Life People Maggio 2008

Page 1

LIFE

N. 9 - MAGGIO 2008 - € 3,00

LIFE PEOPLE MAGAZINE

www.lifepeople.it

Attualità

“Raggio del dolore”: l’evoluzione delle armi

Economia

Mutui subprime, la crisi del credito

Misteri

L’uomo che dominava la materia

Scienza

Global Seed Vault, il frigo della vita

Viaggi

Dubai, la perla del deserto

IRON WOMAN

La donna scopre gli sport d’acciaio

®


ARREDARE LA CASA Complementi d’arredo e non solo

Fano, Via Montevecchio Tel 0721 828261

Entra nel fantastico mondo di SIA ®


Un buon matrimonio inizia da qui...

ARREDARE LA TAVOLA Liste nozze - porcellana e cristalleria

Fano, Via Montevecchio 39/41 Tel 0721 828261





Calcinelli - Fraz. di Saltara, Via del Progresso s.n. - tel. 0721.891460 - fax 0721.891465 - email: info@sanaclean.it


Via Pisacane, 134 - Fano (PU) contact 0721 830276 - 333 2191045

SERGIO ROSSI UOMO B. CRESS CAMPANILE FRUTTA REPLAY & SONS TROTTERS EVEET UOMO


EDITORIALE

COCAINA

E

’ un estratto semi-sintetico della foglia di Erithroxylon Coca, una pianta che cresce nella regione andina. La cocaina si presenta sotto forma di polvere inodore bianca (se estratta con la benzina) o rosa (se estratta con il gasolio) o in cristalli (free-base o crack). La cocaina può essere sniffata, fumata o iniettata, i tempi di salita e di discesa degli effetti dipendono dalla modalità di assunzione. La cocaina è quasi sempre tagliata e miscelata con altre sostante (additivi, solventi o scarti di lavorazione) e ciò può potenziare il rischio d’interazioni tra sostanze delle quali non si conosce la composizione. La cocaina ha un’azione stimolante sul Sistema Nervoso Centrale e provoca un’euforia immediata, un sentimento di potenza fisica ed intellettuale e uno stato di indifferenza al dolore, alla fatica e allo stimolo della fame. La cocaina non provoca né tolleranza (bisogno di aumentare le dosi per sentire gli stessi effetti) né dipendenza fisica, ma si può arrivare a provare un irrefrenabile desiderio di rinnovare l’esperienza e di assumere di nuovo la sostanza. Finiti gli effetti ricercati la persona sperimenta uno stato depressivo, durante il quale molti consumatori riportano sensazioni di ansietà, svogliatezza, irritabilità, difficoltà a concentrarsi ed episodi di insonnia. I disturbi più frequenti nei consumatori abituali di cocaina sono a carico dell’apparato cardio-circolatorio (aritmie cardiache, problemi di contrazione di vasi sanguigni, ecc.) e un uso prolungato della sostanza può indurre disturbi del sonno, perdita dell’appetito, depressione, attacchi di panico, vissuti paranoici e in alcuni casi anche deliri e allucinazioni. La morte di solito può sopraggiungere per overdose o per colpo di calore. Se ti capita di assumerla:

TUTELATI! RIDUCI IL RISKIO

• Se hai problemi all’apparato respiratorio, di epilessia o di cuore: evitala. • Se ti si addormenta molto la bocca potrebbe essere tagliata con lidocaina, anestetico pericoloso per il cuore. • Il down può essere problematico, riposati e riequilibra l’alimentazione perché il corpo recuperi. • Utilizza sempre materiale sterile e monouso (siringa/cannuccia), non scambiarlo e non riutilizzarlo. Malattie come l’epatite si trasmettono anche attraverso cannucce riutilizzate e banconote. • Rinfrescati le narici prima e dopo ogni sniffo per ridurre il rischio d’infezioni. • Il rischio di overdose c’è anche con lo sniffo! Life People 7


Ristorante, pizzeria, drink e musica

“La felicità è reale solo quand'è condivisa”

La Felicità è poter godere di un buon piatto...di un buon vino... di una bella canzone di fronte al mare La Felicità è assaporare insieme questi piccoli piaceri della vita che ne fanno il senso La felicità è reale Baia Flaminia - Pesaro Info e prenotazioni T 0721 25367


LIFE PEOPLE AT T U A L I Tà

“Raggio del dolore”: l’evoluzione delle armi

E cono m ia

Mutui Subprime, la crisi del credito continua a fare paura

Media

Business TV, comunicare l’impresa

12

18

Allarme “monnezza”? Arriva la Eco-Spesa

21

S cien z a

Global Seed Vault, Il frigo della vita

E v enti

Fano Yacht Festival, il 2009 è già qui.

S torie di successo

Sofia. La sirena sul tetto del mondo

22

25

26

Buzhkashi lo sport più strano del Mondo

29

C uriosita ’ B io g ra f ie

Bob Marley la voce innocente delle ribellione

31

Butlermania. Ambrogio sbarca in Italia

35

L i f e S t y le Motori

Quando il cavallino parla marchigiano

I l Mondo di A lan

I nuovi Talenti

P ersona g g i

Mitch & Squalo. Attenti a quei due

38

43

47

Milano Design 2008 La tribù del Fuorisalone

49

D esi g n

Misteri

Gustavo Rol. L’uomo che dominava la materia

T enden z e

Iron Woman. La donna scopre gli sport d’acciaio

Via g g i

Dubai la perla del Deserto

Maggio 2008

16

S ocieta ’

index

59

61

63 Life People - 9


Direttore Editoriale Giacomo Bertulli Dialoga con l’editore Indirizzo Messenger giacomo.bertulli@libero.it Direttore Responsabile Francesco Sabbatucci Management Grafico Gianni Gulletta

Servizi giornalistici: Katia Ancona Federico Formica Matteo Garofoli Federico Sperindei Giovanni Zerba Alan Parker (www.myspace.com/alanparker28) Consulenze legali rivista Life People Studio del dott. Matteo Andreoni

Studio fotografico Thomas Lunghi Studio Uno Fano via IV Novembre tel 0721 827343 Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n°546 del 18/12/2007 Marchio protetto d Copyright Life People 10

Life People Pubblicità

Per promuovere la tua azienda su questo mensile contattaci al 329.2005433 info@lifepeople.it


by

IL DOLCE DORMIR - Centro del Benessere

Via Litoranea, 103/107 - 61035 Marotta (PU) - tel.0721.96462 - Aperto dal Lunedì al Sabato, Mattina 9.00 - 12.30 - Pomeriggio 16.00 - 19.30. Via I° Strada, 106 - 61032 Bellocchi di Fano (PU) - tel.0721.854255 - Aperto dal Lunedì al Sabato tutti i pomeriggi 16.00 - 19.30, sabato anche la mattina 9.30 - 12.30.

e-mail: info@ildolcedormir.it web: www.ildolcedormir.it


Attualità

“Raggio del dolore”: by Daniele Galvani

I

mmaginate un’arma laser che colpisca alla velocità della luce provocando istantaneamente un dolore atroce senza causare la morte della vittima né alcuna ferita o bruciatura, nessuna prova fisica della inaudita violenza subita. Pensate questo raggio rivolto su un soldato nemico messo semplicemente in fuga piuttosto che ucciso. Pensatelo diretto su una folla in sciopero, su una protesta politica, su un gruppo di insubordinati. Schiacci un bottone e tutta una folla a terra contorcendosi di dolore; il tutto senza lasciare una prova. Questo sistema d’arma non letale è stato presentato dal Dipartimento Interforze per le armi non letali del Pentagono lo scorso 24 Gennaio 2008. L’arma non letale si chiama “Active Denial System” detta anche “raggio del Life People 12

dolore”, è un raggio di microonde che lancia un impulso di pochi nanosecondi alla distanza di circa mille metri, il raggio eccita i recettori del dolore del corpo umano provocando una insostenibile sensazione di bruciore senza apparentemente lasciare traccia. E proprio questo suo non lasciare traccia renderebbe impossibile qualsiasi responsabilità legale nel caso di uso improprio. E, mancando i dati relativi agli effetti biologici nel medio e lungo periodo nessuno si prenderà responsabilità future se qualcuno si ammalerà. Il pensiero non può che andare al “Taser”, un apparecchio acquistabile anche via internet che può essere considerato il fratello minore del “Raggio del dolore” in quanto è in grado di lanciare una scossa elettrica di 50 mila volt per cinque secondi alla distanza di

alcuni metri. Ma la questione più pungente è quella legata alla libertà d’espressione, il pilastro delle democrazie moderne. Questo perchè lo scenario che viene delineato è quello di una modifica della forma del potere, che potrebbe incidere sulle regole democratiche, se l’uso di questo sistema non sarà disciplinato secondo il più alto livello di garanzia dei diritti umani. E in effetti il sospetto che la sperimentazione di questa arma sia stata appaltata a Paesi con un livello di garanzia dei diritti civili minore degli standard europei è più che forte. A quanto ne dicono i progettisti queste armi promettono di dare ai soldati una alternativa, in caso di necessità di autodifesa, fra la sentenza del mitra o il deterrente tecnologico del laser. I sostenitori lo reputano per questo uno strumento


l’evoluzione delle armi

necessario per salvare molte vite innocenti, specie quando il “terrorista” si nasconde tra la folla o dietro “scudi umani”. Il “raggio del dolore”, infatti, non è progettato per essere letale ma solamente per obbligare il bersaglio alla fuga, e il tutto senza lasciare conseguenze tangibili. La caratteristica fondamentale di questo genere “soft” di laser è quella di emettere un fascio diretto di radiazioni elettromagnetiche alla frequenza di 95 Ghz, frequenza che, all’interno dello spettro delle radiazioni, rientra nelle microonde pur essendo molto differente dalla frequenza dei normali forni. L’onda, sparata da dispositivi montati per esempio su veicoli militari anche aerei, su un singolo come su un’intera folla in rivolta, penetra per meno di mezzo millimetro nel bersaglio colpendo i recettori del dolore e provoLife People 13


SICUREZZA

I Vantaggi e la qualità dei nostri prodotti sono stati classificati secondo le normative UNI EN ISO 9001 e 14001 conseguendo la certificazione presso gli istituti

ISOLAMENTO TERMICO

ISOLAMENTO ACUSTICO

TENUTA ALL’ACQUA E RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO

Grazie alle ultime misure varate dal Governo Italiano in

...da sempre qualità artigianale.

Visita il nostro show room.

materia di risparmio energetico, che prevedono agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, è possibile usufruire di detrazioni fiscali fino al 55% del costo di prodotti come gli infissi.

Fano - via F. Turati, 5 zona industriale - Bellocchi - (PU) - Tel. e Fax 0721/854137 - E-mail: mebasas@libero.it


cando quindi una violentissima sensazione di bruciore sufficiente a rendere innocuo il soggetto senza risultare letale. Giusto per essere chiari il tempo di esposizione necessario per bruciare la carne è calcolato dalle fonti militari in circa 4 minuti. Una volta terminata l’esposizione il dolore scompare immediatamente e sul corpo non rimane alcun segno: né bruciature né lacerazioni. A testimoniare l’aggressione. Le caratteristiche di questo strumento suscitano la preoccupazione delle organizzazioni che agiscono in difesa dei diritti umani che vedono in questa nuova arma il rischio di uno strumento di tortura graduale e legalizzata. Un allarme motivato anche dal fatto che gli studi degli effetti di queste armi sull’organismo umano sono ancora coperti da segreto militare. Fra gli altri il timore è quello che, con la scusa che il “raggio del dolore” non lascia cicatrici, si rischi di abusarne, addirittura come arma di tortura o come strumento per assoggettare e terrorizzare una popolazione. Una volta che un’arma simile venisse in qualche modo accettata dall’opinione pubblica, potrebbe per esempio essere usata per fermare gli ultras allo stadio o una qualsiasi manifestazione, il tutto senza lasciare segni e quindi senza implicazioni penali per nessuno. Sollevando in pratica le forze dell’ordine dalle loro responsabilità. Molto più concreti sono i dubbi sollevati dagli scienziati dopo che, su richiesta di un’associazione per i diritti che ha usato il Freedom of Information Act, parte dei fascicoli sui test svolti in America dall’esercito stesso (unici test mai svolti a livello mondiale su armi simili ancora top secret), sono stati resi noti. Si è scoperto innanzitutto che ai volontari venivano fatti togliere gli occhiali o le lenti di contatto, questo per evitare complicazioni agli occhi. Anche senza questi dispositivi, tuttavia, studi successivi sulle scimmie hanno mostrato come raggi simili possano provocare gravi danni agli occhi. Altre perplessità sono dovute al fatto che ai volontari, nel secondo e nel terzo test, erano fatti togliere anche anelli, bottoni, cerniere zip, monete e tutti quegli oggetti che, a contatto con la pelle, avrebbero provocato bruciature. Il fatto che il più grande esercito del mondo pensi di utilizzare armi che ha testato in “esclusiva” spacciandole per non-letali con la massima serenità, e con regole di ingaggio molto permissive, dovrebbe allarmare la comunità internazionale. Il popolo iraqeno ha il diritto di non essere la cavia di un’arma sconosciuta, alla mercè del grilletto facile e dei sadismi dei soldati stressati, senza nemmeno poter portare sulla pelle le cicatrici, oltre che dell’umiliazione, del dolore fisico gratuitamente provato.r

Life People 15


Economia

MUTUI SUBPRIME

LA CRISI DEL CREDITO CONTINUA A FARE PAURA

by Giovanni Zerba

F

ino ad un anno fa in pochi conoscevano il significato dell’espressione “mutui subprime”. Il termine, prima riservato ai soli tecnici, è diventato oggi sempre più conosciuto verso il grande pubblico ma anche un incubo per banchieri ed istituti di credito. I mutui subprime, quelli più rischiosi e concessi dagli istituti di credito e da società finanziarie a soggetti con poche credenziali e quindi a rischio insolvenza, sono oggi associati alla più Life People People 16 16 Life

grande crisi economica del dopoguerra e, secondo molti, sono stati la principale scintilla che ha fatto innescare il rischio recessione negli Stati Uniti. I mutui subprime hanno rappresentato per anni un business molto interessante per le banche. L’alto rischio associato ai debitori permetteva alle banche di chiedere tassi di interesse molto alti e questo rendeva elevati anche i profitti degli istituti di credito. Se il debitore, in molti casi pensionati, precari o

persone emerginate, non poteva sostenere la tassa del mutuo, normalmente associato alla prima casa, la banca si appropriava direttamente del bene che, nel frattempo, visti i rialzi del mercato edilizio, era cresciuto di valore. Così funzionava il meccanismo fino a qualche mese fa. Due fatti sono poi sopraggiunti a scardinare gli equilibri di questo sistema. Il rialzo dei tassi di interesse per calmierare l’inflazione galoppante da parte della Fed, la banca centrale americana, e la bolla


del mercato edilizio. Il costante aumento dei tassi d’interesse ha portato i debitori a trovarsi in una situazione di insolvenza; a questo si è aggiunta l’impossibilità di rientrare dal debito attraverso la vendita di un immobile svalutato. Le banche creditrici, nel frattempo, avevano già provveduto a disfarsi dal rischio emettendo cartolarizzazioni, titoli obbligazionari ad alto rendimento che in passato avevano attirato, per le alte possibilità di guadagno, molti investitori istituzionali. Fra questi, molte banche d’affari europee che hanno pensato di approfittare degli alti tassi applicati a questi titoli di debito e che hanno creduto nel continuo rialzo del prezzo del mattone. E’ stato a questo punto che sono incominciati a saltare i grandi nomi del credito internazionale. In Europa la prima banca ad aver avuto crisi di credito per aver investito su mutui subprime è stato l’istituto inglese Nothern Rock. Nel settembre scorso la crisi di liquidità della banca ha richiesto l’intervento della Bank of England che ha dovuto iniettare liquidità nell’istituto per evitare il fallimento e garantire i piccoli risparmiatori. Si è aperta così una fase di salvataggio che sta portando alla nazionalizzazione della banca. Non sono rimasti indenni dalla crisi dei subprime nemmeno le banche svizzere e francesi. L’investimento sulle cartolarizzazioni dei mutui ha fatto registrare rossi in bilancio per Ubs e per Société Général, quest’ultima coinvolta nello scandalo anche attraverso gli investimenti incontrollati sui subprime di un giovane trader, Jerome Kerviel. In Usa a lasciarci le penne sulle cartolarizzazioni da subprime è stata una delle banche d’affari più rappresentative della “Grande Mela”, Bear Stearns. La banca d’affari, svalutata in 12 mesi da 150 a 5 dollari per azione, è stata salvata grazie all’intervento della Fed, la banca centrale Usa, e alla JP Morgan, una delle poche realtà finanziarie degli Stati Uniti ad essere uscita indenne da questa crisi. JP Morgan è riuscita a inglobare Bear Stearns dopo il suo crollo in borsa e a rafforzare quindi la sua leadership. L’ottimismo che ha contrassegnato la crescita economica americana degli ultimi anni è diventato ora un lontano ricordo e, come ha ammesso il Presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, l’effetto delle insolvenze pare destinato a durare ancora a lungo. Riusciranno i continui tagli al costo del denaro, adottati in queste settimane, a ridare “ossigeno” a famiglie e imprese americane? Life People 13 17


Media

BUSINNESS TV COMUNICARE L’IMPRESA by Giovanni Zerba

C

’erano una volta i giornali aziendali, poi sono arrivate le newsletter ed infine è arrivata la tv. La comunicazione d’impresa non è più un optional, le grandi aziende l’hanno capito bene, e le strategie delle grandi imprese per comunicare, informare e coinvolgere dipendenti o fornitori sono diventate sempre più raffinate e multimediali. L’apertura verso i nuovi media è ormai una realtà consolidata così come lo sta diventando la business tv. Nuove forme di comunicazione, che integrano quelle tradizionali, e che usano il linguaggio della tv per informare un pubblico selezionato, una community di collaboratori che hanno bisogno di avvertire costantemente la vita dell’impresa. L’impresa apripista di questo trend è stato nel 1989 Mediolanum seguita, molti anni dopo, da Enel e Banca Intesa, due delle esperienze più interessanti ed attive già dal 2002. A far il punto sulla realtà delle business o company tv ci ha pensato anche l’Università Bocconi di Milano che, tramite un suo osservatorio dedicato, ha indagato per un anno l’evoluzione di questo tipo di comunicazione interna e, sempre più spesso, anche esterna. La ricerca ha documentato un interessante trend di crescita nelle piccole e medie impresa ma ad investire di più sono state soprattutto le big company del mercato assicurativo e bancario insieme ad alcuni colossi telefonici. Tutti gruppi che fatturano almeno 100 milioni di euro l’anno. Fra i nomi più noti Allianz Ras, Bnl, Cariparma, Costa Crociere, Epson, Gewiss, Magneti Marelli, Pirelli Re, Technogym, Telecom, Vodafone e Tre. La ricerca, che ha preso in considerazione 320 imprese, ha documentato come solo nel 4% delle aziende la tv sia nata prima del 2000. Il 22% l’ha creata a cavallo tra il 2000 e il 2004 mentre il 48% ha sviluppato questo servizio tra il 2005 ed il 2006. Il restante 26% ha in fase di implementazione un progetto di business tv. L’obiettivo è sempre lo stesso, comunicare al dipendente il brand, le strategie e le emozioni dell’impresa, spesso attraverso intranet che raggiungono anche le filiali più lontane. Il pubblico non è però sempre uguale: un 20% delle “brand tv” è riservata a pubblici esterni mentre il 40% dei canali è riservato a collaboratori interni. Solo il 9% delle tv invece è rivolto a un target intermedio costituito dalla rete di vendita. Il modello utilizzato è ancora quello top-down, poco spazio è dato al web 2.0 e ai contenuti generati dagli utenti (user generated content). Le trasmissioni sono corte, clip brevi di news tematiche che lasciano poco spazio a trasmissioni lunghe come quelle usate dai precursori del genere. I clip-video ora superano difficilmente i 3 minuti. Una caratteristica, quest’ultima, comune a quasi tutte le business tv. Diversa invece è la modalità di aggiornamento. Un 20% della programmazione analizzata ha aggiornamenti mensili, un 18% dei programmi hanno aggiornamenti settimanali mentre è solo del 17% la programmazione seriale quotidiana. La business tv è mutevole e ha la capacità di adattarsi completamente alle esigenze dell’azienda, aderendo in toto alle caratteristiche dei suoi dipendenti. Con uno stile piuttosto informale.

Life People 18


non ci sono solo le cozze...

Direttamente dalle imbarcazioni alla tavola: da noi potete gustare tutte le varietà di pesce dell’Adriatico, servito freschissimo e cucinato ad arte.

Fano zona Lido, Piazzale Calafati 1/2 - Chiuso il lunedĂŹ - Info e prenotazioni: tel. 0721.805364 - www.tavernadeipescatori.it



U

na volta la pasta te la incartavano nei fogli di giornale o in sacchetti di stoffa che portavi da casa. Oggi si potrebbe ritornare a quell’usanza dettata dalla miseria, per salvaguardare l’ambiente. Comprando sfuso, un po’ per volta, senza sprechi. E così ecco gli italiani alle prese con un modo di fare la spesa che avevano dimenticato o mai conosciuto: pasta, riso o caffè comprati secondo voglia, fame e soldi in tasca. Detersivi, vino e latte fresco rigorosamente alla spina. Sempre di più e sempre più spesso si acquista così. Usando poi contenitori biodegradabili o riciclabili, portati by Giovanni Zerbapacchi o confezioni da casa. Senza ingombranti. È la ricetta per vincere il mare di rifiuti. L’Italia, ogni anno, ne produce 31 milioni di tonnellate. 12 milioni sono solo imballaggi. Scatole, flaconi, pacchi, bottiglie di plastica nella nostra pattumiera occupano il 50% dello spazio. La rivoluzione della spesa sfusa è partita dal Piemonte prima regione nel 2006 a sovvenzionare un progetto con la vendita alla spina dei detersivi. E ora si moltiplicano i prodotti che aderiscono all’iniziativa e nei supermercati si creano zone riservate. Come gli Ecopoint della Crai. Da della canne trasparenti, premendo una leva, scendono a scelta caffè, pasta, riso, cereali, legumi e spezie o caramelle nella quantità desiderata. È conveniente, si risparmia e inquina di meno. «Senza la tradizionale confezione la merce va a prezzi inferiori dal 20 al 70%» assicurano i responsabili Crai. Dodici per ora in Italia i punti vendita “ecologici”, il prossimo aprirà in provincia di Napoli. 750.000 le confezioni risparmiate con questo sistema in un anno mentre la vendita dei cibi sfusi è cresciuta del 10%. Nel solo comparto dei detersivi self-service il Piemonte nel 2006 ha risparmiato più di centomila flaconi. In altre parole significa non aver usato 6,11 tonnellate di plastica per le confezioni e 3,41 tonnellate di cartone per l’imballaggio. Il meccanismo è semplice: il consumatore acquista il flacone una sola volta al prezzo di 50 centesimi e si rifornisce con quello ogni volta che ne ha bisogno, incolla il tagliando di acquisto e paga alla cassa. Un successo. Tanto che l’esempio virtuoso è stato seguito a ruota anche da Torino, Firenze, dalla Sardegna.

Società

ALLARME “MONNEZZA” ? ARRIVA LA ECO-SPESA by Katia Ancona

Life People 21


Scienza

GLOBAL SEED VAULT IL FRIGO DELLA VITA by katia Ancona

N

orvegia. Arcipelago delle Svalbard, meno venti gradi sotto zero. È qui il frigo del mondo, la più grande banca dei semi dell’umanità. Si chiama Global Seed Vault, è il deposito destinato a conservare e proteggere la biodiversità delle colture alimentari del pianeta e a non far scomparire l’agricoltura. Conterrà 100 milioni di semi provenienti da 100 Paesi, assicurandone la conservazione per migliaia di anni, senza data di scaLife People 22


denza. È stata soprannominata l’Arca di Noè Verde, perché non salverà animali ma sementi. «Insieme ai movimenti internazionali per salvare le specie in via d’estinzione o preservare la foresta pluviale del pianeta, è altrettanto importante per tutti noi conservare la diversità delle colture nel mondo per le generazioni future», ha detto il Nobel Wangari Maathai, depositando i primi semi, durante l’inaugurazione della struttura. Il frigo del mondo è in realtà un tunnel di cemento armato di 140 metri scavato 120 metri sotto la montagna di Plaataberget. Difeso da una porta di acciaio, illuminata d’inverno dalle fibre ottiche e d’estate dalla luce artica. Il caveau è a prova di bomba nucleare. Ci sono tre stanze, i semi sono racchiusi in buste d’alluminio sigillate ermeticamente, a loro volta riposte su scaffali di ferro. Che significa? Che se l’impatto di un asteroide sulla terra o un’epidemia dovessero distruggere i raccolti, questo progetto permetterebbe all’uomo, dando per scontata la sua sopravvivenza, di riprendere a seminare. Anche nel peggiore scenario provocato dal riscaldamento globale, le stanze del deposito rimarranno congelate per millenni. Si calcola ad esempio che i semi di orzo possono durare 2.000 anni, il grano 1.700, e il sorgo quasi 20.000 anni. In totale, i carichi di sementi finora messi al sicuro nel deposito ammontano a circa dieci tonnellate, custodite in 676 scatole.

Ma non serve una catastrofe, infatti quotidianamente, per motivi vari, il nostro pianeta si vede privare di una o due specie vegetali. Non tutti i governi hanno acconsentito a mandare i semi: l’accordo è stato firmato da 116 paesi. Cary Fowler, direttore del Global Crop Diversity e leader del progetto, ha illustrato le perdite dovute non solo alle guerre: «Dal 1903 negli Stati Uniti sono spariti il 94% delle varietà dei fagioli, del cavolo, delle cipolle, il 92% della lattuga, il 93% delle noccioline e il 91% dei meloni». Gli agricoltori hanno rimpiazzato le ricche varietà tradizionali con quelle più moderne, ma

questa scelta ha portato all’impoverimento della biodiversità. È importante capire che la migliore qualità oggi può non esserlo domani, a causa dei cambiamenti climatici. Abbiamo bisogno della biodiversità altrimenti sarà difficile per l’agricoltura trovare un modo per dare da mangiare ai nove miliardi di persone che diventeremo in un futuro non troppo lontano. Il deposito è stato realizzato con il supporto operativo del Fondo Mondiale per la Diversità delle Colture mentre la gestione della struttura è affidata al Centro nordico per le risorse genetiche (NordGen), che presto renderà disponibile on line una banca dati dei campioni di semi. Life People - 23


Bomboniere Liste nozze Partecipazioni Laboratorio orafo Oggettistica da regalo Gioielleria

FANO - Via del Ponte, 70/72 - tel. 0721 804094


Eventi

FANO YACHT FESTIVAL IL 2009 E’ GIA’ QUI U

n bilancio di soddisfazioni. Soddisfatti i visitatori che hanno potuto godere di una vetrina di 80.000 mq, di cui 50.000 a terra e 30.000 in acqua, dedicata a barche a motore, sailing yachts, operatori della subfornitura e dei servizi. Inoltre particolarmente rilevante è stata la presenza di cantieri navali, broker e dealer, charter, cantieri per refitting, architetti navali e arredamenti, attrezzature, ma anche federazioni e associazioni, stampa e media, comunicazione e servizi. Tante le anteprime esposte dai cantieri, particolarmente apprezzate le imbarcazioni del Cantiere Opera con i modelli Opera 60 e il Predator 62 di Sunseeker. Ai Cantieri Vicem, distributore esclusivo di Seafortune, il Cruiser 62 e l’Aragostiera 72; degno di nota, con una lunga fila di prenotazioni per visitarne gli interni, il Benetti 85 e lo Spider dai Cantieri di Sarnico. Da un primo feedback con i cantieri sono emersi dati interessanti circa le numerose vendite che si sono concretizzate e i tanti contatti che si sono aperti con nuovi clienti che hanno scelto proprio il Fano Yacht Festival per conoscere gli ultimi modelli e le novità della nautica italiana ed internazionale. Vincente la formula delle prove in mare che ha sicuramente fatto la differenza distinguendo il Fano Yacht Festival dagli altri saloni nautici internazionali; il cliente interessato all’acquisto ha potuto tranquillamente prenotare l’uscita e testare le performance dell’imbarcazione prima di concludere l’affare. <<Confermiamo l’efficacia di quello che è sempre stato un elemento caratterizzante del Fano Yacht Festival fin dalle prime edizioni - dice il presidente del FYF Alberto Rossi- Anche i cantieri hanno riconosciuto il contributo fondamentale delle prove in mare in tutte le vendite che si sono concluse>>.Sebbene la IV edizione si sia appena conclusa, già si pensa al futuro: la raccolta a caldo delle prime impressioni degli espositori è stata finalizzata infatti all’organizzazione di una manifestazione ancora più strutturata e consona ad un evento che ha già dimostrato di possedere tutte le potenzialità per concorrere con i Saloni italiani di tradizione decennale. <<L’edizione 2009 sarà all’insegna della crescita– continua Rossi- Innanzitutto le date potrebbero abbracciare due week-end e non più uno, incontrando il favore degli espositori e dei visitatori che quest’anno hanno raggiunto cifre veramente elevate, con provenienze non solo italiane ma anche internazionali. Sicuramente amplieremo gli spazi espositivi sia a terra che in mare, dal momento che tutti gli espositori hanno già confermato la loro presenza per il prossimo anno, preannunciando il desiderio di raddoppiare il proprio spazio.Vorremmo inoltre allargare il Salone anche ad altri settori, in primis la Vela che, pur essendo presente al Fano Yacht Festival per il secondo anno, con l’edizione 2009 dovrebbe, con opportuni interventi di dragaggio del porto, trovare un’area interamente dedicata a queste imbarcazioni. Altra novità sui cui stiamo già riflettendo-rivela Rossi- è il coinvolgimento con il settore della pesca: questo significherebbe abbracciare tutta la città di Fano: le tradizioni e la sua economia, dedita al mondo del mare non solo nel versante della nautica ma anche del mercato ittico. I pescherecci che incorniciano quasi l’intero porto potrebbero diventare parte integrante del Fano Yacht Festival, ideando attorno ad essi anche momenti di carattere culturale>>. Life People 25


Storie di successo

SOFIA ,LA SIRENA SUL TETTO DEL MONDO Story 3° puntata

E

’ come la storia di quell’abile scultore che trovata lungo il cammino una pietra dalle ottime fattezze decise di portarsela a casa e lavorarci sopra. Quando ebbe compiuto l’opera invito’ i suoi amici più cari a vederla e tutti dissero che quella che aveva creato era una scultura straordinaria. Per tutta risposta lo scultore ribattè beffardamente di non aver creato proprio nulla: la statua era già nella pietra. Lui si era soltanto limitato a smussare qualche angolo. Alla stessa maniera Miss Yacht Club con Sofia Bruscoli. Nel 2004 Miss Yacht Club è già una realtà affermata ,e ben presto incomincierà ad avere una risonanza europea che porterà la manifestazione a essere il primo concorso del mondo della nautica. Ancor prima del suo varo ufficiale, ha più invidiosi da schivare che scettici da convincere. Sofia invece è una timidissima sedicenne romagnola che al mondo della moda non pensa minimamente. E’ bella, anzi bellissima viene da un paesino dell’Adriatico , Misano ,e grazie al titolo di campionessa europea di pattinaggio artistico di coppia su ghiaccio, è la reginetta danzante. Il resto è scuola e famiglia. <<Convincerla non è stato affatto facilericordano le persone a lei più vicine- su una passerella non si immaginava proprio>>. Il bussare del destino però non è mai ignorabile. Neanche volendo. Ed e’ così tra un “tira e molla” e l’altro i moduli dell’iscrizione di Sofia a Miss Yacht Club riescono a partire. E’ la prima parte di un sogno. Un sogno che condurrà ben presto Sofia ad essere l’ icona della bellezza italiana nel mondo. La perfezione non è umana, si dice. Ma di sicuro c’è chi, almeno fisicamente, ci va molto vicino. Arrivare alla finalissima di settembre è quasi formalità : La regina è lei. Indiscutibile. Ora la timidezza è solo un ricordo, deve esserlo, perché il passo successivo sarà Miss Mondo. Risultato? Quarta assoluta con la fascia di Miss Europa nonchè il diadema che la incorona italiana meglio classificata di tutti tempi della storia ultraciquantennale di “Miss Mondo”. E’ successo tutto con una rapidità incredibile… << Davvero. Ci ho messo un pò a realizzare quanto stava accadendo ,ma alla fine è stato

meraviglioso>> . E avevi solo 17 anni. Come sei riuscita a gestire lo stress? << Fortunatamente ho avuto, ed ho tuttora, vicine persone che mi hanno sostenuto e mi sostengono senza mai tirarsi indietro>>. Catapultata d’un lampo in un mondo fatato. O meglio, che in apparenza è così....... <<Il “marcio” esiste ovunque. Per questo è importante avere a fianco persone disinteressate che sappiano guidarti e consigliarti. E tanta umiltà personale>>. Molte ragazze oggi sognano Sofia Bruscoli… << Ognuno di noi ha dei talenti . Bisogna cercare i propri e investirci sopra. Senza ostinarsi ad essere altro da ciò che si è>>. Ti sono stati attribuiti diversi flirt con personaggi famosi : da Cortès a Pippo Inzaghi… << Con Joaquin ho trascorso un bellissimo periodo, è vero. Pippo invece è sempre stato soltanto un amico>> E adesso… << Concentrata sullo studio.Sono iscritta al primo anno di Scienze della comunicazione, con un occhio, e tanto impegno, anche all’accademia d’arte drammatica>>. Senti, senti…e la moda? Tu hai sfilato per i migliori… <<La moda mi ha dato tantissimo ma in quel settore basta un bel viso ed un bel fisico. Io sento di poter dare di più>>. Quindi? Tv, cinema o teatro? << Non saprei, lo scorso anno ho avuto una piccola parte a fianco di Massimo Boldi In “Matrimonio alle Bahamas”, l’esperienza mi è piaciuta; vedremo. Ma serve tantissimo studio>>. E i pattini? << Sono un tipo molto pignolo: della serie “o per bene o per niente”. Tempo di pattinare non ne ho, quindi niente “contentini”. Ricordi bellissimi, comunque>>. Ripensi mai alla tua esperienza a Miss Yacht? <<Spessissimo. E’ stata la mia rampa di lancio: il mio battesimo della passerella. Senza Miss Yacht oggi probabilmente saremmo a parlare d’altro>>.

Per info e iscrizioni tel. 0721/23 294 - www.missyachtclub.com Life People 26


Grazia Pi. Jfour Adele Fado Vnt Tex Alternative Cocò Light Time

Via Francesco d’Assisi, 33 - 61032 Fano (PU) contacts 0721 804479


Germano zama

Nell & ME

sete di jaipur

julia garnett

GHIRIGORO NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO

Piazza XX Settembre, 6 - Fano - Tel. e Fax 0721 820835


Curiosità

BUZHKASHI

LO SPORT PIU’ STRANO DEL

MONDO

N

el bel mezzo della steppa, decine di cavalieri galoppano per contendersi una carcassa di pecora. I cavalli corrono velocissimi lasciandosi dietro una densa scia di polvere. Per afferrare o togliere dalle mani dell’avversario il macabro trofeo, quei cavalieri sono pronti a tutto. Benvenuti a una partita di buzhkashi, uno degli sport più bizzarri e affascinanti del mondo. Per tutti è lo sport tradizionale dell’Afghanistan ma è praticato in tutta l’Asia centrale. E dopo secoli, riesce ancora ad appassionare. Sarà perché risveglia sentimenti ancestrali, o perché spinge ad una competizione feroce e durissima. Una piccola guerra simulata. Gli appassionati di cinema ricordano qualcosa di molto simile in una spettacolare scena di Rambo III, quando i mujahiddin afghani si sfidano in questa singolare competizione. Si dice che le origini del gioco risalgano al XIII secolo quando Gengis Khan giunse nell’odierno Afghanistan. Il buzkhashi piace anche perché ha poche regole anche, a seconda del paese, ne esistono diverse varianti. Quella più semplice,

by Federico Formica

il tudabarai, assegna la vittoria a chi riesca ad afferrare la carcassa di pecora (o di capra) e a seminare gli avversari. In quella più elaborata (e più famosa), il Qarajai, i cavalieri devono prendere la carcassa, che è depositata dentro un cerchio disegnato per terra e girare intorno a due pali. Ma non basta: per vincere bisogna tornare al punto di partenza e riportare l’animale morto all’interno dell’hallal, il “cerchio della giustizia” tracciato sulla terra. Facile a dirsi quando dieci, cinquanta, a volte anche cento cavalieri ti inseguono a tutta velocità per strapparti il trofeo dalle mani. Con ogni mezzo: il buzhkashi è, per eccellenza, lo sport dove il fine giustifica i mezzi. Intorno al cerchio nel quale è depositata la carcassa si scatena una lotta senza esclusione di colpi: i giocatori usano protezioni per la testa. Nonostante ciò, a fine partita acciacchi e fratture non si contano. Secondo alcuni il buzkhashi è una versione un po’ più selvaggia del polo. Come nello sport britannico si gioca a cavallo e ci si picchia. La differenza è che, anziché la palla di

legno, la versione asiatica prevede una pecora decapitata, sventrata, bollita per 24 ore e riempita di sabbia perché diventi dura e resistente ai colpi. E una partita di buzkhashi può durare interi giorni. Anticamente, i due pali del campo erano piazzati a decine di chilometri di distanza. Il campo da gioco era un’intera steppa. Giocare a buzkhashi è molto difficile. Diventare chapandaz, cioè un maestro, è un onore che spetta a pochissimi eletti, cavalieri straordinari e rispettati da tutti. Non si diventa maestri senza un costante allenamento e quasi mai prima dei quarant’anni. I migliori chapandaz hanno un’intesa perfetta con il cavallo: l’animale sa quando diminuire la velocità e quando accelerare. Se il suo fantino cade, il cavallo si ferma e lo aspetta. Animali intelligenti con doti fisiche immense. Anche per questo i purosangue del buzkhashi possono valere fino a 15.000 dollari.

Life People 29


Life People 30


Biografie

BOB MARLEY

LA VOCE INNOCENTE DELLA RIBELLIONE

R

obert Nesta Marley nasce il 6 Febbraio 1945, nel villaggio di Rodhen Hall, distretto di St.Ann, sulla costa Nord della Giamaica. E’ il frutto della relazione tra Norman Marley, capitano dell’esercito inglese, e Cedella Booker, giamaicana. “Mio padre era un bianco, mia madre nera, io sono in mezzo, io sono niente” - era la sua risposta preferita quando gli domandavano se si sentisse un profeta o un liberatore - “tutto quello che ho è Jah. Così non parlo per liberare i bianchi o i neri, ma per il creatore”. Alcuni critici, tra cui Stephen Davis, autore di una biografia, hanno sostenuto che per molti anni Marley visse da orfano e che sia proprio questa condi-

zione a costituire la chiave per capire una sensibilità poetica fuori del comune ( in effetti in ogni intervista o dichiarazione pubblica il cantante è sempre stato esplicito sulla negatività della sua infanzia). “Non ho mai avuto padre. Mai conosciuto-diceva- Mia madre ha fatto dei sacrifici per farmi studiare. Ma io non ho cultura. Soltanto ispirazione. Se mi avessero educato sarei anche io uno sciocco”. “Mio padre era... come in quelle storie di schiavi che si leggono: l’uomo bianco che prende la donna nera e la mette incinta; Non ho mai avuto un padre e una madre. Sono cresciuto con i ragazzi del ghetto. Non c’erano capi, solo lealtà uno verso l’altro”.

Da queste parole emergono due concetti fondamentali del credo rasta: l’odio verso Babilonia, ossia l’inferno in terra, il mondo occidentale bianco, la società oppressiva in contrapposizione con l’Etiopia, terra madre che un giorno accoglierà la gente di Jah ( il Dio rasta) e verso la cultura imposta dal regime. E’ nel ghetto di Trenchtown, tra gli Israeliti - come si autodefinivano gli abitanti degli slums identificandosi con le dodici tribù del Vecchio Testamento - che il giovane Marley coltiva la sua ribellione, anche se la musica non è ancora lo strumento scelto per veicolarla. La scintilla arriva quando Marley scopre il Life People 31


rock provocatorio di Elvis Presley, il soul di Sam Cooke e Otis Redding e il country di Jim Reeves.Il giovanissimo Bob decide di costruirsi da sé una chitarra. L’improvvisato strumento rimane amico fedele fino all’incontro con Peter Tosh, che possedeva una vecchia e scassata chitarra acustica. Marley, Tosh e Neville O’Riley Livingston costituiscono il primo nucleo dei “Wailers” (che significa “coloro che si lamentano”). “Ho preso il nome dalla Bibbia. Quasi in ogni pagina ci sono storie di persone che si lamentano. E poi, i bambini piangono

sempre, come se reclamassero giustizia”. E’ da questo momento che la musica di Marley entra in simbiosi con la storia del popolo giamaicano. L’esodo di Bob Marley alla testa della gente di Jah inizia grazie al fiuto di Chris Blackwell, fondatore della Island Records, principale esportatore di reggae nel mondo. Si trattava di veicolare il reggae dei Wailers fuori dalla Giamaica: per fare questo, si pensò di “occidentalizzare” il suono con l’uso di chitarre e sapori rock quel tanto che basta per non snaturarne il messaggio dato che, soprattutto

per i giamaicani, il reggae è uno stile che vuole condurre alla liberazione del corpo e dello spirito; è una musica impregnata, almeno per come l’ha concepita Marley, di un profondo misticismo. E’ nella schiavitù della gente di Giamaica che il reggae affonda le prorie radici. Bob Marley & The Wailers continuarono ad espandere il loro successo prima con “Babylon By Bus” (registrazione di un concerto a Parigi), poi con “Survival”. Alla fine degli anni settanta Bob Marley And The Wailers erano la più famosa band della scena musicale mondia-

le, capaci di infrangere ogni record di vendite discografiche in Europa. Il nuovo album, “Uprising”, entrò in ogni classifica europea. La salute di Bob, però, andava peggiorando tantochè durante un concerto a New York quasi svenne. La mattina dopo, il 21 Settembre 1980, Bob andò a fare jogging con Skilly Cole a Central Park. Bob collassò e fu riportato in albergo. Alcuni giorni più tardi fu scoperto che Bob aveva un tumore al cervello e che, secondo i medici, non gli restava più di un mese di vita. Rita Marley, la moglie, voleva che il tour venisse cancellato, ma lo stesso Bob insistè moltissimo per continuare. Così tenne un meraviglioso

concerto a Pittsburgh. Ma Rita non poteva essere d’accordo con questa decisione Bob ed il 23 Settembre il tour definitivamente fu cancellato. Bob fu trasportato da Miami al Memorial Sloan-Kettring Cancer Center di New York. Lì i medici diagnosticarono un tumore al cervello, ai polmoni ed allo stomaco. Bob fu trasportato di nuovo a Miami, dove fu battezzato Berhane Selassie nella Chiesa Ortodossa Etiopica (una chiesa cristiana) il 4 novembre 1980. Cinque giorni dopo, nell’ultimo disperato tentativo di salvargli la vita, Bob fu trasportato in un centro di trattamento in Germania. Nello stesso ospedale tedesco Bob passò il suo trentase-

iesimo compleanno. Tre mesi dopo, l’11 maggio 1981, Bob morì in un ospedale di Miami. Il funerale di Bob Marley in Giamaica, tenutosi il 21 maggio 1981, potrebbe essere paragonato al funerale di un re,vi parteciparono centinaia di migliaia di persone compresi il Primo Ministro ed il leader dell’opposizione. Dopo il funerale il corpo fu portato al suo luogo di nascita, dove si trova tutt’ora all’interno di un mausoleo, divenuto ormai un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per la gente di tutto il mondo.

Life People 32


Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano

Comune di Fano Assessorato alla Cultura

MaioliKa

éramos

24 aprile - 13 luglio 2008 Fano, Museo Civico 24 aprile presentazione de “I Quaderni del Museo” ore 11, Sala della Concordia Residenza Municipale inaugurazione mostra ore 12, Palazzo Malatestiano

ORARIO MOSTRA 25 aprile - 14 giugno 9.00/13.00 martedì, giovedì e domenica 15.00/18.00 15 giugno - 13 luglio 9.30/12.30 - 16.00/19.00 luglio: mercoledì e sabato 21.00/23.00 CHIUSO LUNEDI' lunedì 2 giugno: aperto info tel. 0721.887412-3/0721.839098 info@comune.fano.ps.it www.cultura.comune.fano.ps.it

èlica.fano

Ceramiche restaurate del Museo Civico dal XIV al XVII secolo

diamo valore all’arte Life Life People People - 33


Giocala.....

WWW.ILSORPASSOKM12.IT

Programma Maggio 2008

Mercoledì 30 Aprile dalle ore 22.00 in poi festa Combo DJ Thor Elt Giovedì 1° Maggio “Big day out” pranzo + grande pomeriggio Venerdì 2 Maggio House Piscopo Sabato 3 Maggio Beretta premiere musique Domenica 4 Maggio Merende panoramiche Venerdì 9 Maggio festa a tema “The factory Andy W.” Dino e Mazza DJ Sabato 10 Maggio Beretta premiere musique Domenica 11 Maggio Merende panoramiche Venerdì 16 Maggio House Piscopo Sabato 17 Maggio Beretta premiere musique Domenica 19 Maggio Merende panoramiche

Festa S. Bartolo

Venerdì 23 Maggio Freshy friday Peppe Nigra & Ser Julien Sabato 24 Maggio Beretta premiere musique Domenica 25 Maggio festa S. Bartolo mercatino vintage LIVE set Avvoltoi + Emilio Retrò DJ set Venerdì 30 Maggio House Piscopo Sabato 31 Maggio Beretta premiere musique Domenica 1° Giugno Merende panoramiche Strada Panoramica Fiorenzuola di Focara tel_ +39 0721208170


S

ono sempre esistiti. In ogni angolo del mondo. Una categoria che oggi sembra però conoscere una nuova giovinezza. Mestiere che nasce e si sviluppa in Inghilterra, dove diviene anche status symbol ed acquista quella aurea di fascino che si porta dietro ancora oggi, il maggiordomo in guanti bianchi, a disposizione completa del cliente e che sia in grado di risolvere qualsiasi bisogno/capriccio del suo assistito, era una figura che stava un pò andando a perdersi nel dimenticatoio con deadenza di quel mito rafforzatosi sui fasti del periodo hitchcockiano. Rappresentato con un involucro di servo – quindi impossibilitato da tale stereotipo ad essere anche intelligente – ma con un contenuto effettivamente superiore alle aspettative, si dimostrava sempre una mente sopra la media. E tanto per rimanere in ambito cinematografico, chi non ricorda Alfred, il maggiordomo di Batman, che certo non si preoccupava di rifargli solo il letto?! In effetti i Butler moderni sono in grado di barcamenarsi più che bene tra le folli richieste di particolari turisti dallo yen facile; parlano numerose lingue, hanno i contatti diretti per ogni occasione o evento che si svolga in città e sono dei veri e propri “Mr White” de “Le Iene”: risolvono ogni genere di problema! L’eredità, come detto, viene trasmessa dalla vecchia Inghilterra. Da qui il mestiere di butler approda in territorio italiano.Con un certo successo. Per rilanciare la professione si è introdotta una formula nuova,

Lifestyle

Butlermania Ambrogio sbarca in Italia by Matteo Garofoli

che arricchisce il concetto di maggiordomo con l’intento di ricreare la “casa lontano da casa” grazie proprio alla figura del Butler.. Va detto che se una volta il mestiere era visto come vera e propria mansione di servitù, oggigiorno i Butler sono, piuttosto che maggiordomi, dei “manager domestici” che si occupano dei loro assistiti in tutto e per tutto o, in caso operi direttamente in famiglia, si prende cura anche delle parti amministrative, di competenza solitamente dei padroni di casa. In una recente intervista al capo dei Butler, il cui nome non è stato reso pubblico per motivi di privacy sua e dei suoi clienti (Questo la dice lunga sul livello e l’importanza del mestiere, oltre che sul calibro della clientela), ci vengono svelati i piccoli segreti e i concetti chiave di questo affascinante mestiere: << Diventare Butler significa amare il proprio lavoro e mettersi a disposizione di un’ospite per ogni necessità. Occorre essere molto disponibili, discreti e attenti ai dettagli. Ci sono molte scuole che insegnano la professione, una molto importante è in Inghilterra (appunto) da cui attinge anche la regina per i suoi Royal Butlers. Per essere un buon Butler occorre essere molto disponibili, discreti e attenti ai dettagli. Il Butler regala al suo ospite un’assistenza discreta, seria e mai invasiva, e mette a sua disposizione tempo e professionalità uniche. E’ sempre il Butler a rispondere alle richieste più svariate, al regalo più prezioso, ai posti a teatro. E’ sempre il Butler che si occupa dei piccoli cani che accompagnano l’ospite e che se ne prende cura, in ogni dettaglio. E’ il Butler che prenota un elicottero per raggiungere i migliori porti per una gita in barca a vela, o per prenotare una Bentley verso luoghi incantati. E le richieste non sono sempre così “normali”. Una cosa è certa: ci si alza prima del cliente e la giornata non termina finché l’ospite non ci saluta fino al mattino dopo. Qualunque ora sia.> Un bel lavoro, senza dubbi. Difficile tanto quanto fare abbastanza ricchezza da potersi permettere un Butler tutto per sé. Life People 35


Marotta di Mondolfo via XXV Aprile, sn tel 0721 961056 email: essepimport@libero.it


C’è

Per la tua serata elegante Per l’atmosfera raffinata ed accogliente Per la rinnomata cucina a base di pesce

CASA NOLFI R I S T O R A N T E

Casa Nolfi Specialità di pesce Via Gasparoli, 59 - Fano - Tel. 0721.827066 - www.casanolfi.it Life People 37 Aperto solo la sera - lunedì e domenica aperto a pranzo chiuso la sera


Quando il cavallino

Life People 38


parla marchigiano Motori

T

ra Marche e Romagna la tradizione motoristica è sempre stata legata più alle moto che alle auto. Eppure da ormai più di un decennio a Fano opera una scuderia automobilistica che ha legato il proprio nome a quello del Cavallino Rampante: la Scuderia La.Na. Oggi la Scuderia La.Na partecipa al campionato Gran Turismo (EGTS) schierando ben 3 splendide Ferrari. Alle già collaudate 550 GTE e 360 Life LifePeople People61 39


Challenge si è aggiunta infatti quest’anno la splendida F430 Challenge, un bolide da 490 CV che ha esordito (con una vittoria e un secondo posto) nella prima gara del campionato 2008 a Vallelunga. La Scuderia La.Na è formata principalmente da 3 fanesi DOC che l’hanno creata e fatta crescere. Il nome La.Na lascia intendere che inizialmente furono Marco Lanci e Gianluca Nattoni a cominciare quest’avventura nelle vesti di piloti, ruolo che ancora ricoprono. Successivamente si è aggiunto

Andrea Montesi che da parecchi anni è il direttore sportivo della scuderia. La nostra passione si è trasformata con gli anni nel nostro lavoro – dice Montesi – grazie alla volontà di continuare anche nei momenti più difficili e all’amicizia che ci unisce da tanti anni. Oggi la squadra è cresciuta tanto e stiamo affrontando il campionato 2008 con 3 vetture, 6 piloti ed oltre 10 persone al seguito tra meccanici e tecnici … un bell’impegno! Ai due piloti chiediamo di raccontarci cosa si prova

a guidare, e a vincere, con una vettura del cavallino. << Correre in auto è un sogno che molti hanno fin da piccoli- racconta Lanci- e che pochi riescono a realizzare, quando poi corri stringendo tra le mani un volante con al centro un cavallino nero su fondo giallo l’emozione aumenta a dismisura. Naturalmente esistono tante bellissime e veloci vetture, ma in tutto il mondo la Ferrari è un mito irraggiungibile >>. <<Guidare una Ferrari da corsa è una sensazione

veramente entusiasmante- spiega Nattoni- sia dal punto di vista tecnico sia per l’effetto che queste vetture “magiche” hanno sul pubblico. Questo ci spinge sempre a ottenere il massimo risultato e, quando questo accade, la soddisfazione è doppia>>. Proprio queste ore tutto il team è al lavoro per il prossimo appuntamento del campionato, in programma a Brno a fine Maggio. In bocca al lupo campioni!

Life People 40



Fano - Via Dante Alighieri 46 a/b - tel. 0721/825975

Life People 42


Il Mondo di Alan

I NUOVI TALENTI by Alan A.Parker

I

l viaggio che ogni essere umano compie verso il proprio destino e che ognuno di noi ha la responsabilità di portare a termine vivendo la propria vita assecondando il talento di cui dispone, mi ha permesso di incontrare anche questa volta tre persone formidabili. E’ questa parola, il talento, che motiva ognuno di questi ragazzi speciali che ho selezionato tra centinaia di proposte al fine di presentarli a voi. Una cantante, un giovanissimo stilista ed un disegnatore. Questi tre angeli hanno sfiorato con i loro talenti il mio animo insaziabile di scoprire sempre nuovi modi in cui l’artista che è in noi, trova sempre il modo di esprimersi. Barbara Festelli la prima dei tre giovani talenti che ho scelto di presentarvi nasce a Genova il 7 giugno del 1979. La passione di Barbara per il canto si accende da giovanissima e ciò che caratterizza questa donna è una formazione completa. Partecipa a numerosi stage in cui studia testi, canzoni e coreografie dei più famosi musical con maestri del calibro di Anna Rita Larghi ( la coreografa del musical “tre metri sopra il cielo”), frequenta corsi di perfezionamento vocale con Vittorio Matteucci presso la casa della musica di Padova ed il corso di preparazione vocale e teatrale di Paola Neri. Insegnanti come Matteo Merli e Roberto Tiranti, noto cantante del musical i dieci comandamenti, le ripetevano sempre la stessa cosa: continuare a cantare. Barbara ha seguito il loro consiglio. Il 23 Gennaio del 2008 grazie al produttore musicale Andrea de Paoli che scrive, produce e ar-

Barbara Festelli

rangia il pezzo “Onde d’immagini” Barbara incide il suo primo singolo negli “Mc studio” di Savona. Onde d’immagini è una canzone piena di fascino e d’amore che rispecchia pienamente l’artista che la interpreta. Attualmente Barbara sta incidendo il suo secondo singolo con Mattia Inverni. Il secondo talento che merita uno spazio in questa rubrica si chiama Riccardo Lamanna, un ragazzo di soli ventidue anni e che a dispetto della sua giovane età è un desiner di moda in ascesa nel panorama nazionale. Riccardo nasce e cresce a Canosa di Puglia il 12 giungo 1986 e dopo essersi diplomato all’istituto alberghiero “Filippo De Cecco” di Pescara si trasferisce a Milano dove inizia a sviluppare un fortissimo interesse nei confronti della Moda che lo porterà ad iscriversi all’Istituto Europeo di Design e nel 2006 a partecipare al film festival del cinema di Milano come stilista in erba. Riccardo Lamanna fonda un suo marchio personale: RYCKYLAM. Nell’aprile del 2007 Riccardo lancia con una vera sfilata la sua prima collezione di soli venti capi che riscuote uno straordinario successo nazionale vestendo Riccardo Lamanna

Life LifePeople People- 43


volti noti dello spettacolo italiano. Collaborando nel contempo con Gigi Garner, jewel-desiner e figlia dell’attore premio oscar James Garner. Nel giugno dl 2007 Riccardo Lamanna firma un contratto con la Rai entrando come sponsor nel programma “a spasso col Vip” e veste con il suo marchio la modella ex concorrente dell’isola dei famosi Victoria Petrof. Infine nel settembre 2007, Riccardo approda alle passerelle milanesi presentando la sua collezione 2008 ispirata all’oriente. L’ultimo talento di cui vi racconterò la storia si chiama Luca Luce. Sovente il talento oscura la stessa ragione, il motivo per cui un essere umano viene al mondo non è chiaro nemmeno a noi stessi ed è così che quando ho incontrato Luca non ho saputo resistere al fascino della sua straordinaria abilità. Luca nasce a Saronno nel 1978 e a soli cinque anni, come è successo a me, ha capito di essere speciale, di saper rag-

giungere quel luogo magico in cui la fantasia e la realtà si mescolano per permettere agli esseri umani di varcare la soglia dell’immortalità. La dote di cui è padrone nel disegno è unica, Luca riesce a riprodurre qualunque volto, qualsiasi immagine, donando alle sue opere i caratteri stessi della vita. A soli quindici anni gli viene assegnato il suo primo lavoro come disegnatore tessile. Abbina la sua arte alla modernità frequentando un corso di trucco di Diego Dalla Palma per abbellire i volti delle donne che ritrae in segreto; come i grandissimi artisti hanno fatto per secoli. Diviene esperto nel look-making di personaggi emergenti ed affermati del mondo dello spettacolo. Dall’incontro con i personaggi del mondo dello spettacolo la sua passione ed il suo talento crescono, permettendogli di partecipare a diverse trasmissioni nazionali come “ritrattista di vip”. I suoi capolavori possono essere ammirati sul sito www.lucaluce.com.

Luca Luce Life People 44


marca a uomo nuovi arrivi primavera /estate



MITCH & SQUALO

Personaggi

ATTENTI A QUEI DUE

by Alan A.Parker

R

ACCONTERESTE AI NOSTRI LETTORI COME AVETE ESORDITO ?

M: Ho iniziato grazie ad un’agenzia che mi ha introdotto nel mondo dello spettacolo con le televendite e, oltre alla carta stampata, mi ha dato l’opportunità grazie a molti casting di poter partecipare a qualche apparizione in film e videoclip. All’epoca ero solo Giovanni, uno dei tanti. Fu nel 2003 che in fretta è furia, durante un programma innovativo dove chiunque poteva seguirci contemporaneamente su radio, tv ed internet, Francesco Facchinetti mi ribattezzò con il nome di Mitch. Da quel momento è iniziata l’avventura e ,insieme a Squalo, abbiamo creato il duo. S: Ho iniziato all’età di 16 anni con le prime esperienze radiofoniche rigorosamente gratis in radio locali dell’interland milanese, poi nel 2001 la mia prima esperienza televisiva su MTV come inviato ai vari concerti per il programma “Supersonic”. PER DIVENTARE CONDUTTORI TELEVISIVI DI SUCCESSO BISOGNA RINUNCIARE AD AVERE UNA VITA PRIVATA ! SIETE D’ACCORDO CON QUESTA AFFERMAZIONE ? M: Sicuramente le rinunce sono la benzina che avvia il motore di chi crede in questo lavoro. La vita privata perde la sua consistenza nel momento in cui ci si lascia trasportare completamente dal mondo di plastica, chiamato spettacolo proprio perché da spettacolo. Forse è l’amore con la A maiuscola che ti permette di ritagliare degli spazi, di staccare, anche se indubbiamente questo lavoro porta via un sacco di tempo e di linfa vitale, soprattutto nella fase iniziale, dove bisogna lottare per emergere. S: Beh visto che ancora non lo siamo diventati non posso rispondere correttamente, ma credo che un conduttore bravo e di successo possa convivere benissimo con le due cose senza dover rinunciare a nulla. SIETE GIOVANISSIMI EPPURE VI E’ STATA AFFIDATA LA CONDUZIONE DI UN PROGRAMMA TELEVISIVO DI SUCCESSO, CHE COSA VORRESTE FARE “DA GRANDI” ? M: Ah, Ah! Intanto vorrei esser considerato grande così da poter fare un salto e approdare nelle reti nazionali di Rai o Mediaset. Abbiamo tanti progetti, siamo autori, conduttori e poi abbiamo realizzato il nostro cd con ben 14 canzoni ricche di belle collaborazioni. Per la televisione sei sempre giovane, poi di colpo diventi vecchio, ecco non vorrei trovarmi mai in quella situazione. S: Da grande mi piacerebbe continuare a fare

Mitch & Squalo questo mestiere in modo stabile, a 360 gradi come stiamo già facendo adesso ma con qualcosa di più concreto e importante, sia dal punto di vista televisivo che musicale. Quando ero piccolo dicevo che da grande volevo fare l’allenatore di calcio, magari dell’Inter! Visto che come calciatore non ero un granché e considerato come sta andando a Mancini, preferisco fare il tifoso. CI RACCONTERESTE QUALCHE ANEDDOTO SULLA VOSTRA VITA PRIVATA? M: Dopo il diploma ho continuato gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza. A causa di un battibecco ho mollato il tutto nel vero senso della parola, il mio libretto è ancora là che aspetta in segreteria. Ero così arrabbiato, che accettai di partire per l’arma dei carabinieri dove trovai impiego nella sicurezza presso lo staff di Silvio Berlusconi. S: Sono 24 ore su 24 con Mitch e quando non sono con lui, seguitemi e scoprirete chi frequento per il resto non posso dire altro, se no non si chiamerebbe vita privata…so che è una risposta scontata ma la dicono tutti e piaceva dirla anche a me. SIETE RIVALI O COMPLICI NELL’AMBIENTE LAVORATIVO ?

M: siamo una coppia di lavoro, il bene mio è il bene suo, siamo logicamente complici. S: Decisamente complici, anche se il bello di essere in due è che si viaggia su due strade diverse per raggiungere la stessa meta. SE AVESTE LA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE, QUALE TRASMISSIONE VORRESTE CONDURRE ? M: Mi sento più preparato in quelle musicali tipo “Scalo 76”, sarebbe perfetta. Se potessi scegliere un programma però vorrei tanto condurre “Le Iene” o “Striscia la Notizia”, per l’ironia che li caratterizza. S: La trasmissione che mi piacerebbe condurre credo sia decisamente “Le Iene”, anche se non mi dispiacerebbe una trasmissione musicale o magari dedicata al mondo giovani; che in fondo è il mondo di “Mitch & Squalo”. WWW.ALANPARKER.IT

Life People 47


COLLEZIONE SUBSELLIUM GIORNO

COLLEZIONE SUBSELLIUM NOTTE

APICE ARREDAMENTI

           


Design

MILANO DESIGN 2008 LA TRIBU’ DEL FUORISALONE

by Daniele Gazzetti

I

Art designer Massimo Del Monte www.darchitettura.it

nterrattivo. Dinamico. Imprevedibile. Ci siamo lasciati alle spalle la 47esima edizione dell’evento più atteso dell’anno da architetti, designer e interessati del settore: il Salone internazionale del Mobile. Una manifestazione che ogni anno lascia il segno e che in questo 2008 ha fatto parlare molto di sé per il bellissimo “Fuorisalone”, pieno di eventi e di stand davvero interessanti. Incontri, spettacoli, esibizioni, party, si sono consumati in giro per Milano, Life LifePeople People- 49


in ogni angolo della città si sono installati show-room di architetti, designers e artisti che hanno allestito magnifici spazi espositivi con nuovi prodotti studiati e realizzati appositamente per questo evento. Vecchi magazzini, ferramente, panifici, si sono trasformati in veri e propri show-room, ambientazioni ricercate allestite in maniera artistica, tanto da stupire gli stessi addetti ai lavori. Oltre ad esporre i nuovi prodotti sono stati organizzati eventi di benvenuto e party di presentazione fra cui quello dell’Art Designer Massimo Del Monte che con il suo studio di design ha presentato la sua nuova collezione in cui emerge “Island”, nuovissimo progetto di cucina

Life People 50


Art designer Massimo Del Monte www.darchitettura.it Life LifePeople People- 51


opportunamente realizzata in concomitanza con “Eurocucina”. L’affluenza di pubblico alla 47esima edizione del Salone del Mobile è stata altissima: per tutta la settimana si è susseguito un “viavai” di giornalisti, architetti, imprenditori, ma anche di semplici appassionati del settore, che documentandosi e girando per la città sono riusciti a scovare le più stravaganti iniziative che si sono venute a creare. Così chiunque si sia trovato in questo periodo a Milano è stato coinvolto a far parte di una vera e propria tribù. La tribù del “Fuorisalone”.

D ARCHITETTURA Massimo Del Monte Art Designer Fano, Via Montevecchio Tel.0721/802612 Life People 52




Life People 55


Life People 56


Life People 57


G.Arre dame nti Life People 58

Arredamenti e progettazione perqualsiasi tipo di locale o negozio, abitazioni, allestimenti museali e fieristici, espositori commerciali e complementi di arredo

Shop

Bar Via dell’Industria, 10 - 60015 Falconara (AN) Tel. Fax 071.9162051 info@g-arredamenti.it

Abitazioni

Hotel

Corner

www.g-arredamenti.it


Gustavo Rol

Misteri

l’uomo che dominava la materia E

’ sicuramente uno dei personaggi più misteriosi mai esistiti, e se non avesse avuto testimoni eccellenti, sarebbe stato bollato come un mago o peggio, come un illusionista. Invece chi gli è stato vicino nella sua vita torinese racconta ancora oggi di situazioni prodigiose nate come se niente fosse, aiuti incredibili dati a chi ne aveva bisogno e, soprattutto, tanta, tanta discrezione. Gustavo Adolfo Rol è nato nel 1903 ed è morto nel 1994, portando con sé il segreto dei suoi poteri. Quali poteri? La capacità di leggere da libri chiusi, di essere contemporaneamente in posti diversi, di materializzare e far sparire oggetti e far muovere qualsiasi cosa, di scrivere e dipingere a distanza, viaggiare nel tempo e tanto altro ancora. Insomma, un modo di agire che va contro tutte le leggi fìsiche conosciute. Erano gli anni Trenta quando, in Germania, il Premio Nobel Albert Einstein passava le sue serate incantato davanti ai prodigi di Rol, allora un giovane bancario. Un altro Premio Nobel, il grande fisico italiano Enrico Fermi, si era appassionato a tutte le incredibili cose che Rol riusciva a fare. Come loro, negli anni, si sono avvicendati Pablo Picasso, Salvador Dalì, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio e tanti altri ancora. A quelli che Rol chiamava “esperimenti” hanno assistito capi di stato, stelle del cinema, politici famosi e non solo. Pare che Hiter l’abbia voluto invano tra i suoi consiglieri, il generale De Gaulle lo raggiungeva spesso per parlare a quattrocchi e lo stesso Mussolini gli abbia chiesto pareri. Da dove vengono gli straordinari poteri di Gustavo Adolfo Rol? La risposta viene proprio da lui: dalla natura. Secondo quanto ha più volte ribadito, le sue incredibili capacità in realtà sono proprie della natura umana ed un giorno sarà facile per tutti avere il dominio della materia come lui. Per Rol tutto avviene spontaneamente e spesso si è sorpreso lui stesso per le sue azioni. Rinomati medici si sono rivolti a lui con successo per affrontare i casi clinici più complicati, con la consapevolezza che c’è ancora qualcosa che la scienza non riesce a spiegare. Gli scienziati, però, non hanno mai affrontato uno studio organico del fenomeno Rol, preferendo spesso archiviarlo come un abile prestigiatore dai giochi particolarmente efficaci. Nessuno l’ha mai analizzato né lui si è mai sottoposto a prove scientifiche. Inoltre, nonostante potesse vedere nel futuro, non ha lasciato scritta nessuna previsione. Quello che è rimasto di lui, oltre alle centinaia di testimonianze, sono i suoi quadri. Nature morte con splendide rose e paesaggi che in sua assenza pare si siano animati da soli. L’esperienza dice che ogni momento può essere quello buono per le cose inspiegabili. Alla troupe di Voyager, per esempio, è successo di assistere ad un fenomeno straordinario. Torino, un pomeriggio di riprese per un servizio su Gustavo Adolfo Rol, ospiti del suo esecutore testamentario, suo

caro amico. Nella stanza, due quadri appesi alle pareti. Proprio qui Rol si ritrovava spesso con gli amici e, a volte, faceva quegli esperimenti di cui tanto si è parlato. Il discorso cade sui due quadri: sono di una giovane nobildonna francese, Teresa Rovere, antenata del padrone di casa, e di suo figlio bambino. Anni prima, durante una serata, era successa una cosa inspiegabile. Qualcuno aveva raccontato la storia dei due personaggi, ricordando la morte del fanciullo avvenuta per avvelenamento. All’improvviso il quadro della dama si era staccato dalla parete con un grande lampo, per poi tornare a posto. Come spesso faceva, anche quella sera Rol aveva fatto mettere nella tasca dei presenti un biglietto bianco. In uno di questi è stata poi trovata questa scritta, in francese: “Mio figlio non è morto in seguito ad un avvelenamento, ma per una grave infezione intestinale”. La madre, forse, aveva voluto difendere la memoria del bambino e ristabilire una verità cambiata nel tempo. Sentita la strana storia del quadro, l’operatore Rai ha rimesso l’occhio nel mirino della telecamera per finire le riprese. Immediatamente ha chiamato a gran voce il resto della troupe: il quadro sembrava aver cambiato aspetto. Teresa Rovere, che nel dipinto ha un’espressione altera, attraverso il mirino della telecamera sorrideva. In mancanza di una spiegazione plausibile non resta che immaginare una madre felice perché era stata fatta chiarezza sul suo amatissimo figlio. Life People - 59 Life People Life People 59


Esposizione mobili - architettura d’interni - mobili su misura per abitazioni e negozi Centro cucine - camere - soggiorni e complementi Tutto per l’arredamento anche chiavi in mano         


IRON WOMAN

LA DONNA SCOPRE GLI SPORT D’ACCIAIO by Daniele Galvani

E

’ sempre esistita la figura dell’uomo forte, potente e della donna minuta, gracile e per questo motivo, inadeguata allo sport. Ma oggi non è più così. Ora le donne frequentano le palestre, praticano sport ad alto livello e sembra ormai che lo stereotipo per cui lo sport è “maschio”, sia stato finalmente archiviato perchè si crede che lo sport è solo una faccenda da uomini? Ma semplicemente perchè le donne in passato non hanno avuto l’opportunità di accedere alle gare, poiché quasi tutti gli sports erano aperti esclusivamente agli uomini. E’ solo in epoca moderna che le sportive hanno potuto mostrare le loro performances. Le donne hanno capacità fisiche adeguate alla pratica dello sport quanto gli uomini, anche se dal punto di vista della resistenza, sono un pochino inferiori ad essi. Le donne hanno il maggior numero di iscritti nella ginnastica, nella danza e nel pattinaggio artistco, ma sono più del 30% a praticare uno sport piuttosto maschile come l’handball o il tennis o il rugby. Per esempio le prime squadre di rugby femminile sono apparse in Francia nel 1965. Nel 1970 nasce la A.F.R.F.(Associazione Francese Rugby Femminile) con dei regolamenti ufficiali. Il 23 maggio 1984 la A.F.R.F. diventa la Federazione Francese di Rugby femminile. Il rugby femminile è stato ufficialmente integrato alla Federazione nel luglio del 1989. E’ solo nel 2000 che il rugby femminile ha ottenuto lo statuto tanto desiderato di sport di alto livello. Se pensiamo alla boxe, secondo i dati del Ministero degli Sports nel 2001 su 29.996 tesserati il 23.2% erano donne. L’immagine che si ha della donna in generale crea una specie di corto circuito tra bellezza e scontro fisico che in definitiva è tutto nella testa di chi sta fuori della competizione. Rimmel e fango, tackle e biberon, il combattimento e la carezza, tutto striderebbe con l’immagine della donna. Ma quello che magari ferisce di più l’orgoglio femminile non è tanto il maschilismo estetico quanto la clandestinità in cui vivono. Meno televisioni per loro, meno dirette, meno sponsor e, quindi, meno possibilità. Ma giocare a sport da “machi” come il rugby è una forma di protesta o di emancipazione? <<So soltanto che giocare vuol dire avere coraggio, mettersi alla prova, accettare le sfide - dice Daniela, una giocatrice di Rugby - E poi ci piace il contatto fisico>>. Il piacere dell’”uno contro uno” sportivo contrapposto all’uno contro uno domestico con il figlio o il marito. Comunque lo dicono tutte: il confronto con i maschi è sempre presente. Forse i numeri sono troppo piccoli per rivelare una tendenza sociologica ma è significativo un altro dato: da Roma in giù non ci sono squadre vere e proprie di sport in cui ci sono femmine, ma sperdute unità. Eroine sole. E contro corrente in campi spelacchiati. Ciò non toglir che ormai l’emancipazione femminile colpisca anche il mondo dello sport dove ancora una volta le donne si rivelano forti e decise, protagoniste anche di un mondo che è fatto di botte, lividi e sudore.

Life People 61



Viaggi

DUBAI

LA PERLA DEL DESERTO

F

inalmente il giorno della partenza, il 1 agosto alle 21:50. Arriviamo a Dubai dopo sei ore di volo, alle 07:00 della mattina seguente ( ci sono tre ore di fuso orario ). Il controllo passaporti, malgrado i numerosi sportelli, è abbastanza lunghino per via del gran numero di persone atterrate con gli aerei delle varie compagnie. Nessun visto è richiesto, il tempo di registrarci e siamo fuori. Arriviamo al JW Marriott Hotel, splendido nei suoi marmi preziosi, nelle sue stanze grandi e raffinate, negli ambienti curati nei particolari, nei fiori freschi che ogni giorno ritroveremo in camera, nel buffet della colazione con le cose più buone delle classiche colazioni arabe, greche, asiatiche, giapponesi, americane ed europee... esperienza visiva e gustativa che ricorderemo volentierissimo per un bel po’, è certo! Malgrado il chek-in formalmente non possa svolgersi prima delle 15:00, alle 9:30 abbiamo già le nostre camere. La gentilezza negli alberghi, nei ristoranti e in generale dappertutto, sarà una costante

durante tutto il viaggio: del resto gli asiatici sono famosi per questo, e malgrado siamo negli Emirati Arabi, la gente con cui avremo a che fare è appunto asiatica. Gli Arabi “Nazionali” sono soltanto il 20% dei 4 milioni di persone che abitano negli Emirati, e per incontrarli bisogna necessariamente andare o nei ristoranti più mondani, o nelle gioiellerie più famose, o nei piani alti dei palazzi più prestigiosi, dove temo abbiano preso gusto a giocare a Monopoli! La Gente degli Emirati è Indiana, Afghana, Iraniana, Cingalese, Filippina, moltissimi vengono dal Pakistan, dal Bangladesh... stranamente pochissimi Cinesi! Visitiamo il Creek, il molo in cui sono ormeggiati numerosi Velieri e diversi Yacht, tutti a disposizione di chi volesse fare un giro, oppure una crociera con musica e buffet. Il molo è tutt’oggi approdo di numerose imbarcazioni, i Dhow, che vengono ancora molto usati per trasportare merci da e per altri paesi del Golfo Persico. Sul versante Deira del Creek ci sono alcuni degli Hotel più noti e l’avveniristico Life LifePeople People- 63 Life People 63


D

a oltre 20 anni, professionalitĂ e competenza ci aiutano a realizzare esperienze di viaggi e di vacanze oltre ogni aspettativa.

Via Negrelli, 37 - zona P.zza Redi, PESARO - TEL. 0721 391906 - FAX 0721 390580 www.viaggidellartista.it - e-mail: agenzia@viaggidellartista.it Life People 64


grattacielo della Dubai National Bank, realizzato da un famoso architetto americano. Questa zona durante il giorno è poco frequentata, ci sono per lo più uffici, rari i bar e i ristoranti tutti rigorosamente confinati all’interno dei Centri Commerciali e degli Hotel.... Questa è comunque una cosa che caratterizza Dubai: poca gente per strada, giusto alle fermate dei bus, o in prossimità di un supermarket... Tutti sempre e solo in macchina, o negli hotel, o nei centri commerciali tutt’intorno il niente, o gli immancabili cantieri. A volte sembra che gli unici esseri viventi nella città siano gli operai che costruiscono marciapiedi, case, palazzi... Ma basta entrare in un Centro Commerciale per ritrovarsi fra la folla. Per arrivare all’altro versante del Creek, Bur Dubai, bisogna attraversare o uno dei due ponti che congiungono le rive, o prendere, nelle due stazioni presenti, l’ abra, l’ibarcazione locale che, in qualche minuto e per pochi centesimi di dirham, trasporta le persone da una riva all’altra. Proprio attaccato alla stazione delle abra di Bur Dubai, c’è l’ Old Souq, una strada coperta dal vecchio tetto in legno dell’originario souq. Da qui si raggiunge a piedi il Museo, ingresso 3 dh, ospitato all’interno del piccolo Al Fahidi Fort del 1787, che attraverso la ricostruzione di scene di vita quotidiana ripercorre la storia di Dubai. Vicinissimo c’è la Grand Mosque, molto frequentata dai fedeli. Non lontano si trova Bastakia, l’antico quartiere della città del 1930, oggi quasi completamente restaurato. Le costruzioni dell’epoca, basse e con una piccola torre del vento, si riproducono tutte assolutamente identiche l’una all’altra fra strette viuzze che fanno di Bastakya un labirinto . Dietro il lungofiume si trovano due viuzze, abitate da indiani, che portano al Tempio Hindu Shri Nathje. Un bagliore di vitalità che apprezziamo molto! Sulla Sheikh Zayed Rd troneggiano le due Emirates Towers, molto belle nella particolare forma e una di fianco all’altra. Una, l’Emirates Shopping Boulevars, ospita un Centro Commerciale e un ristorante che abbiamo molto apprezzato, il Nodlees House; l’altra uno splendido Hotel. Tuttavia, per poter godere al meglio della bellezza di queste Torri e degli altri grattacieli, è conveniente girare Dubai alla sera. Al tramonto, col sole che colora le pareti specchiate dei grattacieli, e la notte, con l’illuminazione splendidamente studiata di molti di questi palazzi, si gode effettivamente una bellissima visione. Anche le gru, con le loro luci colorate, risultano meno fastidiose che di giorno!! Le Moschee presenti in città sono molte, alcune di stile moderno, altre in stile tradizionale. La Jumeira Mosque si trova fra il Creek e il mare, è piccola e molto frequentata, anche dai turisti ai quali è generalmente permesso entrare. Certamente è più bella al tramonto e di sera.Una delle spiagge più belle è quella di Jumeira , famosa sopratutto per gli Hotel di lusso e per l’albergo credo più famoso al mondo: il Burji al-Arab, l’hotel a forma di vela,bellissimo anche il vicino Mina A’ Salam, atmosfera e charme garantite. Abbiamo cenato una sera a un buffet ricco di ogni cosa, spendendo a persona sui 200 dh, 50 euro, che li valevano tutti. Ho letto spesso prima di partire, del lusso a buon mercato di Dubai... Non è del tutto vero, o meglio, lo è solo se si fa un raffronto in termini di qualità-prezzo con gli alberghi di lusso di altre parti del mondo, in primis l’Europa. La realtà è che a Dubai spendi 300-400 euro per una camera in un 5 stelle, come in altre parti del mondo, ma alla fine sei pienamente soddisfatto perchè il servizio è eccellente, tutto è perfetto, curato nei particolari, esattamente quello che ti aspettavi e persino di più. Il livello è altissimo, nei ristoranti i cuochi sono fra i migliori delle scuole Francesi e Italiane. E il servizio è di un’ efficienza a cui forse non siamo più abituati. Tutto questo, altrove, non è garantito neanche dalle 5 stelle. Tornando al mare, negli Hotel è generalmente possibile accedere alla spiaggia solo se ospiti della struttura. Però ci sono diverse spiagge attrezzate che offrono ottimi servizi pagando 100-150 dh. Dubai al di là dei suoi eccessi e delle sue stravaganze è un’ ottima soluzione per chi volesse concedersi qualche giorno di mare ad altissimi livelli di confort e in un ambiente internazionale. Life People 63


Colore e... personalità,

la tua. DibiDoku, porta per interni.

Accessori disegnati per te. La maniglia interna, il pomolo esterno e gli spioncini della porta blindata sono stati studiati e realizzati ex-novo, appositamente per questa bellissima linea di rivestimenti, consentendo una perfetta integrazione estetica tra le geometrie, il rigore delle forme e l’eleganza dei dettagli. Di particolare rilievo le viti colorate intercambiabili: un’ulteriore prerogativa a tua disposizione.

Veri e propri pezzi unici, fatti a mano con passione.

Componi da solo la tua porta nel nostro laboratorio aperto a tutti.

Nomi, numeri, simboli... con DibiDoku si può personalizzare la tua porta.

w w w. d i b i d o k u . c o m

Con DibiDoku, DI.BI. decide di inserire un secondo spioncino alla portata b dei bambini o di chi è impo impossibilitato a muoversi.


Crea la tua porta con DibiDoku.

Pannello DibiDoku, montato su porta blindata.

NEGOZI SPECIALIZZATI PER LA SICUREZZA DELLA CASA

DI.BI. Porte Blindate srl Via Einaudi, 2 61032 Fano (PU) Italia Tel. 0721.8191 r.a. Fax 0721.855460

www.dibigroup.com www.dibidoku.com

Gioca a DibiDoku e crea il pannello della tua porta blindata. Tramite il sito web potrai divertirti a disegnare la porta dei tuoi sogni. Tra mille combinazioni di colore e i 9 moduli geometrici base, sarà entusiasmante creare ciò che non avresti mai pensato di inventare. Porta il tuo disegno al nostro rivenditore più vicino. Ti aspetta.


Finalmente a Pesaro l'idea che mancava. Un'idea inedita. Un'idea audace. Il Maya Club cambia pelle. Da oggi non è più solo Solarium. E' diventato il luogo del benessere del corpo e dello spirito dove ritrovare la propria armonia interiore. Parola chiave è RIGENERAZIONE, della pelle, dei sensi, della mente. In uno spazio versatile, che racchiude più anime. Un'anima tecnologica, un'anima salutista, un'anima che si ispira al gusto del Bello. In tutte le sue sfaccettature.

AURASPA, ESTETICA, BENESSERE A 5 STELLE!

DIMAGRANTE • DISINTOSSICANTE • RIGENERANTE • TONIFICANTE

Dott.ssa in estetica specializzata in dimagrimento CONSULENZA GRATUITA su appuntamento.

ATTREZZATURE PARAMEDICALI: DIMAGRIMENTO INESTETISMO DELLA CELLULITE ATONIA MUSCOLARE MODELLAMENTO CORPOREO RILASSAMENTO CUTANEO DEFICIT VENOLINFATICO CALCHI GLOBALI A VILLA EDEN

PARTNERSHIP ESCLUSIVA Relax e benessere

PERCORSI PERSONALIZZATI MESOTERAPIA SENZ’ AGO DEPILAZIONE DEFINITIVA RICOSTRUZIONE UNGHIE LIFTING VISO FOTORINGIOVANIMENTO CUTANEO ACNE - CICATRICI MACCHIE SENILI - VISO E CORPO

Per prenotazioni FANO tel. 0721.808045 - Via del Ponte, 66 - 61100 Fano (PU) - www.mayaclub.it PESARO tel. 0721.416086 - Via Ponchielli, 79 - 61100 Pesaro (PU) - www.mayaclub.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.