New Entry Magazine - Edizione di Brescia, Mantova e Cremona

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Anno 27 - N°03 del 28/02/2021 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti

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New Entry il Giornale della Gente New Entry Magazine

BRESCIA - MANTOVA - CREMONA

CULTURA GENERALE, TERRITORIO, INTERVISTE ESCLUSIVE E TANTO ALTRO... pag.4 RICORDI pag.6 FROLLINI AL COCCO pag.7 AMO I BAMBINI... pag. 9 LA GRATITUDINE

pag.10 LE MANI DI NOI DONNE pag.16 ALFA ROMEO CANGURO pag.20 GOTHAM - Serie TV pag.24 SPECIALE MEZZANE

pag.28 STEPHANY - Fumetto pag.38 PAOLA CREMONESI pag.48 MISS NEWENTRY 2021 pag.56 MOROSINI E ASTORI

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PERCHÈ FARE L'IGIENE DENTALE DAL DENTISTA REGOLARMENTE? Le malattie più frequenti della bocca sono la malattia cariosa (o CARIE) e la malattia parodontale (chiamata comunemente PIORREA). Queste patologie orali non sono ereditarie né legate all’età ma sono causate dai batteri presenti nella placca dentale, quella patina molle che si forma su denti e gengive se non si spazzola correttamente. La CARIE è una malattia infettiva, causata da più fattori, che colpisce i tessuti duri del dente (smalto e dentina) estendendosi dalla superficie del dente fino in profon-

dità e provocando una loro progressiva degenerazione e perdita. La patologia cariosa rappresenta una delle malattie più diffuse nel mondo tanto da essere considerata una malattia sociale, la quarta patologia da trattare per numero di casi, più costosa in termini economici. La PIORREA è una patologia che interessa le strutture di supporto dei denti (osso, gengiva e legamento del dente alla gengiva). Il primo stadio di questa malattia orale è rappresentata da una semplice gengivite, una infiammazione della gengiva che si manifesta come gonfiore, arrossamento e sanguinamento. Circa il 60% della popolazione italiana è affetta da una forma di piorrea da lieve a grave. Circa il 10-14 % è ammalata di piorrea grave che, in assenza di adeguata diagnosi e terapia, può portare alla perdita

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SPECIALE

di alcuni denti. Una quota rilevante di queste patologie non viene attualmente diagnosticata né adeguatamente trattata. Il modo più efficace per prevenire l’insorgenza di CARIE e PIORREA è il controllo della placca attraverso una efficace rimozione quotidiana (spazzolino e strumento interdentale) e attraverso sedute di igiene orale professionale periodiche (ogni 4-6 mesi). L’IGIENISTA DENTALE, in possesso di laurea di primo livello, è la figura professionale che si occupa di prevenire, intercettare e curare le malattie gengivali e parodontali e attuare tutte le strategie per rinforzare lo smalto fragile, bloccare le piccole carie attraverso: - Igiene orale professionale; - Istruzione personalizzata al corretto uso dello spazzolino e scovolino/filo interdentale; - Applicazioni di mousse/vernici al fluoro remineralizzanti; - Sigillatura dei solchi dei denti posteriori; - Programma di richiami di igiene personalizzati.

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Editoriale

NEW ENTRY MAGAZINE il Giornale della Gente

RICORDI

Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.

Anno 27 - N°03 del 28/02/2021 www.newentrymagazine.it New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrymagazine New Entry Television I NOSTRI CONTATTI redazione@newentrymagazine.it bergamo@newentrymagazine.it brescia@newentrymagazine.it

Sono più di 26 anni che distribuiamo questa rivista in provincia di Bergamo e già 16 in provinvia di Brescia, Mantova e Cremona. Ormai conosciamo ogni angolo di questi circa 80 paesi dove con dedizione e professionalità portiamo in tutti i negozi le copie necessarie per accontentare tutti i lettori che non vogliono perdere nessun numero di questo semplice ma profondo mezzo di comunicazione. Mai come in questi ultimi anni si trovano tante serracinesche abbassate, negozi abbandonati che ai più magari non dicono nulla ma in noi fanno rivivere ricordi, chiacchierate, strette di mano, abbracci, pianti, sorrisi... Ebbene sì, dentro quei negozi dismessi c’era vita, c’erano amici, famiglie intere che per sostenersi e anche per passione, avevano intrapreso la loro avventura. In quei negozi ora spenti c’erano speranze, esperienze, amici. Ora parlano i ricordi... passando accanto alla porta d’entrata sembrano riecheggiare quelle voci, quelle emozioni e sensazioni che ci hanno accompagnato per gran parte della nostra vita. Alcune amicizie profonde sono rimaste, altre si sono perse nel cigolio di quella serracinesca che si abbassa ma i pensieri, i sorrisi vissuti quelli no, non si perdono... rimangono custoditi nel profondo del cuore come del resto quelli di coloro, che a distanza di anni sono rimasti fedeli alla rivista e che non potrò mai dimenticare: uno su tutti “Maes” di Treviolo che oltre ad una bella amicizia, da più di 20 anni è presente ininterrottamente come inserzionista sostendo attivamente la nostra rivista. Gianluca Boffetti

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Ed è Poesia

Riflessioni

“Per Marco”

Quella fantastica sera. . . Tu ti commovesti al canto straordinario, dei miei, ora anche tuoi Beniamini. . . Il canto di una storia anche tua. . . So che ora sei felice, ma “PIERRE” ci unì in un’amicizia, unica e meravigliosa. . . e il tuo, il mio, il grande coro di gioventù ti coinvolse, e il tuo volto si rigò di una lacrima senza tempo. . . Erminia Bertulessi

“Giorno” Siamo nuvole che sospese nel tempo muovono i passi del vivere giorno dopo giorno avanziamo in un infinito che ci avvolge senza fine portatori di pace e portatori di male, ci distinguiamo. Giuzzi Daniela

“Indifferenza”

PER CAPIRE

Per capire cosa è la felicità guarda un bambino mentre gioca. Per capire cosa è la fiducia guardalo negli occhi e prendilo per mano. Per capire cosa è la saggezza parla con gli anziani. Per capire cosa è la sofferenza parla con chi ha perso una persona cara. Per sapere cosa sono la fame e la sete vivi con chi non ha cibo e acqua. Per capire cosa è la miseria fai volontariato nel sud Africa. Per capire cosa è la carità dona col cuore. Per capire cosa è la vita contribuisci a salvarne almeno una. Per capire cosa è la malattia aiuta chi è malato. Per capire cosa è la morte entra in guerra. Ma se vuoi capire SEMPLICEMENTE come sei tu guarda negli occhi dei tuoi amici e nemici, parla con chi ti conosce a fondo e a chi hai rivolto solo un saluto. Ripensa alle tue azioni di ogni giorno, a quello che potevi fare e non hai fatto. SOLO COSI’ POTRAI CAPIRE CHE TIPO DI PERSONA TU SIA E SE OGNI FINE GIORNATA GUARDANDOTI NEGLI OCCHI, ALLO SPECCHIO, NON TI VERGOGNERAI DI QUELLO CHE VEDI RIFLESSO POTRAI DIRE DI AVER DATO IL MEGLIO DI TE. Pamela Dedica a...

IL GIARDINO DEL CUORE La maschera dell’indifferenza cela l’ignobile, osanna lealtà e poi pugnala alle spalle l’innocenza, schernendo le proprie ferite. Scalvini Roberta

Dedicato a mia moglie Sei tu il mio Fiore e col mio amore ti voglio innaffiare. Lo so, non sono un grande giardiniere ma se un giorno non riuscirò più a farti sbocciare, io con te vorrei seccare !! Giordano 05


GUSTO A TAVOLA

FROLLINI AL COCCO Ingredienti: 150 grammi di cocco grattugiato (farina) 80 grammi di zucchero morbido 80 grammi di burro 100 grammi di farina 2 uova intere 1 bustina di lievito per dolci 1 bustina di vanillina Zucchero a velo Preparazione ricetta Lavorare il burro con lo zucchero. Aggiungere poi le uova. Mescolare le farine compreso lievito e vanillina. Lavorare tra di loro gli ingredienti secchi e liquidi fino ad ottenere un panetto, dopodiché far riposare in frigo per almeno 1 ora. Stendere poi il panetto e ritagliare i biscotti, su

carta da forno passare alla cottura per circa 15/20 minuti a 150° Spolverizzare zucchero a velo in superficie. Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna

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Riflessioni

AMO I BAMBINI CHE SANNO ANCORA PIANGERE! “Papà, mi prometti che non ti arrabbi se ti dico una cosa?”. “Cosa?”. “No, prima devi promettere”. “Ok, non mi arrabbio, promesso”. “Oggi ho pianto davanti a tutta la classe”. “E perché?”. “Perché la maestra mi ha detto che non ho fatto bene i compiti e mi ha fatto venire le lacrime agli occhi”. “E secondo te dovrei arrabbiarmi per questo?”. “I miei amici dicono che piangere è da stupidi, che solo i bambini deboli piangono”. “Ma tu sapevi di aver fatto male i compiti?”. “No, credevo fossero giusti. Li ho fatti con la mamma ieri”. “Allora ascoltami bene. Ci sono due cose che sto per dirti e che dovrai ricordare per sempre. Promettimi che non le dimenticherai”. “Ok, papà, prometto”. “Prima cosa: diamine, sono fiero di te. Sapere che sai piangere è una benedizione. Le lacrime non sono una cosa brutta, sono una cosa meravigliosa. Credimi, piangere non è affatto da stupidi. Se piangi significa

che stai provando emozioni, che sei vivo, che non sei un burattino di legno senza alcun sentimento. E scommetto che anche i tuoi amici avranno pianto un’infinità di volte, anche se vogliono farti credere il contrario. Quindi piangi ogni volta che vuoi, piangono tutti, e non vergognarti mai delle tue lacrime, loro fanno parte di te. Sappi che spesso sono proprio le lacrime a farti sentire meglio quando stai male, quando ti fa male qui, proprio dentro al cuore”. “E la seconda cosa?”. “Sbagliare è normale. Fare certe cose in modo sbagliato è normale. Sai che anche la mamma e io abbiamo sbagliato un sacco di volte? È dagli errori che si impara, non imparerai mai niente dal fare le cose sempre in modo giusto. Sentiti sempre libero di poter sbagliare. Amo i bambini che sanno ancora piangere e che non hanno paura di sbagliare”. Articolo estratto dalla pagina Facebook di Sabrina Ferri 07


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ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

LA GRATITUDINE La gratitudine non è solo dire grazie con le labbra ma va ben oltre. Dopo aver ricevuto la spiritualità del programma dei dodici passi di Alcolisti Anonimi, ed essersi resi conto della grazia ricevuta, diventa importante trasmettere l’essenza del nostro programma e la frequenza nei nostri gruppi A.A. Uscire da noi stessi per andare verso gli atri. Basta, con la sola voglia di pretendere senza dare nulla in cambio.Il ricevere e il dare ora da un senso alla mia vita sapendo di poter essere utile ma non indispensabile. Donare la speranza aiuta me stesso e mi da il vero senso di appartenenza. Io grazie a Dio, ora appartengo a questa grande famiglia, e per me è doveroso continuare a farne parte con tutti i suoi principi, valori e doveri. L’ ultimo mio dodicesimo passo, o meglio messaggio di speranza trasmesso ad un amico che poi a tutti i costi voleva pagare

in denaro, mi disse che era molto strano che fosse tutto gratuito. Gli risposi che il nostro scopo nella vita non era solo aiutare gli altri ma soprattutto noi stessi. Gratuitamente abbiamo ricevuto la possibilità di recuperarci dall’ alcolismo e gratuitamente doniamo la speranza a chi desidera di essere libero dall’ossessione per l’alcool. Ora nelle mie preghiere, ringrazio sempre Alcolisti Anonimi che mi ha aiutato a trovare un Dio d’amore che mi conservi come strumento di verità. Serene 24 ore a tutti. Massimo alcolista

Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it Riflessioni

IL CAMBIAMENTO C’è qualcosa di particolarmente doloroso nella percezione del cambiamento. Tanto tempo fa, nella mia lontana infanzia ci sentivamo come giovani alberi circondati dai massicci tronchi robusti di due o tre generazioni intorno a noi. Ci proteggevano, di creavano senso di sicurezza, di conforto, che ci permetteva di crescere spensierati. Intorno a noi c’era calma e serenità, anche se fuori si scatenava la tempesta. Piano, piano i maestosi fusti si sono diradati, sentivamo le gelide fruste di pioggia, gli impeti soffi di vento. Ma crescendo ci eravamo irrobustiti e abbiamo resistito. E all’improvviso ci siamo resi conto, che da protetti ci siamo trasformati in protettori. Dentro, dove fino a ieri eravamo noi, erano apparsi i sottili fusti di alberi nuovi.

Adesso toccava a loro crescere spienserati, a noi di custodire la loro infanzia. Quello, che una volta sembrava eternità si è trasformato in un cosa passeggera e i posti sono cambiati. Logico, inevitabile, naturale, ma arrivato così in fretta, in modo impercepibile, quasi crudele. Darina Naumova 09


Riflessioni

LE MANI DI NOI DONNE Mà- mani in dialetto. Molti proverbi e battute esistono in dialetto, riferiti alle mani, sicuramente perché una volta la maggioranza delle persone faceva lavori manuali, pertanto le mani si prestavano a tantissimi detti, dai più seri ai più scherzosi, a espressioni metaforiche significative. “Töga sö la mà”: imparare ad usare un mezzo, un attrezzo, ma anche prendere confidenza con un lavoro di qualsiasi genere o con una situazione ricorrente. “Chè càsset a mà?”: cosa vai a rimuginare o a complicare?. “L’è bù a fa nà le mà”: è capace di difendersi o è abile e svelto a lavorare. “A portada de mà - amanìt”: a portata di mano, riferito a cose, luoghi o persone. “L’è ‘na persuna ala mà”: è una persona alla buona, semplice. “L’è zó de mà”: è fuori percorso, scomodo da prendere. “Èser a mà öde”: essere a mani vuote, povero. “Ladì de mà”: facile a menar le mani.

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“Fa nà le mà”: picchiare, ma anche gesticolare e pure lavorare veloci. “Fa ‘n ótra mà”: fare un altro giro di carte. “Dà un manroèrs”- dare un manrovescio. “G’ho mia quàter mà!”- non ho quattro mani, quando ci viene richiesto di fare più cose nello stesso momento. “Tègner a mà”: risparmiare, tenere stretti i soldi in mano. Come si può notare, grande è l’importanza delle mani, espressa in dialetto senza giri di parole. Con le mani si possono fare un’infinità di gesti, gentili o cattivi, utili o futili. Usare contemporaneamente le mani per fare più di una cosa, tenendo collegata anche la testa, è un comportamento quotidiano nel quale noi donne siamo davvero specializzate! Sappiamo infatti fare più lavori, da quelli casalinghi, a quelli professionali, a quelli creativi, dividendo a volte anche una mano dall’altra, per ottimizzare tempi sempre più ristretti, districandoci tra mille incombenze quotidiane, ma tenendo sempre attivo il cervello per sopperire pure alle dimenticanze di chi vive con noi ed è distratto (o troppo abituato ad avere chi gli ricorda tutto). Tuttavia i gesti più belli che le mani di noi donne sanno regalare a chi vogliamo bene, è accudire e coccolare ( i nostri bambini prima e i genitori anziani poi, oltre a fidanzato o marito); accarezzare (anche metaforicamente): per affetto, per amicizia, per consolare, per incoraggiare. Olfi Ornella


Dedica a...

Dedica a Giulia Bolognini di Sotto il Monte (BG) per il suo diciottesimo compleanno, che festeggerà il 25/03/2021

“Ci sono date che rimangono custodite nello scrigno del nostro cuore e il solo pensiero rievoca ricordi impareggiabili. Quando mi è stato detto che saresti entrata a far parte della mia vita, avevo 8 anni e quando sei nata, lo sai, non sono riuscita a dormire dalla forte emozione che provavo al solo pensiero di vederti la mattina successiva. Hai condiviso con me i momenti più salienti della tua infanzia e adolescenza ed ora sei pronta a credere ancora di più in te stessa, per costruire un futuro all’altezza dei tuoi desideri. Buon diciottesimo compleanno, sorellina. Ti voglio bene... Silvia

BELLEZZA Seguendo le nuvole e i tralicci, siamo approdati in questo luogo che costeggia l’autostrada, e tra foto e sguardi, abbiamo visto scendere il tramonto. Quanta bellezza anche in una periferia urbana un po’ desolata, tra campi verdi sotto la luce radente del sole, tralicci svettanti e maestosi, cieli aperti verso le montagne. Tornando poi a casa, nelle luci sempre più scure della sera, tutto ciò che scorreva sotto i nostri occhi continuava ad essere bellissi-

Riflessioni

mo. Come le corde simpatiche di un liuto, eravamo in risonanza con la bellezza. sguardiepercorsi 11


In collaborazione con

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Riflessioni

LA MASCHERA Avevo 24 o 25 anni, un fisico asciutto, perfetto ed alle Cupole di Manerbio (balera che frequentavo abitualmente) davano un ballo mascherato. Mi presentai vestito e truccato da donna, credetemi, ero uno schianto, ma sbagliai il giorno, era il sabato successivo, ero l’unico in maschera. Quel che è accaduto lo spiego in seguito... LA MASCHERA Quand’ero giovinetto (24-25 anni), avevo un fisichino niente male, un vitino da vespa, un viso bello ovale. Eravam più o meno sotto carnevale e la balera che abitualmente frequentavo dava un ballo in maschera, ho pensato: voglio partecipare! E così un sabato sera mi preparai a puntino: mi vesto da modella. Una parrucca mora, tacchi a spillo, due ore di trucco da parte di mia sorella mi avevan reso proprio bella. Ma quando sono arrivato alla balera mi sono reso conto che avevo sbagliato il giorno, era il sabato successivo il ballo mascherato, io ero l’unico ad esser “travestito”. Chiesi al botteghino: “posso entrare lo stesso così vestito?” “Per la miseria, ma sei tu Giordano? Vaccocane, ma sei uno schianto, sai che se non parlavi non ti avrei riconosciuto? Entra pure, farai girar la testa a qualche attempato signore”. Aveva ragione, tre cavalieri mi invitarono a ballare, ma quando dicevo che mi chiamavo Giordana (la mia vocina non è proprio da donna) mi guardavano stralunati, facevano una gran risata e mi riaccompagnavano al posto. Un signore alto elegantissimo, distinto con i capelli all’indietro (alla leccati da un cane), mi invitò a ballare un lento, all’improvviso con fare distratto, abbassò una mano e me la mise sul “pacco” (o perbacco), e poi pian pianino incominciò a toccarmi il sederino. “Senti un po’ chicchessia, mi fai il favore di togliermi la mano dal culo?” Il bellimbusto insisteva e forte mi stringeva; “Ohilà, finché si scherza è un conto, ma adesso o

allenti la presa o giuro ti stendo”. A quelle mie “dolci”parole mi lasciò andare ed al mio posto tornai a sedere. Quel fatto accaduto mi fece pensare, quel tipo arrogante aveva gusti un po’ strani, ma se fossi stata realmente una donna, come avrei reagito a quelle avances che mi avevano schifato? Non avendo forza alla pari; intelligenza ed arguzia avrei dovuto usare per scrollarmi di dosso quel gran maiale. Lui si che indossava una maschera, sto porco magistrale. Ho sempre avuto un grande rispetto per il gentil sesso, ma da quel giorno in me è cresciuto a più non posso, per una volta ho provato ad esser donna portando la gonna, ma la loro pazienza, acume, intelligenza, sono qualità troppo alte, non sono in mio possesso. Giordano

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PAPÀ

Leggo che ad oggi a Montichiari vivono 3 centenari….complimenti a loro per questo importante traguardo!! Inevitabile per me pensare che quest’anno anche mio papà avrebbe compiuto 100 anni. Purtroppo però ne ha vissuti solo poco più della metà, essendo mancato a 52 anni. Non riesco neppure ad immaginare come sarebbe diventato fisicamente da anziano. A parte l’ultimo periodo in cui era malato, debilitato, sempre a letto, io lo ricordo un bell’uomo, un po’ robusto ma dal portamento elegante, con i capelli brizzolati pettinati indietro, lineamenti regolari, sguardo fiero e severo. Fisicamente assomiglio parecchio a lui e ne sono contenta. Soprattutto i padri di una volta cercavano il figlio maschio per continuare il casato. A casa mia eravamo invece tre femmine, che hanno però ereditato dal papà molte somiglianze e abbiamo tramandato qualche suo tratto anche ai nostri figli. Mio papà sicuramente ne sarebbe orgoglioso! Capita spesso, purtroppo, che ci si rende conto maggiormente di quanto si amano le persone che ci vivono accanto, proprio quando non ci sono più, specialmente avanzando con l’età, quando si comprende che le priorità della vita sono proprio gli affetti. D’altronde quando

il papà ci ha lasciato io ero una ragazzina, nel fermento dell’adolescenza, nel classico periodo un po’ di ribellione, con tanti sogni e progetti nella mente; sapevo della sua malattia grave e inguaribile, perciò il grande dolore è stato mitigato dalla mia frenesia di guardare al futuro, associato all’immenso dispiacere di dover interrompere gli studi per aiutare la famiglia. Solo col tempo ho elaborato veramente il lutto, ma la sua mancanza si è acuita nei momenti più belli della mia vita, quando avrei tanto voluto averlo accanto per condividerli con lui. Gli mando un augurio affettuoso, anche se è presente nei miei pensieri non certamente solo in occasione della sua festa. Ornella Olfi

Ed è Poesia

“I giorni della merla”

Di brina è tutto bianco che freddo che è arrivato, la merla ed i suoi piccini 14

sono entrati nel camino. Il merlo tutto solo è rimasto poverino piange e si dispera il povero tapino. Trema e batte il becco il merlo poveretto. Il termometro è sottozero ed il merlo duro e dritto è diventato, Saputa la notizia, la merla è corsa fuori Voi figlioli, restate nel camino io devo andare dal papino! Giordano



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Siamo nel lontano 1964, l’ anno in cui Clay stese Liston, divenendo campione del mondo, i sessanta furono uno dei decenni più agitati e sconvolgenti di sempre. Nel 1964 in Italia, spopolava Gigliola Cinquetti con “ Non ho l’età “, mentre la Ferrero ad Alba lanciava sul mercato la Nutella. Di lì a pochissimi anni sarebbe scoppiato il finimondo, nel 1968 cominciarono le rivolte studentesche e tutti quei movimenti che volevano cambiare il mondo e la società… L’Italia non ne fu di certo immune, venne scon-

volta e “Scoperchiata“ da tutta una serie di mutazioni degli usi e consuetudini della società che quasi non ebbe precedenti nella storia della nostra repubblica. Nell’incantata Parigi, durante il salone dell’automobile del 1964 appunto, furono tolti i veli ad una delle one off più affascinanti di sempre del biscione. La Canguro, si mostrò in tutta la sua bellezza e con tutti gli avanguardismi di cui era portatrice in campo automobilistico. Ne fu prodotta una sola, motorizzata con il leggendario bialbero con due carburatori, svilup-

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pava la notevolissima potenza di ben 170 CV a 7500 rpm. Trazione posteriore e cambio a cinque marce. Le linee vennero plasmate dalla matita di Bertone, risulta particolarissima alla vista, linee affusolate e filanti, sedere corto con coda tronca e muso lungo, quasi a protendersi verso l’asfalto. Ampie e bombate le superfici vetrate, vennero incollate al corpo vettura con un particolare tecnica di derivazione aereonautica. Questo consentì che l’altezza della vettura risultava essere di soli 105 cm. Il telaio era tubolare, di strettissima derivazione TZ. Di questa leggerissima e molto veloce sportiva non si sa molto, ancor più difficile risulta vederla essendo appunto un esemplare unico. Sotto il lunotto posteriore troneggiava la ruota di scorta. Ovviamente data la natura della macchina, è un due posti secchi. Fu distrutta durante un test della stampa all’autodromo di Monza, la stessa venne condotta poi in un deposito dove rimase per un lungo tempo. Passò in mani tedesche, sino a finire nel paese

del sol levante, dove un collezionista la restaurò e ora fa sfoggio di tutta la sua unicità in rarissime e selezionate occasioni. Il restauro non fu semplice a causa delle molte parti mancanti e al fatto poi che stiamo parlando in un pezzo unico. Visse due volte appunto, una prima e breve vita, l’incidente e poi scartata per la produzione in serie in quanto troppo estrema e costosa. Ora si fa ammirare come dicevo, mi fa pensare quando la guardo sullo sfondo del mio pc e credo che di auto così non ne faranno più. Più guardo i listini di oggi, più mi rendo conto che non fanno per me, troppi schermi, troppa tecnologia. Per chi come me ama guidare e cercare di capire di che pasta è fatta una macchina, oggi trovo sempre meno differenze e sempre più appiattimento. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com

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RIDIAMOCI SOPRA

Una voce flebile al telefono: “Dottore, sono Rossi, sono quello che era venuto da lei perché molto stanco”. “E allora?”. “Dottore, non riesco ad aprire il flacone delle medicine!”. Degli amici si trovano al bar, uno salta su e dice: “Ah, io questa settimana ho venduto addirittura 30 macchine! E tu?”. “A beh, anch’io... ho venduto un orologio a cucù a un carabiniere”. “Beh non mi sembra una gran vendita...”. “Sì, ma gli ho venduto anche 2 chili di mangime per l’uccellino”. Il marito rincasa e trova un uomo nudo in camera da letto. “Che cosa ci fa lei qui?” sbraita infuriato il marito. “No, guardi, le spiego. L’apparenza inganna! - replica l’altro - Io ero a letto con la signora dell’ultimo piano. Il marito è rientrato prima del previsto e io sono fuggito dal balcone così com’ero. Sua moglie mi ha fatto entrare e... io mi sono trovato qui... così”. “Ah, quand’è così...” si calma l’uomo e fa restare a cena lo sconosciuto, gli presta un vestito, rimangono lì dopocena ... Nel cuore della notte, il marito si sveglia e salta addosso alla moglie insultandola. “Ma caro, che fai?”. “Che faccio? Noi abitiamo all’ultimo piano!”.

LA GIOIA DELL’ETICA Un’antica favola africana racconta del giorno in cui scoppiò un grande incendio nella foresta. Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati. Mentre fuggiva veloce come un lampo, il leone vide un colibrì che stava volando nella parte opposta. “Dove credi di andare? - chiese il Re della foresta. - C’è un incendio, dobbiamo scappare!” Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua nel becco da buttare sull’incendio”. Il

Un carcerato dice alla guardia: “Senta... l’altro ieri ho lasciato il mio spazzolino da denti sul letto e me lo hanno rubato. Ieri ho lasciato il pettine sul letto e mi hanno rubato anche questo. Oggi ho lasciato un attimo i calzini sul letto e indovini un po’? Rubati anche questi! Sa cosa comincio a sospettare?”. “No, cosa?”. “Comincio a sospettare che qui in carcere ci siano dei ladri”. Bussano alla porta. Il marito dice alla moglie: “Saranno sicuramente i vicini che ci chiedono di nuovo qualcosa in prestito! Io mi sono proprio scocciato, inventati una scusa e non dargli niente, ci hanno già chiesto un sacco di cose e non ce le hanno più restituite!”. La moglie allora risponde: “Hai ragione, ma la colpa è tua che gli dai sempre tutto. Perché non te la inventi tu una scusa?”. “Buona idea!”, dice il marito andando ad aprire la porta. Il vicino, tutto sorridente: “Buongiorno, le volevo chiedere se oggi pomeriggio ha intenzione di usare il tagliaerba ...”. “Eh, sì, purtroppo! Io e mia moglie abbiamo deciso di dedicarci al giardino per tutto il pomeriggio”. “Ci avrei scommesso. Allora penso che sarete troppo impegnati per usare le mazze da golf. Non è che ce le presterebbe?”. Riflessioni

leone sbottò: “Sei impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigante con quattro gocce d’acqua!?” Al che, il colibrì concluse: “Io faccio la mia parte”. Renzo 19


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Gotham è una serie televisiva statunitense ideata da Bruno Heller e prodotta da Warner Bros. Television dal 24 settembre 2014 al 25 aprile 2019 sull’emittente Fox, basata sui personaggi della DC Comics che appaiono nel franchise di Batman (principalmente James Gordon e Bruce Wayne). In Italia la serie è trasmessa dal 12 ottobre 2014 al 21 luglio 2019 sul canale a pagamento Premium Action e, in chiaro, su Italia 1 e Italia 2. Trama La serie segue le vicende della recluta del dipartimento di polizia di Gotham City Jim Gordon, in coppia con l’investigatore Harvey Bullock, e delle loro indagini riguardo i crimini che avvengono in città. Nel frattempo, il giovane Bruce Wayne resta orfano dopo l’omicidio di suo padre Thomas Wayne e di sua madre Martha Kane, venendo affidato alle cure del maggiordomo di famiglia, Alfred Pennyworth. Prima stagione Gordon e Bullock sono incaricati di risolvere lo sconvolgente omicidio dei coniugi Wayne, apparentemente avvenuto per una rapina finita male. Nelle indagini il duo è aiutato dagli investigatori Renee 20

Montoya e Crispus Allen, dallo scienziato forense Edward Nygma e dal procuratore distrettuale Harvey Dent. Durante i tentativi di ripulire la città dal crimine, Jim si separa dalla fidanzata Barbara Kean dopo che quest’ultima viene minacciata dalla mafia per intimorire il detective; successivamente si innamora ricambiato della dottoressa Leslie Thompkins e Barbara, dopo essere impazzita a causa di un altro rapimento da parte di un criminale, cerca di ucciderla finendo per essere arrestata. Mentre indaga a sua volta sull’omicidio dei suoi genitori, Bruce fa la conoscenza delle giovani ladre di strada Selina Kyle e Ivy Pepper. Nel frattempo, il giovane criminale Oswald Cobblepot si fa astutamente strada nel mondo criminale della città scalando i vertici del potere; Jim e Harvey si troveranno coinvolti nelle guerre mafiose della città tra Fish Mooney, Carmine Falcone e Salvatore Maroni. Seconda stagione Dopo la morte di Mooney e Maroni e il ritiro di Falcone, Oswald è ora alle redini della criminalità organizzata della città. Theo Galavan arriva a Gotham con sua sorella Tabitha per candidarsi come sindaco, sebbene segretamente intende usare il suo ruolo


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per vendicarsi di un torto subito ai suoi antenati da parte della famiglia Wayne. Dopo che Jim uccide Galavan, il corpo di quest’ultimo viene recuperato dallo psichiatra a capo dell’Arkham Asylum Hugo Strange, che trasforma Galavan nell’antico assassino vigilante Azrael. Nei panni di Azrael, Theo cerca di uccidere Jim per vendetta, ma viene fatto saltare in aria da Oswald con un bazooka. Oswald viene mandato all’Arkham Asylum, dove scopre una struttura segreta gestita dalla Wayne Enterprises chiamata Indian Hill, dove Strange sta compiendo esperimenti disumani sui detenuti per condizionarli mentalmente e dotarli di poteri incredibili. Jim indaga su Indian Hill, che si scopre essere controllata da un’organizzazione segreta chiamata Corte dei Gufi. Con l’aiuto dell’esperto tecnico Lucius Fox, Alfred e Bruce, Jim chiude Indian Hill. Tuttavia, all’insaputa di tutti, una Mooney rianimata è fuggita con un autobus di metaumani, incluso un clone di Bruce, creato da Strange, che ora vaga per Gotham. Terza stagione Sei mesi dopo gli ultimi avvenimenti, Jim è diventato

un cacciatore di taglie che lavora per rintracciare i mostri fuggiti da Indian Hill. Ha una breve relazione con la giornalista Valerie Vale e, seguendo un suo consiglio, tenta di riconciliarsi con Leslie che ora sta uscendo con il figlio di Carmine Falcone, Mario, mettendo Jim in disaccordo con lui. Nygma fa i conti con la sua personalità criminale de l’“Enigmista”, e rivaleggia con Oswald nel mondo criminale. Jervis Tetch arriva a Gotham per trovare sua sorella Alice, che possiede un virus nel sangue che fa impazzire chiunque ne entri in contatto. Il nuovo capitano del GCPD, Nathaniel Barns, viene infettato dal “virus Tetch” trasformandolo nel criminale “Esecutore” il cui obiettivo è giustiziare tutti i criminali, ma alla fine viene fermato dal GCPD. La Corte si impossessa del virus e lo usa per infettare Gotham al fine di distruggerla e ricostruirla “ripulita” dalla criminalità, tuttavia Mooney rapisce Strange per creare la cura al virus. Nel frattempo, Bruce viene catturato dalla Lega degli Assassini che lo addestra e condiziona mentalmente per renderlo idoneo a essere l’erede designato del “testa del demone” Ra’s al Ghul, sebbene riesca

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a riprendersi dopo essere stato costretto a uccidere e rianimare Alfred. Prendendo consapevolezza della propria identità, Bruce inizia a operare per le strade come vigilante mascherato. Quarta stagione Gordon e Bullock continuano a risolvere i crimini a Gotham City; Bruce pattuglia le strade di Gotham di notte come un vigilante mascherato; Cobblepot inizia una campagna per dominare la malavita della città approfittando di un sindacato criminale legalizzato; Nygma scopre che le sue facoltà mentali stanno diminuendo come effetto collaterale dell’essere stato congelato da Oswald; Jonathan Crane abbraccia il suo ruolo di Spaventapasseri, identità criminale con cui terrorizza gli abitanti di Gotham; Ivy cambia aspetto dopo aver assunto delle droghe e diventa una criminale; Butch Gilzean diventa il metaumano Solomon Grundy dopo che il suo corpo è stato gettato in una palude inquinata di rifiuti tossici; Sofia Falcone, figlia di Carmine, giunge a Gotham per rivendicare l’impero criminale di suo padre seminando morte lungo la strada; Ra’s al Ghul tenta di spingere Bruce a compiere il suo destino di “cavaliere oscuro di Gotham”; e Jerome Valeska forma una banda di criminali per far precipitare la città nell’anarchia. Anche se Jerome viene ucciso, riesce a far impazzire suo fratello gemello Jeremiah esponendolo alle sostanze chimiche di Crane. Jeremiah e Ra’s si alleano e rendono Gotham terra di nessuno, facendo esplodere i ponti che la collegano alla terraferma: solo pochi decidono di restare a combattere, mentre vari criminali iniziano a rivendicare il loro territorio. Quinta stagione Gordon e i suoi alleati lavorano per ristabilire l’ordine a Gotham City dopo che è stata tagliata fuori dal resto del mondo e tutti i principali criminali hanno rivendicato il proprio territorio nella città desolata. Jeremiah tenta di cementare il suo “legame” con Bruce rievocando la notte della morte dei suoi genitori; Cobblepot e Nygma uniscono le forze per fuggire definitivamente da Gotham; Barbara rinuncia alla vita criminale quando rimane incinta del figlio di 22

Gordon dopo un’avventura di una notte. Leslie si ricongiunge con Gordon e in seguito i due si sposano. La politica Theresa Walker invia il gruppo militare Delta Force, guidato dal vecchio compagno dell’esercito di Gordon Eduardo Dorrance, per aiutare il GCPD nella loro guerra contro la schiacciante popolazione criminale, ma il tutto si rivela una congettura: la Walker è in realtà Nyssa al Ghul, figlia di Ra’s, che intende vendicare la morte del padre distruggendo Gotham e uccidendo Bruce e Barbara; dopo essere stato ferito in uno scontro con Gordon, Dorrance viene potenziato e trasformato nel criminale Bane. Bane e Nyssa sono sconfitti dall’unione delle forze dei protagonisti; Gotham viene salvata, Gordon è nominato commissario del GCPD mentre Bruce lascia Gotham promettendo di tornare quando potrà difenderla. Nel finale della serie, ambientato dieci anni dopo, Bruce torna a Gotham giusto in tempo per la riapertura della Wayne Tower. Gordon sta preparando il suo ritiro dal GCPD fino a quando non scopre che Nygma è sfuggito alla sua prigionia da Arkham. Edward rapisce il sindaco James con l’intenzione di distruggere la Wayne Tower e viene nuovamente arrestato, ma è liberato da Oswald che è stato scarcerato dal Blackgate. Bullock si addossa la colpa dell’omicidio della guardia che ha fatto uscire Nygma di prigione, anche se Jim capisce che è innocente e scopre che Jeremiah era il vero colpevole. Jeremiah, che ha simulato il suo stato di morte cerebrale in attesa del ritorno di Bruce, rapisce la figlia di Jim, Barbara Lee, affermando tra l’altro che vuole cambiare il proprio nome in un altro che inizi per J, Barbara è salvata assieme a Gordon da un vigilante vestito da pipistrello. In seguito, Jim fa risaltare il segnale di luce in cima al GCPD dove riceve la visita di Bullock e Alfred che supervisionano lo stesso vigilante vestito da pipistrello che ha salvato Jim e sua figlia, il quale è in realtà Bruce: finalmente ha abbracciato il suo destino e diventa il cavaliere oscuro di Gotham. Ilaria Boffetti


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CITAZIONI: “GOTHAN” “Camminare con un amico di notte... è meglio che farlo di giorno da solo.” “Una maschera nasconde la faccia, ma libera l’anima. Una maschera dice la verità.” “Ora vedo il mondo per quello che è davvero: una fabbrica abbandonata piena di macchinari rotti. Alcuni... molto pochi... possono essere riparati. La maggior parte... deve essere rottamata.” Quando fai un favore a qualcuno ti possono capitare due tipo di persone. Quelle che non lo dimenticheranno mai e quelle che non te lo perdoneranno mai. Forse dovresti fermarti un momento a pensare a quale tipo appartieni. Ci sono cinque emozioni umane di base. La quarta? La quarta è la paura. Che genera crudeltà. Rafforzata dal timore della punizione.

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CONOSCERE MEZZANE: QUALCHE NOTIZIA SUL PAESE Nella considerazione che di frequente su queste pagine di New Entry e su altri settimanali, appaiono notizie del nostro paese, non pochi si sono chiesti ma Mezzane cosa è, dove è, che consistenza ha. Cerco si dare alcune risposte sommarie in merito. Rimandando ad un futuro altre, Mezzane è frazione di Calvisano, nella bassa bresciana, confinante con Visano a sud, Montichiari a nord, è a metà strada della provinciale 69, che la attraversa tra Calvisano e Carpenedolo, distanti entrambi di circa quattro chilometri. Una vivace frazione che ha antiche origini. E’ a 66 metri sopra il mare, fertili i suoi terreni di campagna, con una lunga fascia boschiva che confina con il fiume Chiese, dove ultimamente si è creata una “Infrastruttura verde a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità” con un bando della Regione, vinto dal

Comune e realizzato insieme all’Associazione “3 Salti nel Bosco”. Quasi mille i suoi abitanti, con il centro e le varie cascine dislocate nelle borgate. La più grande San Francesco, Montichiaresa, San Salvatore, Tesoli-Cucca, Sacchetti e Canove-Martilenga. Quest’ultima oggi abitata da neanche una decina di persone, quando nel 1950 superava i cento e l’intero territorio contava 1.505 abi-

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tanti. Già nel 1170 esisteva la Chiesa denominata Santa Maria, in quel periodo era presente, all’Abbadia, una propositura monastica dipendente dai Benedettini di Leno, che furono i primi pionieri, riasciugando le paludi allora esistenti. La denominazione Mezzane è medioevale e veniva comunemente usata per indicare gli infratti di un fiume, con piccole isolette. Non mancano però altre supposizioni della derivazione del nome. Dopo una assistenza religiosa saltuaria, seppure con un beneficio per il sostentamento dei canonici, che in più occasioni fu gestita non da loro, ma da signorotti usurpatori, che sfruttavano quel beneficio ed a loro piacimento eleggevano i Parroci, costringendoli a vivere in condizioni misere, se non erano della loro casata. Diventa parrocchia il 14 maggio 1370, ma si conoscono i nomi dei Parroci dal 1471. Dall’ora ne sono succeduti quarantuno, contando l’attuale don Tarcisio Capuzzi. Il quale è il primo ad essere

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Parroco oltre che di Mezzane, di Calvisano e delle altre due frazioni Malpaga e Viadana, costituendo l’Unità Pastorale, che vede come collaboratore parrocchiale Padre Arturo Bonandi. Dal 1624, nella visita pastorale si trova la denominazione di “Chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria” che diventerà Parrocchia Santa Maria Nascente, assumendo come Patrono San Dionigi Areopagita, la cui reliquia viene citata presente dopo il 1661. Dopo gli spadroneggiamenti dei Demezanis e dei Baiguera, fortunatamente il Vescovo di Brescia Domenico Bollani, rifornatore austero secondo le nuove disposizioni del Concilio di Trento, con de-

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creto del 14 giugno 1566, riportava alla normalità, dando al Parroco ogni potere ed utilizzo del beneficio. Profonda la devozione religiosa della popolazione, nella quasi totalità fino agli anni 60 dedita al lavoro in agricoltura. Ne sono testimonianza le Chiesette erette nelle borgate, da quella di San Pancrazio (ai Sacchetti) la più antica, costruita nel 1539, più grande di quella di Mezzane allora, che non era stata ancora ampliata. Quella dedicata a San Francesco, nell’omonima borgata, posta sulla provinciale Visano-Montichiari, poco oltre il crocevia per Calvisano e Mezzane, ch’era già allora via di passaggio di attività economiche e di sosta al Prato del Gioco. Quindi San Salvatore, anch’essa storica e dedicata alla Trasfigurazione di Gesù onorata il 6 agosto e quella dedicata a San Antonio, alla Montichiaresa sul confine con Montichiari. Molte le opere poste in pratica all’interno della Parrocchia, negli ultimi venticinque anni, fra cui non va dimenticato un Oratorio funzionante, con una cucina attrezzata, spazi per aule catechistiche, con annesso un parco con spazi di gioco e campo sportivo con attrezzati spogliatoi, che vede organizzato l’importante Torneo Notturno

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di Calcio, fra i più blasonati della provincia. L’espansione industriale negli anni 60/70, coinvolse in particolare giovani, con lavoro a Carpenedolo, poi a Calvisano. Non mancarono attività a carattere artigianale, alcune ancora in atto. Dal 1980 si sono sbloccate le aree, cosa che prima ha visto molte nuove famiglie emigrare, con una crescita abitativa attraverso nuovi villaggi: Orientamenti, Varoli, Santa Barbara. Gli spazi dell’ex scuola elementare in via Berardo Maggi, da alcuni anni ristrutturati, sono diventati “Scuola Bottega” che vede un centinaio gli studenti dopo le medie per il diploma di Operatore della trasformazione agroalimentare-panificazione e pasticceria e quello Operatore alla riparazione di veicoli a motore, lavori molto richiesti. L’aspetto civico amministrativo è coordinato dal Comitato di Partecipazione, che da quarant’anni è presente - i primi dieci in modo spontaneo- poi regolamentato dal Comune, con delibera del Consiglio Comunale n. 15 del 27 giugno 1996, che mantiene rapporti con lo stesso, quale voce dei cittadini della Frazione, attraverso assemblee e manifestazioni. Da quasi venti anni si è aggiunta l’Associazione “Insieme per Mezzane” che opera per favorire la crescita civile e culturale, proteggendo e valorizzando l’ambiente. Molte le manifestazioni proposte, in buona parte organizzate con il Comitato di Partecipazione e la Parrocchia. MARINO MARINI


TERRITORIO

RHO: IMPORTANTE DONAZIONE DI MASCHERINA ANTICOVID AI SENZA FISSA DIMORA DA PARTE DI REGIONE LOMBARDIA

L’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità Alessandra Locatelli, l’assessore al Territorio e Protezione Civile Pietro Foroni ed il consigliere regionale leghista Francesca Ceruti hanno dato il via libera alla consegna di oltre 112mila mascherine per limitare la diffusione del Coronavirus, destinate a persone in grave marginalità. La presentazione dell’iniziativa è avvenuta nel pomeriggio dell’8 febbraio scorso presso il magazzino Cargo 2 di Fiera Milano Rho. Nei prossimi giorni, attraverso la Protezione civile, verranno consegnati i dispositivi di protezione individuale agli ambiti lombardi. “Abbiamo vissuto mesi difficili, che hanno messo a dura prova i lombardi. Regione Lombardia», commenta l’assessore Locatelli, «non ha mai smesso di essere a fianco di tutti i cittadini, con particolare attenzione alle categorie più fragili”. Ringrazio la Protezione civile lombarda e i volontari che si occupano della distribuzione delle masche-

rine e da ormai un anno sono in prima linea per combattere il virus e aiutare i cittadini lombardi in questa grave situazione di emergenza». Ha commentato l’assessore Pietro Foroni: «la Lombardia ha voluto da subito venire incontro ai suoi concittadini. Siamo stati gli unici in Italia a farlo in maniera così massiccia per dare un contributo concreto alla sicurezza della popolazione, in particolare alle categorie più fragili, e oggi proseguiamo nel nostro impegno venendo in aiuto dei nostri concittadini meno fortunati, come i clochard”. «Il coronavirus in quest’ultimo anno ha duramente colpito tutti noi», ha aggiunto il consigliere regionale Francesca Ceruti. «Abbiamo dovuto imparare a convivere con nuove abitudini, quali rispettare il distanziamento non potersi abbracciare, lavarsi le mani in continuazione e indossare mascherine protettive. Per qualcuno queste abitudini sono state ancora più difficili da adottare per mancanza di dotazioni. Mi riferisco ai senza fissa dimora che ai margini della società si sono trovati sforniti anche di mascherine. Mi è capitato di incrociare molti di loro per le strade e ho notato che quasi nessuno indossava la mascherina.

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ANIME NEL VENTO

ODORE DI MORTE

“SAN GIUSEPPE”

Odore di morte giunge indiviso fra le vie del paesello spira. Fugace si fa il pensiero appesantito rimanda bagliori rosso sangue. Fra le dita sentore aspro amarezza tensione che spezza fila riannoda tremore fa riaffiorare. Angelo: passo scandito anima bella sensibile delicata sorriso aperto generosa armonia. Ricordi riemergono a profusione gettano gioie effimere. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Hai accettato, allevato, amato un figlio non tuo; Hai ascoltato, compreso, condiviso le ragioni della tua donna, gettando il cuore oltre ogni logica terrena. Hai affrontato con coraggio mille peripezie per il bene della tua famiglia; hai educato il “tuo” figliolo con umiltà senza sbarrare la strada del suo destino. Quale straordinario esempio per tutti noi, come padre e come uomo. Giordano

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Ed è Poesia

“L’amor perduto” E da anni oramai che ti cerco, ogni notte ti penso... e, quando ti sogno a volte, ridivento fanciullo... mi ricordo i bei momenti, quando eravamo figli felici, anche solo a guardarci... Ad ogni episodio un sorridere, mi domando cos’era tutta sta alchimia... che al giorno d’oggi, il passato se l’è portata via con sè.... oh certo che si!!! Ci rimangono solamente i racconti, e qualche notte insonne a cercare di ricordare ogni istante... Ma a lungo andare ci si accorge che la linfa manca, quel qualcosa che manca, un punto fisso, che svanisce nel nulla... È l’ansia di guardare tra la folla... ma non si è mai contenti... eppure basterebbe il volare di una piccola farfalla, per percepire la tua presenza... Forse finirò di cercarti... sei già qui, BMG





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OROSCOPO dal 03 al 17 Marzo 2021 ARIETE 21/03 - 20/04 Prima o poi si cercherà sicuramente di migliorare il proprio rapporto sentimentale ma per il momento potete anche lasciarlo in questo modo... coltivate le vostre amicizie....

TORO 21/04 - 20/05 I single non hanno nessun modo per dimostrare alle persone che sono loro vicino e che si possono fidare di loro, a meno che non ci si chieda se ne valga davvero la pena.

GEMELLI 21/05 - 21/06 Avete tante cose da sistemare ma il vostro lato sentimentale non è tra questi. Per questa settimana potete passare la palla a qualcun altro e godervi le giornate, succeda quel che succeda!

CANCRO 22/06 - 22/07 Sicuramente sarete molto più bravi a prendere delle decisioni da single che da coppia, ma questo si può modificare con il tempo e con l’impegno costante, ma soprattutto con l’accettazione dell’altro. Salute ok.

LEONE 23/07 - 23/08 Avrete modo di girare intorno a tanti discorsi senza mai affrontarne uno realmente ed in questo modo si toglieranno di torno tanti scocciatori. Migliora decisamente il rapporto con alcuni colleghi di lavoro...

VERGINE 24/08 - 22/09 Tutte le vostre buone intenzioni potrebbero improvvisamente svanire ed essere fonte di qualche altra espressione poco coerente con i vostri precedenti. Forse si può giungere a qualche altro compromesso.

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SCORPIONE 23/10 - 22/11 Le coppie vorranno vivere qualche avventura, ma in realtà non ne avranno bisogno. Ad ogni modo ci saranno sempre delle piccole novità a portare un brivido alle vostre giornate...

SAGITTARIO 23/11 - 21/12 Mantenendo la calma si ottengono grandi risultati e voi lo avete potuto apprezzare in queste ultime settimane, quindi potrete continuare su questa linea e mantenerla per un po’!

CAPRICORNO 22/12 - 20/01 Grande confusione, ma per voi non è una novità anzi, vi è talmente familiare come sensazione che quasi andate alla sua ricerca... I single migliorano il proprio rapporto con l’altro sesso ma ci vuole più coraggio!

ACQUARIO 21/01 - 19/02 Giunti ad un certo punto non potete proprio pretendere che vi siano delle questioni ancora non chiare, dunque usate questi giorni per chiarire e per chiarirvi le idee, senza troppe pretese o pregiudizi.

PESCI 20/02 - 20/03 Avete tante cose da sistemare ma il vostro lato sentimentale non è tra questi. Per questa settimana potete passare la palla a qualcun altro e godervi le giornate, succeda quel che succeda! 37


L’INTERVISTA

PAOLA CREMONESI QUANDO IL MAKE-UP È SENZA SEGRETI Una collaborazione nata quasi per caso. Un set “artigianale” che colpisce a prima vista per colori, naturalezza e raffinatezza. “The bird of Juno” è il classico esempio di una idea bella e ben riuscita. Ispirazione classica rivisitata nell’epoca del 2.0. La fotografia diventa arte, racconto, passione ed emozioni. Il merito va a Paola Cremonesi, estetista e make-up artist, romana di adozione, convinta da tempo che col trucco si possano trasformare le esistenze delle persone. Un’ambizione non da poco. Certo è che il suo mestiere lo adora e non ha paura di spendersi giorno e notte pur di realizzare tutti i suoi sogni. Ecco, “The bird of Juno” è uno di questi. Al suo fianco il sarto artigiano Fabrizio Teragnoli, romano doc, che l’ha aiutata a progettare, realizzare e perfezionare mood così particolare e rigo-

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rosamente “fatti in casa”. Non c’è nulla di finto, nulla di pre-acquistato. L’artigianalità passa da qui. Dal lavoro in bottega e dalla ricerca continua del bello. “Una collaborazione che, sono certa, è solo la prima di una lunga serie – racconta Paola – abbiamo deciso di unire la nostra creatività e le nostre conoscenze proiettandole sul make-up, sugli abiti, sui dettagli. Abbiamo studiato tutto nei minimi particolari”. Il risultato è sotto gli occhi


L’INTERVISTA

di tutti. “Le fotografie sono solo l’epilogo di una lunga ricerca di stile e di eleganza, rievocando la mitologia greca, interpretandola e rendendola ancora attuale ai giorni nostri”. Ed ecco allora che il pavone, considerato l’animale sacro della dea Giunone, è diventato lo spunto da cui trarre l’ispirazione per progettare e creare il copricapo. “L’ho fatto io stessa – racconta Paola – in sintonia con l’abito sartoriale che ha visto l’utilizzo di raso, schiffon e paillettes”. La differenza poi l’ha fatta il make-up, il campo in cui Paola lavora ormai da anni.

Bello, raffinato, ma basato su colori ad acqua per il corpo e colori in polvere a dare il tocco finale. Un trionfo di contrasti e di sfumature che rende la fotografia simile ad un quadro. Appunto, la fotografia. A dare il volto al progetto è stata la modella emergente Chiara Sarcinella. L’ambientazione è stata creata in un parco di Roma e le immagini scattate dal fotografo Amodio Sarcinella. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/upaolamake/ https://www.facebook.com/PaolaMakeUpRoma/ https://www.facebook.com/paola.cremonesi.773

LA VITA SCORRE A quante cose rinunciamo... per stanchezza, per paura, per incoerenza, per vigliaccheria. Perché è troppo, perché è poco, perché non si deve, perché non si riesce a credere...per non ferirsi e per non rischiare. Vero...sbagliato...e chi lo sa! Intanto la vita scorre. E i tramonti stupiscono il mare. Mentre il mare che abbiamo dentro, contiene silenzioso tutte le nostre inquietudini. Ma ad ogni risveglio, quando il giorno nuovo ci tenderà le braccia, saremo ancora lì a chiederci: ma dove vanno a finire tutti gli “incanti” che non abbiamo avuto il coraggio di vivere?

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Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Sofia

Il nome Sofia ha origini greche e deriva infatti dalla parola sophìa il cui significato è “sapienza” o “saggezza”. Nella cultura cristiana si è diffuso grazie proprio al suo significato di sapienza divina, espressa in Cristo come incarnazione del Verbo. Proprio per questo motivo la comunità cristiana lo ha da sempre considerato un nome mistico, legato, tra l’altro, al culto delle sante omonime. Sofia è anche un nome della mitologia greca attribuito alla dea della sapienza. Infatti, già in antichità questo nome era abbastanza diffuso. Il nome Sofia, in età medievale, era molto popolare tra la nobiltà europea mentre in Italia lo divenne solo nel XX secolo forse anche grazie all’icona del cinema nostrano Sophia Loren. Attualmente, in Italia, è uno dei nomi più scelti per le nuove nate. Secondo i dati dell’ISTAT sia nel 2010 che nel 2011 e 2012 è stato sul gradino più alto del podio come nome più diffuso.

Onomastico Sofia si festeggia il 30 settembre in ricordo di Santa Sofia vedova, martire a Roma sotto Diocleziano con le figlie Fede, Speranza e Carità. Caratteristiche del nome Chi porta il nome Sofia è una persona che non riesce a trovare il suo posto nel mondo tendendo ad isolarsi a fuggire. È calma e curiosa, non ama le grandi compagnie, preferisce la presenza di poche ma fidate persone e se vengono a mancare preferisce stare sola. Origine: greca Parola chiave: curiosità Ipocoristici: Sofi, Sonia Numero portafortuna: 2 Colore: Blu Pietra Simbolo: Zaffiro Metallo: Argento Onomastico: 30 settembre Segno zodiacale corrispondente: Gemelli

“La mia montagna”

Ed è Poesia

Guardare l’immensità nell’imbrunire della sera, vedere quel candido biancore e sentirne il richiamo... il desiderio di urlare col pensiero che tutto cattura... lo porta a sè attutendone il peso e liberandone l’anima. Scalvini Roberta 21 43


Racconti

SANDRONE IL METALLARO Faccio il meccanico da una vita, ieri ho compiuto sessantanove anni e mi sono regalato un Rolex. Di seconda mano ma tenuto bene. Sono un comunista col Rolex. Così nel gruppo di psicoterapia, stasera, me ne sono uscito con un “comunista oggi, perché?” Franco, ex cocainomane alle prese con un divorzio complicato, ha azzardato una risposta, brontolata attraverso il laringofono: “perché sei un coglione”. Ecco, mi ha fatto pensare, sta cosa. Perché dovrei vergognarmi? Sandrone aveva appena letto la versione integrale del Manifesto del Partito Comunista e vi aveva trovato diversi spunti di discussione, ma la reazione degli altri lo aveva mandato in confusione, così rinunciò e uscì dallo studio dello psichiatra, sempre più convinto che se sei un proletario devi stare a sinistra e non ci sono cazzi, e in un bar lì vicino lesse un articolo sulla Gazzetta di Borgomanero che parlava di morti annegati. A-n-n-e-g-a-t-i. Che modo di merda di morire. In mare aperto per ore che sembrano giorni e sentirsi sfiniti al punto di riempirsi i polmoni di acqua e smettere di respirare. Il titolo urlava: “Trentasette in meno!” Con queste parole che gli trafiggevano il cervello si avviò verso la moto, parcheggia-

ta poco più in là. “La mutevolezza degli eventi mi ricorda che tutto scorre... Strada davanti ce n’è?” si disse, poi infilò la chiave nel quadro di una Guzzi che stava insieme con le pezze, e prese su per i monti, proprio accanto a casa. L’aveva comprata nuova, quella moto, verso la fine degli anni ottanta. Lavorava in una concessionaria come meccanico, e adorava quelle motociclette fatte in Italia. Non erano il massimo dell’affidabilità, ma se trovavi uno bravo a metterci le mani la musica cambiava. E lui era un bravo meccanico. A casa si era costruito un piccolo garage, pieno di utensili. Persino una saldatrice, che non si sa mai. Era un mago, con le mani.

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Racconti

Voleva riflettere, e la serata sembrava propizia. In poco più di un’ora, dalle sue parti, si passava dall’umidità della pianura alla fresca brezza delle colline e poi, proseguendo, si arrivava fino al freddo pungente della montagna ancora innevata, sempre seguendo la statale che collegava la bassa ai passaggi montani dei dintorni. Subito dopo un piccolo negozio di souvenir la strada girava a destra, e risaliva la collina a mezza costa. Sulla sinistra, in basso, le luci del paese e le insegne pubblicitarie si allontanavano in un bagliore caldo che copriva il fondovalle. Si fermò in un bar per indossare il giubbotto e ordinò un caffè. Dormire, quella notte, non gli interessava, e l’indomani era sabato. Poco dopo si sedette accanto a lui sugli alti sgabelli del bancone un ragazzo magrissimo con le lenti spesse, che quasi non gli vedevi gli occhi. Masticava lentamente un panino. “E’ tua quella Guzzi?” “Sì, ha più di trent’anni.” “Carina. un po’ trasandata, ne aveva una uguale mio padre in garage” “Hai usato il passato…” “E’ morto un sacco di anni fa, la moto la vendemmo per pagare il funerale. Non so che fine

ha fatto. Se ne occupò mio fratello maggiore. Quante cose ha fatto mio fratello maggiore al posto mio, solo perché è nato prima, si è sposato prima, ha avuto figli, ha conosciuto mio padre prima che un infarto lo portasse via mentre io ero in giro per i campi in bicicletta pensando solo all’estate che stava arrivando e lui moriva.” “Sembra interessante”, disse Sandrone, “Continua” “Mai sentita quella vecchia leggenda giapponese del filo rosso?” - “No, non mi dice nulla” “Il fatto è che c’è un filo rosso. Fa giri assurdi, a volte incomprensibili, e si muove con la velocità di un bradipo che dorme. Ci può mettere la metà di una Vita, spesso anche di più, per farti capire dove finisce, ma c’è. Si annida, si annoda, gira in tondo e ti lascia esasperato per poi riprenderti più affamato di prima. E quando arrivi all’altra estremità e ti dici che per quello che c’è lì in fondo esaleresti l’ultimo respiro e glielo regaleresti, beh, è fatta. Sei nel posto giusto.” Sandrone amava quel genere di discussioni, che partivano da una pacca sulla spalla e finivano nei massimi sistemi, ma quella sera faticava a seguire il filo. Aveva preso appunti mentre il ragazzo con gli occhiali parlava, gli sarebbero stati utili, ma il caleidoscopio di immagini che gli si affacciavano alla mente era sfocato. Troppi sogni, troppe notti popolate di ricordi mentre cercava di chiudere gli occhi. Troppo presto per andare, troppo tardi per rimpiangere, troppo freddo per spogliare l’anima e vomitare le parole che non sapeva dire, così bevve il suo caffè, pagò il conto e uscì, rimandando all’indomani l’inizio della salutare dieta che gli aveva consigliato Martina pochi giorni prima. 45


Racconti

Martina che non vedeva dai tempi della scuola, quando sculettava con la gonna a fiori lungo i corridoi, Martina che ora viveva accanto a casa sua, Martina coi capelli rossi e le lentiggini, Martina che un giorno gli diede un bacio sussurrandogli che partiva sì, ma forse sarebbe tornata, Martina che adesso le rughe le stavano benissimo, Martina che non gli era mai uscita dalla mente. Martina che ora cantava “Singin’ in the rain” a squarciagola in cucina e ogni poco usciva e lo inondava di baci, costringendolo a sorridere. L’amava più di se stesso, quella donna, era la luce che gli illuminava il cammino. Spesso gli veniva l’istinto irrefrenabile di morderla, a volte piano, a volte fino a farle male, allora lei sgranava gli occhi in un misto di stupore e dolore e gli chiedeva perché lo facesse. Sandrone si inventava ogni volta una scusa diversa, ma in verità non era mai sazio di lei… I suoi amici lo chiamavano “Sandrone mangiastrada” perché la ingoiava con la stessa voracità con la quale ingurgitava etti di pasta arrabbiatissima all’osteria di Carpi. Quando riponeva le chiavi del furgone sulla mensola e finalmente prendeva quelle della sua vecchia moto, il cuore gli tremava un po’, sapendo che la mezza litrata di Lambrusco che lo aspettava avrebbe fatto a cazzotti col palloncino della volante, nel malaugurato caso di controlli. Indossava il casco, la maschera col teschio disegnato e il chiodo portafortuna, pieno di patacche ricordo dei mille raduni cui aveva partecipato negli ultimi quarant’anni sulle strade di tutta Europa, tra abbuffate pantagrueliche e strizze al limite dell’infarto, premeva il pulsante dello start e godeva ascoltando il motore che ronfava allegro tra le sue ginocchia arrancando su per la salita dei garage. I suoi vicini di casa lo sopportavano a malapena, quando li svegliava all’alba con l’urlo dello scarico libero come lui, vestito 46

come un metallaro sul viale del tramonto, ma in fondo sapevano che non sarebbe stato capace di far male a una mosca. Un po’ lo compativano, un po’ lo invidiavano: sessantanove anni portati con la foggia di un ragazzino a cui del cuore importava poco. Prendeva qualche pasticca, sì, ma solo per dar soddisfazione al suo dottore, che quasi piangeva leggendo i referti delle ultime analisi. “Fermati, Sandrone, fermati e curati”, gli diceva. “Perché mai? Mi fermerò quando sarò morto, se mai morirò”, gli rispondeva ridendo e già pregustando i tre etti di pasta che Salvo gli aveva preparato per il suo sabato libero sui colli bolognesi. Amava il profumo dell’erba appena tagliata, la mattina presto quando era ancora bagnata dalla rugiada della notte. Diceva che non aveva mai visto un’alba tinta di verde, e se non l’aveva vista significava che doveva viaggiare ancora. Quella sera aveva deciso di andare a salutare un vecchio amico che viveva in un casolare di pietra vicino all’Abetone, in compagnia di quattro enormi Terranova. Non lo vedeva da un sacco di tempo e gli mancava parecchio. Si fermò alla solita osteria, ordinò i soliti tre etti di penne quasi immangiabili tanto erano piccanti, si rinfrescò la gola arsa dal pe-


Racconti

peroncino con un paio di bicchieri di Lambrusco, tornò in sella e partì. Era notte fonda quando arrivò al casolare salutato dai cani che iniziarono ad abbaiare fin dall’imbocco del viale alberato, scortandolo dentro al cortile. Si abbracciarono a lungo, Sandrone e Giulio, in fondo si somigliavano parecchio, entrambi un po’ eremiti e al contempo bramosi di contatti col mondo che li circondava, entrambi viaggiatori incalliti che però tornavano sempre volentieri a casa, entrambi mai sazi di esperienze, che poi si raccontavano nelle lunghe notti affogate di birra, guardando la luna piena che illuminava i prati. Fu proprio guardandola un’ultima volta che Sandrone quella notte, sdraiato sull’erba accanto a Giulio, ascoltò il suo vecchio cuore e capì che l’alba che stava arrivando sarebbe

stata finalmente tinta di verde. Chiuse gli occhi e sorrise piano... Fine Massimo Zucca

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Miss New Entry 2021

SECONDA FASE

Eccoci giunti alla seconda fase del concorso: dopo la prima votazione ecco a voi le prime 8 candidate che hanno ottenuto più voti. 1° NICOLE 531 VOTI 2° VITTORIA 503 VOTI 3° SIMONA 247 VOTI

01

Antonina

03

4° ALINA 5° ARIANNA 6° ANTONINA 7° JENNIFER 8° INDJA 9° BARBARA D. 10° ILARIA

Jennifer

05

225 VOTI 109 VOTI 91 VOTI 70 VOTI 51 VOTI 47 V0TI 42 VOTI

Simona

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11° BRENDA 12° GIUSY 13° LUANA 14° LAURA 15° ACULINA 16° BARBARA B.

37 VOTI 34 VOTI 28 VOTI 16 VOTI 13 VOTI 5 VOTI

ne ben 5 voti per ognuno di voi). Le votazioni verranno conteggiate fino a domenica 21 Marzo 2021 dopo di che si passerà alla fase finale con le 4 più votate per decretarne poi, tramite sempre votazione dei lettori, la vincitrice. Azzerate le votazioni si torna a votare Per votare bisogna visitare il sito la vostra preferita o le vostre prefe- www.newentrymagazine.it, scorrere rite, (visto che avete a disposizio- verso il basso e cliccare sulla sezio-

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TERRITORIO

GRAZIE MAESTRA CONCETTA Pensiero preme, corre, arrovella sino a farsi carezza della sera, sentimento sincero, confidenza intima. Quando il buio s’ allunga nell’oscurità e paure voraci simili a lingue di fuoco serrano la gola; quando il coraggio si fa temerario ardire per andare contro tutto e tutti allo scopo di difendere la vita, sempre e ad ogni costo, luce rischiara, l’orizzonte fa nascere il desiderio di fissare parole, emozioni, sentimenti. In un tempo di pandemia mondiale, dove incertezza, dolore, rabbia, disperazione regnano sovrabbondanti, si vorrebbe osare. In un tempo dove l’indifferenza, l’amor proprio sembra esser divenuto fulcro centrale, si vorrebbe urlare. In un tempo dove la famiglia se non sorretta da basi solide viene battuta alle radici, si vorrebbe le braccia serrare. Dopo lotta accesa, infuocata, fervida con il ministro dell’istruzione per far capire l’ importanza di difendere le persone fragili da eventuali contatti pandemici che potrebbero rivelarsi letali per il soggetto. Dopo aver con il sangue ottenuto la DAD per Celeste, la mia secondogenita, per proteggere Vittoria, di primo acchito è sorta la paura, tale da restare immobili a rimirare l’astro morire dietro crocchi di nuvole giallastre. Sorprende, commuove profondamente, inzuppa di dolcezza l’incontro con anime delicate, dal tocco gentile, che a piene mani si offrono per il bene comune. A piena voce vorrei ringraziare la maestra Martino Immacolata Concetta dell’Istituto Comprensivo di Remedello, residente a Montichiari, la quale in modo gratuito, ritagliando tempo e spazio, con generosa passione si presta all’insegnamento dell’inglese concedendo l’opportunità alla piccola Celeste di rimanere al passo con il programma. Alterna la grammatica alla lettura condendo il tutto con squisita dolcezza e pazienza. 52

La DAD è di certo una sfida da portare avanti con coraggio e dedizione intrecciando lavoro e collaborazione scuola-famiglia. Concetta è la ciliegina sulla torta, prelibatezza da gustare a piccoli bocconi. La ringrazio per la pazienza ironica che riserva “alla mamma di Celeste” la quale pur non essendo più una ragazzina ha ancora voglia d’imparare, di mettersi in gioco. Si narra nel Vangelo che un giorno a Gesù venne chiesto dove l’avevano visto ignudo, orfano, in prigione, affammato, in solitudine e non l’avevano soccorso. Gesù rispose: “Quando avete fatto questo ad un piccolo è come se l’avesse fatto a me”. Carissima Concetta per certo so’ che il Buon Dio ogni cosa vede e sente, ricompensa, concede grazia nelle prove, forza per non desistere, coraggio per vivere la vita con amore, passione, per scelta. “Infelice è colui il cui cuore non ha appreso a sperare, sognare e ad aver fede nella vita ...” (Conrad) Nulla del seme gettato si perderà. Nel tempo presente e futuro le sue impronte rimarranno impresse nei nostri cuori come segno di riconoscenza, di rispetto e stima. Grazie maestra Concetta!!! Un caloroso abbraccio. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che abbiamo maneggiato sostanze chimiche come il pongo, il DAS e la gommapane. Noi che facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente. Noi che avevamo la pista Polistil, e le femmine Cicciobello col disco che frignava.


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Luce e Buio... Bene e Male... Gioia e Dolore... Siamo quotidianamente alle prese con le mille contraddizioni della vita, dei sentimenti e delle emozioni. Un dualismo con il quale ci dobbiamo confrontare continuamente nei rapporti con le persone, ma specialmente se iniziamo un percorso alla ricerca di noi stessi, del nostro io più nascosto, della nostra vera essenza. A volte vediamo una luce, altre volte il buio... non c’è mai nulla di scontato. Cercare il nostro Centro, la nostra Armonia interiore, può essere difficile e doloroso ma, come dice Alejandro Jodorowsky, bisogna osare... “Chi osa avanzare nel buio, anche se ha perso la speranza, alla fine trova una meta luminosa”. E per sottolineare l’importanza del coraggio di 54

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affrontare le vicissitudini della vita senza arrendersi mai, ecco un’altra bella citazione di Carlos Castaneda che mi piace moltissimo: “Solo come guerriero si può sopravvivere sulla via della conoscenza, perché l’arte di un guerriero consiste nel bilanciare il “terrore” di essere un uomo con la “meraviglia” di essere un uomo!” Piera Masoch


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SPORT

PER NON DIMENTICARE

Diego Guirri non perde mai l’occasione per ricordare gli amici scomparsi Laureato con lode in Scienze motorie, Prepa- che in campo, la disponibilità e l’umiltà”. Da ratore atletico professionista di calcio con un quel momento si instaurò una bella amicizia e recente passato nell’Empoli, Piermario, solitamente molto allenatore di pallavolo a Zoriservato, confessò a Diego gno e professore di educail suo grande obiettivo: “mi zione fisica a Serina, Diego raccontò che voleva diventare Guirri, ha sempre un ricordo un buon giocatore per realizspeciale per due calciatori, zare il sogno dei suoi genitori due amici, due grandi uomini. perchè mamma Camilla morì Stiamo ovviamente parlando quando Piermario aveva solo di Piermario Morosini e Da15 anni mentre, a 17, un vide Astori. brutto male si portò via suo Sono passati quasi 9 anni padre Aldo e, come se tutto dalla scomparsa del giovane ciò non bastasse, due anni centrocampista bergamasco dopo venne a mancare anche detto “il Moro” quando, duil fratello Francesco. Piermarante la partita Pescara-Lirio cercava inoltre di stare il vorno, il destino lo costrinse più vicino possibile anche alla a fare la sua ultima corsa, sorella disabile”. Piermario Morosini sempre al generoso servizio Proprio al “Moro” Diego ha dei compagni, sul manto erboso dello stadio dedicato il suo ricco e prezioso sito internet Adriatico. Eppure, nonostante una forza sovru- (WWW.ILREDEICOLLEZIONISTI.COM) che racmana lo stava portando via con sè, Piermario coglie tutte le foto della sua grande passione; provò a lottare e a rialzarsi infatti, da quando aveva 12 come più e più volte la vita lo anni, ha collezionato quasi aveva costretto a fare. 900 magliette indossate e firDiego racconta di averlo mate dai più grandi calciatori conosciuto giovanissimo a e atleti del mondo dello sport. Zingonia quando, dopo un “Un giorno, sfogliando l’alallenamento con l’Atalanta, bum Panini, decisi di provare gli si avvicinò per chiedergli a telefonare a qualche società una foto per il suo immenper chiedere una maglia. La so album che ora raccoglie prima che ebbi la fortuna di più di 2000 scatti con vari ricevere fu quella del Sassuopersonaggi dello sport. “Fin lo e da lì non mi sono più ferda subito notai alcune delle mato anche se ciò che consue qualità principali che, in sidero veramente importante futuro, seppe mostrare an- Diego Guirri con Davide Astori sono i rapporti di amicizia che 56


SPORT

si sono instaurati nel tempo con i vari atleti e gli sforzi, in qualche caso anche le imprese, che io, mio padre e mia nonna, abbiamo fatto per andare a recuperare alcune divise e per conservarle ordinatamente”. Oltre a quelle di grandi campioni come Messi, Ronaldo, Maldini e Buffon, Diego possiede anche la maglia dell’ultima stagione giocata da Morosini; fu il magazziniere del Livorno a portargliela il giorno dei funerali perchè Piermario l’aveva fatta tenere da parte per lui. Nella sua collezione non potevano mai mancare nemmeno le maglie dello sfortunato difensore della Fiorentina e della Nazionale Davide Astori. Sono trascorsi solo tre anni da quando, la notte prima della partita contro l’Udinese, dovette arrendersi ad un avversario impossibile da fermare come la morte. Diego racconta: “Davide abitava a soli 5 km da me, frequentavamo lo stesso Istituto Superiore a Zogno e, fin dalla prima fotografia scattata in sua compagnia, si instaurò un’amicizia sincera e duratura tanto che “Asto” era sempre il primo a collaborare con me nel ricordo dell’amico

Piermario. In quell’occasione osai dire a Davide che un giorno non solo avrebbe giocato in serie A ma che avrebbe vestito anche la maglia azzurra dell’Italia”. Nel 2013, in occasione della finale 3°-4° posto alla Confederation Cup in Brasile, Astori realizzò il suo primo e unico goal con la Nazionale e al termine della gara il primo messaggio lo inviò proprio all’amico Diego che gli aveva pronosticato la marcatura poco prima della gara. Una maledetta notte di domenica 4 marzo ha provato a cancellare il ricordo di un grande amico e capitano ma, quando oltre alle maglie e alle fotografie, il cuore conserva i valori e gli esempi trasmessi da Davide, possiamo affermare che la morte si è solamente illusa di poter vincere. “Oggi, come ogni anno, mi resta il ricordo di questi due amici e sono orgoglioso di averli incontrati perchè mi hanno trasmesso dei valori sportivi ed umani che nemmeno il tempo potrà mai estinguere”. Corretti in ogni occasione, umili, tranquilli, disponibili verso i compagni, Davide e Piermario 57


SPORT

Davide Astori e Diego Guirri giovanissimi avevano sempre una parola di conforto e incoraggiamento verso coloro che avevano bisogno. La speranza, conclude Diego, “è che chiunque abbia amato questi ragazzi, possa trovare un po’ di gioia sapendo che c’è chi come me, nonostante il tempo scorra inesorabile, con affetto conserverà per sempre il ricordo dei loro cari e, anche attraverso la mia collezione, cercherò di mantenere in vita nel cuore degli sportivi la memoria e l’immagine di Astori e Morosini ”. Diego Guirri

Le maglie di Davide Astori e Piermario Morosini

Alcuni giocatori con la rivista New Entry in ricordo di Piermario Morosini e Davide Astori

Marco Parolo Lazio 58

Simone Padoin Cagliari

Fabio Quagliarella Sampdoria


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L’INTERVISTA

MAX FORTUNA QUANDO LA RISATA TI MIGLIORA LA VITA Che sia dal palco, tramite la radio o attraverso la tv, il lavoro di Max Fortuna è quello di strappare una risata, restituire il buon umore, invertire il senso di una giornata storta. Gli basta una battuta per regalare un sorriso a chi lo ascolta e per farsi ricordare dalla gente. Il segreto del suo successo è tutto qui, perché Max è uno di quelli della “vecchia guardia”, che già negli anni Novanta ha iniziato a lavorare nelle radio locali ed oggigiorno si occupa di realizzare format comici per la tv e programmi di successo per radio, web radio e social network. Se il mondo è cambiato, il desiderio di essere felici rimane immutato. E così lui, a 51 anni portati con l’entusiasmo di un adolescente, cammina imperterrito sulla sua strada. Inventa personaggi, crea storie esilaranti e le mette in scena. Qualche mese fa, il lockdown lo ha “ispirato” nel dar vita ad un programma che sta facendo il giro dell’Italia.

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Il “Bla Bla Bla The Comic Show” è il medicinale perfetto che guarisce da una giornata storta. “Questo lato comico fa parte del mio dna – racconta – la Radio è stata il primo grande amore, poi mi sono spostato al palco ed infine alla tv”. Il suo curriculum parla da solo. Decine di esperienze fra cui programmi radiofonici con Marco e Mauro, Franco Neri, Francesco Damiano, oltre ad aver scritto uno show radiofonico per Margherita Fumero. Eppure il tuo percorso nasce rigorosamente… on air Già dagli anni 90 ho cominciato a lavorare nelle radio locali e da allora la mia conduzione era molto divertente ed esilarante. Il passo alla comicità è stato breve. Man mano, negli anni ho condotto sempre e solo lo stesso programma, portandolo da una radio all’altra. Un programma basato su situazioni comiche e personaggi assurdi, che potessero regalare un sorriso. Ho creato saghe radiofoniche quali CSI VENARIA o DOTTOR HAUS (scritto proprio cosi, ndr). Finchè poi… Sono arrivati social, web tv, web radio… Ed all’inizio, essendo io della vecchia guardia, non ho preso bene il loro subentrare nella nostra vita! Poi però, mi sono reso conto che al giorno d’oggi


L’INTERVISTA

sono indispensabili. Attraverso questi strumenti abbiamo avuto la possibilità di raggiungere rapidamente un vasto pubblico, la diffusione è diventata molto più rapida. In tutto questo concentrato di novità, è giunta l’ispirazione per un programma nuovo. Proprio così! Nel 2019 mi venne in mente di creare un format comico da dare alle tv locali per la messa in onda. L’idea rimase nel cassetto, finchè a febbraio 2020 l’arrivo del Covid ha cambiato tutto. Non ci si poteva più muovere, le persone erano bloccate in casa ed allora… perchè non farlo proprio adesso? Nacque così “BLA BLA BLA THE COMIC SHOW”, un format comico basico nel quale persone comuni si esibiscono su un palco virtuale cercando di far ridere gli utenti alla tv. Un’idea che ha mostrato un nuovo lato della comicità. Tutto è partito in sordina su una tv locale del Piemonte, Rete 7, ma da lì ben presto si è diffuso in altre tv che lo hanno voluto e trasmesso. Attualmente il programma va in onda in prima serata in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia. Il piccolo schermo ha mantenuto il suo fascino. Perché? La tv, secondo me, resta ancor oggi il mezzo migliore per farsi conoscere. Anche se molte emittenti acquisiscono idee ed ospiti dal web, la tv locale, gioca un ruolo fondamentale nel far conoscere volti nuovi e nel portare alla ribalta progetti che escono dagli schemi consolidati. Il tuo rapporto con lo schermo, d’altronde, va oltre la tv… Il mondo dello spettacolo l’ho vissuto da protagonista calcando piazze, locali e teatri sia con spet-

tacoli comici, sia come conduttore o presentatore. Da qualche anno mi sono dedicato alla produzione di cortometraggi di genere horror… e non solo. Nel 2019 ho realizzato un lungometraggio comico con attori non professionisti e con la gentile partecipazione di mostri sacri del cabaret nazionale come Francesco Damiano di Zelig, Diego Casale di Zelig, Massimo de Rosa di Colorado Che giudizio dai del mondo dello spettacolo? È una realtà chiusa, destinata a pochi eletti. Gli altri fanno parecchia fatica ad entrarci e molto facilmente ne escono. Tanti pregiudizi, molti compromessi...ma alla fine è un’esperienza che tutti dovrebbero vivere. Non per i soldi o per la fama, ma perchè questo è uno di quei pochi lavori che ti realizzano veramente. Guardiamo oltre: cosa ti aspetti dal futuro? Ho un’idea fissa in testa: vorrei fare un film horror sui vampiri… che in parte è già work in progress! Ovviamente voglio continuare con i miei progetti attuali e magari portare il mio format BLA BLA BLA dalla tv al palco… ovviamente quando si potrà. CONTATTI SOCIAL https://www.facebook.com/maxfortunadj

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ANNUNCI ECONOMICI

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NON ALIMENTARI (fiori, piante e sementi) Il lunedì a Pieve S.Giacomo (Cr), il martedì a Soncino (Cr), il mercoledì a S.Giorgio (Mn), il giovedì a S.Daniele Po’ (Cr), il venerdì a Lograto (Bs), il sabato a Gambara (Bs).

OGGETTI

FIERE DI PRIMAVERA

MARZO: Calvisano (Bs), Pozzolengo (Bs) APRILE: Ghedi (Bs), Castel Ponzone (Cr), Grumello Cremonese (Cr), Pegognaga (Mn) MAGGIO: Ghedi (Bs) AUTOMEZZO: Daily 35-12 gemellato

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ZONA BASSA BRESCIANA

Causa motivi personali cedesi attività di fabbro e carpenteria metallica leggera, operante da oltre 20 anni e ben avviata. Info 328 410 6187 ANIME NEL VENTO

Vincenzo anima bella, pulita solare. Figlio prediletto ai piccoli riservava dolcezze, tenerezze fonde. Di lui nel cuore, ricordi a profusione allegrie d’infanzia, scorci di vita. Innocenza il suo nome, candore il suo motto, allegria il suo vivere quotidiano. 62

VINCENZO Sorella morte improvvisa è giunta, in un giorno qualsiasi come raggio di sole, hai abbracciato l’eterno. Lo rivedo contare i passi, che separavano il presente dal sole zuppo di sussurri, il suo scandire lento a tratti vorace, ingordo. Di te,nel profondo sentire, serberemo il ricordo testimonianza viva, palpitante accesa di luce radiosa. Milena


COMUNICATO STAMPA

L'ANMI HA UN NUOVO PRESIDENTE: È ANDREA MONTEMURRO superato le 25.000 visualizzazioni su youtube ed è stato in testa alle classifiche di download su iTunes per diverse settimane. Da anni impegnato anche nel mondo dello sport (è stato presidente della Roma Volley e della Divisione calcio a 5 ed è attualmente membro del consiglio della FIGC e del comitato Uefa) e della cultura in generale (il suo ultimo libro "Miracolo Islanda" è alla seconda ristampa), Andrea Montemurro ha lanciato subito un messaggio per i professionisti della musica duramente colpiti Andrea Montemurro è stato eletto nuovo presidente dell’As- dall'emergenza-Covid: “È necessario sociazione Nazionale Musicisti. Lo ha deciso all’unanimità adoperarsi immediatamente – dice il l’assemblea dell’Anmi, che ha eletto anche il nuovo consi- neopresidente dell’ANMI - per fornire glio direttivo. Montemurro, 43 anni, è produttore musicale, tutela e centralità a chi vive e opera compositore di musica da film e musica classica, ideatore nel mondo musicale, che già da anni e produttore della manifestazione musicale nazionale Roma è alle prese con una crisi economica Music Festival. Tra le sue opere il cd strumentale "Briciole devastante. Ora è fondamentale unire sonore in bianco e nero" nel 2016 e il singolo "Lo sguardo le forze e diventare una voce comune di mio padre" del 2018 mentre è del Novembre 2020 il nei confronti delle istituzioni, per otsuo ultimo lavoro orchestrale dal titolo “Perdermi”, in col- tenere un adeguato riconoscimento". Redazione laborazione con il maestro Mario Zannini Quirini, che ha

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Dott.ssa Tiziana Anzaldi

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Approfondimenti a pag.2-3

PERCHE FARE L'IGIENE DENTALE DAL DENTISTA REGOLARMENTE?

San Flaviano

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