I volti delle istituzioni, i sorrisi dei talenti, gli sguardi degli amici, i nuovi orizzonti di Giffoni
per un’ creativaEuropa
Indice
Volume 3
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La dolce vita. I talenti
I protagonisti del cinema, dello spettacolo e della cultura Novecento
Le istituzioni e le autorità pubbliche Lunedì si parte
La fine di un viaggio e l’inizio di tanti altri
Direttore editoriale
Claudio Gubitosi
La dolce vita
Coordinamento editoriale Michele Melillo
Progetto grafico Patrizia De Cristofaro
Immagine di copertina Federica D’Ambrosio
Hanno collaborato
Carmen Amoroso
Luca Apolito
Barbara Cangiano
Alfonso Cerrone
Marco Cesaro
Luigi Crepaldi Notarfrancesco
Rita Esposito
Anna Falivene
Francesco Ferrara
Mario Ferrara
Marta Frasca
Marco Fronza
Neviaclaudia Gubitosi
Giusi Lambiasi
Luciano Lanzillo
Martina Mongillo
Daniele Moschella
Antonino Muro
Gianvincenzo Nastasi
Stefano Notarfrancesco
Francesca Pecoraro
Giusi Rago
Sabato Romeo
Davide Russo
Gerardo Sorgente
Rosaria Spiniello
Giuseppe Tedesco
Piero Vistocco
Testi
Alessio Iannicelli
Ricerca iconografica Antonietta Buonanno
I talenti
Foto
Michele Abate
Ciro Antinozzi
Renato Beatrice
Viviane Cammarota
Carla Celentano
Domenico Celentano
Lello D’Anna
Gaetano Del Mauro
Dario Di Filippo
Rita Esposito
Lucia Foglia
Guglielmo Gambardella Sergio Gatto
Lucia Iuorio
Carlalberto Leonardi
Tiziano Marcoccia
Stefano Massa
Giuseppe Novellino
Luigi Pepe
Alfonso Maria Salsano
Sabato Scarpa
Alfonso Somma
Assunta Somma
Imma Tagliatela
Francesco Truono Stampa
Arti Grafiche Boccia Spa
Attori, registi, eccellenze dello spettacolo e della televisione, eroi dello sport e idoli della musica: a Giffoni, abbiamo accolto migliaia di talenti italiani e internazionali. Tutti hanno vissuto la magia del Festival, condividendo con i giffoner la propria storia, le proprie emozioni e le proprie idee. A Giffoni, infatti, i talenti si confrontano con i ragazzi in un rapporto alla pari che rivela il loro lato più intimo ed umano. È questo uno degli aspetti più significativi del nostro Festival: chi viene qui, vive un’esperienza diversa da tutti gli altri eventi nel mondo.
Perché Giffoni?
Perché i talenti del cinema, della televisione, dello spettacolo, della musica e dell’arte vengono a Giffoni?
La risposta è tanto semplice quanto complessa: si viene a Giffoni perché non si può non venire.
In cinquantadue anni di storia, il nostro Festival è diventato un evento capace di segnare le carriere degli artisti e dar loro la possibilità di esprimersi, raccontarsi, lanciarsi o rilanciarsi in totale libertà. Ma c’è dell’altro. Venire a Giffoni significa anche tornare bambini, ricominciare a meravigliarsi, avere di nuovo gli occhi pieni di futuro e le gambe piene di energia. A Giffoni la “Walk of Fame” su cui lasciare le impronte del proprio successo e le tracce del proprio passaggio sono i ricordi dei ragazzi e delle ragazzi. E’ proprio nei
cuori e nelle menti dei giurati che gli ospiti nazionali e internazionali lasciano il proprio esempio e il proprio insegnamento, abbandonando ogni formalità per vivere un incontro molto più intimo e più umano. Ad ogni regista, attore e artista che abbia voglia di verificare davvero l’indice di apprezzamento della sua opera bisognerebbe consigliare di venire a Giffoni. Ognuno - dall’ultimo esordiente al big più affermato - ne trarrebbe certamente grande giovamento: Giffoni è l’amore corrisposto perfetto per i suoi ospiti. Quando vengono qui, i talenti diventano giffonesi, anche solo per poco tempo e si aprono ad una relazione totale con i ragazzi del Festival. Senza i rischi delle solite indiscrezioni giornalistiche: a Giffoni il gossip è bandito!
Sognatore, innamorato del cinema, narratore unico, maestro: François Truffaut.
La sua passione, la sua capacità di condividere idee, far riflettere ed emozionare ha ispirato tante generazioni, ha rivoluzionato il cinema, ha illuminato il mondo e ci ha reso felici.
Per invitarlo a Giffoni, nel 1982 gli inviai una lettera semplice, ma scritta con il cuore. Quelle parole lo convinsero. Conservo ancora il telegramma con il quale mi comunicò di accettare l’invito.
Lui schivo e riservato ma curioso di conoscere la nostra realtà, per tre giorni fu l’angelo sopra Giffoni, con la splendida Fanny Ardant.
Da quell’edizione e da quel momento per me e per tutto il mio team nulla è stato più lo stesso. La dedica che ci ha lasciato ormai è storia.
Oggi, la sua idea di un cinema che metta al centro le giovani generazioni è semplicemente, più che mai, necessaria.
Nel 1983 ho scritto al grande regista e drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo per invitarlo alla tredicesima edizione del Festival. Già da tempo avevo deciso di assegnargli il nostro premio più prestigioso: per me, era un tributo dovuto ad un vero maestro del cinema e del teatro contemporaneo. Eduardo era felicissimo del riconoscimento ma, purtroppo, aveva diversi problemi di salute: questa è la lettera che mi inviò per rispondere al mio invito e salutare il team di Giffoni.
Nel 1984, invitai al Festival il grande Steven Spielberg per consegnargli il nostro premio più prestigioso. Subito, il suo entourage mi scrisse dicendomi che il regista era onorato dell’invito e del riconoscimento che avevo deciso di assegnargli ma non poteva intervenire perché impegnato sul set. A riprova della sua gratitudine, però, Spielberg fece una cosa straordinaria: mi inviò, per tramite dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma, un cine-messaggio in pellicola 16 mm con colonna sonora a parte. Oggi è normale inviare video di saluti o di auguri con lo smartphone. Allora era a dir poco impensabile. Il “dono” di Spielberg mi colse alla sprovvista e anche solo riuscire a proiettare il cine-messaggio fu un’impresa! Siccome non c’era una sala adatta per la proiezione, fui costretto ad utilizzare la palestra delle Scuole Elementari di Piazza Annunziata.
Con le sedie “prese in prestito” dalle aule creammo una platea per i giurati ed giornalisti mentre utilizzammo alcuni cartoni e materassi che erano lì per oscurare le grandi finestre della struttura. Alla fine, riuscimmo a proiettare il video con il quale il grande Spielberg mi ringraziava per il premio che gli avevo assegnato e si congratulava per l’organizzazione del Festival, augurando a tutti noi un brillante futuro. Ricordo ancora con precisione le sue parole: “Ringrazio l’organizzazione per il riconoscimento. Sono molto contento perché è il primo da parte di un Festival che onora la gioventù. Ho trentasei anni ma non penso come un adulto, non sono cresciuto così tanto, dal momento che una parte di me è ancora simile a Peter Pan. Spero di realizzare in futuro molti film per ragazzi ma sono conscio dei problemi che potranno sorgere muovendomi nel tanto complicato mondo degli adulti dove privilegi di opinioni e responsabilità dovrebbero andare mano nella mano per sopravvivere. Grazie ancora”. Al termine del Festival, come da impegno preso, restituì la pellicola all’ambasciata affinché fosse rispedito al mittente: di esso, mi resta soltanto un ricordo che custodisco gelosamente nel cuore nella memoria.
Il terremoto del 23 novembre 1980 colpì vaste aree della Campania e della Basilicata. Anche Giffoni ebbe numerosi danni e, pur con tutti i problemi, nel 1981 il Festival fu realizzato. Avevo chiesto all’amico Renzo Rossellini, secondogenito del grande regista Roberto che dal 1977 era diventato Presidente della prestigiosa Gaumont, un suo sostegno ed aiuto. Avevo scritto una bella lettera a Robert De Niro per invitarlo a prendere parte al Festival. Nel mese di agosto del 1982, Renzo mi chiamò e mi confermò l’intenzione di De Niro di venire a Giffoni il 29 agosto. Rimasi un po’ perplesso, perché non c’erano più le strutture del Festival e il paese era praticamente vuoto. Che fare?
Non mi persi d’animo e abbozzai un programma che sottoposi a Rossellini, approvato con questi suggerimenti: realizzare un’accoglienza festosa con la banda musicale. Dissi di sì. De Niro veniva in Italia, anche per fare un giro nelle zone terremotate e l’incasso del suo ultimo film “Toro scatenato” lo aveva destinato ad alcuni comuni del cratere gravemente danneggiati. In una torrida estate ero gelido dalla commozione, aggredito dalla paura. Certamente mi salvò una tripla dose di adrenalina, perché quella che avevo utilizzato per il Festival, conclusosi l’8 agosto, si era ormai esaurita.
Giffoni, però, non disponeva di un complesso bandistico come oggi e, invitando i sindaci del cratere ad essere presenti all’evento, rintracciai la banda musicale di Caposele, comune
terremotato dell’avellinese. Tutto pronto: palco nella Piazza Mercato, amplificazione, proiezione per il film con una rara macchina 35mm portatile.
Solo Dio sa come feci. Il 26 agosto a Salerno ci fu un attacco terroristico delle Brigate Rosse, poi denominato “strage di Salerno”, dove morirono un militare dell’esercito e due poliziotti.
Fu un momento terribile e l’agguato terroristico diventò una notizia che fece il giro d’Italia e del mondo. A parte il dolore per l’evento, mi preoccupai che la presenza di De Niro potesse saltare. Non fu così. Collego questo episodio perché a Salerno erano accorsi decine di giornalisti politici e di cronaca e, quando confermai l’incontro di De Niro per il giorno 29, moltissimi (anche se non del settore cultura e spettacolo) si spostarono da Salerno a Giffoni.
Non c’erano telefonini, mail o altri mezzi di comunicazione.
Concordammo l’arrivo all’ingresso di Giffoni, precisamente nella piazzetta di Santa Maria a Vico: macchina bianca, sportelli aperti e frecce accese. L’appuntamento in piazza era per le ore 19:30.
Sapevo che doveva esserci anche il Console Generale degli Stati Uniti d’America, la sicurezza che aveva messo a disposizione il Consolato e tutte le persone che avevo invitato. Potete immaginare che dalle 18:30 ero già lì, dopo aver dato disposizioni alla banda musicale che già suonava in piazza per intrattenere il pubblico.
Arrivò la fatidica ora, le 19:30, ma passavano i minuti e non si vedeva Robert De Niro
nessuno. Cominciai a preoccuparmi. Non sapevo come fare, non avevo notizie né potevo darle. Alle 20:00, sconfortato, incominciai a pensare tutto il peggio possibile e mi avviai lentamente verso la piazza, immaginando il disastro totale e la lapidazione da parte di un migliaio di persone che lo aspettavano. Guardo la piazza stracolma con il palco vuoto, la banda aveva smesso di suonare... mi preparo al peggio. Arrivo dietro al palco e lì vedo De Niro con tutto l’entourage, il Console Generale e Renzo che rideva. Aveva deciso, senza farmi sapere niente, che sarebbe arrivato
direttamente nella piazza con la collaborazione dei suoi servizi di sicurezza. Rimasi impietrito per pochi secondi e poi stemperai la paura con un forte e caloroso abbraccio.
Mi presentò De Niro e tutto il suo team ed iniziò la serata con un pubblico sempre più crescente in piazza, mentre sul palco scorrevano le immagini di “Toro scatenato”.
Secondo voi è finita la storia? Passiamo al secondo tempo. Ci spostiamo all’hotel San Katrin per un ricevimento. Persi il conto dei giornalisti. Incominciarono a chiedere anche a me notizie sul perché De Niro a Giffoni. Loro
sapevano che era atteso a Venezia. Nel 1982 il Direttore del Festival di Venezia era l’amico regista Carlo Lizzani. Io non ero a conoscenza di questa notizia, quindi inventai... una clamorosa bugia. Non erano ancora note le sue origini italiane e, con un tono tranquillo, fermo, deciso, convincente, dissi che De Niro era originario di questa zona. Mentivo sapendo di farlo. Che volete da me? Di necessità virtù! Mi dovevo salvare la pelle: pur non avendo nessuna colpa, non dovevo e non potevo mettermi contro Venezia e tutto il sistema cinematografico e politico dell’epoca. Vi ricordo
che nel 1982 avevo solo 12 anni di esperienza di Festival. La presenza di De Niro a Giffoni fu un grandioso evento popolare. Rossellini e tutto l’entourage erano contenti e il 30 agosto (non c’erano ancora i social, web ed altro) tutti i giornali italiani scrivevano dell’evento, tra prime pagine e pagine intere e i telegiornali nazionali trasmisero ampi servizi. La mia bugia è durata purtroppo per molti anni, dieci credo. Poi la scoperta delle sue origini molisane, di Ferrazzano, in provincia di Campobasso, ha finalmente riportato la verità.
Aprile 2002, una telefonata da Londra di una nostra collaboratrice mi fece saltare dalla sedia: mi annunciò che Meryl Streep con piacere accettava l’invito di venire a Giffoni per la 32esima edizione in programma dal 20 al 27 luglio. Tenni la notizia molto riservata fin quando non decidemmo, di comune accordo con la publicist, di annunciare l’evento. La protagonista assoluta di tanti capolavori come “Manhattan”, “Kramer contro Kramer”, “La donna del tenente francese”, “La scelta di Sophie”, “La mia Africa”, La morte ti fa bella”, “La casa degli spiriti”, “La musica del cuore”, “The
House”, “Il ladro di orchidee”. E dal 2003 in poi un effluvio di tanti altri capolavori come: “Il diavolo veste Prada”, “Mamma mia”, “Julie e Julia”, “Piccole donne”. Ebbene proprio lei veniva a Giffoni. Curai l’organizzazione nei minimi dettagli. Aveva bisogno di relax e la nostra Costiera Amalfitana era l’ideale. Attivai i proprietari e il direttore dell’Hotel “Santa Caterina” di Amalfi per una ospitalità comoda, silenziosa e riservata. L’accompagnava il marito, Don Gummer, famoso scultore. Non era mai stata in Campania e ci tenevo moltissimo a farle conoscere la bellezza e la ricchezza dei nostri
luoghi storici e culturali. La aspettai nella hall dell’hotel. La riconobbero in tanti, soprattutto turisti americani, che vedevo bisbigliare e guardare, mantenendo, però, un doveroso distacco. Sbrigate le formalità, ci sedemmo al bar per un caffè e per un primo incontro informale.
Empatia dal primo momento. Ero teso, lo so, ma chi mi conosce sa che riesco a gestire nel migliore dei modi i momenti più importanti e critici. Non dovetti fare un grande sforzo perché mi mise immediatamente a mio agio. Non ci credevo. Parlavo con lei come se fossimo amici da tanti anni. Nemmeno lo stress del fuso orario l’aveva scalfita. Mi ringraziò per l’invito e mi disse che non vedeva l’ora di conoscere il Festival e di incontrare i ragazzi. Ci teneva moltissimo a saperne di più e, nonostante fosse arrivata da Los Angeles da poco, mi chiese se avessi impegni e se potessi fermarmi a pranzo con lei. Tra un bicchiere di vino e un pranzo davvero leggerissimo, perché più che mangiare parlavo, raccontai tutto quello che potevo. La mattina del grande giorno, con un bel motoscafo, Meryl arrivò a Salerno e da lì si mise in viaggio verso Giffoni, dove l’attendevo davanti alla Cittadella. Paglietta bianca, solare, splendida. La accompagnai all’incontro con la stampa perché nella sala era in corso una proiezione. Tonino Pinto, che conduceva con maestria le conferenze stampa, tirò fuori la sua arguzia e tra una domanda e l’altra, sapendo del suo amore per le canzoni napoletane, le fece intonare “O sole mio”. Poi tornammo al cinema e volle assolutamente partecipare alla visione di un film riservato ai ragazzi di +13. Non voleva disturbare e la portai nel corridoio del mio ufficio dal quale si poteva accedere ad un palchetto che affacciava sulla sala. Camminava in punta di piedi, la sua voce era sottilissima. Finita la proiezione, l’incontro con i ragazzi e foto con tutti. Fu un evento commovente con il pubblico in sala in delirio. Lei, come sempre dolce, affettuosa e disponibile. Per la consegna del premio dedicato a François Truffaut erano presenti in sala anche il Sottosegretario di Stato ai Beni Culturali, Nicola Bono, il Vice-Presidente della Regione Campania, Antonio Valiante
e il Presidente della Provincia di Salerno, Alfonso Andria. Il giorno dopo non poteva mancare nel programma una visita a Pompei. Dal mio ufficio ogni trenta minuti chiamavo la mia assistente al telefono per sapere come procedeva e lei, sapendo che ero io, ogni volta mi salutava e mi raccontava delle sue emozioni. Secondo voi quanti giornalisti, in tutti questi anni, mi hanno chiesto aneddoti sui talenti che ho avuto l’onore di conoscere e chi mi è rimasto più impresso? Pur amando e rispettando tutti gli ospiti del Festival, quando ricevo queste domande faccio un solo nome: Meryl Streep. É davvero impossibile trasferire la luce che emana, la sua ammaliante dolcezza. In lei convivono la gentilezza dei grandi, la disponibilità e la bontà di accettare un invito e trasferire gratitudine a chi, come nel caso di Giffoni, ha scelto di stare con i ragazzi. E adesso, facendo uno strappo al protocollo, pubblico in queste pagine la bellissima lettera di ringraziamento scritta a mano che mi fece pervenire pochi giorni dopo la sua visita a Giffoni. Non c’è nessun’altra parola da aggiungere.
Luigi Comencini è stato uno dei registi italiani che più ho ammirato ed amato. Apprezzavo la sua sensibilità sui temi dell’infanzia e, nel 1982, ricevetti da lui un regalo immenso: il padre del neorealismo decise infatti di girare a Giffoni “Il matrimonio di Caterina”, un film per la Rai tratto dal racconto di Mario La Cava. Emozionatissimo e onorato, feci tutto il possibile per supportare la sua troupe formata dalla figlia, la brava Cristina Comencini, che curò la sceneggiatura dello sceneggiato, il produttore Giancarlo Di Fonzo e gli attori Anna Melato, Stefano Madia, Marie-Claude Musso, Donato Petilli, Clelia Rondinella. I luoghi principali delle riprese furono la piazza di Giffoni, il Giardino degli Aranci e il borgo di Terravecchia.
Tutto il paese si unì intorno a questa produzione e Luigi prese molti miei concittadini come comparse e figuranti. Il film fu trasmesso il 12 marzo del 1983 su Rai 3: fu una soddisfazione enorme vedere il mio paese in un’opera di Comencini.
Di Oliver Stone ricordo la disponibilità con i giffoner, la cordialità con i giornalisti…e i calzini viola! Stone arrivò a Giffoni il 21 luglio 2001: dopo il suo incontro con i ragazzi saremmo dovuti andare a cena ma mi disse che voleva assistere alla prima di Jurassic Park III, in programma proprio quella sera. Ovviamente fui felice di posticipare la prenotazione al ristorante e accompagnarlo nell’arena. Prese posto in prima fila in mezzo ai giurati, accavallò le gambe e io notai subito un particolare: indossava un paio di calzini viola sgargianti. Scaramantico come sono, pensai “speriamo che non portino male e non si interrompa la proiezione!”. Fortunatamente, andò tutto liscio e dopo il film andai a cena insieme a sua moglie Sun-jung Jung e alla figlia Tara. Durante un incontro con la stampa il giorno dopo, Stone mi ringraziò con una frase che ricordo ancora benissimo. Disse: “Bisognerebbe mettere la foto di Claudio Gubitosi nel vocabolario italiano accanto alla parola persistenza. Per anni mi ha invitato a venire al Festival di Giffoni. Io ero sempre impegnato e quindi sono stato costretto a rifiutare. Lui, però, non ha mai rinunciato. Per mia fortuna, visto che mi ha fatto conoscere questa straordinaria realtà”. Il giorno dopo mi chiese di visitare Pompei. Naturalmente esaudii subito il suo desiderio. Alla fine del suo tour, nel tardo pomeriggio, mi telefonò e mi disse che era stato avvolto, travolto dalla storia di questo luogo fantastico, unico al mondo e che “aveva rivisto gli spiriti di Pompei”.
A sud di Salerno tra la collina e il mare, il piccolo centro di Giffoni raduna da 50 anni una folla di ragazzi da decine di popoli del mondo intorno all’argomento cinema. I più illustri rappresentanti di quest’arte a titolo gratuito incontrano, discutono, rispondono a grandi assemblee di attentissimi figli dei quattro venti. Lo scorso anno erano trecentoMILA. Giffoni conta poche migliaia di abitanti eppure ha visto sorgere più di cento b&b e quaranta ristoranti, frequentati lungo l’intera annata, non solo nei giorni del raduno. Sono stato invitato a una loro giornata. Sono stato interrogato da ragazze e ragazzi su temi solenni che mi hanno fatto sentire ai piedi di una parete da scalare. Le loro domande erano appigli che dovevo cercare di raggiungere e tenere. Le loro domande contenevano una esigenza che manca alle interviste. Le ho scalate col rischio di cadere, di non essere alla loro altezza. Volevano assegnarmi il loro premio, non letterario, alla persona. Ho chiesto di intestarlo alla famiglia Regeni, alla loro tenace volontà di giustizia per Giulio rapito, torturato e ucciso dalla polizia egiziana. Il cinema è la nuova stesura della storia del mondo. Oggi non si scrive più
quella con i capi di stato, ma con le singole vicende delle persone giuste, che agiscono sul lastrico della società, non ai suoi piani alti. Il film su Giulio Regeni è ancora da fare. Nei quadri in chiesa si raffigurano santi e beati. Cosa permette di riconoscere gli uni dagli altri? Facile: i santi hanno l’aureola, un cerchio chiuso intorno al capo. I beati hanno invece dei raggi che spiccano dal cranio. Oggi è tempo di questi secondi, persone che irradiano un esempio, un messaggio, un impulso. Claudio Gubitosi, coetaneo inventore e motore da mezzo secolo degli incontri di Giffoni, è uno di questi irradiatori e ha reso tale anche il luogo. Tutto è gratuito, l’accoglienza nelle case, gli appuntamenti, le proiezioni, i concerti di famosi artisti. Tutti sono venuti senza compenso per questa valorosa economia del dono che moltiplica il credito personale più di qualunque investimento.
L’elenco delle celebrità che si sono succedute nel corso delle edizioni è clamoroso. François Truffaut, uno dei primi illustri, disse di Giffoni che era un festival necessario. L’aggettivo è appena la punta di una manifestazione di vitalità culturale unica al mondo.
Erri De Luca
Il cuore di Giffoni
I registi dei film in concorso
I film sono una parte fondamentale del nostro Festival. In inglese, si direbbe che sono il core business di Giffoni. Quest’espressione è corretta ma onestamente non mi piace molto. Preferisco tradurla in italiano e dire che i film sono il cuore del Giffoni Film Festival. “Cuore” è più bello di “core”: è l’organo che regola la vita, genera le emozioni e alimenta le passioni. Proprio come i film che presentiamo ogni anno.
Sarebbe davvero impossibile fare un calcolo preciso di quante opere abbiamo ricevuto, valutato e presentato in cinquantadue anni di Festival. Per ogni edizione, il nostro team di selezionatori esamina più di 4500 lunghi, corti e mediometraggi. Di questa immensa mole mediamente solo 180 titoli arrivano in sala durante il Festival. É sempre un dolore non selezionare tanti di coloro che ci presentano le proprie opere, così come è una grande responsabilità accettare quelli che andranno poi a comporre il corpus della selezione da proporre alle giurie.
A Giffoni si vedono film comici e drammatici, film d’avventura e film esistenziali, documentari e fiction. Il tutto senza alcuno snobismo culturale, senza bandiere ideologiche né limiti geografici, andando oltre i confini del cinema mainstream per addentrarsi nei territori più inesplorati, impervi e spesso strabilianti del cinema indipendente. Per me e per il mio team, selezionare i film significa infatti anche andare alla ricerca di giovani creativi, talenti emergenti e autori (ancora) non noti ai quali offrire l’opportunità di brillare su un palcoscenico come il Festival. Senza timore di smentita posso dire che, in oltre cinquant’anni di storia, Giffoni ha scoperto, promosso e lanciato tantissimi autori che oggi sono con orgoglio patrimonio universale del cinema.
É proprio a loro che voglio dedicare questo capitolo: agli uomini e alle donne che hanno creduto in Giffoni
inviando in competizione o fuori concorso le loro opere e le loro storie.
Senza di loro, il nostro viaggio non sarebbe completo. Tutti gli autori li abbiamo accolti con affetto, li abbiamo presentati ai giurati e poi anche ai genitori; per loro abbiamo realizzato rassegne speciali e organizzato retrospettive. Quanti di loro hanno vissuto a Giffoni la loro “prima volta” con un Festival? Quanti sono rimasti stupiti - o addirittura impauriti - dalle reazioni dei ragazzi delle giurie? Quanti hanno pianto e sorriso nelle nostre sale insieme ai giffoner? E ancora quanti, aspirando com’è naturale alla vittoria, sono rimasti amareggiati o delusi dall’esito delle premiazioni? Tutti, però, sono sempre stati rispettosi del verdetto dei ragazzi delle giurie. Giffoni è un luogo di scoperta, confronto e crescita a prescindere dal fatto che il proprio film vinca o meno. Sono tante le storie che meriterebbero di essere raccontate. Per dare lo spazio che meritano a tutti gli artisti - giovani e meno giovani - che hanno presentato le proprie opere a Giffoni dovremmo scrivere altrettanti volumi. Per questo motivo, ho deciso di rendere omaggio a tutti gli autori che hanno partecipato al Festival pubblicando un piccolo album di foto degli anni 2019, 2020 e 2021. Questi ultimi tre anni sono stati davvero complessi per il mondo del cinema. Produrre, presentare e distribuire un film è sempre difficile: farlo nel bel mezzo di una pandemia lo è stato ancora di più. I registi hanno dovuto dar fondo a tutta la loro creatività, il loro spirito d’iniziativa e la loro determinazione. Non me ne voglia nessuno ma credo che tutti coloro che hanno prodotto e presentato un film negli ultimi tre anni siano davvero degli eroi, dei “cavalieri” che possono rappresentare (meglio di chiunque altro) tutti i registi e le registe che in 52 anni hanno presentato qui a Giffoni la loro “impresa”. Mettere insieme le loro foto è un omaggio, ma anche un auspicio: quello di tornare presto in sala ad emozionarci, ridere, piangere, parlare e conoscerci come sempre abbiamo fatto a Giffoni.
Gli amici del Festival
Dopo i talenti ed i registi, ecco una galleria degli “amici di Giffoni”. Sarebbe davvero impossibile raccogliere le foto di tutti coloro che hanno partecipato al nostro Festival con interesse e sincera amicizia. Nelle prossime pagine, ne ho raccolti alcuni: loro e tutti gli altri li ricordo con affetto perché, con ciascuno, ho condiviso un pezzo di quel lungo viaggio che è la storia del nostro Festival.
Novecento
Le porte di Giffoni sono sempre state aperte ai rappresentanti delle Istituzioni locali, nazionali e internazionali di tutti gli schieramenti.
Per i politici e le autorità pubbliche, venire a Giffoni significa confrontarsi con i ragazzi in maniera diretta e senza filtri. Spesso, proprio dalle idee e dalle proposte raccolte a Giffoni sono nati progetti molto importanti per migliorare il presente ed il futuro del nostro Paese. Vedere le foto di così tanti uomini e donne delle nostre Istituzioni locali e nazionali arrivati a Giffoni - a cominciare dal primo ministro arrivato nel 1978, il titolare dell’allora Ministero del Turismo e dello Spettacolo Carlo Pastorinomi stupisce e mi meraviglia. Questo capitolo permette di capire quanta attenzione e quanta attrazione Giffoni ha saputo suscitare nel corso degli anni.
Nel 2000 Giffoni celebrava i trent’anni di vita. Il raggiungimento di una tappa così importante fu celebrato con un evento molto intenso: un’udienza speciale con papa Giovanni Paolo II. La delegazione di Giffoni arrivò a Roma con un treno speciale. Prendemmo posto sul sagrato di San Pietro, a pochi metri dall’altare e Papa Wojtyla ci salutò con parole commoventi. Dopo che il Santo Padre ebbe parlato, le telecamere del Vaticano indugiarono a lungo sulla nostra delegazione in festa. Del Festival, come potete vedere dalle foto, si poterono avvicinare per salutare il Papa soltanto il Presidente dell’Ente Carlo Andria, il sindaco di Giffoni Ugo Carpinelli, Padre Claudio e, al mio posto, mia moglie Alfonsina e mia figlia Neviaclaudia.
“Saluto tutti pellegrini di lingua italiana. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero agli organizzatori e ai ragazzi partecipanti, insieme con i loro familiari, al Giffoni Film Festival, che quest’anno ricorda il trentesimo anniversario di istituzione.
Carissimi, mentre porgo le mie felicitazioni per la ricorrenza, formulo voti perché il Signore accompagni con la sua grazia le vostre aspirazioni e vostri propositi”.
Papa Francesco saluta i giffoner
Un momento indimenticabile, un’emozione unica, una giornata che è entrata nella storia: domenica 17 lugliodurante l’Angelus in Piazza San Pietro - Papa Francesco ha rivolto un saluto e un augurio al team di Giffoni e agli oltre cinquemila ragazzi e ragazzi impegnati nella 52esima edizione del Festival al via pochi giorni dopo. Le parole utilizzate da Papa Francesco, in particolare per il tema scelto per l’edizione 2022: “Invisibili” - sono la più importante conferma della bontà della direzione che Giffoni ha voluto intraprendere, offrendo visibilità a chi visibilità non ha, dando voce a chi spesso la società contemporanea mette a tacere, favorendo la pluralità delle opinioni, promuovendo sempre e comunque la validità del confronto come metodo che consente la circolazione delle idee e che tutela la libertà. Il saluto del Papa rappresenta dunque uno sprone incredibile a continuare con determinazione lungo questa strada avendo come esclusivo riferimento i giovani.
“Mi fa piacere ricambiare il saluto che mi hanno rivolto i ragazzi partecipanti al Giffoni Film Festival, che quest’anno è dedicato agli Invisibili, cioè alle persone che vengono messe da parte ed escluse dalla vita sociale. Grazie ed auguri!”
I premi nobel
In più di cinquant’anni di storia, Giffoni ha accolto ben tre premi Nobel. La scienziata Rita Levi Montalcinivincitrice del premio Nobel per la Medicina - è stata la prima ad onorarci della sua presenza nel 1992.
La ricordo come una donna affabile, elegante nel suo vestito bianco di raso, immensa nel suo corpo minuto e nella sua lungimirante arguzia. Dopo di lei, sono arrivati a Giffoni due premi Nobel per la Pace: il leader politico sovietico Michail Gorbaciov nel 1997 e il sindacalista polacco
Lech Walesa nel 2001. Rivedere le foto di tre figure così importanti, influenti e determinanti per la storia del ventesimo secolo qui a Giffoni, al Festival, nel mio paese, mi riempie di orgoglio e, credetemi, mi impressiona ancora oggi.
Rita Levi Montalcini Nobel per la medicinaI Presidenti
della Repubblica
Ho avuto il piacere e l’onore di incontrare personalmente tre Presidenti della Repubblica Italiana. Il primo è stato il presidente Sandro Pertini, il 19 gennaio 1984, in un incontro al Quirinale molto emozionante. Sempre a Roma - insieme ad una nutrita delegazione di ragazze e ragazzi del Festival - ho conosciuto il Presidente Francesco Cossiga il 10 aprile del 1989. A Giffoni, infine, ho accolto il Presidente Giorgio Napolitano il 15 settembre 2010 in occasione dei quarant’anni del Festival.
È noto a tutti che Sandro Pertini, subito dopo l’elezione a Presidente della Repubblica, aprì le porte del Quirinale ai cittadini. La più grande attenzione la riservò ai ragazzi ricevendo, quasi tutti i giorni, decine di scolaresche e migliaia di giovani. Tra questi, anche una nutrita delegazione di giurati del Festival il 19 gennaio 1984. Puntualissimo, con passo spedito, preceduto dai funzionari del cerimoniale e dai suoi consiglieri, Pertini entrò nel salone a noi riservato per l’incontro. Dopo una breve illustrazione del Festival che rivolsi al Presidente senza eccessive regole, Pertini iniziò a salutare i ragazzi e a parlare con ognuno di noi. Era la prima volta che Giffoni riceveva una così forte dimostrazione di stima ed affetto da parte della più alta carica dello Stato.
Sandro Pertini Presidente della RepubblicaIl 10 aprile del 1989, insieme ad una folta schiera di organizzatori e giurati selezionati, ho avuto il piacere di conoscere di persona il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. L’incontro - nonostante il rigido protocollo del Quirinale - fu davvero amichevole e molto cordiale. Dopo i saluti istituzionali ed un bellissimo discorso a braccio, Cossiga si avvicinò spontaneamente ai giurati chiedendogli cosa li aveva spinti a partecipare e cosa c’era di bello al Festival. Furono proprio i ragazzi a consegnare al Presidente un dono in ricordo di Giffoni e una somma di denaro che avevamo raccolto per attività di beneficenza.
Al termine dell’incontro - quando tutto sembrava finito - il capo del Cerimoniale del Quirinale si avvicinò per dirmi che dovevamo trasferirci in un altro salone perché il Presidente era felice di offrirci un rinfresco. Fu un atto molto gentile, una sorpresa che apprezzai moltissimo e che ci permise di godere della sua compagnia per altri venti minuti. Ricordo ancora oggi le belle parole che il Presidente Cossiga dedicò al Festival: “Siete dei benemeriti perché siete in prima linea per la promozione della cultura nel nostro Paese. Vi sono grato a nome del Paese per quello che fate, per aver pensato ad un cinema per i giovani”
Francesco Cossiga Presidente della RepubblicaPoche ore, intensissime. Una folla festante colorata di bandierine sventolanti. Le più alte cariche della Regione Campania e della Provincia di Salerno pronte a dare il saluto e testimoniare la coesione di un territorio. Tanti sindaci orgogliosamente bardati con la fascia tricolore. Personalità del mondo della cultura e delle istituzioni. Un pezzo di storia per la cittadina di Giffoni Valle Piana e un ricordo indelebile per tutte quelle persone, e in particolare per tutti quei giovani e quei giovanissimi, che hanno accolto il Presidente con un’ondata di euforia e con la commozione vera che si riserva a chi lascia un segno con la propria presenza carica di valori. Chi c’era e ha sentito i bambini e i ragazzi intonare l’inno nazionale di fronte al Presidente della Repubblica ha avvertito il brivido di un’emozione autentica. E soprattutto è stato testimone di un momento unico: l’incontro in sala del Capo dello Stato con una rappresentanza di giovani giurati del Giffoni Film Festival.
Seduti intorno al Presidente Napolitano, questi ragazzi hanno avuto l’occasione di esprimere il proprio pensiero
sugli argomenti più disparati e la possibilità a dir poco rara di formulare le domande più pressanti, più urgenti, più cruciali (legate alla cultura, al lavoro, all’identità nazionale, al futuro delle nuove generazioni) al rappresentante principale delle nostre istituzioni.
La visita del Presidente della Repubblica ha il valore di un riconoscimento altissimo per il Giffoni Film Festival che in questo modo ha chiuso il cerchio delle celebrazioni dei suoi 40 anni di attività. Ricorrenza che è, per un evento che si è trasformato in autentica “impresa culturale”, soprattutto un nuovo punto di partenza oltre che un traguardo nel suo cammino lastricato di successi. Suonano allora come un attestato di profonda stima e al contempo come un auspicio a continuare sulla strada tracciata in 4 decenni di lavoro, le bellissime parole che il Presidente ha voluto tributare all’organizzazione del GFF nel finale del suo discorso: “Giffoni Film Festival rappresenta un esempio di come si possa investire in cultura per far crescere il territorio e la coscienza civile dei giovani. Veramente vorrei dire a Gubitosi un Grazie a nome dell’Italia”.
Le istituzioni a Giffoni
Istituzioni, autorità e politici di tutti gli schieramenti sono venuti a Giffoni e hanno avuto sempre lo spazio che meritavano per il loro ruolo e le loro competenze. Nelle prossime pagine, troverete una galleria che ritrae i presidenti del Senato, i presidenti della Camera dei
I Presidenti
della Camera dei Deputati
Deputati, i presidenti del Consiglio, i presidenti della Campania, i Ministri e tutte le alte cariche dello Stato e della nostra Regione che ho accolto a Giffoni nel corso degli anni. Il primo ospite istituzionale è stato il Ministro del Turismo e dello Spettacolo Carlo Pastorino nel 1978.
Gianfranco Fini Presidente della Camera Nilde Iotti Presidente della CameraI Presidenti del Consiglio dei Ministri
Il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti venne in visita a Giffoni il 5 agosto del 1989. Dopo l’atterraggio in elicottero sul campo sportivo del paese, Andreotti raggiunse il Cinema Valle in auto in mezzo a due ali di folla.
Nella sala c’erano tanti giurati, autorità civili e personalità varie. Il Presidente tenne un primo discorso di benvenuto e salutò i presenti con cortesia. Successivamente, ci recammo nell’arena all’aperto di Piazza dell’Annunziata. Lì, davanti ad una marea di persone, si tenne l’incontro tra Andreotti ed i nostri ragazzi. Il Presidente rispose a tutte le domande a volte con il suo garbato sarcasmo ma sempre preciso e
puntuale. Al termine, ci fu il terzo appuntamento in piazza, al Giardino degli Aranci, dove il giurato Michele Sità di Genova - a nome di tutti i giffoner - lesse al Presidente un testo di benvenuto. Dopo un discorso molto intenso e tante foto di rito, il Presidente si incamminò verso l’auto che lo attendeva per tornare a Roma, seguito da tutte le autorità. Lo accompagnai e, quando mi avvicinai per salutarlo, stringendogli la mano, non solo mi ringraziò ma mi spinse ad abbracciarlo. Era la prima volta che un Presidente del Consiglio dei Ministri visitava il Festival: quell’abbraccio è fissato nella storia.
Giulio Andreotti Presidente del Consiglio dei MinistriPer la 38esima edizione del Festival nel 1998 avevo deciso di invitare a Giffoni il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ero consapevole dei tanti impegni del Premier e delle difficoltà a livello organizzativo. Ciò nonostante, spedii l’invito confidando nell’aiuto del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, mio amico di lunga data.
L’inaugurazione del Festival era ormai prossima ed io, non avendo ricevuto alcuna risposta, mi ero rassegnato. Sette
Passarono solo pochi minuti quando si aprì una grande porta e comparvero tutti i Ministri del Governo. Molti si fermarono a parlare con noi, entrò il Sottosegretario Letta che si fermò vicino a me e subito dopo il Presidente Berlusconi. Cosa era successo? Letta aveva sospeso, d’accordo con Berlusconi, il Consiglio dei Ministri per 30 minuti per incontrarci e salutarci! Credo sia superfluo raccontare della vivacità dell’incontro, con Berlusconi in grande forma che scherzava in inglese e chiedeva ad
giorni prima dell’apertura, però, ricevo una telefonata inaspettata dal sottosegretario Letta che mi invita, con un bel gruppo di ragazze e ragazzi, a Napoli alle 11:00 di mattina del 18 luglio: proprio il giorno dell’inaugurazione del Festival! Berlusconi aveva infatti deciso di incontrare i giurati in occasione del Consiglio dei Ministri in programma a Napoli. Feci subito il piano diplomatico, scegliemmo il gruppo dei giffoner e feci l’elenco delle autorità. Arrivammo in una Piazza del Plebiscito super blindata e ci accomodammo in un bel salone della Prefettura di Napoli.
ogni giffoner di dov’era. Per ogni giurato straniero aveva la battuta pronta “Conosco il Premier del tuo Paese”, “Conosco il tuo Presidente della Repubblica”. In modo molto amichevole, presentò ai ragazzi buona parte dei Ministri del suo esecutivo. Le foto che seguono fanno capire la grande disponibilità di Berlusconi, l’affetto e anche il sincero piacere di incontrarci. Credo che non sia mai successo che un importante e delicato Consiglio dei Ministri venisse sospeso per un incontro con un gruppo di ragazzi. Ma, per Giffoni, si fa anche questo.
Silvio BerlusconiI Ministri
Ringrazio il direttore Gubitosi per avermi invitato a questo importantissimo incontro con ragazzi tornati in presenza, con più di cento opere cinematografiche che parlano di loro, delle loro emozioni, di amore, coraggio, adolescenza.
Luigi Nicolais Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione Patrizio Bianchi Ministro dell’Istruzione Livia Turco Ministra della Salute Francesco D’Onofrio Ministro della Pubblica IstruzioneRappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali
Piero De Luca Deputato Riccardo Nencini Presidente Commissione Cultura del Senato della Repubblica Vito Amendolara Assessore Regionale all’Agricoltura della Regione Campania Chiara Marciani Assessore Regionale alla Formazione e alle Pari Opportunità della Regione Campania Anna Bilotti DeputatoMarcella Gargano
Alessandro Zan Deputato Direttotre Generale del Ministrero dell’Università e della Ricerca Corrado Matera Assessore Regionale al Turismo della Regione CampaniaPresidente
Assessore
Direttore
Alessandra Pesce Sottosegratario al Ministero dell’Agricoltura Filomena Albano Autorità Garante Infanzia Barbara Degani Sottosegratario al Ministero dell’Ambiente Enzo Fasano - Deputato Franco Alfieri Consigliore Delegato Agricoltura della Regione Campania Daniela Nugnes all’Agricoltura della Regione Campania Pietro Foglia Consiglio della Regione Campania Alessandro GiannìL’ultima scena del film “I 400 colpi” mi è sempre stata molto a cuore. É un finale, ma non è una fine. Truffaut coglie in un fermo immagine lo sguardo del giovane protagonista Antoine. Il ragazzo ha fatto una lunga corsa verso il mare - quel mare che non aveva mai visto prima - e, dopo essere entrato con le scarpe nell’acqua, si ferma a fissare il blu dell’Oceano. Truffaut inquadra il ragazzo di faccia, come se fosse rivolto verso lo spettatore, e cattura uno sguardo intenso, privo di retorica, con il rumore delle onde del mare che si apre davanti al ragazzo come l’età adulta. Sono arrivato a questo punto con lo stesso spirito di Antoine. Questi volumi
spettacolo passeremo a quello della formazione fino a raggiungere l’immenso arcipelago dell’arte e della cultura.
In questa navigazione atipica, l’unica costante saranno i più giovani: saranno loro il punto cardinale verso il quale punterà sempre la nostra bussola perché dalla felicità dei ragazzi e delle ragazze dipendono il nostro presente ed il nostro futuro. Per questo motivo, nei prossimi anni, Giffoni punterà innanzitutto a diventare un “laboratorio della felicità”, uno spazio aperto tutto l’anno dove conoscere se stessi, confrontarsi con gli altri e andare, insieme, alla ricerca di ciò che ci rende felici.
Daremo vita a nuove sezioni del Festi-
Lunedì si parte
e il viaggio di Giffoni hanno un finale ma non una fine. Anzi, davanti a me e davanti a Giffoni, si apre ora il vasto mare aperto del futuro: un mare da esplorare, attraversare, illuminare, conoscere e solcare per raggiungere nuovi mondi. Nella mia mente, il futuro di Giffoni ha la forma di una carta geografica. Alcuni continenti sono già noti, altre terre sono ancora sconosciute. Questi nuovi territori - regioni del pensiero, della mente, della fantasia e del cuore - saranno la meta e l’obiettivo delle attività che verranno sviluppate nei prossimi anni. La nostra rotta non sarà canonica, non lo è mai stata. Navigheremo appassionatamente tra le coste del cinema e dell’innovazione, dal continente dello
val, attive tutto l’anno, dedicate a questa delicata missione. I partecipanti saranno artisti, leader politici, docenti, imprenditori e genitori chiamati non solo a raccontare la propria esperienza e fornire guide e possibilità concrete, ma anche, e soprattutto, ad ascoltare. Verranno a scoprire il mondo dei giovani, ad imparare dal loro punto di vista, a conoscerli, a raccogliere le loro idee, le loro storie e le preziose informazioni che solo loro possono fornire. I ragazzi e le ragazze di Giffoni hanno dimostrato di avere una cultura istintiva, un intuito acuto e una sensibilità intellettuale rara. Pensate un attimo cosa potrebbero creare se venissero messi in condizione di farlo, se incontrassero, finalmen-
te, qualcuno che li ascolta per davvero: scoperte fondamentali, invenzioni, forse nuove medicine, nuovi mezzi di trasporto, nuovi modi di comunicare, economie sostenibili, nuovi concetti di politica e forse pure un mondo di pace. Coinvolgere i più giovani sui temi decisivi del nostro tempo è un obiettivo fondamentale per il futuro di Giffoni. Il contributo che mi aspetto dai giffoner è inestimabile, soprattutto sui grandi temi che la nostra società deve ora improrogabilmente affrontare.
Durante le ultime edizioni del Festival, gli incontri delle Masterclass prima e della IMPACT! poi ci hanno permesso di approfondire il discorso sull’emergenza ambientale da un punto di vista inedito. Abbiamo capito che i ragazzi e le ragazze hanno raggiunto la maturità, la consapevolezza e la sensibilità giuste per mettersi a capo di una rivoluzione in grado di salvare il Pianeta, promuovere nuove forme di conoscenza, cura e attenzione verso l’interiorità e l’emotività.
Il nostro obiettivo sarà aiutare i ragazzi e gli adolescenti nella gestione della rabbia, della frustrazione, delle ansie e delle paure che oggi spesso la società gli scarica addosso senza alcun “libretto di istruzioni”. Ho iniziato questo percorso durante il lockdown quando, in uno dei momenti più bui per i giovani, ho cercato di alleviare le ferite di migliaia di giffoner colpiti duramente dalla pandemia.
In che modo? Attraverso la presenza, l’ascolto e il dialogo. Nei prossimi anni, io e il mio team continueremo in questo impegno al quale chiamo fin d’ora tutti quelli che amano Giffoni.
Dobbiamo andare incontro al cambiamento senza indugi. Non è una scelta confortevole, ne sono consapevole, ma è l’unica possibilità che abbiamo per entrare nella vita quotidiana delle nuove generazioni e ristabilire il senso di collettività post-pandemia. Non si tratta di tornare al mondo com’era prima: questo non può essere il nostro obiettivo perché, semplicemente, quel mondo non esiste più. Occorre sperimentare, anticipare, osare, mettere in discussione ogni convinzione e ogni modello. Vogliamo fare in modo che Giffoni diventi l’appuntamento con la vita per migliaia di ragazzi e ragazze di tutto il Mondo. Questo significa anche offrire opportunità di studio e di lavoro. Nei prossimi anni, completeremo il progetto della Multimedia Valley con la creazione del Campus e degli Studios. Queste strutture saranno interamente dedicate alla formazione di giovani professionisti e alla produzione di film e videogames “targati” Giffoni. Le ricadute occupazionali saranno potenzialmente enormi. Giffoni Multimedia Valley diventerà sempre più un centro strategico per l’arte, l’entertainment, la produzione cinematografica, l’alta formazione, la sostenibilità, l’inclusione e le nuove tecnologie.
Tutto questo non possiamo farlo da soli. Giffoni è stata spesso definita un’isola felice. Ora l’isola deve trasformarsi in arcipelago di progettualità, eventi, luoghi di incontro, occasioni accessibili a tutti. Masterclass, laboratori, corsi di formazione, conferenze, attività che mettano in relazione l’esperienza della scuola al lavoro, eventi diffusi su tutto
il territorio, prima di tutto quello regionale. Le prime tappe di questo percorso sono tracciate con i tanti progetti già attivi. Ipso Factory, Dream Team, School Experience, IMPACT!, Sedici Modi di Dire Ciao, Giffoni For Kids. Quello che si sta configurando in questo ambizioso nuovo modello è la creazione di una vera rete in grado di raccogliere le opinioni, le aspirazioni, le idee e le progettualità dei ragazzi.
Non sarà facile ma siamo pronti. Siamo attrezzati grazie alla nostra storia e alla nostra naturale voglia di futuro. Le relazioni e le competenze che abbiamo acquisito in Italia e nel Mondo ci hanno permesso di individuare le rotte da percorrere e le mete da raggiungere. Riusciremo davvero a percorrerle e raggiungerle soltanto se continueremo a lavorare tutti insieme. Il futuro di Giffoni dovrà essere un viaggio collettivo così come lo è stato il cammino percorso finora. In questi settant’anni di vita e cinquantadue di Festival ho compreso una cosa: essere “grandi” significa imprimere una direzione. Non importa possedere sin dall’inizio capacità grandi o piccole, talento, fortuna o intelligenza. Importa solo questo: che uno imprima una direzione che poi tanti altri dovranno seguire, rafforzare, accrescere, arricchire ed alimentare con energie sempre nuove. È questo il compito che affido a me stesso e a tutti coloro che, a vario titolo e con varie responsabilità, contribuiranno alla storia futura di Giffoni: uniamo le forze e facciamo la differenza.
...e il viaggio continua
Giffoni Multimedia Valley - Piazza Giffoni Film Festival 84095 Giffoni Valle Piana (SA) - www.giffoni.it
Il volume è stato realizzato con il cofinanziamento dell’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Campania nell’ambito del POR Campania FESR 2014-2020