New Entry Magazine - Edizione di Brescia del 05 Novembre 2020

Page 1

Anno 26 - N°11 del 5/11/2020 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO Magazine

"Certe persone sono così: potresti urlargli contro che le ami e loro ti risponderebbero di non urlare!" Tumbir

I S O R E L L A ( B S ) - V i a C o r v i o n e, 1

Gran Gala'

Acquisti anche on-line

www.clair.it spedizione gratuita in tutta Italia

Clair fashion&dance via Deretti 89/91 25013 Carpenedolo (Bs) tel. 030 969 87 15 cel. 338 244 51 93 info@clair.it Gran Galà Dance Shoes Grangaladanceshoes

CALZATURE DA SPOSA


SPECIALE

POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO L'IMPORTANZA DELL'ECOGRAFIA

L’ecografia è un esame diagnostico che utilizza ultrasuoni per ottenere immagini relative a tessuti ed organi del nostro corpo. Oggi viene sempre più usata come imaging (OSSERVAZIONE) di primo livello per diagnosticare molte malattie oggi comuni. Molte volte è sufficiente l’indagine ecografica per individuare una malattia e quindi curarla; altre volte invece costituisce il primo approccio per riscontrare una patologia che sarà poi approfondita con strumenti diagnostici di secondo livello come la Tomografia Computerizzata, la Risonanza magnetica; i prelievi cito-istologici ecoguidati. A differenze delle radiografie, della TC e degli esami di Medicina Nucleare l’ecografia non utilizza radiazioni ionizzanti quindi rappresenta lo strumento diagnostico principale in età pe-

Dott.Paolo Caccia 02

diatrica e in gravidanza. L’ecografia funziona emettendo e ricevendo, tramite una sonda appoggiata alla parte del corpo interessata, un fascio di onde sonore non udibili all’orecchio umano le cosiddette “ultrasuoni”. Queste colpiscono i tessuti che, in base alla loro composizione, costituiscono una differente resistenza al passaggio delle onde ultrasonore generando diverse riflessioni delle onde che vengono registrate dalla sonda e inviate ad un computer che, in base ad esse, è in grado di costruire un’immagine verosimile di tali tessuti. I principali vantaggi dell’ecografia rispetto alle altre tecniche sono l’innocuità nel senso che non usa radiazioni ionizzanti e la fruibilità nel senso che anche i portatori di pacemaker o di dispositivi ferromagnetici e le persone clau-

Dott.Claudio Valli


SPECIALE

strofobiche possono eseguire tranquillamente questo esame a differenza dalla RM. Gli svantaggi dell’ecografia rispetto ad altri metodi d’esame sono la risoluzione inferiore rispetto a TC ed RM e la limitata visualizzazione in alcuni distretti: le strutture profonde sono più difficilmente raggiungibili dagli ultrasuoni generando immagini meno definite, aria e tessuto osseo costituiscono una barriera alla diffusione delle onde a strutture che si trovano al di là di esse. Presso i Poliambulatori San Flaviano è presente da molti anni la Dr.ssa Anna Giulia Guarneri, a lei si affiancheranno i dottori Paolo Caccia, Enrico Orlandi, Alessandro Pagliardi e Claudio Valli, medici con pluridecennale esperienza che prestano servizio presso la Radiodiagnostica dell’Ospedale di Manerbio (ASST del Garda). Presso il nostro centro abbiamo adottato tutte le procedure più rigide per salvaguardare la salute di tutti. Per garantire tutto questo si riceve solo su appuntamento al 030/954649

Dott. Enrico Orlandi

Dr.ssa Anna Giulia Guarneri

POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it

Dott. Alessandro Pagliardi 03


NEW ENTRY il Giornale della Gente Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Anno 26 - N°11 del 05/11/2020 www.newentry.eu New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrycommunication New Entry Television I NOSTRI CONTATTI redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172 DISTRIBUZIONE BRESCIA - MANTOVA - CREMONA Acquafredda - Asola - Borgosatollo - Calcinato Calvisano - Carpenedolo - Casalmoro - Casalromano Castelnuovo - Castenedolo - Fiesse - Gambara - Ghedi Gottolengo - Isorella - Leno - Milzano - Montichiari Montirone - Pavone del Mella - Poncarale - Pralboino Remedello Sopra - Remedello Sotto - Visano.... 04 22

Editoriale

I NOSTRI GIORNI E QUELLI CHE VERRANNO... Chi l'avrebbe mai detto che la nostra vita sarebbe stata stravolta in questo modo. Amo molto i film catastrofici come "San Andreas", "Virus letale", ecc.. e mai avrei pensato di diventarne, mio malgrado, partecipe in modo reale. Che sia un complotto delle grandi potenze o dei ricchi della terra oppure sia veramente un esperimento in buona fede andato a male poco importa in questa fase... Sta di fatto che ci troviamo a combattere un virus che ci ha enormemente danneggiati, sia dal punto di vista della nostra quotidianità sociale, sia dal punto di vista economico ma soprattutto psicologico e mentale. E' inutile negarlo, abbiamo paura di ammalarci e morire, paura di non essere in grado di lavorare durante l'isolamento o di essere licenziati dal lavoro, paura di essere socialmente esclusi e messi in quarantena... Personalmente cìo che mi fa più paura è il sentirsi impotenti nel proteggere i propri cari e nel peggiore dei casi, perdere coloro a cui vogliamo bene a causa del virus. Tutto questo ha modificato in modo drastico il nostro atteggiamento: rabbia e aggressività nei confronti dei coniugi e dei figli prendono piede anche per situazioni futili e questo è dovuto alla noia e alla frustrazione nell'essere costretti sempre e ovunque a stare attenti per non essere contagiati. Una situazione che delinea una fase ancora più inquietante che si annida nelle nostre menti e cioè la tendenza di vedere tutto nero: indipendentemente da ciò che succederà le cose non torneranno più come prima, che finiremo in ospedale, che qualche persona a noi cara non ce la farà, che l’economia crollerà, che non ci saranno vie di uscita alla situazione, ecc. Ovviamente, anziché aiutare, questi pensieri non fanno altro che complicare ulteriormente la realtà che stiamo vivendo. La rendono più faticosa e sicuramente meno piacevole o rassicurante. Ma se questo è un problema non indifferente ce n'è un altro ancora peggiore creato da quelle persone che invece se ne sbattano altamente della situazione non indossando la mascherina ne igienizzando le mani


Editoriale

mettendo così in serio pericolo tutti quanti. E' sicuramente dovuto al fatto che non hanno avuto perdite o contagiati in famiglia: spesso dobbiamo toccare con mano il dolore prima di rendercene conto. Sono i nostri giorni, quelli dell'angoscia, dell'incertezza, dei brutti pensieri legati alla nostra vita ma sopratutto a quella dei nostri figli, del loro futuro. In un attimo siamo tornati indietro nei secoli dove le epidemie sconvolgevano la vita degli esseri viventi quando invece pensavamo che nell'era moderna l'uomo avesse raggiunto il potere sulla vita, che la scienza avrebbe annientato qualsiasi tipo di infezione. Evidentemente non è così anzi, credo che l'uomo, con la sua arroganza, abbia creato dei mali ancora più gravi nel corso del tempo. Ora pongo una domanda a me stesso e la giro anche a voi: ma quando sarà tutto finito e torneremo alla normalità, qual'è la prima cosa che desideremmo? Innanzitutto per far sì che questo accada devo rispettare i protocolli e le raccomandazioni in modo che tutti possano poi tornare ad essere felici. Non vorrei essere la persona che deve colmare i vuoti, ma quella che quando tutto questo sarà finito abbraccerà le persone che ama e le dirà che ha fatto di tutto per non perderle. Ed è quello che dovremmo fare tutti se

NUMEROSE SOLUZIONI E OFFERTE VI ASPETTANO NEL NOSTRO SHOWROOM A PARTIRE DA € 5,00

amiamo qualcuno. L’augurio è che questo virus possa renderci migliori a darci la forza e le energie per continuare a ridere, studiare, vivere in trepidante attesa di riprendere la nostra routine che ci pareva tanto noiosa e snervante e che davamo troppo per scontato. Il mio auspico è una presa di coscienza che possa coinvolgere un gran numero di persone e che questa immane tragedia possa far riscoprire a tutti dei valori che sembravano persi. Ci accorgeremo di quanto siamo importanti le carezze che ci fanno sentire meglio, di quanto un abbraccio o una chiacchierata possano farci sentire meglio, capiremo che sono importanti i pranzi di famiglia e di quanto è bello passare il tempo in compagnia, quanto sia importante la libertà fatta di piccole cose come fare una passeggiata, ci renderemo conto quanto la vita vada vissuta pienamente in ogni singolo momento Gianluca Boffetti

CAUSA RIORDINO MAGAZZINO OFFERTA SPECIALE PICCOLI LOTTI

a partire da 5,00 € al mq

Via A. De Gasperi, 18 - Viadana di Calvisano (BS) - Tel. 030 96 82 80 05


GUSTO A TAVOLA

ZUPPA DI CECI CON STRACCETTI DI CALAMARI E GAMBERI SALTATI AL ROSMARINO Ingredienti per 4/5 persone: 2 scatole di ceci di buona qualità 1 calamaro grande freschissimo 2/3 Code di gamberi per persona Olio extra vergine di oliva Sale e pepe Verdure per soffritto (cipolla sedano carota) 2 spicchio d’aglio Rosmarino Preparazione ricetta Rosolare le verdure per soffritto tagliate sottili in olio, aggiungere i ceci scolati e sciacquati, coprire con acqua, salare e portare a bollore. Togliere alcuni ceci ed il resto omogeneizzare con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una

purea. Pulire il calamaro togliendo la pellicola grigiastra, tagliare a striscioline sottili. Rosolare in una padella l’aglio, aggiungere gli straccetti di calamari e tostarli a fuoco vivace. (togliere aglio) Rosolare l’altro spicchio d’aglio in olio, mettere il rosmarino e i gamberi sgusciati, saltarli nella padella solo qualche minuto. Unire alla purea di ceci quelli interi, mettere poi i calamari. Comporre il piatto servendo un mestolo di zuppa di ceci con straccetti di calamari ed adagiare su di essa alcuni gamberi al profumo di rosmarino. Un filo di olio e una spruzzata di pepe. Anna - www.cucinacreare.it

AGENZIA AGRICOLA

La Corte dell’Agricoltura Cell. 338 13 84 665 – 347 93 03 112 www.lacortedellagricoltura.it 06



Riflessioni

UNA LACRIMA SUL PETTO Ogni tanto riordino nel comodino, svuoto tutto sul letto, butto le cose inutili, risistemo quelle importanti; nel fare questo, mi è venuta fra le mani una medaglia che mi è stata donata durante il servizio militare; ogni volta che la vedo provo sempre un'emozione indescrivibile. Siamo a Fano (Pesaro Urbino), una bellissima cittadina situata lungo il mare Adriatico, ho prestato servizio militare presso la locale Caserma Paolini (esercito italiano), tra luglio 1982 e luglio 1983. Era una caserma di CAR (centro addestramento reclute), dove le giovani reclute, venivano addestrate alla marcia ed al corretto uso delle armi, dopo il giuramento venivano spedite a svolgere le loro mansioni nelle varie caserme italiane, e li finivano il militare; io facevo parte del quadro permanente, ero uno dei soldati fissi che mandavano avanti la normale routine della caserma. Ho fatto il militare come autista ed ero addestrato a guidare ogni mezzo a disposizione in caserma; il 24 marzo 1983, avevamo da poco terminato l'adunata, il Maggior Di Padova, comandante degli autisti, mi aveva appena detto che dovevamo lavare tutti i camion, strapieni di fango, perché il giorno precedente avevamo portato le reclute al campo di tiro a segno per l'esercitazione con le armi. Quando il Capitano Bellini piombò improvvisamente agitatissimo nel piazzale (ognuno dei sottufficiali o ufficiali in caserma aveva un suo compito ben definito: il Capitano Mastropasqua comandava la nostra compagnia, poi c'era chi dirigeva la mensa, chi il magazzino, chi la fureria e cosi via, ma il Capitano Bellini non dirigeva niente, era un cosiddetto "cane sciolto", aveva un suo ufficio le cui pareti erano adornate da molte fotografie che lo ritraevano in più parti del mondo mentre si lanciava con il suo paracadute, e da qui si evince che era un ex parà, sulla sua scrivania molte coppe e trofei facevano bella mostra; ero uscito con il camion assieme a lui un paio di volte per caricare 08

i viveri necessari alla caserma). Non lo avevo mai visto così allarmato, lui solitamente era di temperamento tranquillo, poi ci spiegò il motivo: <la salma del povero marinaio ferito in Libano è arrivata, sono all'uscita dell'autostrada (il marinaio in questione era Filippo Montesi, mandato a Beirut per una missione di pace, era stato gravemente ferito in una imboscata il 15 marzo, trasportato con volo aereo presso il Policlinico Militare Celio di Roma, operato d'urgenza, era deceduto il 22 marzo, il giorno dopo essere stato dichiarato fuori pericolo); il Capitano Bellini proseguì nel suo agitato discorso: <il nostro comandate Tenente Colonnello Almici ha detto che una rappresentanza della nostra Caserma e per ciò dell'esercito non deve assolutamente mancare, il marinaio Filippo Montesi era nato e residente a Fano; preparate immediatamente un CM (camion medio), dobbiamo andare all'ingresso dell'autostrada per riempirlo di corone di fiori, saremo noi ad aprire il corteo funebre>, il nostro Maggiore Di Padova


rispose che tutti i camion era sporchi di fango ed era rimasto solo il camion più vecchio (del 1941 un reperto della seconda guerra mondiale), <non importa quanto sia vecchio, l'importante è che funzioni>, <funziona come un orologio svizzero>; allora mi permisi di dire la mia: < Signor Maggiore mi scusi se mi permetto, ma quel camion ha un motore fiacco come un preservativo usato, e poi ha le batterie scariche, per accenderlo bisogna trainarlo, ha la guida a destra....>, <immaginarsi se il soldato Giordano non deve metterci il becco, a proposito, sei stato tu a guidarlo l'ultima volta quando sei andato a caricare le divise alla stazione, e per ciò lo guiderai tu anche stavolta. Tu ed il Capitano Bellini andate subito a mettervi in alta uniforme, noi intanto accendiamo e scoperchiamo il cassone del camion>. Salii in camerata ed indossai l'uniforme di libera uscita, ridiscesi nel piazzale e poco dopo arrivò anche il Capitano Bellini in altissima uniforme, era elegantissimo, con le frange dorate alle spalline e tantissime medaglie appuntate al petto; "soldato, hai soltanto le mostrine, nemmeno lo stemma della Folgore sulla tua giacca", "Signor Capitano, sono un soldato semplice, solo questa giacca ho", "ma lo sai che in forma privata ci sarà anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini al funerale?", così di-

Riflessioni

cendo, si staccò due medaglie dalla sua giacca e le attaccò sul mio petto; "così va molto meglio, forza partiamo". Fuori dalla caserma c'era un'auto dei carabinieri che ci aspettava, ci fece da apripista, la folla per Fano era gia tantissima; arrivammo all'ingresso dell'autostrada dove ad aspettarci nel parcheggio c'erano due CM carichi di corone di fiori ed un CL (camion leggero), che trasportava la bara del povero Filippo Montesi avvolta nel tricolore. Trasferimmo tutte le corone di un camion sul nostro, legandole anche esternamente alle sponde con del fil di ferro e dietro le fissai con una cordicella (dalla dubbia resistenza), che avevo trovato nella cabina del camion. L'ltro camion dei marinai rimase pieno di fiori, non sapevamo dove metterli; i carabinieri dissero ai due autisti di aspettare nel parcheggio il ritorno del loro collega; partimmo verso Fano, davanti a me la gazzella dei carabinieri e dietro il camion che trasportava il feretro di Filippo. Entrammo a Fano, la folla era immensa, feci tutto il tragitto verso la chiesa a passo d'uomo, molte persone salutavano con dei fazzoletti bianchi, molte altre gridavano il nome del marò ucciso "FILIPPO, FILIPPO"; arrivammo davanti al piazzale della chiesa, un piccolo pullman che trasportava i commilitoni di Filippo era già arrivato,

09


Riflessioni

parcheggiai al suo fianco ed alla mia destra si fermò il camion leggero che trasportava la bara, io ed il Capitano passammo davanti alla mamma di Filippo e ci sistemammo pochi metri dopo di lei, era sorretta dai suoi parenti, il suo viso una maschera di dolore, in fondo alla folla due carabinieri della locale stazione, in alta uniforme, tenevano una corona d'alloro ordinata dal capo dello stato, (solitamente sono i corazzieri a presenziare ai funerali, ma la Signora Maria, mamma di Filippo, era stata molto chiara: ammetto soltanto il presidente Sandro Pertini alle esequie del mio caro figliolo, degli altri esponenti dello stato non voglio vedere nemmeno l'ombra!) Non passarono molti minuti che arrivò l'auto blu del Capo dello Stato, era accompagnato da due signori elegantemente vestiti, ad accoglierli il sindaco di Fano, dopo brevi convenevoli andarono dalla mamma di Filippo che era sorretta per le braccia dai suoi parenti, quando il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e la Signora Maria si trovarono faccia a faccia, parlarono per qualche istante, poi le angoscianti urla di dolore della donna toccarono il cielo, riuscii solo a capire: "non doveva succedere", il Presidente la abbracciò forte accarezzandole i capelli; avevo il cuore che mi scoppiava, anche il Capitano Bellini fu molto toccato da quella drammatica scena, poi Pertini venne verso di noi, salutò il Capitano, io scattai sull'attenti e gli strinsi la mano, e così fece con i commilitoni compagni di Filippo Montesi, erano tutti vestiti nella tradizionale uniforme marinara; io ed il Capitano eravamo gli unici rappresentanti dell'esercito italiano, poi sei compagni di Filippo si diressero verso il camion che portava la sua bara avvolta nel tricolore, la presero in spalle e si diressero verso la chiesa, dietro di loro i due carabinieri con la corona d'alloro, il Presidente della Repubblica, la mamma di Filippo ed i suoi parenti erano fianco a fianco. Io ed il Capitano aspettammo la fine della cerimonia funebre fuori dalla chiesa, vicino a noi c'erano quattro marinai (naturalmente il piazzale era gremito da qualche 10

migliaia di persone), uno dei marò piangeva a dirotto, era disperato, il Capitano Bellini gli si avvicinò: "era un tuo amico?" " si, ci conoscevamo fin da bambini, anch'io sono di Fano, povero Filippo, povera Signora Maria, nel 1970 in un incidente d'auto perse il marito ed un suo fratello, lei rimase gravemente ferita, era incinta di otto mesi e perse il bambino, due anni fa il figlio primogenito ventunenne, morì bruciato nel garage di casa in seguito allo scoppio del serbatoio dello scooter; in famiglia erano rimasti solo lei e Filippo, lui non doveva nemmeno partire militare, essendo figlio unico di madre vedova, era il suo unico sostentamento economico, per ben due volte aveva presentato domanda per essere esonerato, invece non solo è partito, lo hanno mandato pure in Libano". Io ed il Capitano Bellini rimanemmo sconvolti ed allibiti dal racconto dell'amico di Filippo, tutto prendeva un senso ancora più terribile, ecco perché la Signora Maria era così arrabbiata con le istituzioni e volle vedere solo il Capo dello Stato, capii il suo angosciante grido: "non doveva succedere!" Intanto il rito funebre presenziato dal vescovo era terminato, la bara portata in spalle dai sei marinai uscì dalla chiesa, dietro i famigliari ed il Presidente Pertini, intanto che caricavano il feretro sul camion della marina, andai a prendere il mio CM che avevo lasciato acceso (aveva le batterie scariche), mi sistemai dinanzi al veicolo della marina pronto a partire per il cimitero, il Capitano Bellini salì, "soldato Giordano, ho parlato con la mamma di Filippo, non seppellisce il figlio qui a Fano, ma in un cimitero di una frazione a 15 kilometri da qui, la zona è collinare", "porca miseria Signor Capitano, questo camion ha un motore che non tira niente, il cambio non è sincronizzato, devo fare le doppie per cambiare, non so se riusciamo a salire su una collina", "ormai dobbiamo andare fino in fondo !". Seguendo le indicazioni del Capitano attraversammo la città, la folla era ancora tantissima, dietro di noi il camion con la bara ed una quindicina di auto di parenti ed amici; mano a mano che ci avvicine-


vamo alla frazione (luogo della sepoltura), la strada cominciò a salire, la prima collina la superammo abbastanza bene ma la seconda era decisamente più alta; arrivati a metà salita il camion cominciò a perdere giri, riuscii a scalare in terza lunga, poi terza corta, e poi andavamo troppo piano, non riuscivo più a cambiare marcia, il motore continuava a scendere di giri, sempre più giù giù giù; sentivo il sudore che mi colava per la schiena, il Capitano cominciò ad urlare: <si sta spegnendo, Cristo Santo, soldato fa qualcosaaa, !!>,<Padre Nostro che Sei nei Cieli, sia Santificato il Tuo nome, venga il Tuo Regno....>, ma prima che terminassi la preghiera il camion ebbe un sussulto, come se fosse stato colpito nell'orgoglio, anziché esalare l'ultimo respiro, cominciò a dare dei strattoni e ci portò in cima alla collina, ma le forti vibrazioni fecero rompere la cordicella che sul fondo del cassone teneva le corone di fiori; almeno una decina di ghirlande caddero sull'asfalto, il camion dietro che trasportava la salma cominciò a suonare, mi fermai, tirai il freno a mano ed io e il Capitano scendemmo, prendemmo le corone e le sistemammo lungo il ciglio della strada, poi ci siamo scusati con la mamma per la vergognosa figura che avevamo fatto, ma nel frattempo il nostro camion aveva cominciato a scendere giù per la collina, pure il freno a mano funzionava male, corsi più che potevo, le portiere si aprivano sul davanti, non riuscivo a salire, finalmente saltai in cabina e schiacciai il freno appena prima che il mezzo uscisse di strada, quando il Capitano salì era furibondo: <domattina appena incontro il Maggior Di Padova (responsabile dei mezzi), lo strangolo con le mie mani, questo non è un camion, ma un carro funebre!!!>. Arrivammo al cimitero della piccola frazione (di cui non ricordo il nome), io ed il Capitano prendemmo un corona ciascuno e la sistemammo davanti alla fossa, arrivò la bara del povero Filippo, la mamma ed i suoi parenti, non riesco nemmeno a descrivere in quali condizioni si trovava la Signora Maria; quando cominciarono a coprire la buca con la terra, il Capitano Bellini mi disse: < ce ne possiamo

Riflessioni

tornare in caserma, il nostro dovere lo abbiamo fatto>, si avvicinò alla mamma di Filippo: "Signora, a nome di tutti i militari della Caserma Paolini di Fano, le esprimo le nostre più sincere e sentite condoglianze", mi avvicinai anch'io alla Signora Maria: "mi dispiace moltissimo, no so dire altro", la donna mi prese il viso fra le mani : "stai attento ragazzo, sta attento"; proprio non me l'aspettavo, e mentre mi stavo allontanando da lei, scoppiai a piangere, mi coprii la faccia con il fazzoletto, "non vergognarti soldato, siamo uomini non macchine", mi disse il Capitano. Sistemammo tutte le corone che erano rimaste sul camion lungo la ringhiera del cimitero, e partimmo, destinazione Caserma Paolini; misi la freccia a destra per immetermi sulla strada principale, ma la levetta che stava sulla mia testa (non al volante come sono adesso), saltò via e la freccia rimase sempre accesa, "porca miseria, Signor Capitano, quando giriamo a sinistra dovrebbe mettere un braccio fuori da finestrino", "non dirlo neanche per scherzo"; ed invece non solo metteva il braccio, ma sventolava pure il cappello. Finalmente quindici kilometri dopo, arrivammo in caserma, quando spensi il camion, tirai un lunghissimo sospiro di sollievo, "ce l'abbiamo fatta Signor Capitano", scendemmo, mi staccai le due medaglie che il Capitano mi aveva prestato, lo salutai e me ne andai; <soldato, aspetta !!>,<comandi Signor Capitano !>, <questa te la sei meritata>, e così dicendo mi appuntò una medaglia al petto. Nonostante siano passati tanti anni, quando la rivedo, il cuore parte come un treno, ed il viso della Signora Maria compare ancora dinanzi a me. Giordano 11


Riflessioni

Tradizioni riscoperte

Stando a ciò che riferiscono varie trasmissioni di approfondimento in tv, i dati statistici confermerebbero che molte donne hanno riscoperto la soddisfazione di fare in casa tagliatelle, pane, pizza, tortellini….e non solo nei mesi di forzata chiusura! In quel periodo c’è stata forse la spinta iniziale, continuata poi per voglia di genuinità, di soddisfazione personale in un ruolo, quello della casalinga, spesso svalutato e bistrattato. Senza per questo faticare come facevano le nostre mamme e le nostre nonne, con gli elettrodomestici moderni, con un po’ di passione, di fantasia e di pazienza, si possono riscoprire piatti sani, semplici e gustosissimi. Non va in tal

Via Mazzini, 13 - Carpenedolo BS - Tel. 030.969257 12

modo a perdersi il patrimonio di insegnamenti che nelle generazioni precedenti era normale tramandare di madre in figlia. Al giorno d’oggi non è questione di risparmio, perché si possono trovare alimenti a tutti i prezzi, dai discount ai supermercati di vari marchi, ma sicuramente la freschezza e la qualità degli ingredienti sono più difficilmente reperibili, se non in negozi di fiducia. Si possono usare farine di vario tipo, da quella classica bianca, a quella integrale ad altre più specifiche biologiche; così come per le uova, ormai in commercio di varie qualità. È comunque una gioia portare in tavola un bel piatto di pasta fatta con le proprie mani, condita anche con un semplice buon sugo di pomodoro e basilico! Prelibatezze senza paragoni sono senza dubbio casoncelli di zucca e tortellini di carne: neppure quelli di marchi famosi hanno lontanamente lo stesso sapore di quelli fatti in casa. Trasmette davvero l’amore con cui una donna li ha “creati” e preparati per i familiari. Mia mamma amava molto preparare questi cibi, anche quando per problemi di salute neanche li assaggiava! Per fortuna oltre a lasciarmi le ricette mi ha lasciato la sua stessa passione e abilità manuale. Ornella Olfi


In un ambiente elegante e suggestivo piatti prelibati per la tua...

PAUSA PRANZO BAR PAUSA PRANZO APERITIVI EVENING

Tortelli prodotti a mano nel raggio di 15 Km + bevanda + caffè + dolcetto € 15,00 Panino + bibita/birra/vino + caffè + dolcetto € 9,00 Specialità Salmone selvativo affumicato importato direttamente dalla Scozia Aperti 10:30-24:00 Contact 030 95 23 043 At Villa Francesca Isorella BS Via Calvisano 45

E' gradita la prenotazione per le cene Dalle ore 18:00 servizio anche da asporto


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

10 ANNI DI SOBRIETÀ Mi chiamo Elena e sono un alcolista. Il 28 giugno ho avuto la fortuna di festeggiare 10 anni di sobrietà. Entrai in Alcolisti Anonimi a 25 anni. Ho avuto la fortuna di non vergognarmi che bevevo troppo e che avevo bisogno di aiuto. Sono nata e cresciuta in una famiglia di alcolisti. Ho vissuto per tanti anni nel vedere la persona che mi cresceva a prendere le botte. Mentre i miei amici erano alle prese con i problemi legati alla loro età io ero alle prese a scappare di casa, alle prese con un emotività fatta di paure che è molto difficile per un adulto figuriamoci per un bambino. Tutta la mia famiglia beveva e ho provato molto l’abbandono. Con il tempo sviluppai insicurezza, paure importanti, rabbia, autocommiserazione, richiesta continua di attenzioni. Ovviamente non parlavo delle mie emozioni tanto tra l’altro confuse. Sviluppai la vergogna per la mia famiglia. Già a 12 anni sviluppai un altro rapporto. Quello con l’alcol. Tra me è lui si è creato un ottimo rapporto. Mi faceva sentire più leggera. Una sorta di “dimentico dei miei problemi”. Chiaramente era solo un illusione. Man mano che il tempo passava mio rapporto d’amore con lui si rafforzava sempre di più. A 18 anni feci un esaurimento nervoso. Reggere lavoro, scuola e l’alcolismo in casa del mio familiare era molto difficile. Così

Via Brescia - 25020 GAMBARA (Bs) Tel. 030 956172 - Fax 030 9956272 info@marmiegranitibonazzoli.it tecnico@marmiegranitibonazzoli.it Bonazzoli Angelo cell. 339.2175306 Ferrari Geom. Nicola cell. 333.6897690 14

per un periodo mi feci aiutare dai medici, poi ho buttavo via i farmaci e iniziai a bere. Iniziai una relazione e, ancora giovane sono andata a convivere. Ma io non ero mai felice. Ero ancora insicura, paurosa e soprattutto ancora molto arrabbiata con la mia famiglia. Iniziai a bere dal fine settimana anche di venerdì poi di giovedì e così tutte le sere, aumentando la quantità di birra. Più bevevo e più stavo male. Non mi sentivo amata e accettata. Mi sentivo frustrata. Tutte le volte che parlavo con qualcuno puntualmente mi insegnava cosa dovevo o non dovevo fare o provare. Avevo ancora un lavoro e la mia convivenza. Ma ad un tratto non riuscivo più a venirci fuori. L’alcol, le sigarette e il gioco mi portava ad avere nulla in tasca e questo mi portava a diventare dipendente in tutto e per tutto dal mio compagno di allora. Questo mi creava altra frustrazione. E che potevo mai fare? Bere. Bevevo per ogni motivo. Nel bene e nel male. Ormai a 25 anni ero distrutta. Ma un giorno guardando in internet ho visto che esisteva un gruppo vicino casa mia di questa associazione chiamata Alcolisti Anonimi. Andai e trovai persone con il sorriso che mi aspettavano. Mi sono sentita amata, capita, accettata. Per la prima volta provai tutte queste cose. E da lì il mio cammino senza alcol è iniziato senza mai dubitare della mia scelta. Dopo un anno di sobrietà ho conosciuto un compagno e 4 anni dopo è arrivato il nostro bambino. La vita mi ha regalato anche delle difficoltà ma che grazie agli amici dei gruppi riesco a superare. Non ho più chi mi insegna cosa fare o dire ma condividono con me la vita. La mia insicurezza con il tempo è andata via e grazie a questo sono riuscita a fare tante cose diverse e provare nuove esperienze. Sono più forte. Le paure non sono più inten


Curiosando in Libreria

PENSIERO SOFFERENTE, BANALE E TRAVOLGENTE di Ramona Amalia Fumagalli Un titolo insolito, come insolito può essere il destino di un’intera generazione, che seguendo passo dopo passo i cambiamenti che avvengono nella sua terra natia, adegua il cammino e si conforma. Oppure si confronta, come l’Autrice racconta, con l’obiettivo di sollecitare una riflessione attraverso il suo punto di vista, quello di una semplice cittadina italiana che, grazie alle esperienze vissute oltre oceano, riesce ad andare oltre il proprio territorio e coinvolgere il lettore, per sottolineare come tutti potrebbero migliorare individualmente, partendo da un’indagine introspettiva, che induca a capire quanto il nostro benessere dipenda dall’ambiente e da come lo abitiamo. Una storia in cui l’Autrice decide di riavvolgere la sua vita come un nastro, descrivendo attraverso vicende vissute ciò che accadde in Italia a partire dai mitici anni ‘70, quando le mode e le abitudini si affacciavano con pregi e peculiarità fino ad arrivare agli anni nostri, dove noi

GPL GASOLIO BENZINA SANIFICAZIONE LUCIDATURA REMEDELLO BS

REMEDELLO BS VIA PONTE ASOLANA 3

italiani cominciamo a perdere di vista tutti quelli che erano di fatto i molti diritti che lasciamo dietro di noi pian piano, anno dopo anno, trascinando un sacco bucato, la Costituzione, contenente regole di vita ben pensate da chi credeva fermamente al sogno italiano. Prefazione di Alessandro Nani Marcucci Pinoli Facebook: Fumagalli Ramona Amalia

PRENOTA IL TUO TAVOLO ANCHE ALL’APERTO IN ASSOLUTA SICUREZZA

PRANZO DI LAVORO DA ASPORTO E A DOMICILIO. PRENOTAZIONI ANCHE 030 90 67 105 • Pizza senza glutine • Parco giochi per bambini • Ampio parcheggio

LENO (BS) - Via Viganovo,47 www.oasileno.com 15


ANIME NEL VENTO

La data in cui ti celebravo e onoravo pubblicamente, ad un anno dal tuo ultimo saluto terreno é diversa, ma la data della tua triste dipartita é la stessa: 17 Ottobre 2009. Le parole scritte sul testo del necrologio le riscriverei. Nove anni son trascorsi da quel tristissimo giorno in cui ti trovai inerme sul pavimento della tua cucina. Fuori la fredda brezza ottobrina trafiggeva la mia pelle ed anche la mia anima. Il gelo. Da quel momento un grande dolore ha carat-

terizzato il mio andare. Il gelo aveva travalicato il sole. Il sole non riusciva più a scaldarmi. Questa era la metafora del mio dolore. Un dolore grande. Via via quel dolore si é incanalato in azioni e pensieri di senso. Si deve attribuire un senso anche al dolore. Molto spesso però, ancora oggi dai miei occhi sgorgano fiumi di lacrime. Oggi ti ricordo e ti onoro insieme alle tue amatissime Nipoti Valentina e Maria Elisa. In mestizia, un tributo a te cara Mamma Bruna. Maria Carmela

Riflessioni

La paura ha originato la bellezza

Se qualcosa non aveva spaventato i piccioni non avrei potuto scattare queste foto, non mi sarebbe passato neanche per la mente che questi pacifici e pacati animaletti che camminano sulla terra, siano in grado di creare 16

incredibilmente belle scie di cielo e ali di uccelli. La paura ha originato la bellezza, dal male è nato il bene. Come faccio a capirlo questo mondo incomprensibile? Darina Naumova


Riflessioni

Commemorazione dei defunti La tristezza è un’emozione distruttiva, opprimente, corrosiva, inutile. E nello stesso tempo comprensibile, giustificabile, umana. Le lacrime ed i fiori non possono aiutare i nostri cari, possono aiutare noi stessi, fino ad un certo punto. Da ogni separazione nasce dolore e le parole sono inutili, a volte irritanti con la loro goffa inopportunità. Non si spegne con parole il fuoco, ma con speranza. Questa speranza che è al di là di ogni tipo di pregiudizi, incertezze, scetticismo, insicurezze. Esiste una cosa in grado di superare il tempo e lo spazio, di costruire ponti sopra abissi, di unire universi. Si chiama Amore. Ed è più forte della Morte. Ciò che non vedo con gli occhi lo vedo con il cuore, ciò che non posso abbracciare con le mani, lo abbraccio con il pensiero. E siamo ancora insieme, non qua e adesso, ma di sicuro in un altro tempo, in un altro luogo.

A voi, dall’altra riva, con un po’ di tristezza, con tanto amore e con sconfinata speranza. Darina Naumova

TERMOSANITARIA Zanetti Angelo IMPIANTI SANITARI - RISCALDAMENTO CONDIZIONAMENTO DAL 1975

LAVAGGIO AUTO LAVATRICI E ASCIUGATRICI SELF SERVICE CALVISANO (BS) - Via delle Martine - Tel. 030 96 82 66 17


PELLET DI QUALITÀ AL MIGLIOR PREZZO

Per caratteristiche e prezzi visita il nostro sito www.pelletcenter.it oppure contattaci allo 030 901185/030 9035992

certificati EN PLUS A1 Loc. Ponterosso - Via Gottolengo,2 GHEDI (BS) Tel.030-901185 - Tel. 030-9035992 www.pelletcenter.it - info@franzonipiscine.it


TERRITORIO

ISORELLA: LUMINI ACCESI PER NON FAR MORIRE LE ATTIVITÁ

La sera del 1°novembre si sono trovati in piazza a Isorella, titolari e rappresentanti di ristoranti, bar, palestre, parrucchiere, estetiste, fioristi, negozi di vicinato e rappresentanti, allenatori e dirigenti delle attività sportive, tennis, karate, avis sport, calcio, ecc per...

DIRE NO, IO NON CI STO! Questo non è il modo di gestire le cose. Chiediamo più controlli e meno chiusure. Chiediamo il rispetto per le attività che rispettano le regole. Chiediamo meno incertezza e meno confusione. Una luce lungo il naviglio per far sentire la nostra voce.

19


TERRITORIO

Il nuovo marciapiede ciclopedonale dal Villaggio Santa Barbara al Centro Ne la pioggia ne il vento domenica 11 ottobre scorso, hanno fermato l’inaugurazione del nuovo marciapiede ciclopedonale che da Via Santa Barbara, su via Carpeendolo porta al centro di Mezzane. Qualcuno ha considerato che l’atteso evento, sia stato pubblicizzato e condiviso sui social e della stampa con molta enfasi. Considerato anche l’album fotografico, che ogni giorno accompagnava i lavori attraverso belle fotografie, pubblicate sul sito “Mezzane” gestito dal Comitato di Frazione. Ma forse lo ha pensato chi non abita in tale Villaggio, o chi vive e cammina su strade e marciapiedi sicuri. Da anni gli abitanti della borgata S. Barbara hanno dovuto affrontare l’insicurezza, e per altrettanto tempo aspettavano una positiva risoluzione. Richiesta proposta in più occasioni dal Comitato di Partecipazione, per un problema da tempo sul tappeto. Il nuovo marciapiede è stato uno degli argomenti più caldi della campagna elettorale dello scorso anno, per gli interventi a Mezzane. Le due liste contendenti avevano preso atto e promesso risoluzione, dopo la partecipata manifestazione di protesta della domenica 30 marzo 2019, organizzata dagli abitanti del villaggio Santa Barbara, sostenuti dal Comitato di Partecipazione. Appena eletta la nuova Amministrazione Comu20

nale guidata da Angelo Formentini, presente anche il mezzanese Mischel Lesioli, delegato all’Edilizia Pubblica, Privata e Urbanistica, ha trovato subito una soluzione, diversa da quella seguita dalla precedente Amministrazione con sindaco Giampaolo Turini e non concretizzata. Una storia lunga quella del marciapiede in questione, che probabilmente era previsto, o doveva essere previsto, nella lottizzazione di costruzione avvenuta nel 2007, ma poi chissà perché non realizzato. Ultimate le abitazioni, ben presto il Villaggio è stato abitato da una trentina di famiglie, quasi tutte giovani. E’ nata subito la necessità di un marciapiede, che rendesse sicure le categorie più deboli, bambini, ragazzi, perdoni, ciclisti, senza dovere ogni giorno sfidare la malasorte e affidarsi alla fortuna. Oltre all’assenza di un marciapiede, per la borgata non esisteva un attraversamento pedonale sulla frequentata provinciale n. 69, che collega Calvisano a Carpenedolo. Qui in questo tratto di strada è facile vedere sfrecciare auto a velocità elevata. Un insieme di combinazioni negative, una pericolosità che ogni giorno preoccupava gli abitanti del villaggio Santa Barbara, con il rischio di essere investiti. L’iter progettuale è stato messo in atto in piena


TERRITORIO

collaborazione con il Comitato di Partecipazione, coinvolgendo i cittadini mezzanesi, convocandoli in alcuni incontri come quello del 16 settembre 2019 quando è stato presentato il progetto preliminare, ch’era stato posto all’approvazione dell’Amministrazione Provinciale. Esso, come poi realizzato, è sul lato destro della provinciale, venendo da Calvisano, dove all’inizio verrà installato anche una pensilina per i ragazzi che vanno a scuola a Calvisano. Così come a lavori ultimati, per la fognatura e acquedotto, verrà realizzato un Parco dedicato ex sindaco mezzanese Giacomo Vezzoli e probabilmente ai deceduti, come lui, nel periodo del Coronavirus. La realizzazione progettata dall’Arch. Davide Agliardi e realizzata dall’Impresa Gemma Srl, aveva previsto nella delibera della Giunta Comunale n. 221 del 18.12.019, una spesa di Euro 150.000,00. Ha necessitato pure di avere a disposizione uno spazio laterale alla strada, ciò è stato possibile grazie all’importante aiuto offerto

Via Carpenedolo prima

dai residenti nel Villaggio Orientamenti, confinanti con il marciapiede. Don Manuini, le famiglie: Pedrini, Filippini, Zani, Treccani, Zabaleni, Cò, Merlo e il Vivaio Gelsi, hanno aderito, con atto notarile, a titolo gratuito e per spirito di liberalità in favore del Comune di Calvisano, accettando la servitù di passaggio pedonale e con mezzi ciclabili, sulla porzioni di area di loro proprietà, posta oltre i muretti di confine. Il marciapiede colorato e ben illuminato, così come l’attraverso iniziale posto all’entrata da Calvisano su un dosso, ben segnalato anche con un rilevatore della velocità. Il percorso, circa 300 metri, è abbellito da uno spazio che lo separa dalla strada asfaltata a nuovo, con del verde, così come la parte che confina con le abitazioni private. Un'entrata in paese accattivante, così come avviene normalmente in altri paesi, che valorizza Mezzane. Che lo sarà ancora di più con la ciclopedonale che continuerà su l’intero centro, i cui lavori sono iniziati in questi giorni. Marini Marino

Via Carpenedolo dopo 21


SPECIALE

CROCE ROSSA: NOI INSIEME AGLI ALTRI CROCE ROSSA del COMITATO DI CALVISANO

di Ida e Elena L’area sociale del nostro Comitato si occupa da anni di organizzare iniziative volte a sostenere le persone che in vario modo e per cause diverse necessitano di supporto e aiuto sia materiale che umano. In collaborazione con i Servizi Sociali dei comuni di riferimento, trasportiamo persone disabili, in genere ragazzi, dalle loro abitazioni alle strutture che li ospitano per l’assistenza specifica e viceversa. Nelle scorse estati li abbiamo accompagnati e assistiti durante settimane di vacanza organizzate su misura per i loro bisogni. Da qualche anno, nei mesi freddi dell’inverno, in convenzione con il Comune di Desenzano, attiviamo il servizio di Unità di Strada, in assistenza alle persone senza fissa dimora.

22

Offriamo bevande calde e secondo richiesta forniamo abbigliamento, coperte e quanto di loro necessità. Ma soprattutto parliamo con loro, ascoltiamo le loro storie, cerchiamo di stabilire un rapporto di umana comprensione libero da giudizi. Li avviamo, se vogliono, alle strutture che sul territorio possono offrire loro un pasto caldo o un letto al coperto. Sempre in convenzione con i Servizi Sociali alcuni di noi si occupano con continuità di persone vulnerabili che necessitano di aiuto e supporto. Sono persone in genere anziane che hanno bisogno di una presenza certa per affrontare e risolvere piccoli problemi quotidiani. Altrettanto importante per queste persone avere un contatto umano di fiducia anche solo per una passeggiata o qualche ora diversa dalla routine quotidiana. Affianchiamo una associazione di Brescia presente sul territorio da più di 20 anni che si occupa del contrasto alla tratta delle donne. Andiamo nelle strade della prostituzione a


SPECIALE

portare un piccolo aiuto in cibo e bevande. Offriamo ascolto senza pregiudizio, nessuna missione salvifica ci muove nell’approccio alla loro condizione. Diamo indicazioni certe e consolidate per la soluzione dei loro bisogni, compreso un numero telefonico speciale di accoglienza nel caso avessero necessità di un ricovero sicuro e sorvegliato o volessero uscire dalla loro situazione. In questo anno tanto difficile per tutti abbiamo aderito a varie collette alimentari destinando a Caritas e Centro Aiuto Vita quanto è stato raccolto. Abbiamo attivato per tutto il mese di Giugno un presidio di Carrello Sospeso del cui ricavato hanno beneficiato le famiglie che si sono rivolte a noi direttamente. Abbiamo vissuto mesi davvero difficili e non solo dal punto di vista sanitario.

Insieme ai colleghi e amici di Area Protezione Civile siamo stati al fianco della popolazione per la consegna di farmaci e di spese alimentari. Abbiamo consegnato pacchi viveri e buoni spesa, abbiamo ascoltato e avviato le persone verso quegli aiuti che potevano essere richiesti tramiti canali ufficiali. Da giugno, terminata la parte di più stretta emergenza abbiamo rilevato dall’area Protezione Civile il presidio di aiuto, continuando l’assistenza con la distribuzione di pacchi viveri e l’accompagnamento alle persone che necessitano di supporto nel disbrigo di pratiche d’ufficio. Continueremo fino a che sarà necessario, convinti che oltre la crisi sanitaria, la pandemia ha fatto emergere e crescere il disagio economico e sociale. A queste persone va tutta la nostra solidarietà tradotta in azioni concrete e immediate per quello che ci è possibile. Croce Rossa Italiana Comitato di Calvisano Via dell’industria 1 – Tel. 030 99 68 533 email: calvisano@cri.it

23


Ed è Poesia

“LA NOTTE DEI PENSIERI” Dedica a mio padre Mario Villa

Mi racconti le memorie dei tuoi giorni, inculcando dentro me, irreversibili ricordi di te che lasciano traspirare una scia trasparente la quale s'addentra nella mia coscienza, colta nella tua immagine ancora avviluppata nel consumo del tempo. Chissà qual'è il tuo angolo di cielo, che mi ispiri tanta forza in quel che faccio e che sono... con la passione che tu stesso mi hai ampiamente insegnato, con quel rapporto amichevole tra un padre buono e saggio, coronato da elementi positivi inerenti il tuo esemplare altruismo, con quella dose di moralità rivestita da pulsazioni d'umanità, ed un figlio seppure allora adolescente e con i sogni ancora verniciati di fantasia fresca, che ha assorbito tutta l'energia d'essere fosforescenza come il riflesso di una

dolce carezza, assaporata nell'atmosfera vestita di lussureggiante sera ! Sei la parte migliore di me, quando getto uno sguardo Lassù, mentre la strada buia mi appare più sicura e illuminata dal tuo sorriso, perchè sarà infinito il nostro contatto parallelo tra cielo e Terra... sostanza di vita diversa sei tu caro amico papà... restami sempre alleato in questa notte dei pensieri! Ti vorrò sempre bene, per tutto quello che hai fatto per me... io sono tuo figlio e farò del mio meglio, perché tu sia felice in quel posto miracolato chiamato Paradiso. Ciao papà... alla prossima notte di stelle! POETA FABRIZIO VILLA UN QUARTO DI SECOLO DI STORIA

SABBIATURE DI STABILI, LEGNO E MATTONI MACCHINARI INDUSTRIALI E AGRICOLI VERNICIATURE INDUSTRIALI - VESPE PRIMA

DOPO

PRIMA

PRIMA DOPO

SABBIAT

URE VES

PE

Via Cav.Bordogna, CALVISANO (BS)

Tel. e Fax 030.99.68.233 - Cell.333.69.91.096 24

DOPO


AUTOSCUOLE FEDRO A GHEDI (BS)

A GOTTOLENGO (BS)

CORSO RINNOVO CQC CORSO RINNOVO CQC

SOLO SABATO SOLO SABATO · INIZIO IL 16 GENNAIO · INIZIO IL 14 NOVEMBRE · INIZIO IL 2 FEBBRAIO · INIZIO IL 13 MARZO · INIZIO L' 8 MAGGIO · INIZIO IL 19 GIUGNO

CORSO CQC BASE

· INIZIO IL 11 GENNAIO

UNA VOLTA AL MESE NELLA SEDE DI GOTTOLENGO RILASCIO E RINNOVO •LICENZA DI PORTO DI FUCILE USO CACCIA •LICENZA DI PORTO D'ARMI PER USO SPORTIVO/TRASPORTO IN USO SPORTIVO •LICENZA DI PORTO D'ARMI PER USO DIFESA PERSONALE

GOTTOLENGO (BS) - Via Brescia,8 - Tel/Fax 030.95 16 07 GHEDI (BS) - Via Matteotti,51 - Tel/Fax 030.90 50 645 PRALBOINO (BS) - Via Cavour,10 - Tel. 030 95 46 34 PONTEVICO (BS) - Via Marconi,43 - Tel/Fax 030.99 30 270


Riflessioni

NONNI, NIPOTI E DIALETTO Il mese scorso abbiamo festeggiato la festa dedicata ai nonni, un privilegio per chi ha o ha avuto la fortuna di godere della loro presenza, che non ha data sul calendario, che non ha misura nell’amore dato e ricevuto, che è uno scrigno prezioso d’insegnamenti e di supporto ai genitori per la crescita dei nipoti. Avendo parecchie coppie di amici che sono già nonni e che aiutano accudiscono regolarmente i loro nipotini, ho piacevolmente sentito racconti di moltissime situazioni, dalle più tenere, alle più divertenti, alle più impegnative. Infatti la grande responsabilità a seguirli fa sì che i nonni, nelle ore in cui fanno i baby sitter, tralascino ogni attività quotidiana personale e casalinga per dedicarsi completamente a piccoli vulcani di vitalità, di curiosità, di vivacità che, se da un lato li mantengono attivi mentalmente, dall’altro li sfiancano fisicamente. Tutti concordano che “rimbambiscono”e si “sciolgono” davanti a un sorriso, una parolina affettuosa, un abbraccio da parte dei loro nipoti, che coccolano e viziano come non hanno fatto con i figli. Nonni che tornano loro stessi bambini divertendosi sia con giocattoli classici che di nuova generazione, inventando passatempi, leggendo favole, portando a spasso i piccoli prima col passeggino e poi a piedi o sulla bici, facendoli stare a contatto con la natura, perchè imparino a conoscerla e ad amarla. Ogni giorno sanno tenere impegnati per ore “ piccole pesti”, attente ad ogni parola o espressione dei nonni, a tutto ciò che succede intorno a loro e in tv, capaci di usare Pc e cellulari meglio degli adulti, memorizzando tutto e mettendo a dura prova memoria e pazienza di chi li segue!! Eppure, mi raccontano spesso una coppia di amici, il loro nipote di 5 anni, mentre li coinvolge più volentieri in svariati giochi fantasiosi di interazione usando oggetti presenti 26

in casa o immaginandoli, si diverte moltissimo a rivolgersi a loro parlando in dialetto, in modo molto appropriato. Non è dunque solo una ripetizione di frasi che questo bambino sente pronunciare dai grandi ( anche il suo papà ama parlare in dialetto, anzi, rispolvera spesso vecchi vocaboli ormai in disuso), ma termini e frasi dialettali inseriti in modo corretto in discorsi e situazioni di vita quotidiana reinterpretate con simpatica e sorprendente precisione! Il piccolo si diverte un mondo a parlare dialetto, ma non meno i nonni! Imparare fin da piccoli anche il dialetto, oltre che giustamente l’italiano e anche una lingua straniera, è un modo simpatico e interessante per tramandare la lingua delle nostre radici. Ben vengano dunque anche le “lezioni” di dialetto da parte di genitori e nonni ancora giovani, ma cresciuti in anni dove nelle famiglie c’erano spesso anche gli anziani, per i quali in particolare il dialetto era quasi sempre l’unica lingua conosciuta. Persone che potevano frequentare solo pochi anni di scuola, ma che imparavano “sul campo” a vivere e maturare in fretta e con saggezza. Olfi Ornella


IMMAGINI DA PAURA

Siamo o non siamo un popolo pieno zeppo di imbecilli? A voi l'ardua sentenza... Un grazie a Sergio Cotti per aver realizzato la foto

AUTOLAVAGGIO SELF-SERVICE 24h

PORTALE CON SPAZZOLE ANTIGRAFFIO

DI NUOVA GENERAZIONE PER AUTOVEICOLI E FURGONI (max h. 2,80) - 4 Postazioni coperte ed 1 scoperta - Cera in NANOPOLISH, effetto riflettente... dona una luminosità straordinaria alla superficie.

PRODOTTI DI QUALITÁ

LAVAGGIO A MANO INTERNO / ESTERNO

SU PRENOTAZIONE

MILZANO (BS) - Via la Viazzola - Cell. 3473909718 - 3518878826 27


BEST FRIENDS FOREVER

L’INTELLIGENZA DEL CANE

L’intelligenza del cane Si distinguono vari tipi di intelligenza: intelligenza istintiva: ciò che un cane è addestrato a fare fin dalla nascita; intelligenza adattativa: ciò che un cane impara a fare da solo, attraverso l’esperienza; intelligenza funzionale (ubbidienza): ciò che l’animale può imparare attraverso l’insegnamento di comandi e ordini; intelligenza spaziale: si riferisce alle capacità di un cane di ritrovare ad esempio la via di casa. La classificazione di Coren è contestata da altri studiosi ed etologi. Gli antichi (e superati da decenni) metodi di addestramento del cane si fondavano principalmente sulla coercizione per rettificare i comportamenti errati (rinforzo negativo e punizione positiva), fino all’ottenimento del comportamento desiderato. Questo avveniva (e ancora avviene sui campi di alcuni addestratori “vecchio stampo”, nonché in molte case private) con l’applicazione di varie forme di pressione fisica e psicologica, dalla semplice sgridata ad alta voce, allo strattone applicato tramite il guinzaglio, fino all’uso di collari a strozzo, a punte o elettrici, questi ultimi controllati a distanza tramite telecomando. Il progredire delle conoscenze etologiche, e la crescente sensibilità animalista, hanno fatto sì che negli ultimi 30 anni si sia progressivamente diffuso, a partire dal mondo anglosassone, un nuovo tipo di educazione e addestramento, di cui esistono principalmente due scuole. Uno è il metodo gentile, basato sul rinforzo positivo del comportamento desiderato, tramite lo stimolo di quattro fondamentali bisogni del cane, che possiamo distinguere in primari (alimentazione con bocconcini di würstel o formaggio e l’istinto di predazione come l’inseguimento di una pallina) e secondari (istinto di competitività tira e molla e contatto sociale con carezze). Questo metodo sfrutta il principio naturale per 28

il quale il cane, come tutti gli animali, tende a ripetere i comportamenti che gli portano un vantaggio, tralasciando i comportamenti che non ne portano. Ampio uso di rinforzo positivo, pur considerando la possibilità di correggere il cane, in vari modi che possono andare dalla semplice sgridata all’azione decisa sul guinzaglio, quando sbaglia, ritenendo che il cane (come confermato da tutti gli studi sul cognitivismo) non sia un mero opportunista ma un essere pensante e in grado di capire perfettamente ciò che il proprietario desidera da lui, quindi in grado di distinguere anche gli errori purché gli si spieghi chiaramente quando e perché ha sbagliato. Nell’ambito delle attività organizzate di addestramento, vanno diffondendosi per seguito e per approfondimento le “prove di lavoro” riservate ad esemplari delle razze di utilità (un esempio tra tutti quello del cane da pastore); si tratta di manifestazioni cinotecniche e sportive organizzate dalle delegazioni dell’E. N.C. I. allo scopo di mettere in evidenza le qualità naturali del cane, nonché la sua attitudine ad applicare ciò che ha appreso dall’addestramento specifico, per individuare e fare conoscere, ai fini dell’allevamento, i soggetti dotati di carattere migliore e più idonei al lavoro. Fonte: Wikipedia





FORNITURA, PRODUZIONE, VENDITA MADE IN ITALY PORTE INTERNE, PORTONCINI BLINDATI CLASSE 3/4 DISPONIBILI IN VARIE MISURE E COLORAZIONI PRODOTTI PRONTI A MAGAZZINO O PERSONALIZZABILI SERRAMENTI IN PVC GARANTITI E CERTIFICATI

Modello ARES - doppia anta

Modello HELIOS - doppia anta

Modello URANO - doppia anta

TORBOLE CASAGLIA (BS) Via Rassega 1


Modello ARES GLASS

Modello POSEIDON

Modello HELIOS GLASS

Modello ZEUS

Tel. 030 78 27 834

351 888 5183

royalporteblindate@hotmail.com -

Royal Porte





AUTO D'EPOCA

FERRARI 360 MODENA, IL CAVALLINO DI FINE MILLENNIO La Ferrari 360 Modena, fu uno dei più grossi successi commerciali di sempre del cavallino rampante. Nata nel 1999, dalla matita di Pininfarina è stata una vettura che ha incarnato alla perfezione gli stilemi stilistici del tempo. Un grosso cambiamento fu attuato a livello del frontale rispetto alla 355, niente più fari a scomparsa, linee radicalmente diverse e poi quel tocco che la renderà per sempre immortale... Il cupolino in vetro sotto al quale pulsa il V8 da 3586 cm dotato della notevole potenza di ben 400 CV. Ho visto tante Modena, ogni volta che ne incrocio una, la ammiro, a mio avviso è bellissima, poi però finisco sempre nella zona posteriore a guardare lo spettacolo che si cela sotto il vetro. Il V8 è li, con le sue teste rosso Ferrari, questo particolare fa parte secondo me, di quella magia, di quella capacità che solo a Maranello hanno di far sognare ad occhi aperti. Trazione posteriore, peso di 1290 kg . Si poteva avere con cambio F1, molti ai tempi lo sceglievano, in quanto allora era un must, diciamo pure l’ultima moda. Molte meno quelle con cambio manuale attualmente in commercio nel mercato dell’usato, ovviamente queste ultime hanno quotazioni molto più alte rispetto alle F1. Aprire la portiera, sedersi e vedere davanti il cavallino rampante sul volante, quest’ultimo è solo un volante, non un ritrovato di ingenieria elettronica con più tasti di uno shuttle….. pelle e alluminio, stop.

La cloche in alluminio lucidato con selettore, valgono a mio avviso il prezzo del biglietto per intero. Quel “clac“ che fa quando si passa da una marcia all’altra, unitamente al latrato del V8, e quello della Modena ha un sound incredibile, fanno capire che come dice un vecchio film, più o meno coetaneo della Modena “come te non ci sarà nessuno mai “. Prestazioni al top, oltre 295 kmh e 0-100 coperto in 4.5 secondi, se la vedeva senza timori referenziali con la 996 Turbo, altra leggenda dei mie anni del liceo. Beh forse lo avrete capito, sono un nostalgico di quegli anni, in cui ero adolescente, senza soldi e appassionato in maniera viscerale di auto, cosi come adesso, cosi come prima, cosi come sempre. La produssero anche cabrio, tante superstar la comprarono, Beckham ne aveva una grigia spider, Dr Dre blu coupe e tanti altri ancora. Produssero anche la Challenge Stradale, - 110 kg + 20CV, accreditata di avere il miglior sound da un V8 su una vettura del cavallino rampante. Ascoltarla in galleria, mentre la lancetta del contagiri schizza verso gli 8500 giri, fa capire che a Maranello, sanno toccare le corde dell’anima così come nessun altro, o almeno questo è ciò che penso io. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com 37


ANIME NEL VENTO

LORENZO Lorenzo era una voce scandita squillante avvolgente piccoli e grandi conduceva con mano ferma. Chiassosa allegra colorata macchia di vita fatta di gesti espressioni suoni sogni fantasie tessevano animi in corsa. Era lui Lorenzo che sapeva fronteggiare ammonire guidare incamminare verso la vita. Derubata la sua voce aggrovigliata fra baratri fondi oscurata da ombre dense. Fra volte celesti la sua voce risuona vestita di luce nuova guida rincuora si fa guida a viandanti in fuga consola volti rigati di lacrime. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste 38

Ed è Poesia

“Prode cavaliere”

Dinnanzi a te l’anima scarlatta si riflette... a te che sai guardare nel suo candore, percepisci le sue debolezze e le porti a te in protezione, accogli il suo essere donna, la tieni tra le tue braccia come unica creatura. Scalvini Roberta

“L’andare del tempo” Rivivrò ancora gli anni che son passati, che da un giorno in poi, diventeranno mesi... sommersi da nostalgici ricordi forse un giorno diventeranno giorni dove un giorno rinascerò, ogni volta che aprirò gli occhi a vivere nei tristi momenti e guardare lassù nel cielo a ringraziare,c hi mi fa vedere ancora, il danzare di farfalle in volo. Aspetterò ogni momento il tempo ed un bel giorno, mano nella mano ritornerò fanciullo... BGM


0

O

... A U NTIN

RO P A L

M

EC N O I OZ

FI

L2 A O N

1

02 2 / 1 /1


Riflessioni

DOBBIAMO SOSTENERCI A VICENDA Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. “Che cibo ci sarà?” - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” Il pollo alzò la testa e disse: “Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto.” Il topolino andò dal maiale dicendogli, “C’è la trappola per topi in casa! C’è la trappola per topi in casa!” Il maiale con empatia disse: - ”mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c’è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere.” Il topolino allora andò dalla mucca: - ”C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” La mucca disse, “Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba”. Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla

d’urgenza all’ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l’ingrediente principale della zuppa. La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. “Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te”. (Ernest Hemingway)

Scarica la nostra App New Entry Magazine Resta sempre aggiornato: eventi, coupon, video, interviste, ricette di cucina e tanto altro... 40


Riflessioni

IL LUME DELL’ANIMA I primi due giorni di novembre sono tradizionalmente momenti per ricordare i defunti. Naturalmente i nostri cari li ricordiamo tutti i giorni dell’anno, però trovo giusto vi sia un momento a loro particolarmente dedicato. Solitamente quando vado al Camposanto, faccio un giro veloce, mando un saluto, un bacio, un segno della Croce; ormai la fretta è diventata dominatrice della nostra vita. L’anno scorso il primo novembre, assieme a mia moglie e a mia mamma, siamo andati al cimitero del nostro paese (che in via del tutto eccezionale, rimaneva aperto fino alle ore 20.00), per “chiacchierare” (in tutta calma), con parenti e conoscenti. Ormai sono moltissime le persone che hanno fatto parte della nostra vita e che

adesso risiedono all’ultima dimora; ogni volta che passavamo davanti alla loro tomba, rievocavamo i momenti più significativi e divertenti trascorsi con loro, sembrava che anch’essi intervenissero nel discorso. Eravamo talmente assorti nei nostri dialoghi che non ci siamo accorti fosse già buio pesto; mia moglie guardando l’orologio ha esclamato: “gnari sono già le 20.00, Cristo Santo usciamo subito o si chiude il cancello”; prima di uscire mi sono girato per un’ultimo saluto, i lumini nel buio completo, sembravano stelle. Quand’ero bambino pensavo che la lucina dinnanzi alla tomba, fosse una parte dell’anima rimasta con noi, e parlandogli non si sarebbe mai spenta. Lo so che è stupido a dirsi, ma lo credo anche adesso. Giordano

TABACCHERIA N°2

PEDRETTI

La tua Tabaccheria dal 1974

GAMBARA (Bs) - Via Garibaldi,75 Tel. 030.95.65.06

OLIVETTI MA RIA CE L LERIA - SALUME

La freschezza e la qualità di sempre

· CARNI NOSTRANE · SALUMI STAGIONATI · CIBI PRONTI SOLO DA CUOCERE (arrosti, spiedini, cotolette...) · TAGLI PARTICOLARI SU PRENOTAZIONE

Via Montello, 6 - GAMBARA BS - Tel. 030 95 67 788 macelleria f.lli Olivetti

macelleria_f.lli.olivetti

41


Racconti

L’ORA BLU Dopo il terzo pirlo persino la dritta statale che collegava la bassa alle colline intorno al lago sembrava bella. I resti dei capannoni dismessi, un tempo brulicanti di operai che smanettavano sui torni e sui telai, assumevano a quell’ora della sera un che di magico, quasi che Hiroshima fosse arrivata fin lì. Viaggiava piano da un’oretta, immerso nei pensieri dentro al casco. Svoltò a destra e la strada si fece sinuosa, contornata di ulivi e vigne. Riconobbe l’azienda agricola dell’Onorevole, distesa sui fianchi di due colline e proseguì verso l’interno. L’aria si era fatta fresca, e si fermò in uno scalcagnato bar per mettersi il giubbotto. Scoprì che sotto il pergolato c’era un gruppo di vecchietti alle prese con un bottiglione di vino. Incuriosito si sedette e ordinò un calice di bianco locale, leggero e fresco. Si divertì per un po’ ascoltando i discorsi strampalati degli avventori, che molto probabilmente avevano bevuto più di lui. Si alzò che avevano finito di urlarsi addosso le reciproche malattie e iniziavano a ricordare i morti del paese. Un velo di tristezza lo stava avvolgendo ma la cura era lì, parcheggiata a pochi metri da lui. Girò la chiave e il grosso bicilindrico prese a vibrare, borbottando i suoi decibel fuorilegge dagli 42

scarichi che ancora non si erano raffreddati. Indossò il casco e sorrise. Pochi chilometri più in là lo attendeva un posto magico dove la birra aveva un sapore speciale e la pasta era fatta in casa da Maria, l’antica proprietaria, mentre sua figlia la portava ai tavoli, seguita dagli occhi e dai commenti dei vecchi come lui che ancora ricordavano quando, secoli prima, sarebbero riusciti a farci all’amore. Arrotolò le tagliatelle al ragù e si schizzò di sugo. La notte stava arrivando, e con lei i bei sogni. Veniva dopo il tramonto, insieme ai nugoli di moscerini che gli si stampavano sui denti. Il bicilindrico sotto al culo ronfava sornione, nella vana attesa di una sgasata che avrebbe tirato fuori più di una bestemmia ai vecchietti assopiti davanti alla TV, dietro le finestre aperte per la calura che quasi toglieva il fiato. Sorrideva anche lui, a mille giri al minuto. Il lago spuntò sulla sua destra che ormai era buio. Una conca nera e mille luci lontane, sulla sponda opposta, che attiravano lo sguardo come brillanti lucciole in una notte di luglio. Mancava solo la


Racconti

luna, quello spicchio arancione e un po’ sbilenco che gli sorrideva anni prima, mentre tornava a casa dopo una notte speciale.

verso un’altra ora blu, carica di ricordi e piena di moscerini.

Ora invece ripartiva, ubriaco di felicità che lo faceva volare due metri sopra l’asfalto rotolante e ondulato della statale. Le nuvole rossastre del tramonto avevano lasciato il posto a una notte buia e spessa, che il faro della vecchia moto tagliava come un coltello caldo il burro. Le dolci curve che gli si stesero davanti lo portarono a ruotare il polso destro, ma durò poco, qualche chilometro dopo rallentò fin quasi a fermarsi e, godendosi ogni metro, si immerse nella notte e nei suoi pensieri.

Pochi metri più in là, vicino alla moto parcheggiata, c’era una panchina che dava su una piazzola panoramica. Dai fazzoletti di carta sparpagliati a terra capì che per qualcuno la notte era stata fortunata. Accese la prima sigaretta del giorno, guardò il cielo che si tingeva di rosso e assaggiò il sale delle sue lacrime stanche, poi girò la chiave, ascoltò qualche secondo il borbottio del motore e diede gas, mentre il sole tornava a sorgere.

Arrivò alla punta nord, dove l’acqua del lago diventava un fiume e lasciava spazio alle vallate del Trentino, che le stelle si stavano spegnendo mentre un bar triste accendeva le luci al neon. Entrò un po’ incriccato, desideroso di smuovere le chiappe intirizzite e ordinò un caffè. L’orso al bancone grugnì qualcosa che non capì, mise le monetine accanto alla tazzina e uscì. Era ora di puntare di nuovo la ruota anteriore verso casa, verso un nuovo giorno,

Massimo Zucca

43


L’INTERVISTA

JESSICA ZARZYCKA QUANDO LA BELLEZZA É ACQUA E SAPONE Una bellezza acqua e sapone capace di far girare la testa grazie alla sua semplicità. Una ragazza che sogna di lavorare nel mondo degli eventi a cui non dà fastidio aver gli occhi puntati addosso ed essere sotto la luce dei riflettori. Questa è la storia di Jessica Zarzycka, 26 anni portati come meglio non potrebbe, originaria delle Marche ma ormai trasferitasi da qualche anno a Milano. Se di giorno si adopera per organizzare eventi e fare in modo che tutto si svolga alla perfezione, appena può si tuffa sul set fotografico o sul palco di una discoteca. Ragazza immagine, ballerina, hostess e fotomodella. Un lungo curriculum di esperienze che l’hanno portata a lavorare nei locali più modaioli di Milano, di Porto Cervo e della Svizzera, per poi partecipare a fiere cult quali Eicma e Salone del Mobile. “La differenza la fa sempre non solo il modo con

44

cui si mette in gioco il proprio corpo, ma con quanto cervello ci si butta in tutte queste esperienze” racconta Jessica, un diploma di Liceo Artistico in tasca, energia da vendere che a 18 anni l’ha portata in giro per l’Italia come animatrice nei Villaggi Turistici. Da allora non si è più fermata, anche sui social dove con oltre 15mila followers ha avviato brillanti partnership con marchi di abbigliamento sportivo. Abbiamo detto: terminati gli studi, sei partita subito per i Villaggi Turistici. Proprio così, esperienze bellissime che mi hanno portato a vivere prima a Napoli… e poi ad approdare a Milano dove ho iniziato a lavorare come hostess di fiere ed eventi. Pian piano si è aggiunta anche l’animazione notturna, un lavoro per le quali bisogna essere portate e avere la giusta dose di esibizionismo. E io, lo confesso, un po’ esibizionista lo sono… Com’è lavorare nel mondo della notte? Visto da fuori può sembrare il male assoluto, nella


L’INTERVISTA

realtà è un mondo come gli altri, anzi forse persino meglio. Ho conosciuto persone nuove, colleghe con le quali è facile andare d’accordo e uomini rispettosi e mai offensivi. Il fatto di essere oggetto può essere piacevole, se si agisce sempre con la testa. Non solo mondo della notte, ma anche tanta fotografia… Tutto è iniziato per caso quando ancora vivevo nelle Marche, da allora si sono susseguiti una cinquantina di shooting. Scatto per passione, ma mi sono tolta delle soddisfazioni incredibili. E poi, lo confesso: quando mi riguardo, mi piaccio! La fotografia mi ha fatto sentire più sicura in me stessa, mi ha aumentato l’autostima, mi ha permesso di esprimere la mia sensualità. E mi ha spalancato le porte di nuove collaborazioni. Fra cui, il mondo del fitness… Ho iniziato come testimonial per un negozio di abbigliamento di Napoli e oggi sono ambassador di HUB sul mio profilo Instagram. Ma nei mesi scorsi ho avuto collaborazioni anche con un brand americano di abiti e con Must Have, brand piemontese di abbigliamento femminile. Il tuo profilo Instagram viaggia verso quota 20.000 followers… Ma spero che chi guardi le mie foto vada oltre l’apparenza e intuisca la fatica, l’impegno e l’idea

che sta dietro ogni singolo scatto. Ecco, questo mi soddisferebbe davvero… A proposito di fitness. Jessica fa le cose seriamente… Due anni fa mi ci sono appassionata… e da allora non ho più smesso! Mi sto preparando per partecipare nel 2021 alla mia prima gara Bikini. È un piccolo traguardo, ma molto importante per la mia persona. Sportiva, sensuale, acqua e sapone. Tre elementi nei quali ti ritrovi? Direi proprio di sì: sono solare, sono pazza, adoro mettermi in gioco e… provocare. Mi piace essere comoda durante il giorno, ma la sera non può mancare il tacco e un outfit femminile. Hai dei sogni da raggiungere? Ne ho molti, partiamo da quello lavorativo. Vorrei restare nel campo dell’organizzazione eventi continuando a migliorarmi. Voglio tagliare qualche traguardo nel campo FIT, più per me che per gli altri. E voglio continuare a scattare, lavorando con i social e aggiungendo collaborazioni importanti. CONTATTI SOCIAL Jessicajessica_xw CREDITS FOTOGRAFICI @piemmephotostudio 45


RIDIAMOCI SOPRA

Due ergastolani del manicomio criminale con le gambe incatenate alla classica palla di ferro stanno pulendo il cortile del carcere quando si mette a nevicare: “Andiamo dentro, qui nevica! “. E l’altro: “Che ci frega! Abbiamo le catene!” . In una chiesa si sta tenendo il funerale di una donna. Alla fine della funzione, i portatori della bara, mentre escono dalla chiesa, inciampano in un gradino poco visibile, la bara cade e ne esce un debole lamento... Aprono il feretro e si scopre che la donna è ancora viva! Vive per altri dieci anni prima di morire. La cerimonia si svolge nella stessa chiesa della precedente e alla fine i portatori della bara escono nuovamente portando il feretro in spalla... Mentre camminano, si sente il marito che urla: “MI RACCOMANDO! FATE ATTENZIONE AL GRADINO!”. Durante un litigio furibondo, una signora grida al marito: “Se vuoi proprio saperlo, io ti ho sposato per i tuoi quattrini!”. “Tu almeno - sospira lui avevi una ragione!”. Lui: “Cara, pensavo di essere il primo”. Lei: “Sì... stasera!”. Come deve essere un buon matrimonio? I co-

niugi devono essere come le colonne portanti di un tempio: robuste, ben piantate, inamovibili, e a sufficiente distanza. Un signore trafelato entra di corsa in un bar con in mano un escremento canino ed esclama: “Guardate cosa stavo per pestare!”. Un vecchietto ascolta la radio in compagnia di sua moglie e sente un guaritore che dice: “Se volete guarire la vostra parte malata mettete una mano sulla radio e un’altra sulla parte ammalata e concentratevi insieme a me”. Il vecchietto allora mette una mano sulla radio e l’altra in mezzo alle gambe, mentre la moglie esclama: “Gennaro, alla radio parlano di guarire, non di resuscitare!”. “Dottore, mio figlio ha bevuto della nafta, cosa può fare?”. “Se va piano anche venti chilometri!”. Un uomo corre disperato nell’appartamento del vicino: “Presto, aiutatemi! Mia suocera vuole buttarsi dalla finestra!”. “Sì, ma noi cosa possiamo fare?”. “Mi serve subito un cacciavite che si è bloccata la maniglia!”. ANCHE SU PRENOTAZIONE DAVIDE BARCELLARI +39 333 78 46 308

di Lazzaroni Ermenegildo AUTORIPARAZIONI CENTRO REVISIONI

PAVONE MELLA (BS) - Via Brescia,7 Tel. 030 99 59 748 - Fax 030 95 90 642 autopiu.autoriparazioni@virgilio.it 46

spacciomaniinpasta@gmail.com VILLAGGIO EUROPA 2 - 25020 GAMBARA


Società

IL CARCERE ANALFABETA

Siamo davvero alla frutta, per giunta, nella disattenzione e nell’indifferenza più colpevole. A tal punto da affermare che in carcere non ci sono innocenti, e se ci sono perchè scandalizzarsi, in fin dei conti si tratta di eventi critici del tutto sopportabili. Sul carcere i plotoni di esecuzione, pronti a destabilizzare qualsiasi innovazione stanno sempre in agguato, sempre addosso a chi non può reagire. In galera ci si ammazza, si rimane di lato, piegati contro i muri insanguinati, nel tentativo di colmare il vuoto all’intorno, nella mancanza di riferimenti certi, di valori condivisi, stritolati dall’emarginazione, dalla violenza, dall’illegalità. A chi pensa che in carcere non ci sono persone innocenti, occorre rammentare che invece può finirci chiunque, anche tuo figlio, tua madre, tuo padre, tua sorella, e dunque sarà meglio imparare ad avere rispetto delle persone, e non soltanto dei numeri, delle cose, degli oggetti disordinatamente accatastati all’intorno, occorrenti la propria carriera professionale o politica. Il castigo è una cosa, la punizione anche, la tortura e l’induzione al suicidio è ben altro. Se i maestri, i conduttori, gli esempi sono questi, c’è un carcere privo di autorevolezza, premeditatamente privo di allenatori alla vita, perché dispersi dalla delegittimazione. Le teorie si sprecano nei riguardi di questa terra di nessuno, un dispendio

inusitato di tautologie inconcludenti, di dottrine pedagogiche che adottano la cattedra per ri-educare solamente gli altri, negando la necessità di doversi formare e rinnovare a un nuovo “sentire educativo “. Molto più semplice affidarsi al disamore istituzionale che permette fughe in avanti a quanti pensano di aggiustare le cose con la prepotenza degli atteggiamenti saccenti che mettono in “sicurezza “ i pochi rispetto ai tanti inconsapevoli. Il rispetto è la prima forma d’amore tra gli esseri umani, se viene a mancare quello, c’è il rischio di arrogarsi il diritto di giudicare sbrigativamente la presenza altrui, sminuirla, offenderla o degradarla, tutti comportamenti che azzerano sul nascere l’instaurarsi di una relazione significativamente educativa. Il carcere, il suicidio, la recidiva infantilizzante, la rieducazione parola spoglia scarabocchiata sulla carta costituzionale e il più potente agente educativo: il rispetto, trucidato dall’indifferenza di chi invece dovrebbe costitutivamente promuoverlo. Qualcuno ha detto che in carcere non ci sono innocenti, come a voler sputare sulla fossa dei tanti incolpevoli massacrati dall’ingiustizia, proprio per questo penso che non si può insegnare il valore del rispetto continuando ad azzoppare la dignità altrui, anche dentro un carcere, dentro una cella. Vincenzo Andraous 47


ULTIMA ORA

*

-30% ALLA CASSA

PANE FRESCO

POLLO ALLO SPIEDO**

FRITTURA DI PESCE

L’ORA FELICE Durante l’ultima ora di apertura, -30% di sconto su alcuni prodotti freschissimi di nostra produzione * Esclusi la domenica e il giorno dello sconto -10%. Salvo esaurimento scorte. ** Prodotto non presente nell’iperalimentare La Grande Mela.

PASTE E BRIOCHES

SAI PERCHÉ LO FACCIAMO? PER ELIMINARE GLI SPRECHI ALIMENTARI PER GARANTIRE PRODOTTI SEMPRE FRESCHI DI GIORNATA PER OFFRIRE UNA ULTERIORE OPPORTUNITÀ DI RISPARMIO

Supermercati nelle province di VERONA, BRESCIA, MANTOVA, VICENZA, PADOVA, ROVIGO, CREMONA, REGGIO EMILIA, MODENA


Ed è Poesia

“Strisce di veleno” Rigature candide nell’alto del cielo sembrano merletti a corniciar le nuvole, vaporose ragnatele disegnate da aerei... ma di che son fatte queste linee rette? Di gas altamente inquinanti che si disperdon per l’aria e bucano l’ozono. Io sono un contadino allevatore, e da un po’ di tempo a questa parte sento dire che le mie vacche (come fossero lanciarazzi) dal loro retro sparano gas serra. Io, da grande ignorante quale sono mi pongo una domanda: ma com’è che dopo tre mesi di fermo, di industrie, auto, aerei, l’aria si era ripulita, era tornata quasi ad esser bambina, eppure alle mie vacche il cul non ho tappato. È facile additare ed accusare bestie che non san parlare. Loro non si possono scolpare. Certo, lo so bene che l’economia non si può fermare, industrie, auto, aerei devon sempre girare, ma se il buco là in alto si allarga, non accusate le mie bestiole altrimenti oltre a scorreggiare me le fate anche cagare !! Giordano

Ed è Poesia

“Briciole di pane” Siamo come briciole di pane che nel tempo lasciano la scia e nel vento degli eventi si fermano definitivamente al proprio destino. Giuzzi Daniela

“Pandemia” Sofferenza senza fine. .. Virus senza meta. .. Mieti vittime a non finire! Parenti e amici soffrono... I nostri cari piangono lacrime mai versate... bare per il paese trasportate... Erminia Bertulessi

“Pandemia” Sofferenza senza fine. .. Virus senza meta. .. Mieti vittime a non finire! Parenti e amici soffrono... I nostri cari piangono lacrime mai versate... bare per il paese trasportate... Erminia Bertulessi

Gelateria Dolce Fiore GELATO, TORTE E SEMIFREDDI DI NOSTRA PRODUZIONE

CARPENEDOLO (BS) - VIA BERGOMA (Zona Fusetto) - Tel. 030 96 97 038 49


ITINERARI

Le Torri del Vajolet Val di Fassa Le Torri del Vajolet (Vajolet-Türme in ted.; 2.821 m s.l.m.) sono un insieme di sette guglie montuose di dolomia che si ergono al centro del Gruppo del Catinaccio, nelle Dolomiti, conquistate a livello alpinistico sul finire dell’800. La più alta viene detta Torre Principale, mentre le più famose sono invece la Delago, la Stabeler e la Winkler, conosciute anche come Torri Meridionali del Vajolet. Su queste, a differenza delle altre, si snodano diverse vie di roccia molto frequentate che offrono roccia ottima ed esposizione notevole. Alla base della Torre Delago s’innalza inoltre un modesto picco roccioso, la Torre Piaz. Torre Winkler 2800 m È meno frequentata delle vicine torri Stabeler e Delago, in quanto più difficile e meno visibile dal Rifugio Re Alberto. Georg Winkler salì questa torre in solitaria il 17 settembre del 1887, superando per la prima volta la difficoltà del IV grado superiore, nella fessura che poi prese il suo nome (la Winkler Riss) e che rappresenta il passaggio chiave della via normale. Di interesse alpinistico, anche la “Diretta Steger” alla parete 50

sud, che presenta difficoltà fino al VI grado. Torre Stabeler 2805 m La centrale delle tre Torri Meridionali del Vajolet e la più alta. Fu conquistata da Hans Stabeler con Hans Helverson il 16 luglio del 1892, dal fianco sud-est. La via da loro percorsa risulta il più facile itinerario alle Torri meridionali del Vajolet (III+), nonché la via normale di salita a questa torre. Anche sulla parete sud sono state tracciate vie, come la classica Via Fehrmann (IV, un passaggio di IV+), o la più difficile Via Emmerich (VI oppure V+ A0). Torre Delago 2790 m La più frequentata torre del Vajolet, è famosa specialmente per il suo spigolo sud-ovest. Il primo a calcare la vetta di questa torre fu Hermann Delago, il 22 settembre 1895, che salì per i difficili camini sud. Parte dell’itinerario da lui percorso viene tutt’oggi ripetuto, concatenando i Camini Preuss, con un camino seguito da Delago ed infine con il Camino Piaz (diff. IV+). Ma è lo spigolo sud-ovest che attira gli arrampicatori da ogni dove. Salito per la prima volta


ITINERARI

da Tita Piaz, con Francesco Jori e Irma Glaser il 9 agosto 1911, presenta un’arrampicata super aerea, con una parete di centinaia di metri sul versante nord-ovest, verso Pra Caminaccio. Difficoltà: IV, un passaggio di IV+. Anche la parete nord-ovest è teatro di imprese alpinistiche. Sale questa impressionante parete di 500 metri la via Hasse-Schrott (difficoltà: VI+ A1). Questa via venne aperta in diversi giorni dapprima da D. Hasse e S. Verdofer, fino all’altezza dell’inizio dello spigolo Piaz; poi da D. Hasse e S. Schrott fino alla cima, il tutto nei giorni che intercorsero tra il 22 e il 30 agosto del 1959. Torre Piaz 2670 m Questo modesto picco roccioso si presenta per lo più come palestra da allenamento, anche se in ambiente di montagna. Venne scalato per la prima volta da Tita Piaz in solitaria il 2 settembre 1899. Purtroppo una frana nel 2002 cancellò completamente la spalla nord, e con questa la via di Piaz. Nel versante sud-ovest, presenta uno spigolo che non ha nulla da invidiare a quello della Torre Delago (se non la lunghezza), che può essere

considerato la via normale (breve via di IV+). Accessi Alle torri si accede tramite evidenti tracce che partono dal Rifugio Re Alberto, segnalate da numerosi ometti. Accessi al Rifugio Re Alberto (2621 m) Dai Rifugi Vajolet e Preuss per la Gola delle Torri. Dai suddetti rifugi (2243 m) si imbocca il sentiero che sale la Gola delle Torri dal versante destro. Si superano alcuni tratti attrezzati, un torrente e alcuni tornanti, dopodiché si raggiunge il Rif. Re alberto e quindi le torri (un’ora). Dal Rifugio A. Fronza per la Via ferrata del Passo Santner. Dal retro del rifugio Fronza alle Coronelle (2337 m), si risale il primo tratto attrezzato con cavi metallici, raggiungendo una cengia. si segue il sentiero contrassegnato dal numero 542s. Una volta raggiunte le attrezzature metalliche, le si seguono e si giunge sull’orlo del Gartl (2 ore). Si raggiunge in breve il rifugio Passo Santner (2741 m) e si scende per comodo sentiero al Rifugio Re Alberto (10 minuti). Escursione alle Torri del Vajolet Si può salire dal rifugio Negritella, ma per c’è

51


ITINERARI

la possibilità di predere la funivia che parte da Vigo di Fassa e arriva al Ciampedie. Arrivati lassù, davanti a quella meraviglia che è il gruppo montuoso del Catinaccio, prendete la strada per il rifugio Gardeccia: in 40 minuti di passeggiata nel bosco – praticamente piana, arriverete alla meta, tra mucche che pascolano tranquille nei prati, baite e ristoranti tipici, panorama sempre suggestivo. Un’altra oretta scarsa, con una salita più impegnativa, ma assolutamente fattibile

da tutti, e arriverete al rifugio Vaiolet e al rifugio Preuss (entrambi 2243 metri) con la sua bellissima terrazza panoramica. Lì vedrete le Torri del Vajolet in tutta la loro bellezza e se vorrete avvicinarvi ancora un po’ non vi resta che incamminarvi verso il rifugio Re Alberto che si trova proprio alla base. Ci arriverete in un’ora di salita tra le rocce (sempre fattibile, ma con bambini un po’ grandicelli) e sarà uno spettacolo indescrivibile.

Capriccio

ante Ristor a i Pizzer

Specialità pesce di mare Pizza con forno a legna Ampia sala per matrimoni

via Dr. Golgi Campagnoli Vincenzo,32 CALVISANO (BS) - Tel. 030 9686373 52

CALVISANO (BS) Via Roma,23 Tel.030.96.80.14


OROSCOPO dal 05 al 19 Novembre 2020 ARIETE 21/03 - 20/04 I single forse non sono così contenti della propria situazione, ma non faranno nemmeno molto per cambiarla o meglio, non dovrebbero fare troppo per cambiarla, altrimenti finirà solo con il peggiorare!

TORO 21/04 - 20/05 Le coppie di certo avranno dei buoni motivi per litigare, ma sarebbe meglio non farlo visto che il futuro comunque è roseo e prospetta grandi avventure, sempre insieme, uniti e sorridenti! Salute e lavoro al top.... un buon momento....

GEMELLI 21/05 - 21/06 Tutto può funzionare bene dal punto di vista dell’umore, della mente, dell’ambiente e delle amorevoli presenze accanto a te. Perciò, se vuoi dominare un periodo, evita di disperdere energie, controlla le tue reazioni.

CANCRO 22/06 - 22/07 Modera l’atteggiamento che potrebbe complicare i rapporti con un partner che adori. Fa’ attenzione a non cadere tra le braccia di una persona non libera, che ti può offrire solo un legame tormentato e senza futuro.

LEONE 23/07 - 23/08 Ti si prospettano giorni vivaci, costellati da un successo e anche momenti esaltanti. I problemi svaniscono e potrai volgere ogni situazione a tuo favore. E’ possibile il riavvicinamento a una persona con cui eri già uscito in passato.

VERGINE 24/08 - 22/09 La routine all’improvviso si spezza e fluiscono momenti di grande entusiasmo. Spiacevole battuta d’arresto tra venerdì e sabato, per i rapporti fissi. Un certo controllo se vuoi evitare sterili malumori.

BILANCIA 23/09 - 22/10 Problemi di ordine pratico potrebbero disturbare la vita di coppia, mentre qualche disavventura o imprevisto saranno possibili per chi si mette in viaggio. Non essere triste: presto la tua vita sentimentale decollerà. Al lavoro dosa gli impegni.

SCORPIONE 23/10 - 22/11 Hai l’opportunità di scoprire il gusto di muoverti, di agire, di metterti in vista perchè l’energia dei pianeti dell’amore ti scuoterà dagli eccessi di pigrizia e da inconcludenti malinconie che, potrebbero prendere piede nel tuo animo.

SAGITTARIO 23/11 - 21/12 Momento magico per la vita di relazione. Nessun disaccordo, nessun intoppo pratico, molte novità, soluzioni fortunate e occasioni per sentirti più vivo e affettuoso. E’ sempre un buon momento per voi...

CAPRICORNO 22/12 - 20/01 Il segreto per goderti alcuni giorni sereni sta nel sapersi rilassare... Non sempre sarà fattibile ma ci pernserà la tua partner a farti stare a proprio agio... Il giusto impegno ti premia in ambito sia lavorativo che scolastico.

ACQUARIO 21/01 - 19/02 Le unioni ben affiatate godranno di buona armonia e nel complesso vi sarà l’occasione di movimentare la vita sentimentale. Non aspettarti però l’incontro del destino.Vivi alla giornata! Prudenza nei giorni critici di venerdì e sabato.

PESCI 20/02 - 20/03 Giorni felici, progetti d’amore e tutto ciò che comporta la vita da innamorati. Momento Ideale per favorire la nascita di una nuova storia d’amore. Qualche discussione con i genitori ma sono solo malintesi. Stai tranquillo! 53


Loc. Ponterosso Via Gottolengo,2 GHEDI (BS)

DESIG PERSONALI

PISCINE INTERRAT INSTALLAZIONE E MANUTENZ

Tel.030-901185 - 030-9035992 - www.fr


GN E PROGETTAZIONE IZZATA PER LA TUA PISCINA

TE E FUORI TERRA ZIONE - ACCESSORI E RICAMBI

ranzonipiscine.it - info@franzonipiscine.it


QUESTO È IL MIO NOME

di Micky

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Desiree

Nome francese che deriva dal latino desideratus e che sta avendo una buona affermazione anche in Italia. In passato tale nome veniva dato ai figli che venivano attesi e desiderati a lungo. L’onomastico cade l’8 Maggio in ricordo di San Desiderato vescovo di Bourges, in Francia.

nell’avere figli… desiderati).

Varianti italiane Al maschile: Desiderato Al femminile: Desideria, Desiderata Varianti straniere Al maschile: Desiderius (latino multilingue); Desiré, Didier (francese multilingue); Al femminile: Desirée (francese multilingue)

Caratteristiche: Désirée fa ciò che vuole, convinta che l’indipendenza sia un valore imprescindibile e tollerato da tutti. Vive con disinvoltura e talvolta non rifiuta compromessi pur di arrivare alla sua meta.

Curiosità sul nome Fra le persone storiche, Desiderio fu l’ultimo re dei Longobardi; papa Vittore III prima d’essere eletto si chiamava Desiderio da Benevento. Eugénie Desirée Clary fu amante di Napoleone Bonaparte e sposò poi il generale napoleonico Jean-Baptiste Jules Bernadotte (che diverrà re di Svezia col nome di Giovanni Carlo XIV e re di Norvegia col nome di Giovanni Carlo III). Fra gli artisti: lo scultore fiorentino Desiderio da Settignano (fu allievo di Donatello); il pittore franco-napoletano del Seicento detto Monsù Desiderio (François Didier Nomé). Fra le attrici: Desirée Noferini; Fra i cantanti: Desirée Rancatore (soprano); Nei titoli d’opere: ‘Desideria e l’anello del drago’ telefilm fantasy; il romanzo di Fausta Garavini ‘Le vite di Monsù Desiderio’ (finalista al premio Campiello 2014)…

Significato: desiderata Onomastico: 8 maggio Origine: Latina Segno corrispondente: Cancro Numero fortunato: 6 Colore: Verde Pietra: Smeraldo Metallo: Rame

Qualità personale: nome solare sia al maschile sia al femminile. Se il nome è l’auspicio, tutto gli omonimi (Desiderio-Desirée) sono persone molto… desiderate e bene accette in società.

Onomastico 8 maggio: San Desiderato di Bourges - Vescovo 23 maggio (San Desiderio vescovo di Langres e San Desiderio vescovo di Vienne ) 18 dicembre (San Desiderato di Fontenelle)

Diffusione In Italia ci sono circa 1049 persone di nome Désirée 58° nome più scelto in Italia nel 2003 Significato: senza astri [‘sidera’ = stelle, astri, 89° nome più scelto in Italia nel 2018 costellazioni]; ma per contrappasso può valere: 137° nome più scelto in Stati Uniti nel 1990 essere favoriti o protetti dalle stelle (soprattutto Fonti: web 56


Relax

SODOKU

VIGNETTE

HAI PASSIONE PER LA SCRITTURA? INVIACI I TUOI SCRITTI E NOI SAREMO LIETI DI PUBBLICARLI! redazione@newentry.eu 57


BOX ZONA FILTRO, DOPPIA PORTA, VARIE MISURE E SOLUZIONI A SECONDA DELLE VOSTRE ESIGENZE.

LENO (Bs) - Via Calvisano, 11/a - Tel. 030 90 38 275

Magazzino: 338 99 67 794 Davide - Email: uni79@libero.it


LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI

ANNUNCI ECONOMICI

CERCASI CUOCO/A CON MINIMA ESPERIENZA (anche casalinga) PRESSO AGRITURISMO VAN GOGH, A VISANO (BS) Tel. 338 13 27 910

ALIMENTARI A VISANO

VENDESI ATTIVITA’ QUARANTENNALE DI ALIMENTARI A VISANO (BS) INFO 338 98 66 170 - INFO 339 79 78 030

PIZZERIA NELLA BASSA BRESCIANA

Cedesi attività ben avviata di Bar, Ristorante, Pizzeria. Ampio parcheggio. Zona Bassa Bresciana. Info 339 80 58 140

AFFITTASI BAR, PASTICCERIA A GOTTOLENGO (BS). AMPIE METRATURE E SPAZIO ESTERNO DI PROPRIETA’. TEL. 335 82 99 878.

ZONA BASSA BRESCIANA

Causa motivi personali cedesi attività di fabbro e carpenteria metallica leggera, operante da oltre 20 anni e ben avviata. Info 328 410 6187

CERCO LAVORO Cercasi igienisti dentali con esperienza per un importante centro della bassa bresciana, all’interno del quale si trova il reparto odontoiatrico funzionante da oltre 35 anni. Il centro fornisce le migliori attrezzature per soddisfare al meglio le esigenze all’operato-

re e del paziente, in un ambiente pulito e di design. Inoltre in questo momento storico abbiamo adottato tutte le procedure più rigide per salvaguardare la salute di tutti, fornendo i dispositivi richiesti. Per info: direzione@poliambulatorisanflaviano.it

OGGETTI • Ritiro qualsiasi elettrodomestico piccolo o grande che dovete buttare (lavatrice, frigorifero,TV,sanitari,rubinetteria,caldaie o mobilio) in qualsiasi zona. Inoltre sgombero garage,cantine,soffitte, appartamenti,capannoni,cantieri,ecc,ecc e traslochi anche nei giorni

festivi. Info tel. o WhatsApp allo : 377.1891986 • POMPA A CARDANO PER ALLEVAMENTI 200 BAR 40 LITRI MINUTO Info 348 2625763 • PULIVAPOR 200 Bar, 21 litri minuto, 10 Hp. Info Davide 348 2625763

NEW ENTRY DISTRIBUITO GRATUITAMENTE

PRESSO IL

DI MONTICHIARI

La rivista New Entry, da 25 anni presente sul territorio di Bergamo e da 14 anni sul territorio di Brescia, Mantova e Cremona viene distribuita ogni 15 giorni in tutti i negozi, locali pubblici e in alcune edicole. Da oggi potete trovare la rivista all'uscita del supermercato "Rossetto" di Montichiari. Ringraziamo sin d'ora tutti coloro che hanno permesso questa nuova e proficua collaborazione. 59


L’INTERVISTA

JESSICA GRAVANTE

Ph. Alessandro Zani

Questa settimana abbiamo intervistato Jessica Gravante che proviene dalla provincia di Caserta. Influencer e fotomodella, le abbiamo fatto alcune domande. Come nasce questa tua avventura? Questo per me è un periodo molto piacevole, sto facendo tante cose creative e ogni cosa che faccio diventa un’esperienza in più che si aggiunge al mio bagaglio di vita. L’avventura cinematografica nasce per curiosità, nella nuova sit-com vesto il ruolo di giornalista gastronomica, pronta a criticare ogni cosa, un po’ mi rispecchia il personaggio! Ma non sempre! Oltre ciò ho partecipato alla “Prova del cuoco” di Rai1, “Detto fatto” di Rai 2, “Ho qualcosa da dirti” su TV 8, “A ricett” su canale 8 ecc.. Che rapporto hai con i social? I social ad oggi sono un mezzo di comunicazione fortissimo. Ti permettono di entrare in contatto con tante persone, anche sconosciute, a volte ci divertiamo a condividere ogni scatto della nostra vita tanto da diventare inconsapevoli del mondo reale e immergerci in quello surreale.. 60

Il social con il quale amo interagire è instagram, dove il mio rapporto con i miei follower è magnifico. Questione di esibizionismo? Di solito, non ho atteggiamenti da esibizionista perchè sono una ragazza umile e poliedrica, e non mi serve essere notata a tutti i costi da tutti. Solitamente, non ho atteggiamenti teatrali... Un tuo pregio ed un tuo difetto… Ho un carattere audace, ma spesso autoritario e difficilmente gestibile. A tratti mi definisco simpatica ed ironica! Fin da piccola ha sempre avuto un carattere determinato che mi ha portata a raggiungere gli obiettivi che avevo prefissato. Al di là del tuo lavoro, quali sono le passioni della tua vita? Io sono fra le “fortunate” che hanno sempre amato il proprio lavoro. Anche io però, come tutti del resto, in alcuni frangenti della mia carriera non vedo l’ora di uscire dalle strutture per dedicarmi alle mie passioni. Il caraibico è una delle passioni che emerge e anche la pittura… Le opere che amo dipingere sono quelle di Vin-


L’INTERVISTA

cent Van Gogh e attualmente sono interessata a frequentare corsi di nuoto! Lontana dal web, che ragazza sei? Sono una persona molto pacata. So gestire le situazioni con estrema calma: è la virtù che mi contraddistingue maggiormente. Non cedo facilmente alla rabbia e al litigio ma faccio valere sempre la mia razionalità. Dove ti vedi tra qualche anno? Il futuro è astratto CONTATTI SOCIAL jessica.gravante.93

SPAZIO ALL'ARTE

Ricordi di Montagna 12x10 - Olio a spatola su masonite

Mulino di borgosotto a Montichiari 70x50

Montichiari (Bs) - Via Boschetti Sopra, 66 Tel. 349 535 1016 - pittoretononiadamo@gmail.com

My Art - Tononi Adamo

myart_tononiadamo


Segni nel Tempo

1982

Attentato alla sinagoga di Roma L’attentato alla sinagoga di Roma avvenne il 9 ottobre 1982 e fu condotto da un commando di cinque terroristi di origine palestinese, facenti parte del Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah di Abu Nidal. L’attentato, definito il più grave atto antisemita avvenuto in Italia a partire dal secondo dopoguerra, causò la morte di Stefano Gaj Taché (2 anni) e il ferimento di altre 37 persone. Dinamica dell’attentato L’attentato avvenne alle 11:55 di sabato 9 ottobre 1982, giorno in cui si celebravano contemporaneamente lo shabbat, il bar mitzvah di alcune decine di adolescenti della comunità ebraica romana e lo Shemini Atzeret, a chiusura della festa di Sukkot. Si stima che nel Tempio fossero presenti almeno 300 persone, fra cui almeno una cinquantina di minorenni con le rispettive famiglie. I cinque terroristi, vestiti in maniera elegante, camminarono con calma fino all’obbiettivo.Tre si disposero in modo da poter bloccare tutte e tre le potenziali vie di fuga di Via Catalana, su cui si affaccia l’uscita posteriore della Sinagoga, mentre gli altri due si posizionarono davanti all’ingresso principale dell’edificio, posto su Via del Tempio. Secondo le ricostruzioni, un agente di sicurezza impiegato dalla comunità ebraica chiese a due componenti del commando di identificarsi. Questi risposero lanciando almeno tre bombe a mano e successivamente aprendo il fuoco con i mitra sulla folla. L’aggressione durò circa cinque minuti, e successivamente gli attentatori furono visti fuggire a bordo di una Volkswagen rossa e di una Austin bianca. L’unica vittima dell’attentato fu un bimbo di 2 anni, Stefano Gaj Taché, colpito a morte da una scheggia di una bomba a mano. Altre 37 persone furono ferite, fra cui i genitori e il fratello 62

della vittima, Gadiel Gaj Taché (4 anni), quest’ultimo colpito alla testa e all’addome. Subito dopo l’attacco, si registrarono reazioni durissime da parte della comunità ebraica: un giornalista de l’Unità fu costretto a rifugiarsi in un edificio vicino, insultato dalla folla. Sul posto arrivò subito l’allora Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini a offrire la propria vicinanza all’allora Rabbino Capo della Comunità ebraica romana Elio Toaff. Spadolini fu accolto con favore dalla folla di presenti come “l’unico a non aver ricevuto Arafat” (con riferimento alla visita di qualche giorno prima del leader palestinese in Italia, che incontrò il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il sindaco di Roma Ugo Vetere e papa Giovanni Paolo II). Indagini Nei giorni successivi all’attentato, l’atto venne attribuito al Consiglio rivoluzionario di al-Fath guidato da Abu Nidal, responsabile di numerosi attentati contro obbiettivi ebraici in Italia e in Europa lungo gli anni ottanta. Una rivendicazione da parte di sedicenti “Brigate Rosse OLP” non fu


1982

Segni nel Tempo

giudicata attendibile dagli inquirenti. A oggi si conosce l’identità solo di uno degli attentatori, Osama Abdel Al Zomar, arrestato il 20 novembre 1982 mentre cercava di passare il confine fra Grecia e Turchia portando con sé un carico di esplosivo. In seguito all’arresto, ulteriori riscontri condotti dalla polizia e la testimonianza della sua fidanzata italiana portarono a identificarlo come uno dei componenti del commando. Al Zomar scontò una condanna per traffico di armi in Grecia, al termine del quale, nonostante le richieste di estradizione avanzate dall’Italia, fu lasciato libero. Zomar riparò in Libia, dove risulta sia rimasto fino alla caduta del regime di Gheddafi. Nel 1991 fu condannato in contumacia per strage dalla Corte d’Appello di Roma. Uno dei principali collaboratori di Abu Nidal fu arrestato in Svizzera nel mese di settembre (quindi prima dell’attentato), ma la notizia fu resa nota solo a

metà ottobre, perché si sospettò che l’arrestato fosse fra gli ideatori di questo e altri attacchi contro luoghi e istituzioni ebraiche. Memoriale Il 7 ottobre 2007 fu celebrata la nuova intestazione del piazzale luogo dell’attentato (situato all’incrocio fra via del Tempio e via Catalana) al piccolo Stefano Gaj Taché, in presenza del sindaco Walter Veltroni. Il 3 febbraio 2015, durante il messaggio al Parlamento seguito al giuramento per l’elezione a Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ricordato l’attentato con le parole: «(L’Italia) ha pagato, più volte, in un passato non troppo lontano, il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano»

Concorso di Bellezza con iscrizione gratuita

Miss New Entry 2020/2021

• Mandaci la tua foto • 347 73 52 863 • redazione@newentry.eu Una giuria selezionerà le foto dopo di che verranno pubblicate sulla rivista dove saranno votate da parte dei lettori. La vincitrice dello scontro avrà diritto ad uno scatto glamour da un fotografo professionale e verrà pubblicata sulla rivista come la ragazza del mese. 63


Poliambulatori San Flaviano - PRALBOINO (BS) - Via Garibaldi, 35 - tel. 030.954.649

Approfondimenti a pag.2-3

L'IMPORTANZA DELL'ECOGRAFIA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.