N. 36
Marzo 2016 ISSN 2421-3586
MADE IN ITALY Ultrasottile: l’Italia alza la posta Welfare integrativo: una ricetta da esportare
ANTEPRIMA VITRUM 2017 Lavori avviati per la 20a edizione del Salone Internazionale di Milano
ITALIAN STYLE
Bosco Verticale - “Sempre più in alto”
20 BOTTERO,
Ultrasottile: l’Italia alza la posta
26 ADI,
Welfare integrativo: una ricetta da esportare
ANTEPRIMA
VITRUM 2017
Lavori avviati per la 20a edizione del Salone internazionale di Milano
38 INDUSTRIA ITALIANA I DATI
È sempre l’export che traina i numeri
2 n. 36 MARZO 2016
3 03/ 2016
VETRINA
in
16 NUOVI ASSOCIATI
TC TURRINI CLAUDIO
Sistemi di depurazione delle acque reflue
30 made in italy
Mappi International Ats J, il gigante della tempra
34 SCHEDA TECNICA
8
NEPTUN
I CN verticali per lavorazioni ad alta qualità
46 MERCATO - vetro cavo
Intervista
Laura Biason direttore Gimav e Vitrum
feve
Il modello dell’economia circolare europea
50 ITALIAN STYLE
Bosco verticale Sempre più in alto
54 SCHEDA PAESE
CINA
Guardano a Oriente le traiettorie dell’economia globale
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Editoriale
Pronti per un altro anno, per essere migliori Glass in IT style si rinnova: sito più fruibile, newsletter di maggiore appeal e rivista graficamente più vivace per una migliore leggibilità dei contenuti
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uovo anno, nuova immagine. Sì, Glass in IT style si rinnova e con esso anche il nostro entusiasmo. Un sito più fruibile, una newsletter di maggiore appeal e una rivista che - sia nella ver-
sione online sia nei suoi speciali cartacei che faranno il giro del mondo, in occasione delle principali appuntamenti fieristici internazionali del settore - punta su un più vivace impatto visivo che rafforza i contenuti. Così abbiamo scelto di accompagnare i lavori in corso di Vitrum 2017, un “cantiere aperto per valorizzare l’enorme sapere tecnologico italiano”, come lo ha definito il presidente Dino Zandonella Necca. Anche perché l’impegno personale del nuovo direttore di Gimav e di Vitrum, Laura Biason, è anche il nostro impegno collettivo affinché questo strumento sia per le aziende, l’associazione e la fiera efficace veicolo di informazione e comunicazione da e per il made in Italy nel mondo. Da non perdere i servizi dedicati a vere e proprie eccellenze italiane. In questo numero, gli approfondimenti sull’innovativa politica di welfare aziendale di Adi, la tecnologia per i vetri ultrasottili firmata Bottero, il gigante della tempra di Mappi e i centri numerici verticali di Neptun. Spazio poi alla TC Turrini, dall’anno scorso tra i soci Gimav. E, per finire, un approfondimento sui numeri dell’industria italiana e sulle nuove sfide del settore vetro. Buona lettura a tutti. Chiara Marseglia
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Un mantra di lunga data, quello del nuovo direttore Laura Biason, ma anche un impegno personale per accompagnare Gimav e rafforzare la visibilità mondiale di Vitrum
Protagonisti LAURA BIASON
Al servizio delle aziende testo
Chiara Marseglia foto
Gimav e Vitrum
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uesto, per me, è il lavoro più bello del mondo. Nelle associazioni si ha l’opportunità di essere al completo servizio delle aziende: il mio obiettivo è offrire loro il migliore supporto possibile in tutte le attività e le necessità quotidiane”. Laura Biason, direttore in carica di Gimav e di Vitrum da gennaio di quest’anno, sintetizza così gli asset strategici del suo mandato. Ingegnere informatico, laureata presso il Politecnico di To-
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comunicazione: efficace se integrata
Laura Biason, direttore di Gimav e Vitrum
rino, esperta di organizzazione aziendale e di comunicazione e con una lunga esperienza in ambito confidustriale, sia nazionale sia territoriale, Laura Biason ha affiancato Renata Gaffo come vicedirettore sin da maggio 2014, partecipando attivamente ai lavori di coordinamento delle collettive in occasione delle principali fiere internazionali del settore (da Glasstec 2014 a GlassBuild America 2015) e, naturalmente, all’organizzazione della 19a edizione di Vitrum, ottobre 2015.
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“La comunicazione per me è da sempre una grande passione, non solo sui nuovi media ma anche su quelli tradizionali, dalla carta alla radio alla tv. L’integrazione di essi ritengo sia la vera carta vincente. Nel nostro settore penso sia questo ciò che serve. Per Vitrum, quindi, è determinante raggiungere gli interlocutori mondiali con un messaggio che veicoli i temi chiave della fiera stessa e l’importanza di partecipare. Integrazione, dunque, ma anche riorganizzazione di alcuni strumenti già in nostro possesso per potenziarne l’efficacia e l’efficienza”.
Sostegno e continuità “Nelle mie esperienze professionali ma anche personali, è sempre stato il confronto quotidiano con gli imprenditori a muovermi dentro un sentimento di comprensione e sostegno nei loro confronti. Oggi tutto questo si traduce nel mio impegno. Per me è anche importante che il percorso condotto da Gimav e da Vitrum in tutti questi anni sia valorizzato”.
Assistenza diretta e indiretta “Quello che mi porto dietro da 23 anni è un vero e proprio mantra: assistere le aziende su tutti i temi dell’operatività aziendale, anche su quelli in cui esse stesse non sanno di poterci coinvolgere. Gimav può supportare i soci sia in forma diretta sia - quando questo non sia possibile - in forma indiretta, fungendo quindi da interfaccia con i diversi referenti istituzionali in grado di rispondere alle diverse richieste, da Confindustria a Federvarie, passando per Federmacchine, etc. Anticipare, inoltre, le loro esigenze sarà la sfida che lancio a me stessa perché intercettare le istanze che non hanno ancora espresso potrà essere la chiave per un nuovo modo di interpretare la vita associativa, ancora più partecipata e produttiva. Come conferma, per esempio, il successo dell’iniziativa organizzata nel gennaio 2015 in collaborazione con Confindustria Assafrica & Mediterraneo (“Africa, Mediterraneo e Medio Oriente: mercati in crescita per le imprese italiane?”), di cui Gimav fa parte dallo scorso anno. Organizzare seminari, meeting, incontri con professionisti del settore è un modello a mio avviso riproducibile, perché crea occasioni di confronto e di scambio, tra i soci e con gli interlocutori istituzionali di riferimento, che consentono di identificare e creare nuove opportunità”.
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Prima tappa 2016: Gimav in Cina China Glass è la prossima tappa internazionale nonché la prima del 2016 - per le collettive Gimav. Seppure nell’attuale instabilità economica in cui riversa il Paese, l’appuntamento cresce e si conferma una delle fiere più importanti per il mondo del vetro. Quali gli strumenti adeguati su cui far leva per rafforzare la visibilità degli associati? “La volontà - spiega l’ingegner Biason - è di sfruttare al massimo le relazioni consolidate con i nostri interlocutori:
11 Il tema “fiera”
i rapporti con gli organizzatori - la Chinese Ceramic Society - sono sempre ottimi. L’edizione di Shanghai è quella che storicamente dà maggiori soddisfazioni alle nostre aziende. Abbiamo infatti un buon numero di adesioni per un’area espositiva che supera i 1.000 metri quadri: è evidente, quindi, che per le aziende rappresenti una fiera e un mercato da presidiare sempre con molta attenzione e grande interesse. Gimav ovviamente sarà là, al fianco dei soci”.
“Contribuire a un nuovo slancio della fiera è in primo piano tra i miei obiettivi. La storia di Vitrum e i suoi consolidati riconoscimenti, su scala europea e mondiale, meritano un consolidamento di ulteriore spessore. Abbiamo la fortuna di rappresentare un made in Italy di eccellenza e di unicità, quindi questa attività deve essere ancora più valorizzante per noi in primis”. “Ma per fare questo dovremo impegnarci insieme per superare le incertezze e le difficoltà legate al contesto socioeconomico di questi ultimi anni, che hanno portato le fiere di quasi ogni parte del mondo a risentire di una più o meno marcata riduzione dei numeri di espositori e/o visitatori”. “Con questo spirito cercherò di intercettare l’onda positiva di ripresa che si sta affacciando su scala nazionale e internazionale, anche facendo leva su un’attività di comunicazione globale, mirata a tutti potenziali visitatori, per veicolare quelli che saranno i punti di forza dell’edizione 2017, già in fase di definizione: tecnologia, in testa, ma anche cultura aziendale”.
Coesione e compartecipazione “Lavoreremo molto anche sul coinvolgimento di tutti i protagonisti del mondo del vetro: università italiane ed estere, mondo della ricerca, associazioni di categoria a partire da Ativ, come già fatto lo scorso anno”. “Estenderemo l’esperienza Vitrum anche a inedite realtà, per ingenerare interesse e fruizione attiva. E innescheremo sicuramente nuove connessioni con gli organi professionali affini: nuovi giocatori nel campionato del vetro possono offrire nuova linfa”.
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Dino Zandonella Necca
Anteprima vitrum 2017 - Milano
Lavori avviati per la 20 edizione del Salone internazionale a
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Antonella Lanfrit foto
Vitrum
È
già aperto il cantiere di “Vitrum 2017”, il Salone internazionale delle macchine, attrezzature e impianti del vetro piano e cavo a che a Milano ogni due anni fa arrivare visitatori da tutto il mondo (quasi 19 mila nel
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13 L’azienda italia
Il presidente ha chiara anche la politica inclusiva da attuarsi all’interno del settore in Italia. “Nel 2015 abbiamo cercato di coinvolgere diversi soggetti importanti del settore vetro, ma i risultati sono stati non tutti positivi”, rivela. Lui, però, non cede. “Non esiste che si molli la presa: Vitrum deve diventare la casa di tutti gli italiani che lavorano nel mondo del vetro ed è questa una grande opportunità non solo per Gimav”. La convinzione è che “per fare venire da noi il resto del mondo, dobbiamo presentarci come ‘azienda Italia’ e i nostri interlocutori devono vedere che qui è attiva tutta la filiera: dall’impianto all’utensile, all’assistenza, alle prove di laboratorio”.
2015). Ed è pronto a un’operatività lungo due linee strategiche. A illustrarle è il presidente di Vitrum ingegner Dino Zandonella Necca che, dopo le conferme avute dal suo primo anno al vertice del Salone, guarda in prospettiva. “Dobbiamo rafforzare la conoscenza e l’immagine di Vitrum all’estero, questo evento straordinario deve diventare notissimo anche al più lontano utilizzatore finale delle macchine e degli utensili italiani per la lavorazione del vetro”, spiega.
Per Zandonella Necca la scommessa è troppo grande per non metterci tutto l’impegno possibile: “Vitrum è un bene comune, non possiamo permetterci di indebolire l’imponente capacità tecnologica italiana nel settore. Nell’opera di coinvolgimento saremo tenaci. Auspichiamo una lungimiranza più condivisa” n. 36 MARZO 2016
In questa operazione sarà preziosa l’alleanza con il ministero dello Sviluppo Economico - attraverso l’Agenzia Ice - che ha dato segnali di impegno nel sostenere le fiere che rappresentano il meglio del made in Italy. “Vitrum è senz’altro una di queste”, scandisce il presidente di Vitrum. “Tra il 30 e il 40 per cento della tecnologia planetaria per la trasformazione del vetro è italiana. È un know-how straordinario cui dobbiamo saper dare tutta l’importanza che merita e fare in modo che sia ben recepita all’estero”. Zandonella Necca pensa a conferenze, incontri istituzionali e personali in luoghi chiave del pianeta. Il fine è puntuale: “Far crescere la consapevolezza che a Vitrum non si può non esserci. Lì c’è il trend tecnologico mondiale nel settore”.
preziose alleanze
Gli interventi promozionali e gli inviti mirati, pur importanti, “debbono essere integrati e rafforzati da una comunicazione capillare che coinvolga sul territorio, ovunque nel mondo, le istituzioni e gli attori che possono a loro volta essere informatori dell’utenza finale”, specifica Zandonella Necca.
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Nuovi associati TC TURRINI CLAUDIO
Sistemi di depurazione delle acque reflue testo
Chiara Marseglia foto
TC Turrini Claudio Srl
La sede dell’azienda
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ore business è la produzione di impianti di decantazione delle acque reflue provenienti dalla lavorazione del vetro. Una mission che TC Turrini Claudio Srl porta avanti dal 1994, quando è esordita nel settore della lavorazione pietre, marmi e graniti, in cui detiene una posizione primaria nel mercato. Rapidamente, però, l’azienda con quartier generale a Villafranca di Verona, si è specializzata anche nel settore vetro, grazie alla collaborazione con diverse realtà produttrici di centri di lavoro a controllo numerico. Partecipa da sempre alle principali fiere del settore, tra cui Vitrum a Milano, in testa, cui prende parte ininterrottamente dal 1999, e Glasstec a Düsseldorf, nelle edizioni 2008 e 2014. Società snella, a conduzione prettamente familiare, ma soli-
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L’ingresso in associazione Una famiglia di specialisti al servizio del mondo del vetro. Ma non solo
Perché nel 2015 avete deciso di associarvi a Gimav?
“Circa il 90% della nostra produzione è concentrata nel settore di lavorazione pietra e marmi, ma dal 2014 abbiamo deciso di segnare un punto di svolta nel mondo vetro. Entrare in Gimav era il passo più naturale da compiere. Essere associati Gimav per noi è un orgoglio e simbolo di serietà. Con il nostro lavoro non rappresentiamo più solo noi stessi, ma anche l’associazione: un insieme di aziende e persone che ci hanno accolto”.
Cosa vi attendete da questo nuovo percorso?
“Prevediamo un aumento della visibilità nel panorama nazionale e internazionale, anche in concomitanza con la nostra prima partecipazione a Glasstec 2016 nel padiglione Gimav: ben altra cosa rispetto a rimanere fuori da quella che viene considerata da più parti come una fiera nella fiera”.
Pensate che la formula associativa sia una risorsa strategica per il made in Italy del vetro?
“Assolutamente sì, come conferma anche la nostra esperienza con Confindustria Marmomacchine. Le associazioni come Gimav sono una risorsa fondamentale: permettono di tenere connesso e compatto il settore, di andare nel mondo e mostrare con orgoglio il made in Italy. Credo fermamente che dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani. E le associazioni di settore ci aiutano a ribadire questo concetto al di fuori dei confini nazionali”.
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da e perfettamente in grado di confrontarsi ogni giorno con i mercati internazionali (Europa e Americhe in primo piano), la TC Turrini oggi si avvale del contributo anche della seconda generazione. I figli Alberto, responsabile produzione e qualità, e Riccardo, responsabile commerciale, affiancano infatti il padre Claudio, titolare e fondatore dell’azienda, e la madre Marzia, responsabile amministrativa. Quattro dipendenti e uno staff di fidati tecnici esterni completano la forza di questa piccola grande realtà del Veronese che, nel 2015, ha deciso di entrare a far parte di Gimav. Spiega Riccardo Turrini: “La forza della nostra azienda è la capacità di fornire a ogni cliente un impianto adatto alle singole esigenze. Per proporre un sistema di riciclo delle acque reflue basato sulle richieste della clientela, partiamo con l’analisi dei singoli campioni di acque reflue effettuate all’interno del nostro laboratorio chimico. Grazie a questa nostra estrema flessibilità, siamo stati in grado di produrre perfino un impianto di depurazione delle acque reflue provenienti dalla lavorazione del vetro tagliafuoco e, nonostante si tratti di acque molto complicate da depurare, abbiamo raggiunto risultati più che soddisfacenti”.
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Un unico impianto per ogni macchina
Ciò che veramente fa la differenza rispetto ad altri sistemi è che TC Turrini non si pone sul mercato come azienda produttrice di impianti di depurazione adatti a un singolo macchinario, ma come fornitori di un unico impianto in grado di riciclare l’acqua di tutte le macchine in lavorazione (escluse le lavatrici). In questo modo si ha un’unica soluzione per tutte le acque reflue presenti, limitando installazione, manutenzione e costi a un singolo macchinario, completamente automatizzato, che non richiede la presenza dell’operatore.
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Tutte le risposte in una soluzione
Dalla A alla Z
Grazie all’utilizzo di software di ultima generazione in fase di progettazione e a macchinari di taglio laser della lamiera, piegatura, punzonatura e saldatura in produzione, TC Turrini è in grado di produrre un impianto di depurazione completo, a partire dalla lamiera piana. Lo staff segue con attenzione l’intera filiera produttiva all’interno dei due stabilimenti di proprietà. Gli impianti di depurazione sono costruiti in acciaio inossidabile Aisi 304 prima scelta certificata, acquistati dal primo produttore europeo. Le componenti sono made in Italy e scelte di prima qualità.
Soluzioni parallele Altro aspetto fondamentale, che deriva dalla stretta collaborazione con i produttori di Cnc e di altre aziende del settore, è la capacità di fornire soluzioni “parallele” all’impianto di depurazione, come i filtri a quarzite per la salvaguardia del mandrino
centrale del controllo numerico, troppo esposto a variazioni qualitative dell’acqua di rubinetto, che varia a seconda delle zone in cui le aziende operano. “Siamo inoltre sempre disponibili conclude Riccardo Turrini - a discutere con i clienti
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ogni necessità, a vagliare le nostre possibilità e la fattibilità dei progetti, in modo da porci sul mercato come fornitori di un servizio che ormai non può più essere considerato secondario: il risparmio delle risorse idriche del pianeta”.
Made in Italy Bottero
Ultrasottile: l’Italia alza la posta testo
Chiara Marseglia foto
Bottero Spa
Davide Cigna, direttore commerciale Bottero
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e pensiamo soltanto ai radicali e continui mutamenti che, nell’ultimo ventennio, i cellulari hanno subito, possiamo appena renderci conto della rapidità con cui si evolvono anche le nostre esigenze. Non prendiamo neppure in considerazione gli anni Ottanta e Novanta (il cellulare è ormai entrato negli “anta”), ma partiamo direttamente dal 9 gennaio 2007 quando Steve Jobs, al Macworld Conference & Expo, presentò il primo iPhone, inaugurando l’era degli smartphone. Da allora non è passato un decennio, ma le multinazionali del settore non hanno mai smesso di cavalcare l’onda dell’innovazione immettendo costantemente sul mercato piccole o grandi rivoluzioni che hanno spinto l’indotto a una crescita esponenziale. Oggi il mercato chiede smartphone, tablet, tv sempre più grandi e più leggeri. Ed ecco che, oggi, il vetro che li riveste è “ultrasottile”, il che significa che ha uno spessore inferiore al millimetro. Circa sette anni fa, per rispondere alle richieste del mercato, le multinazionali del settore hanno cominciato a sperimen-
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21 I numeri
La linea di produzione di vetro piano ultrasottile produce ogni giorno: 7,5 milioni di vetri per smartphone 1,5 milioni di vetri per tablet “Moltiplicando questi numeri per circa 220 giorni lavorativi - calcola Davide Cigna - significa che entro un anno ben 1,4 miliardi di device mobili avranno lo
schermo di vetro fatto con tecnologia made in Italy”. Un’altra considerazione, a partire da un altro dato. L’80% dei vetri ultrasottili con spessore tra 0,33 mm e 0,25 mm con tecnologia float è fatto su una linea Bottero. Questo significa che “nei prossimi anni, il 70% dei device avranno vetro firmato Bottero”, conclude il direttore commerciale.
tare - con successo - la produzione di vetro con spessore tra 0,7 e 0,5 millimetri con la tecnologia float, sinonimo per antonomasia di industrializzazione, costi ridotti e alta produttività. Ma la richiesta di spessori sempre più ridotti prosegue, tant’è che siamo arrivati a 0,2 millimetri. E i limiti della tecnologia float tradizionale hanno cominciato a farsi sentire, soprattutto nella “parte calda” della produzione del vetro. La competizione tecnologica ha alzato nuovamente la posta. L’ha vinta un’azienda tutta italiana: Bottero.
Creatività tecnologica A fine 2014 Bottero ha consegnato in Cina la prima linea di produzione di vetro piano ultrasottile. Ma la seconda linea è
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ANTEPRIMA ASSOLUTA È dei primi giorni di gennaio 2016 la sigla dell’accordo per il perfezionamento di una terza linea
stata consegnata a metà 2015. E - assoluta anteprima - è dei primi giorni di gennaio 2016 la sigla dell’accordo per il perfezionamento di una terza linea. Valore della commessa per Bottero? Tra i 5 e i 6 milioni di euro a linea. Investimento tecnologico da parte dell’azienda: una decina di robot per ogni linea, “con un rischio imprenditoriale - spiega Davide Cigna, direttore commerciale Bottero - difficilmente quantificabile ma sicuramente importante, perché per noi non è stata una decisione facile da prendere. Per questa tecnologia e per la qualità finale garantita, avevamo di fronte soltanto la concorrenza tedesca: Bottero è stata scelta grazie all’anima di creatività italiana che ha saputo esprimere mettendo in campo i suoi ingegneri del team tecnico Bottero Engineering Impianti Speciali, che hanno seguito e supervisionato il progetto sin dall’inizio e in ogni sua fase, studiando e creando insieme con il cliente ogni singola soluzione”. Perché in Cina? “Perché - risponde Cigna - è nel Paese del dragone (e, in misura minore, nel Sudest asiatico) che ormai i principali marchi del settore come Apple e Samsung hanno concentrato la produzione del prodotto finale (smartphone, tablet, pc e tv). La nostra tecnologia è stata spedita dagli stabilimenti di Cuneo - dove è stata interamente prodotta, fatto salvo per alcuni conveyor e traspor-
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tatori a integrazione del nucleo della linea che, per scelta del cliente, sono stati forniti localmente - a Shanghai. Ma anche in questo caso - sottolinea - il nostro know-how è stato determinante, anche perché abbiamo certificato noi il
collaudo finale”.
La sfida Bottero Quella firmata Bottero è una linea di produzione vetro
float ma specificamente progettata e realizzata per la produzione di vetro piano ultrasottile che totalmente in automatico, dall’uscita dalla galleria di ricottura (dove il nastro di vetro raggiunge una temperatura di 60-70 gradi) e attraverso le fasi di ispezione dei difetti, incisione, troncaggio, e scarico automatico, giunge al cavalletto finale. È una linea, dunque, in cui la successione delle operazioni principali è identica a quella della linea vetro float normale, ma con una serie di accorgimenti specifici e customizzati per la produzione dell’ultrasottile, che è molto flessibile, molto tensionato e quindi molto fragile. La sfida si concentra, quindi, nella gestione e nel trasporto di questo vetro su una superficie con tolleranze di planarità molto più contenute rispetto a un float normale. E nell’incisione, perché la pressione di taglio va controllata in modo
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più accurato. Il segreto? “Possiamo dire - svela Cigna - che il sistema di controllo della pressione di taglio tramite elettromagnete ci permette di agire con un livello di accuratezza maggiore rispetto ad altre tecnologie. Fermo restando che, una volta inciso, il vetro diventa ancora più difficile da manipolare. Da qui, gli altri accorgimenti che abbiamo attuato per incidere, appunto, e separare il vetro solo poco prima dello scarico”.
Lo scarico Il vetro viene già tagliato a misura, in linea con l’evoluzione della tecnologia a valle che vuole device sempre più grandi e più leggeri, ossia 2 metri x 2. Essendo così grandi (le lastre di dimensioni standard sono di circa 1,5 m x 1,5), queste lastre devono essere scaricate senza l’intervento dell’uomo. Per questo Bottero utilizza le tecnologie con robot, studiate dal dipartimento di softwaristi e ingegneri dedicati all’integrazione dei robot negli impianti: questo vetro non solo va manipolato con assoluta cura, ma inoltre non deve essere toccato su una delle due facce, quella su cui devono essere disposti tutti gli strati successivi delle lavorazioni.
Tempi di realizzazione Una tradizionale linea di taglio float esce dalla Bottero in 6-7 mesi dall’ordine. Questo progetto però ha richiesto una fase preparatoria di co-design con il cliente e una analisi dei requisiti molto dettagliata. Così, dalla definizione dell’ordine, l’azienda ha impiegato 10 mesi per la consegna. Ma va aggiunto che, per esempio, per il terzo ordine (quello siglato a gennaio 2016) è stata richiesta l’installazione per l’ingresso in produzione il prossimo mese di ottobre: quindi, soltanto 8 mesi.
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IN SINTESI
• Linea float customizzata per l’ultrasottile • Minime tolleranze ammissibili nel trasporto • Precisione di incisione e separazione • Ispezioni accurate con sistemi di visione per rilevamento difetti • Scarico automatico, perché l’intervento dell’uomo renderebbe complesso il mantenimento degli standard qualitativi del vetro
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Welfare integrativo: una ricetta da esportare testo
Antonella Lanfrit foto
Adi e Fotolia
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uò essere un’esperienza esportabile? “Esportabilissima. Anzi, si dovrebbe proprio fare. Tuttavia, è innanzitutto una questione di mentalità e di come si concepisce la propria azienda: se come ‘cosa propria’ o come un bene comune”. L’ingegner Dino Zandonella Necca, amministratore delegato di Adi, l’azienda di utensili diamantati per l’industria del vetro di Thiene che sta continuando a crescere, non ha dubbi nel considerare il secondo anno consecutivo
La sede dell’azienda
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Adi destina una parte degli utili ai figli dei dipendenti, sotto forma di sostegno dall’asilo all’università: “quando l’azienda è un bene comune”
Oltre 100mila
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I BONUS
A beneficiare dei bonus sono stati circa un centinaio tra bambini, ragazzi e giovani, figli dei circa 150 dipendenti di Adi. Nello specifico, si è cominciato con 150 euro di contributo mensile per l’asilo nido, 50 euro al mese per alunni di elementari, medie e superiori, un contributo annuo per le tasse universitarie di mille euro e borse di studio annuali per meriti scolastici di 200 euro per le elementari, 400 euro per le medie e 600 euro per le superiori. C’è inoltre un premio di 1.000 euro per gli studenti che si laureano con una media minima di 100/110 nei tempi previsti.
di welfare integrativo a favore dei figli dei propri dipendenti come un’iniziativa che potrebbe avere degli emulatori. “Spero che il mercato tenga e che possiamo continuare in ciò che abbiamo intrapreso, poiché riscontriamo conseguenze positive in azienda e nella comunità”. In sintesi, Adi ha deciso di destinare una parte degli utili derivanti da un’attività in espansione ai figli dei propri dipendenti, sotto forma di sostegno dall’asilo nido fino all’università. E sono allo studio “ulteriori iniziative”, anticipa. “La situazione in Italia è difficile e ci siamo resi conto che sta soffrendo in particolare il personale con figli. Ci siamo chiesti - racconta - come dare una mano a queste persone in una forma slegata dalle performance individuali del dipendente che, se del caso, sono comunque riconosciute”. La via che è parsa “etica e in grado di non scontentare nessuno è stata quella di dare un apporto e anche
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29 L’obiettivo e i benefici
uno stimolo alle nuove generazioni. Una scelta che è stata ben accetta, tanto che nessuno dei dipendenti senza figli ha protestato”. Dall’idea iniziale di occuparsi solo della retta dell’asilo nido, in Adi si è giunti a coprire l’intero percorso di studi e a reiterare l’intervento inizialmente previsto per un anno. Tuttavia i bisogni delle famiglie sono tanti e perciò all’Adi “è ora allo studio l’attivazione di una polizza per l’assistenza sanitaria integrativa”. Un modo di dividere una parte degli utili derivanti da un’azienda “intesa come costituita da tutti coloro che vi fanno parte, non solo dai muri, dalle macchine e dagli azionisti. Credo che - conclude l’amministratore delegato di Adi - questi siano tempi in cui sia necessario fare qualcosa per la nostra comunità, senza per questo sollevare lo Stato dai suoi compiti”.
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“Per l’azienda si tratta di un impegno di oltre 100 mila euro”, stima Dino Zandonella Necca, mettendo in evidenza che “questa tipologia d’intervento può rafforzare anche l’impronta educativa dei genitori. Se un ragazzo è sollecitato a fare bene non solo dalla propria famiglia, ma anche dalla comunità in cui vive, che poi riconosce l’impegno, pensiamo che possa trovare maggiori motivazioni per l’impegno”. Senza contare che il beneficio è doppio: “C’è quello per il singolo e c’è un ritorno per la comunità, che avrà giovani desiderosi di fare e di ottenere buoni risultati”.
Made in Italy MAPPI INTERNATIONAL
ATS J Il gigante della tempra testo
Antonella Lanfrit foto
Mappi International Srl
A
ts J è il suo nome tecnico, ma sin dal suo debutto a Vitrum è stato immediatamente ribattezzato “Gigante della tempra”. In entrambi i casi comunque il nome è sinonimo di una novità dirimente nel mondo della tempra, dove Mappi sembra aver deciso che non devono esistere più limiti alle dimensioni delle lastre da trattare.
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“Il progetto di Ats J nasce più di un anno fa. Volevamo un prodotto che migliorasse, per capacità e prestazioni, quanto avevamo fatto in passato con la serie Ats”
La sede dell’azienda
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L’azienda di Cisterna di Latina che porta da anni la qualità delle soluzioni tecnologiche italiane nel mondo ha sbaragliato, ideando e costruendo un forno con il quale si possono lavorare lastre
fino a dimensioni di 2700 x 6000, con presta-
PLUS zioni energetiche assoluAts J è un forno da tamente competitive e tali tempra straordinario, con da garantire risparmio. il quale si possono lavorare Dato l’obiettivo, gli ingelastre fino a 2700 x 6000, gneri e tutto il comparto e risponde con grande efficacia al primo imperativo di Mappi ricerca di Mappi “si sono International: il controllo dei consumi. superati - sottolinea NanÈ un prodotto interamente italiano, cy Mammaro, presidente frutto di un anno di studi e ricerche. del Gruppo Mappi - progettando una macchina unica nel suo genere. Una rivoluzione per il nostro settore e che risponde alle esigenze del comparto edile, alla ricerca di lastre di vetro temprate sempre più grandi”. Le caratteristiche tecniche fanno di Ats J un gioiello del settore, ma anche le soluzioni che lo rendono energeticamente parco sono un successo tutto italiano. “È grazie all’isolamento della camera di riscaldamento e a un avanzatissimo sistema di gestione del forno che viene assicurato il controllo della temperatura in ogni fase della lavorazione”, specifica Mammaro, che racconta di aver raccolto la sfida per andare oltre a ciò che esisteva nella tempra “ascoltando gli input dei nostri clienti
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33 prestazioni
Ats J tempra lastre 2700 x 6000. Fa parte della serie di forni orizzontali Ats, risultato dell’esperienza e della tecnologia sviluppata in più di 300 installazioni. Sono caratterizzati da: • controllo individuale delle zone di riscaldamento; • gestione automatica zona di riscaldamento; • controllo indipendente dei motori della zona d’ingresso, di riscaldamento, di tempra, di raffreddamento, di uscite; gestione del flusso d’aria nelle sezioni tempera e raffreddamento; • ventilatore alimentato da motori in corrente continua con controllo elettronico della velocità; • software gestito da PLC Siemens.
agli eventi fieristici più importanti: volevano un macchinario dalle doti straordinarie”. Ats J è destinato a fare da apripista nell’opera di innovazione di Mappi, poiché esso rappresenta solo il primo passo di una re-ingegnerizzazione dell’intera gamma dei forni per tempra. Un miglioramento continuo di prodotto (anche per gli altri macchinari destinati alla laminazione e alla lavorazione del vetro) che si associa a un trend espansivo dell’azienda. La quale da qualche mese ha aperto la nuova warehouse a Naples, in Florida, consolidando così il suo servizio di assistenza capace di raggiungere in 24 ore i clienti in ogni parte del mondo.
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Scheda tecnica
NEPTUN
I CN verticali per lavorazioni ad alta qualità testo
Camilla Zanetti foto
Neptun Srl
L
a percentuale di rottura di vetri durante il processo di tempera è un elemento fondamentale per giudicare la qualità generale di un forno, poiché i costi imputabili a questa spiacevole evenienza sono ben chiari a tutti. Spesso però la causa della rottura non è dovuta a un errato controllo della temperatura di riscaldamento o raffreddamento, quanto piuttosto a un’imperfetta lavorazione del vetro che lascia schegge o punti di tensione. Le lavorazioni in cui il rischio di scheggiatura e, con esso, il costo per correggere un profilo malfatto sono più alti sono le forature/svasature, le cerniere e le tacche all’interno del vetro stesso. Consapevole di queste criticità grazie agli anni di esperienza nel settore, Neptun Srl - l’azienda della famiglia Bavelloni - ha sviluppato una soluzione specifica per la lavorazione di porte vetro, cabine doccia, scaffali, rivestimenti per zone cottura (backsplash) e prodotti simili.
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La linea Quick Con Quickmill e Quickdrill in campo tutta l’esperienza Neptun, amplificata dalla modularità
Matteo Rolla, managing director di Neptun
“La linea completa verticale CN Quickline consente un risparmio di spazio per la vetreria e una notevole facilità di carico e scarico rispetto ai CN orizzontali dedicati alle stesse lavorazioni. Quickline incontra le esigenze economiche dei clienti perché i due moduli, Quickdrill e Quickmill, possono essere acquistati separatamente e integrati in linea anche successivamente. La sua flessibilità permette di lavorare in continuo e contemporaneamente la stessa tipologia di prodotto oppure contemporaneamente due diversi lotti. La gestione dell’avanzamento del foretto di Quickdrill minimizza le rotture del vetro, mentre Quickmill presenta la vera peculiarità che ha decretato il successo della macchina: la fresa mobile, che solo la soluzione Neptun possiede. Il vetro è essenzialmente fermo, così il risultato migliora e diminuiscono le possibilità di scheggiare la lastra. Il software, totalmente customizzabile, ha diversi livelli di integrazione con il gestionale aziendale. Neptun sta andando nella direzione di innovare i controlli numerici verticali, sempre più richiesti a livello mondiale. L’obiettivo è aumentare l’automazione delle linee ed espanderne le funzioni”.
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Dettagli tecnici Altezza massima lavorabile Dimensioni minime lavorabili Spessori lavorabili Diametri fori Precisione Velocità di spostamento assi X / Y / Z
QUICKDRILL 1600 mm 400 x 240 mm 3-30 mm 4-75 mm +/-0,15 mm
QUICKMILL 1600 mm 800 x 450 mm 5-12 mm +/-0,3 mm 15 m/min
Quickmill e Quickdrill La linea Quick è formata da due centri numerici verticali. QUICKMILL è un vero e proprio micro-centro di lavoro per eseguire con rapidità e precisione cerniere e tacche. QUICKDRILL, il trapano, esegue forature e svasature anche profonde su tutta l’area di lavoro, senza alcuna zona d’ombra. La caratteristica principale di Quickdrill è l’accurata gestione della pressione di lavoro del foretto grazie a un esclusivo
PLUS
• Modularità - investimento ridotto e produttività La modularità del concetto Quick consente innanzitutto di suddividere l’investimento in due step. La possibilità di utilizzare i due moduli in contemporanea per lavorazioni diverse porta a un incremento della produttività e ad una maggiore flessibilità • Alta qualità La gestione dell’avanzamento del foretto (Quickdrill) e la lavorazione a vetro fermo (Quickmill) riducono notevolmente le scheggiature e garantiscono una qualità superiore, anche lavorando alla velocità raggiunta dai CN orizzontali
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37 sistema idropneumatico dell’asse Z. La velocità di avanzamento è quindi autoregolata in funzione della taglienza dell’utensile, riducendo pertanto il rischio di rottura o scheggiatura vetro. La macchina offre inoltre un’altissima precisione di posizionamento, garantita nel tempo da un encoder lineare e un perfetto contenimento dell’acqua. Quickmill deve il suo enorme successo commerciale al processo di fresatura e molatura a vetro saldamente tenuto fermo da 2 ventose che si posizionano nella zona circostante la lavorazione. Questa caratteristica, unica fra le fresatrici-molatrici verticali, permette una velocità di lavorazione molto più alta e senza scheggiature, rispetto ai controlli numerici verticali che muovono il vetro durante la lavorazione, con conseguenti forti vibrazioni.
Il top in contemporanea Quickmill e Quickdrill sono semplici da programmare e richiedono un investimento veramente contenuto. In caso di configurazione in linea delle due macchine, questi benefici vengono ulteriormente amplificati dalla flessibilità del concetto modulare. Le due macchine possono infatti
LAVORARE IN CONTEMPORANEA DUE LOTTI DI PRODOTTI DIFFERENTI, con un immediato ritorno in termini di produttività.
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PERFORMANCE
• Moduli dedicati Ogni modulo Quick è stato concepito per eseguire una sola lavorazione specifica, senza compromessi costruttivi. Ne consegue una manutenzione semplificata e un minor rischio di giochi meccanici • Automazione Quick può essere configurata con diversi livelli di integrazione software, pur mantenendo una semplicità di programmazione, per adattarsi facilmente a qualsiasi realtà aziendale • Lavorazione in verticale I moduli verticali occupano meno spazio e permettono una più facile movimentazione dei vetri
Industria italiana
I DATI
è sempre l’export che traina i numeri testo
Camilla Zanetti e Chiara Marseglia foto
Fotolia
1,18 Mld euro fatturato complessivo del vetro italiano*
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agli ultimi dati forniti da Gimav - Associazione italiana fornitori di macchine, accessori e prodotti speciali per la lavorazione del vetro si evidenziava una ripresa su tutti i fronti delle attività, con una crescita del fatturato complessivo (+2,84% rispetto all’anno precedente) che ha sfiorato 1,18 miliardi di euro. Oggi le fasi altalenanti che hanno contraddistinto i periodi precedenti sembrano in netta attenuazione e, sebbene si stia vivendo in un contesto internazionale caratterizzato da molte incertezze e variabili - la discesa libera del prezzo del petrolio, i nuovi scenari commerciali iraniani, il rallentamento della Cina, le fibrillazioni borsistiche, le forti instabilità politiche e sociali di area mediorientale - il clima percepito resta favorevole. Se di vera e propria ripresa è sicuramente prematuro parlare, si deve però riconoscere che quella italiana del vetro è un’industria che non teme confronti su scala mondiale. Nelle ultime rilevazioni Gimav, l’export - da sempre il fiore all’occhiello del settore - segnava un incremento generale, rispetto all’anno precedente, pari a +3,34%. Il Vecchio Continente (Paesi Ue ed ex* Totale vetro piano + vetro cavo n. 36 MARZO 2016
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segnali positivi per l’intero comparto esPortaZioni intero settore
(Fonte: rapporto Gimav 2015)
1,07
oceania
33,06
19,86
eUropa Ue
aSia
10,43
cenTro-SUD aMerica
11,59
norD aMerica
17,54
eUropa eXTra Ue
6,45
aFrica
tra Ue) è sempre l’area di sbocco elettiva per la produzione italiana (con oltre il 50% del totale delle esportazioni), ma significative sono le aperture in Asia, Paesi Nafta, Centro e Sud America, Africa. A ulteriore conferma di questi dati giunge il primo report 2016 del Centro Studi di Confindustria che registra - per l’export italiano in generale - numeri positivi in zona sia Ue (+3,9% nei primi undici mesi del 2015 rispetto al medesimo periodo del 2014 - fonte: elaborazioni Csc su dati Cpb e Istat) sia extra Ue (3,8%), attestando il nostro Paese all’8° posto nella classifica dell’export mondiale come quote di mercato (fonte: elaborazioni Osservatorio Economico Ministero Sviluppo Economico su dati Fmi-Dots, dicembre 2015). Ma non dobbiamo dimenticare che segnali di ottimismo arrivano anche dal fronte interno. Il 28° Rapporto Italia dell’Eurispes sulle prospettive economiche del nostro Paese segna infatti un rialzo del grado della fiducia delle famiglie italiane nei confronti della stabilità economica del Paese (dal 14,6% di inizio 2015 al 30,3% del 2016): un respiro di sollievo che sta favorendo la graduale ripresa dei consumi.
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AGENZIA ICE
Primi oltreoceano L’Italia esporta tecnologia per la produzione di vetro cavo, piano, vetroresina e prodotti specifici
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er le aziende italiane del vetro si prospettano buone possibilità sul mercato statunitense che, come evidenziato dal rapporto stilato dall’Agenzia Ice in occasione di GlassBuild America 2015, è in ripresa. Nel 2014, gli Stati Uniti hanno importato macchine per la lavorazione del vetro per un totale di 82 milioni di dollari e l’Italia - con 27 milioni di dollari e una quota del 33% sulle importazioni complessive di settore - si è collocata al primo posto tra i fornitori esteri, superando la Germania. Secondo gli ultimi dati elaborati da Ice su fonte US Department of Commerce, durante i primi sette mesi del 2015, il totale delle importazioni di macchine lavorazione
vetro ha fatto riscontrare un aumento del 238% (in valore) rispetto allo stesso periodo dell’anno prece-
Ferdinando Pastore,
dirigente dell’Ufficio Tecnologia industriale, Energia e Ambiente
Alessandro Lamura,
Ufficio Tecnologia industriale, Energia e Ambiente
Il padiglione Italia a Glassbuild America 2015
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41 I mercati “Gli ultimi dati giunti da oltreoceano confermano gli Usa tra i mercati principali per le esportazioni delle aziende italiane produttrici di macchine, accessori e prodotti speciali per la lavorazione del vetro. Per il settore, anche lo scorso anno gli Stati Uniti, insieme ai Paesi europei, Cina, Turchia e Brasile si erano affermati quali mercati principali per l’export italiano. Un discorso a parte va invece fatto sulla Federazione Russa, dove il prodotto italiano gode di un’alta considerazione da parte del mercato russo, ma dove l’attuale complessa situazione geopolitica ha chiaramente determinato effetti negativi sul nostro export”.
In partnership è meglio “Ice da sempre promuove e sostiene le imprese italiane sui mercati esteri con differenti iniziative. Per il settore del vetro, anche grazie alla collaborazione con l’associazione Gimav, oltre alle partecipazioni collettive italiane alle fiere estere, abbiamo organizzato un importante incoming, in occasione di Vitrum 2015, che ha portato in Italia delegazioni di buyer internazionali provenienti da Stati Uniti, Messico, Arabia Saudita, Kazakistan, Iran e Indonesia. I risultati hanno confermato le attese: gli incontri con i rappresentanti esteri hanno ampliato il numero di operatori del settore raggiunti dalle attività di comunicazione. Incrementare la visibilità del made in Italy e rafforzare il primato in termini di qualità e innovazione delle aziende italiane sono obiettivi comuni e fondamentali della partnership avviata da Ice e Gimav”.
dente. Le importazioni dall’Italia hanno registrato un aumento del 40%. Oltreoceano la domanda di vetro giunge principalmente dalle industrie della costruzione, dell’automotive, dell’imbottigliamento e dei contenitori.
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GIMAV - VETRO PIANO
Valorizziamo il made in Italy Questa la formula vincente “S eppur con qualche riserva, possiamo dire che sta continuando il trend positivo di crescita che il comparto del vetro piano ha vissuto nel 2013 e ancor più nel 2014. Nonostante dunque la situazione critica persista, i mercati stanno rispondendo: non oso dire che la crisi sia passata, ma si registrano segnali migliori rispetto al passato”. È quindi con parole positive, ma caute, che Cinzia Schiatti, presidente dell’associazione Gimav, anticipa un primo bilancio sull’anno appena concluso. “Anche la mia esperienza come sales manager di Officina Meccanica Schiatti Angelo lo conferma: nel 2015 l’azienda ha registrato una crescita delle vendite di circa il 10% rispetto all’anno precedente”. “L’export - sottolinea - rimane il punto di forza del comparto del vetro piano. I Paesi europei che stanno reagendo meglio e mostrano maggior fermento, con un interesse crescente verso le macchine per la lavorazione del vetro piano, sono sicuramente l’Inghilterra, la Spagna, la Francia e il Portogallo. Il resto dell’Europa mi pare ancora
Cinzia Schiatti,
sales manager di Officina Meccanica Schiatti Angelo e presidente di Gimav
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piuttosto fermo, così come lo è purtroppo anche il mercato nazionale”. “Sicuramente - specifica - ciò che può aiutare le aziende italiane nelle esportazioni è la qualità della produzione. In questo senso l’Agenzia Ice sta svolgendo un importante lavoro in tutto il mondo per promuovere il valore del made in Italy, per diffondere sempre più il concetto di produzione italiana come sinonimo di qualità”. “Credo che - conclude Cinzia Schiatti - buone campagne di lancio rappresentino il primo passo per spingere i prodotti italiani nel mondo. Una volta conosciuti, i clienti sperimentano in prima persona il valore aggiunto delle nostre macchine, quindi il ‘passaparola’ diviene il secondo strumento di promozione”.
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GIMAV - VETRO cavo
La leva è l’innovazione tecnologica Il bilancio e le nuove opportunità
U
n primo bilancio sull’andamento dello scorso anno arriva anche da Ocmi Otg: “Per la nostra azienda si rende necessario, come sempre, effettuare una distinzione tra mercato dei contenitori in vetro per uso domestico (tableware) e vetro farmaceutico”. “Per il primo settore dobbiamo rilevare un certo rallentamento del mercato nel 2015, anche se nel comparto dei
calici saldati le prospettive rimangono incoraggianti e prevediamo un miglioramento nel corso del 2016. In questo senso puntiamo molto sulla prossima fiera Glasstec, durante la quale potremo fare il punto dei progetti in corso e riavviare trattative rimaste in stand-by”. “Molto diversa - afferma - è stata la tendenza registrata nel settore del vetro farmaceutico nel corso del 2015. In questo caso abbiamo confermato la crescita dell’anno precedente, soprattutto grazie al mercato asiatico. Tuttavia i vari indicatori, che segnalano un rallentamento delle economie di tali aree, ci spingono a intensificare la nostra azione commerciale su altri mercati potenzialmente molto interessanti”. “Ovviamente non LI perderemo di vista: si tratta pur sempre di mercati in crescita che registrano semplicemente un rallentamento fisiologico. Ocmi è presente in tutto il mondo con le linee di conversione del tubo di vetro borosilicato quindi, come sempre, non trascureremo alcuna opportunità e faremo leva soprattutto sulle innovazioni tec-
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Michele Gusti nologiche per intensificare le nostre azioni commerciali”. “La necessità di esplorare nuove opportunità di mercato comporta anche una più attenta considerazione dell’agenda fieristica. Nel 2016 parteciperemo a Baku Glass per testare da vicino l’andamento di mercati come la Turchia, l’Iran, la Russia e le repubbliche ex sovietiche. Nel caso della Russia, Mir Stekla ha sempre rappresentato un appuntamento fisso per noi, ma l’anno scorso abbiamo optato anche per la Pharmtech di Mosca, focalizzata sul packaging farmaceutico. La partecipazione ci ha consentito di verificare lo stato di progetti molto ambiziosi, che puntano a coprire gran parte del fabbisogno interno di contenitori in vetro borosilicato, da parte di operatori locali”. “Ovviamente - conclude Michele Gusti - Ocmi non mancherà alla Glasstec di Düsseldorf: qui il nostro focus spazierà dal vetro tableware al vetro farmaceutico passando per il vetro tecnico. La condivisione dello stand con il nostro partner MT Forni Industriali ci consentirà di presentare le nostre soluzioni turn-key per la produzione di isolatori per linee ad alta tensione e vetro-mattone, linee per le quali vantiamo referenze di prim’ordine in Italia, Algeria, Iran e Cina”.
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presidente di Ocmi Otg e del gruppo Vetro Cavo di Gimav
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125,000 LOCAL JOBS <300 KM LOCAL PRODUCTION AND DELIVERY
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€ 610 MILLION/Y INVESTMENT RECYCLING SAVES 12 MT/Y OF RAW MATERIALS
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Glass factories in Europe (2012)
Mercato
VETRO CAVO
Feve e il modello dell’economia circolare europea TESTO
Chiara Marseglia FOTO
Fotolia
L’
Ue è il maggior produttore mondiale di vetro con una quota di mercato pari a circa un terzo della produzione mondiale totale. L’industria è nota per la qualità dei suoi prodotti, la sua capacità di innovazione
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Il riciclo consente all’industria del packaging in vetro di ridurre drasticamente l’impatto ambientale, favorisce il risparmio energetico e delle materie prime, e aiuta il mantenimento di 125.000 posti di lavoro stabili e locali in Ue. Le fabbriche di vetro trasportano più della metà dei loro prodotti entro un raggio d’azione di circa 300 km e più del 70% delle materie prime viaggia per meno di 300 km.
Al centro delle nuove sfide dell’industria del settore, i nuovi obiettivi del riciclo
tecnologica, e la sua forza lavoro qualificata. A dicembre 2015, la Commissione europea ha pubblicato il documento in cui sono evidenti i punti di forza del settore e su questi intende far leva per rafforzarne la competitività. Naturalmente, l’industria europea dei contenitori di vetro ha accolto con soddisfazione questo messaggio. Si apre così, finalmente, la strada a una vera e propria economia circolare nell’Ue. Il vetro occupa un posto speciale nell’economia circolare europea. È un materiale riciclabile al 100% e all’infini-
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125 Mila
posti di lavoro in ue
il vetro restituisce sempre il favore
“La nostra industria è impegnata in un vero e proprio modello di business circolare. Ricicliamo all’infinito bottiglie di vetro per produrne di nuove da 40 anni, e così facendo riduciamo l’impatto ambientale, creiamo posti di lavoro, riduciamo i costi e facciamo crescere le nostre imprese. È incoraggiante sapere che il circuito chiuso stia ora diventando un modello per l’intera economia europea. Gli obiettivi del riciclo proposti per gli imballaggi in vetro sono difficili soprattutto per quei Paesi in cui c’è ancora molto da fare: saranno necessari maggiori investimenti per sviluppare le infrastrutture per il riciclo del vetro”.
to, senza alcuna degradazione delle sue proprietà, purché sia raccolto e trattato separatamente. Ciò premesso, i nuovi obiettivi del riciclo degli imballaggi di vetro sono sicuramente ambiziosi, ma l’industria sembra ormai pronta ad affrontare la sfida, se può contare sul giusto supporto e a parità di condizioni rispetto a tutti gli materiali.
Ambizioni legittime I sistemi di produzione a circuito chiuso dovranno essere al centro del futuro dell’economia circolare europea. E si renderà essenziale un forte partenariato tra l’industria manifatturiera e altri importanti partner della catena del valore: gli investimenti pubblici e privati dovranno essere canalizzati per ridurre gli sprechi, migliorare i sistemi di raccolta differenziata e promuovere la ricerca sull’uso delle tecnologie, ma anche lavorare sulla scienza del comportamento per meglio coinvolgere il consumatore finale.
Vitaliano Torno, presidente Feve
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49 Secondo le ultime statistiche diffuse a fine 2015 dalla Feve (European Container Glass Federation), nell’Europa a 28 Paesi si è raggiunta per la prima volta quota 73% di raccolta di imballaggi in vetro post-consumo e destinati al riciclo. Sono più di 25 milioni di contenitori di vetro che continuano ad essere riciclati in un circuito chiuso “da bottiglia a bottiglia”, dando vita a quel virtuoso modello di economia circolare per il quale Feve in testa e, con essa, tutti i co-protagonisti del settore, tra cui associazioni di categoria e imprese, si stanno battendo da anni. Svezia, Belgio, Lussemburgo, Austria e Germania continuano a essere i migliori interpreti del “buon riciclo”, registrando tassi assolutamente di valore. L’Italia, i Paesi Bassi e Malta sono molto migliorati rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, sta risalendo la classifica anche l’Europa orientale grazie a un comparto industriale che sta cominciando ad affrontare le sfide del riciclo. I tassi di crescita registrati in Estonia, Slovenia, Repubblica slovacca e Croazia sono promettenti. Tutto, dunque, fa ben sperare: questo sforzo collettivo potrà portare l’Europa a essere il continente con il più alto tasso di riciclo di vetro nel mondo.
Da bottiglia a bottiglia
In Europa si parla di circa il 30% di vetro ancora non raccolto. Ed ecco che l’ambizione (legittima) dei vertici Feve cresce e punta ad aumentare la quantità della raccolta di vetro di buona qualità in modo da rendere il sistema produttivo ancora più ecocompatibile.
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Italian style
BOSCO VERTICALE
Sempre più in alto testo
Chiara Marseglia foto
Stefano Boeri Architects, Eleonora Lucchese e Mishkabear (www.ctbuh.org)
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romosso dall’Illinois Institute of Technology di Chicago, il Council on Tall Buildings and Urban Habitat (Ctbuh) ha premiato il Bosco Verticale come il “Migliore Grattacielo del Mondo” per il 2015, preferendolo all’One World Trade Center di New York, il simbolo della rinascita americana e della libertà. Il premio è stato consegnato a Chicago, con una cerimonia presso la famosa Crown Hall, progettata da Mies Van der Rohe. Il Bosco Verticale ha vinto questo prestigioso premio confrontandosi, appunto, con l’One World Trade Center di New York, realizzato dal noto studio Som (vincitore del Ctbuh award per le Americhe) ed ex favorito; il CapitaGreen di Singapore, dello studio Toyo Ito & Associates Architects (vincitore del Ctbuh award per Asia e Australasia) e la Burj Mohammed Bin Rashid Tower di Abu Dhabi, dello studio Norman Foster + Partners (vincitrice del Ctbuh award per Medio Oriente e Africa). “Dopo aver vinto l’International High-rise Award a Francoforte nel 2014 - ha commentato l’architetto Boeri - il premio mondiale del Ctbuh di Chicago è la conferma che il Bosco Verticale è diventato un’icona internazionale dell’architet-
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Riconoscimenti in tutto il mondo Ha dichiarato stefano boeri
“La sfida che abbiamo accettato è di progettare il prototipo di una vera e propria ‘città-bosco’, che riflette e moltiplica il prototipo del Bosco Verticale. Una piccola città verticale fatta di residenze pubbliche ed edifici privati, uffici, laboratori, musei, scuole, ecc., completamente avvolta da milioni di foglie, piante, alberi e prati”.
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A Losanna la sua TorrE dei Cedri
Anche Losanna avrà il suo “Bosco Verticale”. Sempre lo studio Stefano Boeri Architetti si è infatti aggiudicato anche il progetto di costruzione di una torre verde nel comune di Chavannes-PrèsRenens. La “Torre dei Cedri”, alta 117 metri, si affaccerà sul lago Lemano e ospiterà 24.000 piante. Sarà il primo grattacielo, realizzato al mondo, di soli alberi sempreverdi (ben l’80%) con una importante ricaduta ecologica sul territorio, perché le foglie fissano le polveri sottili, assorbono CO2 e producono ossigeno. Al progetto hanno collaborato Buro Happold Engineering per le strutture, l’agronoma Laura Gatti per la componente vegetale e sarà realizzata dal costruttore svizzero Bernard Nicod.
tura contemporanea. Sono felice per Milano, una città che oggi trova nel Bosco Verticale un simbolo della sua capacità di reinventarsi e della cultura e architettura italiana, che confermano questo grande momento di innovazione. Questo, per il Bosco Verticale, è un premio al coraggio e allo sforzo collettivo di un gruppo di creativi, tecnici, esperti, imprenditori, lavoratori edili, che hanno costruito a Milano un’architettura d’avanguardia unica al mondo. Vincere a Chicago, la città che ha visto elevarsi i primi grattacieli, e ricevere il premio all’interno della famosa Crown Hall, realizzata nel 1956 da Mies van der Rohe, rende questo premio ancora più significativo per l’architettura europea e italiana”.
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2014-2015: la sfida della sostenibilità conquista la Cina
A novembre 2014 avevamo parlato, nel canale news “spot on glass” e su Glass in IT style n. 29, della vittoria dell’IHP (International High-rise Award) conquistata dal Bosco Verticale a Francoforte come il grattacielo più innovativo al mondo. A giugno 2015 avevamo ripreso anche la notizia del titolo di “Best Tall Building Award” 2015 per l’Europa. Alla notizia giunta da Chicago del premio “Best Tall Building Worldwide for 2015”, però, si affianca oggi la notizia che lo studio Stefano Boeri Architects ha ricevuto l’incarico di progettare una città verde ad alta sostenibilità dalla capitale della provincia dello Hebei, Shijiazhuang, a circa 300 chilometri da Pechino. L’annuncio è dello stesso architetto Boeri, che lo scorso dicembre ha partecipato all’International Conference on Climate Cop21, la conferenza ambientale di Parigi. In occasione del meeting intitolato “Da Parigi a Milano: la sfida della sostenibilità ambientale e dell’agricoltura”, Boeri ha ripreso l’esperienza del Bosco Verticale di Milano in quanto simbolo di salvaguardia e conservazione della biodiversità: un esperimento che ha registrato risultati positivi in termini di riduzione delle emissioni di CO2 nel centro cittadino. Da qui, la presentazione del progetto che la Municipalità cinese ha affidato al team Boeri per intervenire e dare un nuovo volto green a quella che, con oltre 100 mila abitanti, è una delle città più inquinate del Paese.
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Scheda Paese CINA
Guardano a Oriente le traiettorie dell’economia globale testo
Antonella Lanfrit foto
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i dollari investiti dagli stranieri in cina nel 2015
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iamo solo all’inizio ma questo 2016 ci ha già abituati a cambiamenti repentini di scenari (crolli e rimbalzi borsistici) che hanno per protagonista proprio la Cina: un Paese che - sia cresca sia rallenti nella sua economia - segna ormai in maniera sempre più incisiva la vita economica del resto del mondo. D’obbligo, allora, affidarsi all’autorevolezza della Banca mondiale per una previsione, seppur cauta e passibile di aggiornamenti, di quale sarà l’anno per il mercato cinese e per quanti con questa realtà hanno a che fare. Ebbene, nel report di inizio anno, le stime sono per un mercato in crescita, in percentuali che non si registrano da nessun’altra parte del mondo - eccetto che in India - anche se in ritirata rispetto agli anni precedenti: la freccia del Pil cinese, infatti, dovrebbe salire fino al 6,7%, uno 0,2% in meno rispetto al consuntivo 2015. Un rallentamento che ha ripercussioni sull’economia mondiale, data in aumento del 2,9% e non più del 3,3% come la Banca Mondiale aveva prefigurato nel giugno scorso. E ciò proprio a causa delle performan-
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6,7% il pil previsto dalla banca mondiale
La Cina rallenta ma continua a crescere. Investimenti degli attori pubblici soprattutto in infrastrutture e logistica
ce meno brillanti delle economie cosiddette emergenti. Non solo Cina, ma anche Brasile e Russia. Tuttavia la Cina è un Paese in fermento, un Paese di cantieri aperti, anche grazie alle maggiori risorse che giungono dalle strutture pubbliche, in particolare per le infrastrutture. Trasporti e logistica sono infatti considerati fondamentali per supportare un nuovo modello di crescita economica guidata dal consumo interno e dal processo di urbanizzazione. Il consuntivo 2015 ha dimostrato, inoltre, che la Cina continua a essere area interessante per gli investimenti stranieri, che lo scorso anno sono arrivati al record di 126 miliardi di dollari. Gli investimenti non finanziari sono saliti nei primi 11 mesi del 7,9% sull’anno precedente, con una crescita dei capitali stranieri nei settori dei servizi e della manifattura avanzata. In questo scenario si aprirà a Shanghai ad aprile (11-14) la 27ª edizione di China Glass, dove il mondo delle imprese italiane delle macchine e utensili per la lavorazione del vetro sarà presente con la collettiva di associati Gimav.
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ART NICO CHINELLO
NEL FUTURO DEL VETRO, TUTTO È POSSIBILE. VITRUM 2017 3/6 OTTOBRE 2017
TUTTE LE NOVITÀ DAL MONDO DELL’INDUSTRIA DEL VETRO
N. 36
Marzo 2016 ISSN 2421-3586
57 MADE IN ITALY Ultrasottile: l’Italia alza la posta
Bimestrale Anno 3 Number 36 Martedì 15 Marzo 2016
Contributi in questo numero
Welfare integrativo: una ricetta da esportare
ANTEPRIMA VITRUM 2017 Lavori avviati per la 20a edizione del Salone Internazionale di Milano
ITALIAN STYLE
Bosco Verticale - “Sempre più in alto”
Direttore Responsabile Mattia Losi
Adelio Lattuada
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ADI
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Agenzia ICE
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Bottero
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Elettromeccanica Bovone www.bovone.com
Feve
Direttore Editoriale Chiara Marseglia Collaboratori Antonella Lanfrit Camilla Zanetti Progetto grafico e Art direction Nico Chinello Traduzioni Nicoletta Canesi Immagini Copertina Fotolia; Depositphotos, Fotolia Proprietario Vitrum Srl - Via Petitti 16, 20149 Milano Editore
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Mappi International www.mappi.it
Neptun
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Ocmi
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O. M. Schiatti Angelo
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TC Special Equipments www.triulzi.com
TC Turrini Claudio
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ART NICO CHINELLO
D0 You Know? N. 36
March 2016 ISSN 2421-3586
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