Anno 26 - N°9 del 27/09/2020 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR GRATUITO Magazine
"Chi ha un perché abbastanza forte, può superare qualsiasi come". Friedrich Nietzsche
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SPECIALE
POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO SERVIZIO DI GINECOLOGIA
Nel 2011 all'apertura dei Poliambulatori San Flaviano il Dott. Angelo Ziletti, fondatore del centro, coinvolse la Dott.ssa Daniela Gatti per avviare Servizio di Ginecologia. La scelta corrispondeva a 2 requisiti: offrire un servizio di alto profilo professionale e mantenere il contatto tra l'Ospedale di Manerbio e l'ambito territoriale sul quale operano gli ambulatori. Gli obiettivi raggiunti ci dimostrano che la scelta è stata vincente, alla Dott.ssa Daniela Gatti si affiancano infatti oggi altre tre colleghe: la Dott.ssa Francesca Chiudinelli, la Dott.ssa Chiara Fratus e la Dott.ssa Anna Maria Consoli. Possiamo dire che l'ambito ginecologico presso i nostri Poliambulatori è in continua evoluzione rispondendo alle richieste delle numerose pazienti. Di seguito la presentazione del reparto di Ginecologia ed Ostetricia e dei servizi ad esso afferenti. Dal 2009 a Manerbio, la Dott.ssa Daniela Gatti è il primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia e dell'Unità Materno-Infantile dell'Ospedale del no-
Dott.ssa Daniela Gatti 02
stro territorio. L'Ospedale di Manerbio è ed è stato, per la storia che lo caratterizza, un Ospedale Pubblico ad alto livello professionale. In questo particolare momento storico l'ospedale vede alla direzione dei diversi reparti medici che, dopo un ventennio di esperienza presso l'Ospedale Civile di Brescia, hanno deciso di portare Manerbio la loro professionalità. Con la dottoressa sono arrivate, a far parte dell'equipe, colleghe ginecologhe della Scuola di Specializzazione dell'Università degli Studi di Brescia. L'organizzazione del reparto vede oggi un'equipe particolarmente complementare. Con i 12 componenti dello staff medico si raggiungono infatti gli ambiti super-specialistici che afferiscono alla Ginecologia ed Ostetricia. Competenza ed esperienza chirurgica hanno consentito di introdurre procedure e perfezionare la tecnica: la chirurgia dei tumori maligni dell'apparato genitale condotta per via tradizionale (lapa-
Dott.ssa Francesca Chiudinelli
SPECIALE
rotomica) o con la laparoscopia per le forme che lo consentono , la chirurgia del prolasso genitale e dell'incontinenza urinaria, tutta la chirurgia dei fibromi e delle cisti ovariche per lo più condotta in laparoscopia. Agli ambulatori tradizionali si sono affiancati ambulatori superspecialistici: • l'ambulatorio di endocrinologia dell'adolescenza e della giovane età, l'ambulatorio della menopausa che vedono affiancata alla ginecologa una dietista per i molti problemi nutrizionali che caratterizzano queste fasce d'età. • l'ambulatorio per l'endometriosi , patologia diffusa e da 2 anni considerata malattia sociale e per questo inserita tra le malattie con esenzione per certe procedure quali l'ecografia pelvica, svolta , in questo ambulatorio da ginecologhe che hanno maturato attraverso corsi specifici competenze molto importanti. • L'ambulatorio per la patologia infettiva del basso tratto genitale che viene affrontata con procedura laser. • l'ambulatorio uro-ginecologico dove si valutano le pazienti con disturbi legati a prolasso genitale ed
Dott.ssa Anna Consoli
incontinenza urinaria per identificare la miglior cura e seguire la paziente dopo l'intervento chirurgico od il percorso terapeutico. • All'ambulatorio uro-ginecologico si affianca la riabilitazione perineale che può trovare spazio sia come prevenzione, per esempio dopo un parto o in quadri di lieve incontinenza urinaria ma anche in quelle forme di dolore pelvico cronico spesso difficili da inquadrare e quindi da trattare con le tradizionali terapia farmacologiche. L'ambito ostetrico, meglio, l'Unità Materno -Infantile, attraverso la qualificata assistenza ha garantito, al punto nascita di Manerbio di mantenere nel 2017 il n° di parti dell'anno precedente nonostante il progressivo calo delle nascite nel nostro Paese, calo che ha fatto sì che in tutti gli Ospedali cittadini e della provincia si sia registrato una più o meno lieve deflessione dei nati. Cosa caratterizza la Sala Parti dell'Ospedale di Manerbio: a partire dalla sicurezza per mamma e neonato si offrono prestazioni ad elevato profilo professionale in un'atmosfera di benessere ed accoglienza anche alberghiera tali da soddisfare la donna in un momento così particolare della sua vita. Molta attenzione è posta da una parte alla fisiologicità del parto, si è molto
Dott.ssa Chiara Fratus 03
SPECIALE
lontani dalle posizioni obbligate: libertà di movimento, parto in acqua e gestione non farmacologica del dolore, ma anche gestione medica con epidurale ovviamente in ogni ora del giorno e della notte. Ma è alla professionale responsabilità ed umanità di medici ed ostetriche che operano nella sala parti che è legato molto del successo di un punto nascita, che deve vedere raggiunto l'equilibrio tra ciò che è necessario per la sicurezza e ciò che non serve per non interferire con la meraviglia del momento più importante e delicato del percorso nascita. Ed è a mamma e bambino che sono dedicate le cure e le attenzioni: mamma e bambino possono restare vicini notte e giorno, ma anche ai papà con la possibilità di restare accanto a mamma e neonato dal mattino per tutto il giorno fino alle 21. Anche per l'ostetricia ambulatori superspecialistici, per citarne alcuni: • ambulatorio per l'alto rischio ostetrico: per problemi di pressione, diabete, problemi metabolici e malattie auto-immuni. • ambulatorio per la gravidanza gemellare. • ambulatorio per il parto pre-termine. • studio colon-doppler e valutazione biofisica nel ritardato accrescimento fetale. • Ambulatorio per la versione esterna del feto podalico per le mamme che desiderano una chance al parto vaginale. Tutta la diagnostica pre-natale Ai futuri genitori che desiderano conoscere lo stato di salute del feto durante il corso della gravidanza, la diagnosi pre-natale offre, oltre agli esami invasivi costituiti da amniocentesi e villocentesi, gli esami di screening non invasivi. Per escludere le patologie cromosomiche principali come la sindrome di Down, oltre ai già noti test di screening quali il test combinato, la translucenza nucale oggi si può eseguire il test di biologia molecolare sul sangue circolante materno che consente di individuare cellule fetali circolanti con cariotipo anormale. A questi percorsi collaborano in equipe con il medico ginecologo, la genetista e la psicologa per il delicato 04
cammino che purtroppo a volte è necessario affrontare di una diagnosi di malattia genetica. In questi casi è nostro compito accompagnare la donna alla decisione finale mantenendo il nostro supporto ostetrico e psicologico. Parlando del percorso riproduttivo bisogna anche ricordare le difficoltà che le coppie a volte devono affrontare come nel caso della procreazione medicalmente assistita. In Ospedale a Manerbio il centro di PMA è uno dei 2 centri pubblici della provincia cui afferiscono naturalmente coppie anche dalle provincie confinanti. I numeri sono in progressivo aumento per il ricorrere dei problemi correlati alla fertilità in relazione ai molti fattori che hanno modificato il costume sociale ed i programmi procreativi. Un reparto, quello di ginecologia ed ostetricia, che si inserisce con il livello professionale di un Centro di Riferimento all'interno di un Ospedale che risponde con appropriatezza e qualità alle richieste di salute della popolazione del suo territorio. Reparto di ginecologia ed ostetricia: Direttore D.ssa Daniela Gatti Medici: D.ssa Francesca Chiudinelli, D.ssa Chiara Fratus, D.ssa Marta Guala, , D.ssa Paolo Linda Rovida, D.ssa Anna Consoli, D.ssa Annalisa Galli, D.ssa Anna Orlandini, D.ssa Edda Pasinetti, Dr. Diego Baranzelli, Dr. Fabrizio Margoni Minutolo, Dr. Antonio Muciaccia, Dr. Maurizio Romano. ALCUNI RIFERIMENTI TELEFONICI: Segreteria (Sig.ra Laura Trotti) 030.9920405 Capo Sala Degenza-Sala Parto (Sig.ra Francesca Franchi) 030.9929324 Call Center Interno (Sig.ra Silvia Massetti) 030.9929481 ogni giorno dalle 14 alle 15,30 POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it
Editoriale
Il Giornale della Gente
Dal 1994 raccogliamo riflessioni, poesie, dediche, racconti… e li trasformiamo in emozioni… Ogni pagina che porti notizie, suscita riflessione, fa pensare, crea occasione di dibattito, diciamo che ce n’è un gran bisogno, soprattutto oggi, in un tempo in cui la comunicazione è glorificata in mille modi, ma purtroppo, scivola via in fretta. Siamo nella civiltà della comunicazione in tempo reale, di internet che è un oceano di notizie e contiene il tutto, il bello, il brutto, l’utile e l’inutile. A volte diventa anche fogna e gogna globale.C’è un bombardamento di canali e programmi TV, di radio e anche la carta stampata non scherza. Sono 26 anni (in provincia di Bergamo) e 15 anni (in provincia di Brescia) che pubblichiamo una comunicazione mirata sul territorio, che consideri la realtà perchè vogliamo contribuire alla crescita di legami, di relazioni, partendo da valori forti e radicati come il senso dell’appartenenza e l’identità. L’ambizione è stata quella di essere anche un mezzo formativo oltre che informativo e vogliamo continuare a farlo. Semplicemente siamo una rivista che parla di vita, di valori come l’amicizia e l’amore, del bene e del male, della gioia e della tristezza. Ai nostri lettori dedichiamo ampi spazi per i loro scritti, poesie, dediche... A differenza dei social dove ci si limita a guardare la foto e le prime tre righe dello scritto, qui c’è spazio per l’approfondimento e perchè no, anche al dibattito. Altro nostro obiettivo prioritario è la valorizzazione di giovani scrittori e di tutti coloro che hanno fatto della scrittura
un piacevole momento di sfogo creativo, che scava nell’interiorità, rende partecipe il lettore, trasmette pensieri, idee, sensazioni e memorie. E’ anche vero che spesso ci riesce più facile condividere i dolori per cercare supporto, mentre invece ci sentiamo quasi in colpa nello svelare a qualcuno il motivo della nostra felicità. Noi esistiamo, noi amiamo, noi scriviamo quindi non lasciamo che la tristezza prevalga, non permettiamo alla speranza di morire. Noi ci SIAMO e voi? 17/09/1994 - 17/09/2020 BUON COMPLEANNO NEW ENTRY Gianluca Boffetti 05
NEW ENTRY il Giornale della Gente Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M.
Anno 26 - N°09 del 27/09/2020 www.newentry.eu New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrycommunication New Entry Television I NOSTRI CONTATTI redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172 DISTRIBUZIONE BRESCIA - MANTOVA - CREMONA Acquafredda - Asola - Borgosatollo - Calcinato Calvisano - Carpenedolo - Casalmoro - Casalromano Castelnuovo - Castenedolo - Fiesse - Gambara - Ghedi Gottolengo - Isorella - Leno - Milzano - Montichiari Montirone - Pavone del Mella - Poncarale - Pralboino Remedello Sopra - Remedello Sotto - Visano.... 06 22
Riflessioni
QUOTIDIANO CHE IMPRIGIONA, LIBERA... “Tutto dipende da come sopportiamo la vita quotidiana. Essa può renderci quotidiani ma può renderci liberi da noi stessi come nient’altro.” Karl Rahner Ci sono giorni in cui il quotidiano mi appiattisce e mi svuota. Momenti in cui le cose da fare si rincorrono una dietro l’altra senza finire mai. Finisce prima la giornata, che lascia così dietro di sé altre cose non fatte, elenchi mentali o concreti da spuntare. Non sono sensazioni piacevoli. In quei momenti sento che le giornate passano troppo in fretta, che non ho mai abbastanza tempo per fare le cose che vorrei. Nel tempo, però, ho capito che quello è uno stato dell’animo, prima ancora che un dato di realtà concreta. Nella mia vita lavorativa ho tenuto anche corsi sulla gestione del tempo, ma non si tratta di compilare la matrice urgenza/importanza, di darsi le priorità. Si tratta di fermarsi e prendere fiato. Cambiare marcia: dall’automatismo alla presenza, alla consapevolezza. Ho vissuto questo weekend come un treno in corsa, tra bucati stesi e ritirati, cambio di armadi, questioni burocratiche da sbrigare al computer, il tutto con un ruminare di pensieri sui libri che avrei avuto voglia di leggere, le foto che avrei avuto voglia di fare, eccetera eccetera. Ruminare alternato a sconforto per il passare del tempo e l’avvicinarsi della domenica sera. Poi mi sono finalmente seduta con un libro in mano. Peccato che pensieri ed emozioni erano ancora sul treno in corsa, e non riuscivano a scendere. Mi sono sentita un po’ una barzelletta: ero lì col mio libro e la testa continuava a macinare pensieri sul tempo troppo veloce senza riuscire a concentrarsi sulle pagine tanto desiderate. Mi è venuto da ridere. Ci vuole tempo anche per fermarsi. Non basta fermarsi. Il guizzo ironico, però, mi ha fermata, e ha cambiato lo stato d’animo. Lentamente il tempo è tornato al suo posto. Giusto. Mi sono quietata e ho letto. Tempo ritrovato. Come tante altre volte ho sperimentato, il problema non è il quotidiano, ma quel che ne fai. È proprio vero: ti può schiacciare o liberare, può essere una prigione o un vasto campo pieno di ricchezze. È questione di sguardo. sguardiepercorsi
Riflessioni
Noi, Uomini e Donne Dominatori del Mondo... e del Nulla Mai come ora, ci possiamo rendere conto di quanto siamo Piccoli Esseri, Impauriti e Persi con lo sguardo nel vuoto . Alcuni di Noi, credono di aver comperato il Tempo con i Loro denari , il Mondo con la Loro prepotenza, altri ancora maghi risoluti convinti di sconfiggere le Malattie, come fossero in guerra contro un Nemico inesistente . Ci siamo illusi che, con il Potere avremmo potuto essere i padroni dell’Universo e conquistare altri Mondi come i colonizzatori d’altri tempi, partiti per “Civilizzare” altri Popoli e renderli schiavi dei Padroni !!! Siamo caduti talmente in basso che siamo incapaci di rialzarci …..dobbiamo chiedere Aiuto all’Universo Infinito ! La Brama di potere ci ha reso ciechi, tanto da calpestare gli Uomini come fossero sassi, le Donne rese schiave e stuprate come trofei, poi ammazzate perchè peccatrici ! Ci crediamo Invincibili, ma non è così ! Siamo dei piccoli Esseri in balia degli eventi ! Che siano terremoti o disastri incontrollabili della Natura, siamo impotenti di fronte all’Universo, ci eravamo illusi che ci appartenesse . Poveri Noi... ora proviamo il Terrore, come chi sta per annegare, forse si sta vendicando per averlo contaminato, sfregiato in tutti i modi possibili . Siamo in balia di Esseri invisibili che non conosciamo, chi avrebbe mai pensato che ci potessero attaccare senza armi, senza farsi notare ma capaci di annientarci !? Quanto siamo Poveri di Umanità, anche per questo la Forza dell’Infinito ci stà punendo, sia-
mo diventati Avidi e Presuntuosi, tanto da credere di essere una razza Superiore... Li abbiamo lasciati soli in un mare che li ha divorati , per la sola caratteristica di avere un colore diverso dal Nostro …. Stiamo ricostruendo i muri, gli stessi muri che i Nostri Padri avevano abbattutto per renderci Liberi. Ne sono morti tanti, interi Popoli ammazzati e oltraggiati, Donne e Uomini irriconoscibili, bruciati vivi per renderli invisibili ! Purtroppo... ora non ha più importanza, non abbiamo letto la storia o l’abbiamo dimenticata, o peggio ancora non ci importa più nulla di quanto è avvenuto ! La fama del Potere ha Contagiato e Ingannato intere Generazioni di Padri e Figli... Anch’io stò aspettando che tutto finisca e che gli Esseri Invisibili mi portino con Sè ! E’ da tanto che sono pronto, non ho paura !!! Temo la sofferenza perchè l’ho provata in questi lunghi anni, ho sperato spesso che tutto finisse, ora sono Libero, in Armonia con Me stesso ed il Mondo Intero, tranne che con Andrea , quel Mio Figlio al quale non ho saputo dare l’Amore e tenere con Me . Nonostante la mia apparente tranquillità, sono inquieto e preoccupato per quelle donne e uomini, di ogni età, che avrebbero bisogno di un segnale di conforto , di vicinanza, per poter condividere la Propria Solitudine e il Proprio Terrore ! E’ tardi Renzo ….troppo tardi , la tua Missione sta per concludersi ….. Ascolta senza dire nulla, guardali negli occhi e capirai ! Renzo Veneri
Riflessioni
LE COSE BELLE DELLA VITA Innamorarsi. Ridere così forte che ti fanno male le mascelle. Una doccia calda. Nessuno in coda davanti a te alle casse del supermercato. Uno sguardo speciale. Ricevere posta. Fare un giro in macchina in una stradina bellissima. Accendere la radio proprio quando stanno trasmettendo la tua canzone preferita. Restare sdraiato a letto ad ascoltare la pioggia. Il profumo degli asciugamani caldi stesi al sole. Trovare la maglia che cercavi in saldo a metà... prezzo. Un vasetto di Nutella. Una telefonata a qualcuno lontano. Una bella chiacchierata. La spiaggia. Trovare un biglietto da 50 nella giacca dello scorso inverno. Ridere di te stesso. Le telefonate di mezzanotte che durano ore. Correre sotto gli acquazzoni estivi. Ridere senza ragione. Avere qualcuno che ti dice che sei bellissima/o. Gli amici. Ascoltare accidentalmente qualcuno dire qualcosa di carino su di te. Svegliarti nel cuore della notte e realizzare che hai ancora qualche ora per dormire. Avere qualcuno che gioca coi tuoi capelli. 08
Fare un bel sogno. Una cioccolata calda. I viaggi in macchina con gli amici. Salire su un’altalena. Incartare i regali sotto l’albero di Natale mangiando biscotti e bevendo un bicchiere di latte. Incrociare lo sguardo di uno/a sconosciuto/a carino/a. Vincere una sfida veramente competitiva. Fare una torta di mele. Tenerti per mano con qualcuno a cui vuoi bene. Incontrare per strada un vecchio amico e scoprire che alcune cose (buone o cattive) non cambiano mai. Guardare l’alba. Alzarti dal letto al mattino e ringraziare Dio per questo. sguardiepercorsi
Riflessioni
VOLEVAMO CAMBIARE IL MONDO E IL MONDO HA CAMBIATO NOI...
“Ci siamo addormentati in un mondo, e ci siamo svegliati in un altro. Improvvisamente Disney è fuori dalla magia, Parigi non è più romantica, New York non si alza più in piedi, il muro cinese non è più una fortezza, e la Mecca è vuota. Abbracci e baci diventano improvvisamente armi e non visitare genitori e amici diventa un atto d’amore. Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno va-
lore e non riescono a prenderti l’ossigeno per cui stai combattendo. Il mondo continua la sua vita ed è bellissimo. Mette solo gli esseri umani in gabbie. Penso che ci stia inviando un messaggio: “Non sei necessario. L’aria, la terra, l’acqua e il cielo senza di te stanno bene. Quando tornate, ricordate che siete miei ospiti. Non i miei padroni”. Francesca
Orari: da Martedì a Venerdì 5.30/20.00 - Sabato 7.00/20.00 e Domenica 7.00/13.00
Info e prenotazioni 353 316 2543 - PIAZZA ROMA ISORELLA · BS ·
Dedica a...
DICEVA MIA NONNA... ...non lasciare che le tue padelle brillino più di te! Non prendere la pulizia della casa così sul serio! Quando sono diventata moglie, passavo le 24 ore del giorno guardando che tutto si tenesse pulito e in ordine nel caso “qualcuno venisse a trovarmi”, ma poi ho scoperto che sono tutti molto impegnati, passeggiando, si divertono, lavorano e si godono La vita!. E se qualcuno appare all’improvviso? Non devo spiegare la situazione della mia casa a nessuno. Le persone non sono interessate a quello che stai facendo tutto il giorno, la gente passeggia, si diverte e si gode la vita.
GRAFICA E STAMPA • • • • • • • • • • • • • • • • •
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PER INFORMAZIONI: Gianluca Boffetti • 347 73 52 863 • 10
La vita è breve, divertiti! Rispolvera... se necessario. Ma abbi il tempo di dipingere un quadro o scrivere una poesia, fai una passeggiata o visita un amico, cucina quello che piace a te, annaffia le tue piante.... concediti il tempo libero per bere una birra, nuotare in spiaggia (o piscina), scalare montagne, giocare con i cani, ascoltare musica, leggere libri, coltivare i tuoi amici e godere della vita. Rispolvera, se necessario, ma la vita continua fuori. Pensa che questo giorno non tornerà mai più! Rispolvera, se necessario, ma non dimenticare che invecchierai e che molte cose che puoi fare ora non saranno così facili da fare nella tua vecchiaia. E quando te ne vai, visto che ce ne andremo tutti un giorno, anche tu diventerai polvere! E nessuno ricorderà quante bollette hai pagato, né la tua casa pulita, ma ricorderanno la tua amicizia, la tua gioia e quello che hai insegnato... Samantha
SPECIALE
CROCE ROSSA: MOLTO PIÙ DI UN'ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO CROCE ROSSA del COMITATO DI CALVISANO di Barbara B. L’idea di Croce Rossa Italiana è spesso associata alle sole attività di “soccorso”, propriamente detto, in realtà le azioni che l’Associazione svolge sono mirate alla protezione della vita e della salute e al rispetto della persona umana, favorendone la comprensione reciproca, l’amicizia ed una pace duratura, prevenendo ed alleviando in ogni circostanza le sofferenze degli uomini. Croce Rossa è molto di più di un’associazione di volontariato: è un’entità internazionale che ha visto la sua nascita a due passi dal Lago di Garda in quella che oggi ricordiamo come la Battaglia di San Mar-
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tino e Solferino (24 giugno 1859), e furono proprio i feriti ed i morti di quel conflitto che istillarono l’idea al nostro fondatore: Jean Henry Dunant. La Croce Rossa nasce sui campi di battaglia e noi la storia di Jean Henry Dunant, un uomo svizzero che per caso si trova in una zona di conflitto, subito dopo una cruenta battaglia, la raccontiamo agli aspiranti volontari che s’iscrivono ai corsi di accesso, ma per chi non volesse cimentarsi nel volontariato, basta una visita al Museo di Castiglione delle Stiviere, il secondo al mondo dopo quello di Ginevra, per conoscere gli eventi e l’opera del filantropo svizzero. Quella di Dunant è una storia che ha cambiato le sorti dell’umanità. Ogni anno, il Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa raggiunge più di 160 milioni di persone attraverso il suo network, composto da 17 milioni di volontari in 192 paesi e da 450mila operatori. Essere in prima linea sempre, ovunque e per chiunque si trovi in una condizione di vulnerabilità ed è con questo spirito che, da oltre 150 anni, mi-
SPECIALE
lioni di volontari diffondono l’intuizione di Dunant, contribuendo alla crescita della più grande organizzazione umanitaria del mondo. La Croce Rossa Italiana, presente sul territorio nazionale con 670 comitati e oltre 156 mila volontari, ha svolto un ruolo di primaria importanza in occasione di emergenze e calamità, tra cui gli eventi sismici che nel 2016 hanno colpito il Centro Italia o l’emergenza sanitaria COVID19 che ancora stiamo affrontando, mettendo in campo sin dai primi momenti mezzi e risorse adeguati per garantire assistenza e conforto alla popolazione. Inoltre, CRI continua nelle operazioni di accoglienza dei migranti che raggiungono il Paese alla ricerca di un futuro migliore ed è costantemente impegnata in numerosi servizi: dall’inclusione sociale al primo soccorso, dall’assistenza ai senza dimora al sostegno alle famiglie in difficoltà, dai centri antiviolenza alla clownerie.
Croce Rossa Italiana, unitamente al Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, festeggia l’8 Maggio di ogni anno (data di nascita di Jean Henry Dunant) la Giornata Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa allestendo attività diverse, aperte alla popolazione, in quella che è la “Settimana della Croce Rossa” con l’obiettivo di far conoscere ed apprezzare la nostra operatività e presenza sul territorio, purtroppo quest’anno non è stato possibile, contiamo di recuperare nel 2021. Per tutti coloro che volessero essere parte di questa associazione, il comitato di Calvisano è a disposizione per tutte le informazioni del caso: Croce Rossa Italiana Comitato di Calvisano Via dell’industria 1 – Tel. 030 99 68 533 email: calvisano@cri.it
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4 fettine di pane tipo Baguette 12 gamberetti freschissimi. 4 cucchiai di mascarpone succo di limone verdurine e mela rossa per decorare cannella in polvere Preparazione ricetta Tostare il pane per renderlo croccante. Mettere il mascarpone in una ciotola e grattugiare in esso mezza mela, aggiungere qualche goccia di limone ( se il composto fosse troppo morbido aggiungere del pane grattugiato), Mettere poi la crema in un sac a poche. Tagliare l’altra mezza mela ricavando dei piccoli stecchini vicini alla buccia. Comporre il FINGER FOOD adagiando su un piatto il crostino, aggiungere dei ciuffetti di crema, appoggiare i gamberetti, gli stecchini di mela e decorare il piatto spruzzando della cannella in polvere. Anna - www.cucinacreare.it
BEST FRIENDS FOREVER
SALTY, UNA CANE GUIDA DIVENTATO EROE Salty è un Labrador Golden Retriever protagonista di uno degli episodi più commoventi avvenuti durante il famoso 11 settembre a New York. Il suo padrone, il colombiano Omar Eduardo Rivera, è cieco e poteva spostarsi in città solamente grazie al suo sane guida, Salty appunto. Rivera lavorava nella Torre 1 del World Trade Center e si trovava sul posto di lavoro quando il primo dei due aerei ha colpito l’edificio. Salty reagì nervosamente mentre le urla si sentivano dappertutto. Poi, abbaiò senza sosta dal corridoio. Rivera capì che il cane lo stava chiamando per portarlo in salvo. Quindi si avvicinò al suo animale e, passo dopo passo,
Salty lo guidò per tutti e 71 i piani dell’edificio, fino a raggiungere la strada. Una volta lì, l’edificio crollò. Salty guidò il suo padrone fino alla metropolitana e poi a casa. Una di quelle che hanno fatto il giro del mondo.
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Società
UN PO’ DI STORIA DEI GUANTI
Nel periodo da poco trascorso in cui a causa dell’emergenza covid ci hanno imposto di indossare guanti usa e getta in molte situazioni, salvo poi dirci che fanno male alla pelle (sic) e che è più sicuro lavare ed igienizzare spesso le mani con prodotti specifici. Rimangono obbligatori ovviamente in luoghi e per necessità sanitarie particolari. È comunque curioso scoprire un po’ di storia dei guanti. Dal IV sec. d.C il guanto perse la sua funzione di oggetto per riparare le mani dal freddo, per assumere il simbolo di eleganza e potenza. I nobili medievali li portavano di velluto e tempestati di gemme, mentre i cavalieri li usavano in maglia d’acciaio per proteggere le mani sollevando pesantissime spade durante le battaglie. In quel periodo il guanto era un indumento solo maschile, addirittura proibito alle donne con uno specifico decreto. Imperatori e Re, durante la cerimonia di investitura dei feudatari, donavano un paio di guanti. Fu solo nel IX sec che le donne riuscirono ad usarli, come accessori lussuosi e decorativi, di pelle e tessuti pregiati, ricami, bottoni in perle e pietre preziose. Nel sec. XIII spopolarono i guanti veneziani, confezionati con stoffe rarissime e perle provenienti dai mercati d’Oriente con cui la Serenissima aveva rapporti commerciali. In quel periodo il guanto divenne anche un simbolico strumento di sfida a duello, lanciato o 16
sbattuto con sprezzo sul volto dell’avversario e anche di solenne richiesta di vendetta contro una condanna ingiusta. Col passare del tempo, i guanti riacquistarono il loro primitivo utilizzo, cioè proteggere le mani. Diventarono più sobri: di lana, di pelle foderati di pelliccia per l’inverno; di nappa sottile o sfizioso filet per l’estate. Fino alla metà del Novecento erano considerati un accessorio indispensabile per proteggere le mani da germi presenti in luoghi pubblici e per distinguersi. Furono soprattutto gli artigiani francesi ed italiani a gestire il mercato dei guanti, facendo a gara a chi riuscisse a fabbricarne di più originali, come per esempio ricamando sui dorsi gli stemmi di famiglia. Molto meno eleganti, ma molto utili, i guanti per eseguire lavori di casa , per es. lavare piatti o biancheria, così come i guanti in materiali più robusti per lavori di giardinaggio o lavori pericolosi. Qualche modo di dire: “Trattare con i guanti”- con estrema gentilezza e riguardo. “ Calzare come un guanto- di capo d’abbigliamento, che veste benissimo; di un soprannome, molto appropriato alla persona a cui è stato affibbiato…e a Montichiari soprattutto anni fa ce n’erano tantissimi, simpatici, ironici,azzeccati, ma molti anche cattivi. Olfi Ornella
AUTO D'EPOCA
GIULIETTA TURBODELTA, IL CANTO DEL CIGNO DELL' AUTODELTA Correva l’anno 1982, mentre gli azzurri alzavano al cielo la coppa del mondo, un marchio leggendario dell’automobilismo italiano, si accingeva a lanciare sul mercato quella che sarebbe stata la sua ultima creazione. Il motore era il consueto quattro cilindri in linea bialbero, in questo caso però montava una turbina KKK che ne faceva aumentare la potenza di ben quaranta cavalli, portandola sino a 170 cv. L’accoppiata carburatori turbo era del tutto inedita, sopratutto in anni in cui quasi tutte le case si convertivano all’iniezione, facendo morire così quasi definitivamente gli “anni d’oro “ dell’ epoca dei carburatori. Meccanica raffinata, al posteriore montava il ponte De Dion, il bilanciamento dei pesi era ottimo. La dinamica di guida entusiasmante così come si confà ad un’ Alfa Romeo. Originariamente montarono sui primi esemplari una turbina Avio che diede però problemi di affidabilità e fu così sostituita da una KKK appunto. Auto rarissima, prodotta in 361 esemplari di cui due però erano pre serie, per cui di fatto in 359 esemplari di serie. Considerate però che in virtù delle prestazioni (oltre 205 km/h ) e delle eccellenti doti da sportiva, di esemplari sani, ed originali ne restano pochissimi veramente !!! Ci sono stati anni in cui una Turbodelta costava davvero poco e tanti ragazzi dal portafogli leggero ma
con il piede pesante ne hanno comprata una per divertirsi con un cavallo di razza a basso costo. La livrea era piuttosto particolare, anche qui però per riconoscerla serve un occhio esperto o almeno da appasionato. È bicolore, con cerchi in lega dedicati e gli interni sono rossi, il contrasto fra il nero della carrozzeria e gli interni, la rende molto aggressiva. Difetto di tutti i turbo di quel periodo il turbolag, ovvero la mancanza di coppia sotto un determinato numeri di giri, e il famoso “calcio nel sedere” che arriva al raggiungimento di un determinato regime di rotazione. Ma non si può parlare di un vero e proprio difetto, in quanto a quei tempi i turbo erano in linea di massima così. La considero un ottimo investimento, data la rarità e la scarsità di esemplari rimasti in buono stato ed originali. Sopratutto ci si porta a casa l’ultimo lavoro firmato Autodelta. I prezzi? Incribilmente ragionevoli in virtù del fatto che si parla di un’Alfa prodotta in così pochi pezzi. Possono bastare 30/35 mila euro per accaparrarsi un esemplare perfetto. Che dire, compratela ! Divertirsi con un’auto turbo degli anni 80 non ha prezzo ! Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com 17
CURIOSANDO IN LIBRERIA di Laura Gorini
She's the one
il nuovo romanzo della ventenne Asia Pichierri Dopo la pubblicazione del romanzo breve Vieni e cambiami la vita, edito da Golem Edizioni, torna nel mercato editoriale l’autrice e blogger pugliese. Ha esordito da pochi mesi nel mondo editoriale Asia Pichierri, studentessa di Lettere Moderne della provincia tarantina, dopo anni di esperienza da articolista e blogger. Dopo il suo primo romanzo breve, Vieni e cambiami la vita (2020, Golem Edizioni), la fondatrice del blog letterario Il libro sulla finestra torna a scrivere d’amore con She’s the one, spin-off della precedente storia, disponibile dal 25 agosto in esclusiva su Amazon. Protagonista il rock che ha fatto la storia della musica e che costituisce l’asse portante delle vite di Daniel Bronson ed Alice Cooper (il nome è, di per sé, tutto un programma). Fotografo nella città degli Angeli e collezionista di conquiste lui, make-up artist e incapace di gestire una relazione lei, i due si troveranno faccia a faccia grazie alle note di I was made for lovin’ you dei Kiss, in una situazione molto…particolare. Una esilarante commedia romantica che ripercorre quei tanto agognati Ottanta rimasti nel cuore di chi li ha vissuti, e visti con tristezza da chi avrebbe voluto assistere alla nascita di MTV, cantando a squarciagola i Bon Jovi e imitando le magie degli accordi dei Guns N’ Roses. Trama: Alice Cooper è una make-up artist con una passione sfrenata per la musica rock. Nel20
CURIOSANDO IN LIBRERIA di Laura Gorini
la sua vita niente è al posto giusto, dall’ambito sentimentale a quello lavorativo, e attribuisce tutte le colpe dei suoi insuccessi al nome che porta, per un puro caso di omonimia con la personalità più controversa della musica. Daniel Bronson è un fotografo nella città degli Angeli, colleziona conquiste e disdegna ogni forma d’amore, che non sia quello verso gli AC/DC. Complici le note di I was made for lovin’ you dei Kiss e qualche cocktail di troppo, Alice e Daniel si troveranno faccia a faccia, pronti per farsi la guerra a colpi di rock. Nota dell’autrice: She’s the One è lo spin-off di Vieni e cambiami la vita, che vede protagonisti due personaggi secondari nel precedente romanzo. Nonostante ciò, entrambe le storie possono essere lette in maniera autonoma. L’autrice: Asia Pichierri, classe 2000, frequenta la facoltà di Lettere. Scrive fin da piccola e nel 2018 pubblica il suo primo racconto, Un tacco per innamorarsi, all’interno dell’antologia benefica Un battito di cuore (edita da Darcy Edizioni). Con Golem Edizioni pubblica la novella Solo per lei, prequel del suo primo romanzo Vieni e cambiami la vita, in libreria da maggio 2020.
È creatrice del blog letterario Il libro sulla finestra e organizzatrice del festival Libri sul mare.
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TERRITORIO
MATTEO RUGGERI PORTA ALL'ATTUALITÁ L'ANTICO LAVORO DEL PASTORE Proviene da Mezzane e con i suoi 24 anni è il più giovane pastore transumante d’Italia Già a sei anni, Matteo Ruggeri sognava di diventare pastore, lo diceva a suo padre così come si esprimeva convinto con i suoi coetanei. I quali allora, come oggi gli dicono che lui è matto. Tutti sognavano traguardi molto più ambiti: insegnante, ragioniere, dottore, divo televisivo, i più tanti campione di calcio, di sci, un po’ meno di ciclismo. Gli anni sono passati, ma lui quel sogno avuto da bambino lo doveva realizzare. Lavorando duro, ingrossa il suo salvadanaio con una somma di danaro in grado di iniziare la sognata attività. Oggi il 24enne mezzanese è considerato il più giovane pastore transumante italiano. La sua storia ha fatto colpo, a fine agosto con un video trasmesso da “PiùValliTV”, televisione di Darfo-Boario Terme, emittente ufficiale delle Valli Alpine. Un video che ha fatto invidia, anche a molti personaggi del cinema, in quanto ha raccolto 655.000 visualizzazioni. zane” ha toccato oltre 12.000 visualizzazioni. Tante le condivisioni e 50.000 mi piace. Simpatia, apprezzamento e condivisioni si sono Matteo, porta alla attualità, una delle più antiche rincorse su Facebook e Whatsapp,sul sito “Mez- attività: la pastorizia transumante. Ossia l'uso di spostare i greggi verso le montagne in estate, a valle o pianura in autunno e inverno. Una scelta di lavoro duro, in qualche misura rischioso, ma certamente affascinante in piena liberta, scoprendo ed ammirando la natura. Insieme alla sosta nei campi, quasi praterie in montagna, vagando per strade e viottoli campestri, lungo le rive di fiumi e canali, alla ricerca di luoghi incolti e di campi che, dopo il raccolto, riescono ancora a produrre preziose erbacce e gustose erbe per le pecore. Lui quando non è in montagna è nella nostra bassa bresciana. A Mezzane, nella campagna di via Montichiaresa, è cresciuto ed ha vissu22
TERRITORIO
to con la famiglia, papà Maurizio, la mamma Lara Capetti, la sorella Giulia, scomparsa per un tragico incidente nel dicembre scorso. Abita ora, per quei giorni che è a casa, a Carpenedolo con la compagna Anna, che lo asseconda e condivide tale scelta. Gli altri giorni dorme in Malga all’aperto sotto il cielo stellato, quando fa caldo e non piove, oppure in roulette, posta accanto al suo gregge. Da solo con le sue 500 pecore, alcune capre di razza orobica e due cani esperti più dell’uomo, Matteo ha appena trascorso quattro mesi in montagna. Ai 1.800 metri della Malga Tombea, nel Parco dell’alto Garda bresciano. Meta raggiunta con il cammino delle pecore - escluse le partorienti ed i piccoli agnelli, trasportati con automezzi idonei - partendo da Mezzane, passando per la Gardesana, Salò, Roè Volciano, la Val Sabbia e quella di Valvestino. Percorso svolto in modo inverso, in questo periodo, una ventina di giorni per ritornare nella nostra pianura. Qui il mangiare per le pecore lo si trova nei campi di erba o erbacce, chiedendo ai vari proprietari di entrare nei loro terreni, mentre in montagna vi sono le Malghe, zone a verde di proprietà pubblica, assegnate in affitto attraverso bandi regionali. Per il 2021 ritornerà nelle montagne bresciane, nelle malghe di Croce Domini. Un lavoro certamente duro e impegnativo dicevamo, che riporta noi lettori a ricordare il passato, che diventa attualità, affrontato con tanta soddisfazione da Matteo Ruggeri, per un vivere in libertà, all’aria aperta, con tanto amore e volontà per tale scelta. Una forte simbiosi con gli animali e il pastore, che si occupa di loro a tempo pieno, fornendo protezione, cure sanitarie, assistenza durante il parto, dar da magiare agli agnellini e tanto altro. Matteo è soddisfatto dei suoi viaggi pastorizi, dove conosce luoghi e persone nuove. Certo non manca qualche maleducato e poco attento, paure più che per orsi e predatori, è
il traffico che incontra nei trasferimenti, certamente la difficoltà più grande. Non facile percorre quei tanti kilometri, sulle strade normali, certo cerca anche quelle secondarie, purché non allunghino il percorso. Il resto per lui è una professione che lo rende felice, pioggia o vento non rallentano la passione per l’amato lavoro. La produttività economica è data dalla vendita di pecore adulte, sostituite dai nuovi agnellini, dalla lana di pecora della tosatura. E per il futuro, oltre al molto tempo al pascolo, accanto ed insieme alle sue pecore, non manca di fantasticare e sognare alla futura famiglia, ai figli che verranno, certo che essi possano amare lo stesso suo lavoro. Continuando a far gioire bambini, ragazzi ed adulti quando incontrano o vedono tante pecore, grazie anche a chi continua con questa speciale attività, come Matteo Ruggeri. Marino Marini
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ITINERARI
Santo degli Sposi Passo della Presolana (Bergamo) La leggenda vuole che all’incirca nel 1871 questo dirupo, raggiungibile dalla strada panoramica forestale che collega il passo della Presolana al colle Vareno, inizialmente chiamato ‘Belvedere’ data la frequentazione e la spettacolarità del panorama da cui si ammira l’orrido sul torrente Dezzo e la Valle di Scalve, fosse la meta preferita di due novelli sposi polacchi. Massimiliano Prihoda, di professione musicista, e la giovane moglie, Anna Stareat, affermata pittrice, passavano giornate intere in contemplazione del genius loci da questo incomparabile osservatorio traendo ispirazioni per le loro opere. Una sera, probabilmente spinti dalla volontà di conservare per sempre l’intenso e appassionato sentimento che li univa, raggiunto l’orlo dello strapiombo si gettarono nel vuoto, abbracciati, e ancora abbracciati vennero ritrovati. Le spoglie mortali vennero tumulate nel piccolo cimitero di Angolo, dove fino ai recenti restauri si poteva ancora osservare la lapide la cui epigrafe celebrava il loro eterno amore. Il belvedere - dove oggi una sagoma in metallo mantiene la dolce memoria 24
della coppia - venne chiamato il “Salto degli Sposi” e divenne meta continua di innamorati ma anche di estimatori dei due artisti, le cui opere sono sempre state oggetto di appassionate ricerche.
Curiosità: Sembra che il quadro di Anna Stereat sia stato trovato per caso a Bombay (India) al Prince of Wales Museum of Western India, e che lo spartito sia stato recentemente riscoperto nella biblioteca del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo. Via Bergamo, 25040 Castione della Presolana (Bg)
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Riflessioni
ANIME NEL VENTO
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VALERIA
IL TRAMONTO É LONTANO
La morte colpisce petto ed animo come buffo gelido. Solerte, audace, vogliosa ingoia vite in boccio. Quando quella che fra le dita serra è la vita di una giovine madre che tanto ha lottato contro un male oscuro rabbia si fa cieca tremore fondo. Fede incerta trova modo di essere incespica scivola silente come acqua fra le mani salsa riaffiora tra polpastrelli tesi. Valeria era bella giovane mille i sogni che la vestivano fra le braccia stringeva il figlioletto. Valeria la vita ho dovuto salutare senza prima ne dopo con un mare di cose da dire e da fare di gioie da assaporare di cammini da solcare. Dolore graffiante lacera graffia, a capo chino, immoto osa interrogare la vita. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
Madre, cos’è accaduto? Com’è che ti ho trovato esanime al tappeto tu che hai vinto mille tempeste? Tutto è cambiato in un momento, la tua casa è diventata la camera da letto, Tu che sei sempre così attiva, indipendente adesso da sola non riesci a far più niente. Da quanto tempo non ci abbracciavamo più cosi? Devo stringerti per cambiarti, per spostarti dal letto alla sedia, dalla sedia al letto e tu ogni volta: grazie e scusa, grazie e scusa... come se fosse colpa tua. Sono certo che la tua grinta avrà la meglio, che rialzerai ancora la testa, ci vorrà del tempo ma poi sarà gran festa. Intanto ci dobbiamo abbracciare ancora per un po’, e non continuare a dire: grazie e scusa. Quand’ero bambino, quante volte ti ho ringraziato? Per me, anzi, per noi, tutto era dovuto, adesso lasciaci restituire un po’ di quel che ci hai dato. Madre cara, il tramonto lasciamolo sullo sfondo, ammiriamolo da lontano, c’è tempo per raggiungerlo, facciamolo piano, piano, piano... Giordano ANIME NEL VENTO
BRUNA Oggi è il compleanno della nostra cara defunta Bruna. E' morta già da due anni. Ho sempre voluto bene a lei ed alla sua famiglia, sembra che sia morta ieri. Cara Bruna, devo ricordarti che tu sei ancora preziosa per me, ancora di più di un diamante e dell'oro. Tu sei tutti i diamanti messi insieme. Oh! Piango ancora molto per lei! Vorrei vederla di nuovo. E' morta di tumore. Per me era una nonna mentre per mia mamma era come una mamma! E' stato molto triste!!! Celeste
Riflessioni
Riflessioni
SULLA SPIAGGIA
L’ALBA DEL MIO TRAMONTO
Nascondo gli occhi, con grandi occhiali scuri, mentre il vento mi schiaffeggia le guance. Lui è alto e ossuto, ma la sua faccia no, ha gote rosate e paffute, stranamente imberbi. Si inginocchia sulla sabbia, e le onde più lunghe gli bagnano i calzoni, mentre affonda le mani alla ricerca di un tesoro prezioso. Si curva tutto, mentre l’acqua scurisce il non colore dei suoi calzoni sformati. Ogni tanto si avvicina qualcosa al naso, e poi ride, con tutta la faccia. Allora si alza, batte le mani, e sembra una bandiera che sventola. Ripone i suoi tesori nelle tasche dei calzoni. E a guardarlo bene, ti accorgi che fa attenzione ai movimenti. Che non si perdano, o non si sciupino, i regali che gli ha fatto il mare. Conchiglie sbeccate, cocci di vetro levigati e sassolini lucenti, che una volta asciutti torneranno incolori. C’è una gioia che fa invidia, nei suoi occhi bambini, ed in ogni suo gesto. Nel suo battere le mani, rivolto verso sconosciuti di passaggio. E non puoi sapere cosa pensa, cosa la sua mente immagina, mentre si cerca nelle mani, una sorpresa. Cerco di lasciarmelo alle spalle, prima che il sole cali troppo. Non voglio sapere se piangerà, quando sarà ora di lasciare la battigia.
Se volete vedere tramonti dipinti d’azzurro, venite nel mio nord dove d’estate il giorno non conosce fine e il silenzio parla dalle immense distese; dove i colori sono tenui e spuntano teneri fiori dalle lande bianche e la quiete riposa nella barca solitaria cullata da piccole onde e il muschio è sempre verde; dove rifugio è una casetta di legno dalle tendine gialle e il contadino lavora la terra con la sua zappa dal manico di legno; dove le renne guardano l’orizzonte senza chiedersi del perché di tutto questo. E dove il grido del gabbiano che pesca nel mare echeggia nell’aria. Ma, dove d’inverno tutto cambia e un manto oscuro avvolge la terra coperta di neve e il sole è in letargo insieme agli animali e alle piante per l’altra metà dell’anno e l’uomo resta in attesa, inerme. Questo è il mio nord che mi vive dentro e, nonostante io abbia visto e vissuto i colori e i sapori forti del sud, la malinconia del nord non mi ha mai abbandonata – malinconia e non tristezza – così come la nenia della mia infanzia non ha mai smesso di cantare. Sarà per questo che nel mio tramonto è sorta un’alba, che non so spiegare.
Vanessa
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RIDIAMOCI SOPRA
Un giorno Paolo torna a casa e chiede alla mamma: “Mamma, il nonno è un meccanico?”. La mamma perplessa per la domanda r i sponde: “Certo che no!”. E Paolo ribatte: “E allora cosa ci fa sotto l’autobus?”. Sul muro di un bagno pubblico in America: “Vogliate per favore stare più vicino perché il vostro Grande Guerriero non è così lungo come pensate...” Mio marito è una noia, da quando è in pensione esce di casa solo per portare fuori il cane. Gli ho chiesto: “Qualche sera potresti portare fuori anche me!”. Lui mi ha guardato sbalordito: “Alla tua età vuoi metterti fuori a pisciare contro gli alberi?”.
sviene! Un tizio va da una agenzia funebre per predisporre il funerale della suocera. L’addetto gli chiede: “Vuole che sia cremata o semplicemente interrata?”. “Tutte e due le cose. Non voglio correre rischi”. Quando ho chiesto a mia moglie di sposarmi, lei ha fatto molta resistenza. Mi diceva: “Caro, ma tu sei un ateo, come faccio a sposarti? Non credi neanche all’esistenza dell’Inferno”. Poi, dopo molte insistenze, ha ceduto e mi ha sposato. E mi ha anche dimostrato che avevo torto: l’Inferno esiste, eccome...
Al funerale di un cardiologo si vedono molte corone a forma di cuore. Un collega del defunto, ginecologo, pensa tra sè e sè :”Chissà come saranno le corone quando morirò io?”. Tre amici si incontrano per caso in farmacia. Il primo chiede al commesso: “Dodici preservativi. Gennaio, febbraio, marzo...” . Il secondo ascolta e poi si mette a ridere: “Ah ah ah!!! Per me sette preservativi: lunedì, martedì, mercoledì...” . Il terzo imperturbabile infine chiede: “Per me solo tre preservativi”. Gli altri due cominciano a ridere. Allora lui si rivolge a uno di loro e fa: “Uno per mia moglie, uno per tua moglie e uno per sua moglie...”. Tre amiche si trovano in Centro per prendere il tè e scambiare quattro chiacchiere. La prima dice: “Mio marito mi tradisce. Oramai ne sono sicura. Ho trovato un paio di mutandine di pizzo nella sua macchina e non sono le mie!”. La seconda rincara: “Ah ciò mi rallegra, dato che anche mio marito mi tradisce, perché ho trovato un preservativo nuovo nel suo portafogli. Allora per vendicarmi l’ho bucato con un ago!”. La terza non dice nulla e... 37
Riflessioni
Vacanza sull’Appennino Tosco-Emiliano Una vacanza alternativa, che all’inizio ci sembrava ideale, in questo periodo, soprattutto per il luogo non affollato, si è rivelata un’ottima scelta in tutti i sensi. Immersi nelle colline dell’Appennino tosco-emiliano, in ogni direzione lo sguardo si perdeva nel verde, in tutte le sue tonalità, dal più brillante al più cupo, attraversato dal fiume Taro che col suo sussurro cullava il silenzio d’intorno. Distese di frutteti, di prati punteggiati di fiorellini bianchi, gialli, fucsia, azzurri; boschi misteriosi da scoprire, dai quali abbiamo intravisto spuntare qualche elegante capriolo e uno scattante scoiattolo; il più suggestivo una faggeta, che sembra quasi un labirinto lunare, una distesa talmente fitta di fusti altissimi, dalla corteccia chiara, così ben allineati da non lasciar quasi filtrare i raggi del sole, ai piedi di quali molti massi ricoperti di muschio crenao macchie verdi a lato di sentieri facili da percorrere anche per i meno esperti. In sottofondo canti di cicale si mescolavano ad altri suoni delicati e fruscìi di foglie. Anche dall’alto dell’agriturismo dove eravamo ospiti il panorama era rilassante, lontano dal traffico seppur a poca distanza dal paese sottostante. Un ambiente semplice, tra cani e gatti sempre pronti a farsi coccolare; struttura con tetti e sottotetti in legno, pavimenti di pietra antica, un pergolato d’uva a ombreggiare un salotto esterno, un gazebo in legno dove cenare al fresco: un insieme accogliente e dal sapore familiare, con cucina casalinga, prodotti a km zero, dal gusto ottimo. Passeggiate rigeneranti, per noi e la
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coppia di nostri amici che, pur essendo abituati a camminare in campagna, in questa zona ci siamo sentiti un po’ fuori dal mondo e molto a contatto con la natura. Meraviglioso di sera il cielo stellato, più vicino e più luminoso. Un tuffo poi nel passato ci ha coinvolto visitando piccoli caratteristici borghi medievali, in cui davvero il tempo sembra essersi fermato, in un’atmosfera e uno stile di vita ancora a misura d’uomo, con stretti vicoli dalla pavimentazione di pietra, tra casette rimaste quasi intatte, con vasi di fiori e tendine di pizzo ad ogni finestra e vasi di gelsomini fuori da ogni abitazione. Vecchie piccole botteghe dal sapore antico di vario genere, soprattutto di prodotti alimentari tipici ( funghi in particolare). Maestosi castelli a dominare le valli, tra volte di pietra e mura imponenti con camminamenti esterni con vedute mozzafiato, mentre all’interno scale strette e ripide portano a stanzette e sale che raccontano spaccati di vita fra storia e leggende, come quella di fantasmi tuttora vaganti in cerca di quiete. Noi quattro compagni di viaggio ogni anno sappiamo apprezzare le bellezze dei luoghi in cui trascorriamo le ferie: storiche, culturali, naturalistiche, folcloristiche, culinarie. Ogni meta ci ha lasciato emozioni, sorpresa per ricchezza di storia e miti, di personaggi famosi locali in vari campi, aneddoti e racconti accattivanti parlando con persone residenti, che ci hanno lasciato ricordi rimasti nel cuore. Ornella Olfi
Relax
SODOKU
VIGNETTE
HAI PASSIONE PER LA SCRITTURA? INVIACI I TUOI SCRITTI E NOI SAREMO LIETI DI PUBBLICARLI! redazione@newentry.eu 39
QUESTO È IL MIO NOME
di Micky
Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.
Giuliana
Pur essendo nomi precristiani, Giulio, Giulia, Giuliano e Giuliana contano più di 100 Santi omonimi che li onorano e sostengono. La Famiglia Giulia - in latino Gens Julia - ebbe come capostipite il figlio di Enea chiamato Julo o Ascanio. Il generale, dittatore e scrittore romano Gaio Giulio Cesare è il più celebre esponente della stirpe: bastano a testimoniarlo il nome luglio, settimo mese a lui dedicato, e il Calendario Giuliano riformato sotto di lui e in vigore fino alla riforma dell’attuale Calendario Gregoriano (avvenuta nel 1582, ma ancora vigente presso le chiese ortodosse). Giuliano e Giuliana sono patronimici di Giulio e Giulia. Curiosità etimologica: il nome Giulio si può pure accostare al greco e in tal caso significa di ‘lanuginoso’. La Storia annovera vari papi e sovrani di nome Giulio. Qualità personale Nomi dolci Giulia e Giuliana, specchio fedele del loro mondo interiore. Il tondo forte della ‘o’ in Giulio e Giuliano ne connota insieme la fermezza e la disciplina di carattere. Frequenza Giulia, con le varianti, supera quota 160.000 e si riconferma fra i primi nomi dei battezzati in Italia nel 2012; Giulio, rimane a quota di poco sotto 150.000… Giuliana (derivato o patronimico) sfiora quota 125.000, Giuliano 85.000… Origine: Latina Significato: Colei (o colui) che discende da Giove o è devoto e dedicato a Giove. Onomastico L’onomastico si può festeggiare in memoria di 40
più sante e beate, alle date seguenti: 7 febbraio, santa Giuliana, vedova di Firenze 13 febbraio, santa Giuliana, laica venerata a Torino 16 febbraio, santa Giuliana, vergine e martire a Nicomedia sotto Massimiano 5 aprile, santa Giuliana di Cornillon, o di Liegi, religiosa agostiniana 13 maggio (Chiesa cattolica) e 8 maggio (Chiesa anglicana), beata Giuliana di Norwich, religiosa. 22 maggio (Santa Giulia da Corsica, protettrice di mani e piedi) 19 giugno, santa Giuliana Falconieri, religiosa. 15 agosto, beata Giuliana Puricelli, fondatrice delle Romite Ambrosiane 1º settembre, beata Giuliana di Collalto, badessa benedettina Giuliano si festeggia il 9 gennaio in memoria di San Giuliano detto ‘Ospedaliere’, martire in Antiochia, sotto Diocleziano. E’ patrono di Macerata, dei viaggiatori, dei pellegrini, dei pescivendoli, degli ospiti, degli albergatori, ed è particolarmente festeggiato in Belgio e in Spagna. Nomi dei personaggi famosi Tra le Giuliana più celebri ricordiamo l’attrice Giuliana De Sio, vincitrice di due David di Donatello come miglior attrice protagonista in Io, Chiara e lo Scuro (pellicola del 1982 diretta da Maurizio Ponzi) e in Cattiva (film di Carlo Lizzani del 1992), la showgirl brasiliana Giuliana Moreira, lanciata nel 2006 da Antonio Ricci nella sua trasmissione dal titolo Cultura moderna, e l’attrice nota per il suo ruolo ne La vita è Bella di Roberto Benigni, Giuliana Lojodice. Portafortuna Colore:rosso - Numero fortunato:4 Pietra:rubino
Racconti
LA VECCHIA E LA BAMBINA C’era una volta una vecchia molto povera, viveva vicino al mare e si cibava di quanto l’oceano depositava sulla spiaggia. Una notte, un uragano sollevò onde gigantesche e sradicò le palme. La povera donna pregava affinché la sua capanna resistesse. Per fortuna, il vento cessò e il mattino dopo ritornò il sole. La donna scese sulla spiaggia a raccogliere le conchiglie. Era così assorta nel suo lavoro che non si accorse di un’onda spaventosa che avanzava verso di lei; l’acqua la sommerse e lei si aggrappò disperatamente alla sabbia, per non essere trascinata. Mentre l’onda si ritirava, sentì che le sue mani erano attaccate a qualcosa. “Deve trattarsi di una conchiglia gigante” pensò. Si trattava invece delle chele di un enorme granchio. La donna tirò con tutte le sue forze e ben presto dissotterrò l’intero granchio. Non le era mai capitato un raccolto simile! Felice, trascinò l’animale fino alla capanna; notata una fessura al centro dell’animale, con un coltello lo aprì interamente. Con stupore nel ventre del granchio trovò una graziosa bambina! Aveva la pelle lucida come madreperla e lunghi capelli verdi che le coprivano il corpo. La vecchia sollevò la piccola e vide che aveva la coda di pesce al posto dei piedi. Corse da una donna, esperta nei segreti del mare, che, esaminata la strana creatura, dichiarò: “Di certo è figlia di una sirena. Sua madre l’ha nascosta nel ventre del granchio per proteggerla. Deponi la piccola su uno scoglio in riva al mare, nasconditi e aspetta!”. La vecchia seguì il consiglio e dopo poco si sentì chiamare. Sporgendo la testa dalla roccia dove era nascosta, vide una bella donna con una magnifica capigliatura ornata di perle. Al posto dei piedi, aveva la coda di pesce. Invitò la vecchia ad avvicinarsi e le raccontò la
sua storia. “Una foca malvagia voleva sposarmi, ma io l’ho respinta. Per vendicarsi, ha ucciso mio marito e voleva rapire mia figlia. Per questo, ho nascosto la bambina nel granchio e sono fuggita. Ma la foca mi insegue ancora; ti prego, abbi cura della mia piccola, finché non sia passato il pericolo. Promettimi che quando ci sarà la luna piena, verrai su questa roccia con mia figlia, perché io possa vedere se sta bene. La tua generosità verrà ricompensata!” Detto ciò, sparì tra le onde. Da quel giorno non si scatenarono più tempeste sull’isola e la vecchia trovò cibo in gran quantità, molto più di quanto fosse necessario a lei e alla bambina. Quando ormai quest’ultima era diventata una giovane donna, sua madre venne a cercarla. La vecchia ne fu rattristata, essendosi affezionata alla ragazza. In seguito, scese spesso sulla spiaggia sperando che la figlia adottiva venisse a trovarla. Un giorno, la ragazza apparve. Piangendo, la vecchia le disse: “Cosa ne sarà di me, sola al mondo? Portami con te”. Così la sirena prese la vecchia per mano e si immerse con lei nelle profondità del mare. I pescatori raccontano che da allora, nelle notti di luna piena, è possibile vedere tre sirene sedute su un banco di sabbia, che scompaiono non appena vedono una barca avvicinarsi. Valeria 41
L’INTERVISTA
SILVANA SCAFURA UNA MAMMA COME FOTOMODELLA
Dalla fotografia alla televisione, dai social-network ai video promozionali. La carriera di Silvana Scafura è un divenire di novità. A 35 anni – portati come se ne avesse una decina di meno – ha deciso di buttarsi a 360 gradi nel campo dello spettacolo. Dopo aver iniziato prestissimo in quel di Brindisi, ora che si è stabilita in pianta stabile alle soglie di Milano ha tutte le carte in regola per togliersi qualche nuova soddisfazione. Dalla sua ha un’energia da vendere, un corpo che le teenager le invidiano e una naturale propensione a mettersi in gioco con eleganza e sensualità. Gli eccessi e la volgarità
non fanno al caso suo. Così, passo dopo passo, ha saputo inanellare pubblicità, comparse in tv, presenze davanti alle videocamere e molto altro ancora. E l’autunno ha in serbo almeno due novità importanti che presto potrebbero portare il suo volto in giro per l’Italia. Insomma, un orizzonte sempre più roseo anche se Silvana non si scompone e prosegue la sua quotidianità dando slancio alla sua attività imprenditoriale. Com’è iniziata questa avventura? Avevo appena 19 anni, un fotografo di fiducia Ph. NICOLA DI NOLA
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L’INTERVISTA
mi propone di realizzarmi alcuni scatti che sarebbero poi stati utilizzati come gigantografie per una vetrina commerciale. Non vidi nulla da perdere, mi buttai e finii sul set. Mi dissero che sembrava che scattassi da una vita, che seguivo l’obiettivo come fosse l’occhio di una persona. E fu così che tutto iniziò… Esattamente! La mia gigantografia apparve nei dintorni di Brindisi, venni chiamata per altre sfilate per negozi di paese. Salii in passerella con abiti da sposa, vestiti casual, lingerie e costume. Il passaparola e Facebook fecero sì che venni notata da sempre più persone e da sempre più fotografi. Stavo muovendo i primi passi, realizzavo un sogno che avevo sin da bambina: potevo essere un personaggio sempre diverso, raccontando emozioni e immagini ogni volta inedite. La tua carriera si è allungata ben presto… Ho realizzato una trentina di shooting, collaborato con una decina di fotografi. Ho scattato in un manicomio abbandonato e ho posato col pancione. Ho giocato con la femminilità che mi rappresenta: non sono una femme fatale, mostro una sensualità velata. Sul set e sui social, trasmetto salute ed eleganza. Vorrei che gli occhi di chi guarda le mie foto, veda e percepisca questo. Alcuni tuoi scatti sono intrisi di significato. Ho partecipato ad un progetto esposto nei Palazzi della Provincia di Brindisi in cui ho narrato attraverso la mia immagine il tema del no alla violenza sulle donne, ho realizzato scatti con una Compagnia privata indossando abiti di collezionisti, antichi e pregiati. Devo anche attribuire un ringraziamento speciale alla fotografa Cris Galeazzi, un animo dark con abilità speciali, che ha saputo ritrarmi con maestria. Non solo fotografia… Ma anche tv! Ho effettuato comparse per Real Time, Rai e La9. Ho anche già partecipato a videoclip per gruppi musicali e ho tutta l’intenzio-
ne di proseguire mettendomi in gioco in questo settore. Anzi, mi piacerebbe essere la protagonista di un programma in cui professionisti del settore stravolgano il mio look, il mio make-up o la mia acconciatura. Ti piace esprimere la tua sensualità… Diciamo che sul set non ho imbarazzo a mostrare la mia fisicità con eleganza, e nel quotidiano mi piace scoprire i miei punti forti. Io mi piaccio, mi guardo, e mi vedo bene. Questo è il punto di partenza di tutto. C’è un personaggio dello spettacolo a cui ti ispiri? Senza dubbio Lady Gaga: è la donna più versatile che io conosca, a lei sta bene tutto indosso! E non ha usufruito della chirurgia estetica… Un tema sempre molto dibattuto. Io non ne sono contro, mi sono concessa un ritocco per sentirmi più donna e più bella. E, entrata nel mondo degli “anta”, ricorrerò a qualche regalo per ritardare l’avvento della vecchiaia. Lo dico senza ipocrisie e senza vergogna. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/sil.monster Silvana Monster Scafura
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Segni nel Tempo
BREVE STORIA DELLA SCUOLA Le prime scuole nacquero in Mesopotamia, perché l’invenzione della scrittura, nel IV millennio a. C., rese necessario il suo insegnamento. Sorsero vicino a templi e palazzi, per formare scribi da inserire nell’amministrazione pubblica. Pochi secoli dopo anche in Egitto, sotto la supervisione di severi maestri, bambini dai 5/6 anni e per una decina d’anni, aspiranti scribi ( solo maschi) imparavano a comporre geroglifici e a scrivere una sorta di corsivo su tavolette di coccio. Molti secoli dopo i Greci introdussero il termine “schole”. A seconda della polis (città) in cui i bimbi nascevano, c’erano molte differenze: a Sparta lo Stato li sottoponeva a un durissimo addestramento militare che comprendeva anche l’insegnamento della scrittura e della lettura. Un’educazione simile, ma più centrata sull’attività fisica, era prevista anche per le bambine; ad Atene come quasi ovunque, invece, alle bambine venivano insegnate solo attività domestiche. I maschi più ricchi studiavano anche dopo la maggiore età frequentando prestigiose scuole di filosofia e retorica, scuole alle quali si recarono poi anche i ragazzi romani. Nel Medioevo il monopolio dell’educazione era della Chiesa e dal VII secolo i Monasteri divennero luoghi di cultura per eccellenza, sia per i futuri monaci che per i bambini di ogni estrazione sociale della zona. Nei Paesi islamici dall’XI secolo si diffusero invece le scuole coraniche collegate alle moschee. Dal XIII secolo i Comuni organizzarono l’istruzione a bambini destinati a diventare artigiani o mercanti. I figli di famiglie ricche studiavano anche altre 44
materie e frequentavano poi l’università, inventate proprio nel Medioevo. Fa eccezione Bologna, città che vanta l’Università più antica del mondo (1088), dove insegnarono i più rinomati maestri negli studi giuridici. Gli analfabeti purtroppo rimasero per secoli la stragrande maggioranza della popolazione, fino al XVIII secolo, quando i sovrani europei reclamarono allo Stato il compito di organizzare scuole dell’obbligo, togliendo alla Chiesa il primato dell’istruzione. Tra i primi, Federico II di Prussia nel 1763 e Maria Teresa d’Austria nel 1774, introdussero il diritto di studio anche ai non abbienti, che a 12 anni dovevano sostenere esami per dimostrare di aver imparato il necessario. Il figlio di M. Teresa, Giuseppe II, introdusse una novità usata ancor oggi, la pagella. Nell’Ottocento gli Stati Europei, tra cui anche il Regno d’Italia e il Regno di Sardegna, portarono da 2 a 3 anni l’obbligo scolastico per maschi e femmine. Tuttavia in Italia l’analfabetismo rimaneva al 78%. Nel 1923 la riforma di G. Gentile, ministro dell’istruzione del regime fascista, separò il licei, riservati all’elite, che davano accesso alle università, dalle scuole di avviamento professionale per le classi lavoratrici. Fu anche introdotto l’esame di maturità, ben più duro di oggi ( nel 1925 sia al liceo classico che in quello scientifico furono promossi solo poco più della metà degli alunni). I metodi d’insegnamento rimasero simili a
Segni nel Tempo
quelli antichi, anche se le pene corporali erano formalmente vietate ( ma spesso usate ancora per molti anni), frequenti le bacchettate; i maschi separati dalle femmine. Una forte innovazione arrivò grazie a Maria Montessori, neuropsichiatra ed educatrice, che dai primi del Novecento rivoluzionò la pedagogia introducendo un metodo poi diffuso in tutto il mondo. Secondo Montessori, “l’insegnante deve guidare il bambino seguendo le sue attitudini, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, senza mai essere d’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza”. Nel secondo dopoguerra la scuola diventa più democratica e paritaria: vengono favorite classi miste e grazie alle contestazioni studentesche del 1968 si garantì a
tutti i diplomati l’ingresso all’università. Per combattere l’analfabetismo anche la TV nel 1960 mandò in onda il programma “Non è mai troppo tardi”, in cui il maestro Alberto Manzi insegnava a leggere e a scrivere agli adulti, anticipando di decenni le moderne lezioni a distanza. Da allora il mondo della scuola è molto cambiato, con l’ingresso della tecnologia, ma è rimasta uguale una cosa da millenni: la necessità di imparare. Ornella Olfi
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Società
IL CARCERE SILENZIATO
C’è il mondo politico che non impara il rispetto del bene comune, preferendo la rissa perpetua al camminare insieme per un pezzo di strada. Le regioni permangono in paranoia olfattiva, l’economia in ribasso per il miglior offerente. Gli ultimi costantemente presi per il bavero, i primi della classe come sempre neppure sfiorati dalla follia della sopravvivenza. Il covid-19 sale, scende, s’arrende, avanza, vince, perde, sta sempre lì, come una prostituta impenitente. Poi c’è anche il carcere sbandierato dagli scaltri manufatturieri delle parole valigia, a scapito dell’altro carcere del silenzio imposto ai narratori che il carcere lo conoscono meglio della propria casa, che ben sanno: “è spesso la follia a spingere la gente dentro una galera oppure è la galera a produrre come un suo effetto inevitabile, quasi calcolato in anticipo, la follia”. Un carcere di cui nessuno parla, chi ci prova a tracciarne la devastante ingiustizia viene messo subito a tacere, non occorre seviziarlo, no, è sufficiente approntare un percorso in testa e coda, al termine del tragitto i cani di Pavlov faranno le solite foto ricordo. Non c’è da parlarne dei troppi suicidi, dei morti disperati, dei feriti, dei contagiati dal virus e degli isolati perennemente. 46
Non c’è da raccontare del sangue e delle urla, neppure delle vittime, né dei colpevoli né degli innocenti, Il carcere che oggi serve, soprattutto per domani, è quello del silenzio, delle omertà moltiplicate e ben inquadrate in una somma di follia che è inutile stare ad ascoltare, occorre fare poco rumore, perché altrimenti la violenza, l’ingiustizia, il sopruso, le dignità spaccate non potrebbero assicurare quella famosa sicurezza di cui tanto si parla. Il silenzio regna incontrastato, nel silenzio ogni cosa ritorna al suo posto, posizionato dove era prima del covid-19, delle proteste, dei morti e dei feriti, delle denunce rese in fondo a qualche cassetto. A fare da copia incolla a tutto questo immagazzinamento dell’indifferenza, rimane a farla da padrone la galera del tempo bloccato, dove addomesticare non sta a educare, dove la malattia della follia contagia più del virus. Un tempo bloccato dove non c’è autorizzazione a riesaminare un bel niente del proprio vissuto, accompagnamento a sentire desiderio di cambiamento che bussa forte alla propria coscienza, nessuna concessione ad appropriarsi di uno spicchio seppur miserevole di vista prospettica. Rimane il tempo bloccato assai più devastante del sovraffollamento, delle botte, delle
Società
umiliazioni, fino a farti sentire estraneo a coloro che non fanno più parte del tuo spazio vitale, peggio, è il sommerso della disperazione, della rabbia, che fanno si che tu non sei più parte di alcun luogo. Ho l’impressione che questo carcere costringa a torsioni innaturali quanto il reato commesso, su questa linea di confine che sembra non appartenere ad alcuno, è fin troppo facile affermare con una verità comprata al supermercato delle parole che in galera non ci finiscono gli innocenti, o più demenzialmente non ci finisce nessuno. Il carcere è incomprensibile al punto che ci entri come cittadino adulto, e se tutto va bene, ne esci come un adulto bambino, pronto alla detonazione. In questo periodo di paralisi sensoriale c’è in atto un nascondimento della follia individuale, dimenticando quella sociale in fase di implosione, peggio, di indifferente fatalità, al punto da accettare passivamente la tesi di un carcere-recinto dove ognuno è potenzialmente un morto che cammina. Forse sarà bene e meglio, vedere e sentire quel che è sotto gli occhi di tutti per richiedere subito un balzo in avanti, perché nelle carceri le persone muoiono, non scontano soltanto una condanna, ma un sovrappiù che consiste nelle sofferenze fisiche e psicologiche, negli abbandoni e nelle rese di una sconfitta che
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non esprime alcuna pietà. Sopravvivere abbrutendosi non ha alcun valore di interesse collettivo. Fino a quando non si comprenderà che in carcere si va perché puniti e non per essere puniti, momento dopo momento, giorno dopo giorno, anno dopo anno, in compagnia del solo passato che ricompone la sua trama, e passato, presente e futuro sono lì, in un presente che è attimo dove non esiste futuro. I silenzi imposti tentano di nascondere assenze e mancanze politiche, giungendo a fare di qualche certezza il terreno fertile della dubbiosità, al punto da raccontare che sulla giustizia, sulla pena, sul carcere, le modalità da registrare sono quelle che vorrebbero la prigione come un albero senza radici, una città senza storia, un luogo di castigo sommerso indicibile, una sopravvivenza-negazione di una reale possibilità di riscatto da parte di chi paga il proprio debito alla collettività. Questi sono tempi grami, forse sarà più salutare per ognuno e per ciascuno tenere bene a mente le parole pronunciate da un grande Direttore di prigione: “il carcere dovrebbe arretrare nella sua voglia di dominare, controllare, punire, e mettere al centro della propria filosofia di vita la persona, diventando un’istituzione di servizio”. Vincenzo Andraous
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LA PAURA La paura, malgrado la sua nota potenza distruttiva, abbiamo scoperto che può essere il punto di partenza”. Sono Valeria e sono un’alcolista. In questo periodo di solitudini, fatto di limitazioni, cambi di abitudini che i media definiscono quasi un “tempo di guerra” mi ritrovo a guardarmi allo specchio e a ...sorridere. A queste sensazioni di difficoltà sono abituata, ci sono già passata, è storia già vissuta: già perchè la mia personale battaglia io ho iniziato a viverla tanto tempo fa tenendo in mano una bottiglia ed ho iniziato a vincerla smettendo di scegliere quella strada. Ho provato molto timore di non farcela, di non essere costante, di lasciarmi sprofondare nell’angoscia e, invece, sono riuscita di 24ore in 24 a far cominciare una nuova giornata senza aver bevuto: se ce l’ho fatta a superare quello, non posso lasciarmi sopraffare da ciò che, oggi, mi sta capitando intorno. Ecco, tutta questa positività, non è decisamente una mia caratteristica naturale, ma piuttosto il risultato del lavoro fatto (ed ancora in corso) cercando di applicare il programma di AA condendolo (da appassionata di cucina, perdonerete il paragone) con un’abbondante
dose di fede. Proprio come nell’esecuzione di un piatto che nel tempo si personalizza, ho il mio individuale modo di concepirla.Mentre ero nel problema, la fede per me era un’abitudine: cresciuta in una famiglia cattolica la preghiera e le candele accese per richiedere una qualche “grazia” sono state la pavimentazione di buoni propositi sulla strada del mio personale inferno. E, ovviamente, non hanno funzionato. Soltanto cominciando a lavorare su me stessa, sulle mie emozioni, sono riuscita a vedere con occhio più onesto, i miei difetti, le bugie nascoste dietro i buoni propositi, gli stratagemmi creati da sempre per giustificare pensieri ed azioni. Soltanto aprendo veramente il mio cuore posso affidarmi a quel potere superiore che finalmente può davvero essermi d’aiuto non in quello che voglio io, ma per quello che sicuramente necessito. Serene 24 ore Valeria
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L’INTERVISTA
LEDA ZANONI
L’INFLUENCER DI CLASSE
I numeri sono tutti dalla sua parte. Oltre 170mila persone la seguono su Instagram, affascinate da un personaggio luxury ma al tempo stesso semplice, incuriosite da una donna capace di unire quel pizzico di sensualità ad una classe che non lascia spazio alla volgarità. Il segreto di Leda Zanoni, in fin dei conti, sta tutto qua. Dal suo Trentino dove vive e lavora, perennemente alle prese con mille faccende, ha saputo conquistare italiane e italiani, uomini e donne, di ogni parte del Belpaese. Milano, Roma e Napoli sono le città di punta dei suoi followers, sempre a caccia di storie e post nuovi. Oltre al puro voyeurismo di cui è piano Instagram, il suo personaggio attira chi vuol seguire un esempio di eleganza raffinata, di buongusto e bellessere. Oltre all’apparenza, però, c’è di più. Ed è questo uno dei crucci di Leda Zanoni, influencer più per caso che per scelta, non disposta ad alcun compromesso pur di far lievitare ulteriormente i suoi numeri già stellari. Riavvolgiamo il nastro: chi si nasconde dietro… il tuo personaggio da decine di migliaia di followers?
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Nel quotidiano sono mamma, moglie e lavoratrice; la mia giornata si svolge quasi completamente in azienda, poi viene qualche oretta in palestra e la sera a casa, dove mi trasformo in una casalinga… Eh già, faccio tutto io: da business woman a donna delle pulizie! Com’è iniziata la tua avventura su Instagram? Ho iniziato a postare per gioco, poi vedendo che i miei follower crescevano giorno per giorno ho iniziato a prenderci gusto… Ed ecco che i tuoi numeri ti hanno portata automaticamente ad essere etichettata come influencer… Diciamo che navigando su Instagram vedevo molte ragazze giovanissime che facevano le influencer. A quel punto ho pensato: perché non farlo anch’io, mettendo in mostra la mia età over 40? Instagram è così diventato il luogo in cui posto qualche foto che scatto prima o dopo il lavoro. Nessuna ossessione: il primo scatto è sempre quello buono! E poi… niente lavoro ma solo piacere: non ho ancora trovato una collaborazione che mi entusiasmi, non posto per lucro. Sono una influencer atipica in questo senso! Ed ecco che Leda Zanoni è diventata donna di riferimento per chi è in cerca di una over
L’INTERVISTA
in formissima… Ho riflettuto sul ruolo dell’influencer. Chi ha seguito su Instagram piace perché ispira fiducia, perché è una persona reale percepita come genuina, perché mantiene un filo diretto col pubblico pur utilizzando uno strumento come il web. Ed ecco che ho pensato di mettere in mostra una Leda per come è realmente: genuina, pratica, umile… Una Leda che pratica palestra per tonificare il proprio corpo, che quando si veste controlla l’accostamento dei colori e che cerca di curare il proprio aspetto. Non a caso, i tuoi outfit ti hanno portata a conquistare il web… Per me la moda è parte della mia personalità, un modo di essere me stessa e senza la quale mi sentirei persona. La moda è un modo per esprimere personalità, sentimenti e idee, per mezzo del tuo aspetto esteriore. Insomma, l’apparenza è lo specchio della persona che si è… Proprio così! C’è chi pensa che per fare le influencer serva un abbigliamento griffato: assolutamente falso, serve solo buon gusto e fantasia, soprattutto non cercare i like facile mettendosi a nudo! Alle giovanissime sento anche di dare un altro consiglio: intraprendere questa strada dei social network solo per hobby, ed invece puntare sullo studio e su una formazione specializzata. Eppure, agli occhi delle ragazze, il web è il futuro… Io le invito ad essere sempre loro stesse, magari anche giocando sui difetti che ciascuno di noi ha! La moda non è avere le labbra gonfie e gli occhi a gatta altrimenti diventiamo tutte uguali, come bamboline realizzate con lo stesso stampino… Insomma, non fermarsi all’apparenza esasperata. Per essere una influencer bisogna avere una idea originale, non copiata dagli altri. Occorre essere autentici, anche se questo significa non
essere d’accordo con tutti. Niente è più conveniente dell’onestà. Leda Zanoni dove vuole arrivare? Nel mio piccolo cercherò di continuare ad essere un’influencer per le over quarantenni mettendo in vista pregi e difetti; non potrei mai ispirare le millennials, sarei ridicola. La mia aspirazione è la trasparenza: voglio essere presa per quella che sono, senza filtri…. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/zanonileda/
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Riflessioni
IL SENTIMENTO DELL’ESISTENZA Quali cure per chi “non vuol vivere?”. La rilevanza nel fenomeno dei suicidi è tale da imporsi anche a livello scientifico. Il problema è di stabilire in che misura ciò che sta avvenendo tra adolescenti e giovani, anziani e persone in difficoltà possa essere spiegato secondo gli approcci tradizionali o richieda invece uno sforzo nuovo di comprensione. Sembra che i maggior casi di suicidio avvengano tra popolazioni ricche, prevalentemente di matrice protestante con uno scarso tessuto di relazioni comunitarie e quindi più esposte al fenomeno della solitudine. Per comprendere in modo adeguato a gesti quali il suicidio, occorre riflettere su due ordini di problemi: la percezione circa il “sentimento
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dell’esistenza” e l’eventuale freno alla tendenza al suicidio costituito da un lato dal credo religioso e morale e dall’altro dalla rete di legami che si instaurano tra le persone. Ciò significa, in primo luogo, che la decisione di suicidarsi non deriva innanzi tutto dall’avere buone ragioni per morire, ma cattive ragioni per vivere. In altri termini: esistono individui che sanno “reggere” con maggiore forza un disagio o un malessere passeggero, mentre altri reagiscono subito con tendenze suicide più elaborate perché viene meno una rete di protezione e di dissuasione che può iniziare dalla coscienza della persona ma che coinvolge amici e parenti. Chi non ha avuto difficoltà, chi non ha subìto almeno una volta pressioni tali da av-
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venimenti dolorosi e tragici della vita da non pensare solo per un attimo di “farla finita?”. Ciò avviene perché immediatamente si affollano nella nostra mente volti di persone che ci richiamano, che ci rimproverano, ci sostengono ed in quei momenti la possibilità di confidarci e di ricevere prove d’amore dalle persone care, nonostante il nostro dolore, la nostra colpa, i nostri problemi, ci fa letteralmente “ritornare in vita” facendoci sentire che la bellezza dell’esistenza si impone anche sulla sofferenza, che pure non manca nella vita di ciascuno. Ci si decide per la morte, perché di fronte ad un dolore insopportabile non si trova la via per uscire dalla propria solitudine, attraverso la condivisione di questo nostro dramma con qualche persona significativa. L’Amicizia è l’antidoto più potente alla perdita di senso dell’esistenza, molto più dell’amore, poiché quest’ultimo rappresenta sì una forza ma anche un
Riflessioni
motivo di tormento e talvolta anche un fattore di suicidio. Il problema sta nel fatto che difficilmente siamo educati all’amicizia, poiché nella nostra vita così vitale ma anche tormentata, pur sperimentando numerose relazioni, queste non ci liberano mai da una sensazione di solitudine che non sembra perciò intaccata dalla generica frequentazione di persone. La natura umana è tale per cui si realizza solo in relazione; il dolore di vivere sta, in senso radicale, nel non sapere che l’altro è rimedio al dolore. E’ la situazione di chi non riesce a vedere oltre la gabbia del suo io, è una forma di orgoglio che impedisce di chiedere, perché convinti di non poter ottenere. Per prevenire i suicidi quindi occorre agire su due leve: dare maggiore rilevanza sociale all’adolescenza ed educando all’amicizia intesa come capacità di richiedere e di dare. La vita è bella, perché rifiutarla?!? Simona
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2° POSTO
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Tanto pe’ canta’ - Nino Manfredi Viola - Adriano Celentano Yellow river - Christie The long and winding road - Beatles Vagabondo - Nicola Di Bari 3° POSTO
“Piange il telefono” Domenico Modugno
Miss New Entry 2020/2021
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OROSCOPO dal 26 Settembre al 10 Ottobre 2020 ARIETE 21/03 - 20/04 Amore. Tenere e sexy. Se volete ottenere qualcosa, sono queste le giornate giuste. Lavoro. Progetti troppo “alti” rischiano di fallire, Ridimensionateli. Salute. Toniche e vitali. Chi regge il vostro ritmo?
TORO 21/04 - 20/05 Amore. C’è tensione nell’aria. Sconsigliamo decisioni dettate dall’emotività. Lavoro. Giove in sestile porta ossigeno alle finanze. Incontri profi cui. I nuovi partner in affari fanno al caso vostro. Salute. Tanto stress, poco riposo. Staccate la
spina! GEMELLI 21/05 - 21/06 Amore. Incontri piccanti per chi è in cerca del suo lui. Sintonia perfetta nelle unioni di lunga data. Lavoro. Fra spese impreviste e tentazioni dello shopping, i risparmi si assottigliano. Fate bene i conti. Salute.
Niente diete improvvisate! CANCRO 22/06 - 22/07 Cuore e sensi sono in festa. Emozioni a non finire. Qualche insicurezza in più sul lavoro. Chiedete consiglio a un collega che stimate davvero. Salute. Andate al massimo. Anche sul fronte del fascino.
LEONE 23/07 - 23/08 Amore. Rischiate di scambiare un flirt da ombrellone per una storia seria. Lavoro. Il vostro modo di essere porta in dote entusiasmo e fortuna. Un progetto ambizioso non è più utopia. Salute. Umore luminoso. Il resto
lascia a desiderare. VERGINE 24/08 - 22/09 Possessività in crescita. Il fiato sul collo fateglielo sentire... solo fra le lenzuola! I successi fioccano e il portafoglio si fa più pesante. Salute. Disturbi digestivi. È tempo di dire basta ai pasti frettolosi.
BILANCIA 23/09 - 22/10 Cielo sereno su voi due. Ddialogo, intesa e buon affiatamento nell’intimità. . Sul lavoro timori e pessimismo. Non ingigantite problemi facilmente superabili. Salute. Bene lo stato fisico. Il morale, invece, è sotto i tacchi.
SCORPIONE 23/10 - 22/11 Avventure bollenti per le single, complicità totale per chi è in coppia. Un progetto in cui credete non decolla. Tenete duro. La vostra intuizione è buona, ma serve perseveranza. Energie super e tanta voglia di sport.
SAGITTARIO 23/11 - 21/12 Amore, grinta, benessere, per non parlare dell’autostima, che guadagna altri punti. Superato l’ostacolo che vi aveva demotivati, recuperate tutto il vostro entusiasmo. Arrivo anche di guadagni...
CAPRICORNO 22/12 - 20/01 Fortuna avrete su più fronti, lavorativo, scolastico, finanziario; all’appello manca solo l’amore, penalizzato in parte dalla vostra timidezza, in parte da un incontro sbagliato. Gita culturale, la vacanza sarà riflessiva e interessante.
ACQUARIO 21/01 - 19/02 Quanti amici avete conosciuto, magari qualcuno vi ha chiesto anche un prestito al quale non avete saputo dire di no. Peggio per voi, difficilmente rivedrete le banconote, ma se sono servite ad aiutare qualcuno in difficoltà, non ve ne fate un cruccio...
PESCI 20/02 - 20/03 Settimana conflittuale, in bilico tra la voglia di strafare e la paura di lasciarvi troppo andare, col rischio di farvi travolgere da emozioni urticanti e pericolose. Per qualsiasi problema contate sugli amici, sempre presenti e comprensivi... 57
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LUCIFER Lucifer è una serie televisiva statunitense di genere urban fantasy, police procedural e commedia drammatica sviluppata da Tom Kapinos trasmessa per la prima volta sul canale americano Fox dal 25 gennaio 2016. La serie è prodotta da Jerry Bruckheimer, DC Comics e Warner Bros. Television. Costituisce la trasposizione televisiva del fumetto omonimo, pubblicato dalla casa Vertigo e scritto da Mike Carey, con protagonista il personaggio di Lucifer, comprimario nel fumetto Sandman di Neil Gaiman. Trama Nel 2011 Lucifer, annoiato del suo ruolo di signore degli Inferi e rancoroso nei confronti di Dio, suo padre, per averlo fatto cadere all’inferno, abbandona il suo regno insieme all’alleata Mazikeen e si trasferisce a Los Angeles dove apre un night club di nome “Lux”, che in breve tempo diviene molto conosciuto grazie al giro di favori che il suo nuovo proprietario dispensa a più parti. Circa cinque anni dopo, una serie di circostanze portano Lucifer a conoscere la detective Chloe Decker. Sebbene suo fratello, l’angelo Amenadiel, insista continuativamente per farlo tornare all’inferno, Mazikeen gli fa notare come in lui 60
stiano nascendo sentimenti umani e abbia infine scoperto di essere diventato mortale. Lucifer continua a collaborare con Chloe, con la quale nasce un rapporto affettuoso ma conflittuale, tanto da dover ricorrere alle frequenti visite dalla terapista Linda Martin. Accoglienza La prima stagione di Lucifer ha ricevuto recensioni per lo più negative da parte della critica. Il sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes riporta che il 49% delle 43 recensioni professionali ha dato un giudizio positivo, con un voto medio di 5,36 su 10; il consenso critico del sito recita: “Lucifer ha un fascino sessuale, ma il formato procedurale poliziesco dello show mina una premessa potenzialmente divertente.” Su Metacritic detiene un punteggio del 49 su 100, basato sul parere di 24 critici. Le successive stagioni hanno ricevuto recensioni più positive. Su Rotten Tomatoes la seconda stagione detiene 7 recensioni tutte positive, con un voto medio di 7,83 su 10 e il consenso: “Tom Ellis continua a brillare come la stella del mattino, anche se forse potrebbe volare più in alto se non fosse bloccato in un formato così familiare”.
Teenager
Casi legali e mediatici L’associazione americana One Million Mom, un’organizzazione cristiana no-profit, ha deciso di indire una petizione contro la serie. Secondo l’associazione la serie “è spiritualmente pericolosa; glorifica Satana come se fosse una persona in carne e ossa apprezzabile e che si preoccupa degli altri” Ilaria Boffetti
CITAZIONI: “LUCIFER” Il primo amore eri tu. Lo sei sempre stata. LUCIFER MORNINGSTAR Lucifer: “Non ho potere sui peccati, dovrei avere un permesso speciale. Io faccio emergere i desideri proibiti delle persone. Più un umano è semplice, più è facile. Più è complesso, più diventa interessante ed eccitante. Ma non i peccati, quelli dipendono da voi umani.” Vuoi proteggere me dal male o il mondo dal male che c’è in me? LUCIFER MORNINGSTAR Ti sarò sempre accanto. Considerami come il tuo Diavolo custode. LUCIFER MORNINGSTAR La scelta è una cosa bizzarra. Uno ha opzioni diverse, circostanze diverse, finiranno per essere diversi a loro volta? Di certo potrebbero ritrovarsi con un lavoro diverso o trovare ispirazione da persone diverse, ma nel profondo, continueranno a essere la stessa persona? DIO
Ed è Poesia
“Naufragio” Naviga vecchio barcone naviga pieno zeppo a quasi stritolare padri, mamme e bambini. Verso la speranza via da ogni guerra, che l’uomo coltiva naviga attraverso il mare tanto quieto ma anche maestoso. Che tanto non è da sfidare; ogni insidia da nascondere, ad aspettare. Porta con sè l’angelo della morte tempestuoso e affamato, ad ingoiare ogni anima. La disperazione del non ritorno omaggiando dolore insopportabile; divorando speranze, senza scrupolo alcuno. Lasciando gli angeli della vita sopraggiunti, a cercare. Ma il cimitero blu solo poche anime restituisce, e nulla perdona. Il mare, questo mare, sembra un dipinto blu che incanta, ma che la vita strappa e così porta via ogni illusione... BGM
“Il fanciullo” Malinconico guardar l’orizzonte, il cielo infinito, il pensare coglie l’istante, immaginar il viso ed il sorriso raggiante, lacrime di gioia, scambiar con sentimento, a percepir festa, senza l’esser qui a sentir l’animo accarezzar il cuore. Dolce sollievo, a lasciar l’impronta ben visibile al fanciullo lasciato solo, a sradicar tristezze, cercando nell’infinito, ogni tuo respiro. Bgm 61
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Riflessioni
VERGOGNATI BASTARDO!!!
l finestrino è il tuo piccolo teatrino, nello squallido anonimato di tutto butti fuori: lattine, bottigliette, mozziconi sporcando tutto il Creato, Lurido schifosissimo bastardo che altro non sei, a casa tua butti tutto sul pavimento? E allora perché lordisci l’ambiente che è di tutti, imbecille deficiente. Quel che finisce nei miei campi lo mangiano i miei animali, per me, esseri speciali, sai quanti finiscono al mattatoio dopo atroci sofferenze, per aver ingerito pezzi di vetro che gli perforano il rumine? Dell’idiozia tu sei il culmine più immondo di quel che butti, tu e tutti gli altri siete solo dei farabutti. Ti senti al sicuro, lontano dagli occhi di tutti, ma sei certo che nessuno ti osservi? Quando sarai passato al Creatore una scopa in mano ti pianterà e tutto l’Universo Celeste pulire ti farà, sì, per sempre, per tutta l’eternità, e quando stanco ti vorrai riposare un calcio in culo di rifilerà. (Almeno me lo auguro) Giordano
Riflessioni
STANNO MORENDO
Muoiono. Sta morendo la migliore delle generazioni, Quella che senza studi, ha educato i suoi figli, quella che senza risorse li ha aiutati durante la crisi. Stanno morendo quelli che hanno sofferto di più quelli che hanno lavorato come bestie quelli quotati più di chiunque altro. Muoiono quelli che hanno passato tante difficoltà quelli che hanno sollevato il paese quelli che ora desideravano solo godersi i nipoti. Stanno morendo da soli e spaventati. Se ne vanno senza disturbare, quelli che meno danno fastidio Se ne vanno senza un addio. Pamela
Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che ci divertivamo anche facendo “Strega comanda color...” Noi che quando ritiravi le foto dal fotografo eravamo curiosi di vederle. Noi che andavamo in due sulla Graziella, e piú grandi sul Ciao. Noi che le birre erano Peroni, Moretti, Dreher e Wuhrer e basta!!! 63
Servizio di Ginecologia Dott.ssa DANIELA GATTI Primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Unità Materno-Infantile dell’Ospedale di Manerbio Approfondimenti a pag.2
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