VENERDÌ 28 AGOSTO 2020 • ANNO 11 - NUMERO 8
A GIFFONI SI RESPIRA LA MERAVIGLIA
28 Agosto 2020
Benedetta Porcaroli: “Sui social condividiamo la spontaneità” L’attrice contro il body shaming e l’uso sbagliato della rete Essenziale. Come la più bella delle parole, come la musica, un disegno di mille colori. Essenziale, come quella luce che porta negli occhi. Essenziale, come le sorprese che ti riempiono il cuore: Benedetta Porcaroli a #Giffoni50 è bellezza essenziale e luminosa, uno sguardo spensierato e fresco di semplicità e immediatezza. “Siete belli, vorrei farvi mille domande. Vorrei mi raccontaste Giffoni, anche se mi basta guardarvi per scoprirne la meraviglia”. Il sogno del Festival è nelle storie dei suoi giffoner, negli sguardi incantati e appassionati, gli stessi che hanno rapito Benedetta: “Sto respirando meraviglia, una boccata d’aria fresca. Rimarrei qui per ore a guardarvi e guardarci”. Gli orecchini della nonna a illuminare la sua bellezza stravolgente, semplice e diretta in un racconto fatto di emozioni intense e di quella passione autentica e necessaria. “Non avevo mai pensato di fare l’attrice – ha raccontato Porcaroli -. È stata la mia salvezza, non mi aspettavo tutto quello che mi è successo e ripensarci mi fa un effetto strano. Un provino per una serie e il mese dopo hai un contratto di esclusiva per quattro anni. Mi sono ritrovata su un set senza immaginare minimamente quello che sarebbe successo, è stato un meraviglioso salto nel vuoto”. È la strada dove si sente più giusta questa, non ha dubbi. La serie di Rai 1 Tutto può succedere le ha cambiato la vita e, in punta di piedi, è entrata nel cuore degli italiani affermandosi come una delle attrici più amate. “È stato lì che ho scoperto di amare così tanto questo lavoro – ha continuato -. È un lavoro che si fa con l’anima e che mi aiuta a mettere insieme ogni parte di me, viene fuori quello che sono realmente. Viene fuori quel bisogno di raccontarmi così, di raccontare”. È Chiara di Baby, la serie prodotta da Netflix incentrata sullo scandalo delle baby squillo
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dei Parioli, il personaggio che sente più suo: fragilità e tormento, consapevolezza e coraggio per una storia che è riuscita a trasmetterle sentimenti contrastanti tra loro ma in grado di far venire fuori alcuni aspetti del suo carattere. “Da bambina frequentavo quelle zone e quando mi hanno proposto questa serie ero contenta – ha spiegato –. Da una parte c’era un forte coinvolgimento e dall’altra quella voglia di rendere giustizia a una vicenda così complessa. Non immaginavamo un successo così travolgente, il lato malinconico e disincantato di Chiara è forse un po’ lo stesso mio”. Testarda e caparbia, così si descriverebbe. Tutta sogni e passione. “Mi piacerebbe lavorare in Italia, fare cose belle qui senza avere l’esigenza di andare altrove – ha confidato ai giffoner -. Vorrei recitare in un’altra lingua e poi credo sia arrivata l’ora di misurarmi con una super commedia, dopo tutti questi drammi e ruoli malinconici, è arrivato il momento di ridere. Mi piacerebbe interpretare una poliziotta, sarei intraprendente e grintosa”. È un fiume in piena, un mosaico di cose belle. “Da ragazzina mi prendevano in giro perché avevo il seno troppo piccolo – ha continuato Porcaroli -. Oggi sui social ci troviamo a contestare un filo di cellulite o qualche chilo in più, stiamo a giudicare con cattiveria ogni piccolezza. Questo modo di fare mi spaventa, mi allarma, non possiamo far finta che vada bene così. Smettiamola di utilizzare i social come uno strumento per liberarci dalle frustrazioni, condividiamo bellezza e semplicità. Condividiamo questa spontaneità, queste belle cose che ci ruotano intorno”. Essenziale, ma sorprendente e vera!
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A Giffoni50 il Premio Oscar Glen Keane Il regista ai ragazzi: “Over the moon è il progetto più intenso della mia carriera” L’autunno Netflix sarà all’insegna della magia con il film d’animazione Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, diretto dal Premio Oscar Glen Keane, che vanta una carriera quarantennale nella scuderia Walt Disney per cui ha creato personaggi leggendari in gioiellini come La Bella e la Bestia, La sirenetta e Rapunzel. L’artista chiude la serie di
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incontri internazionali di #Giffoni50 disegnando in diretta per i giurati anche uno schizzo delle sue creazioni. Il direttore del festival Claudio Gubitosi lo ha invitato a tornare all’evento di persona nel 2021 e di realizzare una sua opera da esporre nel Museo della Multimedia Valley. “Ne sarei felicissimo – ha risposto con slancio l’artista –
perché Giffoni è un’organizzazione incredibile capace di incoraggiare i ragazzi nella loro inclinazione artistica. Non tutti hanno la fortuna di essere di avere persone come mio padre, che t’incoraggiano, quindi è importante di trovare un ambiente così stimolante. Giffoni mi ricorda il razzo verso la Luna della protagonista di Over the moon,
28 Agosto 2020 Fei Fei, in pratica lancia in orbita e fa sognare”. La storia del nuovo progetto d’animazione racconta le vicende di una tredicenne cinese che vuole riportare l’amore nella vita del papà vedovo. Come lo fa? “Progetta un congegno che le permetta di raggiungere la Luna e incontrare la leggendaria dea che vi vive. È stato un vero e proprio lavoro d’amore – spiega il Premio Oscar rispondendo ad alcune domande dei giurati collegati dagli hub internazionali di Grecia, Macedonia e Bulgaria – durato tre anni, ma
soprattutto un viaggio emotivo che vi farà piangere tanto. Ci sono otto splendide canzoni degne di un musical, con ispirazioni variegate, da Peter Pan a Il mago di Oz. Per me resta il più bel film che abbia mai animato”. Per calarsi nelle atmosfere incantate del mito, Glen Keane ha viaggiato fino in Cina: “Questo è uno dei grandi privilegi del mio mestiere. Sono volato in Africa per Tarzan e ho girato i castelli della Francia per La Bella e la Bestia. E così mi sono immerso in questa nuova realtà, un mondo in bilico tra tradizione
e innovazione. Sono salito a bordo del famoso treno magnetico a 470 km all’ora che fluttuava da un luogo all’altro senza mai toccare terra e anche lì ho trovato delle ispirazioni per il progetto del razzo di Fei Fei. Il cuore del racconto, però, resta il concetto puro dell’amore eterno che la bambina vuole far fiorire di nuovo nel padre alla vigilia delle sue seconde nozze. Sono le storie che mi piacciono, quelle in cui i personaggi realizzano l’impossibile”.
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maggio
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Un progetto del Gi oni Experience per il contrasto alla povertĂ educativa minorile
Campus
Basilicata Calabria Campania Sardegna Veneto Cantieri di narrazione
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Azzolina: “A settembre i ragazzi daranno il buon esempio” Il Ministro dell’Istruzione in collegamento con Giffoni: “Ringrazio Gubitosi per aver organizzato il Festival in piena sicurezza”. “Da insegnante avevo la possibilità di rivolgermi alle mie classi. Oggi ho otto milioni di studenti. Questo è fonte per me di grande gioia. E’ un onore potermene occupare”, a parlare alla platea di Giffoni è il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in collegamento streaming con la Sala Blu della
sono davvero tanti, tu hai fatto la storia da questo punto di vista. Ti auguro di continuare su questa strada, regalare dei sogni ai nostri ragazzi e permettere di realizzarli. Quello che hai fatto tu in questi anni è fondamentale: hai dimostrato di dare vita ad un’idea che è apprezzata in tutto il mondo.
Sono stati necessari lavori di adeguamento. Per assecondare quanto stabilito dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute: “C’erano aule non agibili, sono stati fatti lavori di edilizia scolastica da parte degli enti locali, sono stati trovati anche spazi esterni alla scuola” ha ancora
Giffoni Multimedia Valley. Ad accoglierla il direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi. Il Ministro Azzolina ha risposto, con grande disponibilità, alle domande formulate dai ragazzi di Giffoni Impact. “Mi dispiace non essere lì presente - ha detto rivolgendosi al direttore Gubitosi- ma sono giornate molto complesse per la ripartenza della scuola. Ti ringrazio per aver organizzato anche quest’anno Giffoni, un anno difficile per il Paese, e di aver mostrato coraggio, di averlo organizzato in totale sicurezza. Cinquant’anni
Penso - ha concluso il ministro - che l’Italia possa solo ringraziarti per quello che hai fatto” Il mondo della scuola è stato esplorato in tutte le sue sfaccettature. Ovviamente il tema centrale è stato quello della ripartenza: “Stiamo lavorando da settimane – ha detto -- il 14 settembre la scuola riparte, anzi ripartono le tante scuole d’Italia. Abbiamo più di 4mila plessi scolastici, più di 8mila autonomie. Abbiamo fatto un lavoro enorme per garantire al massimo la sicurezza di studenti, studentesse e di tutto il personale scolastico”.
affermato il Ministro Azzolina. “Resta ancora qualche piccola criticità – ha aggiunto - che è in via di definizione ma mi sento di dire che l’Italia ha fatto un lavoro eccezionale perché stiamo lavorando per garantire quel metro di distanziamento. In altri Paesi hanno deciso diversamente, cioè se il metro c’è è bene, altrimenti mettono tutti la mascherina”. Il futuro della scuola per il Ministro Azzolina passa per l’innovazione: “E’ lo strumento – ha detto – che può permettere ai ragazzi italiani di essere competitivi in una visione
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28 Agosto 2020 cosmopolita. Questo significa essere coraggiosi, non lasciarsi condizionare da visioni negative della vita perché fuori c’è un mondo bellissimo fatto di opportunità e di occasioni di crescita. Serve poi formazione se davvero crediamo che gli studenti possano fare la differenza per il futuro del nostro Paese”. Ovviamente c’è necessità di spazi adeguati, di scuole sicure e moderne. Servono investimenti: “Non bastano le parole – ha spiegato il Ministro - ci vogliono i fatti. Ed ecco che noi da gennaio ad oggi abbiamo investito sette miliardi di
“Non eravamo pronti – ha detto Azzolina - non avevamo device disponibili per tutti, ma abbiamo fatto squadra, abbiamo gemellato le scuole più innovative con quelle che erano più indietro. Questi mesi ci hanno permesso di acquisire esperienza. Ora abbiamo dei riferimenti fissi dati dai documenti che intanto abbiamo scritto. Abbiamo, infatti, redatto le linee guida. E oggi possiamo dire che il quadro a livello nazionale su questo fronte è più omogeneo”. Ed il nuovo anno scolastico alle porte, invece, sarà quello del distanziamento sociale: “Sono state
chiamata a svolgere: “Non ho avuto modo di fare il ministro al di là del Covid – ha detto - considerando che ho giurato il 10 gennaio scorso. Ogni giorno devo combattere contro le fake news. Quando faccio gli incontri con gli studenti e con le famiglie mi rendo conto che circolano tante notizie non vere. Sulla scuola non è possibile fare disinformazione. Non ce lo si può permettere. E’ davvero pesante tutto questo”. E poi il Ministro Azzolina che torna con la memoria alla sua esperienza di studentessa: “Ero un po’ secchiona – ha confessato - Amavo
euro e 2.9 miliardi di euro solo per la ripartenza di settembre, per i lavori di edilizia scolastica leggera, per assumere il personale, a tempo determinato o indeterminato, per la formazione. Tutto questo significa credere nella scuola come motore del Paese. In questi mesi non mi sono mai fermata e con me tutti gli attori della scuola che hanno continuato a lavorare. E’ grazie a loro che potremo riaprire la scuola a settembre”. Lo scorso anno scolastico è stato caratterizzato dalla didattica a distanza come conseguenza obbligata dell’emergenza Covid-19.
individuate tre regole da seguire – ha spiegato il Ministro - in un’ottica di responsabilità: distanziamento sociale, uso della mascherina e igienizzazione. Sono tre regole semplici. La scuola deve essere in grado di insegnare le regole che in questo caso servono alla tutela della nostra salute e di coloro che ci stanno vicino. Faccio un appello a tutti gli studenti per una ripartenza davvero in sicurezza. Ragazzi, siate responsabili. Io mi fido tantissimo di voi. So che darete il buon esempio”. Il Ministro Azzolina non tralascia l’aspetto umano come componente importante della funzione che è
molto la scuola. Per me non era un dovere, era un piacere andarci. La scuola per me è stata ascensore sociale. Certo, ho avuto la fortuna di avere docenti molto bravi che mi hanno insegnato a studiare, anche con sacrificio. Devo davvero tutto alla scuola” Siamo a Giffoni e quindi il cinema è di casa. Quale film ha nel cuore il Ministro Azzolina? “L’attimo fuggente – ha detto - E’ un vero capolavoro. Si racconta come un professore possa cambiare la vita dei suoi alunni, trasmettendo loro passione e amore”.
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“Giffoni è uno straordinario laboratorio di idee” L’assessore Valeria Fascione ai giffoner: “Visione e capitale umano le doti per vincere”
“Giffoni è uno straordinario laboratorio di idee, dove i ragazzi guardano al futuro senza barriere. Il claim del festival – ciò che succede qui migliora il mondo – è perfetto, perché le idee che prendono corpo in questo luogo magico cambiano la vita e devono trasformarsi in soluzioni. Per questo trovarmi qui equivale ad essere a casa dell’innovazione”. Così Valeria Fascione, assessore regionale alle Startup, Innovazione e Internazionalizzazione, ha salutato i giffoner che hanno preso parte all’incontro della sezione Impact nella sala Blu della Multimedia Valley. Fascione si è presentata ai ragazzi ricordando di essere stata il primo assessore, in Italia, a ricevere questa delega, grazie “a una scommessa fatta cinque anni fa dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, anzi, grazie ad una sua visione”. Ed è visione la parola chiave che ritorna più frequentemente nel suo discorso: “Avere capacità di visione è fondamentale in tutte le scelte professionali. Porsi degli obiettivi importanti, ambiziosi, è necessario per vincere le sfide, un po’ come ha fatto la Regione Campania in questo settore che oggi rappresento. Si investe tanto in ricerca – ha continuato – ma non sempre gli investimenti vengono percepiti come tangibili per migliorare la qualità della vita delle persone. C’è bisogno di un lavoro attento per tirare fuori dalle Università e dai centri di ricerca le idee e per poi tradurle in prodotti e servizi”. In questo il suo assessorato gioca un ruolo molto delicato, perché “si propone la mission di avvicinare il mondo della ricerca a quello delle imprese”. E in tempi di emergenza sanitaria, ricorda l’assessore, “non bisogna avere paura di lasciarsi contaminare da un virus prezioso, quello dell’innovazione”. Rispondendo alle domande dei ragazzi, Fascione ha ricordato che è stato aperto un band dedicato alle startup innovative
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che scadrà l’11 settembre e che nasce con l’intento di offrire ai giovani concrete opportunità di lavoro: “Il primo slot, per progetti fino a 90mila euro, prevede un finanziamento a fondo perduto dell’85 per cento, mentre il secondo, per budget più importanti, con una spesa fino a 450mila euro, avrà un sostegno del 70 per cento”. E se è vero che la Campania è prima in Italia per imprese under trenta, è anche vero che i dati sulla disoccupazione giovanile non sono incoraggianti: “Proprio per questo abbiamo deciso di puntare sulle competenze digitali. Le aziende lamentano spesso la carenza di profili dedicati e così già nel 2016 abbiamo sottoscritto un protocollo con il Miur per promuovere questo tipo di formazione dalle suole elementari all’Università”. Poi, rivolgendosi ai giffoner: “Ricordatelo sempre, il capitale umano, come la capacità di visione, è la vera forza che ognuno di voi deve far crescere dentro se stesso. Per questo la cultura è fondamentale”. Non a caso, il settore cultura, viene citato tra quelli più forti, come il turismo, l’agritech, l’agroalimentare, l’aerospazio e non ultimo, quello farmaceutico, con particolare riferimento agli sforzi effettuati per finanziare la lotta contro le patologie oncologiche. Infine, a margine dell’incontro in sala, un passaggio sulla scuola: “La pandemia ha colto tutti di sorpresa. Dopo un periodo buio, abbiamo sviluppato una capacità di reazione. Era evidente che ci fosse e c’è un forte bisogno di innovazione e di digitalizzazione. La scuola in presenza è fondamentale, ma occorre trovare un giusto mezzo. Ecco perché questa crisi rappresenta una preziosa opportunità. Scontiamo un ritardo storico dal punto di vista infrastrutturale. E dobbiamo colmarlo in tempi rapidi”.
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Piero De Luca al Dream Team: “Dobbiamo credere nella conoscenza” Il deputato del Pd: “Giffoni è un’emozione incredibile. La sua magia cattura per tutta la vita” “Sono contento e onorato di essere qui, è sempre un’emozione. E non è retorica: la magia di Giffoni è qualcosa di unico”. Si commuove, Piero De Luca, al cospetto del docufilm Giffoni 50. “Ragazzi, non so se è la vostra prima volta qui o se ci siete già stati, ma di certo sarete catturarti per tutta la vita. Si respirano un’energia e una magia uniche”. Il deputato del Pd, nell’incontro con il Dream Team, lancia un appello: “Dobbiamo tornare a credere nella conoscenza”. Accolto da Claudio e Jacopo Gubitosi, nonché dal sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, De Luca junior inizia il suo intervento partendo da una riflessione sulla pandemia: “Ha sconvolto un po’ tutti e ha lanciato messaggi che non possiamo non cogliere: l’esigenza di avere nelle istituzioni pubbliche persone serie, capaci e competenti. Non possiamo andare avanti – afferma - con demagogia e populismo. Messaggi che tendono a smitizzare la scienza e la conoscenza sono devastanti per il futuro dei giovani. Dobbiamo tornare a credere nella conoscenza, nella formazione, nell’istruzione, nella cultura o non ci sarà futuro”. A ancora: “La propaganda, la demagogia sono più semplici da divulgare. Ma – dice - ho fiducia nel futuro perché vedo che i giovani stanno riscoprendo il valore della conoscenza, dell’approfondimento. Sono l’argine alla demagogia, a messaggi semplicistici o propagandistici”. Il deputato dem traccia “alcune grandi linee strategiche da seguire grazie alle risorse che arriveranno dall’Europa”, evidenziando che “per troppi anni abbiamo sprecato quelle risorse”. E spiega: “Per anni abbiamo ascoltato una retorica antieuropeistica utile alla propaganda. In realtà è l’esatto contrario e quello
che abbiamo vissuto in questi mesi ci dà l’idea di quanto sia decisivo e importante per l’Italia essere in un quadro europeo”. Ancora: “Dobbiamo chiedere più Europa, non meno”. Ma quali sono le priorità? “Dobbiamo investire le risorse europee nella scuola: abbiamo scuole che non sono nemmeno a norma, dobbiamo riqualificarle. Poi – aggiunge De Luca -dobbiamo investire in capitale umano, come gli insegnanti” perché “investire nella scuola significa salvare i nostri giovani, è decisivo anche sul piano sociale”. Altro tema è il rafforzamento di tutto il sistema sanitario nazionale: “Abbiamo un’opportunità unica con i 36 miliardi di euro – dice riferendosi al Mes - e anche con il Recovery fund. Dobbiamo rafforzare la medicina territoriale, immaginare un presidio di medicina nelle scuole, migliorare la qualità della tecnologia negli ospedali”. L’intento è quello di raggiugere una “parità di trattamento da Nord a Sud nelle prestazioni sanitarie”. Tra le linee strategiche, poi, c’è quella di “investire nelle infrastrutture e nei trasporti altrimenti il Mezzogiorno e l’Italia intera non ripartono. Io – ricorda - sto facendo una battaglia per l’aeroporto di Salerno, secondo aeroporto della Campania, decisivo per una regione di 6 milioni di abitanti”. Infine, Piero De Luca sostiene la necessità di “lavorare sulle infrastrutture digitali per consentire a tutti di utilizzare le nuove tecnologie. Se oggi siamo qui è perché Gubitosi non si è fermato un attimo anche grazie alla digitalizzazione”. Al tempo stesso, però, “su tutto quello che è digitalizzazione e innovazione dobbiamo fare attenzione all’aspetto legato alla gestione dei dati sensibili degli utenti”. Insomma, solo grazie all’Europa, sostiene il deputato, “possiamo fare il salto di qualità”.
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Mariastella Gelmini: “Giffoni è un esempio di resilienza per l’Italia” Continua: “Questa edizione è una prova di ripartenza e resilienza del nostro paese” A Giffoni è di casa e non poteva mancare per l’edizione 50. La deputata Mariastella Gelmini ha raccontato la sua emozione, quella del cinquantennale e quella di un festival che si è fatto nonostante tutto: “È un’edizione straordinaria che non potevo perdermi, un’edizione non scontata dopo il lockdown, dal grande valore simbolico, una prova di ripartenza, di resilienza del nostro Paese e del Mezzogiorno”. Ad accoglierla alla Cittadella del Cinema il direttore Claudio Gubitosi, il vicesindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Andria, il presidente dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, Pietro Rinaldi. “Come dice il direttore Gubitosi – ha aggiunto l’onorevole Gelmini - Giffoni non va celebrato, ma vissuto ed io sono qui per viverlo. Certo, il contesto è difficile ma qui vedo che è stato tutto organizzato in grande sicurezza. Voglio dare, inoltre, un segnale di
la scuola: “Sono a Giffoni - ha continuato la deputata - e voglio perciò essere ottimista. Penso, infatti, che grazie agli insegnanti e ai dirigenti e alla professionalità e all’entusiasmo di tutti gli attori della scuola, si ripartirà anche quest’anno. Voglio pensare che ce la faremo. Poteva esserci un inizio più agevole, più ordinato, questo non ci sarà, ma la scuola avrà la forza di ripartire”. I più penalizzati dal lockdown sono stati proprio i ragazzi, gli studenti: “I ragazzi – ha continuato - hanno subito uno stop importante alla loro formazione in questi mesi. La ripartenza della scuola è perciò indispensabile e proprio qui al Sud è necessaria la sinergia tra scuola, formazione e lavoro. Credo che la vera emergenza resti il lavoro e perciò dobbiamo garantire occupazione ai nostri giovani e non assistenzialismo come con il reddito di emergenza o di cittadinanza. Dobbiamo, al contrario,
ripartenza all’industria cinematografica che ha subito un danno enorme in seguito alla pandemia. Un grande attore come Tom Cruise ha invitato tutti a tornare al cinema. Lo dobbiamo fare. E il nostro pensiero deve andare in particolar modo a tutte le maestranze, a tutta l’industria del cinema e della cultura che si è fermata e che ha il diritto di ripartire. Mi impegnerò al massimo in Parlamento perché si possano adottare provvedimenti che sostengano un settore trainante per l’Italia come quello della cultura”. L’Italia riparte e a ripartire è anche
garantire la possibilità di realizzare la propria vita qui, di esprimere il proprio talento qui dove sono nati. Non devono essere costretti ad andare via. Il vero obiettivo è quello di mettere al centro il tema dell’occupazione insieme a quello della denatalità perché un Paese che non cresce non ha futuro e non ha speranza”. La giornata di Maria Stella Gelmini a Giffoni è proseguita con la proiezione del docu-film dedicato ai cinquant’anni di Giffoni in Sala Verde ed il saluto ai ragazzi di Giffoni Impact in Sala Blu.
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Bellezza: “Con il lockdown aumentate le richieste di fibra a casa” E spiega: “Con il 5G un cambio tecnologico radicale nel campo delle comunicazioni mobili” “Da quando è scattato il lockdown riceviamo dalle 300 alle 500 mail al giorno, a fronte delle circa 30 precedenti, con richieste di fibra a casa. È emersa un’esigenza che deve essere soddisfatta”. Al centro dell’incontro tra Marco Bellezza, amministratore delegato Infratel Italia, e i ragazzi della Giffoni Impact, c’è il lavoro portato avanti dalla società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico e il modo in cui il lockdown ha modificato le esigenze di cittadini, enti e aziende. La Infratel Italia, soggetto attuatore dei Piani banda larga e ultra larga del Governo, ha come obiettivo quello di intervenire nelle aree a fallimento di mercato, “quelle – spiega Bellezza - in cui gli operatori delle telecomunicazioni non hanno interesse a investire, come zone rurali o piccoli borghi”, attraverso la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture che estendano le opportunità di accesso a internet veloce per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. La
Del resto, “abbiamo scoperto attraverso il lockdown che molte cose che si facevano in ufficio si possono fare da casa. Quindi – si chiede - perché non farle?”. Non solo: l’amministratore delegato di Infratel elenca anche le trasformazioni sociali determinate dalla fibra: “Abbiamo avviato, insieme a due università, delle borse di ricerca mettendo insieme sociologici, economisti ed esperti in tecnologie delle telecomunicazioni per capire l’impatto sociale. La prima trasformazione dopo l’arrivo della fibra – dice - la vediamo per le attività commerciali. Queste, cioè, iniziano a fare e-commerce. Un’altra conseguenza è la valorizzazione di beni culturali e artistici attraverso la rete. Infine, si può, nei casi più fortunati, assistere al ripopolamento dei territori. La fibra – sottolinea - è una delle infrastrutture che abilita il ritorno a casa dei ragazzi”. Non a caso, uno degli obiettivi da realizzare è la “infrastrutturazione di 2700 Comuni nei prossimi due anni”. Lo sviluppo passerà, però, anche attraverso il 5G: “L’Italia
realizzazione di queste infrastrutture “nelle aree bianche del Paese” è stata affidata al concessionario Open fiber. Il quale, a dispetto dei ritardi degli ultimi anni, dovrà dare risposte più celeri, dal momento che la necessità di superare il digital divide è emersa in maniera più forte a partire dal lockdown, con le “richieste aumentate negli ultimi quattro mesi”. In tutta la Penisola: “Il digital divide – afferma Bellezza - riguarda tutte le aree del Paese, da Nord a Sud. i sono aree della Basilicata o della Sicilia con infrastrutture più performanti che nel centro di Roma”.
– spiega Bellezza - a livello europeo è il terzo Paese per penetrazione di 5G. Questo determinerà un cambio tecnologico radicale nel campo delle comunicazioni mobili, perché consente la comunicazione macchinamacchina in tempo reale”. Questa tecnologia, in riferimento alle esigenze fatte emergere dal Covid-19, “sarà fondamentale anche nella realizzazioni dei servizi di telemedicina”. Insomma, c’è tanto da lavorare. Approfittando anche del fatto, conclude Bellezza, che “uno dei tre pilastri del Recovery fund è la digitalizzazione”.
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Mangiare meno per fermare l’invecchiamento La dieta mima-digiuno spiegata dal professor Walter Longo
Una educazione nutrizionale è al centro delle ricerche del professor Walter Longo, studioso di gerontologia al Longevity Institute alla University of Southern California. «Lavoravamo su organismi unicellulari per capire come funzionava l’uomo, osservando la nutrizione e il rischio di sviluppare diabete e altre malattie, concentrandoci sull’invecchiamento».Gli studi sull’alimentazione, in particolare, individuano un sovrappiù medio di proteine, tra le altre cose, pari a tre volte il fabbisogno. La dieta Mima-digiuno è stata sviluppata su queste basi: «funziona per cinque giorni di dieta vegana, a distanza di un mese o due, e riporta indietro il metabolismo». Le ricerche poco per volta hanno trovato conferma, studiando i centenari e la proporzione con la popolazione, come al comune di Molochio. Per i Giffoner l’argomento è particolarmente sensibile, specie per quanto riguarda le possibilità di praticare e seguire una dieta del genere, di conoscere il cibo sano
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e di comprendere il rapporto tra alimentazione e invecchiamento. «Se non ti siedi a creare qualcosa di nuovo, pensando in maniera creativa, non troverai soluzioni per fare la differenza. Per questo da studente di musica sono passato a studiare l’invecchiamento. A Los Angeles c’è il Longevity institute, lavorando sulla biologia molecolare e creando interazione tra gli ambiti. Abbiamo circa 40 studi clinici in tutto il mondo. «Privando i batteri di qualunque sostanza nutritiva, vivono più a lungo. Tutti
gli organismi funzionano allo stesso modo e dunque mangiare meno amidi, per esempio, risolve tanti problemi». Lo sviluppo di tale teoria è stata applicata al cancro, provando a far consumare al corpo le cellule cancerogene, fino a realizzare la Create cures foundation, fondazione sulla creatività per curare malati di cancro. «Un biologo molecolare, un dietologo e un medico lavorano insieme per un paziente, indipendentemente dal fatto che questi possa permetterselo o meno»
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Del Giudice: “A scuola inserire l’educazione alimentare”
Alimentazione e stile di vita corretti, giusta quantità d’acqua, educazione alimentare per le nuove generazioni. Queste le principali tematiche discusse durante l’incontro organizzato per i giovani dell’Innovation Hub, intitolato “GENERAZIONE Z e ALIMENTAZIONE un’amicizia raccomandabile”. In occasione della 50esima edizione del Festival, Giffoni Innovation Hub in collaborazione con la fondazione Valter Longo, hanno proposto ai Giffoner, alle istituzioni, agli operatori, agli insegnanti e ai media un panel sull’importanza della divulgazione dei principi del mangiare bene e del vivere sano ai ragazzi della Generazione Z, per stimolare tra i giovani e l’alimentazione, la nascita di un rapporto di amicizia sano, sincero e, soprattutto, duraturo. Il talk, moderato da Leonardo Valente (Founder & CEO Media Beats), ha visto protagonisti Sandro Del Giudice (responsabile Qualità, Ambiente, Risorse Idriche di Acqua Lete), Antonluca Matarazzo (direttore generale Fondazione Valter Longo) e Nicola Sapio (ideatore del format Feel Good e Content Manager Giffoni Innovation Hub). Generazione Z: sono i nati tra il 1995 e il 2010, hanno quindi tra i 10 e i 25 anni di età. In Italia sono circa 9 milioni, la maggior parte sono studenti anche se 1 milione di loro è già entrato nel mondo del lavoro. Rispetto alla generazione precedente evidenziando una maggiore consapevolezza verso tematiche che impattano sul loro futuro come l’inquinamento, le energie rinnovabili, la lotta allo spreco alimentare.
“Il nostro operato quotidiano è orientato alla valorizzazione e comunicazione dei benefit funzionali dei nostri prodotti che possono contribuire a garantire uno stato di salute ottimale – ha detto Sandro Del Giudice, che ha brevemente illustrato l’importante ruolo che svolge l’acqua minerale e Acqua Lete in particolare durante la crescita grazie al suo equilibrio unico tra calcio e sodio – Il calcio, essenziale per il nostro organismo, è l’elemento più importante per costruire e mantenere ossa forti nel tempo. La maggior parte della massa ossea viene accumulata entro i 1820 anni, ecco perché è fondamentale adottare un corretto regime alimentare fin dai primi anni di età assumendo cibi ricchi di calcio e il consumo quotidiano di acqua Lete, ricca di calcio assimilabile, rappresenta un’ottima fonte di questo prezioso alleato della nostra salute”. A spiegare gli obiettivi della Fondazione Longo è stato Antonluca Matarazzo. «È necessario favorire la tutela e il diritto alla salute e al benessere – ha esordito il direttore generale Fondazione Valter Longo – Come fondazione riteniamo che sia auspicabile una collaborazione tra Giffoni Innovation Hub, il Giffoni Film Festival e la fondazione Valter Longo. Vogliamo trasferire le conoscenze scientifiche, i nostri studi e monitoraggi, accrescere la competenza e la conoscenza dei ragazzi sulla corretta alimentazione. La comunità scolastica è l’ambiente principale dove poter ampliare il discorso. Uno stile di vita salutare permette di contrastare le patologie correlate all’avanzamento
dell’età, malattie oncologiche, cardiovascolari. Bisogna intervenire su alcuni fattori di rischio. Un’alimentazione corretta permette di allungare di 12, 14 anni la vita. L’amicizia tra giovani e cibo è fondamentale e può migliorarci». Poi è arrivato il momento di presentare il progetto Feel Good, che verrà presto introdotto nel mondo scolastico. «Feel Good è un progetto per scuole primarie e secondarie di primo grado – ha spiegato Nicola Sapio – La società moderna ha fatto sì che alcune abitudini alimentari si siano sballate. La mission del format è quello di educare alla salute e corretta alimentazione all’interno delle scuole. Lo strumento che utilizzeremo è il digitale, con contenuti legati all’intrattenimento e spingendo i ragazzi a creare contenuti». Acqua Lete è Main Sponsor del Giffoni Film Festival 2020 e accompagna da agosto a dicembre i giovani partecipanti e le loro famiglie in ogni momento dell’evento attraverso l’attivazione di progetti speciali. Acqua Lete, per il secondo anno consecutivo, conferma la sua partecipazione al più importante Festival del Cinema al mondo dedicato alle giovani generazioni: è Main Sponsor del Giffoni Film Festival. «I giovani – afferma Nicola Arnone presidente di Acqua Lete – sono il nostro futuro e avvertiamo, oggi più che mai, la responsabilità di stabilire con loro una connessione, un dialogo costruttivo che sia un incoraggiamento a non mollare mai durante le avversità e a guidarli alla scoperta e al consolidamento di valori forti e positivi». Quest’anno, infatti, Acqua Lete partecipa al Giffoni Film Festival, non solo in veste di Main Sponsor, ma come promotrice di un social contest innovativo che muove la leva della passione per il cinema: Let’s Ciak. L’iniziativa stimolerà i giovani creator a raccontare il valore e il senso dell’amicizia attraverso la piattaforma “Tik Tok”. Tra tutti i video realizzati, i più belli, scelti dalla Giuria Giffoni, andranno a creare il cortometraggio sull’amicizia prodotto da Lete che sarà proiettato a dicembre durante la fase finale del Giffoni Film Festival.
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28 Agosto 2020
Fuga e apocalisse: La guerra di Cam Il cast del film di Laura Moscardin incontra i juror Dalla dura realtà al racconto: questa la genesi di “La guerra di Cam”, storia di una fuga in un mondo devastato. «Questa storia nasce dalla liberazione di una città della Siria», racconta la regista Laura Moscardin, «dove nel totale abbandono furono trovati solo due bambini che parlavano russo. Bisognerebbe riuscire a immaginare come il mondo potrebbe essere e come non dovrebbe. Se immagino un mondo da cui scappare, a parte il cattivissimo frate più mediterraneo,
ricostruzione di un’apocalisse, con scenari desolati e un personaggio malvagio, caratteristico, non privo di fascino «L’idea era quella di raccontare questo frate che in un unico personaggio è una persona buffa e insieme inquietante», spiega l’attore che lo impersona, Alessio Praticò, rispondendo alle domande dei Giffoner, «così c’è questa evoluzione. Non ho avuto un personaggio in particolare cui ispirarmi, forse il Riccardo III di Shakespeare». Il memorabile
segna le immagini e l’intero sviluppo della vicenda. «Le abbiamo vissute pienamente», spiega la protagonista Sofia Iacuitto, «in una scena c’è il Cretto di Burri, scenario meraviglioso dove giochiamo a nascondino e ci siamo estraniati dalla realtà. In quel momento ho pensato che dobbiamo fare qualcosa, come se potesse accadere. Abbiamo vissuto qualcosa di vicino alla realtà, anche se non sappiamo quanto. Io volevo fare un film romantico».
sono tipici esponenti del mondo occidentale. Il bambino, Cam, reagisce come se fosse quasi autistico, ma in realtà volevamo raccontare lo stare da soli, lui incontra solo quattro scheletri a parte il frate, e non c’è mai una spiegazione, accetta come anestetizzato quello che succede». Il film, immaginato come un western del futuro, prodotto da Francesco Paolo Montini, presente in sala, ha diviso i ragazzi, che hanno apprezzato le location e la
interprete della ficition “Il cacciatore” paragona il lavoro sul personaggio «al progetto per costruire un edificio, dove la sceneggiatura è una partitura, diretta dal regista, con un lavoro collettivo. Ci premeva non anticipare l’effetto che arriva verso la fine del film. Inizialmente è buffo, diventa tenero, poi evolve. La difficoltà è stata mantenere la follia e la dolcezza, fino al cambiamento finale». L’ambientazione, frutto di una ricerca artisticamente riuscita,
C’è spazio per le critiche, sottolineate sul finale della discussione, sulle stesse location, sui dialoghi, sulle musiche, e anche sul titolo. «La musica è prodotta da dj in ambito undergound», replica con dolcezza la regista, «se non ti piace ti distacca, Il paesaggio dovrebbe essere disorientante. L’idea era di lavorare coi pochissimi mezzi che avevamo, in un altro modo. Per il titolo, ci sta, ci abbiamo messo un po’ a trovarlo. A saperlo prima..»
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28 Agosto 2020
Applausi e commozione per Balto e Togo La storia del musher Seppala ha conquistato i giffoner all’anteprima di Notorious Pictures Lo scroscio di applausi ripetuti durante la visione del film Balto e Togo, la leggenda (distribuito da Notorious Pictures nelle sale italiane dal 3 settembre e in anteprima a #Giffoni50) ha echeggiato per tutta la Cittadella del Cinema e la Multimedia Valley di Giffoni Valle Piana. L’emozione palpabile delle sale è tutta merito della storia vera trasposta sullo schermo nella
un musher (ossia conducente di una slitta di cani), e del suo fedele amico a quattro zampe Togo, che assieme ad altri professionisti della neve sfidano una temperatura di 60 gradi sotto zero percorrendo 700 miglia in mezzo ad una bufera. Lo scopo? Salvare un intero villaggio, Nome, dove i bambini stanno morendo di difterite e hanno bisogno di una medicina che non può arrivare via aria per via delle condizioni
Succede quando una storia tocca le corde più intime del cuore, tira in ballo emozioni e sentimenti e – in questo periodo storico – anche la paura che una pandemia possa spazzare via il futuro di un’intera generazione. Per mettere in scena in maniera realistica la storia, il regista ci ha messo dieci anni e ha trascorso otto giorni a meno 25 gradi per una spedizione di slitte lungo il Mare di
pellicola ambientata in Alaska ad inizio del secolo scorso. Scritta, diretta e interpretata da Brian Presley, lo vede nei panni del protagonista Leonhard Seppala, un cercatore d’oro che si trasferisce in questa zona remota del mondo. Non ha scovato neppure una pepita, ma ha trovato l’amore in una donna nativo-americana, Kiana, che poi diventa sua moglie. La vicenda, già trasformata nel cartoon Disney Balto, ripercorre l’eroica Corsa al Siero di quest’uomo,
atmosferiche avverse. Una di questi piccoli si chiama Singrid ed è la figlia del protagonista, ecco perché lui si offre di coprire una distanza sette volte maggiore di quella dei colleghi e vuole al suo fianco solo Togo, nonostante l’età avanzata (14 anni) e la stanchezza evidente. Vedere le foto di Leonhard che solleva sulle spalle l’husky siberiano quando è troppo debole per camminare sulle sue zampe ha commosso i giurati, che a stento sono riusciti a trattenere le lacrime.
Bering. È così che ha sperimentato gli stati d’animo dei protagonisti, che hanno sfidato i propri limiti e la natura in una corsa fisica e mentale contro il tempo per salvare il villaggio. Coraggio, altruismo e tanta incoscienza: in condizioni estreme, questi uomini e questi cani hanno messo a repentaglio le proprie vite per il bene dei piccoli abitanti della loro terra. Un racconto edificante, quindi, che ristabilisce la fede nel genere umano.
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28 Agosto 2020
Cappuccio: Giffoni? Una costruzione sentimentale Il drammaturgo ai ragazzi: coltivare l’arte serve a diventare persone libere L’arte? E’ garanzia di libertà perché potenzia l’immaginazione. Parola di Ruggero Cappuccio, scrittore, regista e drammaturgo, ospite della sezione Impact di #Giffoni50. Il nastro della memoria si riavvolge: la laurea in Lettere, i primi anni da prof a soli ventidue anni, poi il colpo di fulmine con il mondo del teatro e, più in generale, con quel caleidoscopio che rappresenta la parola nelle sue mille sfaccettature. “L’arte ha uno strano compito – ha spiegato Cappuccio – quello di dimostrare scientificamente le cose che non sono mai accadute. Perché la storia è inventata, ma si inserisce nel perimetro di quelli che sono i vostri sentimenti”. E lo stadio dei sentimenti è il processo più maturo che segna l’evoluzione umana. “Quando nasciamo siamo fortemente legati alle pulsioni. Poi ci affacciamo sul mondo delle emozioni e ancora dopo arriviamo ai sentimenti – ha continuato – Un giapponese non si innamorerà mai come un polacco. Chi ha letto Il rosso e il nero di Stendhal si innamorerà in maniera diversa rispetto a chi non lo ha mai letto”. Lo stesso accade anche nel cinema. “Prendiamo la scena finale di Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore – ha ricordato Cappuccio – La sequenza dei baci è la personalissima grammatica sentimentale del regista, sono i baci a tutti gli attori che ha amato. Oggi, purtroppo, non c’è chi nel mondo sia preposto alla costruzione sentimentale e dunque corriamo il rischio di lasciare il campo libero alle pulsioni”. Anche per questo l’arte è salvifica: “Si muove in maniera completamente diversa rispetto alla psicoanalisi. In entrambi i casi c’è una relazione con la materia onirica, ma mentre l’analista fa un lavoro di interpretazione dei sogni, il cinema parte da una visione, che è il primo nucleo della storia. Chi ha quella visione chiama intorno a sé degli attori, chiedendo loro di sognare quel sogno. E anche di fronte al prodotto finale, al pubblico viene chiesto di risognare quel sogno. Quindi l’arte procede per addizioni oniriche e questo segna il suo essere garanzia di libertà”. Presente, passato e futuro, sono concetti labili, “come potrebbero testimoniare Parmenide e Zenone”. E chi vive d’arte e di seduzioni, lo sa bene. Cappuccio ha citato la lezione di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il suo rapporto con l’allievo geniale Francesco Orlando, la pioggia raccontata da Conrad capace di durare cinquant’anni e quella polvere di cui è intriso il Gattopardo che ha il sapore dell’eternità. “Io e Claudio Gubitosi eravamo gli unici due pazzi in Italia a non voler mollare i nostri progetti – ha poi concluso – Il mio Napoli Teatro Festival è andato benissimo: dopo undici minuti dall’inizio delle vendite on line eravamo sold out, segno che le persone avevano sete di cultura. In uno dei periodi più neri per la storia dell’umanità, nei campi di concentramento si suonava e quella musica aiutava lo spirito a sopportare il dolore. E dalla cultura si deve ripartire, sempre, in particolare nelle difficoltà, anche se con le dovute cautele, come vedo fare qui a Giffoni”. Per Cappuccio il festival “è un modello esportabile perché punta sui sentimenti. Giffoni è una costruzione sentimentale, una piattaforma di reazione alle imposizioni. Qui si coltiva il miglioramento e farlo significa coltivare la libertà”. Il drammaturgo non ha nascosto perplessità su come la politica stia continuando ad affrontare l’emergenza sanitaria: “Non si capisce perché su un aereo posso sedermi gomito a gomito con uno sconosciuto, mentre in un teatro debbano esserci tutti questi paletti. Purtroppo il nostro è uno dei settori più colpiti e servirebbe una legge quadro”. Un progetto che vede concorde anche il fondatore e direttore di Giffoni Opportunity Claudio Gubitosi: “Ci accomuna il coraggio. Siamo due direttori di “ascolto”, nel senso di essere capaci di ascoltare. E questa è la base per creare insieme”.
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Giffoni è un’esperienza che ferma il cuore La regista Laura Luchetti a Masterclass Cult: “I festival si devono adeguare allo sguardo femminile” “Giffoni è un’esperienza che ti ferma il cuore”. Solare, luminosa, sincera: ha conquistato la masterclass Cult la regista Laura Luchetti, con il suo lungometraggio “Fiore Gemello” fuori concorso a #Giffoni50. “Gli adolescenti sono onesti, meravigliosi, possono essere anche estremamente feroci, ma con me sono stati una meraviglia, per cui il mio cuore ha iniziato a battere forte. Mi hanno regalato una bellissima soddisfazione e gioia”. Senza filtri rìha raccontato le difficoltà di una produzione a budget minimo e la genesi di uno storytelling. “Siete sopravvissuti?”, ha esordito scherzando rivolgendosi ai ragazzi, soffermandosi su quella che definisce “la radice del film”. “Come nasce l’esigenza di scrivere? Ognuno ha il suo percorso personale – ha spiegato Laura - Fiore Gemello è una storia di incroci, di fughe, di ritrovarsi. Due adolescenti violentati e danneggiati dalla vita, lottano insieme per riconquistare l’innocenza perduta. A volte tutto nasce da una immagine, il film invece ha una gestazione lunga, è basato su due storie vere. Quella di un ragazzino che scappa verso il futuro, che parte dalla sua terra,
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arriva con un barcone sulle nostre coste e si chiede cosa accadrà. E poi quello di una ragazza italiana che ho conosciuto in Inghilterra con il suo zainetto, fuggita dalla Sicilia per una violenza familiare. Mi sono domandata quale sia la condizione di questi minori dopo essere sbarcati: spariscono, quasi personaggi fantasma senza identità, preda della malavita e della prostituzione”. Ad interpretare i due protagonisti due interpreti con un bagaglio di vita complesso: Anastasyia Bogach nei panni di Anna, giovanissima di origine ucraine, immigrata in Italia all’età di 4 anni, ma ancora priva di cittadinanza. Kalill Kone, fuggito dalla Costa D’Avorio con due sogni: fare l’attore o il calciatore. “La sua è una favola – ha insistito – dal barcone al red carpet. Due gatti di strada guidati dall’istinto, con una storia difficile alle spalle, come i miei protagonisti”. Ragazzi che corrono veloce, anche se in direzioni opposte, emblema di quell’adolescenza che ha una forza straordinaria nel “tempo” della giovinezza. Un tema trattato con “delicatezza”, come ha evidenziato una giffoner: “È attuale, senza cadere
nella banalità o nel clichè”. Una lectio molto tecnica, ma alleggerita dagli aneddoti delle riprese di una produzione minima, tanto da rendere “miracoloso” - ultilizzando le parole dell’autrice - la selezione per il Festival del cinema di Toronto. All’origine tanta ricerca, tanta conoscenza anche dei centri per minori. “Non avevamo né i soldi per fare centinaia di ciak né per diversi set. Volevo un luogo-non luogo, non identificabile”, ha evidenziato la regista. Una sceneggiatura chiara, definita, niente lasciato al caso. “L’improvvisazione viene solo dopo la strutturazione. Mi definisco una jazzista, perché è un film fatto di tante improvvisazioni, con un’estetica: ogni inquadratura è un quadro in movimento, fatto di formiche e grandi panorami, pochi dialoghi, dettagli minuscoli per rendere la storia claustofrobica”. E, infine, l’essere donna. “Cosa significa essere una regista in un universo maschile? Ho sempre pensato a lavorare, a testa bassa, per perseguire un sogno difficile. La difficoltà è la militanza delle donne che si autoghettizzano. I festival si devono adeguare allo sguardo femminile”.
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N W WEB RADIO TV
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Caterina Maria Rachele Montella Generator +13 - Montecorvino Pugliano MAN UP! by Benjamin Parent (France, 2019, 89’)
Il messaggio che racchiude, secondo me, è quello di andare avanti, di non farsi travolgere dal passato o dai ricordi.
nificato ig s n u e d iu nte: racch a n io z o m e ed senza o o l im r s e t is t l l e e b m s o sce a tra ie r Il film è stat o p m e t lo stesso l a to 10. a o v m , e e t m n r a e t p r impo Stupendo, . e t n a s e p cessivo o c e e r a t n e div
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rappresenta la e m r e p i n o Il Giff scere persone o n o c i d à it il possib al meglio e ir d n fo o r p p nuove. A cinema e, l e d a r u t a t t e ogni sfacc frontare n o c i c r e t o p , addirittura somma è con i registi. In a vissuta v e h c a z n ie r un’espe a pieno.
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Francesco Pio Malamisura Generator +13 - giurato dall’età di 6 anni - Salerno LA GUERRA DI CAM by Laura Muscardin (Italy, 2020, 83’)
Giffoni è crescere insieme. Un luogo dove imparare a rispettare gli altri e dove conoscere nuove persone, nuove culture, ma soprattutto apprendere qualcosa da tutti per migliorarsi ed aprirsi al mondo.
e mbientazion a l’ o lt o m to zza ssi. Ho appre a b e i nta di un lt o a c c to ra u v a lm a fi h Il ico. appena visto ost-apocalitt p o ri a n e Il film che ho c s e la madre o h n c u o p ta o n d e s a it re p ra re che rapp rca la sorella e c e h c , o così par ticola ic tt o la cruenza li it a c lp o o p c a a a h rr i e u m rio un dopog e ta, al contra ra o d a bambino, in o h l’ stanza difficil n o o c n ir c a a ll m e a d tr a a l’ide inata. L deva meglio n re viene assass è h rc e p i, a 10 è 7. ccontare i fatt 1 ra a l d e n lm a fi s s l e a i re trasm Il voto che da . ti is n o g ta ro ip che vivevano
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Il messa ggio che ho colto si può a da ques ffidare a to film è p ersone c che la vi inganna he appa ta è imp no per i renteme revedibi loro scop nte vogl le e a vo i. iono aiu lte ci tarci, m a in real tà ci
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Hunt: “Giffoni è l’orgoglio della mia terra” “Il nostro territorio è ricco di storia, ma non riesce a trattenere i suoi figli”
Rocco è visibilmente emozionato e, contento di stare tra i giffoner, risponde come se rappasse. Il suo è un flusso di parole che mostrano un ragazzo lucido e con le idee chiare. Lo scorso anno aveva lanciato la notizia shock del ritiro dalla scena (per via delle troppe pressioni) per poi ritrattare dopo pochi giorni e riproporsi anche meglio di prima. Ringrazia i suoi fan e le persone che lo circondano, ama la sua regione che considera la base dalla quale ripartire e rigenerarsi. “Sono felicissimo le cose mi stanno andando bene - ci racconta - ho scritto tanto durante il lockdown e sono stato in famiglia. Mi è mancato fare il mio lavoro, confrontarmi con il pubblico e con la gente in cui trovo ispirazioni positive.” Sul momento che sta vivendo fa una riflessione interessante: “Anche se il rap, come genere, sta subendo una fase calante, a causa della nascita di sottogeneri come la trap, credo di continuare a dire le mie cose e dopo 10 anni riesco ancora ad essere moderno, collocandomi in una fetta di mercato che non era scontato avere”. La sua carriera riesce a restare nel circuito e a rigenerarsi grazie all’esperienza old school e ai cambiamenti attuati dalla new generation. Stuzzicato precisa che non ha mai pensato di ritirarsi: “non ho mai detto che smettevo ma avevo dei problemi legati alla pubblicazione dell’album. Mi sfogai su internet dicendo che non mi piegavo a dinamiche discografiche che mi davano frustrazione e ho scritto solo che preferivo non farlo uscire perché erano 3 anni che non pubblicavo e vedevo nuovi fenomeni andare avanti mentre io non riuscivo ad esprimermi. Se avessi saputo che da un post Instagram si sarebbe scatenato quel circo mediatico non lo avrei certo fatto!”. E’ un
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ragazzo positivo Rocco Hunt, crede in quello che fa e ha idee chiare circa le difficoltà che i giovani hanno per emergere restando nella propria città, senza dover necessariamente emigrare come ha dovuto fare lui quando è stato a Milano per cercare un contratto discografico. Non ha fiducia nella politica che lo ha deluso ma provocatoriamente si candida: “forse è l’unico modo per cambiare le sorti di un territorio ricco di cultura e tradizione ma che purtroppo lascia andare i propri figli senza trattenerli”. “Giffoni - continua - è una realtà incredibile, rappresenta l’orgoglio della mia terra e auspico che ce ne siano altre cento di esperienze culturali come questa in modo da essere fonte di arricchimento e opportunità”. Rocco infine racconta la sua incredibile esperienza con Pino Daniele. “Artista immenso che poco prima di morire mi volle sul palco del Palapartenope di Napoli per un doppio concerto. In compagnia del mio amico Clementino abbiamo avuto modo di duettare con lui. E’ stata, vista anche la mia giovane età, l’esperienza che più porto nel cuore. Purtroppo ci ha lasciato troppo presto e con rammarico ricordo che mi invitò nella sua casa in Toscana per suonare insieme, per divertirci e bere buon vino”. “Artisti come lui - chiosa o come Enzo Avitabile, Rino Zurzolo, Tullio De Piscopo, rappresentano una ricchezza enorme per le nuove generazioni. Una cultura musicale che appartiene solo a noi che dal forte legame che la città di Napoli ha con l’America, si è fusa con la millenaria tradizione che tutto il mondo ci riconosce”.
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28 Agosto 2020
SVM a #Giffoni50: “Grazie ai live ho capito di voler fare la cantante” Alla Masterclass Impact si è parlato di ”Rapporto tra musica e territorio” Lorenza Anceschi, aka SVM (“sono” dal latino), è una urban-cantautrice cresciuta tra Portici ed Ercolano. Nonostante il trasferimento a Milano per studi universitari ha sviluppato, a partire dall’esigenza di proporre un connubio tra la cultura musicale “black” ed il folclore della piazza partenopea d’origine, un percorso artistico che affonda le radici in un rapporto solido tra la sua musica e il territorio di appartenenza. Il tema della Masteclass Impact è stato proprio il ”Rapporto tra musica e territorio”: con la giovane soul & urban singer napoletana
Su beat R&B, urban mid-tempo, ricama liriche napulegne con testi decisi che traggono spunto da mitologiche storie nate dalla millenaria storia della sua città. A differenza di altri arricchisce questi elementi con l’esoterismo altra tipicità di napoli che in pochi conoscono. Ma l’immagine che ha dato di sé è forte: “La parte visual del mio progetto artistico si integra ed è importantissima quanto la voce”. Ha raccontato che in un anno è successo di tutto: “Ho iniziato per caso. Fino ad un anno fa facevo la giornalista sportiva ma
riferimento. “La Terra è un elemento predominate nei miei concept - ha detto - sono cresciuta con le mie tradizioni e sono ‘devota’ a Pino Daniele; il mio riferimento musicale anche se negli anni ho imparato e apprezzato molta musica straniera”. “Purtroppo - ha continuato - il lockdown mi ha impedito di iniziare un percorso di live, ho aperto un concerto di Speranza e quando ho visto che il suo pubblico cantava anche le mie canzoni mi è tornata indietro una carica che mi ha fatto capire di voler fare questo mestiere”. “In futuro - ha concluso - credo
si sono analizzati i pro e i contro dell’identità, talvolta ingombrante, che la scuola musicale di Napoli infonde in maniera naturale tra i giovani che vogliono fare questo mestiere. SVM ha da poco firmato un contratto con la Sony Italia ed è prodotta da Big Fish, storico membro del duo rap soul Sottotono e tra i producer italiani più importanti. Con una manciata di video-singoli si è fatta immediatamente notare tanto da ricevere attenzioni non solo dal suo produttore ma da una delle major discografiche più attente a monitorare l’underground italico. Rappresenta un’affascinante connubio tra lingua napoletana e immagini sexy, silky e dreamy.
ho sempre ascoltato tanta musica. In studio con amici ho iniziato per gioco a cantare e in poco tempo è diventato tutto più serio”. Dolce e sensuale paragona la lingua napoletana all’americano: “Si adatta perfettamente all’hip hop, le punchline (frase idiomatiche) e tronche la rendono adattabile al ritmo. Adoro la mia lingua e l’immaginario che riesce a dare”. I suoi testi nascono da una recente delusione d’amore tormentato che è finito. E così che prendono forma brani che hanno come linea guida la tradizione. Da Milano si sposta nella sua città natale per produrre proprio come ha fatto di recente collaborando con Livio Cori, oramai un suo punto di
che mi proporrò anche cantando classici della tradizione, amo ‘Indifferentemente’ ma penso pure che la musica neomelodica è stata rivalutata e che rappresenti iper noi l sound e cultura R&B americana. Impensabili personaggi l’apprezzano ed oggi è sdoganata e ha avuto anche la forza di rinnovarsi acquisendo forme d’internazionalizzazione che scavalcano anche il classico storytelling negativo su Napoli. È in atto un nuovo volto di questa Napoli moderna, c’è apertura mentale nelle nuove generazioni che ha abbattuto i pregiudizi su questa che è una cultura musicale da non sottovalutare più”.
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28 Agosto 2020
Casalinuovo e Guerra: X Factor è un contenitore di sogni E ai giffoner: “Dedizione e costanza le chiavi del successo” Un contenitore di sogni, un po’ come #Giffoni50, un po’ come tutte quelle cose che accolgono, custodiscono e impreziosiscono: X Factor, sogno e poi realtà, musica e parole, un viaggio di emozioni e occasioni che trovano dimensione. È l’eccellenza della musica in tv che torna su Sky Uno dal 17 settembre con una giuria rinnovata: Emma, Hell Raton, Manuel Agnelli, Mika. “Fabbrica speciale”, proprio come direbbe il giornalista e critico musicale Gino Castaldo, un’occasione di confronto e crescita e un’opportunità unica
ma le cose belle nascono proprio così”. Uno show a tutto tondo che mette insieme spettacolo e musica, tra effetti speciali e numeri da capogiro. “Quando lanci il primo anno un programma in televisione la casa madre ti chiede di essere aderente alla bibbia, un libro diviso in capitoli che contiene le linee guida da rispettare - ha continuato Marica Casalinuovo - Noi siamo privilegiati, l’ideatore del format ha infatti decretato l’edizione italiana come la più bella del mondo e quindi si fida e si affida completamente a noi”.
raccontare, siamo privilegiate a poter guardare attraverso i loro occhi la passione e quella fame di musica e in un certo senso sentiamo sempre il bisogno di restituirgli tutto quell’entusiasmo e quella magia”. Come un faro puntato sul talento: “Bisogna alimentare quella capacità con il lavoro, la costanza. Dobbiamo imparare – ha precisato Guerra - a distinguere il talento, capire che come tutte le cose della vita anche la musica può richiedere del tempo. Il successo non è sempre immediato, quanti artisti hanno avuto partenze, pit stop e ripartenze.
di musica. Ma come si costruisce un programma come X Factor? La produttrice Marica Casalinuovo e la curatrice Eliana Guerra (entrambe di Fremantle, la società che produce con successo X Factor) hanno provato a raccontarlo ai masterclasser per un incontro appassionato e coinvolgente. “Una curatrice e una produttrice – ha spiegato la Guerra - sono un po’ il gatto e la volpe. Il curatore di un programma televisivo si occupa del senso complessivo del programma, del significato di un’edizione. Il produttore supporta il curatore e gestisce le beghe. C’è tanta complicità tra noi, dove finisco io comincia lei e viceversa. Discutiamo tanto, ci confrontiamo,
Un progetto unico nel suo genere, alla ricerca dell’artista pronto a “graffiare” cuore e anima. “La musica è una cosa seria – ha aggiunto Eliana Guerra - Richiede impegno e dedizione, come tutti i mestieri e come ogni cosa nella vita. La musica è anche imperfezione, non scegliamo in base all’intonazione o all’estensione vocale. La cosa più bella è riuscire a vedere sotto quell’imperfezione, sotto quel graffio, cosa c’è”. Un lavoro intenso e importante. “La cosa più bella del nostro lavoro è stare con i giovani – ha aggiunto la Casalinuovo - Seguirli passo dopo passo, scoprirli e conoscerli. Spesso nemmeno loro sanno cosa sono davvero e quello che vogliono
È come fare il medico, l’avvocato, possono servire degli anni per venire fuori”. Perché è sempre la costanza e la dedizione la chiave del successo. “Ho cominciato facendo fotocopie e portando caffè – ha spiegato Guerra ai masterclasser incuriositi dal mestiere di creatore La passione è cresciuta sul campo, ho rubato con occhi e orecchie e a voi giovani dico di non pretendere tutto e subito perché bisogna avere la giusta pazienza nella vita”. E a chi porta con sé il sogno di diventare il nuovo concorrente della prossima edizione, qualche consiglio: “L’identità della voce è importante, quando chiudiamo gli occhi dobbiamo riuscire a riconoscerla, è questo il segreto”.
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OGGI IN SALA
THE CASTLE by Lina Lužytė (Lithuania/Ireland, 2019, 91’) Monika, una ragazza lituana di 13 anni che si è recentemente trasferita a Dublino con la madre e la nonna affetta da demenza. Cantante appassionata, Monika insiste perché sua madre, una pianista professionista, continui a suonare con lei. Ma la mamma ora lavora in una fabbrica di pesce per mantenere la famiglia. Quando le due vengono invitate a suonare a “The Castle”, la mamma rifiuta e non dà a Monika i 120 euro di cui ha bisogno per affittare una tastiera. Disperata e determinata ad esibirsi, Monika finisce per rapire sua nonna e chiedere il riscatto a sua madre.
LIFE WITHOUT SARA AMAT by Laura Jou (Spain, 2019, 75’) Pep, un ragazzo di 13 anni, è innamorato di una ragazza del villaggio dei nonni; si chiama Sara Amat. Una notte d’estate, Sara scompare senza lasciare traccia. Qualche ora dopo, Pep la trova nascosta nella sua stanza. La ragazza gli dice che è fuggita di casa e gli chiede se può stare con lui. Anche se Pep sa che tutti in città la stanno cercando, acconsente e diventa il suo tutore e complice in quelli che saranno gli ultimi giorni prima che entrambi lascino la città. Il giovane ragazzo è costretto a vivere una doppia vita: deve mentire a tutti nel villaggio mentre soddisfa tutte le richieste di Sara, richieste che lo spingeranno al limite e lo costringeranno a crescere prima della fine dell’estate.
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RIFLESSI veste Giffoni Film Festival I Fammiano: “Questo è tempo di guardare al futuro e ai giovani” aziende che investono in tutti i settori, in particolare è importante continuare a sostenere la cultura e il Made in Italy. Noi, come azienda, produciamo solo prodotti italiani con materie prime e lavorazioni del nostro territorio e siamo sempre vicini agli eventi che si realizzano nella regione Campania. La partnership di Riflessi con il Giffoni Film Festival si basa su una visione comune: entrambe le realtà infatti si fondano sui giovani ed entrambe li sostengono investendo nelle loro potenzialità. Inoltre anche noi abbiamo una sezione specifica, il Riflessi Lab, dove i ragazzi vengono selezionati, lavorano e trasmettono tanta positività e creatività nel mondo del design. Grazie a questa forza riusciamo a vestire un grande festival come Giffoni, personalizzando gli arredi e i colori gioiosi di questa manifestazione così necessaria perché parla al futuro». Il brand, con un progetto curato dall’architetto Daniele Della Porta, ha arredato l’area lounge, le sale cinema e la Yaris Arena con alcuni degli arredi e complementi più rappresentativi dello stile Riflessi.
Per il secondo anno consecutivo Riflessi, eccellenza italiana dell’arredo, supporta il Giffoni Film Festival arrivato alla 50° edizione. Il noto brand italiano da sempre cresce i propri talenti all’interno del Riflessi Lab, fucina creativa capace di valorizzare la creatività e le competenze dei più talentuosi giovani designer esordienti nel mondo del lavoro. «È necessario esprimere positività in questi momenti difficili – dicono Luigi e Mirko Fammiano, rispettivamente presidente e direttore marketing dell’azienda Riflessi – Adesso è il momento delle grandissime opportunità, vengono premiate le
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Giffoni 50 - Special Award Prof. Giorgio Ventre
Vota per il Public Choice Award su www.regiostarsawards.eu Digital Academies for Inclusive Learning
Polo San Giovanni a Teduccio, Napoli
CATEGORIA Inclusive growth - Skills & Education for a digital Europe
School 2 experience festival
Iniziativa realizzata nell'ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da
www.schoolexperience.it
Campania Giffoni Valle Piana
Scuole Primarie, Secondarie Primo e Secondo Grado
16|21 novembre
Terranova di Pollino Senise Sant’Arcangelo
Scuole Secondarie Primo e Secondo Grado
Scuole Secondarie Primo e Secondo Grado
12|15 ottobre
Palermo
Basilicata
4|7 novembre
Sicilia