DAILY 2011 - Venerdì 22 Luglio 2011

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Anno 2 - Numero 11

GIFFONI FELICITY FELICITY FFESTIVAL ESTIVAL

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’ un bilancio trionfale quello della 41esima edizione del GFF che si conclude oggi. Un Festival in continuo fermento che già pensa al tema del Festival del 2012 su cui si è cominciato a lavorare: la felicità. “Un Festival –spiega soddisfatto il direttore Claudio Gubitosiiniziato e chiuso con due anteprime straordinarie, quella del secondo capitolo di Harry Potter e i doni della Morte, record di incassi in tutto il mondo, e la versione sing-a-long di ‘Grease’. Noi vogliamo che le nostre anteprime abbiano successo, grazie ai media e ai passaparola”. Nella sala Truffaut dove il 15 settembre scorso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva festeggiato i 40 anni del GFF,“un momento storico per noi –sottolinea Gubitosi- è stato un giro di boa. Per questa edizione abbiamo avuto paura fino all’ultimo di non farcela. Adesso urge spingere la Regione Campania perché liberi 20 milioni di

euro per costruire Giffoni Multimedia Valley. Fino al 2015 possiamo andare avanti, oltre non sappiamo”. I numeri del Festival fanno impressione: 3.300 giurati di 51 nazioni, 140.000 presenze in 11 giorni, 300 giornalisti accreditati, 8000 articoli dai siti web usciti in tutto il mondo, +63% rispetto allo scorso anno, che pure era il quarantennale del Festival, e +263% per gli articoli in lingua inglese, presenze fortissime e costanti su twitter e facebook, 100mila visitatori al giorno per il sito GFF, 50% in più dello scorso anno, boom di ascolti televisivi per gli spazi dedicati al Festival. E poi novità come lo spazio dance con tutti bambini e genitori a ballare nel nuovo parco Hollywood, una grande danza delle famiglie avvenuta

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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

GUBITOSI, UN ANNO DA RECORD tutte le sere, la nuova Sala Alberto Sordi, tutti gli ospiti annunciati confermati, le masterclass e l’impegno per il sociale grazie ad AURA, si è parlato di disinquinamento del fiume Sarno, di celiachia, di Amnesty International, di Telefono Azzurro, di sicurezza stradale, di Action Aid, di ecologia e ambiente con Capone & Bungtbangt e Legambiente, sicurezza dei bambini nei luoghi dove vivono, c’è stato un collegamento con i militari di stanza a Herat.

E poi i film, “ne abbiamo visti 2.200 per arrivare a quelli selezionati –dice Gubitosi- Per noi un film è valido quando esce dallo schermo e arriva ai ragazzi. Non abbiamo la bacchetta magica di Harry Potter, il nostro segreto è dirvi sempre la verità e non smettere di volervi bene”. Gubitosi chiama sul palco i suoi collaboratori, Manlio Castagna, Antonia Grimaldi, Luca Apolito, Gianvincenzo

Nastasi che parlano dei contenuti dei film presentati e di quelli premiati: “I ragazzi

delle giurie hanno favorito i film di qualità, questa non è una generazione vuota o stanca o priva di voce, qui hanno dimostrato che la voce i ragazzi ce l’hanno e vogliono parlare”. Entusiasta l’intervento del presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli che ha commentato “il Festival è un vanto per il territorio, un’eccellenza di cui andiamo fieri”. Giffoni già pensa a domani: a fine ottobre ci sarà la crociera Giffoni Cruise, in collaborazione con Msc, a marzo prossimo il GFF arriverà persino in Brasile. E poi il 2012 con un’edizione che durerà 12 giorni e sarà dedicata al tema più bello del mondo: la felicità.

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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

I VINCITORI DELLA SEZIONE +13

LUNGOMETRAGGIO

CORTOMETRAGGIO

WAYS TO LIVE FOREVER VIVIR PARA SIEMPRE di Gustavo Ron Spagna-Gran Bretagna, 2010

BEKAS di Karzan Kader Svezia-Irak, 2010


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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

I VINCITORI DELLA SEZIONE +16

Premio Miglior Colonna Sonora Conservatorio di Musica di Salerno “G. Martucci"

LUNGOMETRAGGIO

CORTOMETRAGGIO

SUICIDE ROOM SALA SAMOBÓJCÓW di Jan Komasa Polonia, 2011

BURUNGO di Dome Karukoski e Pamela Tola Finlandia, 2010


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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

I VINCITORI DELLA SEZIONE +18

LUNGOMETRAGGIO

CORTOMETRAGGIO

BEAUTIFUL BOY di Shawn Ku USA, 2010

LA COLPA THE GUILT di Francesco Prisco Italia, 2011


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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

CIAL, ASSEGNATO IL PREMIO PER L’AMBIENTE un film svedese il vincitore del “Premio CIAL per l'Ambiente” al Giffoni Film Festival, premio istituito nel 2005 con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e giunto ormai alla sua settima edizione.

È

La giuria, composta da dieci studenti scelti da CIAL e dal Giffoni Experience attraverso un concorso scuola nazionale denominato “Obiettivo Alluminio”, ha scelto di assegnare il Premio CIAL al film SIMPLE SIMON, in concorso nella categoria Generator +16. Il film, diretto da Andreas Ohman, racconta la storia di un ragazzo affetto dalla Sindrome di Asperger, una forma di autismo che rende la sua vita metodica e pre-ordinata. La motivazione del Premio: “Simon è un

ragazzo che per vivere bene le sue giornate ha bisogno che il mondo che lo circonda sia praticamente perfetto ed anche il suo lavoro di netturbino lo spinge

Finanziato da

verso una forte attenzione alla cura dell'ambiente che lo circonda. Simon osserva il mondo e lo traduce con criteri

logici e matematici, con una esasperata attenzione che ai meno attenti può apparire come un handicap ma che in realtà non è solo questo perché gli

consente una visione degli uomini e del pianeta del tutto personale ed originale”. Negli scorsi anni il “Premio CIAL per l'Ambiente” è stato assegnato ai film in concorso che meglio hanno saputo affrontare le tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile. Ma non solo. I ragazzi della “Giuria Ambiente” selezionati dal Consorzio CIAL (presente al Festival per parlare in particolare di raccolta differenziata e di riciclo dell'alluminio) hanno sempre saputo guardare aldilà del concetto più classico di “tutela dell'ambiente”, premiando spesso opere nelle quali le tematiche ambientali venivano affrontate anche in maniere indiretta e non sempre “didascalica”.


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I PREMI DI LINKOLORS IMAGES|PICTURES a n d a t o a l l ' o p e r a “www.paradiso.prenotaonline.it!”di Ekaterina Panikanova il Premio Giffoni Experience della Mostra LINKOLORS 2011 “per la qualità estetica della sua opera che racconta con grazia ed eleganza il tema del link, inteso in questo senso come connessione tra epoche, stili, linguaggi, fili semiotici distanti”. Al campano Carco Chiuchiarelli con la sua “Individuazione” è andato invece il Premio Hospira per l'Arte decretato dalla somma dei voti espressi dai giurati Generator + 16 e dai circa 20mila votanti online. Un numero quest'ultimo a conferma del grande interesse suscitato dalla Mostra

È

considero ormai un grande amico - dice il curatore Il profilo degli artisti anche per questa edizione è stato altissimo, dalla fotografia all'arte figurativa, aprendo la selezione anche alla ceramica alle installazioni”.

curata da Salvatore Colantuoni ed ospitata presso la Chiesa del Complesso Monumentale San Francesco, Giffoni Valle Piana (Salerno). “Sono felice di aver portato anche quest'anno il mio contributo ad un evento di cui mi

Social Partner

C o n l a m o s t r a “ L I N KO L O R S . Pictures/Images”, giunta al suo quarto appuntamento, il Giffoni Film Festival conferma il suo interesse per l'arte contemporanea, attraverso un linguaggio prima di tutto internazionale, grazie alle diverse provenienze degli artisti in concorso, e poi universale poiché universale è il linguaggio artistico. Oltre ad ammirare le opere in mostra, i giurati hanno avuto la possibilità di conoscerne gli autori durante una serie di incontri e laboratori appositamente pensati per coinvolgere i giovani in un dialogo sull'arte di più ampio respiro, promuovendo il confronto sulle differenti esperienze e

sulle infinite forme della creatività. La mostra è sostenuta e finanziata da Hospira, main sponsor dell'evento.


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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

PHOTOGALLERY

Gioielleria Cafaro Corso Vittorio Emanuele 15 84095 - Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 089868373


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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011

DOPO 33 ANNI IL RITMO DI GREASE COLPISCE ANCORA

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l ritmo della “Brillantina” colpisce ancora. È stata la trascinante colonna sonora del film musicale più visto di sempre ad accompagnare la chiusura della 41esima edizione del Giffoni Film Festival.

film. Dopo 33 anni dall'uscita nelle sale, l'evento di Grease Sing-a-Long (nato in collaborazione con MyMovies.it, Radio Deejay e Studio Universal, la TV del cinema da chi fa cinema) permetterà ai più giovani

della pellicola, grazie al Flash Mob di 30 ballerini della Modern Dance School di Benevento. Mescolatisi tra il pubblico in attesa di accedere alla Sala Truffaut per la visione, i ballerini sono partiti prima con

La serata finale è stata suggellata dalla scatenata anteprima-evento di GreaseSing a Long, versione ancora inedita in Italia del film con John Travolta e Olivia Newton-John riportato sul grande schermo dalla Nexo Digital nello splendore della tecnologia digitale 2k ad alta definizione. Grazie ad una opportuna sottotitolazione animata delle canzoni, la nuova versione (nelle sale dal 12 agosto) amplifica la possibilità di coinvolgimento del pubblico invitandolo a cantare con i protagonisti sulle note delle celeberrime hit. Una gremita Sala Truffaut si è abbandonata così ad un karaoke vivace e mai invasivo cantando assieme a Sandy e a Danny nei momenti più appassionanti del

di riscoprire un cult mai passato di moda, un film e una colonna sonora che hanno fatto la storia del cinema ma anche di un'intera generazione: un fenomeno senza paragoni che unisce cinema e musica in un connubio che ha segnato indelebilmente l'immaginario degli spettatori di tutte le età. Un inno alla gioia di vivere, alla grinta, alla passione, alla fiducia in se stessi, accompagnato al Giffoni Experience dalla madrina d'eccezione Lorella Cuccarini, la prima Sandy italiana nel musical nostrano che ha riscosso un enorme successo di critica e di pubblico, e da una coloratissima sorpresa per i giurati. Prima della visione, la Cittadella del Cinema si è trasformata in una grande music hall sui ritmi scatenati

una loro coreografia sulle note di Summer Night e, dopo un acrobatico rock 'n 'roll e una divertentissima performance su Greaselighting hanno trascinato nel ballo giurati e spettatori sulla musica We go togethere proprio come accade, e come sarebbe accaduto poco dopo in Sala, nella scena finale del film.


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Ieri in concorso per la sezione +13

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'infanzia come territorio di scoperte, di inquietudini e di conflitti con la realtà: i cortometraggi della sezione GENERATOR +13 propongono uno sguardo partecipe sugli affanni della giovinezza, con una galleria di storie in bilico tra il resoconto doloroso e la disincantata rappresentazione dei riti di

passaggio all'età adulta. Toni drammatici caratterizzano “Bekas”, di Karzan Kader. Nello scenario desertico dell'Iraq, due fratelli, suggestionati dalla proiezione del film “Superman”, sognano di raggiungere con un utopistico viaggio l'America, alla vana ricerca del loro mito. Tra espedienti per procurarsi il denaro necessario, false

partenze e scontri con la sorda ostilità degli adulti, i due ragazzini dovranno confrontarsi con il peso di una realtà che non tiene conto dei sogni dell'infanzia. Il grigiore della periferia romana fa invece da sfondo ai turbamenti descritti da “Pizzangrillo”, di Marco Gianfreda. Il giovane protagonista osserva impotente

la strisciante depressione che si è impossessata del nonno (interpretato da

Toni Bertorelli). Intuendone le fatali intenzioni, il ragazzino segue il parente riuscendo a dissuaderlo dai suoi propositi suicidi. Il vertiginoso giro finale su una giostra forse segnerà la rinascita dell'adulto. Ancora malesseri che accomunano genitori e figli affiorano nel perplesso “Soltanto uno scherzo”, di Max Croci. Un genitore borghese (interpretato da Maurizio Crozza), tenta di recuperare il suo rapporto con il figlio responsabile di una bravata ai danni di un inerme compagno di scuola. Il padre sarà costretto a ricorrere a un doloroso espediente per tentare di esorcizzare l'ossessione del ragazzo. Un flauto di legno permette una provvidenziale evasione dalla realtà al p i c c o l o protagonista di “The Flute”, di Said Najmi, ambientato in una scarna Giordania. Il prezioso strumento musicale, smarrito in un c a m p o minato, v e r r à raccolto da una bambina che, dall'altra parte del confine, continuerà a suonarlo. La morale è che anche i più insanabili contrasti etnici potrebbero essere risolti ricorrendo alla universale semplicità dei gesti. Un contesto ugualmente desolato caratterizza “Tasnim”, di Elite Zexer: l'ansia di una ragazzina, in attesa di rivedere il padre in visita nello sperduto villaggio d'origine, si scontra con l'amara presa di coscienza da parte della giovane figlia su quello che dovrà essere il suo ruolo d'ora in poi. Si cambia scenario, e la logica del branco si

materializza nella fissità del norvegese

“Jenny”, di Ingvild Søderlind. Isolata e costretta a vagare in cerca di un'identità, la protagonista osserva a distanza gli eccessi dei suoi coetanei, ma inaspettatamente riuscirà a trovare un modo per comunicare con uno di loro, ricorrendo a

una specie di linguaggio in codice. Anche se si modificano gli sfondi e le latitudini, i disagi generazionali si diffondono sullo schermo con il loro carico di domande in sospeso e di promesse non mantenute, reclamando, attraverso lo strumento del

racconto cinematografico, uno spazio necessario.


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Ieri in concorso per la sezione +16

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nquietudini generazionali, turbamenti sotterranei e tentativi di riscatto affiorano dai cortometraggi della sezione GENERATOR +16, che concentrano il loro sguardo su simboliche ansie giovanili che assumono un valore universale. Impresso in un vivido bianco e nero “Tiro a vuoto”, di Roberto Zazzara, esplora gli spazi inospitali di una borgata,

scenario di bullismo e quotidiane sopraffazioni. Obbligato dalle intimidazioni di alcuni minacciosi coetanei, uno studente è costretto a sottrarre il motorino al suo migliore amico per consegnarlo alla gang, ma neanche questo gesto, che si consuma sullo sfondo del litorale romano, riuscirà a

incrinare l'amicizia dei due ragazzi. Una tematica per molti versi affine anima anche “Angelo o la Pasqua di Salvo”, di Sebastiano Greco, dove risalta ancora uno strisciante malessere esistenziale. Alcuni giovani sbandati si ritrovano a vagare nella desolata campagna romana: il gesto crudele compiuto da uno di loro avrà una fatale conseguenza. Echi pasoliniani accompagnano una cupa eclissi morale

che la regia sottolinea con una scarna

messinscena. Degli emblematici personaggi, solo il piccolo Salvo avrà un'occasione di riscatto, rifugiandosi nello sp az i o i n c on t am i n at o dell'immaginazione. Toni m e n o c u p i contraddistinguono il danese “13”, di Malou Reymann. Il giorno del suo compleanno, l'adolescent e Emma va in cerca del p a d r e , imbattendos i invece nel suo nuovo compagno. Tra i due andrà in scena un serrato confronto che si concluderà, all'arrivo del padre della ragazza, con una provvidenziale riconciliazione . Ambientato nel depresso scenario africano, “Burungo”, di Dome Karukoski e Pamela Tola, non fa invece sconti allo spettatore, mettendo in scena le insostenibili condizioni di vita degli adolescenti del Terzo Mondo. Due sorelle si smarriscono in un labirintico giro della baraccopoli, assistendo impotenti all'abbrutimento che le circonda, fra coetanei sbandati che sniffano colla e adulti che frugano miseramente nei rifiuti. Contagiate dal disfacimento che le circonda, le due ragazze proveranno perfino a vendersi per ottenere una cifra irrisoria ma, all'ultimo momento, sceglieranno di sfuggire a un destino all'apparenz a già segnato. Un repentino cambio di scenario caratterizza lo svedese “This Means Forever”, di Amanda Kernell, resoconto dei turbamenti amorosi della spaesata quattordicenne Frida, alle prese con una imprevista gravidanza. La

notizia spingerà la ragazza e il fidanzato a una necessaria presa di coscienza. L'incontaminato fondale australiano fa da

cornice all'amicizia tra due irrequieti adolescenti in “Something Fish”, di Ben Young. In cerca di facili trasgressioni, i due ragazzi si lanceranno in una serie di bravate, ma un imprevisto guasto al motore della loro barca e l'approdo su una spiaggia deserta saranno il preludio a

una tragedia annunciata. Alternando le intense vedute del paesaggio australiano ai cortocircuiti emotivi dei personaggi, “Something Fish” descrive i crudeli ingranaggi che spingono gli esseri umani, persino in giovane età, a macchiarsi delle peggiori colpe, e suggerisce, con l'ultima

inquadratura, che il pentimento forse non basta a riscattare una vita già segnata.


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