Anno 27 - N°10 del 17/09/2021 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti
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PERCHÈ FARE L'IGIENE DENTALE DAL DENTISTA REGOLARMENTE? Le malattie più frequenti della bocca sono la malattia cariosa (o CARIE) e la malattia parodontale (chiamata comunemente PIORREA). Queste patologie orali non sono ereditarie né legate all’età ma sono causate dai batteri presenti nella placca dentale, quella patina molle che si forma su denti e gengive se non si spazzola correttamente. La CARIE è una malattia infettiva, causata da più fattori, che colpisce i tessuti duri del dente (smalto e dentina) estendendosi dalla superficie del dente fino in profon-
dità e provocando una loro progressiva degenerazione e perdita. La patologia cariosa rappresenta una delle malattie più diffuse nel mondo tanto da essere considerata una malattia sociale, la quarta patologia da trattare per numero di casi, più costosa in termini economici. La PIORREA è una patologia che interessa le strutture di supporto dei denti (osso, gengiva e legamento del dente alla gengiva). Il primo stadio di questa malattia orale è rappresentata da una semplice gengivite, una infiammazione della gengiva che si manifesta come gonfiore, arrossamento e sanguinamento. Circa il 60% della popolazione italiana è affetta da una forma di piorrea da lieve a grave. Circa il 10-14 % è ammalata di piorrea grave che, in assenza di adeguata diagnosi e terapia, può portare alla perdita
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SPECIALE di alcuni denti. Una quota rilevante di queste patologie non viene attualmente diagnosticata né adeguatamente trattata. Il modo più efficace per prevenire l’insorgenza di CARIE e PIORREA è il controllo della placca attraverso una efficace rimozione quotidiana (spazzolino e strumento interdentale) e attraverso sedute di igiene orale professionale periodiche (ogni 4-6 mesi). L’IGIENISTA DENTALE, in possesso di laurea di primo livello, è la figura professionale che si occupa di prevenire, intercettare e curare le malattie gengivali e parodontali e attuare tutte le strategie per rinforzare lo smalto fragile, bloccare le piccole carie attraverso: - Igiene orale professionale; - Istruzione personalizzata al corretto uso dello spazzolino e scovolino/filo interdentale; - Applicazioni di mousse/vernici al fluoro remineralizzanti; - Sigillatura dei solchi dei denti posteriori; - Programma di richiami di
igiene personalizzati. Nei Poliambulatori San Flaviano sono presenti professionisti specializzati nella prevenzione e cura di queste patologia, attrezzature moderne, materiali innovativi, tecniche indolori in un ambiente moderno ed accogliente.Vi aspettiamo! Igienista dentale Dott.ssa Tiziana Anzaldi POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it
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EDITORIALE
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riano nzone molto famosa di Ad ca a un a ev dic i... gh lun to. assano gli anni ma 8 sono ancora qui, nonostante tut mo sia E . 27 n be ati ss pa Di anni però ne sono
o inizialmente in due amici al bar, o meglio eravam 4 o vam Era .. te. tan te en del mondo” d Ne abbiamo passate veram Eros Ramazzotti, “L’ombelico di sa” co lla be iù “P , ue ab sul panora di Lig nuova, una nuova entrata dei Lunapop, “Certe notti” sa co a un ere ess eva vol , ce dal nome ragazzo timido e dur NEW ENTRY, come si capis difficile crederlo, ma ero un è ma om ins io… gg ssa pio e variegato! T dire la sua, lanciare un me ter creare un bel gruppo am po di ea l’id i ind qu , ciò to ciò si dev tut volevo che altri rivivessero alle prime tipografie. A tutto ti cia ac aff mo sia ci si dir avuto un ad ingran e corte, sapevamo di aver ett Salvatore (Bg), cominciando gh bra le o vam ave o do lo fondamm 24 ma certe cose no E’ inutile nascondersi, quan nnessi e reperibili 24h su co mo sia , ork tw ne ial soc i Ora esiste internet, ci sono
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i, per finire poi in are o nell’inserire i volantin gin pa ll’im ne te tira le co ore pic esti 27 anni articoli da pubblicare, alle try ha fatto o ha visto in qu En w Ne e ch ello qu re nta e, d ti! Racco voluto sottolineare: passion pre sempre contenti e soddisfat sem mo bia ab me co , rnale della Gente riche sempre nuov New Entry Magazine è il Gio al colore, introducendo rub ro ne e o nc bia l da o nd ssa pa e da lassù veg se abbiamo cambiato pelle o co-fondatore Michele ch mi al uto sal ro ca un oso I! Dover per noi e soprattutto PER VO indacabile crisi editor rattutto se rapportati all’ins sop , nti elle ecc che più i ltat del genere o s Formula vincente che dà risu ttanti allo sbaraglio, amanti dile e ti nis sio fes pro o ud pse gliare e ittori giornale assolutamente da sfo e brutti, bravi e bravissimi, scr un è o, est qu r pe o pri Pro l suo genere. considerare rivista unica ne
EDITORIALE
Celentano...
gli 883, con “50 special” “Come mai” e ”Gli anni” de n co uti sci cre o nd mo il e e che volevano cambiar e tanti altri... voce” di Adriano Celentano ha n no e creare dibattiti, on ozi em “L’ i, ott di Jovan teva scrivere, intervenire, po e qu iun ch ve do pi, tem e e non a quei llismo, momenti di solitudin ama che si poteva trovare bu lli: ciu fan i no di mi ble to tutti i pro quello di Almenno San rante l’età scolare, ha vissu ozza (Bg) siamo passati a Str di o ori rat ll’o da , ati mp Tanti numeri sono stati sta guiti. i e lettori che si sono susse vono aggiungere tanti autor i… anni ne andiamo orgoglios nel raccogliere gli na grande idea e dopo 27 serate trascorse in oratorio alle e, fac to e fac ate ris e san on sono paragonabili alle
i n an
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nchi ma o bere qualcosa sfiniti e sta o lat ge un si iar ng ma a r n un ba anni… o ci vorrebbero altrettanti i non è facile e come minim are e anche messaggi positivi, emozion dedizione, voglia di lanciare a farlo... e origini e così continueremo str no le to nu nte ma mo bia ve, ab i avvenuto! tutto questo non sarebbe ma glia su di noi e senza il quale nlu Gia ca Boffetti per tutti, belli Nelle sue pagine c’è spazio e. tor set il o pit col ha che si può riale a è bandita, ecco perchè la nn pe na ssu Ne ti. an tizz pa semplici sim sua semplicità. rsi sorprendere, anche dalla e da cui, senza limiti, lascia enzi, scrittore) (Recensione di Maurizio Lor
NEW ENTRY MAGAZINE il Giornale della Gente Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.
Anno 27 - N°10del 17/09/2021
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PENSIERI E PAROLE
IL SAPERE Alcune volte è sbagliato giudicare un’attività semplicemente per il tempo che occorre realizzarla... Un buon esempio è il caso del sistemista che è stato chiamato per aggiustare un computer molto grande ed estremamente complesso... un computer del valore di 12 milioni di Euro. Seduto di fronte allo schermo, preme un paio di tasti, asserisce con la testa, mormora qualcosa a se stesso e spegne il computer. A quel punto estrae un piccolo cacciavite dalla tasca e dà un giro e mezzo ad una minuscola vite. A questo punto, accende il computer e verifica che funzioni perfettamente. Il presidente dell’azienda è felicissimo e si offre di pagare il conto immediatamente. “Quanto le devo?” chiede. “Sono Mille Euro, per cortesia” risponde il sistemista. - “Mille Euro? MIlle Euro per pochi minuti di lavoro? Mille Euro per stringere una semplicissima vitina? Mi rendo conto che il computer vale 12 milioni di Euro, ma mille Euro mi sembra una cifra veramente esagerata. Pagherò solamente se mi manderà una fattura dettagliata che giustifichi una cifra del genere.” Il Sistemista acconsente con un cenno e se ne va. Il mattino dopo il presidente riceve la fattura, la legge attentamente, asserisce con la testa e la paga immediatamente, senza una lamentela. La fattura diceva: servizi effettuati - Avvitamento di una vitina: EURO 1 - Sapere quale vitina avvitare: EURO 999 Far pervenire questo messaggio a tutti i professionisti che ogni giorno affrontano la mancanza di considerazione di quelli che per la loro ignoranza non arrivano a capirli, e regalargli un momento di umorismo. RICORDATI: SI GUADAGNA PER QUELLO CHE SI SA, NON PER QUELLO CHE SI FA. Marco
GUSTO A TAVOLA
MOZZARELLE IN CARROZZA Ingredienti 1 pacco di pan carrè da 12 fette 6 fette di fontina “ rossa” o mozzar. filante per pizza 12 fettine di prosciutto cotto 5 uova 1 bicchiere di latte pane per l’impanatura olio di girasole per friggere Procedimento Tagliare le fette di pan carrè a metà. Tagliare le 6 fette di formaggio a metà e avvolgerle iognuna in una fetta di prosciutto. Le due fette di pane devono contenere 1 fetta di formaggio avvolta nel prosciutto. Passare
alla panatura. Sbattere in una terrina le uova e il latte. Immergere le fette pane farcito nel composto di uova e latte poi passarle nel pane cercando di fare presa schiacciando bene i bordi, ripassare nell’uovo e di nuovo nel pane dando la forma come da foto. Scaldare l’olio portandolo a temperatura ideale per la frittura. Friggere le mozzarelle in carrozza da ambo i lati per 2 minuti circa per lato. Dal blog: www.cucinarecreare.it Anna
AMI SCRIVERE? VORRESTI VEDERE PUBBLICATI I TUOI SCRITTI SULLA NOSTRA RIVISTA? SCRIVICI A: redazione@newentrymagazine.it FASHION AND STYLE BY ROMINA SIRANI Care amiche, siamo alle porte dell’autunno ed è il momento giusto per capire cosa andrà di moda nella nuova stagione 2021/2022!! Vi voglio fare una breve carrellata sulle proposte degli stilisti per la nuova donna che intravede uno spiraglio di luce e speranza dopo questo periodo cupo legato alla pandemia. Le novità più importanti sono le seguenti: -le paillettes ( pantaloni, giacche e vestiti ); -tute aderenti come una seconda pelle;
-coordinati o vestiti in maglia; -gonne plissé; -pantaloni a zampa di elefante; -mini abiti con colletti bianchi in stile bon-ton; -cappotti oversize; -capispalla sartoriali; -tute ed abiti cut out ossia ritagliati; - il colore verde prato; - il marrone anche nelle tonalità del cammello; -il color glicine; -Pattern geometrici in stile retrò rivisitato in chiave moderna. Ora iniziate a pensare quali di queste tendenze meglio vi rappresentano per creare il vostro nuovo look. Romina Sirani 07
ANIME NEL VENTO
CENTO ANNI DI MIA MAMMA CRISTINA Il 6 settembre mia mamma avrebbe compiuto 100 anni, un traguardo che ormai raggiungono molti anziani, alcuni anche in buona salute. Nacque in una famiglia modesta e numerosa (erano 5 figlie e 1 figlio), in anni molto duri e non poté terminare neppure le scuole elementari, pur desiderandolo molto, così come le sue sorelle. Fu dunque mandata a lavorare giovanissima, oltre ad aiutare la mamma nelle faccende domestiche prima, durante la pausa pranzo, dopo il lavoro, il papà carrettiere di notte, quando si alzava per andare a Brescia a caricare la merce e a volte pure a bottega dal fratello barbiere, per la mentalità di allora il ”maschio”, dunque esentato da altre incombenze, oltre ad essere servito in guanti bianchi. Visse gli anni difficili della guerra, con tutte le privazioni, le paure, le incertezze sul futuro, proprio nel periodo migliore della sua giovinezza. Era già fidanzata con mio papà, che rimase prigioniero in Algeria per 7 lunghi anni, perciò al ritorno a casa organizzarono presto il matrimonio. In una fredda mattina invernale, il 15 febbraio 1947, senza neppure acquistare un abito e un cappotto nuovo, accompagnata a piedi da casa sua alla chiesa, a braccetto di mio nonno, avvolto nel suo mantello e col cappello, iniziò in modo molto dimesso la sua nuova vita da sposa, con un pranzo alla buona, in famiglia. Vita che le riservò difficoltà a catena: la prima
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convivere con la suocera, un peperino con cui non era facile andare d’accordo, mentre il suocero, più buono e affettuoso con lei, morì poco dopo, a 52 anni. A seguire negli anni la malattia di mio papà, a 44 anni che se lo portò via poi a soli 52 anni; nel 1999 la morte improvvisa di mia sorella a soli 50 anni e, nell’ultimo anno e mezzo, la malattia invalidante che la costrinse a vivere sulla carrozzella. I due mesi prima della sua morte rimase in coma vegetativo e per noi figlie fu davvero straziante vederla in quelle condizioni oltre che prendere decisioni dolorose e pesanti. La consolazione mia e di mia sorella è tutt’oggi, dopo nove anni, la certezza di averla assistita al meglio, standole sempre vicino, anche quando lei non se ne rendeva più conto. Qualsiasi età abbiano, le mamme lasciano un vuoto e una sensazione di recisione con un prima e un dopo molto netto. È infatti il legame più forte, dal quale non si è mai pronti a staccarsi. L’ultima festa di compleanno che le avevamo preparato è stata per i suoi 90 anni, già malata nel fisico, ma molto presente mentalmente, attorniata dai suoi affetti più cari e dalla badante, che l’ha accudita con pazienza e affetto: nei suoi occhi quel giorno, la felicità per avere vicino le persone che le volevano bene e nei nostri un bel ricordo. Auguri per un compleanno speciale che sono certa le arriveranno lassù! Olfi Ornella
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PENSIERI E PAROLE
A MEZZ’ARIA Capìtano delle giornate dove tutto gira storto e si vorrebbe essere da un’altra parte, è in quei momenti che ripenso all’ultimo casottino di legno costruito assieme al mio amico Massimo. Avevamo 11 anni e notammo nell’angolo del mio portico impilate moltissime assi, erano le vecchie assi della mangiatoia delle vacche, sostituite perché cominciavano ad essere troppo logore per svolgere al meglio il loro dovere. Quando le vedemmo esclamammo: “ma qui c’è tanto materiale da costruire una casa”; bisognava trovare il sito adatto dove collocarla, pensa e ripensa mi venne in mente che una cinquantina di metri dietro la cascina scorreva un fiumiciattolo le cui rive erano adornate da alti pioppi ed alla fine, proprio dove curvava l’acqua, c’erano due enormi gelsi vicini fra di loro. Andammo a visitare il posto, era proprio l’ideale dove costruire la casetta, nell’osservare le due larghe piante mi venne un’idea geniale: “Massimo, perché non costruiamo il casottino là in alto, tra un gelso e l’altro sospeso a due metri da terra?” - la mia idea fu accolta con un urlo di approvazione. Con un metro a nastro, prendemmo tutte le misure, poi tornati in cascina, su un block notes disegnammo una specie di progetto, qui ci fu un piccolo diverbio con il mio amico, lui insisteva nel fare l’ingresso sul gelso di destra, io invece volevo entrare su quello di sinistra, così dopo una “pacifica” scazzottata, visto che in piedi ero rimasto io, entrammo sul gelso di sinistra. So che può sembrare diseducativo quanto scrivo, ma io ed il mio amico Massimo risolvevamo le nostre questioni più intricate prendendoci a sberloni. Posso però affermare con certezza che l’azzuffata per la casetta di legno, fu l’ultima, in seguito, probabilmente nel diventare più grandicelli, mettemmo più sale in zucca e non ci toccammo mai più con un dito. In base al progetto stabilito, segnammo tutte le 10
assi con un gesso per poi tagliarle con precisione con un seghetto (a dir la verità, usammo di nascosto la motosega, ma non vorrei che mio padre, adesso che lo viene a sapere, mi lanci un fulmine dal paradiso). Finalmente, tagliate tutte le assi alla giusta misura, le trasportammo ai due gelsi ed iniziammo la costruzione; una faticaccia, un tribolare indescrivibile, accentuata dal fatto che eravamo a due metri da terra. Martella, inchioda, lega, dopo qualche giorno finimmmo la nostra casetta sugli alberi, un’opera che io non esito a definire di alta ingegneria edile; si entrava sul gelso di sinistra, come stabilito, salendo grazie ad una corda a cui avevamo praticato dei nodi per evitare che le mani scivolassero, le assi collegavano i due grandi gelsi, le pareti laterali alte un metro e quaranta, avevano due finestrelle laterali che permettevano di vedere fuori stando anche seduti, le fronde dei due grandi alberi, facevano da tetto. Grazie agli alti pioppi piantati lungo la riva opposta che ombreggiavano i nostri gelsi ed al fosso che scorreva vicino, il clima era ideale, una sorta di aria condizionata naturale. Arredammo il casottino con due vecchie sedie ed un tavolino che avevamo trovato nel granaio della mia cascina. Stando là sopra sospesi a 2 metri da terra, sentivamo un senso di pace indescrivibile, sembrava d’esser sospesi su una nuvola. Nel raggio di 500 metri quadri c’erano lungo le rive dei campi, alberi di ciliege, albicocche, pesche, un piccolo campo di angurie e meloni e qualche filare di uva nera americana e bianca moscato. Mano a mano che la frutta maturava (in base alla stagionalità), ne raccoglievamo un pochino ed aiutati da un cestino di vimini con una cordicella, la issavamo nella nostra casetta per fare merenda; era come passare mezz’oretta in Paradiso, lontano da tutto e tutti. Quell’anno avevamo terminato la quinta elementare, io ed
PENSIERI E PAROLE il mio amico Massimo ci scambiavamo opinioni su come sarebbero state le medie, era un bel cambiamento che un po’ ci preoccupava, mi ricordo che il mio amico disse: “tra poco finiamo le vacanze estive ed ho ancora più della metà di compiti da fare, tu come sei messo?. -“lo sai bene che i compiti delle vacanze non li faccio mai, è una forma di protesta,” - “ti ricordi però in quarta elementare che strigliata ti piantò il maestro Paolo?” - “mi ricordo benissimo, e comunque le strigliate fanno bene al pelo, lo rendono più lucido” - “ Giordano, tu sei e sarai sempre un testone!”. Più passava il tempo e meno tempo trascorrevamo nella nostra casetta di legno, quando cominciai la prima media, mio padre mi affidò l’incarico di occuparmi dei vitelli: allattarli, pulirli e lavare i secchi della mungitrice. Anche Massimo cominciò a dare una mano a suo padre: il nostro casottino diventò uno spazio dove rifugiarsi quando problemi e delusioni cominciavano ad essere più grandi di noi. Ricordo quando mi morì la prima vitellina, disidratata dalla diarrea, non mi davo pace, era stata affidata a me; avevo fatto tutto il possibile per salvarla? L’avevo vista esalare il suo ultimo respiro, emettere l’ultimo gemito prima di rimanere immobile, è stato terribile, sono corso nel casottino a sfogarmi, piangere ed urlare; quando sono tornato in cascina, mio padre mi disse: “Giordano, il nostro non è un mestiere facile, ma se la perdita della vitellina ti ha così sconvolto, vuol dire che sei un bravo allevatore.” L’ultima volta che io e Massimo siamo saliti assieme nella nostra casa sugli alberi è stato verso la fine della terza media, a parlare del nostro futuro, dei nostri sogni; ci siamo chiesti: chi vogliamo diventare? Massimo non aveva dubbi: “basta studiare, io inizio subito a lavorare, almeno comincerò a mettere da parte qualche soldo” - io invece diventerò un perito elettronico” gli risposi, ma dopo il biennio alle superiori mi ritirai ed ini-
ziai a lavorare a tempo pieno nella nostra azienda agricola. Non ero per nulla convinto di voler fare il contadino, continuavo a pensare che dopo il militare avrei preso una decisione definitiva, invece fu proprio il servizio militare a convincermi a proseguire in agricoltura; tutti i ragazzi che ho conosciuto durante la leva, mi dicevano più o meno la stessa cosa: “tu non hai idea della fortuna che hai a lavorare nella tua azienda, all’aperto, a contatto con la natura, io invece sono sotto padrone, devo sempre obbedire, chiuso tutto il giorno in fabbrica; Giordano credimi, io farei carte false per essere al tuo posto”. E così dopo il congedo, ripresi gli studi serali in una scuola agraria professionale, perché la teoria e la pratica devono camminare di pari passo, e dedicai anima e corpo alla nostra azienda. Cavolo, sono passati quasi cinquant’anni da quando io e Massimo costruimmo la nostra reggia sugli alberi, il casottino resistette per 4 o 5 anni, ma poi le assi esposte alle intemperie marcirono. Quante volte nel corso della vita quando i problemi diventavano più grandi delle soluzioni, avrei voluto rifugiarmi nel nostro spazio magico, lasciare le difficoltà per terra, salire nella casetta a mezz’aria, e con la testa libera da turbamenti, guadare i problemi dall’alto in cerca di una soluzione. Giordano
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CHEF ALISANI E LA SUA ODISSEA Questo libro è dedicato a tutti, giovani e adulti, ma soprattutto ai ragazzi e a quelle persone che scelgono di fare la scuola alberghiera o di intraprendere un altro tipo di strada scolastica, soltanto perché pensano che non si debba studiare o peggio, scelgono la scuola perché non sanno cosa altro scegliere. Semplicemente non lo fate. Non sprecate i vostri anni preziosi. Usate il vostro tempo per poter costruire qualcosa di importante e non sprecarlo così, senza avere nessun obiettivo.Perché la vita è un dono di Dio e per questo va rispettata. Chef Alisani Biografia dell’Autore: Feto Alisani Quando incontri Chef Alisani, incontri un mondo, una storia, una vita giovane ma già piena
di tanta esperienza. Il vero Feto non è solo quello che si legge tra le righe di questo volume: è di più, molto di più. Bisogna conoscerlo di persona, scambiare due parole, osservarlo all’opera in cucina, notare l’approccio con i suoi collaboratori, vederlo sorridere e, mentre i suoi occhi scuri e sicuri ti penetrano, percepire una sorta di senso di infallibilità che però non trasmette arroganza, ma sicurezza. Chef Alisani è un uomo caldo, pieno di passione ed energia, ma al tempo stesso tenero e dolce. Lo riscontri nei suoi piatti gourmet, geometrici e precisi tanto quanto gustosi e raffinati. E come hai timore di affondare la forchetta nei suoi capolavori perché non vuoi rovinarne la perfezione, così ti rendi conto che per gustare Feto devi farlo delicatamente, con garbo e grazia, perché dietro a quell’uomo forte e possente c’è un cuore buono, dedito agli altri più che a sé stesso. In poche parole, non solo un uomo, ma un Capolavoro! Editore: Edizioni03 http://www.edizioni03.com/
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PENSIERI E PAROLE
GRAZIE SIGNORA GRAZIA Domenica scorsa, io e mia moglie, siamo stati invitati dalla Signora Grazia (o Graziella), per una piacevole chiacchierata a casa sua. Mi ha molto colpito la cordialità e sincerità di questa Signora. Il titolo non vuole essere un gioco di parole, ma un ringraziamento sincero alla Signora che sul numero 08 di New Entry, ha fatto delle precisazioni riguardo la mia biografia sulla grande Carla Fracci. Ho avuto il piacere di conoscerla di persona, sono rimasto sorpreso dalla sua gentilezza, schiettezza e dalla storia della sua vita che mi ha molto stupito, nonostante molti anni fa, lei e la sua famiglia siano stati colpiti da un gravissimo lutto. Grazie all’aiuto dei suoi figli (la mela non cade mai lontano dall’albero), si sono rimboccati le maniche e con tanti sacrifici sono riusciti a risollevare la sorte allora avversa. Mi ha mostrato la casa, finemente arredata ove l’ordine regna sovrano, e che (secondo me), rispecchia la sua personalità. La Signora Grazia è una parente della grande Carla Fracci e custodisce con straordinaria cura moltissime foto, cartoline, ritagli di giornale, biglietti dei teatri ove la ballerina si è esibita; sono tanti gli scatti che le ritraggono abbracciate assieme e dove traspare un grande affetto fra loro. Mi ha detto che si sentivano di frequente anche telefonicamente e l’ultima volta che si sono parlate la grande Carla era molto affatica, la voce flebile, ma no-
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nostante ciò disse che andava tutto bene; solo i familiari più intimi erano a conoscenza della sua malattia e delle cure a cui si sottoponeva, come se non volesse far soffrire le molte persone che le volevano bene; era veramente una grande. Ringrazio veramente di cuore la Signora Grazia per il materiale che mi ha mostrato, per la stupenda e cordiale chiacchierata che abbiamo fatto ed anchela rivista New Entry, per avermi permesso di conoscere una Signora con la S maiuscola. Giordano Questi splendidi incontri ci riempiono di gioia, il sapere che delle persone hanno potuto incontrarsi, scambiare e condividere opinioni, emozioni tramite New Entry è qualcosa di meraviglioso e indescrivibile che solo le persone sensibili possono comprendere. Infinite grazie a Giordano e alla signora Grazia che hanno impreziosito la nostra rivista, prima, parlando dell’immensa Carla Fracci e poi suggellando il tutto con il vostro incontro. Gianluca Boffetti 13
QUESTO È IL MIO NOME - di Micky Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.
Alessandro/a
Il nome Alessandro deriva dal termine greco Aléxandros ed è composto dal verbo aléxein, che significa “proteggere” o “difendere”, e dal sostantivo andròs, che significa “uomo”. Questo nome è quindi traducibile con la frase “difensore dei propri uomini o sudditi”. Tra i personaggi più famosi della storia a portare questo nome ricordiamo Alessandro Magno. Inizialmente re dell’antica Macedonia e diventò il creatore di un impero immenso che si estendeva dall’Europa Orientale fino all’India. Proprio per questa grande impresa è ricordato nei secoli come uno dei più grandi condottieri mai esistiti. La grandissima diffusione del nome Alessandro lo porta ad essere uno dei più usati in tutto il mondo. Basti pensare che sono quaranta i santi a portare questo nome, riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa. Inoltre, ben otto papi e e tre imperatori russi scelsero di usarlo. Ma non finisce qui. Nel corso della storia furono moltissimi i personaggi celebri (tra cui, scienziati, scrittori, artisti, condottieri) a portare questo altisonante nome.
Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le dita in bocca. Noi che non sapevamo leggere il termometro. Noi che prima di adoperarlo, “il termometro lo devi scaricare”. Going gioco 14
Onomastico Alessandro si festeggia il 26 agosto in ricordo di Sant’Alessandro, patrono di Bergamo martire nel IV secolo. Mentre Alessandra si festeggia il 20 marzo, in onore di Sant’Alessandra, martire con altre compagne ad Amiso, in Paflagonia. Caratteristiche del nome Alessandra o Alessandro è un nome che indica un’indole da lottatore. Inoltre, ha una mente brillante che ha voglia di avventura. Tuttavia, è anche un sognatore pieno di generosità, orgoglio e fascino. Origine: greca Parola chiave: difensore Varianti masch.: Sandro, Alessandrino, Sandrino Varianti femm.: Sandrina, Alessandrina, Sandra Numero portafortuna: 3 Colore: Verde Pietra Simbolo: Smeraldo Metallo: Oro Onomastico maschile: 26 agosto Onomastico femminile: 20 marzo Segno zodiacale corrispondente: Bilancia (Fonte: ilgiardinodegliilluminati.it)
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Lunedì, Mercoledì e giovedì 07:00-12:00 / 15:30-19:30 Venerdì e Sabato 07:00-12:00 / 15:30-21:00 Domenica 07:00-12:00 / 15:30-20:00 (riapertura)
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UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE
UN GIORNO NELLA STORIA il complesso museale di San Martino e Solferino Il complesso museale di San Martino (BS) e Solferino (MN) si sviluppa su due comuni ma anche su due province quella di Brescia e quella di Mantova che condividendo oggi lo stesso museo ci fanno subito capire come più di centocinquanta anni fa abbiano condiviso un triste destino. Il complesso museale è visitabile con un biglietto cumulativo di € 10,00 che permette la visita al museo, la torre e il sacrario di San Martino e alla rocca, al museo e al sacrario di Solferino. La nostra visita parte dalla Torre di San Martino per la curiosità che l’illuminazione notturna con i tre colori della bandiera italiana ha generato da sempre in noi. La torre ha una salita elicoidale e presenta le varie battaglie susseguitesi nella zona, rappresentate sulle pareti interne della torre. In cima si gode di una splendida vista che abbraccia a 360 gradi, le coltivazioni di vite della pianura e il bacino meridionale del Lago di Garda, ben visibile appare anche la penisola di Sirmione.
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La guida alla biglietteria vi consiglierà di partire dal museo all’interno del grande e curato parco della torre, è presente anche una area picnic coperta e dotata di tavoli e panche. Nel museo oltre agli armamenti e alle divise c’è la possibilità
UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE accanto al museo c’è un parcheggio gratuito. Il museo di Solferino seppur contenuto nelle dimensioni degli ambienti è rifornitissimo anche di interessanti reperti cartacei, la nostra guida in uniforme originaria di un soldato francese sotto il comando di Napoleone, ci mostra i manuali in uso nelle guarnigioni dei soldati, ma anche il loro corredo ed il loro zaino (unico loro bene) i santini a cui nei momenti più duri si aggrappavano e le marmitte in cui cucinavano il loro unico pasto della giornata. L’ossario si trova in uno parco bo-
di visionare un video interattivo di pochi minuti, consigliatissima la visione, per poter aver un approccio più storico e consapevole della battaglia degli schieramenti e della loro posizione sul territorio che abbraccia i due comuni e che è stato il palcoscenico della più aspra guerra svoltasi nel Risorgimento italiano. Completa la visita nel comune in provincia di Brescia, il sacrario dove è doveroso fermarsi non solo per la singolarità dell’esposizione dei resti mortali dei soldati, ma in quanto testimonianza di questi uomini e del loro sacrificio per la nostra patria. La visita riprende qualche chilometro più a sud nel bel borgo di Solferino, alla cui base proprio
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UN VIAGGIO DA CONDIVIDERE
scoso e presenta anche dei corpi completamente ricomposti, oggetto di interesse scientifico anche per i famosi studi di antropologia criminale di Cesare Lombroso. Noi abbiamo fatto la gita il fine settimana successivo alla commemorazione della battaglia che è avvenuta il 24 giugno 1859, abbiamo trovato la rappresentazione dell’accampamento e tutti i figuranti nelle divise storiche. Ogni accampamento presentava una particolarità su questa battaglia che viene ricordata sia per l’importanza storica che per la ferocia con la quale tutti gli schieramenti si sono affrontati. Tanto che da questa bat-
taglia la storia ci riporta la fondazione della Croce Rossa ad opera nel 1864 del filantropo Henry Dunant, come risposta a tanto sacrificio. “La storia è la versione di eventi passati che il popolo ha accettato di comune accordo” Napoleone Bonaparte
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RACCONTI
TURKISH BLUES La bocca del traghetto li aveva vomitati dieci giorni prima sul molo di Durazzo, avevano già percorso più di quattromila chilometri verso Est e la temperatura ormai sfiorava i quaranta gradi. Arturo cominciava ad averne abbastanza di quel caldo, e strada davanti ne avevano ancora un sacco. Superarono non senza difficoltà la tratta che costeggiava un lago salato dalle parti di Aksaray e si fermarono in una catapecchia sul bordo della strada che aveva le sembianze di un punto di ristoro, parcheggiarono le motociclette, si tolsero il casco ed entrarono. Il locale era relativamente fresco, o almeno ombreggiato, e si sedettero sotto il ventilatore a soffitto. Immediatamente arrivò un battaglione di mosche che finora si era dedicato a succhiare il cadavere di un agnello appeso dietro al proprietario del bazar, proprio sopra una pila di stoviglie messe ad asciugare. Arturo pensò che dovevano puzzare parecchio, dopo dieci giorni praticamente lessati dentro il giubbotto di pelle. La baracca in cui si trovavano era l’unico segno di civiltà che avevano incrociato negli ultimi trecento chilometri di strada dritta e polverosa, spazzata da un vento laterale fastidiosissimo che non permetteva di andare a più di sessanta all’ora, avevano fame e decisero di fare una sosta. Carlotta diventava isterica se digiunava troppo a lungo, e quel viaggio non si era ancora assestato. Arturo aveva sbagliato due volte strada ed erano finiti fuori rotta, perdendosi un paio di siti archeologici che avevano programmato di visitare, inoltre la moto di lei dava qualche segnale di insofferenza e ogni tanto perdeva un colpo. Lui glielo aveva anche raccomandato, prima di partire: “portamela a casa che te la controllo a fondo”, ma lei aveva scrollato le spalle dicendo che la sua moto non l’avrebbe mai tradita. Arturo aveva annusato fin da piccolo l’odore dell’olio e della benzina, nell’officina di suo padre, e ogni volta che faceva il pieno alla sua vecchia moto non resisteva alla tentazione di mettere il naso nel ser20
batoio. Non aveva mai posseduto un’automobile e se ne vantava parecchio ai raduni cui spesso partecipava. Era stato proprio ad un raduno che aveva conosciuto Carlotta, tre anni prima. Erano seduti uno di fronte all’altra e non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso. Con la scusa di uscire a fumare si baciarono, e fu l’inizio di una gran bella storia. Con lei accanto, Arturo aveva ripreso fiducia nella vita, ma questo viaggio stava davvero mettendo a dura prova la loro relazione. Cercò di non pensarci, spiegò la cartina sul tavolo bisunto e provò a raccapezzarsi. Carlotta potè finalmente fare pipì, ma tornò dalla “toilette” inorridita: “La finestra del bagno è aperta su una stanza dove stanno macellando degli agnelli...” “Beh, direi chilometro zero nel vero senso della parola” borbottò Arturo. Ci mancava solo che Carlotta non volesse fermarsi perché non sopportava la vista del sangue, pensò. Erano ai ferri corti già dalla mattina precedente: complice il gran caldo avevano avuto un’accesa discussione su come e dove pernottare, con Arturo che sognava una notte a 15 gradi, nudo e abbracciato al condizionatore della camera di un hotel, mentre Carlotta voleva accamparsi sulle sponde di un fiume un centinaio di chilometri più in là. Vinse lei, ma quando arrivarono era buio, il fiume era completamente asciutto, piantarono la tenda su una distesa di sassi tra milioni di vespe che ronzavano lì intorno e cercarono di dormire un po’, sfiniti dall’afa opprimente. L’oste si avvicinò al loro tavolo. La bozza di un sorriso gli apriva la faccia, come una mezzaluna bianca in mezzo al nero della barba ispida. Bofonchiò qualcosa in un idioma incomprensibile e Arturo lo seguì in cucina, passando dietro al bancone, sapendo che era l’unico modo per capire cosa bollisse nei pentoloni che sfamavano i camionisti di passaggio sulla rotta per l’Iran, e poi giù attraverso il Pakistan fino
RACCONTI all’India. Tra teste di pecora in umido e spiedini di montone, che stavano sulla griglia del cortile retrostante, scelse questi ultimi, e riuscì a ordinare anche un’insalata di pomodori e cipolle, oltre a una pagnotta abbrustolita, una porzione di salsa piccante e due bottiglie d’acqua fresca. Avrebbe avuto voglia di un’enorme birra, ma trovarla in quelle zone era praticamente impossibile. Arturo e Carlotta avevano progettato quel viaggio durante l’ultimo inverno, immaginandolo colorato, pieno di odori e sapori, inframmezzato da giornate stesi al sole sulle spiagge dei laghi che avevano incrociato lungo il cammino. La realtà appariva però diversa, e la tensione saliva di ora in ora. Comunicavano a monosillabi senza guardarsi, mentre masticavano il pranzo pensando ognuno ai fatti propri. “Che pensi, Arturo?” chiese lei infine, guardando il bicchiere colmo d’acqua nel quale nuotava una mosca. “Che sei bellissima, che sono davvero stanco, che ho voglia di una birra gelata e di un letto comodo e che non so se ce la faccio ad arrivare fin laggiù”, rispose lui. “Già... e che ne pensi di una deviazione verso Nord? Potremmo prenderci una pausa sulle sponde del Mar Nero, dalle parti di Trebisonda, e magari proseguire con calma entrando in Georgia lungo la strada costiera, come feci anni fa con Marco. Ti ho già parlato di Marco, vero?… Comunque da quelle parti è pieno di villaggi e piccoli hotel, hanno l’aria condizionata, magari un paio di giorni al fresco potrebbero rimetterci in sesto...” “Eccola qui Carlotta” pensò Arturo, “pronta a tirare le redini un attimo prima che mi imbizzarrisca del tutto”. A volte gli pareva che giocasse come un gatto col topo, angelica e diabolica al tempo stesso, flessibile come un giunco che si piegava al vento e sempre pronta a tirare frustate. Come quando gli parlava dei suoi ex e dei lunghi viaggi che aveva fatto in precedenza, mai lesinando sui particolari più piccanti. Arturo l’ascoltava per un po’, poi si chiudeva in un lungo silenzio rimuginando sul suo passato, chiedendosi se sarebbe stato mai all’altezza. Come in un gioco, lei a quel
punto gli si avvicinava sinuosa e lo ammaliava con i suoi occhi languidi, elemosinando un sorriso e un bacio. Lui sapeva benissimo di essere alla sua mercé, ma non se ne preoccupava, lasciava che le cose prendessero la piega che Carlotta voleva, in fondo curioso di sapere come sarebbe finita. “Mi sembra una buona idea”, annuì sorridendo. Passarono ancora una notte in tenda, accampati nel piazzale di un distributore di benzina. Il proprietario, un ragazzo che aveva lavorato a Roma anni prima e parlava qualche parola di inglese, aveva loro offerto un po’ di spazio e la possibilità di usare la doccia che di solito era riservata ai camionisti di passaggio, così ne approfittarono. L’indomani mattina, prima che il sole facesse sentire la sua calorosa presenza, smontarono il bivacco, caricarono le moto e si rimisero in strada, direzione mar Nero. Viaggiarono per più di dieci ore, e finalmente si fermarono in un villaggio una ventina di chilometri a Est di Trebisonda, dove trovarono un piccolo albergo affacciato sulla spiaggia. La camera sembrava dignitosa, considerato il luogo in cui si trovavano. C’era sì qualche buco nelle lenzuola e l’intonaco necessitava di una rinfrescata, ma il ronzio del condizionatore rallegrò immediatamente Arturo, che iniziò a smanettare sul termostato cercando di abbassare la temperatura di almeno dieci gradi. “Tra un po’ nevica”, sorrise sorniona Carlotta, “finisce che mi dovrai scaldare, stanotte…” La cena fu, finalmente, a base di pesce alla griglia, pane fresco e birra leggera, bionda e spumeggiante. La tensione accumulata nei giorni precedenti si sciolse piano piano tra risate e carezze, tra i racconti di lei e gli sfottò di lui, mentre il sole si tuffava nel mare di fronte alla terrazza del piccolo albergo. Poco distante, dalla cima del minareto, un altoparlante chiamava a raccolta i fedeli per la preghiera della sera, e il canto del muezzin sovrastava le loro voci. Si tennero per mano guardando il tramonto, in attesa che la moschea si riempisse e tornasse il silenzio... Massimo Zucca 21
RIDIAMOCI SOPRA Un’inserzione sul giornale dice che si offre lavoro purché si sia disposti a tutto. Si presenta al colloquio preliminare un tale e gli viene chiesto se è disposto a tutto. Quando costui afferma di sì il datore di lavoro tira fuori una pistola e gli dice: “Se vuoi il lavoro devi andare a casa e uccidere tua moglie”. Il tizio ovviamente si rifiuta: “Mi dispiace ma siamo sposati da poco...” e così è costretto ad andarsene. Si presenta il secondo signore ma alla domanda se è disposto a uccidere la moglie, alla vista della pistola, si rifiuta: “Mi dispiace ma mia moglie è incinta...”. Si presenta il terzo tizio che accetta. Prende la pistola e va a casa. Qualche ora dopo torna tutto arrabbiato: “Me lo poteva dire che era scarica. Sono stato costretto a strangolarla!”.
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Un passero su un ramo vede passare 4 bruchi in fila indiana. Scende a terra e incontra il primo. Un bel bruco, bello grosso. Gli chiede: “Tu chi sei?”. Il bruco: “Io sono il bruco padre”. Incontra il secondo, più piccolo e gli chiede: “E tu chi sei?”. Il bruco: “Io sono il bruco mamma”. Incontra il terzo, più piccolo, e gli chiede: “E tu chi sei?”. Il bruco: “Io sono il bruco figlio”. Il quarto bruco è piccolo, nero, sporco e puzzolente. Il passero chiede: “Ma tu chi sei, così conciato?”. “Io sono il bruco del culo!”. Una coppia di dinosauri: “Sai, è da giorni che penso solo al nostro futuro...”. “Dai, non ti fossilizzare!”. Un’oca entra in un negozio di accessori per animali. “Avete del lucidante per le penne?” domanda. “No, mi dispiace” risponde gentilmente il negoziante. “Avete del lucidante per le penne?” domanda di nuovo l’oca. “Ho detto di no” risponde meno gentilmente il negoziante. “Avete del lucidante per le penne?” chiede impassibile l’oca. “Se me lo chiedi ancora una volta - sibila infuriato il negoziante - ti stacco la testa con un’accetta!”. “Avete un’accetta?” chiede l’oca. “Nooo!” risponde il negoziante.“ALLORA AVETE IL LUCIDANTE PER LE PENNE?”. Tre amici giocano di sera in strada a chi fa pipì più in alto. A un certo punto uno di essi arriva all’altezza della finestra del primo piano. Per caso proprio in quel momento un vecchietto si sta sporgendo e ne viene completamento investito. Il vecchietto si ritrae di colpo e urla verso il basso: “Sempre i soliti scherzi del cazzo, eh!”.
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TERRITORIO
RICORDI E VOLTI NELLA FIERA DI SAN BARTOLOMEO A CARPENEDOLO (BS) Fondata da Pierluigi Zaniboni ha toccato in agosto i cinquant’anni
INAUGURAZIONE FIERA CARPENEDOLO 2021 Con il passare degli anni, i miei ormai oltre i settantacinque, è facile imbattersi nella celebrazione di importanti anniversari che ci ricordano il passato, con la speranza che possano proiettarsi ancora verso il futuro. Si è svolta nei giorni scorsi, dal 22 al 24 agosto organizzata dalla Pro-Loco, presieduta da Ettore Bosio, subentrato a Angelo Marzocchi, in collaborazione con il Comune e la Parrocchia, la Fiera di San Bartolomeo a Carpenedolo giunta al suo 50° compleanno. Si può dire che anno per anno ho potuto apprezzarne la sua realizzazione, dato che i mezzanesi sono quasi cittadini di Carpenedolo, divisi solo dal il fiume Chiese dalla cittadina. Del resto sono ancora in molti a pensare che Mezzane, sia parte del territorio del paese dei carpini. Inoltre dal 1972 al 1996 fui dipendente del Comune di Carpenedolo. Mezzo secolo di presenza, che non ha potuto festeggiare Pierluigi Zaniboni, scomparso nel luglio 2020, lui fondatore da sindaco nel 1971 e per varie volte artefice primario della 24
Fiera. Non solo come sindaco fino al 1975 e dal 1995 al 2000, ma anche come presidente del Comitato in qualche occasione, o organizzatore delle gare di bocce, di ciclismo, tennis e di altro, che facevano e fanno di contorno alla esposizione. La Fiera creata da Pierluigi Zaniboni, ebbe subito una crescita, conosciuta e partecipata dai bresciani e mantovani, ma anche provenienti da altri territori. Organizzare manifestazione, avvenimenti e ricerca storica locale, sembrava essere il suo pane quotidiano, che andava a braccetto alla sua vocazione e doti professionali di maestro, diffusa con amore nell’insegnamento ai ragazzi per tanti anni. Trovò subito tanti collaboratori, fra cui Roberto Ghisini, dipendente dal 1973, anch’esso prolifico di capacità organizzative, che andavano oltre il suo lavoro da dipendente. Divenne la Fiera più lunga della provincia, otto/nove giorni durava l’attesa manifestazione che spaziava, nei cortile e nelle aule delle scuole, proponendo ai
TERRITORIO visitatori arte, cultura e sport che completavano “Carpenedolo Produce” che metteva in mostra le eccellenze del paese, agricoltura-artigianato-commercio-industria. Si allestiva “Arte come mestiere” diretta da Angelo Boni, Hobby e Tempo Libero con rassegna regionale a cui teneva molto Amatore Bolzoni, mostra-mercato di pittura, concorso poesia e teatro dialettale. Musica e canto con la Corale Polifonica Ars Nova, con il Corpo Musicale Carpenedolese presente a tutte le inaugurazioni. Non è mancato “L’Angolo dei Ricordi” che ogni hanno proponeva un tema del passato agreste, con ricerche certosine di Lorenzo Desenzani, da pochi giorni scomparso e quest’anno ricordato con le sue cartoline, che trovava l’aiuto di Rodolfo Vergolini e Marino Spotti. Completava la manifestazione dedicata al Patrono San Bartolomeo onorato con specifiche funzioni religiose, i grandi appuntamenti con il
La squadra degli impiegati con il sindaco Zaniboni portiere
Corpo Musicale, Lirica, serate di ballo con Orchestre e Cantanti di portata nazionale, come Gaber, i Matia Bazar, sfilate di moda e di bellezze femminile. Tanti i collaboratori e volontari dell’apposito Comitato insieme all’Amministrazione Comunale, con i dipendenti comunali, fra i quali il segretario della Fiera. Impossibile citarli tutti, da Gianni Re-
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Il Comitato Fiera 1992
stelli, per tanti anni alla guida della biblioteca a Maria Rosa Boselli, a quelli della ragioneria, che tenevano i conti della manifestazione quando era gestita dal Comune. Ai vari sindaci succedutisi dopo Pierluigi Zaniboni, da Stefano Boselli, Ianni Mario, Enrico Carrero, Mario Ferrari, Valentino Treccani, Gianni Desenzani a Stefano Tramonti, tutti impegnati per il buon nome di Carpenedolo. Come avviene da qualche anno con la Pro-Loco locale, ricca di tante iniziative e promotrice della Sagra del Malfatto, prodotto presentato anche all’expo di Milano. Come non ricordare quando venne allestita per tre anni nell’ex Fabbrica Bober, dove poi è sorto l’attuale centro commerciale. Dal 1991 al 1996 ebbi la fortuna di seguire più da vicino l’organizzazione della manifestazione, quale responsabile dell’Ufficio Attività Produttive. L’ allora sindaco Mario Ferrari cercò di allargare i confini rappresentativi, dopo l’esperienza dei Giochi senza Frontiere a Trebic
in Cecoslovacchia cui partecipò Carpenedolo. Qualche paese straniero in mostra, la visita di Consoli d’Ambasciata, le Ceramiche e il sindaco di Grottaglie, la Ferrari Formula Uno, i plessi scolastici occupati in tutti gli spazi interni ed esterni, anche al secondo piano, il primo pagamento -se non sbaglio- all’entrata alla Fiera, in precedenza solo per alcuni spettacoli, 30/35.000 paganti per i cinque giorni di Fiera. Un grande spettacolo Carpenedolo: Via Baronchelli risistemata
di musica il 24 agosto 1993, con la presenza nella stessa sera della regina della canzone Nilla Pizzi, Gianni Pettinati, Wilma Goich, Enrico Musiani, Mario e Donatella Tessuto, Dino e Pupo, presente Jaake Tod il più seguito in quel periodo in Beautiful, che per tutta la serata è stato inseguito dalle giovanissime. Manifestazione svoltasi grazie ai rapporti con Mario di Gregorio di Radio SuperTV. Tanti ricordi collegabili alla Fiera di San Bartolomeo 2021 di Carpenedolo. Marino Marini
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PAROLE DI ELE
NON C’È NULLA DI CUI VERGOGNARSI
Perché ti vergogni se vieni sgridato davanti a tutti? Perché ti vergogni se sbagli? Perché ti vergogni se piangi? Perché ti vergogni se hai delle disabilità? Perché ti vergogni se sei ancora bambina o se ti comporti da grande? Perché ti vergogni del tuo fisico o del tuo corpo? Perché ti vergogni di essere qualcuno che secondo lui fa qualcosa di giusto (nei limiti della legalità precisiamo). Tu ti vergogni perché c’è qualcuno dall’altra parte che dice che il tuo essere TE non va bene e per questo viene deriso, vieni preso in giro. Ti vergogni del tuo corpo perché magari non rispetta gli standard di bellezza... ma gli standard di bellezza di chi? Chi ha creato questi standard? Un influencer? Una persona famosa? Qualcuno che ammiri? Qualcuno che conosci? Ti vergogni perché non piaci a qualcuno o alla persona che a te piace? Quindi, solo perché io non piaccio a quella persona devo smettere di mangiare o mangiare di più, allenarmi o smettere di fare ginnastica, cambiare il mio essere per quella persona? No, non credo proprio! Io non mi vergogno se il mio fisico non è perfetto come quello delle modelle, non per questo non metto il costume. Non mi vergogno di restare in costume anche con delle imperfezioni. Non mi vergogno di avere 14 anni e la camera rosa con dei peluche. Non mi vergogno, perché fanno parte del mio essere e se io voglio avere la camera rosa con dei peluche tengo la camera così com’è, senza cambiarla anche se a qualcuno non piace. Mi dicono che sono ancora troppo bambina, ma a loro cosa deve interessare della mia vita? Se io voglio restare bambina ci rimango fino a quando diventerò adulta. Agli altri non deve interessare della mia vita. Non mi vergogno se guardo ancora i cartoni animati, se mi piace studiare, se mi piace fare danza o per quello che io sono. Se sono così è perché io voglio essere così. Anche quando gli altri mi prendevano
in giro per il mio aspetto fisico o per come cavolo sono, a me non importava perché ero felice di essere me stessa e non sono cambiata per loro. Anch’io mi sono, in passato, vergognata di ME STESSA, ma piano piano ho capito che non mi devo vergognare se mi piace fare cose da maschio, da femmina, se sono alta o bassa, grassa o magra, se ho qualche imperfezione, se sono ancora bambina o se sono già troppo adulta o se ho delle disabilità. Io non mi vergognerò mai di essere me stessa e spero che nessuno di voi, Voi che state leggendo questo testo, non vi vergognerete di voi stessi perché non c’è assolutamente nulla di sbagliato anche perchè, ripeto, non c’è proprio nulla di cui vergognarsi. Anche perché noi siamo noi e quindi UNICI, non vergogniamoci della nostra unicità. Eleonora Valeggi
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SERIE TV E...
The Umbrella Academy è una serie televisiva statunitense ideata da Steve Blackman e distribuita da Netflix. La serie è basata sulla prima miniserie dell’omonimo fumetto di Gerard Way e Gabriel Bá, intitolato “The Umbrella Academy Volume Uno: La suite dell’Apocalisse”, pubblicato dalla Dark Horse Comics in USA, La prima stagione è stata pubblicata a livello internazionale su Netflix il 15 febbraio 2019. Trama Il 1º ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partoriscono contemporaneamente, nonostante nessuna di loro mostri alcun segno di gravidanza sino all’inizio del travaglio. Sette di questi bambini vengono adottati dall’eccentrico miliardario Reginald Hargreeves, il quale li addestra attraverso quella che lui chiama “The Umbrella Academy”, formando così una squadra di supereroi. Hargreeves dà ai bambini numeri anziché nomi, ma alla fine vengono conosciuti come Luther (Numero Uno), Diego (Numero Due), Allison (Numero Tre), Klaus (Numero Quattro), Cinque (Numero Cinque), Ben (Numero Sei) e Vanya (Numero Sette). Numero Cinque non viene mai 38
definito con un nome proprio. Hargreeves mette sei dei suoi figli a lavorare per combattere il crimine, mentre Vanya viene tenuta in disparte perché ritenuta priva di poteri. Luther è stato inviato dal padre sulla Luna per compiere una missione, Diego è diventato un vigilante, Allison è una famosa attrice che ha appena divorziato, Klaus è un tossicodipendente, Cinque è scomparso quando era un ragazzino, Ben è morto da tempo e Vanya è una violinista. Stagioni 1^ stag. 1’ episodi - 2^ stag. 10 episodi A novembre 2020 la serie è stata rinnovata per una terza stagione e a gennaio 2021 sono stati presentati i nuovi personaggi. Accoglienza La serie ha riscosso una grande accoglienza da parte degli spettatori e Netflix ha voluto sottolinearlo ad aprile 2019 nel corso del suo report finanziario del recente trimestre della compagnia. Ha infatti sottolineato che The Umbrella Academy è stata vista da più di 45 milioni di abbonati nel corso del primo mese dal giorno di distribuzione (il 15 febbraio 2019). Nella
SERIE TV E...I settimana del debutto è stato inoltre lo show digitale più visto negli Stati Uniti d’America. In accordo ai dati raccolti da “Parrot Analytics”, il più accurato centro di analisi per i contenuti on demand distribuiti su scala mondiale, la serie è continuata a crescere nel numero di visualizzazioni durante la prima settimana. Questi dati la rendono una serie di grande successo anche se comparata alle serie tv in streaming più negli anni recenti. Ilaria Boffetti
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CITAZIONI: “The umbrella Academy” “Non siamo più dei bambini, non esistono più i ragazzi buoni o quelli cattivi ma solo persone che vivono la propria vita.” AIDAN GALLAGHER - Numero 5 “Il tempo cambia ogni cosa.” “Il vecchio diceva che viaggiare nel tempo può contaminare la mente.” Vuoi sapere una cosa stupida? Tenevo sempre accese le luci per lui. Avevo paura che potesse tornare, magari di notte, con la casa buia, e che non riuscendo a trovarci se ne andasse di nuovo. E così ogni notte gli preparavo uno spuntino e lasciavo le luci accese. VANYA HARGREEVES
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La vettura di cui vi voglio raccontare oggi, è un’ icona degli anni 70, che ha traghettato l’Alfa fra i 70 e gli 80 divenendo un simbolo delle coupe di Arese, entrando di diritto nel novero delle auto più amate della casa milanese. Vide la luce nel 1974 e fu prodotta in due serie fino al pensionamento avvenuto nel 1987. Un due porte dalla linea filante e slanciata, disegno di Giugiaro, calandra nera, quattro fari e una chicca assoluta che identifica e differenzia la prima serie dalla seconda già a colpo d’occhio. Sulla lato sinistro, vicino al baule, una forma triangolare colpisce e rapi-
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sce l’occhio con la scritta “GTV “ acronimo di granturismo veloce, incornicia la fiancata e la rende unica. Il motore è il consueto bialbero quattro cilindri in linea e sulla prima serie sarà declinato in quattro diverse cilindrate per la produzione in serie: 1.6,1.8,2.0 e la regina Turbo Delta, che montava un due litri turbo compresso. Visse due epoche appunto con la prima serie, attraversò gli anni di piombo, da regina delle strade, con la seconda serie dal 1980 al 1987, visse l’epoca della Milano da bere e del Craxismo. Sia la prima che la seconda serie montavano il ponte DeDion, finezza
AUTO D’EPOCA assoluta, usata anche su auto di categoria superiore e super sportive dell’epoca. L’interno della prima serie aveva il conta giri come unico strumento di fronte al pilota, devo aggiungere altro? La seconda serie con motorizzazione da 2.5 litri e motore Busso V6 è considerata già da tempo una leggenda su quattro ruote, una delle migliori Alfa degli ultimi anni. Unica nella storia della gamma ad avere il cofano con la “gobba“, per poter ospitare il poderoso V6 da 2.5 litri. In famiglia ne abbiamo avuta una tanti anni fa, confermo che era davvero speciale e quel sound non lo dimentichi facilmente se lo senti. La prima e la seconda serie differiscono in pochi particolari, i fari posteriori, la calandra e gli interni. Pochi dettagli ma bastano a renderle chiaramente differenti anche ad un occhio non troppo esperto. Unico neo di questa meravigliosa auto il cambio, buono ma non all’altezza di quello delle Giulia e delle Gt, meno secco negli innesti e più “blando”. Per il resto ad Arese erano riusciti a mantenere la solita grande sportività così come da tradizione. Oggi è un’auto ricercata e dallo stile unico, le quotazioni non sono ancora folli, si può ancora prenderne una senza esborsi monstre. In ogni caso, se potete una V6 oppure una 2.0 L prima serie, quella con i due listelli sul frontale. Se avete ancora voglia di guidare e non di farvi portare in giro, credo che sia l’auto giusta da mettere in garage e usare poco, per godersela ancora di più. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com
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ED È POESIA
“Forse” Niente è come prima, la fortuna, una carta nascosta, il vivere tirare a campare giorno dopo giorno il pensare un chiodo fisso da impiantare, il tornare una porta chiusa senza serratura, vorrei vedere come va il domani, solo che non ho parole, forse è meglio chiudere gli occhi e cercare di dimenticare ..... BMG
“Vecchia città” Nonostante i tanti tradimenti le vane promesse, ti amo ancora vecchia città, triste sporca città. Custode paurosa dei miei sogni di quattro sparuti segreti. Enrico Savoldi
“Rosa del passato” Tra le pagine impolverate del passato ho piantato una rosa, deliziosa, fine, senza spine. Sui binari ombrosi del tempo scorre il vento dei ricordi porta petali appassiti. Difficile sradicare le emozioni del passato far fiorire oggi ciò che ha perso la freschezza ieri ed io... io sono pessimo giardiniere. Darina Naumova 42
“Gli dirò...” Quando morirò dirò tutto a Dio. Gli dirò che nel mondo che ha creato a comandare c’è un essere ingrato. Quando morirò dirò tutto a Dio, gli dirò del vostro fare indifferente, del vostro guardarci come fossimo niente. Quando morirò dirò tutto a Dio. Gli dirò che mi manca il mio papà e che ora sento freddo in questa stanza. Vorrei un mondo per chi come me è nato dall’altra parte della strada, è nato dall’altra parte della vita, dalla parte sbagliata. Quando morirò dirò tutto a Dio, dei beni che ci avete confiscato, tra questi ci sono le persone che abbiamo amato. Quando morirò dirò tutto a Dio, dicono lui sia amico dei bambini non come questi idioti travestiti d’assassini. Vorrei un mondo per chi come me è nato dall’altra parte della strada, è nato dall’altra parte della vita, dalla parte sbagliata. Vorrei un mondo per chi come me è cullato dalle bombe della notte, dalla polvere da sparo, dai palazzi in fiamme, dalle grida disperate delle mamme. Dove hai nascosto la mia mamma, maledetta guerra? Quando morirò dirò tutto a Dio, degli anni che mi avete rubato, della vita che non ho mai vissuto, ora vi saluto... vado a dire tutto a Dio. Martina Attili
Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo. (Virginia Woolf)
La voce del mare parla all’anima. Il tocco del mare è sensuale, avvolge il corpo nel suo morbido e stretto abbraccio. (Kate Chopin)
A L I N A
Vivi ogni giorno se come fossi l’ultimo... goditi il mare tranquillo e brillante ma anche quello burrascoso. ogni giorno ha il suo fascino con le sue bellezze e difficoltà.
Il mare, attraverso le sue profondità misteriose, i pericoli che nasconde, la sua enorme vastità e la sua grande forza ha sempre affascinato noi esseri umani. E’ un po’ come avere un’attività commerciale: ho un bar da qualche anno a Ghedi, in provincia di Brescia: tante sono state le incertezze, i pericoli, i dubbi, le avversità ma se hai la passione e la forza di portare avanti un sogno, questo percorso di affascina a tal punto di e renderti orgoglioso di ciò che hai costruito per te e per la tua famiglia. Alina
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LA RIVISTA
è presente nel Bar 24 di Lonato D/G
PENSIERI E PAROLE
PADRE RICCARDO TOBANELLI Leggo su un periodico locale la breve biografia di un missionario saveriano bresciano, padre Riccardo Tobanelli, mancato prematuramente in maggio a 60 anni. Arrivato in Bangladesh nei primi anni ottanta, ha speso la sua vita in progetti per il recupero degli ultimi, soprattutto bambini abbandonati, costretti a sopravvivere in strada. Progetti sicuramente molto impegnativi da realizzare: una casa dove accoglie i bambini perché abbiano un tetto e possano frequentare quindi la scuola pubblica; un terreno sul quale costruisce una casa dove ospitare bimbi e bimbe; un asilo nido per aiutare le mamme che lavorano; coordina alcune equipes mediche italiane che per diversi mesi all’anno offrono gratuitamente un servizio sanitario qualificato ai più poveri; costruisce un’altra casa famiglia per accogliere una sessantina di bambini; in una città, con l’aiuto di suore infermiere, realizza una struttura ospedaliera e infine crea un’unità mobile pediatrica per soccorrere bimbi che vivono allo sbando in strada. Negli anni questi bimbi, cresciuti e molti di loro sposati, trovando casa sempre grazie a Padre Riccardo che gliel’ha loro donata, sono diventati essi stessi volontari e assistono bambini che vivono nelle stesse condizioni in cui vivevano loro. Una ruota della carità e dell’amore che
continua a girare. Una vita intensa, dunque, quella di questo missionario, spesa al servizio dei più bisognosi, come molti altri preti missionari nel mondo. Di lui, però, quel che mi ha colpito maggiormente è che non ha costruito chiese, né tantomeno ha cercato di convertire nessuno. Ha dato ai più poveri una vita dignitosa, ma li ha sempre incoraggiati a mantenere e professare la propria fede, ricordando che esiste un Dio solo, che è padre di tutti i credenti di qualsiasi religione. Questo è forse l’aspetto più meritevole, l’eredità più grande che ha lasciato: vivere il Vangelo aiutando gli ultimi, ma rispettandoli, amandoli così come sono. Secondo me è una lezione encomiabile. Cercare infatti di evangelizzare popoli che sono nati e cresciuti con religioni diverse dalla nostra è sbagliato e irrispettoso nei loro confronti: nessun credo è migliore di un altro. L’essenziale è che sia basato sull’amore per il prossimo, sul rispetto, sulla solidarietà. A maggior ragione chi va in un luogo per fare del bene, deve rispettare la cultura e la religione altrui, semmai confrontarsi e scambiarsi ciò che di buono c’è in ognuna, facendo tesoro del meglio che ogni Credo insegna. Ornella Olfi 45
TERRITORIO
OTTIMO SUCCESSO DI PUBBLICO PER “GARDACON” EVENTO ORGANIZZATO ALLA FIERA DI MONTICHIARI
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Per gli amanti del genere comics & games non mancava proprio nulla: circa 25 mila metri quadrati di intrattenimento per una festa imperdibile dedicata al mondo del fumetto, del cosplay, dell’animazione, del gioco e del videogioco. Tantissimi stand di gadget, fumetti, giochi, videogiochi, accessori per cosplay, action figures, magliette a tema nerd e molto altro ancora. L’area espositori è stata il luogo ideale per chi era
a caccia del Funko Pop più recente o dell’albo a fumetti più ricercato, ma anche per chi voleva semplicemente passare una giornata all’insegna di uno shopping divertente e diverso dal solito. Presenti anche le aree interattive con più di 150 console e 80 cabinati arcade, l’area mattoncini i board games e la Gamers Arena, che ha presentato i videogiochi più amati in modalità free to play e torneo. Un concentrato di meraviglia grazie an-
Padiglione interno della Fiera
I The Maffick e l’uomo gatto
TERRITORIO
Area Lego che agli spettacoli dal vivo, le gare cosplay, i workshop e l’artist alley con gli autori di fumetti, l’area fantascienza e modellismo. I doppiatori di Cobra Kai ci hanno fatto rivivere i momenti più belli della serie, con curiosità ed aneddoti senza prezzo. Valerio Amoruso (Johnny Laurence) Giorgio Perno (Daniel LaRusso) Davide Farronato (Miguel Diaz) Martina Tamburello (Sam LaRusso) Le mille voci di Luna e Alberto Pagnotta ci hanno regalato dei momenti davvero magici mentre I The Maffick e l’uomo gatto ci hanno fatto ridere e cantare con la loro simpatia e voglia di divertire. Per gli amanti delle Serie Tv, in particolare della “Casa di Carta” ospiti della Garda con Andrea Lavagnino, voce del professore e Mirko Cannella, voce di Rio, ci hanno fatto rivivere tutta la magia
di questa serie tv giunta ormai al suo termine con le ultime puntate in uscita a dicembre.. In diretta streaming anche Alessandro Quarta, voce di Berlino. Altro ospite degno di nota, Andrea Lorenzon, autore di Cartoni Morti, che ci ha parlato di come è nata la passione per il proprio lavoro attraverso aneddoti e storie della sua vita. Nella giornata finale del Gardacon i cosplay iscritti alla gara si sono esibiti davanti a dei giudici per aggiudicarsi la vittoria come miglior costume. E’stata sicuramente una bellissima fiera e molto ben organizzata.
Doppiatori de Andrea Lorenzon, “La Casa di Carta” autore di Cartoni Morti
Alberto Pagnotta e Luna Racini
Danilo Bertazzi Uno dei volti della Melevisione 47
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L’EMOZIONE NON HA VOCE
TWO OF US (Due di noi) - Louis Tomlinson La canzone è dedicata alla madre, Johannah Pulston Deakin, scomparsa nel dicembre È passato un minuto da quando ti ho chiamato Solo per ascoltare la risposta Sì, lo so che non lo capirai Ma lascerò un messaggio quindi non sono solo Stamattina mi sono svegliato ancora sognando Con i ricordi che mi passano per la testa Non saprai mai quanto mi manchi Il giorno in cui ti hanno portata via, vorrei fosse accaduto a me Ma una volta mi hai detto: “Non arrenderti, puoi farcela, giorno dopo giorno” E i diamanti, non si trasformeranno in polvere o svaniranno. Quindi ti terrò, giorno e notte, qui fino al giorno in cui morirò Vivrò una vita per noi due Sarò il migliore di me, ti terrò sempre vicina a me Vivrò una vita per noi due Anche quando sono da solo, so che non sarò solo Tatuate sul mio cuore ci sono le parole della tua canzone preferita So che guarderai in basso, giuro che ti renderò orgoglioso Vivrò una vita per noi due Potevo sentire il tuo sangue scorrere attraverso di me Sei scritta nel mio DNA Guardando indietro in ogni specchio So che starai aspettando, ci rivedremo Ma una volta mi hai detto: “Non arrenderti, puoi farcela, giorno dopo giorno ” E i diamanti, non si trasformeranno in polvere o svaniranno Quindi ti terrò, giorno e notte, qui fino al giorno in cui morirò Vivrò una vita per noi due Sarò il migliore di me, ti terrò sempre vicina a me Vivrò una vita per noi due Anche quando sono da solo, so che non sarò solo Tatuate sul mio cuore ci sono le parole della tua canzone preferita. So che guarderai in basso, 50
Louis Tomlinson mentre manda un bacio alla mamma alla fine dell’esibizione giuro che ti renderò orgoglioso Vivrò una vita per noi due Ti ho promesso che lo avrei fatto Quindi tutto questo è tutto per te Oh, giuro su Dio che stai vivendo Attraverso tutto ciò che mai farò Quindi ti terrò, giorno e notte, qui fino al giorno in cui morirò Vivrò una vita per noi due Sarò il migliore di me, ti terrò sempre vicina a me Vivrò una vita per noi due Anche quando sono da solo, so che non sarò solo Tatuate sul mio cuore ci sono le parole della tua canzone preferita So che guarderai in basso, giuro che ti renderò orgoglioso Vivrò una vita per noi due Una vita per noi due Vivrò una vita per noi due Finiremo proprio come abbiamo iniziato Solo io e te e nessun altro. Ti terrò dove è il mio cuore Una vita per noi due.
VIDEO ORIGINALE “Two of us”
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QUEL CHE C’È... “In nessun luogo, amata, ci sarà mai mondo se non in noi.” Rilke, Settima elegia duinese Stamattina, sdraiata in piena orizzontalità, guardavo le nuvole da una prospettiva inconsueta. Solo cielo, senza il contrasto dell’orizzonte. Guardavo le nuvole, ipnotiche come il fuoco nel camino e il suono delle onde che si frangono sulla riva. Forme in continuo divenire. Geminiani e Vivaldi nelle orecchie. In nessun luogo ci sarà mai mondo se non in
noi: perfetta definizione del sentire introverso. Il fuori è occasione, porta che apre al viaggio nel mondo interiore. Qui, ora, mi sento in pace. Sto. Quel che c’è, prendo. Il vento di oggi e il mare agitato. Domani si prospetta pioggia, vorrà dire che andrò a fotografarla. Ho voglia di stare con quel che c’è, perché lì c’è mondo. Guardo il piccolo, il particolare. sguardiepercorsi
PENSIERI E PAROLE
LA NOSTRA VITA Un professore di filosofia un giorno entro in classe e mise alcuni oggetti sulla cattedra. Quando la lezione ebbe inizio, prese un grosso contenitore di vetro vuoto e cominciò a riempirlo con pezzi di roccia abbastanza grossi. Alla fine chiese ai suoi studenti se il contenitore fosse pieno. Gli studenti risposero di sì. Allora il professore prese un sacchetto di sassolini e li versò nel contenitore, scuotendolo un pochino. I sassolini ovviamente andarono a riempire gli spazi vuoti tra i pezzi di roccia. Allora il professore chiese di nuovo ai suoi studenti se il contenitore fosse pieno. E gli studenti risposero di sì. Il professore allora prese un sacchetto di sabbia e la versò nel contenitore. Naturalmente la sabbia riempì tutti gli spazi ancora vuoti ed il professore chiese di nuovo se il contenitore fosse pieno. Anche stavolta gli studenti gli risposero di sì. “Adesso, voglio che vi rendiate conto che il contenitore rappresenta la vostra vita”, disse il professore. “Le rocce sono le cose importanti - la vostra famiglia, il vostro compagno o la vostra compagna, la vostra salute, i vostri figli,
i veri amici - cose per cui, se anche tutto il resto andasse perduto, la vostra vita risulterebbe ancora piena. I sassolini sono le altre cose che possono contare nella vita, come ad esempio il vostro lavoro, la casa, la macchina. La sabbia è tutto il resto: le piccole cose di poco conto”. “Se mettete la sabbia per prima nel contenitore”, continuò il professore “non rimane spazio per i sassolini e le rocce. Lo stesso succede con la vostra vita: se spendete tutto il vostro tempo per dedicarvi alle cose di poco conto, non avrete più spazio per quelle davvero importanti…” Mariachiara 53
OROSCOPO / SETTEMBRE 2021
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ARIETE (21/03 - 20/04) Incontri e innamoramenti sono dietro la porta, cercate di coglierne l’aspetto migliore. niente da ridire sulla forma fisica, ma rispetto all’immagine potreste fare di più, non foste sempre così di corsa...
TORO (21/04-20/05) Si intravedono opportunità in tanti settori, anche in quello affettivo. Nuove amicizie grazie alla vostra innata immediatezza riusciranno a farvi concretizzare qualcosa di buono anche nel lavoro. Cosa volere di più?
GEMELLI (21/05-21/06) Più gente conosci, più contatti avrai anche per il lavoro. Non eludere gli incarichi che ritieni pesanti. Perchà© è proprio da quelli che avrai i maggiori benefici.
CANCRO (22/06-22/07) Il tuo fascino incanta, la sicurezza personale è al top. Hai piena coscienza dei tuoi istinti nascosti. Gli amici sono un buon punto di forza.
LEONE (23/07-23/08) Sei molto attento alle esigenze dei tuoi partner di lavoro, e questo segna punti a favore. In amore qualche bisticcio ma nulla di preoccupante.
VERGINE (24/08-22/09) Desideri, iniziative e occasioni da cogliere al volo sembrano create apposta per te, per rendere più interessante la tua quotidianità . Ti sai muovere con sicurezza anche nelle situazioni che richiedono una spinta audace.
BILANCIA (23/09-22/10) in amore è tempo di manifestare i sentimenti con slancio passionale, con spavalderia, amplificando anche la tenacia oltre l’affettuosità .
SCORPIONE (23/10-22/11) Potresti venire travolto da successi nelle nuove seduzioni. Un’appassionata sintonia con il partner regala al rapporto qualcosa di speciale.
SAGITTARIO (23/11-21/12) Chi è in coppia avrà modo di riscoprire emozioni inaspettate o che pensava di aver dimenticato. Al lavoro un superiore che ti stima potrebbe affidarti un progetto particolarmente interessante. Non rifiutare!
CAPRICORNO (22/12-20/01) Gran vigore l’intesa erotica con il partner. Ottime premesse anche per il settore professionale. Per ottenere ciò che vuoi ti basta non cambiare idea troppo spesso.
ACQUARIO (21/01-19/02) Le scelte fatte o quelle che farai a breve si riveleranno ben presto giuste e ti daranno la possibilità di ottenere il successo e la fama che desideri. Il ruolo di leader ti soddisfa e ti gratifica moralmente e ora anche materialmente.
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ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI
METTERE DA PARTE L’EGOISMO
Ciao sono Alessia e sono un’alcolista. E’ stato difficile per me apprenderlo piano piano, sono dovuta ricadere un paio di volte prima di essere convinta che a me un bicchiere non basta mai, sì perchè proprio dalla seconda ricaduta ho visto appieno il potere della malattia. Frequento il gruppo da più di un anno e ho vissuto la pandemia in sobrietà ma l’alcolismo mi ha portata ad un notevole isolamento sociale inoltrandomi drasticamente solo nel lavoro. Sbagliato!!! Ma ho scoperto che non mi devo dare delle colpe: noi alcolisti siamo così... dopo anni di alcolismo puro, causato da un forte trauma, persi il lavoro, la salute e la famiglia. Ho visto, nonostante i molteplici problemi del mio carattere dovuto alla malattia, che comunque stavo giorno per giorno riprendendo in mano la mia vita grazie alla sobrietà!! Non so contare i danni che ho recato a me e a terzi, non li ricordo, ma so cosa posso fare oggi seguendo la preghiera della serenità ed il percorso di cercare di capire cosa posso e non posso cambiare. La presenza del gruppo della mia sponsor e dei vari amici mi hanno permessso per la prima volta nella mia vita di non sentirmi più sola facendomi finalmente, giorno
dopo giorno con un lavoro difficile ma bellissimo, essere la donna di affari che vorrei essere, la mamma dalla quale trovare aiuto e amore ed una compagna presente. Ma sopratutto un unico scopo che riempie di felicità le mie giornate, è essere riuscita a vivere con serenità le mie 24 ore. Posso dire che non sia per nulla facile, ma è bellissimo stare bene, nonostante i problemi persistano... Essere finalmente una persona che li vede per ciò che sono e li risolve con tranquillità ma sopratutto consapevolezza. Oggi finalmente sono la persona che sarei voluta sempre essere, con i miei pregi e difetti. Grazie Alessia Qui di seguito vi lascio la preghiera della serenità. Signore dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza di comprenderne la differrenza.
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L’INTERVISTA
FEDERICA CADEI MAMMA BLOGGER
Federica, 31 anni vive a Brescia. Cosa fai nella vita? Mi chiamo Federica e sono innamoratissima della mia famiglia, composta da me, mio marito Pietro ed i nostri due figli, Christian ed Azzurra, l’amante dei super eroi e del buon cibo presto inizierà la scuola primaria mentre lei ha due anni e dai capelli ricci ci anticipa che ogni riccio un capriccio! Ho 31 anni e nella vita mi sono reinventata spesso: dopo diversi anni come impiegata commerciale estero e responsabile marketing, lavoro che mi portava spesso fuori città, ho scelto di abbandonare questa strada e dal 2018 sono docente di lingue straniere ed economia aziendale. Sono laureata in scienze linguistiche e letterature straniere indirizzo management e turismo ed amo insegnare ai cittadini di domani i valori che sostengo anche all’interno della mia famiglia. Nel tempo libero gestisco il mio profilo instagram @federicamammablogger, un allegro diario della mia vita da mamma dove ultima58
mente posto anche ricette realizzate da mio marito, sempre più appassionato di cucina. Per fotografarle al meglio ho seguito un corso di social food photography: quando faccio una cosa mi piace farla bene! Com’è iniziato questo amore per la tua attività? Ho sempre amato esprimermi attraverso la scrittura e nel mio blog mi diletto a raccontare la vita di una mamma e dei suoi adorati bambini: Christian ed Azzurra. Aprire un blog o raccontarsi attraverso una pagina instagram è sinonimo di confronto con altre mamme, aiuto reciproco, ma è anche scrivere per il piacere di tenere un diario digitale e moderno. Ogni tanto guardo le fotografie degli anni passati e sorrido notando la crescita dei miei figli e il mio cambiamento come persona e come mamma. Che immagine vuoi dare di te stessa? Mi piace raccontare sui social ciò che sono realmente, quindi l’immagine che vorrei trasmettere è la pura verità. A volte è difficile
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L’INTERVISTA
cogliere ogni momento che si vive attraverso la macchina fotografica ma adoro provare a farlo e raccontare attraverso le mie parole le emozioni che non sono riuscita ad immortalare attraverso la fotografia. Sono una mamma affettuosa e poco apprensiva, anche se molto presente nella vita di entrambi i miei figli. Amo fornire loro nuovi stimoli costruttivi e vivere con loro esperienze nuove, come i viaggi che uniscono sempre più la nostra famiglia. Cosa ti caratterizza particolarmente? Spero passerete sul mio profilo e mi direte voi cosa vi ha colpito! Nel frattempo vi anticipo che troverete immagini di una famiglia semplice, unita da tanto amore, che in giovane età ha creato il proprio nido e cerca ogni giorno di dare il meglio ai propri figli. Troverete anche condivisione, dialogo, passioni come quella per i viaggi e per il buon cibo, per l’apprendimento e la socializzazione, che cerco di trasmettere utilizzando colori caldi e immagini quotidiane senza effetti stravaganti. Come ti piace vestire? Mi vesto in modo semplice, amo gli abiti lunghi sinonimo di eleganza ma pantaloni nero abbinati a maglie dai colori caldi non mancano mai nel mio guardaroba. Prima di avere i bambini (non lo nascondo) curavo molto di più gli accessori (orecchini, collane) mentre ora sono più comoda
con meno oggetti possibili. Per l’abbigliamento dei bambini invece mi sbizzarrisco molto, acquisto per loro outfit sia eleganti che sportivi di modo che siano sempre comodi e liberi di esprimersi attraverso il movimento anche nelle occasioni più formali. Christian raramente indossa camicie e pantaloni eleganti, ma quando vede suo papà così elegante gli piace imitarlo nello stile, mentre Azzurra sfoggia spesso abiti in tulle o brillantini. Che rapporto hai con i social?
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Sul mio profilo instagram @federicamammablogger ogni giorno racconto la nostra tranquilla routine, gli acquisti, i viaggi, i traguardi e le difficoltà in tutta sincerità, semplicità e trasparenza, ma uno degli elementi che mi ha sempre affascinato dei social è la community che si crea, il legame nella condivisione e la voglia di confrontarsi in modo non giudicante tra mamme e genitori. Questa interessante attività mi ha permesso di conoscere numerose famiglie italiane ed aziende che oltre ad affidarmi la pubblicità dei loro prodotti sul mio canale partecipano ai miei corsi per imparare ad emergere sui social grazie al “marketing di relazione” . Un pregio e un difetto... Mi hanno sempre definito una persona solare e spero sia davvero cosi! Spero di trasmettere positività ai miei figli, ai miei studenti…e perché no, sui social! Oltre ai pregi che mi hanno attribuito gli altri mi definirei romantica e curiosa intellettualmente, amo imparare, ma anche creare nuovi progetti mettendomi alla prova… insomma, vivo la vita come un vero viaggio! Difetti…essere troppo buona vale? Questo soprattutto con i miei figli, dove emerge la mia dolcezza ma anche il mio non essere
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troppo severa! Inoltre sono disordinata, anche se provo con tutte le mie forze ad essere ordinata in casa, non dimenticare gli impegni segnandoli ordinatamente in agenda ed evitare di accumulare oggetti inutili. Non sono sempre stata così, ma da quando ho i bambini gli oggetti da riordinare e sistemare sono molti di più e questo lato è emerso maggiormente purtroppo. Al di là del tuo lavoro, quali sono le passioni della tua vita? Amo viaggiare, una mia grande passione è il mare anche se negli ultimi anni mio figlio Christian che ama la natura mi ha avvicinato anche alla montagna. Oltre ai viaggi che racconto spesso sui social e che definirei il mio chiodo fisso, amo il nostro nido ovvero la nostra casa che con mio marito abbiamo progettato nel dettaglio nei toni rilassanti del beige e bianco. Occuparmi della mia casa non è per me soltanto il dovere di pulire, riordinare ecc... ma anche il piacere di trovare nuove soluzioni
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L’INTERVISTA
per renderla sempre accogliente con dettagli o accessori nuovi. Nelle stagioni più fredde, quando si trascorre più tempo in casa, amo guardare le serie tv con mio marito o leggere per essere sempre informata oltre a cucinare con lui coinvolgendo anche i bambini. Dove ti vedi tra dieci anni? Mi vedo una felice mamma italiana che saprà ascoltare i suoi figli anche nei momenti difficili, che li aiuterà a superare gli ostacoli che la vita porrà loro dinnanzi e gioirà con loro per i successi e le soddisfazioni che i percorsi scolastici, sportivi ecc gli riserveranno! Dal punto di vista lavorativo invece spero che l’avventura sui social non finisca e mi piacerebbe continuare ad insegnare. Spero di poter guardare indietro e vedere un album virtuale pieno di viaggi in Italia e all’estero insieme alla mia famiglia, alla scoperta delle bellezze del mondo! @federicamammablogger
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Approfondimenti a pag.2-3
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