Anno 28 - N°03 del 18/03/2022 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti
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PENSIERI E PAROLE
LA COLPA
Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.
Anno 28 - N°02 del 28/02/2022
Quando scoppia un incendio, è meglio affrettarsi a spegnerlo, ognuno con quello che puo fare, non chiedere chi gli ha dato La nostra sede: fuoco e perché. Di chi è la colpa del Grande Scisma nel Brembate di Sopra (Bg) - via Tresolzio,48 1054? Del Papa Leone IX? Del Patriarca Michele Kerularius? Dei Cattolici? Degli ortodossi? Delle ambizioni politiche e della ricerca del primato? Dell’arroganza e dell’orgoglio della www.newentrymagazine.it natura umana? O dI tutto questo messo insieme? È così difficile trovare la risposta giusta, dipanare intricate e New Entry il giornale della gente complesse relazioni umane e istituzionali. E se nella Chiesa New Entry Boffetti Gianluca che proclama la pace e la complicità tra le persone, c’è discordia e disunione, che cosa resta per il mondo al di fuori newentrymagazine di essa? L’unica cosa di cui sono assolutamente certa è che New Entry Television non c’è niente di più sbagliato che demonizzare o esonerare una delle parti in un conflitto. Per un breve periodo DostoI NOSTRI CONTATTI evskij fu espulso dal programma di un’università italiana. A redazione@newentrymagazine.it causa della sua nazionalità. Un fatto che si commenta da bergamo@newentrymagazine.it solo. Già visto. Siamo abituati a vedere solo le guerre che brescia@newentrymagazine.it si combattono sul piano orizzontale e le altre, le lotte nell’aInfo pubblicità: 347 73 52 863 spetto verticale, quelle che imperversano in ognuno di noi, di quelle non ce ne accorgiamo. Mi è piaciuto molto un pensiero di Maria Montessori: “Tutti parlano di pace, ma nessuno educa perché ci sia pace. È allevato per la competizione e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando cominceranno ad educare alla cooperazione, alla solidarietà e all’assistenza reciproca, in questo giorno cominceranno ad educare alla pace”. Sappiamo solo criticare e negare, denigrare e calunniare, come se fossimo più bravi in qualcosa, come se qualcuno ci desse il diritto di essere giudici. E chiederci, cosa ho fatto personalmente, nel mio piccolo e limitato mondo, secondo le mie deboli capacità, come ho aiutato il mondo a farlo diventare un po’ migliore? Se la risposta è NIENTE, è meglio tacere. Se non siamo in grado di aiutare, almeno tentiamo di non fare più male, per non aggiungere la nostra parte alla valanga dell’odio crescente, all’odio che stà aumentando e pronto per esplodere, perché alla fine distruggeremo tutti e tutto ciò che ci circonda. Compresi noi stessi! Darina Naumova 02
EDITORIALE
NO TO WAR
“Fino all’ultimo pensavamo che non ci sarebbe stata nessuna guerra, ma poi ho iniziato a sentire le esplosioni che provenivano da qualche angolo della città e le finestre che tremavano. Ho deciso di partire e ho portato con me solo lo stretto indispensabile. Sono uscita di casa alle otto del mattino, ho preso un treno per Leopoli e poi un autobus per la Polonia” (Nadija; Kharkiv, Ucraina) “Cadevano bombe, e si sentivano esplosioni. Non ci sono parole per descrivere quanto facesse paura quello che stava succedendo. Quando abbiamo saputo che c’erano treni per l’evacuazione, abbiamo deciso di partire.
È come mettere tutta la tua vita in uno zaino. Abbiamo solo potuto prendere documenti, medicine, acqua e qualcosa da mangiare. Abbiamo lasciato tutto e siamo andati alla stazione mentre piovevano bombe” (Natalija; Kharkiv, Ucraina) “No, non siamo nel 1945, siamo nel 2022. Oggi 24.02.2022 è iniziata una guerra, ma è finita l’umanità. Abbiamo perso tutti, perché come al solito non abbiamo imparato nulla. Il nostro pensiero va ai bambini, che prima si sono visti togliere l’infanzia da una pandemia e ora da una guerra.
Nonostante la guerra c'è spazio anche per l’amore, in queste foto un matrimonio tra un soldato e una soldatessa ucraina in un posto di blocco a Kyiv. 04
EDITORIALE
Un incredibile murale è apparso sul muro dell’Accademia Militare in Lituana.
Dipinto dell’artista Oleksiy Shekshuuev Ha fatto questo dipinto durante la notte.
Non è partito senza pappagallino... C'è tanto dolore in questa foto... ma tanta luce! Siate come i bambini, mantenete un piano luminoso in voi stessi, il vostro inizio! Autore: Sergey Didenko
Valentina Pushich primaria anestesista a Kiev era sul fronte a dare assistenza ai soldati ucraini feriti dall’aggressione russa. E’ stata uccisa da una granata che ha colpito la tenda dove curava i feriti gravi uccidendo tutti. Onore a questa persona. 05
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PENSIERI E PAROLE
L’AMORE Per certe persone esprimere i propri sentimenti e arrivare a patti con questi può essere difficile. Vanno in paranoia, perchè si intestardiscono per ottenere qualcosa o si paragonano agli altri, in questo modo si deprimono e perdono la fiducia, anziché farsene una ragione, da qui parte l’invidia, che è un brutto sentimento, una brutta sensazione. Per questo motivo si limita da tante altre scelte, tanti fatti e tante consapevolezze. La vita di queste persone è noiosa, agli altri appaiono noiosi senza rendersene realmente conto e sono anche incompresi, ognuno con la sua capacità, però sono molto egoisti, pensano solamente a loro stessi, senza occuparsi degli altri, quindi si crea questa insofferenza, si mal sopportano a vicenda. Si dice che parlare sia il miglior modo per esprimere le cose, ma a volte non è l’unica strada possibile, l’unico mezzo disponibile. Proprio per questa ragione la persona viene insultata, così nascono i conflitti. E’ un’ossessione degli esseri umani, non si pensa alle conseguenze. L’essere umano tende a ossessionarsi su persone o cose. Ad esempio, se mi innamoro di un ragazzo, ma c’è un’altra persona di mezzo, non posso accettare il fatto che lei ci sia, per cui si crea un odio tra me e l’altra persona, dove prima o poi una delle due cederà. Se lei fosse una ragazza forte sarebbe abbastanza decisa da decidere di non concentrarsi sull’amato che non la vuole. Sicuramente parlare non servirà, proprio perchè stare con lui sarebbe impossibile, per questa ragione comincia a stare male, comincia a pensare a quanto lei sia sfortunata. Lei ha bisogno di tempo per riprendersi, senza essere aiutata da uno psicologo o uno psicoterapeuta. Potrebbe trovare un altro ragazzo, se però succedesse la stessa cosa, ovvero non fosse accettata, proverebbe ancora altra sofferenza. Amare deve essere una cosa leale, onesta,
sincera, deve portare felicità. Se la cosa non va come previsto, se il ragazzo che ami non ti ricambia, allora diventa sofferenza. Potresti anche ignorarlo e col tempo riprenderti, per innamorarti di nuovo di qualcun’altro. Diventa un trauma, in questo modo puoi perdere anche la pazienza. Ormai per questa ragazza, l’amore è una sofferenza. Non puoi trattare la persona come se fosse un oggetto, questa deve essere rispettata. L’amore diventa un tormento, una tragedia, per chi non è ricambiato. Chi si trova vicino a chi ama non può comprendere realmente come si senta l’altro, può fare del suo meglio per comprendere ma non arriverà mai a capirlo totalmente. HAYTOM NOURA
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Chi è una Fashion Digital Expert? Ancora non ci posso credere! A partire da oggi inizia la mia nuova avventura in questo piccolo spazio che mi è stato messo a disposizione. Intanto mi presento, per chi non mi conoscesse, mi chiamo Ylenia Francini e sono una Fashion Digital Expert. Chi è una Fashion Digital Expert? Probabilmente questo termine non esiste, ma io l’ho coniato per trovare la mia nicchia specifica. Così ho fuso due mie passioni in un unico mondo: la moda e il digital. Nel 2016 ho aperto il mio blog e i miei canali social portando online la moda e la mia vita. Così ho iniziato a proporre outfits low cost e trends del momento. Mi sono subito resa conto del grande potenziale dei social e in particolare di Instagram. La comunicazione online ti permette di raggiungere moltissime persone, se utilizzata in modo adeguato e con una strategia alla base. Negli anni mi sono formata molto e ho fatto esperienza per poter aiutare le persone a trasformare la loro passione in un business online di successo proprio come ho fatto io. Con questa Rubrica voglio regalarti tips per posizionarti online, crescere il tuo profilo Instagram e monetizzare la tua passione… senza dimenticare il ruolo importante che svolge la GRAFICA E STAMPA
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moda, lo stile, i colori, l’immagine nella comunicazione online. Naturalmente risponderò a ogni domanda perché l’idea di questa Rubrica nasce proprio dalla volontà di poterti aiutare a emergere in questo settore sempre in continua evoluzione. Quindi già da ora puoi mandare la tua email alla redazione dove scrivere le tue difficoltà, curiosità in merito e io ti darò tutte le risposte nei prossimi numeri. Non vedo l’ora di condividere di più con te! Scrivete a: redazione@newentrymagazine.it Dott.ssa Ylenia Francini Instagram: @yleniafrancini INIZIATIVE I EDITORIAL
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PENSIERI E PAROLE
PRANZO DI FAMIGLIA Premesso, è un’ovvietà, i parenti non si scelgono a differenza degli amici quindi molto spesso, magari, ci troviamo ad avere a che fare con una zia o un cugino davvero insopportabile di cui avremmo fatto volentieri a meno, però non è possibile. E dico questo perché di recente ho avuto modo di scambiare due parole con una signora che conosco di vista e, probabilmente, è stato proprio il fatto che ci si conosca appena a farla partire “a ruota libera”. Mi ha raccontato che sua suocera compirà, a breve, i novanta e che perciò visto la ragguardevole età raggiunta ha deciso di fare un bel pranzo stile “25 dicembre” con la famiglia e di ciò la mia interlocutrice non è per niente contenta. Affermava che in questi momenti l’atmosfera non è sempre serena e rilassata come vorrebbe credere l’anziana e che per tutti i partecipanti è più un supplizio di una gioia il dovervi partecipare, ma come si fa a rifiutare? Praticamente impossibile! Quello che pesa alla mia conoscente, ma penso anche a tutti gli altri, sono i soliti discorsi che si fanno in queste ricorrenze. “Ma tuo figlio si è lasciato con l’ennesima ragazza? Invece il mio il
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prossimo anno si sposa!” oppure “Ho saputo che tua figlia non va ancora bene a scuola e invece la mia tutti sette e otto.” E la lista potrebbe proseguire ancora, ma mi fermo qui! Perciò tocca, per forza, far “buon viso a cattivo gioco” poiché non si vuole essere colui o colei che con una risposta acida, ma lasciatemi anche dire giusta, farebbe accendere la miccia mandando poi di traverso a tutta la compagnia il mangiare. In teoria queste rimpatriate le immaginiamo essere momenti felici e spensierati, invece, in realtà almeno per buona parte di noi con me inclusa, sono il momento in cui s’inizia a punzecchiarsi e a recriminare… E’, anzi sarebbe, un’occasione per ricomporre
PENSIERI E PAROLE dei legami ossia quelli famigliari che durante il resto dell’anno si sono allentati e, forse, in queste occasioni si spera che le incomprensioni che si sono accumulate così, quasi per magia, possano appianarsi e risolversi. Oppure può anche capitare che appunto dato che ci si vede poco non ci sia poi molto da dire in quei momenti... Non si ha più molto in comune, ammesso e non concesso,che ci sia mai stato qualcosa in comune. Non possiamo credere che avvenga un miracolo. Ci troviamo per festeggiare l’anziana parente che è arrivata ai novanta anni e tutto si sistema fra di noi …… Certo andare d’accordo con parenti, pure acquisiti, è un’impresa ardua però non impossibile. Bisogna però lavorarci e non solo in quel raro momento d’incontro. Si potrebbe iniziare con il fare una telefonata invece di mandare il solito scambio di emoticon su Whatsapp che indubbiamente è più comodo e meno impegnativo rispetto a una chiamata a voce... Certo il messaggio è molto più rapido e non richiede nemmeno, forse, una risposta. Tuttavia così facendo non si costruiscono i rapporti veri e sinceri che tanto sogniamo poi quando ci si ritrova per festeggiare... La soluzione, per lo meno quella che propongo io, è riattivare e coltivare con costanza e regolarità i rapporti famigliari almeno con qualcuno, poi certo se c’è un parente o più d’uno insopportabile... beh, quelli siamo autorizzati a lasciarli perdere così da non intossicarci la vita, però agli altri sarebbe, forse, il caso di dare una seconda possibilità, non credete anche voi? Comunque per questo pranzo ho consigliato a questa mia conoscente, visto anche l’immediatezza della cosa, di prenderlo con leggerezza mista a un po’ d’ironia e di non arrabbiarsi troppo, o per lo meno di provarci, in modo di contenere, al minimo, il malanimo che sicuramente ne verrà... Monica Palazzi
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PENSIERI E PAROLE
IL “DISTILLATO DI EMOZIONI POSITIVO” Dicono che la felicità sia fatta d’istanti. La sensazione che si prova in quegli attimi è una sorta di “euforia momentanea”, che dovremmo essere in grado di ricordare anche nei nostri momenti “no”. Quegli attimi di felicità ci dovrebbero saper sostenere quando ne avvertiamo bisogno, come una mano che ci viene tesa. Sto guidando, sono le 7,50 di un lunedì di gennaio. Solitamente il lunedì ha un colore grigio scuro. Ma oggi non è così. Inizio un nuovo lavoro e sento un bell’entusiasmo, uno spirito nuovo. C’è un’alba spettacolare, un sole rosso che quasi mi abbaglia ed è in quest’istante che visualizzo nella mia mente il barattolo di vetro, il “distillato di emozioni positive”. Un piccolo barattolo dove inserirò dei brevi pensieri di questi giorni. Il primo è proprio l’emozione che nasce dalla visione di un’alba che mi toglie
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quasi il respiro, mentre alla radio parte la canzone di Marco Mengoni, uno dei miei cantanti preferiti, alzo il volume e inizio a cantare. Nel barattolo inserirò le emozioni che mi accompagnano in questi giorni, la mia voglia di rimettermi in gioco e i miei nuovi obiettivi. E’ un nuovo inizio, una nuova sfida. Nei miei momenti “grigi” aprirò il mio barattolo, rileggerò i miei pensieri e respirerò le mie emozioni positive. Si, le respirerò, come se fossero una fragranza. E’ un’idea forse bizzarra, ma il fatto di aver racchiuso in un barattolo le mie emozioni mi ricorda il cartone animato “Inside Out”. Siamo fatti di paura, di Rabbia, di Gioia, di Tristezza e di Disgusto. Oggi Gioia è nel mio barattolo, all’occorrenza la ritrovo lì. Rabbia e Disgusto sono lontane. Tristezza qualche volta si alterna a Gioia, un po’ come il sole e la pioggia, le lacrime e i sorrisi. Barbara
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ALDO IL GRANDE (Anniversario)
Non esisteva oggetto che tu non sapessi aggiustare. Il tuo caldo vocione mi faceva pensare di avere dinanzi un impari saggio; ti dovevo ascoltare. Ogni tuo consiglio si stampava nel cuore, come fosse scolpito su una Pietra Miliare. Giordano
ED È POESIA
“8 MARZO 2022” Per la festa della donna un venticello un po’ monello fa librar ogni gonna. È un’aria giuliva, che tira e che spira innalzando ogni donna alla più alta bandiera. Che bello sarebbe Se ogni giorno fosse oggi, Se il gentil sesso avesse il meritato consenso a comandar, non un emisfero ma il globo intero: in questo mondo quadrato, niente più spigoli di guerra, e finalmente potremo in tondo girare, camminare senza inciampare, in un nostro fratello, caduto per terra. E gli uomini, irsuti sapientoni, faranno la figura di giganteschi coglioni. Giordano 14
“LA VITA È BELLA” La vita è bella, per 40 anni aprire gli occhi alle 5 della mattina, il dare a distruggere la schiena. La vita è bella... al servizio di ogni iena, la soddisfazione è tutta un altra cosa, a fine mese sempre senza una lira. La vita è bella quando al pensarci, non scende neanche più una lacrima. La vita è bella quando parli a te stesso e vivi nel dissenso, come una formica che ha un chiodo fisso. La vita è bella quando sei solo ed è finita la speranza, quando il domani è un punto di domanda. La vita è bella... quando un giorno diventerai un ricordo. BMG
ED È POESIA
“IL NOSTRO TEMPO” Passo rapido investe presente e passato auspica inghiotte fasci di pensieri. Mormorio cheto sale sommesso riporta alla tenerezza. Tempo bizzarro il nostro tempo asserragliato costretto fra ripide scoscese serpeggia fra rivoli rosso sangue. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
PENSIERI E PAROLE
BRUNO Ricordo quando ho avuto l’onore e l’immenso piacere di conoscere Bruno, persona più unica che rara. Ero seduto ad uno dei tavolini del bar Brac (storica osteria Fiessese, punto di ritrovo dell’allora mia generazione), domenica pomeriggio, ore 16.30, nella locanda c’erano solo il Signor Battista e la moglie, Signora Teresa, proprietari e conduttori del bar; a quell’ora ormai i miei giovani coetanei erano già partiti per le varie destinazioni di svago (di solito le discoteche più vicine), io non potevo liberarmi prima, dovevo mungere almeno metà delle nostre vacche, prima di lasciare da solo mio padre, altrimenti non avrebbe mai potuto consegnare in tempo il latte al “menalatte”, e così ogni Festa pomeriggio mi ritrovavo da solo a sorseggiare il mio super alcolico (una Spuma), pensando dove andare a spegnere la mia domenica. Il Signor Battista, che si muoveva solo per forza di inerzia (l’autentico volano del bar, era la moglie Teresa), ascoltava la sua Cynar, una radio bottiglia a forma di digestivo, ed annotava minuziosamente tutti i risultati delle partite calcistiche; mi stavo per alzare quando improvvisamente entrò un giovanottone, talmente bello da sembrare un modello, si guardò in giro e mi fa: “scusi Signore, posso sedermi al suo tavolo?”, “Puoi sederti, però fammi il piacere di non darmi del Lei, mi fai sentire un Matusalemme”, “non volevo essere offensivo, sono arrivato da poco a Fiesse e non conosco nessuno”. Mi raccontò in breve la sua storia: nato a Guidizzolo nel mantovano, di anni 15 (io all’epoca ne avevo 17), un anno prima era stato coinvolto in un terribile incidente stradale mentre guidava la sua vespa, dopo un lungo periodo di riabilitazione, si era rimesso quasi completamente. Era già da un po’ di tempo orfano di padre, una brutta malattia se l’era portato via, la mamma 16
invece era originaria di Asola (Mantova), proprio come mia mamma, e questo fatto ci mise subito in simpatia, inoltre il papà, originario di Fiesse, gli aveva lasciato in eredità una grande e bella azienda agricola, e per questo motivo si erano trasferiti nel mio bel paesello nat’io. Eravamo talmente presi dai nostri racconti di vita che nemmeno ci accorgemmo che ormai si era fatta ora di cena. Tornato a casa raccontai a mia mamma del mio incontro, visto che anche lei era di Asola, chiesi se conosceva la Signora Paolina (mamma di Bruno): “ma per la miseria, certo che la conosco, ha la mia stessa età, abbiamo fatto tutte le elementari assieme ed il più delle volte come compagne di banco, è da quando mi sono sposata che non la vedo, so che si era trasferita dalle parti di Guidizzolo ed aveva sposato un Signore benestante ma poi non ho più avuto sue notizie... ma guarda la vita come è strana, hai incontrato suo figlio per caso, secondo me è un segno del destino”. Quando in seguito mia mamma ebbe modo di incontrare a Fiesse la Signora Paolina, si riconobbero subito, mi raccontò che l’aveva stretta in un abbraccio indescrivibile, fu un momento di commozione e gioia inspiegabili. Man mano che passava il tempo, il legame fra me e Bruno si stringeva sempre più, nonostante
PENSIERI E PAROLE fossimo diversi in tutto, sia fisicamente che caratterialmente (lui era alto, moro, occhi azzurri, un sorriso talmente luminoso da rischiarare qualsiasi giorno cupo, talmente estroverso e pieno di allegria da risultare contagioso), unica cosa che ci accumunava: la passione per l’agricoltura. Quando compì 18 anni, decise di lavorare personalmente nella sua azienda che allora era stata affidata ad un contoterzista del posto; acquistò tutta l’attrezzatura (trattori, aratro, seminatrice, ecc, ecc... ) da una azienda agricola che aveva cessato l’attività e si dedicò anima e corpo alla coltivazione dei suoi campi. Era un grande appassionato di motocross, sua mamma era assolutamente contraria ad acquistarlgli una moto, ma lui insistette talmente tanto e gli promise qualche migliaio di volte che avrebbe sempre guidato con prudenza quindi dovette cedere; gli comprò così una moto 350 cc da enduro. Molte volte sono stato in sella con lui, e posso testimoniare che guidava sempre a velocità moderata (raramente superava i 100), aveva un grande rispetto del codice della strada come del resto lo aveva anche nella vita rapportandosi con gli altri. Siamo andati diverse volte in discoteca assieme, anche se la musica suonata in quel periodo non era abbastanza ritmata per Bruno, lui prediligeva il “pentolame” non parlato, ovvero, quei rumori fortissimi che sembrano generati da un mestolo d’acciaio sbattuto a forza contro le padelle, non conosco il nome preciso di questo genere di musica, lui ci andava matto, io invece quando la sentivo, diventavo matto; andare in discoteca con lui era comunque sempre uno spasso; la sua straripante simpatia e la sua bellezza non passavano inosservati agli occhi delle donne, eppure se una ragazza non gli garbava come modo di pensare o non la riteneva posata nel suo modo di essere (per esempio, se si riteneva superiore alle altre), lui non offriva la sua amicizia; sembrava quasi una cosa innaturale da
dirsi, ma non approfittava della sua bellezza per “rimorchiare”. Quando acquistò la sua prima automobile (essendo alquanto benestante), tutti si aspettavano che comprasse una macchina super lussuosa, ed invece scelse una Renault 4; mi disse: “quest’auto rispecchia perfettamente la mia anima: è semplice, comoda, pratica e rurale”. Un fatto che non dimenticherò mai è stato quando usciti dalla discoteca Kiss Colossal Music Center di Ostiano, salì sul tettuccio della sua auto, e tenne un comizio politico (all’epoca, mancava una settimana alle elezioni per formare un nuovo governo), iniziò il suo discorso dicendo: “ragazzi e ragazze, il futuro è nelle nostre mani, siete contenti di come va il mondo? Lo vogliamo cambiare?” E lì cominciò a sciorinare una serie di iniziative che secondo lui bisognava assolutamente attuare per migliorare la vita dei popoli; intanto attorno alla Renault 4 si erano radunate centinaia di persone che lo applaudivano ed acclamavano, concluse la sua propaganda politica dicendo: “cercate sulla scheda elettorale il nome di Antonio La Trippa, e votatelo senza indugio”. Ce ne andammo dal parcheggio della discoteca accompagnati da uno scroscio di applausi. Bruno era fatto così, ironico, allegro, esprimeva i suoi pensieri a tutti ma sempre rispettando l’altrui persona, vedeva negli altri solo amici. Ci fidanzammo entrambi (casualmente), lo stesso mese, io con una ragazza di Isola Dovarese e lui con Graziella, una fanciulla di Fiesse (mia cugina di secondo grado), istituimmo fra di noi un patto: anche se impegnati sentimentalmente, un giorno alla settimana ci saremmo sempre incontrati per mantenere viva la nostra amicizia e così ogni venerdì sera uscivamo assieme (io e lui), una volta con la mia macchina, una volta con la sua: il fatto strano è che quando andavamo con la mia auto, lui portava le sue musicassette e mi costringeva 17
PENSIERI E PAROLE ad ascoltare la sua orripilante musica fatta di assordanti rumori. Era il penultimo venerdì di luglio 1987, quella sera uscimmo con la mia auto, destinazione da stabilirsi, stavamo passando per Remedello Sotto ( piccolo paesino dove abito adesso), sedute vicino all’attuale farmacia, c’erano due Signore a fare filos (una volta pochissimi avevano l’aria condizionata, e nel periodo di calura estiva, soprattutto nei paesi, dopo cena ci si sedeva davanti a casa chiacchierando con i propri vicini aspettando l’arrivo di un po’ di frescura prima di andare a dormire); a Bruno venne una bizzarra idea: in macchina avevo un metro fatto a nastro che al mattino avevo usato per misurare il perimetro di un campo, lo prese ed incominciammo a prendere delle misure davanti alle due Signore, la più anziana incominciò a spazientirsi e ci chiese: “si può sapere cosa state facendo?”, e Bruno: ”ma come, non siete state informate dal vostro comune? Qua davanti verrà creato un ampio parcheggio per le biciclette !”. La Signora più giovane: “col cacchio che fate un parcheggio davanti alla nostra casa”; e da lì nacque una accesa discussione, finché io e Bruno scoppiammo in una fragorosa risata. “Ma allora ci avete preso per il culo? Non avete altro da fare che importunare delle rispettabili donne?” Ci presentammo, e naturalmente ci scusammo, ma il modo di fare, la simpatia, il sorriso splendido e coinvolgente di Bruno, conquistò subito le due Signore che ci dissero essere madre e figlia, purtroppo entrambi vedove, entrammo talmente tanto in empatia, che insistettero moltissimo perché andassimo da loro a bere qualcosa di fresco. Che bella e lunga chiacchierata facemmo, erano donne di straordinaria saggezza, quando le salutammo ci raccomandarono di andare a trovarle e addirittura ci ringraziarono per aver fatto loro compagnia. Ma un destino crudele aspettava il mio caro amico Bruno: il giovedì seguente men18
tre di pomeriggio con la sua moto da enduro percorreva la strada che porta a Gottolengo, un km prima di arrivare in paese, su una curva, da una stradina secondaria sbucò all’improvviso un’auto. Nonostante il mio amico non superasse i 100, l’impatto fu terribile e Bruno lasciò sull’asfalto il suo sorriso, i suoi sogni e la sua vita. Avrebbe compiuto 22 anni dopo quattordici giorni. Il venerdì sera io e mia mamma siamo andati a fargli visita, quando siamo tornati a casa, non sono riuscito a mangiare niente, ho preso l’auto ed ho cominciato a girare, nell’autoradio c’era ancora la sua musicassetta, l’ho messa a tutto volume sperando che il frastuono uccidesse il mio dolore, girovagando sono passato davanti alle due Signore che avevamo conosciuto il venerdì precedente, ma non sono riuscito a scendere dall’auto, a dirgli che quel ragazzo che tanto le aveva divertite, non c’era più. Se la Signora Paolina (mamma di Bruno), è riuscita a sopravvivere alla scomparsa del suo unico figlio, è merito soprattutto di Graziella, che sempre gli è stata vicina, diventando il suo unico sostegno morale. In quanto a me, del mio carissimo amico conserverò sempre la sua simpatia, il suo dirompente sorriso, e la sua musicassetta, che ascolto a tutto volume quando voglio prendere a calci in culo questa vita tanto ingiusta. Giordano
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TERRITORIO
REMEDELLO SOTTO (BS): APPROVATO IL PROGETTO DEL NUOVO ASILO NIDO E ADESIONE AL BANDO PNRR PER LA SUA REALIZZAZIONE
NON si ferma l’impegno della nostra Amministrazione comunale nonostante il momento globale difficile che vede i più deboli, soprattutto i bambini, a pagare un prezzo molto alto, nei confronti dei quali esprimiamo solidarietà e se serve e se saremo chiamati faremo la nostra parte. Nei giorni scorsi abbiamo approvato con la deliberazione n. 13 del 2022 il progetto preventivo per la realizzazione di una nuova scuola a Remedello Sotto in grado di ospitare fino a 10 bambini da 6 mesi a 1 anno e fino a 25 bambini da 1 anno ai 3 anni, un nuovo MICRONIDO da costruirsi (in caso di finanziamento dai fondi PNRR) nel terreno di proprietà comunale sito all’interno della scuola dell’Infanzia di Sotto, esattamente tra la sala mensa e quella polivalente. L’opera vuole supportare le famiglie
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remedellesi nella gestione dei più piccoli, aiutare i genitori lavoratori che troppo spesso non hanno un servizio di di babysitter e che devono affrontare le complesse vicende dei permessi lavorativi. Remedello è un paese in crescita, in particolare grazie all’espansione del polo industriale e pertanto riteniamo fondamentale sviluppare nuovi servizi per l’infanzia per sostenere le famiglie che vogliono avere bambini. La nuova scuola andrà a completare i servizi scolastici offerti dall’Istituto Omnicomprensivo Bonsignori di Remedello. Importo dei lavori richiesto circa 1.600.00,00 euro. Il nuovo edificio sarà completamente autonomo dal punto di vista energetico con la disposizione di ogni sofisticazione tecnologica bioenergetica. Comune di Remedello
TERRITORIO
UN GRAZIE ALL’ISTITUTO OMNICOMPRENSIVO DI REMEDELLO (BS) Bussa alle porte, la primavera. Pullula la natura, si veste di nuovo, primi cenni di farfugli vestono arboscelli; erompono fluorescenze, gemme dai tocchi delicati. A breve le giornate s’inzupperanno di voci d’imberbi, passi celeri di madri solcheranno selciati. Vorrei ringraziare di cuore l’istituto omnicomprensivo di Remedello nella persone del dirigente Michele Iammarino, della vicepreside Bosio Chiara; del corpo insegnanti composto da Nadia Fanelli, Maria Zotti, Martino Concetta, Brunella Gaboardi e Maccarone Carmela per la pazienza, attenzione, dedizione che ci hanno riservato in un tempo di pandemia dai tratti ancora accentuati. Sacra è la vita, sempre, in ogni momento. Il Buon Dio ha messo sul nostro cammino Vittoria, gigante buono, per la quale, toccata da malattia genetica rara, innumerevoli sono gli accorgimenti che bisogna adoperare, escogitare, per proteggerla dal virus. Sacrificio d’amore, quello della piccola Celeste, che ha accettato con serenità e pro positività di optare per la DAD dando tempo e spazio, modo,
al terribile virus di scemare, creando ulteriormente una barriera grazie alla prosecuzione della campagna vaccinale. E’ tempo ora di riabbracciare lo zaino, di riprendere i contatti con i compagni; di ridere e correre fra i coetanei, di godersi l’infanzia. E’ la persona che fa la differenza: nell’insegnamento, nelle istituzioni, nella società. Troppo spesso cavilli burocratici sono di enorme ostacolo, metteno a dura prova la pazienza e la tenacia. Pur tuttavia grazie ad uno scambio capillare di opinioni, considerazioni, paure, incertezze, insieme, scuola e famiglia, abbiamo permesso a Celeste di portare avanti lo studio in sicurezza, fra le mura domestiche, nell’attesa che la situazione pandemica trovasse un assetto. Di certo gioia per Celeste prossima al rientro ed altrettanta paura e preoccupazione. Scendono le ombre, lentamente acquietano voci, silenzi, candori, stupori, di perlaceo imbrattano il cielo. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
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TERRITORIO
DUE ANNI DOPO QUEL TREMENDO VIRUS CHE HA STRAVOLTO IL NOSTRO VIVERE Testimonianza da Mezzane di Calvisano “Dove è la zia Luciana” poche parole che ti riportano alla dura realtà. Le pronuncia il nostro figlio Isaia, disabile dalla nascita, oggi trentacinque anni. Siamo a tavola per il pranzo di Natale, quel pranzo che per tantissimi anni aveva visto una ricca tavolata di persone, che zia Luciana gestiva con un felicità indescrivibile. Non mancavano le sue lasagne, così come i tortelli casalinghi nella sera della vigilia. Da due anni questo buon mangiare della nostra bassa bresciana, resta un ricordo. Lei, che non ha mai dimenticato le origini venete, ci ha lasciato nel marzo del 2020, pochi giorni dopo che ci aveva salutato, assalita dal covid-19. Il tremendo virus nel giro di una settimana l’ha portava via, così come dolorosamente e tremendamente avveniva un mese dopo per il marito zio Luigi. Natale, così come la Santa Pasqua e nel compleanno di Nonno Giulio, anch’esso andato oltre nel dicembre 2018, erano i giorni più attesi e felicemente vissuti negli ultimi 40 anni. Tutto è iniziato, meglio è finito con il Natale del 2019, quando attorno alla tavolata zio Luigi prendeva il posto di capotavola, fino all’anno prima occupato da Nonno Giulio. Un bel giorno, in attesa del nuovo anno, con il desiderio di viverlo nel modo migliore. Invece il 2020 non era l’anno che pensavamo, nonostante i 29 giorni di febbraio e quel 13 di casa loro. A fine gennaio le prime avvisaglie che arrivavano dal resto del mondo. Uno strano virus si diffondeva nella Cina, paese lontano per la nostra mente, ma troppo vicino e convivente con noi. Zia Luciana, da qualche mese era in cura per un tumore, che ormai era debellato. La 22
Luciana e Luigi sua vigoria era rimasta la solita. Lieta, sorridente, facile al chiacchierare con gli altri. Di aspetto giovanile, una bellezza invidiabile la sua, nemmeno una ruga, nonostante i 69 anni. Comunque vestita, il corpo poneva in risalto la sua eleganza e femminilità, una bella donna non solo nel corpo, ma anche nell’anima. Lei sapeva stupirsi anche delle piccole cose, pur vivendo la nostra semplice normalità. Stupirsi delle cose è aprirsi agli altri, non vi era persona della nostra piccola realtà che non la stimasse, conoscendone la sua gioviale simpatia. Aveva lavorato da giovane prima di sposarsi, poi sarà la regina della casa. Un titolo nobiliare solo a parole, perché in pratica è solo un servizio, d’amore il suo, per la famiglia, oltre ai suoceri, vennero due figli oggi quarantenni sposati. Il crudele destino, interrompe la sua gioia dell’essere nonna per più anni di Mascia, Luca, e del non conosciuto Fabrizio. Non mancò il suo apporto nel volontariato nel Gruppo Missionario, nella pulizia dell’ambulatorio, la sua torta nelle feste all’Oratorio o Parrocchiali. Era sabato 21 marzo, quando a piedi Lei ed
TERRITORIO il suo amato Luigi, hanno percorso gli scalini dall’abitazione, attraversando il giardino già fiorito che lei curava, per salire sull’ambulanza. Alcuni dei vicini erano sulle loro porte a guardarli, nessuno pensava che fossero i loro ultimi passi insieme, dopo 47 anni di matrimonio. L’ambulanza se ne va a sirene spente, sirene ch’erano il batticuore di Luciana, ogni volta che le sentiva, rare volte in passato, ma troppo di sovente nei primi giorni del marzo 2020. Ricoverati all’Ospedale di Montichiari, non torneranno più a casa. Lei morirà sette giorni dopo, mentre Luigi 73 anni, trasferito al Civile di Brescia in terapia intensiva, dopo quindici giorni di intenso calvario, sembra riprendersi, dopo 40 giorni il suo cuore forte si è fermato. Un calvario il loro ed il nostro. Ogni mattina, ma anche di notte, sembrava di essere al fronte, come ci raccontava con dovizia Nonno Giulio. Ogni telefonata, una al giorno, sembrava una frecciata al nostro cuore. Poche parole dalle infermiere e dottori, troppo poco per noi, forse troppe per il personale alle prese con tanti malati nelle stesse tragiche condizioni. In quella solitudine, lontano dai propri cari, nessuna mano da stringere, in un ambiente che appariva un campo di guerra, non è stato facile, anzi non li avrà aiutati a vivere. Se ne sono andati, chiusi in un sacco, nudi come erano nati. Luciana teneva tanto ai suoi vestiti, ad indossare la collana e gli anelli uniLuciana e Luigi
Luciana tamente al vestito di festa. Aveva fatto in tempo prima di partire, a preoccuparsi, amareggiata e addolorata per quelle morti solitarie, senza saluto familiare, un silenzio assordante, interrotto dal suono delle ambulanze, con funerali nascosti e frettolosi, senza parole cristiane in Chiesa. Ignara che pochi giorni dopo si è trovata in quella grande tragedia, e che in pochi giorni ne è uscita senza vita. A dispetto della dolorosa situazione, il bel tempo di quei giorni, una temperatura mite, segnava una primavera avanzata, un invito alla vita che sboccia nel verde dei prati, con fiori e le prime foglie dei gelsi. Il cielo è stellato come non mai in quelle sere, la luna quasi piena risplende nella notte, poco lontano una tenue luce di lampada illumina l’entrata del nostro camposanto, che sarà la nuova casa di Luciana e di altri mezzanesi, alcuni da poco, altri che ne raccontano gli ultimi cento anni di storia della nostra Mezzane. Un mese dopo stessa sorte per il marito Luigi. Insieme erano approdati con l’ambulanza all’Ospedale di Montichiari quel 21 marzo. Un paio di giorni prima, essendosi abbassata la febbre, era passato a dare un’occhiata al cavallo tenuto ai Tesoli. Una piccola proprietà, una abitazione rurale degli anni trenta, con una piccola stalla e qualche piò di terra. Era servita a Papà/Nonno Giulio a crescere la famiglia, con una saggezza contadina invidiabile, scuola di parsimonia, 23
TERRITORIO espressione professionale-artistica del tutto fare nel costruire suppellettili agricoli e casalinghi. Luigi dopo 37 anni di lavoro, professionalmente espresso come esperto tornitore nella stessa Ditta, come hobby da pensionato ha svolto il contadino. Arrangiandosi in tutto. Ponendo in atto quanto acquisito con il tempo, come meccanico nel sistemare gli attrezzi agricoli, compreso il trattore, ogni qualvolta vi erano dei guasti. Ci riparava i piccoli interventi in casa e nel giardino, la porta del garage, sua e nostra era opera sua. Qualche giorno prima gli avevamo detto che la nostra porta del garage, necessitava della sua assistenza, così come il termosifone del bagno… sono ancora in sospeso. Non ha mancato di impegnarsi nel volontariato, come barista all’Oratorio, nella Festa dello stesso, nella raccolta annuale del ferro, nella festa ecologica promossa dal Comitato di Partecipazione ed altre presenze. I Tesoli, da vari anni nei pomeriggi estivi ed invernali, era diventato ritrovo di alcuni amici pensionati mezzanesi. Come nelle vecchie botteghe del nostri fabbri o meccanici, era luogo di chiacchiere, si parlava di tutto, affari, donne, di amori e pettegolezzi, delle stagioni della vita e di chi non c’era più. Da quel marzo non più. Così come è rimasta chiusa la porta accanto alla nostra, che ogni giorno ci permetteva di condividere la giornata, passare momenti di serenità insieme. La loro vita si mescolava con la nostra. Come dire e far capire a Isaia, che la sua richiesta d’ogni giorno “andiamo dalla zia” non potrà più essere esaudita. Così come avveniva quasi tutte le sere, condividendo il divano con zia Luciana. Certo per noi credenti sono andati in cielo… ma la fede, pur forte traballa. 24
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Luigi E’ normale farsi tante domande, e ti chiedi dove eri Signore? La preghiera di Papa Paolo VI° pronunciata ai funerali dell’On. Aldo Moro, assassinato dalle Brigare Rosse nel maggio del 1978, ti risuona: “E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per l’incolumità….” dei nostri cari Luciana e Luigi, persone buone, laboriose e miti, pronte a preoccuparsi per gli altri. Come continuare senza diminuire la nostra fede. Nel frattempo, da due anni, come prima, con Isaia ogni sera preghiamo: “Grazie Gesù di questa bella giornata…” Occorre fidarci delle scelte di Dio, anche se le sue vie, non sono le nostre. Grazie per averceli donati. Marino Marini
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RACCONTI
LA PISCINA Giorgia: stamattina stavo pensando a quel tipo, il narciso. Chissà che storia ha alle spalle, non ha l’aspetto di chi soffre, né di chi è alle prese con un grave dilemma. Vedo solo malinconia, nel suo sguardo fermo. Ha l’aria di chi ha tutte le risposte, di chi ha intorno persone che gli propongono ogni giorno enigmi nuovi da risolvere, o la ricerca continua di soluzioni a piccole crisi esistenziali o a minimi guai di vita quotidiana. Ma è solo e mi guarda. Immagino la sua signora: bionda, ben truccata, con le unghie curate e il completo griffato. Profumata e con una bella voce squillante. Una coppia da pubblicità, piena di sorrisi. Non sono invidiosa del quadretto, invidio chi ci crede. Chi ce la fa a sentirsi bene, dentro la scena. Io non ci ho creduto nemmeno per un attimo, per una questione di spazio credo, o per l’impossibilità di provare cieca fiducia. Eppoi, a dire il vero, ho scoperto dopo tanti anni che non conoscevo affatto il significato di coppia, e non lo capisco nemmeno ora. Se non avessi avuto le mie risorse personali, la mia forza interiore, se forza è, non so dove sarei ora. Persa, di sicuro. Spezzata. Non è sano far dipendere la propria felicità da altri. Non è sano dipendere, in generale. Affidarsi. Ho avuto un compagno di viaggio, che appena si è stancato di camminare si è seduto e mi ha lasciato andare. Non prima di avermi trasmesso il dolore della sua stanchezza. La ragazza del bar, ha visto la mia faccia triste e mi ha portato da bere, vino bianco, al solito. Ogni tanto la vedo che mi studia, abbiamo scambiato poche parole, ma le piaccio, lo sento. Eccolo di nuovo, con quel pantalocino azzurro cielo. Come sarebbe facile, invitarlo a bere qualcosa. Ammiccare, sbattere le ciglia e intavolare una discussione frivola, piena di ri26
solini e doppi sensi. Abboccherebbe di sicuro. Mi fa pure un po’ di tenerezza, tutto bagnato. Ha, per la prima volta, una faccia smarrita, come se si vergognasse. Quasi quasi gli sorrido maliziosa. Paolo: no, non credo proprio di essermi sbagliato. Quello è un sorriso. Oddio, chiamarlo sorriso forse è eccessivo, diciamo una maliziosa increspatura delle labbra accompagnata da un brevissimo lampo degli occhi. Però è chiaramente un segnale. Sembra strano ma, come al solito, ora mi perdo. Nella fase in cui devo agire, sollecitato da un invito seppur accennato, mi perdo, mi ritraggo impaurito da ciò che può accadere dopo. So di dare l’idea di una persona decisa, sicura: così non è. La mia ansia di piacere, che desta sentimenti contrastanti, è necessità di conferma, bisogno di certezze. Sono condannato a piacere per sentirmi sicuro. Sicuro di me stesso, di quello che faccio, di quello che sono. Certe volte penso però di giudicarmi peggiore di quello che sono, quando altri sottolineano le mie qualità mi schermisco, cambio discorso, glisso amabilmente. Ho costruito tutta la mia vita su delle qualità che io stesso non sono certo di avere. Non è divertente? Gli amici, i conoscenti ci chiamano la famiglia “Mulino Bianco”; non è che non sia vero, però non ce lo ha regalato nessuno, non me lo ha regalato nessuno: c’è sempre un prezzo da pagare. Credo sia venuto il momento di estrarre la carta di credito. E poi così bagnato, con il mio sesso che non vuole saperne di tornare a dimensioni accettabili, i capelli appiccicati sulla testa, credo che conserverò questo ipotetico sorriso come un invito ad una festa che si terrà nei prossimi giorni. Salgo in camera.
RACCONTI Prima però sfodero tutto il mio charme e carpisco alla ragazza del bar il numero di camera della bella signora: 215, secondo piano. Mi sdraio sul letto e guardo ancora il soffitto. Nulla. Le domande sono ancora lì senza risposte. Aspetterò, tanto non devo vincere nulla. Mi sento come questa camera di albergo. Accogliente, pulita, confortevole, sobriamente elegante ma assolutamente anonima. Le camere di albergo mi hanno sempre affascinato. Si sente nell’aria la presenza delle mille e mille persone che vi hanno soggiornato eppure non c’è alcuna traccia del loro passaggio. Ora mi sento così, accogliente, confortevole, sobriamente elegante ma senza nessuna traccia nelle mia vita precedente. Il mio mondo è qui ed ora. Decido che non posso passare il pomeriggio parlando da solo, ho bisogno di altro. Devo sapere se questo luogo è la meta o solo una tappa del viaggio che ho iniziato. Ho bisogno di confrontarmi con qualcuno che mi riporti nella realtà. Qualunque essa sia. Mi metto sul fianco, alzo la cornetta del telefono e compongo un numero. Duecentoquindici. Giorgia: ecco, direi che nuda non sono affatto male. Non ho forme perfette e non sono priva degli inestetismi tipici della mia età, ma sono profondamente convinta che la bellezza sia anche intelligenza, sensualità e fascino. E il mio specchio personale mi rimanda un’immagine completa. Mi piaccio. In un uomo amo anche le rughe, le tempie brizzolate, purché raccontino un vissuto vero, una personalità piena di sfaccettature, un carattere modellato dall’esperienza. Una bella voce, che considero un alto strumento di seduzione, delle belle mani, un portamento elegante, una accennata sensualità, hanno su di me un effetto che, per esempio, un fisico scolpito non ha. Non sono attratta solo da un
bell’involucro, ma ho bisogno di saggiare il contenuto, per sapere se è di mio gradimento. E amo i sapori insoliti. Le mescolanze strane, di quelle che al primo assaggio, non riconosci gli ingredienti. Mi è capitato, nella vita, di incontrare uomini molto belli, di quelli che, all’apparenza, ti mettono un po’ in ombra. Ricordo di aver stupito pure mia madre, che ancora si chiede cosa ci trovassero, quei fusti, in una come me. Eppure spesso mi sono sentita un‘ancora, un punto fermo, la parte più sicura di loro. Io, con tutte le mie contraddizioni e i miei pesi, sono riuscita a creare dei rapporti privilegiati. E hanno amato il mio corpo, di più le sue imperfette particolarità. Ma ora sono sospesa, non cerco nulla, nessun battito di cuore fuori posto. Nessun rossore improvviso. Niente fremiti, zero desideri. Fosse stato per me, avrei optato per una vacanza sul cucuzzolo di una montagna, sola e silenziosa. Ma conservo una vena snob. La ragazza del bar, mentre mi serviva il solito vino bianco, mi ha sorriso in modo strano, con ironia. Chissà che voleva dirmi. Non c’è nemmeno il narciso, magari la bionda griffata l’ha richiamato all’ordine. Oppure ha fatto pace con le sue malinconie e ha deciso di tornarsene alla sua villetta con giardino. A potare le sue rose preferite o a organizzare una grigliata sul prato. Non so perché, mentre lo immagino in jeans con la piega e polo, mi chiedo che effetto fa avere addosso quelle sue belle mani. Che sensazione suscita il suo tocco sulla mia pelle liscia. Non so perché, mentre me lo immagino alle prese con le stoviglie stile country, mi chiedo se un uomo così, tutto d’un pezzo, mentre fa l’amore parla, e che parole usa, e che desiderio ama raccontare. E se esagera, ogni tanto... Ci penserò godendomi una doccia rigenerante. Ma… chi telefona a quest’ora? 27
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LA FEROCIA CON IL PIZZO Poesie d’amore all’occorrenza di Lisa di Giovanni A ognuno il suo mare A ognuno la sua notte A ognuno la scelta di virare rimanere fermi o proseguire per una nuova rotta Non è solo una silloge poetica che parla di amore per il proprio amato, ma molto di più La ferocia con il pizzo. L’autrice che ama dedicarsi alla sublime arte del verso quando il giorno lascia il posto alla sera e la notte si avvicina sempre più, si riferisce- infatti- con i suoi componimenti anche a quello che dovrebbe essere ben vivo nei confronti della propria persona e verso il mondo circostante, natura in primis. Ama l’alba, i tramonti, il cielo e il mare, ma soprattutto adora lasciarsi cullare dalle emozioni che vibrano nel suo cuore – e ancor di più- nella sua anima che associa al periodo notturno. Tra i suoi versi si legge infatti: “La notte è fatta di luci e di ombre, proprio come la nostra anima”. Un’ anima che ha bisogno di essere amata e di amare a sua volta, poiché è l’amore “la migliore opera di ingegneria mai realizzata”. La sua diventa sempre più un’urgenza e a un certo punto chiede maggior attenzione a colui che ama, tanto da pregarlo di “trovare tempo noi, per me”. Eppure lei non disdegna nemmeno la solitudine che è- a suo avviso- “la forma più alta di libertà”, nonché “il mezzo completo per conoscere la parte più profonda di noi stessi”. E una volta che sappiamo chi siamo e che cosa vogliamo da noi stessi e dagli altri, allora sì che possiamo aprire il no30
stro cuore ai sentimenti, osservando il cielo anche da “una finestra qualsiasi”, magari a due passi dal mare, durante il tramonto, il momento tanto caro all’autrice, dove pian piano possono materializzarsi innanzi a noi tanti “pensieri scarlatti”. Scarlatti come la passione che- sotto sotto- muove il Cosmo, e l’amore, quello più vero e autentico che la Di Giovanni, con la sua abile penna e la sua grande sensibilità di fondo, ci fa conoscere bene, verso dopo verso, poesia dopo poesia. Note biografiche dell’autrice Lisa Di Giovanni è nata a Teramo e vive a Roma da oltre vent’anni. Laureata in psicologia, lavora per una società di telecomunicazioni come business manager. È il portavoce di
PROFUMO DI LIBRI di Laura Gorini ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale), dove si occupa di pubbliche relazioni e progetti di inclusione sociale, nonché il tesoriere di CardioRes. È editor e pubblicista sul quotidiano “Paese Roma”, per il Quotidiano sociale, Web Magazine 24, Gazzetta Matin e Blasting News giornale partecipativo, ed è inoltre il coordinatore responsabile del bimestrale cartaceo ‘La finestra sul Gran Sasso’, un magazine che parla di: tradizioni, arte, cultura, poesia e attualità. È scrittrice e poetessa, il suo ultimo libro pubblicato in inglese e italiano, è “Daylight” contenente poesie, racconti e riflessioni. Ha pubblicato, in collaborazione con un altro artista, la serie di fumetti “Human’s end” e, insieme a Nicola Magnolia, un saggio sul grande Go Nagai. Responsabile dell’ufficio stampa ‘Diffondi Libro’, agenzia di comunicazione per scrittori e case editrici non a pagamento che lavora a livello nazionale e ha sede a Roma, è anche l’ideatrice del Concorso Letterario Nazionale ‘FavolosaMente’. Collabora, inoltre, con diverse reti televisive che si occupano di diffondere libri. Da giugno 2021 fa parte di un “Team di professioniste e imprenditrici” di eccellenze italiane, gruppo coadiuvato dalla Confederazione AEPI (Associazioni Europee di professionisti e Imprese), ed è cofondatrice del marchio ‘Sinapsi 180’.
Contatti: www.lisadigiovanni.it https://www.instagram.com/lisa_di_giovanni/ https://www.facebook.com/lisalalibellula https://www.facebook.com/diffondilibro https://www.facebook.com/lisa.digiovanni.37/ https://www.diffondilibro.it/
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Ciao, sono Federica Cavagna e voglio raccontarti la mia storia. Ho iniziato a frequentare la palestra all’età di 14 anni per non smettere più, ogni giorno mi rendevo conto che avevo più forza e fiducia in me stessa. Prima di tutto sono una mamma, sono una massoterapista e la mia passione per il corpo umano, per l’estetica e per l’attività fisica (quindi per il benessere a 360°) mi ha portato a voler diventare una Personal Trainer! La mia missione è renderti più bella, più forte e col sorriso! Perché ho deciso di fare questo lavoro? Voglio aiutare le persone a sentirsi a proprio agio nel loro corpo, più forti, più belle e far capire che “tutto” è possibile. Come dicevo prima, la prima
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volta che ho messo piede in palestra avevo 14 anni. Ero molto insicura, avevo molte “paure adolescenziali” e non mi sentivo bene nel mio corpo nuovo di donna. Non è stato un percorso semplice e nemmeno veloce ma ogni giorno prendevo sempre più consapevolezza del mio corpo, del mia forza fisica e mentale. Ho realmente capito cosa mi faceva stare bene davvero. Dove ti porta un percorso sbagliato? • PERDI TEMPO E DENARO • NON RAGGIUNGI L’OBIETTIVO Allora non rischiare! Da me troverai un percorso super personalizzato in tutto. Un ambiente bello, lussuoso, a regola di donna, sarai sempre ben seguita. Il tutto in to-
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tale serenità e semplicità. Ma pur sempre lavorando per i nostri obiettivi!!! Ora devi fidarti di me! Dammi la tua fiducia, al resto ci penso io. Voglio creare con te un progetto il più personalizzato possibile per un obiettivo ben preciso, che sia sostenibile con la vita di ogni giorno (famiglia, lavoro…) e che ti piaccia. Sarà funzionale, efficiente ed efficace ma pur sempre bello, da fare col sorriso! Iniziamo, passo dopo passo, insieme. INIZIAMO CON UN CAFFÈ Parliamo del tuo obiettivo, tutto nasce da lì. VALUTIAMO
Sono necessarie la valutazione della composizione corporea e la valutazione delle problematiche nella vita quotidiana, prenderemo atto di ciò che dovremo affrontare e di come affrontarlo. PARTIAMO Non serve altro, se non la voglia di iniziare! PARLIAMO DI Benefici 1. Allenarsi in un ambiente bello, riservato e in totale sicurezza, sempre sotto lo stretto controllo del personal trainer. 2. Non ti sentirai mai a disagio quì nel mio centro, ogni donna è speciale. 3. Evitare sedute di ore ed ore in palestra, ma dedicando 2-3 ore a settimana fatte BENE per avere più tempo per famiglia e hobby.
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PENSIERI E PAROLE
I BUONI PROPOSITI CHE QUASI MAI PERÒ RIUSCIAMO A MANTENERE
Normalmente, forse, il momento in cui fare dei buoni propositi per la maggioranza delle persone è fine anno, per me, invece, no. Solitamente faccio il bilancio di quello che è stato fatto sia nel bene sia nel male e di quello che vorrei cambiare o, solamente, migliorare almeno un pochino in primavera sia perché è il momento, per antonomasia, di rinascita sia perché, molto più banalmente, compio gli anni in quella stagione e quindi la vigilia di un compleanno mi sembra l’occasione ideale per capire come mi stanno andando le cose... Però dopo alcuni anni spesi a fare progetti utopistici e irraggiungibili sono arrivata ad una conclusione di cui vi farò partecipe, certa comunque, di non aver “scoperto l’acqua calda”. Per prima cosa gli impegni che prendo devono essere realistici. Per la serie che se non abbiamo mai camminato in vita nostra (e come, forse, ricorderete però non è il mio caso... beh, iniziamo dicendo che andremo a prendere il quotidiano, all’edicola dietro casa, a piedi e non affermando che faremo la campestre di 15 chi34
lometri... Seconda cosa devo definire bene la meta da raggiungere e non lasciare qualcosa di indefinito e impreciso … sì, insomma, niente di “campato per aria”… Terzo, devo dirlo a qualcuno altrimenti se non la sa nessuno, dopo poco lascio perdere. Questo è certo. Se voglio imparare, ad esempio, a cucire a maglia però non lo dico a nessuno è sicuro che dopo un po’ mi stanco e quindi metto da parte lana e ferri e il discorso finisce così e chi “s’è visto, s’è visto”. Se invece, al contrario, qualcuno è a conoscenza di questa mia idea poi mi sarà più difficile dire che ho lasciato perdere senza una valida spiegazione. E il doversi giustificare, almeno per quanto mi riguarda, o meglio il non voler dare spiegazioni mi porta a tentare e ritentare fino a quando, magari, riuscirò a raggiungere il mio obiettivo. Contestualmente a questo punto è importante, almeno per me, avere qualcuno che mi sproni ad andare avanti e che mi dica: “brava”, anche se così non è, ma lo fa solo ed esclusivamente
PENSIERI E PAROLE per incoraggiarmi. Avere un sostenitore è importante…. Ultimo punto, se e quando arrivo al traguardo è pure molto bello avere un premietto che mi ripaghi della fatica fatta altrimenti che gusto c’è? Poi ho imparato che già il voler migliorare in qualcosa è un buon segno e che non devo scoraggiarmi per un intoppo, ma che devo prenderlo come un incidente di percorso e continuare con i miei propositi. Inoltre non bisogna inventare scuse per rimandare. Devo incominciare oggi e non domani. Mi devo, anche, dare un termine entro il quale raggiungere il “tal progetto” altrimenti se non ho una data in cui realizzarlo so già di partenza che non riuscirò mai nell’impresa. Infine ho capito che quello che voglio raggiungere devo essere io a volerlo perché se sono gli altri a suggerirmelo... beh allora è, praticamente matematico che la determinazione si perda subito per strada. Tuttavia non bisogna dire “oramai è tardi per …”. Non è mai troppo tardi per fare niente. Come diceva la scrittrice britannica George Eliot (è uno pseudonimo maschile di Mary Anne Evans), una delle più importanti dell’epoca vittoriana, “non è mai troppo tardi per ciò che avresti voluto essere”. Per quanto mi riguarda i miei punti di forza per centrare gli obiettivi sono la costanza e la determinazione perché quando mi metto in testa qualcosa nemmeno un carro armato riesce a farmi cambiare parere. Concludo affermando che cambiare abitudini, magari, proprio quelle che abbiamo da una vita è difficile, anzi quasi impossibile però bisogna provarci e, magari, qualcosa riusciremo anche ad ottenere. Ma se, invece, non ci riusciremo … pazienza perché ciò che conta è, almeno, l’averci provato! Monica Palazzi
PENSIERI E PAROLE
IL VIAGGIO La vita, è l’unico viaggio che si percorre anche stando fermi nel proprio piccolo habitat. Sarebbe una bella cosa se ognuno di noi, la lasciasse scorrere senza rompere le palle agli altri. Giordano
ED È POESIA
“GRAFFI” Gatti che urlano nella notte, come bambini che strillano il loro terrore prigionieri del buio. Gatti idrofobi, gatti strazianti, lacerano l’aria come lame insanguinate che colpiscono il maledetto nemico. Gatti veri, vita ridotta ad odio in cerca d’amore che graffia dentro di noi, sulla nostra facile ipocrisia. Enrico Savoldi
Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che le macchine avevano la targa nera, i numeri bianchi e la sigla della provincia in arancione!! Noi che abbiamo avuto tutti il bomber blu,nero,argento e verde con l’interno arancione e i miniciccioli nel taschino. Noi che all’oratorio le caramelle costavano 10 lire. Noi che il ‘Disastro di Cernobyl’ vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina. 35
ANIME NEL VENTO
MANI GENEROSE
ABBIAMO APPRESO DELLA MORTE DEL DOTTOR ROMANI VECCHI, EX PRIMARIO DELL’EMATOLOGIA DELL’OSPEDALE DI ASOLA. UN UOMO DI GRANDI VALORI CHE SAPEVA AIUTARE TUTTI INDIPENDENTEMENTE DA RAZZA, COLORE, IDENTITÀ. QUALITÀ CHE LO HANNO CONTRADDISTO COME MEDICO VERO, REALE.
Lieve battito d’ali sommuove, smussa ricordi amari, lontani. Gesti riaffiorano si fanno salsedine il petto fanno ansare. E’ volato in cielo il dottor Romano Vecchi silenziosamente ha varcato la soglia dell’eterno. Di lui nel cuore, a profusione tinni, immagini mani tese, generose pronte ad aiutare, supportare chi alla sua porta bussava. Io fra loro Vittoria, piccina, fra le braccia esordio precoci di crisi epilettiche fra loro mia madre alla quale consigliava cure, palliativi, rinforzi al sangue. Fra loro, milioni di volti
emarginati, sofferenti bisognosi di ricevere una parola gentile discrezione, esperienza. Seppure il suo credo non fosse una religione che avesse nome e dogma egli stesso incarnava la carità cristiana capace di giungere dove altri non osavano di spalancare le porte a Cristo. Per lei dottor Vecchi infinite grazie per avermi accolto nel bisogno per avere carezzato Vittoria aver concesso pazienza ed ascolto. Infinte le stelle che stasera si contano nel cielo per ciascuna di esse oggi bagliore nuovo le veste è la sua voce che le chiama è la sua mano che le carezza. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
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FASHION AND STYLE BY ROMINA SIRANI Ben arrivata primavera! Care amiche vediamo insieme le tendenze per la nuova stagione primavera/estate 2022: -ritorna la vita bassa nei pantaloni, jeans, minigonne, bermuda, pantaloni palazzo e gonne a matita. -L’animalier rimane un evergreen irrinunciabile proposto per spolverini tigrati, blazer maculati ed abitini graffianti, da abbinare a capi basic. -Via libera a set coordinati in maglia dalle linee sportive e completi/tailleur a quadri dai colori pastello in stile anni ’90. -Gli abiti cut-out ossia gli abiti “tagliati” quindi via libera a scollature, oblò, fessure -Lasciamo spazio ai colori pastello, tinte vitaminiche ed accostamenti cromatici decisi ma raffinati. -Un dettaglio immancabile sono le frange: extra long, a cascata, danzati in stile charleston oppure folck chic. -La giacca in pelle rimane il capospalla per eccellenza soprattutto il modello chiodo. -Per chi vuole osare può indossare la lingerie
a vista: reggiseno, corsetti o bralette ossia i reggiseni senza ferretto, senza imbottitura solitamente in pizzo, indossati in sostituzione dei top oppure sopra abiti o camicie. -La minigonna sia a vita alte che bassa, sfrangiata , con tasche oppure a portafoglio. -I pantaloni devono essere luccicanti con lustrini e paillettes da abbinare a capi basic o t-shirt. -Arrivano i sandali chunky ossia con para alta comoda e massiccia. -Molto chic coprire la testa con eleganti scialli, bandane e foulard. Ora verifichiamo nell’armadio cosa già abbiamo e per ciò che manca prepariamoci per lo shopping!! Romina Sirani
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L’INTERVISTA
MELVA: LA FOTOGRAFIA NEL DNA La sua è la storia di una ragazza predestinata, fin da piccolissima sbarcata sul set fotografico e oggi decisa più che mai a ritagliarsi un ruolo da protagonista sotto i riflettori. Melva ha 19 anni, origini dominicane, segno zodiacale Leone, una quotidianità fra Macerata e Milano dove inizia a gravitare il suo mondo lavorativo. Giovanissima, 19 anni, ma con una voglia infinita di guadagnarsi un posto in passerella, sul set, al cinema o in tv. Sin da piccola, ha sempre strizzato l’occhio alla fotografia. Protagonista una campagna pubblicitaria per la Raffaello e per libri scolastici per l’infanzia, la capacità di trasmettere emozioni semplicemente con uno sguardo. “In quei momenti mi sentivo a mio agio, purtroppo quelle sono state le mie prime ed ultime esperienze nel mondo della moda e della fotografia”. Ma Melva non si arrende e oggi vuole riannodare un filo che si era spezzato. “Perché ho continuato ad adorare la moda e tutto quel che la riguarda, oggi il mio sogno è quello di diventare una top model”.
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Come si sta sviluppando il tuo percorso? Al momento sto svolgendo provini e sono orgogliosa dei risultati che ho raggiunto. Ho sempre avuto poca autostima in me stessa, nonostante fossi brava nel trasmetterla ad altri. Mettermi in gioco in questo modo per me è stato davvero rigenerante. Cosa rappresenta per te la fotografia? Mi sono accorta dell’importanza che aveva per me la fotografia fin da piccola, quando da bimba posavo per la Raffaello o quando mi mettevo in posa per copertine di libri scolastici infantili: in quei momenti mi sentivo in completa tranquillità e armonia con me stessa. Quali esperienze sogni di vivere nel mondo dell’immagine? I miei sogni in questo mondo sono due: diventare una top model e smuovere le coscienze delle persone perché ho molto a cuore la salute del nostro pianeta. Che rapporto hai con i social? Ammetto di aver avuto un rapporto malato con i social, soprattutto con Instagram. Ci entravo molte volte al giorno, dovevo mettere per forza una storia e dovevo essere perfetta. Invece, questo strumen-
L’INTERVISTA to va utilizzato per motivare le persone a dare il meglio di loro stesse. Dei social infatti odio la falsità. Che ragazza sei nel quotidiano? Sono una ragazza molto forte caratterialmente e questo si vede nel mio modo di vestire, non sono una ragazza esibizionista perché di solito non ho bisogno di farmi notare… gli sguardi su di me vengono da soli! In generale mi vesto sempre elegante, adeguata ad ogni contesto. Ci sono moltissime differenze tra me e le mie coetanee, ma la differenza più grande secondo me sta nella mia capacità di non provare invidia. Le ragazze oggi tendono a darsi contro, al contrario dovremmo sostenerci. Che obiettivi vuoi realizzare? Finalmente posso affermare con certezza come vedo il mio futuro: ora che sono più decisa che mai, mi vedo in passerella per realizzare il mio sogno di diventare una Top Model. Nonostante l’altezza, tra dieci anni mi vedo li, la mia competitività
e determinazione saranno gli ingredienti del mio successo! CONTATTI INSTAGRAM @Rodriguezmelva01
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PENSIERI E PAROLE
ÈSER NE LE PÖ ALTE E DESGNALAS Èser ne le pö alte – essere in grossi guai, in grandi difficoltà, da cui si dovrebbe cercare di desgnalàs- di sveltirsi, per uscirne prima possibile. Molte situazioni possono far capo a questi detti, dalle più leggere a quelle più pesanti, come il periodo che stiamo vivendo, in ogni campo. Ci sono situazioni che ognuno può risolvere nel proprio privato, da solo o con l’aiuto di qualcuno. Ci sono invece guai collettivi per i quali il singolo cittadino non ha possibilità, poteri o conoscenze sufficienti per agire. Chi di dovere dovrebbe desgnalàs forse un po’ di più, come per esempio in tema di covid: ci si è sentiti per troppo tempo frustrati, nervosi, impotenti, raggirati, illusi! Questo disastro sanitario ed economico doveva essere gestito meglio e più velocemente!! Non a caso in questi due anni sono aumentate le persone che hanno bisogno di farmaci e prodotti fitoterapici per affrontare più serenamente le angosce quotidiane; sono aumentati anche i pazienti seguiti da psicologi e psichiatri e, nei casi più gravi, c’è pure chi si è tolto la vita, non vedendo vie d’uscita alla propria disperazione. Realtà preoccupanti e dilaganti che colpiscono un po’ tutte le fasce d’età e tutte le categorie. D’altronde se nella primavera 2020 prevalevano
speranza e ottimismo, man mano si sono rafforzate l’incomprensibilità e l’avvilimento per protocolli che hanno aggravato la condizione sanitaria di troppi malati, nonché regole penalizzanti e distruttive per l’economia. Ad aggravare il tutto purtroppo, ora che sta nettamente migliorando la situazione del covid, sono arrivati gli aumenti spropositati di bollette di gas ed elettricità. L’ultima notizia tragica, che ci colpisce e preoccupa profondamente è la guerra in Ucraina: ci fa sentire fortemente “Ne le pö alte”, memori delle drammatiche conseguenze delle guerre del recente passato. Tutto sembra andare a rotoli ma noi, gente normale, cosa possiamo fare?? Manifestazioni pacifiche ma molto eloquenti si susseguono sempre più numerose nelle piazze, da parte di commercianti e contribuenti disperati, ma non sembra siano state ascoltate seriamente. Anche manifestazioni di solidarietà con il popolo ucraino si stanno moltiplicando in ogni città, ma anche queste si sa che purtroppo non smuoveranno chi ha sete di potere. È un’Europa, anzi, il mondo intero ne le pö alte, che vorrebbe a ragione finalmente rialzarsi, anche se oggi più che mai l’incertezza e la paura sono percepibili in ognuno di noi. Ornella Olfi
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Miss New Entry 2022
TERZA FASE
Terza fase ai nastri di partenza dove rimarranno quattro finaliste che si giocheranno il titolo di Miss New Entry 2022 con l’ultima votazione che si terrà nel mese di aprile. Per votare bisogna visitare il sito internet www.newentrymagazine.it, scorrere verso il basso e cliccare sulla sezione MISS NEW ENTRY 2022, sfogliare le varie candidate e VOTARE la vostra preferita. Questa terza fase terminerà il 30 Marzo 2022. Il premio finale, oltre all’intervista corredata da fotografie pubblicata sulla nostra rivista e sito internet, un buono dal valore di 150€ per uno shooting fotografico professionale in studio nei vari generi fotografici, con vari set e cambi di outfit da concordare con VOTA ADESSO! il fotografo Piero Beghi. Una grande opportunità per avere un tuo portfolio di qualità e sentirti modella per un giorno. Inoltre alle tre finaliste verrà offerto dal Centro Estetico Le Rune di Ghedi tre buoni: 1^ classificata buono dal valore di € 100,00 - 2^ classificata buono da € 70,00 e 3^ classificata buono da € 50,00.
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Al termina di questa terza fase rimarranno in gare le 4 partecipanti che avranno ricevuto più voti. Nel mese di aprile si procederà al voto finale con le quattro finaliste che si contenderanno lo scettro di Miss New Entry 2022.
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QUESTO È IL MIO NOME - di Micky Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.
Riccardo
Il nome Riccardo e il suo femminile Riccarda sono di origine germanica. Verosimilmente, è la continuazione naturale del nome Richard. Questo è formato dalle parole ric il cui significato è “dominante” o “potere” e hard con il significato di “valoroso” o “forte, audace”. Per estensione, il significato di questo nome può essere interpretato come “forte signore”. Inoltre, può tradursi anche come “condottiero valoroso” o “condottiero coraggioso”. Riccardo è un nome molto diffuso in Inghilterra tanto da essere adottato anche da molti regnanti. Trai i più famosi troviamo Riccardo I il Plantageneto detto Cuor di Leone. Qui fu portato dai normanni diventando, quindi, uno dei nomi più diffusi introdotti con la conquista nell’XI secolo. Da notare come le varianti Ricciardo e Rizzardo, ormai cadute in disuso, venissero usate soprattutto nel Nord Italia. Questo perché rispecchiavano la pronuncia condizionata dal francese. Infatti, la lettera c o la z nascono da un adattamento della ch proprio della lingua d’Oltralpe. Onomastico Riccarda viene festeggiata il 18 settembre in onore della beata Riccarda imperatrice. Al maschile, invece, viene festeggiato il 3 aprile in onore di San Riccardo vescovo di Chichester. Quest’ultimo è patrono dei carrettieri.
Caratteristiche del nome Chi porta questo nome è una persona sicura di sé. Di solito porta a compimento sempre quello che inizia. Ha un carattere imperioso ma allo stesso tempo sereno. È una persona molto positiva e comunicativa. Inoltre, in un modo o nell’altro, cerca sempre di arrivare al successo. Origine: germanica Parola chiave: serenità Corrispettivo femminile: Riccarda Varianti maschili: Ricciardo, Ricardo, Riciardo, Rizzardo Varianti maschili alterate: Riccardino, Riccarduccio Ipocoristici maschili: Cardo, Ciardo, Cardino Varianti femminili: Ricciarda, Rizzarda, Ricarda Numero portafortuna: 7 Colore: Rosso Pietra Simbolo: Rubino Metallo: Oro Onomastico maschile: 3 aprile Onomastico femminile: 18 settembre Segno zodiacale corrispondente: Gemelli (Fonte: ilgiardinodegliilluminati.it)
Vorresti condividere le tue riflessioni con i nostri lettori? Scrivi a redazione@newentrymagazine.it Saremo lieti di pubblicarli sulla nostra rivista! 48
RIDIAMOCI SOPRA Una ragazza molto sinuosa e sexy va spesso a fare benzina dallo stesso benzinaio. Tutte le volte questi pensa: “Prima o poi me la devo fare”. Qualche tempo dopo la ragazza, sempre molto provocante, ripassa e chiede: “Mi fa il pieno?”. E il benzinaio a quel punto tira fuori il suo arnese e dice: “CON QUESTO?”. E la ragazza: “Oh bene, visto che ha la pelle di daino, mi dà una pulita ai vetri?”. Ho sempre una fame! Sto seguendo due diete. Con una sola non mangio abbastanza. L’altro giorno ho salvato una vecchietta da un maniaco; ho preso un sacco di botte”. “Dal maniaco?”. “No dalla vecchietta. Gridava: Fatti i fatti tuoi! Fatti i fatti tuoi!”. Un uomo entra in un ristorante di classe e, no-
tando una stupenda ragazza seduta a un tavolo vicino, ordina una bottiglia di champag n e e gliela fa portare al tavolo. L a donna, per contro, gli manda un biglietto. “Caro mio, per accettare questa bottiglia lei dovrebbe avere una Mercedes, un conto in banca con 10 milioni di euro e 30 cm nei pantaloni”. L’uomo legge il biglietto e gliene fa tornare uno indietro. “Cara mia, tanto per farle sapere, io possiedo una Ferrari, due Porches e tre Mercedes, ho un conto in banca con parecchi milioni e non mi taglio di certo 5 cm per lei”. La moglie al marito: “Sta notte ndo’ stai? Sopra o sotto?”. E lui: “Ma perché... c’avemo er letto a castello?”.
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SPORT
OTTIMI RISULTATI PER LA SSD SCHIANTARELLI DI ASOLA:
QUALIFICAZIONI SERIE D GINNASTICA ARTISTICA Nella stagione AGONISTICA 2022 la SSD SCHIANTARELLI ASOLA ginnastica artistica, ottiene ottimi risultati nonostante la pandemia da covid 19. Le quarantene galoppanti non fermano la GINNASTICA ARTISTICA delCENTRO SPORTIVO di Asola. LE GINNASTE E GINNASTI hanno ottenuto qualificazioni in tutte le categorie in competizioni di squadra SERIE D FGI (Federazione ginnastica Italiana). Allenamenti presso il Polo Ginnico di CASTELNUOVO Asolano con staff Tecnico composto dalle allenatrici Jana Kroupova e Sonia Marchetti. Nel periodo gennaio, febbraio e marzo si sono concentrate su quattro appuntamenti: prime in pedana allieve, classe 2012- 2011- 2010 LB3 con MORSELLI LISA ,HAKA MIDE, BALLASINA SERENA, TAGLIANI GIADA il 06.02 2022 a Cassano d’Adda (BG)
SQUADRA ALLIEVE LB 3 SCHIANTARELLI 52
Successivamente a salire sui quattro attrezzi le Junior 2009 – 2008 – 2007 e Senior 2006-2005 LC3 con BONAZZOLI VALENTINA, NEGRISOLI LUCIA, ADORNI LINDA, FASSI MARTA, MORANDI PAIOLI SOFIA, GHIO JENNIFER il 19.02.2022 a Ghedi (BS).
SQUADRA LC 3 JUNIOR SENIOR DOMENICA 06 MARZO 2022 sono avvenute le qualificazioni nel campo maschile a Arcore (MB) Impegnata la squadra Open LB con MARCHETTI DARIO, REINA GAETANO, CHIODA FRANCESCO, GABELLA JAY. Conquistano un bellissimo 3° posto andando oltre ogni aspettativa. Ultime ad ottenere la qualifica sono le allieve classe 2012 LA a Albese con Cassano (VA) il 13.03.2022. Si tratta delle ginnaste RESTORI GIULIA, JAKUPI LEYLA, CAPRA MAIRA, BENETTI MARTINA, GORGAINI ANITA. l Ginnasti/e sono stati premiati per il loro impegno ottenendo una qualificazione con la quale potranno partecipare ai campionati nazionali FEDERAZIONE GINNASTICA ITALIA a RIMINI. Saranno 10 giorni da vivere intensamente nel mese di giugno 2022
SPORT
SQUADRA MASCHILE SCHIANTARELLI Il Sodalizio Asolano oltre alla federazione, è impegnato anche nelle gare CSI dove vedrà le ginnaste e ginnasti partecipare con la loro prima gara della stagione 2022 proprio a Castelnuovo
SQUADRA LA SCHIANTARELLI
Asolano il 03 Aprile 2022 dove ospiterà la GARA TERRITORIALE CSI Mantova, Campionato GINNASTICA ARTISTICA MASCHILE. E’ una gara del tutto nuova per le nostre ginnaste. Il Campionato di GINNASTICA INSIEME trattasi di una competizione a squadre dove le ginnaste faranno un’esperienza di vita in quanto è richiesta una forte collaborazione tra di loro e spirito di adattamento, sincronia e precisione non solo del singolo ma di tutto il gruppo. Per preparare gli esercizi da competizione useranno la loro fantasia artistica e potranno sperimentare vari stili coreografici per dare un valore aggiunto alla loro preparazione fisica e conoscere le varie sfumature dell’attività GINNICA che è infinita. Il Centro sportivo Schiantarelli coinvolgerà vari gruppi e livelli Small, Medium, Large, Super e Top Level nelle varie Categorie: pulcine, lupette, tigrotte, allieve, ragazze, junior, senior dai 5 ai 18 anni per dare l’opportunità di diffondere questo bellissimo sport. La Ginnastica Artistica è presente sul territorio dell’Alto Mantovano e anche nella Bassa Bresciana: parteciperano non solo ginnaste Asolane ma anche di Casalromano, Aquanegra, Canneto, Castel Goffredo, Medole, Piubega, Castiglione d/Stiviere, Montichiari, Calvisano, Gottolengo, Remedello... Lo Staff
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PENSIERI E PAROLE
FIDUCIA TRA DONNE Fiducia, prima di tutto in sé stesse: premessa essenziale per raggiungere un buon livello di autostima e di conseguenza sapersela guadagnare e mantenere nel tempo nel rapporto con gli altri. Sentirsi dire “mi fido di te” è una soddisfazione morale che vale più di mille altri complimenti. Ci dovrebbe essere, soprattutto tra donne, soprattutto man mano si raggiunge un’età matura, fiducia e solidarietà nei rapporti d’amicizia, di famiglia, di lavoro. Tuttavia nei confronti di alcune persone, con cui si condividono tratti più o meno lunghi della propria vita, anche specialmente nelle piccole realtà quotidiane, è difficoltoso, se predominano invidia, arroganza, egoismo, arrivismo. Per meritarsi la fiducia si dovrebbero rispettare infatti alcune regole basilari: essere trasparenti, saper stare in silenzio nell’ascolto dell’altra, essere empatiche, non sopraffare e, non ultimo, sincere, esprimendo però ciò che si pensa con tatto e gentilezza. Personalmente ho parecchie amiche che mi aprono il loro cuore, perché si fidano di me, della mia comprensione e innanzitutto della mia riservatezza; di questo sono molto lusingata e orgogliosa. Ovviamente anch’io, con altrettanta fiducia, mi confido con loro sia per condividere dispiaceri che gioie. Cerchiamo sempre di essere lealmente partecipi a vicenda, ascoltando con rispetto e, se richiesto, scambiandoci un consiglio affettuoso. Per me trovare il giusto equilibrio, valutando ogni volta se consolare con un silenzioso abbraccio, o se esprimere considerazioni che possano essere d’aiuto, ma senza essere invadente, è una delicata responsabilità verso amiche a cui tengo molto e per le quali vorrei sempre il meglio. Se questa fiducia reciproca persiste, è certamente perché ognuna di noi non prevarica, non giudica, ascolta e cerca di entrare nel privato dell’altra in punta di piedi, sempre con riguardo, anche quando non ne con54
divide le idee. Un grande grazie va alle amiche più intime, che mi sono state molto vicine nei momenti difficili della mia vita e per questo sarò loro sempre grata. Nella ricorrenza della festa della donna, vorrei sottolineare proprio questa complicità che dovrebbe essere (ma così sempre non è) la base dell’amicizia tra noi donne. Delusioni in merito ne abbiamo vissute tutte, nel tempo, ma questo non deve farci rinchiudere in noi stesse o peggio trasformarle in sentimenti di rancore. La miglior vendetta, come scriveva la grande poetessa Alda Merini, è la nostra felicità. E si sa che la felicità condivisa raddoppia! Cerchiamo dunque di essere felici, anche delle piccole gioie quotidiane. Aiuta noi stesse e si spera aiuti gli altri a vedere nel nostro sorriso quei buoni sentimenti che sono il vero patrimonio di ricchezza! Ornella Olfi NE
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AUTO D’EPOCA
PORSCHE CAYMAN, UNA SPORTIVA DI RAZZA
La prima generazione, denominata con la sigla 987 nacque nel 2005, per consentire a chi non aveva magari a disposizione un budget da 911, di guidare una vera Porsche, ma a cifre leggermente più abbordabili. Motore flat six, aspirato, da 2.7 litri per la versione più tranquilla con 245 cv di potenza. Solitamente i porschisti più puri tendono a storcere il naso davanti a tutto ciò che non può fregiarsi delle tre cifre leggendarie, 911. Qui però siamo davanti ad un’auto con peculiarità da vera Porsche, il motore aspirato, una linea affusolata e bellissima che mantiene il family feeling ma non la confondi con la blasonata sorellona. Il bilanciamento dei pesi è ottimo grazie al motore posizionato centralmente. E’ una due posti secchi, caratteristica che su una sportiva e quasi doverosa a mio avviso. Veniva offerta con cambio manuale o elettroattuato, ovviamente data l’indole dell’auto meglio sceglierla con tre pedali… Interessantissime le versioni S, con motore da 295 CV di potenza che le consentono prestazioni che quasi possono impensierire la 911. 272 km/h e 0-100 coperto in 5,4 secondi, dif-
ficile seminarla se si è alla guida di una 911 normale. Oggi siamo già alla terza generazione di Cayman, ad oggi la 718 base non monta un sei cilindri boxer, nonostante questo di linea è bellissimo come le sue antenate. A mio avviso, la Cayman non è mai stata la piccola di casa ma una vera e propria Porsche destinata a ricoprire un ruolo ben preciso nel listino della casa tedesca. Bellissima, veloce, ma allo stesso tempo, soprattutto nel mercato dell’usato, più abbordabile anche se non c’è da illudersi. La seguo da sempre ed ha sempre avuto prezzi consoni alle caratteristiche che offre. Gli esemplari belli e con storia verificata, hanno un valore ancora più che buono. Da scegliere a mio avviso la S prima serie con cambio manuale. Un assegno circolare che garantisce emozioni di guida al pari con il blasone dello stemma che porta sui cofani… Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com
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L’INTERVISTA
SILVIA BASTET NESSUN TRUCCO... NEL MIO MAKE-UP! Tonalità, linee, sfumature e forme sono i suoi strumenti per rendere ogni fotografia ancora più affascinante e particolare, scatti unici resi magici dalla sua straordinaria manualità. Silvia Bastet è innanzitutto un’artista estrosa, amante degli animali e del mondo del make-up, fermamente convinta che il bello debba pervadere ogni lato della quotidianità. Così, il suo ingresso nel mondo della fotografia è stato quasi scontato se al suo fianco, sempre più spesso, c’è l’amica di tanti shooting Chiara Pavoni, con cui condividere lo stesso amore per la natura, per gli animali, ma anche per il mistero e l’esoterismo. Silvia nei panni della make-up artist, Chiara in quelli della performer e fotomodella. Insieme hanno realizzato set davvero speciali che toccano le vibranti corde dell’animo umano. I loro lavori non sono mai
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banali e scontati. Sfidano i luoghi comuni e inducono a riflettere su ciò che ci circonda. Da qui è nata la vostra ultima collaborazione. Silvia, ci racconti il progetto? Come in tutte le partnership, è stato indispensabile un duplice approccio alla materia così da sviluppare una sintesi intrisa di significato. Abbiamo unito la femminilità all’ignoto, traendo un risultato davvero speciale. Abbiamo realizzato una serie di immagini beauty in cui protagonisti sono i segni zodiacali. Con queste immagini, di cui per ora pubblichiamo la Bilancia, il Cancro, il Leone e lo Scorpione, questo progetto darà vita e corpo ai segni zodiacali. Un mondo che affascina milioni di italiani. Proprio per questo motivo, il nostro lavoro è stato complesso e di ricerca. Gli scatti che presentiamo raffigurano un intreccio di nuo-
L’INTERVISTA ve interpretazioni ed antiche simbologie. Una simbiosi raffigurata grazie alla nostra cooperazione. Ecco perché abbiamo scelto make-up con antiche suggestioni provenienti da tonalità, colori, contrasti, effetti luminosi. Il risultato vi soddisfa. Molto! La femminilità di entrambe ci ha condotto a rielaborare modelli ed archetipi femminili. Il trucco può davvero ridipingere l’universo e le costellazioni dell’anima di ogni donna. Ecco, il tuo è un lavoro di creazione. La bellezza esaltata e sublimata nell’interpretazione, pittorica e scultorea è in grado di creare suggestioni capaci di esaltare la peculiarità di ogni donna. Il make-up ha la forza di mettere in risalto meraviglie cosmiche e rendere noti degli universi da scoprire. Insomma, c’è qualcosa di magico in ciò che fai. D’altronde non è un caso che il mio nome d’arte si riconduca al nome di una dea venerata nell’antico Egitto e dea della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite.
Diciamo che da ogni mio lavoro… nasce qualcosa di nuovo! La tua formazione artistica, piena di stimoli culturali come Roma, è stata decisiva per il tuo percorso artistico. Proprio così: da Anzio mi sono trasferita a Roma per perfezionarmi nella mia eclettica e versatile formazione artistica che spazia dal costume al parrucco a tutti i tipi di make up: cinematografico, teatrale, televisivo e fotografico. Ogni volta, mi sono cimentata nei progetti che mi hanno vista coinvolta con passione e creatività. Anche gli incontri, peraltro, contribuiscono allo sviluppo personale. Aver incontrato Chiara Pavoni, artista eclettica e performer, è stato fondamentale nel tessere una rete di conoscenze, arte e idee che mi hanno proiettata in mondi nuovi e ancora da scoprire. CONTATTI SOCIAL @bastet_make_up MODEL: @chiarakpavoni 59
PENSIERI E PAROLE
TRADIZIONE BULGARA
LEGATA AL PRIMO GIORNO DI MARZO Spettabile Redazione, vorrei presentarle un’antica tradizione bulgara legata con il primo giorno di marzo e con le aspettative di risveglio e di speranza. Secondo le usanze, in questo giorno ognuno porta una specie di talismano, fatto di due fili intrecciati, bianco e rosso. I colori hanno un significato strettamente definito: rosso - sangue, vita; bianco: purezza, felicità. È tradizione che il primo giorno di marzo la donna più anziana della famiglia leghi un filo ritorto bianco e rosso sulle mani dei bambini per farli crescere sani e felici. Questo talismano viene portato fin quando il suo proprietario vede la prima rondine o la prima cicogna, dopo di che viene legato intorno ad un ramoscello di qualche albero da frutto. Ci sono molte leggende sull’origine di questa interessante tradizione bulgara. Secondo i più antichi Traci, intrecciavano fili bianchi e rossi durante i misteri primaverili, che simboleggiavano la fine del freddo e il risveglio della natura per una nuova vita. La combinazione del filo bianco e rosso significava l’infinità della vita e l’immortalità dello spirito umano. Le altre leggende sono legate ai proto-bulgari e a Khan Asparuh, fondatore dello stato bulgaro. Quando Khan Asparuh raggiunse
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la pianura del Danubio, rimase incantato dalla sua bellezza. Scelse luogo per accendere un grande fuoco poichè gli antichi bulgari credevano che con la forza del fuoco potevano assicurarsi la protezione del dio Tangra. Il khan non era felice: non aveva l’erba che cresceva in abbondanza nella sua steppa nativa vicino al fiume Volga che gli serviva per i riti magici. Ma all’improvviso apparve una rondine, con un mazzo di erbe legato alla zampetta con filo bianco - regalo di sua sorella Huba. Durante il suo lungo volo, l’uccello era stato ferito e una parte del filo bianco, macchiato dal suo sangue.
PENSIERI E PAROLE Khan Asparuh prese il mazzo d’erba e lo presentò in dono al dio Tangra. E mantenne il filo bianco-rosso, credendo che gli avrebbe portato salute e felicità. Sono passati secoli, ma la tradizione è rimasta, come auspicio di speranza e l’augurio di buona fortuna.
Il primo marzo di ogni anno i nostri ragazzi creano con impegno e molta fantasia questi bellissimi talismani e mantengono vivi le tradizioni ereditati dagli antenati anche lontano dalla patria. Perché a prescindere dalle distanze, i sentimenti belli se custoditi nel cuore rimangono per sempre. Scuola Bulgara “ Pejo Javorov” di Milano.
PENSIERI E PAROLE
PAPÀ
“Ti vengo a prendere io, non preoccuparti. Adesso riposati, ci pensiamo domani. La macchina è a posto. Te li do io i soldi che ti mancano per il viaggio. E’ pronta la cena, corri! Ti ho messo il caffè in frigo così quando torni, lo trovi freddo. Non sarai un po’ leggera vestita così? La prossima volta andrà meglio, vedrai. Vai piano! Lo so che adesso ti manca e ti senti morire, ma passerà. E’ un dolore infinito, ma sei più forte tu. Mi vesto e arrivo. Scegli una stella che te la vado a prendere. Non chiamare il tecnico, vengo io. Sei bella quando sorridi. Questi occhi te li ho fatti proprio bene! Tieni, mangialo tu. Io non ho più fame. Sei sicura che va tutto bene? Fatti una bella doccia, così ti riscaldi. Dammi il trolley, lo porto io. Parto un po’ prima, così quando arrivi mi trovi in stazione. Questo vestito ti sta benissimo! Non sono stanco, andiamo! Vieni a pranzo, ti aspettiamo? Fammi solo uno squillo quando arrivi così posso mettermi a dormire. Vorrei vederti sempre felice, come adesso. Ho sbagliato tante di quelle volte ma l’ho fatto soltanto per proteggerti. Buonanotte. A domani. Quante volte i nostri papà ci hanno detto “Ti amo” senza che noi ce ne rendessimo conto.” A. Faber 61