New Entry Magazine - Edizione di Bergamo del 30 Novembre 2022

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Anno 28N°9 del 30/11/2022www.newentrymagazine.itredazione@newentrymagazine.itPer la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti IN BREVE.. pag. 7 La valigia pag.10 Toccare il fondo pag.14 Gnocchetti... pag.15 Colposo o premeditato? pag.44 Nonna, mi racconti... pag. 58 Benazir Bhutto Sfoglia l’edizione digitale www.newentrymagazine.it www.newentrymagazine.it New Entry il Giornale della Gente newentrymagazinelombardia B E R G A M O AMMINISTRAZIONIRIVA BREMBATE DI SOPRA (BG) - Via XXV Aprile 1945 n°39 - Tel. 350 18 12 372 www.amministrazioniriva.it - inforivabrembate@gmail.com •GESTIONE CONDOMINI •AMMINISTRAZIONI IMMOBILI •GESTIONE AFFITTI •CONSULENZE ASTE •RISTRUTTURAZIONI •IMBIANCATURE •RIFACIMENTO BAGNO •CERTIFICAZIONI ENERGETICHE RIVA ERMANNO AMMINISTRATORE ERRI SERVICE COSTRUZIONI PRANZO A PREZZO FISSO - VERANDA ESTERNA RISCALDATA GASTRONOMIA - PIZZERIA D’ASPORTO CON CONSEGNA A DOMICILIO PASTICCERIA - VINI - BIRRE ARTIGIANALI STROZZA (BG) - Via Vittorio Veneto, 12 - labutigasnc@gmail.com PRENOTAZIONI: tel. 035 86 35 51 la butiga MENÙ D’ASPORTO PER NATALE E CAPODANNO Piatti unici realizzati con prodotti di altissima qualità per festeggiare al meglio il vostro Natale e Capodanno Cesti natalizi con prodotti artigianali Panettoni artigianali a lievitazione naturale Prenotazioni entro il 22 dicembre Visita le nostre pagine social e scopri i piatti preparati per voi !!! Un giorno un uomo domandò a un vecchio quale fosse il dono più grande che avesse ricevuto. Il vecchio lo guardò, sorrise e rispose, la sensibilità! Perché ti fa amare, sorridere e gioire, piangere e soffrire e può addirittura arrivare a spezzarti il cuore al punto di morire. Il giovane domandò "E perché mai dovrebbe essere un dono? Il vecchio rispose: "Perché senza sensibilità non capirai mai la profondità di un emozione”.

TERRITORIO

STORIE DI VITA

Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo il medesimo orizzonte.

Certo, non è possibile sapere quale potrà essere la nostra rea zione a un duro colpo della vita: e non penso solo alle malattie, ma ai tanti eventi dolorosi e pesanti che che nell’arco di una vita prima o poi incontriamo. Saremo forti abbastanza per reg gere all’urto? Sapremo affrontarli senza venirne distrutti? Le esperienze vissute, le riflessioni fatte, ciò che avremo matura to, le risorse che avremo coltivato, ci sosterranno? Non possiamo saperlo in astratto, lo scopriamo vivendo, calati nelle situazioni concrete. Possiamo costruire la nostra casa su basi solide e con ma teriali di buona qualità, possiamo coltivare il nostro giardino: credo sia già molto. Penso alle tante storie che ho ascoltato, a quante durissime prove la vita può farti incontrare, e non vedo altra via che aggiungere vita ai giorni, come diceva la Levi Montalcini. Così, ora depongo per un po’ le storie altrui, e penso alla mia... Superata la soglia dei 49 anni da poco, mi guardo indietro e penso di aver corso tanto cercando sempre di cogliere quei momenti di gioia vissuti con la famiglia, con i gli amici... assaporando ogni piccolo gesto. Ho dovuto anche rinunciare a tante cose che ahimè non torneranno più. Ci vor rebbe un certo equilibrio, difficile da trovare, ma è un compito che dobbiamo affrontare se vogliamo vivere una vita intensa e profonda e non solo di passaggio!

GOCCE DI MEMORIA

02 Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M. Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Info pubblicità: Tel.347 73 52 863 Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita NEW ENTRY MAGAZINE il Giornale della Gente www.newentrymagazine.it New Entry Magazine il giornale della gente New Entry Magazine Boffetti Gianluca newentrymagazinelombardia New Entry Television Anno 28 - N°9 del 30/11/2022 PER LA TUA PUBBLICITÁ Tel. 347 73 52 863 redazione@newentrymagazine.it
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PARASSITI: UNA MINACCIA COSTANTE

Ultimamente, date le varie situazioni di emergen za, ci si è focalizzati sulla potenziale minaccia de rivante dai virus. Esistono, però, altre categorie di agenti infettanti, altrettanto pericolosi per la salute dell’uomo, come i parassiti. Bisogna ammettere che, rispetto a qualche decen nio fa, tali malattie siano meno diffuse, grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, oltre che economiche e sociali. Comunque, non ci si deve dimenticare che, in alcuni Stati in via di svi luppo, tali considerazioni non sono valide, in quan to non vengono adottate misure ad hoc per la pre venzione e l’eradicazione. Inoltre, il grande flusso di viaggi e il tanto discusso cambiamento climatico sembrerebbe essere a favore della maggiore dif fusione di questi patogeni, la cui proliferazione è favorita da elevati livelli di umidità e temperatura. Nell’ultimo periodo sembrerebbe si siano riaffer mati il West Nile Virus (WNV) e la malaria, virus tra smessi da punture di zanzare, soprattutto in Africa, Asia ed Europa. La maggior parte delle persone in fette, fortunatamente, non accusa alcun sintomo, mentre l’1% circa manifesta febbre, mal di testa, debolezza, convulsioni, paralisi e addirittura coma o encefaliti letali. Nel caso della malaria, il parassi ta, chiamato plasmodium, iniettato dalla zanzara di tipo Anopheles, raggiunge il fegato tramite il flusso sanguigno, si moltiplica ed è in grado di distrugge

re i globuli rossi. Un’ulteriore minaccia può essere data dalla malattia di Chagas, a causa di un tripa nosoma trasmesso da insetti simili a cimici. Que sto disturbo, se trascurato, può provocare danni al sistema nervoso, al cuore e all’intestino, portando persino alla morte. Dato che non sono ancora stati sviluppati vaccini efficaci (ne è stato messo a punto uno contro la malaria, ma ha mostrato solo una parziale pro tezione nei bambini), l’unica strategia è quella di limitare il contatto con questi insetti e poter affiancare altri metodi di prevenzione, al fine di indebolire tali parassiti. Per esempio, nel 2019, è partito un programma pilota, coordinato dall’Or ganizzazione Mondiale della Sanità, per vaccinare 360.000 bambini ogni anno contro la malaria nei paesi dell’Africa Sub-Sahariana. Una considerazione che sorge spontanea riguarda le donazioni di sangue: risultanecessaria l’adozio ne di specifiche misure di sicurezza nei compor tamenti della persona e di controllo sulle sacche destinate alle trasfusioni. Resta il fatto che donare il sangue rappresenti un gesto concreto di solida rietà: significa preoccuparsi ed agire per la salva guardia della vita, in ogni sua fase.

A cura delle Dott.sse

Chiara Ticozzi e Silvia Bolognini

Per domande o chiarimenti, non esitate a contattarci all’indirizzo allascopertadellascienza@gmail.com

06 SPECIALE

Un uomo morì. A un certo punto vide avvicinarsi Dio, portando con sé una valigia.

E dio disse: – Figlio, è ora di andare.

L’uomo stupito domandò: – Di già? Così presto? Avevo tanti piani.

– Mi dispiace ma è giunta la tua partenza.

– Cosa porti nella valigia? domandò l’uomo.

E Dio gli rispose: – Ciò che ti appartiene.

-Quello che mi appartiene?

Porti le mie cose, i miei vestiti, i miei soldi?

Dio Rispose: -Quelle cose non ti sono mai apparte nute, erano del mondo.

-Porti i miei ricordi?

– Quelli non ti sono mai appartenuti, erano del tempo.

-Porti i miei talenti?

-Quelli non ti sono mai appartenuti, erano delle circostanze.

-Porti i miei amici, i miei familiari?

-Mi dispiace, loro mai ti sono appartenuti, erano del cammino.

-Porti mia moglie e i miei figli?

-Loro non ti sono mai appartenuti, erano del cuore.

-Porti il mio corpo?

-Mai ti è appartenuto, il corpo era della polvere.

-Allora porti la mia anima?

-No, l’anima è mia.

Allora l’uomo pieno di paura scaraventò via la va

ligia che Dio portava con sé e aprendosi vide che era vuota. Con una lacrima che scendeva dagli oc chi, l’uomo disse: -Non ho mai avuto niente?

-Così è, ogni momento che hai vissuto è stato solo tuo. La vita è un solo momento. Un momento solo tuo. Per questo mentre hai il tempo sfruttalo nella sua totalità. Che nulla di quel lo che ti è appartenuto possa trattenerti. Vivi ora, vivi la tua vita e non dimenticare di essere felice, è l’unica cosa che vale davvero la pena. Le cose ma teriali e tutto il resto per cui hai lottato restano qui. Apprezza chi ti apprezza, non perdere tempo con coloro che non hanno tempo per te.

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REPARTO ALZHEIMER

Jè töcc lé, möcc, sentacc zó vizì, el sguardo pèrs, vöt, sensa pensér, èl corp malrüdit dala malatia: la s’è ‘ngnatada nèla mènt è come un serpènt vilinus la g’ha strisciat ‘n töta la persuna, la g’ha robat energia, forsa per caminà, per parlà, per ricordà, la g’ha fat deentà catif spiricc gentili, la g’ha annientat dignità. La g’ha culpit sensa pietà siòr e puorècc, istrüicc o analfabeti, zuegn o ècc. I rit có l’inocensa dei pütì, zinzìe sganaséte che metarà pö dèncc o i pians nei momencc che ‘n d’en cantunsì del sò có un ciapilì dè jér èl sbüsa la nebia dela vita dè ancö. Jè töcc lé, isé trop che sa ‘nsomèa, adès, ma isé diferèncc,jér, tep che turnarà mai pö, de lons da chela vita che la jà èmbroiacc, ma bisugnus dè afèto, de ‘n bazì, de ‘n carèsa. Tai vàrdet e ta spècet nel vöt dei so öcc, ta trèmet a pensà ala tò vechiaia, ala póra de ritroat compagn de lur… è alura ta tróet èl coragio de staga vizì, de strapaga ‘na ridida o, perché no, ‘na lacrima, e daga ‘n ültem ariìdis

Ornella Olfi - 2010 -

Il 21 settembre, un po’ in sordina, si è celebrata la giornata mondiale dell’alzheimer, una demenza degenerativa che colpisce in Italia purtroppo più di 600.000 persone. La ricerca sta sperimentan do nuovi farmaci che ne rallentino il più possibile il decorso e si spera faccia significativi passi avanti. Chi ha vissuto o sta vivendo con un familiare affet to da alzheimer, (io ho avuto l’esperienza con mia suocera) sa quanto sia difficile e a volte impossibile seguire il malato nelle varie fasi, di quanto supporto fisico e psicologico abbia bisogno non solo l’inte ressato, ma molto anche chi gli sta vicino, fino ad arrivare spesso alla sofferta decisione di ricoverare il proprio caro in strutture idonee, quando la situa zione diventa ingestibile.

ED È POESIA

“GIORNO”

Siamo nuvole che sospese nel tempo muovono i passi del vivere giorno dopo giorno avanziamo in un infinito che ci avvolge senza fine portatori di pace e potatori di male ci distinguiamo.

“TUTTO É ILLUSORIO”

Nulla più entusiasma l’anima scarlatta, tutto è illusorio chiusa nel proprio silenzio, trafugata dai propri pensieri si abbandona al vento con la speranza che tutto porti via in una leggera brezza, trasformandosi in libertà univoca.

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09 SCATTO D’IMPATTO
Caverna scolpita dal mare in un muro di ghiaccio vicino al Commonwealth Bay, 1911-1914
Frank Hurley / wikimedia

COME TOCCARE IL FONDO E RISALIRE

Premetto che a me piace molto nuotare e spes so quando mi tuffo in piscina, a meno di non vo ler vedere quanto sia la mia resistenza in apnea, mi do una bella spinta per tornare in superficie quasi subito. Sarebbe bello se questo stesso principio potesse essere valido anche nella vita, ma non sempre è così.

Perché assai sovente capita, immagino che sia successo a tutti quanti, di non voler (poter) re agire a una determinata situazione e perciò di restare a rimuginare “davanti” al problema. Non si ha la forza di darsi quel colpo di reni per risalire e si resta, quindi, fermi immobili. Attenzione però che come direbbe una signora anziana (anzi la signorina di cui ogni tanto vi parlo) che conosco “al peggio non c’è mai fine” perciò se non si prende il coraggio “in mano” e subito, poi sarà sempre più difficile ripartire. Perché poi, spesso, quando non si ha la voglia, o la forza di reagire, si inizia a passare le proprie giornate davanti alla televisione a ristupidirsi di talk show o telenovele oppure si sta sui social network da mattina a sera o in internet tutto il giorno a fare degli acquisti di cose che per lo più nemmeno servono.

Al giorno d’oggi, davvero, non c’è che l’imba razzo della scelta di “soluzioni” (che in realtà non lo sono) per non riuscire a superare i propri guai ma anestetizzandosi di niente. Cosa fare allora? Se si ha un problema per pri ma cosa non cerchiamo di nasconderlo o fare finta che non ci sia! Siamo onesti soprattutto con noi stessi. Il guaio c’è, però bisogna metter si in azione per cercare di superarlo. E come fare? Sicuramente io la soluzione ma gica per ogni avversità non ce l’ho e quello che posso fare sono solo proporre delle idee di mas sima che poi ognuno adatterà, ovviamente, alla propria realtà! Un pianto può fare stare meglio?

Allora facciamolo perché quando un’emozione è talmente forte, l’unica cosa da fare è farla uscire così in modo che non ci divori poi però una volta fatto questo pianto liberatorio, con buona probabilità potremo recuperare la giusta lucidità per andare avanti e ripartire nel migliore dei modi possibili. Se la causa degli errori siamo noi stessi… ammettiamolo senza tanti inutili giri di parole perché sbagliare è umano però non lo è per severare. E spesso, poi, dai propri sbagli si può imparare perché un obiettivo mancato potrebbe essere un’ottima base per un futuro trionfo. Successivamente bisogna provare a cambiare le proprie abitudini perché, forse, se qualcosa non va è proprio colpa di quel modo di fare che ci ostiniamo ad avere perciò proviamo a mo dificare le nostre scelte e alla peggio potremo sempre tornare sui nostri passi però, almeno, potremo dire di averci provato. Anche perché mai come al giorno d’oggi la pa rola vincente è “adattabilità”. Le nostre vite cambiano di continuo a una ve locità impressionante e siamo messi ogni mo mento di fronte a nuove sfide che dobbiamo essere in grado di affrontare. Dovremo imparare, e non è sicuramente facile (questo lo so bene per esperienza personale), a prendere ogni cambiamento come un qualcosa che ci permette di migliorarci e quindi affrontar

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lo con il sorriso sulle labbra o come una nuova sfida da provare a superare.

Cerchiamo sempre di vedere “il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto”. All’inizio cambiare la nostra prospettiva non sarà facile, poi però potremo riuscirci e se non sem pre almeno in qualche occasione sicuramente. L’importante, almeno penso che lo sia, quando affrontiamo una nuova situazione è l’avere di sciplina ed entusiasmo nella giusta misura. Ma chi è la persona disciplinata? È qualcuno che ha un obiettivo da conquistare e quindi ha messo a punto un piano d’azione per poterlo raggiungere con costanza e determinazione. Ognuno ha il suo metodo perché di soluzioni

magiche o adatte a tutti, come già detto, non ne esistono e questo è poco ma è sicuro. In ogni modo insieme alla disciplina (che ha ori gine dal latino “discere”, vale a dire imparare) serve anche dell’entusiasmo per non perdere la voglia di fare, subito al primo intoppo. Concludo affermando che se è un bene essere autocritici però non dobbiamo mai esagera re perché dobbiamo essere noi stessi i primi a credere in noi stessi (mi scuso per il gioco di parole) perché solo in questo modo avremo davvero la possibilità per cambiare rotta ed ave re la chiave per vivere se non felici quanto meno un po’ sereni.

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COM’È STRANA LA VITA

Avevo interrotto gli studi, mio padre e mio fratello erano stati molto chiari: “se stecchi a scuola il tuo futuro è nella nostra azienda agricola” e così ini ziai il mio percorso di contadino - allevatore. All’e poca non avevamo molti animali (vacche da latte, per essere precisi), e perciò parecchio tempo lo dedicavo alla coltivazione dei campi, fra i terreni più lontani alla cascina c’erano le Caporine (ogni campo ha un suo nome ben preciso), a delimitare il confine di questa terra con la cascina Seriolet ta (nostri “vicini” più lontani) c’è la Canneta (un piccolo fiumiciattolo) che inoltre divide i terreni di Fiesse da quelli di Cadimarco. A collegare il no stro campo con la Serioletta, c’era un gigantesco tronco d’albero posto di traverso al fosso, munito di scorrimano, su cui si poteva passare al mas simo con la bicicletta... questo ponte artigianale, era stato costruito dai Migliorati che all’epoca erano i conduttori del cascinale. Attraversando il fosso in bici, avevano la possibilità di arrivare a Fiesse tramite una cappezzagna che tagliava in mezzo ai campi, senza dover fare un lungo giro sull’asfalto di Cadimarco. Era la fine di giugno (del 1980), al comando del mio trattore, Same Saturno, stavo “tirando” il terreno delle Caporine con l’erpice rotante (un attrezzo che serve a smi nuzzare la terra prima della semina), il trattore, essendo molto datato, non era ancora munito di arco di protezione né tanto meno di tettuccio pa rasole, faceva un caldo bestia, avevo la testa che stava diventando soda e allora decisi di fermare il mezzo sotto gli alberi, attraversare il gigante sco tronco per chiedere dell’acqua alla cascina Serioletta. Arrivato nel cortile, mi rivolsi ad una bella Signora che quando mi vide esclamò: — Maria Santissima, sei più rosso di un peperone, ma perché non sei venuto a rinfrescarti prima? Va sotto il portico, c’è la pompa con un’ac qua freschissima,— misi la testa sotto il getto

dell’acqua, mi annegai e cominciai a bere bere bere, fino a scoppiare, mi si avvicinò un bambino all’incirca di otto - nove anni, sottobraccio aveva un pallone, gli chiesi se da grande volesse fare il calciatore: — no, voglio fare il dottore degli ani mali,— bravo, c’è bisogno di veterinari;— salu tai e ringraziai la gentile Signora. Qualche anno dopo la cascina Serioletta fu messa in vendita dal suo proprietario, essendo confinanti avevamo il diritto di prelazione, ci arrivò tramite raccoman data l’intera descrizione dell’azienda, gli ettari di terreno da lei coltivati e varie servitù annes se e connesse, e naturalmente la cifra richiesta (molto alta). Mio padre andò subito in visibilio, lui adorava la Serioletta, la terra di questa cascina è straordinariamente fertile, in piena estate può stare senz’acqua anche 15 - 20 giorni mentre i campi della nostra azienda, dopo 8 giorni di sole cominciano a seccare. Mio padre stava in piedi fino a notte tarda per fare i vari conteggi, finché dopo qualche giorno, una sera mentre stavamo cenando, illustrò nei minimi particolari quanto aveva deciso: — vendiamo la cascina Maestà, se il ricavato non sarà sufficiente, mettiamo in vendita anche questa casa dove risiediamo, do vremmo coprire tutte le spese, — poi ci mostrò parecchi fogli su cui aveva disegnato come era

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PENSIERI E PAROLE

intenzionato a modificare le stalle della cascina Serioletta.

Io e mio fratello eravamo entusiasti e pienamente d’accordo, mia sorella neutrale, l’ultima a parlare fu mia madre che per l’occasione si alzò addi rittura in piedi: <siamo venuti ad abitare in que sta casa nuova che io desideravo da sempre, 2 anni fa, dopo aver vissuto in fatiscenti casolari, e adesso mi chiedete di trasferirmi in una cascina che dovrà essere ristrutturata, non si sa come e quando; io da questa casa non mi muovo nean che se mi trainate con tutti i vostri trattori messi assieme, non vi azzardate a mettere in vendita questa abitazione, dovrete passare sul mio ca davere e anche da morta sarò il vostro incubo peggiore !!! >.

Mai in vita mia avevo visto mia madre così furi bonda, quando si sedette, mio padre raccolse tut ti i suoi progetti e li chiuse nel cassetto dei sogni, buttò la chiave, non parlammo mai più di vendere cascina e casa. La cascina Serioletta fu acqui stata dagli Antonioli (nostri attuali vicini di campo, brave persone, con cui non abbiamo mai avuto screzi o discussioni, questo lo devo dire ad onor del vero), l’unica cosa che mi è dispiaciuta, è il fat to che quando si sono insediati nel loro cascinale, hanno tolto l’enorme tronco che collegava la loro sponda con la nostra (probabilmente per mag gior privacy), togliendomi di fatto, la possibilità di dissetarmi alla loro freschissima pompa. Passati circa trent’anni dai fatti sopra descritti, la nostra azienda si è parecchio allargata ed avendo pres soché triplicato il numero di animali allevati, non ho più avuto la possibilità di “uscire”per coltivare i campi (essendomi specializzato nell’allevamento dei grandi ruminanti, è stata una mia scelta), se guo le mie bestiole (anzi, seguivo) dalla nascita e per tutta la loro vita aziendale. La principale causa di mortalità nei primi 20 giorni di vita è la diar rea, vi sono molti prodotti e medicinali per ovviare a questo disturbo (che per il vitello può essere

fatale), ho usato molto i prodotti dell’UCL (unio ne commerciale lombarda), fabbrica bresciana leader nella produzione di integratori zootecnici, vi era un suo prodotto in buste da aggiungere al latte dei vitelli che come riequilibratore intestina le funzionava molto bene. Sulla confezione c’era scritto che conteva lieviti non specificando se fossero vivi o spenti, e così per avere chiarimen ti, telefonai al loro numero verde, mi risponde la segretaria, gli espongo il mio problema e lei gen tilmente, mi mette in contatto con il responsabile del settore “ricerca e sviluppo”: pronto, sono un allevatore della bassa bresciana, volevo qualche chiarimento riguardo un vostro parafarmaco, — per cortesia, mi dice il nome della sua azienda e da dove chiama precisamente? — azienda agricola Maestà, chiamo da Fiesse il mio nome è Giordano — senti Giordano, per caso, hai dei terreni confinanti con la cascina Serioletta? — al che io rimasi letteralmente di cacca, come faceva a saperlo? — Senti un po’, adesso mi spieghi come conosci queste cose? — Tu sei quel Gior dano che da ragazzo veniva a bere nel nostro ca scinale? Io sono Migliorati, il bambino col pallone a cui hai chiesto cosa volevo fare da grande, mi ricordo il tuo nome perché avevi detto che nelle tue acque avevano battezzato Gesù Cristo. — Potete immaginare come sono rimasto sbigottito, incredulo e felicissimo, avevo ritrovato per caso quel “bambino” conosciuto tanti anni prima, ed inoltre lui aveva coronato il suo sogno, formulava prodotti che aiutavano gli animali a stare meglio; siamo rimasti al telefono per circa mezz’ora, par lando delle nostre vite e dei nostri sogni; prima di chiudere mi disse di farmi sentire ancora e di informarlo sulla validità dei suoi prodotti. Per la miseria, ma guarda le sorprese che ci riserva la vita, piccole gioie che ci fanno stare meglio, e ci fanno guardare al futuro con curiosità ed un piz zico di ottimismo in più.

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Giordano PENSIERI E PAROLE

GNOCCHETTI ALL’ORTICA E RICOTTA

Ingredienti per 6 persone

20 ciuffetti di ortiche (raccogliere con guanti le punte circa 7 – 8 centimetri) 250 grammi di ricotta 1 uovo

400 grammi di patate 400 grammi circa di farina sale e pepe burro e Parmigiano Reggiano per condire Procedimento

Scottare le ortiche in acqua salata e poi strizzarle. Lessare le patate con la buccia in acqua salata, schiacciarle con lo schiac ciapatate e raffreddarle.

Mettere nel mixer i vari ingredienti: ortiche, patate, ricotta, 1 uovo, sale e pepe e 400 grammi di farina circa.

Azionare il mixer, vedendo la consistenza,

aggiungere farina fino a quando l’impasto sarà adatto alla lavorazione di gnocchi.

Mettere della farina sulla spianatoia, dividere l’impasto, formare delle strisce, e tagliare gli gnocchi. Buttare gli gnocchi in acqua bollente salata per circa 5 minuti, quando verranno a galla saranno pronti. Ho condito questi gnocchi con burro fuso e Parmigiano Reggiano.

Anna - www.cucinacreare.it

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GUSTO A TAVOLA

Buona sera, vi allego un articolo che vi avevo inviato nel 2008.

Ce ne è voluto di tempo prima che cominciassero a fare delle leggi quasi adeguate riguardo gli omi cidi stradali. Ne suggerisco un’altra ai signori del governo, ma questa volta non penso che bastino 14 anni. Io penso che chiunque circola sulle stra de deve avere un attestato che certifica la cono scenza della segnaletica stradale. Potrebbe essere una materia scolastica (anziché studiare gli orazi e curiazi). Chi circola sulle strade deve sapere cos’è uno stop, un divieto di accesso, etc... Spero che sia un suggerimento giusto per evitare qualche morto sulle strade.

Chi si mette alla guida di un automezzo dopo aver abusato di alcolici o assunto droga non può essere condannato per omicidio colposo ma premeditato. E non mi vengano a dire che chi si ubriaca (per i drogati non lo so) non si rende conto del dan no che può provocare. A questo proposito posso fornire una testimonianza: anni fa gestivo un bar dove non davo da bere alcolici alle persone che vedevo già abbastanza alticci, cosa che dovrebbe fare chiunque gestisce un locale. Voglio ricordare che la licenza degli alcolici è con cessa dalla Questura e in quel momento tu stesso che li vendi, sei un rappresentante della Questura (cosa che non tutti i gestori sanno).

Risultato: dopo qualche mese, nel mio locale non si è più visto un ubriaco venire a chiedere da bere. Vuoi vedere che allora quando hanno alzato il go mito sono ancora in grado di pensare? E allora perchè non pensano al danno che possono provo care mettendosi alla guida di un automezzo?

Francesco Armando Calafati E’ stato un piacere ricevere l’immagine del suo articolo pubblicato dalla nostra rivista circa 15 anni fa. In primo luogo perchè tratta

un argomento molto delicato che richiede la massima attenzione delle Istituzioni ma anche di ognuno di noi. Un tema purtroppo attuale dove degli innocenti rimangono vittime di incidenti stradali dovuti alla stupidità di coloro che si mettono alla guida ubriachi. In secondo luogo sapere che i nostri lettori continuano a seguirci da anni, ci riempie di orgoglio. Grazie Sig. Francesco per la sua testimonianza.

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Le tendenze uomo per la nuova stagione autun no/inverno 2022/2023 riservano novità interes santi per personalizzare il proprio look! Vediamo insieme le linee guida generali: - Capispalla: trench e cappotto sono i capi spalla che ne fanno da padrone, le novità sono i modelli “Flight” ossia con ampio cappuccio e nei colori che vanno dal grigio scuro fino al mar rone; e l’utilizzo della cintura da legare in vita in pelle di nylon o corda sui cappotti che vanno dal rosso carminio al classico grigio topo; i piu mini hanno linnee oversize ed in tessuto tecnico colorato.

- Maglieria: il maglione diventa over size e sblusato e va indossato nei pantaloni perché diventa importante la vita che viene sottolineata anche dalle cinture; ci sono i modelli jacquard con lacci invita, minimal con tagli all’altezza del collo; mentre modelli asciutti per un look più formale.

- Camicia: in stampa tartan ed in tessuti pe santi da su t-shirt bianche o maglioni in trama sottile e leggera.

- Pantaloni: modelli extra large uno stile che prende spunto dai rapper in una versione più

elegante, anche felpati, abbinati a t-shirt e full color.

- Completo: grande ritorno del doppiopetto sia in versione elegante che più casual; i blazer possono essere indos sati anche sopra i jeans, i pantaloni di velluto o modelli con tasconi la terali.

- Calzature: si fa largo lo stivale a gambale alto in pelle di colore chiaro, le scarpe ricamate, gli anfibi rigorosamente di colore nero e le intra montabili sneackers.

- Accessori: non può mancare nel guardaroba la cintura per sottolineare la vita, le sciarpe a punta, foulard sofisticati, collane/catene; gli oc chiali da sole sono specchiati e per finire ci sono i cappelli soprattutto il basco.

Ora avete tutte le informazioni per creare il vo stro look di tendenza invernale!!!

FASHION
STYLE
AND
BY ROMINA SIRANI
TENDENZA
AUTUNNO/INVERNO 2022/2023 18
UOMO

RAMAZZOTTI “EROS”

Eros è la prima raccolta del cantautore italiano Eros Ramazzotti pubblicata il 17 ottobre 1997. Pubblicato sia in italiano che in spagnolo, contiene i maggio ri successi del cantautore romano con l’aggiun ta di due brani inediti, Ancora un minuto di sole e Quanto amore sei. I brani Terra promessa, Una storia importante, Adesso tu, Ma che bello questo amore, Occhi di speranza, Se bastasse una canzo ne, Musica è e Cose della vita sono stati riarrangiati;

Mix Anni 80

gli ultimi due rispettivamente in duetto con Andrea Bocelli e Tina Turner. L’album ha totalizzato oltre 7 milioni di copie vendute arrivando in prima posizione in Norvegia per 5 settimane, in Italia per 4 settimane, in Germania (dove rimane in classifica per 79 setti mane) e Svizzera per 3 settimane e nei Paesi Bassi per 2 settimane ed in terza posizione in Francia (dove rimane in classifica per 78 settimane).

Ancora un minuto di sole

Quanto amore sei

25 ANNI FA... PLAY
SPICEWORLD
AQUARIUM
URBAN HYMNS
VERVE BACKSTREET’S BACK - BACKSTREET BOYS BREATHE - MIDGE URE Hit Parade dal 07/11 al 13/11/1997 1 2 3 4 5 6 1° POSTO 7 8 9 10 MI INNAMORAVO
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DEL
Fonte: Wilipedia
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NELLA FORESTA DEL CASENTINO (AR)

GITA FRA NATURA, SPIRITUALITÀ E DIVERTIMENTO

Breve ma intensa gita nella foresta del Ca sentino, in provincia di Arezzo, in affascinanti luoghi; se in questo contesto già di per sé se ducente si aggiunge un’ottima compagnia, cibo squisito, condivisione di tante sfaccettature, confidenze, esperienze, ecc…non c’è che da ringraziare di cuore lo staff dell’Angolo della Na tura per l’organizzazione, per saper creare ogni volta un gruppo affiatato, che lascia impronte nel cuore anche ben dopo il rientro a casa. Conta molto infatti il bagaglio di emozioni che anche una ”semplice” gita, se vissuta come fac ciamo con questa compagnia, ne fa un viaggio a 360 gradi. Nel percorso attraverso gli Appen nini, meravigliosi i pendìì dalle calde tonalità au tunnali, tra vallate verdeggianti, ruscelli, paesini arroccati sulle cime, Pievi, Castelli, natura e pie tre che raccontano storie senza tempo. Alone di mistero e pace nella fitta foresta di Camaldoli, in questa stagione tappezzata di foglie arancio ai piedi di alti fusti, che si intrecciano in cielo. Atmosfera mistica nel Sacro Eremo, dalla storia millenaria. Costruito da San Romualdo di Ravenna nel 1025 su un terreno avuto in dono

dal Vescovo Teodaldo di Canossa, zio di Matilde, ha ospitato nei secoli monaci benedettini vis suti in povertà, preghiera, isolamento totale dal mondo e tra di loro, tranne per le preghiere co munitarie. Scelta di vita molto difficile da com prendere! Oggi i monaci sono solo 9, mentre nel Monastero sottostante ne vivono una trentina, che professano la loro vocazione aprendosi an che alla vita in società. Ancor più suggestivo per noi, arrivati in una nebbiosa mattina sferzata da un freddo vento: l’Eremo era avvolto da un alone che dava la sensazione di essere entrati in un mondo irreale, più vicino a Dio. Affascinanti i piccoli borghi nei dintorni: Poppi, con il Castello dei Conti Guidi, del X° secolo, simbolo del casentino, che svetta in cima alla collina, visibile quindi in buona parte della val le. Ampie sale affrescate, molti stemmi gentilizi scolpiti sulle pareti, preziose opere eseguite da gli scultori Della Robbia, specializzati nella tec

20
ITINERARI SONDRIO

nica della terracotta policroma invetriata; nella Cappella affreschi di T. Gaddi, allievo di Giotto, sculture di terracotta di Buglioni e la Biblioteca Rilliana, gioiello culturale con un patrimonio di 25.000 volumi antichi. Nel borgo, l’Oratorio del la Madonna contro il morbo, l’Abbazia di San fedele, l’acciottolato di stradine con portici, vec chie porte “vissute” e pilastri in vari stili. Bibbiena, con i suoi antichi palazzi, la torre, la porta dei fabbri, la terrazza panoramica dove spaziare con lo sguardo su un panorama rilas sante, immerso nel verde striato da calde pen nellate d’ottobre. Altri vicoli antichi nel borgo di Stia, dove sia nella trattoria della piazzetta che nella vecchia pizzicheria ci siamo sentiti proprio in famiglia. Ultima tappa nella comunità a Romena fondata da Don Luigi Verdi. Una visita alla bellissima Pieve Romanica, una passeggiata negli ampi giardini, ognuno a tema (il più toc cante quello dei mandorli, dove ogni genitore che perde un figlio ne pianta uno, simbolo di lunga vita, essendo il primo a fiorire e l’ultimo a dare frutti). Difficile raccontare l’incontro con Don Verdi, sacerdote decisamente anticonven zionale, dal linguaggio colorito, ma dal messag gio penetrante, frutto della sua esperienza dolo rosa personale, che ha colpito tutti nel profondo, suscitando emozioni forti, che ci siamo portati dentro come prezioso arricchimento spirituale.

Abbiamo alternato sacro e profano, ovviamente, perché così come la vita è un insieme di gioie e dolori, di leggerezza e di responsabilità, al trettanto le gite che organizzano Laura e Maria rispecchiano la quotidianità, in un alternarsi di ore spensierate a momenti più intimi, senten doci davvero uniti, malgrado le nostre diversità, condividendo gli stessi ideali di vita. Vita che man mano passano gli anni ci fa comprendere quali sono le cose essenziali e quali quelle su perflue. La bellezza della natura, dell’arte, della spiritualità e, non meno importante, della con vivialità e dell’amicizia, sono elementi preziosi che danno un senso non solo per questa, ma anche per la vita che ci attende oltre…

21 ITINERARI
Ornella Olfi
Sede operativa: ALMENNO SAN BARTOLOMEO (BG) - Via Strada della Regina,1 Cell. 347 90 98 361 - michela.scavo@gmail.com
certificato ANAMMI n. N946

“LA FIABA DELL’INVIDIA”

Vivevano una volta due vicini: Stoyan e Ivan. Stoyan aveva un asino e Ivan no. “È una buona cosa avere un asino” - pensò Ivan guardando l’asino del vicino. Il pensiero si annidò nella testa di Ivan, si conficcò come una sanguisuga nel suo cervello, e comin ciò a tormentarlo incessantemente. Ma era un uomo povero e non poteva comprarsi un asino. Stoyan era un vasaio. Aveva un piccolo negozio di vasellame e con l’argilla faceva vasi e brocche meravigliose che dipinse con vernice gialla e ver de, quindi li caricò sul suo asino e li portò in ven dita nella vicina città. Ivan, invece, era un cappel laio e sapeva cucire dei bei cappelli. Ma non gli piaceva la sua abilità. Il suo viso era pensieroso e i suoi occhi erano tristi. L’asino del suo vicino era vivo nel suo cuore. Ogni volta che Stoyan pas sava davanti al negozio di Ivan con il suo asino, il cappellaio lasciava il lavoro, si aggrappava alla finestra e guardava a lungo il suo vicino felice, che camminava orgoglioso dietro l’animale grigio dalle lunghe orecchie. “Ah, se solo potessi avere una bestia simile!”Ivan sospirò e rimase come sopraffatto, mentre il vasaio e il suo asino scomparivano alla vista. E questo povero asinello almeno se assomiglias se a un bue, una mucca o un cavallo, ci pote vamo capire, ma era come tutti gli altri asini e anche più brutto di loro. Era vecchio, ossuto, con la coda cadente e con le orecchie a sventola, per così dire... faceva pena. Ma quando una persona è affascinata da qual cosa, i suoi occhi vedono il brutto molto bello. I giorni passavano e Ivan non smetteva di pensare e sospirare per l’asino di Stoyan. E a poco a poco divenne invidioso del suo prossimo. Fu allora che accadde ciò che di seguito racconteremo. Una sera, mentre Ivan era seduto e batteva con un bastone un cappello nuovo, la porta del suo

di Svetoslav Minkov

negozio si aprì ed entrò una donna sconosciuta, coperta da un velo nero. La donna si avvicinò al cappellaio e gli disse: “Buona sera, Ivan!” Ivan guardò la donna e, sempre battendo il cap pello, rispose: - Buona serata! L’ospite si sedette su una sedia a tre gambe e disse: - Guarda, Ivan, sono venuta ad aiutarti. Sono il destino. Il mondo è organizzato in modo tale che ad ogni persona manchi qualcosa. Rac contami uno dei tuoi desideri che ti renderà feli ce, e io lo realizzerò immediatamente!

Rendendosi conto di chi era venuto da lui, lasciò cadere la bacchetta e il cappello dopo di che sal tò giù dal letto. “Quindi sei Destino?”- Gridò feli ce. “Grazie per aver pensato a me e per essere venuta ad aiutarmi! “Dimmi uno dei tuoi desideri che ti renderà fe lice, e io lo realizzerò immediatamente!”- ripeté l’ospite. In quel momento Ivan guardò fuori dalla finestra il suo vicino, che stava tornando con il suo asino dalla città. “Vedi quest’uomo?” -Disse il cappellaio. -”Per favore uccidi il suo asino!” Ancor prima che pronunciasse queste parole, l’a sino del vasaio barcollò e cadde a terra, allungò le gambe, spalancò gli occhi e morì, colpito come da un fulmine.

“Hai un asino adesso?” gridò Ivan, sorridendo. “Nemmeno io ho un asino, ma neanche tu!” E in quel momento un pensiero balenò nella te sta del cappellaio, che anche lui poteva avere un asino, finché voleva. Che cosa aveva guadagnato dalla morte dell’asino del suo vicino? “Ho sbagliato!” disse Ivan. - Per favore, rianima l’asino di Stoyan e dammi uno come il suo! Ma non c’era più nessuno nel negozio. La strana donna era sprofondata come nella terra.

Svetosval Minkov Racconti tradotti dal bulgaro.Un ringraziamento a Darina Naumova che li ha condivisi con noi.

22 RACCONTI

È una forma latina del nome greco antico Phe renike, Berenìke che, composto da (phero, “por tare”) e (nike, “vittoria”) vuol dire “portatrice di vittoria”. Per la precisione, la corretta forma lati na era Bernice, da cui l’attuale Berenice, mentre Veronica si ottenne alterando il nome per associazione con l’e spressione ecclesiastica latina vera icona, “vera immagine”, fa cente riferimento al velo della Ve ronica. La figura della Veronica e le tradizioni riguardanti il suo velo, popolarizzate tramite la Via Crucis, aiutarono la diffusione del nome negli ambienti cristiani durante il Medioevo, eccetto in Inghilterra, dove cominciò a diventare comu ne solo nel XIX secolo dopo esse re stato importato dalla Francia e dalla Scozia. In Italia, il suo uso fu ulteriormente consolidato grazie al culto di altre due figure, la beata Veronica da Binasco e la santa Veronica Giuliani, e infine anche per fama di alcune dive dello spettacolo, come Veronica Lake, at trice statunitense molto nota negli anni quaranta.

VeronicaL’onomastico si può festeggiare in memoria di più sante, alle date seguenti: 13 gennaio, beata Veronica Negroni da Binasco, suora conversa nel monastero agostiniano di Santa Marta a Milano; 9 luglio, santa Veronica Giuliani, mistica, badessa dell’Or dine delle Clarisse Cappuccine del convento di Città di Castel lo; 12 luglio, santa Veronica, la pia donna che, secondo la tradizione cristiana, asciugò con un panno il volto di Gesù lungo la Via Crucis; Veronica Campbell-Brown, atleta giamai cana; Veronica Cartwright, attrice britannica; Veronica Ferres, at trice tedesca; Veronica Fontana, artista italiana; Veronica Franco, poetessa e cortigiana italiana; Veronica Gambara, poetessa italiana; Veronica Guerin, giornalista irlandese; Veronica Lario, at trice italiana; Veronica Micle, poetessa e scrittri ce rumena; Veronica Pivetti, attrice, doppiatrice e conduttrice televisiva italiana; Veronica Roth, scrittrice statunitense.

23
- di Micky
QUESTO È IL MIO NOME
Beato Veronica da Binasco

I libri sono magie portatili.

Quanto è strano che al giorno d’oggi qualcuno si sieda e tiri fuori un libro? Già. Un libro. Ormai non se ne vedono più di persone che, mentre aspettano qualcosa o qualcuno, si met tano a leggere un bel libro. Sono tutto troppo concentrati dalla tecnologia che li circonda. Nessuno ha tempo per leggere, anche solo 5 pagine di un libro, ma hanno tutti tempo per stare sui social. Giustamente è più importante vedere cosa fanno gli altri nelle proprie vite che entrare in un mondo parallelo. Secondo me, quello che la gente non capisce è che il libro è capace di fare cose spe ciali: ti fa sentire in un’altra dimensione, lascian doti però nella tua vita. Appena un ragazzo/a prende in mano un libro, si annoia subito, senza fare il minimo sforzo di aprirlo. lo ho trovato riparo nella lettura, un posto sicuro dove andare quando le giornate non andavano bene o erano troppo perfette. La lettura ti prende e ti trasporta in un’altra di mensione e per poco tempo ti fa sentire bene, facendoti dimenticare tutto il resto del mondo. A scuola, quando la professoressa interroga,

vedo tutti che stanno al telefono o dormono. lo non esito neanche un secondo e mi metto a leggere, perché mi posso sentire libera. Quando la mattina devo prendere il pullman per andare a scuola, mi metto lì seduta e leggo. Vedo, però, gli sguardi strani della gente. “Cosa fa questa? Legge!?” Leggere non fa più parte di questa generazione. La lettura è entrata nelle nostre vite piano piano, senza fare rumore; e così piano piano, rischia di andarsene.

Una volta Mason Cooley disse: “Leggere ci da un posto dove andare anche quando dobbiamo rimanere dove siamo” Molte volte mi sento ingabbiata nella mia vita e vorrei solo essere altrove; ma non posso. Leggere, però, mi aiuta a credere di essere dove

LEGGERE PENSIERI E PAROLE 24 BONATE SOTTO (Bg) - VIA V. VENETO, N°6 - Tel. 035 465 3190 - Seguici PRANZI DI LAVORO - Scrivici al 3491614924 e riceverai il menù del giorno Menù pizza a mezzogiorno CONSEGNA A DOMICILIO

voglio essere. Mi fa vivere quella vita perfetta che tutti vogliono, ma allo stesso modo mi fa piange re, soffrire e divertire. Mi fa pesare le emozioni senza che io le senta. Mi fa capire la vita, aiutandomi a conoscerla. Molte volte un solo libro mi ha aiutato nella mia vita e molti libri sono entrati nel mio cuore. Quando da piccola mi chiedevano cosa volevo per il compleanno, rispondevo che volevo un li bro. Quando adesso mi chiedono cosa voglio per il compleanno, rispondo che voglio un libro. Voglio conoscere tutti i mondi paralleli alla mia vita, restando però in quella che mi hanno dato. “Più leggi, più cose saprai. Più impari, in più posti andrai”

“Leggere libri è il gioco più bello

che l’umanità abbia inventato”

Mi ricordo che quando ero bambina, andavo a ve dere le partite di calcio di mio fratello e passavo metà tempo a guardare la partita e metà a legge re. Oppure quando a scuola avevo un’ora libera e vedevo gli altri bambini giocare tra loro, io restavo seduta sulle scale con il mio libro in mano e il cap puccio calato. Non volevo che gli altri vedessero le emozioni che provavo leggendo, perché mi ver gognavo di fare qualcosa di “strano”, di “diverso” da quello che gli altri facevano. Poi ho smesso. Un giorno ho tolto il cappuccio e lasciato che gli altri vedessero le emozioni che provavo leggendo un libro, pagina dopo pagina.

PENSIERI E PAROLE 25

POESIA

Ci sono persone nel mondo capaci di esse re missionarie “proprio dietro l’angolo” senza avere la necessità di compiere viaggi poichè il vero viaggio è quello che si compie dentro cia scuno di noi nella ricerca del bene comune e dell’uguaglianza. Un particolare ringraziamento alla signora Elda Rizzotto di Remedello per la disponibilità, dedizione dimostrata nell’andare incontro, anima e corpo, aiutando una famiglia in un periodo di particolare bisogno.

Se la bontà e la misericordia potessero avere un nome, un volto, una mano, un gesto... di certo sarebbero quelli di Elda. Riservata, audace, vogliosa per amore, con passione al servizio si mette di coloro che nel bisogno, tendono la mano. Senza nulla pretendere senza ostentare scevro d’orgoglio il suo agire, mettersi in prima fila riannodando presente e passato coglie come primizia. Pietruzze preziose al Padre presenterà, le porte del Paradiso per lei saranno spalancate, angeli in coro l’avvolgeranno in segno di lode e d’omaggio in segno di una vita spesa per il bene comune nel nome di Cristo recando la Buona Novella.

Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

ANIME NEL VENTO

SOVRANA BELLEZZA

In ricordo del signor Pietro Ferrari detto Piero di Remedello.

Rivedo Pietro in questi giorni di estremo dolore di commiato sorridere ilare alla vita colorarla di sfumature accese.

Da piccina restavo ad ascoltarlo incantata dal suo fare brioso tenero.

A noi infanti regalava un sorriso un dolcetto che estraeva con maestria dalle fonde tasche di lunghi calzoni di fustagno marrone.

Dolore e sofferenza nel tempo l’ hanno profonfamente segnato smorzando l’ allegria purtuttavia lo sguardo conservava l’ antica vorace letizia.

Fra le braccia del Padre ora riposa fiore rosso sorriso lieto dall’alto riversa a chetichella sovrana bellezza.

Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

ED È
“IN
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NOME DEL BENE”

Miss New Entry 2023

HAI TEMPO FINO AL 31/12/2022

Ritorna a grande richiesta il concorso di bellezza organizzato dalla redazione di New Entry Maga zine che nell’ultima edizione, ha totalizzato più di 21.000 visualizzazioni con la speranza di egua gliare se non aumentare la partecipazione, non solo delle candidate, ma anche di tutti coloro che hanno espresso il loro voto durante le varie fasi. Condizioni di ammissione

1) Iscrizione gratuita entro il 31 Dicembre 2022

2) Aver compiuto almeno 18 anni entro la data 30 Novembre 2022 e non aver compiuto 49 anni en tro la data del 31 Dicembre 2022 Programma del concorso

1) Inviare tramite email a redazione@newentrymagazine.it oppure tramite numero whatsapp al 3477352863 una foto a mezzobusto con il viso in evidenza. Verranno scartate foto sfuocate, scure, con il cellulare davanti al viso!

2) In caso di un numero elevato di partecipanti, una giuria tecnica si riserva la facoltà di presele zionare le canditate che potranno passare alle fasi successive.

3) Il concorso si svolge con diverse tappe ad elimi nazione. (Esempio: se le candidate sono 24, nella prima fase, seconda e terza fase ne verranno eli minate 8 per giungere così alla fase finale con le ultime 4 finaliste. Con l’inizio di ogni fase vengono azzerati i voti di quella precedente.

4) Le votazioni avverranno tramite la pagina fa cebook di New Entry Magazine – Il Giornale della Gente dove verrà creato un album fotografico per ogni fase, riconoscibile dalla locandina nella quale si troverà la data ultima per votare. Ad ogni fase la copertina verrà pubblicata con un colore diverso e ben visibile in modo da non crea re confusione. Chi vorrà votare potrà entrare sulla pagina, mettere il mi piace a New Entry Magazi ne – Il Giornale della Gente e esprimere la propria preferenze tramite il “mi piace” alla o alle miss da lui ritenuta/e più meritevole/i.

5) Le miss candidate potranno condividere l’album creato dagli organizzatori sui propri profili social invitando le persone a votare. Premi

Le tre finaliste oltre all’intervista corredata da foto grafie pubblicata sulla nostra rivista e sito internet, avranno come premio dei buoni così suddivisi: € 150,00 per la prima classificata, € 100,00 per la seconda e € 50,00 per la terza per uno shooting fotografico professionale in studio nei vari generi fotografici, con vari set e cambi di outfit da con cordare con il fotografo Piero Beghi di Ghedi (Bs) Una grande opportunità per avere un tuo portfolio di qualità e sentirti modella per un giorno. Non si escludono altri premi offerti dai nostri sponsor.

NEW ENTRY TUBE: RICORDI, EMOZIONI, SORRISI...

MARIA GRAZIA CUTULI

Giornalista del Corriere della Sera, uccisa in un agguato in Afghanistan il 19 novembre 2001 a soli 39 anni. Il 26 ottobre di quest’anno avrebbe compiuto 60 anni. Si trovava lì per seguire le operazioni militari dopo la ca duta del regime dei talebani.

ROBERTO BENIGNI

L’attore comico e regista tosca no il 27 ottobre 2022 compie 70 anni. Nato in provincia di Arez zo, la grande popolarità arriva nel 1978 con il programma di Renzo Arbore “L’altra dome nica”. Una serie di film comici come “Jhonny Stecchino, “Il mostro” fino a “La vita è bella”.

ISCRIVITI AL CONCORSO! E’ GRATIS!
IL RICORDO DI MARIA GRAZIA UNA SCENA TRAT
27
TA DAL FILM “LA VITA E’ BELLA”

PENSIERI E PAROLE

VOLEVO CHIAMARTI...

Si avvicina il Natale e presumibilmente lo fe steggeremo insieme ai nostri cari. Qualcuno trascorrerà un momento gioioso, altri vedranno si siederanno a tavola e osserveranno

quel posto vuoto che donerà lacrime d’amore e pensieri intensi a coloro che ci hanno lasciato troppo presto in questa vita. Sul profilo Fb di Tiziana, un’amica conosciuta da poco, ho letto

queste splendide parole...

“Volevo chiamarti per dirti che ti voglio bene, ma il numero non e più attivo. Ho provato... Ma l’operatore mi ha detto “scusa ma non ho quella persona in lista”. Ho provato ad andare a casa, ma non vivi più lì.

L’ufficio postale non aveva una variazione per il tuo indirizzo. Ovviamente il Paradiso è troppo lontano. Ti voglio bene! Mi manchi! Sei sempre nel mio cuore! Un bacio... a coloro che amiamo che non ci sono più, ma che non dimenticheremo mai”.

PENSIERI E PAROLE

CITROEN MEHARI, ETERNA LOLITA!

La Mehari è una di quelle auto che sanno di estate, tempo libero, uffici chiusi e lun ghe giornate con gli amici. Impossibile non voltarsi a guardarla se la si vede passare per strada.

Prodotta dal 1968 al 1987 per ben 19 anni! È la tipica auto da spiaggia, adattissima alle località di mare, dove grazie alla sua particolarità estetica non sfigura nemmeno davanti ad una supercar! Non sono bella ma piaccio!

Come direbbe Gerry calà. Pesa quanto un sacchetto di patatine, pen sate che l’ago della bilancia si ferma a soli 475 kg.

Il peso piuma è dovuto al fatto che la car rozzeria è fatta da pannelli zigrinati con ner vature.

Il motore aveva una cubatura piccolissima, un bicilindrico da 602 cc, praticamente il motore di una moto ma con questo peso piuma non servono di certo cavallerie in sti le americano.

Cambio manuale e trazione anteriore anche se un piccolo lotto fu prodotto con trazione integrale. Il nome deriva da una partico lare razza di dromedari usati un tempo per le corse che appunto venivano chiamati Mehari.

Toccava i 110 km/h con la capote sistema ta in una determinata maniera. Ma chi la comprava non cercava prestazioni, ma stile, economicità e versatilità. Pensate che con i sedili posteriori abbassati poteva caricare sino a 400 kg!

Pazzesco come valore se si pensa al peso dell’auto: era stabile e scattante, adatta alla città ma grazie alla rara versione a trazione

integrale non disdegnava nemmeno la montagna. Ne produssero diverse versioni speciali, la Azur, la Plage ed altre.

Pensate che a Parigi, per mano di un folle ne ven nero bruciate circa 63 fra il 1973 e il 1974, tutte parcheggiate per le strade di Parigi.

Il responsabile non fu mai preso, di certo ebbe vita facile dato che la Mehari era composta per la quasi totalità di materiale plastico.

Spesso mi è capitato di vederne con gancio traino montato, una scelta coraggiosa anche se Mehari non temeva il lavoro.

Vi piace? Vi ricorda gli anni in cui mettevate i pantaloni a zampa e i Santo California cantavano “Tornerò?” Oppure siete solo dei millenials con nostalgia per un tempo spesso mitizzato che non avete vissuto? Beh sappiate che se la volete costa tanto !! E’ semplice nelle manutenzioni e non è attaccabile dalla corrosione ma se la volete non vi costerà poco...

Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a:

30 AUTO D’EPOCA
meccanicagelmini@gmail.com

L’ORSACCHIOTTO

Spesso mi trovo a camminare in paese, sulla strada, lungo un fiumiciattolo, ovunque su sentie ri in aperta campagna e se guardo davanti a me oppure in alto, i miei pensieri poggiano nel cielo o sugli alberi e si mescolano per brevi istanti nel verde e nel blu. Se abbasso lo sguardo incontro invece ai margini rifiuti e cose abban donate di ogni genere: è triste penso oppure è solo una conseguenza del degrado e del consumismo del nostro tempo...

Ma due giorni fa tra cumoli di im mondizia faceva capolino un pic colo orsacchiotto, un peluche, di cui rimaneva un mezzo busto e il musetto con que gli occhioni desolati che sembravano guardarmi. Non ho potuto fare altro che prender lo, toglierlo da là e appoggiarlo a riposare adagiato nell’erba sotto un grande albero... Quando ero piccolo portavo sempre con me un orsetto come lui, dentro e fuori casa, in cortile e nell’orto. Una fredda sera d’inverno nel tinel

lo della casa dei miei nonni, riscaldata solo da una di quelle piccole stufe a legna sormontate da anelli concentrici di ghisa, sentendo tanto freddo e preoccupato che anche lui ne soffrisse, aprii lo sportello e cercai di poggiarlo allo scopo di ri scaldarlo. Naturalmente mi diede il suo addio e scivolò nelle fiamme.

Rimasi sbigottito e dalla cucinina accorse mia nonna che compre se immediatamente e si affrettò a consolarmi e ad assicurarmi che non aveva sofferto e che sarebbe tornato. Capii poco dopo la mia innocente quanto triste ma rachella e ne soffrii parec chio. Prima di riaccendere il fuoco la mattina seguente, mia nonna frugando e pulen do la stufa, con molto amore trovò tra le ceneri ancora tiepide due biglie, due occhietti di vetro... per un po’ li portai con me, poi finii per perderli e dimenticarli in un tempo magico che non tornerà più.

“IL PERDONO”

Dolce l’amor perduto, cerco il perdono, forse ero cieco e caddi nel profondo, se avessi potuto avrei dato l’anima ed il cuore, adesso così infranto, resterò nel buio a cercar la via del perdono. Oltre al dolore l’indifferenza a incantare l’anima fino all’ultimo giorno. Che ne sarà del mio pensiero fisso, me lo porterò adosso come un fardello, ho letto un foglio un giorno che non avrei

mai creduto e son rimasto perduto, schiacciato dal rimorso, chiederò perdono tutti i giorni dell’esistenza. Il foglio l’ho impresso nell’anima, un giorno ti cercherò nell’infinito, ed il cuor mio donerò per non aver compreso chi mi ha amato sino all’ultimo giorno...

PENSIERI E PAROLE
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POESIA
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ANDREJ ARSEN’EVIC TARKOVSKIJ ZAVRAZ’E

Andrej Arsen’evic Tarkovskij Zavraž’e, 4 aprile 1932 – Parigi, 29 dicembre 1986) è stato un regista, sce neggiatore, montatore, scrittore e critico cinemato grafico sovietico. Il suo cinema è caratterizzato da lunghe sequenze, da strutture narrative atipiche e non convenzionali, da un distinto uso della fotogra fia cinematografica e da tematiche di tipo spirituale e metafisico. I suoi film più famosi come Stalker, Solaris e Andrej Rublev sono considerati univer salmente tra i più grandi capolavori della storia del cinema.

Biografia

Tarkovskij nacque il 4 aprile del 1932 a Zavraž’e, nella oblast’ di Ivanovo, un piccolo villaggio sulle rive del Volga, figlio di Arsenij Aleksandrovic Tarkovskij (il padre di Arsenij fu principe regnante del Daghe stan), poeta, e di Marija Ivanovna Višnjakova Tar kovskaja (1907-1979), donna dal carattere forte e dalla profonda religiosità, a lungo impiegata presso una tipografia. Enorme per Tarkovskij fu l’importan za del rapporto con i genitori, fatto di amore visce rale per la madre, e di lontananze e incomprensioni col padre, il quale abbandonò la famiglia nel 1935, quando Andrej aveva tre anni, per ritornarvi nel 1945, dopo la guerra. In questa occasione il pa dre tentò di portare Andrej via con sé, ma la madre glielo impedì. Anni cinquanta

Nel 1952 Andrej si iscrive all’Istituto di Studi Orien tali dell’Accademia delle Scienze di Mosca (Mosko vskij Institut Vostokovedenija) e inizia a studiare arabo. Influenzato dalla religiosità della madre, si trova molto a disagio nell’ambiente accademico ateista dei più duri anni dello stalinismo. Nel 1954 abbandonò gli studi e, seguendo il consiglio della madre, andò a lavorare come geologo raccoglitore nella taiga siberiana. Il contatto con la natura duran te le lunghe escursioni lo aiutò a ritrovare stimoli e a riconquistare una spiritualità che gli studi avevano minato. Il periodo della taiga siberiana fu oggetto di

una sceneggiatura del 1958 che, però, non fu mai trasformata in pellicola: Concentrato (koncentrat). Il titolo si riferiva al capo di una spedizione geologica, che aspetta la barca che riporta i “concentrati” dei minerali raccolti dalla spedizione. Nel 1956 Andrej Tarkovskij ritornò a Mosca e si iscrisse al VGIK (Scuola Superiore di Cinematogra fia), la più prestigiosa scuola di cinema dell’Unione Sovietica. Vi seguì i corsi di Michail Romm, quotato regista del periodo, esponente di quel realismo so cialista che andava per la maggiore in quegli anni. Romm, al di là delle sue personali scelte estetiche, si dimostrò un uomo di larghe vedute e, sotto la sua ala, Tarkovskij poté sviluppare le proprie idee, cosa di cui fu riconoscente al maestro, verso il quale ebbe sempre parole di grande stima. Al VGIK Tar kovskij iniziò: primo titolo è, nel 1956, Gli uccisori (Ubijcy), un cortometraggio che riprende uno dei più celebri racconti di Ernest Hemingway, e in cui Tarkovskij compare anche come attore nel ruolo di cliente del bar, a cui seguirà l’anno dopo il medio metraggio: Non cadranno foglie stasera (Segodnja uvolnenija ne budet). Questa opera è più complessa rispetto all’esordio e racconta di un manipolo di mi litari che si occupa dello sminamento di una strada dove sono rinvenute bombe della seconda guerra

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PERSONAGGI

mondiale. Il film, pur inserendosi idealmente in una certa cinematografia storiografica sovietica post, sbellica rivela, per il gusto della inquadratura e per la sceneggiatura tesa, il talento del regista. Anni sessanta, settanta, ottanta Nel 1960 Tarkovskij si diplomò presentando Katok i skripka, un mediometraggio che racconta l’amici zia tra un bambino che studia violino e un operaio asfaltatore. In questa pellicola si cominciano a co gliere alcune idee visive che troveranno ampio spa zio nei successivi lungometraggi: un certo gusto per le visioni oniriche (come la sequenza caleidoscopi ca) e il tema dell’acqua, sempre presente nei film successivi (ad esempio gli alberi che si specchiano nelle pozzanghere dopo l’acquazzone).

Nel 1962 uscì L’infanzia di Ivan (Ivanovo Detstvo), il primo lungometraggio di Tarkovskij. Il film fu pre sentato al festival di Venezia, e vinse il Leone d’oro ex aequo con Cronaca familiare di Valerio Zurlini. Con questo film, lirico e personale, iniziano le prime incomprensioni con il regime che, quando nel 1966 Tarkovskij girò Andrej Rublëv, diventarono un’aperta ostilità che influenzò tutta la carriera del regista. Dopo lunghe pressioni, che videro intervenire per sino il ministro francese per la cultura, il film, nel 1969, arrivò al festival di Cannes, dopo aver subito alcuni tagli e “correzioni” al montaggio. Il successo fu enorme, il film vinse il premio della critica inter nazionale e fu proiettato in tutta Europa, suscitando ovunque entusiasmi di critica e pubblico. In patria, però, Andrej Rublëv fu proiettato solo nel 1971, ri scuotendo un buon successo. A partire dall’aprile del 1970 Tarkovskij iniziò a scri vere un diario che tenne con continuità sino agli ultimi giorni. Contiene il resoconto delle traversie burocratiche e delle complesse vicissitudini umane di Tarkovskij e costituiscono, assieme a Scolpire il tempo, col quale Tarkovskij definisce la propria idea estetica, il più importante documento sulla sua vita e le sue opere. Nel 1972 Tarkovskij realizzò Solaris, tratto dall’omonimo romanzo di Stanislaw Lem. Il film racconta una spedizione scientifica sul pianeta Solaris, un pianeta in cui avvengono strani feno

meni. Kris Kelvin, lo scienziato inviato a risolvere il mistero, scopre che l’oceano del pianeta è una vera e propria entità senziente che materializza il pas sato e i ricordi. Terminato Solaris Tarkovskij iniziò a lavorare a Un bianco giorno, un film a carattere au tobiografico, che uscì nel 1974 con il titolo definitivo Lo specchio (Zerkalo). Si tratta senza dubbio del film più personale ed ermetico del regista. Tra le altre idee sviluppate mai tradotte su schermo figurano la riduzione de L’idiota di Dostoevskij al quale lavorò dal 1971 al 1983 quando, ormai esule, capì che non avrebbe mai girato un film sul Vangelo di Luca. Nel 1983 uscì Nostalghia, girato in Italia nella cam pagna senese, il suo primo film fuori dalla Russia. Nel 1985, grazie all’interessamento di Ingmar Berg man, Tarkovskij si recò in Svezia per girare Sacrificio (Offret), il suo ultimo film. Sacrificio uscì nel 1986 e fu presentato a Cannes suscitando entusiasmo unanime. La Palma d’oro però andò a Mission di Roland Joffé, scatenando fortissime proteste per fino da parte del presidente francese François Mitterrand, che parlò addirittura di “scandalo”. La malattia uccise Tarkovskij nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1986 in una clinica di Parigi. I funerali si svolsero il 3 gennaio nella cattedrale ortodossa di Sant’Aleksandr Nevskij e Mstislav Rostropovic.

IL VIAGGIO

C’è un solo viaggio possibile,quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta.

Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può sfuggire. Tutto quello che siamo lo portiamo con noi. Portiamo con noi la casa della nostra Anima, come fa la tartaruga con la sua corazza.

In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico.

Ovunque vada è la propria Anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare.

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PERSONAGGI

ARIETE (21/03 - 20/04)

Sono troppe le differenze che vi separano dal partner. Cercate di riflettere sul futuro e di non fossilizzarvi su questa storia... Sarete tentate dal fare shopping e sbattervene della crisi: ma non è questo il modo per affrontare le tensioni economiche.

CANCRO (22/06-22/07)

Amare vuol dire anche andare incontro all’altro cercando di capire le sue ragioni. Non vi intestardite!

Una persona potrebbe farvi ri dere di gusto : in fondo ce la mette tutta per strapparvi un sorriso e una vostra carezza. Che aspetatte a ricambiare?

BILANCIA (23/09-22/10)

Controllate la vostra alimenta zione e il vostro stato di salute: seguite consigli e pareri di me dici interpellati. Iniziate una sana dieta che vi farà ben presto ri splendere di luce vostra. In amore tutto a gonfie vele, anzi, non mancheranno mo menti di passione...

CAPRICORNO (22/12-20/01)

Chi l’ha detto che non ne siete capaci? Avete poca stima e fiducia nelle vostre capacità. Usate tutte le vostre forze per raggiungere il vostro scopo. Molte buone cose siete in grado di fare: solo che vi dovete mo strare più decisi nelle scelte e meno polemici con persone che potrebbero darvi una mano.

TORO (21/04-20/05)

L’amore per alcune attraverserà il tempo come un lampo: vi po treste illudere e poi pagare con una delusione. Meglio essere concrete e restare con i piedi per terra: badate solo a quello che potete realmente toccare con mano e che è alla vostra portata.

LEONE (23/07-23/08)

Una volta tanto lasciatevi alle spalle i vostri vecchi problemi, chiudete fuori dalla porta le difficoltà e cercate di rilassarvi. In amore prendete tempo se ne avete. Se state pensando a qualcuno particolarmente caro, ricordate che forse sta facendo la stessa cosa con voi.

SCORPIONE (23/10-22/11)

Un amico lontano tenterà di contattarvi per chiedervi un pia cere: in fondo potreste cogliere l’occasione per riavvicinarvi. Favoriti i collqui di lavoro e le relative prove : abbiate cura di sostenerli nel modo migliore e soprattutto di essere puntuali.

GEMELLI (21/05-21/06)

Potreste ricevere un aiuto in sperato e improvviso che vi aiuterà parecchio a risollevarvi da un problema che vi afflige. Quante volte avete sperato che qualcuno del vostro passato vi ricontatti? Ebbene, potrebbe essere un occasione irripetibile.

VERGINE (24/08-22/09)

Un ottimo cielo vi darà le oppor tunità per risolvere alcuni piccoli problemi che vi assillano da un po. Metteteli da parte: vi torne ranno utili in seguito. Se vorrete attirare su di voi l’attenzione evi tate di mostrare disappunto su quello che esprimono gli altri.

SAGITTARIO (23/11-21/12)

Soprattutto per i single, ci sa ranno delle note effervescenti che fanno ben sperare per tra scorrere delle serate in dolce compagnia. Potreste anche ac corgervi che qualcuno vi ha de luso abbastanza tanto da poter dire conclusa un’esperienza.

ACQUARIO (21/01-19/02)

Siete troppo puntigliosi e non ve ne avvedete certe volte: ri schiate solo di perdere la stima delle persone che vi stanno intorno. Occhio al partner: se tenete a lui dimostratevi più di sponibili a venire incontro alle sue esigenze. Per quanto riguarda la salute soffrirete un po’ di mal di testa.

PESCI (20/02-20/03)

Siete confusi e taciturni, avete le idee chiare, ma non riuscite ad esprimerle. Correte il rischio di essere fraintesi, perciò è consi gliabile evitare discussioni im pegnative. Sappiate sfruttare le piccole occasioni: se ne presen teranno tantissime. Anche in amore il tuo atteggia mento non giova alla coppia...

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OROSCOPO / DAL 28 NOVEMBRE AL 20 DICEMBRE 2022

Messa in sicurezza rete informatica con firewall e nuovo sistema di backup

Uno degli ultimi lavori effettuati da HkStyle è stata la messa in sicurezza di tutta la rete infor matica di una ditta produttrice di materie plasti che nella bergamasca.

A seguito di sopralluogo effettuato da Fabrizio, la rete del cliente non presentava nessun sistema di sicurezza interno ed era assente uno spazio di archiviazione sicuro in rete per il sal vataggio dei dati dell’azienda.

Inoltre anche l’armadio rack necessitava di pulizia e rifacimento del cablaggio interno.

Di seguito ecco il piano d’intervento attuato da HkStyle per migliorare l’efficienza della rete in terna della ditta.

Riassunto per punti del lavoro:

• Installazione firewall di rete e accesso dall’esterno

• Installazione Nas Qnap di produzione

• Ricablaggio completo armadio di rete

Lorenzo al termine del lavoro di rifacimento della struttura di rete

• Impostazione backup pc e controllo connettività di rete.

38 L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE
Nethesis
bilanciamento
installazione
Installazione nuovo firewall
per
linee internet e
nuovo NAS per archivio dati in rete

Installazione firewall di rete e accesso dall’esterno

Il lavoro di rifacimento della struttura di rete è stato effettuato in loco dal tecnico Lorenzo. Il primo passo è stato l’implementazione del firewall Nethesis Z1. Il firewall è il dispositivo che permette di filtrare tutto il traffico esterno in arrivo verso una rete

locale e gestire in maniera completa tutta la rete informatica interna.

In questo modo si può suddividere corretta mente il traffico di lavoro, gestire le reti di co municazione e controllare lo stato di tutti i pc / server connessi.

L’installazione del firewall è avvenuta corretta mente e la rete interna è stata completamente reimpostata con una nuova classe di indirizza menti aggiornata.

La cosa più importante della configurazione è stata l’implementazione del backup delle due linee internet presenti dal cliente. Infatti tramite il firewall si sono potute impo stare in modalità backup le due linee internet Telecom e Fastweb presenti in ditta: quando la principale salta per qualsiasi motivo dopo qual che secondo entra in azione la linea secondaria così da non mandare mai in completa disconnessione la rete e il lavoro dei pc! Infine, l’ultima configurazione implementata su firewall è stata la creazione di tutti i certificati VPN per gli utenti della ditta; infatti, il cliente necessitava di accedere dall’esterno ai dati pre senti localmente in ditta.

Tramite il firewall è possibile creare delle con nessioni private (chiamate VPN) che dall’ester no permettono di accedere ai dati locali dell’a zienda in totale sicurezza (basta avere una linea internet funzionante).Una vera comodità quando si è fuori ufficio e si ha bisogno di recuperare dei documenti locali!

L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE 39
Il firewall di rete Nethesis Z1 installato Il sistema di doppia linea internet in backup implementato

Installazione Nas Qnap di produzione Attualmente il cliente non presentava nessun luogo centralizzato e sicuro per archiviare i dati personali. Tutti i documenti e file venivano salvati localmente sui pc della sede.

Per questo motivo è stato scelto di installare un nas Qnap primario con 3 dischi da 4000gb, così da garantire spazio, velocità e sicurezza durante il lavoro sui file salvati in rete.

La configurazione del Nas è avvenuta con 3 di schi configurati in RAID 5. Il RAID 5 è un tipo di configurazione effettuabi le almeno con 3 dischi. In questa modalità, se uno dei 3 dischi dovesse guastarsi, il sistema di raggruppamento non subirà nessun danno e sarà possibile procedere con la sostituzione del disco guasto in tutta tranquillità.

Successivamente all’installazione del NAS in rete sono stati configurati gli utenti locali con le relative cartelle di utilizzo e permessi. Grazie a queste configurazioni è stata avviata la procedura di sincronizzazione dei dati che non ha impiegato moltissimo tempo a completarsi dato il nuovo sistema molto performante.

Ricablaggio completo armadio di rete L’armadio di rete non presentava un cablaggio molto corretto delle patch di rete (cavi di rete di collegamento). Inoltre la zona di lavoro in cui si trovava l’arma dio di rete era ancora in fase di ristrutturazione e quindi si è dovuti passare ad un’impostazione temporanea del cablaggio.

Per prima cosa sono stati rimossi il vecchio bi lanciatore di rete e le mensole rack aggiuntive.

40 L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE
Nas Qnap in fase di configurazione Qnap con RAID sincronizzato e dischi pronti Inizio del ricablaggio di rete

Tutto lo spazio interno è stato pulito ed igienizzato e sono stati rimossi i cavi di collegamento superflui. Sono state messe in primo piano e subito accessibili le borchie DSL delle due linee internet. Infine è stato dato un sen so logico a tutti i cavi di rete installati.

In questo modo l’armadio è stato suddiviso correttamen te in 3 strati principali:

1. Primo piano: firewall + router linee internet

2. Secondo piano: switch di rete e NAS storage

3. Terzo piano: impianto di videosorveglianza Impostazione backup pc e controllo connettività di rete

Oltre alla sincronizzazione dei dati e alla loro messa in si curezza, alcuni volumi di sistema sono stati dedicati per il backup dei computer.

Su tutte le postazioni è stato impostato un agente software che permette la creazione di un’immagine di backup giorna liera incrementale dell’intero sistema operativo del pc.

In questo modo si è in grado di avere uno storico completo settimanale nel caso in cui fosse necessa rio recuperare alcuni dati eliminati o non reperibili. Tutte e 4 le postazioni principali sono state messe sotto configurazione di backup e le prime immagini di sistema si sono completate in maniera corretta.

L’ultimo step è stato controllare la corretta navigazione dei client internet e i relativi filtri di sicurezza. Infatti, una volta installato un

L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE
Armadio pronto e ricablato
41

firewall, bisogna controllare che tutte le postazioni pc fisse e mobili siano in grado di uscire in Internet sotto la nuova rete configurata e con tutte le rela tive impostazioni di sicurezza. Tutti i dispositivi non hanno subito problemi e il traffico dei pacchetti di rete verificato viene costantemente filtrato in modo sicuro e rapido. Al termine del lavoro, quindi,

il sistema di backup della linea gestito da firewall funzionava correttamente e soprattutto lo storage di rete per i dati su NAS era attivo senza anomalie di funzionamento. In questo modo attualmente

dati vengono copiati e duplicati in maniera sicura

42 L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE
Dettaglio su cablaggio armadio Dettaglio su switch di rete ricablato i su uno spazio di rete certificato e dedicato! Stefano e Lorenzo

Alluvione della Cina

L’alluvione della Cina del 1931 fu una serie di de vastanti inondazioni avvenute nella Repubblica Ci nese tra il giugno e il novembre del 1931. Queste inondazioni sono considerate generalmente come il disastro naturale che ha provocato più vittime nel XX secolo. La stima dei morti varia dalle 145.000 persone fino a 4 milioni.

Cause

Dal 1929 al 1930 una lunga siccità colpì la Cina. Secondo alcune fonti nell’inverno del 1930 la zona centrale della Cina fu caratterizzata da un clima in solito. Pesanti nevicate invernali vennero seguite dal disgelo primaverile e da pesanti piogge che innal zarono il livello del Fiume Giallo considerevolmente. La pioggia si intensificò tra luglio e agosto del 1931. Inoltre il 1931 fu caratterizzato da una estrema at tività ciclonica; solo nel luglio nove cicloni colpirono la regione (la media era di due all’anno)

Vittime e danni

Le fonti cinesi quantizzano un totale di 145000 vit time su circa 28 milioni di persone colpite. Le fonti occidentali invece parlano di un bilancio complessi vo tra i 3,7 e i 4 milioni di vittime. La superficie in teressata dagli eventi straordinari era non inferiore a 18.129.917 ettari Fiume Azzurro

Il periodo di inondazioni peggiore fu tra il luglio e l’agosto del 1931. Solo nel mese di luglio quattro stazioni meteorologiche poste lungo il fiume riporta rono precipitazioni di oltre 600 mm mensili.

Huai He

Le inondazioni del Fiume Azzurro e dello Huai He raggiunsero presto Nanjing che a quel tempo era la capitale della Cina. La città è posizionata in una zona molto vulnerabile alle inondazioni e subì gra vissimi danni. Milioni di residenti morirono annegati, alcuni di fame e altri di malattie trasmesse dall’ac qua come colera e tifo. Mogli e figli erano venduti da cittadini disperati e sono riportati casi di infanticidio e anche di cannibalismo. L’altezza massima rag

Diga delle Tre Gole costruita nel 2012

giunta dall’acqua venne registrata nell’area urbana di Hankou nella città di Wuhan il 19 agosto con 16 metri sopra il livello normale. Nella sera del 25 ago sto l’acqua attraversò il Gran Canale distruggendo le dighe vicino al lago Gaoyou. Circa 200.000 per sone vennero uccise nel sonno. Reazioni del governo (1930-1940) Repubblica (1930–1940)

Sulla scia del disastro il governo nazionalista istituì diverse organizzazioni come la “Commissione di Conservazione del fiume Huai” per affrontare i pro blemi delle inondazioni. A causa della mancanza di fondi e per i problemi derivati dalla seconda guerra Sino-Giapponese e dalla Guerra Civile, la commis sione fu solamente in grado di costruire alcune pic cole dighe lungo il Fiume Azzurro. Governo comunista (dal 1949)

Nel 1953 dopo la guerra civile il leader del Parti to Comunista Cinese, Mao Zedong, viaggiò per il Fiume Azzurro per promuovere la costruzione della Diga delle Tre Gole per controllare le piene. Scienziati e ufficiali che dimostravano dubbi, come Chen Mingshu, vennero perseguitati come “di de stra”. Li Siguang, promettente scienziato e ministro delle risorse mineralogiche, disse a Mao che si sa rebbe suicidato se non avesse fermato la costru zione della diga. Il progetto non seguì la program mazione di Mao a causa della mancanza di fondi. Il progetto venne ripreso negli anni 1980 e la Diga delle Tre Gole divenne pienamente operativa nel 2012 per la produzione di energia elettrica.

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Fonte: Wikipedia SEGNI NEL TEMPO
1931

NONNA, MI RACCONTI COME GIOCAVI?

Eccoci qua, ben ritrovati giovani. Siamo quasi alla fine di un altro anno, tra alti e bassi, anche la scuola ha fatto un gran percorso. Ora con trepida attesa aspettiamo tutti, grandi e piccoli le sospirate vacanze natalizie. Ci auguriamo che trascorrino lentamente, serene e piene di grandi soddisfazioni. Si dà un taglio alle interrogazioni, ai tantissimi compiti quotidiani, ci si prepara magari per un viaggio con mamma e papà e poi l’attesa dei regali che sotto le feste non mancano mai. In questa era fortemente di gitale, i regali per i giovani e giovanissimi, sono molto elaborati e tecnicamente sofisticati, hanno bisogno di modalità d’uso e ottima conoscenza informatica. Ma chi ha la grande fortuna di avere ancora i nonni, può fare una semplicissima do manda chiedendo di come  e con cosa, anni fa, loro giocavano. Sicuramente, sentendo raccontare il modo come giocavano e i giocattoli che usavano, lo stupore e la meraviglia avrà la meglio. Ho fatto una lunga chiacchierata con nonna Luisella P.  che con i suoi 76 anni, portati benissimo, mi ha raccontato la sua infanzia e poi adolescenza: “Vengo da un paese di alta montagna, quattro sorelle e due fratelli, con pochissimi anni di diffe renza. Umili origini: papà boscaiolo, mamma ca salinga... (all’epoca le donne facevano le mamme e le mogli). I regali erano un miraggio, ma sotto Natale, c’era sempre un piccolo pensiero per noi.

Per le femmine la bambola di pezza che la mamma cuciva a mano con ago e filo e per i maschi, dato che il nonno Giuseppe era un bra vissimo falegname, il cavallino a dondolo di legno e il carrettino con le ruote da tirare, un fratello saliva sopra e l’altro con grande forza lo scarroz zava per i vicoli. Si aveva poco ma ci divertivamo tanto, i compiti di scuola erano pochissimi, ave vamo un libro ed un quaderno e dopo le elemen tari si andava a lavorare nei campi”. Nonna Luisella P.  fa anche una considerazione: mi chiede come mai i suoi giovani nipoti hanno tantissimi giocattoli, scatole e scatoloni pieni, ma dopo averci giocato una volta li mettono via. A lei dispiace molto vederli tutto il giorno dopo il ritorno da scuola, incollati al cellulare. Forse pensa che data l’età fa fatica a comprendere, ma gli sembrano assenti e privi di inventiva, rispetto a quando era giovane lei. Anche nonno Francesco G. che agita il suo bastone dove si appoggia per camminare, mi racconta dei suoi trascorsi di fan

44 PIANETA di Sandy Ambrosio

ciullo. Lui ha 81 primavere ed ha visto molta gio ventù passare e modificare modi e maniere dei giochi dei bambini. Ha nove nipoti e tre pronipoti. Lo raggiungo nella sua enorme casa di cam pagna, intorno ad un lungo tavolo di rovere, an ch’esso datato molti anni, con intorno due delle figlie maggiori, con i figli e nipotini molto piccoli. Uno spaccato di generazioni, che si tramandano usi e costumi. Quando inizio a chiedere se si ri corda la sua adolescenza, agita ancora di più il suo bastone e come un fiume in piena si mette più che a raccontare a ricordare. Quei periodi di un dopo guerra devastante, mentre figlie nipoti e pronipoti sono degli spettatori attenti e curiosi: “Essere bambini quando una città o paese è di strutto dalle bombe, dove vige la miseria, non lascia bei ricordi. Eppure la voglia di ricominciare e ricostruire con la complicità dei genitori, anche senza molte risorse, ci invogliava a fare gruppo. Si giocava in tantissimi, nei cortili, anche tra le macerie delle grandi case distrutte. Con i carboni rimasti nei camini, si disegnavano grandi qua drati. Con un pezzo di mattone, facile da reperire

visti i cumuli di macerie intorno, si saltava fino a fare un punteggio altissimo, passando più volte dentro i quadrati. I maschi si piegavano su se stessi, facendo un ponte, dove tutti i partecipanti dovevano saltarlo velocemente. Si faceva gruppo e si stava insieme con gli amici, come in famiglia, si divideva quel pochissimo che si aveva e c’era molta complicità e rispetto”. Sicuramente di tempo ne è passato, ma quello che fa un po’ strano è che questo tempo ha mo dificato radicalmente non solo il modo di giocare, ma soprattutto il modo di pensare: le affinità, l’inclusione dei giovani nell’importanza del gioco.

45 PIANETA di Sandy Ambrosio

Prima si giocava per passare il tempo, ritrovarsi e crescere in una maniera naturale e costruttiva, oggigiorno molti giochi si fanno e si rincorrono per guadagno, come giocare con un pallone. Ci si proietta sempre per poter essere un cal ciatore famoso, quindi la palla non è amica di momenti da godere, ma di tempo investito per un futuro guadagno. Cambiano i tempi, cambiano i giochi, ma dob biamo fare in modo che in ognuno di noi, grandi e piccini, rimanga dentro sempre un bambino con una grande voglia di giocare.

Vi lascio una poesia in tema.

E il mondo racconta...

E il mondo racconta di un bimbo di ieri, a passi lenti andava, ma sicuri. Si perdeva in mille e più domande per avere mille e più risposte. Cercava senza sosta di trovare i come ed i perché...

E il mondo racconta di un bimbo di oggi, a lunghi passi va ma insicuri. Lui non chiede perché crede di sapere tutto, lui non chiede perché crede di aver trovato già la risposta, ai suoi come ed perché.

E il mondo poi racconterà di un bimbo del domani: ma forse sarà lui a non voler essere raccontato, perché come va il mondo, forse, non ci sarà niente da voler raccontare....

(SANDY AMBROSIO)

CORRIAMO A GIOCARE

(Poesia della nonna e dei “vecchi” giochi) Corri mia amica, andiamo a giocare, disegneremo i quadretti vicino al muretto, op pure saltiamo alla corda intrecciata, sino alla sera inoltrata. Corri mio amico, andiamo a giocare, a nascondino o palla perduta, poi sul carretto di legno fatto dal nonno, gire remo per strade, stradine nel borgo. Amici corriamo, appuntamento alla fontana, giocheremo a scavalcare i compagni senza pretesa e senza danno e quando la mamma ci chiama a mangiare tutti andiamo. Mangiamo pane con zucchero e olio o marmellata dei frutti dal  bosco donati, pensando al domani di nuovo a giocare e questa volta, a saltare e nei prati poi andare.

Sandy Ambrosio.

46 PIANETA di Sandy Ambrosio

CALCHI

Inizio con due curiosità che spiegano come la sto ria della famiglia Calchi si intreccia con quella di Leonardo da Vinci particolarmente in due distinte situazioni. La prima con Bartolomeo Calchi, primo segretario ducale di Lodovico il Moro, che nel pe riodo tra il 1482 e 1499 chiamò il genio alla corte sforzesca. Di Bartolomeo esistono diversi atti-do cumenti-lettere-annotazioni autografi indirizzati o riferiti a Leonardo per il suo periodo di permanenza nel Ducato milanese. La seconda con Polidoro Cal chi, il quale, nel 1610, ereditò dal suocero e scul tore Pompeo Leoni, la famosa Casa degli Omenoni di Milano, loro abitazione, insieme ai disegni ed ai manoscritti di Leonardo da Vinci (oggi noti come Codice Atlantico), venduti poi, verso il 1630, al conte Galeazzo Arconati, che li donò al cardinale Federico Borromeo per la Biblioteca Ambrosiana. Segni del rapporto con Leonardo si trovano anche nella Villa Calchi di Calco, dove il salone principale è dipinto con decorazioni che creano un paralle lo con la leonardiana Sala delle Asse del Castello sforzesco https://www.villacalchi.com/ e https://youtu.be/W5fwn5HY4ss

La versione attuale del cognome Calchi è l’evolu zione storica e sanguinea di un unico originario ca sato costituito da diversi rami che, almeno fino alla metà del 1500, erano in stretto legame tra loro. Prima di quell’epoca il cognome veniva riportato sui documenti prevalentemente nella forma Calco con le varianti Chalco - Calchis - Chalchis - Cal chus - Calchos - Calgo - Calego - de Chalco. Le poche famiglie Calchi Novati appartengono alla stessa discendenza, poiché l’aggiunta del secon do cognome è avvenuta nel 1600 a seguito di un lascito testamentario. Si hanno notizie di questa famiglia già dall’Ottavo/Nono secolo, cioè quan do furono feudatari ghibellini e proprietari di vaste zone della Brianza tra cui, come vedremo, anche Calco, comune della provincia di Lecco. Tuttavia, studiosi e ricercatori, citando gli storici Strabone, Plutarco, Plinio e Paolo Moriggia, av

valorano l’ipotesi di un’antichissima provenienza greca. A conferma di quanto appena descritto, l’a nalisi del DNA dello scrivente effettuata nel 2004, ha messo in rilievo che l’ultima modifica subita dai marcatori, avvenuta alcuni millenni fa, colloca l’origine della discendenza nell’area tra Grecia, Ar menia e Turchia. Inoltre, la moneta in uso presso gli antichi Greci ai tempi di Pericle era chiamata calchos, ossia rame e corrispondeva a 1/8 di obolo d’argento. Suoi multipli erano il dicalco, il tetracalco ecc e corrispondevano a una dramma d’argento. La ricostruzione genealogica ha evidenziato che ad oggi, in Italia, ci sono circa 50/60 famiglie, ovvero più o meno 140 persone con questo cognome, alle quali si aggiungono alcuni discendenti emigrati in Brasile, negli Stati Uniti e in Belgio.

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STEMMA DEI CALCHI RICAVATO DALLO STEMMARIO TRIVULZIANO (MILANO)

Poiché alcuni rami storici si sono estinti nei secoli scorsi, sono individuabili tre attuali ceppi di discen denza:

- il ramo lombardo più numeroso, tutti discendenti da Alessandro Calchi nato nel 1538, trasferitosi nel 1563/1570 circa da Calco (Ducato di Mila no) a Boltiere (Bg) allora sede locale della dogana dentro la Repubblica di Venezia. Da questo ramo discendono anche gli emigrati in Brasile alla fine del 1800.

- il ramo di Pescara-Chieti, probabilmente trasferi tosi prima o poco dopo il 1800 e dal quale, anche in questo caso, discendono gli emigrati in Belgio e dagli Stati Uniti. Purtroppo, a causa della scarsità delle fonti consultate, non è stato possibile capire se sono collegati al ramo sopra descritto o se sono frutto di una discendenza parallela. - il ramo dei Calchi Novati di Milano discendono da Gabriele Calchi, fratello di Bartolomeo e segretario ducale di Ludovico il Moro.

La ricostruzione genealogica, iniziata nel 1998, è frutto dello studio dell’abbondante documentazio ne esistente, che va da: le pergamene degli anni 936, 960, 975 e in cui compaiono i nomi di Umberti, Teuzo, Warimberti Calchi; gli antichi “richiami” genealogici presenti negli atti redatti da antenati di questa casata che rimandano fino ai primi secoli dopo l’anno 1.000 e dove i nomi più antichi riportati sono Accursino, Johannolus, Galvagnolo, Cressone, Severinus, Porolus ecc; gli elenchi del genealogista Sitoni di Scozia e degli Indici Lombardi presenti entrambi nell’Archivio di Stato di Milano, ovvero la trascrizione di nomi e di date presenti negli atti notarili; la cartella Famiglia Calchi presente nell’Archivio di Stato di Milano contenente circa un migliaio di note personali e scritti privati databili tra il 1300 e il 1700; la consultazione degli archivi Parrocchiali, di Stato e Diocesano sia di Milano che di Bergamo, nonché alle citazioni o ai capitoli sui Calchi presenti in di versi libri pubblicati nei secoli passati, il più antico

dei quali è stato pubblicato a Venezia nel 1591. La ricerca, di fatto mai interrotta, ha condotto a nuove scoperte o anelli di congiunzione genea logiche anche nel 2020 ed ha avuto un punto di ricchezza nella conoscenza con lo storico locale di Calco, Anselmo Brambilla e un “cugino” Calchi Novati, i quali, grazie alla loro passione, avevano già acquisito molto del materiale storico ed in parte di quello genealogico. Sono stati ricostruiti o acquisiti diversi e parziali alberi risalenti fino al 1500 e alcuni anche pre cedenti a tale data. La difficoltà sta nel riuscire a collegarli tutti, poiché presuppone un ulteriore spe cifico e soprattutto minuzioso lavoro di studio in vari archivi statali e diocesani su atti notarili o altro materiale, precedenti all’epoca sopra citata. Ogni percorso di ricerca storico-familiare comunque ri conduce genealogicamente i Calchi a Calco, paese di origine sin dal primo millennio. Ritengo curioso l’aver ritrovato documenti del 1400/1600 relativi a 5 omicidi: tre subiti dai Cal chi e due fatti o l’aver scoperto l’esistenza di due

UN RAMO DELL’ALBERO GENEALOGICO DELLA FAMIGLIA CALCHI

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pale di altare del 1600 dove i volti dei personaggi rappresentati di fatto sono i ritratti dei Calchi che li hanno commissionate o, ancora, l’aver rintracciato a Milano la lapide sepolcrale del segretario Barto lomeo Calchi, morto nel 1508. Ecco, di seguito, altri elementi storici e significativi emersi durante la ricerca:

- Il legame stretto, di fiducia o magari parentela con il conte Attone di Lecco, la cui moglie, Ferlinda, viene da Beolco, frazione di Calco. Attone è discen dente dalla famiglia agnatizia di Guido e Lamberto di Spoleto, entrambi re d’Italia, a loro volta discen denti da Geroldo, conte di Parigi nel 650 per il me rovingio Teodorico III). Attone governava in nome di Carlo Magno diversi e vasti territori in Italia.

- Prima dell’anno 1000 i Calchi dichiarano di esse re di legge longobarda, mentre Attone era di legge franca.

- I Calchi sono una presenza costante nelle zone di Milano e Brianza per circa 8 o 9 secoli, cioè da quando, nell’alto Medioevo, sono feudatari di Cal co a quando, con i Visconti, risultano iscritti nella Matricola fra i nobili del 1277. In tutto si contano ben quattro podestà di Milano: nel 1565 Antonio Maria, nel 1599 Eliodoro, nel 1682 Sigismondo e nel 1711 Pietro Antonio.

- Il massimo del successo, come estensione terri toriale e come personaggi illustri, viene raggiunto nel periodo del duca Francesco Sforza il quale, in guerra contro i veneziani, risiedeva proprio nel ca stello a Calco e di Lodovico il Moro, infatti Barto

lomeo Calchi è il suo segretario ducale e Tristano Calchi è lo storico e scrittore del Ducato. Tutto que sto garantì loro di esser compresi nell’elenco delle nobili famiglie che detenevano il diritto di entrare nel Capitolo Maggiore di Milano e quindi votavano per l’elezione dell’arcivescovo.

- Negli Annali e nell’Archivio Storico della Vene randa Fabbrica del Duomo di Milano, per diverse ragioni ed in vari ruoli, sono citati 34 Calchi, tra il 1400 e il 1600.

- Calchi Giacomo, nato a Lodi, teologo carmelitano successivamente aderì al disegno dottrinale del re Enrico VIII, il fondatore dell’Anglicanesimo dopo la scomunica per il divorzio da Caterina D’Aragona e fu ricevuto alla corte inglese con tutti gli onori, frequentandola come loro teologo. Morì a Londra nel 1533.

- Furono vescovi Genesio Calchi a Lucca (1714), Giovanni Pietro a Vigevano (1491), Pietro Calchi Novati a Lodi (1868 - 1952) mentre si ricorda no il beato Severino Calchi, predicatore (1194) e il venerabile Ludovico Maria Calchi, domenicano (1669-1709).

- Il Collegio Calchi, fondato a Milano nel 1516, pre se il nome de’ Calchi perché Girolamo Calchi donò il suo palazzo a questa scuola media superiore. Nel 1791 venne unificato con il soppresso collegio Taeggi e fu denominato Collegio Calchi-Taeggi, da cui l’omonima via di Milano. Attivo ed efficiente an che negli anni successivi alla prima guerra mon diale, il Collegio venne definitivamente soppresso dal regime fascista nel 1935. Suoi studenti famosi furono: Giovanni Scopoli, Camillo Olivetti, Giuseppe Caimi, Gaetano Cattaneo e Giorgio Amendola. Ulteriori approfondimenti nel link della pagina Fa cebook creata dallo scrivente, Edoardo Calchi. https://www.facebook.com/1849278638694522/ posts/2889542581334784/

Seguiteci e insieme scopriremo chi erano i nostri antenati e l’origine di molti cognomi diffusi in tutta la Lombardia.

Edoardo Calchi

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PENSIERI E PAROLE

FINO

A TOCCARE

Siamo adattabili. Impariamo. Impariamo a convivere con le fatiche esistenziali, a tollerare stati d’animo dai toni scuri, a reagire con le risorse che ci ritroviamo. Impariamo a cercare nuovi strumenti per far fronte alle richieste e alle sfide della nostra vita. Impariamo a riposarci in mezzo alla tem pesta, a tener duro in salita. Impariamo a sostenere condizioni che non avremmo mai pensato di riuscire a sostenere. Ci proviamo, perlomeno. Fino a toccare i nostri limiti. Milioni di gradini da scalare e gli oceani

Due matti vengono portati a fare il bagno al mare. A un certo punto uno dei due si butta nell’acqua alta tentando di suicidarsi. L’altro capendo la si tuazione si butta in acqua e salva l’amico. Tornati al manicomio il direttore dell’istituto chiama il matto che aveva salvato l’amico e gli dice: “Com plimenti, per il tuo gesto meriti la libertà. Abbiamo ragione di credere che tu sia guarito, ma purtrop po devo darti una brutta notizia. Il tuo amico ha voluto morire lo stesso e si è impiccato”. Il matto pensieroso: “Mah no! L’ho appeso io per farlo asciugare!”

I NOSTRI LIMITI

da attraversare sono nelle nostre città, sono nei nostri quotidiani. Le imprese eroiche sono di tanti uomi ni e donne che -sconosciuti- senza nessun titolo sui giornali né servizi in tv, conquistano nuovi territori dello spirito, dell’anima, del pensiero. Per le proprie vite. A testimonianza di possibilità e im possibilità, a sostegno dei compagni di viaggio. Ecco, verso questa nostra umanità io provo meraviglia e rispetto. Lì mi sento a casa.

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3 MITI SU INSTAGRAM DA SFATARE

Oggi ho deciso di sfatare 3 miti di cui ho sentito spesso parlare su Instagram. Tra l’altro miti che bloccano tante persone nella gestione e crescita del proprio Busi ness Online. Se sei d’accordo direi di iniziare subito!

Mito #1 se vuoi ottenere collaborazioni su Instagram devi avere milioni di followers

Ecco che scendono in campo i micro-influencers.Ne hai sentito parlare?

Sono profili con pochi followers (spesso 1-5k) che grazie al loro tasso di interazio ne vengono ricercati di più rispetto ai ma cro-influencers.

Da qui puoi capire che il numero di followers non conta nulla.

Forse in passato era importante, ma oggi conta di più la tua credibilità e quanto il tuo pubblico sia realmente affezionato a te.

Quindi condividi la tua passione, cura il tuo profilo e la tua community. E ti assicuro che il tempo ti regalerà le sod disfazioni più grandi.

Mito #2 i followers e i likes determinano il tuo successo su Instagram

Followers e likes sono una componente im portante del tuo successo su Instagram, ma… Esatto c’è un MA!

E’ importante avere like e commenti di qua lità per creare un profilo di successo. Quindi pensa prima di tutto al contenuto che offri ai tuoi followers, se è di qualità porterà alla tua pagina followers di qualità

Mito #3 devi essere esperto di marketing per avere successo su Instagram

In generale sono sempre favorevole e pro pensa allo studio e alla formazione, ma non devi essere un esperto di marketing per ottenere risultati. Se vuoi ottenere risultati devi avere un metodo, una strategia. Hai bisogno di provare e riprovare sbattendo la testa tante volte sullo stesso problema. Non arrivi ai risultati solo con il marketing (quello è una piccola parte), ma con delle competenze specifiche.

Questa è la verità. Non hai bisogno di imparare tante cose, ma poche azioni che ti consentano di ottenere i tuoi risultati. Ci sentiamo presto, Ylenia. P.S. Sono curiosa di sapere cosa ne pensi dei tanti corsi e informazioni che trovi onli ne. Rispondi a questa email con la tua opinione personale.

redazione@newentrymagazine.it

IG @yleniafrancini FASHION DIGITAL EXPERT 53

GAIA FERRARI

Modella, fotomodella, fotografa, scrittrice e… forse molto altro ancora. Gaia Ferrari è un trionfo di espe rienze che l’ha portata a vivere contesti magici e si tuazioni da favola. Ma lei, complice la giovanissima età (20 anni), non ha nessuna intenzione di fermarsi e ha voglia di stupire. Dalla Provincia di Parma dove è nata e cresciuta, diplomata come Perito Agrario, ha alle spalle una finale regionale a Miss Italia, un libro tutto suo dove racconta un’adolescenza diffi cile e l’amore per gli animali, una passione per la fotografia che, forse, l’ha salvata. Come nasce il feeling con la fotografia? Ho sempre amato la fotografia, è uno dei miei prin cipali hobby che mi accompagna fin da quando ero bambina. Ho iniziato a partecipare a delle piccole sfilate di negozi in qualità di fotografa. E poi un gior no ho voluto provare anche io a stare davanti ad un obiettivo, così per gioco. A quei tempi non mi piace va farmi fare delle foto. Non avevo nemmeno un bel rapporto con me stessa...

Insomma, la fotografia ha avuto un aspetto quasi terapeutico…

Dire che fare la fotomodella mi abbia salvata… è ben poco. Ha fatto molto di più per me. Ho imparato a prendermi cura del mio corpo, a valorizzarmi, a sprigionare la mia creatività in diversi stili. Ed allo stesso tempo ad apprezzarmi proprio per la mia diversità.

Cos’ha la fotografia di così magico?

Quando sono sul set mi sento quasi un’altra perso na. Esce una parte di me sicura di sé, determinata e con autostima. Mi impegno al massimo per fare sì che venga realizzata una foto impeccabile, studian domi le pose e cercando di non essere banale. Mi sono già tolta qualche soddisfazione. Ho parteci pato al trailer di un libro, “Gilda” di Corrado Ajolfi. Il mio volto è addirittura finito sulla copertina del libro! E siccome da cosa nasce cosa…

Nell’estate del 2021 ho partecipato al mio primo concorso di bellezza: Miss Mondo. Volevo metter

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L’INTERVISTA

mi in gioco, provare nuove esperienze. Poi mi sono lanciata in Miss Italia dove ho vinto la fascia di Miss Rocchetta Bellezza, che mi ha permesso di accede re alle prefinali regionali. Per me già il fatto di aver camminato sulla passerella di Miss Italia è stato un traguardo.

Non solo immagine, ma anche scrittura. La scrittura per me è stata da sempre un rifugio. Un rifugio in cui nascondermi quando tornavo a casa da scuola in lacrime, quando i miei coetanei mi bullizzavano. Mi aiutava a dare sfogo ai miei tor menti, a liberare i miei pensieri. Penso che scrivere

sia un’ottima valvola di sfogo. Ma anche un modo per conoscersi più approfonditamente: penso che la scrittura sia la voce della mente. Scrivere, leggere, prendersi uno spazio per sé, tutti elementi che fanno parte della tua quotidianità. Ho sempre amato leggere, scrivere ed inventare storie. Il mio primo libro parla del mio rapporto col

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T.+39 344 023 4328 @NICOLAHAIRSTYLIST PONTERANICA (BG) Via Via Petos,52

bullismo. So che la mia situazione l’ha passata an che parecchia altra gente e con questo voglio dare loro un conforto, un abbraccio, come a dire loro che ci siamo e che non sono soli. “LUL – L’intreccio del passato” ha avuto l’onore di essere pubblicato dopo nove anni che tentavo nell’impresa. Per me la pub blicazione è stato un trionfo, ma soprattutto la rea lizzazione di un sogno che mi portavo dietro da anni. Che rapporto hai col mondo dei social? Sui social mi piace condividere parti della mia vita, ma soprattutto i miei hobby e le mie passioni. Pubblico principalmente fotografie inerenti a servizi fotografici, ma nelle storie Instagram troverete spes so il mio cane Tobias o in generale cavalli, in quanto amo alla follia questi due animali; oppure storie ine renti allo sport come, oltre all’equitazione, la palestra o la danza. Lontana dai riflettori, chi è Gaia Ferrari?

Nel mio quotidiano mi ritrovo spesso a combattere contro la mia introversione. Negli anni ho lavorato parecchio sulla mia timidezza, distruggendola quasi del tutto. Allo stesso tempo mi piace distinguermi dalla massa. Cambio in base alla situazione, ma an che a come mi sento di vestirmi in quel momento. Cos’altro bolle in pentola? Tra i prossimi progetti che bollono in pentola c’è la realizzazione del sequel di “LUL – L’intreccio del passato”, già in atto di scrittura. Ed un servizio foto grafico dedicatogli. E poi chissà, qualche casting per film o doppiaggi. Tra dieci anni spero vivamente di essere una donna realizzata, di riuscire a mantener mi con le mie passioni… ma soprattutto di essere felice della mia vita!

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CONTATTI SOCIAL Instagram @ferrarigaiia TikTok: @ferrarigaiia L’INTERVISTA GRAFICA E STAMPA PROGETTI DIGITAL E SOCIAL INIZIATIVE EDITORIALI REALIZZAZIONE VIDEO Quando COMUNICARE porta soluzioni e risultati. Qualità e ottimizzazione delle risorse per una comunicazione consapevole, mirata, efficace a prezzi sostenibili. Tel. 347 73 52 863 - www.newentry.eu - redazione@newentry.eu
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BENAZIR BHUTTO

Benazir Bhutto aveva un sogno: cambiare il suo paese, il Pakistan. E per questo scelse una stra da difficile e in salita: entrare in politica e rac cogliere l’eredità del padre, ex primo ministro, che era stato deposto dal dittatore Zia ul-Haq, e poi ucciso nel 1979. Benazir subì a sua volta gli arresti domiciliari, il carcere duro e l’esilio in Gran Bretagna. Ciononostante, Benazir Bhut to non smise mai di lottare per la democrazia nel suo paese, fondamentale per la pace e per combattere il terrorismo. Raccolse l’eredità politica del padre e divenne leader del Partito Popolare Pakistano. Nel 1986 rientrò in Pakistan, accolta con gran de entusiasmo da chi sperava in un rinnova mento del paese, ma fortemente osteggiata da chi vedeva in lei un pericolo per il regime e un’offesa alle tradizioni, per il suo essere una donna troppo libera, moderna e coraggiosa, in una società ancora patriarcale e maschilista. Grazie al successo elettorale del suo partito nel 1988, fu nominata Primo Ministro. La prima donna in un paese islamico. Il suo programma prevedeva riforme, accesso all’i struzione per i più poveri, servizi essenziali e, soprattutto, un nuovo ruolo alle donne, perché come sosteneva: “Quando le donne sono rispettate e considerate alla pari con gli uomini, si moltiplicano e migliorano le premesse sociali necessarie a far entrare una nazione nella comunità globale”. Nonostante l’entusiasmo iniziale, il suo governo durò solo 20 mesi: fu destituita con accuse di corruzione, che in qualche modo gettarono om bre su un personaggio straordinario. Tornò al potere nel 1993, per tre anni.

Ma anche questa volta fu deposta, senza avere il tempo di portare a termine il suo programma di riforme. Dopo un altro esilio, Benazir Bhutto rientrò in Pakistan nel 2007, accolta dall’en tusiasmo dei suoi sostenitori che speravano in una sua nuova candidatura. Però quello che sembrava un momento di festa si trasformò in tragedia: un attentato suicida dei Talebani cau sò 138 vittime e circa 600 feriti. Lei si salvò miracolosamente, ma era ormai chiaro che era solo questione di tempo. E, infatti, due mesi dopo, il 27 dicembre del 2007, Benazir Bhutto venne uccisa al termine di un comizio, men tre salutava la folla. Prima un colpo di pistola, poi un’esplosione che causò la morte di una ventina di persone. Benazir Bhutto sapeva be nissimo a quali rischi andava incontro, sapeva di avere molti nemici, alcuni anche molto vicini, aveva già provato sulla propria pelle la macchi na del fango e della legittimazione, e sapeva di essere un obiettivo per gli integralisti islamici e per gli oppositori politici. Sapeva di essere in pericolo, ma ciononostante non si tirò mai in dietro, perché, come amava ripetere: “Una nave in porto è al sicuro ma non è per questo che le navi sono state costruite”.

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“Il segreto del silenzio”

Ecco quel cielo affumicato sospingere le imbronciate nubi a spargere sull’arato campo semenze di pioggia: s’inchina il silenzio… Svolazza l’armonia degli uccelli sullo sbocciar del pesco indispettita da una piova scrosciante, madido il tenero piumaggio: sosta il silenzio…

Esulta il cuore dell’uomo inneggia alla giovinezza, ma caparbia è la volontà del rovescio che guida a ponderare l’agire dei pensieri: s’inginocchia il silenzio… Arresta poi con slancio la caduta. Il pianto ha rinnovato con servilità l’aria e semplicemente ora dalla quiete silenziosa, tutto può ricominciare…”

Ines Zanotti

“Sola”

Il mio pensiero va, con nostalgia, ai miei cari defunti...

Alle loro vite strappate, ad una quotidianità che ci apparteneva...

Ad una felicità, ad una serenità che ci accomunava.

Ora sono sola... e niente e nessuno riuscirà mai a restituirmi i momenti felici passati.

ED È POESIA
ED È POESIA 59

Sai, mi aggiusto con lo scotch quando allena la mia coach. Voce piena e alta e l’atleta esalta grinta e passione. Il cuore soppravvale la ragione.

Tre lettere in codice sulla maglia e il tricolore abbaglia. Tu, verde soldato che il corpo sfida segui la tua guida al chiaro scandire del tempo, sudore in gocce sul pavimento, che cola sul ruvido, come la fatica, nelle nude mani prude l’ortica, sfida e combatti la tua paura più antica.

E quando ti dicono “Ehy aspetta... Hai voluto la bicicletta?” “Si l’ho voluta e ora pedalo, per non schiantarmi contro un palo mi muovo e in equilibrio resto, mentre i panni del coraggio vesto”.

E se cadi, ricorda: non è un fallimento, ma non restare lì, inerme, sul cemento. Impara ad incassare uno schiaffo, fidati, è solo un graffio.

Ti nutri, Allievo, del sapere del tuo Maestro, ti trasmette i passaggi già a canestro, mostrandoti la direzione in cui osservare senza però svelarti cosa vedere, oltre quella soglia, che con pudore accompagnar ti voglia.

Lo vedrai con la tua grinta, quindi mettici la spinta, senza fretta e senza sosta,

ti ho già dato la risposta.

L’un l’altro indispensabili per la stessa passione, non c’è limite, non c’è eccezione, con l’obbiettivo di un traguardo, non si abbassa mai lo sguardo. Non c’è rimprovero, ma esempio, Fa delle tue fibre un tempio.

Sa correggere un Maestro, il tuo bicipite maldestro, cosciente che farai tesoro del suo sforzo e del lavoro, degli errori già commessi che moltiplica i successi.

Credici, che puoi, resistere più di ciò che sai. Persisti e stringi i denti, gli occhi si fanno diamanti, le braccia tremolanti, il polpaccio da un brivido è inondato

ED È POESIA
“COACH”
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e ogni punto dell’addome infuocato.

E mentre cerchi l’isometria perfetta lo Sport insegna la sua ricetta: “cerca la paura da dominare, trova la fatica da superare, ed affronta la difficoltà per trionfare”. 60 secondi fanno un minuto. un solo minuto di un tempo fottuto di una Vita fatta di attimi, in cui sei solo coi tuoi battiti. Cos’è un minuto di esistenza? Sai opporre resistenza? I muscoli del corpo increspati, da un bollente calore ammaliati. Il sangue scorre nelle vene e dissolve le catene che cingono polsi e caviglie

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Alla mia super Coach Dani P. Insistere. Persistere. Resistere. E mai desistere. Nello Sport e nella Vita. Sempre. Masnovo Elisa 28 Aprile 2021 ED È POESIA 61 POSA IN OPERA DI PAVIMENTI E RIVESTIMENTI RISTRUTTURAZIONI CHIAVI IN MANO PORTE E SERRAMENTI BONATE SOTTO (BG) - Via M. Della Libertà, 18 - Tel. 035 993364 - Fax 035 4997091 www.edilceramicaberetta.it - info@edilberetta.it - edilceramicheberetta
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briglie a cui ti aggrappi
e un po’ zoppo, ma porti fiero il tuo destriero al galoppo.
Elisa Dicembre 2021

AURI GRACE

UNA STUDENTESSA FRA SOCIAL E BELLEZZA

Occhi marroni, capelli lunghi color castano chia ro, un corpo che conquista al primo sguardo. Auri Grace ha quasi 80mila followers sul suo account Instagram ed ha decine di fotografie in grado di catturare l’occhio del popolo del web. Ma a lei non è mai bastato fermarsi qui. Lo dimostra il suo percorso di studi: Aurora è studentessa di Giuri sprudenza ormai prossima alla laurea, con tutta l’intenzione di continuare a formarsi fino a diventa re un giudice. Insomma, molta sostanza. A soli 22 anni, nata sotto il segno dello Scorpione, grazie al mondo dei social si è fatta conoscere ormai in tutta Italia. Lei che abita fra Milano e Varese, è ormai una delle giovanissime ambassador della bellezza e del luxury, vissuto senza ostentazione.

I numeri da record le hanno spalancato straordi narie occasioni e aperto nuove porte, ma Aurora non è cambiata di una virgola restando la ragazza umile e semplice di sempre. Un uragano di novità che travolge con la sua delicatezza. Come nasce il feeling col mondo dei social? Un paio di anni fa è nata la mia passione per In stagram, sarà che amo la fotografia sin da quando sono piccolissima. Penso che sia uno straordinario mezzo capace di immortalare l’istante e renderlo eterno.

Oggi sei a tutti gli effetti un… personaggio! Grazie ai miei scatti sono diventata un’influencer con quasi 80mila followers su Instagram, il mio ca nale in cui sponsorizzo hotel e prodotti beauty: uno straordinario percorso nel quale, oltre a metterci passione e impegno, mi diverto.

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L’INTERVISTA

Dicevamo: la tua immagine conquista al primo istante.

È vero, ma al tempo stesso nel mondo social voglio dare un’immagine che sia la più spontanea possi bile, non costruita. Voglio far vedere sfaccettature positive ma anche negative della mia vita, penso che questo crei ancora più fiducia nella mia com munity in quanto io divento non solo un punto di ammirazione per le cose positive, ma anche una valvola di sfogo per qualcuno che magari si trova in difficoltà.

La fotografia è parte della tua quotidianità ormai da molto tempo.

Ho lavorato come modella e ragazza immagine per eventi, fiere, shooting: ogni volta un’esperienza straordinaria perché adoro mettermi in gioco. Ma l’immagine da sola non basta. In una ragazza, la differenza la fa il carattere.

Mi reputo una ragazza forte e solare, due qualità che fanno parte di me da sempre. Inoltre sono te starda e orgogliosa, per questo motivo faccio sem pre di testa mia, e quando mi metto in testa una cosa nessuno mi distoglie dal farla.

Se questa visibilità ti aprisse il mondo dello spettacolo, come reagiresti?

Non ho mai lavorato in tv, ma mi piacerebbe un giorno poter raggiungere anche questo obiettivo, in quanto mi piace mettermi in mostra in diversi contesti e in vari momenti. Penso che questa sia la caratteristica che mi differenzia da molte ragazze, oltre alla spontaneità. Come ti piace apparire nel quotidiano?

Mi vesto sempre con colori neutri perché ci tengo ad essere sempre abbinata. Prediligo outfit casual, ma ogni occasione ha il suo outfit… quindi la sera ovviamente mi spingo su qualcosa di più elegante e sexy. Sempre e comunque, l’eleganza deve farla da padrona incontrastata!

Che progetti vuoi costruire per il futuro? Sto lavorando per inseguire la carriera da giudice, punto sicuramente a realizzarmi come persona! Vedremo il mondo dell’immagine quali altre sor prese mi regalerà! CONTATTI SOCIAL

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https://www.instagram.com/auri.grace CREDITS FOTOGRAFICI
Ph. Franco Zucchelli
Almenno S.Bartolomeo (Bg) Galleria La Fornace Tel. 338 683 00 96 - www.ariannalatelier.com

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