Come ottenere un frutteto semi-pedonabile

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SPECIALE IMPIANTO FRUTTETO ● TECNICHE DI ALLEVAMENTO E GESTIONE DEGLI ASSI

Come ottenere un frutteto semi-pedonabile di Alberto Dorigoni, Franco Micheli

Q

ual è l’altezza ideale per un frutteto? La risposta dipende da molti fattori, tra i quali la presenza o meno in azienda del carro raccolta, la larghezza delle macchine operatrici, il rischio di gelate nella parte bassa dell’albero, il fattore sicurezza, ecc. È convinzione diffusa che spingersi in alto con le piante conviene per aumentare le rese, perché «sopra è gratis». A un’analisi più attenta però le cose sono diverse. Nei frutteti tradizionali ogni chilogrammo di mele che non può essere gestito da terra comporta un maggiore onere rispetto alla frutta più in basso, basti pensare al costo dei carri raccolta, ai trattamenti fitosanitari e alla sicurezza. Inoltre, dopo i primi anni la frutta tende a spostarsi verso l’alto.

Per strutturare un impianto di melo con alberi alti meno di 3 m è fondamentale impiegare la corretta tecnica agronomica per modificare l’architettura della pianta da spindle a multiasse e sfruttare la potatura verde, una prima volta a inizio giugno e una seconda subito dopo la raccolta, al fine di contenere la vegetazione in un’epoca di ridotta attività vegetativa da parte della pianta

Il frutteto pedonabile Il frutteto pedonabile è una forma particolare di parete stretta in cui gli alberi sono mantenuti così bassi da non richiedere scale o carri. Normalmente si parla di frutteto semi-pedonabile con altezze di 2,4-2,8 m e di pedonabile al di sotto dei 2,3 metri. Il frutteto pedonabile comporta un salto qualitativo nella conduzione e una riduzione dei costi di gestione. Inoltre è particolarmente adatto a ogni sorta di meccanizzazione (potatura, diradamento, diserbo, ecc.), alle irroratrici scavallanti e alle reti monofilare multifunzionali, con conseguente aumento della sostenibilità economica e ambientale. La prima sfida, vale a dire produrre la stessa quantità di frutta con piante basse, si supera aumentando il numero di file, quindi riducendo lo spessore delle piante. Il frutteto pedonabile si basa sul fatto che si può abbassare la taglia delle piante senza ridurne la produttività per ettaro purché se ne riduca anche lo spessore. Ad esempio,

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Fuji di 7 anni, pedonabile, allevata a 8 assi, diradata solo con rete AltCarpò per 3 anni consecutivi - Val d’Adige (Trento) una simile superficie produttiva teoricamente si può ottenere sia con 10 file di alberi piantati a 3,5 m tra le file e alti 3,5 m, sia con 15 file di alberi piantati a 2,3 m e alti altrettanto.

Ottenere un frutteto stretto e basso Tradurre questo concetto di infittimento dei filari, dal piano geometrico-teorico a quello agronomico-applicativo, significa che dobbiamo passare da un tipo di albero che è composto

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da una struttura primaria (il tronco), una secondaria (le branche) e una terziaria (i rami produttivi) a un albero senza quella struttura secondaria che costituisce l’impalcatura di base nello spindle o le branche vigorose tipiche della potatura lunga ( foto 1).

Gli strumenti a disposizione Per operare questa significativa, e per certi versi singolare, trasformazione il frutticoltore ha a disposizione diversi strumenti.


SPECIALE IMPIANTO FRUTTETO

I LIMITI DEL FRUTTETO SEMI-PEDONABILE Nei frutteti di Bibaum oltre un decennio di prove sperimentali e l’esperienza dei frutticoltori confermano che non esistono controindicazioni di alcun tipo: tutte le tecniche che si impiegano su un tradizionale spindle si possono adottare anche su un albero con 2 cime (ma non viceversa). Quando si parla invece di multiasse per formare un impianto semi-pedonabile va ricordato che ci sono degli aspetti negativi rispetto allo spindle e al Bibaum. È fondamentale intervenire spesso al verde nei primi 2-3 anni per rimuovere i concorrenti, legare gli assi in via di formazione e rimuovere la frutta dagli stessi. È necessario curare la struttura di sostegno perché la frutta grava prevalentemente sui fili di ferro e sui pali. Anche nell’impianto adulto la potatura verde rimane una pratica indispensabile. In sintesi, la lenta entrata in produzione e le cure nei primi anni rappresentano il maggiore svantaggio del multiasse semi-pedonabile almeno finché non si disporrà di materiale preformato in vivaio. In determinate situazioni la potatura verde può provocare diminuzione di pezzatura dei frutti su varietà precoci o «riscoppi» vegetativi in terreni molto fertili. •

Foto 1 Branca lunga - Curicò (Cile)

Genetica. La genetica ci aiuta poco in questo caso: al momento il materiale disponibile, vale a dire le cultivar commerciali e il portinnesto M9, è lo stesso in quasi tutto il mondo frutticolo evoluto. Poca fortuna hanno avuto i portinnesti più deboli di M9 o il carattere colonnare di alcune cultivar di melo.

Tecnica agronomica. Molto

si può fare invece con la tecnica agronomica, agendo sull’architettura dell’albero. Aumentare il numero di assi di un albero da uno a due o più comporta una modificazione significativa del suo habitus vegetativo. Alberi allevati con 2 o più cime tendono a produrre strutture secondarie via via più corte e deboli. In termini di vigoria, trasformare uno spindle in un Bibaum o in un albero a più assi equivale a passare da un portinnesto più forte a uno più debole in seguito al-

la ripartizione di un unico apparato radicale su un numero crescente di assi o «mini-spindle» (grafico 1, foto 2). La scelta all’impianto del numero di assi diventa quindi una variabile fondamentale per realizzare frutteti con sesti di impianto diverso, con differente forma e altezza.

Potatura verde e invernale. Un altro strumento importante è sostituire, almeno in parte, la potatura invernale con quella verde. L’effetto «destrutturante» anche in questo caso è forte perché si elimina la vegetazione più vigorosa e si raccorciano i rami produttivi in un’epoca che riduce la reazione vegetativa della pianta rispetto all’inverno.

Foto 2 Particolare di un asse del frutteto pedonabile Val d’Adige (Trento)

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Spindle

Vigoria (% portinnesto/asse)

GRAFICO 1 - Ripartizione della vigoria degli assi in funzione del loro numero per albero

1

Guyot

Multiasse

2

3

4

5

6

7

Doppio Guyot

8 9 10 11 12 13 14 15 16 Assi (n.)

La quota di «fattore radicale» disponibile per ogni asse diminuisce all’aumentare del numero di assi/pianta. 35/2015 • L’Informatore Agrario

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Foto 3 Branchetta corta - Val di Non (Trento) La potatura può essere eseguita in momenti diversi del periodo vegetativo, che va da aprile a ottobre o novembre a seconda della cultivar. Sia nelle prove sperimentali sia nella pratica si sono ottenuti ottimi risultati di contenimento delle dimensioni degli alberi potando una prima volta a inizio giugno e una seconda subito dopo la raccolta (settembre-ottobre a seconda della precocità della varietà). Poco importa che la potatura sia fatta a mano o a macchina, purché si tracci una linea ben precisa per il passaggio delle macchine. Se si vuole costruire un frutteto basso e stretto è importante iniziare presto la potatura verde, entro il secondo anno di vita dell’impianto, per stimolare la formazione di legno produttivo in prossi-

Foto 4 Frutteto pedonabile da 70 t/ha - Val di Non (Trento)

mità del fusto (azione «centripeta»). Anche la potatura invernale, di fatto molto semplificata dagli interventi al verde, deve essere corta e consiste nella rimozione con speronatura dei rami più forti e nel raccorciamento di quelli più deboli. In questo modo si ottiene una struttura produttiva composta di branchette orizzontali lunghe 2040 cm, di diametro di appena 10-20 mm, ognuna con non più di 8-10 gemme a fiore ( foto 3). Rametti così corti non richiedono piegatura, sono facili da diradare sia chimicamente, sia a macchina o a mano, e tendono a rimanere in posizione orizzontale fino alla raccolta, senza piegarsi col peso della frutta. Se necessario, il frutticoltore può utilizzare gli strumenti ordinari di contenimento della

vegetazione, quali il taglio delle radici in marzo o in giugno e i fitoregolatori brachizzanti.

Entrata in produzione In termini di produttività, con piante Bibaum preformate in vivaio, in un frutteto con 2,5 m di distanza tra le fi le si raggiunge la massima produttività prima di un frutteto tradizionale, perché si completa la struttura produttiva del frutteto quando gli alberi arrivano a 2,5 m di altezza ( foto 4), quindi prima di un impianto tradizionale che necessita di raggiungere i 3,5-4 m di altezza. Se invece si sceglie di costruire la struttura primaria (gli assi) in campo, puntando a ottenere un albero con 3 o più assi, la precocità è decisamente inferiore perché inferiore è il numero di alberi/ha e anche perché nei primi anni parte del potenziale produttivo dell’albero è indirizzato a completare la struttura primaria anziché alla produ-

Foto 5 Formazione dei 3 assi al secondo anno - Val d’Adige (Trento)

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Foto 6 Formazione dei 4 assi al secondo anno - Val d’Adige (Trento)

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Assi (n.)

Distanza tra gli alberi (m)

Distanza tra gli assi (m)

Distanza tra le file (m)

Piante/ha (n.)

TABELLA 1 - Numero di assi e distanze di impianto

1 2 3 4 6 10

0,6 1,0 1,5 1,8 2,4 2,8

0,60 0,50 0,50 0,45 0,40 0,28

3,3 3,0 2,8 2,7 2,5 2,2

5.051 3.333 2.381 2.058 1.667 1.623

All’aumentare del numero di assi diminuisce l'investimento in termini di piante a ettaro.


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Foto 7 Guyot in formazione al primo anno Val di Non (Trento) zione. La minore precocità è compensata parzialmente dal minore investimento iniziale.

Tecniche di formazione degli assi In commercio esistono alberi Bibaum preformati, semplici da gestire e precoci. Per chi decide di andare oltre il Bibaum, fortunatamente, il melo, come molti altri fruttiferi, tende facilmente a formare numerose cime. L’antico sistema degli anni Sessanta di cimare gli astoni a 50 cm per formare più cime non è consigliabile perché in que-

Foto 8 Guyot doppio in formazione al primo anno Val d’Adige (Trento)

sto modo si riduce molto l’entrata in produzione. Occorre invece decidere da subito quanti e quali rami anticipati devono essere trasformati in assi verticali. Per formare una parete stretta e bassa gli assi devono partire dal basso, se possibile a 30-50 cm da terra (al massimo 1 m). La distanza ideale tra un asse e l’altro è compresa tra 40 e 60 cm e di conseguenza la distanza di impianto tra gli alberi e tra le file dipende dal numero di assi che si vogliono ottenere (tabella 1). Gli assi devono essere equidistanti tra loro, messi in posizione verticale e nei

A B Foto 9 Riequilibrio degli assi con taglio valtellinese (A) e taglio valtellinese (B) Latisana (Udine)

primi anni vanno ripuliti della frutta nella parte terminale, per poter arrivare velocemente all’altezza massima.

Albero a 3 assi. Per formare un albero a 3 assi si parte da uno spindle: si scelgono 2 rami anticipati nella parte basale tra loro contrapposti e si eliminano tutti gli altri concorrenti, lasciando solo speroni e brindilli inferiori a 30 cm ( foto 5). I due futuri assi vengono legati in verticale sul filo di ferro, posto a un’altezza di 0,9-1,2 m. Albero a 4 o 6 assi. Per ottenere un albero con 4 o 6 assi da un Bibaum si di-

Foto 10 Stimolo degli assi con fascetta Val d’Adige (Trento) 35/2015 • L’Informatore Agrario

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SPECIALE IMPIANTO FRUTTETO varicano i 2 astoni preformati in vivaio e si legano sul filo di ferro a 1-1,5 m. Se ci sono anticipati idonei se ne scelgono 1 o 2 per asse in modo da riempire lo spazio in mezzo, altrimenti la pianta emetterà 1-2 succhioni che verranno trasformati in assi legandoli al filo di ferro ( foto 6). Albero con 6, 8 o 10 assi. In alternativa, inclinando uno spindle a 90 gradi dalla verticale ed eliminando gli anticipati sul lato inferiore si possono ottenere alberi con 6-8 assi stile Guyot ( foto 7). Allo stesso modo inclinando un asse di un Bibaum a Nord e l’altro a Sud si ottengono facilmente oltre 10 assi con una forma che ricorda l’allevamento a Guyot della vite ( foto 8).

Gestire gli assi Se necessario, è inoltre possibile stimolare o inibire la formazione e la crescita dei singoli assi sull’albero per conseguire un equilibrio tra gli stessi. Infatti un albero a più assi è paragonabile a un sistema idraulico su cui si innestano diversi condotti che traslocano la linfa grezza ed elaborata, che a sua volta può essere facilmente indirizzata su questa o quella parte di pianta. Ne risultano amplificate nei loro effetti, se confrontate con alberi a fusto singolo, tutte quelle tecniche che vengono impiegate anche su alberi vigorosi allevati a spindle, quali il taglio valtellinese ( foto 9), il notching e l’uso di fascette ( foto 10). Nella pratica, però, non serve ottenere un calibro omogeneo degli assi, ma semplice-

Foto 11 Frutteto pedonabile a 2,25 m tra le file al secondo anno - Val d’Adige (Trento) mente è necessario che tutti gli assi raggiungano rapidamente l’altezza desiderata.

Durata dell’impianto Un altro aspetto delicato è la durata dell’impianto con alberi molto bassi e stretti. Al momento possiamo solo ipotizzare una durata effettiva di 15 anni del frutteto di altezza inferiore ai 2,5 m ( foto 11), mentre per quanto riguarda il semi-pedonabile di 2,7 m di altezza ci sono numerosi frutteti ben equilibrati nelle aziende sperimentali della Fondazione E. Mach (Trento), anche nei terreni fertili della Val d’Adige e del Friuli ( foto 12) che a 6-7 anni di età sono molto equilibrati e produttivi.

Ovviamente il modello più estremo (< 2,3 m di altezza) è proponibile per le zone montane a bassa vigoria oppure con forme di allevamento più simili a quelle adottate in viticoltura che in frutticoltura.

Sostenibilità a 360 gradi con il frutteto semi-pedonabile In definitiva, un frutteto in parete al di sotto dei 3 m si può ottenere con alberi preformati Bibaum o con un multiasse formato in campo, ma in questo caso con tempi più lunghi e qualche tecnica di allevamento non a tutti congeniale. I vantaggi ottenibili da un frutteto semi-pedonabile in parete sono la maggiore semplicità e quindi la contrazione dei costi di gestione, la maggiore sicurezza, il ridotto uso della chimica e in prospettiva l’adattabilità alla meccanizzazione e a nuove tecniche. Il superamento delle due principali sfide, vale a dire formare il frutteto in limiti di spazio così ridotti e farlo durare nel tempo, dipende da come si imposta la struttura primaria dell’albero e dall’impiego delle tecniche di potatura verde.

Alberto Dorigoni, Franco Micheli Fondazione E. Mach Centro trasferimento tecnologico San Michele all’Adige (Trento)

Foto 12 Quadriasse al quinto anno - Latisana (Udine)

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