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la mia versione (di te)
from la mia versione
by pachito
tante cose belle e importanti che dici ma poi guardati: come brami ancora semplicemente quello che non sei stato capace di compiere anni fa: perché debole: e ti metti alla prova e cadi, perché debole. scrivi alle altre: ma a nessuno // non all’anima tua che hai ignorato per quattro mesi: di male. ma non voglio essere forte non voglio, che se no sarebbe scontato amarti stronzetta.
così invece mi dici ‘verifica’, ‘esamina ora ogni vecchio desiderio del tuo cuore’, (che sia sposare una o solo volerle sbottonare la camicetta): tu ci devi inciampare nelle balle per capire che sono il tuo default: che ti stanno appresso e le devi scrollare da te o rimangono appese: ma poi che bello vederle cadere // solleva il velo: rivela il volto = dell’universo = del sole sulla baia e sui bagnanti, dei fiori e delle sterpaglie della ferrovia, del punto in cui finiscono i binari ( ti ci porterei ), chissà di fronte a che mare solcato da chissà quali vele e migranti.
e con uomo scritto sulle mutande forse non tue, nuoti a zonzo nel mare, urli come i bambini stronsi: non fai nient’altro che cantare, con il piff lì vicino, le carte, le tue amiche che si limonano da ieri sulla spiaggia o parlano con i cinesi dell’ombrellone affianco. e tutto basta così, non chiedi di più: solo un tavolo pieno di birra e pasta e maionese per mattia.
ti amerò solo se le mie dita accarezzando le tue cosce sfioreranno tutto questo: la bici arrugginita per andare in spiaggia, gli scogli che pungono, le cose che grido, persino quando non respiro, persino te.