New Entry, il Giornale della gente - Edizione di Brescia del 10 Maggio 2019

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Anno 25 - N°07 del 10/05/2019- www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO

Cultura, Territorio, Gusto, Interviste Esclusive, Poesie, Racconti, Riflessioni, Cronaca, Life Style e... tanto altro!

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Editoriale

IL NOSTRO MALE? L'APPARENZA! Non c'è grande stima per l'essere umano in questo articolo... dettato dal fatto che ogni giorno accadono fatti ignobili che ad una persona "normale" non verrebbero in mente neppure nell'anticamera del cervello.

Picchiato a morte da 6 minori e 2 maggiorenni (calci e pugni senza motivo) Mamma narcotizza il figlio per tentare di ucciderlo. Fortunatamente viene salvato dalle forze dell'ordine. Maltrattamenti su bimbi alle elementari da parte della maestra. Stupro di gruppo con immagini riprese tramite telefono. Finanziere accoltella la compagna e poi si uccide. Aggredita in ospedale perchè russa: muore una donna di 64 anni. Il pianto disturba la coppia appartata in auto: madre uccide figlio di due anni. Ma di cosa stiamo parlando? Questi dis-umani non sono persone qualunque... ma siamo NOI, il vicino di casa, l'amico, lo zio, il nonno. Persone che compiono atti del genere dovrebbero essere condannate ai lavori forzati fino alla morte con pane e acqua. MA IL DONO DELLA VITA CONTA ANCORA QUALCOSA? Una domanda che ci chiediamo in pochi, impegnati a fare selfie e postare sui social la nostra bella e superficiale vita alla ricerca di un modo nuovo per distinguerci, pronti a criticare senza argomentare. Siamo crollati mentalmente... non abbiamo punti di riferimento se non quello della bella vita, dell'apparenza... Chissenefrega se dentro siamo vuoti... 02 www.newentry.eu

Anch'io faccio sempre più fatica a dare il buon esempio sia nei gesti che nelle parole... perchè ci troviamo inscatolati in questa società arida di cuore e ne veniamo inevitabilmente contaminati. Ti trovi ad aiutare una persona e questa invece di ringraziarti approfitta della tua generosità, cerchi di infondere nei figli il senso della civiltà, del rispetto che inizia dalle piccole cose: per fare del male non serve uccidere, basta gettare un pezzo di carta in un prato. Fu la prima frase che scrissi 25 anni fa su questa rivista ed è attuale più che mai! Anche se non è facile non bisogna fare di tutte le erbe un fascio: ci sono persone meravigliose al mondo che cercano ogni giorno, con il loro impegno di migliorare questo nostro pazzo mondo. Sappiamo bene che ciò che fanno non è che una goccia nell'oceano. Ma se, rubando le parole di Madre Teresa di Calcutta, questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore. Lasciar perdere le invidie, l'egoismo, il ciarlatare inutilmente offrendo a chi ci sta accando, compagna o amico che sia, momenti piacevoli di riflessione, gesti d'affetto che tanto mancano ai giorni nostri. Ci si manda i baci e gli abbracci tramite smartphone... poi ci si incontra e non ci si saluta nemmeno. Ci rendiamo conto che la vita surreale ha sostituito la nostra offrendoci cosa? Amore? Amicizia? Affetto? Magari in qualche caso possono avere anche aiutato i social ma poi... scappiamo via, troviamoci subito insieme, faccia a faccia, mano nella mano e se incrociamo una lattina per terra.. fermiamoci a raccoglierla! Un ottimo esempio da dare ai nostri figli e a chiunque osservi la scena. Qualcuno potrebbe dire che sono gesti banali che non servono a nulla... cerchiamo di fargli capire che non è così! Gianluca Boffetti


RIFLESSIONI

SANGUE FRA STORIA E LEGGENDA frutto di credenze un po’ strane e senza riscontro medico, ovviamente, altri furono esperimenti utili allo studio delle trasfusioni, ma il senso comune era che il sangue è un elemento indispensabile e vitale. Questa è tuttora una verità inconfutabile. Ornella Olfi

Il detto “bagno di sangue” oggi indica un grande spargimento di sangue, a causa di eventi tragici e violenti, ma ha origini diverse. Anticamente indicava l’immersione di una persona in una vasca colma di sangue di animali per fortificarla e farle acquisire le caratteristiche dell’animale a cui era stato tolto ( per esempio di toro per la forza o di agnello per la mansuetudine). Si racconta anche che il sangue venisse bevuto per trasmettere la potenza della persona a cui era stato tolto, per esempio di gladiatori uccisi nell’arena. Per rinvigorire gli anziani e allungarne la vita ancora nel 1400 facevano loro bere sangue di giovani sani e forti. Molti i tentativi di trasfusione di sangue animale all’uomo e molti i tentativi di trasfusione poi tra persone, ma finchè non si studiarono i gruppi sanguigni, nessun caso ebbe successo. Dal medioevo fino al secolo scorso frequentissimo il ricorso ai salassi a scopo terapeutico, spesso con sanguisughe. Da tutto questo si evince quanti significati si sono attribuiti nei millenni al sangue, alcuni

I comuni serviti dal Centro PrivatAssistenza di Ghedi sono i seguenti: Ghedi, Bagnolo M., Leno, Manerbio, Pontevico, Gottolengo, Gambara e limitrofi.

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GUSTO A TAVOLA

Mousse al salmone, salsa vere e spuma di formaggio Ingredienti per 4 persone 1 scatola di salmone sott’olio 1 mazzetto di prezzemolo 5 capperi 1 scatola piccola di tonno sale e pepe 100 grammi di formaggio tipo Philadelphia falde di mandorle e semi di papavero 3 fogli di gelatina GELGIA’ del molino Chiavazza olio E..V.O Preparazione ricetta Bagnare i fogli di gelatina in acqua fredda, quando saranno ammollati toglierli dall’acqua e scioglierli in microonde. Frullare il salmone, aggiungere una parte di gelatina e mettere il composto in un sac a poche. Frullare il prezzemolo con il tonno, i capperi e una parte di gelatina, sale e pepe, mettere poi in un altro sac a poche. Aggiungere al formaggio cremoso un filo di olio e sale e pepe, montare con le fruste da cucina e porre poi nel sac a poche. Porre in frigorifero i sac a poche e solo quan-

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do le preparazioni saranno raffreddate si potrà comporre il finger food. Adagiare sul fondo la mousse di salmone, la salsa verde e per finire la spuma di formaggio. Decorare con falde di mandorle e semi di papavero. Anna - www.cucinacreare.it

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Traduzioni e Interpretariato Le lingue nelle quali si forniscono i servizi sono: • INGLESE •FRANCESE •TEDESCO •SPAGNOLO •PORTOGHESE •NORVEGESE •FINLANDESE •SVEDESE •DANESE •OLANDESE •RUSSO •BIELORUSSO •UCRAINO •SERBO •CROATO •SLOVENO •BOSNIACO •ESTONE •SLOVACCO •CECO •LITUANO •RUMENO •UNGHERESE •ARABO •ALBANESE •BULGARO •TURCO •GRECO •GIAPPONESE •CINESE •HINDI

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Società

GESUITA NELLA COERENZA E NELLA GENEROSITA' Quando si parla o si scrive di una persona che non c’è più, a cui ci si è legati per un lungo tragitto di vita insieme, a dispetto di qualsiasi avversità, c’è sempre il rischio di incorrere in una idealizzazione, di appiccicare addosso medaglie e nastrini, sommando parole che non confortano il dolore di questa assenza. Padre PierSandro Vanzan non era solamente un Gesuita senza paura, un giornalista e uno scrittore arguto e instancabile di Civiltà Cattolica, della carta stampata, è stato soprattutto un amico, un fratello, un padre, e un orizzonte a vista per tutti noi della Comunità Casa del Giovane, una “consueta” coscienza critica, a volte aspra e ammonitrice, ma sempre colma di amore, in nome dell’amicizia con don Enzo Boschetti, fondatore di questa grande casa-comunità di servizio-terapeutica. Pochi mesi fa era tornato nuovamente tra noi per svolgere ulteriori esami clinici dal Prof. Viganò, con il quale era nato un rapporto affettivo bellissimo, basato sulla stima reciproca. Stava in mezzo a noi con il passo più lento, con l’udito meno buono, ma con la mente lucida di chi non aveva timore di sporcarsi le mani nel dolore e nelle tragedie degli uomini.

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Per ogni suo amico, sono certo, ci sarà un momento di sbandamento, ma altrettanto convintamene, indipendentemente dalla fede che si professa, c’è bisogno di ricordare ciò che questo uomo diceva, scriveva, faceva, perché da questa esperienza personale e comunitaria potranno sorgere e rafforzarsi nuove energie cui fare leva, nuove forze interiori per imparare a amare con ardimento: i Santi non sono cartoline illustrate da acquistare nei giorni di festa, ma il respiro di cui non possiamo fare a meno per avere fede e credere a quella Croce dove ora Padre Vanzan sta al suo legno. Per chi segue il solco di un Vangelo mai ripiegato su se stesso, non è difficile tradurre dalle

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SOCIETA'

intenzioni di tante storie tramandate, più che mai attuali, lo stile di vita, i comportamenti quotidiani, e non è irriguardoso accostare Padre Vanzan a un prosieguo della storia più antica e giovane, per continuare ad avvicinare le parole che ci ha lasciato, senza per questo disegnare una verità folgorante che gia c’è, il rischio è più palese e vicino alla terra sotto i nostri piedi, cioè di raccontare e narrare senza sosta la vita di quel legno stretto alle sue mani, facendo ulteriore prossimità con Dio, e non più a quel dubbio che ci serve a nascondere le nostre stanchezze, i nostri limiti, le nostre incapacità ad abbandonarci a ciò che è.Nei tanti anni che ci hanno visti accanto, ho conosciuto “sottopelle” Padre Vanzan, siamo stati insieme, come lo è stata tutta la Casa del Giovane, fino a diventare la sua grande casa, non era mai un pensiero scontato, non era semplice seguire le sue tracce, le sue orme, perché a volte parevano così profonde da incutere timore, manco fossero di un orso eretto al cielo.

Sono tanti gli episodi che danno l’idea del carico di autorevolezza di questo sacerdote profeta nella santità profetica di chi lo attraversava e accompagnava come don Enzo Boschetti e le sue intuizioni, la sua vista prospettica, il coraggio delle scelte, la generosità della coerenza. Insieme hanno cresciuto un albero della vita importante, la Casa del Giovane, una radice formidabile perché affondata nel loro amore. L’intensità della passione quando postulava Giovanni Palatucci, il famoso Questore buono, la sua capacità di raccontare quanta giustizia albergava nel cuore di questo funzionario di Polizia, di questo uomo delle istituzioni, e di quanto un uomo possa scegliere di essere giusto, mentre è schiacciato e ucciso dall’ingiustizia più inenarrabile. C’è un bisogno sincero di onorare persone come queste, di ancorarle al cuore, alla vita spirituale di ognuno, alle fatiche dell’esistenza, per farne esempio da rileggere ogni volta che servirà. Vincenzo Andraous

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SEGNI NEL TEMPO

Terremoto di Costantinopoli del 557 Il terremoto di Costantinopoli del 557 ebbe luogo la notte del 14 dicembre di quell’anno. L’epicentro è stato localizzato nel Mar di Marmara, a breve distanza dalle località odierne di Yesilköy e Küçükçekmece. Questo terremoto, descritto nelle opere di Agathias, Giovanni Malalas e Teofane Confessore, causò gravi danni a Costantinopoli, allora capitale dell’impero bizantino in una regione frequentemente colpita da terremoti. Diversi terremoti minori avevano preceduto il grande evento, di cui due rispettivamente in aprile e ottobre. Il principale terremoto di dicembre fu caratterizzato da una violenza senza precedenti e “rase quasi completamente al suolo” la città. Esso causò danni ad Hagia Sophia, il quale contribuì al crollo della sua cupola l’anno successivo, oltre a danneggiare le mura di Costantinopoli sino al punto che gli Unni invasori furono in grado di penetrarle con facilità nella stagione successiva. Eventi precedenti La regione di Costantinopoli fa parte di una zona sismica attiva. I terremoti furono relativamente frequenti durante il regno di Giustiniano I (r. 527-565). Un terremoto del 533 aveva portato una folla a cercare rifugio presso il Foro di Costantino, ma non ci furono vittime. Terremoti minori furono riportati anche nel 540-541, 545, 547, 551 e 55408 www.newentry.eu

555. Ci furono due precursori del grande terremoto del 557. Il 16 aprile 557, il primo terremoto dell’anno aveva scosso la città, non causando danni reali. Il 19 ottobre del 557, ci fu un secondo terremoto con una mancanza simile di danni. Eventi Il terzo e più grande terremoto colpì a dicembre. Secondo Agathias, Costantinopoli fu “quasi completamente rasa al suolo” dal terremoto. Lo descrive come ineguagliabile in grandezza e durata. Osserva che avvenne durante le celebrazioni dei Brumalia (il Festival dei nomi), poco prima del solstizio d’inverno e l’entrata del Sole nel segno del Capricorno. Esci descrive anche come la città prima del terremoto fosse stata colpita da un inverno rigido. Le scosse iniziarono verso mezzanotte, quando la maggior parte dei residenti di Costantinopoli dormivano. Esse destarono i cittadini e mentre gli edifici tremavano, “si potevano udire strilli e lamenti”. Le scosse successive furono accompagnate da suoni simili a un tuono provenienti dal suolo. L’aria, secondo quanto riferito, “si affievolì con le esalazioni vaporose di una foschia fumosa che saliva da una fonte sconosciuta, e brillava di un cupo splendore”. residenti in preda al panico iniziarono ad evacuare le loro case, raccogliendosi in strade e vicoli. Agathias


SEGNI NEL TEMPO

osservò che la città aveva pochi preziosi “ampi spazi completamente privi di ostacoli”, il che significava che i residenti non erano al sicuro dalla caduta di detriti anche all’aperto. Una pioggia di nevischio li inzuppò e tutti “soffersero molto per il freddo”. Molti cercarono rifugio nelle chiese della città. Agathias nota che il disordine regnava. Uomini e donne “si mescolavano liberamente”, un evento insolito in sé. Pochi prestavano attenzione al grado e al privilegio nella corsa per evitare infortuni. Gli schiavi, per esempio, non prestavano attenzione agli ordini dei loro padroni. Il distretto di Rhegium, vicino al porto di Costantinopoli, subì la più grande perdita di edifici. Molti altri edifici furono demoliti o subirono danni strutturali. Agathias nota che “un gran numero di persone comuni” perirono, mentre Anatolio fu l’unica vittima tra le alte sfere della società.All’alba, il terremoto era cessato. Le persone felicissime iniziarono a cercare quelli più vicini e più cari a loro, “baciandosi e abbracciandoli e piangendo

di gioia e sorpresa”. Conseguenze La cupola della Basilica di Santa Sofia fu indebolita dal terremoto e crollò completamente nel maggio del 558. Le mura di Costantinopoli furono gravemente danneggiate. All’inizio del 559, gli Unni attaccanti riuscirono a passare attraverso le aree danneggiate delle mura. Varie altre chiese e edifici vennero danneggiati. Giustiniano I iniziò un breve periodo di lutto. Non indossò la sua corona per i quaranta giorni successivi al terremoto. Il terremoto fu successivamente commemorato da una liturgia annuale di suppliche. Agathias affermò anche che vi fu un effetto di breve durata sull’atteggiamento della popolazione: i ricchi erano motivati alla carità, i dubbiosi erano motivati a pregare, e i viziosi erano motivati alla virtù, il tutto in un apparente sforzo di propiziazione. Agathias riferisce che presto tutti caddero di nuovo nelle loro precedenti attitudini. Fonte: Wikipedia

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Ed è Poesia

“Immensità”

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“LE MÁ DE MÉ MADER” J-è stade poch polsadése le mà dè mé mader, le g’ha ambiàt prèst a ìga i cài, a strösiàs, coi piozèi e le sédole d’inverno per ‘l zél, sensa creme dè belèssa per smulizinale. Mà scorzégne per sciapà lègna, e pò mà spèrte a ricamà la dòta è mendà dè fì. Mà che g’ha sgranat rosare con deusiù isé sügat lacrime nei momèncc amar. Mà mai stade üze a fà carèsse, a brasà sö. Creansa dè ‘na fónna dè ‘na ólta, buna dè dimostrà l’ amur isé sgobat fés per j-óter

Il cuore si apre in quell’immensità che è l’amore, tutto nasce e cresce con naturalezza, nulla può placare quelle due anime, sussurrano l’uno all’altro ciò che le unisce, non sono parole... un battito che si amalgama nel ritmo di una canzone. Scalvini Roberta

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LE MANI DI MIA MADRE Hanno riposato poco le mani di mia madre, Hanno cominciato presto ad avere i calli, a sciuparsi, con i geloni e le ragadi d’inverno, per il gelo, senza creme di bellezza per ammorbidirle. Mani forti per spaccare legna, e anche esperte a ricamare la dote e rammendare di fino. Mani che hanno sgranato rosari con devozione asciugando lacrime nei momenti amari. Mani mai state abituate a fare carezze, ad abbracciare. Pudore di una donna di una volta, capace di dimostrare l’amore lavorando tanto per gli altri. 1° POSTO Concorso Letterario Berzo Demo 2018 Dedicata a mia mamma e a tutte le mamme della sua generazione che hanno speso la loro vita per la famiglia, con amore silenzioso. Ornella Olfi www.newentry.eu 11


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

TESTIMONIANZA DI MARIO: LA SVOLTA NELLA SUA VITA Ciao sono Mario e sono un alcolista. Dopo una lunga sofferenza nel cercare di trovare un metodo per smettere di bere, dove tutti mi dicevano che dovevo smettere ma non come fare, per la prima volta sentendo un mio collega di lavoro che non beveva da tre mesi gli chiesi come aveva fatto lui. Mi ha detto che frequentava Alcolisti Anonimi. Così ho riflettuto rendendomi conto che all’incirca ogni tre o quattro giorni ero ubriaco. Per me riuscire a non bere per tre mesi era già una vittoria perciò chiesi all’amico se potevo partecipare anch'io alle riunioni. Ci mettemmo d’accordo per la sera dopo per andare al gruppo. Sono entrato in gruppo la

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prima sera, il 17 settembre 1984. Pensavo di andare in mezzo a barboni e ubriaconi e mi resi conto che l’unico ubriaco ero io perché avevo bevuto per farmi forza e coraggio per entrare in gruppo. Le parole che mi hanno colpito di più quella sera era che non era l’ultimo bicchiere che mi faceva male. Così mi hanno detto ”Prova a non bere il primo bicchiere per 24 ore”. La cosa che mi ha incoraggiato di più nel sentire le testimonianze era che il metodo delle 24 ore funzionava. Al di là delle loro vicissitudini, essendo io più giovane di 10-15 anni, mi sono rispecchiato dentro nelle storie... ed è come se mi avessero letto nel pensieri e come se mi conoscessero da prima. Ma all’infuori del mio amico che mi ha accompagnato, le altre persone non le avevo mai viste ne conosciute. E così iniziai a fare le mie prime 24 ore e ho visto che non era poi così difficile smettere di bere. Ma Alcolisti Anonimi di hanno fatto di più. Mi hanno dato un programma composto di dodici passi, dodici tradizioni, dodici concetti che racchiudono i tre legati: recupero, unità, servizio. Alcolisti Anonimi mi ha attratto per la disponibilità degli amici e la condivisione del programma. Nel confrontarmi con le altre persone mi sono accorto che ero pieno di rabbia, rancore, risentimento e con tanta voglia di vendicarmi per i torti subiti. Ma con il tempo ho capito grazie ad un amico che mi ha preso benevolmente sotto la sua protezione giorno dopo giorno. che dovevo cambiare il mio modo di pensare, di parlare e di agire. E’ stato un lungo percorso con diverse scivolate, difficoltà nel cercare di fare le cose giuste con onestà e sincerità. Pian pianino mi sono accorto di avere un brutto carattere da


ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

gestire, soprattutto le mie emozioni, avendo la- vita in positivo. Ringrazio Alcolisti Anonimi per sciato i miei istinti liberi di agire senza controllo. ave trasformato la mia vita. Ho imparato che la vendetta, i rancori non serMario vono a niente se non a star male e non vedere le cose belle che passano vicino come ad esempio Numeri utili il vivere tranquillo, sereno. Grazie al programma Referente provinciale Brescia ho imparato a vivere un giorno alla volta senza 334 73 44 880 pormi delle mete e limiti. Ogni giorno provo a Numero Verde 800 411 406 fare del mio meglio nel lavoro, in famiglia, con Sito web www.alcolistianonimiitalia.it gli amici e nella società. Ho imparato a cercare a restituire ciò che gratuitamente mi è stato donato mettendo a disposizione il mio tempo e le mie capacità ad Alcolisti Anonimi. Io, che non sono mai stato costante a portare a termine un progetto non avrei mai pensato di frequentare ancora dopo 35 anni il gruppo. Cosa mi spinge a farlo? Se attraverso la mia esperienza e l’aiuto del gruppo riusciamo a trasmettere al nuovo venuto la possibilità di una vita nuova senza bisogno di rincorrere all’alcol. tutte le nostre sofferenze si tramutano in soddisfazione nel vedere l’amico nuovo trasformare la propria www.newentry.eu 13


OROSCOPO dal 10 al 24 Maggio 2019

ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Sarai molto esigente in campo sentimentale: se sei single vorrai cercare nuove opportunità e le troverai..., se vivi una relazione di coppia affronterai un cambiamento. Nel lavoro evita di farti assalire dalla fretta di concludere, potresti sbagliare.

La Luna con i suoi raggi ti irradia benevolmente, suggerendoti i giusti percorsi da prendere nel lavoro. In amore, la tua grande capacità di comunicare e di importi ti offrirà ottime nuove facendoti superare gli ostacoli. Un consiglio: sii onesto con te stesso.

La settimana ti promette fortuna soprattutto nel settore degli affetti, se hai un’unione oggi potresti anche parlare seriamente con la tua partner del vostro futuro. Nel lavoro, anche se sarai leggermente stressato, nulla di negativo. Fai un po’ di sport.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Dovrai stare attento a non suscitare gelosie nella partner: una telefonata o un messaggio potrebbero farti ricevere una sua richiesta di spiegazione. Nel lavoro, non lasciarti rovinare la giornata da un contrattempo.

In ambito affettivo, si prevede una fase un po’ critica nel tuo rapporto di coppia, forse a causa di un tuo atteggiamento poco chiaro. Nel sarai soddisfatto dei traguardi raggiunti perché corrisponderanno a quelli che ti eri prefissato; questo ti darà una grande carica ed agirai con più determinazione.

Ti sembrerà di non essere in grado di svolgere il tuo lavoro serenamente, qualcosa ti farà sentire demotivato. In amore, riuscirai ad intravedere una svolta positiva nell’immediato. Un consiglio: accetta un invito.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

In ambito lavorativo, l’attuale situazione non ti soddisfa e cercherai di trovare delle alternative più consone alla tua personalità. In ambito affettivo, se da tempo ricerchi una partner ideale, durante questa serata avrai modo di sfoggiare una nuova conoscenza e suscitare l’invidia degli amici.

Avrai uno stato d’animo positivo che ti permetterà di circondarti di persone simpatiche ed amichevoli. In ambito affettivo sarai molto passionale e protettivo, darai suggerimenti alla partner su come comportarsi e lei apprezzerà questo tuo gesto.

In ambito lavorativo non dovrai agire da solo, anzi è preferibile chiedere un consiglio anche se sarai convinto di potercela fare senza alcun aiuto! In ambito affettivo la fase risulta essere molto delicata; mostrati comprensivo e troverai facilmente un punto d’incontro.

CAPRICORNO 21/12-20/01 ACQUARIO - 21/01-19/02

PESCI - 20/02-20/03

In ambito affettivo, non avrai voglia di prendere delle decisioni importanti che riguardano il tuo rapporto e darai delle risposte evasive per non affrontare direttamente la situazione. Questo però farà arrabbiare la partner. Nel lavoro ti sarà necessaria una buona dose di pazienza per affrontare il tuo quotidiano.

Dovrai fare attenzione a non fidarti subito delle persone appena conosciute se vuoi evitare amare sorprese. In ambito lavorativo dovrai evitare di lamentarti: sarà utile valutare meglio i tuoi investimenti. In ambito affettivo, avrai una fantasia particolare che conquisterà una nuova conoscenza di natura timida ed introversa.

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In amore sarai molto affascinante ed anticonformista e questo ti permetterà di acquisire nuove e valide conoscenze. Se vivi una relazione di coppia, vorrai armonizzare il tuo rapporto. Nel lavoro dovrai abbassare le tue difese e riconoscere il giusto, onde evitare di trovarti all’improvviso in una situazione insostenibile.


CAFFETTERIA - PRANZI DI LAVORO

I NOSTRI EVENTI DA NON PERDERE SABATO

18 MAGGIO 2019

SABATO 8 GIUGNO ORE 21:00

VISANO (BS) - VIA CARDUCCI INFO E PRENOTAZIONI 345 084 72 93

SABATO 29 GIUGNO ORE 21:00


L’INTERVISTA

INTERVISTA A ROBERTA SORGATO UNA SCRITTRICE SINCERA

di Laura Gorini “La parola scritta mi ha aiutato dove non poteva la parola parlata.” E' una donna che ama parlare di letteratura e di libri, definendosi a buona ragione una grande lettrice, Roberta Sorgato. Nel corso della sua “carriera letteraria” ha pubblicato “Una storia tutto pepe” e “All'ombra del castello”, due testi pensati per un pubblico di ragazzi ed entrambi editi dalla casa editrice Tredieci. Ha deciso poi di scrivere per adulti dando alle stampe per la casa editrice Canova il romanzo “La casa del padre” e successivamente per la Marsilio Editore “Cuori nel pozzo”. Risale al 2017 la pubblicazione di “Anima e Dintorni”, edito da Mazzanti Libri, il suo più recente romanzo. Roberta, ex insegnante e da diversi anni scrittrice. E' stata forse la tua esperienza nel mondo dell'insegnamento che ti ha indotto ad interessarti alla scrittura? A spingermi alla scrittura è stata, principalmente, la mia grande timidezza che mi impediva di comunicare, oralmente, l’enorme bagaglio di pensieri, sentimenti, emozioni, considerazioni, riflessioni che premevano dentro di me e esigevano condivisione. La parola scritta mi ha aiutato dove non poteva la parola parlata. L’esperienza dell’insegnamento è stata determinante nella scelta contenutistica dei due romanzi destinati ai ragazzi: “Una storia tutta Pepe” e “All’ombra del castello”. Come è cambiato nel corso del tempo il tuo rapporto con essa? Adesso, fortunatamente, ho superato la timidezza nel rapportarmi con gli altri ma la scrittura resta, per me, la forma di comunicazione e condivisione per eccellenza. Ma soprattutto come si può scrivere bene e far comprendere agli altri in maniera chiara i propri pensieri e i propri sentimenti? Io spero di riuscirci e, se così è, è solo grazie alla grande sincerità e onestà intellettuale che, da sempre, mi accompagna nella scrittura. Poi…Errare è umano! 16 www.newentry.eu

Ph: Damiano Conchieri Tu ami scrivere di getto o quando scrivi sei più riflessiva? Di getto le parti più narrative/personali. Dopo accurata ricerca e riflessione quelle oggettive/storiche/culturali. In che momento della giornata ami particolarmente scrivere? Quando sento l’urgenza di fermare sulla pagina il pensiero che urge di diventare “storia”, quello è il momento giusto, indipendentemente dall’orario segnato dalle


L’INTERVISTA

lancette sull’orologio. E leggere? Quando ami dedicarti alla lettura? Se una storia mi prende, posso andare avanti, senza interruzioni, fino a che non l’ho terminata. Che tipo di lettrice sei? Una divoratrice insaziabile.

Ami leggere anche su supporto digitale o sei una vera appassionata del mero cartaceo? In generale che rapporto hai con Internet e i Social? Per me un libro è tale solo se cartaceo! Internet e Social li vivo come un obbligo per restare al passo… Si intitola “Anima e dintorni” il più recente romanzo di Roberta Sorgato, edito da Mazzanti Libri, risultato primo classificato al prestigioso Premio Letterario Dispatriati per opere sulle migrazioni edizione 2016/2017. La sua indiscussa protagonista è la giovane Maria che da ragazza fragile e paurosa diventa nel corso della storia sempre più forte e determinata. L'autrice ama definirla “Bella, vera, libera, appassionata, sincera, capace, responsabile nonché profondamente umana”. E da madre, come l'avrebbe giudicata come figlia? “Come donna, sarei orgogliosa di essere madre di una ragazza come Maria. Sicuramente le sue sono scelte forti, difficili da capire e accettare ma necessarie al superamento di ciò che, nel passato, c’è stato di sbagliato. La storia è divenire e il divenire non può esserci senza cambiamenti. Inoltre un futuro davvero responsabile e sostenibile si può costruire solo attraverso un’analisi sincera, obbiettiva, non qualunquista del presente”.

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Ed è Poesia

Dedicato a mio fratello

Viaggio in Turchia

... oggi vive platealmente dal 1988 come se se fosse appena nato... calpesta la strada ogni giorno ed ogni notte con le sue proprie ruote sapendo d'essere in buone mani, senza chiedere mai quanto tempo serva ancora ...è un bisonte, un bisonte che riesce ancora a creare l'infinita opera d'una sensazione che inevitabilmente accompagnata dal proprio capitano si chiede chi essa sia... è la voce che unita in sé stessi la si sente gridare contro la fatica, contro la stanchezza; cosí che scavalcando ogni ostacolo mostratosi fronte a loro fanno bufera riportandosi a casa l'un l'altro ... La Leggenda continua ... dedicadet to my brother Maury Brano scritto da Bezzi Roberto.... classe 1978 ...*R...

...nell'anno 1994 ...diretti in Turchia... era come salire su di un palcoscenico che non sa lasciarti mai; così che avvolgendoli in tutto quello che si possa creare su di esso diventava quasi l'impossibile... pronti a sorpassare ogni avversitá che gli si presentava scontrosa, per loro non vi era imposto nessun ostacolo, perchè la loro meta li attendeva lá, anche se a stento, lei credesse che non ce l'avrebbero fatta mai... ma una volta sbarcati, il tendone del palcoscenico lo aprivano loro mostrando a tutti e soprattutto a se stessi chi fossero ... d'ora in là il loro Animo cresceva sempre piú vivo, fino al completamento della loro impresa... ed è così che il loro ruggito non è mai stato soffocato, perchè hanno sempre saputo e capito d'essere molto piú incisivo nel loro stesso confronto; senza timidezza, vergona o che si voglia dire. Brano ideato e scritto da Bezzi Roberto.... classe 1978 ...*R...

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"Lettera di un padre” Quando un padre piange il tempo si ferma e quando un padre piange ogni sicurezza vacilla perchè lui ha il compito di tener lontani i mostri con la sua grande mano. Quella stessa mano che vi ha sollevato in aria al primo vagito nella gioia della nascita. In seguito, avete imparato a respirare da soli ma avete ancora bisogno della mia mano che vi sollevi e vi salvi dagli orrori del mondo. Se perdo una moglie, mi chiamano vedovo; se perdo un padre, sono orfano; Se sopravvivo, sono un superstite. Se perdo un figlio, strano ma è così, non c'è aggettivo alcuno. Non so ancora, dopo diciotto anni, se padre si diventa o si nasce ma io, con tutti i miei difetti so con certezza che vi proteggerò dall'oscurità della vita. Dedicato a Camilla e Mattia Claudio Torri

"Mamma Anna” Chioccia dalle grandi ali che proteggi ed accudisci figli e nipoti. Discreta, fondamentale presenza per tutti noi, discendenti tuoi. Tu esile barca, che hai affrontato tempeste e mare in burrasca senza affondare mai. Tu che hai navigato in acque torbide, senza sporcare mai la tua china. Vieni superba marinaia, ammaina la tua vela, sediamoci a riva, ammiriamo il tramonto; che meravigliosi colori, che splendida luce, ma non è bella come la tua, stupendo faro di tutti i giorni miei. Giordano

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SPECIALE

ALLERGIE E GROTTA DI SALE

Il sistema immunitario del corpo è in grado di riconoscere e combattere determinate sostanze che potrebbero arrecare danni all’organismo come virus e batteri; altre invece considerate innocue vengo-

no ignorate. Gli allergeni sono sostanze innocue, ma possono causare delle reazioni allergiche in alcune persone sensibili: il polline, gli acari della polvere e la muffa sono esempi di allergeni.

LA POLVERE

Nei casi di allergie alla polvere, gli acari sono sicuramente la componente più rilevante; sono microscopici animali legati alla famiglia delle zecche e dei ragni, si nutrono principalmente di piccoli frammenti di pelle umana e si ritrovano in molti luoghi comunemente non abitati dalle persone. Gli acari si riproducono molto velocemente: una nuova generazione di acari nasce ogni 3 settimane. Sia le sostanze originate dalla decomposizione degli animali che le proteine che si ritrovano negli escrementi degli acari possono causare una reazione allergica; nelle case numerosi acari si possono ritrovare nei materassi, cuscini, lenzuola, nella tappezzeria e nei peluche. Appare dunque facile comprendere il motivo per il quale gli acari della polvere possono causare significativi problemi alle persone allergiche.

I POLLINI

I pollini di graminacee rappresentano la causa principale di pollinosi in Italia. La fioritura delle specie inizia in Aprile, per raggiungere la massima intensità nei mesi di Maggio e Giugno. Le graminacee spontanee liberano nell’aria notevoli quantità di pollini, mentre le specie coltivate in genere ne disperdono quantità inferiori, non rappresentando un problema dal punto di vista allergologico per la popolazione generale. E’ quindi importante conoscere il tipo di pianta alla quale si è allergici, il periodo di fioritura, la distribuzione geografica e considerare a quali altitudini e latitudini la fioritura della stessa pianta avviene più tardi. Durante temporali con fulmini l’umidità e l’elettricità possono, per shock osmotico, frantumare le particelle polliniche riducendole in frammenti di pochi micron di diametro che possono facilmente raggiungere le vie aeree periferiche provocando l’eventuale insorgenza di attacchi asmatici. La pioggia, invece, riduce momentaneamente la concentrazione di pollini nell’aria. I granuli pollinici sono la principale causa della rinite allergica che influisce sulla qualità di vita di chi ne soffre e comporta limitazioni nei rapporti sociali, nel tempo libero, riduce il rendimento lavorativo e scolastico. La rinite allergica, al di là dei sintomi acuti ben noti (starnuti, naso chiuso, naso che cola, congiuntivite, lacrimazione e prurito oculare) è una infiammazione della mucosa nasale e come tale deve essere trattata in maniera adeguata. Il sale è un potente antinfiammatorio e antibatterico naturale che, una volta respirato, igienizza e pulisce le vie respiratorie da ogni tipo di inquinante formando una “barriera” che aiuta 20 www.newentry.eu


a contrastare e a controllare le reazioni che il nostro corpo ha quando viene esposto ai vari allergeni. Attraverso sedute in GROTTA DI SALE si ripristina il benessere della persona allergica. Una grotta di sale è un ambiente costruito su modello degli ambienti presenti nelle miniere di sale: la grotta di sale è un ambiente altamente suggestivo e particolare, con effetti benefici legati al microclima e con un’elevata concentrazione di salgemma che viene sia inspirato che assorbito tramite la pelle. La tecnologia poi riesce ad amplificare il benessere ottenuto dall’assorbimento del salgemma, aggiungendo l’azione della cromoterapia, una luce colorata ed in continuo movimento che aiuta a riequilibrare lo stato psicofisico della persona che è avvolta in un’atmosfera che infonde relax e tranquillità, apportando benefici in profondità fino all’Anima! Il tutto supportato da un sottofondo musicale dolce ed avvolgente. Una seduta in una delle Grotte di Sale permette al nostro organismo di assorbire una quantità tale di microelementi paragonabile a quella che avremmo assunto se avessimo

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soggiornato per almeno tre giorni in una località di mare subito dopo una burrasca. Di seguito alcune delle malattie che è possibile curare all’interno delle grotte di sale: sinusiti, rinosinusiti, asma, riniti allergiche e non allergiche, raffreddore, faringiti, laringiti, tonsilliti, poliposi nasali, adenoidi, dermatite atopica, eczema, orticaria recidivante, psoriasi, infezione micotica della pelle e delle unghie, acne…. (fonti: Internet)

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RACCONTI

Il lago di Carezza Lo stupendo Lago di Carezza è celebre per la ricchezza di colori che assume nelle varie ore del giorno e nelle diverse stagioni. Un’antica leggenda pretende di spiegare l’origine del fenomeno ricorrendo a una storia suggestiva e delicata. Al tempo dei tempi, nel Lago di Carezza viveva una bellissima ondina, che talvolta si sedeva sulla riva a cantare pettinandosi i lunghi capelli biondi e inanellati. Ma appena qualcuno turbava la solitudine del luogo, la bella ninfa si tuffava nelle onde scomparendo rapidamente. Sul Latemar, il monte che si rispecchia nelle acque del lago, tutto coperto da un gran bosco dalla cima alle falde, viveva uno stregone, che s’innamorò della ninfa e decise di rapirla per farne la sua sposa. Ma invano usò tutti gli stratagemmi per avvicinarla, invano ricorse alle sue arti magiche: la bella ninfa continuava a sfuggirlo. Allora, disperato, consultò una strega che abitava sul vicino Catinaccio: «T’ insegno io» gli disse quella. «Fabbrica un arcobaleno, che unisca il lago alla vetta del Latemar. Vedrai che l’ondina incuriosita uscirà dalle acque: non ha mai visto l’arcobaleno. Tu, travestiti da mercante, riempi il tuo sacco di ricchi gioielli da offrirle e vedrai

che riuscirai a trascinarla nel tuo bosco da dove è difficile fuggire». Lo stregone fece quanto gli era stato consigliato. Il giorno dopo, un magnifico arcobaleno, smagliante di sette colori, splendeva nel cielo terso e sereno e univa come un ponte di luce la montagna al lago scintillante. Subito l’ondina uscì per ammirarlo. Allora lo stregone, dimenticando di travestirsi da mercante si precipitò verso la bella creatura per afferrarla. Ma svelta l’ondina s’immerse nella profondità del lago, mentre risuonava la risata beffarda della strega che aveva seguito la scena. Furente, il mago malvagio, per sfogare la sua ira, afferrò l’arcobaleno e lo frantumò. I pezzi luminosi caddero nel lago e, dice la leggenda, trasmisero alle acque quei riflessi meravigliosi, quegli straordinari colori che ancor oggi suscitano la meraviglia dei turisti. ALAN SENONER 2000/2001 Fonte: www.schule.suedtirol.it

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CALVISANO

CALVISANO: DUE CANDIDATI SINDACO NON AVVENIVA DAL LONTANO 1951 L’arch. Giampaolo Turini si candida per il secondo mandato, il dott. Angelo Formentini per il ritorno Sono solo due i candidati a sindaco a Calvisano, un avvenimento storico nell’ambito delle competizioni elettorali nella cittadina della bassa bresciana. Per trovare due soli schieramenti occorre risalire al 1951 quando i partiti la facevano da padroni. Da una parte la Democrazia Cristiana (che ha sempre guidato il Comune di Calvisano dal 1946 al 1995, con una breve interruzione nel 1989) con il tradizionale Scudo Crociato e scritta “Libertas” e dall’altra i Socialcomunisti con la “Torre con rami di Ulivo e la scritta “Pro-Civitates”. Poi gli storici partiti D.C., PCI, PSI, PSIUP, si sono modificati o spariti. Dal dopo guerra, domenica 26 maggio gli elettori di Calvisano e le frazioni di Malpaga, Mezzane e Viadana, sono chiamati ad eleggere per la sedicesima volta il Consiglio Comunale, che a sua volta dal 17 marzo 1946 al 22 aprile 1995

La compagine democristiana con il Sindaco Mario Varinacci nel 1970 24 www.newentry.eu

eleggeva il Sindaco e la Giunta Municipale. Mentre dal 23 aprile 1995 il Sindaco è stato eletto direttamente dai cittadini unitamente al Consiglio Comunale. Diciassette i Sindaci che si sono susseguiti a Palazzo Lorandi, i primi due Bicelli Paolo e Anolino Viganò, furono nominati dal Comitato di Liberazione locale. Fra di essi Giovanni Appiani è stato Sindaco per quasi 15 anni -in più tornate-, così come Battista Guerreschi per circa 13 anni. Per due mandati lo sono stati Evandro Rabbi, primo Sindaco eletto con i suffragio elettorale anche da parte delle donne e negli anni duemila Angelo Formentini. Un solo mandato Domenico Tinti, Giuseppe Miglioli, Francesco D’Adda, Mario Varinacci. Quinquennio movimentato fu quello dal 1985 al 1990 con tre Sindaci: Battista Guerreschi, Giovanni Appiani e Giacomo Vezzoli. Stessa situazione dal


CALVISANO

1990 al 1995 con Sindaci: Battista Guerreschi, Particolare attesa per l’appuntamento elettorale Giuseppe Brambillaschi e Giovanni Appiani. è quello che si sta vivendo nella vivace e movimentata frazione di Mezzane, dove il “Comitato Domenica 26 maggio, di Partecipazione” sottolinea la necessità di una Giampaolo Turini si valorizzazione diversa della Frazione. Per Mezpresenta per essere zane sono candidati nella coalizione di Giamper la seconda volta paolo Turini, Luca Grazioli 41 anni, laureato in Sindaco, la sua lista psicologia alla Bicocca di Milano, responsabile civica presenta il sim- del personale nella Fondazione Casa di Dio di bolo “Insieme per Cal- Brescia, quattro Case di Riposo con 460 posti visano”, con gli stem- letto e 420 dipendenti, Segretario del Comitato mi “Calvisano Cresce” di Partecipazione; Maria Mosca, classe 1975, e quello dei “Popolari laureata in astronomia è impiegata, consigliedi Calvisano”. re uscente delegata alla Cultura e Biblioteca. Essa segna l’importante accordo della maggio- In lista con Angelo Formentini, sono presenti ranza uscente con il gruppo dell’ex sindaco Gio- Michel Lesioli, 42 anni laureato in architettura vanni Appiani. Una lista aperta su vari pensieri al Politecnico di Milano, libero professionista politici, appoggiata anche dal PD locale. con studio in Calvisano; Elena Tomasoni classe L’altra lista “Centro 1973, operatrice turistica, casalinga è impeDestra per Calvisano” gnata come vice-presidente nell’Associazione vede candidato An- Pane dal Cielo Onlus. Domenica 26 maggio si gelo Formentini, già vota dalle ore 7,00 alle ore 23,00, un solo giorSindaco dal 2004 al no, con le Elezioni Europee e Comunali. 2014. Nel suo simboMarino Marini lo presenta gli stemmi di centro destra: Forza Italia, Lega, FraL’Emozione di ascoltare telli d’Italia e Civica per Calvisano. la propria anima, Con Giampaolo Turini si ripresentano: Marco il proprio cuore... Pari (vice-sindaco uscente) Marisa Spezia, Maria Mosca, Mutti Matteo, Pierferruccio RavazTu lettore sei il protagonista! zolo, insieme a loro Giovanni Appiani, Virginio Con le tue storie, Beffa, Elisa Frattini, Giambattista Gagliardi, Luca Grazioli, Cinzia Marzocchi, Iachir Treccani. Nelle tue emozioni... la lista con Angelo Formentini, sono candidati: Ivana Tratta, Pierangelo Bartoli, Luciano TomaInvia i tuoi scritti a: selli, Alessandro Vaccari, Caterina Lovo Garedazione@newentry.eu gliardi, Matteo Giacomazzi, Michel Lesioli, Paola Franzoni, Andrea Beltramini, Luciano Bonzi, Giambattista Treccani, Elena Tomasoni. Chiama Info: 347 73 52 863 www.newentry.eu 25


AGENDA

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QUESTO E ‘ IL MIO NOME

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Alessia Deriva dal nome greco Alékso che è tratto dal verbo Aléxein (proteggere) e significa ‘colei che protegge’. In alcuni casi rappresenta la forma abbreviata di Alessandra. Può essere considerato una derivazione di Alessandro. Il nome è molto comune in Russia. L’onomastico di Alessia si festeggia il 9 gennaio in ricordo di Sant’Alessia vergine martire francese. Alessio, invece, viene festeggiato il 17 luglio in ricordo di Sant’Alessio confessore, nobile romano, morto nel 412 a Costantinopoli, patrono dei pellegrini e dei viaggiatori. Caratteristiche: dal carattere pieno di tono e vitalità è una persona dinamica e intraprendente, ma di fronte ad alcuni aspetti della vita risulta talvolta ansiosa e dubbiosa. Non ama essere contraddetta e per questo potrebbe rivelarsi permalosa. Curiosità: Alessia è un nome molto diffuso nell’Italia centro settentrionale, le regione con maggiore diffusione sono il Lazio (28%) e la Lombardia (17%), il nome è molto diffuso anche in Europa dell’Est e soprattutto in Russia. Secondo alcuni il nome Alessia è paragonato ad Adelaide e Alice o Alicia, la sua variate più diffusa al maschile è Alessio. Si ricorda Sant’Alessio Falconieri che era uno dei Sette Santi fondatori, vissuto nel XIII secolo e morto centenario. Gli imperatori di Costantinopoli, Alessio Comneno che sostenne l’impresa della prima crociata (1096-1099); fra i pope-patriarchi ortodossi possiamo ricordare il russo

Alessio II, interlocutore dei papi romani nella prospettiva dell’unità dei cristiani. Nella letteratura francese ricordiamo il poema “Vita di Sant’Alessio”, per la Letteratura che riguarda il romanzo storico ricordiamo “Alessiade” scritto da Anna Comnea. In musica Cristina D’Avena nel 2006 ha inciso una canzone dedicata ad Alessia. Significato: difensore Onomastico: 9 gennaio Origine: greca Segno corrispondente: toro Numero fortunato: 7 Colore: giallo Pietra: topazio Metallo: bronzo Classifica: 62° nome femminile meglio votato, 5° nome femminile più cliccato. Micky

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel rumore fastidioso. Noi che quando starnutivi, nessuno chiamava l’ambulanza. Noi che tiravamo le manine appiccicose delle patatine sui capelli delle femmine e sui muri. www.newentry.eu 27


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RACCONTI Cari lettori nel 2011 arrivò in redazione una lettera che ora ripubblico integralmente. Spett.Le redazione New Entry, è mio desiderio comunicarvi che il mio babbo, Giuseppe Paganessi, non c’è più. Era conosciuto dai vostri lettori per i suoi racconti, puntuali, semplici e divertenti; ERA FELICE D’ESSERE PARTE DEL VOSTRO SOGNO. Ho avuto l’onore di averlo come padre; per me esempio di correttezza, onestà e genialità. Faceva il pane in casa ed era curioso ricercatore e appassionato d’astronomia; piantava l’insalata (perché la luna era buona) e poi leggeva Seneca o Trilussa. Moderato, sempre curioso, arguto, amava le canzoni napoletane. Scriveva racconti e poesie in bergamasco, fresche, leggere malgrado i suoi 91 anni. Riporto la sua frase preferita: “Si passa la vita a dire addio a quelli che se ne vanno fino al momento in cui si dice addio a quelli che restano”. Grazie a nome suo per la vostra accoglienza e ospitalità e ai vostri lettori per l’entusiasmo e stima dimostrategli. Fiorenza Paganessi - Bergamo - 1 Settembre 2011 Ricevere via posta una busta con il suo nome per noi era come avere in mano una perla da proporre a tutti voi lettori e di perle preziose ce ne ha inviate moltissime con tanto di lettera d’accompagnamento rigorosamente scritta a mano. “Spett. Redazione di New Entry, sempre se è anche di vostro gradimento per la pubblicazione sul Giornale della Gente “New Entry”. Ringrazio e porgo distinti ossequi e tanti auguri di buona fortuna". Fatto questa doverosa premessa e per ricordare una persona meravigliosa abbiamo deciso di pubblicare i suoi scritti che, siamo sicuri, troveranno riscontro positivo da parte vostra.

L'ANNIVERSARIO Premetto che tanti anni fa mi trovavo in quella beata età, che ha un nome lungo e purtroppo tanto breve, nella quale si è più esposti alle frecce di Cupido e che poi fatalmente e naturalmente sono arrivate. Avevo paura. Del resto chi di noi non è incline alla prudenza nelle decisioni importanti della vita? E questa è importantissima ed è fortemente a rischio. Sarà capitato anche a voi di incontrare una persona che vi attira alla follia, della quale vi piace tutto al mistero che è in lei e che volete ad ogni costo scoprire. Al come sarebbe bella la vita con lei: per sempre! Ma avete paura, timore dei suoi baci, dei brividi che provate nei sensi ogni volta che pensate a lei, di lasciarvi stringere in un abbraccio senza fine, di starle vicino in un silenzio che vale più delle parole. Paura del dopo, del vuoto, del rischio, nel dubbio che quella persona non provi con la stessa intensità quelle emozioni. E allora via con la ritirata vigliacca per ripararci dall’impatto con la realtà. Dante:”Amor che a nullo amato amar perdona” che vuol dire: “nessuno si illuda: se avete fatto palpitare troppo forte il cuore a qualcuno, neppure voi sfuggirete ai battiti cardiaci accelerati”. E’ solo questione di tempo. L’importante dovrebbe essere proprio 30 www.newentry.eu

il poter dire: “ci ho provato”. Sempre, sul palcoscenico della vita, nelle storie che ognuno di noi vive ogni giorno, tirarsi indietro prima di iniziare la partita farà sempre sentire il sapore della rinuncia che diventerà più amaro giorno dopo giorno mentre gli anni passano veloci. “meglio avere rimorsi che rimpianti”. E mi sono detto: “chi non beve mai non rischia di ubriacarsi” ma non sa neppure la piacevolezza del calore che ti entra nelle vene, quella nebbia leggera che ti avvolge la ragione ed i sensi e che è uno dei pochi piaceri della vita. Tutta la gioventù l’ho vissuta al paese nativo. Una clausura di nome e di fatto: casa, scuola, chiesa e oratorio. L’appuntamento con la donna amata, quella con la quale mi addormentavo anche se lei non c’era e che consideravo già fidanzata, era proibito come mangiare carne al venerdì o cantare la messa prima del suono delle campane. Infatti al primo buio ci si incontrava furtivamente nel suo giardino. Lei entrava con nonchalance e tutta sola dal cancelletto ed io dovevo scalare il muro di quattro metri situato dalla parte opposta. “E lucean le stelle, olezzava la terra, un passo sfiorava la rena…” Seguiva uno stordimento dovuto a com-


RACCONTI

pleta felicità in quell’ora dell’amore divino in cui la voluttà assolutamente tace. Un’estasi che ha fine col matrimonio quando subentra inesorabile l’altro amore: quello che se ne sbatte delle nuvole e sta con i piedi per terra. Lo dice anche il proverbio che il matrimonio è la tomba dell’amore, o no? Non avendo esperienze personali, perché quello che stavo vivendo era il primo amore, dovevo far tesoro di tutte le considerazioni al riguardo e che sentivo da parecchie fonti più o meno credibili. In una rivista dell’allora famoso Macario c’erano sulla scena dei comici che parlavano tra loro. Il primo diceva al secondo:”Per me la donna deve essere una suora in chiesa, una cuoca in cucina e “una di quelle” in camera da letto”. “Che meraviglia!” ribatteva il secondo: “Tua moglie è così?”. “No, di certo! Mia moglie è una cuoca in chiesa, “una di quelle” in cucina e una suora a letto”. E via col liscio! Quando ho saputo che Poppea, la moglie dell’imperatore Nerone, faceva il bagno nel latte, ho escogitato, nel dormiveglia, di inviare alla fidanzata una dozzina di casse di champagne per regalarle un bagno speciale nel profumo frizzante delle bollicine. Ma tu guarda la fortuna! Vinsi alla lotteria una discreta somma e partì il regalo. Il momento più elettrizzante fu stappare le bottiglie e, dopo i botti, i tappi galleggiavano come una corona intorno all’amata che se ne stava deliziata nella vasca tutta vestita e sorridente come la Gioconda di Leonardo. Oggi, anche se non sono pentito, stento a riconoscermi nel protagonista di quella dispendiosa trovata. Mi piace tuttavia che si pensi che mi sia inventato tutto e non mi ostinerò di certo a convincervi del contrario. Per finire in bellezza e per sottolineare come sono cambiati i tempi in meno di un secolo, ad esempio: oggi i fidanzati , o ritenuti tali, non hanno nessun timore a dimostrare anche in pubblico i loro sentimenti. Non entrano furtivamente in un giardino al buio scalando muri per rubare un bacio sulla guancia. E qualcuno sostiene che forse siano passati con troppa fretta dalla parte opposta. Ma per quanto mi riguarda sono convinto che è meglio ora sotto

tutti i punti di vista: E mi piace chiudere con la canzone di Modugno: “L’anniversario” che rispecchia integralmente anche il mio modo di pensare. E voglio ricordare che con la donna mia, più volte citata in questo racconto, siamo serenamente uniti da sessant’anni e sempre innamorati anche se la passione è un dolcissimo ricordo degli anni più belli della nostra vita densa di gioia di vivere, di promesse e di speranze. E abbiamo sempre tenuto presente che non c’è felicità senza sofferenza. E sono qui a ringraziare la fortuna, il destino, la salute e non ultimo l’amore. “L’amor che muove il sole e le altre stelle”. L’anniversario Il nostro anniversario. Non è sul calendario Perché di matrimonio non si parla fra noi due. Ma uguale abbiamo il nome: noi ci chiamiamo “AMORE” tutt’è due. Amore senza data Senza carta bollata Ti sposo ogni mattina e tu rispondi sempre “SI’!” Il nostro anniversario È tutto il calendario Pieno di feste senza lunedì Al nostro matrimonio milioni d’invitati E come testimoni tutti gli altri innamorati. Noi non firmiamo niente perché non c’è bisogno Con un contratto non si lega un sogno! Come ti sono grato di questa libertà La libertà di amarti senza essere obbligato. Mia rosa senza spine. Mia gioia senza fine. Compagna, amante, amica: donna mia! Giuseppe Paganessi www.newentry.eu 31


Peter Pan

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PRANZI DI LAVORO DA LUNEDÌ A SABATO UNA BELLISSIMA INIZIATIVA STA PER NASCERE AL PETER PAN Due importanti novità al Peter Pan: stanno per nascere "Il circolo Amici della Musica" e il club "Amanti della Costata e della Fiorentina" SONO APERTE LE ISCRIZIONI

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RIFLESSIONI

FINCHE' MORTE NON VI SEPARI

Penso che la fortuna più grande sia quella di sposare la persona giusta; in questo caso la strada della vita, anche se tortuosa e piena di buche, sarà sempre percorribile serenamente; le difficoltà sono divise in due e le gioie moltiplicate. Io sono stato fortunato perché ho sposato veramente una brava persona. La frase che dà il titolo a questo mio breve racconto: finché morte non vi separi, è una di quelle che fanno molto riflettere e prospettano un grande impegno; ci fu pronunciata, quando io e la mia metà ci siamo uniti in matrimonio, da un grandissimo sacerdote: Don Luigi Corrini (scomparso non molto tempo fa ), arciprete di Verolanuova, paese di mia moglie; era un uomo di fede di quelli che non ti scordi più. Negli incontri prematrimoniali mi colpì molto la sua determinazione e chiarezza nello spiegare i vari argomenti trattati; una sera ci disse che quando veniva a conoscenza che, una coppia da lui sposata, aveva deciso di separarsi, per lui era come prendere una pugnalata nella schiena; a testimonianza di quanto ci tenesse alle coppie da lui unite. Ogni volta che l'incontravamo si fermava sempre a parlare con noi:< tutto bene in famiglia?

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che finivamo in fretta i compiti per andare a giocare a pallone sotto casa. Noi che guardavamo ‘La Casa Nella Prateria’,’Candy Candy’ e ‘Giorgie’ anche se mettevano tristezza. Noi che avevamo sempre un soprannome passibilmente infamante ma nessuno si offendeva. 34 www.newentry.eu

La bambina cresce bene? Adesso che scuola frequenta? E il mais l'hai già seminato?> Le sue non erano domande di circostanza, da bravo pastore quale era, gli interessava veramente sapere come stavano le sue pecorelle. Mia figlia ed il suo compagno, hanno deciso di sposarsi in giugno, quando l'hanno detto a me e mia moglie siamo rimasti molto contenti, (basta non pensare alle spese che ne conseguono), premetto che convivono da tre anni e hanno una bambina di due, una meravigliosa creatura che ha rubato il cuore a tutti noi; oggigiorno sembra essere una prassi convivere prima del matrimonio, personalmente sono favorevole. Secondo me, solo vivendo sotto lo stesso tetto si riesce a capire se si è veramente fatti l'uno per l'altra anche se i figli sarebbe meglio rimandarli dopo essersi sposati altrimenti queste povere creature rischierebbero di pagare pesanti conseguenze per errori fatti dai loro genitori. Ricordo quando mia figlia andava a scuola, nella sua classe, c'erano due ragazzini figli di genitori separati; avevano gli occhi sempre malinconici, raramente li vedevo sorridere; un giorno li andava a prendere il non-


no, un giorno la zia, un giorno lo zio; una volta dimenticavano i libri a casa di uno, una volta a casa dell'altro; sembravano dei pacchi con destinatario sconosciuto, mi dispiaceva moltissimo vederli sballottati da una parte all'altra. Adesso che giugno si avvicina, mia figlia è sempre più agitata, nervosa, si accende come un fiammifero per banali discussioni; mi ha fatto comprare un abito di un determinato colore perché deve essere in pendant con quello dei testimoni, il fiore all'occhiello deve essere in tinta con quelli che addobberanno la Chiesa. Io dico una cosa: ma chissenefrega dei colori, delle tinte, della giarrettiera della sposa (sembra che oggigiorno sia indispensabile), non discuto che bisogna essere eleganti, ma perché non concentrarsi maggiormente sulla straordinaria importanza del matrimonio? Visto che si sposeranno in Chiesa (con grandissima gioia mia e di mia moglie), il loro non sarà un

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semplice contratto, ma un Sacramento; perciò è amare l'altro in modo totale, come Dio ama noi; è considerare la famiglia che ne segue, il centro, il fulcro, il perno della vita dei suoi componenti. Mia zia Orsola spesso mi ripeteva: "sposarsi è come accendere un focolare assieme, ogni giorno la coppia per tenere accesa la fiamma, deve mettere sul fuoco un po' di affetto, di stima, di dialogo, dei piccoli gesti d'amore". Parole Sante, mi viene da dire. Tutto il resto, gli abiti stupendi, i fiori, gli addobbi, i vari ghirigori, sono la cornice e tale deve rimanere; il quadro sei tu e il tuo compagno, e credimi figlia mia adorata, tu non hai bisogno di fronzoli per essere bella, né fuori, né dentro; la natura è stata molto benevola nei tuoi confronti, ed anche nei nostri. Il papy Giordano

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anni fa 1969 2019

10 maggio 1969

Eloise - Barry Ryan Tutta mia la citta` - Equipe 84 03 Irresistibilmente - Sylvie Vartan 04 La storia di Serafino - Adriano Celentano Inquadra con lo 05 Viso d'angelo - Camaleonti smartphone e 06 Ma che freddo fa - Nada ascolta "ELOISE" 07 Buonasera, buonasera - Sylvie Vartan 08 Ob-la-di ob-la-da - Beatles 09 Il paradiso - Patty Pravo 10 Casatschok - Dori Ghezzi 01

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BARRY RYAN

Barry Ryan, figlio di Marion Ryan, ua cantante melodico che ebbe il suo momento di gloria intorno al 1950, debuttò nella musica insieme al fratello gemello Paul, formando con lui il duo Paul & Barry Ryan, che portò al successo negli anni 60 diverse canzoni, in gran parte composte da Paul: Don't Bring Me Your Heartaches (1965), Have Pity on the Boy (1966) e Missy Missy (1966). A causa dell'esaurimento nervoso che poco dopo afflisse Paul, ebbe inizio la carriera da solista di Barry, col fratello che seguitò comunque a occuparsi dei testi e delle musiche. Nel 1968 Barry Ryan lanciò Eloise, una canzone dalle atmosfere melodrammatiche e particolarmente lunga (quasi 7 minuti), destinata a conquistare la vetta delle hit-parade di mezzo mondo, compresa l'Italia (per la quale egli registrò anche una versione in lingua italiana); fu prima anche nei Paesi Bassi (per quattro settimane), Germania Ovest, Svizzera, mentre raggiunse la seconda posizione in Austria, Regno Unito e Norvegia. Il cantante ebbe ancora grande successo negli anni seguenti con pezzi come Love Is Love (1968), The Hunt (1969), Magical Spiel (1970) e Kitsch (1970), ma nessuno di

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essi poté eguagliare la fama di Eloise. Un Paese europeo dove Barry Ryan rimase popolarissimo fu la Germania Ovest, anche perché egli per un certo periodo scelse di cantare in tedesco. Fonte: Wikepedia


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Consonno è una frazione del comune di Olginate situato all’estremo meridionale delle Prealpi lombarde. Occupa una superficie di 300.000 metri quadrati, parte della quale è attualmente coperta da boschi. È posto a 692 metri sul livello del mare ed è uno dei punti più alti da cui si può osservare il paesaggio circostante: è possibile vedere l’andamento del fiume Adda a partire dal lago di Lecco, il monte Resegone e tutti i paesi posti al di sotto della collina come Olginate, Valgreghentino, Garlate e Airuno. Il paesaggio naturale è stato notevolmente deturpato in seguito all’abuso edilizio degli anni 60 e 70 del XX secolo durante la costruzione della “città dei balocchi”. Oggi Consonno è raggiungibile attraverso una strada percorribile in automobile da Villa Vergano, oppure a piedi da diversi sentieri attraverso i boschi circostanti. Il rischio sismico è molto basso mentre è elevato quello idrogeologico. Ne è prova la frana che nel 1976 distrusse la strada che portava verso il paese, decretando la fine del borgo. 38 www.newentry.eu

Consonno la città fantasma

Storia Le prime notizie storiche di Consonno risalgono a una pergamena del 1085 dove veniva citato il piccolo paesino con il nome di “Cussono”. Nel 1162 divenne di proprietà del monastero benedettino di Civate e fu confermato il diploma (atto con cui l’imperatore donava delle terre ai monasteri) con l’imperatore Federico I. L’arrivo del Conte Bagno Il conte Mario Bagno, un imprenditore milanese (di origini vercellesi) che nel periodo del boom economico italiano con la sua azienda stava costruendo strade e aeroporti su tutto il territorio nazionale, aveva adocchiato Consonno come il luogo in cui costruire un grande progetto come la sua “città dei balocchi” in quanto facilmente raggiungibile da Milano. Per poter realizzare questo progetto sarebbe stato però necessario prima abbattere tutte le costruzioni dell’antico borgo allora esistente. Questo non rappresentava un problema per gli abitanti, vaste aree di campagna poi venivano bonificate per costruire


enormi quartieri. Tuttavia il conte Bagno prima ancora di possedere Consonno, fece costruire una nuova strada che avrebbe dovuto congiungere Consonno a Olginate. Su proposta del conte, l’amministrazione comunale di Olginate, guidata allora dal sindaco Luigi Viganò, durante il consiglio comunale numero 30 del 1961 approvò il progetto della strada che, nonostante fosse finanziata da privati, fu donata al comune. Sulla strada appena costruita iniziarono a transitare camion e ruspe che diedero il via ai lavori di demolizione del borgo di Consonno. Con un atto notarile nel 1962 le famiglie Anghileri e Verga (fino a quel momento proprietarie di Consonno) cedettero tutto il territorio all’impresa Bagno. Il costo totale dell’operazione ammontò a circa 22.500.000 lire. Ma contemporaneamente avrebbe avuto delle strutture finalizzate ad un incremento delle attività turistiche. In quel periodo però molti abitanti abbandonarono il borgo a causa della crisi del settore agricolo. Chi aveva deciso di restare a Consonno invece vedeva

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positivamente i lavori del conte, pensando che Consonno sarebbe diventato un centro agrituristico che avrebbe portato lavoro e possibilità di vendere direttamente i propri prodotti. Non appena i lavori iniziarono anche nel borgo fu però subito chiaro che il conte avrebbe voluto costruire una “Las Vegas” in Brianza. Con le ruspe i dipendenti dell’impresa Bagno iniziarono ad abbattere tutto quello che trovavano, anche le stalle furono distrutte. Gli unici edifici che non furono distrutti furono la chiesa risalente al XIII secolo, la canonica e il cimitero. Tutte queste opere però intaccarono l’equilibrio geologico del territorio e nel 1966 le continue piogge favorirono il movimento di masse di fango che nel 1967 provocarono una prima frana che invase la strada che portava verso Consonno da Olginate. Il conte riparò i danni della frana e continuò nella sua opera di edificazione, tuttavia i turisti in visita a Consonno iniziarono a diminuire. La “Città dei Balocchi” Il minareto oggi si trova in uno stato di degrado.

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ITINERARI

Nel 1968 a Consonno sorsero alberghi e ristoranti, costruzioni con richiami a diverse culture come una pagoda cinese, un castello medievale, un albergo di lusso e un “minareto” dove c’erano alloggi per i visitatori e negozi chiamati così a causa della sua forma che richiamava una moschea musulmana. Il conte Bagno però volle continuare a costruire nuove attrattive come un campo di calcio, uno di pallacanestro, uno di tennis, uno di bocce, uno di golf, una pista per pattinaggio, un luna park e uno zoo. Le vecchie case vennero sostituite da palazzi. Uno tra i progetti più ambiziosi del Conte sarebbe stato quello di realizzare una pista automobilistica. In un’intervista concessa alla televisione svizzera che stava realizzando un documentario su Consonno, disse che la pista sarebbe stata piccola, ma sicuramente a livello estetico sarebbe stata una delle più belle d’Europa: piccola ma molto elegante. Consonno era ormai diventato un centro divertimenti con un enorme centro commerciale e ristoranti che ospitavano

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grandi personaggi della musica e dello spettacolo per serate a tema. Sulla strada per Consonno, ad accogliere i visitatori, c’erano grandi insegne che recitavano “A Consonno è sempre festa” oppure “Consonno è il paese più piccolo ma il più bello del mondo”. Come per ogni località turistica, anche Consonno aveva le proprie cartoline. Il minareto Il “minareto” è l’edificio più imponente di tutto il borgo di Consonno ed era un grande centro commerciale dove al centro era posta una torre che, secondo Mario Bagno, tutti avrebbero ammirato e ricordato. Il nome deriva dalla somiglianza della torre dell’edificio con quella di una moschea da dove il muezzin per cinque volte al giorno chiama i fedeli alla preghiera. Al piano terra c’era una lunga galleria commerciale con dei vani adibiti a negozi, mentre al primo e al secondo piano c’erano degli appartamenti disposti in serie di circa 70 m² ciascuno. Di fronte all’edificio una grande fontana emetteva grandi


ITINERARI

getti d’acqua.

fine del borgo. Il conte Bagno tentò di riparare la strada e rilanciare Consonno nel 1981, ma i tuIl Missile Bagno. risti, attratti una volta dalle novità, non tornarono Il “missile Bagno” era un edificio a forma di pa- più e anche gli abitanti iniziarono ad andarsene. goda con un una canna di un cannone sul tetto. Tutte le strutture iniziarono ad essere abbandoSi pensa che l’edificio rappresentasse la volontà nate e il 22 ottobre 1995 il conte Bagno morì dei cittadini di Consonno di lottare contro il tra- all’età di 94 anni. La casa di riposo che il conte scorrere del tempo. fece costruire per tentare di riportare ConsonIl trenino panoramico no ai suoi vecchi splendori fu chiusa nel giugno A Consonno c’era anche un trenino che permet- del 2007. Per anni Consonno divenne un luogo teva ai visitatori di fare un giro turistico di tutto il malfamato dove i pochi abitanti si ritrovarono borgo. La visita durava circa 20 minuti e dava la a dover fare i conti con giovani alle prese con possibilità ai turisti appena arrivati di vedere le alcool e droga. L’atto finale della storia di Conmeraviglie della “Las Vegas della Brianza”. sonno si ebbe durante un rave party chiamato La chiesa di San Maurizio “Summer Alliance”, organizzato a Consonno dal La chiesa di San Maurizio è un piccolo edificio in 29 giugno al 1º luglio 2007. In quelle giornate stile romanico e contiene all’incirca 50 persone. molte strutture furono ulteriormente danneggiaAccanto alla chiesa c’è la canonica. Insieme al te e rese pericolanti e altre furono inoltre imcimitero, furono gli unici tre edifici che il conte brattate da graffiti. Bagno lasciò intatti durante la sua attività edi- Il presente lizia. Oggi Consonno si presenta in uno stato di abIl “Night Club” bandono e degrado. Le strade comunali sono A Consonno era presente una discoteca con percorribili a piedi, ma delle sbarre impediscono una grande pista da ballo. Nello stesso edificio l’accesso alle automobili e vengono alzate solo era possibile salire sugli autoscontri o mangiare durante gli orari di apertura del cimitero. Molti in una tavola calda. degli edifici rimasti sono pericolanti ed è sconLa frana e l’oblio sigliato l’accesso per motivi di sicurezza. Nel Nel 1976 una frana distrusse la via che da Ol- giugno 2007 fu fondata l’associazione “Amici di ginate conduceva a Consonno, decretando la Consonno” che ha ottenuto in comodato dalla

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proprietà, tramite il Comune, la ex tavola calda, detta anche “Il Ristorantino”. L’immobile è stato ristrutturato e rinominato “Bar la Spinada”, inaugurato nel maggio 2012. Il bar è stato allestito con gli arredi ed un bancone bar d’epoca. È aperto dal lunedì di Pasqua al mese di ottobre ogni domenica dalle 10 alle 19, ed è gestito dai volontari dell’Associazione. L’associazione organizza a Consonno numerosi eventi come la “Pasquetta a Consonno” (il lunedì di Pasqua), la “Burollata” (nel mese di ottobre) e la sagra di San Maurizio (a settembre). Durante la sagra, che si svolge in occasione della ricorrenza di san Maurizio, patrono di Consonno, viene celebrata una messa solenne nella chiesa di Consonno e la statua del santo viene esposta nella piazza e portata in processione attraverso le rovine del borgo. Vengono inoltre organizzate attività ricreative e un mercatino. Gli eventi sono progettati e realizzati dai volontari dell’associazione. Il futuro Il Piano di governo del territorio approvato nell’aprile 2008 dal Consiglio comunale di Olgi-

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nate prevede la riqualificazione della frazione ed il recupero del dissesto idrogeologico e ambientale tramite la demolizione degli edifici abbandonati, ma questo progetto non sarà di facile realizzazione in quanto proposte concrete in tal senso non sono state presentate. Il 10 novembre 2014 il prefetto di Lecco Antonia Bellomo, dopo un sopralluogo insieme al sindaco di Olginate Rocco Briganti, ha richiesto la demolizione delle rovine degli edifici i cui lavori saranno a carico degli eredi di Mario Bagno. Recentemente gli eredi del conte Mario Bagno hanno tentato di vendere online ciò che resta del “paese dei balocchi” per demolirlo e sostituirlo con nuovi edifici residenziali, ricreativi e commerciali al prezzo di 12 milioni di euro. Un’operazione immobiliare che secondo gli offerenti può offrire vantaggi dai 10 ai 14 milioni di euro, i medesimi presentano anche una bozza di massima per illustrare la nuova Consonno. La ricostruzione di Consonno dovrà avvenire attraverso un piano attuativo tra amministrazione pubblica e privati. La superficie


ITINERARI

interessata è di 60.000 m² di cui massimo 15.000 m² potranno essere coperti con edifici suddivisi tra residenziali e altri di tipo ricreativo, sanitario e d’istruzione. Una parte della superficie di 15.000 m² potrà essere pavimentata (inclusi strade e parcheggi) mentre i restanti 30.000 m² dovranno restare luoghi “verdi”. L’insediamento dovrà dipendere da fonti energetiche non rinnovabili per una quota inferiore al 50%, dovranno esserci provvedimenti per l’approvvigionamento idrico e la depurazione delle acque reflue, il ripristino della strada da Olginate ed infine il recupero del tracciato dei sentieri storici da Olginate. Set cinematografico La strada che porta a Consonno sulla quale sono stati girati molti spot automobilistici. La frazione è stata utilizzata per girare alcune scene del film Figli di Annibale del regi-

Consonno

prima della frana del 1976

sta Davide Ferrario, uscito nel 1998, una pubblicità della Levi’s, alcune scene per una trasmissione di MTV, la seconda stagione della web serie italiana Skypocalypse, anche se non è mai stata portata a termine, a causa dei diversi cambi di regia, l’abbandono di alcuni attori e soprattutto della lontananza di questi ultimi. Nel 2008 il regista Andrea Bettoni gira il mediometraggio Armi, noir dalle contaminazioni western: Consonno è la città fantasma residenza di un fantomatico sicario. Nel 2013 è stata girata la pubblicità degli occhiali Glassing. Nel 2015 Lory Del Santo gira a Consonno alcune scene della webserie The Lady, l’odio passionale; a dicembre dello stesso anno viene rilasciato uno spot pubblicitario dalla nota azienda automobilistica tedesca BMW, girato a Consonno. Sono infine innumerevoli i videoclip musicali di artisti italiani e stranieri girati tra le rovine di Consonno tra i quali citiamo ad esempio “Voglio star con te” degli Studio 3 un video dallo scenario apocalittico e “Don’t touch the kids” di Pino Scotto, in cui il rocker viene rapito e portato a Consonno.

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LE FRAGOLE GUSTOSE DI UNA VOLTA MAÖLA: dal latino maiustula cioè maggiolina, dal mese di maggio in cui matura. È stagione di fragole, ma ormai più nessuno le chiama “maöle”, abbiamo italianizzato anche questo termine, come molti altri. Ricordo che le chiamava così mia zia Teresa, che ne coltivava molte nel suo orto, perchè lei e lo zio facevano i fruttivendoli. Molte volte mia mamma andava ad aiutarla nella raccolta, faticosa perché le piante di fragole rimangono basse e lenta, perché la fragola è un frutto delicato, da cogliere e sistemare nelle cassette con attenzione. Come ricompensa la mamma ce ne portava a casa un po’ e noi le mangiavamo con go-

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losità. Il giovedì sera gli zii le caricavano sul loro carretto insieme a verdure e frutta coltivate da loro, con altri prodotti comprati al mercato all’ingrosso a Brescia, spingendolo a mano la mattina seguente fino in piazza al mercato. La zia faticava tanto e spesso, purtroppo, sostituiva anche in lavori pesanti il marito, reduce da qualche bevuta di troppo. Adesso verrebbero chiamate biologiche, a km zero, sarebbero più apprezzate e avrebbero un prezzo superiore a quelle del supermercato, perché molto più genuine; allora invece non c’erano molte distinzioni, se non nel grande lavoro di chi, piccolo commerciante come gli zii, cercava di produrre in proprio per risparmiare e per offrire prodotti di maggior qualità. La fragola contiene vitamina C, flavonoidi antiossidanti, potassio, magnesio, calcio ma oltre a queste sue importanti proprietà, da sempre è simbolo della primavera: frutto dolcissimo nel pieno della sua maturazione, sia mangiata al naturale che con zucchero e limone, in macedonia con altra frutta o su un goloso cono gelato. Peccato che molte volte nei supermercati si acquistino cestini di fragole piuttosto care, ma quasi insapori. Ornella Olfi


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L’INTERVISTA

GRACE CRISTEL CERRUTI Parla cinque lingue, ha qualche decina di migliaia di followers sui social network e si sta conquistando spazio nel mondo dello spettacolo e dei concorsi di bellezza. Grace Cristel Cerruti sembra avere il futuro dalla propria parte. La sensazione è che, ovunque si muova, mieta il giusto successo. “Io adoro la fotografia, vorrei diventare una fotomodella e sono la prima fans di me stessa – racconta - scelgo con cura le foto da postare sui social stando attenta ad ogni particolare. I miei fans mi adorano e mi incoraggiano con complimenti stupendi a provare e a osare di più”. Con a fianco la sua adorata mamma, Grace Cristel ad appena 17 anni ha saputo conquistare fasce di miss, entrare nel campo della fotografia, esplorare quello del grande schermo. Un curriculum che si impreziosisce col passare delle settimane. “Dietro il cinema si nasconde il lavoro minuzioso di tante persone e personaggi e ore e ore di prove - racconta - mi sono trovata molto bene è stata un’esperienza bellissima che rifarei con entusiasmo”. Una energia sempre pronta a lanciarla in nuove sfide. D’altronde, la sua vita è un eterno viaggiare. Da bambina si è trasferita all’estero in Egitto sul Mar Rosso dove ha frequentato una scuola internazionale con programmi scolastici esclusivamente in lingua inglese. Oggi, Cristel parla 5 lingue tra cui 3 come lingua madre: arabo-egiziano, inglese e italiano. Spagnolo e tedesco sono in via di perfezionamento. “Attualmente sto ancora studiando, vorrei prepararmi bene per aver successo nel campo lavorativo” racconta soddisfatta per i passi compiuti fino ad ora. Ad esempio, i numeri sui social ti stanno dando ragione. Ho un buon rapporto con i social, faccio molta attenzione a cosa condivido e con chi mi rap46 www.newentry.eu

porto. Al momento non mi reputo un’influencer anche se forse un giorno... potrei esserlo. Sono molto seguita e apprezzata dai miei follower in Instagram, in Musicall e in Facebook. Come si gestiscono i social quando i numeri diventano “importanti”? Passo qualche ora al giorno sui social, mi diverto molto dal momento che ho molti amici in tutto il mondo con cui posso parlare le varie lingue. Voglio trasmettere un’immagine di bellezza e di fashion senza volgarità ed eccessi. La mia passione per la moda e la bellezza è qualcosa di straordinario, senza mai però perdere di vista i miei obiettivi. Racconta qualcosa di te. Sono una persona determinata, finisco sempre ciò che inizio e non mi faccio trasportare da persone o tendenze. Sono altruista ed impe-


L’INTERVISTA

gnata nel sociale. Mi piace viaggiare, vedere e scoprire posti nuovi e persone nuove, adoro confrontarmi con altre culture. Mi piace ballare, ho fatto parte di un gruppo hip-pop con il quale abbiamo fatto spettacoli e competizioni. Ho la passione per l’equitazione e per tutti gli sport acquatici. Faccio gite per provare nuove esperienze ed emozioni: mi ha affascinato andare nel deserto con le moto o con i cavalli, andare in sottomarino o in mongolfiera. Ma non solo. Mi piace anche stare a casa e godermi la tranquillità domestica o semplicemente stare in un locale a chiacchierare del più e del meno con i miei amici. Come nasce questa propensione verso la fotografia? Fin da piccola sono stata la modella fotografica di mamma, poi crescendo mi sono resa conto che dove c’era un fotografo o delle telecamere… improvvisamente mi riprendevano. Finchè poi… Tutto ha avuto inizio nel settembre 2016 quando mi iscrissi a un concorso per modelle e fotomodelle del Mar Rosso ed alle finali fui eletta Miss Hurghada 2017. Durante e dopo questa avventura ho ricevuto diverse proposte di lavoro in diversi settori pubblicitari, concorsi cinematografici e nella moda anche se a molti ho dovuto dire di no per impegni scolastici. Ho vissuto questa esperienza tranquillamente e con tante soddisfazioni: la gente che mi aveva visto in TV e nei social mi riconosceva per

strada e nei locali e così volevano conoscermi di persona, mi facevano complimenti con ammirazione. Oltre a tanti “no”, anche qualche traguardo da incorniciare. Ho sfilato per un importante organizzatore di moda, di modelle e fotomodelle in Egitto: Sam Dawy . Ho sfilato per un negozio che importa capi dalla Russia. Ho lavorato nella cinematografica con Tamer Aly in Film egiziani con attori famosi dove ho fatto delle comparse e alcune piccole parti. Ho fatto da modella al fotografo egiziano Any Graphy e alla fotografa Russa Yana Mavlutova. Ho fatto da testimonial all’inaugurazione di un negozio IPhone in Hurghada. www.newentry.eu 47


L’INTERVISTA

Insomma, il futuro ti convince. Non faccio sogni ma passi avanti per raggiungere le mie mete. Nel quotidiano sono molto esigente nell’organizzazione dei miei spazi e dei miei tempi. Amo mangiare bene, avere tutti i miei abiti e le scarpe puliti e in ordine. Adoro la perfezione. Mi piace cambiare look dallo sportivo all’elegante, non sono mai trascurata sia nel vestire che nel trucco. Amo i capi d’abbigliamento firmati e di qualità. La cosa che mi rende diversa dalle altre ragazze è proprio quello di essere sempre curata, il saper parlare tante lingue, la mia educazione, la gentilezza, il mio sorriso e la mia bellezza. Quando entro in un locale la gente si gira a guardarmi come se già fossi famosa…

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Società

VITE SPEZZATE

E’ triste e pensoso riflettere su come la natura umana si sia abbassata ad accettare certi compromessi, rinnegando se stessa e alla propria dignità. E’ notte fonda. Silenzio assoluto fuori e dentro, solo una voce interiore che mi induce a scrivere, rigettando nel mondo il mio sentire. Questa sera, un servizio giornalistico ha presentato in modo crudo e superficiale le ultime novità in materia di divertimento a cui, i giovani di oggi, stanchi del sorriso, si chinano, alla ricerca delle emozioni più forti e cocenti, uniche. Mi chiedo che gusto ci sia a sfidare la morte? Mi chiedo dove finisce la finzione ed inizia la realtà? Mi chiedo quale sia il senso del loro andare in un cammino lungo e tortuoso che chiamiamo esistenza? Mi chiedo il perché ed il come? Di certo sorella morte deve rabbrividire sfiorando col l’ali tinte di giada giovani vite, spavalde ed incerte, belle ed invitanti tanto da spiegare il capo e planare in volo verso mete a noi purtroppo sconosciute. Di certo una stilla di lacrima, salsa, righerà il volto di Dio, che con infinita tenerezza segue intrepido le gesta delle sue creature la cui essenza si avvicina pericolosamente al nulla, come cifre dell’infinito che vagando libere nell’astro, sono incapaci di trovare il loro posto e si lasciano trascinare inermi da correnti pericolose; incapaci di sollevare gli occhi al cielo per ammirare la bellezza assoluta; delle stelle tremule, del chiarore lunare e, di non sapere rispondere al richiamo del soffio vitale. Così, voltando le spalle allo splendore ed al piacere puro vengono attirati dalla cattiva sorte. Giovani vite, imbottite di droghe e di alcol, si lanciano dall’ottavo piano per fare un tuffo in piscina, esalano l’ultimo anelito di vita senza neppure avere il tempo di capire dove una mano invisibile li sta portando con rabbia vorace. Innocenti corpi sdraiati sulle rotaie, che aspettano l’arrivo del treno per sentire (SENTIRE?) il brivido del metallo che li sfiora a velocità supersoniche!!!! 50 www.newentry.eu

Visi chiari ed imberbi a cui l’amore per la vita non ha saputo colmare il grande vuoto che si cela dietro la spavalda sicurezza fatta di nulla e di niente, di vestiti firmati e telefonini ultima generazione; occhi tristi e disperati che chiedono, in una lingua sconosciuta, AMORE. Chi accoglierà il loro grido? Chi saprà prenderli per mano e condurli? Verso dove e per quali vie? E’ stata, forse, questa sensazione di disagio e di tristezza che mi induce, nonostante l’ora tarda, a voler tradurre in parole e fissare su carta un pensiero, tremante di ira. Sono la mamma di Vittoria. Qualcuno forse avrà letto di me e della mia bambina; qualcuno avrà pianto e sperato con me; altri con indifferenza


SOCIETA'

avranno voltato lo sguardo altrove. Pazienza!! Nulla del seme gettato è andato perso, e sento di non aver mancato di rispetto a nessuno nell’esporre con dignità e portare a conoscenza del grande dono che Dio ha voluto affidarmi: mia figlia, Vittoria; la cui malattia mi insegna a capire e guardare la vita nelle angolature più svariate. Mi reco spesso negli ospedali e soprattutto nelle neuropsichiatrie infantili dove, nolente o dolente, ti ritrovi faccia a faccia con la caducità che come verme invisibile scava, insolente, nelle vite di piccole creature la cui unica colpa è quella di essere nati malati. Si dice che la sofferenza redime e purifica, che è un disegno di Dio, per la salvezza dell’umanità. La si deve accettare e vivere con umiltà. Non riesco a capire, comprendere, accettare o, considerare né a perdonare la nostra

gioventù, i nostri figli che presi dal male oscuro, non apprezzano i valori della vita e della salute, di essere giovani e belli, baldi, ahimè!, tristi e soli. E’ questa la vergogna dell’umanità? Il tarlo invisibile che rode e scava instancabile sino a condurti dinnanzi ad un baratro profondo; dove non sei più in grado di trovare un senso reale e concreto allo scorrere dei tuoi giorni e ti lasci portare dalla corrente; battendo fortemente il capo contro aguzzi sogli e sentendo l’odore del sangue scorrere a fiotti? Di chi la colpa? Della società, dell’umanità, della tecnologia, dei mass media, della famiglia, della chiesa, della scuola……. Si cerca sempre di colpevolizzare qualcuno o qualcosa; dibattiti fra eruditi della psicologia e pedagogia danno statistiche e azzardano opinioni strambe. Penso che la causa di tutto questo sia da cercare nel taedium vitae. Ha preso possesso di anima e corpo, rendendoci incapaci di apprezzare la semplicità del mondo che ci circonda; della dirompente bellezza che la natura ci dona; della non CAPACITA’ di sorridere e tirare stralci alla luna; di piangere aspergendo il cuscino di lacrime, ma che siano lacrime dal più profondo sentire, apertura verso l’ignoto; di sognare. Con umile fragilità umana, mi sforzo e lotto ogni giorno affinché la vita di mia figlia e di tutte quelle persone che per una minorazione fisica o psichica è delegata all’incertezza. Non posso che provare RABBIA e RANCORE, ma anche DOLCEZZA E TENEREZZA PROFUSA A PIENE MANI, per giovani vite spezzate dall’incapacità di amare. Non so se queste parole avranno un poi o, se troveranno un posto ed un perché. Vorrei potessero giungere, sincere, a tutti i genitori affinché insegnino ai figli la non vanità per il consumismo o l’importanza di essere i primi, i migliori bensì a sentire la bellezza del creato; a capire il valore dei doni che ci sono stati affidati: l’anima ed il corpo, in un girotondo di immagini ed emozioni, dolori e lagrime che noi, chiamiamo VITA. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste www.newentry.eu 51


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RELEGIONE

CHI PREGA É FORTE

LA BIBLIOTECA DI DIO

Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi ha fede, pregare è un bisogno. La preghiera è necessaria per osservare la legge di DIO; è luce per capire se stessi; è aiuto per affrontare meglio la vita. La preghiera è il cuore della vita,è un rapporto particolare con DIO che rende l’uomo convinto della propria piccolezza.

ISAAC BASHEVIS SINGER nato in Polonia nel 1902 E morto negli USA nel 1991 è stato uno scrittore e traduttore polacco naturalizzato statunitense, autore di lingua yiddish; fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1978. In uno dei suo scritti tratta un motivo sul quale l'umanità non si stanca mai di interrogarsi: ci sarà un senso al nostro dolore?

CHI PREGA E’ FORTE Signore, tu conosci tutto di me, quello che voglio e quello che faccio; conosci il mio bisogno di amicizia e di bontà, di speranza e di verità. Signore, ho voglia di pregare perché tu hai pregato, perché tu me lo hai insegnato, perché chi prega è forte. Aiutami a pregare col cuore e con le parole, di giorno e di notte, da solo e con gli altri. Insegnami a pregare Per dirti grazie, per crescere nella fede, per camminare nella speranza, per vivere la carità. Signore, ti ringrazio perché, quando penso a qualcosa di grande, penso a TE; quando mi sento vuoto, vengo a TE; quando prego, riesco a vivere come piace a TE. Signore, ti prego per quelli che sono soli, per quelli che nessuno vuole. Ti prego perché tu sei sempre la forza dei deboli, la speranza dei poveri, la salvezza dei peccatori. Ti prego per le giovani coppie e per i coniugi, perche la loro unione sia salda e piena di TE.

Su una pietra del cosiddetto caravanserraglio del BUON SAMARITANO posto sulla strada da Gerusalemme a Gerico, un pellegrino medievale ha inciso in latino questa frase: "SE PERSINO I SACERDOTI E I LEVITI PASSANO OLTRE LA TUA ANGOSCIA, SAPPI CHE IL CRISTO E' IL BUON SAMARITANO CHE AVRA' SEMPRE COMPASSIONE DI TE E NELL'ORA DELLA TUA MORTE TI PORTERA' ALLA LOCANDA ETERNA." LA BIBLIOTECA DI DIO Dio non registra le vittorie militari, i successi, i trionfi ( a questo ci pensano già gli uomini) esso raccoglie, invece, lo sterminato bagaglio del dolore umano per inserirlo in un libro compiuto e con una sua trama. Quel volume è il libro della vita e della salvezza. Credo che in qualche punto dell'universo debba esserci un archivio in cui sono conservate tutte le sofferenze e gli atti di sacrificio dell'uomo. Non esisterebbe giustizia divina se la storia di un misero non ornasse in eterno l'infinita biblioteca di Dio. www.newentry.eu 53


L'EMOZIONE NON HA VOCE

"Soli" di Adriano Celentano

Splendida canzone d'amore... Fa rabbrividire pensare che è stata scritta quando non esistevano gli smartphone e il telefono serviva solo per pochissime telefonate indispensabili e urgenti. Eppure i protagonisti della canzone gettano il telefono dal quarto piano pur di non essere disturbati. Vien da chiedersi cosa bisognerebbe fare oggi.... o meglio se saremmo in grado di spegnere almeno per qualche minuto lo wifi... Sottolineo la frase "Era importante sai pensare un poco a noi.... non stiamo insieme mai, ora si ora qui..." Sacrosanta verità, oggi si è obbligati a lavorare in due, poi ci sono i figli, le faccende di casa, la scuola, il catechismo gli sport e c'è veramente poco tempo per la coppia e quel poco tempo lo passiamo per curiosare la vita degli altri e non guardare la nostra! Vi lascio all'intero testo e alla splendida interpretazione dove anche l'errore di Adriano nel cantarla diventa un momento per adorarlo ancora di più nella sua semplicità. (inquadra con lo smartphone il qr code per vedere il video)

E' inutile suonare qui non ti aprirà nessuno il mondo l'abbiam chiuso fuori con il suo casino Una bugia coi tuoi, il frigo pieno e poi un calcio alla tivù, solo io solo tu E' inutile chiamare, non risponderà nessuno il telefono è volato fuori, giù dal quarto piano era importante sai, pensare un poco a noi non stiamo insieme mai, ora sì ora qui Soli, la pelle come un vestito Soli, mangiando un panino in due, io e te Soli, le briciole nel letto Soli, ma stretti un po' di più, solo io solo tu Il mondo dietro ai vetri sembra un film senza sonoro 54 www.newentry.eu

e il tuo pudore amando rende il corpo tuo più vero sei bella quando vuoi, bambina donna poi non mi deludi mai, è così che mi vai Soli, lasciando la luce accesa Soli, ma guarda nel cuore chi c'è, io e te Soli, col tempo che si è fermato Soli, però finalmente noi, solo noi solo noi Una bugia coi tuoi, il frigo pieno e poi un calcio alla tivù, solo io solo tu... Solo tu, Solo tu "SOLI" ADRIANO CELENTANO live Arena di Verona 2012 Soli, la title track scritta da Miki Del Prete, Cristiano Minellono e Toto Cutugno, è una delle canzoni più celebri e ricordate del repertorio di Adriano. Una pietra miliare e si può dire che sia diventata un mito, dato che si colloca bene in ogni periodo, in ogni epoca, soprattutto quella che stiamo vivendo.



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Ed è Poesia

“Pasqua” Con saette di fuoco Il sole irradia la Terra, rondini-messaggeri del mistero solcano l’etere, vento forte purifica da nuvole oscure il cielo. Nella siepe tra le spine rose brillano come rubini, come gocce di rugiada illuminata o come sangue appena versato. Glorioso suono di campane di gioia inonda l’Universo, desta coscienze notizia sublime, non è tragica la nostra sorte perchè L’Amore va oltre il confine e la Vita triomfa sulla morte! Dara Naumova

“La gentilezza nelle parole crea confidenza; la gentilezza nel pensiero crea profondità; la gentilezza nel dare crea amore...” (Laozi)

Ed è Poesia

Maggio - "Compleanno" Venni al mondo il tredici Maggio, caldo giorno di Primavera. Mi ha donato il nome e il coraggio una buona e gentile infermiera. Sono nata nel segno del “toro” e del pianeta Venere ho la protezione. Sono paziente e costante nel lavoro e l'amore guida ogni mia azione. Dalle dolci colline piacentine provengono le mie radici. Dalle mie origini contadine la capacità di fare sacrifici. Sulla mia strada ho trovato molta solitudine e povertà... ma qualche sogno ho realizzato ricevendo anche amore e felicità. Ho coltivato la forza “guerriera” per affrontare l'avversa sorte... e nel lavoro, la mia carriera ha cambiato tipologia più volte. Ho nel cuore ricordi d'Amore... e la “terza età” mi trova serena. Ho tanti hobby per tutte le ore... compio settant'anni... mi chiamo Piera. Piera Masoch

ELEZIONI POLITICHE Comunicazione preventiva per la diffusione di messaggi elettorali per: Elezioni politiche Comunali Ai sensi e per le disposizioni di cui alla Legge 22 febbraio 2000, n.28 in materia di comunicazione politica e di parità d’accesso ai mezzi d’informazione e nel rispetto delle Delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; New entry di Boffetti Gianluca - Via Tresolzio,48 - 24030 Brembate di Sopra (Bg) P.IVA: 03073100160 - C.F.: BFFGLC73S17A794L in qualità di editore della testata NEW ENTRY dichiara la propria disponibilità a pubblicare sulla predetta testata messaggi elettorali tramite prenotazione degli spazi, invio del materiale, pagamento anticipato, secondo le condizioni contenute nel codice di autoregolamentazione depositato presso i propri uffici di redazione. www.newentry.eu 57


RIFLESSIONI

GRAVE “Grave” è un aggettivo che uso spesso e che trovo denso di significato. “Dotato di peso, soggetto alla forza di gravità.” In senso figurato, “grande, serio, importante, carico di conseguenze spesso negative; difficile da sopportare, doloroso, intenso.” Ma anche “dignitoso, solenne, sostenuto”. In musica, “il movimento musicale più lento, il suono, la nota più bassa.” (Dizionario Sabatini Colletti). Grave, in tutte le sue sfumature, è un aggettivo che si intona bene con la vita. Incontro molti sguardi gravi. Carichi del peso di una vita che spalanca porte inaspettate, che getta in esperienze che non si sarebbero mai volute vivere, che obbliga ad aprirsi verso orizzonti vasti e complessi, a navigare mari sconosciuti. Porto con me quegli sguardi. Porto con me le domande che stanno dentro quegli sguardi. Mi obbligano a riflettere, a cercare. Per me, attraverso loro. Per loro, attraverso me. Quegli sguardi gravi hanno perso l’ingenuità di visioni semplici del mondo, di risposte note e collaudate. Quegli sguardi guardano

realtà che non avevano immaginato, e che ora invece devono vivere ed elaborare. Per non esserne travolti, per farne qualcosa di significativo, che dia senso al loro cammino. Gli sguardi gravi nascono da una rottura della continuità, che ti butta fuori dalla tua routine, dalla vita che conoscevi. Puoi essere sperduto, arrabbiato, depresso, e tutte queste cose insieme, ma la continuità si è rotta, e indietro non si può più tornare. Tante volte mi sono sentita dire “vorrei la mia vita di prima, rivoglio indietro la mia vita”. Poi, quando la fuga finisce, e la consapevolezza del cambiamento si fa carne, è allora che arriva quello sguardo grave. In quegli sguardi riconosco compagni di viaggio. Quegli sguardi mi fanno amare quelle persone e il mio lavoro, che mi permette di incontrarli. La vita è complessa e piena di sfumature. Tutto questo pesa, ci grava, ma ci salva anche. Ci dà appigli per tirarci su laddove non pensavamo ci potessero essere. Lo sguardo grave sa che deve arrendersi e aprirsi. Finché c’è vita c’è vita. È più che “finché c’è vita c’è speranza”. Perché a volte la speranza vacilla, la vita no. A tutti quegli sguardi gravi… Vi porto nel cuore. Spero che sentiate che sono con voi. Marcella

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis

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Anno 25- N°07 del 10/05/2019

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48


RIFLESSIONI

OCCHI AZZURRI E GERANI LE TERRE DELLA TRISTEZZA “Non l’accetto, non l’accetterò mai.” Due occhi azzurri mi guardano, tristi; occhi di bambino invecchiato. L’ictus ha spazzato via progetti e reso amari i desideri non più realizzabili, e ancora così vivi. L’ha scaraventato in una vita che non riconosce più come sua. Per quanto le storie siano molto diverse, mi fa pensare ai transgender, identità imprigionate in corpi estranei, non sintonici. Anche l’uomo che mi sta di fronte è imprigionato in un corpo che sente estraneo, che non è più sintonico; un corpo che l’ha tradito. E dentro a quel corpo, uno spirito giovane, forse troppo per la sua età. Non lo aiuta, in queste circostanze. L’ha spinto in avanti nella sua vita attiva, ma ora lo trattiene in un passato che non sarà più, con strumenti inadeguati per far fronte a un presente che invece c’è, duro, senza sconti. Ogni tanto quegli occhi ridono ancora: l’intelligenza e l’ironia non gli mancano. In un lampo, si intravede l’uomo che è stato. Così come in un attimo la sua vita è cambiata, e quell’accidente cerebrale gli ha sottratto ciò a cui teneva di più, le cose per lui più importanti. Via il lavoro, via l’indipendenza, via la possibilità di guadagnare, via molti che credeva amici. E fra poco via anche dal paese che ha amato, in cui ha sempre desiderato vivere, per rientrare nel paese in cui è nato e che non ha mai amato, che ha sempre sentito estraneo, freddo, lontano da sé. La vita può essere molto dura. Torno a casa, alla mia vita. Ha smesso di piovere, mi affaccio alla finestra. Da quella accanto fanno capolino dei gerani. Benvenuti, stasera. Siete una sorpresa. Un guizzo di colore, di gioia. Rachele

Oggi le storie di vita ascoltate si intrecciano nella mia testa. Hanno depositato tracce e formato uno stato d’animo triste, che contrasta con la primavera in sboccio intorno a me. Così mi concentro sulla lista della spesa e spingo il carrello tra gli scaffali del supermercato. Immergermi nel quotidiano spesso mi aiuta; guardo i prodotti, leggo le etichette: ma è più facile allontanare i grassi idrogenati che scacciare la tristezza. Oggi ha deciso di tenermi compagnia. Così, eccomi a vagare tra le sue terre, che sono varie e sfumate. Ripenso a una frase letta nel libro di Solomon “Lontano dall’albero”: “Se il più delle volte mi sono invaghito degli amici che adoro per la loro saggezza, umanità, generosità simpatia, lì ho amati con la massima intensità nei loro o miei momenti di tristezza: c’è una vicinanza psicologica, nei momenti di desolazione, che la felicità non permette.” Mi colpisce perché mi ci ritrovo. È la mia esperienza quotidiana di lavoro con le persone, oltreché esperienza di amica. Quella vicinanza stasera mi fa stare anche bene. Le terre della tristezza hanno sfumature di bellezza e di apertura alla vita. In quelle terre si può essere nel cuore dell’umanità. Attraversare quelle terre, oggi, mi fa sentire profondamente viva e profondamente collegata agli altri. Ancora Solomon: “…ci si può mantenere più aperti alla ricchezza del dolore che alla disperazione senza vie d’uscita.” A volte rimanere aperti alla ricchezza del dolore porta in dono la ricchezza della vita. Vanessa

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