Anno 27 - N°11 del 16/10/2021 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti
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BRESCIA - MANTOVA - CREMONA
CULTURA GENERALE, TERRITORIO, INTERVISTE ESCLUSIVE E TANTO ALTRO... pag.05 GIOIE E DOLORI pag.06 SOGNI pag.09 PETTO D’ANATRA
pag.14 PIANETA JUNIOR pag.18 IL PARCO DI BOMARZO pag.29 ALCOLISTI ANONIMI
pag.32 FEDERICA CAVAGNA pag.52 CON IL VENTO CHE... pag.59 BOBBY STAR
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Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.
Anno 27 - N°11 del 16/10/2021 La nostra sede: Brembate di Sopra (Bg) - via Tresolzio,48 www.newentrymagazine.it New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrymagazine New Entry Television
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EDITORIALE
ALTRA STANGATA!!! Mentre tutti erano impegnati in campagna elettorale con le solite promesse mai mantenute come la diminuzione delle tasse, l’abolizione dell’Irap, calo del costo del lavoro... ci troviamo nel bel mezzo di una stangata senza precedenti: si stima che l’aumento di gas e luce per una famiglia sia di 1480,00 € l’anno. Basti pensare che la luce è aumentata del 29,8% e il gas del 14,4% per non parlare di tutto quello che ne consegue. E’ vero che lo Stato con lo stanziamento di 3 miliardi ha contenuto gli aumenti ( dovevano essere +40% per la luce e +30% per il gas), rimane il fatto che le aziende, già provate dal Covid-19 e già sommerse da una miriade di tasse, ora si ritrovano a fare i conti con questi aumenti che riguardano ognuno di noi: c’è da aspettarsi un aumento di tutti i prodotti di consumo e di conseguenza di un ulteriore impoverimento delle famiglie che stando alle statistiche, causeranno una brusca frenata all’economia italiana. E tutto questo è dovuto alla forte richiesta di energia da parte dei paesi europei che dopo il lockdown hanno generato un aumento del costo delle materie prime. La Cina, uscendo prima dal lockdown ha richiesto difatti il gas penalizzando gli altri Paesi. In pratica si tratta di una conseguenza del virus: prima si moriva di covid-19, ora si muore di covid-19 ma a causa delle bollette. La mia paura è che questa situazione di incertezza economica crei all’interno delle famiglie instabilità: ormai si sa che in ogni nucleo familiare le discussioni se non nascono per i figli, nascono per i soldi e quando questi vengono meno, l’armonia è a rischio con l’amara conseguenza di litigi, divisioni, separazioni ... dove a pagare il prezzo più alto sono i figli stessi. Si dice che i soldi non danno la felicità... certo la salute viene prima di tutto ma la sicurezza economica di una famiglia aiuta non poco se non ad essere felici ad essere quantomeno sereni e con uno sguardo propositivo verso il futuro. Quando ci si avvia verso la stagione fredda immagino sempre una famiglia raccolta amorevolmente di fronte al calore di un camino chiacchierando sulle cose belle della vita.... beh, speriamo di riuscire a comprare la legna. Gianluca Boffetti
DEDICA A...
PENSIERI E PAROLE
FESTA DEI NONNI
Schietta crudele sintesi di come molti di noi finiranno i loro giorni.
Congratulazioni a Caterino Mariarosa di Remedello Sotto che il 1° ottobre si è laureata in scienze linguistiche con 110 e lode
I nonni sono una risorsa finché non si cagano addosso, dopodiché finiscono al “canile” (Non si posson buttare dentro un fosso), E lì, un po’ di brodaglia, un gelato, un osso, poco alla volta si seccano fino all’osso. I più fortunati partono dopo pochi giorni, gli altri tribolano per anni a più non posso!! Giordano
PENSIERI E PAROLE
DIFFERENZE INVISIBILI
Il primo di ottobre all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Caterino Mariarosa è dottoressa in scienze linguistiche con 110 e lode. 04
Molto spesso ci sfuggono le piccole differenze, quelle quasi invisibili, insignificanti, ci confondono e ci creano guai. Non è semplice frugare e trovare sotto il robusto strato di apparenze, il diverso che è apparentemente identico a qualcos’altro. CI sfugge, sfugge al nostro sguardo distratto, al pensiero “spensierato”, alla fiducia che ha subìto l’ennesimo colpo. Ciò che è apparentemente uguale a qualcos’altro è in realtà più incompatibile con esso, da ciò che gli è diametralmente opposto. Darina Naumova
PENSIERI E PAROLE
GIOIE E DOLORI Il 21 settembre scorso è stato un giorno che sia io che mia moglie non dimenticheremo mai. Alle 04.30 mi telefona mio genero per dirmi che a mia figlia Valentina si sono rotte le acque e che stavano correndo all’ospedale perché la loro secondogenita stava arrivando... “ci sentiamo più tardi,” mi disse chiudendo la telefonata. Naturalmente ho informato subito mia moglie, lei è rimasta in casa pregando che tutto andasse bene ed io sono andato a mungere come al solito, ma ero agitatissimo, mi sembrava di avere le doglie, chi è padre e nonno sa cosa intendo dire. Finalmente dopo 4 lunghissime ore mio genero mi richiama, è a dir poco entusiasta: “Giordano, è andato tutto bene, Beatrice è bellissima, pesa 3,430 kg, adesso mi hanno mandato fuori dall’ospedale per le norme anti-Covid, posso tornare domani a vederle per 30 minuti, però è andato tutto ok !!!,” - io vado fuori di testa dalla gioia e corro in casa a dirlo a mia moglie che è già stata avvisata addirittura da mia figlia, non solo, ha anche inviato molte foto della piccolina; è stupenda, adesso mi vanto nel dire che mia figlia ha uno stampo straordinario, Beatrice è identica alla primogenita Martina, sono due splendori. Prendiamo i due fiocconi rosa (uno da appendere all’inizio della strada che porta alla nostra cascina e l’altro da appendere davanti casa), li ha confezionati mia figlia con le sue mani, io e mia moglie li stiamo ammirando quando a lei suona il cellulare; comincia ad urlare a piangere, è disperata, a vederla in quello stato c’è mancato poco che mi scoppiasse il cuore, continuo a chiedergli: “parla, cosa è successo, di
qualcosa!” - “mia sorella Elvira ha avuto una complicazione cardiaca, è appena morta!”. E’ stata una mazzata tremenda (soprattutto per mia moglie Giovanna), abbiamo appeso i due fiocchi rosa piangendo, in cuor nostro eravamo felici per la nascita di Beatrice, ma il magone ci scoppiava dal dolore. Elvira era la sorella maggiore di mia moglie, a poco avrebbe compiuto 67 anni, mi ricordo quando la conobbi, mi diede un abbraccio fortissimo, il suo sorriso, il suo modo di fare, di parlare senza mai alzare la voce, era una persona a cui non potevi non voler bene; sua figlia Roberta ed i suoi tre nipotini la adoravano, come del resto tutti noi. La nostra piccola Beatrice non la conoscerà mai, ma gli parleremo di quella stupenda zia, esempio di infinita bontà entrata nel cuore di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarla. Giordano
ANIME NEL VENTO
DOLCISSIMA ELVIRA Elvira, cara cognata, immenso irraggiungibile esempio di bontà, come potevi pensare ti lasciassero in questa valle di lacrime? La terra non era il tuo posto, qua dimoriamo noi peccatori lassù se ne sono accorti e ti hanno voluta con loro. Adesso chi mi darà i tuoi stritolanti abbracci? Ce l’hai fatta proprio grossa ! Giordano 05
PENSIERI E PAROLE
SOGNI
Vorrei fare una premessa. Io non condivido il pensiero freudiano riguardo i sogni. Mi sembra offensivo per la natura umana. Non penso che i sogni siano un processo inutile, danneggiante per la parte razionale delle persone ma non penso nemmeno che tutti i sogni sono manifestazione divina nell’uomo. Penso semplicemente e solamente che esistono molte cose di cui non abbiamo ancora una vera idea, che sono molto più complicate da quanto si possa presumere. E i sogni premonitori che si avverano subito o dopo settimane, mese o anni? Se fosse stato un semplice fato a realizzarsi, avremmo pensato ad una coincidenza, un po’ bizzarra ma pur sempre coincidenza. Il vero problema sta nei dettagli, questi minuscoli particolari che pungono come spine il nostro conscio e ci fanno riflettere, porci domande senza poter trovare una risposta soddisfacente. I sogni sono un po’ come la vita, alcuni li ritengono casuali, frutto di un processo fisiologico, altri pensano che siamo noi a crearli in modo
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inconscio. In una cosa sono sicura: si può fare solo la strada senza raggiungere la meta, almeno non in questa vita. Avevo 12 anni e camminavo su una stradina sterrata, sottile come filo di un rasoio. Da una parte ondeggiava un campo di grano. Dorato, scintillava come oro puro, immenso si stendeva fino all’orizzonte. Azzurro e oro, celeste armonia di due colori di inestimabile regalità. Dall’altra parte si stendeva un campo santo. Le tombe vicino alla via erano piccole, basse, forse per questo non avevo paura. Ciò nonostante tentavo con tutte le mie forze di spingermi verso il grano, intuivo che bastava poco, pochissimo, un passo solo, per raggiungere la vetta bramata. Eppure non riuscivo, mi risultava impossibile, più mi sforzavo, più qualcosa fuori dalla mia portata mi spronava verso la direzione opposta. Alla fine successe quel che temevo: entrai nel cimitero e quelle tombe basse erano cresciute a dismisura, tanto da raggiungere persino le nuvole. Mi trovai al centro di un mare di tombe: ero spaventata, smarrita, disperata. Non vedevo nessuno ma sapevo che fuori c’erano tante persone e sentivo le loro grida: “Vai verso Est, vai verso Est!”. Notai un enorme quercia secolare e decisi di raggiungerla non riuscendo in nessun modo ad orientarmi. Solo la vista di questo maestoso albero mi ispirava un po’ di sicurezza e di coraggio. Poi all’improvviso i ricordi sprofondarono nella nebbia della dimenticanza. E rimasta solo un’amara percezione di insuccesso e sconfitta. Stavo per compiere dodici anni, era la notte prima del mio compleanno. Fuori era inverno, quegli inverni di una volta, nevosi, veri. I vetri erano addobbati con scaraboc-
PENSIERI E PAROLE chi di gelo e il mondo sembrava uscito di una fiaba di Andersen. La natura come sposa vestita di bianco, silenziosa, pensierosa, bellissima. Era notte anche nel mio sogno. Notte calda, estiva, soffocante. Salivo su una collina e camminavo lungo la riva di un fiume, controcorrente. Percepivo una calma finta, era come se stesse per succedere qualcosa di importante, ma non sapevo che cosa. All’improvviso apparvero due sagome che scorgevo solo con la coda degli occhi. Erano due alte silhouette che sembravano umane ma non lo erano, almeno questa era la mia sensazione. Mi presero per le mani cominciando a tirarmi con forza, ognuno dalla sua parte. Lottavano e da questa loro lotta sentivo un dolore lacerante, straziante, ne prima, ne dopo ho provato in realtà un dolore così di-
sumano, indescrivibile. Sembrava che nessuno di loro due potesse avere prevalenza e questo mi rattristiva immensamente. Poi qualcosa è cambiato. Da lontano vidi il viso di una giovane donna di indescrivibile bellezza ma un po’ malinconica, con la testa coperta da un velo nero. Sembrava nuotasse nell’aria, mi si avvicinava sempre di più. Nel momento in cui lei è apparve gli strani esseri scomparsero ed il dolore cessò. Dopo di che mi svegliai provando una spossatezza come se avessi corso chilometri e chilometri. Ripeto, non posso rispondere a tante domande ma sono certa che una scintilla, anche se piccolissima, quasi impercepibile e di sicuro invisibile di chi è sopra di noi, è anche dentro di noi. Io ci Credo! Dara Naumova
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ANIME NEL VENTO
UN PENSIERO PER MARCO GUINDANI È giunta improvvisa la morte di Marco Guindani, come lampo a ciel sereno ha smorzato l’azzurro del vello tingendolo di tinte brune, interrogativi senza fondo. Poche volte i nostri occhi si sono incontrati, le parole hanno avuto modo di trovare una via comune pur tuttavia il suo sorriso, accenno di saluto donava serena condivisione. Quali siano i motivi che spingono una persona a commettere un simile gesto andando contro alla vita non sta a noi sapere o giudicare. Il Buon Dio conosce il cuore di ciascuno, misericordioso accoglie, custodisce, ammonisce, riconduce le pecore all’ovile. Fa nascere tristezza infinita il sapere che una giovine vita sia stata stroncata in maniera particolarmente dolorosa. Incomprensibili sono i disegni riservati per ciascuno il cui aggrovigliarsi desta spesso stupore, conduce a capillare presa di coscienza. Sanno di sale le parole, brulle, gettano nella confusione, vanno al limitare, sconfinano. Tocchi di campana, fondi, interrotti, intervallati, hanno scosso il paesello nel giorno del commiato, come se tutti gli angeli del cielo, accorsi, fossero venuti a porgere l’ultimo saluto. Vorrei con questi pochi righi porgere un saluto a Marco, nella certezza che la luce che non tramonta lo riveste, mano fida l’ha accolto, voce di Padre lo custodisce come tesoro prezioso. Per Rebecca, amata figlioletta, una carezza con l’augurio nel tempo di poter comprendere, amare, portare avanti il suo ricordo con rinnovata gioia ed affetto. Si dice che il Signore colga per il suo giardino i fiori più belli. Mi piace pensarlo nell’immensità di un tutto senza fine accerchiato di riverberi, di pace, carezzato da brezza leggera, vestito di giada in un giorno qualsiasi monotono quanto sublime. Milena, la mamma di Vittorio e di Celeste 08
VALENTINO Nell’assenza di te l’anima scarlatta vede preterire l’infanzia davanti agli occhi... le ore trascorse nell’ammirazione delle tue opere... davi vita ai colori impregnati nella tua mente, il tuo essere era in quelle creazioni, nella tua stravaganza catturavi la loro vera anima per dare un’impronta eterea. Ciao zio... Scalvini Roberta
ANIMA BELLA Anima bella Luigi, umile nel silenzio donava pace quieto sostare. Negli anni della giovinezza lo rivedo, lesto prono, al lavoro dedito della famiglia innamorato. Ora riposa, fra volte celesti avvolto da luce che non tramonta da pace che non si consuma vestita d’arcobaleno. Dalle volte, a chi ti ha amato dona vicinanza e consolazione certezza di un giorno ricalcare le stesse orme. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste Vuoi ricordare una persona cara? “Anima nel Vento” è la rubrica nata per dedicare un messaggio, una poesia, una frase a chi ci ha voluto bene e che ora ci veglia dall’alto. E’ possibile anche pubblicare la foto della persona interessata. Lo spazio è completamente gratuito Invia testi e fotografie a: redazione@newentrymagazine.it
GUSTO A TAVOLA
PETTO D’ANATRA ALL’ACETO BALSAMICO E CREMA DI PATATE Ingredienti per 3 persone 1 petto d’anatra doppio 2 cucchiai di burro 1 bicchiere di vino bianco 1 bicchiere di brodo 5 cucchiai di aceto balsamico sale e pepe / salvia e rosmarino / purè di patate Preparazione ricetta Legare il petto lasciando la pelle esternamente Rosolare nel burro l’arrotolato girandolo sui lati, aggiungere poi il vino bianco, salvia e rosmarino, sale e pepe. Cuocere per circa 10 minuti. Togliere la carne dal tegame e passare in forno adagiata in una pirofila a 180° per 15 minuti. Nel frattempo aggiungere l’aceto balsamico nel
sughetto della prima cottura della carne, lasciar evaporare e rapprendere . Passare al colino il sugo. Tagliare il petto d’anatra a fettine sottili e irrorare col sugo. Ho impiattato con purè di patate e verdure saltate in padella con olio e cipolla sottilissima. Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna
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ED È POESIA
“Mamma”
ED È POESIA
“Gocce di luce” Timorose gocce di luce stemperano il buio di un animo ferito, in attesa di un nuovo mattino. Enrico Savoldi
ED È POESIA
“Leo”
Ti vorrei nascondere tra le mie braccia, proteggerti dalle cadute per poi accompagnarti in quel lungo cammino che è la vita al di là di ogni confine, io sarò con te nel tuo cuore, nella tua anima. Scalvini Roberta
ED È POESIA
“Malinconia d’autunno” L’autunno scuote capelli dorati, silente è la terra assonata sotto le carezze bagnate della pioggia. Le foglie screziate bisbigliano al vento. Spento e grigio il cielo, eppure bello nell’autunno idilliaco, ammagliante, malinconico, affascinante. Darina Naumova 10
Oggi non è sempre festa, l’arcobaleno fuori si vede dalla finestra, un attimo e diventa ricordo, manca l’urlo del guardiano ormai inerme a l’ultimo saluto, un’altra lacrima e poi, l’angelo vola sopra l’arcobaleno, a svanire nel nulla, a diventar ciel sereno, e guardando la luna e le stelle, al buio della sera, un bacio ancora ad immaginar chi da lassù tra le stelle scodinzola, felice e malinconico. BMG
ED È POESIA
“Sgorga potenza” Travolta dalla natura, il rumore sovrasta i pensieri, annienta i cattivi per far risorgere la mente in cosa nuova, là dove sgorga potenza, l’innocenza vive sui poveri sciocchi. Scalvini Roberta
AUTO D’EPOCA
FERRARI F2004 REGINA FRA LE REGINE Quella di cui parlerò oggi, è considerata dai ferraristi e dagli amanti della F1 con tutta probabilità, la vettura da F1 migliore mai realizzata dalla casa di Maranello. 15 vittorie su 20 gare totali disputate nella stagione, 12 pole e 14 giri veloci, praticamente le altre scuderie capirono fin da subito che quell’anno sarebbero state solo di contorno. Motorizzata con un un V10 tipo 053 da tre litri con monoblocco e testate in alluminio microfuso. Nata dalla matita di Rory Byrne, 915 Cv a 19600 rpm, numeri che possono spaventare chi non segue il mondo della F1 ma che nel circus della massima serie erano ai tempi normali. Consentì al cavallino rampante di mettere a segno sette doppiette quell’anno con l’accoppiata leggendaria di piloti, prima guida, la leggenda, il Kaiser e Barrichello come seconda guida. Vinse tutto ovviamente, mondiale piloti con Michael e anche il titolo costruttori. E’ considerata una delle migliori monoposto della storia della F1. Pesava sei quintali ed era lunga 4,54 metri. La livrea inutile dirlo rosso Ferrari, con in aggiunta anche una buona dose di bianco. Questi colori erano dovuti al fatto che i princi-
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pali sponsor del tempo erano Vodafone Marlboro. Sarà la monoposto in grado di regalare a Michael il settimo sigillo iridato, l’ultimo titolo mondiale della sua mostruosa carriera, il quattordicesimo per la scuderia più famosa e leggendaria del mondo. Il cambio realizzato in una fusione in lega di titanio aveva sette marce più la retromarcia. In quegli anni dicevi F1 e subito pensavi alla Ferrari, il dominio delle rosse era talmente schiacciante da risultare quasi noioso, come fino all’anno scorso con la Mercedes o qualche anno fa con la Red Bull. Sono gli anni di Todt, Montezemolo, Schumacher e Barrichello, gli ultimi anni d’oro di Maranello, dopo di che l’ultimo mondiale con Kimi nel 2007. Nel 2005 l’evoluzione della F2004, la F2004M sarà inaspettatamente non all’altezza della concorrenza, chiudendo velocemente la sua avventura nel mondiale del 2005. Pensando a quell’auto vengono in mente uno dei cicli più fecondi di vittorie per la rossa, oggi abbiamo un pilota, Charles che sulla carta non ha nulla da invidiare nè a Lewis nè manco a Max, non resta che aspettare... Chissà che il 2022 non sia un nuovo 2004. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com
PENSIERI E PAROLE
SOGNI E REALTÀ
Stamattina passavo vicino alla palestra della riabilitazione e da lì sentivo un coro di fisioterapiste: “Dài, forza! Bravo! Su, bravo che ce la fai!” Era un coro da grandi occasioni, da incoraggiamento per una prestazione importante: il signore anziano si stava tirando su dal lettino. Ognuno ha le sue grandi prestazioni. Le realtà di successi e insuccessi possono essere molto diverse. Ricordarselo fa bene. L’uomo che invece incontro più tardi è un irriducibile. È arrabbiato perché i suoi guai sono iniziati appena andato in pensione, e hanno mandato all’aria i suoi sogni. Così, per protesta irrazionale e non del tutto consapevole, si prende i suoi spazi di libertà contro la malattia: quando si dice un paziente non compliante. Non usa l’ossigeno come dovrebbe, perché uscire di casa con lo stroller fa vecchio e malato, e quel rospo proprio non va giù. Ci si può fare molto male non riuscendo ad accettare la realtà. A volte può essere molto duro
farlo, una strada tutta in salita. Eppure, può essere l’unica sensata e costruttiva. Così, tra sogni e realtà, mi viene in mente una poesia di John Donne. È una poesia d’amore, che sento profondamente vera. La sento vera se penso a mio marito, e la sento altrettanto vera se penso alla mia vita, finora. Il sogno Per nessun altro amore, avrei spezzato questo beato sogno. Buon tema alla ragione, troppo forte per la fantasia. Fosti saggia a destarmi. E tuttavia tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi. Tu così vera che pensarti basta per fare veri i sogni e le favole storia. Entra fra queste braccia. Se ti pare meglio per me non sognar tutto il sogno, ora viviamo il resto. Ecco. Ringrazio la vita perché vivo il resto. sguardiepercorsi
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PIANETA
Eccoci qua... Autunno iniziato, scuola iniziata (speriamo bene) e con fiducia e tanta pazienza affrontiamo il quotidiano che verrà. In questo numero della rivista, nasce una rubrica che chiameremo PIANETA JUNIOR, dedicata ai nostri piccolissimi, ai nostri bambini ed adolescenti. Mai come adesso questa specifica “categoria di persone” ha bisogno di sostegno, di cura, di attenzione, di vicinanza, e si potrebbe andare avanti con gli aggettivi ad oltranza, visto questo particolarissimo e complicato momento della loro giovane esistenza. Pianeta Junior, vuole essere, per l’adulto che legge e il piccolo a cui è dedicata la rubrica, una sorta leggera di intrattenimento, dove dalle poesie, favole, filastrocche e nozioni specifiche per gli adolescenti, viene fuori, un mondo più fantasioso, meno cruente e pesante di quanto stanno vivendo attualmente i nostri giovanissimi. Si potrà interagire con genitori, che avranno
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vogli e piacere di consigliarci argomenti che ritengono utili e formativi. Gli JUNIOR, possono mandarci disegni, pensierini, poesie, qualsiasi cosa, possa piacere, che noi, insieme a loro condivideremo. PIANETA JUNIOR parte con dare un benvenuto all’autunno, ai suoi colori ai suoi sapori, con una poesia. Questa stagione che saluta l’estate oramai andata, con i ricordi delle vacanze, al mare o in montagna, oppure a godersi le proprie città e paesi meno affollati. Riguardo a questo, chi vuole può mandare una foto, un pensiero una poesia, parlandoci di come ha vissuto la propria estate. CANTO D’AUTUNNO. Già si sente nell’aria ormai fresca, un canto d’autunno che avanza. Si posa su case, si posa su cose, si posa su prati, su fiumi, nei boschi.
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PIANETA JUNIOR L’autunno ruba ad un alberello la sua veste, ruba al cielo l’intenso colore, regala tanta acqua ad un ruscello ma ruba anche il nido ad un fringuello e fa bagnare chi esce senza l’ombrello. Ha un vento dispettoso ruba i petali ad una rosa ruba pian pianimo le foglie alle siepi ai giardini.... Però regala anche buone cose: Funghi, uva e
ottime caldarroste. SANDY Ambrosio Mapello (Bg) PIANETA JUNIOR e tutta la redazione augura ai nostri giovanissimi di affrontare il nuovo anno scolastico con serenità, ai genitori di vestirsi di pazienza e costanza, di affiancare i ragazzi in questo cammino che, sia l’emergenza sanitaria, sia il distanziamento, hanno reso molto irto e sconnesso. Ora lasciamo il detto del mese: ”OTTOBRE HA FOGLIE ROSSE, LA VITE MATURA.... RICORDA SEMPRE, CHE DONI STUPENDI, REGALA LA NOSTRA MERAVIGLIOSA NATURA”.
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UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE
AVETE PAURA DEI MOSTRI? Il parco dei mostri di Bomarzo Chiudere gli occhi ed immaginare di essere un cortigiano del 1500 secolo, che passeggia in un giardino creato “solo per sfogare il cor”. Illudersi di muoversi in un’epoca dell’apparire dove quello che è non è quello che sembra, dove l’irreale si materializza. Lo stordimento che procura passeggiare nel parco dei mostri di Bomarzo (anche chiamato Sacro Bosco di Bomarzo) è paragonabile all’entrare in un parco di divertimento a metà, dove viene fornita la base su cui poi con la suggestione e la fantasia si crea una propria storia, dove i personaggi fantastici ci conducono per due ore lungo un percorso di sola fantasia. La guida consegnata all’ingresso del parco si ri-
solve in un solo foglio con elencate le opere, e non potrebbe essere diversamente, in quanto il percorso non è altro che una passeggiata nella magia: poco importa se il progetto del parco è stato commissionato dal principe Pier Francesco Orsini, all’architetto Pirro Ligorio, ininfluente chi ha realizzato le mastodontiche statue e architetture perché in questo bosco si entra per stordirsi e non per conoscere.Gli eleganti percorsi di ghiaietto scricchiolante sotto le suole del visitatore, sono ben ombreggiati dal rigoglioso bosco ed il parco è visitabile in ogni stagione dell’anno. Sembra che la calura del mese di agosto si sia fermata all’ingresso dove una porta monumentale ci accoglie. Da lì in poi si entra in un mondo 18
UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE
fantastico, i rimandi alla mitologia sono tantissimi e le lotte tra i giganti o l’elefante di Annibale contro un guerriero romano fa sentire lo spettatore, piccolo davanti alla grandezza della storia. Il percorso è quasi interamente in piano ad eccezioni di brevi scalinate, ma è possibile affrontare il percorso da parte di visitatori che abbiano la necessità di accedere al parco con carrozzine o passeggini. Suggestiva e molto curiosa è la possibilità di accedere alla casa inclinata, secondo noi la più divertente (soprattutto per le bambine). La stanza a cui si accede dall’esterno presenta una notevole pendenza e percorrerla è estremamente difficile, da qui nascono spassose situazioni. Superata la casa inclinata lo spazio si apre abbandonando i percorsi più ombreggiati e si arriva a radure che prendono la forma di antichi anfiteatri, da qui si potrà salire in cima ad un piccolo rilievo. l parco si conclude con un piccolo tempio sulla sommità di questa collina, anche qui il carattere evocativo è l’immagine che domina ogni scelta e quindi il colonnato
non è altro che una selva di colonne che cercano più giochi di ombre che di essere un edificio vero e proprio. Concludiamo questa carrellata nel fantastico con l’immagine più iconica del parco quell’immagine che ci viene in mente se parliamo del Sacro Bosco di Bomarzo, quell’immagine che anche siamo ormai adulti si annida nei nostri sogni il mostro grottesco con la bocca e gli occhi sbarrati, qui congelato nella sua orribile smorfia non fa più paura nemmeno ai bambini, ma diventa gioco e si lascia osservare per quello che è, una mirabile opera artistica. “E’ perfettamente mostruoso ciò che la gente fa al giorno d’oggi quando passeggia: dire, alle spalle degli altri, delle cose che sono assolutamente vere.” Oscar Wilde
un_viaggio_da_Condividere un viaggio da Condividere
un viaggio da condividere 19
OROSCOPO / OTTOBRE 2021
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ARIETE (21/03 - 20/04) Avrai sicuramente qualcosa da negoziare e ci vorrà un po’ di diplomazia. Sii conciliante ed evita lotte di potere. I tuoi sentimenti attraverseranno alti e bassi non sempre facili da capire! Un giono, traboccherai d’amore per i tuoi cari.
TORO (21/04-20/05) Hai un obiettivo importante da raggiungere e ora è il momento di muoverti e darti da fare. Le tue amicizie saranno onorate. Alcuni potrebbero incontrare persone e creare nuove opportunità. Accetta gli inviti ed esci a metterti in gioco.
GEMELLI (21/05-21/06) L’atteggiamento ambiguo di un amico potrebbe sorprenderti e destabilizzarti! Questa persona vorrebbe andare oltre? Non avere fretta e prenditi il tempo necessario per sapere cosa vuoi.
CANCRO (22/06-22/07) Cerca di avere un atteggiamento leggermente più positivo. Venere forma dissonanze destabilizzanti per i sentimenti, ma alcune novità potrebbero essere positive. Ti scuoteranno e ti costringeranno ad essere più consapevole della tua condizione.
LEONE (23/07-23/08) Sii conciliante ed evita lotte di potere. I tuoi sentimenti attraverseranno alti e bassi non sempre facili da capire! Un giono, traboccherai d’amore per i tuoi cari. E il giono dopo, non sopporterai nessuno.
VERGINE (24/08-22/09) Sfrutta al massimo il tuo umorismo, sarà la tua migliore risorsa per convincere l’altro! In amore, invece, la situazione è sempre tesa. Un vecchio problema potrebbe riapparire e causare problemi nella tua vita amorosa.
BILANCIA (23/09-22/10) Sei pronto ad “accogliere” un guanto di sfida sul lavoro? Diciamo che nell’aria si respira un po’ di irrequietezza, e allora cerchiamo di fare due respiri profondi prima di agire. Questo vale anche per il rapporto di coppia, non idilliaco in questo periodo.
SCORPIONE (23/10-22/11) Molte le cose da fare (per il lavoro, ma non solo) tanto che a molti sembra impossibile stare dietro a tutto. Chi è in affanno dovrebbe riconsiderare questi ritmi o comunque riorganizzare – se possibile – la gestione degli impegni in modo da ottimizzare gli sforzi in ogni campo
SAGITTARIO (23/11-21/12) Momento ideale per dare una forte spinta ai tuoi affari professionali! Alcune novità sono già in corso: a chi ha iniziato un nuovo progetto, a chi sta ricoprendo un ruolo “diverso” da quello svolto in passato; a chi addirittura ha cambiato azienda, collaboratori o città.
CAPRICORNO (22/12-20/01) C’è un evento importante che ti aspetta. Ma se sei un libero professionista, occhio perché se tiri troppo la corda, potresti anche rischiare di perderti qualche pezzo per strada. In famiglia si vive armoniosamente a parte qualche discussione sulla gestione economica ma nulla di grave...
ACQUARIO (21/01-19/02) Il terreno è disseminato di piccole insidie, soprattutto nell’ambito dei rapporti interpersonali. Probabilmente avrete bisogno di maggiore luce, di una chiarezza che vi consenta di vedere meglio ciò che accade intorno a voi. Mettete da parte dubbi e inganni e cercate di fidarvi di più...
PESCI (20/02-20/03) Vi sentirete spinti e invitati a dimostrare maggiore interesse e entusiasmo a qualcuno, e proprio allora inizieranno i confronti, le parole con chi vi apparirà insofferente, incapace di aspettare i tempi anche se voi preferireste una persona più sicura, capace di prendersi le proprie responsabilità.
TERRITORIO
GRANDE SODDISFAZIONE PER I TIFOSI BRESCIANI NEL CICLISMO Sonny Colbrelli vince il Campionato Italiano a quello Europeo Per gli appassionati di ciclismo, in particolare quelli bresciani, domenica 12 settembre a Trento hanno vissuto una indimenticabile giornata di sport, coronata da una strepitosa vittoria del campione bresciano Sonny Colbrelli. Conquistando il titolo di Campione d’Europa dopo avere vinto in giugno quello di Campione Italiano. Un inno alla gioia ha scritto il nostro quotidiano, che ha trovato conferma con le note di Mameli e nello sventolio del Tricolore sul gradino più alto del vincitore. Un canto corale si è alzato in Piazza del Duomo, gremita in ogni angolo. Tanti applausi e incitamenti che si sono susseguiti per tutta la gara, a favore dei 122 ciclisti professionisti provenienti da 20 nazioni Europee. Con il vincitore, sembravamo anche noi vincitori. Un giorno indimenticabile per gli amanti di questo inimitabile sport. Dopo l’arrivo ci intratteniamo anche con Ferenc Stubán, amico di Samuele, ungherese per anni commissario della sua nazionale, sempre nel giro del ciclismo, accompagnato dal simpatico Aurelio. La mia generazione era cresciuta da bambini sentendo nell’aria il mito di Gino Bartali e Fausto Coppi, qualche cronaca alla radio, nei racconti dei nostri padri, nelle ultime apparizione alla televisione, da poco nata in Italia. Vidi alcune gare con Coppi, compreso a Calvisano nel famoso Circuito degli Assi nell’ottobre del 1968, presente anche Ercole Baldini con la maglia di Campione del Mondo. Mentre Bartali cessato di correre, continuò nel ciclismo, lo vidi più volte come ospite a varie corse, anche nel bresciano. Non mancarono i loro volti, in alcune delle figurine o in quelle biglie che erano fra i giochi pre22
Colbrelli primo al Campionato Italiano feriti di noi ragazzi. Poi gli anni passarono, ma la passione per il ciclismo no. Varie gare, anche di categorie minori, mi videro ai bordi delle strade, così come quelle con i grandi campioni. Sempre a Calvisano, nel 1966 il castenedolese Michele Dancelli si presenta con una fiammante maglia tricolore. Dieci anni dopo nel 1978 sono a Odolo, dove un altro bresciano Pierino Gavazzi, vince il campionato italiano, battendo in volata i favoriti e campioni quali Francesco Moser e Giuseppe Saronni. Qualche anno dopo 1981 in Val di Taro, mi emoziono come sempre, ed applaudo Francesco Moser (che ho sempre tifato) che vince per la terza volta il campionato italiano. Aspettai ancora vari anni prima di assistere ad una gara di campionato italiano. Succede a Boario Terme nel giugno del 2018, dopo una magnifica gara Elia Viviani indossa la maglia tricolore. Lui veronese e quasi di casa nel bresciano, in particolare a Montichiari, dove si allenava nel locale Velodromo permettendogli di vincere alcune medaglie alle Olimpiadi ed in gare mondiali in
TERRITORIO
Sonny Colbrelli vince l’europeo a Trento pista. Velodromo che continua ad essere l’unica struttura coperta in Italia, ma a mio avviso, poco considerata a livello nazionale, in particolare quando è stato costruito. Aveva necessità di alcuni accorgimenti, in grado di essere idoneo a gare mondiali, funzionante per più anni, anziché necessitante di vari interventi, anche adesso che ne scriviamo. Accanto ai campionati italiani, ebbi l’occasione e l’emozione di vivere come spettatore alcuni
mondiali di ciclismo su strada, la gara delle gare disputata in un solo giorno per conquistare la maglia con l’iride. Iniziai diciannovenne a Salò il 1 settembre 1962, dove nei dilettanti vinse il bresciano Renato Bongioni e come non mai le note del tricolore solcarono il golfo del Lago di Garda. Il giorno dopo nei professionisti vinse il francese Jean Stablinski. Nel 1971 a Mendrisio Eddy Merckx (definito il cannibale in quanto vinceva tutto) dopo una fuga a due batte Felice
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TERRITORIO
L’amico Ferenc Stubán
Viviani alla partenza di Boario. Viviani campione italiano - Giugno 2018 Gimondi, che si rifarà due anni dopo a Barcellona. Nel 1985 sono a Giavera del Montello (TV) è primo Joop Zoetemelk. A Lugano nel 1996 si spera in Gianni Bugno e Bartoli, ma vince Johan Museeuw. Nel 1999 si corre a Verona è primo lo spagnolo Oscar Freire, che si ripete
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sempre a Verona nel 2004. Ci consoliamo nel 1999 fra gli Juniores con la vittoria del veronese Damiano Cunego. Grande successo italiano a Varese nel 2008, tutti controllano Paolo Bettini vincitore nel 2006 e 2007, ne approfittano gli altri italiani, da solo arriva Alessandro Ballan, poi nella volata Cunego è secondo. L’anno dopo con un gruppo di amici ritorniamo a Mendrisio, Cadel Evans australiano è primo. Nel 2013 sono a Firenze in tribuna stampa, Vincenzo Nibali ha contro tutti, cade negli ultimi kilometri e riesce ad agguantare i fuggitivi, nella volata a quattro vince Rui Costa. Gli ultimi anni i mondiali lì vivo davanti al televisore, dalla partenza all’arrivo, in attesa che vinca un italiano. Senza nulla togliere ai vincitori degli ultimi anni, grandi campioni come lo slovacco Peter Sagan vincitore per tre volte dal 2015 al 2018 o Julian Alaphilippe il francese vincitore ad Imola lo scorso anno e per la seconda volta il 26 settembre scorso in Belgio. Aspettiamo le ultime gare del 2021 in attesa di applaudire ancora Sonny Colbrelli. Marino Marini
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FASHION AND STYLE BY ROMINA SIRANI Care amiche,oggi voglio darvi qualche esempio di outfit in modo che possiate verificare cosa già avete nel vostro guardaroba da riutilizzare e cosa invece dovrete acquistare per creare il vostro look di tendenza!! Partiamo da: -Gonna plissé da abbinare al blazer: un accostamento imperdibile composto dal rigore del capospalla che unito alla gonna regala un effetto bon-ton; -Abito midi ed alla caviglia: regala raffinatezza in qualunque occasione da quella più rigorosa dell’ufficio fino al relax dell’aperitivo; -Tailleur pantalone: per chi ama lo stile maschile è sicuramente la stagione giusta che permette anche di sbizzarrirsi con modelli coloratissimi; -Tubino: classico ed intramontabile, sinonimo di eleganza e classe sia nelle versioni più classiche che con dettagli contemporanei; -Tailleur lady-like: ossia con la gonna, sempre più sofisticato ed elegante; -Lo spezzato: per chi ama un look più casual e creativo, dove dare via libera alla propria fantasia nell’abbinare il blazar alla gonna/pantalone. Romina Sirani
PENSIERI E PAROLE
FINE DEL LETARGO
Socchiudo le finestre e metto una felpa leggera. Dopo il temporale la luce del tramonto brilla sui tetti e sull’asfalto bagnato. E cala velocemente la sera. Sono contenta che l’estate stia finendo. Anzi, psicologicamente, per me è già finita con i primi temporali che hanno spazzato l’afa e l’umidità e con il rientro al lavoro. Questo clima, atmosferico e interiore, mi quieta e mi consente di riaprirmi: cammino per la città, torna la voglia di muovermi e di fare. Esco dal letargo estivo, mi stiracchio, annuso l’aria frizzante del mattino, mi guardo intorno, riassaporo il piacere di sentir fluire più energia. La città si rianima, e io con lei. Con questo spirito, lo zaino in spalla pesa meno. sguardiepercorsi
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Una giuria selezionerà le foto dopo di che verranno pubblicate sulla rivista dove saranno votate da parte dei lettori. Il premio finale, oltre all’intervista corredata da fotografie pubblicata sulla nostra rivista e sito internet, un buono dal valore di 150€ per uno shooting fotografico professionale in studio nei vari generi fotografici, con vari set e cambi di outfit da concordare con il fotografo Piero Beghi. Una grande opportunità per avere un tuo portfolio di qualità e sentirti modella per un giorno.
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RIDIAMOCI SOPRA Il chirurgo al paziente: “Mi spiace molto, ma dobbiamo operarla di nuovo. Ho dimenticato un guanto di gomma nel suo stomaco”. E il paziente: “Perché rifare tutto quel lavoro, dottore? Eccole 5 euro e se ne compri un paio nuovi”.
“Mi sono fatto la casa nuova. L’ho voluta tutta tonda”. “Come mai così strana?”. “Perché mia suocera quando ha saputo che mi facevo la casa nuova mi ha detto: “Ci sarà un angolo anche per me?”
La moglie: “Caro, ti piace il mio nuovo reggiseno?”. Il marito: “Ma a che ti serve, se non hai nulla da metterci dentro?”. La moglie: “E allora tu che le porti a fare le mutande?”.
Un tipo entra in un negozio di abbigliamento. Il commesso gli chiede: “Il signore desidera?”. “Vorrei una camicia di forza...”. “Ma lei è matto!”. “Ma come ha fatto a indovinare?”.
Un tizio arriva con la macchina, abbastanza scassata, davanti a Montecitorio e posteggia proprio in mezzo alla strada. Un vigile gli si avvicina e gli dice: “Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qua!”. “Perché?”. “Come perché?”. “Perché qui passano ministri, deputati, senatori... “. E il tizio: “E che mi frega? Tanto io ho l’antifurto!”.
Due allevatori danno da mangiare alle colombe. “Guardale, sono come i politici”. “Perché?”. “Finché sono in basso, ci mangiano dalle mani, ma quando sono in alto, ci smerdano!”.
Cosa fa un pasticciere quando gli muore la moglie? La crema! Cosa dice il professore di greco entrando in un’aula con aria viziata? “Eschilo, Eschilo, che qui si Sofocle... e attenti alle scale Euripide che vi Tucidite”. E la risposta: “Ma chi Senofonte”.
Una bellissima signora si presenta dal dottore: “Dottore, mi è accaduta una cosa stranissima: il mio seno va in alto!”. Il dottore prima si meraviglia e poi ordina alla donna di spogliarsi. “È proprio vero!”. E la donna: “Ma, dottore, è una malattia grave?”. “Questo non lo so, ma di sicuro è contagiosa... Colmo per un rettore universitario: non essere nel pieno delle sue facoltà.
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TERRITORIO
È ANCORA EMERGENZA SANGUE
Torna a fare un accorato appello il Presidente Avis Provinciale Brescia, Gabriele Pagliarini, al quale si uniscono tutte le sedi comunali bresciane: MANCA SANGUE! Da gennaio ad aprile - dice Pagliarini- le donazioni sono state superiori rispetto allo stesso periodo del 2020, ma da giugno si mantiene un sistematico calo preoccupante, mettendo a rischio intervento chirurgici programmati e cure per malati cronici. Il settore medicina trasfusionale ha potuto affrontare il problema grazie alla cessione di prodotti ematici da parte di altre province lombarde. Da incrementare la raccolta nei giorni infrasettimanali, per garantire cure continuative, dato che i concentrati piastrinici hanno durata di soli 5 giorni. Chi può vada dunque a donare - ribadisce Pagliarini- e per quanto riguarda la mia sezione Avis di Montichiari, il Presidente Bettenzoli si unisce alla sollecitazione, anche a chi deciderà di donare per la prima volta, contattando Avis Brescia, allo 0303514411 in orario d’ufficio: basta aver compiuto 18 anni, pesare almeno 50 kg ed essere in buona salute. Covid permettendo, in settembre riprenderemo le campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nelle piazze. Grazie a tutti Ornella Olfi addetta stampa Avis Montichiari
ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI
L’ALCOOL SI ERA PRESO TUTTO!
Ciao sono Graziano e sono un’alcolista. La mia storia comincia a 14 anni quando un giorno vidi morire mia mamma in un letto d’ospedale: cirrosi tossica dovuta all’abuso di alcool. Un anno dopo anche mio papà se ne andò. Mi ritrovai solo con 2 sorelle piccole. Abitavo a Torino e ci portarono a Brescia in una famiglia che ci adottò. Ricordo che ero un ragazzo triste, non avevo amicizie ma una sera la mia vita cambiò. Un ragazzo che abitava nella mia via mi fermò e mi chiese se volevo conoscere i ragazzi della sua compagnia; risposi di sì ma dissi che ero timido... lui mi fece un sorriso e mi disse che aveva la cura: si trattava di bere 3 birre. Incuriosito dissi di sì e provai, ricordo che la prima birra era amara, la seconda sembrava che si muoveva qualcosa e la terza non la ricordo: mi portarono a casa ubriaco. Sì, ho cominciato così. Adesso mi rendo conto che quella cura mi avrebbe portato alla rovina in maniera lenta e progressiva. Passarono gli anni e quel ragazzo timido era diventato grande. L’alcool era il protagonista della sua vita e come un burattino mi facevo manovrare da lui senza il quale non ero più in grado di fare nulla: si era preso tutto!!! Persi il lavoro, un mucchio di soldi... Avevo una moglie e una figlia piccola che quando tornavo dal lavoro correva incontro al suo papà felice di vederlo, ma quel papà non vedeva il sorriso della bimba e non sentiva le urla della donna che nonostante tutto, la sera, la trovavo in cucina a piangere. Sì, quel ragazzo non aveva più niente, il suo sguardo era sul tavolo della cucina per vedere se c’era il suo unico amore .... l’alcool. Una sera quella donna, con un sorriso coperto dalle lacrime mi disse: “Graziano, tu hai un problema con l’alcool, fatti aiutare”. Ricordo quel volto e stranamente capii quello che mi stava dicendo. Nonostante era
luglio e faceva molto caldo, ricordo che tremavo dal freddo... mia moglie mi accompagnò in un luogo e sul cancello c’era una targhetta con scritto AA alcolisti anonimi. Col mio orgoglio dissi tranquillamente: “Lo faccio per te ma poi non verrò mai più”. Entrai in quella stanza e vidi tanta gente che mi sorrideva, dissi subito che mi trovavo in quell’ambiente ma che non era il mio posto, che non sarei più tornato perché Io non avevo bisogno di loro. Uno del gruppo mi disse: “Siediti e ascolta, alla fine sarai tu a decidere! Mi sedetti e mi dissero che quella serata era dedicata a me... era tanto tempo che nessuno mi diceva una cosa del genere! Così ascoltai tutte le testimonianze e sentivo storie che mi appartenevano: chi beveva di nascosto, chi rubava i soldi per procurarsi l’alcool, chi raccontava bugie, chi beveva sul posto di lavoro... erano tutte cose che facevo io. Quella serata dedicata a me giunse al termine e quindi dovevo decide cosa fare.Decisi di andare ancora una volta per curiosità... sono passati 9 anni da quella sera che ritornai la seconda volta. E ricordo tutto di quella serata di luglio che faceva caldo ma tremavo di freddo. Mi dissero: “fallo per te stesso, prova a stare 24 ore senza bere poi ancora 24 e così via... “. Non mi dissero che non potevo più bere ma solo di fare le 24 ore e di ricordarmi che la mia era una malattia lenta, progressiva e mortale ma che anche il recupero sarebbe stato lento e progressivo. Questa malattia l’ho fermata così: facendo le 24 ore! Le stò ancora facendo, non devo predere il primo bicchiere, lo devo fare per me stesso. Ringrazio AA che mi ha salvato la vita. Ciao da Graziano, serene 24 ore. Numeri utili Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it 29
SPECIALE
LA ROCCA CONTESA RISTORANTE CON PIZZA A LONATO DEL GARDA (BS)
Il Ristorante con pizza “La Rocca Contesa” si trova nel centro storico di Lonato, vicino alla torre civica cittadina e ai piedi della imponente Rocca Viscontea, alla quale deve il suo nome. Luogo e nome medievale, memoria per un ristorante con un’ambientazione di grande fascino all’interno di una dipendenza della “Casa del Podestà” denominata “Casa del Bibliotecario”. Luigi Caprioli, titolare, chef e sommelier del ristorante, con i suoi collaboratori sarà lieto di accogliervi. Nei mesi invernali in un ambiente caldo, rilassante e piacevole dove potrete gustare prelibati piatti di mare, terra e lago e le nostre pizze tradizionali a lunga lievitazione o le ottime pizze “gourmet” fatte con farine integrali di produzione biologica, farcite con ingredienti di alta qualità e dalla lievitazione naturale con sola “pasta madre viva”, il tutto accompagnato da pregevoli vini selezionati tra le migliori proposte italiane o da birre artigianali e alla spina. In estate sarete ospiti di uno straordinario giardino su tre terrazze, delimitato da un alto muraglione di cinta che si apre verso un’incantevole vedute delle principali strutture architettoniche di Lonato: la cinquecentesca Torre civica e il Duomo dedicato a San Giovanni Battista con la sua armoniosa cupola barocca. Inoltre possiamo riservarVi in esclusiva i nostri giardini per organizzare pranzi e cene di matrimonio o altre ricorrenze all’aperto sia con servizio tradizionale al tavolo
sia a buffet. Possiamo servirvi l’aperitivo al Jazz Cafè, continuare il pranzo o la cena nei giardini terrazzati e chiudere poi la serata nel giardino del Jazz Cafè ballando con musica dal vivo. Per i Vostri pranzi o cene aziendali e per i Vostri incontri di lavoro possiamo riservarVi le nostre sale da 20/30/40/50 posti. Siamo a Vostra disposizione per concordare dei menù che soddisfino le Vostre esigenze e preferenze. Business lunch a pranzo dal martedì al venerdì: un primo, un secondo con contorno, acqua, un bicchiere di vino o una birra piccola o una bibita e caffè a 15 Euro. Ogni giorno le proposte varieranno secondo la disponibilità del mercato e l’estro del nostro chef. Luigi Caprioli
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QUESTO È IL MIO NOME - di Micky Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.
Raffaele - Raffaela
Il nome Raffaele e il suo corrispettivo femminile Raffaela deriva dal nome ebraico Rephael o Rafa’el. Rephael è un nome composto dai termini rapha, il cui significato è “ha guarito” e da El che significa “Dio”. Il significato letterale di Raffaele e Raffaela quindi è “Dio guarisce”. Nel Medioevo divenne un nome molto comune. Questo grazie a una storia citata nell’Antico Testamento. Qui, infatti, si narra dell’episodio in cui l’arcangelo guarisce dalla cecità Tobia il Vecchio. In seguito, accompagnerà il figlio di quest’ultimo nel viaggio per trovare moglie. Questo nome, al maschile è abbastanza diffuso in tutta la penisola specialmente in Campania. Ha inoltre, numerose varianti, molte delle quali cadute ormai in disuso. La variante Raffaello è molto popolare in Toscana. Il suo corrispettivo femminile Raffaella, invece, durante gli anni ’70 ha superato, in popolarità, il nome originale Raffaela. Questo grazie soprattutto alla fama della soubrette Raffaella Carrà, venuta a mancare da poco. Onomastico Raffaele si festeggia il 29 settembre in onore dell’arcangelo Raffaele che guarì dalla cecità Tobia e guidò il figlio Tobiolo in un lungo viaggio alla ricerca di una sposa. Per questo motivo è il patrono sia dei medici e degli oculisti che degli emigranti e dei farmacisti. Considerato protettore delle acque termali, lo si invoca anche per guarire dall’epilessia. Raffaela, invece, viene festeggiata il 24 ottobre. Caratteristiche del nome Chi porta il nome Raffaele o Raffaela è una persona allegra e solare, sa quello che vuole e sa come ottenerlo. Si basa molto sulle proprie idee e non si lascia influenzare. La sua peculiarità è
la generosità. Di conseguenza ne fa largo uso con parenti e amici. Origine: ebraica Parola chiave: allegria Varianti maschili: Raffaello Varianti maschili alterate: Raffaelino, Raffaellino Ipocoristici maschili: Lele, Lello, Raffo Varianti femminili: Raffaella Numero portafortuna: 7 Colore: Giallo Pietra Simbolo: Topazio Metallo: Oro Onomastico maschile: 29 settembre Onomastico femminile: 24 ottobre Segno zodiacale corrispondente: Acquario (Fonte: ilgiardinodegliilluminati.it)
GOCCE DI MEMORIA
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SPECIALE
Ciao, sono Federica Cavagna e voglio raccontarti la mia storia. Ho iniziato a frequentare la palestra all’età di 14 anni per non smettere più, ogni giorno mi rendevo conto che avevo più forza e fiducia in me stessa. Prima di tutto sono una mamma, sono una massoterapista e la mia passione per il corpo umano, per l’estetica e per l’attività fisica (quindi per il benessere a 360°) mi ha portato a voler diventare una Personal Trainer! La mia missione è renderti più bella, più forte e col sorriso! Perché ho deciso di fare questo lavoro? Voglio aiutare le persone a sentirsi a proprio agio nel loro corpo, più forti, più belle e far capire che “tutto” è possibile. Come dicevo prima, la prima
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volta che ho messo piede in palestra avevo 14 anni. Ero molto insicura, avevo molte “paure adolescenziali” e non mi sentivo bene nel mio corpo nuovo di donna. Non è stato un percorso semplice e nemmeno veloce ma ogni giorno prendevo sempre più consapevolezza del mio corpo, del mia forza fisica e mentale. Ho realmente capito cosa mi faceva stare bene davvero. Dove ti porta un percorso sbagliato? • PERDI TEMPO E DENARO • NON RAGGIUNGI L’OBIETTIVO Allora non rischiare! Da me troverai un percorso super personalizzato in tutto. Un ambiente bello, lussuoso, a regola di donna, sarai sempre ben seguita. Il tutto in to-
SPECIALE
tale serenità e semplicità. Ma pur sempre lavorando per i nostri obiettivi!!! Ora devi fidarti di me! Dammi la tua fiducia, al resto ci penso io. Voglio creare con te un progetto il più personalizzato possibile per un obiettivo ben preciso, che sia sostenibile con la vita di ogni giorno (famiglia, lavoro…) e che ti piaccia. Sarà funzionale, efficiente ed efficace ma pur sempre bello, da fare col sorriso! Iniziamo, passo dopo passo, insieme. INIZIAMO CON UN CAFFÈ Parliamo del tuo obiettivo, tutto nasce da lì. VALUTIAMO
Sono necessarie la valutazione della composizione corporea e la valutazione delle problematiche nella vita quotidiana, prenderemo atto di ciò che dovremo affrontare e di come affrontarlo. PARTIAMO Non serve altro, se non la voglia di iniziare! PARLIAMO DI Benefici 1. Allenarsi in un ambiente bello, riservato e in totale sicurezza, sempre sotto lo stretto controllo del personal trainer. 2. Non ti sentirai mai a disagio quì nel mio centro, ogni donna è speciale. 3. Evitare sedute di ore ed ore in palestra, ma dedicando 2-3 ore a settimana fatte BENE per avere più tempo per famiglia e hobby.
Inquadra il qrcode qui a fianco ed entra nel mondo Fitness Atelier di Federica Cavagna
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SERIE TV E...
Dynasty è una serie TV statunitense reboot, basata sulla serie omonima degli anni ‘80 andata in onda dal 1981 al 1989 su ABC. Il pilot, annunciato a settembre 2016, è stato ordinato come serie nel maggio 2017. Dynasty viene trasmessa dall’11 ottobre 2017 sul canale The CW negli Stati Uniti e su Netflix a livello internazionale dal 12 ottobre 2017,
settimanalmente il giorno dopo la messa in onda statunitense. L’8 novembre 2017, The CW ha scelto la serie per un’intera stagione di 22 episodi da mandare in onda nella stagione televisiva 2017-2018. Il 2 aprile 2018, The CW ha rinnovato la serie per una seconda stagione, andata in onda dal 12 ottobre 2018. Il 31 gennaio 2019 The CW ha rinnovato la
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SERIE TV E...I serie per una terza stagione, uscita venerdì 11 ottobre 2019 negli USA e in Italia il 23 maggio 2020 su Netflix. The CW ha rinnovato la serie per una quarta stagione il 7 gennaio 2020. Il 3 febbraio 2021 la serie è stata rinnovata per un quinta stagione. Trama Fallon Carrington torna a casa dalla sua famiglia, al fine di essere scelta come il nuovo amministratore delegato della società del padre. Ma una volta arrivata, rimane scioccata nello scoprire che suo padre è impegnato con Cristal Flores, una giovane donna che lavora come segretaria per la società. Accusandola di interesse per il patrimonio di famiglia, Fallon farà ogni sforzo per scoprire i segreti di Cristal. Questo creerà rapidamente tensione tra le due giovani donne che cercheranno di rendere l’una all’altra la vita un incubo. Stagioni 1^ stag. 22 episodi - 2^ stag. 22 episodi 3^ stag. 20 episodi - 4^ stag. 22 episodi Ilaria Boffetti
CITAZIONI: “The umbrella Academy” Se ti sei fatta domande sul perché del suo successo, la risposta è che è bravo a farti credere di agire nel tuo interesse, ma in realtà pensa solo a se stesso (riferito al padre). FALLON CARRINGTON Ho dovuto fare molti sacrifici per arrivare dove sono, non mi è mai stato regalato niente. FALLON CARRINGTON Io non uso le persone per ferirne altre, come fai tu (a Fallon). MICHAEL CULHANE o non uso le persone per ferirne altre, come fai tu (a Fallon). MICHAEL CULHANE
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BEATRICE Piccolo scricciolo appena arrivato, miracolo della natura, dono di Dio, morbida, profumata, vellutata la tua pelle, nessuna rosa regge il tuo confronto. Al solo osservarti il cuore accelera, corre. La mente sfuma ogni pensiero mi sento volare, di una piuma più leggero. Beatrice e Martina, care nipotine, quando osservo voi e la vostra mamma, l’anima mia dentro si infiamma, non è un fuoco che brucia o che abbaglia, ma una luce che tutto mi ammaglia !! Giordano
PENSIERI E PAROLE
MIRACOLI Aspettare che accada un miracolo a un posto sacro è come aspettare di vincere milioni alla lotteria. Non è possibile, tanti provano, pochi riescono. Io non so perché è così, so soltanto che non c’è una cosa più sbagliata della inutile domanda: - Perché a qualcuno è concesso, e agli altri no, perché qualcuno riceve il dono e l’altro no? Le nostre vie non sono Le Sue vie e i nostri pensieri non sono I Suoi pensieri. Hanno un costo elevato i miracoli, non possiamo pagarlo tutti. Ma c’è una cosa che è alla portata di mano di ciascuno di noi, completamente gratuita: la pace interiore, la calma, la rassegnazione e…...la speranza. Da questi regali possiamo prendere quanto vogliamo. I miracoli a volte sono ad un passo da noi, nelle cose semplici, quotidiane, banali, quasi invisibili ed impercepibili. Sulla spiaggia c’è un’infinità di granelli di sabbia, possiamo prenderne quanti ne desideriamo e trasformare qualche granello in perla. Dipende solo da noi. Darina Naumova 36
ED È POESIA
“GRAZIE CANTO” Ogni mattina, appena desta, della cucina apro la finestra e, sorseggiando un buon caffè, ammiro il panorama intorno a me. Ogni giorno c’è qualcosa di diverso: a volte il cielo è grigio... altre un azzurro terso. Osservo le strade di Carvico, con le moderne case ed il suo borgo antico... e, come fosse uno sfondo teatrale, il Monte Canto mi soffermo a guardare. Mi sembra un buon gigante di verde vestito... che mi accoglie festante, come un caro amico. Mi fa sentire molto protetta, la dolce presenza di questa vetta... e immagino le storie che potrebbe raccontare a chi, sui suoi sentieri, si trova a camminare. Ci sono tanti boschi... ma anche alcuni prati... cascine con vigneti e campi ben curati. Nei suoi boschi, percepisco la magia di una musica fatta di niente... e nell’aria, la dolce poesia, che rallegra il mio cuore e la mia mente. Ringrazio il Monte Canto per i suoi bei sentieri... e chi li cura da tanto... oggi... come ieri. Piera Masoch
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RACCONTI
FINE DI UN’ESTATE Erano arrivati alla Locanda del Passo, che a orecchio sembrava un luogo situato in montagna o almeno in collina, e invece sprofondava nelle molli rive del Pò, giusto dove questo sfociava nel mare. Un’ora prima Matt aveva abbottonato il giubbotto e si era scrollato di dosso qualche migliaio di moscerini, ora sul tovagliolo del ristorante, mentre si grattava la barba, cadevano i pezzi di ciò che restava. Alla frase: “Greg, non puoi capire”, questi sbottò: “Il fatto è che non sono padre. Non ho voluto esserlo, ed ora, ben oltre i tre quarti del mio percorso su questa terra, mi rendo conto che è stata una delle poche scelte che non rimpiango. Non sarei stato un buon padre. Troppo centrato sul presente, sul qui e ora, a discapito di una visione a lungo termine, a discapito del futuro, incerto e traballante, poggiato sulle palafitte tra il fango che circonda l’umanità. Sì, ok, è una visione da fumetto in bianco e nero, non contempla le mille sfumature che intercorrono tra il primo e il secondo, foss’anche in una sola scala di grigi che Ansel Adams con le sue gigantografie ha ben rappresentato. Non sarei stato un buon padre perché non avrei saputo scendere a compromessi con le mie paure, con i miei incubi. Non avrei saputo resistere alle voglie dei miei pargoli, e avrei
messo il muso lungo sulla mancanza di voglie della mia Lei, presa tra pannolini da cambiare e rigurgiti da ripulire, tette da offrire ad altri che non sono io e frasi da ripetere all’infinito. Perché “io so, io ci sono passato, e vorrei evitarti perdite di tempo”, ma so che dirtelo non serve a nulla. Non sarei stato un buon padre perché questo mi fa capire che in realtà la formula non esiste, e centinaia di migliaia di anni di evoluzione mi sussurrano a gran voce che mi sbaglio: il mondo andrà avanti benissimo senza me e la mia progenie, e se ne fotterà allegramente delle mie paturnie. Potrò solo dire, alla fine, che lo sapevo.
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RACCONTI Che era previsto. Che il Tutto, come sempre, aveva ragione.” Matt ascoltò attentamente il fiume di parole che Greg aveva appena vomitato tra il serio e il faceto, dicendo tutto e nulla, come spesso accadeva dopo un paio di bicchieri di rosso nostrano, solfiti 100%. Gli piaceva Greg, con quel suo modo di fare perennemente sopra le righe, pronto a cambiare rotta rimanendo sempre saldo al timone, sulla breccia ma con i piedi ben piantati a terra. Anni di studio delle dottrine orientali e un passato burrascoso tra mille opportunità lasciate e qualcuna presa al volo all’ultimo secondo, lo avevano reso imperturbabile, tranne quando vedeva una neo-mamma alle prese con una nuova Vita. Ecco, lì sbroccava e partiva: “il fatto è che non sono padre…” Matt parcheggiò la moto, sbottonò il giubbotto e istintivamente guardò alla sua desta, per sfottere Greg che ancora armeggiava col cavalletto per trovare il giusto equilibrio ed essere sicuro che la moto non cadesse. Si sedette e ordinò una bionda. Media. Fresca. E un gelato. Piccolo. Cremoso. Rimuginava sulle parole che Greg gli aveva detto tre mesi prima, prima della fine, prima che un pirata se lo portasse all’inferno, mentre gustava il gelato, piccolo e cremoso, e si godeva il fresco di quelle fine estate, in una birreria ai confini dell’impero dove era per caso arrivato in tarda serata. Le luci gialle del cascinale lo avevano attirato come una falena, e come lei ora cercava il pertugio per avvicinarsi sempre di più a quel posto che sapeva di buono, di vecchio, di ricordi. Greg non c’era. Greg non ci sarebbe stato mai più. Matt accese una sigaretta e osservò la spirale d’argento che abbracciava i suoi pensieri, mentre il cielo piangeva come lui. Massimo Zucca
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Riflessioni
LA STUFA A LEGNA In autunno le temperature si abbassano spesso rapidamente. A casa mia il rimedio era accendere la stufa già all’arrivo dei primi freddi. Oltre a riscaldare la cucina, serviva ad appendere ai raggi la biancheria ad asciugare, a cucinare, a fare le braci da mettere nella scaldina ai piedi della nonna che facendo poco movimento percepiva di più il cambio di stagione. Togliendo i cerchi sul piano della stufa si inseriva la pentola per sfruttare al meglio il calore della legna che scoppiettava allegra; sui cerchi chiusi invece si abbrustoliva la polenta, le castagne, le bucce d’arancia per profumare l’ambiente e sempre qualche pentola a bollire. Nel forno si faceva biscottare il pane, da inzuppare le latte a colazione e per ricette in cucina ( ripieno per pollame, impanatura per cotolette, gnocchi). Nella “ramina” l’acqua bollente si usava per lavarsi a turno in una vaschetta (il bagno nella vasca si faceva solo una volta la settimana, accendendo lo scaldabagno a legna) e per riempire la borsa dell’acqua calda. La nonna si scaldava le mani di giorno e tutta la famiglia i piedi nel letto di notte, nelle mezze stagioni. D’inverno invece la scaldina con le braci si metteva nel letto inserita nella “monega”, che scaldava molto di più, anzi, spesso bruciacchiava anche
le lenzuola, salvo poi raffreddarsi troppo in fretta. Ormai quasi più in nessuna casa ci si scalda con la stufa a legna: chi ha il camino o la stufa a pellet, chi accende il condizionatore in modalità per togliere umidità e intiepidire le stanze, chi si scalda con i caloriferi a metano o a gasolio. L’odore di fumo impregnava la cucina, perché dai cerchi e dai tubi filtrava un po’ di fuliggine, per cui la biancheria stesa diventava leggermente grigia, eppure l’odore di legna rimane uno dei profumi indimenticabili della mia infanzia, e penso anche quella di quasi tutti i non più giovanissimi che si sono scaldati con la stufa a legna. Ornella Olfi
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L’INTERVISTA
MARTINA MENEGHINI IO, SOCIAL-AMBASSADOR PER VOCAZIONE
Vedersi nelle immagini che girano sui social e in tv come ambassador di un brand fa sempre un certo effetto, e succede anche a chi nel mondo della fotografia e dello spettacolo ci “vive” ormai da anni. Così, per Martina Meneghini, la collaborazione col marchio di abbigliamento Los Sclavo si è aggiunta alle tante che nel corso degli anni l’hanno vista sulla cresta dell’onda. Eppure, stavolta, c’è orgoglio, emozione e soddisfazione. Martina Meneghini con le luci dei riflettori ha un feeling che dura da anni e che l’ha portata a vivere esperienze da favola. Sempre in giro, sempre protagonista sul set con la sua fisicità che sembra andare oltre le leggi del tempo. Graziosa, sensuale, mai banale. Dal 2020, è arrivata una novità che l’ha portata ancor di più a sentirsi protagonista di un progetto (e di una azienda) decollata ormai a livello nazionale. “La collaborazione con Los Sclavo nasce con la richiesta diretta del titolare del marchio di avermi come nuovo volto della sua campagna elettorale – racconta Martina - Sono stata notata per i lineamenti del mio viso e per la mia espressività. D’altronde penso che questi siano fattori che mi caratterizzano da sempre: non serve essere delle belle statuine sul set, occorre invece interpretazione e grande capacità espressiva da far coincidere col 42
tipo di capo di abbigliamento che si ha indosso”. La collaborazione ha preso il via nel 2020, ma è destinata a proseguire nel tempo: già confermata la presenza di Martina Meneghini come testimonial anche per il 2022… Insomma, un percorso che viaggia a gonfie vele… Lo confermo e lo ribadisco: per me è un vero onore essere stata scelta come testimonial del marchio Los Sclavo che fornisce abiti di qualità ed è puramente Made in Italy. La linea è sempre aggiornata e propone sempre outfit alla moda e colorati. Nulla è mai banale, proprio come il mio personaggio! Di recente hai scattato per la nuova linea di abbigliamento. Nell’ultimo servizio fotografico eseguito in una location naturalistica mi sono state richieste pose spontanee ed espressioni allegre comunicando spensieratezza e positività! Cos’altro avrei potuto chiedere di meglio? Io nella vita quotidiana ho sempre il sorriso e una caratteristica del mio carattere è proprio la solarità! Quando le emozioni della modella si allineano ai valori dell’azienda, il risultato è unico ed esclusivo: guardare per credere! Hai detto: sei orgogliosa di essere portabandiera del Made in Italy attraverso le tue im-
L’INTERVISTA magini. Gli abiti Los Sclavo sono tutti Made in Italy e di qualità. Ho un seguito importante di followers sui miei profili social, ma non potrei mai suggerire un prodotto o un servizio nel quale non credo. Ci rivolgiamo ad una fascia d’età che va dai 25 ai 50 anni, lanciando uno stile casual. Vederti in tv e in giro per i social ti ha fatto un certo effetto. Lo confermo! È stato davvero emozionante vedermi in Tv e mi sono addirittura commossa. Così come vedere le mie fotografie associate al brand, mi riempie di orgoglio. Los Sclavo ha anche avuto la capacità di diventare produzione televisiva realizzando programmi per il canale GoTv 163 dove sono andati in onda due spot televisivi eseguiti per il brand: guardateli e ditemi cosa ne pensate! CONTATTI SOCIAL @mendy__moss @fashion.moss.2021
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TERRITORIO
SANTELLE A MONTICHIARI Iniziativa molto interessante quella organizzata dalla Pro Loco Montichiari, domenica 18 luglio scorso. Divisi in piccoli gruppetti, abbiamo iniziato il percorso dal Campo Sportivo di Borgosotto, ammirando per prima una Santella del 1500, purtroppo in cattivo stato di conservazione e proseguendo per angoli e vicoli del centro storico, ne abbiamo visitato altre sedici in città e 4 nelle frazioni, di diverse epoche, differenti materiali e tecniche di pittura o scultura; alcune rifatte nel tempo da artisti locali, in particolare dai pittori Guido Tedoldi e Francesco Pezzaioli, altre rimaste originali. Molte di esse vengono curate tutt’oggi dai residenti delle vie o delle case in cui sono poste. Tra le più conosciute in centro, la Cappella dei Morti della Macina, così denominati perché sepolti presso l’antica macina comunale dell’olio. Durante la peste del 1630 furono qui seppelliti la maggior parte dei morti monteclarensi. Pur essendo nata e vissuta sempre a Montichiari sia io che gli altri del gruppo, ci siamo resi conto di non aver mai saputo dell’esistenza di alcune e di altre Santelle presenti nel nostro comune. Si va spesso di fretta anche a piedi, immersi nei propri pensieri, non alzando lo sguardo per cogliere i particolari. Ecco che iniziative come questa danno l’opportunità di conoscerne la storia, seppur a grandi linee, apprezzando la spiritualità
dei nostri concittadini. Grazie dunque alla Pro Loco e, per il mio gruppetto, a Umberta che ci ha fatto da guida illustrando brevemente la storia di una devozione locale molto sentita, soprattutto verso la Madonna, ma forte pure nei confronti di San Rocco, invocato contro le pestilenze e le malattie, così come altri santi, a cui le persone dedicavano come ex voto queste santelle, quale segno tangibile del loro ringraziamento per grazie ricevute, dando la possibilità ad ogni credente, passandovi davanti, di rivolgere una personale preghiera. Emozionante il percorso da Piazza Teatro verso le frazioni a bordo di auto d’epoca del Cameb, che ci hanno fatto rivivere il fascino di vetture splendide, ancora in “ottima forma”. Tutte meritevoli di attenzione, le santelle di Montichiari, sia dal punto di vista artistico che devozionale. A Vighizzolo molto suggestiva e ben curata la Cappella della Pulcagna, di proprietà della fam. Tonni, immersa nel verde, a due passi dal Chiese, con un piccolo campanile contenente tre campane. Interessante anche la mostra di fotografie, nel piazzale antistante il CSO di Borgosotto, a cura di Enrico Ferrario e Daris Baratti, di vecchie osterie, chiamate anch’esse scherzosamente, dai frequentatori abituali, santelle. Tra sacro e profano dunque, un viaggio nelle tradizioni popolari, da non dimenticare, perché storia delle nostre radici. Ornella Olfi 45
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PREVENIRE CHE IL CANE MORDA Ci sono dei momenti in cui anche il cane non vuole essere disturbato (mentre mangia e mentre dorme prevalentemente) per cui è necessario tenere presente questo. Insegna ai bambini a dare i comandi giusti al cane, così che lui possa rivedere nel piccolo padrone una figura di autorevolezza e obbedire anche a lui. Ovviamente è sempre necessaria la presenza di un adulto. Ricorda che non è mai bene fare movimenti molto bruschi verso un cane e poi magari mettersi a correre scappando. Il suo istinto potrebbe dirgli che sei una preda. È necessario che i bambini molto piccoli, al di sotto dei 4-5 anni, non restino mai da soli con cani di cui non conosci l’educazione. È compito dell’adulto proteggere entrambi. (Se al bambino non è stato insegnato come trattare il cane è bene non lasciarlo da solo anche con un cane che conosci o che hai educato). Ricorda che la responsabilità è sempre del padrone! Insegna quindi ai tuoi cani e ai tuoi bambini di rispettarsi gli uni e gli altri e inizia a farlo fin da subito, infatti se i cuccioli sono abituati alla presenza dei bambini diventeranno più tolleranti nei loro confronti. L’atteggiamento del cane infatti è ereditario (dipende dalle razze, alcune più portate a stare in compagnia rispetto ad altre) ma può cambiare con il tempo. Abitua quindi il cane a stare a contatto con la gente in genere e anche con i bambini,
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magari passeggiando al parco o in zone dove ci sono altri bimbi e cani (con la dovuta cautela e precauzioni ovviamente). Insegna ai bambini a non avvicinarsi ad un cane che non conoscono e nel caso chiedi comunque sempre al proprietario se è possibile accarezzare o meno il cane (nessuno lo conosce come il suo padrone). Approcciarsi molto lentamente, evitare atteggiamenti quali urla ed evitare anche di emettere suoni che possano infastidire l’animale. Le carezze devono essere delicate, niente strappi improvvisi, non tirare il pelo, coda o mettere le mani sul muso. Generalmente è bene evitare il contatto viso-viso e non fissare troppo il cane. Inoltre è bene lasciarsi “studiare” dal cane e lasciarlo annusare a lungo. Non cercare di dividere due cani di grossa taglia che litigano. Se un cane dovesse saltarti addosso con l’intenzione di morderti offrigli immediatamente qualcosa da mordere (ad esempio un braccio) e con l’altro proteggiti le parti sensibili come testa e collo.
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relazione, ispirato dai valori di equità, partecipazione e coinvolgimento. Solo attraverso le difficoltà, come dicevano i latini, si raggiungono le stelle (da cui il titolo “ad astra”). L’obiettivo specifico sarà quello di offrire quindi uno spazio d’ascolto e riflessione all’interno di una relazione d’aiuto per dubbi, difficoltà, ma anche spunti per iniziative formative e progetti da costruire insieme e condividere, anche in collaborazione con associazioni locali. L’accesso al servizio è completamente gratuito. La referente di questo progetto è Silvia Bolognini, con la quale prendere contatti (mail: progetto.adastra@gmail.com). Sul sito www.newentrymagazine.it trovate il link diretto per accedere allo sportello ed essere ascoltato. Redazione
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DEDICA A...
CON IL VENTO CHE TI SPETTINA UN PO’ “…Passano gli anni ma otto son lunghi…” canta Adriano Celentano in una sua famosissima canzone ed è proprio il caso di dirlo… Ne sono trascorsi ben otto dall’ultima volta che ci eravamo visti, dall’ultima volta che ho avuto la possibilità di guardarti negli occhi… Si sa, le strade si dividono, nascono nuove amicizie, nuove compagnie, nuovi amori e poi il lavoro, la scuola…, fattori che portano a malincuore a perdersi di vista… Rimangono i ricordi, splendida e gioiosi, tristi e sofferenti, ricordi di un tempo che fu dove si era più ingenui ma dove bastava un sorriso, un abbraccio, una corsa a due sugli spalti di quel campo sportivo per sentirsi felici. Un’altra
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età, un’altra mentalità ma lo stesso cuore… quel cuore che batteva velocemente e che mi faceva capire che il sentimento che provavo per te andava ben oltre la semplice amicizia. E di quello scorcio di vita oltre ai ricordi ne è rimasto un libro, un po’ ingiallito nel tempo, ma ricco di sentimenti. “Con il vento che ti spettina un po’… come poter dimenticare quei capelli lunghi che il vento trasportava e accarezzava il tuo dolce viso…” Poi, come è strana la vita… all’improvviso, casualmente, ci siamo rivisti…. E’ stata un’emozione indescrivibile e vederti felice, con quel sorriso meraviglioso è stato ancora più bello… Non mi sembra vero, io e te a ridere, scherzare, raccontare in poche parole ciò che è accaduto in questo lungo arco di tempo… per poi ricordare con serenità i vecchi tempi… L’averti rivista mi ha riempito di gioia poiché è splendido dopo tanto tempo ritrovare un’amica preziosa a cui ho voluto molto bene. E’ inutile nascondere la commozione, lo stato d’animo che ho provato… ma è avvenuto tutto così all’improvviso che mi sembrava persino fosse un sogno… Ho sempre avuto l’abitudine di esprimere le mie emozioni e sentimenti tramite la scrittura, mi auguro che questo mio piccolo pensiero sia per te una bella sorpresa in nome della nostra Amicizia ritrovata. Con Affetto a M. Adry
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INCONTRO D’ANIME Anima dai tocchi delicati la maestra Concetta dedita al lavoro tenera quanto dolce d’affetto sincero. Incontro d’anime ci porta, in questo istante a tessere ringraziamenti per l’impegno profuso a piene mani, con amore infinito. Poche volte nella vita le campane suonano per noi nell’ora della vita e nell’ora della morte oppure… in un’ora qualsiasi certa quanto tremula in cui orme sulla sabbia, si fanno una in cui ondine dello stesso mare riconoscendosi affratellano il passo ardiscono osare gettare semi a profusione cogliere frutti lo sguardo tendere alla vita con fiducia e tenacia con fede profonda. Milena
Celeste con mamma Milena, papà Giorgio e la sorellina Vittoria ringraziano di cuore la maestra Concetta per il suo essersi elargita a piena mani donando affetto, comprensione, condivisione, speranza durante una “fetta storica” della vita umana in cui principi fondamentali sono stati rasi al suolo, messi a repentaglio per il verificarsi improvviso e tempestoso di una pandemia mondiale. “Grazie Concetta, l’abbracciamo forte forte …” Famiglia Scalmana La mia cara maestra Concetta Maestra grazie! Grazie infinite! Mi hai seguito in questi mesi confusi e balordi, per merito tuo ho imparato con attenzione e passione l’inglese. Insegni col cuore, lo fai con sentimento! Si trovano raramente persone come te! Sono fiera di averti avuto come maestra in questi anni. Sarai sempre nel mio cuore ed i tuoi precetti mi accompagneranno nello studio futuro, nella vita. Ancora grazie. Celeste
ANIME NEL VENTO
CIAO MARCO
Caro Marco, nel venire a conoscenza della tua morte, non ho potuto fare a meno di provare dolore per una persona solare, altruista, amante della vita e della sua famiglia. Sei venuto insieme al tuo inseparabile collega di lavoro Diego a pitturare la nostra casa: la tua simpatia e professionalità ci aveva conquistato fin da subito e nonostante ormai era più di un anno che non ci vedevamo nè sentivamo, si era instaurato un rapporto di profonda stima e amicizia. Al tuo funerale eravamo tantissimi... molti gli occhi lucidi, molte le lacrime scivolare sulle guance delle persone. E’ dura accettare quanto accaduto ma, prendendo in prestito una frase di Agostino d’Ippona sono convinto che: “Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo”. Famigia Boffetti
PENSIERI E PAROLE
IL RANOCCHIO LEZIONE DI VITA C’era una volta una gara ranocchi L’obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro. Cominciò la gara. In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: “Che pena !!! Non ce la faranno mai!” I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima e la gente continuava: “... Che pena !!! Non ce la faranno mai!...” E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri volevano sapere come avesse fatto. Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la
prova e scoprirono che... era sordo! ...Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni. Per fare un paragone, noi di New Entry a volte ci siamo dati per sordi ed ora siamo arrivati fin dove ben sapete!!
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RACCONTI
PENSIERI E PAROLE
RITARDI INACCETABILI Mi è capitato poche volte di avere guasti sulla linea telefonica e mi sono stati riparati velocemente. L’ultimo problema, invece, il blocco della mail, è diventata un’odissea, un labirinto che sembrava non avere via d’uscita. Fax, mail alternativa da cui inviare richiesta di reset alla compagnia telefonica e innumerevoli solleciti, per non parlare delle ore perse al telefono senza concludere nulla. Operatori gentili sì, ma a quanto pare molti di loro incompetenti, che adducono le motivazioni più diverse e inverosimili per tentare di spiegarmi un ritardo nella risoluzione del mio problema, inaccettabile. Veramente inspiegabile e vergognoso. Qualche operatore mi ha suggerito magnanimo di chiedere un rimborso per questo ritardo, ma sinceramente non mi interessa, mi interessava il diritto alla riparazione di un guasto, a loro dire dal primo contatto, mi avrebbero risolto in un paio di giorni (come è scritto infatti sul regolamento). Cosa sia successo rimane un mistero, ciò che fa davvero arrabbiare è il senso di impotenza che il cliente prova potendo contattare l’azienda solo telefonicamente e con interlocutori di dubbia preparazione. Se ci fosse un ufficio in zona dove recarsi fisicamente, possibilmente con un responsabile a cui rivolgersi, probabilmente le procedure e le spiegazioni sarebbero più chiare, avremmo almeno un riscontro immediato.. Con quel che paghiamo, sarebbe un nostro diritto! Ornella Olfi
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GUENDALINA E CLEMENTINO (la vacca e il bue) Guendalina, perché una vacca meravigliosa dalla mammella strepitosa come te, sta assieme ad un rudere di bue come me? Perché tu bruchi l’erba più dura e legnosa e lasci i teneri germogli a me? Perché quando le mosche mi tormentano con la tua coda le scacci, dandomi sollievo? Perché quando ho bisogno di sfogarmi tu mi stai ad ascoltare? Ma sai bene che sono un castrato, più di questo non ti posso dare! Pensi che sia gelosa delle smorfiose mie colleghe che attorniano in branco l’irsuto toro in attesa di un freddo contatto? Clementino, abbassa le difese, lascia entrare i miei sentimenti, io ho poche pretese, è della tua compagnia che voglio gioire; Clementino, ti posso baciare? SMACK, l’amore ha trionfato!!! Giordano
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LA RIVISTA
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BOBBY E LA FORZA DELLA LEALTÀ
Bobby era un cane di razza Skye Terrier divenuto una vera leggenda. Il suo padrone era John Gray, un guardiano notturno di Edimburgo che lo adottò e ne fece un suo amico inseparabile. Tuttavia, Gray morì di tubercolosi nel 1858. L’animale aveva trascorso con lui ogni momento della sua vita e non riuscì a capire cosa stava succedendo. Si dice che John Gray fu sepolto nel cimitero di Greyfriars. Da allora, Bobby decise di trasferirsi in quel luogo per rimanere accanto al suo padrone, anche oltre la vita. Questa è una delle storie di cani più toccanti, una dimostrazione di amore incondizionato che supera persino la morte. Gli abitanti del luogo notarono che il cane non lasciava mai la tomba del suo padrone, per nessuna ragione. Cercarono di attirarlo e portarlo via, ma senza successo. Dopo nove anni, venne emesso un ordine secondo il quale ogni cane randagio doveva essere soppresso. Un signore,
BEST FRIENDS FOREVER
William Chambers, decise di pagare per mettere in regola Bobby e gli mise il collare obbligatorio, oggi conservato in un museo scozzese. Bobby morì 14 anni dopo il suo proprietario. Venne sepolto e lo scultore Wiliam Brodie realizzò una riproduzione a grandezza naturale di questo fedelissimo cane. Dall’anno 2000, la tomba di Bobby è diventata una sorta di santuario che le persone visitano per rendergli omaggio. Sulla sua lapide si legge: “Che la tua lealtà e devozione sia un esempio per tutti noi”.
PENSIERI E PAROLE
ARRIVEDERCI A MARZO
Le rondini son partite Verso l’Africa dirette In cerca di un clima mite
E gigantesche mosche nere Di grandi proboscidi fornite. A me le loro case hanno affidato Ed io della loro fiducia gli son grato Le guarderò come fossero la mia Cosi in primavera torneranno A farci compagnia. Giordano
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PENSIERI E PAROLE
POVERTÀ
La vera povertà non è una questione materiale, non riguarda affatto solo e unicamente il tenore di vita. La vera povertà è altra, riguarda la dignità, l’essenza dell’umana esistenza. Crea senso di frustrazione e la cosa peggiore è che ti fa sentire inutile, un peso, un fardello difficile da sopportare da tutti, dalle persone conosciute e sconosciute, dallo Stato e da sè stesso. E se capita che in questa situazione si trova qualcuno che non è protetto da un insieme di pelli di elefante, rinoceronte e ippopotamo, che ha la disgrazia di possedere una sensibilità in eccesso, ecco che la malattia viene a bussare alla porta della sua vita. La disuguaglianza è la cosa più giusta e naturale che si possa immaginare, è esistita da quando è nato il mondo, non può essere eliminata. Abbiamo assistito a tutti quei tentativi sociali e politici che ebbero effetto contrario e ci convinsero solo nel fatto che la strada verso l’inferno è lastricata di buoni intenzioni. Si tratta di altro. Quando uno si trova sprofondato in basso, quando l’unico posto che lo può accogliere è la strada, l’unico tetto il cielo, 60
cambia la prospettiva. E’ un silenzio pieno di grida, un vuoto colmo di dolore e un infantile stupore che cristallizza nella domanda pungente: Perché? Dove ho sbagliato? Che cosa ho fatto di così inaccettabile, imperdonabilmente grave da essere punito ancora in vita? Perdere l’indipendenza economica equivale alla perdita del proprio valore di persona creata su immagine di Dio. Uno si sente perso, smarrito, senza meta, senza prospettiva e senza voglia di vivere. Almeno lo spirito umano non ha bisogno di un tozzo di pane, né di un tetto sopra la testa. Darina Naumova
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L’ISPETTORE GIANLUCHIK
OMICIDIO NELLA SERRA Enrico con freddezza. Gianluchik replicò: “Va beh, lasciamo perdere il perché l’hai assunto; tutta la città sa che tra di voi non scorreva buon sangue, dunque, mi dice cosa è accaduto?” “Mezz’oretta fa è arrivata un auto a gran velocità che successivamente si è fermata proprio di fronte alla serra: è sceso un uomo incappucciato ed ha iniziato a sparare all’impazzata colpendo a morte il povero Michele. Forse era un suo compare nei cui confronti aveva commesso qualche sbaglio”. – rispose Enrico. “Dovevi fare lo scrittore di gialli invece del floricoltore, hai molta fantasia... ti dichiaro in arresto per l’omicidio di Michele” esclamò Gianluchik. Come mai l’ispettore è convinto che sia stato il floricoltore Enrico a commettere il delitto? Scopritelo voi prima di leggere la soluzione qui sotto pubblicata. LA SOLUZIONE: Se il racconto del floricoltore Enrico fosse vero, la vetrata della serra avrebbe dovuto essere in frantumi ed i cocci di vetro sarebbero sparsi intorno al cadavere, avendo un uomo sparato all’impazzata dall’esterno… Invece nel racconto si specifica che nella serra c’era una temperatura molto alta e che non entrava un filo d’aria. Inoltre si dice che la serra era molto pulita a parte il sangue della vittima. Quindi è lampante il fatto che Enrico sia l’assassino di Michele avendolo ucciso nella serra inventando tutta la sceneggiata.
L’ispettore Gianluchik insieme alla sua Cristina ed a Marica e Daniele, si trovava in un parco a passeggiare, lontano finalmente dal suo lavoro. Neanche a dirlo, dopo qualche minuto squillò il cellulare di Gianluchik, il quale con una sbuffata lo prese e rispose alla chiamata: “Pronto chi parla?” “Ispettore ci è arrivata una segnalazione del signor Enrico, il floricoltore che abita alle porte della città, il quale ci ha riferito che è avvenuta una sparatoria” – rispose il sergente di turno. Gianluchik rispose: “Ho capito, vado subito sul luogo del delitto”. Così anche quella gita in un parco per sentire il respiro delle piante diventò l’ennesima giornata di lavoro. Giunto sul posto c’era Enrico che lo aspettava. Dopo i soliti convenevoli, lo condusse alla serra principale. All’interno di essa, Enrico fece notare immediatamente dov’era il corpo della vittima: riverso in una pozza di sangue. La temperatura interna della serra era altissima, visto e considerato che era formata da una vetrata che non lasciava trapelare un filo d’aria all’interno. Inoltre bisogna dire che era tenuta molto in ordine e ben pulita, sangue a parte... L’ispettore Gianluchik vide il viso della vittima: era Michele, un pregiudicato appena uscito da galera che era anche una sua vecchia conoscenza. Quest’ultimo fece un’espressione pensierosa e Enrico, accorgendosi di essa, iniziò a spiegare per quale motivo Corrado si trovasse nella sua serra: “Appena uscito di prigione, si recò qui da me in cerca di lavoro. In quel periodo mi serviva un aiuto e così lo presi con me anche se aveva delle precedenti penali; dopo tutto è pur sempre un essere umano ed ho voluto dargli una possibilità di riscattarsi in qualche modo” - rispose
Il Giornale della Gente
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