New Entry Magazine - Edizione di Bergamo del 9 Maggio 2022

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Anno 28 - N°04 del 09/05/2022 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti

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IN BREVE.. Il male ed il bene Passato e presen te Lettera di un pa dre La micia Monte Bronzone Filetti di pesce Martha Medeiro s Il soffio che ci an ima

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PENSIERI E PAROLE

IL MALE ED IL BENE

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Anno 28 - N°05 del 03/05/2022 La nostra sede: Brembate di Sopra (Bg) - via Tresolzio,48 www.newentrymagazine.it New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrymagazine New Entry Television

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Non è che il male è parte del mondo orribile ma indispensabile come pensano i gnostici? Gli argomenti a favore: 1. Come possiamo apprezzare il bene senza aver conosciuto prima il male? 2. Un mondo fato di sola luce, accecante, abbagliante è preferibile davanti a un mondo screziato di luce ed di ombre? 3. I carnivori sono indispensabili per il bilancio della natura, senza di loro gli ecosistemi sono destinati al collasso. 4. Una medicina amara aiuta, a volte salva la vita. 5. Siamo in grado di distinguere il bene dal male? Cosa diciamo nei casi in cui il bene tramuta in male o viceversa? 6. Una categoria morale esiste in stato “puro”, possiamo liberarci dal soggettivismo? 7. La nostra percezione del bene e del male cambia in relazione

alle tradizioni culturali e all’epoca storica. Come fa a non perdersi l’uomo in questo labirinto di domande senza risposta? Come possiamo conciliare la sofferenza dei puri, gli innocenti, dei bambini con la misericordia Divina? Se anche Dostojevski non aveva trovato una risposta non ci resta che rassegnarci umilmente e riconoscere di non avere la soluzione. Non possiamo lottare contro il male, possiamo contrapporgli il bene. Possiamo contrastare il male con il bene, ognuno secondo le proprie forze e tutti insieme. Perchè una sola nota non crea sinfonia nè una parola la poesia, una goccia dell’oceano e un sasso la montagna. Solo insieme si può oppure dobbiamo abbassare la testa umilmente e aggrapparci alla Sua Croce. Io non so chi è il colpevole per il dolore, ma so chi soffre insieme a noi. E in Lui confido! Darina Naumova



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EDITORIALE

IL SOFFIO CHE CI ANIMA Questo giornale è uno sguardo che lanciamo a noi stessi e che mettiamo a disposizione degli altri, come spunto di riflessione. E’ come decidere di vivere in modo aperto, senza troppe chiusure mentali vuote e sterili. E’ come regalare una parte di noi al mondo, per poterlo vedere dal di fuori. Secondo i sociologi, è una tendenza propria dell’egocentrismo giovanile, ma io non sono del tutto d’accordo con loro... E comunque, anche se così fosse, non credo che facciano nulla di male, perchè lo facciamo anche noi adulti, e anche quelli un pochino più in là con gli anni. Tanti autori in passato scrivevano per non morire mai, per lasciare un pezzo del proprio pensiero, tracce della loro vita, del loro passaggio su questa terra, per farlo rivivere dopo la morte del corpo. Questo non è di sicuro quello che pretendiamo noi comuni mortali, lo facciamo solo per uscire dalla monotonia della vita quotidiana, per conoscere persone nuove, e perchè no... instaurare un bel rapporto di amicizia e discutere sui fatti che ogni giorno accadono at-

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torno a noi. E poi si sa... non si smette mai di imparare dalle esperienze degli altri... Quindi non serve a nulla nascondersi, rimanere nel proprio guscio, e chi ve lo dice è colui che tanti anni fa nel proprio guscio ci voleva stare e se qualcuno gli avesse chiesto di uscire... probabilmente avrebbe chiuso il guscio a chiave... Ed invece, un attimo fuggente, un sguardo, un suono ha cambiato la mia vita... Stiamo attraversando il nostro 28° anniversario di attività e nonostante le difficoltà siamo ancora qui ad offrirvi un giornale ricco di contenuti, di emozioni, di sensazioni, di voci della gente comune che ha sempre molto da dire ma poche possibilità di parlare. E in tutti questi anni non possiamo che ringraziarvi di averci sostenuto. Siamo diventati una grandissima famiglia, più di 30.000 persone che si ritrovano attraverso le pagine di New Entry Magazine. Nel lontano 2010 avevamo inaugurato il sito internet che nel gennaio 2021 è stato oggetto di un restyling importante che ha permesso di ac-


EDITORIALE crescere in modo significativo gli utenti che ne fanno uso. Non è fantastico? E’ vero, oggi ci sono i social (di cui anche noi, nostro malgrado ne facciamo parte) ma troppo spesso noto che invece di approfondire un argomento, si tende a giudicarlo in modo superficiale e offensivo con poche parole buttate lì giusto per dire qualcosa... Siamo inondati di chiacchiere senza fine, inutili, tedianti e, soprattutto, senza un contenuto che ci stimoli, che incoraggi una riflessione, che ci apra una diversa finestra della mente e del cuore su noi stessi o sugli altri. Io credo che sia fondamentale avere un mezzo di comunicazione dove ognuno possa esprimere il proprio pensiero ma che allo stesso tempo scriva non solo per denigrare e offendere ma per interagire positivamente sull’argomento proposto. E noi, nel nostro piccolo, crediamo di aver centrato l’obiettivo tanto è vero che a distanza di tanti anni giungono ancora pa-

recchi articoli in redazione e si sono create tante amicizie. Nonostante siamo attorniati da menti corrotte, ciarlatani ed impostori, crediamo ancora nei sani valori quali l’amicizia, l’amore, il rispetto, crediamo ancora che ognuno di noi abbia dentro di sè una fiammella, anche minuscola, che scaldi il proprio cuore... Le difficoltà nel portare avanti questo mezzo di comunicazione sono sempre più ardue: prima il covid ed ora l’aumento spropositato delle materie prime come la carta e l’energia elettrica che ci stanno mettendo a dura prova ma non lascerò che uccidano il soffio che ci anima fino a che le forze me lo permetteranno. Questo è New Entry Magazine... Non solo parole, ma significati, emozioni, valori. Una diversa profondità di vivere, di rapportarsi al mondo e di essere consapevolmente felici. Gianluca Boffetti

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PENSIERI E PAROLE

PERCHÉ IL PASSATO É O, ALMENO CI SEMBRA MIGLIORE DEL PRESENTE? Recentemente mi è capitato di parlare con una signora un po’ bizzarra, una mia conoscente, anzi per essere esatti e come dice lei “signorina” però è proprio da questi particolari personaggi che si possono prendere i migliori spunti per riflettere.Lei affermava in modo perentorio che le cose (noi ci stavamo riferendo alle serie televisive) passate vale a dire di quando era giovane lei, ossia un cinquant’anni fa, fossero sicuramente, e senza diritto di replica, più belle delle presenti. Questo suo atteggiamento mi ha fatto meditare un po’ e credo che sia nella nostra natura immaginare che il passato sia migliore del presente. Come mai? I motivi possano essere molteplici però io mi limiterò ad analizzarne solo qualcuno! Forse perché quei fatti si collegano a un periodo in cui tutto andava bene o, per lo meno, è quello che la nostra memoria ci fa credere. É, forse, naturale pensare più al bello che al brutto del nostro vissuto. Le cose negative vengono scartate in automatico e riposte in un angolino da cui raramente riaffiorano perché la nostra mente distorce involontariamente quei

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fatti. Oppure perché si collegano a esperienze vissute quando eravamo dei ragazzini. E, allora, sicuramente vivevano con più spensieratezza e gioia e indubbiamente anche con meno responsabilità sulle spalle. Questa condizione di libertà che col crescere, naturalmente, non c’è più ci fa sentire più sottopressione e quindi di conseguenza anche più tristi. Difatti adesso

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PENSIERI E PAROLE dobbiamo pensare ai soldi per arrivare a fine del mese e alle responsabilità di una famiglia mentre allora c’era qualcun altro a farlo per noi... Non avevamo obblighi, o per lo meno non così gravosi, e avevamo tutta una vita avanti in cui potevamo tentare di realizzare i nostri sogni. Ora, al contrario, abbiamo, come detto, impegni a cui non possiamo venir meno. E, ormai, il tempo delle chimere è finito. Ora siamo incanalati dolenti o nolenti su un binario che, difficilmente, riusciremo a modificare... Ma un altro motivo per cui i ricordi sono migliori è perché da adulti è più difficile trovare qualcosa che ci stupisca e ci lasci “ a bocca aperta” o, per meglio dire, meravigliati da qualcosa di nuovo e mai visto prima. Oppure è semplicemente nostalgia perché in quel ricordo c’era qualcuno che adesso non c’è più. E la sua mancanza si fa sentire. Magari quella persona ci può aver fatto pure dei torti però adesso vediamo quegli avvenimenti e ciò che ad essi è legato con delle lenti che tendono a distorcere un po’ la realtà e, quindi, eliminiamo in automatico eventuali ingiustizie che ci erano state fatte. Tuttavia se guardassimo in maniera obiettiva “la situazione” ci renderemmo conto che anche “allora” non era tutto “rose e fiori” e che anche prima c’erano dei problemi... Magari un amore adolescenziale non corrisposto, un brutto voto da recuperare, un permesso per un’uscita negata da parte dei genitori e la lista potrebbe proseguire ancora però mi fermo qua. Ad ogni modo credo che dal passato si possa imparare tanto, come ad esempio, a non rifare gli stessi errori o a diffidare da falsi amici... però è anche vero che non possiamo vivere ancorati a quello che è stato e che non tornerà mai più. ìSicuramente è grazie al nostro passato se siamo quello che siamo diventati oggi ed è altrettanto ovvio che il vissuto sia sicuro e certo però

è passato quindi concluso mentre ora dobbiamo imparare a guardare al domani con fiducia se vogliamo andare avanti e vivere una vita serena e felice. Bisognerebbe essere in grado di mettere nella giusta prospettiva ogni tempo della nostra vita: passato, presente e futuro. Forse dovremmo imparare a focalizzarci sul presente e meglio ancora sul futuro perché sono questi che si possono cambiare e migliorare. Il passato è un tempo concluso che dovremmo aver cura di chiudere nel cassetto dei ricordi e lasciare là dov’è senza fare inutili paragoni col presente o col futuro. Concludo con una citazione: “Il miglior modo di liberarsi dal passato è cercare di essere in pace con noi stessi per vivere bene il presente.” Romano Battaglia, L’uomo che vendeva il cielo, 2011.

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PENSIERI E PAROLE

LEGGENDE SULLE FARFALLE Sono talmente affascinata dalla bellezza, dalla leggerezza, dall’eleganza e dalle metafore attribuite alle farfalle, da aver dato proprio il titolo al mio ultimo libro. Rappresentano infatti i molti cambiamenti che io personalmente, ma in generale tutti, facciamo nel corso della nostra vita. Curiose sono le leggende che in tutto il mondo danno significati fantasiosi alle farfalle. In greco “psiche” vuol dire sia anima che farfalla. Questo ha spinto molti a cercare simboli, scoprire e fantasticare su leggende che molte civiltà hanno tramandato sulle farfalle. Si dice che se scorgi una farfalla che ti svolazza vicino, quasi ad attirare la tua attenzione, ci sia un significato spirituale. Nella cultura romana la farfalla era l’anima di un uomo appena volata via dalla sua bocca nel momento della morte, quindi era messaggera dell’altro mondo, spirito vagante dei cari passati oltre. Ancora oggi in alcune regioni d’ Italia è diffusa la credenza che le falene (farfalle notturne) siano le anime sante del purgatorio. Secondo le tribù dei nativi americani bisogna prenderne una, senza farle del male, sussurrarle una richiesta che lei presenterà al Grande Spirito e, poiché lei non parla, lo rivelerà solo a lui, custodendo poi per sempre il segreto. In Russia le leggende più antiche narrano che le farfalle sono streghe che vagano per il mondo sotto mentite spoglie, perciò bisogna trattarle con cura, per averle amiche. In Giappone si crede siano spiriti dei defunti che tornano sulla terra per visitare i luoghi che hanno amato. Chi ha subìto un lutto e vede una farfalla bianca che gli vola accanto si sente molto consolato, come se ricevesse una carezza dal caro defunto. In Cina è considerata l’anima della donna che si è amata ma non si è potuta sposare. Nei Paesi del Nord Europa vedere una 10

farfalla dorata che vola intorno a una tomba, è un buon presagio, vuol dire che l’anima del defunto è salita in Paradiso. Quasi ovunque uccidere una farfalla è segno di grande sfortuna, va sempre rispettata. Nelle sue metamorfosi, da bruco a crisalide, quando va in letargo (simile alla morte), “risorge” spiegando le sue ali colorate. Ecco perché la farfalla è paragonata all’anima: come noi lascia il corpo mortale e la sua anima poi vola senza più confini, insegnando che cambiare è positivo, che anche dalla morte può derivare qualcosa di bello. Si dovrebbero mettere sul balcone e in giardino piante che attirano farfalle: attireranno la buona sorte su chi abita nella casa, guideranno verso un reame magico oltre questo mondo. Liberare farfalle nel giorno del matrimonio è portare al cielo speranze, impegni e sogni degli sposi perché si avverino. E ogni volta che una farfalla ci vola accanto, pensiamo che c’è un’anima che ci sta sorridendo! Al di là delle interpretazioni più dettagliate in base al colore, le farfalle danno sempre una bella sensazione, un messaggio positivo. Ornella Olfi


PENSIERI E PAROLE

LETTERA DI UN PADRE ANZIANO A SUO FIGLIO Se un giorno mi vedrai vecchio, se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi, abbi pazienza con me: ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnarti queste cose. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere. Ascoltami. Quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi, non biasimarmi e non farmi vergognare. Ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico. Ho speso molta pazienza per insegnarti l’ABC e le prime addizioni. Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso, dammi il tempo necessario per ricordare, e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico, ma il mio bisogno di essere lì con te ed averti davanti a me mentre mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso. Vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

Quando dico che vorrei essere morto, non arrabbiarti. Un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te e che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa, allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami ad arrivare alla fine dei miei giorni con amore, affetto e pazienza. In cambio io ti darò sorrisi e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo, figlio mio. Un grazie a Mario Venturini che ci ha fatto pervenire questo splendido scritto. certificato ANAMMI n. N946

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QUESTO È IL MIO NOME - di Micky

Enea

Il nome Enea è la naturale continuazione del greco Aineias, latinizzato in Aeneas, di cui, tutt’oggi, non conosciamo il significato. Secondo alcune ipotesi, Aineias potrebbe aver tratto origine dalla parola aine ainos con il significato di “elogio” ma anche “racconto”. In questo caso, il significato del nome Enea sarebbe “degno di lode”, oppure, in alternativa, “da ricordare nei racconti” Un’altra ipotesi ci indica una correlazione tra Enea e il nome, sempre di origine greca, Ainos, un monte dell’Isola di Cephalonia. In questo caso Enea assumerebbe il significato di “tremendo”, oppure “terribile, che incute timore”. Enea è un personaggio sia della mitologia greca che di quella romana Figlio di Anchise e di Afrodite/ Venere viene citato sia dell’Eneide di Virgilio che nell’Iliade di Omero. Considerato il capostipite dei

romani compare, tuttavia, anche nel Nuovo Testamento e, più precisamente, nel libro degli Atti degli Apostoli Diffuso in tutta Italia, particolarmente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, deve la sua popolarità soprattutto alle opere di Virgilio e Omero. Più tardi, nel XVIII secolo, dopo essere quasi del tutto scomparso, ebbe una nuova spinta grazie all’opera Didone abbandonata del drammaturgo e poeta Pietro Metastasio dove Enea compare come protagonista. Onomastico L’onomastico di Enea viene festeggiato il 15 novembre per onorare il beato Enea di Faenza anche se non è ma stato riconosciuto dalla Chiesa Cattolica. Il colore di Enea è il giallo e la pietra preziosa il rubino. Il numero portafortuna è il 6 (Fonte di alcune parti: ilgiardinodegliilluminati.it)

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RACCONTI

BELLA... ZIO Una sera che è tardi sono a casa degli zii. Quelli ricchi. Quelli strani. Quelli che con tanta fatica, tanto impegno e anche un pizzico di fortuna hanno costruito tanto. E anche guadagnato tanto. Ricchi, bhé. Molto benestanti, insomma. Una casa in centro città grande tre volte la mia. Vacanze in posti esotici. Un po’ di invidia ci può anche stare. E strani. Perché ai miei occhi le famiglie allargate, sia pur comprensibili o belle, sono sempre risultate distanti dal mio modo di essere. Insomma. Un albero genealogico da capogiro tenuto insieme da una serenità e un amore tra tutti i componenti che mi sbalordisce. Ma sto divagando. Questa sera siamo a cena da questi zii insieme ai miei genitori e anche a tutti gli altri. Zii, zie, cugini. Forse qualche nonno. Io ero piccolo ma non troppo. Tra tutti i cinque cugini giocavamo fino ad essere esausti in quella casa che sembrava un castello, con ampie stanze piene di oggetti dalle mille provenienze. Buddha, mobili di ottone brunito, drappeggi damascati. C’erano letti enormi e bagni con i gradini, che portavano alla vasca da bagno in centro alla stanza. Poi un lungo corridoio di servizio, dove si annidavano i fantasmi della nostra fantasia. Ad un certo punto è l’ora di andare a dormire. È deciso che io vada dalla zia Lucia, insieme al cugino Luca. Ci aspettano un paio di giorni di film, giochi al computer, battaglie e finzioni. Sono al settimo cielo! Claudio, quello ricco e strano, si offre di accompagnarci. Non è molta la strada di notte e non mi è del tutto chiaro dove siano ubicate le varie case nella cartina della città. Comunque saliamo in macchina. Io, Luca, Claudio e Lucia. Gli zii chiacchierano. Noi bambini dietro stiamo già giocando. La macchina è per noi un’astronave di Guerre Stellari.

Una pausa di silenzio tra giochi e chiacchiere e dalle casse dell’autoradio sgorgano le note di una canzone di Battisti. Zitti! Zitti! dice Claudio. Questa è stupenda! Battisti era la sua passione. La musica ancora moderna nonostante tutto. Le parole poetiche. La voce quasi stonata. Forse Battisti lo avevo già sentito, ma non così. Arriviamo a destinazione, ma la canzone non è ancora finita. Allora Claudio riparte e gira intorno all’isolato una, due, tre volte. Tanto le strade a quest’ora sono deserte. E Milano è così bella di notte. E la musica dolce e sgraziata mescola tutto. E lo zio che canta. Ed è così che ti ricordo. Che canti Battisti. AGO

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PENSIERI E PAROLE

LA MICIA DAGLI OCCHI VIOLA Penso che ad ognuno di noi siano capitati avvenimenti strani, a cui non siamo stati in grado di dare una logica spiegazione; a me ne sono accaduti parecchi (senza che sia mai andato a cercarli). La storia che stò per narrare, fa parte di queste stranezze. Prima di “pensionarmi”, ero contitolare di una azienda agricola. Essendo nato praticamente in stalla, sono cresciuto assieme agli animali, la famiglia di un contadino, non è racchiusa solamente nell’ambito del proprio focolare domestico, ma comprende anche tutte le sue bestiole. Affinchè in una azienda tutto giri al meglio, ognuno deve avere dei compiti ben definiti e nella nostra cascina erano così suddivisi: mio fratello e suo figlio si occupavano della coltivazione dei campi, io e mio padre dell’allevamento del bestiame. Per meglio crescere gli animali e capire le loro esigenze, un costante contatto diretto con questi, era indispensabile. Prima di andare a dormire, mio padre ha sempre fatto un giro in stalla, controllava se qualche vacca stava per partorire (e quindi se avesse bisogno d’aiuto), spingeva con una pala il cibo contro la mangiatoia (in modo che tutte ne potessero usufruire), e guardava con attenzione se ve n’erano in calore (è indispensabile conoscere il ciclo dell’animale per poterla fecondare

al momento giusto). Nel 1995 mio padre ebbe un infarto, essendo stato ricoverato per un lungo periodo all’ospedale, il compito di dare la “buonanotte” alle vacche, era stato affidato a me. E così, un quarto d’ora prima di mezzanotte, accendevo il gigantesco faro che illumina il cortile (all’inizio andavo senza luce, ma dopo aver dato una testata contro un aratro non visto, ho preferito non risparmiare più sulla corrente), percorrevo i 50 metri che separano la nostra abitazione dalla stalla, imbracciavo la pala e cominciavo a spingere l’unifeed (piatto unico, è una miscela di tutti gli

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PENSIERI E PAROLE alimenti indispensabili all’animale; pesati, trinciati e miscelati tramite un apposito macchinario), contro la mangiatoia. Considerato che la totale lunghezza di tutte le greppie è 150 metri, si evince che è una faticaccia, però avevo la possibilità di controllare visivamente tutte le bestiole (le stalle sono dotate di una apposita luce notturna), individuando così animali non “vivaci” (magari zoppi, o con le orecchie basse, oppure che non ruminavano correttamente). Mi ricordo perfettamente una sera, era il 10 agosto 1995, San Lorenzo (la notte delle stelle cadenti), prima di cominciare con la mangiatoia delle vacche da latte, con il naso all’insù, ho iniziato a scrutare il cielo, le stelle brulicavano come fossero api accese su un immenso favo blu, uno spettacolo da togliere il fiato. Improvvisamente, due stelle si sono staccate dalla volta celeste e sono cadute lasciando dietro di sé una lunghissima scia; stavo pensando ad un paio di desideri da esprimere,

quando all’improvviso ho sentito qualcosa che mi grattava i piedi, ho fatto un balzo all’indietro spaventatissimo (credevo fosse un’enorme pantegana), invece si trattava di una bellissima miciona dagli occhi viola, anche lei si era spaventata e si era allontanata qualche metro da me; aveva un mantello di tre colori: il musetto nero con una striscia bianca in testa ed una grande riga rossa sulla schiena, il pelo lucidissimo e quegli occhi così particolari e penetranti... non l’avevo mai vista prima d’ora, non faceva parte del gruppo di felini della nostra cascina. Ho cominciato a parlarci: “ciao bellissima, da dove arrivi? Abiti dai nostri vicini?”. Lei mi fissava, dopo un attimo di esitazione, si avvicinò nuovamente e cominciò a leccarmi le dita dei piedi (era una sera molto calda, indossavo mutande, canottiera e ciabatte aperte), la sua lingua era ruvidissima, mi dava un senso di fastidio e godimento al tempo stesso. Quando finì con la sua pedicure di ambo i piedi, presi la pala e co-

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PENSIERI E PAROLE minciai a spingere l’unifeed contro la mangiatoia e con mia grande sorpresa, la gattona mi seguiva stando a due metri da me, mangiava con grande appetito i cubetti di mangime facenti parte della razione (l’unifeed delle vacche da latte, contiene un pellet particolarmente melassato). Quando ebbi finito, salutai la miciona: “ciao Viola, buonanotte” - andai verso casa e lei si allontanava dalla parte opposta. Arrivato in lavanderia, mi lavai i piedi nella vaschetta del bucato, andai a dormire, e raccontai tutto a mia moglie. Lei mi rispose: “Sei sicuro non essertelo sognato?” - “Guarda che non sono ancora completamente rimbambito!”. Con mio grandissimo stupore, la stessa identica scena si ripetè anche la sera dopo e dopo ancora, e ancora; esattamente per quindici anni e due mesi. Lo so che sembra incredibile, ma quando in lontananza lei vedeva il grande faro accendersi, si faceva sempre trovare all’inizio della mangiatoia delle vacche in lattazione ma ancora più inspiegabile e irrazionale, è il fatto che nel periodo invernale, quando ero vestito pesante ed indossavo gli stivali, lei miagolava con tono di pretesa finché non mi toglievo gli stivali per farmi leccare le dita dei piedi. Mia moglie e mia figlia, erano addirittura arrivate a dubitare di quanto dicessi: “ma com’è possibile che una gatta che non conosci, tutte le sere ti accompagna nel giro notturno e per di più ti “lava” i piedi?”. Per non essere preso per pazzo, dissi alle mie due amate donne: “visto che la mettete così, stasera ad un quarto a mezzanotte, mi accompagnate nel mio giro, vediamo se sono io quello fuori di testa”. Così quella notte, le mie due care consorti, mi scortarono stando una decina di metri dietro di me; puntualmente la “mia” miciona arrivò, mi diede una bella lucidata ai piedi, e mi seguì come sempre. Mia moglie e la mia figlioletta erano allibite, Valentina parlò per prima: ”Papà, questa storia va avanti da 10 anni? Sai che io ti ho sempre creduto, ma se non l’avessi visto con i miei occhi... 16

Prova a cambiare il bagnodoccia, forse è attratta dai tuoi piedi perché usi sempre quello alla vaniglia”. Ma qualsiasi tipo di fragranza usassi per lavarmi, le cose non cambiavano, la gattona mi grattava sempre con grande accuratezza l’alluce, l’illce il trillice e via discorrendo. Avevo provato mille volte ad accarezzarla, ma lei non ha mai voluto che la toccassi, ciò nonostante la consideravo una cara amica. Il sapere che qualcuno mi accompagnava nel mio giro notturno mi faceva stare bene, spesso le parlavo e lei miagolava, dandomi d’intendere che capiva. Le volte che è mancata al nostro appuntamento notturno, si possono contare sulle dita di una mano, soltanto in occasione di quando partoriva, e questo era evidente dal fatto che si presentava con una mammella particolarmente pronunciata ed i capezzoli succhiati dai suoi piccini. Eravamo a metà ottobre del 2010, erano passati esattamente 15 anni e due mesi dal nostro primo incontro. Viola, la miciona dagli stupendi occhi color ciclamino, arrivò in ritardo al nostro appuntamento, si avvicinò a me molto lentamente, camminava a fatica, mi metteva la testolina contro una gamba. Avevo capito che non stava bene, cercai di accarezzarla, ma ancora una volta non volle che la toccassi, si allontanò di qualche metro, si sedette, mi fissò negli occhi almeno per un minuto, poi, piano piano se ne andò. Fu l’ultima volta che la vidi viva; una settimana dopo, spostando un ballone di fieno dal deposito in fondo alla stalla, trovai il suo corpicino. Volle morire nella nostra cascina, sola in un angolo tranquillo, non distante dal sito dei nostri appuntamenti. Naturalmente, provai un dispiacere indescrivibile, le offrii una degna sepoltura. Il perché una stupenda sconosciuta miciona, abbia voluto diventare mia amica, non me lo saprò mai spiegare, ma posso affermare con certezza, che ho capito maggiormente la vita stando a contatto con gli animali che non con le persone. Giordano



AUTO D’EPOCA

FIAT RITMO ABARTH 130 TC, MORSA DALLO SCORPIONE

La 130 TC è la più ricercata fra le Ritmo Abarth, vide la luce nel 1983, fu l’ultima evoluzione del modello a potersi fregiare anche del marchio Abarth. Potè godere di un vistoso facelift, anche al posteriore le luci vennero aggiornate. L’aspetto risultava molto sportivo e aggressivo, anche grazie all’adozione di un ala fissa posteriore nella parte bassa del portellone che ne aumentava l’aggressività. Sulla calandra anteriore lo scudetto con lo scorpione era ben in evidenza, non a caso. La 130TC, dove l’acronimo sta per twin cam ovvero bi albero, era una caratteristica tipica dei motori della casa del lingotto. Era davvero un’auto velocissima e stabile al vertice della categoria ai suoi tempi. Le prestazioni erano notevoli, dobbiamo tornare nel 1983. La casa dichiarava una velocità di punta di 190 km/h. Lo 0-100 coperto in 8 secondi netti, numeri che non sfigurano nemmeno dopo 39 anni su una compatta sportiva. Anche il volante e gli interni erano dedicati per la serie, il primo a tre razze con impugnatura in pelle ha un aspetto decisamente corsaiolo e lascia subito capire quale sia l’animo della vettura. Alcune 130 TC erano equipaggiate con sedili avvolgenti, estremamente sportivi che davano quel tocco racing tale da rendere gli interni pressochè perfetti. 18

Anche i cerchi in lega erano dedicati, a quattro razze verniciati con un materiale che li rendeva quasi riflettenti, bellissimi da vedere. All’epoca la sua rivale diretta era la Golf GTI, altra leggenda delle compatte sportive, a mio gusto personale però la 130TC era più incisiva da un punto di vista estetico e piu coinvolgente nella dinamica di guida. Rimangono ambedue le cuore degli appassionati, di chi nei primi anni ’80 aveva circa 20 anni. Ad oggi servono cifre non di poco conto per prenderne una in ottimo stato e soprattutto esente da modifiche. Quindici mila euro, potrebbe essere il minimo per portarne a casa una. Ho avuto occasione di provarne una, originale al 100%, credetemi vale ogni centesimo richiesto, è un’auto straordinaria, se contestualizzata nel suo segmento e periodo storico. Prendetevi una 130 TC, è un tuffo ad alta velocità negli anni ’80, nella Milano da bere dei paninari, nei telefilm che spopolavano, in quell’Italia benestante e spensierata spesso ben raccontata nelle pellicole del grande Carlo Verdone e che tanti ricordano con nostalgia. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com


GUSTO A TAVOLA

FILETTI DI PESCE CON OLIVE TAGGIASCHE E PORRI BRASATI Ingredienti per 4 persone 4 filetti di pesce a scelta, secondo il proprio gusto 1 porro 2 coste di sedano 30 olive taggiasche sott’olio denocciolate Olio e.v.o. Sale e peperoncino 1 bicchiere di vino bianco Preparazione ricetta Tagliare a rondelle il porro, il sedano a tocchetti e brasarli in una padella con l’aggiunta di olio e peperoncino, sale. Aggiungere poi le olive e insaporire insieme. Togliere dalla padella le verdure e mettere nel sugo rimasto in padella i filetti di pesce, cuocere sfumando con un poco di vino bianco, lascia-

re evaporare e salare leggermente. A cottura ultimata comporre il pesce. Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna

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ITINERARI

Monte Bronzone - Vigolo (Bg) Il monte Bronzone (in bergamasco Bronzù) è una montagna delle Prealpi Bergamasche che raggiunge un’altitudine di 1.334 m s.l.m. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’origine del nome Bronzone non deriva da Bronzo, ma dalla parola Burun (poi storpiata in dialetto in Burunsù) che significa ferro; infatti sul territorio di Viadanica si trovano diverse e antiche coltivazioni di questo elemento già sfruttate in epoca pre romana. Il Monte Bronzone è la seconda elevazione, dopo il monte Torrezzo, della costiera che chiude a ovest la conca dove è situato il Lago di Iseo. Amministrativamente si trova sul confine tra i comuni di Vigolo (a est) e Adrara San Martino (a ovest). Sulla cima è collocata una alta croce di vetta con annessa una campana dedicata a Giovanni XXIII. Dalla sommità si gode di un vasto panorama conosciuto e apprezzato già da viaggiatori del XIX secolo. Tra le varie vie di salita al Monte Bronzone l’itinerario che parte da Sarnico, che concatena tratti dei sentieri n. 701, 728, 729 e del TPC (Trans Padano Centrale) consente oltre che l’accesso alla cima anche l’esplorazione dei diversi versanti della montagna.La salita da altre località raggiungibili in auto, come ad esempio da Bratta, è però decisamente più breve. Percorso Monte Bronzono da Vigolo Appena superata la piazza di Vigolo, si parcheggia l’auto(visto gli inesistenti posti per parcheggiare più avanti)e si scende lungo la via S. Francesco D’Assisi fino ad una casa dove troviamo una biforcazione a tre vie. Teniamo la destra e raggiungiamo un bivio segnalato dove seguiamo a sinistra il sentiero per la nostra meta. Sbuchiamo su una strada cementa-

Vista dal Monte Bronzone 20

ta che seguiamo in salita e raggiungiamo la strada asfaltata che sale da Vigolo. La oltrepassiamo imboccando il sentiero “728 Gombio Alto” dato a 80’ passando da un capanno di caccia e proseguendo su una traccia di sentiero con indicazioni fatiscenti o addirittura inesistenti. Si raggiunge un pozzo idrico seguendo sempre il sentiero che poco prima sale a sinistra, una pozza che funge da abbeveratoio per la fauna boschiva e un casolare abbandonato. Si risale il ripido pendio erboso(in alternativa si potrebbe seguire il sentiero che al casolare diparte verso destra e risale terminando alla stessa malga)e si perviene ad una malga poco sotto la cima del M. Bronzone. Il sentiero 701 ci porta facilmente in vetta. Note: Fino alla malga sotto la cima il sentiero ha segni vetusti, fatiscenti o addirittura inesistenti. Attenzione, anche se il percorso di salita è intuitivo sulle varie tracce di sentiero lasciate probabilmente da chi disbosca e da chi li percorre con il motocross. Sentieri molto fangosi e scivolosi in presenza di elevata umidità. Distanza 3,92 km - Dislivello positivo 785 m Difficoltà tecnica Medio - Dislivello negativo 43 m Altitudine massima 1.328 m - Altitudine minima 542 m Trailrank (indicatore di qualità del percorso che ha un valore da 0 a 50 e può aumentare fino a 100 se il sentiero è ben valutato dalla comunità) 29


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RIDIAMOCI SOPRA Il giovane Van Gogh sta mangiando quando per distrazione si versa addosso un piatto di insalata. La madre arrabbiatissima guarda i jeans nuovi macchiati e gli urla: “Cos’hai fatto, Vincent!”. E lui tranquillo: “Olio su tela!”. Per una ricerca scientifica vengono rinchiusi in tre stanze un ingegnere, un fisico e un matematico, al fine di calcolare quanto tempo ci impiegheranno a uscire, lasciando loro solo carta e penna. L’ingegnere misura le dimensioni della porta, trova il punto debole e riesce a sfondarla, uscendo quasi subito. Il fisico studia con attenzione la porta e dopo molti calcoli trova il carico di rottura del materiale di cui è composta la porta e riesce a sfondarla. Il matematico però non esce. Gli scienziati decidono allora di aspettare alcuni giorni, ma dopo vari giorni capiscono che ormai debba essere morto e aprono la porta. In effetti il matematico è morto e tutto intorno a lui ci sono centinaia di fogli scritti. Ne prendono uno e leggono: “Dunque, supponendo per assurdo che la porta sia aperta...”. Lunedì mi hanno dato lo stipendio, così, invece di tornare a casa, sono stato tutto il giorno

fuori, poi la sera sono andato al ristorante, la notte l’ho passata girando da un locale all’altro. Martedì alle 5 di mattina sono tornato a casa e ho trovato mia moglie incazzata nera. Ha cominciato tutta una storia su quanto si era preoccupata, su come ero stato irresponsabile, e così via. Alla fine, mi ha detto: “E come ti sentiresti se non vedessi me per un’intera giornata?” Al che io le ho risposto “Beh, per me non c’è problema.” E così è stato... L’ho rivista solo stamane: l’occhio sinistro si è finalmente un po’ sgonfiato... Un tizio va per la prima volta dal dentista con la moglie. “Dottore quanto vuole per un’estrazione?” chiede l’uomo. “150 euro con anestesia e 70 euro senza!”. “Va bene, dottore, facciamo senza anestesia” risponde l’uomo. “Che coraggio!” gli dice il medico. “Scusi che cosa c’entro io? Adesso, cara, siediti qui. Apri bene la bocca e fai la brava!”. “Papà, ho una crisi d’identità”. “La smetta di darmi del tu e si presenti”.

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L’EMOZIONE NON HA VOCE

EUROVISION 2022: STEFANIA - KALUSH I Kalush rappresenteranno l’Ucraina all’Eurovision Song Contest 2022 con il brano “Stefania“, una dedica speciale alle mamme dei componenti del gruppo. Una canzone composta da un mix di versi rap con un ritornello folk e beat hip hop. Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa Mi ha cullato; mi ha dato il ritmo e probabilmente la forza della volontà; non ha preso, ma ha dato Probabilmente ne sapeva ancora di più e da Salomone Camminerò sempre da te, per strade dissestate Non si sveglierà, non si sveglierà, io tra le forti tempeste Prenderà due segni dalla nonna, come se fossero proiettili Mi conosceva molto bene; non si è lasciata ingannare, come se fosse molto stanca; mi ha cullato nel tempo Lyuli lyuli lyuli… Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa Non ho i pannolini ma mamma ma mamma, basta, come se non fossi cresciuta per crescere per pagare le cose. Non sono una bambina piccola, perde ancora la pazienza, camminavo, “come se le scorie ti colpissero Sei tutta giovane oh madre al culmine, se non apprezzo la tutela al culmine gloria sono nel vicolo cieco Uccidi il picco quel picco, canterei con il mio amore Lyuli lyuli lyuli… Stefania mamma mamma Stefania

Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa Stefania mamma mamma Stefania Il campo fiorisce, ma lei sta diventando grigia Cantami una ninna nanna mamma Voglio sentire la tua parola nativa

Esibizione all’Eurovision Song Contest 2022 dei KALUSH con “Stefania”

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FASHION DIGITAL EXPERT

Cosa serve per emergere nel 2022? Oggi voglio parlarti di alcuni elementi che sono indispensabili nel 2022 per emergere sui social. Il primo in assoluto è l’autenticità. Le persone vogliono conoscere te in modo autentico e senza filtri. Quindi è importante mostrarti e far percepire i tuoi valori o del tuo brand. Altro punto da tenere in considerazione è l’unicità. Fai vedere esattamente chi sei e cosa fai senza imitare o copiare nessuno. Ognuno di noi è unico e solo mostrando questo lato di te puoi conquistare la tua community e fare la differenza. Terzo punto che spesso viene sottovalutato è l’umanità. Cosa voglio dire? Rendi il tuo Personal Brand umano, le persone vogliono connettersi con altre persone e potersi confrontare. Quindi mostrati e interagisci con loro. Autenticità, unicità e umanità sono i 3 elementi che ti possono davvero aiutare a fare la differenza.

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Ti aspetto per proseguire insieme questo percorso nel prossimo numero. Dott.ssa Ylenia Francini Fashion Digital Expert IG: yleniafrancini Per ulteriori informazioni scrivete a: redazione@newentrymagazine.it


PENSIERI E PAROLE

ORTOTERAPIA È noto che le attività all’aria aperta a contatto con la natura hanno effetti positivi sul benessere di ognuno di noi. Da questo semplice principio nel secolo scorso negli Stati Uniti è stata studiata e confermata l’ORTOTERAPIA proprio come “cura”. Una pratica utile per la riabilitazione fisica e mentale, dai bambini iperattivi o con disabilità, agli anziani, in particolare per coloro che sono affetti da Alzheimer. In Italia è più recente, ma è oggetto di interesse, grazie alle evidenze scientifiche che confermano un miglioramento nell’equilibrio psico-fisico di chi la applica, affiancata da terapie mediche. Nella vita quotidiana allontana dallo stress e dai ritmi frenetici della modernità, regala preziosi momenti di ricarica energetica, alza l’autostima, migliora l’armonia con la natura, con se stessi e con gli altri. Seguire il ciclo e il miracolo della vita, per esempio da un piccolo seme di verdura fino al raccolto della piantina o del suo frutto, educa a meravigliarsi o ri-meravigliarsi, per chi lo dà per scontato, davanti al prodigio della vita, a diventare più consapevoli di quanto rispetto merita la terra, di quanto sudore e tempo ci vuole per far crescere ogni suo frutto. È un affidarsi anche agli eventi atmosferici: al potere del sole che fa maturare prodotti rigogliosi o a temporali violenti che li distrugge in un attimo.

Non sempre infatti quando acquistiamo verdura e frutta al supermercato pensiamo a tutto questo. L’ortoterapia è un insieme benefico di colori, di profumi, di sapori che continua in cucina con sane ricette, che rendono concreto lo scopo finale della propria fatica, gustando con soddisfazione i propri prodotti. Chiunque abbia un giardino, un piccolo orto o anche solo un balcone per coltivare ortaggi, piante aromatiche e fiori, conosce bene la sensazione di benessere che pervade corpo e spirito. Studi scientifici hanno dimostrato che queste attività migliorano: la regolazione della pressione sanguigna, dei battiti cardiaci, della circolazione sanguigna, del livello della serotonina e della vitamina D; della postura e della scioltezza nei movimenti. Ogni volta infatti che si raccolgono ortaggi curati con tanto impegno e amore, aumenta la voglia di continuare, di migliorare, anche interagendo con altri appassionati per confrontarsi e scambiarsi consigli. Personalmente amo molto curare il mio piccolo orto, passione che mi ha tramandato mia mamma, così come tante altre attività all’aperto, per es. in questa stagione andare nei campi a raccogliere “sgrégn”, in primavera i “loertìs”,ecc. e malgrado la fatica, sono passatempi che lasciano piacevoli sensazioni di benessere. Ornella Olfi 25


PERSONAGGI

IL CONSULE VITTORIO POSITANO

La Bulgaria è stata sotto il dominio dell’impero Ottomano per 500 anni. Nel 1876 avvenne la rivolta di Aprile che fu letteralmente immersa nel sangue con una crudeltà innaudita. E’ paragonabile al genocidio del popolo armeno. Sono stati massacrati donne, anziani, bambini, distrutti interi villaggi, incendiati chiese e monasteri, sparpagliati cadaveri per le strade ed innalzate torri con ossa umane. Tutto il mondo progressista ha alzato la voce in difesa delle popolazioni oppresse. La rivolta ha come conseguenza indiretta la guerra russo-turca e la liberazione dello stato bulgaro. Durante la guerra Russo-Turca 1877-1878, l’esercito del generale turco avanza e stà per raggiungere Sofia, all’epoca piccolo villaggio ma con una importante posizione strategica. I turchi minacciano incendi e invitano i diplomatici presenti ad abbandonare la città. Il console italiano Vito Positano, non solo rifiuta di abbandonare Sofia, ma si prodiga per salvarla. Sostenuto dal console francese e da quello austro-ungarico convoca tutti i rappresentanti diplomatici e, unitamente alle personalità più rappresentative della città, si oppone con una energica nota diplomatica alla mostruosità dei crimini temuti. Minaccia il pascià turco di ritorsioni internazionali, mettendo durante uno storico incontro con lui, a repentaglio non solo la sua carriera diplomatica ma la sua stessa incolumità fisica, assieme a quella dei suoi familiari. Poi, con l’esperienza giovanile vissuta nel corpo dei genieri-pompieri, si impegna a dirigere gli interventi necessari a circoscrivere i roghi che si levano minacciosi nella città, in preda al panico e allo sbando più rovinoso. Guida e sostiene i volontari bulgari che vigilano sulla città evitando roghi e i saccheggi delle truppe sbandate dell’esercito turco in ritirata. Contribuisce attivamente a salvare Sofia, ad agevolare il primo passo verso la sua indipendenza. Sofia fu salva e dopo l’arrivo dell’esercito russo i cittadini si recarono in massa sotto il balcone del console Positano, esultando per dimostragli la loro gratitudine. II 26 maggio 1878 il Consiglio Comunale di Sofia, in segno di riconoscenza per il coraggio mostrato, decreta di intitolargli una piazza (oggi Ulitza Vito

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Positano) e di concedergli il titolo di cittadino onorario della città con la seguente motivazione: “Se non fosse stato per il suo diretto intervento, ora di Sofia non resterebbe alcun segno, migliaia di cittadini sarebbero periti in quel rigido inverno” Per il suo contributo alla causa della Bulgaria libera ed indipendente Positano ebbe la decorazione di ufficiale dell’Ordine di Sant’Anna di Russia, consegnatagli dal principe Dondukov a nome dello Zar. Ricevette inoltre encomi dal re d’Italia e dallo stesso sultano ottomano che gli conferì l’Ordine del Mecid. Darina Naumova


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PERSONAGGI

MARTHA MEDEIROS: “LENTAMENTE MUORE” Lentamente muore (A Morte Devagar) è una poesia della scrittrice brasiliana Martha Medeiros, pubblicata per la prima volta nel 2000 sul quotidiano Zero Hora di Porto Alegre, in Brasile, ed è spesso erroneamente attribuita al poeta cileno Pablo Neruda. Con tale falsa attribuzione, circolata per anni nel web, fu letta anche al Senato italiano da Clemente Mastella, in occasione del voto di fiducia che portò alla caduta del secondo governo Prodi (24 gennaio 2008). Biografia Figlia di José Bernardo Barreto de Medeiros e Isabella Matos de Medeiros, è giornalista per il giornale Zero Hora di Porto Alegre e per O Globo di Rio de Janeiro. Si è laureata nel 1982 presso la Pontifícia Universidade Católica do Rio Grande do Sul (PUCRS) a Porto Alegre. Dopo aver lavorato in campo pubblicitario, si è trasferita per nove mesi in Cile e lì ha cominciato a scrivere poesie. Tornata a Porto Alegre, ha iniziato a scrivere come giornalista proseguendo anche la sua carriera letteraria. Un testo tratto da una sua poesia del 2000 dal titolo “A Morte Devagar” (letteralmente: “una morte lenta”, tradotta in italiano col titolo Lentamente muore) è stato per lungo tempo erroneamente attribuito dai più (principalmente sul web) a Pablo Neruda. Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parlaa chi non conosce. Lentamente muore chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Martha Medeiros 29


SEGNI NEL TEMPO

Da anni siamo informati ad ogni ora del giorno da molti Tg in tv, in radio, in internet…perciò siamo sempre aggiornati in tempo reale su fatti e misfatti da tutto il mondo. Possiamo ascoltare le stesse notizie di cronaca raccontate in modi diversi, su canali statali, privati, locali, web… con collegamenti in diretta di inviati sui luoghi dove accadono fatti importanti e valutare la versione secondo noi più veritiera, anche se non è facile, perché ogni testata, per direttive interne, racconta ciò che vuole, quando e come vuole. Spesso infatti ci si sente presi in giro sentendo notizie che hanno il solo scopo di “far dimenticare” problemi ben più gravi e urgenti di cui parlare e possibilmente risolvere, oppure notizie distorte in base agli interessi di chi le riferisce. Proprio perché ormai ci sono tante fonti, noi ascoltatori riusciamo a saperne di più, siamo più coscienti di cosa accade, consapevoli

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che il proprietario del pallone giocava sempre anche se era una schiappa e non andava nemmeno in porta. Noi che avevamo la tv in bianco e nero. Noi che il Ciao si accendeva pedalando. Noi che 5 minuti dopo era già tutto dimenticato. 30

1952

e obiettivi più di quanto pensino i responsabili dei vari notiziari. Qualche curiosità: il 1° Tg in forma sperimentale fu trasmesso in Italia dalla Rai il 10 settembre 1952; in forma regolare andò in onda dal 3 gennaio 1954, diretto da Valter Veltroni, con durata di 15 minuti. Dal 1962 andò in onda anche sul Secondo Programma (Rai 2). Attualmente i canali nazionali sono 361, di cui 96 su dtt. A metà degli anni ’70 nacquero i primi canali privati locali, nel 1975 Berlusconi fondò la Fininvest, diventata poi Mediaset e ognuno di questi canali ovviamente ha sempre trasmesso il proprio telegiornale. La pubblicità, che ora interrompe fastidiosa troppo spesso ogni programma, tg compresi, cominciò nel 1957 ed era concentrata solo all’interno di Carosello. Moltissimi i cambiamenti nelle programmazioni di ogni canale tv, quindi anche dei Tg, affiancati poi da varie trasmissioni di approfondimento su tematiche che spaziano dalla cronaca nera, alla politica, all’attualità. Personalmente soprattutto su tragedie di cronaca nera penso si esageri a scavare e rendere pubblica la vita personale delle vittime e di tutte le persone a loro vicine, quasi un bisogno morboso di “spiare” oltre il limite del rispetto. Così come trovo fuori luogo certe notizie di cronaca rosa inserite all’interno del tg, solo perché riguardano personaggi famosi. Olfi Ornella


BEST FRIENDS FOREVER

L’APPRENDIMENTO DEL CANE Il cane è un animale sociale che, al contrario di quanto molti asseriscono, non vive in un branco gerarchicamente organizzato. Studi sui cani randagi, in particolare quelli dell’équipe del dottor Bonanni, dimostrerebbero che il concetto di gerarchia lineare nel cane è alquanto inverosimile; semmai esisterebbe un comportamento di competenze condivise fra molti e non sempre. In realtà, vista la storia evolutiva del cane, il cane non è più un lupo e quindi non lo si può definire esattamente come animale da branco, ma nella famiglia umana lui vede un “gruppo sociale” paragonabile (a grandi linee) al branco naturale. Nel cane solitamente è la madre che si occupa in toto delle cure parentali, dopodiché la guida del “branco misto” passa all’uomo, con il quale il cane instaura un rapporto di collaborazione sociale. Secondo alcune scuole (dette “gentiliste”) al cane non va chiesta ubbidienza, semmai lo si invoglia a cooperare così come alle origini fu la relazione cane/umano. Secondo altre (dette “tradizionali” o “naturali”), fermo restando l’impegno di evitare al cane qualunque sofferenza, l’obbedienza non è affatto un concetto superato: anzi, è l’unico concetto che il cane, come anima-

le sociale e gerarchico, può far suo, sentendo il vero e proprio bisogno di una guida che lo accompagni nella sua crescita e nella sua acquisizione di un ruolo e di competenze specifiche all’interno del gruppo. L’obiettivo è quello di costruire un rapporto di fiducia corretto e bilanciato. Accanto al concetto di “addestramento” assume grande importanza quello di “educazione” del cane, in cui viene coinvolta la psiche per raggiungere una condizione di equilibrio che gli permetta di vivere senza traumi o stress. Il cane è, fra gli animali domestici, forse il più proficuo nell’apprendimento ed è capace di imparare ad eseguire un gran numero di esercizi. Lo scienziato Stanley Coren afferma che la loro intelligenza è profondamente più sviluppata di quanto le persone pensino. Per intelligenza li paragona infatti a bambini di due o tre anni: essi infatti, come avviene per i cuccioli d’uomo, hanno basilari capacità aritmetiche (quelli particolarmente intelligenti sono capaci di contare fino a cinque) e sono in grado di apprendere oltre 165 parole (il numero varia sensibilmente, fino ad arrivare a 250 parole nei cani più intelligenti e a un migliaio di parole in casi eccezionali. Fonte: Wikipedia

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L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Configurazione nuova rete informatica per studio medico Creazione della nuova rete informatica e di comunicazione per il cliente INDICE • La problematica di rete del cliente • Il progetto di rinnovo informatico dello studio • Inizio del lavoro • Installazione firewall • Installazione access Point per Wifi • Aggiornamento server con nuovi dischi ssd

La problematica di rete del cliente

Uno studio di dietologia di Bergamo ci ha contatto per risolvere una problematica di rete interna abbastanza importante, ovvero un rallentamento costante della connettività di rete, anche locale, in qualunque processo lavorativo. Anche solo contattare un singolo elemento del network, processo solitamente risolvibile in pochissimi millisecondi, rappresentava un’operazione di alcuni minuti. A seguito della richiesta del cliente, il nostro Ceo Stefano si è attivato per effettuare un sopralluogo in loco. Dai riscontri effettuati abbiamo scoperto che ogni singolo apparato della rete abilitava dei servizi che si sovrapponevano con gli altri dispositivi, così da creare una serie di ostacoli virtuali che rallentavano completamente il lavoro. 34

Situazione precedente del cliente


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Il progetto di rinnovo informatico dello studio

L’obiettivo della nuova struttura informatica era di uniformare l’erogazione dei servizi offerti e distribuiti sulla rete da parte di un solo apparato e impostare il network nella modalità più efficiente possibile. La rete era composta da un solo router che forniva la connettività e un server singolo su cui poggiava il gestionale medico. Il progetto di rinnovo è stato strutturato da HkStyle in tre punti principali: 1. Inserimento di un firewall (dispositivo che protegge dall’esterno il network e suddivide i servizi offerti sulla rete) e cablaggio dei dispositivi. 2. Installazione di un access point (punto d’accesso che distribuisce rete wi-fi sullo studio) con gestione online. 3. Rinnovo del server con nuovi ssd (dischi a stato solido elettronici molto veloci) per aumentare anche le prestazioni d’acceso al gestionale.

Server con connessioni precedenti Assistenza informatica Bergamo e Lombardia

Tel./fax: +39 035 4517039 - italia@hkstyle.tech)

Inizio del lavoro

La tempistica di lavorazione è uno degli elementi più importanti da tener in considerazione quando si effettuano lavori di questa tipologia; andare a ricreare da zero una struttura informatica significa creare un disservizio momentaneo al cliente e quindi è necessario essere già pronti con configurazione e apparati attivi in modo tale da rendere nuovamente operativa l’azienda e non interrompere i processi lavorativi. HkStyle sa molto bene quanto sia importante il tempo, ed è proprio per questo che tutti i dispositivi vengono prima testati e preparati presso i nostri laboratori certificati. In questo modo il lavoro diventa molto più semplice e l’efficienza produttiva aumenta notevolmente!

Installazione firewall

Per il cliente in questione è stato scelto un firewall Nethesis Z1, prodotto molto efficiente per piccole – medie aziende, e che ci ha permesso di impostare tutti quanti i servizi di rete in pochissimo tempo e senza problemi.

Nuovo firewall Z1 con switch Qnap in azione! 35


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Il firewall è stato impostato da Lorenzo per gestire tutta quanta la banda di rete dello studio con una connettività di rete in fibra ottica FTTH, ossia un tipo di connessione che permette l’arrivo direttamente nell’abitazione o nell’azienda del cavo che, tramite un convertitore, entra nel router internet. Questo permette di avere velocità veramente alte di connessione: considerate che lo studio raggiunge i 780 Megabit in download e i 200 Megabit in upload! Lorenzo ha impostato presso il cliente il server VPN, importantissimo se è necessario raggiungere dall’esterno le risorse di rete dell’azienda. In questo modo, tramite una configurazione apposita, si crea un utente per ogni persona che lavora nello studio e ogni utente, anche con una connessione Internet di bassa – media velocità, è in grado di raggiungere e lavorare dall’esterno su server, gestionale o apparati installati e attivi fisicamente nella rete locale della ditta. Questa connessione esterna è criptata, cioè cifrata in modo sicuro, così da lavorare esternamente in totale sicurezza e senza problematica di furto dati. Il firewall, infine, è stato abilitato con tutti i filtri

Convertitore fibra ottica FTTH

Router + firewall + switch operativi!

di sicurezza e anti intrusione necessari e non ha avuto nessuna problematica con la rete locale.

Installazione Access Point per connessione Wifi

Un’altra problematica da risolvere presso lo studio era la copertura Wifi. La connessione che veniva offerta singolarmente dal router internet era scarsa e non permetteva di sostenere le richieste dei computer. Il rallentamento era causato soprattutto dalle problematiche di rete interna poi risolte tramite l’intervento di HkStyle. Lorenzo e Stefano dunque hanno proceduto a in- Nuovo access point Ubiquiti stallare un Access Point Ubiquiti serie Pro. Tra- cablato con altri apparati mite questo apparato, gestito e registrato completamente online, la connessione wi-fi offerta rimane stabile e prestante in particolare durante trasferimenti via wireless i dati e file molto pesanti. Teniamo presente che tutte e 5 le postazioni dello studio sono connesse via Wi-fi contempora36


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

neamente. L’access point è configurato e gestito direttamente tramite un apparato virtuale online, chiamato Cloud Key, che permette di tenere sempre sotto controllo lo stato di connessione del dispositivo ed intervenire da remoto in pochi secondi in caso di problematiche.

Nuovi apparati cablati e configurati presso lo studio La Cloud Key online è stata installata e configurata completamente da HkStyle, rendendo più fruibile a tutti gli utenti il servizio di registrazione.

Aggiornamento server con nuovi dischi SSD Per migliorare le prestazioni del gestionale installato su server dal cliente, Lorenzo e Stefano hanno effettuato la sostituzione dei dischi meccanici del server con dischi a stato solido molto veloci. In questa modalità si inserisce un supporto di nuova tecnologia sul server e di conseguenza tutte le risorse installate sul sistema diventano molto più veloci e accessibili.

Aggiornamento del server con nuovi dischi in corso 37


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

A seguito dell’aggiornamento del server e della rete la tempistica di accesso al gestionale e alle sue funzioni si è abbassata da 12 secondi a soli 3 secondi! Dato che il cliente non disponeva di nessuna unità di rete per l’archiviazione dei dati, abbiamo aggiunto un disco meccanico ridondato su server su cui effettuare ogni giorno copie complete del sistema operativo e del software gestionale.

Server già in possesso del cliente con gestionale medico a bordo

Per approfondimenti, richieste e qualsiasi domanda scriveteci all’indirizzo global@hkstyle.tech. Non dimenticatevi di visitare il nostro sito www.hkstyle.tech ed i nostri social Facebook, Instagram e Linkedin: hkstyle.tech, InsideConnection.tech ed OfficinaInformaticaCH. Aperto anche il nuovissimo canale TIKTOK @ mr.stefano.biffi dove ogni giorno postiamo video suggerimenti e lavori dai clienti! Per aggiornamenti in tempo reale abbiamo anche il canale Telegram: HkStyle – News, offerte e molto altro! Lorenzo e Stefano

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ED È POESIA

“SERA” Sera avanza zittisce sogni, parole, moniti. Passi rallentano trovano quiete, sosta, rintocco. Gesta minute, disegnano opali sopra pareti trasversali. Fugaci passioni, vestite di novo, ardiscono d’essere prendono parola, attendono risposta. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

ED È POESIA

“MAMMA” Dolce sorriso che più non vedo, forte abbraccio che più non mi avvolge, piccolo rimprovero che più non sento. Forte invisibile unione che ci appartiene, non basta il distacco per rendere vivo, l’innato sentimento che ci unisce. Giuzzi Daniela

ED È POESIA

“Per essere ancora felici” Costruire un castello sulla battigia... con le mani sporche di sabbia e il cuore pieno di gioia! Noi adulti, volti a “demolire”, con le mani pulite e le voglie indurite; rinunciatari, per paura, della nostra vera essenza... noi, dovremmo rubare ancora, al tempo impietoso, briciole coraggiose dal nostro passato. Per tornare bambini. Per essere ancora felici. Pinella Gambino

ED È POESIA

“VIVE IN ME” Pensiero etereo, frammenti di vita scolpiti nel cuore come desiderio assoluto, nel silenzio la mente porta lo spirito a te, mio prode cavaliere, quando nell’anima brucia l’inferno e tu possiedi la chiave di quelle pagine scritte, i segreti risvegliano l’essere che perennemente vive in me. Scalvini Roberta

ED È POESIA

“PIOGGIA” Scende insistente una fitta pioggia batte sulle grondaie sui tetti di lamiera, precisa viva come un messaggio limpido, chiaro metallico attraversa la mia mente depositandosi infine calma e domata in fondo ai miei pensieri mescolandosi e sciogliendosi in essi. Enrico Savoldi

ED È POESIA

“UN NUOVO GIORNO” Il sole penetra la notte e nasce il giorno. Invitati al Battesimo sono: i buoni propositi, la gentilezza, il rispetto altrui.

Giordano 39


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Relax

Sodoku

Quiz 1) In un sol colpo uccise un quarto dell’umanità? Chi era? 2) ll Tartufo è un fungo? 3) Di quale opera musicale è un personaggio Compare Alfio? 4) Di quale opera è protagonista il conte di Almaviva? 5) In quale città si trova il Teatro « La Fenice »? 6) In quale città si trova il teatro Covent Garden? 7) Quale parte del corpo è colpita dall’otite? 8) Ha più costole l’uomo o la donna? 9) Qual é il titolo del capolavoro di Cervantes? 10) Chi era il padre di Apollo?

RISPOSTE ESATTE DA 1 A 3 SCARSO DA 4 A 6 MEDIO DA 7 A 9 BUONO 10 OTTIMO

1) CAINO. (Infatti secondo la Bibbia al mondo allora erano solo in 4: Adamo ¬Eva Caino e Abele). 2) Sl. 3) Cavalleria Rusticana. 4) Barbiere di Siviglia. 5) Venezia. 6) Londra. 7) Orecchio. 8) Uguali. 9) Don Chisciotte. 10) Giove.

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ED È POESIA

“INVANO”

ED È POESIA

“PICCOLE DONNE”

Invano mi sono inventata sogni, fiabe nuvolose, e camminate senza via. Piombee, più vere dal dolore stanche illusioni sparsi dallo zaino della vita spine nel tallone del destino a in lontananza, danza di mille colori iridiscenti torri, castelli in aria. Darina Naumova

1997 - 2017

ANTINFORTUNISTICA ANTINCENDIO CARTELLI SEGNALETICI

Le mie piccole donne, sono andate via, senza chiudere la porta, le rivedrò forse un giorno, come adesso, in una lacrima che scende dal viso. Quanto tempo è passato, non è solo un ricordo, ma l’amor perduto volato via nel vento, a lasciar la malinconia nell’anima, e la solitudine di un tempo avvolto dall’infinito BMG

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PENSIERI E PAROLE

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Com’è facile lasciarsi trascinare dalla corrente, permettere alla propaganda di farci il lavaggio del cervello e all’illusione di confondere le nostre percezioni di bene e di male. La cosa brutta è che a volte, il più distruttivo e devastante, viene presentato come qualcosa di prezioso e significativo, che salva la vita. Si mettono le maschere e tutto diventa il suo opposto. Il ladro diventa un mecenate, il bugiardo, custode della verità, l’egoista, altruista e l’assassino il salvatore. Ricordo l’epilogo di un racconto del famoso teologo russo Georges Florovsky. In questi giorni, l’Anticristo ha riunito rappresentanti di varie confessioni religiose e ha promesso loro di far rivivere dalle ceneri del mondo in rovina l’antica gloria e grandezza del loro credo religioso. Si rivolge ai cristiani con le seguenti allettanti promesse: -Ricostruiremo i vostri templi distrutti, distribuiremo gratuitamente libri cristiani, ripristineremo le antiche tradizioni, perché le più importanti nel cristianesimo

sono i templi, le usanze, i libri. Chi è d’accordo con me faccia un passo avanti. Le sue parole sono state accolte con acclamazioni forti, tutti hanno approvato all’unanimità tanto da fare un passo in avanti tranne uno, l’eremita Zosima. Rimase al suo posto e, quando gli fu chiesto perché non fosse d’accordo, disse: - La cosa più importante nel cristianesimo è Cristo! Darina Naumova

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Bergamo è una città affascinante e ricca di storia, è piena di luoghi di interesse, monumenti, parchi, edifici; si può visitare Città Alta con le sue mura, piazze e chiese o fare una gita all’aria aperta nelle sue valli o nel parco dei colli dove si trovano bellissimi sentieri e percorsi da fare a piedi o in bicicletta. Purtroppo molto spesso i nostri adorati cani non possono accompagnarci a svolgere tutte quante queste attività, di conseguenza organizziamo gite scartando alcune mete o accorciando la giornata per tornare a casa dal nostro peloso. Con l’arrivo della bella stagione si vorrebbe organizzare una giornata in piscina con i bambini o partecipare a feste e matrimoni degli amici senza dover preoccuparsi del povero cagnolino lasciato a casa da solo. Per non rinunciare a tutto ciò, ora una soluzione c’è! Si può re-

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galare anche a lui una bella giornata senza che rimanga solo, all’asilo per cani Bau House! Qui potrà divertirsi e socializzare con altri sui simili compatibili col suo carattere per tutta la durata dei tuoi impegni, sarà seguito per l’intera durata del soggiorno e si potranno ricevere le foto dei momenti più belli della sua giornata! Il centro dispone di un’ampia area esterna verde recintata per correre, giocare e passeggiare e un’area interna spaziosa per mangiare e riposare. Se gli piace l’acqua adorerà sicuramente rinfrescarsi nelle nostre piscinette! Tornerà a casa sicuramente stanco e soddisfatto! Si può richiedere inoltre il servizio taxi che lo venga a prendere e lo riporti a casa a fine giornata. Bauhouse


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MISS NEW ENTRY 2022

ANGELICA BERTOLINO


MISS NEW ENTRY 2022

MISS NEW ENTRY 2022 VINCE ANGELICA BERTOLINO Abbiamo incontrato Angelica Bertolino, 34 anni, nata nella splendida Venezia. Angelica, cosa fai nella vita? Nella vita faccio la commerciante; ho un negozio di abbigliamento in provincia di Venezia e vendiamo accessori e abbigliamento handmade; vestiamo anche le ragazze curvy. Cosa ti caratterizza particolarmente? La solarità e la grinta, sono una persona che affronta tutto con il sorriso anche nelle difficoltà. Sono una persona sensibile e delicata come il cristallo ma sempre felice. Al di là del tuo lavoro, quali sono le passioni della tua vita? Sono un’appassionata di libri nonché collezionista, amo molto scrivere e scrivo ancora il diario come da adolescente, poi mi appassiona la fotografia soprattutto quando sono io il soggetto. Che obiettivi vuoi raggiungere? Essere la versione migliore di me e imparare ad apprezzarmi senza giudicarmi troppo. Come ti piace vestire? Ho uno stile tutto mio decisamente eccentrico che esprime la mia personalità. Che rapporto hai con i social? Con i social ho un rapporto di amore e odio però attraverso le foto do la massima espressione di me stessa. Un tuo pregio e un tuo difetto... Pregio, la generosità e difetto... sono permalosa 3 aggettivi per definirti? Dolce, emotiva, estroversa. Il tuo punto debole? La sensibilità. Cosa cambieresti del tuo corpo? Del mio corpo non cambierei nulla. Ho imparato ad apprezzarmi così come sono. Le 3 cose che guardi in un uomo

Fisicamente? Mani, sorriso, capelli; però l’aspetto fisico per me conta fino a lì. Una persona per conquistarmi deve farmi partire la testa. Sei mai stato/a innamorato/a? Ogni due giorni? No dai, mi sono innamorata veramente una volta... Un sogno ricorrente? Fare la fotomodella e un mese di vacanza in un atollo alle Maldive Hai piercing o tatuaggi? Ho 5 tatuaggi di cui uno con un significato molto particolare e non ho intenzione di fermarmi: altri due sono già in cantiere, inoltre ho un brillantino sul dente. Ultimo libro letto? “Una lunga scala verso il cielo” e ora sto iniziando il libricino della felicità. Film e cantante preferito? Film pari merito tra Dirty Dancing e Pretty Woman. Cantante preferito? Cesare Cremonini. Dove vorresti vivere? Ai Caraibi. Se fosse in tuo potere di risolvere un grande problema, uno e uno solo che affligge l’umanità, su cosa cadrebbe la tua scelta? Smetterei di far produrre le armi…. La pace nel mondo si può raggiungere fermando ciò che alimenta la guerra. Cosa ti infastidisce più al mondo? L’ipocrisia... non tollero le persone che si atteggiano in virtù inesistenti o che dissimula le proprie qualità negative. Poseresti mai nuda/o per una rivista? Semi nuda ho già posato e non è un problema, ritengo il nudo arte, e ovviamente sì, poserei per una rivista. Convivenza o matrimonio? Convivenza e matrimonio, la prima come test di prova; credo che comunque l’amore non abbia 47


MISS NEW ENTRY 2022 bisogno di contratti ma io sono troppo romantica per non sognare l’abito bianco. Ti piacciono gli animali? Amo pazzamente gli animali. A casa ho Teddy, un cagnolino nero monello di taglia piccola. Che squadra di calcio tifi? Tifo solo la nazionale. Credi alla magia e al paranormale? Credo tantissimo nell’esoterismo e nella sacralità femminile. Da 1 a 10 quanto contano per te: -Soldi -Amici -Essere alla moda I soldi contano 10, per me i soldi sono amore. Sono nata in occidente dove il materiale è fondamentale e quindi anche attraverso i soldi esprimo amore. Amicizia 10: per me condividere è fondamentale. Essere alla moda 8, lavoro con la moda ma non seguo le mode per esprimermi.

Che immagine vuoi dare di te stessa? Quella di una ragazza semplice nonostante la particolare corazza. Dove ti vedi fra 10 anni? Tra 10 anni mi vedo mamma, la maternità è il mio sogno più grande.

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PENSIERI E PAROLE

CIELO E STATI D’ANIMO

E AFF C -

TTERIA - GE LA T ER

IA

BAR

La bellezza del cielo è un luogo sempre a portata di sguardo. Accoglie tutti gli stati d’animo, tutto ciò che attraversa la mia vita. E risponde, a suo modo. Lo so, non è lui che risponde, ma diventa comunque parte del dialogo con me stessa. Mi piace guardare il cielo. E non per questioni metafisiche, proprio per la sua concreta e costante presenza. Ovunque io sia, lui c’è. Qualunque stato d’animo viva, lui lo rinforza, lo contrasta o lo quieta. Anche in giornate come questa, in cui si presenta grigio e piovoso, è comunque un compagno fidato. E anche in giornate come questa, ha una sua variabilità.

Penso ai miei stati d’animo come al mio cielo interiore. Mi colpisce sempre come nell’arco di una giornata l’umore cambi e si colori di sfumature diverse. Magari anche solo di qualche tono, di piccole variazioni o accostamenti inaspettati, ma dall’alba alla notte, il paesaggio interiore è sempre in movimento. Guardo fuori e ascolto il dentro, e tutto si mescola in un sentire che mi fa compagnia e a cui mi affido. Finora, mi ha sempre sostenuta, e su quel sentire confido. Ho casa in me. E guardando il cielo, mi sento a casa nella vita. Fonte: sguardiepercorsi.it

PROGRAMMA DI MAGGIO 2022

Venerdì 6

Sabato 7

Domenica 8

KARAOKE CON IRENOIR

SERATA DISCOMUSIC DJ DANILO

CALCIO: SPEZIA-ATALANTA E ALTRE PARTITE

Venerdì 13

Sabato 14

Domenica 15

SERATA KARAOKE con DJ ALBY

SERATA HOUSE CON DJ MARCO FRATTY - FPI PROJECT

CALCIO: MILAN-ATALANTA E ALTRE PARTITE

Lunedì 16

Venerdì 20

Sabato 21

SERATA COMETA

SERATA KARAOKE con DJ ALBY

MUSICA DAL VIVO CON TRIBUTO AI NOMADI - “CALIMICHO” CON GRIGLIATA

Sabato 28 MUSICA DAL VIVO ANNI 70/80/90 - CREDENCE

CON GIROPIZZA

Bar il Circolino

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FASHION AND STYLE BY ROMINA SIRANI Questo articolo è dedicato all’uomo!! Ecco le tendenze per la vostra primavera/estate 2022: -Il total look ossia abbinare capi anche basic ed accessori, compreso calzini, scarpe, borse tutti dello stesso colore, i pezzi si sovrappongono tono su tono. -Il completo rimane il pezzo forte dell’uomo, con proporzioni ammorbidite e spalle alleggerite, li troviamo nei classici colori grigi, bianche e neri ma la novità riguarda l’introduzione delle tonalità confetto come il rosa, celeste, malva, giallo a quelli più vistosi come il rosso, verde e turchese. -La giacca accorcia le maniche quindi troviamo i modelli classici con le manche corte al gomito oppure senza, diventando una versione ibrida tra giacca e camicia. -L’abbigliamento diventa sempre più leggero e pratico, dalle linee comode e funzionali prendendo spunto dagli abiti da lavoro quindi introducen-

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do tasconi, gilet multi-tasche, salopette e tute. -I capispalla si ispirano alla libertà ed agli outfit da arrampicata ed avventurieri, gilet da caccia, sahariane abbinate a pantaloni con tasche, utilizzando tessuti ultraleggeri, nylon tecnico. -Ritornano le bermuda/pantaloncini, leggeri, grandi e pratici con tasche, che spesso sostituiscono i pantaloni del completo. -Per i colori si utilizza la tecnica tie and dye, sono sfumati, stinti e scoloriti dal sole con ombreggiature e riflessi che si dilatano sul capo, da utilizzare per pantaloni, t-shirt, camicie, giacche e maglieria. -Per un look casual e leggero troviamo i pullover e canotte dalla linea attillata e rigorosamente traforati e in tessuto tecnico per un effetto più sportivo. -Anche per l’uomo la voglia di colore esplode con glitter, lurex e colori sgargianti, quindi via libera al tessuto di raso ed ai lussuosi broccati. Cari amici non vi resta che sbizzarrirvi nella ricerca del vostro look perfetto per la nuova stagione! Romina Sirani


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L’INTERVISTA

ROBERTA ZANINONI DA FOTOMODELLA A IMPRENDITRICE Da fotomodella a imprenditrice, da Bergamo a Durazzo. Quella di Roberta Zaninoni è la dimostrazione che si può essere belle, brave e pure intraprendenti. Oggi, a 33 anni d’età portati come se ne avesse una decina di meno, la sua è una storia tutta da raccontare e che da Bergamo si è spostata a Durazzo, in Albania, dove Roberta è un autentico personaggio oltre che business woman di successo. Il merito è suo, della fiducia nella vision manageriale del suo compagno e nell’aver accettato, ormai nove anni fa, di lasciare la sua comfort zone italiana e di ripartire da zero oltre in un Paese tutto nuovo. Nata e cresciuta a Bergamo in una famiglia valligiana doc, laureata in Scienze dell’Educazione con una tesi visionaria sulla ludopatia, una bimba avuta da giovanissima, la sua quotidianità è stata per anni fra locali, scuola, set fotografici, passerelle di

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moda e un aiuto alla ditta di Green Economy del compagno, specializzato in piante ad accrescimento rapido. Poi, all’improvviso, la svolta. Mia suocera, che vive in Albania e ci aiuta tuttora, suggerisce un investimento a qualche migliaio di chilometri di distanza e per ragioni economiche ecco iniziare una nuova vita. Roberta, com’è stato l’inizio di tutto? Cercavamo 200 ettari ad un prezzo ragionevole su cui sviluppare un progetto all’avanguardia legato a pellet e legname, l’occasione la trovammo in Albania dove mi sono trasferita col mio compagno e con la mia figlia piccolissima. Da Bergamo, città impeccabile e precisa, arrivammo a Durazzo, posto di mare, con una vita meno intrisa di regole, dove la relazione è la base di ogni trattativa commerciale. Certo, non fu tutto rose e fiori. Abbiamo vissuto un anno in cui vi sono state difficoltà e disavventure, poi abbiamo aperto nostra impresa, e successivamente abbiamo aperto un’agenzia di consulenza in grado di offrire ser-


L’INTERVISTA vizi a italiani desiderosi di vivere o di investire in Albania. Ci siamo subito sentiti a nostro agio, merito anche della lingua italiana, ancora diffusa fra gli over 30, della cultura e della alimentazione. Finchè poi è arrivato… il tuo lato imprenditoriale. Avevo lavorato come modella e fotomodella in Italia, in Albania notai subito quanto le donne tenessero a loro stesse, curassero la loro immagine e la loro fisicità. Così, per un anno intero ho seguito i corsi ad una Beauty University di Bergamo, con mille sacrifici dettati da viaggi e dalla necessità di conciliare vita personale e professionale. I corsi mi hanno aperto la mente, mi hanno offerto gli strumenti che mi danno la possibilità di rendere felici le persone. Io adoro trasmettere sorrisi, gioie, felicità, per cui quello era il mio campo. Un traguardo di assoluto rilievo. Mi sono impegnata, la mia indole bergamasca è emersa al 100 per 100, e per un anno intero ho studiato di giorno e di notte fino a ottenere un

diploma in estetica, skincare e utilizzo di macchinari professionali. Così ho iniziato a occuparmi anche di botox e filler finchè, otto anni fa ho investito nell’estetica con il laser per l’epilazione e due anni fa ho aperto un Centro tutto mio a Durazzo dopo aver collaborato con strutture sparse per tutta l’Albania. Mi sono specializzata nel laser per epilazione, oggi nel mio centro erogo servizi di estetica base e estetica avanzata, collaboro con chirurghi e predisponiamo operazioni per le donne che vogliono sentirsi più belle, ad un prezzo molto concorrenziale. E così, ci siamo aperti anche al turismo dentale. Il mio lato imprenditoriale, unito alla mia immagine, ha attirato la curiosità dei media, ma anche di brand che mi vogliono come loro ambassador. Infatti, in Albania, sei ormai una autentica influencer! Collaboro con aziende che mi inviano abbigliamento, creme, prodotti, profumi, chiedendo in cambio semplicemente visibilità. Una decina di brand mi hanno già contattata, tutto sta andando a gonfie vele! 53


L’INTERVISTA In qualche modo, è un ritorno alle origini. Ho iniziato presto a lavorare con la mia immagine, a 14 anni ho fatto il primo set fotografico. Ho collaborato con agenzie di Milano, i fotografi venivano a Bergamo per fotografarmi, ho inanellato decine di shooting anche quando ero incinta. Sono stata ombrellina alla MotoGp per tre anni di fila, ho sfilato per stilisti emergenti nei più importanti locali di Milano. Oggi il mio profilo è diverso, ad esempio ho posato con abiti da sposa, e oggi sono principalmente modella per make-up con oltre 120 trucchi provati e fotografati sul mio viso. Qual è il tuo lato preponderante? Sui social mi piace apparire, questo è ovvio. Ma di base sono impaurita da tutto, grazie alle esperienze avute da giovanissima mi sono aperta e da lì non mi sono più fermata. Sono molto socievole, ma non sono una donna da intrighi o da

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sotterfugi. Ho un fisico ancora in grande forma, mi piace apparire, mi piace essere guardata, ma non voglio che ci si spinga oltre. Infatti i social mi piacciono per quello, mi piace creare immagine idilliaca, mostrare il desiderio di essere bambolina semplicemente da ammirare. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/roberta_zaninoni_


Ricette dei Cocktail Gianfranco Di Niso - Suggerimenti Gastronomici Davide Manzoni

COCKTAIL & FOOD

MOJITO ORIGINI E CURIOSITÀ La leggenda narra come il famigerato pirata Francis Drake amasse mescolare rum, zucchero e foglie di menta, ingrediente ritenuto capace di lenire alcuni malanni del tempo. A facilitare la divulgazione del cocktail contribuì non poco Ernest Hemingway, il quale era solito farsi preparare ogni giorno diversi Mojito dal barman Martinez della Bodeguita del Medio, storico locale de L’Avana. INGREDIENTI Rum chiaro, zucchero bianco o di canna, menta fresca, lime, selz o acqua minerale gassata. PREPARAZIONE Adagiare in un tumbler alto mezzo lime tagliato a cubetti. Aggiungere 2 cucchiai da cucina di zucchero e schiacciare il tutto con un pestello, fino a ottenere una poltiglia. Aggiungere delle foglie

di menta, pressandole delicatamente col resto. Riempire il bicchiere con del ghiaccio preferibilmente tritato e aggiungere 4,5 cl di rum chiaro precedentemente misurato in un cilindro graduato. Allungare fino al bordo con del selz e mescolare per qualche secondo con un cucchiaino a manico lungo, in modo da amalgamare al meglio gli ingredienti. Servire, decorando il drink con 2 cannucce lunghe e un bel rametto di menta fresca. USO CONSIGLIATO Da gustare a tutte le ore della giornata. Molto indicato come aperitivo.

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PROFUMO DI LIBRI

NON VINCONO SOLO I SUPEREROI Autore: Leonardo Omezzolli - Illustrazioni di: Katia Dell’Eva “Non vincono solo i supereroi” è un libro frutto del lavoro congiunto di due giornalisti, Leonardo Omezzolli e Katia Dell’Eva, e di un’illustratrice professionista, Nadia Groff, che nasce in piena pandemia quando uomini, donne, bambine e bambini sono stati costretti all’isolamento forzato, senza la possibilità di incontrarsi, senza poter lavorare, studiare e giocare. La tecnologia ha aiutato a ridurre le nuove distanze, ma a rimanere tra le quattro mura di casa, senza amici, senza occupazioni e, a volte, lontani anche dai propri affetti più cari ha lasciato in ognuno delle piccole grandi ferite. Questo libro vuole, con lo sguardo dei bambini stessi, aprire gli occhi sugli effetti che le restrizioni hanno avuto sui più piccoli. È un libro che sonda l’animo, dando una chiave di lettura positiva, un suggerimento per una ripartenza. Alberto è un bambino di 10 anni che vive con la mamma in un appartamento di un grande condominio. Da molto tempo non esce di casa. Nessuno, del resto, può uscire: ci sono le restrizioni e, fuori, il mondo è colpito da un nuovo strano virus. Niente più amici, niente più scuola, niente più corse al parco, niente più giochi. Da troppo tempo non riesce neppure ad abbracciare suo papà, impegnato in prima linea a contrastare questo brutto male. Alberto non si era mai accorto di quanto la vita di prima fosse speciale. Di quanto quel “prima” stia diventando un ricordo. In un clima di solitudine accentuato dall’isolamento, dalla comunicazione verso l’esterno che avviene solo attraverso gli smartphone o i pc e con solo la fantasia a fargli da maestro, Al56

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berto prova a dare risposte alle tante domande che vive nel suo giovane animo e soluzioni alle sue tante paure. Un giorno però, guardando fuori dalla finestra, vede qualcosa di anomalo, qualcosa che riaccende in lui la speranza di un ritorno al passato. Da questa scintilla casuale, i mostri generati dai timori di Alberto vengono a poco a poco sconfitti, anche grazie all’aiuto di una generazione di sognatori: i nonni. Per info, ordini, esigenze particolari, reclami o resi contattaci a davinci@artifices.it oppure +39 0457114134 / +39 345 7151809 Editore: Edizioni03 http://www.edizioni03.com/


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L’INTERVISTA

YELISAVIETA BURYAK UN’INFLUENCER TUTTA DA SCOPRIRE Il suo è un personaggio esplosivo, seguito da oltre 250mila followers sui social, con decine di collaborazioni nel campo food and shoes, con una femminilità raccontata in modo ogni volta differente. La protagonista è Yelisavieta Buryak, un trionfo di sensualità che su Instagram viaggia a vele spiegate e che le aziende scelgono per promuovere enogastronomia e abbigliamento. Metà Ucraina e metà russa ma ormai bergamasca d’adozione, Yelisavieta nella vita è consulente medico-scientifico e lavora nel settore commerciale vendendo apparecchiature medicali. Da hobby, il ruolo di influencer è diventato un autentico lavoro.

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Come inizia questo rapporto con la fotografia? Tutto iniziò casualmente, da un set fotografico realizzato per gioco a 17 anni da un mio amico che aveva appena acquistato una macchina fotografica. Mi sono prestata come fotomodella e da lì è nato tutto! Non mi sento arrivata, ma da un gioco oggi sono arrivata ad avere oltre 250mila followers, significa che i contenuti che posto piacciono alla gente e questa è una soddisfazione enorme. Ma dal punto di vista personale, io resto la ragazza semplice di sempre. La tua carriera sotto i riflettori resta comunque un viaggio straordinario. Un viaggio che nasce proprio dal mio primo set fotografico a Torino, notata da un fotografo che ha creduto in me, con il passare del tempo mi hanno contattata altri fotografi e ho iniziato a lavorare per alcune agenzie di moda. Ho lavorato per fiere, come ragazza immagine, il mio nome ha iniziato a girare. Fino a raggiungere livelli davvero straordi-


L’INTERVISTA nari. È stata una gioia immensa diventare la principale testimonial di un brand molto noto come “Sharlene calzature”, per me è stato un sogno! Ma l’elenco è lungo, mi piace citare la collaborazione con la catena di parrucchieri “JustB”. Detto questo, sono prudente nelle collaborazioni, faccio molta selezione, non le accetto tutte, mi sento responsabile di ciò che sponsorizzo per le persone che mi seguono… Cos’è per te la fotografia? La fotografia per me è il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia. Io sento il desiderio di scattare, sono attratta dalla fotografia, penso di esserne naturalmente portata. La mia forza per dare sempre il massimo è pensare di non essere mai arrivata e penso che non arriverò mai, perché il momento in cui ti senti arrivato significa che hai finito di crescere.

Non solo social e fotografia, ma anche la tv inizia a dare spazio al tuo personaggio. Effettivamente sono alle prese con molteplici opportunità lavorative, anche se non è così semplice come sembra! Faccio riferimento proprio al mio rapporto con Instagram e ai contenuti che vedete sui miei profili. Dietro ogni post e ogni storia c’è molta formazione, lavoro e studio, altrimenti sarebbero tutti influencer. Che ragazza sei nel quotidiano? Direi che la mia presenza conta, impossibile non notarmi. Ma quello che mi distingue non è il modo di farmi notare esteticamente ma l’esatto contrario: voglio che una persona si ricordi di me per il mio essere non per la mia apparenza. Nel quotidiano mi vesto elegante, dato che svolgo un lavoro commerciale. Sono sempre con un completo semplice e pratico. La sera mi piace osare e in spiaggia… diciamo che mi si nota! 59


L’INTERVISTA Cosa ti differenzia dalle altre donne? Come dicevo prima non ho bisogno di farmi notare a tutti i costi, anzi se passo inosservata preferisco… Chi mi vede e mi parla però resta sbalordito, ho un carisma molto forte e mi ritengo una ragazza simpaticissima. I social ti hanno regalato fama, successo, lavoro. Ormai i social fanno parte della mia vita, ma tutto è nato casualmente, a partire dalla prima foto che ho postato. Pian piano i followers hanno iniziato a crescere e… non hanno più smesso! Io mi reputo un’amica virtuale a cui piace giocare attraverso il mio blog e raccontare un po’ la mia vita quotidiana. Attraverso i social sponsorizzo diversi brand, hotel, ristoranti, centri estetici e parrucchieri, mi piace esprimere e condividere con i miei amici virtuali le mie esperienze dando giudizi e suggerimenti. E chi ti vede sui social… cosa deve pensare di te? Sono una ragazza semplice ma nello stesso tempo molto decisa e sicura di me stessa, di conseguenza l’immagine parla da sé e mi piace trasmettere la mia spontaneità e sicurezza. Dei social mi piace la libertà del pensiero e la possibilità di mostrarsi totalmente per la per-

sona che si è. Con un piccolo problema: a volte le persone pensano di sapere tutto di te, ma in realtà sanno solo ciò che tu vuoi far vedere loro… CONTATTI SOCIAL @yelisavietareal @yelisavietashoes @yeli_foodblogger

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EVENTI La Corri Dog 2022 di Bergamo Torna a Bergamo, in occasione della Giornata Nazionale del Cane Guida, la Corri Dog promossa dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. La Giornata Nazionale del Cane Guida è stata istituita per la prima volta nel 2006, con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica, le istituzioni e tutti coloro che sono disponibili a comprendere le difficoltà che le persone non vedenti incontrano quotidianamente. La Corri Dog è aperta a cani di tutte le taglie e tutte le razze in buona salute e ai loro padroni. L'evento è stato ufficialmente spostato al 15 maggio, vista la pioggia prevista per domenica 24 aprile. Scopri di più sul sito prolocobergamo.it. Per maggiori informazioni 035249208 MARIO BIONDI IN CONCERTO Mario Biondi torna live nei più importanti teatri italiani.e porta sul palco, oltre ai suoi più grandi successi, l’ultimo lavoro discografico “Dare”, uscito nel 2021. Per maggiori informazioni 035343434 Creberg Teatro Bergamo Via Pizzo della Presolana, BERGAMO (BG)

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FINO AL 31 MAGGIO 2022 Casa Ceresa San Giovanni Bianco Una mostra fotografica dedicata ad Angelo Grataroli con immagini storiche tratte dall’archivio di famiglia, unitamente ad alcuni immagini significative delle campane fuse da Monzini nel 1867. MAGGIO 2022 Sabato 14 e Domenica 15 Sabato 21 e Domenica 22 Sabato 28 e Domenica 29 Museo della Basilica d i Gandino Gandino E’ possibile visitare il Museo della Basilica di Gandino, uno scrigno d’arte, destinato a stupire ma anche a raccontare la storia di fede e devozione di un’intera comunità. L’orario di visita è dalle 14:30 alle 18:30. Per l’ingresso è necessario prenotare telefonicamente al numero 035.745425 FINO AL 30 SETTEMBRE 2022 - h.10:00 Se quei muri Prosegue fino a settembre 2022 la mostra che permette di visitare l’ultimo corridoio rimasto dell’ex carcere di Sant’Agata in Città Alta. Isrec Bergamo Info: 035 238849

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