Daily Winter Edition Part II

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WEEKLY 26 - 30 dicembre 2020

Winter Edition #PART TWO


WINTER EDITION #part two

#Giffoni50 - Winter Edition giunge al termine: un abbraccio digital, aspettando l’edizione 50plus Bilancio lusinghiero per l’edizione online. Jacopo Gubitosi: “Volevamo stare al fianco dei nostri giffoner”. “Un anno senza Giffoni è un anno perso”. L’hanno ripetuto più volte dalle proprie stanze i 1400 juror di#Giffoni50 - Winter Edition, durante la prima edizione online dell’evento più amato da adulti e ragazzi. Dopo essere stati i primi in Italia a ripartire nel mese di agosto, con un evento internazionale in presenza, Giffoni non si è fermato nemmeno questa volta e ha scelto di mantenere le promesse fatte: dare l’occasione anche ai più piccoli e ai loro genitori di vivere la magia del festival. Un progetto nuovo, dedicato principalmente ai bambini - gli Elements +3, +6 e +10 - e alle loro famiglie, ma anche a ragazzi e young adult, con l’obiettivo di restare al fianco dei giffoner anche in questi giorni di festa. «Il bilancio di #Giffoni50 Winter Edition è ottimo – ha dichiarato Jacopo Gubitosi, Managing Director di Giffoni – l’obiettivo era quello di restare accanto alla nostra community in un periodo così particolare come quello di Natale e soprattutto in considerazione della fase delicata che attraversiamo legata all’emergenza sanitaria. L’affetto e il calore che i 1400 giurati e tutti i giffoner ci hanno restituito sono stati travolgenti. È stata un’esperienza totalmente nuova anche per noi. Volevamo fortemente, però, che la magia di Giffoni restasse inalterata, seppur in digital experience. Credo che l’obiettivo sia stato centrato. Inoltre, questa edizione così speciale ci ha permesso di riprendere un dialogo al quale teniamo tanto, quello tra i ragazzi e il cinema, alimentando la loro passione per il grande schermo. È indubbio che la visione in sala non sia sostituibile da quella esclusivamente domestica, ma in questi giorni, soprattutto tra i bambini ed i giovanissimi, abbiamo avuto 2 | Dicembre 2020


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modo di toccare con mano la voglia di cinema che c’è. Tutto questo ci rincuora. Abbiamo, poi, apprezzato moltissimo la disponibilità dei tanti talenti che sono intervenuti, che ci hanno aperto le porte di casa in questi giorni di festa e che hanno tenuto con i juror conversazioni intime, intense, di grande impatto emotivo. Per tutte queste ragioni siamo certi che #Giffoni50 - Winter Edition entrerà nella nostra storia, rappresentando un momento centrale di un anno straordinario dal quale usciamo cambiati: volevamo agire e reagire, volevamo fare e abbiamo dato il massimo in questo senso. Adesso, però, siamo già proiettati verso #Giffoni50Plus. Il mio invito è perciò per la nuova edizione di Giffoni Film Festival, dal 21 al 31 luglio 2021, e per i tanti appuntamenti in programma durante l’anno. Ovviamente in presenza». Dal 12 al 30 dicembre sono stati 1400 i juror collegati da tutta Italia, a loro è stato dedicato un articolato programma con 50 opere in concorso presentate da registi internazionali, 3 incontri “tra musica e parole” con i cantanti più amati, 10 masterclass, 5 eventi speciali, 16 street artist on web e oltre 30 ospiti che hanno dialogato con il pubblico a casa. Da IGINIO STRAFFI, fondatore e presidente di Rainbow che proprio a Giffoni ha presentato, in anteprima mondiale, il teaser di PINOCCHIO AND FRIENDS, la serie ispirata alla famosissima fiaba attesa per fine 2021; passando per PIERPAOLO SPOLLON, tra i protagonisti della fiction Rai “Doc – Nelle tue mani”. E ancora ROCCO FASANO, tra i volti del cast di SKAM Italia; l’elegante e raffinata ANNA VALLE; il duo comico FICARRA E PICONE; l’amatissima ANNA FOGLIETTA sono solo alcuni dei talenti che hanno attirato l’attenzione di migliaia di juror, rispondendo senza mai sottrarsi alle loro domande e curiosità. Anche per questa edizione ViacomCBS Networks Italia è stata presente con i suoi due brand a target kids & family, Nickelodoen (canale Sky 605) e Super! (canale 47 del dtt e tivusat e 625 di Sky). In particolare, Nickelodeon e l’area infanzia di RCS MediaGroup hanno

raccontato Spongebob e il Manifesto della Generazione Blu, un progetto nato per aiutare le nuove generazioni ad avere una sensibilità maggiore nei confronti del pianeta. Super!, invece, ha portato sul palco virtuale di Giffoni Noa Planas, Swami Caputo, Valentina Bivona, Giorgio Solfrizzi e Federico Mancosu, protagonisti di Talent Reverse, il nuovo format co-prodotto da Mondo TV e House of Talent in onda su Super! tutti i venerdì alle 18.40. In ogni puntata un influencer si scambia il ruolo con genitori, fratelli, sorelle o amici con non poche difficoltà ed imprevisti. Mentre, tra gli eventi speciali, un’altra realtà campana ha riscosso grande successo: Mad Entertainment, la factory creativa fondata a Napoli da Luciano Stella e Maria Carolina Terzi, ha proposto in anteprima i cortometraggi LÀ DOV’È LA NOTTE e LA MUCCA NEL CIELO. Applauditissimi anche i protagonisti dei tre incontri dedicati al mondo della musica: STASH, la vincitrice di X Factor 2020 CASADILEGO e MAX PEZZALI. In questa Winter Edition anche lo Street Fest è diventato “on web” conservando fascino ed emozioni: ad arricchire il calendario di show e spettacoli online sono state le favole di Rodari - e non solo - interpretate da ospiti d’eccezione come NUNZIA SCHIANO, MAX GIUSTI e CLIO ZAMMATTEO, co-founder di ClioMakeUp. Mentre gli spettacoli del format “A teatro con mamma e papà” hanno tenuto incollato allo schermo tutta la famiglia. Di fondamentale importanza anche la collaborazione tra Giffoni, Museo Madre e Città della Scienza insieme per superare, simbolicamente, i limiti imposti dalla normativa anti contagio che ha causato la chiusura di cinema, teatri, musei e luoghi di cultura. Gli spazi espositivi dei due importantissimi poli culturali partenopei hanno ospitato due speciali appuntamenti in diretta streaming, coordinati da Le Nuvole. Eccezionalmente sale e mostre sono state nuovamente visitabili, anche se solo online, dai giurati e da tutti coloro che hanno voluto, ancora una volta, condividere le emozioni che solo il lessico universale della cultura sa far emergere. Dicembre 2020 | 3


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Ecco i Vincitori della Winter Edition Combattuta la sfida per conquistare il Gryphon Award 2020 per le sezioni Elements +3, +6, +10 e GEX DOC. Una selezione appassionata che ha messo a confronto opere provenienti dall’Italia e da tutta Europa, oltre che da Stati Uniti, Iran, Argentina, Cile, Brasile, Russia, Turchia e Israele. I tre lungometraggi vincitori sono:

THE ELFKINS: MISSIONE BEST BAKERY

(Germania) di Ute von Münchow-Pohl, distribuito in Italia da Koch Media e su diverse piattaforme digitali dal 5 gennaio

THE CLUB OF UGLY CHILDREN

(Olanda) di Jonathan Elbers, distribuito in Italia da Rai Cinema e dal regista vincitore di un Emmy Award per il film MEDORA

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Il documentario 17

BLOCKS (Stati Uniti) di Davy Rothbart.

I giurati di #Giffoni50 Winter Edition hanno scelto, inoltre, gli short movie vincitori di questa speciale edizione: un viaggio tra amicizia, empatia, speranza e vita quotidiana. I tre cortometraggi vincitori sono:

Il primo a essere premiato con il Gryphon Award è MISHOU (Germania/Bulgaria) di Milen Vitanov per la sezione Elements +3. Un silenzioso paesaggio innevato fa da sfondo alla storia. La tranquillità viene interrotta dall’atterraggio di un elicottero zeppo di turisti, un veloce giro di selfie e ripartono, lasciando a terra spazzatura e un minuscolo cane.

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Gli Elements +6 hanno, invece, preferito ODD DOG (Stati Uniti) di Keika Lee, in cui un gatto cercherà di conquistare un ragazzo a tutti i costi, arrivando persino a fingersi un cane. È un omaggio all’empatia, alla speranza e all’amore il corto scelto dagli Elements +10:

UMBRELLA (Brasile) di Helena Hilario e Mario Pece. L’opera è ispirata a una storia vera e racconta del sogno di Joseph: avere un ombrello giallo.

BUONGIORNISSIMO! (Italia) di Leopoldo Medugno è stato premiato

dai Parental Experience. Ci racconta la “spedizione punitiva” di alcuni genitori contro un insegnante, colpevole di aver annullato la gita di classe. 6 | Dicembre 2020


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IGINIO STRAFFI AI GIFFONER: “SIATE SEMPRE PRONTI A OSARE” Il papà delle Winx si racconta e presenta in anteprima Pinocchio & Friends E’ l’uomo delle sfide. Quello per cui non esistono barriere invalicabili. Ma è anche e soprattutto l’uomo che ha saputo fare della fantasia un’industria conosciuta in tutto il mondo. Iginio Straffi, papà delle celebri Winx, è stato ospite di una partecipata masterclass di #Giffoni50 – Winter edition, dove ha presentato, in anteprima mondiale, il teaser del suo Pinocchio & Friends. Presidente e fondatore di Rainbow, che quest’anno ha raggiunto il traguardo delle venticinque candeline, il produttore e regista italiano è da tempo di casa a Giffoni, dove ad accoglierlo ha trovato una platea di giovanissimi fan, collegati da tutta Italia. A moderare il fiume di domande e curiosità, c’erano Marta e Matteo, coadiuvati dal signor Giffoni, alias Andrea, la voce fuori campo della factory. “Prepariamoci a un anno nuovo e non a un nuovo anno nel quale entrare diversi e migliori”, è stato l’augurio del fondatore di Giffoni Opportunity Claudio Gubitosi, che ha voluto salutare i suoi giovani e il “re” della creatività made in Italy. “Non è stato facile costruire un’impresa di intrattenimento partendo dalla provincia italiana – ha spiegato Straffi – ma ce l’ho fatta, realizzando quello che era il mio sogno di ragazzo.

Tutto è nato con Tommy & Oscar che ci ha fatto crescere portandoci al successo. Il merito è del mio team, senza di loro non sarebbe stato possibile tutto questo. E mi piace ricordare con orgoglio che ben sette dei miei primi dieci collaboratori sono ancora al mio fianco. Negli anni, naturalmente, la famiglia si è allargata e ci siamo rodati concentrandoci sull’obiettivo più importante, quello di rendere universale il linguaggio dell’animazione”. Come si fa? Il segreto è, almeno a dirsi, semplice: “la forza sta nell’originalità della storia e nell’appeal delle grafiche. Finora non ci siamo mai accontentati e il cammino intrapreso ci sta dando ragione”. In casa Straffi, non ci si accontenta e non si ha mai paura di rischiare. Sopra ogni cosa, non ci si innamora mai di un’idea e si è sempre con le antenne dritte. Un esempio su tutti: Dante Vale di Secrets & Seekers è

nato dalla penna di Straffi che, durante un viaggio di lavoro a Tokyo rimase colpito da un giovane con uno spolverino color cachi e un particolarissimo taglio di capelli. Francesco, Livia, Chiara, Giorgio, Leonardo: le curiosità dei giffoner sono state tantissime, spaziando dalla ideazione di un personaggio, alla responsabilità che un brand come Rainbow ha nel proporre modelli valoriali ai più giovani. “Fin dai tempi di Tommy & Oscar al nostro fianco c’è stato il professor Alberto Pellai – ha chiarito Straffi – ed altri esperti dell’età evolutiva. Inoltre i nostri story editor sono molto ferrati in materia e un prodotto come 44 gatti lo dimostra in pieno, perché ci siamo divertiti a inserire nella storia dei messaggi profondi senza che questi apparissero lezioni di etica o di morale”.

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GENERAZIONE MAX PEZZALI, TRENT’ANNI DI MUSICA

Dagli esordi degli 883 alla consacrazione delle hit di successo: “Osservate con umiltà e costruite vita” Una generazione intera porta il suo nome, espresso a chiare emozioni in quella musica che suona forte sul ritmo di canzoni cantate a squarciagola sotto cieli di battiti e albe infinite. Era il 1992, nasceva un sogno, una melodia nuova, nascevano gli 883: quante note sono passate da quell’anno, quanta vita suonata e condivisa. Una cassetta lasciata in portineria, poi l’inizio di una bella e potente storia. A tutto Max, perché gli anni del motorino sempre in due non passano mai. E Pezzali che la sua vita l’ha scritta così, in musica, resta il solito mito di sempre. Malinconia sussurata, con l’amore sempre a portata di mano, Max Pezzali è l’uomo delle certezze, di quella musica che non si stanca e mai si affanna. Giffoni lo conosce bene, con la sua voce ha accompagnato le notti immense dei giffoner. E la Winter Edition è l’occasione giusta per ritrovarsi, raccontarsi come non mai al giornalista Filippo Ferrari. “Questo è un mondo difficile, devi mettercela tutta e crederci fino in fondo – ha spiegato Max -. Mi è sempre piaciuta l’idea di costruire testi, sono molto timido e ansioso. Scrivevamo canzoni ma a nessuno interessava cantarle, arrivammo a un bivio e così cominciare a cantarle ci sembrò l’unico modo per venire fuori”. Claudio Cecchetto si accorse di loro, immediatamente. “È stato lui a credere per primo nel nostro progetto – ha continuato -. 8 | Dicembre 2020

Oggi è un po’ diverso, la chiave di tutto è crearti una fan base prima di uscire allo scoperto. Riuscire a coltivare un gruppo di persone in grado di aiutarti a creare una storia, una crew, per portarla poi con te quando arrivi al mondo delle case discografiche”. Nord Sud Ovest Est, nel 1993 ha segnato la vera e propria svolta. “Sei un mito ha aperto la strada all’album ed è stato il primo videoclip che abbiamo girato – ha continuato -. Fino a quel momento mai nessuno ci aveva visti in faccia, era arrivato il momento di presentarci e dato che la nostra immagine non sembrò così forte decisero di riempirlo di super modelle. Nessuno si ricorda del nostro viso, ma di tutto il resto si”. Poi la vetta, le conferme, i brani diventati colonne sonore d’amore e di vita. E quei ritornelli a scandire fragilità, nostalgia e traguardi. Una storia lunga trent’anni, questa estate San Siro avrebbe dovuto accogliere due concerti evento: “Eravamo partiti nel 2019 con le prevendite – ha spiegato Pezzali -. Due

sold out, poteva essere un anno totale da ricordare per tutta la vita. Ma sono convinto che tutto l’affetto dimostrato dalle persone ce lo porteremo nel 2021 e quando finalmente torneremo ad assembrarci sarà uno dei momenti più belli di sempre”. Il suo ultimo lavoro discografico ha dato un senso a questo anno di attesa e paure, una nuova prospettiva per Max che con Qualcosa di nuovo ha rispolverato quell’ottimismo malinconico, in equilibrio tra ballate romantiche e featuring trap e hip-hop. “Abbiamo scritto tutto prima del lockdown e le canzoni improvvisamente mi sono sembrate vecchie, raccontavano di un mondo che non c’era più – ha sottolineato -. C’era bisogno di qualcosa che cantasse quella malinconia che ci ha cambiati, così ho ripreso in mano uno dei testi e l’ho riempito di cambiamento e luce”. Ai giffoner ha consigliato di coltivare la passione per la scrittura, per la libertà: “Scrivere canzoni ti migliora, esprime vita. Fatelo per hobby, vi sentirete meglio”.


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“UN GIFFONI FICARRA E PICONE FILM FESTIVAL? NOI CI SIAMO”

Il duo comico si racconta per #Giffoni50 - Winter edition: coltivare l’ansia per scommettere su se stessi

Un Giffoni Ficarra e Picone Film Festival, da tenersi ogni anno, per una settimana. A proporlo, tra una battuta e l’altra, è stato lo stesso irriverente duo comico che della “sicilianità” ha fatto la sua arma vincente. Ospiti del web show nell’ambito di #Giffoni50 – Winter edition, si sono confrontati con i ragazzi tra una battuta e l’altra. Il film che li vede nel duplice ruolo di attori e registi, Il primo Natale, è stato oggetto di più di una domanda posta dai giffoner. La storia ambientata a Rocca di Mezzo Sicula sembra aver infatti conquistato i cuori di tantissimi. “Fare i registi è un po’ come essere attori – ha spiegato Valentino Picone – Per me la macchina da presa è un attore a tutti gli effetti”. La trama è di grande attualità e muove da una considerazione ben precisa: “Siamo rimasti sorpresi, come molti – ha commentato Salvo Ficarra – dal fatto che tante persone che si professano

cattoliche, sono le prime ad urlare: prima gli italiani. Per noi essere credenti dovrebbe portare ad avere uno sguardo carico di compassione nei confronti di chi ha di meno. Ecco perché abbiamo voluto raccontare un Natale altro. Tradizionalmente, i film di questo tipo, che adoriamo, sono dedicati a Babbo Natale, ai suoi elfi e alle sue renne. E’ una narrazione bellissima, ma anche commerciale e non a caso Santa Claus è il testimonial della Coca Cola. Ci siamo chiesti che cos’è il Natale? E’ il compleanno di Gesù, che ci ha lasciato un messaggio ben preciso: ama il prossimo tuo come te stesso. Ed è da qui che nascono i miracoli quotidiani. Ricordiamocelo sempre, siamo artefici del nostro destino ed è bene che impariamo a cambiare il nostro modo di pensare”. Dall’incontro “di due mezze idee, che insieme ne fanno una buona”, è nata una carriera di successi, tra cui la fortunata conduzione di

Striscia la notizia. “Dopo ci siamo sentiti felicemente confusi – hanno detto – Mettersi di nuovo in gioco dopo questa esperienza bellissima è un modo per mescolare le carte ed acuire l’ingegno”. Una nuova partenza, come quella che accompagna tantissimi ragazzi al termine del loro percorso di studi: “Coltivate l’ansia – è stato il consiglio di Ficarra e Picone – E’ una buona regola per industriarsi e scommettere sempre su se stessi”. Guai poi a pensare che la comicità sia frivolezza. “Attraverso la leggerezza è possibile esprimere messaggi molto profondi”, hanno ribadito a chi ha chiesto loro dell’esperienza con il teatro classico greco e un mostro sacro come Barberio Corsetti. “Aristofane parla della sua Atene, di politici corrotti, di una crisi profonda e della necessità per i cittadini, di essere ben attenti al voto. Cose serissime dette con il sorriso, come quando il servo di Dioniso si interroga sull’opportunità di far ridere la platea con una scorreggia”. Cosa riserva il futuro? “Ci sono tante pentole che bollono – ha anticipato Picone – Aspettiamo che l’istinto ci dica cosa fare. Di sicuro continueremo a raccontare storie”.

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ANNA FOGLIETTA: “AMO LAVORARE CON I GIOVANI, SONO IL FUTURO” L’attrice protagonista di un interessante web show: la creatività si alimenta con il dialogo Ironica, talentuosa, irriverente, schietta e naturalmente brillante: Anna Foglietta, ospite di uno dei web show di #Giffoni50 – Winter edition, è stata accolta con tanto entusiasmo dai giffoner, travolti dalla sua vulcanica creatività. Madrina della 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, partner, sul set, di grandi star come George Clooney, Foglietta si è messa a nudo, senza sottrarsi alle tante domande ricevute. Impossibile non parlare di Un giorno all’improvviso, opera prima del regista Ciro D’Emilio, già giurato del Giffoni Film Festival e ospite di una masterclass Cult. Nel film è Miriam, madre problematica di Antonio, 17 anni e un sogno: essere calciatore in una grande squadra. “Il film ha avuto una gestazione molto lunga e per mesi il personaggio mi ha, per certi versi, abitato. E’ una donna complessa, che soffre di narcisismo psicologico, un disturbo della personalità di cui si parla ancora molto poco. Non è stato semplice interpretarla – ha raccontato – Non volevamo restituire al pubblico l’idea di una donna malata, ma di una persona normale che riesce a mimetizzarsi piuttosto bene fino ad esplodere come una mina di fronte a un elemento disturbante. Ci ho lavorato molto, perché il dolore merita rispetto”. Ma l’esperienza con D’Emilio, 10 | Dicembre 2020

a cui confessa di essere ancora molto legata, non è l’unica con un esordiente. Ora, anticipa, è al lavoro con una regista trentenne, Francesca Marino: “Le opere prime mi interessano moltissimo. Ho 41 anni, non sono più giovanissima, anche se mi sento ancora una adolescente. Apprezzo i giovani perché hanno da dire cose molto interessanti. I loro lavori sono la fucina del cinema del futuro”. Complice la sua propensione

tà si alimenta nel dialogo e nel confronto, creando occasioni di condivisione, proprio come state facendo in questo preciso momento. Nel chiuso della propria stanza non accade nulla. Bisogna essere giustamente onesti: se le cose non capitano, molte volte dipende proprio da noi e dalla nostra incapacità di porci in relazioni con gli altri”. Meglio non avere miti, ma imparare ad essere ladri, naturalmente solo sul set: “Non

all’antropologia, “perché mi interessano da morire gli esseri umani”, questi ultimi diventano spesso la linfa da cui trarre ispirazione. “Ero molto incerta sul discorso da fare a Venezia. Poi, per caso, ho conosciuto il papà novantenne di una mia amica. Questo signore che si svegliava ogni mattina alle 5.30 mi ha regalato il verbo “fare” sotto una luce completamente diversa. Lì ho trovato la risposta alle mie inquietudini, un grande affresco dell’umanità”. Ai giffoner Anna Foglietta ha rivolto un appello: “La creativi-

si finisce mai di rubare e io sono una ladra nata. Il nostro è un lavoro di ascolto e di osservazione, sbaglia chi vive nel suo mondo. Che lavori con dei grandi maestri o con dei giovani, non fa differenza. Sono lì in silenzio a guardare come si muove un sopracciglio o come si spostano due gambe. E’ fondamentale per crescere, in particolare per me che sono una autodidatta. Non ho fatto nessuna scuola, avevo paura che mi rifiutassero”.


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A GIFFONI LA FAVOLA DI CASADILEGO: ADESSO LASCIATEMI FARE MUSICA La trionfatrice di X Factor 2020 si racconta: ho tanta voglia di imparare Costruire, lentamente comporre. Pezzo dopo pezzo, perché è l’insieme delle esperienze e delle visioni a definire meraviglia, intensità e bellezza: Casadilego, è per questo che nessun altro nome le è sembrato più adatto. La passione per Ed Sheeran da sigillarsi addosso, e quel sogno di trasformarsi in “una casa di lego pronta ad accogliere, pronta a scoprire posti meravigliosi e parti mancanti”. Dietro una spiccata timidezza, la lunga chioma blu e due occhioni pronti a divorare il mondo, c’è Elisa Coclite, la giovanissima cantante che ha trionfato a X Factor 2020 lo scorso 11 dicembre nel team di Hell Raton. In punta di piedi, così come è solita fare, ma con il cuore pronto ad esplodere e raccontare: ha la stessa età di tanti giffoner, appena diciassettenne, ospite speciale e emozionata della Winter Edition: “La prima volta che ho ascoltato Ed Sheeran mi sono sentita a casa, avevo otto anni e c’è stata una vera e propria scintilla – ha raccontato a Giffoni -. Un mondo nuovo, fatto di cose che mi piacevano e mi facevano stare bene, ho capito che la musica sarebbe stata la mia vita”. A frugare nel cassetto dei sogni

insieme a lei, il giornalista Andrea Laffranchi. Sono tanti quelli di Casadilego, voce rivelazione del talent Sky. “Alle blind non ho mai avuto grandi aspettative – ha continuato così a raccontarsi -. Pensavo che i primi tre provini sarebbero stati gli ultimi, non mi aspettavo di arrivare fino a lì. Poi la non aspettativa si è trasformata in impegno a fare sempre meglio”. Un percorso nuovo per lei, una musica pronta a suonare sempre più forte. “Non ero lì per vincere o dimostrare qualcosa – ha continuato –. Volevo condividere, prendere e dare”. È il pianoforte la sua seconda pelle, quello scudo speciale che la protegge, nascondersi tra le note è una cosa naturale, quasi necessaria. Figlia di musicisti, nelle sue vene scorre sangue jazz passivo: “Ricordo la prima volta che ho sfiorato quei tasti neri, avevo solo pochi mesi. Non mi sorprende tutto questo legame che c’è tra me e il pianoforte, è stato forse il primo suono che ho ascoltato, mio padre mi ha accolta con Mozart quando io e mamma siamo arrivate a casa tre giorni dopo la mia nascita”. Ed è cresciuta così, a musica leggera e sogni gran-

di. “Davanti a me c’è una strada, il senso è riempirla di ispirazioni – ha continuato -. Ho bisogno di trovare nuove cose, conoscere nuovi mondi, ho bisogno di trovare la mia dimensione ideale cantando in italiano. E poi ho tanta voglia di imparare”. “Con Manuelito mi sono divertita tantissimo – ha raccontato a Laffranchi e ai giffoner -. è stato un percorso bellissimo. Porterò con me dei legami intensi, le under donne sono diventate delle sorelle. Ma anche Santi, i Melancholia e tutti gli altri ragazzi che hanno condiviso quei giorni con me. Adesso voglio far conoscere chi sono, tutte le mie sfumature, perché le persone hanno visto solo una parte di Casadilego. Ci sono ancora tanti mondi da incastrare”. Oggi il suo account Instagram conta più di 200mila follower: “Sono felice che le persone ascoltano la mia musica ma non sono ossessionata dai social – ha aggiunto -. Mi piacerebbe vederle davanti a me, questo si, duecentomila persone riempiono quattro stadi. Sarebbe pazzesco”. Timida, ma con le emozioni giuste. Che parlano anche restando zitte. “Quando uscii da X Factor mi chiesero del body shaming e di una serie di cose di cui non mi sento pronta a portare il peso. C’è tanta gente che combatte e ha combattuto, che incentra la propria arte per portare messaggi di questo tipo. Io non mi sento in grado e non voglio farlo, sono dell’idea che nella vita bisogna sempre prendere una posizione e io so bene quale è la mia. Qualora ce ne fosse bisogno metto anche una bandierina in testa, ma adesso lasciatemi fare musica”.

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“COLTIVATE L’ENERGIA”. L’APPELLO DI ANNA VALLE AI GIFFONER E ammette: mi trasmettete un’energia straordinaria. Spero di potervi rivedere presto Miss Italia 1995, Anna Valle è stata ospite del web show di giffonilive.it per incontrare i giffoner e confrontarsi con loro sul cinema, la cultura, la danza e, più in generale, sull’importanza di tenere viva la fiamma della creatività anche in momenti complessi come questo scandito dall’emergenza sanitaria. Nell’ambito di #Giffoni50 – Winter edition, l’attrice ha presentato il cortometraggio Sulle punte, visto tra l’altro ad agosto dai Generator +13, firmato dal regista Ulisse Lendaro. Sequel di L’età imperfetta, in otto minuti racconta il tormento di Camilla, sola sul palco di fronte alla commissione di una prestigiosa accademia di danza francese. Al suo posto avrebbe dovuto esserci Sara, coinvolta in un misterioso incidente. Il lavoro rientra nel progetto “L’età imperfetta – Un anno dopo”, prima edizione di Cinema-Scuola-Lab, promosso dal Miur-Mibact. “Sono stati coinvolti i ragazzi delle scuole superiori ed alcuni di loro sono stati fisica12 | Dicembre 2020

mente presenti sul set. Un’esperienza molto stimolante sia per loro che per la troupe”. Nel corto l’attrice interpreta un’insegnante di danza classica, una donna rigida, ma capace di trasmettere un valore preciso: “Sono convinta che più grande è la passione che ti anima, più riesci ad andare avanti come un treno. Se poi durante il percorso trovi anche qualcuno che simbolicamente riesce a darti il calore di un abbraccio, la strada è sicuramente spianata”. Nel suo cuore i ragazzi hanno un posto particolare: “Sono animati da curiosità e passione. Ecco perché sono convinta del fatto che arte e cultura vadano promosse con maggiore attenzione, anche in una fase delicata come quella che stiamo vivendo. Bisogna cercare di riaprire in sicurezza i luoghi di incontro, come ha fatto questa estate Giffoni. Si può fare di più, non è facile, ma bisogna mettercela tutta”. Il suo è un ritorno, come testimonia una foto mostrata in diretta che la ritrae di rosso vestita e con un sorriso smagliante tra i juror.

“Spero di poter essere nuovamente dei vostri – ha raccontato Valle – Siete capaci di trasmettermi un’energia straordinaria, anche ora, a distanza”. Ma l’energia non è solo un dono: va coltivata, e se si ha la fortuna di trovare un buon maestro, il gioco è fatto. “Ricordo in particolare un insegnante del liceo, il professore Marino, che insegnava storia dell’arte. Lo amavamo tutti, perché oltre a far crescere la nostra cultura, ci ha trasferito il gusto dell’emozione, insegnandoci perfino a sentire il vento”. Tantissime le domande dei ragazzi, che hanno spaziato da Vite in fuga, la serie tv che la vede nel ruolo di Silvia, fino all’esperienza del teatro, “una magia indescrivibile. Alimenta il tuo essere attore e ti regala una straordinaria energia. Tornerò a farlo, anche se è sempre difficile giostrarsi tra gli impegni del set e la famiglia”. Il futuro riserva la scrittura? Chissà, “per ora ho ancora tanta strada da fare”.


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L’ENERGIA DI STASH A GIFFONI: “SUL PALCOSCENICO MI SENTO LIBERO” Il frontman dei The Kolors si racconta: mia figlia Grace la vera forza Living on My Own di Freddie Mercury, un palcoscenico condiviso con il suo papà e l’emozione della musica che diventa vita: la storia di Stash comincia così, a soli sei anni. Piccolissimo, con in tasca la voglia di conquistare la libertà, qualche nota e la chitarra ad accompagnare i suoi giorni. Cresciuto a “pane, Pink Floyd, Michael Jackson e Queen”, perché era tutto lì quello che colorava il suo mondo: “La musica è ogni cosa, quando mio padre mi ha trascinato sul palcoscenico ho capito che era quello il mio habitat naturale, non arrivavo al microfono ma avevo una voglia pazzesca di tirare fuori tutto quello che mi portavo dentro”. Un viaggio incredibile, una passione condivisa, una storia scritta con la grinta di chi porta addosso i colori, le sfumature di quel sogno costruito con entusiasmo e tenacia. La gavetta, poi gli anni passati a inventare occasioni e costruire realtà: tra musica e parole, semplicemente, si è raccontato così il frontman dei The Kolors nella Winter Edition di Giffoni. A sfogliare insieme a lui l’album dei ricordi tra passato, presente e futuro, Mariasole Pollio: immagini di vita condivisa

in esclusiva con i giffoner, con l’irriverenza e la semplicità che da sempre lo contraddistinguono. “Non ho mai smesso di crederci – ha raccontato -. Quando sono nati i The Kolors nel 2009 il nostro cachet erano due birre e un secondo con le patatine fritte. Suonavamo in uno dei locali più underground di Milano, dove erano passati Elio e le storie tese e Le Vibrazioni. La nostra musica piaceva a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, a Francesco Sarcina, crescevamo come band ma ci mancava quel salto in avanti, così ci mettemmo in discussione e partecipammo ai casting di Amici”. L’inizio di tutto, la svolta. “Eravamo scettici, a tratto scoraggiati ma abbiamo sempre messo davanti a tutto la verità di quello che eravamo e di quello che per noi è la musica – ha continuato Stash, che insieme a Alex e Daniele ha trionfato nella quattordicesima edizione del talent show di Maria De Filippi -. Facevamo un tipo di musica lontano da quel genere di programmi, ma subito abbiamo capito che la cosa che ci sembrava un punto di debolezza poteva essere la nostra più grande forza”. Senza arrendersi mai,

avendo sempre chiara la meta. Lasciando spazio a nuove note, infinite parole. Ma è la fragilità e l’intensità di Pensare male, nel 2019, a regalare ai The Kolors numeri da capogiro, una nuova fase del loro percorso artistico. Insieme ad Elodie sul podio delle classifiche italiane, è trai i brani più trasmessi alla radio dello scorso anno: “Quella canzone rappresenta il nuovo inizio della nostra band – ha spiegato Stash -. È nata mentre ero bloccato nel traffico, registrai il motivetto iniziale in una nota vocale del cellulare. È l’emblema della nostra libertà”. A cuore aperto, come ama fare. Con gli occhi luminosi, gli stessi di quel bambino che sul palco portava il sogno di vivere di musica. E un sorriso nuovo, che oggi porta il nome di Grace, sua figlia. “Non sono mai stato così bene – ha confidato visibilmente emozionato -. Nella sfortuna di questo anno così duro ho trovato la mia fortuna riuscendo a vivere un amore che non pensavo si potesse provare. Adesso vorrei solo tornare su quel palcoscenico che riesce a farmi sentire invincibile, tornare a incontrarci sotto un cielo di musica, non chiedo di più”.

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ROCCO FASANO: “PERSONALIZZATE IL VOSTRO MONDO. STATE LONTANI DAI PREGIUDIZI” Protagonista di Skam: il ruolo di Niccolò mi ha dato tanto Uno zaino pieno di passioni, tra sogni realizzati e desideri custoditi. Il mestiere dell’attore se lo è cucito addosso come una seconda pelle, perché “è quella dimensione perfetta, una musica infinita”. Rocco Fasano ha raccontato così il suo grande amore per la recitazione, con parole semplici e gli occhi luminosi a spiegare ogni cosa. “La mia formazione musicale è stata molto importante per quella attoriale – ha spiegato ai ragazzi della Factory di Giffoni -. Ci sono una serie di abilità trasversali che ti permettono di muoverti da un ambito all’altro con maggiore padronanza e dimestichezza. Bisogna trovare quell’equilibrio perfetto, quando interpreto un personaggio è un po’ come suonare un pezzo al pianoforte. Ho uno spartito davanti ma devo riuscire a dargli quella sfumatura in grado di rendere unica e viva quella melodia”. A tu per tu con i giffoner, tra emozioni, note e consigli, per una speciale reunion tra amici: e la magia è servita, in perfetto stile Winter Edition. “Non dimenticatevi mai di osservare, ascoltare e vivere le cose il più possibile – ha subito detto -. Per fare questo mestiere dovete sempre credere in voi stessi, c’è una competizione infinita e non sempre è facile trovare il proprio posto dove esprimersi al meglio”. Il suo Niccolò Fares nell’amata serie Skam Italia lo ha consacrato al grande pubblico, una storia tormentata e piena di fragilità interpretata con estrema sensibilità. “Non conoscevo Skam prima di presentarmi al provino – ha raccontato -. Quando mi hanno preso ho guardato le prime due stagioni nor14 | Dicembre 2020

vegesi, ma poi ho smesso perché non volevo farmi condizionare. Niccolò mi ha insegnato tanto, mi ha regalato una visione della realtà carica di sensibilità e emozioni”. Il personaggio che interpreta Fasano nella serie soffre di un disturbo borderline di personalità: “Ho cercato di presentarlo senza tradire il lavoro del regista – ha continuato -. Ci ho messo ogni cosa, cuore e passione, perché credo sia importante far capire che bisogna allontanarsi dai giudizi sterili e superficiali. Non dobbiamo lasciarci condizionare dalle fragilità, dalle cose che ci si presentano davanti come diverse. Chi soffre di disturbi del genere ha tanto da raccontare, ha bisogno di trovare persone disposte a capire, cercare e poi trovare. Se viene meno il giudizio, conscio e inconscio, è possibile toccare con mano quella sensibilità spiccata dove tanti, come Niccolò, inciampano spesso e che nasconde un mondo tutto da scoprire”. Oscar Wilde è stato il suo primo amore platonico, Il ritratto di Dorian Gray un modello di vita che ha profondamente segnato la sua adolescenza: “Ricordo ancora quella sensazione come fosse ieri, un senso di condivisione assoluto. Una magia, amore a prima vista”. Ed è forse in quel momento che Fasano ha compreso la sua vera aspirazione, trovando proprio nella recitazione la sua naturale vocazione. “Non è stato sempre semplice – ha confidato ai ragazzi della Factory -. Non si può dire quale è la strada giusta da intraprendere per emergere. Voi credeteci sempre e non fermatevi ai no”.


WINTER EDITION #part two

PIERPAOLO SPOLLON: “CREDETE IN QUESTA ARTE E METTETECI ENTUSIASMO” Tra i protagonisti di Doc: con Giffoni amore a prima vista Recitare è respirare, scoprirsi libero in qualsiasi luogo. In qualsiasi veste. La passione per questa arte gli ha salvato la vita, dando forma e sostanza a quei sogni di bambino passati tra lego, costruzioni e disegni lasciati qua e la in giro per casa. Pierpaolo Spollon ha grinta da vendere, sguardo intenso e intraprendente, ironico e esuberante. Ospite della Winter Edition ha conquistato i ragazzi della Factory, per un Giffoni in digital experience che ha la bellezza dell’immediatezza, della semplicità che racconta grandezza. “Mi sembra di essere alla mia prima lezione di didattica a distanza – ha subito detto ai giffoner Spollon -.Mi chiamate a Giffoni per la prima volta e non ho la fortuna di potervi incontrare, mi hanno parlato di una magia fuori dal normale. È il classico mai una gioia edizione Spollon”. Carismatico, sognatore, irriverente: con Giffoni, amore a prima vista. Una chiacchierata tra amici quella tra il giovane attore e i ragazzi della Factory, qualche consiglio e la spinta a fare sempre di più, perché la meraviglia è tutta lì: “Riempitevi di cazzimma, mettetevi in gioco sempre – ha suggerito -. Lo studio, la conoscenza, vi migliorano ma voi cercate sempre di approcciarvi a questo mestiere con la testa e con il cuore. Non c’è una ricetta precisa per fare l’attore, se avete questo sacro fuoco provateci e datevi dei tempi ma non arrendetevi ai primi no, fatevi stimolare dalle sconfitte, costruite su quelle nuove ripartenze”. Lo specializzando di medicina nella serie record di ascolti Doc – Nelle tue mani, Riccardo Bonvenga, ha fatto di lui

uno dei volti più apprezzati del piccolo schermo. “Tutti nascondiamo una parte di noi, c’è la ribalta e poi i retroscena. Tendiamo a mostrare quello che pensiamo sia bello da mostrare – ha raccontato Spollon -. Con il ruolo di Riccardo, mi è tornata in mente la mia adolescenza quando per nascondere la timidezza esageravo con l’ironia. Mi ero costruito una comfort zone, dove sapevo primeggiare e dove la timidezza non riusciva a limitarmi. Quell’insicurezza che ho cucito addosso a lui era la mia di qualche tempo fa, l’ho pensato in pace con se stesso alle prese con il mondo che lo circondava per affrontare finalmente la disabilità senza il peso delle maschere”. Recitare è la cosa che riesce a farlo sentire vivo, in pace con il mondo, nel posto in cui ha sempre desiderato stare: “Mi capita di non sentirmi all’altezza – ha continuato raccontandosi senza filtri ai giffoner -. enza questo mestiere però non saprei stare, credo in quello che faccio e cerco di migliorarmi costantemente. Quando riesci a individuare gli errori che fai sei giù un passo avanti, è nei momenti di incertezza che si ingegna la creatività. Improvvisate e poi riprendete a studiare, le accademie ti formano ma non è detto che solo chi studia può fare l’attore”. Un fiume in piena, per uno scambio di emozioni e vita, arte e cultura. “Trovate la verità nel mezzo – ha così salutato la Factory -. Non sottovalutate mai l’arte di questo mestiere e difendetela, metteteci tutta la grinta che avete e credeteci sempre più forte”. Dicembre 2020 | 15


WINTER EDITION #part two

In anteprima mondiale il teaser di Pinocchio & Friends: così il personaggio di Collodi diventa il nuovo eroe contemporaneo

arà pronto tra un anno, ma la platea dei giffoner ha potuto godere, in anteprima mondiale, del suo teaser. Parliamo di Pinocchio & Friends, la nuova sfida del

sico nel mondo contemporaneo, intrecciando avventura, comicità, divertimento ed educazione e facendo emergere l’essenza di ciò che rende Pinocchio intramontabile.

to che vive in una bottega di giocattoli e l’alter ego di Pinocchio è Frida, una bambola di pezza che sa tenergli testa e interagire con lui”. L’ambientazione è made in Italy e, nello specifico, vede protagonista la Toscana con le sue bellezze naturali e i suoi borghi medievali. “Sarebbe stato più semplice scegliere una grande metropoli americana, perché il nostro obiettivo è quello di fare in modo che in Pinocchio possa identificarsi un bambino di San Paolo come di Tokyo, ma abbiamo voluto rendere omaggio alla nostra terra e a quella che ha dato i natali a Collodi, pur

gruppo Rainbow che ha reinterpretato in chiave moderna il celebre capolavoro di Carlo Collodi. Il Pinocchio di Iginio Straffi è il primo show di animazione mai realizzato dal punto di vista dei bambini, e ricrea una storia che molti studi hanno cercato di adattare in chiave moderna, trasportando il clas-

“Si tratta di una sfida molto importante per noi – ha commentato Straffi a margine di un incontro con la platea di #Giffoni50 – Winter edition – Abbiamo infatti trascinato il burattino di legno nella nostra realtà, quella fatta di cellulari, droni e videogiochi. Geppetto non è un semplice falegname, ma un aggiustatut-

essendo consapevoli di dover fare uno sforzo in più per riuscire a rendere il nostro messaggio universale”. Per ammirare il Pinocchio della Rainbow bisognerà pazientare ancora alcuni mesi, ma un dato è certo: sarà un successo, perché da venticinque anni la creatività è il punto di forza dell’azienda

Iginio Straffi: una sfida molto importante per noi. Per la prima volta il burattino vivrà in un mondo di cellulari e droni

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44 Gatti: l’anteprima gattastica per gli Elements +3 tra musica e emozioni I Buffycats ospiti d’eccezione a Giffoni: ecco come riusciamo ancora a volare con la fantasia

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ampo, Milady, Pilou e Polpetta per un pomeriggio davvero speciale tutto dedicato ai giffoner: tre episodi in anteprima esclusiva della serie animata 44 Gatti prodotta da Rainbow in collaborazione con Rai Ragazzi e Antoniano di Bologna. Le avventure dei gattoni più amati di sempre, tra peripezie e musica, hanno incantato gli Elements +3 della Winter Edi-

italiana. “Essere creativi non è semplice – ha ammesso Straffi rispondendo alle domande dei giffoner – E’ un lavoro continuo, che ti assorbe nell’arco delle ventiquattro

tion che hanno ritrovato i loro inseparabili amici per un abbraccio virtuale di gioia e allegria. Fusa e coccole, sulle note di alcuni dei successi senza tempo dello Zecchino d’Oro, in un viaggio d’animazione che ha conquistato grandi e piccini: 44 Gatti con semplicità e fantasia si conferma serie campione di ascolti, trasmessa in più di 100 paesi combina musica e intrattenimento con un’animazione CGI di altissima

ore. Tante volte mi alzo nel cuore della notte perché mi è venuta un’idea: per non perdere quell’attimo prezioso mi metto alla scrivania e butto giù i miei pensieri. Gran parte del-

qualità. Nata dal genio e dall’estro creativo di Iginio Straffi, fondatore e presidente di Rainbow, racconta emozioni e sentimenti con messaggi che arrivano dritti al cuore dei più piccoli. Diversi tra loro i protagonisti, con un musino adorabile e la passione per la musica, i Buffycats sono ormai ospiti d’eccezione a Giffoni: a tutto rock, per colorare di emozioni e fantastici sorrisi anche questo Festival in digital experience. E così al termine dei tre episodi gattosi, in anteprima per i piccoli di Giffoni e presto in onda su Rai Yoyo, una coreografia e un karaoke al ritmo della spensieratezza e della vivacità. Con gli occhi pieni di entusiasmo e la grinta di chi riesce ancora a sognare e volare con la fantasia!

le mie creazioni nascono così. Le famiglie ameranno questa serie avvincente e i bambini troveranno in Pinocchio il loro nuovo eroe”.

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WINTER EDITION #part two

ALLA SCOPERTA DEL MANIFESTO DELLA GENERAZIONE BLU CON SPONGEBOB

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Il personaggio amato da grandi e piccoli testimonial di una campagna a difesa dell’ecosistema marino

uanti insoliti amici vivono tra le acque della barriera corallina? Tantissimi, dalle forme e dai colori più strani. A scoprirlo, insieme a SpongeBob e Patrick Stella, sono stati i giffoner protagonisti del web show di giffonilive. it. Un incontro in blu, quello promosso nel ricchissimo cartellone di #Giffoni50 – Winter edition, con tre ospiti d’eccezione: Chiara Bidoli (direttore responsabile di Io e il mio bambino Style piccoli e del sito Quimamme.it), Diana de Marsanich (giornalista green di Natural Style e F) e Chiara Giacoletto Papas (Pr & Communications Senior Director ViacomCbs Italia). Il primo, affascinante episodio di SpongeBob generazione blu, è stato il pretesto per raccontare com’è nato il Manifesto della generazione blu con SpongeBob, un progetto figlio di chi ama il mare e l’ambiente e frutto di una cooperazione tra il network internazionale di Sfera (l’area di RCS Mediagroup dedicata all’infanzia) e ViacomCbs Italia, con il brand per famiglie e ragazzi Nickelodeon, uniti per sensibilizzare i più giovani al rispetto per il mare. Ed è proprio la simpatica spugna di Bikini Bottom, nata dalla 18 | Dicembre 2020

creatività di un biologo marino, a chiedere agli umani uno sforzo in più per aiutare la natura. Ma come nasce il manifesto? Da un sondaggio fatto tra sedicimila studenti delle scuole elementari e medie, “che hanno tanto da insegnare a noi adulti, perché in cima alle loro priorità hanno inserito proprio l’amore per la flora e la fauna”, hanno spiegato Chiara Bidoli e Di-

ambasciatore della generazione blu a B di bambini uniti per cambiare il mondo. Perché come ha ricordato Chiara Giacoletto Papas, “ognuno nel suo piccolo può contribuire a cambiare il mondo”. Fare bene la raccolta differenziata, scegliere con scrupolo cosa buttare e cosa riciclare, amare la natura e considerare le sue componenti dei tasselli di vita e non dei giocattoli,

ana de Marsanich. Le nove regole che compongono i valori del nuovo Manifesto, sono contenute nelle lettere che formano il nome del personaggio dei cartoon: si va da S come supereroe della gentilezza a P come paladino della natura, da O che sta per occhio al bidone a N di naturalmente connesso, da G di giardiniere a E che suggerisce di eliminare gli sprechi. E ancora O di ognuno

prendersi cura di giardini ed aree verdi, sono alcuni gesti quotidiani capaci di mettere in moto una vera e propria rivoluzione. E perché no, come suggerito dai genitori che hanno partecipato attivamente alla masterclass, dare vita ad un app dove sarà possibile consultare tutti i contenuti presenti sulla piattaforma online, tutto a portata di smartphone.


WINTER EDITION #part two

LA MUCCA NEL CIELO E LÀ DOV’È LA NOTTE: SPECIAL EVENT DELLA MAD ENTERTAINMENT

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All’incontro ha partecipato il regista Filippini: il nostro obiettivo era raccontare come si superano le paure

oppio appuntamento con Mad Entertainment, la factory creativa fondata a Napoli da Luciano Stella e Maria Carolina Terzi, che nei digital cinema di #Giffoni50 - Winter Edition ha presentato in anteprima ben due cortometraggi: LA MUCCA NEL CIELO e LÀ DOV’È LA NOTTE. Allo special event, dedicato agli Elements +6 e +10, ha partecipato anche il regista degli short movie Francesco Filippini. Due storie d’animazione molto diverse tra loro ma ugualmente emozionati e coinvolgenti. LA MUCCA NEL CIELO, realizzato in collaborazione con ASIA (Associazione per la solidarietà internazionale in Asia) racconta la vita di un fiore di cotone attraverso gli occhi ingenui di una mucca. Da quell’osservare si realizza quanto il mondo sia interconnesso, e quanto tutti siano importanti per l’equilibrio della terra. “Questo lavoro fa parte del progetto ‘Distinti ma non distanti’ teso a promuovere i valori della comunità buddista per abbattere i confini interiori - spiega ai bambini Lidia Fidanzia, responsabile fundraising di Asia - il messaggio che volevamo lanciare era chiaro: l’inter-

dipendenza, ossia il fatto che nulla è separato dal resto e per farlo abbiamo scelto la potenza dell’animazione, affinché questo concetto potesse arrivare a tutti, bambini ed adulti”. Percorso diverso quello di LÀ DOVE LA NOTTE: Pic Whitman è un bambino di otto anni con tratti nativi americani. È una notte piovosa e oscura, il ragazzo è da solo in casa con la non-

ista, Francesco Filippi - Ho sempre avuto una grande passione per il cinema e il disegno mi ha aiutato a realizzare il mio grande sogno. In questo caso quello che volevamo rappresentare era il superamento delle paure, tra piccole e grandi sfide e qualche imprevisto”. Mad Entertainment, fondata nel 2010, è nata dalla scommessa di convogliare

na, un’anzianissima signora immobile su di una poltrona. Ma in casa c’è anche il nonno di Pic, peccato stia riposando all’interno di un urna cineraria affianco alla sua foto. Improvvisamente un lampo fa mancare la corrente e nello stesso istante l’anziana si risveglia dal letargo. “Seguo i miei progetti dall’inizio alla fine, dallo storyboard alla produzione, e anche questa volta è stato così - dice ai giurati il reg-

in un unico luogo artisti e professionisti dell’audiovisivo. Negli studi della factory campana sceneggiatori, registi, disegnatori, animatori, tecnici del 3D e degli effetti speciali, montatori e musicisti progettano e realizzano in house ciascuna fase produttiva, dall’idea allo sviluppo, dalla scrittura all’approccio visivo, dalla regia al montaggio fino alla composizione delle colonne sonore. Dicembre 2020 | 19


WINTER EDITION #part two

A LEZIONE DI SOSTENIBILITÀ CON ORTOROMI: IMPARARE IL MANGIAR SANO DAI BANCHI DI SCUOLA Masterclass con la responsabile Marketing, Martina Boromello: il nostro progetto per gli alunni continua in versione digitale con una piattaforma aperta a tutti. A fine gennaio sarà online. Ma il nostro desiderio è quello di tornare ai laboratori in presenza Educare alla sostenibilità attraverso il binomio gioco – digitale, è una delle mission che OrtoRomi si è posta attraverso il progetto “OrtoRomi per la scuola” che è stato presentato nel corso di una masterclass

ponevano il progetto partito nel novembre del 2019. «Volevamo arrivare ai ragazzi – ha spiegato Martina Boromello – a quelli che saranno i responsabili d’acquisto del domani. Siamo partiti con questa esperienza che abbiamo fortemente voluto e che ha avuto in pochissimo tempo tantissime adesioni. Il riscontro che ha avuto è andato, infatti, al di là delle nostre aspettative. Abbiamo avuto adesioni tali da coprire l’intero anno scolastico con mesi di anticipo. Il progetto aveva ed ha lo scopo di sensibilizzare i bambini sui che si inserisce nell’ambiclass con i versi di “Natura, temi della sana alimentazito di #Giffoni50 – Winter vattene!” di Gianni Rodari. one, del mangiare bene, Edition. A conferma di una Promuovere attivamente dell’importanza del concollaborazione ormai solida la cultura del mangiar sumo di frutta e verdura, tra Giffoni e la società coop- sano, attraverso un perdella sostenibilità aziendale erativa agricola veneta. corso educativo dedicato e sociale. In presenza il Dai banchi di scuola agli all’agricoltura e all’induprogetto ha previsto visite orti, questo la semplice intu- stria alimentare, dare le sia nelle nostre aziende izione di OrtoRomi, azienda prime nozioni su tracciaagricole che nel nostro leader nella produzione di bilità della filiera o, anstabilimento. Qui si svolinsalate controllate e certifi- cora, sulla sostenibilità gevano i nostri laboratori cate, legate al brand di pun- aziendale e sociale fino didattici dedicati a diverse ta Insarl’Arte. Ad illustrare ad arrivare alla lettura del- tematiche. Tra cui quello il progetto è stata Martina le etichette o alla prepaper la lettura delle etichette, Boromello, responsabile razione di un piatto equil- uno dedicato al ciclo di vita marketing & comunicaibrato e bilanciato: erano degli ortaggi, oppure al ciclo zione di OrtoRomi, che questi le basi concettuali e dell’acqua, fino alle tecniche ne ha tracciato la storia e le azioni operative che com- di agricoltura o, ancora, alle 20 | Dicembre 2020

l’evoluzione, dando alcune interessanti anticipazioni su come si declinerà in seguito ai mutamenti legati alla pandemia ancora in corso. A coordinare i lavori il giornalista Davide Speranza che ha aperto la master-


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numerosissime possibilità di declinare il gusto ed i sapori attraverso le verdure». Poi la pandemia ha ovviamente costretto il progetto a fermarsi: «Non abbiamo mai smesso – ha continuato Martina Boromello - di pensare all’importanza di questo progetto. E così dopo un po’ di settimane abbiam iniziato a pubblicare mini video educativi che durante l’estate hanno raccontato i temi alla base del progetto didattico». Ora il progetto è pronto a spiccare il volo e a diventare di respiro nazionale grazie proprio al supporto che arriva dalla tecnologia digitale. «Abbiamo creato una piattaforma didattica online che è fruibile da tutti – spiega la responsabile marketing di OrtoRomi - Così il progetto può continuare a svilupparsi. Il portale www.ortoromiperlascuola.it vedrà la luce a fine gennaio e nell’area riservata i docenti che aderiranno potranno avere accesso ai laboratori, ai video, ai videogames. Al centro ci saranno come ovvio i temi a noi cari, quelli del mangiar sano e della sostenibilità». L’idea è semplice, la realizzazione è chiara ed efficace. Il digitale diventa un supporto tale da abbattere le barriere. Ecco che l’esperienza del lockdown è diventata un’opportunità per allargare la fruizione del progetto che in presenza era dedicato al secondo ciclo della scuola primaria.

Tutto, come spiega Martina Boromello, attraverso uno storytelling semplice, ma immediato, affidato alle due mascotte Tina e Dino. Il progetto afferma un dato di fatto: educare dai banchi di scuola è fondamentale nella costruzione di consumatori consapevoli: «Il progetto – ha aggiunto Martina Boromello – ci ha consentito di Interagire con realtà scolastiche diverse. Il nostro obiettivo era totalmente educativo e per niente pubblicitario. È stato qualcosa di nuovo e diverso per noi. Parlare con i bambini era per noi importante perché alcune cose non si possono insegnare a quarant’anni, ma vanno attivate quanto prima modalità di sensibilizzazione. Non ci aspettavamo questo feedback così positivo. Adesso vogliamo andare online quanto prima. Anche se, come ovvio, il nostro desiderio è quello di tornare a svolgere questa attività on field, in presenza».

GIFFONI WEEKLY supplemento di GIFFONI NEWS Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 19751 DIRETTORE RESPONSABILE Marco Cesaro REDAZIONE Via Aldo Moro, 4 84095 Giffoni Valle Piana (SA) tel. +39 089 80 23 001 m.cesaro@giffoniff.it www.giffoniff.it RESPONSABILI DEL TRATTAMENTO DEI DATI (d. Lgs. 196/2003): Marco Cesaro, Pietro Rinaldi EDITORE Ente Autonomo Giffoni Experience Sede legale: Via Aldo Moro, 4 84095 Giffoni Valle Piana (SA) PRESIDENTE Pietro Rinaldi CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ PER L’ITALIA E PER L’ESTERO Giffoni Media Service S.r.l., Sede legale e Direzione commerciale Via Aldo Moro, 4 84095 - Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 39 089 866 727 info@giffonimediaservice.it www.giffonimediaservice.it ----------REDATTORI Barbara Cangiano Rita Esposito Daniele Moschella Sabrina Sica IMPAGINAZIONE & GRAFICA Patrizia De Cristofaro

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17 BLOCKS: A GEX DOC IL RACCONTO DI DUE DECENNI DI SPERANZA, AMORE, PERDITA E ACCETTAZIONE Il regista Rothbart: raccontiamo la crisi di una Nazione attraverso quattro generazioni di una famiglia Se vogliamo che il mondo cambi, sta a noi fare in modo che ciò accada: la sezione Gex Doc si è chiusa con il regista vincitore di un Emmy Award per il film MEDORA, Davy Rothbart, che a Giffoni ha presentato 17 BLOCKS (Stati Uniti). Due decenni di intimi home video per narrare la storia della famiglia Sanford, piena di lotte ma anche di speranza. Nel 1999, un bambino di nove anni, Emmanuel Sanford-Durant, e la sua famiglia di Washington, DC hanno iniziato a filmare la loro vita quotidiana nel quartiere più pericoloso d’America, a soli 17 isolati dall’edificio del Campidoglio degli Stati Uniti. Realizzato in una collaborazione unica con il regista e giornalista Davy Rothbart, il film si concentra su quattro generazioni della famiglia Sanford, tra cui Emmanuel, uno studente promettente, suo fratello Smurf (Puffo), uno spacciatore locale, sua sorella Denice, un’aspirante poliziotta e sua madre Cheryl. Nell’arco di due decenni, 17 BLOCKS rivela l’attuale crisi di una nazione attraverso la saga cruda, emozionante e profondamente personale di una famiglia. “Era la fine degli anni ’90 e giocando a basket vicino al mio appartamento nel sud-est di Washington, DC, ho stretto amicizia con un adolescente di nome Smurf, che aveva 15 anni, e con suo fratello minore 22 | Dicembre 2020

Emmanuel, che ne aveva 9 - racconta il regista - man mano che la nostra amicizia è cresciuta, ho conosciuto la loro mamma, Cheryl Sanford e la loro sorella dodicenne Denice. Emmanuel era interessato al cinema. Gli ho insegnato come usare la mia

tragedia ha colpito la famiglia Sanford. La violenza armata, da sempre una costante nel loro vicinato, ha fatto irruzione nelle loro vite con conseguenze orrende e strazianti. Sono volato a Washington il giorno successivo per aiutare in ogni modo possibile, e Cheryl mi

piccola videocamera portatile e ho iniziato a lasciargliela durante la notte e nei fine settimana. Emmanuel ha condiviso con me i filmati che lui e i suoi fratelli hanno iniziato a girare: momenti familiari incredibilmente grezzi e intimi e scorci intriganti di personaggi di tutto il quartiere”. E continua: “Abbiamo vagato per il quartiere, filmando insieme e parlando della vita. Man mano che mi avvicinavo a Cheryl, Smurf e Denice, loro hanno iniziato a condividere con me le loro lotte, le speranze e i sogni, spesso davanti alla telecamera - spiega - poi, alla vigilia di Capodanno, la

ha accolto con una domanda: ‘Dov’è la tua videocamera? Nel nostro quartiere vengono uccise così tante persone con armi da fuoco’, mi ha detto, ‘ma nessuna ha avuto tutta la sua vita documentata in modo così completo come la mia famiglia’. In qualche modo, anche nel mezzo del suo dolore, Cheryl ha avuto la saggezza e la prospettiva per capire il valore e l’importanza che la storia della sua famiglia avrebbe potuto avere un giorno. Anche se i Sanford attraversavano una perdita devastante, abbiamo continuato a filmare, seguendo ogni momento in tutta la sua lacerante tristezza”.


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SISTERS: THE SUMMER WE FOUND OUR SUPERPOWERS, L’EMOZIONANTE LEGAME TRA SORELLE CONQUISTA I +6

Le registe: la magia è la chiave di lettura di questo racconto. Giffoni è grande perché dà attenzione ai giovani

Due sorelle da sole nel bosco dovranno sfidare ogni paura per salvare il padre, intrappolato in un crepaccio di montagna. Per farlo dovranno cooperare e sostenersi a vicenda, imparando a credere nella magia. SISTERS: THE SUMMER WE FOUND OUR SUPERPOWERS (Norvegia) di Silje Salomonsen e Arild Østin Ommundsen, in concorso nella sezione Elements +6, è un’emozionante avventura ambientata nella campagna norvegese. A raccontare il loro ultimo lavoro ai juror sono stati proprio i registi insieme alle protagoniste del lungometraggio: le loro figlie Vega e Billie Østin. “La magia è la chiave di questo racconto spiegano Silje e Arild - sono i superpoteri che trovano in loro stesse a ribaltare la situazione. Vega e Billie hanno lavorato con noi nello sviluppo della storia e di altri elementi del film. Durante le riprese abbiamo lavorato con le ragazze presentando loro ciò che dovevano affrontare e filmandole mentre lavoravano, invece di dare loro una sceneggiatura”. La storia è quella di Vega, una tranquilla bambina di 9 anni, e di sua sorella minore Billie. Insieme a loro papà amante dell’aria aperta vanno a fare un’escursione notturna nella natura selvaggia.

Il viaggio è tutto gioco e divertimento finché il genitore non cade in un crepaccio di montagna. Incapace di muoversi, chiede alle ragazze di andare a cercare aiuto. Vega e Billie intraprendono insieme una missione nella selvaggia natura norvegese. Dovranno fare i conti con animali selvatici, con loro stesse e con le proprie paure. E gli adulti che incontrano non sembrano in grado di aiutarle. “La dinamica tra le due sorelle è reale - continuano - volevamo catturare la capacità dei bambini di fermarsi e di perdersi nei minimi dettagli, di essere nel presente. Dato che le giovani attrici hanno contribuito a creare le situazioni, sapevano molto bene dove andava a finire ogni scena, il che consentiva anche una certa dose di improvvisazione, soprattutto per quanto riguarda la più piccola”. E aggiungono: “Volevamo realizzare un film originale che potesse ispirare i bambini a credere in se stessi e trovare il loro superpotere interiore. Pensiamo che sia una missione importante e significativa insegnare ai ragazzi come apprezzare l’arte e questo festival dimostra quanta attenzione e passione per i giovani ci voglia per compiere questo lavoro”. Dicembre 2020 | 23


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SUMMER REBELS, STORIA DI UN’ESTATE INDIMENTICABILE Incontro con la regista ed i due giovani protagonisti: un’esperienza molto formativa in location da sogno Una storia di amicizia ma anche un romanzo di formazione, il racconto di due adolescenti che si ritrovano cresciuti e più consapevoli dopo le vacanze estive. E’ questo il senso di Summer Rebels, film in concorso per la categoria Elements +10, primo lungometraggio firmato dalla regista Martina Sakova, interessante coproduzione tedesco-slovacca, con due giovanissimi attori al loro esordio, almeno come protagonisti di un film. Vacanze estive. Jonas, 11 anni, fa le valigie e parte, da solo, per raggiungere il simpatico nonno Bernard in Slovacchia. Quando arriva però, tutto sembra essere come sempre, solo il nonno è cambiato. Senza una moglie e senza un lavoro, il vecchio ferroviere non è dell’umore migliore. Insieme con Alex, che diventa presto la sua migliore amica, sviluppa una serie di pericolose buone idee. Le conseguenze si faranno presto sentire. E’ questo il canovaccio del film che ha emozionato e divertito i jurors che, coetanei dei protagonisti, hanno potuto immedesimarsi e vivere sul grande schermo emozioni di tutti i giorni, il desiderio di libertà di un’estate straordinaria.Al termine della proiezione coinvolgente la Q&A, guidata da Orazio Cerino, alla quale hanno partecipato, oltre alla regista, i due protagonisti Eliáš Vyskočil, che nel film è Jonas, e Liana Pavlíkovà che interpreta Alex. «Summer rebels – ha scritto nelle note di regia Martina Sakova - racconta una storia di desiderio, amicizia e un paio di problemi inaspettati. Ispirandomi a frammenti dei nostri ricordi d’infanzia, ho voluto ritrarre bambini intelligenti e un nonno arguto e anticonformista in un’estate che è come un giro sulle montagne russe e che mette alla prova la loro amicizia». C’è tanta Europa in questo film, tanta natura che irrompe sullo schermo con forza e bellezza: «Una delle esperienze più belle – ha aggiunto incalzata dalle domande dei giurati la regista Martina Sakova – è stata la ricerca delle location. Volevamo trovare laghi e fiumi che si connettessero all’idea di una bella famiglia che si ritrova. Molte scene sono state girate in Baviera e nella Germania del Nord. Poi in Slovacchia in un luogo davvero straordinario dove natura e presenza umana si fondono in armonia».

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Poi l’esperienza dei giovanissimi interpreti. Quali le loro emozioni? Cosa è stato difficile e cosa è venuto loro spontaneo? «Interpretare questo ruolo – ha commentato Liana Pavlíková – è stato facile e difficile allo stesso tempo. Il film è stato girato due anni e questa natura da maschiaccio che emerge dal personaggio ce l’avevo allora e ce l’ho anche ora. Sono riuscita ad essere me stessa. Certo, ci sono state delle scene difficili perché interpreto un personaggio dal carattere forte, ma mi è venuto naturale farlo. Forse la scena più difficile è stata quella in cui dovevo urlare contro mia mamma.

Significava urlare verso un’estranea, ma in quel momento interpretava mia mamma. La più divertente è stata la scena sott’acqua. Mi sono divertita tantissimo». Per Eliáš Vyskočil, che interpreta Jonas, interpretare il ruolo è stato tutto sommato complesso: «L’esperienza sul set – ha detto – è stata faticosa. Però anche molto bello e molto interessante. Sono molto felice di aver fatto quest’esperienza. La scena più complicata quella del ritorno a casa. Ero in macchina con mia mamma. Ma in realtà in quella macchina ci stavamo in quattro e mi sentivo un po’ a disagio».


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CON MUHAMMED ALI UNA STORIA CAPACE DI GETTARE IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO I registi: con questo racconto abbiamo voluto spiegare come niente è impossibile se davvero lo si vuole Non è nuovo al pubblico di Giffoni il regista Ümit Köreken che, nel 2016, aveva proposto BLUE BICYCLE agli Elements +10. Questa volta, insieme a Nursen Çetin Köreken, ha presentato ai GEX DOC il docufilm MUHAMMED ALI (Germania/ Turchia). La storia di un giovane disabile che sogna di poter camminare, purtroppo la chirurgia

cercato di spiegare che si può raggiungere qualsiasi obiettivo quando si è ostinati”. Il giovanissimo protagonista è stato per anni sotto osservazione medica, attendendo il momento di potersi sottoporre ad un intervento per poter camminare. A 14 anni, il suo medico gli dice che la chirurgia causerebbe solo problemi maggiori e gli suggerisce di imparare a nuotare. L’istrut-

non sarà risolutiva ma l’avvicinamento al nuoto aprirà nuove strade. “Muhammed è un ragazzo molto coraggioso che ha preso in mano la sua vita - spiegano i registi - ha una determinazione che va ben al di là della sua disabilità. Spesso ci lamentiamo di quello che ci accade quando le cose non vanno come vorremmo. Con questa storia abbiamo

tore di nuoto Cenk si propone per dare delle lezioni a Muhammed Ali. Il ragazzo è preoccupato quando si trova in acqua per la prima volta, ma, grazie alla positiva comunicazione tra lui e il suo allenatore, impara a nuotare e migliora le sue abilità. Quando è in piscina, si sente libero come mai prima d’ora. Cenk vede la sua passione tanto da volerlo portare a una gara di nuoto

paralimpico. Muhammed ora ha un nuovo sogno: diventare un campione. “Accoglienza, inclusione, amore sono le sfaccettature che più colpiscono di questo film - commentano alcuni GEX DOC – non è un racconto puntato sulla pietà, ma sulla forza e la determinazione di combattere per i propri obiettivi. Non importa quanto insormontabile sia l’ostacolo o quanto limitante possa apparire una disabilità, Muhammed è un ragazzo come tutti gli altri e, in quanto tale, ha progetti da realizzare”. Entusiasti dell’incontro Ümit Köreken e Nursen Çetin Köreken: “Abbiamo partecipato a vari festival per ragazzi ma Giffoni è diverso, è speciale aggiungono - nel 2016 con nostro figlio abbiamo vissuto la vostra magia e siamo stati colpiti dall’atmosfera e l’ospitalità. Giffoni è una grande festa che riesce a mettere insieme l’industria e il divertimento, anche per questo riteniamo sia unico. Siamo felici di questa digital edition perché ci dà modo di continuare a parlare di cinema in un tempo così complicato per questo settore”.

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WINTER EDITION #part two

AVVENTURA E AMICIZIA SULLO SFONDO DI UN MISTERO CRIMINALE: TUTTI I SEGRETI DI TRIPLE TROUBLE La regista e produttrice Dziedzic: una storia che non merita ancora la parola fine... Impossibile credere in un vero amico, se prima non si acquisisce fiducia nelle proprie possibilità: sembra essere questo il messaggio che Marta Karwowska ha voluto regalare ai juror di #Giffoni50 – Winter edition con il suo Triple Trouble, una storia di avventura e sentimenti che ha incuriosito moltissimo gli Elements +6. Cosa c’entra La plage a Pourville di Monet, custodito nel

ra, Giuseppe sono stati solo alcuni dei piccoli cinefili incuriositi dal lungometraggio che fa dell’avventura il suo punto di forza. “Le riprese sono durate trentadue o trentatrè giorni, ma in totale abbiamo impiegato quasi tre mesi per realizzare Triple Trouble: molti giorni sono stati impegnati nella scelta delle location e nel lavoro svolto con gli attori”.

juror è stato il furto del quadro di Monet, “un elemento che si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto. Vent’anni fa, in Polonia, un uomo riuscì a staccare la tela dalla cornice con un taglierino e per un lunghissimo periodo ha tenuto nascosta l’opera dietro il suo armadio. La cosa più buffa è che è stato scoperto solo dopo molto tempo e grazie a un’indagine che

National Museum di Poznan, in Polonia, con le vite di tre ragazzini e di una zia accusata ingiustamente di furto? La trama è veramente intrigante e la narrazione riesce a tenere sul filo della suspance l’occhio di chi guarda, catturandolo grazie a un cast che ha fatto presa sui baby giurati. Con la guida ironica delle facilitator Elena Scisci e Carla Paglioli, i giffoner hanno tempestato di domande la regista e la produttrice, Agnieszka Dziedzic, per conoscere tutti i segreti di un film dove l’impronta femminile è decisamente marcata. Rosa, Claudia, Gabriella, Maria Rosaria, Chiara, Marisa, Zai-

Una sorta di laboratorio psicologico, da cui ha preso vita una delle scene più belle del film, quella in cui una delle protagoniste parla con il suo io più profondo allo specchio. “Ci siamo dette – hanno spiegato Marta e Agnieszka – che poteva essere la soluzione migliore per trasmettere agli spettatori le emozioni del personaggio”. Triple Trouble è il sequel di Double Trouble, “una storia – ha precisato la regista – che non meritava di avere la parola fine. C’era ancora qualcosa da raccontare e abbiamo scelto di farlo”. Tra gli stratagemmi narrativi, quello che ha solleticato maggiormente i

riguardava tutt’altro”. Julka, Olek, Felka, sono i pilastri attorno a cui si riammaglia una storia di gelosia e di amicizia, sullo sfondo di un mistero criminale che li aiuterà a riscoprirsi più veri. “Julka aveva ancora molto da dire dopo Double Trouble – ha concluso Marta – Mi sono imbattuta in una grande squadra, persone che non solo sono decisamente capaci, ma si preoccupano del film tanto quanto me. Amo lavorare con la gente, sentire che siamo una buona squadra e abbiamo lo stesso obiettivo. E’ allora possono accadere le cose più belle”.

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WINTER EDITION #part two

MY HERO ALEXIS TRA SPORT E SOGNI: PIACE IL FILM CON IL CALCIATORE DELL’INTER SANCHEZ Grande successo per la pellicola. Il regista Almendras: il fascino è tutto dovuto ai bambini e alla loro passione per lo sport

Una storia di calcio ma anche di miseria e tenacia nel perseguire i propri sogni, con la periferia povera del Cile sullo sfondo: ha tra i protagonisti un interprete speciale MY HERO ALEXIS (Cile) di Alejandro Fernández Almendras. In concorso nella sezione Elements +10, il film vanta nel cast un interprete di eccezione: il calciatore dell’Inter Alexis Sanchez. Dai produttori di ‘Una mujer fantastica’, premio Oscar come migliore opera in lingua straniera nel 2018, la storia racconta di Tito, 12 anni, che per caso realizza il sogno di ogni bambino: incontrare il suo idolo Alexis Sánchez. L’inaspettata amicizia tra il ragazzo e il calciatore insegna qualcosa ad entrambi: Tito scopre qual è la sua vera strada nella vita e Alexis ritrova i luoghi e le storie della sua infanzia che gli ricordano il motivo per cui ama lo sport. “Penso che le persone saranno sorprese di come recita Alexis”, ha commentato il regista Alejandro Fernández Almendras. Ma MY HERO ALEXIS è un film che va ben oltre il calcio e il fenomeno Sánchez. “È la storia di un ragazzo e di suo padre - racconta il regista - di una famiglia che fatica ad andare avanti in un paese che quasi non offre opportunità. Il calcio è passione e gioia, ma è anche fonte di ambizioni per tanti genitori che vedono nei propri figli l’unica possibilità di realizzare i sogni che sono stati loro negati, una corda a cui aggrapparsi per sfuggire alla povertà. Questa

pressione che travolge tanti bambini è il centro drammatico di una storia in cui l’amore riuscirà a vincere ciò che l’ambizione minaccia. Un mix di commedia e dramma che deve il suo fascino al lavoro di decine di bambini che amano il calcio e che trasmettono ciò che raramente si trova sullo schermo: la gioia e la passione autentica di chi insegue i suoi sogni”. Un successo per i juror della Winter Edition di #Giffoni50: “Non sono un appassionato di calcio ma la storia mi è piaciuta - commenta Eugenio, 11 anni - il rapporto con i propri sogni è centrale in tutto il film e ci insegna che la costanza e la determinazione nel seguire i propri obiettivi sono fondamentali. Nessuno può dirci cosa saremo da grandi, sta a noi deciderlo”. Gli fa eco Raffaella, 10 anni: “Il messaggio più importante è quello di non fermarsi davanti agli ostacoli - spiega - inoltre credo sia fondamentale che, raggiunto il successo, personaggi come Alexis Sanchez non abbiano mai perso il contatto con la realtà, restando sempre disponibili e gentili”. Concorde anche Massimo, 12 anni, in collegamento da Milano: “Amo lo sport e ho adorato questo film - aggiunge - MY HERO ALEXIS va contro tutti gli stereotipi e ci insegna che i figli non devono seguire i sogni dei padri, ma assecondare i propri. Mi è piaciuto anche il rapporto tra il protagonista e la sorella: sarà proprio Tito a incitarla e a farle capire che anche le ragazze possono diventare goleador”. Dicembre 2020 | 27


WINTER EDITION #part two

L’INFANZIA RUBATA DI CHILDREN OF THE NIGHT: A GEX DOC L’AGGHIACCIANTE STORIA DEI BAMBINI SOLDATO Un documentario ci porta all’interno di un campo profughi turco in cui i ragazzi vengono addestrati a uccidere In un campo profughi di Hatay, nel sud-est della Turchia, nel 2017 un piccolo gruppo di ragazzi, tra i 13 ei 15 anni, ha formato una famiglia di fatto. Ma questi bambini, originari del Pakistan, non sono solo vittime della guerra: sono alcuni dei suoi autori più spietati, giovani vulnerabili armati fino ai denti che diventano delle vere e proprie armi. Attraverso una ricerca eccezionale CHILDREN OF THE NIGHT (Iran) di Behrooz Nouranipour, in concorso nella sezione GEX DOC di #Giffoni50 Winter Edition, racconta di bambini plagiati a uccidere e a credere che la pietà sia una debolezza imperdonabile. Balanche è tra i primi bambini soldato a raccontare dettagliatamente la sua storia e le sue osservazioni su una delle guerre più terrificanti del mondo, insieme ad altri quattro compagni. Assetato di eroina, con un kalashnikov in mano, il ragazzo è stato coinvolto in più di cinquanta guerre e conflitti dell’ISIS. All’età di dodici anni, è fuggito da casa dopo un attacco dei ribelli, rifugiandosi in una scuole religiosa del Pakistan. E, l’anno dopo, è stato reclutato dalle milizie locali. “Quello che appare estraniante è l’appartenenza alla morte che hanno i protagonisti del documentario - commentano alcuni Gex Doc - è una presa di coscienza drammatica. Noi occidentali conosciamo la carta dei diritti del fanciullo, in cui il bambino viene tutelato da quando nasce fino a quando diventa adulto. Mi sconvolge sapere che c’è una parte del mondo, nemmeno così distante, che ignora totalmente queste leggi”. E ancora: “Sono bambini che non vediamo mai giocare, ragionano già da adulti spietati - continuano - gli viene insegnato che la felicità è una cosa da occidentali e che gli occidentali sono il male. Quello che ci ha fornito il regista è un grido di dolore a cui non si può rimanere impassibili”. 28 | Dicembre 2020


WINTER EDITION #part two

UNA STORIA DI AMICIZIA E DI CORAGGIO CON THE ELFKINS- BAKING A DIFFERENCE PER GLI ELEMENTS+6 La regista: volevo raccontare la storia di una ragazza coraggiosa. Ci abbiamo messo cuore e passione per farlo Per più di 200 anni, gli Elfkin hanno vissuto sottoterra, nascondendosi dal mondo superiore ed evitando qualsiasi interazione con gli ingrati e meschini “esseri umani”. Ma un giorno Helvi, una giovane e vivace Elfkin, non riesce più a sopportare la mancanza di spazio e di soddisfazioni personali. Insieme ai suoi compagni, Kipp e Butz, esce dal sottosuolo per trovare il suo destino. Helvi vivrà esilaranti avventure e, grazie alla sua amicizia con Theo, un pasticcere inizialmente molto scontroso, ricorderà a se stessa e a tutti gli altri Elfkin quale sia il loro vero scopo nella vita: aiutare gli altri! Questa la trama di The ElfkinsBaking a difference, il lungometraggio di Ute von MunchowPohl, presentato al pubblico degli Elements +6 in occasione della seconda giornata di #Giffoni50 – Winter edition. Un film delizioso, che ha strappato un sorriso ai giovani juror alle prese con una storia di amicizia e di tenerezza. “Volevo raccontare la storia di una ragazza veramente coraggiosa – ha spiegato la regista – dalla mente aperta, espansiva, con una grande voglia di fare nuovi incontri, percorrere strade diverse e andare contro i vecchi conflitti e le antiche logiche”. Ma la storia di Helvi non termina qui: Ute von Munchow-Pohl ha infatti annunciato che è in cantiere un sequel, mentre il 5 gennaio il film sarà visibile anche su alcune piattaforme fruibili in Italia. Tante le domande di Ginevra, Simone, Alessia, Ottavia, Caterina, Martha, che hanno voluto sapere tutto sulla realizzazione del lungometraggio di animazione che ha per protagonisti i simpaticissimi elfi. Due anni di lavoro e un duro e creativo confronto d’equipe, ha sottolineato la regista, sono stati i segreti del successo di The Elfkins- Baking a difference. “Sono felicissima che il film vi sia piaciuto – ha continuato Ute von Munchow-Pohl – Ci abbiamo messo il cuore ed è stata una gioia confrontarmi con voi”. Anche le facilitator Carla Paglioli ed Elena Scisci hanno voluto confrontarsi con la regista, chiedendole in particolare quanto l’emergenza sanitaria abbia influito sulla produzione. “Il mio lavoro non è cambiato moltissimo, ma è sicuramente diventato più digitale. Sto seguendo un progetto con l’Austria e mi sono dovuta adattare con incontri on line, per il resto mi ritengo fortunata. Prima del Covid sono riuscita a partecipare a due festival in Germania ed è stato meraviglioso interagire con il pubblico dal vivo. Ora è tutto più complicato. Abbiamo ricevuto un importante premio al festival di Chicago, ma l’ho appreso via mail. Mi auguro che tutto questo passi per poter vedere di persona i ragazzi ed immergermi nella magia di Giffoni”. Dicembre 2020 | 29


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UNICI E MAI BRUTTI: COSÌ THE CLUB OF UGLY CHILDREN CONQUISTA GLI ELEMENTS +10 Il regista Elbers: ogni giorno ci imbattiamo nel giudizio altrui. Ma chi può realmente dire se una persona è bella oppure no? Intenso ed emozionante: The Club of Ugly Children, il lungometraggio diretto da Jonathan Elbers, ha conquistato la platea degli Elements +10, protagonisti di Giffoni#50 – Winter Edition. Quando il nuovo presidente vuole nascondere tutti i bambini “brutti” per tenere le scuole in ordine e pulite, uno dei ragazzi, Paul, scappa. In fuga, insieme ad alcuni amici, inizia una piccola grande rivoluzione che farà cadere il malvagio presidente. Giulia, Alice, Francesco, Gabriele, Marco, Lorenzo, Sara, Giuseppe e tanti altri juror, si sono confrontati con il regista nel corso di un incontro moderato da Orazio Cerino, per scoprire tutti i segreti del dietro le quinte. Girato tra Olanda e Germania in sole otto settimane, The Club of Ugly Children “è stato tratto da un libro ambientato nel 1987, in cui si fa riferimento alla seconda guerra mondiale e al rapporto tra Russia ed America – ha spiegato Elbers – Quando il produttore me lo ha fatto leggere sono rimasto molto colpito, perchè mi è apparso subito chiaro che si trattasse una tematica veramente importante per i ragazzi. Gli “ugly children”, infatti, appartengono a tutti. Quotidianamente ci relazioniamo con il giudizio altrui, ma chi può realmente stabilire se una persona è bella o 30 | Dicembre 2020

brutta?”. La storia è di quelle capaci di lasciare il segno. “Mantieni pulito!” - Lo slogan del nuovo presidente risuona nelle strade ordinate. Deve essere preso alla lettera e il concetto di “pulito” include l’aspetto dei cittadini. Ad esempio Paul è uno di quei bambini dall’aspetto sgradevole, le cui grandi orecchie a sventola sono piuttosto evidenti il giorno della foto di classe. Quando, l’indomani, lui e altri bambini “brutti” vengono invitati a partecipare ad un viag-

gio, Paul si rende presto conto che, in realtà, il presidente intende segregarli lontano dal resto della popolazione. Paul riesce a scappare. In fuga, e con l’aiuto di Sara, una delle bambine “carine”, Paul fonda un club clandestino per combattere contro il presidente. Il movimento presto si ingrandisce e si trasforma rapidamente in una rivoluzione. I bambini mostreranno al mondo che anche loro possono sollevarsi e che non è necessario essere “carino” per diventare un eroe. “Attraverso la storia di questi ragazzi abbiamo voluto far capire che la rivoluzione è dentro di noi. Se riusciamo a credere in noi stessi, possiamo cambiare il mondo, proprio come ha dimostrato l’attivista svedese Greta Thunberg con le sue battaglie ambientaliste”. Sullo sfondo, la dittatura come minaccia, “ma anche il grande dilemma emozionale di un rapporto tra un padre che per paura mette da parte la sua vena protettiva nei confronti del figlio”. Unico e non brutto è una delle frasi che ha colpito di più i juror: “Viviamo in un’epoca in cui, anche a causa dei social, si è ossessionati dall’aspetto fisico – ha continuato Elbers – Con questo film vogliamo invece dimostrare che c’è molto altro dentro ognuno di noi”.


WINTER EDITION #part two

GILEAD’S PROTOCOL: LA LOTTA AL CANCRO E LA VOGLIA DI VIVERE RACCONTATA AI GEX DOC I genitori del giovane protagonista: vivete la vostra vita al massimo. Non sprecate nemmeno un’occasione Gilead Kahn aveva 15 anni e mezzo quando è morto di cancro il 1° marzo 2018. La sua storia è stata raccontata attraverso GILEAD’S PROTOCOL (Israele) di Dvorit Shargal, in concorso nella sezione GEX DOC della Winter Edition. Nei digital cinema di Giffoni in centinaia si sono ritrovati per vedere il docufilm realizzato per aiutare i genitori, gli amici e i parenti di chi è affetto da malattie devastanti. A parlarne con il pubblico a casa sono stati la regista Dvorit Shargal e i genitori del giovane protagonista. “Se avete la possibilità di vivere la vostra vita fatelo a pieno - hanno raccomandato ai juror i signori Kahn - noi ci crediamo molto, proprio Gilead diceva che si ha una sola occasione e non va sprecata. Cerchiamo di fare questo: andare avanti nel modo miglior perché credo che nostro figlio avrebbe voluto questo per tutti noi”. Gilead era un giocatore di calcio molto promettente e ha combattuto il cancro per due anni. Ha vissuto non solo agonia e dolore, ma anche molti momenti di gioia durante la sua malattia. Ha anche trovato il suo primo amore. Il documentario nasce da un’idea dei suoi genitori, non è un film commemorativo, ma un’opera per aiutare genitori, figli, parenti e amici ad affrontare una situazione così difficile. Esamina le opzioni

di trattamento, come comportarsi, cosa fare, il valore della cannabis medica e il contributo della medicina complementare. “Per molti versi, grazie a questo film, abbiamo imparato a conoscere Gilead in modo più approfondito. I racconti degli amici ci hanno restituito un altro ragazzo, con tante sfaccettature a noi sconosciute continuano i coniugi Kahn - nessuno ha detto a nostro figlio cosa sarebbe successo ma crediamo che a un certo punto l’abbia capito. Rivedendo il documentario ci siamo resi conto di quante volte ci abbia detto addio”. Costantemente al fianco della famiglia la regista: “È stata un’esperienza toccante - spiega Shargal - spero che con

questo film abbiamo aiutato a riflettere sul senso degli affetti e del vivere, contribuendo a rendere il cancro questione di rilevanza collettiva”.

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WINTER EDITION #part two

GLASSBOY OVVERO LE AVVENTURE DEL BAMBINO DI VETRO Ecco l’unico lungometraggio italiano che ha partecipato alla Winter Edition. Il regista: è un film che parla del disagio dei ragazzi di oggi

La magia dell’infanzia, la voglia di stupirsi e stare insieme che oggi si sente ancora più forte, il valore dell’amicizia: GLASSBOY, diretto dal regista e sceneggiatore Samuele Rossi, ha saputo incantare gli Elements +10 della Winter Edition. Unico lungometraggio italiano nei digital cinema di Giffoni, lo young movie esplora un genere poco frequentato in Italia, quello per ragazzi, rielaborando in modo contemporaneo l’immaginario dei grandi cult cinematografici. Distribuito da Solaria Film in collaborazione con Minerva Pictures, nel cast ritroviamo un’inedita Loretta Goggi nei panni dell’apprensiva e dispotica nonna, Giorgia Wurth, Massimo De Lorenzo, Giorgio Colangeli, David Paryla e Pascal Ulli, mentre il giovanissimo Andrea Arru interpreta il protagonista. Al suo fianco gli Snerd, ovvero gli esordienti Rosa Barbolini (Mavi), Stefano Trapuzzano (Ciccio), Gabriel Mannozzi De Cristofaro (Domenico), Mia Pomelari (Mei Ming) e Luca Cagnetta (Gianni),

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a capo della banda rivale, con i bulli Emanuele De Paolis e Stefano Di Via. Al termine della proiezione i giurati hanno potuto confrontarsi con gli attori, il regista Samuele Rossi e il produttore Emanuele Nespeca. “È un film che parla all’oggi spiega Rossi - che interpreta il disagio che i nostri bambini stanno vivendo, il dramma della separazione e dell’isolamento. Mai avremmo immaginato di vivere questi tempi di costrizione. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i più piccoli a cui, in questi mesi, è stato negato il gioco, la scuola e la socialità. Credo che GLASSBOY ricordi che, in fondo, tutti i ragazzi si sentono un po’ Pino, cioè fragili, non accettati. E lo stesso vale anche per i genitori, obbligati a vivere le stesse ansie, speranze e aspettative”. Concorde anche Giorgia Wurth, tra le protagoniste: “Il film è un viaggio sul superamento dell’isolamento - dice - oggi noi stiamo guardando il mondo da una finestra, proprio come faceva Pino nel film, è la speranza che ci spinge ad andare avan-

ti inseguendo i nostri sogni”. La storia è quella di un undicenne come tanti che vive da sempre isolato da tutti. A causa di una malattia ereditaria che ne mette a rischio la vita, è confinato nella sua grande villa dove vive sotto una campana di vetro, lontano dal mondo che può osservare soltanto attraverso una finestra.. “Abbiamo fortemente voluto questo young movie - aggiunge il produttore Emanuele Nespeca - è un genere dimenticato e troppo spesso escluso. Sono poche le storie che raccontano l’infanzia o l’adolescenza. Film come il nostro, “ad altezza bambino”, hanno poco spazio nel mercato italiano. Noi abbiamo deciso di crederci e speriamo di continuare a lavorare in questa direzione”. Gli fa eco Giorgio Colangeli: “Mi succede spesso di lavorare con i ragazzi e mi stupisco sempre del loro talento innato e della loro professionalità - spiega - spero che qualcosa di tutta l’energia buona che ci abbiamo messo nella realizzazione vi sia arrivata. Bisognerebbe fare altri film come questo perché i principali fruitori del cinema sono i ragazzi: in loro c’è la curiosità e la meraviglia”. Emozionatissimi anche i giovani protagonisti Andrea Arru (Pino), Rosa Barbolini (Mavi), Stefano Trapuzzano (Ciccio), Gabriel Mannozzi De Cristofaro (Domenico), Mia Pomelari (Mei Ming) e Luca Cagnetta (Gianni). “Speriamo che tutta la passione che abbiamo messo in questo film vi sia arrivata - dicono - per noi non è stato solo un lavoro, ormai quella di GLASSBOY è una vera famiglia e siamo felici di averla presentata a Giffoni”.


WINTER EDITION #part two

TUTTI PAZZI PER JACKIE AND OOPJEN: LA STORIA DI UN’INSOLITA AMICIZIA La regista van de Mond ai jurors: i vostri sorrisi sono un quadro meraviglioso. L’arte è una potentissima forma d’amore

Un museo, la bellezza di un quadro che diventa realtà e un’avventura alla ricerca della migliore amica di sempre: è JACKIE AND OOPJEN, che tra sorpresa e magia ha conquistato gli Elements +6 di #Giffoni50 - Winter Edition. Il film,

Coppit, il personaggio del famoso dipinto di Rembrandt, che le apparirà improvvisamente in carne ed ossa. Una vicenda bizzarra e l’inizio di una bellissima amicizia, due epoche a confronto e l’entusiasmo di ritrovarsi nelle emozioni più simili che mai.

diretto da Annemarie van de Mond e sceneggiato da Myranda Jongeling, è una storia avvincente e commovente, un “poliziesco” per grandi e piccini capace di raccontare l’amicizia attraverso l’arte e l’ironia. A tenere i giffoner con il fiato sospeso il viaggio di Jackie, la protagonista del film, che in quel museo dove la sua mamma lavora ha costruito per esigenza la sua seconda casa. Mentre Jackie si aggira per le sale dopo l’orario di chiusura, conoscerà Oopjen

Al termine della proiezione, con gli occhi pieni di entusiasmo, la voglia di confrontarsi e di condividere la bellezza di questa edizione digital, i giurati hanno incontrato la regista Annemarie van de Mond: “I vostri sorrisi sono un quadro meraviglioso, per rimanere in tema – ha salutato così gli Elements +6 -. Quando guardi un’opera, in un qualsiasi museo, sembra che dall’altra parte ci sia qualcuno a guardarti ed è per questo che ho pensato di raccontare questa

storia così bizzarra e coinvolgente. Abbiamo sentito l’esigenza di fare un film che parlasse d’arte, perché è una di quelle cose che riesce a toccarti il cuore. Voi siete abituati all’arte, perché l’Italia ne è piena, e dovete lasciarvi sempre entusiasmare da questa forma d’amore così potente”. Tante le domande per la regista, tante le curiosità dei giffoner che l’hanno accolta nel magico mondo di Giffoni dove la fantasia si intreccia con la libertà ed è pronta a raccontarsi con parole semplici e entusiasmo vibrante. “Un film è fatto di stagioni differenti – ha spiegato agli Elements Annemarie van de Mond -. Ho impiegato due anni per scriverlo, poi ho cominciato a cercare i posti dove girare. Abbiamo allestito il set e per 25 giorni siamo stati impegnati con le riprese, dietro i film c’è un grande lavoro di squadra e impegno. Le fasi che lo compongono richiedono professionalità differenti e dedizione”. E non sono mancati i suggerimenti da parte dei piccoli di Giffoni che hanno consegnato tra le mani della regista alcuni preziosi consigli, un modo irriverente di dare nuove prospettive alla storia di un’amicizia stravagante e sorprendente. Un legame che li ha conquistati e che li ha trasformati in piccoli registi pronti a dare un seguito al viaggio di Jackie and Oopjen: ma può succedere davvero che un quadro cominci a parlare e diventi vero? “Tutto quello che volete può essere vero - ha spiegato la regista -. Dovete lavorare di fantasia, liberarla e custodirla. Perché siete voi a disegnare la vostra vita e il vostro futuro, ci vediamo a Giffoni”.

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WINTER EDITION #part two

VIVO GIFFONI, UN NATALE TRA MAGIA, ARTE ED EMOZIONI Spettacoli online per gli Elements. Spazio alla fantasia con teatro e favole. Per le famiglie un Natale pieno di suggestioni e creatività. Ecco il programma che ha conquistato i Giffoner

Vivo Giffoni, un vero successo in digital experience. In questa Winter Edition, lo Street Fest è diventato “on web”, conservando quel fascino che ha fatto di questo progetto uno degli eventi più emozionanti del Festival. A teatro con mamma e papà e Street artist on web: due palcoscenici virtuali, sono stati l’occasione per vivere l’arte e condividerla come uno scambio di creatività, costruzione e crescita. Un progetto pensato per bambini e famiglie e che li vedrà protagonisti di show interattivi e multimediali. Gli spettacoli di “A teatro con mamma e papà” erano riservati ai juror delle sezioni Elements + 3, +6, +10 e alle loro famiglie, che hanno così avuto la possibilità di assistere a una rassegna teatrale d’eccezione. Per gli Elements +3 una speciale anteprima, GIALLO MARE MINIMAL TEATRO con Le avventure di Pesce Gaetano e la sua curiosità di scoprire il Mondo alle prese con un viaggio di incontri e sorprese attraverso effetti speciali con la sabbia e immagini multimediali. Protagonisti dello

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spettacolo di narrazione e animazione di FLAVIA D’AIELLO con Se una Notte d’Inverno Babbo Natale… e le imprese bizzarre di un elfo pasticcione, lupi, mostri e folletti. Con Voglio la Luna! dell’ASSOCIAZIONE TEATRO GIOVANI TEATRO PIRATA attraverso narrazione, musica e scene di teatro di figura con pupazzi e ombre ecco la storia di Fabio e della sua luminosa amica Luna. Poi il teatro della COMPAGNIA MATTIOLI con Un Amico Accanto: uno spettacolo poetico e divertente che con grande semplicità̀ ha toccato temi delicati attraverso la storia del piccolo dragone in viaggio alla ricerca di un amico con cui condividere gioie ma soprattutto dolori. Per gli Elements + 6, il formidabile ORESTE CASTAGNA che con le sue mani magiche ha dato vita, forma e colore a Il Gigante Egoista, tratto da una novella di Oscar Wilde. Poi lo spettacolo di poesia, comicità e avventura della MOLINO ROSEKRANZ che con Giù le mani da Nonno Tommaso hanno raccontato del legame speciale e indissolubile che unisce nonni e nipoti. Protagonisti de La storia di Hansel e Gretel messa in scena dalla COMPAGNIA CREST con uno spettacolo teatrale di luci e ombre: il giornaliero inganno dell’immagine che nasconde verità opposte e complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina. Agli Elements +10 la COMPAGNIA LA LUNA NEL LETTO ha riservato il sorprendente Cine-


WINTER EDITION #part two

ma Paradiso- Due gli appuntamenti che hanno visto nvece gli Elements alle prese con la Scienza e l’Architettura: gli Elements+10 e Le Nuvole – Casa del contemporaneo, in diretta da Città della Scienza di Napoli, con un laboratorio multimediale di nuvole e esperimenti: un gioco-racconto scientifico alla scoperta della vita, del nostro pianeta e della suggestiva interazione degli organismi che vivono in esso. Gli Elements +3 hanno imparato invece giocando con Le Nuvole – Casa del Contemporaneo in collegamento dal Museo Madre: uno spazio laboratoriale, un viaggio alla scoperta di Nuove Città Quotidiane per guardare al mondo che ci circonda - dalla natura alla città - ed infine realizzare con la tecnica del collage una propria architettura urbana. Le proposte di “Street artist on web” sono state un dono speciale per grandi e piccini, tutti hanno potuto assistere agli show di artisti e performers pronti a esibirsi in spettacoli di magia, prestigio, illusionismo e intrattenimento in streaming su www.giffonilive.it Protagonisti Nicola Virdis che con Nerd Compilation ha portato direttamente a casa sua alle prese con una giornata complicata e la voglia di vincere noia, disastri e imprevisti Poi di Christmas Star di ARNALDO MANGINI, bizzarro pensatore con il cuore e l’anima di un clown, noto come sosia di Mr. Bean: a novembre 2020 è

apparso come il secondo artista italiano più seguito su TikTok con oltre 10 milioni di follower. L’anti-prestigiatore impacciato e comico RAFFAELLO CORTI ha saputo sorprendere con maestria e bravura. Effetti speciali e suspense con MISTER DAVID e Close Up Magic: l’Houdini del circo con catene, manette, corde, camicia di forza per rimanere in equilibrio su instabili attrezzi circensi. Poi Connessioni puPazze del ventriloquo NICOLA PESARESI che ha incantato tutti con uno show unico ideato per gli amici di Giffoni, costruito proprio sulla suggestione dei pupazzi animati. Una dimensione onirica dove i protagonisti sono stati personaggi bizzarri e paradossali. E GIORGIO FERRAIOLO, che con un omaggio a Pulcinella e all’arte dei burattini che la sua famiglia rappresenta da sempre ha chiuso gli appuntamenti dello Street Fest on web: Pulcinella in…una Notte in Cantina! – Pulcinella nella ballata con gli Spiriti per conoscere altre sfumature di una delle maschere “sempre giovani” che riescono a far sognare grandi e piccini, Emblema di libertà, tradizione e innovazione. Vivo Giffoni - Street Fest è stato, energia e entusiasmo, teatro e magia, effetti speciali e storie. Una finestra sul mondo, un viaggio alla scoperta della semplicità, dell’arte e delle emozioni. Effetti speciali, animazioni e comicità, tutti i colori della fantasia.

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