MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 • ANNO 11 - NUMERO 1
ANNI
STRAORDINARI
19 Agosto 2020
“CINQUANT’ANNI STRAORDINARI, GIFFONI È UNA NOSTRA ECCELLENZA NEL MONDO” Il Vice Presidente della Regione della Campania Fulvio Bonavitacola all’inaugurazione di Giffoni Film Festival «Cinquant’anni straordinari, appassionanti. Giffoni è una delle nostre eccellenze nel mondo, è guardato con ammirazione da tutti». Lo ha dichiarato Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della giunta regionale della Campania con delega all’Ambiente, intervenuto alla cerimonia di apertura della cinquantesima edizione del Giffoni Film Festival. Ad accogliere ieri il vicepresidente Bonavitacola, l’ideatore e direttore di Giffoni, Claudio Gubitosi, il presidente dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, Pietro Rinaldi, ed il sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano. Un’apertura in totale sicurezza e sobrietà, così l’ha definita Claudio Gubitosi, come i tempi ci impongono. In Sala Truffaut, poi, la proiezione del video dedicato ai cinquant’anni di Giffoni, “Una bella storia italiana”. “Qui - ha commentato - abbiamo avuto l’opportunità di incontrare i grandi protagonisti dell’epoca contemporanea, non solo del cinema e della cultura, ma anche della politica, delle istituzioni, della ricerca. Ne siamo orgogliosi. In questo senso Giffoni è una straordinaria occasione per dialogare con i giovani, con
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l’obiettivo di recuperare il senso del limite che non è una limitazione, ma significa riprendere una dimensione corretta delle relazioni umane, della relazione con il creato. In questi anni abbiamo perso il senso del limite. Questo è il messaggio che dobbiamo trasmettere ai giovani”. Da anni, tra le mission di Giffoni, c’è quella di sensibilizzare le nuove generazioni ad una cultura green ed ecosostenibile. E di ambiente ha parlato il vicepresidente della Regione: “Dobbiamo metterci alle spalle una reputazione negativa, a volte molto forzata, della Campania. Stiamo portando avanti - ha detto Bonavitacola - il recupero di una dimensione di sviluppo e sostenibilità e stiamo facendo grandi passi in avanti nel ciclo dei rifiuti e abbiamo iniziato una grande operazione di depurazione che coinvolge la fascia costiera e sul territorio stiamo spingendo i Comuni a darsi strumenti di programmazione perché non ci sia più improvvisazione su questo versante. Stiamo definendo il piano del Paesaggio per essere la Regione delle bellezze: non un’operazione commerciale, ma
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l’occasione per far emergere la Campania vera”. Il vicepresidente della giunta regionale ha poi voluto lanciare un appello per l’emergenza Covid: “C’è davvero preoccupazione per tutto ciò che minaccia la salute, perché senza la salute non ci può essere
occupazione, sviluppo, economia. Dobbiamo compiere ogni sforzo perché le due esigenze, sicurezza e crescita, possano coesistere – ha sottolineato - Abbiamo compreso che è possibile garantire la tutela della salute dei cittadini senza fermare il Paese. Non dobbiamo
però pensare che il Covid sia dietro di noi. Il Governo ha preso misure importanti. Ma devo ricordare che la Regione Campania ha approvato un piano per un miliardo di euro per aiutare e tutelare le fasce più deboli. Oggi la sommatoria delle risorse del nuovo ciclo di fondi europei,
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dei fondi strutturali, con l’aggiunta del Recovery Fund, dà vita ad un volume di investimenti che è superiore al Piano Marshall. Dobbiamo saper spendere queste risorse, innovando la pubblica amministrazione per renderla finalmente efficiente. I ragazzi sono i veri protagonisti positivi della vicenda Covid. Hanno risposto, salvo casi isolati, in modo corretto all’appello al distanziamento sociale, al rigore, a tutte misure di contenimento”. Momento di grande partecipazione emotiva quello che lo ha visto protagonista con i ragazzi della Masterclass Impact, nuovo contenitore di idee e contributi che mette insieme personalità delle istituzioni, della cultura e della ricerca: «Alla masterclass Impact - ha introdotto così il direttore Gubitosi - intervengono persone belle, che hanno fatto qualcosa di importante, che possano darci un quadro importante delle realtà produttive e imprenditoriale della nostra regione. Fulvio Bonavitacola è un amico di Giffoni. Con lui c’è un rapporto di empatia. Lui prova amore per una bella storia italiana made in Campania come Giffoni è». Al termine dell’incontro al vicepresidente Bonavitacola dalle mani del presidente dell’Ente Autonomo Giffoni, Pietro Rinaldi, è stato consegnato il Premio Speciale #Giffoni50.
Tanti i temi affrontati su sollecitazione dei ragazzi presenti nella sala blu della Giffoni Multimedia Valley: «L’esperienza Covid – ha detto Fulvio Bonavitacola - ci ha dato la possibilità di fermarci. Di non essere travolti dalla frenesia delle cose superflue. Ci ha costretti dentro casa. Abbiamo capito che quando non ci lasciamo travolger siamo in grado di pensare e di farlo positivamente. Se recuperiamo rispetto per ciò che è fuori di noi, recuperiamo il senso del limite e diventiamo migliori. Il mondo di oggi è molto diverso rispetto a quello dei miei 23 anni, quando sono stato eletto per la prima volta consigliere comunale. Era un mondo più semplice. Perché era diviso un po’ a metà. Era un mondo di grandi passioni, in cui le nuove generazioni volevano essere protagoniste. C’erano grandi idealità. Il mondo di oggi non è così. Vive una crisi di valori e c’è una complessità di sistema. È un mondo frammentato e confuso. Siamo a Giffoni se leggessimo la storia come da una cabina di regia vedremo che è stata una cabina di uomini che hanno determinato la storia. Immaginiamo se ci fossero state donne, la storia sarebbe stata un’altra. Se ci fossero stati ragazzi, la storia sarebbe stata un’altra ancora. Io mi auguro che possiate scrivere la sceneggiatura di un bellissimo film per i vostri anni futuri».
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UNA BELLA STORIA ITALIAN
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Se ti sorride il cuore e gli occhi brillano di speranza è #Giffoni50: ognuno al suo posto, segnato da un nome e dalla giusta distanza di sicurezza, ognuno nel suo spazio dove la magia prende ancora il sopravvento ed è il viaggio più bello che c’è a iniziare. Quante storie sono passate in questo Festival sempre più necessario, quanta passione e quanto futuro si respirano nell’aria: Giffoni si fa in quattro, si fa abbraccio, perché è l’entusiasmo a muovere ogni cosa ed è il desiderio di rinascita a stringere persone. Unite da quell’idea che oggi compie 50 anni, vibrante di progetti e sogni tutti nuovi. Legati, vicini anche se lontani, perché è il Festival delle emozioni a battere al ritmo più intenso che c’è. Se fosse musica, sarebbe il valzer n.2 di Shostakovich che per tutti questi anni ha accompagnato gli ospiti che sono entrati a far parte della grande famiglia Giffoni e qualche mese fa ha risuonato sui balconi dei giffoners nel Mondo per una melodia di speranza infinita. Se fosse un colore, il blu del cielo immenso e il verde della speranza, che non si perde mai. Se fosse un sentimento, quello della sorpresa che incontra la libertà. E se fosse una storia, meravigliosamente bella. Di quelle che si lasciano raccontare con l’entusiasmo, con la grinta, a cuore pieno. Una bella storia italiana, proprio così. Che tra gli infiniti e giovani sogni di Claudio Gubitosi, cominciava a riempire le strade di Giffoni ben cinquanta anni fa. Qualche sedia e una piazza curiosa, niente social ma solo il passaparola a trasformare quell’intuizione in un mondo magico che sorprende e accoglie progetti e pensieri di tutti i giffoners. Perché essere giffoners è un segno particolare che diventa sogno, ogni giorno. E allora per ogni candelina una nuova scoperta, per ogni desiderio un pensiero a quello che è stato ma che soprattutto sarà. Per tutti i giorni che verranno un sorriso, che ben nascosto dalla mascherina non smette di scandire i momenti più forti di questa edizione dalle infinite sfumature. Un’edizione necessaria, come quel Festival nelle parole di Truffaut. Che ci sono volti, mani, occhi, zaini pieni, ricordi e aspettative da custodire e impreziosire: è il più sorprendente dei doni. E allora, buon compleanno Giffoni. Che sei una bella storia italiana, tutta da vivere. Che sei un viaggio, immenso!
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Ventre a Giffoni, luogo di magia La sua storia parla di innovazione Il direttore dell’Apple Developer Academy di San Giovanni a Teduccio: La Multimedia Valley è una porta sul futuro, può attirare talenti da tutto il mondo «La magia è made in Giffoni, sia che si tratti di cinema che di innovazione. In effetti, pensandoci bene la creatività ha tante applicazioni e Giffoni ne è un esempio lampante». A parlare è il professor Giorgio Ventre, accademico di grande prestigio, direttore dell’Apple Developer Academy di San Giovanni a Teduccio, che è intervenuto nell’ambito della masterclass Giffoni Impact a cui hanno partecipato anche i 15 ragazzi del Dream Team di NextGeneration2020. «Giffoni ha un potenziale incredibile - ha dichiarato il professor Ventre - perché è come se mettesse insieme tanti ingredienti che sono necessari se si vuole parlare di innovazione. La stessa storia di Giffoni mi affascina. Nasce come Festival del Cinema per i ragazzi. E non esiste età più propensa alla magia, all’immaginazione, di quando si è giovani. Nel tempo Claudio Gubitosi ha avuto un’intuizione incredibile. Ha capito che il cinema non si sarebbe fermato alla sala e alla tv di casa. E, infatti, oggi il cinema lo portiamo in giro con noi. Su tablet, smartphone e device vari che ci permettono di godere di veri capolavori in qualsiasi momento della nostra vita. Ed oggi la Multimedia Valley è una sorta di porta sul futuro». Il futuro, perciò, si chiama Giffoni Multimedia Valley: «La speranza –ha detto Giorgio Ventre al riguardo - è
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che in Italia si capisca il potenziale di questo luogo magico. Magico perché riesce ad attrarre ragazzi da tutto il mondo. E la creatività ha il suo picco proprio quando diverse culture si incontrano. Ecco perché non puntare su Giffoni sarebbe assurdo. L’Italia deve vedere in Giffoni il punto dove far partire e rinascere un’industria dell’audiovisivo italiano. Industria interpretata in maniera moderna, con uno stretto legame con i nuovi media». Giffoni è un luogo dove si sperimenta. La sperimentazione è tra arte, cultura e tecnologia, un binomio di grande efficacia e di grande suggestione: «Oggi la tecnologia - ha spiegato il professore Ventre - si deve necessariamente affiancare all’arte. E l’arte alla tecnologia se posso osare dirlo. Ai ragazzi che incontro, appassionati di tecnologie, dico sempre: ricordatevi di leggere Omero e di vedere i film di Truffaut. In Italia abbiamo una passione, anche abbastanza recente: la separazione delle discipline. In realtà la cultura italiana ha una naturale tendenza alla formazione umanistica e in questo campo esperienze come la Apple Developer Academy, e in generale quello che si sta facendo in Campania, vanno in questo senso». La parola d’ordine sembra essere intuizione. “Sono affascinato dalle intuizioni. E infatti creiamo intuizioni. Forse la scienza dovrebbe interrogarsi sul perché non riusciamo sempre a dare loro una forma”. Così il fondatore e direttore di Giffoni Opportunity Claudio Gubitosi. “Giffoni è un’idea e come tutte le idee ha una vita – ha spiegato rivolgendosi a Ventre – Ma anche un’ottima idea è destinata a morire. E così, quel progetto che era vincente negli anni Settanta, non lo è stato più nei Novanta. Era necessario cambiarlo e per farlo l’ho distrutto, convinto che qualsiasi cosa diventi rito è ormai morta. E’ necessario ripensare sempre nel tempo a ciò
che facciamo e dichiarare guerra a chi protegge con le unghie e con i denti il proprio passato senza guardare al futuro. Bene ha fatto il ministro Franceschini a spingere tutti i direttori dei parchi archeologici ad aprire i siti alla cultura. Noi, promuovendo una rassegna di cinema e musica tra i templi di Paestum, abbiamo anticipato questa saggia decisione”. Raccontando le nuove geometrie del festival, Gubitosi ha snocciolato il percorso che ha portato il Giffoni Film Festival a diventare nel 2009 Experience e, da appena un anno, Opportunity. Ma la forma di Giffoni è pronta già a cambiare pelle grazie a Verde Giffoni, che racchiude nel suo spirito un nuovo modo di vita, che non è solo green ed ecosostenibile. “Non a caso ho scelto Velia per presentare #Giffoni50 - ha proseguito - Non mi serviva un grande albergo o una sala conferenze, ma una macchina del tempo per tornare a 2700 anni fa, nel luogo dove è nato il pensiero grazie a Parmenide e Zenone, padri della scuola eleatica. E cos’è il Pensiero se non un’idea? La nostra idea di futuro, quella di offrire ai nostri giovani l’opportunità di conoscere delle eccellenze, con l’obiettivo di dare almeno 300 opportunità di lavoro”.
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A #Giffoni50 l’anteprima Disney con L’unico e insuperabile Ivan Cranston e Sharrock: “La regola numero uno è il rispetto per gli altri”
“Buongiorno e grazie mille”: la voce squillante di Bryan Cranston saluta in italiano la Sala Truffaut di #Giffoni50, che un paio d’anni fa lo aveva accolto in presenza. “Avrei voluto essere lì dal vivo anche questa volta – ha detto l’attore dalla sua casa di Los Angeles – per celebrare un festival che si fa portavoce della nuova generazione. Siete voi ragazzi a raccontare le storie di domani e non vedo l’ora di ascoltarle. Ho amato moltissimo l’atmosfera dell’evento e ho incontrato all’epoca gente stupenda”. L’ex interprete della serie cult Breaking Bad presenta in anteprima L’unico e insuperabile Ivan, lungometraggio in arrivo su Disney+ in esclusiva il prossimo 11 settembre. Nella storia presta il volto a Mack, il proprietario di un minuscolo circo in un centro commerciale, che ha allevato il gorilla Ivan, oggi un esemplare adulto di 180 chili che oramai, cresciuto in cattività per vent’anni, ha dimenticato le origini da primate libero. Ivan è la star dello spettacolo, di cui fa parte un gruppo variegato e chiassoso di animali. Le dinamiche dello show cambiano con l’arrivo di una cucciola d’elefante, Ruby, che porta una ventata di freschezza e innocenza tra i personaggi e rimette in discussione la vita di tutti. L’incontro dopo la proiezione ha coinvolto anche la regista Thea Sharrock, in collegamento dall’abitazione londinese: “Questo festival è unico e speciale e sono onoratissima di prenderne parte, anche se in questa forma. Per me è un privilegio – parole sue – poter ascoltare le reazioni e le opinioni dei ragazzi “a caldo”. Mi sembra quasi di essere nella stessa stanza con voi, sto provando una sensazione magica che mi fa mancare l’Italia ancora di più ma vi prego di prendervi cura gli uni degli altri e state al sicuro, di questi tempi è cruciale”. Ai giurati che le hanno chiesto il messaggio del film – adattamento cinematografico del romanzo omonimo Katherine Applegate - ha poi risposto: “Non abbiamo la
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pretesa di dare tutte le risposte ma vogliamo chiederci come noi umani ci comportiamo con gli animali. In particolare durante la pandemia vedere questo film aiuta anche a capire che le basi della convivenza civile sono il rispetto e la gentilezza. Se pensi agli altri prima di te, come ad esempio indossando una mascherina per il bene altrui, puoi capire tante cose. E se il film riesce a far passare questa idea ne siamo felici. Due cose mi hanno emozionato della storia. Innanzitutto il senso di responsabilità che ho provato nell’onorare una storia vera e tenere alto lo spirito di un romanzo amatissimo negli USA e che spero ora venga conosciuto ancora di più anche nel resto del mondo. E la seconda è la presenza di Bryan che ogni giorno sul set faceva scherzi e si comportava in maniera folle al punto di tenere alto il morale di tutti. Ci ha sempre messo allegria e di questo lo ringrazio”. Cranston aggiunge: “Quando leggo una sceneggiatura è fondamentale che mi colpisca a livello emotivo, come successo in questo caso. Questo copione mi ha colpito per i temi di amicizia e gentilezza. E in seconda battuta mi ha fatto chiedere appunto se fosse giusto tenere aperti gli zoo oppure chiuderli per sempre”. Al pubblico, dicono, spetta l’ultima parola.
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Cesari: “Qui è stupore. Si può cambiare il mondo solo attraverso la creatività” L’attore nella veste di doppiatore de “L’unico ed insuperabile Ivan” della Disney
“Giffoni è sempre un’esperienza totalizzante. È stupore, è confronto. Significa stare sempre in contatto con persone ed essere circondato da tanti ragazzi. È bello stare qui, ci si sente a casa in questo ambiente che diventa quasi familiare”. Ritorna per la seconda volta al Giffoni Film Festival l’attore Federico Cesari, nel ruolo inedito di doppiatore per l’anteprima Disney “L’unico ed insuperabile Ivan”, una preview del lungometraggio che debutterà in Italia l’11 settembre in esclusiva sulla piattaforma streaming Disney Plus. Parla della “libertà di esprimersi nella propria unicità” Federico Cesari, nel corso della lunga giornata, quella di ieri, trascorsa tra la Cittadella del Cinema e la Multimedia Valley, per concludersi con un momento live in serata presso la Yaris Arena. “Viversi senza giudicarsi ed esprimersi nel modo più naturale possibile”, è l’invito rivolto ai Giffoners. “La
un po’ spaventa. Prestare la propria voce al coniglietto Murphy significa entrare nel personaggio. Murphy è esagitato, è un’altra cosa rispetto al dover recitare ed essere diretto in una pellicola. Esperienza straordinaria, anche perché sono cresciuto con i film Disney – confessa – Il mio preferito è Robin Hood”. “L’unico e insuperabile Ivan” racconta la storia di un gorilla molto speciale che apprende che la vita non è definita dal luogo e dalle circostanze, ma dal potere dell’amicizia e dal coraggio di far sì che avvenga il cambiamento. È la narrazione della bellezza dell’amicizia, del potere dell’immaginazione e del significato di quel luogo chiamato “casa”. “Una storia di amicizia e di coraggio di un gruppo di animali sradicato dalla propria terra natìa e cresciuto in cattività – insiste Federico – Il film si concentra sull’esigenza di tornare in libertà. E’ tratto dalla storia vera del gorilla Ivan che ha iniziato ad esprimersi
creatività è essenziale in un festival come Giffoni, con tanti ragazzi che si mettono in gioco – insiste Federico – L’estro, la genialità sono il modo più bello e personalissimo di esprimerci, per far conoscere quello che siamo, che spesso ci distingue e ci ricorda che siamo persone, ciascuna con la sua diversità”. Si sofferma sulla difficoltà, da attore attivo anche in web series italiane di successo, di confrontarsi con l’arte del doppiaggio ispirato dai grandi maestri italiani: “Avevo un po’ paura non provenendo dal doppiaggio – ha detto - Come ogni esperienza nuova un po’ elettrizza e
attraverso l’arte, la pittura, disegnando e dando forma alla sua esigenza di libertà”. Infine il messaggio rivolto ai Giffoners in giro per il mondo, dislocati nei vari Hub del pianeta, sulla necessità di trovare il coraggio di cambiare il mondo: “È possibile solo credendo e amando. Se si ama quelli che si fa e si ha la possibilità di esprimersi e di mettersi in gioco, sicuramente la strada si aprirà nella tua unicità. Un Festival come Giffoni offre la possibilità di conoscere realtà differenti, di appassionarsi, di lasciarsi ispirare traducendola in un percorso assolutamente personale ed unico”.
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Stella Pecollo brilla a #Giffoni50 Ai giurati di Giffoni: “Non lasciatevi andare al silenzio, combattiamo il body shaming E ricordate di applicare sempre il filtro verità”
Le stelle brillano, ma Stella Pecollo un po’ di più a #Giffoni50: bella, esuberante, sorridente e luminosa per un incontro che non ha lasciato spazio a filtri instagram e stereotipi. A cuore aperto, come
è solita raccontarsi, perché è così che Stella è riuscita a strizzare l’occhio a chi negli anni ha provato a toglierle l’entusiasmo di mostrare la sua bellezza. Energia contagiosa, glitter e fiori, tra le mani il libro che racconta di lei e del suo percorso non sempre facile e per dirla con tre parole, le sue, “Io sono bella”. La leggerezza non è una questione di peso, non ha dubbi, pronta a inseguire quei sogni che nel corso del tempo hanno provato a negarle. “You are sexy, così la mia
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insegnante di recitazione mi ha convinta a credere in me stessa – ha raccontato la Pecollo ai Generator +18 che l’hanno incontrata in Sala Galileo -. Mi ha aperto gli occhi e mi ha aiutato a lavorare sulla sensualità
e sull’autostima, non è stato un percorso semplice ed è forse ancora lunga la strada ma quando capisci che il problema sta nel punto di vista altrui vinci, inevitabilmente”. Artista poliedrica: attrice, scrittrice, doppiatrice, con in tasca mille progetti da realizzare. Stare bene, semplicemente, prima con sé stessi e poi con gli altri, perché è nella bellezza della semplicità e dell’autenticità che si nasconde l’essenza, un mantra che Stella ha imparato a memoria: “Sono una ragazza che non è masi stata magra, ma sono bella e sono io”. Con il suo libro, Stella Pecollo ha voluto condividere la sua esperienza di vita, fatta troppo spesso di frasi pronunciate a metà e sorrisi pronti a ferire: “Il body shaming è bullismo, è dolore – ha continuato -. Spesso mi sono ritrovata a sentire per sbaglio i commenti di registi che si prendevano gioco di me per il mio fisico, ho dovuto fare i conti con chi senza pensare alle conseguenze mi ha etichettato con parole tremende”. Poi ogni cosa ha ripreso ad avere un colore nuovo, perché la bellezza è proprio lì, in ogni cosa: “Ho dato valore al mio corpo e ho messo spalle al muro tutta la negatività che mi circondava – ha spiegato Stella -. Utilizziamo i filtri per capire di più, per approfondire.
19 Agosto 2020 Il mio mondo ideale racconta le persone facendosi guidare dall’energia, non da preconcetti e filtri social”. Emozionata e particolarmente coinvolta la Pecollo si è lasciata andare ad un vero e proprio viaggio fatto di parole e esperienze. “Voi giovani siete delle spugne – ha continuato -, dai social imparate e con i social comunicate. È fondamentale e necessario che dai profili di ognuno di noi, di tutti gli influencer dei vari ambiti, passino messaggi importanti e autentici”. Il suo Io sono bella – La leggerezza non è una questione di peso è “la condivisione nuda e cruda di una storia”. Un romanzo che celebra proprio l’unicità della bellezza, raccontata in maniera ironica e tagliente, con la spensieratezza di chi oggi splende di luce propria. “È stato a tratti terapeutico mettere nero su bianco la mia storia – ha confidato ai giurati -, quasi come chiudere un cerchio per cominciare a costruire con una consapevolezza differente. Spero possa ispirare e motivare chi ha vissuto o vive la mia condizione, spero possa essere un posto felice dove ritrovarsi e riscoprirsi”. E a Francesca, che con la sua maglietta arancione ha chiesto come fare per difendersi dalle parole scomode che tutti i giorni popolano i social network, non ha esitato a rispondere: “Questo Festival è prezioso perché è fatto di presente e futuro, voi siete tutto quello che serve – ha concluso -. Ignorare logora, fate parlare il silenzio e stimolate la conoscenza perché spesso questa cattiveria vola sulle ali dell’ignoranza, di chi ignora quello che c’è dall’altra parte. Non lasciatevi andare al silenzio, più combattiamo questa forma di bullismo più la sconfiggiamo e quando tornate a casa pulite i vostri social delle cose che non vi arricchiscono. Dovete avere fame sempre, dovete nutrirvi bene di verità e bellezza. Respirate questa freschezza che c’è qui, Giffoni è tutto questo”.
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Giffoni Impact, Gaetano Pecoraro e Lodovica Comello raccontano la trasformazione del podcast Trasformazione è la parola chiave. Succede a fronte di evoluzioni e cambiamenti in grado di lavorare sul pensiero, dove la tecnologia interviene sul rapporto tra consumatore e prodotto. Così la Masterclass Impact, presentata da Nicolò De Devitiis, racconta lo strumento del podcast, su cui puntano i grandi del settore, in particolare Dopcast, produttore di contenuti frutto della joint venture tra Sony Music Italia e l’agenzia MNcomm. L’idea di Lino Prencipe, responsabile per Sony Music della distribuzione digitale dei contenuti prodotti sulle piattaforme digitali è una democrazia del settore. «La musica è stato il primo mondo a trasformarsi col digitale da vent’anni», ha spiegato Prencipe, «dove creatività e qualità dei contenuti regolano lo sviluppo». “Armisanti!” sarà il titolo dei racconti d’inchiesta curati dal giornalista siciliano Gaetano Pecoraro, concentrati su storie irrisolte di mafia. «Non sapevo assolutamente nulla dei podcast - ha detto - ho avuto delle proposte e ho lavorato sulle storie. “Armisanti!” è un vecchio culto siciliano rivolto agli spiriti morti nel sangue e nella violenza, che potevano diventare oggetto di preghiera per chi restava sulla terra. Secondo tale credenza anche un mafioso poteva diventare un riferimento, aiutando le persone a uscire da situazioni di pericolo. Noi raccontiamo quattro storie con un lavoro di gruppo, vite mafiose e morti ordinarie che casualmente incrociano la loro vita». Lodovica Comello, attrice e conduttrice, ha realizzato un diario della sua esperienza di neo-mamma col podcast “Asciugona” giunto alla seconda stagione. «Ho raccontato ogni cosa di mio figlio Teo, provando a proteggerlo allo stesso tempo e non so cosa penserà quando sarà più grande. La cosa più simpatica, quando aveva ancora il cordone ombelicale, non appena mi fu messo in braccio, fu che mi fece cacca addosso immediatamente». L’intera storia è esplosa durante il lockdown, raccogliendo grande seguito. «Il podcast è nato per caso, per poi esplodere in coincidenza con la pandemia, tutto fatto in maniera domestica. La cosa che mi ha colpito immediatamente è il seguito, le domande di chi mi ascolta e le mamme che mi chiedono consigli di ogni sorta», ha aggiunto Comello. Il format del podcast, Dopcast in particolare, guarda al futuro dello storytelling, mettendo insieme ambiti diversi, sottolineando la forza della qualità e della creatività, in grado di superare i limiti dei prodotti video attuali, affondando nelle storie.
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Francesca Galluccio Generator + 16 - giurata del Festival dal 2007 Battipaglia BLACK CONFLUX (Canada, 2019) di Nicole Dorsey
Questo film mi ha colpito molto, la storia di questi due personaggi che hanno diversi problemi con chi li circonda e, soprattutto, con gli standard che la società impone riguardanti il modo in cui le persone devono approcciarsi alla sessualità . Alcuni aspetti del film credo vadano cercati oltre quello che si vede, mi è piaciuto molto il finale, aperto, e ho apprezzato molto come abbiano deciso di raccontare la vita dei protagonisti.
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to ho conosciu , le ia c o s di vista ato, dal punto , à it n ho par tecip i tu r u c o p a p l ’o a n v u l Festi me è d avere edizioni de Giffoni per le e tt liosi film e tu ig v te ra n e ra m u d a one vedere molte pers a prospettiv ssibilità di n o u p re la p o m m e rono s utto abbia ttori che off a d ma sopratt e ti is g re ggire. diretto con trebbero sfu o p e h c un contatto i n azio giori inform g a m e a rs dive
Il messaggio che mi ha lasciato il film è che, spesso, siamo molto influenzati da quello che ci impongono come “giusto” o “sbagliato” ma per trovare effettivamente quello che vogliamo dobbiamo allontanarci dagli standard. to, n vo u i l rg glio si da n vo Doves o N il ette. solo un s è , oni ciarmi he Giff sbilan c o s e film e astich t n a primo f e sempr ir ser va se. sorpre
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Francesca Affinito Generator + 18 - giurata del Festival dal 2017 Telese Terme PACIFIED (Brasile, 2019) di Paxton Winters
Giffoni è magia, immediatezza, infinito. A 29 vengo ancora a Giffoni perché è l’unico posto al mondo in cui posso uscire da quel vestito che tutti si aspettano che io indossi e camminare scalza, libera.
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sere onesta s e o li g o v olto e n piaciuto m è i e bene in u m tt , tu lm o fi n a to v s ia e trecc tto a qu ulla, do me si in n o Darei un o c e s e capisce n n e ri n o to n s o e d L n . solito el mo strato e a chi di qu come il mio h c n a ta ha dimo , is e n ir o p g a c ta r ro fa p tà. Il atto a po di socie incastro ad ti l e u q i d ti i contor i meccanism
del er la mor te p io z n e il s ge in ratura a in cui pian n e c s la ia, l’inquad , e g v re ti a a it ll c e d re vista acità r te che ho ottime cap al punto di fo D . o o lt lt o o m m ramente ha toccato potenza ve a fratello mi n u a h re del quar tie delle scale molto. apprezzato
elle come quella d ta ia g a is d à lt a na re a incontrarsi in u n ha nulla, su d o a n te a le a in zi st n e e d sc e adole diverse stori velas biente che di m a n u Il film racconta x capo delle fa in l’e , ta ca iu Je sc e e cr e te rb asso i dolescen malato che la rra con l’idea d a te m favelas. Tati, a a e su st a si ll l e a n d a a i, torn ente assorbit ando n quindici ann e b ta ra madre, totalm n rinunce, salv u d co r re u e p p rc se ca , e in sc ci rie ci sperienza ema. E alla fine e e insegnando st li che, dopo un’e si ig il rr e a u h g i io d rc a le flittua quanto di m nel sistema con re e d allontanarsi da ca ri za n biare. della Favelas, se possiamo cam i Tati e i giovani tt tu i, n o si ci e o le giuste d che, prendend
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Giffoni è rivoluzione, un investimento sul futuro IlIlregista registaGiuseppe GiuseppeCarrieri Carrieripresenta presentaililcortometraggio cortometraggio“Mezzanotte” “Mezzanotte”e einvita invitai igiffoners giffonersaacombattere combatterecontro controi ipregiudizi pregiudizi “Giffoni è un investimento sul futuro. Insegna a guardare oltre i propri confini. Il Festival è una rivoluzione copernicana, è una molla perché stimola il coraggio ed incentiva a credere in se stessi. Questo è l’effetto che ha avuto su di me quando sono stato giurato. Oggi essere qui da protagonista e confrontarmi con i ragazzi, è qualcosa di straordinario”: non nasconde l’emozione e il legame fortissimo con Giffoni il regista e sceneggiatore Giuseppe Carrieri, che ha aperto le proiezioni
nel Mezzogiorno. Sullo sfondo due adolescenti, diversi tra di loro, tra assenza di dialogo e una gravidanza inaspettata. “Giffoni compie 50 anni, è meraviglioso vedere voi giurati con gli sguardi affamati”, ha esordito così il regista, accompagnato da tutto il cast di giovanissimi attori. Attrezzature semplici per le riprese del film: “È nato attraverso gli occhi dei ragazzi – ha continuato -. Per me Giffoni è una grande casa perché sono stato giurato tanti anni fa, ritornare qui mi rende felice sia
essere catapultati in una realtà straordinaria. Rivedo voi in platea, forse un giorno qualcuno ci farà sognare attraverso i suoi film”. Il cinema diventa così strumento di educazione per i ragazzi, come ha sottolineato il dirigente scolastico Saverio Petitti: “Questa storia apre un nuovo punto di vista sul mondo”. “Il linguaggio audiovisivo può essere un’opportunità di crescita e di narrazione di sé. Molte scene sono state girate di notte, non è semplice per una scuola organizzare
della prima giornata del festival riservate ai Generator +18 con il cortometraggio “Mezzanotte”, prodotto dall’Istituto Scolastico Ferraris di Napoli, progetto finanziato dal Mibact e dal Miur. Sullo sfondo una periferia che va oltre i clichè. “Mezzanotte” racconta una Scampia che “non è solo il male”. Una storia di riscatto, registrata in dialetto originale campano, con un finale aperto, dedicato a chi scappa da Napoli, a chi va via perché non riesce ad affermarsi
per il progetto anomalo, sia perché permette a me, non come regista, ma come persona, di affrontare la sfida più difficile, che è raccontare luoghi complicati attraverso il tema della meraviglia, della speranza: concetti che non appartengono alla periferia, legata all’abbandono. Significa per me ritornare a quando ero giurato, studente di quarto liceo, e cercavo di capire cosa fare nella mia vita. Giffoni permette di sentirsi importanti, di interagire, di incontrare amici, creare legami,
tutto questo, speriamo di avervi trasmesso l’impegno e la passione”, ha poi aggiunto la professoressa Sabrina Innocenti, ideatrice e promotrice dell’associazione “Ècole Cinema”. Entusiasmante il dialogo schietto tra giurati ed attori loro coetanei: la paura iniziale di registrare in quei luoghi di notte fino alle 5 di mattina, imparare a conoscere la parte “bella, buona” di Scampia e il messaggio affidato nelle loro mani di “combattere i pregiudizi”.
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Truffaut a Giffoni: in un film la storia di un momento indimenticabile Antonio Fiore, Luciano Del Prete e quell’impresa fortunata di 38 anni fa raccontata nel film presentato ieri ai giffoners della cinquantesima edizione del Festival L’uomo che rapì Truffaut, la storia del “rapitore” che venne rapito a sua volta dall’uomo che aveva rapito. Nella sala intitolata proprio a François Truffaut, il giornalista Antonio Fiore e il regista Luciano Del Prete hanno incantato i Generator +16 con l’incredibile storia dell’intervista abilmente “estorta” al regista francese in un’estate di 38 anni fa. Correva l’anno 1982 quando, rispondendo all’invito del direttore Claudio Gubitosi, Truffaut
testimonianza di Gubitosi su quei “tre giorni memorabili”, è Fiore a descrivere, non senza ironia, la paura della coppia in giro per le in balìa di uno strade buie buiedella dellacittà città in balìa di sconosciuto ammiratore. uno sconosciuto ammiratore. “Mai “Mai avrei immaginato che questo avrei immaginato che questo film, film,me dainterpretato, me interpretato, sarebbe da sarebbe stato stato proiettato dedicataa proiettato nellanella salasala dedicata a Truffautnell’ambito nell’ambitodel del festival festival da Truffaut lui definito come il più necessario”, ha esclamato Fiore che ancora si emoziona nel ripercorrere quelle che definisce “le tre ore memorabili
di un amicodidiuna unastoria storia che che ha un amico dell’incredibile. Ho pensato subito che volevo farci un documentario. Mi sembrava impossibile che un fatto così non fosse stato ancora di raccontato. Poi Poi mimipiaceva piacevacheche Truffaut esistesse una piccola storia di Truffaut esistesse una piccola che nessuno storia che conosceva”. nessuno conosceva”. Il ricordo di quell’avventura ha segnato la vita di Fiore: “Ho fatto migliaia di interviste – ha spiegato ai giurati curiosi - Quasi sempre si rimane delusi, specie al cospetto di personaggi per cui si prova stima.
e la sua compagna Fanny Ardant, a dispetto dello scetticismo dei più, presero parte al festival. “Era epoca”, ha un’altra Giffoni, Giffoni,un’altra un’altra epoca”, raccontato Antonio Fiore.Fiore. Che, ha raccontato Antonio Che, inviato Il Mattino,chiese chiese a inviato de de Il Mattino, Gubitosi un’intervista in esclusiva al genio francese. Ma come fare? L’intuizione: fingere di essere l’autista che avrebbe accompagnato Truffaut al ristorante. Nel docufilm, girato a Giffoni, è lo stesso Fiore a raccontare la storia. Tra diverse citazioni dei film del regista e la
della mia vita”. Un racconto che è pure una rivalsa: “Dopo anni che racconto questa storia ad amici e parenti increduli, adesso li porto a vedere il film e si convincono che accaduta”.Anche il regista davvero è accaduta”. Anchefail mistero regista non mistero del non delfasuo dubbio suo dubbio iniziale: “Ero un po’ iniziale: “Ero un po’ scettico – ha scettico – ha Del siamo Prete confessato Delconfessato Prete - Poi - Poi siamo andati alladelredazione andati alla redazione Mattino del trovare Mattino traccia per trovare traccia per dell’intervista. E l’abbiamo trovata”. Edell’intervista. l’abbiamo trovata”. Ha spiegato Ha spiegato poi ai giffoners: “L’idea poi ai giffoners: “L’idea di fare il di farenasce il film nasce racconto film così, così, dal dal racconto di
Truffaut rientra tra le pochissime persone del mondo dell’arte che non mi hanno deluso. Era esattamente come me lo aspettavo, molto attento attento agli aglialtri, altri,propenso propensoa sintonia. acercare cercare sintonia. Una persona Una persona discretacuriosa. ma attenta, discreta ma attenta, Mi ha curiosa. Mi ha dato la sua cordialità, dato la sua cordialità, un’attenzione un’attenzione spiritualeumano al contatto spirituale al contatto che umano di cheessermi spero di essermi spero portato portato dietro dietro vita nella di vitatutti di tutti giorni, non nella i igiorni, sempre riuscendoci”. Infine, l’invito ai ragazzi: “Vedete i film di Truffaut”.
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Giovani e Dreamers. Inizia con il lavoro del Dream Team la 6a edizione di Next Generation L’evento organizzato da Giffoni Innovation Hub parte dalle sfide Una banca del futuro per un mondo più sostenibile grazie al Digital Farming Giovani, carini e impegnati. È questo il profilo dei 15 sognatori del DreamTeam, 15 ragazzi under 30 che in questa 6a edizione di NEXT GENERATION risponderanno a una serie di sfide all’ultima innovazione. La rassegna realizzata da Giffoni Innovation Hub, creative agency ispirata e promossa da Giffoni Opportunity ha aperto i battenti proprio dando il via al lavoro dei dreamers. «In effetti – spiega Luca Tesauro,
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Ceo e co-Founder di Giffoni Innovation Hub – Giffoni è l’esempio di un sogno che è diventato realtà. Ed è questa l’idea che deve guidare il lavoro del Dream Team. Realizzare i loro sogni nel cassetto. Sogni pratici, reali, di fare impresa e di fare la differenza in un mondo che cambia». Cambia il mondo e cambia anche il modo di fare banca. Lo sanno bene gli esperti di BPER Banca che non a caso sono tra i partner che
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hanno coinvolto i ragazzi del Dream Team in una sfida a dir poco particolare: immaginare la banca del futuro, destinazione 2030. «È presumibile – ha detto ai ragazzi del Dream Team Lorena De Vita, responsabile cultura di BPER Banca – che nel 2030 le banche non saranno più come quelle di oggi e che le transazioni saranno effettuate da soggetti diversi e in modi diversi. Ecco la sfida per il mondo bancario. Immaginare nuovi scenari economici per una clientela, quella che si sta già palesando in questi anni, che sarà molto diversa da quella attuale». In effetti in pochi anni si è passati dal libretto di risparmio, o addirittura dal salvadanaio casalingo, a una banca a portata di smartphone. Il tutto con servizi sempre più innovativi, come i pagamenti P2P, fatti via app e tanto altro. «Dal DreamTeam – continua la De Vita – realtà come la nostra spesso cercano ispirazione. Ispirazione per un futuro diverso e
molto più smart e all’insegna delle nuove tecnologie». Le tecnologie la fanno da padrone. E questo accade in ogni ambito possibile e immaginabile. Infatti, un’altra sfida innovativa a misura di business è quella di un altro partner, Bayer, all’insegna del Digital Farming, in un contesto che vede la Terra e la produzione agricola subire enormi cambiamenti. «L’innovazione è qualcosa di trasversale – commenta Orazio Maria Di Martino, co-founder e COO di Giffoni Innovation Hub – che tocca campi diversissimi della vita quotidiana, dalla banca all’agricoltura, e non solo». «Vita quotidiana – aggiunge Antonino Muro, co-founder e Account Manager di Giffoni Innovation Hub – che sarà l’ispirazione per il lavoro del DreamTeam. Un lavoro che però punta al futuro. Futuro in cui questi ragazzi, probabilmente saranno protagonisti dell’innovazione e dell’economia».
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Un’idea spaziale: ponte tra Montecorvino e Giffoni nel segno del planetario Un’idea spaziale. Come quelle che nascono a Giffoni e che sono destinate a cambiare il mondo. Questa volta, nel segno delle stelle e di tutto quello che rappresentano, non solo nell’immaginario collettivo, ma in termini di lavoro, futuro e sviluppo. Il fulcro di un nuovo progetto che vedrà insieme il Comune di Montecorvino Rovella e Giffoni Opportunity, grazie al lavoro svolto in questi mesi dal Giffoni Innovation Hub, è il futuro planetario, destinato a diventare non solo un attrattore turistico, ma anche un’opportunità di investimento. Ne hanno discusso, nella sala blu della Multimedia Valley, il fondatore e direttore
realizzazione nei pressi del santuario della Madonna dell’Eterno. Il primo lotto dei lavori, finanziato nel 2000 dalla Regione Campania, è in fase di completamento, mentre è in via di preparazione il progetto esecutivo per ottenere la seconda tranche dei fondi finalizzati all’acquisto delle attrezzature tecnologiche, a partire da un proiettore che dovrà illuminare la cupola. “Sarà il planetario più grande d’Europa”, ha annunciato il primo cittadino. Un’occasione preziosa, in particolare per i giovani: “La lezione di Giffoni è anche questa – ha sottolineato Gubitosi – Più sei aperto al mondo, più hai il dovere di guardare al territorio. I Picentini sono un brand
del Giffoni Film Festival Claudio Gubitosi, il sindaco di Montecorvino Martino D’Onofrio, il consigliere comunale Ronaldo Sibilia e Luca Tesauro di Innovation Hub. L’obiettivo è quello di lanciare un hackathon da tenersi nel mese di ottobre, aperto a cinquanta giovani chiamati a ragionare sulle possibilità di sviluppo della struttura in via di
fatto da undici comuni per un totale di quasi 120mila abitanti. Ci sono realtà note, come la nostra, e realtà meno note, a rischio desertificazione. Io credo che il futuro debba vedere la crescita di tutti, intraprendendo un percorso nuovo. Bisogna abbandonare localismi e personalismi, scegliendo invece la strada della cooperazione.
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Giffoni ha il dovere di farlo e il mio appello è questo: mettiamo insieme i vari campanili, ma per costruire la più bella cattedrale”. Da anni Montecorvino gode già della presenza di un osservatorio che solletica la curiosità di tanti amanti delle stelle. “Il planetario – ha continuato il sindaco – ci darà una marcia in più per contribuire a fare rete e a crescere insieme”. Ma che differenza c’è tra un osservatorio ed un planetario? A spiegarla il consigliere Sibilia: “L’osservatorio, come dice la parola, è uno strumento di osservazione e si focalizza su alcune zone della volta celeste, mentre il planetario è una rappresentazione dello spazio che consente di ammirare l’intera volta celeste”. Non si tratta però solo di uno strumento per amplificare la bellezza di un territorio: negli ultimi cinque anni gli investimenti di venture capital in campo spaziale sono cresciuti in modo esponenziale superando i quattro miliardi di dollari solo nel 2019 (fonte Corriere della Sera). In Italia la space economy conta 7mila addetti, 600 imprese, per un valore della produzione di due miliardi e 80 milioni di fondo di venture Primo Space. Gli obiettivi del progetto, ha chiarito Tesauro, sono quelli di creare un ponte tra Giffoni e Montecorvino con i due poli di sviluppo digitale e tecnologico; coinvolgere la community dei giffoner; creare progetti innovativi di promozione turistica per famiglie e bambini; arricchire l’offerta formativa del planetario con nuovi progetti educativi; sviluppare app e progetti di digital education dedicati al target 6-18 anni. E ancora, migliorare le competenze Stem con format dedicati all’astronomia; supportare startup e progetti imprenditoriali legati alla space industry; sviluppare partnership strategiche con gli stakeholder e creare nuove opportunità di fundraising.
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#Giffoni50 sempre a portata di mano, nasce l’App L’innovativa applicazione realizzata da Skeleton software in collaborazione con Eventival accompagnerà i giffoner in questa cinquantesima edizione: tutto a portata di mano, per un Festival sempre più interattivo. Proiezioni, ospiti, informazioni, anticipazioni per seguire #Giffoni50 ovunque, minuto dopo minuto. In tempo reale, tutte le news del Festival potranno essere consultate tramite la nuova applicazione che in linea
GIFFONI NEWS Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 19751 DIRETTORE RESPONSABILE Marco Cesaro REDAZIONE Via Aldo Moro 84095 Giffoni Valle Piana (SA) tel. +39 089 80 23 001 m.cesaro@giffoniff.it www.giffoniff.it RESPONSABILI DEL TRATTAMENTO DEI DATI (d. Lgs. 196/2003): Marco Cesaro, Pietro Rinaldi
con le norme anti Covid-19 raccoglierà il programma del Festival che diventerà un vero e proprio catalogo digitale. In questo modo, ognuno avrà a disposizione il proprio dispositivo mobile per interagire e saperne di più: un progetto dinamico che raccoglierà al suo interno tutte le sfaccettature di questa edizione e consentirà di creare una vera e propria agenda dove selezionare le proiezioni e gli incontri da seguire.
EDITORE Ente Autonomo Giffoni Experience Sede legale: Via Aldo Moro 84095 Giffoni Valle Piana (SA) PRESIDENTE Pietro Rinaldi CAPOREDATTORE Rita Esposito REDATTORI Barbara Cangiano Daniele Moschella Sabrina Sica IMPAGINAZIONE & GRAFICA Patrizia De Cristofaro
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RAINBOW A #GIFFONI50: 25 ANNI DI EMOZIONI La global content company fondata da Iginio Straffi celebra il suo primo quarto di secolo al Festival Rainbow compie 25 anni. La global content company fondata da Iginio Straffi, e fiore all’occhiello del Made in Italy, che ha conquistato generazioni di bambini e teenager di tutto il mondo, ha celebrato il suo primo quarto di secolo insieme al pubblico di #Giffoni50. Tra meraviglia e colori, in perfetto stile Rainbow, con l’entusiasmo e la passione di sempre. Un’installazione speciale Rainbow per ripercorrere i milestone del gruppo a partire degli esordi nel 1995, quando il presidente e AD Iginio Straffi diede vita al suo sogno fra le colline marchigiane. I visitatori, per tutta la durata
primi disegni dei cartoni animati che hanno conquistato il cuore di piccoli e grandi, passando per la nascita del classico mondiale Winx Club fino ad arrivare a 44 Gatti, serie rivelazione del 2018 trasmessa in oltre 20 lingue, e le ultime novità nate dall’estro di Iginio Straffi. “C’è qualcosa di magico che unisce la storia del Giffoni a quella di Rainbow - ha dichiarato Iginio Straffi, Fondatore del Gruppo Rainbow -. La stessa ostinata ed appassionata ambizione di provare a realizzare un sogno, trasformare una giovanile aspirazione in una grande realtà. Claudio Gubitosi da ragazzo amava il cinema, ed è
guardando l’orizzonte oltre l’Appennino potessero essere raccontate ed ascoltate in tutto il mondo. Due sogni impossibili, due sogni che, una volta realizzati, si sono incontrati.” Fra i protagonisti del mercato mondiale dell’entertainment, Rainbow è una realtà in continua crescita grazie alla fantasia e alla visione di Iginio Straffi, imprenditore che ha saputo tradurre in realtà i suoi sogni, regalandoli a milioni di persone in tutto il mondo. Ed è anche per questo che a Rainbow, Straffi e alla sua magia è stato assegnato il premio #Giffoni50, consegnato ieri alla Yaris Arena dal
della manifestazione, potranno immergersi nel mondo Rainbow attraverso immagini inedite e i
riuscito a far diventare Giffoni una capitale mondiale del cinema. Io volevo che le mie storie inventate
Direttore Gubitosi per celebrare i primi 25 anni di successi in maniera unica e sorprendente.
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19 Agosto 2020
OGGI IN SALA
LAST VISIT Durante un viaggio con Waleed, il figlio adolescente, un padre di mezza età, Nasser, riceve la notizia della grave malattia di suo padre. Si dirige allora verso la sua città natale, a sud di Riyadh. La relazione tra padre e figlio cambia quando arrivano in questa città isolata, dove la scomparsa di un bambino in misteriose circostanze viene oscurata dagli sforzi di Nasser di comunicare con il figlio introverso, anche se ciò significa imporre sul ragazzo la propria volontà. Waleed si ribella alla protezione del padre e la respinge nel clima di tensione provocato dall’attesa della morte del nonno.
JUST KIDS Jack, 19, Lisa, 17 e Mathis, 10, si ritrovano improvvisamente orfani.Ogni fratello reagisce in modo diverso alla tragedia della famiglia: Lisa spicca il volo. Jack, da poco maggiorenne, viene nominato tutore di suo fratello per decisione del tribunale. Per loro inizia una nuova vita. Ma in che modo un ragazzo appena uscito dall’adolescenza può assumersi la responsabilità di un bambino? E come si costruisce un futuro quando il passato è diventato una pericolosa ossessione? Fortunatamente la forza e l’energia dei giovani possono fare miracoli.
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19 Agosto 2020
OGGI IN SALA
AUERHOUSE Quattro giovani amici - Höppner, Frieder, Vera e Cácilia - hanno trovato, sotto lo sguardo scettico dei vicini, un appartamento da condividere e che loro chiamano Auerhaus. I quattro pensano sia terribile che le loro vite sembrino così pianificate. E vogliono aiutare Frieder, che sta pensando al suicidio, anzi non vuole uccidersi ma semplicemente non vuole più vivere. Dopo poco Pauline, una piromane conosciuta da Frieder durante una terapia, si unisce al gruppo. D’ora in poi, i cinque condurranno una vita autodeterminata, potranno fare tutto ciò che vogliono e immergere se stessi e le loro famiglie in un vero caos emotivo. Ma è solo questione di tempo prima che le mura dell’Auerhaus non possano più proteggere il gruppo...
GODDESS OF THE FIREFLIES Per il suo sedicesimo compleanno, Catherine riceve un lettore portatile di CD, il libro Christiane F e il permesso di andare al centro commerciale. È anche il giorno in cui suo padre schianta deliberatamente la Jeep di sua madre contro un muro. Catherine sta affrontando l’adolescenza proprio mentre i suoi genitori stanno per divorziare ma non le importa. È troppo impegnata a gestire Mélanie Belley, che la terrorizza senza motivo e a salire la scala sociale del suo liceo rubando il ragazzo proprio a Mélanie, Pascal. Catherine è ansiosa di imparare tutto, ma i suoi esperimenti non saranno né dolci né romantici. Da Pascal a Keven, da una disavventura all’altra, Catherine cresce nel caos spettacolare e violento della scena grunge degli anni ‘90.
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