Il pagliaccio | Valentina Viesti

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LA SVEGLIA SUONAVA INSISTENTEMENTE QUANDO ALEX SI SVEGLIO'. IL MAL DI TESTA GLI RICORDO' CHE NON AVREBBE DOVUTO BERE TANTO LA SERA PRIMA. PER UN ATTIMO SI GUARDO' INTORNO SENZA RICORDARE DOVE SI TROVAVA. IL SUO ALLEGRO COMPAGNO DI STANZA ERA GIA' COL NASO SUI LIBBRI.


SEI IN RITARDO CON LA TUA QUOTA DELL' AFFITTO. LA PADRONA DI CASA E'PASSATA IERI MENTRE ERI AL LAVORO.

SEMBRAVA PARECCHIO INCAZZATA!

C' E' DEL CAFFE'? HO UN MAL DI TESTA PAZZESCO!

FRA UN PO' IL MAL DI SCHIENA MI FARA' DIMENTICARE IL MAL DI TESTA!

LO SO CHE IL DIVANO E' MEZZO SFONDATO E ANDREBBE CAMBIATO...

...MA TU LAVORI ANCHE D' ESTATE E RIESCI A MALA PENA A TIRARE SU I SOLDI PER L' AFFITTO.

FORSE DOVRESTI CHIEDERNE UN PO' A TUO PADRE.

TI SEI ADDORMEN TATO DI NUOVO STUDIANDO, VERO? E PER GIUNTA HAI BEVUTO DI NUOVO!CI CREDO CHE STAI MALE!


SAM, SIAMO AMICI DA UNA VITA. LOSAI CHE IO E IL VECCHIO NON ANDIAMO D' ACCORDO.

A LUI NON E' MAI PIACIUTO QUELLO CHE FACCIO. DICEVA CHE E' UN LAVORO DA PERDENTE.

L' ULTIMA COSA CHE VOGLIO E' DIMOSTRARGLI CHE AVEVA RAGIONE!

ALEX E SAM ERANO AMICI DAI TEMPI DELLE MEDIE. ANCHE SE IN REALTA' NON AVEVANO MAI AVUTO GRAN CHE IN COMUNE. SAM ERA UN RAGAZZO SERIO E PRAGMATICO. ALEX UN BUFFONE.

L' ULTIMA RAGAZZA CHE AVEVA AVUTO GLIELO RIPETEVA IN CONTINUAZIONE. “NON PRENDI MAI NIENTE SUL SERIO, ALEX! SEI SEMPRE CON LA TESTA FRA LE NUVOLE! SE NON LA SMETTI DI SOGNARE NON COMBINERAI MAI NIENTE!“.

METTENDO SU' IL CAFFE', ALEX RIPENSO' A LEI. ERA PIU' GRANDE DI TRE ANNI, MATURA E SERIA. L' ODORE CHE AVEVA ADDOSSO ERA UN MISTO DI SIGARETTE E PROFUMO ALLA LAVANDA. COME LE COSE AVESSERO FUNZIONATO TRA LORO ERA UN MISTERO ANCHE PER LUI. FORSE LEI ERA ATTRATTA DA ALEX PROPRIO PER QUELLA SUA IRONIA.


Devi lavorare anche oggi?

Se riesco a trovare la mia agenda in questa valanga di libri te lo dico.

Devo andare in un campo estivo un pO' fuori cittĂ .

Un pO' meglio del deprimente cabaret dove lavoro di sera... forse.

Quei marmocchi ti mangeranno vivo!

I ragazzini di oggi sono terribili!


Esagerato!

Dico sul serio!

I tempi sono cambiati da quando andavamo a scuola noi.

Forse dovresti trovarti un lavoro serio piuttosto che andare a fare il clown nei locali, alle feste e in questi tristissimi campi estivi.

Alex lo faceva per pagarsi gli studi all'universitĂ . Anche se a volte era in difficoltĂ , non voleva chiedere aiuto a suo padre.


Da quando avevano litigato il loro rapporto, che non era mai stato idilliaco, era peggiorAto molto.

Si vedevano solo lo stretto indispensabile e anche cosĂŹ per loro era troppo. Cristo, Alex, non puoi essere serio e trovarti un vero mestiere come tuo fratello? Sei un ragazzo intelligente. PerchĂŠ devi andare a fare il buffone?

Nemmeno Alex sapeva il perchĂŠ. Era una vita dura e non si guadagnava molto...

... ma quando vedeva la gente ridere per i suoi scherzi o stupirsi per i suoi giochi di prestigio si sentiva felice.

Pensava di donare LORO qualcosa di importante e la loro gioia diventava la sua.


Con questa armatura variopinta e il mio destriero di metallo, parto spavaldo verso l' ignoto.

Addio, Sam, vado a guadagnarmi la pagnotta.

Se ai ragazzi non piacerĂ lo show potrai rimediare almeno qualche pomodoro...

Potresti venire a farmi da spalla...

Te lo sogni, amico. Noi persone serie dobbiamo studiare.


I can see clearly now the rain is gone...i can see aAAll obstacles in my way...

is gonna be a bright... bright... sunshiny day!


Alex si perse un paio di volte ma poi trovò la strada giusta. Lungo il sentiero di terra battuta che conduceva al campo estivo, la sua schiena gli ricordò la nottataccia passata sul divano.

Tuttavia non poteva permettersi il lusso di rifiutare un lavoro. I ragazzi non si aspettavano di vederlo. Era una sorpresa organizzata dagli animatori.


Nonostante Alex non fosse troppo in forma, si mise a inseguirli e a fare boccacce.

Un paio di loro si rifugiarono in camera da letto. Alex li raggiunse e vide seduta sul letto a castello una bambina esile, minuta, con la pelle molto chiara.

Fissava il vuoto con un volto senza espressione. Li guardò appena e non si mosse.


Sei ancora qui? Dai, sbrigati!

Forse Sam non aveva tutti i torti: ...

... a quell' etĂ ormai i ragazzini sono grandi abbastanza da non ridere piĂš per un pagliaccio.


Raccolti tutti i bambini in una stanza grande, Alex attaccò con i suoi numeri.I ragazzini ci misero un pò ma alla fine si lasciarono convolgere: partecipavano attivamente ai giochi e guardavano il suo modesto spettacolo ridendo.

Tutti tranne la bambina silenziosa che continuava a sembrargli lontana, assente, come se lei fosse stata in una scatola di vetro, o in un acquario.

Camminava senza fare rumore e non parlava mai.


Solo una volta in tutta la giornata sembrò una bambina come tutti gli altri: alla lezione di disegno.

CHE ROTTURA LA LEZIONE DI DISEGNO! IO VOLEVO GIOCARE FUORI!

Spinto dalla curiosità, Alex tornò in aula per osservare i disegni. Il suo attirò la sua attenzione più degli altri.

Era un suo ritratto, vestito da clown.

Nonostante i colori sgargianti c' era qualcosa, in quel ritratto, che lo velava di una struggente malinconia. Sembrava che la piccola avesse guardato dentro Alex. Come se lo conoscesse a fondo.

Per un attimo si sentì di nuovO bambino.


Gli tornò in mente la sua vita di dieci anni prima. Suo fratello era uscito con il massimo dei voti dalla scuola media mentre lui faticava persino a strappare una sufficienza.

Suo padre, collerico e impulsivo un paio di volte l' aveva schiaffeggiato di fronte a un brutto voto.

Per lui la scuola era una prigione. Sentendosi in continuazione paragonato a suo fratello era diventato scontroso e intrattabile anche verso i compagni che reagivano prendendolo in giro e isolandolo. Non volevano mai giocare con lui.

Poi, un giorno d' estate, suo padre li aveva portati al circo e Alex aveva finito per appassionarsi ai clown.


Uno di loro aveva attirato in modo particolare la sua attenzione.

Camminava a testa alta sulla pista in mezzo alle luci colorate e sorrideva. Aveva un sorriso aperto solo su metà del viso e guardava i ragazzi con complicità, con l' aria di chi stà per rivelarti un segreto.

Sembrava un re e il circo era il suo regno. Come se nessuno potesse toccarlo o fargli del male. Eppure divideva con i bambini la sua gioia. Forse era per questo che il suo sorriso era a metà.

Guardandolo, Alex pensò che voleva diventare come lui.

Finì di mettere via le sue cose, salutò sorridendo i ragazzi e salì in macchina.


La strada scorreva veloce mentre l' aria rovente rendeva tutto irreale, sfocato come in una foto venuta male.

In tutti questi anni...

...che cosa ho fatto?

Che cosa hai trovato?

Ma sono palle da giocoliere. Le avrĂ dimenticate il clown di oggi.


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