La ricerca dell'aria dalla a alla z testo per issuu

Page 1



ISHTAR Poesia 17


© 2013 Gilgamesh Edizioni Via Curtatone e Montanara, 3 - 46041 Asola (MN) gilgameshedizioni@gmail.com - www.gilgameshedizioni.com

ISBN 978-88-97469-58-2

È vietata la riproduzione non autorizzata. Le riproduzioni potranno essere concesse dall’editore solo con specifica autorizzazione.

In copertina: L’alfabeto danzante di Karel Teige

Fotografie nel testo di Antioche Tambre Tambre

© Tutti i diritti riservati


Antioche Tambre Tambre

LA RICERCA DELL’ARIA DALLA A ALLA Z



UN RACCONTO DALLA MIA ESISTENZA – ancora da completare – Un malinconico sole piange sul mio triste piatto vuoto La maestra delle elementari cercava Di arare il mio campo magnetico mentale Per farmi diventare un artista di successo E oggi si vedono i risultati

Un fornaio si sveglia tutte le mattine alle tre … e devo ringraziarlo per il pane Anche se preferisco il mare quando nevica sabbia salata Scorribande di linguaggi e ingranaggi sugli assorbenti delle segretarie di ufficio

Non mi aspettano

E forse è meglio così...

A casa mia il televisore trita gli avanzi dei miei sentimenti Io apro il “dimenticatoio” e pigio tutto bene in basso Dove non si può vedere niente

Mi rimane la vasca da bagno! 7


La vasca da bagno per dormirci Come su un letto di fiume per anguille assatanate! Il cucù delle 23 non batte ciglio … non è in trepidazione

La mia fata turchina con il passeggino Incide sulla qualità claustrofobica

Una buona iniezione di fiducia Della mia infermiera personale che non ho È quello che ci vorrebbe Giocavo a far lo squalo con la figlia del dottore Ma era carabiniere… e lo è ancora

Le notizie corrono veloci sulle lame di formaggio fuso Degli schermitori ai barbiturici

La trippa, la puleggia e il budino Potrebbero essere tutte cose uguali per me Se cercassi di ficcarmele bene in testa Le chiese al copri-giunco in foglia lessata Per spezzatini di tenero nettare … perché non cadono mai?

Ma è la brava gente che non vuol capire quello che non c’è Si cura con lo iodio e le macchine teatrali Nei fast food dell’anima 8


Guardo in basso per non guardare in alto Porto a spasso un’altalena circense per scimmie ammaestrate

Com’è triste la penuria da illusioni ammanettate Come la bonarietà dei papillon di bugiardi messieurs E la frivolezza degli abiti da sposa delle gentili signore Il destino dell’uomo sta in un 3x2 … ma l’uomo non lo sa E anche io non lo sapevo

Però sono stato ammaestrato e adesso lo so Anche se alla fine era meglio non l’avessi mai saputo

Il mio naso radioattivo è escluso dalla vita di Stato Ma non se ne preoccupa

La collezione di panni sporchi ad asciugare non colleziona e non asciuga più

I governi invece prosciugano … ma non le mani

Solo tutte le altri parti dei nostri corpi intergalattici 9


Sarebbe quindi un bel sogno svegliarsi Con le mie dita lunghe come biscia Sui vostri corpi d’ottone a flicorno

E rimasto capovolto su una cetra d’avorio Respiro…

Ma…

Il mio raffreddore in saluto da cartolina Non vi vuol più lasciare.

A

l mio fucile di caccia preferito … che spara un pesce coriandolo contro tutti i miei nemici E io ubriaco la mia felicità in un bicchiere di uova allo yogurt

Un esercizio perfetto essenziale, cromatico, quando non si piange

Come un bambino che naviga nella follia delle stelle...

L’effetto è sordido indesiderato

Sarà un pesce farfalla o un angelo imperatore che dorme nel mio letto di fucile? Lasciando perdere l’effetto mi lascio tentare 10


Un’orchidea rossa dal dorso punteggiato Mi chiama dal quinto piano

Ma la mia amante belga in frac mi lusinga … e mi conduce alla sala da biliardo Prepara champagne e trippa in perfetto stile delfino I delfini però si sono ammalati E il dottore è già in vacanza su Marte

Tornerà quando la segretaria glielo potrà permettere

Rimango senza parole...

L’orchidea mi sorride Il pesce farfalla non vola più L’angelo imperatore è rimasto senza trono I delfini crepano in solitudine Il dottore tanto non tornerà...

Si gioca a carte truccate E il sorriso non riesce più bene Per mascherare la morte di un pesce coriandolo Annegato nel dessert di mia nonna “Diabolica” Comunque…

Un terremoto di pagliacci percorre strade lunari 11


Scorpioni a pendolo si macchiano nel dipinto di blu Una bandiera di cristallo brucia nei fumetti estivi Mentre il mio cuore di arcobaleno passeggia in carrozza

Dove andrĂ a finire il nostro violento desiderio di sopravvivere?

12


Bisogna sorridere a questa tragica luna sorta

E ormai già sepolta nell’ombra del fiume magico

Per la forza di far nascere un bambino malato

Un bambino dalle gambe tenere liofilizzate a sottomarino Mentre la paura di ottenere certezze

Viaggia sui fili della nostra esistenza

E tutte le finestre all’insÚ

Mostrano i giovani seni inclinati delle madri Mentre cuciono i misteri del desiderio

Nel gioco delle foche ammaestrate

Le stelle galassie inghiottite Da una femmina di mantide religiosa Che mostra come trofeo alla platea ... la testa del marito Ad occhi aperti Nella sua bara in sicurezza di abete

Il martirio di un amore finisce ben oltre Dove gli incendi viola di passione Si nutrono con paradisi di sogni profumati 13


E scanditi dal magico suono di una vita al metronomo

Dall’uomo zampilla

Una fontana di Trevi di sperma misericordioso

E un cane rabbioso e abbandonato piscia Vicino alla ruota posteriore

Di un auto con conducente in smoking senza cintura ...

Bruciano gli pneumatici dell’ultima-inutile salvezza

14


Chissà se ieri pioverà!

“Mangia il brodo con la forchetta” Bisbigliava mia figlia ottantenne

Quando bagnati fradici tentavamo di concentrarci nelle tristi giornate di sole Improvvisandoci comici camerieri Che tentavano di danzare nel vento

Chissà se ieri pioverà!

Sdoganando grammofoni avvelenati A colpi di microfoni assassini Riparavamo valvole inesistenti

Io e mia figlia… nonna dodicenne

Ricordo come la zuppa alle ortiche Solleticava le nostre miserie di gambe in sogni di bambagia

Chissà se ieri pioverà!

Purtroppo oggi… Aspettiamo solo un treno già passato in una cassa da morto Come vivi e vegeti Nosferatu tramortiti da un folle tramonto Assenti davanti a processioni di immobili monache di clausura 15


Già abbondantemente stuprate

Nei loro sogni gang bang orgiastici

E simili a tangheri ballerini di improbabili mazurke Sbrodolanti in truci maschere di fango

Chissà se ieri pioverà!

Amami ancora nonna dodicenne Farneticava mia zia ubriaca…

Chissà se ieri pioverà!

In chiesa giocando a poker con sacerdoti bari di professione

Vinco pure le mutande perse l’anno prima Alla pesca di beneficenza

Chissà se ieri pioverà!

“Mi sento stanca di questa vita balorda!”

Ricordava mia nonna quando scatarrava parole senza senso Seduta di fronte al sole bambino

Chissà se oggi pioverà…

Riflettevo da e come un bambino Nascosto dietro il mio fortino Aspettando l’attacco dei miei amici pellerossa 16


Chissà ‌

Dromedari planetari

Circondano cruciverba di pellicani indiani Mentre io fuggo da meteoriti di caffè

Crollano i palazzi in terremoti di scaglie al cioccolato

Delicati elefanti sfondano i cancelli della mia 17


mente

Gas lacrimogeni narcotizzano il potere della mia parola Tutto si addormenta...

Anche i pini, le sequoie e gli abeti nella foresta del mago Java e Trinidad Tobago

Lampade fluorescenti in fondo all’oceano Si perdono in mezzo a velieri di corallo La nebbia inglese mi fa ammattire Perché non vedo

E

...

E quello che non vedo mi fa paura

stroso mentre lecco il mio gelato per strada La lingua di crema non è un giro del mondo in ottanta giorni Una stella di tenero rame piomba Sul mondo avvolto dal serpente dei sogni

E io dormo come una pietra millenaria

Il sogno è un desiderio con le ali Il delitto è un’ombra nei miei occhi 18


Un gatto randagio si affila le unghie GiĂš nel cortile del delirio

E il delirio avanza Con i suoi terribili martelli bianchi Mentre passeri clandestini lavorano Sul temporale di metĂ autunno E rosse piramidi di sangue ridono allo scherzo di rugiada

Dove scheletri camerieri Offrono a malincuore Il pranzo alle starnazzanti faraone Il vino è una lacrima ubriaca per parlare

Il sonno la forza per russare la calma della disperazione

E io mi dispero...

Come una comparsa di me stesso

Una poesia di ghiaccio Prende fuoco nel seminterrato Il suono della parola Come la magia del suo piromane omicida

Un alito di vita si perde Nel vento della steppa bruciata dal sole 19


E un vecchietto se ne va in cancrena Dentro l’utero materno Dove un bambino Cresce malato

E una famiglia cade nello sconforto Perché le figlie Non intendono sposarsi

La mia sottile libertà È un cavallo solitario nel deserto tartaro

La mia dolce offesa profuma Come le tedesche in vacanza stroso gelato per strada mentre lecco

E

20


L’elenco delle

F

Fiero fuoriprogramma fermenta Feroci famigerate ferrature

Fiamminga fretta funebre fascicola Frenato funzionario freddato fra fulminanti freezer

Fosforici folletti fuggono Forzando fradici femminili film-strip

Funghi filosofici formattano Furiosi fossili futuristi Flagellando fertili famiglie

Francofono franchisor fumando Finisce fermentati finanziamenti fox-trot

Forbici frottage fendono Fogli fonetici frisbee funk fluidi foyer

Flyingdutchmann falsi Frastornati frastagliati frazionati

Faunistici fonoincisori favellano Fantastiche farfalle fornendo forti falangiti Finto frumento fair-play frusta

Fuorvianti fattorie forestiere

21


Frugali fosse frugano Fermi fotochimici fanti fosforescenti Finiti fra fontane free-rider

Focolai funesti furoreggiano Fra ferragosti francobollati flamboyant

Falena felice festeggia Falsando folkloristici festival

Fotoelettricomagnetico fabbro Fonde figurine futurologiche

Fascinoso formichiere fornica Flirtando fruttiferi frustoli

Furfanti furgonati fanno festa Folgorando fluttuanti ferroendovenose ferrovie

Fantasmagoriche fanciulle Fasciano febbricitanti fiori feriti

Folli finocchi formalisti tra fioretti feticisti Fissano fiscali fiocchi finlandesi

Ferromodellista fuoriclasse fa fucilare Fedele fratello fallendo fratello

Fenicottero fin de siecle finisce favola Fingendo farfalle follow-up

22


G

E fu così che il iocatore... Tirò i suoi dadi preferiti per strada Ladro-francobollo in cabala Chi va là!

Chiuso agitato udito in pompa magna Gap secco se vuoi … e custode del tuo cuore Come contorno al diavolo in passamontagna Presagio mulinello Bizzoso ghiribizzare Anarcoide con comodino e abat-jour

Il divano del tuo cuore Come volevasi dimostrare All’isoscele asciutto non accomoda Meteore di giacchette démodé Su attaccapanni di cielo stellato

Schierandosi mascherati sotto il letto Affranti da vecchi fantasmi E soprattutto da odi circolari In epoche che non ci appartengono

Innanzitutto inappagato

Imprevedibile irreversibile 23


Come volevasi dimostrare La canna del fucile non spaventa più

Manierosi con occhiali da sole cavalcano in groppa a donne sofisticate con frappè al galoppo Alla fine cadono in comiche ripudiate pozzanghere primaverili

Io non tento più la fortuna come il giocatore di dadi

La nonna non dondola più sulle favole di “C’era una volta” Ed è diventata befana

Il giocatore di dadi mi guarda sconsolato

Io ancora aspetto l’estate in Inghilterra Che tarda ad arrivare

E allora enigmatico come un congelatore Cerco di rimanere in equilibrio Sul mio ghiacciolo di cucina al lampone Habeas corpus Inghilterra Che tardi ad arrivare

Come i dadi del giocatore Persi... Per le strade desolate di una pace antica 24


Un treno su binari invisibili con nuvolosi passeggeri ‌ condensa

Ballerino di walzer danese con ombrello color burrasca Arriva in tempo per le finali Il mare senza pietĂ attende le sue vittime

25


Esecuzione in pubblica piazza di scienziati spogliarellisti Donne alla moda dopo aver assunto sostanze stupefacenti

H

ockey su prato Si cimentano con l’ Contadine ammaestrate si frustano

Per il solo piacere di provare dolore Dentisti debuttanti carichi di odio si indebitano di glucosio Kamikaze messicani sorridono alla regina d’Inghilterra

“sempre Lei l’Inghilterra!” …e si impiccano senza motivo apparente 26


L’arcipelago definitivo si perde nel mio tallone Al ritmo di una samba senza congas auspicate

Il rumore della spiaggia mi annega

Le cause del terribile ma inesistente decesso Sono già state messe per iscritto

Ma la tesi è ancora tutta da avvalorare

L’abuso dei miei sentimenti potrebbe influenzare L’opinione che la gente può avere del sottoscritto? Tutto ciò rimane un mistero...

Piuttosto di difendermi preferisco partecipare allo spettacolo

Il messicano sorride Le contadine continuano ad ammaestrarsi I dentisti sono sempre debuttanti Io non mi annego più In pratica sono felice così come sono

Il sottile ragliare di un asino

Campeggia nell’alba delle monache civette 27


Il circolo del tempo è la lavatrice di ogni estate Dove tutto si asciuga e mai si lava

Una ricca vecchietta con impermeabili occhiali da sole E con la dentiera ben fissata dall’amante finto rampante Odontotecnico di fiducia

Sorseggia un caffè spento tostato male Mentre fa addormentare noiosamente una sigaretta Fumata controvoglia

Ricorda un lontano parente militare Con il suo Titanic da successo sicuro Che naviga nei suoi pensieri

Incagliandosi inevitabilmente Nella sua diga di bocca sbavante Mentre una larva di magma Sboccia in cattive malinconie senza bruciare

E gli alberi da pesca in sottovuoto cristallino Esplodono in una morte all’occhio di bue ammoniacale

Nel frattempo una torta sigilla ostriche in armonie di caviale E champagne in perfetto stile delfino Vengono serviti al suo tavolo ballerino da sottobosco algerino 28

La vecchietta…


Pensa alla prossima trasfusione del suo gatto persiano E alla figlia reumatica affetta da crisi toxoplasmiche

Aspetta persino un bambino lei! La povera…

Tutto non combacia però con i mali maggiori Di un giardino curato disastrosamente Dall’Amministrazione Comunale Di un paese che non esiste solo nella sua testa

Non c’è un rubinetto mentale Non c’è un servizio sensato Non c’è un’entrata nel tunnel del silenzio

29


che soddisfi

La vecchietta non intende più votare in farse di sabotati seggi anacronistici.

È la riduzione dei seggi che non riducono più Dicono…

Allora alla vecchietta rimangono in mano Solo delle maledette lettere invisibili Che non verranno mai spedite

Signore e signori! La civiltà sub-cutanea va a farsi fottere! Pensa Lei... A bersi lo sciroppo sognandosi forti artrosi alla schiena Che non sono necessarie… mi pare

Ma a tutti manca la voglia … e la voglia non arriverà mai!

J

Le am session di nudisti necrofili Non mi spaventano più come le buffe trame Di timide donne impegnate all’uncinetto

Preferisco…

La conclusione di un inizio che non ha mai avuto una fine Perché un quinquennio non si misura in quintali E nemmeno nella quintessenza di un quintetto 30


In cerca di un quinquennale stipendio quintuplo E mi domando…

Come si fa ad avere una presa di posizione Pur non avendo né una presa, né una posizione?

Un grido sottovoce squarcia la notte! Stando ben attenti a non svegliare i genitori che russano È come la prerogativa di non avere mai un privilegio

E mi vien da pensare…

Ciò che importa non è il sapere la storia Ma invece capirti distesa su di un letto di coraggio

E cioè… Quindi…

Quel particolare di cui ti scappa sempre il particolare Come il neutro di un plurale al singolare

Come la prepotenza di far prevalere la propria impotenza Con la serietà di andarsene in giro A ridere in faccia alla gente Stop! 31


La nostra bislacca via è percorsa da tombe-finestre In cui si affacciano esseri senza volto Ci fissano…

Come in un campo di concentramento mentale Per delle anime sotto spirito Mentre una parata di militari carne-ossa sosta Per bersi la cioccolata calda il giorno di ferragosto

Ma si sa che chi è debole non può essere forte … o viceversa Ma io ho il veleno… Il veleno di chi ha l’antidoto a tutto ciò

Ecco la pozione...

Il sole nelle giornate di pioggia Quando scompare e poi ricompare Per poi riscomparire di nuovo e ancora riricomparire fino a ririscomparire Quindi ririricomparire

E per l’ultima volta riririscomparire E riririricomparire definitivamente Per poi spegnersi nella pozione da me inventata

Cosicché tendo a ribadire …………….. Un quadrato

Che è brutto vedere ……... 32


E quando lo vedi Pensi che sia rotondo e‌

che mi dispiace per gli altri

j

perchĂŠ la mia am session non avrĂ mai fine

33


Kore fiammeggiante!

Come reciti bene la tua parte Mentre io recito il mio indispensabile

La mia pazzia cala a ponente Sul mio cachemire di seconda scelta Ingolfandosi nell’aspirina del dottore

Prendo tutte le cose che mi capitano sotto tiro

Una lettera maiuscola In un bicchiere di latte parzialmente scaduto

Un fiore appassito al poligono di tiro Con inviti per riti macabri non corrisposti

Una pellicola reiterata dello sbarco in Normandia Mangiandomi wurstel freddi e senza senape Tant’è che anche quel satana di Hitler Se la sarebbe presa

Il mio dromedario a dondolo preferito Dove capita spesso che mi riposi senza il mio scheletro Dimenticato nell’armadio di una delle mie invisibili amanti Bzzzzz 34

La mosca al naso


Pur essendosi posata da tutt’altra parte Il mio cappotto da comunione Non avendolo neppure indossato per quell’occasione Mi faceva tanto ciccione e poco stregone E non conta ora la mansione L’importante è che per me non esista religione

Il mio autoritratto seminudo semifreddo Con in bocca il gusto del cioccolato

Due o tre uova in camicia senza blue jeans E avendo macchiato anche l’ultimo paio di mutande Me ne vado in giro nudo per casa

La mia saliva appiccicosa Sulla falsariga di un motivetto indiano Sbagliando pure il solfeggio e il soffritto di cipolla mai amato

Il mio cincillà

Che faceva tanto bene cincillà

Essendo appunto un ottimo CINCILLÀ!

La vita di un ideatore di tunnel affetto da tumori ossei Mentre nuota in un acquario E saluta tutti i suoi pesci rossi 35


Mangiati dai miei piranha

Una bombola del gas sapendo che è piena E potrebbe scoppiare da un momento all’altro

Ma per questo non c’è poi tanto da preoccuparsi, o no?

K

C’è di peggio nella vita! ore fiammeggiante come reciti bene la tua parte

Prendo tutte le cose che mi capitano sotto tiro Ma non te, mia dolcissima

Kore

Te ti lascio stare lì, a crogiolare in equilibrio Su una piastra per spaghetti fritti cinesi Mentre io torno a recitare il mio indispensabile

36


L

Che meraviglia sorbirsi un altro ge ato per strada Ancor più meraviglia se poi è alla vaniglia!

E nel mentre... distruggo pure un castello di sabbia a dei bimbi antipatici! Ah, che bellezza!

Purtroppo era solo un sogno...

Mi svegliai dal mio sogno Pensai al resto Lucidarmi le sopracciglia Accorciarmi i denti Radermi il mio radiatore di lingua Trastullarmi un po’ insomma e…

Farmi brutto!

Perché modestamente sono troppo bello Per non tentar di farmi un pochino brutto

Farmi brutto per la mia Caterina Che insieme a sua cugina Cristina Mi aspettava per la colazione Alle ore ventitré in punto! Nel frattempo fuori la nebbia si era diradata E il sole delle ventitré cominciava pian piano ad uscire 37


Mentre vedevo i tram impegnati a scontrarsi Come calcinculo sulle rotaie Ma io dovevo prendere la metro La metro dei miei sogni

Che mi avrebbe fatto incontrare la mia Caterina Sempre insieme a sua cugina Cristina Sia ben inteso‌

Rimasi incantato e incastrato per alcuni secondi Al pensar di questo truce pensiero

Mentre ero intento a passarmi la mia marmellata di lamponi preferita sui capelli Tentavo di farmi bello O meglio piĂš brutto del solito

Come giĂ precisato prima...

Pensando alla mia Caterina e a sua cugina Cristina

Immaginandomi nel frattempo di‌

Lato alla vaniglia

Sorbirmi cerebralmente La meraviglia di un ge

Peccato!

in riva al mar

Per il momento solo nei miei sogni 38


Muoviamoci ad incastonare cornici di corallo

In gabbie di pesci dondolo Per una chiara notte fatta di inseguimenti

Rubiamo sottili armonie a Casablanca Nascosti dietro impermeabile e sigaro

Nuvole di sabbia africana si posano sui nostri occhi

Lasciamoci coccolare dai cieli colmi di polvere d’angelo Dove i nostri nomi si sono ormai confusi l’uno con l’altro E la biblioteca dei nostri amori si cosparge di indefinito Fino a cancellare la nostra memoria mai esistita

Dimentichiamo con un lieve battito di palpebre E rimaniamo! Con la morte che abbandona il nostro corpo Con la giovane passione smorzata nel cuore

Impalpabili coccodrilli di ametista Ci fissano con il loro sguardo ipnotico

Mentre le nostre madri Ci preparano il pranzo in cucine di avorio

Noi aspettiamo già con trepidazione L’ora della cena 39


Come l’ora del risveglio

E così via, giorno dopo giorno

Muoviamoci a mangiare fino alla sazietà farfalle cromatiche

Muoviamoci a bere in bicchieri di aquile cangianti

Sediamoci composti come colombe asmatiche

Tavole apparecchiate con tovaglie di nuvole pellerossa Ci aspettano! E come d’incanto…

Rossi tappeti di desiderio si srotolano Incrociandosi nei labirinti febbricitanti di Uranio

Ci troviamo così a sfilare come giovani e stupide modelle

Simili a vecchie locomotive ossute e sporgenti Che corrono veloci su leggeri binari Al latte di tapioca sotterraneo Ma siamo solo dei lacrimevoli e singhiozzanti pierrot nani Che si masturbano nella notte chiara e insignificante 40


Non provo mai bisogno

Che sia più importante del mio

Non mi sembra necessario Visitare le mura di Kyoto

Tant’è che mi pare di averle già viste milioni di anni fa Quando ancora non c’erano E nutrivo tanti bei sentimenti nei miei confronti Pur non essendo ancora nato Cioè

Non mi serve sapere dell’esistenza

Giustappunto Infatti E quindi?

Cioè, volevo dire del museo dell’immagine

L’esistenza… appunto I tabù Raffaello

Non approvo

Le tendenze del Da Vinci

La prepotenza e la violenza del Caravaggio I vizi e i capricci del Michelangelo 41


Preferirei invece

Andare a ubriacarmi con loro in un osteria a buon m e r c a t o

Tutto questo per dire che‌

Alla resa dei conti, tutto ciò non importa Anche perchÊ non mi sembra necessario

42


Le cattedrali francesi

Hanno preminente sviluppo verso l’alto

E sono coperte da volte a crociera

Di certo tutto questo non incide Sulle mie scelte per l’estate E sul dubbio se… Tenere l’ombrellone Aperto chiuso

O

Quando prendo il sole al mare

Ma cambia la concezione dello spazio

Che non è più mio

43


Com’è

Post-moderno

Un lenzuolo cattura smog

I volti delle nostre paure… Compleanno di sangue!

L’asiatica colpisce ancora...

Ho paura!

Sono saltate tutte le piastrelle del vano doccia Le indagini portano alla pista anarchica

Clamorosi ritorni! Stregati da Pinocchio!

Ho visto mio figlio nascere... Da una chiusura lampo Ah!… dimenticavo Chiudere il gas... sempre! Chi non ha testa ha gambe 44


E invece…

...dicevano

Hanno ucciso le nostre belle speranze Dai colori del pavone luminescente

I sottili “far l’amore in silenzio”

Cadiamo in nuvole di vertigine

Abbiamo perso la libertà da bersi Come un buon bicchiere di vino

Le croci le case e le chiese Non durano più come le piogge radioattive

Le amanti non amano più Chi non è disposto a tradire per la loro causa Le cose dunque vanno da sé

Come se ballassero da sole una triste mazurca di fine stagione In qualche scalcinata balera romagnola

Tutto finisce così, in una buca del letame Che potrebbe puzzare meno del sudore di certe prostitute E mentre… 45


Certe ballerine fasulle finiscono In miraggi afosi di sale da ballo

Anche le buone e vecchie nostalgie Cadono nel tranello di un passo doble mal eseguito

Aspettiamo così impazienti

Che la dolcezza ci venga a riconquistare

Ma è scappata da un’altra parte Dove viene ricompensata meglio

A questo punto meglio sognare...

Navigando come delle banane stellari Su un lago di orzata fresca Con tanto di motoscafo verginale e cocktail spettinato Inguaiati in ottocenteschi costumi veneziani A strisce orizzontali bianche e blu Ma non ci accontentiamo mai…

Si eleva allora il canto delle fabbriche Fabbriche popolate da ingranaggi siderali Dove scoprirono il nostro amore mal custodito

Oggi ci rimane il cinico desiderio carnale Del proprio corpo, profanato da noi stessi

È come un applauso boomerang 46


Di beffardi santoni dal teatro dell’essere È vero… non ci accontentiamo mai!

Quanti sogni che tardano ad arrivare

Come l’innocenza del permettersi pensieri stupidi

Stupidi soldatini...

Tutti in fila!

Pronti ad essere lucidati con l’olio di ricino?

Deprimenti e carnevalesche maschere Volti truccati da chi non possiede desideri

Quanti sogni che non hanno né testa, né gambe L’incredibile storia delle vita umana

Raccontata da una tribù invisibile

47


Rapido come una prugna in giugno

Mi comporto come un malandrino Con una coppia di stupidi melograni

In paradiso luccicherei come un abbaglio allo zafferano Torturato da equivoci in salsa tartara scaduta

Luccicherei…

Ma sono senza via di scampo Per sfortuna sono anche un essere umano Penso quindi di averla scampata E invece

Mi fanno ballare sui carboni ardenti

Le giovani madri in giardino Mi scherzano

I loro mariti badano a tenere alta la temperatura

Le statue di marmo di c’era una volta e ora non c’è più Sembrano guardarmi attonite e impietrite

È uno spettacolo vergognoso!

Nel risveglio della primavera dei sensi Queste cose non accadono! Sono in balia di liquidazioni totali 48


Con saldi fino alla fine di ogni percentuale di sconto possibile I mariti Uomini al plastron Camminando per strade di melassa Con le loro scarpe di menta affascinante Respirano affannosamente in cerca del freddo tropicale Avvolti nei loro cappotti “Banda di ottoni alla riscossa!” Io intanto continuo ad abbagliarmi la vista E la vita… Con gli spettri della solitudine Rinchiusa in una prigione di scarto

Suonano altisonanti le trombe Delle offese aquile di vaniglia in completi ciniglia Che sudano succo di carote E si affliggono per le loro vittime Vergini all’altare

Immaginarie Irraggiungibili Che aspettano…

Sardine color porpora saltano nell’acqua Allegre felici e bramose di sabbia sintetica

Nuotano in oceani di malinconiche bizzarrie Cercando chissà quale tesoro nascosto in prodotti di dubbio affidamento 49


E io rimango lì in disparte come una pianticella indifesa Impotente contro il diabetico strapotere del dialettico nulla Che mi annulla come la fantasia di un neonato in una culla Sotto una citrulla betulla anch’essa nulla come me Ahahahahah… che ridere!

Ridendo l’impossibile come un ridevole ridicolo Che alza bandiera bianca

Attracco al porto della ridanciana non salvezza

Alla fine però

Luccico sempre come un abbaglio

Nascosto nelle paure dei miei equivoci

50


S

Una ettimana da leone non è dura come spermatozoi di mattone

Le sale da ballo servono a smascherare la frivolezza dell’oliva che si tuffa nel Martini

Mentre i nostri ultimi abbagli di giovinezza lampeggiano come semafori spenti sui nostri nudi corpi Eureka, eureka! 51


Ho vinto zuppa di marmo al tavolo del black jack! Mi cibo di roulette russa legato al termosifone Accetto cosĂŹ ogni rischio di andare in decomposizione Eureka, eureka!

Palazzi di inganni crollano sulla soglia della mia ribellione Vita da scassinatore di casseforti Traboccanti di baccalĂ in amore Amore di missile ripudiato da sconosciuti detonanti impostori Eureka, eureka!

Il vento non è cemento, cosÏ come la tetta viene eletta

Non come i politici artistici, anacronistici, inopportuni

I pensionati del condominio Villa Fiorita sono impazziti! Si avvelenano con la ruggine dei garages Mentre televisori deliranti divorano gli imprenditori gossippari Eureka, eureka!

Che ammaliante tristezza!

52


Una

Settimana da leone è triste quanto un letto di cartone

Non per la ossuta fidanzata top model dell’arrampicatore sociale di turno

Colta in flagrante a rovistare a mano morta sulle liquidità depositate presso le banche svizzere Eureka, eureka!

Amore di barracuda per mettere paura alla fortuna Cocaina febbricitante fuori dalle scuole invadenti

Perché nessuno ci ha mai insegnato a vivere Come le aquile ribelli Eureka, eureka!

Nessuno ci insegna a vivere liberi come le aquile ribelli

E allora ci toccherà ancora sopportare Quei King kong con la faccia da tonto Che se la prendono sempre con quelle sfingi di madre D’altronde… Questi King Kong si masturbano sempre Sul manuale delle giovani marmotte Mamma mia, che botte! Non trovo più l’uscita... 53


Dal labirinto lastricato e cementato dall’amore

È che l’odio si fa così sopraffino a volte

Un diabetico di successo si ringalluzzisce tra le cosce divine Di una minorata minorenne infermiera di fiction La cura del sesso finisce ben oltre

In un tremila siepi, nascosti a fottere di tutto Comprese le tane dei vermi Le

Le

Tette di SATANA!

Tette di SATANA come ci fregano!

Ci deve per forza essere una svolta comica della cosa

Non mi piacciono gli artisti troppo impegnati Spesso solo su se stessi

Il garofano profumato stavolta lo calpesto io!

Chirurgia estetica dell’anima in paté di foca d’oca

Finalmente non mi sento più un’analfabeta di ’sta minchia Che non è il fattore del successo 54

ma è la...


Punta del successo

Ce ne saranno pure molti Che la sanno usare meglio del sottoscritto

Aiutati dalle pastigliette colorate Psichedeliche, schizzate, simpatiche, lunatiche, mannare, Stuprate...

Come le centraliniste delle compagnie telefoniche

A torto o a ragione vorrei investire tutti con un trattore! O meglio... quasi tutti

Una volta ogni tanto vorrei far prevalere la mia prepotenza Su chi se lo merita Solo che non posso

Non ho in dotazione le

Tette di SATANA

Chi mi fa un regalo per Natale?

55


U

Le mie pantofole leggere dal becco di pse do benzedrina Dormono sonni mai assopiti Perse nei vagabondi ironweed cani di ferro

Lingua di torrone angelico sul mio sentiero accucciato Lingua di donna con torsolo di mela apoplettica Lingua di mulo in testa o croce Lingua di acacia stretta in uniforme

Snocciola il corollario dell’ossario dimenticato Orzata sbicchierata da profughe rumene in cerca di fortuna

Siamo tutti affamati, affettati, dissetati Colpiti da frecce di rosario insanguinato

Siamo tutti amanti di quadri naif per trappole di gelatina

Aspettiamo Nefertiti euclidee in labirinti di argilla

Decido che questo mi può bastare

E allora spengo chewing-gum millenari in banalità da caffè Tentando di arrivare all’immediato in cerca di ispirazione

Ma…

56


Mi disturbano gli unz unz maccheronici Mi disturbano le bombole del gas Ma non le bombe di miele di Ivano

Sono consapevole di me stesso

Ma non di quello che scrivo Ed è perciò che mi piaccio

Non come l’ape dalle bombe di miele

Le mie pantofole leggere dal muso di cane Sognano come me!

In cerca di vagabondi ironweed all’alba dei primitivi Ma...

Dormo pigro sul mio divano non catturando mai I

57

miei

perché


Vari annunci nei capelli in biscotti da tè

Devo assolutamente vincere il grande caldo Con piogge di fresca e mattutina rugiada Penso legato ad un palo della luce

Veloce come il giallo dell’estate con cancro a credito Contro il giallo del cancro con l’inverno debitore A maggior ragione io ho il diritto di piangere come un bambino

Proprio come quando un bambino Si mette a giocare con le ortiche

Vari annunci di me medesimo Una proposta a prova di scottature

Dalla clonazione di tutti i gioielli da incubi per detective Con occhio celibe da fisiomagnetoplantare

Ma che ci faccio io legato al palo della luce?

Cercando di scacciare dispettosi piccioni

“’Sti stronzi me fumano addosso Usando la mia testa come portacenere”

Poco importa...

58


Andando avanti nella testa

luce

Con una bicicletta

Intensifico l’abbronzatura Aggiusto la scapigliatura Miglioro la mia presenza Disseto la mia essenza Sempre io alla luce del palo Sempre io al palo della

59


Ti chiamerò

Wolframio se vorrai

Non perché non sarai Perché precedentemente lo eri già stato

Ma perché mai più lo sarai

Wirgole che ci separano

Neppure le tante ,,,,,,,====== e neanche i tanti —-____—-

Trattini che ci annoiano mortalmente

Ti chiamerò

Wolframio se vorrai

Ce lo permetteranno? Me lo permetterai?

Tempesta ormonale nel mio io

Se questo ti farà sentire meglio del giorno prima Starò meglio anche io Schizzano mnemonici sugli ibischi della tua mente Bianchi topi e uova marce * hully gully 60


A tuo modo eri un gran bell’uomo Quando ancora non ti chiamavi Ai torbidi posteri della tua memoria

Wolframio

D’ora in poi ti chiamerò se lo vorrai

Non è tanta l’aria Se tu lo vorrai Io lo vorrò

61


Un mendicante affitta disperazioni senza senso ai

raggi

X

Un ficcanaso si punge con il proposito “scavezzacollo” Di stuzzicarsi le gengive sanguinolente

Così tutti riconoscono a maggior ragione La manfrina suadente di una vergine succiacapre Che dona ai posteri la propria flagellazione in pubblica piazza Assumendo le forme di un flautato budino

A nulla serve l’operosa attività delle forze diplomatiche Che per non avere alibi nascondono tutto senza vergogna

E allora si scoprì Che tutti gli uccelli morti erano in grado di volare

E tutti gli uomini vivi in paese non erano in grado di parlare

Ritornano le fabbriche Questa volta della superflua esistenza Continuavano a macinare ossa E cuori, polmoni, intestini Ripetendo l’azione all’infinito

Le piogge acide come tanti piccoli e minuscoli aghi 62


Dilaniavano le carni urlanti Alle porte della città dimenticata I grandi ex cervelli brulicanti Di mostruosi millepiedi concettuali Finirono con l’appassire sotto il sole a scacchi

La felicità venne divorata come da un pensiero voracissimo Preparare un agguato allo zabaione non è così semplice Come falsificare un donnaiolo omosessuale esperto

Yoga

di

Pretendere che un radar rada Non è poi tanto una pretesa Basta pretenderlo E anch’esso lo pretenderà

Ricordarsi che quello che abbiamo scordato Non era poi tanto importante da essere ricordato È senz’altro una virtù Che tutti non ricordano mai abbastanza

È necessario rimbalzare come un rimbambito Che gioca a rimbalzello Fino al più totale rimbambimento?

E non vuol dire che tutte quelle cose mobili Siano per forza fatte di legno E che quelle nobili siano sempre e comunque buone azioni 63


E non mi sembra spontaneo pensare Che il pelo si trovi solo nell’uovo

Che misteri!

Non ci capisco più niente!

Come si condensa la mia testa afflitta dal vapore Che si ferma nelle belle estati Concentrate in un solo giorno

E come mi si annebbia la nebbia …cioè volevo dire la testa Essendo la mia testa diventata nebbia O viceversa Il che non sarebbe male

Sperare il contrario non costa nulla Anche perché in teoria il nulla non dovrebbe avere prezzo

Un raggio della bicicletta non è uguale ad un raggio di luna Forse perché altrimenti magari il raggio di luna Si sarebbe chiamato raggio di bicicletta O viceversa… E se fosse raggio di sole O meglio... raggio di un raggio? E poi ancora

Un sognatore alle soglie di un sogno Sogna una sogliola 64


Che sogna a sua volta un sognatore alle soglie di un sogno Che aveva sognato la stessa sogliola Che poc’anzi sognò lo stesso sognatore Che decise ancor prima di aver sognato Lo stesso sognatore Che precedentemente desiderò di sognare … il tutto non è abbastanza buffo?

Me ne sto lì a pensare…

E se fosse al contrario Un donnaiolo omosessuale a falsificare Un agguato allo zabaione? ebù sei tu?

Z

Non la scimmia dall’indovinello nel cappello Non la zucchina con l’ombrello da pescatore

Terminus post quem Le termiti hanno invaso il nostro pianeta Rabarbaro! Questa proprio non ci voleva!

Zebù sei tu?

La suocera con le emorroidi del muratore Per il troppo vino e le sigarette Una sua scorreggia fa volare Un foglio di carta poco igienica Un dettaglio da niente rubato dall’archivio di Stato 65


Zebù sei tu?

Un pellicano non abbaia sennò sarebbe un pellicane Lago non punge se non ha l’apostrofo L’indice non si indica solo sulle dita della mano Il bidone non si tira agli amici Perché contiene solo immondizia profumata E quando si alza il gomito Non vuol dire che tutte le volte ci si ubriaca

Zebù sei tu?

Due biscotti a pedale seguono Il medesimo sentiero quadrato elevato alla dolcezza Una parentesi graff(i)a per un dispetto da Gazza Ladra Un lieve sospiro sfiora una vergine a maglia rasata L’impotenza è come un’ultima catacomba per l’uomo ebù sei tu? La macchina da cucire cammina sui propri punti di sutura Il letto dorme sul suo libro preferito Lo specchio si infrange per sette volte e non si sposa I divani si muovono come treni su rotaie Che non hanno più posti in seconda classe In cucina c’è troppa confusione Le forchette si ribellano ai coltelli

Z

66


Usando i cucchiai come catapulte

Z

ebù sei tu? Non l’ariete per aprire le porte del tuo cuore Non la bilancia per soppesare la mia disperazione Ma solo i gemelli dispari ai miei polsini di ghiaccio Una lacrima sgorga dalla mia sigaretta di cancro Fumata con avidità

Z

ebù sei tu? Non la scimmia dall’indovinello nel cappello Non la zucchina con l’ombrello da pescatore Terminus post quem I marziani hanno invaso il nostro pianeta

Zebù sei tu?

Il mio raffreddore in saluto da cartolina non vi vuol più lasciare È il suicidio del buonsenso

67



AMARCORD TAMBRIANO

“... ovvero come i miei cari amici decisero di stare al gioco con il sottoscritto” FABIO KORYU CALABRÒ Cabarettista, cantautore, scrittore, amico e performer unico.

Il surrealismo pop del mio amico Paolo sta esattamente a metà strada fra il cabaret di ricerca e la canzone. Debitore al paroliberismo futurista – ma sempre dotato di guinzaglio, non di museruola – e alla Settimana Enigmistica, ogni frammento di questo puzzle alfabetico diventa, pagina dopo pagina, aforisma, nonsense, verso elegiaco, indovinello. Fino a costruire, nella lettura che consiglio tutta d’un fiato, il “capolavoro sconosciuto” di Frenhofer, personaggio di Balzac, che avverte i giovani: «La missione dell’arte non è copiare la natura, ma esprimerla!». Anche se Poussin, guardando il quadro esclama: «Io qui vedo soltanto dei colori confusamente ammassati, e delimitati da una moltitudine di linee bizzarre che formano una muraglia di pittura». Non era ancora pronto per il cubismo. Se è vero che le parole sono pietre, quelle di Paolo sono pietre rotolanti, che rombano a ritmo scendendo verso la valle dei sensi. E dei significati. Tutto è me stesso perché nulla è se stesso, ma anche 69


viceversa. Uno yo-yo a quattro dimensioni che si specchia nel lago illuminato dalla luna che, sola, sorride. ANDREA GARBIN Scrittore, poeta, fondatore e presidente del Movimento dal Sottosuolo.

Non avrei dovuto, ma quando ho seppellito Antioche non ho potuto fare a meno di tenermi il pesce coriandolo. Lo porterò sulla tomba di Kafka, perché le poesie di Antiioche sono un vero Castello! FABRIZIO ARRIGHI Scrittore, giallista, performer, amico di mille battaglie poetiche e non.

Antioche sprigiona un effluvio di parole tossiche e flashback destrutturanti che maciullano le nostre false convinzioni. Tutto prende forma e smaschera l’insensatezza della nostra esistenza, senza salvare nessuno. E prima di naufragare mi abbarbico sul cocuzzolo del Gran Zebù, travestito da Belzebù, tengo per le corna lo Zebù e inseguo le terga dell’inglesina, ricettacolo di mille gozzoviglie, ultimo traguardo del debosciato fardello.

70


VANESSA ZAVANELLA Scrittrice e bislacca confidente di mille paturnie amorose e non...

Ave. Sono una povera femmina che ha dovuto leggere l’opera dell’Antioche. Durante una umidiccia serata bolognese, mi accingevo a prendere in mano appunto lo squinternato malloppo di costui (mai dimenticherò la famigerata tocsoplasmosi). Lessi alla mia coinquilina anconetana: “Dromedari planetari / Circondano cruciverba di pellicani indiani” e lei mi fissò come se avessi detto Pape Satàn, pape Satàn aleppe. Lì compresi una cosa in più sul Nostro. Una cosa o forse due… CARLO MISSIDENTI Fonico cinematografico, musicista, scrittore, membro del gruppo artistico Dhomus Art, vincitore del David di Donatello nel 2010.

Prendiamo un accordo strano, per esempio un Re7maj5, uno di quelli che come cazzo si fanno, che mi tocca guardare nel prontuario, che bisogna rispolverare i vecchi studi e poi dove diavolo metto le dita? Dopo un attimo di smarrimento e dopo qualche tentativo l’accordo prende forma e diventa un suono che lentamente si fa familiare, non puoi più farne a meno perché ha un’armonia musicale tutta sua, unica, ha personalità e ha quel timbro che cercavi e di cui avevi bisogno. Era sempre stato lì, una eco nella tua testa, solo che non lo riconoscevi. 71


Ecco, per certi versi La ricerca dell’aria dalla A alla Z è un Re7maj5. LYDIA SPHINKS Performer a tutto tondo e amica di passatempi, vizi e capricci.

Il mio encefalo è stato trasportato in questo turbinio di riflessioni, apparentemente annodate da un filamento illogico e caotico , riflesso di questa società tecnologico-sentimentale. Lo stile, indubbiamente stravagante e originale, procura l’inequivocabile presentimento di aver già assaggiato in prima persona quest’insieme emozionale di accordi. Adoro il gioco interpretativo quanto più si accosta all’improbabile; stimola energia, con la stessa violenza con cui lo fa il saggio pazzo, autore in carne ed ossa. Questo libro non si può giudicare, lo si deve divorare con i sette sensi! PAUL POLANSKY Poeta, attivista e scrittore statunitense, vincitore nel 2004 del Human Right Avward.

La tua poesia per me si occupa dei misteri della realtà e di realtà dei misteri. Si combinano entrambi, a volte nella stessa poesia, non solo per divertire, ma per renderci tutti consapevoli di ciò che può essere il profondo nell’assurdo. 72


IGOR COSTANZO Poeta, scrittore (citando Werner Herzog... il mio nemico più caro!). All’amico lettore, dov’è finito l’Antiocheo?

Devo dire che con questa pubblicazione Antioche Tambre Tambre ha perso gran parte della poca stima ch’io nutrivo nei suoi confronti. La “cosa” non è recente, anzi ebbe inizio quel giorno fuori dal chioschetto. Facemmo merenda con panini al salame (nostrano, stagionato, come piace a me), mortadella, coppa, sottaceti, formaggelle di Tremosine, e parecchie bottiglie di Groppello e forse, ma non ricordo a causa dell’iperbolica ubriacatura che ci siamo procurati in quel lasso di tempo relativamente breve, Rosso superiore. Ebbene, ricordo, pioveva a dirotto, e lui, il sedicente Grande Antioche, non mi cedette il suo ombrello. Da allora, e cioè da quando non volle bagnarsi al posto mio, ho iniziato a nutrire nei suoi confronti una furia omicida. Lo immaginavo già semidecomposto, e nel mio sogno ricorrente facevo la parte di Amleto con in mano, appunto, il teschio di Antioche, probabilmente il teatro era il Ponchielli e il regista doveva essere un ex-gerarca nazista, perché mi consegnò la sua divisa con ancora i buchi dei proiettili che gli procurarono una vistosa ferita all’addome. Dicevo della mia disistima nei suoi confronti, anche perché con questa pubblicazione getta al vento la sua unicità di poeta unico, autore di una sola poesia in una sola copia. Questa copia “unica”, contenente la sua unica poesia è stata 73


battuta all’asta a Dubai ed è stata comprata, credo, da Benetton, che la stamperà sulle magliette della prossima collezione primavera-estate. Mi fa solo piacere perché Antioche non ci guadagnerà un euro. Sono ancora io, l’amico-nemico di Antioche, sono passati tre anni e ancora penso a quando era in procinto di pubblicare La ricerca dell’aria dalla A alla Z. Ho chiesto in giro, ho chiesto a Garbin, ma lui non ricorda nessuno con questo nome e tantomeno il suo libro unico, e se non se lo ricorda lui vuol dire che Antioche è stato uno scherzo della mia mente, un amico-nemico immaginario che mi sono creato a causa della mia solitudine. Possibile? Ora sono in analisi, il dott. Savani, un giovane psichiatria, simpatico e molto professionale, mi dice di stare tranquillo, che ne ha già visti di casi simili, che non mi devo preoccupare. Lui usa un metodo innovativo, non prescrive farmaci, ma libri di poesia, dice che aiutano molto di più. Così vado nella libreria Gilgamesh, e Dario, il libraio con indosso una strana maglia di Benetton, mi consegna il libro prescritto dal dott. Savani, oddio no, è ancora La ricerca dell’aria dalla A alla Z!... Luca Artioli Ghostwriter, membro del Movimento dal Sottosuolo.

Sfido chiunque a credere che Paolo Savani abbia scritto questo libro. Io, Paolo Savani, lo conosco 74


bene. È uno sbandato, un perditempo. Uno che al massimo ti parla per scroccarti da bere al bancone del bar, uno che si imbuca alle sagre di paese fingendosi l’amico dell’amico. Datemi retta, Paolo Savani, di poesia, non sa un’emerita fava! Al massimo potrebbe scrivere un copione come quello di “Amici Miei”, ma fatto soltanto di battute che prevedano le supercazzole. Nulla di più. No, davvero, non scherziamo: Paolo Savani non ha scritto questo libro, non ne ha le capacità. Ha pagato di sicuro qualcuno per farlo... Romina Salvadori Cantante, performer e artista multimediale.

LA RICERCA DELL’ARIA DALLA A ALLA Z

Aprite i cancelli e ammirate questo mondo irresistibile, fatto di immagini distorte, figure burlone e pensieri tremolanti che ti circondano per poi sorprenderti dietro le spalle. Tutte trasportate da carrozze rovesciate, sbilenche, in bilico sulla terra piatta, senza cadere mai… Esilarante, sinceramente!

75



INDICE La ricerca dell’aria dalla A alla Z

Amarcord tambriano

77

pag. 5

Âť

67



ENKI – Collana di Saggistica Riccardo Gobbi, Dal circolo vizioso al circolo virtuoso Corinna Tania Gallori, Il Monogramma dei Nomi di Gesù e Maria Rino Cammilleri, Il Kattolico 3 Roberta Lugoli, La Mente Cosmica – Una metafisica del pensiero Riccardo Gobbi, Memoria e conferme su Dio e sulla fede NIDABA – Collana di Filosofia Luca Cremonesi, La filosofia della natura nel De incantationibus di Pietro Pomponazzi Ivan Pozzoni (a cura di), Frammenti di cultura del Novecento - Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da dodici filosofi contemporanei ANUNNAKI – Collana di Narrativa Marco Zucchini, La vuelta al perro Fausto Bertolini, Negli occhi delle donne – Vita senti-


mentale di Cartesio Daniele Vazquez, La comunità dei sogni Fausto Bertolini, Telebordello – Storie da far rizzare l’antenna Silvia Peroni, Cruciverbar Marco Pinzi, My Sehnsucht - Diario segreto di Jonathan Tonson 1848-1850 Maurizio Ferrante Gonzaga, Assalto al castello Mariarosaria Capaccio, Il mare all’improvviso Luigi Schifitto, L’uomo con lo zainetto Leonardo Marzorati, Frustrati – Uomini e donne che non hanno conosciuto l’amore Mauro Acquaroni, Piccioni Carolina Giorgi, La rosa di Ledmore Vale Anna Viale, La camera celeste Ana Kramar, Il ritorno – Storie Migrabonde Angel Luìs Galzerano, Cronache sentimentali di un italiano a metà Floriano Rubiano Fila, Appuntamento tra due anni Adriano Bernasconi, Omocrazia Fausto Silva, Liberami ISHTAR – Collana di Poesia Ermanno Prandini, Fienagione Ana Kramar, Il passaggio fra le mani Rosalba Le Favi, Grandi farfalle Rita Calciolari, Solo per amore Ivana Magri, Echi d’anima Augusto Bolther, Labirinti di luce


Silvia Savoldi, Il silenzio che parla al cuore Rita Calciolari, Questa terra di nessuno Andrea Garbin, Croce del Sud Giulia Deon, Frammenti Sparsi Carlo Sturani, Nuvole con lunghe dita Angela Fornacciari, Tracce nel cuore Giulia Deon, Piccolo Bestiaire Carlo Sturani, In Guerra Antioche Tambre Tambre, La ricerca dell’aria dalla A alla Z AN – Collana per bambini e ragazzi Loredana Rossetti, La principessa del parco Susanne Raweh, La storia della nonna bambina – La Shoah raccontata ai bambini S. Ziliani e S. Spagnoli, Mina, piccola e potente cacciatrice F. C. Ferrara, H. Micari e C. Anicito, Il Regno di Golosonia Alunni “Casa dei Bambini”, La ballata di Fortunata Milena Ziletti, Reston l’unicorno dorato Carlo Salvoni, Cavalletti e cavalli Silvia Spagnoli, Prove di volo Srimalie Bassani, Il maialino salvadanaio


Finito di stampare nell’aprile 2014 per conto della Gilgamesh Edizioni presso lo stabilimento di Via Galileo Galilei, 15/1 Lavis (TN) - Italy


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.