono programmi freschi, il primo tiene informati gli ascoltatori su tutti gli eventi cagliaritani: feste, fiere, sagre, concerti o serate particolari, che seguiamo personalmente raccogliendo interviste e testimonianze dal vivo. Il secondo invece tratta dell’amore, in tutte le sue forme». MIRKO MATTANA, in arte LADY SUBURBIA, 21 anni e artista, è la mente di “Chiedilo a Suburbia”, un programma irriverente e frizzante che tratta argomenti scottanti, in onda il venerdì alle 18:30. «Cerco di dare consigli utili a persone che vivono esperienze particolari. La trasmissione comprende anche degli speciali musicali, che non solo riscuotono molto successo ma che spesso hanno interessato gli stessi protagonisti: abbiamo ricevuto i saluti in diretta da Paola e Chiara e collaborato con il fan club ufficiale di Laura Pausini». “Gemme preziose nel deserto”, invece, è condotto da DANIELE ADDARI, 23 anni, studente di filosofia, con la passione per il rap. Ogni puntata è collegata ad un colore, ad una tonalità della vita. «È un programma molto personale, alla musica avvicino colori, interviste, poesie e pensieri. Vorrei portare un po’ di colore in mezzo al deserto della quotidianità». MICHELE DEMONTIS e GIANLUCA FRONGIA sono gli ideatori di “Rock & Roll Bunker”: uno spazio dedicato a tutti i generi di musica e alla storia contemporanea o moderna. «La musica rievoca ricordi e sensazioni che sono lo spunto per affrontare temi storici determinanti nella nostra formazione culturale». Progetti futuri? Tanti. Un pulmino che girerà per le scuole per raccogliere idee ed esperienze, un nuovo programma in cantiere dedicato al cinema e curato da JESSICA ORRÙ, 30 anni, studentessa di lettere moderne e la voglia di espandere l’organico, quindi FATEVI SENTIRE.

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I LUOGHI DEGLI INCONTRI A CAGLIARI, TEMPO FA

SI RECITAVA “C

he sfarzo il “Caffè Indipendenza” di Cagliari e che belluria! Tutto vetrine in ghingheri, tutto accivettare di specchi, di lacche e di marmi:e lusinghe di agghindature rococò e pretese di eleganza”. Con queste parole Filiberto Farci introduceva la prefazione al “Bellu schesc’ ‘e dottori” di Emanuele Pili, un’opera che ha gettato le basi del teatro in lingua sarda e la cui scena, non a caso, si apre proprio nel Caffè Indipendenza nel Corso Vittorio Emanuele. Erano lontani gli anni d’oro del Caffè già quando Farci scriveva quelle pagine, ma ancora oggi tra le battute di quest’opera sembra di sentire palpitare il cuore di quella Cagliari che tanto bene Pili ha saputo osservare e cogliere in tutti i suoi aspetti più caratteristici. Non è difficile, all’aprirsi della scena, vedere rivivere il Corso pullulante di gente. Luogo per antonomasia de “sa passillara”, tutti vi camminavano incolonnati in perfetto ordine: da un lato la classe popolare, dall’altro quella signorile. Le ragazze con i loro eleganti cappelli che si espandevano in spampanature di fiori e pennacchi, gli uomini elegantissimi nei loro panciotti fantasia, soldati e studenti e servotte si scambiavano occhiate alternate a motti e scherzi di ogni sorta. Molti di loro sono diretti proprio lì, al caffè più popolare e frequentato della Cagliari ottocentesca: dagli amanti dei celeberrimi pasticcini e delle brioche di Sor Avendrace ai giocatori che si radunano in quell’ambiente intimo e casalingo dei tavoli da gioco. Sperimentatore e innovatore, Pili ha avuto il gran merito di saper riprodurre con eleganza sciolta e garbata lo scenario che fa da sfondo e da cornice all’azione: da osservatore acuto e penetrante indagatore di anime quale era, Pili è sceso in mezzo al popolo cagliaritano, ha circolato nelle anguste straducole dei quartieri di Stampace, è entrato nei “bascius” di Castello, nelle taverne della Marina, nei tuguri del sobborgo di S.Avendrace. Ma soprattutto nel mescolarsi con

al Caffé Indipendenza di Giampaolo Lallai

uomini di ogni classe, nello studiarne i costumi e le voci più strettamente locali, ha saputo coglierne le espressioni più caratteristiche: da qui i suoi dialoghi fervidi e scintillanti, da qui l’irresistibile comicità delle azioni e dei suoi personaggi. Quando Pili scrive “Bellu schesc’ ‘e dottori” non esisteva un teatro in lingua sarda, per farlo bisognava tornare indietro nei secoli a quelle Sacre Rappresentazioni che avevano avuto tanta diffusione in tutta Italia fino all’Ottocento. Ma la commedia, quella borghese, capace di far parlare tutta la società nel suo dialetto con dignità di lingua letteraria, non c’era ancora, in buona misura scoraggiato anche dall’impossibilità di portare al di fuori dai confini dell’Isola un’opera in una lingua che nessuno avrebbe compreso nello Stivale. Ma Pili ha accettato e superato la sfida con grande maestria: ha saputo trasporre nel dialogo in dialetto sardo il verso, quello moderno, martelliano, conferendo grazia e varietà alla sua opera. E se Farci coglie nell’opera del Pili la mordacità e la satira caratterizzanti Plauto e di Terenzio, non possiamo far a meno di ritornare al primo commediografo latino anche per la centrali-

tà conferita a Perdu, il vantone tipico dell’opera plautina, e per quella acuta capacità di osservazione emergente dalla galleria di personaggi e macchiette sapientemente riprodotta in quest’opera. Per citarne qualcuno ricordiamo Zaccheddu, uno di quei “picciocus de crobi”, sempre allegri e chiassosi in riga sull’orlo del marciapiede nei pressi del Mercato, o Baccheddu, il faccendiere imbroglione che ride dell’ingenuità dei villani e che ricorda il parassita della vecchia commedia, ma che finirà a sua volta vittima delle beffe degli altri. Emblematico il personaggio di Donna Angeledda, che vanta nobili discendenze e che ricorda l’alterigia dei cagliaritani d’altri tempi, che facevano del loro essere “cittadini” un motivo di preminenza morale rispetto a “su biddunculu”, guardato con commiserazione, considerato razza inferiore. Si potrebbe continuare con Gironi, il commerciante arricchito e poi caduto in disgrazia, Efisia ex panattara che cerca di nascondere le sue umili origini dandosi arie da dama, tutti esempi di quell’acutezza che ad ogni livello dell’opera di Pili traspare, e che fanno dei suoi versi tra i più vividi ed efficaci ritratti della Cagliari di fine Ottocento.

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abcdefghijklmno

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Glamour City

Sveta che si scioglie al nostro sole

fotoservizio, Franco Russo

I LIKE IT

Décolleté Ferragamo; Serpentine by Roberto Cavalli; Prada; Caffè Libarium

Svletana Lisichonak, nata a Minsk nel 1983, laureata in Filosofia e Scienze Socio Umanistiche, traduttrice madrelingua, vanta numerose esperienze nel campo della moda e fotografia. Centosettantadue centimetri di bellezza, capelli biondi e occhi azzurri, è il nuovo volto della GIA Comunicazione, scelta come testimonial per l’incontro tra Sardegna e Mosca: sarda d’adozione ma russa d’origine.

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GC

pqrstuvwxyz

Valentina Caruso, modella e studentessa di archeologia classica, col suo fascino mediterraneo da anni è testimonial della nostra isola per concorsi e pubblicità a livello nazionale e internazionale, protagonista di video musicali e video-arte, e collaboratrice di alcune riviste di cultura. Insomma, a soli 25 anni, un vero esempio di impegno a 360°.

Valentina, viso sardo a Mosca foto sopra e in basso a sinistra, Piero Caput; foto sotto, Chiaroscuro

I LIKE IT

Miss Sixty Jeans; Culurgiones; Bvlgari; El Peyote

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L

e magnifiche 13 della della A.S.D. POLISPORTIVA AIRONE, Settimo San Pietro: il team al completo (o quasi) della squadra di serie D femminile. La pallavolo la conoscono da una vita loro, che con la palla in mano ci stanno da bambine. Tre allenamenti alla settimana, ventidue partite da disputare, e un solo obbiettivo nella testa: questi sono i numeri delle Aironcine che con grinta e pas-

Le Aironcine

sione tentano sabato dopo sabato di scalare la vetta. Un ringraziamento al presidente Patrizia Puliga, ai dirigenti Federico Palmas, Arianna Marci e Luigi Spina, all’allenatore Marcello Ligas, e ovviamente a loro, protagoniste della stagione 2009/2010: Silvana Carbone e Greta Manzinali (opposto),Simona Trogu, Laura Bonu, Barbara Meloni, Sandra Marci e Enrica Caddeo (bande), Monica Locci(libero), Marcella Ligia e Gloria Arangino (palleggiatrici), Maristella Putzu, Renata Pilia, Carla Fadda (centrali). L’Airone vi saluta e vi aspetta sulla gradinate della loro palestra in via 1°Maggio,ovviamente, a Settimo.

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Ramona Musiclady 38

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e sfilate di moda, le manifestazioni regionali e le trasmissioni televisive, sono state un trampolino di lancio per Ramona Musiclady. Ma quello che voleva fare, era la cantante: lo sognava da bambina, quando cantava per la casa, lo sognava da adolescente quando decide di lasciare il pianoforte per incidere un singolo “Tom y piano” (che riproporrà nel suo disco Lady), e continua a desiderarlo per tutta la giovinezza quando allo studio liceale affianca quello di musica e canto. Lo studio le apre un mondo musicale inesplorato, e la quotidianità sembra ispirarle testi sempre avvincenti, testi che raccontano di lei e della sua vita, così arriva il primo disco:Lady. Registrato tra Milano e Cagliari, Lady, le permetterà di conoscere e collaborare con grandi musicisti come: Carlo Pakmas, Ellade Bandini, Andrea Vargiu,Sandro Puddu e tanti altri. E questo è solo l’inizio per Ramona, la cantante dagli occhi di ghiaccio.

MICHELE ROVELLI Michele Rovelli, cantante emigrato dalla sua bella città, Cagliari, per dedicarsi alla musica e fare di questo la sua professione. Attualmente vanta collaborazioni con Beppe Dettori, Carlo Palmas, Daniele Silvestri, Pago, Franco Mussida. Diplomato al CPM di Milano con borsa di studio come migliore autore-cantante nell’anno 2009 rilasciata da Mara Maionchi e Alberto Salerno, tuttora insegna tecnica vocale in vari centri della Lombardia e lavora al suo progetto artistico seguito dal produttore Luca Rustici.


Silvia Bonato

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CAPOTERRA: Incontro con Marco Espa

Roberto Tronci

Il RE

CASTELLO

Stradine e gradinate, il necessario per una gara di Urban Down Hill, nella prima edizione del “King of the Castle” (Il re di Castello). Organizzato da Gian Domenico Nieddu, con la collaborazione di Piero Comandini, Gianni Giagoni, e Nanni Floris, la manifestazione ha visto oltre quattromila spettatori, divisi tra l’Urban Down Hill sulla rocca di Castello, e il Free Rider sul colle di Calamosca.

Lepsus

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SPECIALE CARNEVALE IN GIRO PER L’ISOLA

I

IN FONDO ALL’ANIMA

DEI SARDI


F

ebbraio mese del Carnevale, mese dei travestimenti, degli scherzi e delle burle. Fiumi di coriandoli e festicciole di quartiere. Il Carnevale, è tutto qui? Certo che no, soprattutto in Sardegna, dove ogni festa si intreccia alla secolare tradizione, si accompagna alla necessità di ricordare ed esorcizzare desideri, speranze e paure, si lega ai sapori della nostra terra caldi e corposi. In quei giorni, dove una maschera ci copre il viso, ci è concesso qualcosa in più, e oggi come ieri il carnevale rimane il tempo della liberazione.

SU MERDULE A OTTANA Il coinvolgente Carnevale di OTTANA, ricorda la vita pastorale, la perpetua lotta dell’uomo contro la natura e il loro indissolubile legame: uomo e bestia avvolti dall’abbraccio della vita. “Su Merdule”, indossa pelli bianche di pecora e sul viso una maschera nera antropomorfa in legno di pero selvatico, dall’espressione impassibile. Un bastone in una mano e una frusta in cuoio nell’altra, tiene a bada “Su Boe”, rappresentazione degli animali selvatici. I due procedono in un disordinato e tumultuoso corteo, che sa di lotta, e di spirito di sopraffazione, una rappresentazione che dice molto della caparbietà sarda. Su Merdule, si trascina con passo zoppo, oppresso dal peso della vita, ma fiero e tiranno, disciplina la furia de Su Boe, perché alla fine l’uomo vince sulla bestia, dopo essere diventato simile a lui, nell’aspetto (simili gli abiti) e nelle mosse (bestiali a tratti quelle del padrone). La festa è un rito apotropaico, per ricordare i propri connotati, umani, e dimenticare quelli animali. Affascinante la figura de “Sa Filonza”, una donna che indossa una triste maschera e uno lungo scialle nero, con in mano un fuso con cui fila la lana. Maschera temuta per il suo significato, tra le sue mani non un filo qualsiasi ma quello della vita, che continuamente minaccia di tagliare, a chi non le offre un bicchiere di vino. Così la festa richiama la tradizione, tutta sarda, del buon vino, legandosi Pag. 40, foto di Sarah Pinson da Peg. 41 a pag . 47, foto di Maurizio Artizzu


alla rinascita di Dioniso, che risveglia in primavera vegetazione e terra, indispensabile per l’economia sarda di ieri come di oggi. Tra mito e cultura Ottana accoglie il carnevale.

riosità che da sempre lo accompagna. “Sos Mamuthones”, terminata la vestizione (una cerimonia che ha il sapore della vocazione), si dispongono in due file da sei, per simboleggiare i dodici

nulla, l’espressione algida è nascosta da labbra, naso e zigomi sporgenti, le sembianze umane si perdono nella luccicante maschera. All’improvviso, uno degli Issohadores, lancia una rete

SOS MAMUTHONES A MAMOIADA

mesi dell’anno, e, ricevuto l’ordine dei “Issohadores”, mettono in scena una danza sacra e malinconica, un passo lento e difficile, avvolti da un silenzio quasi sovraumano, interrotto solo dall’ unico e malinconico suono de”sa carriga”.Dalla “bisera”, la maschera nera di legno d’ontano,non traspare

tra la folla, per catturare un prigioniero, un ostaggio che dovrà pagare come pegno per la liberazione un bacio o un bicchiere di vino. Diverse le interpretazioni per questa particolare tradizione carnevalesca: un rito apotropaico, forse, un rito propiziatorio per implorare Dioniso alla pioggia (molte sorgenti in

Maschere tenebrose, danze quasi tribali e lo strepitio di campanacci, è questa l’atmosfera del carnevale a MAMOIADA. Questo è uno dei Carnevali più inebrianti della Sardegna, grazie all’alone di miste-

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Sardegna hanno il nome di “Maimone” o una versione teatrale dell’antica lotta contro i mori. Di sicuro sappiamo che la parola Mamuthone significa pazzo, reietto, buono a nulla, furioso

e violento. Lui sarebbe la vittima nella quale il Dio della natura s’incarna e la danza, un tentativo di passare dallo stato umano allo stato di folle divinizzato. Così tra dubbio e certezza incedono sicuri tra la folla che li adora, tanto da voler essere come loro.

SU ZIZZARRONE A GAVOI Nel Carnevale di GAVOI, i veri protagonisti sono loro: la musica, il buon vino, i dolci tipici, e ovviamente la vit-

de su pipiolu, proseguono incessanti fino a notte fonda. Da tutti i rioni “Sos Sonadores” si radunano nella piazza della parrocchia, percuotendo i tamburi al ritmo dei balli sardi, poi

tima del carnevale, “Su Zizzarrone”. Un fantoccio, che portato in groppa ad un asino per le vie della città, chiude il carnevale con un rogo. Ma quello che stupisce di questi festeggiamenti è l’aria di festa in cui sono immersi, abbandoni i toni cupi e tragici, tipici dei carnevali Barbaricini, i balli al suono

in un’attimo silenzio e un solo suono all’unisono da il via alla processione per le strade del paese. Il corteo di suonatori con i visi neri di fuliggine, passa tra le case, sfila, bussando alle porte e insaporendo le vie con il sapore delle “zippulas”, dei “pilichittos”, arrosto di maiale e agnello, fave e for-

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maggio. Questo è ciò che resta oggi dell’antico rito propiziatorio dei gavoesi alla natura madre e matrigna, perché si ridestasse dal letargo invernale.

SU BUNDU AD ORANI “Su Bundu”: maschera in sughero con corna, baffi e pizzetto, camicia e gilet, pantaloni di velluto e gambali di cuoio.

I contadini, andavano così per le campagne sarde, e in mano “su travutzu”, un lungo forcone in legno d’olivastro. Il carnevale di ORANI, mette in scena il rito della semina: il gran vociare e i gesti scomposti, il caos intorno ad ogni movimento, sembrano provenire dagli inferi e intimoriscono i presenti. Diverso e tenebroso questo carnevale, il personaggio incarna un essere in bilico tra natura umana e animale, e poi quei movimenti scomposti e violenti, quelle voci cupe e gelide, sembrano

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indicare esseri infernali. Secondo la credenza degli anziani, nelle notti in cui si scatenavano violenti temporali o bufere di vento, i terribili lamenti de “sos Bundos”, diventavano così chiari da potersi udire a chilometri di distanza. La credenza popolare racconta che in una di quelle notti, un contadino coraggioso si travestì da Bundu,

vezza del buon costume cittadino. A LODINE il Carnevale ha il sapore dell’espiazione. Un’artista locale, scolpisce un fantoccio con la maschera di legno, avente le fattezze di un personaggio della comunità, o di una figura nazionale o internazionale che durante l’anno si è distinto per il suo esempio negativo. La pantomima mette in

unendosi a quella strana compagnia per invitarli a comportarsi con rispetto nei confronti della gente e dei raccolti. L’opera di convincimento andò a buon fine e così gli esseri infernali si unirono a lui nella semina e nella cura del raccolto. Le forze primordiali del bene e del male si placano in armonia, tra gli ululati di maschere infernali.

scena un funerale: un lungo corteO di uomini travestiti da vedove con il viso dipinto di nero, da una parte, e “Sas Umpiazias”, con una maschera di sughero che rappresenta un personaggio del luogo, dall’altra. Sono questi ultimi con i loro vestiti neri, a portare di casa in casa il fantoccio, deriso e sbeffeggiato, e sono loro a ricevere i doni delle famiglie che offrono vino, pane e dolci per il banchetto finale. Il processo, dalla condanna certa, anticipa il rogo, condanna finale per i pec-

SAS UMPIAZIAS A LODINE Liberazione dal male, punizione per un comportamento irrispettoso, sal-


cati terreni. Secondo la tradizione solo la maschera di legno si salverà dalle fiamme: monito da esibire nei carnevali futuri.

MAMUTZONE A SAMUGHEO

sporta pelli bovine secche, simboleggia presagio di morte, perché i sardi dovevano proteggersi anche in quelle campagne, in quelle terre da cui traevano sostentamento .

LU LINZOLU A TEMPIO

Dioniso, la sua passione e la morte, sono ricordate nel carnevale di SAMUGHEO, ma anche la sua sfre-

Trasgressione, divertimento e penitenza qualche volta possono convivere, è

natezza che libera gli uomini da inibizioni e li fa ballare e cantare. Alle tradizioni agropastorali dobbiamo le maschere dei “Mamutzone”, con un abito di fustagno scuro e il volto annerito dal sughero bruciato, con “campaneddas e trinitos”; ed ancora “s’Urzu” con un unico grande campanaccio sul collo a guida del gregge, “s’Omadore” il pastore, con un lungo pastrano nero, tra le mani un bastone e una zucca contenente vino e pungolo e infine “su Traga Cortgius” che tra-

quello che succede a TEMPIO, durante il periodo del Carnevale. In questi giorni viene fuori tutto lo spirito contagioso e goliardico dei tempiesi, a volte represso durante il resto dell’anno, che si trasmette con un solo sguardo. “Lu Linzolu”, la dama del carnevale tempiese, era vestita di un lenzuolo di lino o di seta, finamente ricamato, legato alla vita da una cordicella colorata o da spille d’oro. Così vestita attrae il suo cavaliere “Gabbanu”. E non possiamo dimenticare “Mascari

in Dominu”(più recente delle altre), vestita di una tunica in raso o seta, con cappuccio e guarnita a piacere con nastri e perline. Amori, tradimenti e scherzi atroci hanno vissuto sotto questa tunica nera, scrigno segreto di malizia e mistero. L’emancipazione femminile a Tempio, durante il Carnevale, prende il soppravvento.

SA CARRELA ‘E NANTI A SANTULUSSURGIU Il cavallo, nobile animale, e la cavalleria blasonata arte antica. I primi a portare questa pratica a SANTU LUSSURGIU sono stati i Giudici di Arborea e i vicerè spagnoli, che incrementarono l’allevamento dei cavalli con razze speciali per le corse. Il Carnevale parte da qui, con una corsa a pariglie dette “Sa Carrela ‘e nanti”, una spericolata e spettacolare

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gara che richiama a sé tutta la cittadinanza. Durante la corsa i cavalieri dimostrano la loro grande abilità equestre, ma soprattutto il loro spirito combattivo celato dalla compostezza e regolarità tipica della cavalleria, e il pubblico non solo assiste stupita alle acrobazie equestri ma partecipa divertita, aprendosi come un varco, un attimo prima dell’arrivo dei cavalli, per poi richiudersi subito dopo il loro passaggio.

SA SARTIGLIA AD ORISTANO La giostra equestre di ORISTANO stano è uno spettacolo teatrale o quasi: uno spazio scenico, attori, spettatori e registi, sembra non mancare nulla.”Su Componidori” è il re della giostra, tutte le attenzioni sono per lui. Il momento della vestizione è magico, su Componidori abbandona le sue sembianze umane per vestire panni divini: una camicia di lino seicentesca, con sbuffi legati da nastri del colore del gremio a cui appartie-


ne e sopra “Su cojettu”, un vestiario che include diversi dominatori della Sardegna. Lui, con in mano “sa Pippia de maju”, uno scettro, benedice la folla dei partecipanti e da inizio a “Sa Sartiglia”. Da adesso in poi un unico obbiettivo, una stella da infilzare e la millimetrica precisione dei cavalieri; più stelle sono infilzata più generoso sarà il raccolto. Sa Sartiglia è la mamma del Carnevale Sardo,ogni gesto e movenza, racchiude significative tradizioni della nostra isola, richiamando carnevali di altre zone: i cavalieri sono dodici, come i “Mamuthones” di Mamoiada, la dività androgena del re della giostra, che si presenta in posizione supina poi ritorna in quella eretta, indicherebbe la morte e rinascita del dio Dioniso( come nel carnevale di Samugheo). La speranza nella buona sorte, corri e non fallire, misterioso cavaliere, perché il raccolto della Sardegna dipende da te.


BOBBOYS CARLO PALMAS, ZONA MISTA E LAURA PAUSINI

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oi Cagliaritani non ci abituiamo mai alla nebbia, alla foschia mattutina degli scenari milanesi, noi viziati dal tiepido sole anche d’inverno. Non fa eccezione neppure Carlo Palmas, artista isolano dal talento straordinario, storico componente dei BOB BOYS, emigrato nel “Bunker 54” (la sua nuova attività musicale), perché si sa lì gli spostamenti sono tutta un’altra cosa. «Se potessi gestire tutti i miei contatti da casa, mi trasferirei a Cagliari senza esitare nemmeno per un minuto. Qui la qualità della vita è tutta un’altra cosa» confessa Carlo al Cagliaritano. Lui a casa ci torna spesso, «mi manca il mare, il sole e la mia famiglia» dice, ma questa volta ad accoglierlo ha trovato un locale stracolmo di fan, quelli che lo sostenevano quando chitarra alla mano girava per tutti i locali della Sardegna e quelli che lo applaudivano dopo le sigle di Zona Mista, lo storico programma di Giorgio Ariu, che gli ha regalato il primo bagno di folla: lì a suonare le sue canzoni e a cantare con i giocatori del Cagliari. «Il proprietario dell’FBI è un mio amico, lo conosco bene, e un giorno chiacchierando è nata l’idea di una rimpatriata», racconta nella nostra redazione di Via Sardegna, «Le canzoni di

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sempre, la affezionatissima Games People Play, con cui eravamo soliti aprire i concerti, ma soprattutto i visi di sempre. È stato come tornare in famiglia dopo tanto tempo». E in effetti, ne ha fatto di strada, da quando è sbarcato nella penisola italiana più o meno vent’anni fa. A sentire i suoi racconti si perde la testa, è tutto un crescendo di nomi, progetti e canzoni. La prima collaborazione è quella con Luca Jurman, poi una canzone, Vero Amore,scritta con Antonio Galbati per i Ragazzi Italiani, il jingle per la pubblicità della Fiat Dooblo arrangiato con Falvio Ibba. E ancora le tournee, con Paola e Chiara, «Ai tempi di Vamos a Bailar», precisa sorridendo, e dal 2001 al 2005, in giro per il mondo con Laura Pausini, infine la collaborazione con Pago e la partecipazione al programma Sky di Geppi Cucciari, oggi responsabile delle basi musicali per il programma XFactor. Una vita al top,

sulla scia del talento ma soprattutto della professionalità. E quando gli domando il ricordo più bello non ha dubbi, «Il concerto di Laura Pausini a Cagliari. Dodici mila spettatori, lei che mi presenta alla mia città , e io che mi sento quasi un eroe. Il cuore mi batteva tanto forte da balzarmi quasi fuori. Non dimenticherò mai quel momento». E se vi capita di passare Bunker 54 Recording Studio’s di Milano, non vi stupite a vedere Alessandra Moroso o qualcun altro, prendere un caffè in zona nella pausa registrazione.


RICCARDO MARONGIU

IO NUOTANDO nuotando P

enso che il nuoto sia una disciplina particolare e complicata da praticare, mette a dura prova un’atleta sia a livello fisico che a livello psicologico, è una sfida perenne con te stesso, contro il cronometro, contro i secondi perché alla fine sono solo quelli che contano. Nuoto dall’età di tre anni, spinto un po’ dai miei genitori e un po’ dalla voglia pazza di stare in acqua. Non mi sono mai fermato, ora ne ho ventuno e continuo a praticare questo sport che ormai fa parte della mia vita. Il nuoto ti insegna a vivere, indicandoti la retta via, allontana doti da conoscenze sbagliate e insegnandoti lo spirito di sacrificio. Ti da le basi per la vita di tutti i giorni! In questa scuola di vita, si impara lo spirito di competizione ma anche quello di squadra,perche anche se in vasca ci vai da solo durante gli allenamenti il sostegno dei tuoi amici è fondamentale. Dopo tanti anni, quando si nuota assieme, si soffre insieme, oltre che amici si diventa quasi una vera e propria famiglia. Fortunatamente i miei sforzi sono stati ripagati: nel 2008 ho vinto due titoli italiani sia nei 50 che nei 100 farfalla e due medaglie d’oro ad un campionato italiano; per un nuotatore questo è il coronamento di un sogno, il modo per dimenticare anni di sacrifici ed allenamenti. Dall’età di nove anni, ogni giorno per due ore sono in vasca,a cercare di dare il meglio, ogni giorno un risultato in più da raggiungere, senza pause e con doppi allenamenti nei periodi di vacanza. A qualcuno sembrerà strano ma per un nuotatore è sempre un piacere entrare in acqua, ogni momento è quello giusto per allenarsi. Sono fortunato, madre natura e gli allenamenti mi hanno fatto raggiungere tanti risultati, ma nella vita bisogna sempre cercare di essere migliori e io cerco di esserlo vasca dopo vasca.

PROFILI SPORTIVI L’ESPERIA SULL’ASSE DEI GRANDI PRESIDENTI MARIO SIDDI ED EMILIO SECHI

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al minibasket al nuoto

una famiglia allargata

Era il 1948, quando a Cagliari nacque l’Esperia. Era il 1948 quando Mario Siddi, diede allo sport cagliaritano nuove strutture per andare lontano:un campo di pallacanestro coperto e uno scoperto, una piscina da 25 metri e un pistino di atletica. Il significato di Esperia non ci è dato saperlo ma di certo sappiamo che gli ha portato fortuna, firma di tante vittorie, fino alla ripetuta sfiorata promozione in A2. Pallacanestro, atletica, nuoto, specialità da curare come figlie per lui che la vita l’ha passata nello sport. E poi Emilio Sechi, alla guida della società per dieci anni, scomparso recentemente, aperto al dialogo e attento alle esigenze di tutti, un uomo che dello sport ha fatto un valore e che lascia un’eredità umana forte. Oggi, ed ormai da due anni, seduto alla poltrona della presidenza in via Pessagno c’è Marco Branca. Emilio Sechi ha lasciato un ricordo indelebile nella memoria dell’ Esperia. Qual è il suo ricordo? «Era un uomo di cultura, amico dei ragazzi e profondo conoscitore dell’animo umano. È stato un padre, un educatore e un amico per tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerlo». 1200 iscritti, 4 specialità, numerosi campionati anche nazionali e strutture da mantenere attive. Che prezzo ha tutto questo? «Questo è un grosso problema. L’aspetto economico ci preoccupa, gli introiti maggiori arrivano dalla piscina non agonistica e dal minibasket, ma non sono sufficienti per tutto. Le trasferte sono molte, cerchiamo di coprire il maggior numero possibile di spese, ma dove non arriviamo deve intervenire la famiglia del ragazzo. Il problema più grande sono le struttu-

re, i costi per la manutenzione sono troppo alti e questo ci crea non poche difficoltà». Cioè? «Siamo perfettamente consapevoli che qualche struttura è obsoleta. L’Esperia avvolte dimostra la sua anzianità anche strutturale e necessitando di continui interventi. Mi permetto di fare una piccola polemica contro il Comune di Cagliari che ormai da troppo si disinteressa dello stato dei nostri campi, in fondo la struttura è di sua proprietà, e noi avremo bisogno del suo supporto per tutti i problemi che una costruzione anziana come la nostra presenta». I giovani come vivono lo sport? La nuova generazione ha la stessa passione della vecchia? «Si per fortuna. Vengono agli allenamenti con regolarità e spesso dobbiamo chiedergli di lasciare il campo. Una volta qualcuno ha addirittura forzato la serratura nel cuore della notte per farsi due tiri a canestro, sono ragazzi e qualche volta esagerano. Il nuoto è la disciplina che richiede più impegno, con allenamenti faticosi, ma anche in questo settore gli atleti motivati non mancano». Che tipo di presidente cerca di essere? «Cerco di essere partecipe il più possibile, vado in trasferta, cercando di essere complice di gioie e dolori in ogni disciplina, anche se per motivi logistici il basket è la disciplina che riesco a seguire meglio. Mi sforzo di essere comprensivo e paziente, i ragazzi devono capire che l’Esperia è come una grande famiglia, dove ci si diverte ma dove ci sono delle regola da rispettare. Fare il presidente è un po’ come essere il padre in una famiglia allargata». Ecco lo sport firmato Esperia.

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TIFO E SPORTIVITÀ ASSIEME: L’EREDITÀ DI MARIUS

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ario Sardara, noto come Marius, il “Re dei tifosi” del Cagliari Calcio, è recentemente scomparso. Figlio di genitori di Mandas (paese che lo ha insignito della cittadinanza onoraria nel 2006, in condominio con i protagonisti della vittoria dello scudetto del 1970), nei suoi 85 anni di vita ha dato vita a un movimento di tifo moderno, festaiolo e ricco di entusiasmo che niente ha a che vedere con quella violenza negli stadi di cui fin troppo spesso si sente parlare. Marius avvertì prima degli altri l’esigenza di mostrare al mondo intero un marchio che lo identificasse come vero tifoso, fino ad inaugurare, nel suo bar di viale Trento, il “Cagliari Club N°1”, divenuto poi - di fatto - l’attuale Centro di Coordinamento dei Cagliari Club di cui egli è stato presidente effettivo fino al 2002, e onorario fino al giorno della sua scomparsa. Da allora in poi il suo impegno per la causa rossoblu si manifesterà portando alla ribalta nuove forme di appoggio alla squadra, come la presenza della banda musicale in curva o la vestizione della statua di Carlo Felice in Piazza Yenne in occasione dei grandi traguardi raggiunti. Ma l’opera iniziata e portata avanti per lungo tempo da Marius non si limita a questo: il Centro di Coordinamento Cagliari Club da lui fondato è, tuttora, il punto di riferimento per i club nell’Isola e fuori da essa, e nei periodi più fulgidi della sua ultraquarantennale storia ha avuto modo di riunire più di novanta Cagliari Club, contando oltre cinquemila iscritti distribuiti nelle varie associazioni affiliate. Oggi, ciò in cui Marius ha sempre creduto continua a vivere grazie allo spirito e alla buona volontà di un direttivo giovane e volenteroso, a capo del quale sta Leonardo Tilocca, che oltre al Centro di Coordinamento dei Cagliari Club presiede anche il Cagliari Club di Tissi. Tilocca è nell’ambiente dei Cagliari Club dal 1986 e ha avuto pertanto modo di conoscere e apprezzare le qualità morali di un punto di riferimento come Marius, e di raccogliere il suo esempio in termini di entusiasmo e di voglia di crescere e rinnovarsi costantemente. Da persona disponibile e caro amico qual è, Leonardo ha accettato di condividere con noi il suo ricordo del capo storico della tifoseria del Cagliari.

Cagliari Iperl sempre Incontro di Nicola Adamu con Leonardo Tilocca

Leonardo, immagina per un attimo di dover parlare di Marius a chi non l’ha conosciuto: in quali termini lo definiresti? Un signore gentile, d’altri tempi. Il capo dei tifosi del Cagliari che ha trasmesso a noi la maniera più sana di seguire la squadra del cuore. Marius ha saputo fornire delle grandi lezioni di passione ed organizzazione: in quale modo il Centro di Coordinamento intende proseguirne l’opera? Marius ha fondato il Centro di Coordinamento Cagliari Club, il primo o uno dei primi in Italia. Nostro dovere sarà proseguire la sua opera, stando vicini ai tifosi rossoblu e aiutandoli ad entrare a far parte di un’associazione con principi sani, che ha il solo scopo di sostenere sempre la squadra, anche nei momenti più difficili. C’è un momento particolarmente piacevole che hai passato con lui e che ti piace ricordare? Aggiornavo costantemente Mario sul movimento di tifosi nel nord Sardegna. Il nostro obiettivo è stato sempre quello di tenere saldo il legame tra il Cagliari e tutti i suoi tifosi, soprattutto quelli più lontani. Dopo un raduno e un pranzo a Uri, con i camerieri in maglia rossoblu, e circa 200 tifosi in rappresentanza dei club del nord, ricevetti una lettera, che ancora conservo, dove mi ringraziava per tutto quello che stavamo realizzando nel nome del Centro. Per me e i miei amici era stato un importante riconoscimento. Quest’anno si festeggerà il quarantennale della conquista dello scudetto da parte del Cagliari: intendete organizzare qualcosa in onore di Marius e della squadra capace di centrare quello storico traguardo? A noi tifosi piacerebbe festeggiare questa ricorrenza. Abbiamo iniziato a sentire il parere dei protagonisti di quel fantastico periodo. Dobbiamo incontrarci ancora per definirne l’orga-

nizzazione. Il ricordo di Marius non mancherà. In questo calcio ricco di interessi economici che stride con il trasporto popolare che era in grado di creare Marius è cambiato anche il tifoso medio, che si è leggermente “imborghesito” a causa dello show-business che gira intorno al pallone. È un segno dei tempi oppure esiste una ricetta per ricreare la stessa partecipazione che vi era in passato? Certo, i tempi sono cambiati, e la tentazione per gli sportivi di starsene comodamente a casa e vedere la partita in Tv, è grande. Ma a prescindere dalle cause che possono portare ad un certo distacco, è la passione per il calcio ciò che conta. Come si spiegherebbe altrimenti che, nonostante divieti di ogni genere, ogni domenica ci sono tifosi che attraversano la Sardegna per andare al Sant’Elia? Partire al mattino e trovarsi in curva con gli amici di sempre è bellissimo, altro che televisione. Una ricetta? Favorire la presenza delle famiglie allo stadio e smetterla di creare problemi a chi, come noi dei club, pensa soltanto a divertirsi vedendo questo grande Cagliari. Che ci lascino sventolare in pace le nostre bandiere rossoblu con i quattro mori, con i nostri striscioni e la nostra mascotte, il cinghialetto.

Max Allegri, Panchina d’oro, sugli scudi con il suo Cagliari delle meraviglie


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Anno VI N.19 2010 - Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 • C/C post. n. I7233099

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