Giffoni Daily 20 Agosto

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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 • ANNO 11 - NUMERO 2

Questa è la mia casa


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Matilde Gioli torna a #Giffoni50: “Solo voi muovete queste emozioni” L’attrice ai giffoners: “Insistete sulla bellezza dell’essere diversi” Adesso si che sto bene, mi sento a casa”. Così bella che raccontarla non è cosa semplice: sguardo intenso, dolce e romantico, infinito come il colore dei suoi occhi. E sorridente, perché Matilde Gioli è tornata a casa e #Giffoni50 si illumina di semplicità e eleganza. Uno scambio di emozioni e energia, un abbraccio delicato di storie che si intrecciano e si ritrovano: “I vostri sguardi sono di una purezza e un’onestà intellettuale pazzesca, sono vibrazioni che fanno bene al cuore”. In equilibrio, proprio così, su un filo di parole che diventano strada. E come fosse una passeggiata spensierata, con Matilde in una di quelle stanze dell’anima che trovano la porta aperta, quasi spalancata. “Ritrovarvi così mi riempie, percepisco lo stesso entusiasmo nonostante le mascherine e il distanziamento – ha sottolineato Gioli -. Ho ritrovato la stessa voglia di stare insieme che è più forte di qualsiasi cosa, perché c’è la passione e quella non la fermi. Mi dispiace non potervi toccare, perché è una sensazione straordinaria ma qui c’è una magia così sorprendente che tutta la vostra energia la sento nelle mani”. Perché Giffoni è un incontro di pensieri, un posto dove parlarsi diventa esigenza. “Ho vissuto una quarantena strana, un po’ come tutti. Non mi era mai successo di essere obbligata a rimanere in casa. Ero a Roma, stavo girando Doc e sono stata bloccata nell’appartamento che avevo preso lì da sola – ha raccontato ai giffoner -. Sono stati giorni particolari, ma stare senza troppe distrazioni mi è servito: ho lavorato su me stessa, ho cucinato, ho letto. Ho coltivato il mio tempo, con cura”. È tra le attrici italiane più amate, “inciampata” in questo mestiere per caso, appassionata e appassionante: “Sono un’attrice atipica, questa non era la carriera che avevo previsto. È un lavoro che mi è capitato un po’ per caso. Non posso raccontarvi quella fase di preparazione e studi – ha spiegato ai giurati del Festival - cogliere al volo questa fortuna è stata una delle cose più belle e forti che avessi mai provato”. Tanta fortuna, ma è il talento inestimabile la sua forza naturale. “Siate curiosi sempre, mettetevi in ascolto. Raccogliete ogni cosa e create un

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bagaglio – ha continuato - un database dove più dati sei bravo a raccogliere più elementi hai da utilizzare. Osservate la realtà”. È Paolo Virzì a consacrarla al grande pubblico, con Il Capitale Umano dove è una intensa e sorprendente Serena Ossola. “L’incontro con Paolo Virzì mi ha cambiato la vita, si è preso la grossa responsabilità di credere in una sconosciuta decidendo che una ragazza che non aveva mai recitato prima ricoprisse il ruolo di protagonista – ha raccontato -. Quello è stato il mio battesimo professionale, gli sono infinitamente grata. Paolo è un’eccellenza, conoscendolo ho scoperto la sua grandezza: non sapevo niente del cinema, non

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mi rendevo conto di quanto fosse bravo, poi l’ho osservato e il suo essere così immenso fa di lui una persona speciale. È impeccabile, sempre presente, ti fa vedere le cose ma non ti mostra quello che vorrebbe vedere. E poi si dedica tanto ai ruoli femminili che non è una cosa per niente scontata nel cinema italiano”. Perché essere una donna non è sempre cosa semplice: “Che ci sia del maschilismo è evidente, viviamo contesti dove ancora la donna viene penalizzata e sminuita – ha sottolineato -. In Italia sono rimasti retaggi arrugginiti e ancorati che andrebbero sgrassati, dobbiamo impegnarci per svecchiare questo modo di ragionare.


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La donna rimane sempre un po’ relegata ad essere la figlia di qualcuno, la fidanzata di qualche altro: bisognerebbe partire dalle sceneggiature, da chi scrive, qualcuno dovrebbe cominciare ad appassionarsi alle storie delle donne. E poi il mondo femminile dovrebbe unirsi, sorreggersi, siamo noi le vere protagoniste di questo cambiamento. Dobbiamo ribellarci e non subire le scelte e le decisioni altrui per il puro gusto di apparire”. Tra Eraclito e Parmenide, uno spritz con Eraclito. Il suono, guai a definirlo rumore, dell’asciugacapelli è la sua canzone preferita. Le imperfezioni la sua più forte passione: “Mia sorella è cresciuta con i social ed è stato difficile farle prendere coscienza della sua vera bellezza – ha confidato a #Giffoni50 -. Era piena di insicurezza, mi è capitato di ascoltare discorsi dove

insieme alle sue amiche riconoscevano la perfezione in un modello di bellezza non realizzabile naturalmente. Bisogna insistere sulla bellezza dell’essere diversi, le giovanissime sono incantate da questo modello che unifica attraverso filtri e chirurgia. Gli anni più belli non devono essere persi e non vanno sprecati: anche io in passato ho perso tempo dietro all’idea di somigliare a qualcosa o qualcuno, poi ho capito che i difetti sono un punto di forza”. Messaggi preziosi nelle mani dei giffoners, “La cultura purtroppo non tira, l’ideale sarebbe che noi giovani mettessimo tutta la grinta per dimostrare che non è così, che la cultura è necessaria”. Ed è l’energia giusta, quella potente a farla da padrone. Quella di Matilde che torna a casa, con la semplicità di sempre. Con l’amore e gli occhi pieni di infinito!

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Shortcut presentato in anteprimaa #Giffoni50 Diretto da Alessio Liguori e sceneggiato da Daniele Cosci, il film è stato presentato ai Generator +16 e +18 Una storia di amicizia e coraggio con ambientazioni noir e misteriose: presentato in anteprima a #Giffoni50 SHORTCUT, film diretto da Alessio Liguori e scritto da Daniele Cosci. “Un po’ Goonies, un po’ Ritorno al futuro”, la descrizione del regista Alessio Liguori per la

l’elettricità statica nell’aria, l’attesa di condividere un’opera intima e personale ma dal respiro universale: “E non c’è posto migliore di questo, il festival per eccellenza dedicato alle nuove generazioni, per far conoscere la storia, che attinge allo spirito degli Eighties, sognante,

Vogliamo abbattere il muro del cinismo e della disillusione e ricordare ai ragazzi una visione del futuro che di questi tempi sembra quasi negata”. La sfida produttiva è stata accolta a braccia aperte, come spiega Francesca Dolise di Minerva

sua opera prima che presenta a #Giffoni50, un vero e proprio omaggio al cinema per ragazzi Anni Ottanta. Ma anche una strizzata d’occhio al filone nostalgico di Stranger Things e Super 8. Prima dell’incontro con i giurati, si sente

coraggioso e pieno di speranza”. Questo fantasy avventuroso segue il passaggio dall’adolescenza alla maturità di cinque amici alle prese con eventi misteriosi, “ma – precisa il regista – con codici linguistici internazionali e valori europei.

Pictures: “Abbiamo puntato su questa storia di qualità recitata in inglese perché da un paio d’anni la selezione dei progetti punta su generi capaci di funzionare su un pubblico trasversale. Non vuol dire di nicchia e dobbiamo andare

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20 Agosto 2020 oltre le etichette. Questa visione ha funzionato perché Shortcut è stato venduto in molti Paesi dal Giappone alla Tunisia, e dovrebbe sbarcare a breve negli Stati Uniti”. SHORTCUT racconta la storia di Nolan, Bess, Reggie, Queenie e Karl (tutti di 16 anni), un gruppo di amici che, rientrando da scuola a bordo di un autobus vintage guidato dal “vecchio” Jo, s’imbattono in un ostacolo lungo la strada che costringe l’autista a prendere una “scorciatoia”. Tuttavia, una volta al suo interno, qualcosa di inaspettato li attende. Tutto sembra essere il frutto di una trappola escogitata da Pedro Minghella, un pazzo scatenato evaso di prigione e pronto a qualsiasi cosa pur di far perdere le sue tracce, ma nessuno di loro immagina che nell’ombra si nasconda un essere misterioso di cui nessuno conosce l’esistenza e che metterà a serio rischio le loro vite. Per i ragazzi è il momento di unire le proprie forze, non farsi prendere dalla paura e usare tutto il loro ingegno per sopravvivere alla lunga notte che li aspetta. Il film è un adventure-fantasy che racconta la delicata fase di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, quella parentesi della vita in cui l’immaginazione e le paure più ancestrali stanno per lasciare spazio ad un mondo concreto fatto di responsabilità, relazioni e valori indissolubili. L’opera, una co-produzione italo-tedesca che vede coinvolte le società Play Entertainment, Camaleo Film e Sternenberg Films in collaborazione con Mad Rocket Entertainment, si è avvalsa del contributo per l’audiovisivo della regione Lazio e sarà distribuita in Italia da Minerva Pictures Group. Nel cast tra gli altri gli attori Jack Kane (Nolan), Zak Sutcliffe (Reggie), e David Keyes (Pedro Minghella). SHORTCUT sarà disponibile in streaming, a partire dal 19 agosto, su The Film Club, la piattaforma di Minerva Pictures e sulle principali piattaforme VOD: Sky Primafila, Chili, Rakuten TV, Apple TV, Google Play.

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Toyota e Giffoni: partnership per le sfide e la mobilità Rialzarsi dopo una caduta e ritrovarsi più forti. Gli Unbreakable incontrano i masterclasser Impact Cosa hanno in comune i termini giapponesi kaizen e kaikaku con l’acronimo Case (connected, autonomous, shared, electrified)? La consapevolezza che per realizzare imprese straordinarie occorre cambiare paradigma, fare un salto dimensionale, stringere i denti di fronte alle difficoltà e lavorare per il miglioramento, personale e collettivo. E’ questo, in sintesi, il messaggio che Mauro Caruccio, amministratore delegato Toyota Motor Italia e gli Unbreakable Vanessa Ferrari, Andrea Pusateri, Mattia Barbarossa e Marco Dolfin hanno voluto lasciare ai giovani giffoner di Impact nel corso di un incontro incentrato sulla mobilità e sulle sfide. Tematiche che da tempo fanno parte della mission di Giffoni, come ha spiegato in apertura il fondatore e direttore Claudio Gubitosi: “Il nostro obiettivo è

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quello di metterci in relazione con il futuro e non accontentarci mai di ciò che abbiamo. Bisogna osare e affrontare le sfide che riguardano il lavoro e lo sviluppo in quella nuova geometria culturale e creativa che ci accompagna nelle nostre evoluzioni. Avere qui persone che cambiano il mondo è un’incredibile opportunità per tutti i nostri ragazzi, ai quali vogliamo dare un messaggio ben preciso: le difficoltà vanno superate senza arrendersi, avendo sempre presente una visione dell’oltre, perché come recita il claim di Giffoni, ciò che succede qui migliora il mondo. E’ il nostro mantra, il nostro comandamento”. La filosofia di Giffoni sposa in pieno quella di Toyota, come ha più volte sottolineato Caruccio: “Con la determinazione nulla è impossibile e tutto si può realizzare – ha detto ai ragazzi – L’importante è essere

capaci di recepire gli stimoli e di guardare con ottimismo al futuro”. Una regola valida sempre, ma attuale più che mai in un contesto in cui l’emergenza sanitaria ha messo in crisi progetti, sogni e speranze. Non a caso, in apertura, Caruccio ha presentato alla platea della sala blu della Multimedia Valley un video in cui l’annuncio di Tokyo 2020 viene spezzato dagli eventi. Ma, come recita la voce narrante, “ogni epoca ha le sue interruzioni, i suoi momenti di buio”. Come recuperare energie e voglia di rimettersi in gioco? Grazie all’orgoglio di sentire di appartenere a qualcosa di grande, “così spinti dall’energia di essere insieme torniamo a crescere”. Per Toyota non si è trattato di un debutto: la celebre casa automobilistica, presente in 170 Paesi del mondo, è stata già a Giffoni l’anno scorso per affrontare


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il tema dell’innovazione. Quest’anno, invece, si è discusso della complessa relazione tra uomo e tecnologie. Una partnership che si rinnova per un progetto ad ampio respiro nel solco di un nuovo percorso chiamato “Impact”. Primo anno di una nuova sezione di approfondimento e confronto riservato a 75 giovani che avranno l’opportunità di incontrare uomini e donne di scienza, arte, cultura, spettacolo, istituzioni, imprenditoria, sport, giornalismo. Il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, ha concesso il Patrocinio a questa sezione. “La nostra mission prevede da sempre il dovere di restituire qualcosa alle nostre comunità – ha dichiarato l’amministratore delegato – Ci sono due parole giapponesi che vorrei sottoporre alla vostra attenzione. La prima è kaizen, che racchiude in sè il miglioramento continuo che non prevede l’accontentarsi. La seconda è kaikaku: in alcuni momenti dobbiamo essere disposti al sacrificio e al cambiamento, perché si migliora solo facendo strappi e salti in avanti”. La prova lampante è data dalla stessa storia di un’azienda nata come produttrice di telai tessili ed oggi leader nella ricerca, nell’innovazione e nella progettazione di vetture a emissioni zero, capaci, attraverso il potenziamento delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale, di essere autonome e addirittura empatiche

con i propri conducenti. Un film di fantascienza? No. La realtà è più vicina di quanto si immagini come dimostrano i prototipi E-palette, un mezzo di trasporto totalmente autonomo e E-care, un veicolo capace di prelevare a domicilio le persone che debbano sottoporsi ad analisi mediche o l’avveniristica Lq, capace di sintonizzarsi sullo stato d’animo di chi guida e di agevolarlo con musica, inclinazione dei sedili, gradazione dei cristalli e tutto quanto possa contribuire al suo benessere psicofisico. Alla base di tutto questo non c’è solo un investimento imponente dal punto di vista della ricerca e della tecnologia, ma un modo di pensare che passa per una parola chiave, Ikigai: la utilizzano i giapponesi per indicare una persona che si sente

particolarmente appagata quando svolge un lavoro che ama e che la rende apprezzabile per la società. Questo perché, ha ribadito Caruccio, “la tecnologia amplifica il lavoro dell’uomo e difatti l’intelligenza artificiale di cui da tempo si parla non è altro che un’intelligenza amplificata”. Un concetto espresso a chiare lettere da Akio Toyoda, nipote del fondatore della maison, durante il Motor show di Tokyo: “Le auto del futuro saranno come i cavalli e saranno capaci di comunicare. Una comunicazione sincera, con la gioia di muoversi insieme”. Da questa sfida nasce il progetto di Toyota Woven City, la città del futuro, un ecosistema connesso progettato dall’archistar Bjark Ingels che sarà inaugurata nel 2021 alle pendici del monte Fuji. Qui, in settanta ettari, sorgerà un hub a cielo aperto dove scienziati, ricercatori e cittadini “normali” vivranno gomito a gomito l’esperienza di progettare il futuro e di sperimentarlo sul campo. E’ questa, allo stato, la sfida più intrigante di tutte, perché non coinvolge solo il sistema della mobilità, ma l’intera filosofia sottesa alla costruzione delle società e delle loro abitudini. E di sfide hanno parlato gli Unbreakable, persone fuori dal comune che hanno saputo superare i propri limiti per rendere il mondo un posto migliore. Essere un Unbreakable significa dunque essere in grado di superare

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qualunque sfida, anche la più difficile, per riuscire a realizzare qualcosa che prima sembrava impossibile. Anche qui, c’è una parola giapponese che racconta tutto: kintsugi, l’arte che consiste nel riparare con l’oro un oggetto rotto. In questo modo le ferite non vengono nascoste, ma esaltate, trasformandosi da difetto in pregio unico. Ed è quello che è accaduto a Vanessa Ferrari, Andrea Pusateri e Marco Dolfin, tre atleti capaci di raggiungere traguardi di primissimo piano nonostante i traumi subìti. Con loro anche Mattia Barbarossa, il più giovane imprenditore aerospaziale. “Mi piace far appassionare le persone allo sport,

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perché insegna valori e ti obbliga a superare le difficoltà e ad andare avanti nonostante tutto” ha detto commossa Vanessa Ferrari, che ogni volta è ripartita da zero dopo i suoi infortuni. Prima a conquistare una medaglia d’oro ai campionati mondiali di ginnastica artistica nel 2006, nel 2017 è rimasta vittima di un infortunio, riuscendo però a rimettersi in piedi e a vincere l’oro nel 2019. “Sono un mago nel cercare continuamente nuove sfide – ha raccontato ai giffoner Andrea Pusateri – Bisognerebbe fare almeno una volta al giorno qualcosa di cui si ha paura per potersi mettere alla prova. Dopo il ciclismo, ora la mia nuova avventura sarà l’Ironman.

Sono un po’ matto, mi piace osare e andare oltre”. Pusateri, all’età di tre anni e mezzo, sfuggì al controllo della madre e finì sotto un treno. Oggi ha una sola gamba, ma la forza e la tenacia di un esercito. “Ho sempre avuto la testa dura – ha ammesso Marco Dolfin, medico e sportivo – La tecnologia mi ha aiutato più della medicina: in sala operatoria continuo a lavorare normalmente grazie a una carrozzina verticalizzabile. E’ vero che le difficoltà rendono migliori. Alle volte la vita ci mette a dura prova, ma bisogna saper reagire”. Anche la vita di Dolfin è stata sconvolta a causa di un incidente stradale. Ma il trauma non gli ha


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impedito di continuare a coltivare i suoi sogni aggiudicandosi il 4° posto nel nuoto stile rana alle Paralimpiadi di Rio nel 2016. Icona delle sfide Mattia Barbarossa, giovane imprenditore che ha saputo trarre profitto dalla sua passione per lo spazio, creando il primo esemplare di satellite per il trasporto di carichi fino alla Luna. “Ero molto piccolo quando ho messo piede per la prima volta in un osservatorio astronomico – ha ricordato – Ne rimasi sedotto perché ebbi la fortuna di trovare un ambiente stimolante per la mia creatività. Amare quello che si fa è fondamentale, aiuta a saper sfidare i propri limiti. Ragazzi, se volete fare

qualcosa di straordinario dovete incontrare delle difficoltà. Attualmente sto sviluppando un razzo. Certo, ci sono dei rischi, ma bisogna imparare a correrli”. Durante l’incontro, sono intervenuti anche molti giovani presenti in sala. “È stato bello che ci siano stati due momenti, quando ha parlato Caruccio che ha esposto una lezione tecnica e poi quella emozionante del secondo tempo, quando hanno presentato gli “unbreakable”, la dimostrazione come tecnologia e esseri umani debbano convivere – ha detto Domenico, 22 anni originario di Salerno – In particolare quando hanno parlato delle cicatrici che

tutti noi portiamo nella vita e di come possano renderci vulnerabili, ma la tecnologia può fare in modo che quelle stesse cicatrici non siano sterili, trasformandole in punti di forza”. A fargli eco, Mariana, 30 anni di Campagna. “Rispetto alle storie che ho sentito penso che la tecnologia sia uno strumento per cui un essere umano possa lanciarsi in nuove sfide e spingersi oltre i propri limiti personali. La tecnologia è una cosa fondamentale ma non l’unica cosa. Ad esempio, la città del futuro, ideata da Toyota, mette al centro le persone che devono essere connesse tra loro, al centro sempre la relazione umana”.

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Gli auguri di Angela Merkel a Giffoni: festival importante per la crescita dei ragazzi Dopo gli auguri del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in occasione dell’apertura delle celebrazioni del cinquantennale di Giffoni, arriva la testimonianza di un altro Capo di Stato in occasione dell’avvio delle attività della cinquantesima edizione di Giffoni Film Festival. Si tratta del Cancelliere Federale di Germania, Angela Merkel. “Il Festival di Giffoni – ha scritto in un

messaggi indirizzato al fondatore e direttore Claudio Gubitosi - è conosciuto ben oltre i confini d’Italia come uno dei principali festival cinematografici per giovani, dando la possibilità ai ragazzi di partecipare a vari eventi culturali e stimolando il loro interesse per i film ed i mestieri del cinema. Permettetemi di esprimervi i miei migliori saluti e i miei migliori auguri per il successo dell’evento di

GIFFONI NEWS Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 19751 DIRETTORE RESPONSABILE Marco Cesaro REDAZIONE Via Aldo Moro 84095 Giffoni Valle Piana (SA) tel. +39 089 80 23 001 m.cesaro@giffoniff.it www.giffoniff.it RESPONSABILI DEL TRATTAMENTO DEI DATI (d. Lgs. 196/2003): Marco Cesaro, Pietro Rinaldi

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quest’anno”. «Per i cinquant’anni di Giffoni sarei stato onorato di avere qui con noi la Cancelliera tedesca Angela Merkel – dichiara Claudio Gubitosi - Viviamo un momento complesso che non rende agevoli gli spostamenti. Angela Merkel è un’amica di Giffoni. Le parole che ha inteso indirizzarci mi riempiono di gioia, mi hanno commosso. E’ il segnale di un’attenzione che ci inorgoglisce».

EDITORE Ente Autonomo Giffoni Experience Sede legale: Via Aldo Moro 84095 Giffoni Valle Piana (SA) PRESIDENTE Pietro Rinaldi CAPOREDATTORE Rita Esposito REDATTORI Barbara Cangiano Daniele Moschella Sabrina Sica IMPAGINAZIONE & GRAFICA Patrizia De Cristofaro

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Un progetto del Gi oni Experience per il contrasto alla povertĂ educativa minorile

Campus

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La Fondazione Accenture e la sfida dello sviluppo sostenibile Tutela ambientale, inclusione e crescita economica elementi necessari e fondamentali Come stanno rispondendo le aziende alla call to action per uno sviluppo sostenibile? È il tema al centro della masterclass Impact, affrontato dalla Fondazione Italiana Accenture con la testimonianza della Fondazione Snam. Due le tematiche che hanno stimolato la curiosità dei giffoners: mondo delle imprese e sostenibilità sociale, ambientale, economica. “Quando le aziende parlano di sostenibilità – spiega Angela Wei di Accenture - fanno riferimento ad un insieme di tematiche: inclusione sociale, crescita economica, tutela dell’ambiente”. Perché “le aziende più attente alla società guardano al valore non solo come proprio profitto”. Il mondo delle aziende, infatti, “sta iniziando a rispondere alla call to action di sviluppo sostenibile. Ma sono ancora numerose le sfide per raggiungerlo”. Due di queste sono fondamentali: cambiamento climatico e sfruttamento delle risorse naturali. Wei passa in rassegna una serie di esempi di aziende virtuose, come la Apple che punta da un lato a compensare il 25% di emissioni e, dall’altro, a ridurre il 75% delle emissioni. Un altro esempio è Patagonia, azienda californiana di abbigliamento outdoor che riduce la dipendenza dalle risorse naturali definendosi “in business to save our home planet”. Altre aziende investono, invece, sulla inclusione sociale. È il caso della Nike e della sua nuova campagna contro il razzismo lanciata dopo l’uccisione di George Floyd, ma è anche l’esperienza di Unilever e del suo Progetto Shakti: un piano che mira a favorire l’imprenditorialità delle donne in zone rurali, dall’India a Paesi come Nigeria e Colombia. Come possono i giovani dare il loro contributo? Lo spiegano Cecilia Ferri e Simona Torre parlando

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del concorso, promosso dalla Fondazione Accenture, Youth in Action for Sustainable Development Goals. Un progetto che nasce dalla consapevolezza del potenziale trasformativo dei giovani nell’Agenda 2030 e con l’obiettivo di “stimolare questi ultimi per produrre pensieri strutturalmente orientati alla sostenibilità”, spiega Torre. A confermare la bontà del progetto è Angela Melodia della Fondazione Snam, partner dell’iniziativa. Che racconta: “Partecipare a Youth in action per noi è un’occasione per essere vicino ai giovani, capire cosa pensano, conoscere le loro idee e i temi per loro importanti. Ogni anno vediamo tantissime idee valide e giovani di talento”. Giovani che, in qualche caso, vedono trasformato il loro stage in lavoro:

“Integrarli nella nostra organizzazione fa parte della nostra strategia di innovazione – continua Melodia - Lo stagista che ha vinto una delle edizioni passate del concorso fa ancora parte del nostro team”. “L’obiettivo di incontri come questo – ha spiegato Antonino Di Muro, Account Manager e coFounder di Giffoni Innovation Hub – è ampliare il bagaglio di conoscenze dei ragazzi presenti a NEXT GENERATION e allo stesso tempo dare una visione sul futuro dell’economia alle aziende che, come abbiamo visto in questi anni di lavoro come Giffoni Innovation Hub, sono estremamente interessate a un dibattito costruttivo con le nuove generazioni”.


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Loris Savino a #Giffoni50: “Dobbiamo reinventarci Questo è il luogo ideale dove confrontarsi” Loris Savino è pugliese, un 23enne di Bari come tanti, che però insieme ad altri due amici oltre che colleghi è risultato il vincitore del Premio Lavazza all’interno della call “Youth in Action, for Sustainable Developments Goals” promossa da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Allianz UMANAMENTE, rivolta a giovani under 30. Cosa hanno fatto Loris e i suoi compagni per vincere? Hanno ideato un sistema che riesce a purificare le acque reflue con scarti agro-alimentari, basandosi sul reimpiego degli scarti di lavorazione generati dall’industria del caffè. Una soluzione ad un problema mica da poco, che Loris ha raccontato durante il primo appuntamento della Masterclass Impact a cura della Fondazione Italiana Accenture, all’interno della rassegna Next Generation, realizzata da Giffoni Innovation Hub e promossa da Giffoni Opportunity.

problemi affliggono tutto il processo, che va dalla ciliegia del caffè fino alla tazzina che ci arriva dopo pranzo o sul bancone del bar. Magari nessuno ci aveva pensato prima, ed è su questo pensiero che abbiamo pensato di provarci noi. Ci siamo messi in gioco. Cosa è successo dopo la vittoria della call? Con Lavazza siamo stati in Colombia per seguire tutti i progetti della fondazione in quel Paese. La possibilità di ascoltare le storie di coloro che raccolgono manualmente i singoli chicchi di caffè è stato un qualcosa di davvero stimolante. Un’esperienza unica. Tornati in Italia, non potevamo dimenticare questa esperienza. Ti porti dentro tanto. Abbiamo accresciuto la nostra sensibilità verso il problema. Abbiamo deciso di provare a risolverlo sul serio. Oggi tu sei ospite della rassegna Next Generation di

Ciao Loris, ci racconti del vostro progetto e da chi si compone il team vincitore della call? In sintesi, abbiamo ipotizzato un metodo chimico per purificare i volumi di acqua generati dalla lavorazione del caffè al fine di riutilizzarli. Il team è di 3 persone, 3 amici dalle diverse competenze, sebbene compatibili tra loro, che hanno deciso di mettersi in gioco dopo aver riflettuto e studiato a lungo il problema. Il chimico è Stefano Savino, di 25 anni, Daniele Tenerelli è l’agronomo, di 25 anni e poi ci sono io, di 23, come biotecnologo. Ci siamo concentrati ognuno su un aspetto differente della produzione industriale, su cosa prendere dal frutto del caffè per utilizzare questa tecnologia e tutti i processi, soprattutto chimici, per arrivare alla soluzione. La vostra idea è l’emblema di come l’innovazione s’inserisca nel mondo della tradizione. Come si fa a pensare fuori dagli schemi? La molla è stata tutta questione di sana curiosità. Tutti prendiamo in media una tazzina di caffè al giorno. Ma ci siamo chiesti cosa ci fosse dietro quella tazzina. Quali

Giffoni Innovation Hub. Secondo te qual è il legame tra l’innovazione e cultura? Si parte sempre dalla cultura, dalle idee. Il poter arrivare a più persone possibili non può che partire dalla cultura. Giffoni ne è un grande esempio. Dallo scontro e l’incontro con nuove persone, nuove idee, dalla voglia di esporle. Il fatto che qui a Giffoni siano i giovani a confrontarsi è uno stimolo in più. Sono temi che proprio la nostra generazione dovrà trovarsi a risolvere e ad affrontare. È quello che ci serve. Quello che avete fatto voi è un po’ quello che si propongono di fare i ragazzi del Dream Team. Il vedere i problemi in maniera un po’ diversa, anche grazie all’innovazione, alle nuove tecnologie, può essere la peculiarità della vostra e delle prossime generazioni? Siamo forse una generazione che, per forza di cose, ha imparato a non dare nulla per scontato e che dovrà conquistare tutto. Doverci mettere in gioco sarà la chiave. A mio parere però penso siamo molto forti nel reinventarci, nel trovare nuove idee, soluzioni a problemi nuovi ma anche a problemi vecchi. È da qui che parte tutto.

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Veronica Ruggeri e Roberta Rei raccontano il mestiere di Iena L’idea il confronto e la pazienza per un’inchiesta di successo

Come si trovano i personaggi, le notizie, i protagonisti di una storia, di un’inchiesta? Come funziona la caccia de “Le Iene” sulle tracce di un buon servizio, in grado di dare voce e far pensare? Come si diventa un giornalista investigativo, partendo da un’idea o da una intuizione? La risposta, data ai ragazzi di Giffoni Impact da Veronica Ruggeri e Roberta Rei, è nel lavoro, nella costanza. Nella tenacia. Partendo dal nulla, fino alla squadra di inviati più temuta d’Italia. “Io Sono partita per il campo profughi che c’era in Grecia, quando lavoravo in Rai”, racconta Roberta Rei. “Ho trovato due ragazzini che con la telecamerina hanno raccontato la loro storia. Il lavoro è arrivato nelle mani del mio capo tramite un autore, mi ha voluto conoscere, e ho iniziato la gavetta”. Il percorso di Veronica Ruggeri invece è apparentemente più casuale: “Ho cominciato con questo spettacolo simile a Zelig, ero inesperta, timidissima. Tra il pubblico c’era un ex autore delle Iene, cercavano Iene donne. Dopo una settimana ero in redazione a fare un colloquio, ho cominciato con un servizio sull’usura e da lì ho iniziato la gavetta”. Dietro ogni servizio c’è

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un’idea, un confronto, che poi diventa un filo paziente, in attesa di un personaggio da beccare, da trovare. “A volte serve un appostamento di una settimana per incrociare finalmente una persona, fermarla e farla parlare in qualunque modo”, spiega Roberta. Altre volte serve un colpo di genio. Una trappola, tecnica personale per completare il lavoro. In certi casi basta un colpo di citofono, un semplice “scendi” che a volte funziona. “Davide Parenti, inventore delle Iene e autore da ventidue anni, guarda tutti i servizi uno per uno, cambiando e modificando ogni singolo frame”. Le donne di punta del programma Mediaset hanno tirato fuori storie di violenza e sfruttamento, di persecuzioni e abusi. In realtà ogni servizio ha dietro uno studio. Iene si diventa studiando, preparandosi con ostinazione, fiducia in sé stessi e fame. “Ma non siamo aggressivi”, chiude Roberta, “le domande sono domande. Il nostro lavoro è dare ascolto alle persone”. L’incontro con i giffoner si chiude con il ricordo di Nadia Toffa, rimasta nei cuori degli spettatori, dei ragazzi e dei colleghi, come un esempio di dedizione e professionalità.


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Giosuè Coppola Generator + 16 - giurata del Festival dal 2017 Mercato San Severino AUERHOUSE (Germania, 2020) di Neele Leana Vollmar

a molto a tematic n u a v a tt a a leggerezz mattina tr colpito la to questa a is v h i o M m lt . o ia m o abb ntale e e anche lattia me ir Il film che a u g m e s a ll a e d zo e , quello d un ragaz reso facil profonda to, lo ha ssione di ta re n p e ro d ff a a ll su tato da stato , viene aiu incentrata con cui è io ra id e ic a u s ri i to d nte. La s tentativo accattiva oi amici. suo primo il o it ll fa la e poi su r o e u v c s a i o d p i o gn che, d asa vive i no compa vecchia c prima era a u e s h c a i ll ll e e n qu ragazzi ndere ai si con altri fa compre e a it v Trasferito a lla su essere iù belli de ità poteva c li periodi p fe la i lu i che per istezza suoi amic verso la tr ra tt a lo o s raggiunta arsi. riva suicid fe re p iò rc e pe

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hi ato che poc in rg a m e o ond presi e che sparire un m a m tr o c o o tt n fa o a g ven ,5. H à il spesso non li un voto: 7 e rg h a c d ali”. In realt i s te s n rm e e o v n m “ i e d n Se do ti e mala he riti quello dei amici che lo restabiliti c , o p re i n e o n v c o a s n o d a n a c o c re in ttato stata le inquadra ’essere sfru ll o a u v d tà to a alla fine è a lt ie s c e s c o a s p ta la s s ia s e u nte eq ta, nonosta liersi la vita g to i d o is protagonis c impedito. unque de o n m a o v c e a v h a , l’ e ro ra gli aiutasse fino ad allo e h c ro lo o capita da c

Giffoni per me è un luogo magico che permette a moltissimi ragazzi di esprimersi e confrontarsi con culture e realtà differenti dalla propria. In questo luogo si impara non solo il cinema, ma si impara a vivere e a conoscere il mondo e comprendere la vita. Qui a Giffoni non ci si può mai sentire soli.

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Marianna Barba Generator + 16 Battipaglia LAST VISIT (Arabia Saudita, 2019) di Abdulmohsen Aldhabaan

lm ciò che il fi a ia iz t s iu g non renda o s n e i mostrano p c r a e t s a s p a p N u e il v s ed ma è stata lesso, Wale a p r t m o dolore è la c i Il , u . e t c e t n n a in t e r o o m d r p io Il mo nare magg È un tema im . io z e r o e s m s e e ò o r t pe tu e potrebbe avrebbe po h c o t r o p p fermo lì. di un ra a t i t s t e e r p a s a m i e it r infin sfaccettatu e u s le e t t u t affrontato in

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20 Agosto 2020

Giffoni Film Festival è una grande esperienza, una esigenza. Un Mondo tutto da vivere e scoprire, ci restituisce ogni cosa e ci arricchisce. Il nostro bagaglio culturale si riempie sempre di nuove storie, nuove opportunità ed è una cosa fantastica.

re zioni e di riceve o m e e ll a d a lt o v tto di essere tra e p s a i on rientrerà m n o to rs s o e c u n q o , c re in e c aiutarmi a cres Dai prossimi film o n a s s o p e h c Festival saprà ti n to re s e e u iff q d e ti h n c e m te n tanti insegna so perfettame a M . ra el cuore di u d ic s lm o fi n o io s m e N il . rò riti aspetterò trove tra i miei prefe lo e m o n e m o si deve e quand e m o c i m ir p tu s e. questa edizion

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20 Agosto 2020

Stefano Costabile Generator + 16 - Giurat0 del Festival dal 2015 Pontecagnano Faiano JUST KIDS (Francia/Svizzera, 2020) di Christophe Blanc

Giffoni Film Festival è un quadro di colori, tante sfumature e tante percezioni. Noi siamo qui, tutti insieme e costruiamo. Una sensazione unica, rara che ci permette di sentirci al posto giusto nel momento giusto.

i e Mathis m a is L , k c a J ia di te tte. La stor e s n u ro, intreccia , lo lm fi ra t i to t s n e u ere a un voto a q tamente diff re a le d p i m s tato con un s o e c n v ro o re ff u a g fi e Se d n re e vie ita. T ei a solitudin ll mente colp e a d d n a o leggere n fo m ll e ro te b p Il è . ha d le e e po, crud si stesso tem o strano e o in ll t a s e e oltre qualsia d c li n re p a u d m n e da s a d a m sce a complessa uro che rie t ra u fu t i ia d g a g li e g n vo sce nisti quella o g a t ro p i e percorsi d cosa.

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20 Agosto 2020

in concorso lm fi i im s s pro Dai re travolta e s s e i d nti mi aspetto i ricevere ta d e i n io z o dalle em he possano c ti n re e iff d on insegnamenti , questo n re e c s re c a aiutarmi riti. Ne sono fe re p i ie m i e rientrerà tra ttamente ch fe r e p o s a sicura. M irmi come si p tu s rà p a s l a rò questo Festiv me lo aspette o n e m o d n a deve e qu del cuore di lm fi io m il rò trove ne. questa edizio

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20 Agosto 2020

Gerardo Gambone Generator + 18 - giurato del Festival dal 2011 Salerno GODDESS OF THE FIREFLIES (Canada, 2020) di Anaïs Barbeau-Lavalette la visione. Tutto te n ra u d te n e tinuam ia e anche dal è cambiato con g re lm a fi ll a o d st , e u se q re a re circ alle rip a narrazione, d cero, il mio pare ssivo e dunque ll n e a si d cc e re i to e d a ss tt e sa e o d vo lc s e a o D os. Ca sma qu etteva era il ca vo questo mara stavo iniziando sm : va a sa o tr tr i co m a te n n e e u i ch d lm ò ia ci conto gi. Iniz tagonisti, nei ola mi sono reso to dei personag ro ic n ll p e e i e p m d a a ll ti rt e n o d e p e m m n a io co mport ella vis confronti dei co guendo però n zzava il film si i ri e e n tt o ra st ca u g e is d ch i s negativo. Prose il cao sorta d dell’opera e il alessere e una te. Era come se ra so e n d se si n il o o sc st e u co o q a provare un m a dir p proprio . lle loro azioni o capito che è h E . e m i e sregolatezza i d ss e o loro abusi e ne cc tr e n i e d d o te tt n fa e ondo completam odiare questo m i rt fosse riversato Fa . re e tt e voleva trasm messaggio che

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i per ragazz io b m a c s i vo e d i nto di ritro vere e di cu u ri p c s n e u d o li to g che vo mpre sta a il Festival stival è se M e o. . F o d m n il o F i m ente divers m e del a ta li Il Giffon le ta p ’I m d ea o e c nte da part a ogni part ualcosa di e d q m è ti , n ta o ie n le n n p e a v m t’ pro mi esso co di ques tti i proble se stato m are, quello s rl tu a fo i p tt le e fa ia m c in re o s mi p etto a ostante me se l’asp n’aria nuov rafico. Non o u c g a to è ir a p o s m n e re n i a in s Quest’ torno mente c ardandosi in u osa di pura g lc , a u le q ia i c d o ento s favore l distanziam a e id v o C l dovuti a . mio parere e positiva a


20 Agosto 2020

Per il voto non voglio sbilanciarmi perchÊ è solo il terzo film in concorso ma credo meriti un buon 7.

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20 Agosto 2020

Dopo XFactor il mio sogno è Sanremo La rivelazione Sofia Tornambene si racconta a Giffoni Impact Come si fa a non farsi travolgere dalla notorietà specie se arriva a soli 17 anni? Lo racconta Sofia Tornambene durante il secondo appuntamento del Giffoni Impact. Salita alla ribalta per essere la vincitrice della 13esima edizione del talent X Factor si presenta per la prima volta a Giffoni incontrando i giffoners per raccontare la sua favola artistica. Un percorso iniziato grazie al padre musicista jazz, che sin da piccola l’ha stimolata con massicce dosi di musica. Cantautrice e polistrumentista ha sbaragliato i concorrenti del noto talent grazie ad una canzone scritta e arrangiata da lei alla tenera età

allontanata dallo studio e prima di entrare nel loft di X Factor si è fatta interrogare in tutte le materie grazie ad una full immersion di studio: “Durante X Factor avrei dovuto seguire anche delle lezioni in streaming ma è stato impossibile tra impegni e poca concentrazione non è stato possibile”, confessa. Come è stato passare dalla sua camerata alla ribalta nazionale? “Ancora oggi - risponde a una domanda dei giffoner - non mi rendo conto di quello che mi è successo, lo reputo ancora inverosimile. Sono una ragazza come tante credo nella mia passione per la musica e basta. Dal talent ne

di 14 anni. Il brano “A domani per sempre”, diventato rapidamente un nuovo inno generazionale, lo ha scritto istintivamente come fa per tutte le sue canzoni. Con Nicolò De Devitiis, moderatore dell’incontro, Sofia si è rivolta ai ragazzi e ragazze da coetanea mettendo a nudo le sue incertezze post adolescienzali ma facendo emergere anche la sua determinazione nel percorrere la sua vita tra impegni professionali, musicali, scolastici e sportivi. “Il mio nome d’arte - racconta ai giffoner - è Kimono per la mia sfrenata passione per il karate, disciplina che pratico da anni raggiungendo la cintura verde. Uno sport che mi ha formato caratterialmente dandomi sicurezza e rispetto per gli altri, penso che lo praticherò per sempre!”. Sofia si è diplomata da pochi mesi e durante il lockdown ha trascorso settimane a studiare in streaming anche se dichiara di preferire la vita scolastica dal vero: “Mi è mancato stare vicino ai miei compagni vivere in un’ambiente dover poter socializzare”. L’impegno con la musica l’ha momentaneamente

esco più matura e formata e mi ha trasferito maggiore sicurezza in quanto artista ma ora è il momento di andare avanti progettare il futuro e in sincerità il mio obiettivo è anche Sanremo”. Artista a tutto tondo è consapevole del suo stato di grazia e conta ora di recuperare il tempo perduto a causa della pandemia riprendere la promozione ma specie i concerti dal vivo. “Vivere durante il lockdown dice Tornambene - è stata dura ma adesso sono pronta a ripartire. Ho ricominciato a scrivere a fare sport, suonare la chitarra e allenarmi con il mio maestro di karate. Ho pubblicato il nuovo singolo “Rosa Panoramica” e a breve uscirà il terzo ma ho anche avviato un nuovo progetto acustico”. “Come mi vedo tra 10 anni? Sono appena all’ inizio e voglio che la musica sia la mia vita, voglio rendere la mia passione lo scopo della mia vita e durante il lockdown ho capito ancora di più che è la mia strada. Il rischio di essere una meteora c’è e mi spaventa - conclude - ma se continuerò a scrivere, mostrarmi propositiva a fare musica sarà possibile andare avanti. Basta crederci!”.

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School 2 experience 20 Agosto 2020

festival

Iniziativa realizzata nell'ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da

www.schoolexperience.it

Campania Giffoni Valle Piana

Scuole Primarie, Secondarie Primo e Secondo Grado

16|21 novembre

Terranova di Pollino Senise Sant’Arcangelo

Scuole Secondarie Primo e Secondo Grado

Scuole Secondarie Primo e Secondo Grado

12|15 ottobre

Palermo

Basilicata

4|7 novembre

Sicilia

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20 Agosto 2020

Il sogno di costruire un futuro: MediaFriends Onlus presenta a #Giffoni50 il corto “Mashaa - Eventually We Grow” Il sogno di costruire un futuro, di emanciparsi dalla realtà in cui si è nati. Il cinema, la musica e l’arte come strumenti per recuperare i ragazzi di strada cresciuti nei sobborghi più indigenti delle città. Affascina i giurati +16 la proiezione in Sala Truffaut del cortometraggio fuori concorso “Mashaa – Eventually We Grow”, presentato da MediaFriends Onlus – La Fabbrica del Sorriso, inserito tra gli eventi speciali di #Giffoni50. A presentare il corto, Massimo Ciampa, segretario generale MediaFriends Onlus, Gabriella

un film come Mashaa”, esordisce il direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi, invitando i juror in platea a “coglierne la bellezza dei tratti”. Un film indispensabile nella futura visione del “verde Giffoni” per i prossimi 10 anni. “Un Festival che vuole crescere sempre di più. Puntiamo ai valori, iniziamo dall’ecologia del pensiero”, insiste il direttore Gubitosi. Non solo i talenti e i grandi protagonisti, ma ospiti anche gli uomini “che cambiano il mondo con i propri segni”. “Passione, impegno e

Guido di Amref Italia e Renato Raffaele Amoroso, responsabile progetti Fondazione Aurora, partners principali per la produzione del film. In collegamento, in diretta streaming dall’Africa il regista Peter Wangugi Gitau, l’attore protagonista e il produttore della “Dagoretti Film Centre”, l’impresa di produzione cinematografica nata all’interno del Dagoretti Child Development Centre, gestito da Amref dal 1999. “Non potevo mancare a questo appuntamento importante per

responsabilità” sono i valori a cui il direttore Gubitosi invita ad aspirare: “Questa edizione è dedicata a voi Giffoners e ai nonni e alle nonne, i personaggi più importanti della nostra esistenza. Ognuno di voi rappresenta se stesso e migliaia di giurati dislocati negli hub internazionali. Ogni cosa che succede qui migliora il mondo, dentro c’è l’impegno per la vita e per l’ambiente. I prossimi 10 anni si contraddistingueranno per i valori che desideriamo trasferirvi”. “Essere a Giffoni è sempre

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emozionate e speriamo di esserci anche il prossimo anno – afferma Massimo Ciampa - Come MediaFriends Onlus, ente del terzo settore di Mediaset che da 15 anni si occupa di sostenere e raccontare progetti di carattere sociale in Italia e all’estero, abbiamo deciso di sostenere questa idea presentata due anni fa da Amref: non è il classico sostegno alle zone più disagiate e complicate del nostro pianeta, ma è il racconto, lo storytelling realizzato da chi vive direttamente lì. È un aspetto molto significativo, un aiuto finanziario, raccogliendo fondi attraverso tutta la rete Mediaset e Mondadori per sostenere Dagoretti”. Sviluppo dei territori che si muove attraverso la cultura, l’arte e il cinema, per recuperare i giovani come evidenzia Gabriella Guido, responsabile Amref, la più grande Ong in Africa che si occupa di salute: “Abbiamo iniziato a produrre video, dovevamo insegnare loro a raccontare la loro realtà, ad autorappresentarsi. Una storia di vita reale”. La necessità di investire sul futuro attraverso il talento dei giovani, come evidenzia Renato Raffaele Amoroso della Fondazione Aurora: “Tramite Amref abbiamo conosciuto la Dagoretti Film Centre. Il cinema già esiste in Kenya, abbiamo captato questa realtà che ha il sogno di trasformarsi in impresa sociale. Noi accompagniamo questa transizione dal recupero dei bambini di strada ad industria sociale di produzione. L’Africa è il continente del futuro, ma anche del presente. Non un racconto sensazionalistico, ma la narrazione della realtà. Grazie Giffoni per questo sguardo sul mondo”.


N W WEB RADIO TV


20 Agosto 2020 Si chiama Yaris Arena, luogo all’aperto che ogni sera ospita un talk con ospiti oltre che le proiezioni dei film in anteprima, il centro delle attività serali di #Giffoni50. Il luogo dove si racconta il festival e dove si rivive la storia di questa idea che si chiama Giffoni. Tutte le sere dalle 21.30 [con ingresso contingentato anti-covid19 e solo su prenotazione] Nicolò De Devitiis conduce Giffoni50 TALK Dopo il debutto di ieri sera, 18 agosto, con le celebrazioni dei 25 anni di Rainbow e con la proiezione del film Disney “L’unico e insuperabile Ivan”, il direttore Claudio Gubitosi ha introdotto la serata con un saluto: «Mi fa un certo senso essere qui questa come tutte le altre piazze di Giffoni rappresenta

un luogo di incontro. Qui abbiamo condiviso tanti momenti che sono entrati nella storia di Giffoni». «Per quest’anno – ha continuato – abbiamo creato una nuova geometria culturale che vuole essere innovativa e che tenga comunque conto del tempo che stiamo vivendo. Le misure di sicurezza sono superiori a qualsiasi disposizione di legge vigente. Questa vostra partecipazione e collaborazione mi riempie di gioia. Voi ragazzi ci state dando lezioni Abbiamo da imparare da voi. La scuola di Giffoni ci rende orgogliosi, i ragazzi ci rendono orgogliosi». Ricco il programma di Giffoni50 TALK che vedrà protagonisti i talent musicali, e non solo, in programma al festival.

Si inizia questa sera con Sofia Tornambene, diciassettenne vincitrice dell’ultima edizione di X Factor che si presenta per la prima volta a Giffoni raccontare la sua favola artistica. Il 20 agosto sarà il giornalista sportivo Pierluigi Pardo protagonista di un talk virtuale, in diretta streaming su piattaforma Zoom, con Diletta Leotta e Fabio Rovazzi. Come si connette il mondo dello sport con quello della musica? Il 21 agosto, sempre Pierluigi Pardo con Nicolò De Devitiis, daranno vita ad un talk dedicato alla musica

YARIS ARENA

Lo spazio di incontro

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20 Agosto 2020 “indie”. Protagonisti la giovanissima Ariete e la band VIITO, idoli dei giovanissimi grazie al singolo “Bella come Roma”. A seguire il produttore Don Joe, anima del gruppo rap Club Dogo. Beatmaker di successo e manager di nuovi talenti ci racconterà come scoprirli e come farli sbocciare. Sabato 22 Agosto Nicolò De Devitiis incontrerà Danti. L’artista di Desio, hitmaker pluripremiato e frontman dei Two Fingerz, ha collaborato con una molteplicità di artisti nei suoi 10 anni di carriera. La seconda parte di Giffoni50 TALK riprenderà martedì 25 Agosto con Samuel (leader dei Subsonica) e la cantante Giffonese Francesca Monte.

Mentre mercoledì 26 agosto spazio all’icona del rap italiano: Gué Pequeno. L’ex Club Dogo, punto di riferimento della scena rap italiana. Con lui ospite della serata anche Shablo uno dei più importanti produttori e manager della nuova scena musicale Italiana. Premieremo anche Amalinze, vincitore del Giffoni Rap Contest 2019. A chiudere un’interessante talk con Eliana Guerra, di Fremantle, curatrice di X Factor. Il 27 Agosto avremo un gradito ritorno a Giffoni. Il salernitano Rocco Hunt, oramai pop star nazionale, racconterà il suo percorso artistico dove si è distinto per originalità e perseveranza. Incontreremo anche un dei nuovi talenti campani ovvero la porticese Svm promessa della

scena urban nazionale. Spazio al rap cantautorale e al pop d’autore venerdi 28 Agosto con Ernia e Aiello. Il rapper milanese e il cantautore cosentino, di stanza a Roma, rappresentano il presente e il futuro della scena italiana. A chiudere il talk ci sarà Max Giusti. Il versatile attore, e conduttore televisivo romano ci racconterà il suo esordio nel mondo digital. Ultimo appuntamento per Giffoni50 TALK è sabato 29 Agosto con la giovanissima Gaia Gozzi, nota come Gaia, cantautrice che ha stravinto la diciannovesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi e conquistato posti importanti in tutte le classifiche 2020

o e di condivisione di #Giffoni50. 31


20 Agosto 2020

OGGI IN SALA xxxx xxxxxx

Calm With Horses Nel profondo della campagna irlandese, l’ex pugile Arm è diventato il più temuto difensore della famiglia di spacciatori Devers mentre al contempo si sforza di essere un buon padre per Jack, il figlio autistico di soli cinque anni. Diviso tra le sue due diverse famiglie, Arm si ritrova davanti a una decisione difficile quando gli viene chiesto di uccidere per la prima volta. Il suo tentativo di fare la cosa giusta metterà in pericolo tutti coloro che gli sono cari.

The Sleepwalkers Una donna, Luisa, e sua figlia di 14 anni, una sonnambula, nel pieno risveglio adolescenziale. Un matrimonio al limite di una crisi silenziosa. Una famiglia rituale ed endogamica. Nonna, fratelli e cugini. Estate, sudore, alcool. Corpi nudi, corpi in transizione e lo sguardo su quei nuovi corpi. Una festa di Capodanno nell’antica casa di campagna della famiglia è la trappola necessaria per risvegliare i sonnambuli.

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20 Agosto 2020

OGGI IN SALA

Naked Animals Cinque amici che crescono in una piccola città in Germania, devono decidere se partire o restare dopo aver finito la scuola. Si cercano l’un l’altro, scappano l’uno dall’altro mentre si baciano e si scontrano decidendo quello che sembra essere il resto della loro vita...Un caleidoscopio di violenza, amore e solitudine in cui intimità e dolore vanno di pari passo.

Beast Beast Tre storie intrecciate di giovani in cerca della loro identità, alle prese con il primo amore, piccoli crimini e la violenza di una città americana del sud.

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