New Entry Magazine - Edizione di Bergamo del 03 Agosto 2021

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Anno 27 - N°07 del 03/08/2021 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti

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NEW ENTRY MAGAZINE il Giornale della Gente Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Anno 27 - N°09 del 23/07/2021

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Editoriale

QUANDO LO SPORT È EMOZIONE La vittoria della Nazionale Italiana è stata sicuramente una delle pochissime cose che in questo anno e mezzo di pandemia ci ha fatto sorridere, piangere di felicità, vivere... Erano passati ben 53 anni dall’ultima volta ma ciò che ancora rende più magico questo percorso europeo è stato sicuramente il legame comune che ha unito la squadra rendendola una vera e propria famiglia. Se poi aggiungiamo gli abbracci tra il tecnico Mancini e Vialli ecco che c’è pure la ciliegina sulla torta. Per i nostalgici come me, rivederli abbracciati a distanza di tanti anni quando militavano nelle file della Sampdoria è qualcosa di meraviglioso e di valore: l’AMICIZIA, quella vera, che dura per sempre. Se poi osserviamo l’ultimo abbraccio con le lacrime agli occhi... beh, lo lascio commentare a voi.

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I NOSTRI CONTATTI

redazione@newentrymagazine.it bergamo@newentrymagazine.it brescia@newentrymagazine.it

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C’è chi in Italia ha pure remato contro a questa Nazionale: indipendentemente dalla vittoria o meno, dovremmo imparare ad amare il nostro paese e difenderlo quando è necessario. Magari i politici si impegnassero come la Nazionale a rendere il nostro paese valorizzato, amato e si adoperassero per il bene comune e non per interessi personali. Ricordiamoci che il nostro paese ospita ben i due terzi del patrimonio artistico, architettonico e culturale del Mondo. wConcludo il mio intervento con una frase del Papa che si è soffermato sul significato dello sport e dei suoi valori, e su quella capacità sportiva di saper accettare qualsiasi risultato, anche la sconfitta: solo così, davanti alle difficoltà della vita, ci si può sempre mettere in gioco, lottando senza arrendersi, con speranza e fiducia. Gianluca Boffetti


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relazione, ispirato dai valori di equità, partecipazione e coinvolgimento. Solo attraverso le difficoltà, come dicevano i latini, si raggiungono le stelle (da cui il titolo “ad astra”). L’obiettivo specifico sarà quello di offrire quindi uno spazio d’ascolto e riflessione all’interno di una relazione d’aiuto per dubbi, difficoltà, ma anche spunti per iniziative formative e progetti da costruire insieme e condividere, anche in collaborazione con associazioni locali. L’accesso al servizio è completamente gratuito. La referente di questo progetto è Silvia Bolognini, con la quale prendere contatti (mail: progetto.adastra@gmail.com). Sul sito www.newentrymagazine.it trovate il link diretto per accedere allo sportello ed essere ascoltato. Redazione

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“Tuffo al cuore”

Ricordi lontani riaffiorano in me di un amore mai nato ma tanto bramato... Ora odo una musica: evoca la voce di lui, dedica questa canzone a me con tanto amore e l’amore c’è stato... Ma ormai finito. Erminia Bertulessi Ed è Poesia

“IL FIORE”

“Il sole è amore”

Il sole emerge dagli abissi azzurri Grande occhio luminoso, che osserva con tenerezza la Terra semi-addormentata. Il sole accarezza lievemente ogni filo d’erba, ogni cuore intorpidito dal gelo, ogni granello di sabbia su una spiaggia deserta. Il sole è scintilla, dal cuore di Dio, amore, che si trasforma in vita, in calore, in colori. Il sole è pittore, che disegna un radioso sorriso sul viso dell’Universo, fuoco divino, il sole così impensabilmente lontano, così percepibilmente vicino. Darina Naumova

GRAFICA E STAMPA Sei un fiore di prato,solitario, accarezzato dai venti, a volte inumidito di ruggiada fresca ed al calar del buio, illuminato dalla luna assopito riposa... BGM 04

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Riflessioni

VIVERE CON IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO Sono Sabrina e ho 38 anni, abito a Curno. Vorrei brevemente raccontare la mia storia. Ho perso mio padre l’anno scorso. Per anni ha combattuto contro la depressione, riuscendo però ad un certo punto della sua vita a trovare il farmaco adatto. Quando era in vita ha fatto di tutto per cercare il miglior psicoterapeuta ma non per lui, come potete immaginare, ma X ME senza riuscirci purtroppo. Infatti da diversi anni soffro di ossessioni in particolare per la pulizia personale (mi lavo 5 o 10 volte al dì), controllo le maniglie dell’auto. VI SCRIVO PER AVVERTIRVI DI NON SOTTOVALUTARE ASSOLUTAMENTE i problemi di tipo psichico… ATTENZIONE: non esistono solo malesseri fisici, anzi quelli psichici sono di gran lunga i più terribili da combattere perchè non esiste un farmaco per

“far passare il male”. Molti purtroppo non lo considerano sufficientemente “degno di attenzione” ma chi soffre di paure, di ansie… deve trovare la forza di uscirne, prima che sia troppo tardi. In cuor mio ho la speranza di uscirne, era il regalo più grande che mio padre Luigi, morto di covid, avrebbe voluto ricevere. Voglio deluderlo? NO. CE LA FARO’ Sabrina

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Riflessioni

LA FIGLIA IMPERFETTA, IO LAURA Non sono mai stata una figlia perfetta, lo ammetto oggi, a 39 anni suonati. Sono nata in anticipo, perché avevo una gran fretta di conoscere mamma e papà, ma poi li ho fatti soffrire fin da piccina: malaticcia e con tanti problemi di salute, ho indotto mia madre a lasciare il suo lavoro per fare la genitrice a tempo pieno. Sono cresciuta, certo, ma non ho smesso di farli piangere: io che avevo dimostrato di avere così tanta voglia di vivere, venendo al mondo con quasi un mese di anticipo, poi, una volta diventata adolescente, ho iniziato a odiarla la vita, a sfidarla. E come si deve sentire una madre a vedere la propria figlia, la sua unica figlia, sempre triste e piena di dolore? E un padre? Sapete che cosa significa per un genitore assistere alla distruzione della sua creatura più di sè stesso? Il male oscuro, la depressione, mi aveva colpita: amavo il buio e odiavo la luce del sole. Il mio corpo dimagriva e ingrassava di continuo e sono arrivata a pesare meno di 50 kg per 170 cm di altezza. Mi comportavo male, urlavo ed ero sempre nervosa. E poi eccolo quel maledetto male alla testa, micidiale, che mi assaliva ogni giorno: esaurimento nervoso. Eppure io avevo una famiglia meravigliosa, perché stavo così male? Non mi sentivo accettata dai miei compagni di scuola: mi sono sempre sentita brutta e sfigata. Mi hanno sovente fatto sentire la figlia di nessuno e quasi mi vergognavo del mio cognome, che oggi porto con orgoglio, e del fatto che mio padre non avesse una laurea. Io non ero degna di loro. Ho sofferto per anni, quasi in silenzio, finché il mio cuore si è indebolito, la mia mente si è ammalata e il mio colon ha ceduto. Non ero più padrona di me stessa e della mia vita. Ho vissuto un’adolescenza terribile: non ho mai perso un anno di scuola e ho lottato tanto 06

per la promozione al liceo classico che, parliamoci chiaro, non è propriamente una passeggiata! E se ci sono riuscita è grazie a mio padre, uomo straordinario, che la sera, dopo il lavoro mi aiutava a studiare e la mattina mi accompagnava a scuola. No, lo so che ve lo starete chiedendo, non è stato facile uscire da quella situazione: depressione, esaurimento nervoso e sindrome del colon irritabile. Avevo solo 16 anni. Ma ci sono riuscita. Come? Con cure e visite da psicologi etc? No, assolutamente no. Certo, alcuni antidolorifici li dovevo prendere perché i dolori al colon e alla testa, credetemi, in certi momenti erano insopportabili, ma il resto l’ho sempre rifiutato e, una volta compiuti i 18 anni di età, nessuno poteva obbligarmi a farlo. E non l’ho fatto perché sapevo che non mi sarebbe servito a nulla se non a farmi stare peggio. Non fraintendetemi: io stimo moltissimo chi esercita con amore e devozione questa professione, ma non era questo di cui avevo bisogno. Dovevo capire chi fossi davvero, ricominciare da me e iniziare a volermi bene. E per farlo ho scelto la strada dell’amore: quello di mia madre Mariella e di mio padre Ermanno. Loro mi sono stati accanto, sempre. Nella buona e nella cattiva sorte. Hanno sacrificato tutto per me. E insieme abbiamo vinto. Sì, io non ho vinto


Riflessioni

da sola. Noi tre insieme ce l’abbiamo fatta. Ho incominciato, un poco alla volta, ad amare la vita, apprezzandone le sue sfumature e anche i momenti no. Sono diventata forte, rimanendo comunque sensibile ma non fragile. Io non sono fragile. Sono sensibile. Sono due cose ben diverse. E se oggi sono qui e mi accingo a scrivere di me è perché non mi vergogno di quello che sono stata, anche se mi spezza il cuore e mi annienta l’anima per il dolore che ho provocato a mia madre e a mio padre, ma per far capire a voi figli che leggete che sono i vostri genitori, se sanno davvero esserlo fino in fondo, la vostra prima fonte di forza e amore, e a voi genitori, che esserlo significa esserci, esserci davvero per i propri figli, anche se anagraficamente parlando,

sono adulti. Perché non si smette mai e poi mai di essere figli e genitori. E io, ora lo so, sono stata davvero fortunata ad avere due genitori come loro, imperfetti come tutti, ma unici e dal cuore immenso come pochi. Grazie mamma Mariella e papà Ermanno non solo per avermi donato la vita ma anche per avermi permesso di viverla ancora e poi ancora. Laura Gorini (Ps. Ci tengo a firmarmi anche con il mio cognome perché sono fiera di te, papà. Di come ti sei fatto da solo, spezzandoti la schiena al lavoro per non far mancare mai nulla a me e alla mamma. Ci sei sempre stato. E’ un onore per me essere tua figlia e cerco di meritarmi di esserlo, con il sudore della mia fronte)

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Riflessioni

LA TRAMA Penso che sia sempre più difficile scommettere su me stesso, anche perché gli anni non sono più quelli di una volta, e i reumatismi da sopportare sono maggiori, ora che ho incontrato 56 primavere da narrare ai posteri. D’altronde senza la scrittura tutto sa di fregatura, nel cervello solo segatura, di tante cose insulse, voglio restare il più a lungo possibile, lontano dalle indiscrezioni e pettegolezzi che lasciano il tempo che trovano, per cui non bisogna farci troppo caso. Qui intorno c’è invece la possibilità di creare progetti per la futuristica società, rinnovando idee e promettendo a questo organo vitale che si sente uomo, di lavorare con costrutto e collaborare per un avvenire più equo e solidale. Certo non si può fare a meno di lavorare sodo, e non dare troppa importanza se alcune lacrime di dolore, scivolano senza alcuna pietà, rigando la coscienza ma non la consapevolezza che questo svolgimento raccolga la storia delle fatiche quotidiane! A dire il vero, mi chiedo perché ancor oggi sono qui a scrivere impressioni da valutare per rimettermi ancora una volta in gioco, dimenticando giocoforza ore liete di svago e leggerezza... Cos’è dunque quell’insistente voce che provie-

PRANZI DI LAVORO - Scrivici

ne dalla profondità dell’interiorità, che non mi dà tregua fino a che io abbia scritto qualcosa di nuovo? Forse non si tratta solo di ispirazione, la quale a volte tarda a venire a galla, (è difficile spiegare), è una vera missione quella del poeta scriba, che non conta certo le ore che trascorrono inesorabili nei battiti del tempo, impartiti da un orologio... e se si perdono le parole, rimangono in fondo a un abisso per sempre! Per fortuna la natura mi ha dotato di una forte resistenza, spalmando crema di cultura ed è per questo che mi invita a non arrendermi... Domani è un altro giorno, mi ritroverete forse ancora qui a trascrivere un ‘altra trama, di colui che ansima per ritrovare sè stesso! Stavo pensando appunto di scrivere la mia ennesima prosa (la numero 1057), e prima di averla pensata, è già nata! Che grande magia...la poesia! Basta crederci fino all’ultimo! Buonanotte amici lettori, ora me ne andrò a dormire anch’io, penso per un meritato riposo. Al prossimo appuntamento con visioni poetiche... ed ora un cordiale saluto per non rimanere mai muto! - Poeta Fabrizio Villa - 2021.

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GIANLUCA VIALLI: UNA LETTERA CHE RINCUORA Gianluca Vialli a 57 anni sta combattendo la partita più importante della sua vita. Al compimento del suo 55° compleanno ha scritto: “...Fuori dall’ospedale c’è scritto “Humanitas”. Il medico mi dice che devo fermarmi. Cosa devo fermare? La risposta me la dà la risonanza magnetica: Ferma tutto Luca. Hai un tumore al pancreas. Quando me lo dicono, ancora non lo so che è uno dei più gravi. Ma lo capisco da come il dottore soffia parole fuori dalle labbra: “Ci sono buone possibilità”... Buone possibilità di cosa? Quando lo capisco, io che fino a quel punto della mia vita non sapevo niente di malattie, biopsie, pet-scan, di linfonodi e liquidi di contrasto, mi sento perduto... Bisogna muoversi in fretta, ho una settimana prima dell’operazione. Quando mi sveglio dopo l’intervento c’è mia moglie, ho tubi collegati al collo e all’addome. E una lunga cicatrice in mezzo agli addominali. Lei ha gli occhi che bruciano di felicità. “E’ andata bene” dice. “Quanto devo stare qui” le chiedo. “Quindici giorni”. Esco dall’ospedale dopo sei, tra le proteste dei medici che mi invitano comunque a condividere un lungo trattamento con il professor Cunningham, a Londra. Ma prima c’è Natale. Lo passiamo in Inghilterra tutti insieme e guardo queste persone come non lo avevo guardate mai. Il giorno di Santo Stefano lo dico alle bambine. Come? Così come lo sto dicendo a voi. Mentre parlo con loro, e loro piangono, capisco che non è vero che il cancro è il grande nemico da sconfiggere. Non è una lotta per uccidere lui, ma è una sfida per cambiare se stessi... Ho bisogno di dialogare con la paura. La paura vera, quella che ti fa chiudere in bagno e pian-

gere; paura di non riuscire a dire le parole che servono. Ne parlo con Cunningham: “Dottore lei crede che io possa guarire pensando in modo positivo che io guarirò”. Lui, uomo di scienza mi risponde di sì. E’ tutto quello che mi serve. Ci costruisco intorno una nuova routine e mi ci dedico anima e corpo: mi sveglio presto, medito su piccole frasi fondamentali, cerco il silenzio, mi focalizzo sui dettagli piacevoli, faccio esercizio, leggo e scrivo un pensiero positivo ogni giorno... Scrivo su una serie di post-it gialli le frasi che sono nel mio libro. Mentre vi scrivo queste righe ho finito la chemio e i trattamenti radio ma ancora non so come andrà a finire questa partita, lo scoprirò più avanti. Quello che so è che mi sono preparato bene e ho dato il massimo; che la mia squadra non poteva giocare meglio. E che mi hanno passato la palla, come la si passa ad un attaccante. Quindi sono lì davanti, la rete la vedo bene, così come la linea di porta e quella di fondo. So come si fa. Ma ogni volta che calcio per fare gol è sempre come la prima volta: hai bisogno di un bel po’ di coraggio. E anche di un pizzico di fortuna. Fatemi gli auguri di compleanno...” Gianluca Vialli 09


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

CHI SONO, DOVE VADO, DOVE SONO

“Voi state chiedendo come facciamo tutti”. “Chi sono?...Dove vado?“ Il processo dell’illuminazione è di solito lento. Ma, alla fine, la nostra ricerca porta sempre ad una scoperta. Questi grandi misteri vengono, alla fine in semplicità perfetta. La volontà di crescere è l’essenza dello sviluppo spirituale”. Tratto da “Come la vede Bill”. Letteratura di Alcolisti Anonimi. Già... ma chi sono io? Dove vado? E dove sono? Innanzitutto sono Elena e sono un Alcolista. Una definizione altrettanto difficile. A chi piace sapere di essere un alcolista? A chi piace ricordare i momenti penosi, i sensi di colpa, le brutte figure? A nessuno. Perché la parola Alcolista suona davvero brutto. Come se io non contavo nulla... era doloroso. Sentivo vergogna e scoraggiamento. Ma oggi, 28 giugno del 2021 festeggio felicemente 11 anni di sobrietà. Oggi non mi vergogno di essere un’alcolista. So che non sono guarita e devo stare alla larga dal alcol. Ecco perché sono un alcolista. Perché se solo tocco un goccio di alcol non mi fermerei più e la mia vita sarebbe finita. Non è male finalmente arrivare a capire a 36 anni chi sono. Questo programma di Alcolisti Anonimi che condividiamo nel gruppo è davvero la risposta a chi sono, dove vado, e dove sono. Sono in sobrietà, felicemente mamma e moglie, sono una parte di questa società dove finalmente posso dire la mia opinione senza paura e senza vergogna. Sono la parte più bella che ha imparato a sviluppare con il tempo, dove guardando dentro di me trovai tante belle cose. Con il tempo ho visto che non sono un mostro. Ogni giorno capire me stessa è un impegno costante e altrettanto gratificante. Perché in realtà bevevo perché semplicemente non sapevo vivere. Non conoscevo le emozioni, non sapevo distinguere nulla. Era molto frustrante vivere così e dover bere per soffocare 10

tutto. E soprattutto era frustrante morire dentro ogni giorno. Per arrivare a vivere in maniera semplice ho avuto bisogno di aiuto. Restare sobria non mi basta perché avevo bisogno di risposte. Faticoso? Niente affatto. Ieri sera con amici del gruppo, mangiavamo insieme il gelato. Eravamo in un cerchio. Tutti sobri. E con un accenno al passato qualcuno sorridendo disse ”vi ricordate che una volta bevevamo? Oggi invece mangiamo il gelato”. E dopo quel gelato e quelle chiacchiere e risate ognuno è tornato a casa sereno senza provare il secondo giorno i postumi di una sbronza. È vero che tutto è abbastanza difficile soprattutto in questi periodi con la pandemia ma in gruppo possiamo condividere e aiutarci ad affrontare un altro giorno senza alcol. E per il mio compleanno di sobrietà lo desidero condividere con gli amici di questa meravigliosa associazione che è nata nel 1935 ed è presente in più di 160 paesi nel mondo. Sono davvero una donna fortunata. Serene 24 ore Elena

Numeri utili Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it

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zucchine che le patate. Mescolare tra di loro pane e formaggio grattugiati. Passare nella panatura le fette di zucchine e dopo aver scaldato l’olio in una padella passarle per la friggitura (solo le zucchine). Oliare delle pirofile monodose e spolverizzare con pane grattugiato. Porre sulla base fette di zucchine, qualche cucchiaio di passata di pomodoro, proseguire poi con la fontina a fette. Sopra la fontina adagiare le fette di patate cospargendole poi con il pesto, di nuovo fontina e ultimare con altre fettina di zucchine e la panatura avanzata. Infornare per circa 15 minuti a 180°. Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna

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Ovunque vada il mio mondo è con me. Son qui sdraiata all’ombra e penso alle persone che amo, con le quali sono in qualche modo in connessione: presenti, lontane nello spazio o nel tempo. Sono tutte qui, mi accompagnano. Le sento, sono tante, sono una ricchezza. Queste presenze riempiono uno spazio interiore che però mi dà leggerezza, non peso. Cammino con uno zaino pieno che non grava sulle spalle e mi dà forza a ogni passo. È una cosa curiosa, questa dei pesi psicologici. Ci sono macigni sostenibili, leggerezze che opprimono, pesi che rafforzano, pesi che schiacciano. Il nostro cervello ha una bilancia personale, non tarata su un campione universale, e per di più variabile nel tempo. È una bilancia che apprende dagli eventi, e si ri-tara di conseguenza. Lascio andare i pensieri, guardo l’orizzonte che ha il potere di quietare l’animo. Sto. sguardiepercorsi

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Moltissime famiglie, anche a Montichiari, hanno almeno un animale da compagnia. Con l’arrivo dell’estate e delle vacanze si registrano però ogni anno molti abbandoni, soprattutto di cani. Per chi ha un cane e gli è affezionato, com’è normale che sia, è inconcepibile un gesto così vigliacco: il cane ama incondizionatamente e si fida ciecamente del proprietario... come tradire questo suo amore abbandonandolo, magari come fa qualche disgraziato, legato al bordo della strada?? Per ogni animale domestico non conta la ricchezza materiale, ma quella affettiva. Vuole davvero solo amore dalle persone, amore che contraccambia in misura sicuramente superiore di quanto ne riceve. Il cane, soprattutto, aspetta il nostro ritorno ogni volta, ogni giorno, con lo stesso entusiasmo, sia che si tratti di ore o pochi minuti; comprende il

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nostro stato d’animo e sa consolare anche senza bisogno di parole; sa far sentire la gioia di stare in nostra compagnia con comportamenti affettuosi, simpatici e talvolta commoventi; protegge, spesso con la propria vita, quella di chi ama, senza esitare. Proprio vera la frase “gli manca solo la parola”. I cani sono un’ottima compagnia, una medicina che aiuta molti anche a non cadere in depressione, soprattutto anziani che vivono da soli; un piacevole impegno giornaliero per uscire a fare una camminata, preziosa per respirare un po’ d’aria, per rimanere fisicamente e mentalmente più dinamici, occupandosi amorevolmente di qualcuno, occasione di incontrare altre persone, scambiando quattro chiacchiere e spesso stringendo nuove amicizie. In ogni stagione, per esempio, i sentieri che costeggiano il Chiese sono una delle mete preferite per chi ha un cane: fare un giro all’aria aperta, in mezzo al verde, con il sottofondo dell’acqua che scorre e nella quale il nostro amico si diverte a fare il bagno, oltre che a dissetarsi. A due passi dal centro della nostra città per fortuna abbiamo molto verde: campi verdeggianti, alberi


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che dopo la meravigliosa fioritura in primavera ora si caricano di gustose ciliegie selvatiche (brugnì); bellissimi cespugli di rosa canina con i loro delicati fiori rosa, che si stanno trasformando ora in preziose bacche; rosseggianti distese di papaveri; moltissime macchie lilla di malva; ciuffi di cicoria (redécc) con fiori gialli; buon luppolo (loertìs); delicata camomilla; chiazze fucsia di acetosella, impalpabili soffioni, alcuni giganti. Dentro al fiume poi si ammirano eleganti aironi e numerose famigliole di anatre, ma purtroppo pochissimi pesci, causa l’aumento di inquinamento! E’un tripudio di bellezze naturali da ammirare! Anche sui nostri colli, in periferia, nelle frazioni, nell’area cani o lungo le piste ciclabili in ogni zona del paese, ci sono spazi per passeggiare. Tra la persona e il proprio animale si crea uno stretto rapporto, dunque come si può, per qualche settimana di vacanza, abbandonare chi è fedele amico per tutto l’anno,

come se fosse un pacco ingombrante di cui disfarsi ??? Ci sono tutte le soluzioni possibili, sia per portarlo con sé in ferie, sia per lasciarlo a casa in sicurezza. Mi piacerebbe chiedere ad uno di quegli uomini (che non sono uomini): “abbandoneresti ai bordi di una strada tuo figlio per andare in ferie ??” Sembra un paragone esagerato, ma in realtà un cane o qualsiasi altro animale che diventa parte di una famiglia, o compagno di una persona sola, si guadagna il ruolo di “familiare” e come tale si deve trattare. Se non si è disposti ad occuparsi di lui in ogni circostanza, non si dovrebbe prenderlo, per poi tradire la sua fiducia incondizionata! Per fortuna ci sono multe salate e pene severe, speriamo che ogni anno gli abbandoni siano in diminuzione, ma per amore e responsabilità, non per lo spauracchio delle sanzioni, sarebbe veramente triste! Ornella Olfi

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ANIME NEL VENTO

Parole saporite Da piccina ricordo mentre odore di latte appena munto inzuppava nari correvo felice presso il negozio dei signori Tomasoni. Erano lesti e rapidi i gesti dei due fratelli scanditi riorganizzavano il furgone prima della partenza. A me riservavano sempre un sorriso un cenno gentile e premuroso. Parole che sapevano di pane odoroso di cannella di salumi freschi. Anche per lei signor Tomasoni

è giunta l’ora di voltare l’angolo di sostare nei pressi di olmi in boccio. Sono certa lo so lo sento che a braccia aperte l’attende suo fratello ancora una volta avvolti dall’eterno calcherete cammini comuni ancora una volta i vostri gesti riconoscendosi troveranno piacere d’essere. Anche per lei un grazie per la delicatezza la premura e la gentilezza che lo distingueva fra mille. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

ANIME NEL VENTO

Roby Fino a che calceranno un pallone... tireranno i ricordi, i ragazzi ti porteranno nel cuore a te che li guardi da lassù, abbracci con orgoglio il loro pensiero, con immenso cordoglio portano il ricordo di te nel loro cammino, tutto a equivalenza dello stesso dolore Scalvini Roberta 16


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Riflessioni

OCCHI NERI Come ho già avuto modo di scrivere, l’anno militare è stato per me di fondamentale importanza, mi ha dato modo di conoscere molte persone che hanno contributo alla formazione del mio carattere. Sotto naja, essendo autista, passavo molto tempo fuori dalla caserma (che era situata a Fano, meraviglioso posto di mare); avevo fatto conoscenza con il capostazione, andavo spesso con il camion a caricare i viveri dai vagoni ferroviari, e quando lui mi vedeva manovrare fra gli angusti spazi dei binari, veniva a dirmi di lasciare la strada ferrata come l’avevo trovata. Ci teneva moltissimo alla pulizia della stazione e se vedeva qualcuno buttare per terra qualcosa, lo ammoniva subito minacciandolo di spaccargli in testa la paletta se non lo avesse raccolto immediatamente; aveva tutta la mia ammirazione, con certe persone bisogna fare così. La porta carraia della caserma era sul lato opposto della porta centrale (dove si entrava a piedi), quando si suonava il campanello per rientrare con un mezzo, ora che la guardia armata di fucile percorresse tutto il piazzale, ci volevano 10 minuti buoni, e così nell’attesa che mi aprisse la porta, scendevo dal mezzo, mi accendevo una sigaretta ed ammiravo le bellissime ragazze che passavano sul marciapiede (a Fano le belle donne non mancano di sicuro), sul lato opposto della caserma, dall’altra parte della strada, era da un po’ di tempo che notavo una ragazzina fare delle straordinarie evoluzioni su un mono18

pattino (la tavoletta con 4 rotelle), la ammiravo a bocca aperta, pensavo: “se dovessi mettere io un piede su quella tavoletta, mi romperei l’osso del collo”. Una volta la stavo osservando e lei si girò verso di me, mi guardò parecchie volte finché attraversò la strada e me la ritrovai davanti: “ciao soldato”, “ciao bellissima”, aveva i capelli e gli occhioni nerissimi, la carnagione olivastra, il nasino all’insù ed i lineamenti molto sottili; “posso sapere il tuo nome bella fanciulla?”, “Mi chiamo Marta, ho 9 anni ed ho appena finito la quarta elementare, tu soldato come ti chiami?”, “Giordano e sono bresciano, io le elementari le ho già finite tutte”, “per essere un militare non hai la faccia da duro”, “ le apparenze ingannano, in caserma mi chiamano Gio la belva, vero maresciallo?” (Mi rivolsi al maresciallo Tedone che era sulla Jeep), “Si, Gio la bestia ti chiamano”, la bambina fece una gran risata e ritornò dall’altra parte della strada; “maresciallo, ma che figura mi fa fare davanti ad una bambina?”, “Quella bella fanciulla abita in quella villa arancio con davanti quello splendido giardino, sua mamma è la Venere di Fano, la donna più bella della città, e fa il mestiere più vecchio del mondo”, “caspita, la prostituta?”, “È una escort di altissimo livello, nella sua villa girano personaggi di gran rango, non si sa chi sia il padre della bambina, lei è molto possessiva nei suoi confronti, Giordano, forse è meglio se gli giri alla larga”, “maresciallo, è stata lei che è venuta a


Riflessioni

salutarmi”. Nei giorni a seguire, ogni volta che la piccola Marta mi vedeva, attraversava la strada per venire a parlarmi e compiere evoluzioni sul suo skateboard, finché un mattino arrivò sua madre di gran carriera, era altissima, di una bellezza esagerata, capelli lunghi, ondulati, biondi, con occhi blu-verdi, sembravano gioielli incastonati in viso, le sue curve facevano inesorabilmente uscire di strada, mi arrivò davanti: “Senti soldato, per prima cosa non voglio che Marta parli con degli sconosciuti, ed in secondo luogo non voglio che attraversi la strada, e se lo fa è per colpa tua”, “Signora, lei ha perfettamente ragione, io la capisco, ma non posso impedire alla bambina di venire a salutarmi, io glielo dico sempre di stare attenta ad attraversare”, “Bada ragazzo, se gli capita qualcosa ti riterrò personalmente responsabile”; - se ne andò prendendo per un braccio la ragazzina. Ogni volta che Marta mi vedeva davanti alla porta carraia, attraversava e scambiava due parole con me, un giorno mi chiese se ero fidanzato; “No, sono libero”, “allora quando io sarò grande mi potresti sposare”, “caspita Marta, mi andrebbe di lusso, sei bella, simpatica, intelligente, ma tu devi sposare uno della tua età”, “ io non ho amici, nessuno mi vuole, io sono una figlia di puttana !”, quelle parole mi gelarono il sangue,

mi guardava con i suoi occhioni neri, in cerca di risposte che non seppi dare, rimasi muto e sgomento e lei se ne andò. Continuavo a pensare a quanto mi aveva detto la bambina, povera piccola, chissà quali umiliazioni doveva sopportare. Qualche giorno dopo, venne a mostrarmi delle nuove evoluzioni che aveva imparato, era velocissima, io le gridavo “Piano piano, stai attenta”, c’era una radice di una pianta che usciva dalla superficie del marciapiede, fece un volo terribile, cadde in avanti, andai subito a tirarla su: ”Marta, mi dispiace moltissimo, appoggiati a me”, aveva un ginocchio che sanguinava veramente tanto, allora tirai fuori il mio fazzoletto e glielo misi sulla ferita, i lacrimoni che scendevano dai suoi occhioni gli rigavano le guance, ma non singhiozzava, piangeva in silenzio; dall’altra parte della strada sua mamma aveva assistito alla scena, arrivò furibonda, mi guardava come una leonessa in procinto di sbranare la sua preda: ”Cosa è successo? L’avevo detto che si sarebbe fatta del male, adesso sarai contento o vuoi che si rompa anche la testa?” - “Signora, sono mortificato, Marta è una bambina adorabile, sensibile, intelligente è stupenda ma è sola come un cane, non ha amici, e non è sua la colpa !!!”. La leonessa non ruggiva più, mi fissava con gli occhi pieni di rabbia e stupore assieme

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Riflessioni

finché: ”andiamo a casa Marta, ti medico il ginocchio”, prima di attraversare la strada si girò, allungò la mano verso di me (pensavo mi volesse dare un cazzotto), ed invece: ”dammi il fazzoletto, te lo lavo”. Un paio di giorni dopo venne a restituirmelo: “l’altro ieri sono stata sgarbata, ma quando succede qualcosa alla mia bambina, vado fuori di testa, Marta è tutta la mia vita, mi rendo conto che non posso tenerla chiusa in una cassaforte, perciò quando gioca da questa parte della strada, dagli un’occhiata tu, lei è sempre così distratta”, “va bene Signora, per me è un piacere, è una bambina così simpatica”. Mi salutò e ritornò alla sua villa. Quasi tutti i giorni Marta veniva a fare una chiacchierata con me, mi chiedeva della mia fattoria, quanti animali avevo, se i trattori erano davvero così grossi, era veramente curiosissima, com’era giusto che fosse per una bambina della sua età. Arrivò il momento del congedo, a Marta non avevo mai nominato che di lì a poco, sarei andato a casa per sempre, non volevo vederla soffrire, anche se naturalmente non potevo andarmene senza salutarla, e così gli scrissi una lettera che lasciai nella sua cassetta della posta: “Carissima fanciulla dagli occhi neri ma dal sorriso di sole, ti scrivo poche righe per dirti che sono tornato per sempre alla mia fattoria dai miei animali, non ho avuto il coraggio di dirtelo di persona, non volevo vederti soffrire e non volevo farmi veder piangere davanti ad una bambina, che razza di soldato sarei stato? Ti prego, non essere triste, sono sicuro che molti ragazzini ti faranno la corte, sei troppo bella e dolce per non essere corteggiata, ti abbraccio forte forte, salutami la mamma. Firmato: Gio la Belva (o la Bestia, decidi tu).

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Adesso Marta avrebbe 47 anni, mi viene in mente spesso quella splendida bambina sempre sola, non so cosa darei per poterle parlare

una volta, sapere se è riuscita a realizzare i suoi sogni, anche se in cuore mio, sento che la vita gli ha sorriso. Giordano

MARTA

Ti ammiravo da lontano mentre "volavi" sulla tua tavoletta, Un attimo dopo mi sei comparsa innanzi col tuo splendido sorriso che faceva disegnar simpatiche fossette sul tuo bel viso. I tuoi occhioni neri sembravano un abisso, scuri come una notte senza luna e senza stelle, così in contrasto con la luce del sorriso. Ciao soldato, mi dicesti, volevi parlare con qualcuno, svelare i tuoi segreti... Io ti ascoltavo piccolina, mentre svuotavi il tuo fardello, pieno di pietre che in tanti ti han tirato, di pregiudizi, di dita puntate come lame di coltello che il cuore ti han ferito. Ti ho vista un po' più sollevata nei giorni a seguire, contenta di poterti confidare finalmente con qualcuno. Nei tuoi occhioni scuri qualche stella aveva dimorato, sfrecciavi, piroettavi, v olteggiavi sulla tua tavoletta a rotelle, Leggera come nuvola, come alito di vento che nulla può contaminare. Fanciulla cara, ti penso spesso sai? Anche se di tempo ne è passato, io non ti ho mai scordato, quante volte mi son chiesto: Sarà riuscita a domare la vita come fosse la sua tavola a rotelle? Io ne sono certo, a questo mondo tutto gira, e se all'inizio il bene ti è mancato, poi sicuramente, tutta la vita ti ha accompagnato. Giordano


SPECIALE

ASSEMBLEE CONDOMINIALI E GREEN PASS L’AMMINISTRATORE NON PUO’ SUBORDINARE LA PRESENZA ALLA RIUNIONE ALLA PRESENTAZIONE DELLA CERTIFICAZIONE COVID 19! Con le recenti disposizioni Governative, l’articolo 3 del DL n.105 del 23 luglio 2021, ha introdotto l’obbligatorietà della presentazione delle certificazioni covid-19 meglio note come GREEN PASS a partire dal 6 agosto 2021, per accedere a determinate strutture meglio descritte all’art. 7 dello stesso decreto, senza però menzionare o richiamare specifiche indicazioni per le assemblee condominiali. Come già accaduto in passato quindi “il condominio” non viene preso in considerazione e, ferme restando le indicazioni delle Faq del governo che consentivano lo svolgimento delle riunioni anche in zona rossa e con gli accorgimenti ormai noti si pone ora la nuova questione di come l’amministratore dovrà comportarsi in occasione della convocazione. Sarà necessario chiedere che i condomini siano muniti di certificazione per presenziare alla seduta assembleare? A quale titolo l’amministratore potrà richiedere la presentazione dei documenti attestanti la validità della certificazione? Al momento la risposta è NO. L’amministratore non dovrà richiedere alcuna certificazione per consentire l’accesso alla seduta assembleare non potendo obbligare nessuno ad un trattamento sanitario se non per disposizioni di

legge che ad oggi, nello specifico caso delle riunioni condominiali non sussistono. Se ne deduce che, in assenza di una specifica indicazione o disposizione di legge, la possibilità di subordinare la presenza in riunione alla presentazione della Certificazione Covid-19 risulterebbe discriminatoria e non giustificata oltre alle conseguenze che la stessa riporterebbe anche in termini di Trattamento dei Dati Personali. Infatti il Decreto di recente approvazione non esplicita le finalità di acquisizione di tali dati esponendo, potenzialmente, l’amministratore che ne facesse richiesta ad una violazione in materia di privacy, non rientrando la presentazione della certificazione, nella casistica dei dati acquisibili per la finalità di gestione condominiale. A fronte di quanto sopra potrebbe comunque aprirsi un ventaglio di problematiche per coloro che, in conformità alle disposizioni già citate, usufruiscono di location esterne per la quale invece è prevista la presentazione della certificazione. Incongruità difficili da sanare soprattutto in un momento in cui avere in locazione spazi adeguati e gestiti correttamente dal punto di vista Igienico sanitario non è facile e scontato. Michela Scavo certificato ANAMMI n. N946

Sede operativa: ALMENNO SAN BARTOLOMEO (BG) - Via Strada della Regina,1 PALAZZAGO (BG) - Via Burligo,10 c - Cell. 347 90 98 361 - michela.scavo@gmail.com 21


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“SUL FILO” di Jordan Jovkov

Ho tradotto in italiano il racconto di uon scrittore bulgaro Jordan Jovkov, poco conosciuto dai lettori italiani. E’ ambientato in Bulgaria, all’inizio del diciannovesimo secolo. Mentre lo proteggeva dai cani, Mocanin aveva capito che questo contadino sconosciuto non si era fermato da lui senza motivo, qualche guaio lo stava spingendo. Per questo si arrabbiò con i cani, li sgridò e guardò di nuovo verso il contadino: dal suo gilè rosso si capiva che veniva dal Deliorman (regione del nord-est della Bulgaria ndr.). Era un uomo alto e robusto ma sembrava che fosse nato povero, la sua camicia era tutta di toppe cucite in modo grosso e maldestro, la sua cintura era a brandelli, lo stesso i pantaloni. Era scalzo. Guardandolo sembrava un uomo di montagna, ma Mocanin lo aveva valutato in fretta e aveva capito che proprio da queste persone morbide, svogliate, si dice che lascerebbero la strada per dare precedenza anche alle formiche. Il contadino aveva salutato, aveva detto sottovoce qualcosa del tipo - come state, state bene - ma era chiaro che pensava a qualcos’altro e che ben altra era la preoccupazione che si leggeva nei suoi occhi. Guardando in avanti e mostrando con la mano aveva chiesto se era questa la direzione dove si trovava il villaggio Mandjilari e quanta strada bisognava percorrere per arrivarci. Mocanin gli rispose... e solo allora si accorse che sulla strada c’era un carro trainato da un cavallo. Il contadino aveva lasciato il carro per venire da lui. Dentro c’era una donna con le mani nascoste sotto il grembiule con un foulard non legato, con ali pendolanti per sentirsi più leggera. Che faceva caldo non c’era dubbio ma Mocanin sapeva che se le donne lasciano il foulard in questo modo è perché le tormentava non tanto la calura, ma qualcos’altro... Dietro, nel carro, coperta con un tappetto con la testa appoggiata sui rustici cuscini neri, giaceva un’altra donna, più giovane, forse una ragazza. Guardava di lato e il suo volto non si vedeva. 22

- Mi pare tu abbia qualcuno malato - chiese Mocanin. -Sì, una ragazzina - rispose. Il contadino guardava verso le pecore ferme sul prato, tratteneva lo sguardo sopra di esse senza vederle, i suoi occhi colmi di preoccupazione vagavano senza meta. - Ma, la nostra non è da raccontare – ha detto – lascia perdere. - Non sei da queste parti, di dove sei? chiese Mocanin. - Da Kiucuk Ahmed, Speranza si chiama adesso, vicino alla Roccia. Sono stato qui altre volte, io vendo Hennè, Hennè buono c’è nel nostro villaggio, le donne lo comprano. Quando scendo giù, verso il mare, compro pesce, uva, quello che si trova. Grazie a Dio tiriamo avanti, solo se non fosse successo questo guaio. Si sedette per terra e tirando la borsa di pelle decise di fumarsi un sigaro. Mocanin si sedette vicino a lui e vide che le sue grosse dita caliginose tremavano mentre preparava il sigaro. - Non resistono i nostri figli - disse - tre sono morti da piccoli, ne è rimasto solo uno - lo diceva osservando il carro. L’abbiamo cresciuta come pupilla negli occhi, toglievo il tozzo dalla bocca per comprarle qualcosa, qualche abitino, per non farla soffrire guardando le altre. Grazie a Dio, l’abbiamo fatto fino adesso. Ma da un po’ di tempo…. non ha niente e appassisce. Ha parlato a sua madre dicendole che si sentiva triste perché le sue compagne si erano sposate e lei ancora no. Perché ti preoccupi figliola, le dicevo, troverai anche tu la tua fortuna. Perché guardi le altre. Sono ricche. Gli uomini odierni sono così, cercano donne ricche. Ti sposerai anche tu, stai serena, non sei vecchia. - Quanti anni ha? - Una ventina. All’ Assunzione compirà vent’anni. - E’ una ragazza giovane. - Già…


Il contadino tacque e cominciò di nuovo a guardare le pecore senza vederle. Qui, vicino, nel mezzo del grano strillavano i grilli... - Quest’estate mi ha pregato di lasciarla andare alla mietitura. Siamo poveri, abbiamo bisogno ma guardandola così magrina, malaticcia, non avevo voglia di permetterglielo. “Ti prego papà, lasciami andare anch’io con le ragazze”. Va beh, se è così, l’ho lasciata. Poi, che cosa fosse accaduto non lo so. Sui prati si sdraiavano, si alzavano. So quello che mi ha detto lei. Una volta hanno mietuto tutto il giorno, alla sera hanno cenato, cantato e riso. Dopo si sono coricate. Nonca, così si chiama mia figlia. si è coricata anche lei. - “Mi sono sdraiata, papà”, sotto un cumulo di fieno, ben coperta, al riparo, per non prendere aria corrente. Mi sono addormentata. Ad un certo punto sento qualcosa di pesante e freddo sul mio petto. Ho aperto gli occhi, era un serpente. - Caspita! - Si, un serpente, arrotolato, sdraiato sul suo petto. - Ha guardato e in preda alla paura l’ha afferrato e buttato via. - Lo ha buttato? - chiese Mocanin. Durante la mietitura succede anche questo. - Però, non l’ha morsa, vero? - No, si è sdraiato sul suo petto. L’ha preso e buttato. Così mi ha raccontato. Non so se è la verità o è stato un sogno. Da allora la ragazza non sta bene. E’ diventata come un ramo secco. Le fa male il petto. Là, dove si era appoggiato il serpente. - Che roba - si meravigliava Mocanin - e adesso dove la porti, da un medico? - Non hai idea di quanti medici abbiamo cambiato. Se fosse stato per me, non ci crederei nemmeno, ma è una donna: è malata, è la mia figliola. La sua voce era tremante e rimasi zitto. Si è messo a fissare, a tirare senza bisogno i suoi baffi, la sua ispida barba, non rasata da tempo, dura, brizzolata. Non c’era bisogno che qualcuno dicesse a Mocanin che, ogni pelo bianco era se-

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gno di una preoccupazione. -L’atra sera sono venuti dei nostri conoscenti. Non so cosa abbiano parlato, gente spensierata, potevano anche farsi beffa. All’improvviso venne da noi Stoeniza, nostra comare, loquace e sapientona. - Guncio – disse- hai avuto fortuna, ha avuto fortuna anche Nonca. - Cosa c’è?- le chiesi. - Sono tornati due uomini, Nicola e Penio, dicono che in Mangelari è apparsa una rondine bianca. Bianca come la neve! E tu sai che cosa è la rondine bianca? Una rondine bianca può apparire una volta ogni cento anni, ma chi la vede, da qualsiasi malattia soffre, guarisce. Guncio – disse- vai, non stare fermo, porta Nonca. La mia figliola si era messa a piangere, anche sua mamma. Ed eccoci, siamo arrivati. - Ma davvero?- ha esclamato Mocanin e dov’è questa rondine? - Ti ho detto, è apparsa qui, a Mangilari. - Bianca? - Proprio bianca. Essendo stupito Mocanin,si era messo a guardare intorno, verso la strada dove ogni giorno portava il gregge, sempre nello stesso prato... e solo adesso notava quante rondini si erano posate sul filo telegrafico. Non era strano, si avvicinava la Trasfigurazione, il tempo in cui le rondini e le cicogne si univano per andare via. Molte erano le rondini e così vicine l’una all’altra tanto che il filo si era

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appesantito come una collana. Erano molte, ma tutte nere. - Per questo sono qui - disse con più coraggio e sollievo. Volevo chiederti se tu l’avevi vista ancora o ne avevi sentito parlare - disse il contadino - No, fratello, no. Nè vista, nè mai ne avevo sentito parlare - rispose Mocanin Subito si accorse che ci poteva sperare e aggiunse: - Può darsi che ci sia, è probabile. E’ possibile. Bue bianco, topo bianco, cornacchia bianca, ci sono. Potrebbe esserci anche rondine bianca. Deve esserci se si è sparsa la voce. - Chissà- ha sospirato il contadino - se fosse stato per me, non ci crederei, ma sono donne… Si alzò per andarsene. Commosso Mocanin si era alzato anche lui per accompagnarlo e per vedere la ragazza. Giunti sulla strada, la madre, gialla e schiacciata dal peso della donna, da lontano fissò suo marito come se volesse dalla sua espressione comprendere cosa aveva saputo. La ragazza era ancora girata a guardare le rondini sul filo. - Quest’ uomo ha detto che il villaggio è vicino disse il contadino. Sentita la sua voce, la ragazza si girò. Era magra, sotto la coperta si notava il corpo sciolto dalla malattia, il viso era di cera, ma gli occhi erano ancora chiari, giovani e sorridenti. Guardava suo padre e Mocanin. - Nonca, quest’uomo ha visto la rondine- ha detto il contadino guardando Mocanin - in questo villaggio vicino, speriamo di vederla anche noi. - La vedremo? - ha sussurrato la ragazza mentre i suoi chiari occhi si erano illuminati. Qualcosa si è alzato nel petto del Mocanin, lo ha soffocato, i suoi occhi si sono appannati. - La vedrete figliola, la vedrete- disse ad alta voce. L’ho vista io, la vedrete anche voi. L’ho vista con i miei occhi, bianca, così bianca. La vedrai anche tu. Che Dio ti aiuta a vederla per guarire...sei giovane. La vedrai, ti dico io che la vedrai e guarirai figliola, non avere paura. La madre strizzò gli occhi mettendosi a piangere. 24

L’alto, ossuto contadino cominciò a tossire, prendendo le redini del cavallo guidandolo. - Buona fortuna - gridava dietro loro Mocanin. Il villaggio è vicino. Rimase a lungo sulla strada a guardare dietro il carro. Guardava la madre con il suo foulard nero, la ragazza sdraiata vicino a lei, l’alto contadino che camminava curvo e guidava il piccolo cavallo e sopra di loro, ogni due pali telegrafici, le rondini che volavano via e ritornavano posandosi di nuovo sul filo. Pensieroso Mocanin era tornato dal suo gregge ricominciando a lavorare le scarpe dalla pelle di bue. Rondine bianca, pensava, chissà se c’è. Qualcosa lo stringeva nel petto, lo torturava. Lasciando cadere l’attrezzo, guardando verso il cielo gridò: - Dio, quanto dolore c’è in questo mondo, Dio! E di nuovo fissò il carro. Un grazie a Darina Naumova per aver condiviso un racconto molto profondo.

Jordan Jovkov (Žeravna, 1880 – Plovdiv, 1937) è stato uno scrittore bulgaro. ovkov, dapprima poeta e successivamente scrittore, si ispirò principalmente alla vita rurale della campagna bulgara e descrisse profondamente la psicologia dei soldati. Nei suoi romanzi si soffermò sui conflitti generazionali e su quelli esistenti tra il vecchio mondo e i contadini. Di notevole importanza furono anche i suoi drammi.


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Riflessioni

LIBERI DI AMARE

L’amore è solo e semplicemente amore “Mamma sono innamorata di una ragazza” disse una figlia alla madre, rivelandole tutti i suoi sentimenti nei confronti di un’altra ragazza e SLAP! La madre le diede una sberla proprio sulla guancia, rivolgendosi poi questa frase: “NON SCHERZARE! NON DIRE QUESTE CAGATE! VAI SUBITO IN CAMERA TUA E PENSA A QUELLO CHE HAI APPENA DETTO”. Queste le parolone una madre ad una figlia che ha solo amore nel suo cuore “Papà mi sono fidanzato con Marco” “ CHE SCHIFO! TRA TUTTI I FIGLI PROPRIO QUELLO FROCIO MI DOVEVA CAPITARE!” “ Mamma e papà vi devo dire una cosa: provo dei sentimenti sia per i ragazzi ma anche per le ragazze” “ VIOLA NON DIRE S*******E!” “Mamma sono gay” “ MA SEI PAZZO! COSA DIRÒ AI NOSTRI AMICI! LA CHIESA POI! CHE DISONORE ENORME PER LA TUA FAMIGLIA, COME PUOI FARCI QUESTO!” “Papà io e Luca ci sposiamo e poi vorremmo adottare un bambino. Tu verrai al matrimonio vero?” “STAI SCHERZANDO VERO? ESSERE GAY È CONTRO NATURA E POI I BAMBINI DEVONO AVERE UNA MAMMA E UN PAPÀ!” “MIO DIO CHE SFICHI DELLE LESBICHE E DEI GAY IN GIRO! CHE FACESSERO LE LORO COSE A CASA PROPRIA, NON IN MEZZO ALLA GENTE” - “DOVE ANDREMO A FINIRE?!” “ MA CHE INSEGNAMENTO DIAMO ALLE GE26

NERAZIONI FUTURE?!” “COME FARANNO POI A DIRE AGLI AMICHETTI DEI BAMBINI CHE HANNO 2 MAMMA O 2 PAPÀ? NON CI POSSO NEANCHE PENSARE A COME ROVINERANNO LA VITA ALLE ALTRE PERSONE!” “VANNO CONTRO L’INSEGNAMENTO DI DIO!” Tutto questo a delle persone che hanno solo voglia di AMARE. NON IMPORTA SE AMI UN UOMO, UNA DONNA, ENTRAMBI OPPURE NESSUNO. ANCHE SE SEI DONNA E AMI UNA DONNA O SE SEI UOMO E AMI UN ALTRO UOMO NON IMPORTA! L’IMPORTANTE CHE AMI LE ALTRE PERSONE, MASCHI O FEMMINE CHE SIAMO. I BAMBINI POSSONO AVERE 2 MAMMA O 2 PAPÀ, COME MOLTI BAMBINI VENGONO CRESCIUTI DAI NONNI, DAGLI ZII, DA SOLO LA MAMMA O SOLO DAL PAPÀ. AVERE 2 MAMMA O AVERE 2 PAPÀ NON VUOL DIRE RINNEGARE AD UNA BAMBINO O A UNA BAMBINA LA MAMMA O IL PAPÀ, MA VUOL SEMPLICEMENTE DIRE CHE AVRÀ DELLE PERSONE CHE GLI DARANNO TANTO AMORE, FEMMINE O MASCHI CHE SIANO. ESSERE GAY NON È SBAGLIATO. ESSERE GAY NON È CONTRO NATURA. ESSERE GAY, BISEX, LESBICHE, TRANS O COMUNQUE FAR PARTE DELL’LGBT NON È SBAGLIATO. È TUTTO NORMALE! AMARE È SOLO AMARE. L’AMORE È SEMPLICEMENTE AMORE. Valeggi Eleonora


QUESTO È IL MIO NOME di Micky

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Gabriella/Gabriele

Gabriele e quindi il suo corrispettivo femminile Gabriella derivano dal nome ebraico Gavri’el. Questo è formato dalle parole gebher (o gheber) il cui significato è “uomo” ed El che significa “Dio”. Alla luce di questo, il significato del nome Gabriele e Gabriella può essere interpretato come “uomo di Dio” o “fortezza di Dio, forza di Dio”. Le parole “forza” e “fortezza” sono state prese in considerazione negli studi etimologici per via del fatto che il termine gebher (o gheber) sono una derivazione del più antico gabhar il cui significato è, appunto, “essere forte, fortezza”. Il nome Gabriele è di indubbia tradizione biblica: la sua diffusione è dovuta a Gabriele, uno dei sette arcangeli citati nella Bibbia che informò Zaccaria della nascita di San Giovanni Battista per presentarsi poi a Maria per annunciarle che avrebbe dato alla luce il figlio di Dio, da qui l’appellativo “Messaggero di Dio”. Onomastico Sia al maschile che al femminile vengono festeggiati il 29 settembre in onore dell’arcangelo

Gabriele, patrono di postini, giornalai, corrieri, ambasciatori e delle telecomunicazioni. Caratteristiche del nome Chi porta il nome Gabriele o Gabriella è una persona dotata di carisma e fascino. Desidera essere sempre al top e primeggiare sulle persone che lo circondano, soprattutto in campo lavorativo. È un gran seduttore ma anche un gran chiacchierone e nessuno riesce a rimanere per lungo tempo in collera con lui. Origine: ebraica Parola chiave: carisma Varianti masch.: Gabbriele, Gabriello, Gabbriello Ipocoristici mas.: Gabri, Gabrio, Lele, Gello, Bello Varianti femminili: Gabriela, Gabbriella Varianti femminili alterate: Gabrielina Ipocoristici femminili: Gabria, Lella Numero portafortuna: 9 Colore: Blu - Pietra Simbolo: Zaffiro Metallo: Rame Segno zodiacale corrispondente: Sagittario (Fonte: ilgiardinodegliilluminati.it)

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L’INTERVISTA

CAROLINA DOVERA

DALLA TV ALLA FOTOGRAFIA... SOGNANDO IL GRANDE SCHERMO!

La tv fa parte della sua vita fin da quando era poco più che una bambina. Un gioco iniziato decisamente per caso che l’ha portata a far parte di spot pubblicitari per aziende leader come “Giochi Preziosi” e “Balconi”, per poi portarla col passare degli anni dritta dritta in fiction, video musicali e più di recente in due trasmissioni in onda su Telenova. Fra Carolina Dovera – 22 anni dalla Provincia di Milano – e il piccolo schermo, il feeling è rimasto immutato. Elegante, spigliata e decisamente video-genica, il suo è un percorso ricco di traguardi raggiunti e nuove sfide da vincere. “Ma il traguardo più grande raggiunto grazie a queste esperienze è stato sicuramente l’aver perso la timidezza, che era per me un grande ostacolo in qualsiasi ambito, l’essere cresciuta molto mentalmente e caratterialmente” racconta Carolina che oltre ad essere donna di spettacolo ha in tasca un diploma conseguito 28

al liceo scientifico e sta frequentando il terzo anno della facoltà di Farmacia all’Università di Pavia. Fra libri ed esami, però, c’è spazio per la tv, per videoclip musicali, per shooting fotografici che raccontano la sua immagine seria, divertente, rimasta acqua e sapone nonostante un curriculum artistico che si allunga col passare delle settimane. Riavvolgiamo il nastro e ripartiamo… dall’inizio! La mia avventura in tv è nata quando avevo 12 anni, quando per la prima volta accompagnai una mia amica ad un casting per uno spot pubblicitario e, mi proposero… anche a me di farlo. Ero una ragazza molto timida e non avrei mai pensato di potercela fare, però provino dopo provino ho cominciato ad abituarmi e a capire che fosse una passione. Ed è così che sono arrivati i primi successi. Ho cominciato a recitare per diversi spot pub-


L’INTERVISTA

blicitari per aziende legate in particolare al target d’età pre-adolescenziale, fino a quando hanno iniziato a chiamarmi per partecipare a casting per Fiction. Così, ho frequentato corsi di recitazione per 5 anni alla One stage Academy e al CTA di Milano, diversi workshop con Fioretta Mari e con Michele Rovini ed un talent di recitazione “Act Italy”. Nel 2019 spazio alla passerella… Proprio così! Ho deciso di partecipare al concorso Miss Italia, sono arrivata alle selezioni provinciali e, da lì si sono aperte molte altre porte. Ho cominciato a realizzare diversi shooting fotografici per brand emergenti, sono stata comparsa per serie tv importanti fra cui “Made in Italy”, per il film “Belli ciao” di Pio e Amedeo, per video musicali di Zoda, Alessandro Casillo e Levante. Di recente hai infilato tre traguardi… decisamente super! Partiamo dal primo: sono stata protagonista dello spot pubblicitario di “sky Q”, qualcuno di voi magari si ricorderà del mio volto per averlo visto in tv! Attualmente sono inviata alla trasmissione su Telenova “Storia e Misteri” di Aristide Malnati, dove si coniugano le bellezze paesaggistiche e architettoniche con le curiosità dei luoghi che le ospitano. E potete trovarmi, sempre su Telenova, anche nel programma “Novastadio” dove affianco la conduzione e prendo parte a dibattiti sul calcio… tutti da seguire! Detta così, la tua carriera sembra tutta rosa e fiori! Ecco, smentiamo sul nascere questa idea! Il mio percorso non è stato sempre semplice, ma ho avuto la forza per superare i “no” e andare avanti fino a conquistarmi nuovi traguardi. Ad oggi io sono ancora solo all’inizio, ma spero di poter riuscire a fare molto di più, perché penso che il mondo dello spettacolo possa offrire tanto. Insomma, vuoi puntare in alto. 29


L’INTERVISTA

Ma resto la ragazza semplice che sono da sempre e tengo i piedi per terra! Il mio sogno più grande è quello di riuscire a recitare in qualche film o fiction, ovviamente sapendo che ci voglia tanto studio per potervi prendere parte. Detto questo, ho come primo obiettivo

quello di finire l’università, però questo mondo dello spettacolo rimane sempre il mio sogno nel cassetto... Anche sui social tu sei sempre più seguita. Sul mio account instagram riesco a rendere partecipi le persone riguardo ai lavori e ai viag-

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L’INTERVISTA

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Racconti

UNO STRANO AMORE

Un giorno Elena si svegliò e lo vide, si sgranò gli occhi, le sembrava un sogno: alto, con gli occhi azzurri, i capelli lunghi neri e ondulati. Elena gli chiese come si chiamava, egli rispose dolcemente: “Non ti ricordi, sono Alessandro il tuo compagno di scuola.” Ella non si ricordava nulla di cosa fosse successo la sera prima o chi fosse quello splendido ragazzo. Elena sapeva soltanto che Alessandro in quel momento gli stava vicino oltre che nel suo letto, anche nella sua stanza. Elena si decise e con voce irritata, ma ferma gli chiese: “Cos’è successo ieri sera e perché mi trovo qui, soprattutto a letto con te?” Dopo averle lasciato dire queste parole, Alessandro la fermò dandole un bacio focoso con la stessa passione che li aveva dati quella notte. Elena gli diede uno schiaffo, si alzò dal letto, si vestì in tutta fretta e con una scatto di rabbia chiuse la porta. Era sulla veranda di casa sua, appoggiata al muro con aria pensierosa e si domandava cosa fosse successo tra loro due. Ad un tratto con una folata di vento, sentì quell’inebriante profumo degli alberi di ciliegio che aveva sentito anche la sera prima e con quell’odore le tornò tutto in mente. Alessandro era il cugino della sua compagna Grazia, Alessandro era un ragazzo che frequentava la sua stessa scuola, ma di cui lei non se ne era mai accorta. Si ricordò che Grazia, la sua compagna fece fatica a convincerla per accompagnarla alla mega festa, che faceva la scuola per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori. Elena si ricordò che Grazia le presentò il suo fidanzato e suo cugino, appunto Alessandro. Arrivati alla festa Grazia le disse: “Scusa non mi pare vero, che tu non conosca Alessandro, era nella classe di fianco alla tua e non lo hai mai visto per tutti questi anni? E poi io non te ne ho mai parlato?” Elena le rispose che non l’aveva mai visto prima d’ora anche se erano in classi vicine e che lei non gliene aveva mai parlato. Elena le disse all’orecchio:“Alessandro è proprio carino, speriamo che mi inviti a ballare” 34

e Grazia le rispose:“Sapevo che ti sarebbe piaciuto, conosco i tuoi gusti e so che Alessandro è il tipo giusto per te!!”. Elena arrossì e in quel momento di pettegolezzo Alessandro gli si parò davanti e la invitò a ballare. Ballarono tutta la sera fino allo sfinimento. Grazia domandò loro se andavano a mangiare un boccone, si rifiutarono e Grazia e il suo fidanzato se ne andarono inconsapevoli di quello che sarebbe successo dopo. Alla fine della festa Alessandro accompagnò a casa Elena ed arrivati si sedettero sul dondolo della veranda. Elena sapeva che poteva parlare con Alessandro tutta la notte, perché i suoi erano partiti per Cuba e non sarebbero tornati fino alla fine del mese. Si ricordò anche che era il primo giorno delle vacanze e che non poteva lasciarlo nel suo letto e neppure senza spiegazioni. Gli doveva spiegare che non era una di quelle ragazze facili. Infatti Elena, dopo molti appuntamenti con un ragazzo, prendeva la sua sana decisione e non la prendeva subito dopo aver conosciuto per la prima volta un ragazzo. Si ricordò con molta gioia ciò che successe dopo che si furono baciati; entrarono in casa e………si capisce cosa. Elena si prese coraggio ed entrò nella sua stanza e trovò Alessandro che stava scrivendo un biglietto. Elena lo guardò, si avvicinò molto piano. Alessandro si voltò, ella lo prese tra le braccia come se fosse un cagnolino sperduto e lo baciò amorevolmente. Alessandro la guardò perplesso e le disse: “Come mai hai cambiato idea?” Elena gli rispose che non poteva lasciarlo senza spiegazioni o mandarlo via senza dirgli niente. Elena finendo di dire queste parole si rese conto che stava abbracciando un cuscino e non il fantomatico Alessandro. Capì che aveva fatto tutto un sogno, ma in questo c’erano due cose veritiere: la prima che quella sera doveva andare alla festa con la sua amica Grazia che le avrebbe presentato Gianni, il suo ragazzo e un suo parente, invece la seconda cose era che i suoi genitori erano partiti per Cuba e non sarebbero ritornati che per la fine del mese. Elena si scordò presto quel sogno che lei


aveva soprannominato “uno strano amore”, infatti quel pomeriggio era andata in giro per negozi a comprare un vestito nuovo per la festa di quella sera, perché ci teneva a fare bella figura. Elena aveva finito di fare la doccia quando squillò il telefono. Era Grazia che le confermava l’incontro per la festa e che le diceva che le presentava oltre a Gianni suo cugino Alessandro, Elena rispose con voce tremante e le disse: “O.K., va bene per le 7:30?”. Grazia le rispose che andava bene la salutò e le disse: “A stasera !”. Quella sera Elena era molto titubante, si era comprata nel pomeriggio un vestito jeans anni 60 che le sembrava carino e non troppo provocante per la situazione. Con il suo motorino si presentò davanti alla scuola all’ora prestabilita, ma Grazia e company erano già arrivati. Grazia le presentò i due ragazzi e ad Elena venne una specie di crisi quando vide Alessandro, era uguale al ragazzo del sogno. Elena fece in modo di ballare poco con Alessandro con delle semplici scuse e quando Grazia le chiese di andare a mangiare qualcosa Elena accettò subito. Ella aveva fatto di tutto per non far succedere le cose del sogno, ma Alessandro alla fine della serata le chiese se potevano vedersi da soli per parlare delle cose che potevano avere in comune. Elena gli disse che se gli andava bene potevano vedersi il pomeriggio del giorno dopo e per lui andava bene. Elena per quel pomeriggio si mise dei jeans e una felpa. In quel pomeriggio Elena scoprì le molte qualità positive di Alessandro e si divertì un mondo: andarono al cinema, presero

Racconti un gelato e all’ora di cena mangiarono una pizza. Continuò così per due settimane, finchè lei non si decise a raccontargli del sogno. Alessandro le sorrise e le disse: “Allora posso baciarti senza che tu reagisca?” le domandò in tono scherzoso. Elena ci pensò un momento, si guardò intorno e lo baciò calorosamente e questo fu il primo bacio di una lunga serie che finì con un lieto evento. Francesca

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Personaggi

CARLA FRACCI Dopo l’articolo scritto da Giordano e pubblicato sullo scorso numero a pagina 44, abbiamo ricevuto in redazione una lettera corredata da alcune fotografie inedite, da colei che Carla Fracci la conosceva bene. Ciao Giordano, posso darti del tu? Mi piace come scrivi e ho notato pure che capitavano tutte a te le disavventure. I miei genitori genitori sono di Volongo... ora ti dico perchè ti scrivo. Mi riferisco al racconto dedicato a Carla Fracci: certi riferimenti li hai azzeccati ma alcuni no. Io non credo che Carla e la sua famiglia passasse la notte in stalla perchè c’era caldo, la nonna Angelide le scaldava il letto con il “prete” (struttura in legno che conteneva la brace ricoperta di cenere). Carla era molto affezionata a nonna Angelide e alla zia Teresa (in Pedroni) residente a Vescovato. Carla ha frequentato la 1^elementare nel lontano 1944 ed ha fatto anche la 1^ Comunione a Gazoldo degli Ippoliti. A Gazoldo era alloggiata dalla zia Emma in una casa colorata di rosso, vicina al cimitero. Quando scoppiò la guerra tutta la famiglia fu sfollata e giunse così a Volongo. In quanto a Marisa so per certo che è nata a Milano, visto che glielo chiesto di persona. Una data importante e di cui carla ne conservava un bellissimo ricordo è sicuramente il giorno del matrimonio con Beppe Menegatti. Tra gli invitati c’erano Ferruccio Soleri, (impersonava Arlecchino in teatro), suo testimone di nozze; Duillo Loi, pugile; Elettra Marini, moglie di Tony Renis; il sovraintendente alla Scala di allora Ghiringhelli; Armani, stilista e naturalmente... c’ero 36


Personaggi

Da sinistra Carla, papà Luigi, la sorella Marisa e la mamma Santina Rocca anch’io! Quel giorno i bambini dell’asilo non andarono a scuola, i fotografi sembravano impazziti, con-

tinuavano a scattare foto. Ci sarebbero ancora tante altre cose da raccontare ma mi fermo qui. Se vuoi sapere qualcosa in più, ultimamente Carla ha scritto un libro dal titolo “Passo dopo Passo”, dove racconta la sua vita e la sua carriera. Ciao. Grazia

Festa di Corte - Mantova 1984

Gazzetta di Mantova - 8 ottobre 1964 37


IN LIBRERIA

“L’AMORE È L’ALTRO” DI YLENIA FRANCINI Ylenia Francini è nata nel 1984 in provincia di La Spezia. Imprenditrice Digitale dal 2016, anno in cui apre le sue pagine social ed inizia a collaborare con aziende italiane e straniere come fashion creator. Laureata in Lingue e Letterature Straniere si specializza in Marketing e Comunicazione ampliando la sua attività sui social. Ad oggi è una formatrice e social media manager. In passato è stata protagonista in diversi programmi televisivi e sembra non volersi fermare qui… Arriva il suo primo romanzo: L’amore è Altro L’amore è altro, già disponibile per il pre-ordine, è un testo profondo e molto forte emotivamente. Parla di una storia d’amore tossico che travolge la protagonista facendole vivere umiliazioni, frustrazioni e violenze psicologiche continue… Con questo romanzo, l’autrice vuole essere di aiuto ed ispirazione a tutte quelle donne che vivono lo stesso rapporto malato e non riescono a liberarsi dalla dipendenza affettiva. Il testo può essere pre-ordinato al seguente Link: https://www.scatoleparlanti.it/prodotto/preordine-lamore-e-altro/ Le copie in preordine fanno parte di una tiratura limitata ed esclusiva di soli 100 libri.

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“L’infinito”

È come fosse ieri, il tempo passa... volano i gabbiani in cielo... il sereno dopo la tempesta... ora è calma piatta... il vento accarezza ogni lacrima... a veder ogni istante la vita che passa... mano nella mano un giorno arriverà... forse un domani... non si stancano gli audaci a crederci... è con gli occhi cercano...ma forse vedono... e giorno dopo giorno aspettano con ansia l’amor perduto... per assaporare un istante ancora il profumo scomparso nell’infinito... BGM

“Fuoco”

Ed è Poesia

In un lontano passato, in quello stesso luogo, ricordavo fiamme vive e calde giallo arancione di quel fuoco amico proprio qui dove una luce al neon, tanto fredda e tagliente, sembra uccidere il buio e cancellare la notte. Enrico Savoldi

“E quando scende la notte” Quando scende la notte io salgo nel cielo. Tra una stella e l’altra penso, immagino, scrivo. Mi scopro poeta, vicino e lontano. Mi scopro poeta... e piccolo uomo. Paolo Trezzi

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UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE

LA RISERVA NATURALE DELLE TORBIERE DEL SEBINO La natura che non ti aspetti Spesso se pensiamo all’intervento dell’uomo sul territorio non lo associamo ad un risultato positivo, ma piuttosto ad un peggioramento rispetto alla situazione iniziale. La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, sfata questa convinzione e ci regala una visita inaspettata immersa nella natura. L’area delle Torbiere del Sebino è il risultato dell’estrazione della torba ad uso combustibile, in sostituzione del troppo oneroso carbone d’importazione, che inizia alla fine del 1700 e che si concluderà solo dopo il secondo conflitto mondiale. Il parco si trova nei territori dei comuni di Villa Franca, Iseo e di Provaglio d’Iseo nella Provincia di Brescia a ridosso del Sebino, circondato dalle colline della Franciacorta, incorniciato dai vigneti. Al parco si accede da diversi ingressi sul territorio, noi siamo entrati dall’ingresso sud parcheggiando lungo la strada che conduce alla cantina Bersi Serlini e percorrendo un breve tratto della

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ciclabile Brescia - Paratico. Intercettando di fatto l’itinerario che è individuato come sud – centrale, che ha uno sviluppo circolare e che partendo dal Monastero di S. Pietro in Lamosa richiude su se stesso, dopo circa 4 km. La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino è stata dichiarata dal 1984 “zona umida di importanza internazionale” e il suo scopo è di ricreare un ambiente naturale che ospiti varie specie sia animali che vegetali, ma anche di sensibilizzare l’uomo verso queste aree e verso l’importanza che esse rappresentano verso il cambiamento climatico mondiale. Il percorso tutto pianeggiante, si snoda attraverso un’area boschiva e le varie vasche derivanti dall’estrazione della torba, offrendo un ambiente diversificato a seconda della profondità dei bacini. L’ambiente naturale presenta una varietà che ad ogni specchio d’acqua si differenzia offrendo scorci naturali e aree di ombra da cartolina. Sicuramente la parte più suggestiva è il


UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE

percorso centrale che prevede le passerelle in legno, sullo specchio d’acqua più esteso, il più abitato dalla fauna e che presenta nidi di

uccelli acquatici stanziali oppure migratori. Sulle passerelle è possibile trovare anche punti di avvistamento per praticare il birdwatching.

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UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE

Scegliendo il percorso sud – centrale è possibile visitare il Monastero di San Pietro in Lamosa, che seppur costruito sulle fondamenta di templi precedenti vede la sua fondazione nel 1083. La piccola chiesa con il chiostro ed i locali attigui sono un complesso interessantissimo ricco di storia e immagine di una cura del territorio e dell’amore per esso. Il volontario che ci ha accolto è stato in grado di illustrare ogni parte della piccola chiesa del monastero e ci ha fatto conoscere la figura di San Simonino da Trento e di come questa sia collegata culturalmente alla ricchezza dell’ordine cluniacense. La visita alla Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino è completa perché all’alto livello naturalistico offre anche la visita ad un importante monumento storico tutto condensato nell’arco di una sola giornata. un_viaggio_da_Condividere un viaggio da Condividere

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RIDIAMOCI SOPRA

Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita... Pensa che vita di merda! Gli amici sono come i fagioli. Parlano da dietro. La maga a una giovane ragazza: “Lei sposerà presto un uomo meraviglioso, bello, simpatico, intelligente...”. La cliente allora domanda: “E del mio fidanzato che ne faccio?”. Ralph e Mildred decidono di andare alla fiera del paese. Qui vedono alcuni recinti in cui sono esposti i tori da monta. Vicino alla prima gabbia c’è un cartello con scritto: “Questo toro si è accoppiato più di 50 volte lo scorso anno”. Mildred allora si gira verso il marito e dice: “Però, questo si è accoppiato una volta a settimana. Avresti qualcosa da imparare da lui”. Arrivano vicino alla seconda gabbia, dove c’è un altro cartello che dice “Questo toro si è accoppiato 100 volte lo scorso anno”. Di nuovo, girandosi verso il marito, Mildred esclama “Però, questo si è accoppiato quasi 2 volte a settimana. Avresti qualcosa da imparare da lui”. Arrivano quindi vicino al terzo recinto, dove il cartello dice “Questo toro si è accoppiato 350 volte lo scorso anno”. “Accidenti, questo toro si è accoppiato quasi ogni giorno! Avresti molto da imparare da lui.” dice Mildred. Allora Ralph si gira verso la moglie sorridendo ed esclama: “Ma guarda che non l’ha mica sempre fatto con la stessa vecchia vacca!”. Alla posta: “Signora, perché non fa la coda!?!”. “Perché mi piacciono così, sciolti!”. Cosa disse la mamma a Cappuccetto Rosso prima di mandarla dalla nonna? In bocca al lupo! Dall’ oculista: “Dottore, faccio molta fatica ad an-

dare di corpo!”. “E io che c’entro?”. “Mah, vede, ogni volta che spingo mi lacrimano gli occhi!”. Un condannato a morte la mattina del giorno destinato è condotto nella stanza della sedia elettrica e chiede al secondino che lo accompagna: “Che cosa mi volete fare?”. E il secondino: “Calma, si sieda su questa sedia che adesso la mettiamo... al corrente!”. Due adolescenti sono seduti a sbaciucchiarsi su una panchina. Lei: “Ehi, credo di avere inghiottito il tuo chewing-gum!”. Lui: “No, non ti preoccupare, sono solo un po’ raffreddato...” Gesù torna in terra e apre un ambulatorio medico. Il primo giorno nella sala d’attesa tutti si chiedono come sarà il nuovo medico. Dopo poco Gesù si affaccia e chiama: “Avanti il primo!”. Entra un signore in carrozzella che dice: “Dottore, ho un mal di gola fastidioso...“. Gesù lo interrompe alzandosi, chiude la porta ed esclama: “Ma tu non puoi camminare!”. “Sì - dice il paziente - dalla nascita. “Alzati e cammina - lo interrompe nuovamente”. “Ma... “. - “Silenzio! Ho detto alzati e cammina!”. Il paziente, incredibilmente, si alza in piedi, saluta, ringrazia Gesù ed esce. Gli altri, vedendolo, gli chiedono: “Allora, com’è questo nuovo dottore?”. E il miracolato: “Come tutti quegli altri. Non mi ha neanche visitato!”. “Dottore ho dei momenti di amnesia”. “Da quanto tempo?”. “Da quanto tempo che cosa?”. 43


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

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Migrazione struttura IT (Informatica e di rete) presso un’industria chimica bergamasca Capita molte volte nell’ambito IT di dover provvedere al rinnovo della struttura di rete dei clienti, a causa della sempre maggiore potenza richiesta dalle attività informatiche e delle nuove normative in termini di sicurezza digitale. Uno degli ultimi lavori realizzati per un’azienda da HkStyle è stato la migrazione di un’intera infrastruttura di rete su nuovi dispositivi server e il rinnovo della sicurezza informatica della rete internet. Nella prima fase del lavoro, abbiamo effettuato un sopralluogo presso la struttura del cliente, la quale presentava un server di gestione degli utenti abbastanza obsoleto ed un firewall (dispositivo di filtraggio rete e sicurezza) non più aggiornato. Inoltre, la rete lavorava ad un livello di velocità molto basso, a causa della vecchia generazione di cablaggio del patch panel e dei connettori di rete di collegamento. Anche la copertura Wi-FI era scadente per la scarsa efficacia dell’access point (sistema internet senza fili) installato in azienda. A seguito di progettazione e preventivazione delle possibili soluzioni per migliorare le prestazioni dell’infrastruttura informatica, è stata confermata la sostituzione dei seguenti componenti: • Server di gestione utenti, policy aziendali e macchine virtuali • Firewall di rete • Impianto Wi-fi interno • Ricablaggio e connessione patch panel • Riconfigurazione backup apparati • Sistemazione e pulizia armadio di rete La maggior parte dei dispositivi sono stati impostati precedentemente presso il nostro laboratorio, così da poter testare e provare le configurazioni inserite. Sono state preparate le macchine virtuali necessarie e configurati gli apparati wi-fi. Il lavoro di migrazione si è svolto in un’unica giornata: per prima cosa abbiamo effettuato la pulizia e il ricablaggio dell’armadio di rete, così da essere facilitati per la successiva installazione degli apparati. 44


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Ricablaggio componenti interni armadio di rete e predisposizione per nuovi dispositivi Il primo dispositivo sostituito è stato il firewall: abbiamo preferito procedere prima con la sostituzione dell’apparecchio di gestione di rete così da provocare il minor disservizio possibile e lasciare gli utenti liberi di navigare e lavorare online.

Il nuovo server HP di gestione appena installato e configurato

Configurazioni rete locale sul nuovo firewall Nethesis installato Dopo la ristrutturazione della rete informatica a livello logico, si è passati alla migrazione del vecchio server principale a quello nuovo. Il lavoro di migrazione è stato abbastanza lungo: la tempistica è aumentata non tanto per lo spostamento dei servizi, ma per la duplicazione sul nuovo ambiente informatico delle macchine virtuali. Ogni macchina virtuale, a causa della lentezza del precedente server, ha impiegato dai 30 ai 45 minuti per poter essere migrata completamente. 45


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Fase di migrazione di una delle macchine virtuali gestionali Dopo che il server di gestione e il virtualizzatore sono stati completamente sostituiti, si è passati alla riconfigurazione dell’impianto wi-fi e dei backup aziendali. I nuovi access point sono andati in sostituzione di quelli vecchi e sono stati aggiunti anche dei ripetitori per poter aumentare al meglio la copertura di rete. Il tutto gestito da una controller online di facile accesso ed utilizzo. Per quanto riguarda i backup, sono stati aggiornati e puliti i NAS installati sulla rete e reimpostate le regole di copia per il server principale e i file salvati su server e NAS. Il secondo NAS presente è stato utilizzato come replica per i backup pianificati.

I due Nas Qnap riconfigurati per le copie di backup dell’infrastruttura di rete 46

Passaggio dal vecchio ambiente di virtualizzazione Hyper-v al nuovo Proxmox appena installato


L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Durante la sostituzione di tutti gli apparati, ci siamo occupati anche del ricablaggio del patch panel, ossia dell’apparato che permette di collegare tutti i punti rete disposti nell’azienda e convogliarli in unico punto per una migliore gestione. Sono state rimpiazzate tutte le patch finali con connettori di rete di nuova generazione così da rendere più efficiente la velocità di trasferimento file e navigazione all’interno della rete locale.

Nuovo patch panel in fase di ricablaggio dopo la ricostruzione di tutti i connettori di rete

Switch di rete HP in conclusione di manutenzione

Abbiamo preso così occasione per effettuare un nuovo cablaggio più pulito e comodo per la manutenzione. Al termine di tutte le operazioni, abbiamo controllato che stampanti, scanner, cartelle condivise e tutti i restanti apparati fossero tutti nuovamente raggiungibili. Il gestionale principale è stato migrato correttamente e tutti i software contabili si sono sincronizzati perfettamente. Il nostro tecnico Lorenzo nelle fasi finali della migrazione di tutte le macchine virtuali sul nuovo server installato

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L’INFORMATICA SECONDO HKSTYLE

Controllando le velocità di backup e trasferimento dati, gli apparati ora riescono a lavorare molto più velocemente sulla rete locale, la comunicazione tra i vari dispositivi condivisi è migliorata e le prestazioni del gestionale condiviso e tutte le relative operazioni sono state ottimizzate notevolmente.

Per approfondimenti, richieste e qualsiasi domanda scriveteci all’indirizzo global@hkstyle.tech. Non dimenticatevi di visitare il nostro sito www.hkstyle.tech ed i nostri social Facebook, Instagram e Linkedin: hkstyle.tech, CCA.CentroAssistenzaComputers, InsideConnection. tech ed OfficinaInformaticaCH. Per aggiornamenti in tempo reale abbiamo anche il canale Telegram: HkStyle – News, offerte e molto altro! Grazie a tutti per averci letto e alla prossima, da Stefano e Lorenzo.

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OROSCOPO del mese di AGOSTO 2021 ARIETE (21/03 - 20/04) Dedicherai più tempo e amorevoli attenzioni al partner, che ricambierà con ardore. Se sei single, invece, conoscerai una persona con la quale scoprirai di avere un feeling speciale. Sarai più affascinante del solito, quindi esci per vedere che cosa il mondo ha in serbo per te.

TORO (21/04-20/05) Per il tuo benessere interiore, corri ai ripari e organizza una toccata e fuga anche da sola durante uno o due weekend: così potrai rilassarti un po’ che ne hai bisogno. Ultimamente sei particolarmente nervoso e questo comporta delle discussioni inutili con amici e partner.

GEMELLI (21/05-21/06) Inizieranno a prendere forma i piani per il futuro con il partner o - se sei single - con un socio. Non sarà facile trovare un compromesso tra i vostri desideri e sorgeranno anche delle incomprensioni. Occhio all’amore vero: non sempre è oro tutto ciò che luccica...

CANCRO (22/06-22/07) Hai tanta voglia di trascorrere i weekend al mare o in montagna? Vai però prima, però, risolvi le questioni finanziarie o familiari che ti tengono occupata dall’inizio del mese, così potrai goderti in pace il meritato relax.

LEONE (23/07-23/08) Se da una parte aumenterà il prestigio professionale, dall’altra, sarai circondata da persone desiderose della tua attenzione. Quindi, anche se faticoso, cerca di trovarti al posto giusto al momento giusto offrendo consigli a chi ti chiede una mano...

VERGINE (24/08-22/09) Passione e divertimento riempiranno ogni minuto delle tue giornate vivendo un episodio romantico indimenticabile e lussuoso. Questo fatto ti aiuterà ad affrontare anche le vicende lavorative che negli ultimi periodi sono decisamente pesanti

BILANCIA (23/09-22/10) Solitamente nei momenti bui cerchi rifugio tra le braccia della tua amica. Questa volta, però, sarà lei ad avere bisogno di confidarsi con te. Ascoltala, regalale buoni consigli e soluzioni efficaci ai suoi problemi. E uscite, divertitevi. Un incontro particolare è alle porte...

SCORPIONE (23/10-22/11) I tuoi nervi saranno messi a dura prova. Sarà fin troppo facile provocare involontariamente un disaccordo con il partner, il capo o un cliente perciò misura bene le parole e prendi decisioni soft. Qualche discussione anche con i parenti per via di questioni lasciate in sospeso da tempo...

SAGITTARIO (23/11-21/12) Dopo esserti dedicata a te stessa, avrai le energie giuste per risolvere qualche diverbio con il partner, un po’ scontroso e irritabile in questo periodo, ma che si addolcirà con il passare dei giorni. Usa le armi della seduzione, diventerà un docile cagnolino...

CAPRICORNO (22/12-20/01) I cambiamenti non ti hanno mai fatto paura, perciò, accogli le novità a braccia aperte, ti porteranno fortuna. Misura bene le parole che userai nelle varie situazioni e il successo sarà assicurato. Naturalmente questo vale anche per gli amici ed il partner...

ACQUARIO (21/01-19/02) Non giungere a decisioni affrettate e rifletti prima di parlare: in questo modo eviterai scambi di aggressività gratuita e riuscirai a cogliere il lato positivo che si nasconde dietro ogni novità, bella o brutta che sia. Cerca di riposare, perchè sei parecchio stressata.

PESCI (20/02-20/03) Preparati a un’esplosione di entusiasmo: a ogni vittoria professionale corrisponderà un’adeguata ricompensa economica. Fai attenzione a non prosciugare però i risparmi. Le tentazioni saranno grandi ma saprai agire in modo ponderato. L’amore? A meraviglia... 49


L’INTERVISTA

DIANA NOCILLI

LA FOTOGRAFIA HA LA SUA MUSA ISPIRATRICE

Una straordinaria collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Pisa, a cui si è aggiunta la conferma del ritorno in televisione e – dulcis in fundo – il rientro sul set fotografico per sperimentare l’obbiettivo multicolor. Era davvero difficile pensare ad un’estate migliore per Diana Nocilli in arte Norma Jean Morrison, poliedrica artista romana che ormai gira l’Italia in lungo e in largo per portare a compimento i suoi progetti fotografici.

Seguitissima sui social, volto televisivo grazie a Naked Attraction (e chissà che alle porte non ci sia il bis…), ora anche “musa” per i tanti alunni del prestigioso Ateneo toscano che sognano un futuro come fotografici. “Essere la loro musa, costruire pose trasformate in scatti artistici, mi ha restituito la voglia di posare dopo un periodo di profonda riflessione” racconta Diana, figlia di artisti, eternamente alle prese con quei dilemmi interiori tipici di chi vive la fotografia nel profondo

T.+39 344 023 4328 @NICOLAHAIRSTYLIST

PONTERANICA (BG) Via Via Petos,52 50


L’INTERVISTA

dell’anima. Eppure questo 2021 è ripartito davvero alla grande. In Primavera tutto è rinato… comprese le mie collaborazioni artistiche! Devo dire grazie a chi ha saputo starmi vicino e ha saputo raccontare i miei turbamenti attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica. Ora ho di nuovo la mia carica, la mia energia, la mia determinazione. Sono decisa più che mai a ripartire alla grande. Un percorso che riparte… dalla Toscana. Una terra meravigliosa, che sento sempre più mia, capace di trasmettermi tranquillità e pacatezza. Proprio qui, a Lucca, ho avviato un’importante collaborazione con il fotografo Giorgio Lera: insieme abbiamo deciso di affrontare il mondo dell’obbiettivo multicolor con esperimenti di nudo artistico realizzati nei laghi limitrofi a questa zona. Fotografie intrise di emozione, attraverso le quali sono riuscita a raccontarmi. Ma non è tutto. Diana Nocilli è salita… in cattedra! Infatti, mai mi sarei immaginata di entrare in un’Accademia e mettermi dalla parte della “musa” che ispira ragazze e ragazzi a realizzare fotografie che immortalino l’attimo. Tutto questo è meraviglioso, qui si respira davvero l’arte e la fotografia è sublimata ai massimi livelli. Molta fotografia, ma anche parecchia tv. Diciamo che il piccolo schermo mi affascina e dopo aver partecipato alla prima edizione di Naked Attraction… ora attendo di capire che ne sarà di me! Ho un ottimo rapporto con la telecamera e con il mio corpo, mettermi in gioco non

mi fa nessuna paura. Perché non dovrei valutare di ributtarmi? Insomma, le proposte ci sono. Sì… anche se per scaramanzia non mi sbilancio. Tutto però sembra davvero andare per il meglio. Per un’artista come me, questa sensazione rappresenta davvero una boccata d’ossigeno. Da ultimo, una novità proprio di mezza estate! Questa non me l’aspettavo ma sono contenta di poterla condividere con i lettori! Sono stata scelta per un progetto cartoon davvero innovativo che realizzeremo nella zona dei Castelli Romani. Proporremo l’immagine di personaggi totalmente inventati, dove la creatività la farà da padrona, dando anche un nome a queste figure create da zero! Lavorerò con il fotografo Mario Vintari, non vedo l’ora di pubblicare sul mio profilo questi lavori così particolari che conquisteranno la vostra attenzione! CREDITS FOTOGRAFICI Ph. Giorgio Lera CONTATTI SOCIAL Fb Norma Jean Morrison - Ig nocdia2019

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AUTO D'EPOCA

FIAT COUPE, LA DUE PORTE DEGLI ANNI ‘90 La vettura di cui parlo oggi è un simbolo degli anni 90, vide la luce nel 1994, l’anno in cui Baggio sbagliò quel maledetto rigore, in un’Italia quella del post Tangentopoli che vedeva un nuovo mondo politico, pieno di volti mai visti prima di affacciarsi sui banchi di Montecitorio. La bellissima coupe Fiat sarà anche l’ultima due porte prodotta dalla casa del lingotto per un lunghissimo periodo e prima di lei ci fu la 128. Davanti e dietro questa bellissima coupe due lassi di tempo tanto lunghi, da sembrare infiniti. Disegnata da Chris Bangle e dal centro stile Pininfarina, il design sia dentro che fuori fanno sì che questa coupe sia considerata già da tempo un classico moderno. Le doppie luci al posteriore, i due tagli

filanti sulle fiancate e il tappo della benzina a vista contribuiscono a renderla unica e distinguibile in mezzo a tutte le altre coupe coeve. Inconfondibili anche gli interni, parzialmente in tinta con la carrozzeria e dotati di sedili avvolgenti, perché questa coupe pur non essendo una super sportiva è comunque un’auto veloce e in grado di regalare soddisfazioni. Quattro strumenti circolari ben disposti e di chiara lettura sono distribuiti in perfetta armonia davanti a chi guida. Comoda anche per quattro persone, pur essendo una sportiva. Trazione anteriore e cambio manuale a cinque o sei marce. Ben nove le motorizzazioni disponibili nel corso dei sei anni in cui rimase in produzione.

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AUTO D'EPOCA

Le versioni sovralimentate montavano un differenziale autobloccante di serie. Era nota per le sue prestazioni di gran rilievo per i tempi, nella versione più potente la turbo a cinque cilindri da 220 cv superava i 250 km/h e scattava da 0 a 100 km/h in 6.1 secondi. Dotata già nel 1999 sulla versione Turbo my’99 fra i tanti optional, dell’avviamento a pulsante, oggi molto usato sulle sportive e super sportive. La versione speciale lanciata nel 1998 con motore a cinque cilindri turbo montava di serie una barra duomi anti torsione rossa della sparco. Un’auto a mio avviso bellissima, veloce e usabile tutti i giorni, caratteristiche non da poco considerando che si parla di una vettura oramai di interesse storico seppur ancora abbastanza giovane. Se ci si “accontenta“ delle versione con motore da 1.8 litri può bastare una cifra abbastanza abbordabile da tanti per portarsi a casa una macchina con un design unico e prestazioni di tutto rispetto anche con le motorizzazioni entry level.

Se si desidera una Turbo plus o una delle versioni speciali e numerate, ovviamente servono ben altre cifre. In ogni caso quest’auto porta con sè tanti pregi e tutto quell’alone di magia e simpatia che ha caratterizzato il decennio degli anni ’90. Vi ricordate Beverly hills, con Luke Perry e la sua Speedster replica? Il giovanissimo Will Smith con la testa fuori dal suo taxi giallo? Il sax di Bill Clinton, il preserale con Renegade o Walker Texas Ranger... Si, questa auto è stata prodotta in quegli anni, di cui io ricordo tutto anche se ero solo un bambino. Ah dimenticavo, puntate su una Fiat Coupe indifferentemente dalla motorizzazione, prima che tutte le auto siano ricaricabili come un cellulare, un pezzo di ferro con un po’ di cavalli sotto il cofano vi farà stare bene. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com

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Teenager

The Vampire Diaries è una serie televisiva statunitense sviluppata da Kevin Williamson e Julie Plec, basata sulla serie di romanzi “Il diario del vampiro” scritta da Lisa J. Smith. La serie venne trasmessa su The CW dal 10 settembre 2009 al 10 marzo 2017, per un totale di 171 episodi distribuiti in otto stagioni. La protagonista è Elena Gilbert, una ragazza adolescente che vive nella città fittizia Mystic Falls, in Virginia. La sua vita viene sconvolta quando scopre che il suo ragazzo, Stefan Salvatore, è un vampiro. Stefan si accorge che Elena è identica alla prima donna della sua vita, la vampira che trasformò lui e suo fratello Damon Salvatore nel 1864: Katherine Pierce. I due fratelli si innamorano anche di Elena ed entrano a far parte della sua vita. Il loro scopo è proteggerla dal Vampiro Originale Klaus Mikaelson e da altre forze che ambiscono al pieno controllo della ragazza. Gli amici di Elena vengono spesso coinvolti nelle situazioni soprannaturali e combattono per vivere serenamente a Mystic Falls, un luogo costantemente tormentato dal proprio passato. L’episodio pilota attirò il più grande numero di pubblico di qualsiasi altra serie di The CW dal54

la nascita della rete nel 2006, la prima stagione venne seguita in media da 3,60 milioni di telespettatori. Fu la serie più guardata dalla rete prima di essere soppiantata da Arrow. La serie ricevette numerose nomination e premi, vincendo cinque People’s Choice Award e ventotto Teen Choice Awards. Il 26 aprile 2013, The CW annunciò la produzione di uno spin-off della serie dal titolo The Originals, che si concentra sulla famiglia di Vampiri Originali introdotta in The Vampire Diaries. The Originals debuttò durante la stagione televisiva americana 2013-14. A partire dalla stagione televisiva 2018-2019 va in onda un’altra serie televisiva spin-off di The Vampire Diaries e The Originals dal titolo Legacies. Trama A Mystic Falls, Elena Gilbert e il fratello Jeremy hanno da poco perso i loro genitori, morti in un incidente stradale sul ponte Wickery Bridge, e da qualche mese vivono assieme alla loro giovane zia, Jenna, diventata loro tutrice. Dopo le vacanze estive i fratelli tornano a scuola, dove Elena incontra Stefan Salvatore, vampiro centenario che torna nella sua città natale per conoscere la ragazza. Infatti, fu lui a salvarla da morte certa il giorno dell’incidente stradale in cui morirono i coniugi Gilbert e, incontrandola, si accorge che Elena è identica alla vampira Katherine Pierce, che trasformò lui e suo fratello Damon in vampiri durante gli anni della guerra civile. I due incominciano a frequentarsi e si fidanzano, ma la loro relazione viene messa in difficoltà da Damon, che diversamente dal fratello si nutre di sangue umano ed è più cattivo. Elena scopre


Teenager

presto la loro natura soprannaturale, ma impara a conviverci. Jeremy incomincia a frequentare Vicki Donovan, ma la ragazza viene trasformata in vampiro da Damon e successivamente uccisa da Stefan, così Jeremy si innamora della vampira Anna Johnson, conoscente di Katherine. In città arriva Alaric Saltzman, che è alla ricerca di Damon per vendicare l’omicidio della moglie Isobel, ma in seguito viene a sapere che è stata vampirizzata. Inoltre si scopre che Elena è stata adottata e che i suoi genitori biologici sono Isobel e John Gilbert, che ha sempre creduto suo zio. Intanto, Damon pensa che Katherine, di cui è ancora profondamente innamorato, sia rinchiusa assieme ad altri ventisei vampiri nella cripta sotto le rovine di Fell’s Church e cerca, approfittando dei poteri di Bonnie Bennett, strega e migliore amica di Elena, di rimuovere il sigillo che impedisce ai vampiri di uscire. Quando i vampiri vengono liberati, Katherine non è tra loro, poiché la donna riuscì a liberarsi e a lasciare la città senza lasciare traccia. Dopo un iniziale smarrimento dovuto alla perdita di Katherine, Damon riprende contatto gradualmente con la sua parte umana, finendo per innamorarsi di Elena. Nel frattempo il Consiglio delle Famiglie Fondatrici, in occasione della Festa dei Fondatori, mette in funzione un dispositivo che emette un suono molto fastidioso per i vampiri. A stordirsi, però, non sono solo i vampiri, ma anche il sindaco Lockwood e suo figlio Tyler. Tutti i vampiri, tranne Stefan e Damon, vengono uccisi, mentre Tyler causa un incidente stradale in cui rimane coinvolta Caroline Forbes, altra amica di Elena, che finisce in ospedale in gravi condizioni. Intanto, a casa Gilbert, John viene attaccato improvvisamente da Elena, ma scopre subito che non si tratta di sua figlia bensì di Katherine. Stagioni 1^ stag. 22 episodi - 2^ stag. 22 episodi 3^ stag. 22 episodi - 4^ stag. 23 episodi 5^ stag. 22 episodi - 6^ stag. 22 episodi 7^ stag. 22 episodi - 8^ stag. 16 episodi

Premi e riconoscimenti Dal 2010 la serie televisiva e i suoi attori sono stati nominati per alcuni premi di eventi importanti come i People’s Choice Awards e i Teen Choice Awards. La serie ha vinto cinque People’s Choice Awards, uno nel 2010, uno nel 2012, due nel 2014 e uno nel 2015, e ventotto Teen Choice Awards, sette nel 2010, cinque nel 2011, sei nel 2012, tre nel 2013, quattro nel 2014 e tre nel 2015. Il totale dei premi vinti è 37 su 110 nomination, che comprende 9 premi per la serie televisiva, 13 per la protagonista Nina Dobrev, 11 per Ian Somerhalder, 4 per Paul Wesley, 2 per Michael Trevino, 2 per Candice Accola, 1 per Katerina Graham, e 1 per il cast. Ilaria Boffetti

CITAZIONI: “The Vampire Daries”

Se vuoi stare con qualcuno per sempre... devi vivere per sempre. STEFAN SALVATORE Non esistono pessime idee. Solo ottime idee eseguite in modo pessimo. DAMON SALVATORE Scegliamo noi il nostro percorso. I nostri valori e le nostre azioni definiscono chi siamo. STEFAN SALVATORE Se ora te ne vai lo fai per te, perché io so cosa voglio. Stefan, io ti amo. ELENA GILBERT “Un suggerimento per il futuro. Fai attenzione a chi inviti ad entrare in casa tua.” 55


Segni nel Tempo

1982

Italia Campione del Mondo Il campionato mondiale di calcio 1982 o Coppa del Mondo FIFA del 1982 (noto anche come Spagna ‘82) è stata la dodicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni. Si svolse in Spagna dal 13 giugno all’11 luglio 1982. Fu il primo campionato mondiale in cui le squadre partecipanti furono portate da 16 a 24. Inoltre è tuttora il mondiale ospitato da un’unica nazione che ha visto impiegato il maggior numero di stadi: diciassette. La squadra vincitrice fu l’Italia, che sconfisse 3-1 la Germania Ovest in finale. Prima fase a gruppi La prima sorpresa del campionato arrivò nella giornata inaugurale. Il Belgio, il cui tecnico Guy Thys aveva fatto del catenaccio e contropiede l’arma principale di gioco, imbrigliò le iniziative di Maradona, gli bloccò i riferimenti e al momento opportuno colpì: i belgi batterono così l’Argentina per 1-0. Altra sorpresa fu la vittoria dell’Algeria sulla Germania Ovest di Rummenigge per 2-1. Mattatore della gara fu Rabah Madjer, che avrebbe poi vinto il Pallone d’Oro africano e la Coppa 56

dei Campioni 1986-1987 con il Porto. Se la vittoria iniziale valse ai belgi il primo posto finale del girone proprio davanti all’Argentina, stessa sorte non arrise all’Algeria, la quale sfiorò soltanto la qualificazione, giungendo soltanto terza e venendo eliminata per differenza reti sfavorevole rispetto a quella di Germania Ovest e Austria. La Spagna, sorteggiata nel gruppo 5 con Jugoslavia, Irlanda del Nord e Honduras, faticò più del previsto a qualificarsi. Il gruppo venne vinto a sorpresa dall’Irlanda del Nord, sfavorita alla vigilia, che schierò quello che ancora oggi è il calciatore più giovane in assoluto ad aver giocato la fase finale dei mondiali: Norman Whiteside, all’epoca diciassettenne. Gli iberici furono infatti costretti al pareggio per 1-1 dagli honduregni e vinsero di misura sulla Jugoslavia per 2-1, la quale giunse soltanto terza alle spalle dei padroni di casa. Nel gruppo 3 si registrò il record di gol segnati da una squadra in una sola partita della fase finale dei campionati del mondo: a detenerlo ancora oggi è l’Ungheria che batté El Salvador per 10-1. Questa partita è anche al secondo posto di tutti i tempi per reti realizzate in una partita del mondiale: ben


1982

11, raggiunti da un Ungheria-Germania Ovest 8-3 e superati unicamente da un Austria-Svizzera 7-5, giocate entrambe al Campionato mondiale di calcio 1954. Tuttavia questo record non bastò alla nazionale magiara per qualificarsi, poiché giunse solo terza nel proprio girone. Senza scossoni il gruppo della favorita Inghilterra, capitata insieme a Francia, Cecoslovacchia e Kuwait. Considerato alla vigilia il girone più difficile, gli inglesi lo vinsero a punteggio pieno, seguiti dai francesi. Proprio in questo gruppo si segnala l’evento più curioso, durante l’incontro tra Francia e Kuwait, il gol del 4-1 dei Bleus di Alain Giresse scatenò notevoli proteste in campo: i difensori del Kuwait si erano infatti fermati sentendo un fischio proveniente dagli spalti e attribuendolo erroneamente all’arbitro; Giresse, con la difesa praticamente ferma, non ebbe difficoltà a battere il portiere avversario. Lo sceicco Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah, presidente della KFA, scese però in campo per

Segni nel Tempo

contestare la decisione arbitrale: in seguito alla minaccia di ritiro della squadra dal campo, l’arbitro sovietico Stupar decise dunque di annullare il gol. La Francia vinse comunque 4-1, con l’ultima marcatura di Maxime Bossis. Quasi tutto agevole per il Brasile, favorito alla vigilia per la vittoria del torneo, sorteggiato insieme a Unione Sovietica, Scozia e Nuova Zelanda. La prima partita fu contro i sovietici, che passarono in vantaggio per primi grazie a uno svarione del portiere Valdir Peres. Per ribaltare il vantaggio iniziale ci vollero molta fatica e due reti da fuori area di Éder e Sócrates nel secondo tempo. Anche con la Scozia, il Brasile andò sotto di un gol nel primo tempo raggiungendo il pareggio poco prima dell’intervallo, ma nel secondo tempo dilagò, chiudendo la partita per 4-1. Nella norma la vittoria per 4-0 contro la Nuova Zelanda. Si qualificarono anche i sovietici, che approfittarono della miglior differenza reti nei confronti della Scozia,

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Segni nel Tempo

che giunse solo terza. Il gruppo dell’Italia, guidata da Enzo Bearzot, capitata insieme a Polonia, Camerun e Perù, si rivelò il vero “gruppo di ferro”. Gli Azzurri giunsero in Spagna fra mille polemiche e incognite, non ultimo un Paolo Rossi reduce dalla squalifica di due anni per il noto scandalo del calcio-scommesse. Bearzot era inoltre contestato dalla stampa per aver escluso dalla rosa Beccalossi e Pruzzo. In particolare, i giornali romani premevano per un più marcato utilizzo dei giocatori della Roma, data la visibilità che la squadra aveva raggiunto sotto la presidenza di Dino Viola. Bearzot rimase però fedele al blocco-Juventus, che già gli aveva dato soddisfazioni nel precedente campionato del mondo. L’Italia pareggia tutti i suoi incontri e si qualifica in virtù della differenza reti a scapito del Camerun: in questi tre match, Paolo Rossi delude le aspettative. Italia - Polonia 0 – 0 Italia - Perù 1 – 1 Conti 18’ - Diaz 83’ Italia - Camerun 1 – 1 Graziani 61’ - M’Bida 62’ CLASSIFICA Polonia 4 Italia 3 Camerun 3 Perù Perù 2

3 3 3 3

1 0 0 0

2 3 3 2

0 0 0 1

5 2 1 2

1 2 1 6

+4 0 0 -4

Seconda fase a gironi I risultati della prima fase però portarono alla seguente situazione: in ragione del tutto inaspettato secondo posto delle teste di serie Spagna, Argentina e Italia, i padroni di casa approdarono nel gruppo B con Inghilterra e Germania Ovest, mentre le altre due vennero destinate al gruppo C assieme al Brasile. Di contro, i gruppi A (Polonia, Unione Sovietica e Belgio) e D (Francia, Irlanda del Nord e Austria) apparivano meno duri, anche se equilibrati. In totale, rimasero a contendersi il titolo dieci squadre europee e due sudamericane, almeno una delle quali destinata a sicura eliminazione. Paolo Rossi fu il maggiore artefice della 58

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tragedia del Sarriá, grazie alla sua tripletta che eliminò il Brasile. Con 6 gol, l’attaccante dell’Italia vincerà poi il titolo di miglior marcatore del mondiale. Nel gruppo D, nel primo scontro tra due seconde classificate, la Francia batté 1-0 l’Austria, di fatto ipotecando il passaggio del turno, invece nel gruppo B l’Inghilterra ottenne soltanto un punto nella prima partita, terminata 0-0, contro la Germania Ovest. La Polonia, favorita del gruppo A, fece lo stesso, vincendo il primo confronto per 3-0, ai danni del Belgio, mentre nel gruppo C, nel secondo confronto tra due seconde classificate, l’Italia, fin lì criticata e talvolta quasi insultata dalla stampa, al punto che Bearzot rispose con l’imposizione ai suoi del silenzio-stampa, con la sola eccezione del capitano Zoff, batté l’Argentina, tra le favorite alla vittoria finale: il CT italiano riuscì a neutralizzare Maradona mettendogli Claudio Gentile in marcatura – si conteranno oltre 20 infrazioni commesse dal difensore ai danni del Pibe de Oro – e gli Azzurri vinsero l’incontro 2-1. La seconda partita contribuì a determinare le quattro semifinaliste: nel gruppo D, Irlanda del Nord e Austria pareggiarono 2-2. Nel gruppo B, la Spagna perse per 2-1 contro i tedeschi-occidentali venendo, di fatto, eliminata. Nel gruppo A, il Belgio, nonostante la strenua resistenza, venne eliminato dall’Unione Sovietica, che vinse per 1-0 rovinandosi la differenza reti con la Polonia. Infine nel gruppo C, il Brasile vinse facilmente, ponendo definitivamente fine al cammino mondiale dell’Argentina battendola 3-1. Nell’ultima tornata, la Francia eliminò i nordirlandesi, battendoli per 4-1 e ribadendo la propria superiorità nel gruppo. Più carica di tensione la partita fra Polonia e URSS, che si teneva sette mesi dopo la proclamazione dello stato d’assedio a Varsavia: i polacchi organizzarono delle vere e proprie barricate, al punto che Boniek rimediò una ammonizione che gli avrebbe fatto saltare la semifinale, e riuscirono a fermare i sovietici sullo 0-0, guadagnando l’accesso alle semifinali. Nel gruppo B l’Inghilterra ottenne di nuovo uno 0-0,


1982

laddove sarebbe servito vincere con almeno due gol di scarto, contro la Spagna padrone di casa. In tal modo gli spagnoli furono definitivamente eliminati dal Mondiale, mentre gli inglesi uscirono dalla competizione senza avere mai perso una partita e con un solo gol al passivo. L’ultima partita vedeva impegnate Brasile e Italia, con gli Azzurri costretti a vincere per poter passare il turno. La Seleção è votata all’attacco e l’Italia è abile a sfruttare i contropiedi: vantaggio per gli Azzurri dopo solo cinque minuti con un redivivo Paolo Rossi, poi rientrato sette minuti dopo con il pareggio di Sócrates; nuovo vantaggio italiano sempre di Rossi che sfrutta un errore di Júnior al 25’. Gentile intanto fu costretto a una rigida marcatura su Zico, il più pericoloso fra i brasiliani, ottenendo una ammonizione che gli avrebbe poi fatto saltare la semifinale. Nel secondo tempo, pareggio del Brasile al 69’ con Falcão, ma al 74’ Rossi segna il terzo gol. Gli ultimi minuti della partita furono contraddistinti da un gol annullato ad Antognoni per un’erronea segnalazione di fuorigioco del guardalinee, e dalla parata sulla linea di porta di Dino Zoff su colpo di testa di Oscar. Il risultato finale fu di 3-2 per l’Italia e il Brasile venne eliminato. Fu un’autentica disfatta per i giocatori verde-oro, i quali erano così sicuri di passare il turno al punto di aver già prenotato l’albergo a Madrid, e per tutto il Brasile, che ricorderà questa partita come la tragedia del Sarriá. Semifinali A giocarsi la Coppa restarono quattro squadre europee: Francia, Germania Ovest, Polonia e Italia. La prima semifinale vedeva nuovamente contro italiani e polacchi, durante la quale, al contrario della partita della prima fase, gli Azzurri dominarono gli avversari, battendoli per 2-0 con doppietta di Rossi, giunto a cinque reti in appena due partite. La seconda semifinale fra Germania Ovest e Francia fu più spettacolare, infatti all’iniziale vantaggio tedesco di Littbarski rispose Platini su rigore. Uno sgradevole episodio vide coinvolto

Segni nel Tempo

il portiere tedesco Schumacher che, dopo aver atterrato il francese Battiston al limite dell’area e avergli provocato la rottura di due denti e l’incrinatura di un paio di vertebre, si mise a fare esercizi di stretching davanti ai tifosi francesi. La partita proseguì fino ai tempi supplementari, dove la Francia si portò sul 3-1. La Germania riuscì a recuperare lo svantaggio prima con Rummenigge e poi con una rovesciata di Fischer. Per la prima volta nella storia dei Mondiali, una partita si decise ai rigori: a spuntarla fu la Germania Ovest per 5-4. Finali L’11 luglio 1982 andò dunque in scena la finale fra Germania Ovest e Italia, diretta dall’arbitro brasiliano Arnaldo César Coelho, il primo caso di fischietto sudamericano in una finale mondiale. Bearzot dovette riadattare la squadra in seguito alla indisponibilità di Antognoni e all’infortunio, dopo appena 8’ di gioco, occorso a Graziani a causa di uno scontro con la difesa tedesca. Prevalenza italiana nel primo tempo, anche se Cabrini perse l’occasione per passare in vantaggio sbagliando un rigore. La ripresa vide un calo della squadra tedesca, di cui approfittò per primo Rossi su cross di Gentile. Dopo un tentativo di pareggio di Hrubesch, gli azzurri raddoppiarono con un tiro dal limite dell’area di Tardelli, il cui urlo di gioia divenne una icona di quei Campionati del Mondo e delle successive avventure della nazionale italiana. Altobelli segnò la rete del 3-0, seguita dal punto d’onore di Breitner, già realizzatore di un rigore nella finale mondiale del 1974. Altobelli fece poi posto all’88’ a Causio, ricompensato con la passerella mondiale per i suoi meriti.All’83’ arriva l’inutile gol della Germania con Breitner. Finisce 3 a 1. ITALIA CAMPIONE DEL MONDO. Inquadra con il tuo smartphone il qr code e potrai vedere la meravigliosa finale del Mondiale 1982. 59


COMUNICATO STAMPA

MILANO ART AND GLAMOUR

Be yourself - Your Dream is today

La prima volta sul set non sarà la tua ultima volta Uno shooting nel cuore di Bosco Verticale. Protagoniste: le donne over 30 che vogliano mettersi in gioco tirando fuori la parte più anticonformista e “impertinente” di loro stesse. Insieme a una équipe di fotografi, make up artists, hair stylists. Il contest si chiama Milano Art and Glamour e a lanciarlo è Donatella Bellicchi, fotomodella, fotografa, imprenditrice di successo e organizzatrice di eventi. Una donna catapultata dal suo spirito indomito a diventare protagonista di una femminilità prorompente, sincera, non ipocrita, ben rappresentata sul profilo Instagram Unruly Lady. Un profilo seguito da oltre 50mila followers, che racconta la sua doppia esperienza di fotomodella e fotografa attraverso il sito internet www.donatellabellicchi.it con numerosi spunti sulla femminilità, l’erotismo, la fotografia e la personalità. Ed è qui, che le aspiranti “unruly models” dovranno recarsi per seguire le istruzioni, lasciandosi portare dal loro istinto e dalla curiosità. La vincitrice (o le vincitrici, lo stabilirà la giuria!) si porterà a casa un book fotografico gratuito con fotografie realizzate da alcuni dei più rinomati professionisti italiani e una pubblicazione su una rivista dove sarà raccontata la scelta di mettersi in gioco. Il vero gioco sarà scoprire se stesse, magari una parte di sé che non si era mai scoperta prima. In un contesto meraviglioso, in uno dei siti che il mondo ci invidia. “Per me è stato amore a prima vista – racconta – Ma al tempo stesso so bene quanto coraggio serva per mettersi in posa, salire sul set e farsi fotografare. Bisogna vincere i pregiudizi degli altri, la paura di non sentirsi all’altezza, il timore di non vedersi bella. Ecco perché, anche in virtù della mia esperienza, ho scelto di lanciare questo contest: a donne normali, che oggi compiono una vita lontana da flash e macchine fotografiche, vorrei regalare una prima volta davvero speciale. Con una certezza: non sarà l’ultima, perché il fa60

scino della fotografia è semplicemente irresistibile”. Il contest “Milano Art and Glamour” inizierà nel mese di Agosto con alcune storie da seguire sull’account di Donatella Bellicchi attraverso le quali verranno forniti tutti gli indizi necessari per guadagnarsi la partecipazione allo shooting, che si terrà in un roof del Bosco Verticale di Milano entro la prima quindicina del mese di settembre. La partecipazione al contest è aperta a tutte le donne over 30 che non abbiano un passato (o un presente!) nel mondo dello spettacolo: “Milano Art and Glamour” nasce come format per le principianti, per regalare un sogno a chi le luci dei riflettori le ha sempre e solo guardate dall’esterno. “Sarà un lungo mese, quello di agosto, che ci porterà a selezionare le finaliste – racconta Donatella Bellicchi – Vorremmo che il contest fosse percepito come una bella occasione per casalinghe, per chi non si sente realizzata dalla sua vita quotidiana, per chi ha qualche velleità ma non ha mai avvertito la molla per lanciarsi. Io sarò con loro, tiferò per loro, saprò aiutarle perché io stessa ho vissuto le loro paure, i loro dubbi, le loro resistenze. E, naturalmente, le fotograferò, con l’occhio della donna che vuole raccontare i dettagli… interpretandoli in modo unico e speciale!”. SEGUICI SU https://www.instagram.com/_unruly.lady/





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