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Finalmente la rinascita
GIOC O & ARTE
Dopo una lunghissima attesa, il 2022 inizia, a Campione d’Italia, con la riapertura del Casinò. Ecco il viaggio di Gioco News nell’exclave che ora può guardare al futuro con speranza ma anche consapevolezza che ci sono ancora sfide da affrontare.
di Anna Maria Rengo
PROM O SPAC E
GIOCARECO N GI O G UST O
Quel 27 luglio del 2018 resterà una data “storica”, nella sua drammaticità, per l’intera comunità di Campione d’Italia. Quel giorno, nel giro di poche ore, veniva prima sentenziato il fallimento della società di gestione del Casinò, e poi lo stesso veniva chiuso. Da allora, oltre tre anni di battaglie giudiziarie, fino al definitivo annullamento della sentenza del tribunale di Como, ma anche la difficile ricerca della strada per poterlo riaprire, obiettivo che l’amministrazione comunale guidata da Roberto Canesi ha perseguito con tenacia A e determinazione, partendo dalla certezza che il risanamento società di gestione tornata in bonis fosse quella più breve e più sicura. E, dopo mille incertezze, difficoltà, polemiche, ma anche grazie al duro lavoro di chi a questo obiettivo ha creduto, finalmente, è il caso senza retorica di dirlo, il Casinò è tornato alla luce e ha riaperto i battenti. Per ora con una dotazione “ridotta”: 400 slot e 20 tavoli circa in funzione, ma i numeri sono destinati rapidamente a crescere. In questa e nelle pagine che seguono, Gioco News dà la parola ad alcuni tra i protagonisti del percorso di Campione verso la rinascita, lasciando spazio anche a quei politici che, sui banchi parlamentari, si sono occupati pure delle altre e numerose problematiche (su tutte l’ingresso nel territorio doganale dell’Unione europea) che la cittadina lombarda incastonata in Ticino ha dovuto affrontare in questi tanto lunghi quanto difficili anni. “Da sempre abbiamo sostenuto che la strada per la riapertura non poteva che passare da questo percorso, attraverso cioè il recupero della precedente società attraverso il concordato in continuità. Ogni altra soluzione infatti avrebbe necessitato di radicali e non facili interventi legislativi, con un ulteriore inevitabile allungamento dei tempi, del tutto non compatibili sia per l’ordinario ripristino dell’attività d’azienda, sia per l’urgente necessità di occupazione e lavoro sul territorio e sia infine per il miglior soddisfacimento dei creditori”. Roberto Canesi, sindaco di Campione, commenta così le scelte della sua amministrazione ed esprime “soddisfazione quindi per essere riusciti, nell’arco di un anno, a com-
PROM O SPAC E LA PUNTAT LE DRITTEDE L M AESTRO LE DRITTEDEL M AESTRO ENGLISH P AGES
GIOCARECO N GI O G UST O PROM O SPAC E PROM O SPAC E
pletare il progetto diì riapertura. Dobbiamo ringraziare tutte le persone che si sono impegnate in questa complessa vicenda, nonché lo stesso Tribunale di Como che ha dimostrato sensibilità e fiducia nei confronti di Campione, delle sue potenzialità e dei suoi lavoratori. Ora sta a noi campionesi e addetti dimostrare di essere degni di quella fiducia e capaci di gestire e sviluppare al meglio questa importante azienda del nostro territorio, senza minimamente ricadere negli errori del passato. Quindi soddisfazione ma anche massima attenzione allo sviluppo futuro”. Il primo cittadino non nasconde infatti che difficoltà ci sono state e continueranno a esserci: “Penso che, oltre alla complessità tecnico giuridica del caso Casinò di Campio-
ROBERTO CANESI
GIOCAREC O N GI O G UST O
PAROLA DICOLLOVAT I
Canesi: «Non si ripetano gli errori del passato»
GIOCAREC O N GI O G UST O PAROLA DICOLLOVAT I
ne e alle innumerevoli complicazioni via via affrontate, è importante che la gente comprenda che il riavvio della Casa da gioco con le sue sinergie non sarà la panacea dei problemi anche occupazionali di Campione, ma semplicemente un primo passo verso la normalizzazione economica finanziaria del territorio, sempre purtroppo con un occhio rivolto alla situazione sanitaria generale”. In questo momento di rinascita per Campione, cosa si sente di dire agli ex dipendenti del Comune e cosa a quelli del Casinò che non sono stati riassunti? “Che a questo mondo non si può avere tutto e subito, ma è necessario che ognuno, nell’ambito delle proprie capacità ed esperienze professionali, si rimbocchi le maniche e operi per una crescita e uno sviluppo condiviso. Non smetterò mai di ripetere che, a mio modesto avviso, Campione non sarà, nè dovrà essere solo punto di riferimento del gioco, ma anche turismo, eventi, sviluppo commerciale, arte e cultura. Per chi lo vorrà, ci sarà sicuramente spazio”.
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Ambrosini: «Tre anni difficili, ma non è mancato il sostegno»
Se il Casinò ha potuto infine riaprire i battenti, una bella parte di merito va sicuramente a Marco Ambrosini che, prima nelle vesti di amministratore unico e poi in quelle di amministratore delegato, ha traghettato la Casa da gioco verso un difficile percorso concordatario che nel luglio 2018 ha conosciuto la sua pagina più tremenda, ossia una sentenza di fallimento che sembrava la pietra tombale, come minimo sulla “vecchia” società di gestione. E invece, la stessa è stata ripristinata e, contro le previsioni dei pessimismi e dei detrattori, il Casinò ha infine riaperto. Con quale stato d’animo saluta questo evento? “Dire ‘in maniera positiva’ è quasi una banalità. È vero che ci sono state molte difficoltà, ma ci sono state anche molte persone che mi hanno fortemente sostenuto. Innanzitutto il tribunale fallimentare di Como, che ha concesso tutto il concedibile, e il giudice Marco Mancini che ha permesso questo concordato, ne ha compreso il senso e ne ha permesso l’attuazione, poi il Comune che mi ha sempre sostenuto anche in dispregio dei miei detrattatori, e poi i campionesi che mi hanno rivolto attestati di stima”. Ovviamente, si è solo all’inizio dell’opera di riapertura: “Siamo partiti con slot e tavoli, seguiranno altre slot e poker, e ancora partiranno i vari ristoranti e gli spazi commerciali, il tutto, nel frattempo, condito con eventi di vario tipo. Però non so ancora dire quando ci saranno i primi tornei di poker”. Un cronoprogramma del quale fa parte anche l’appuntamento in tribunale con i creditori, che il prossimo 30 marzo dovranno approvare il piano concordatario: “Sono molto fiducioso del fatto che l’assemblea dei creditori sancirà in modo positivo i risultati raggiunti”.
MARCO AMBROSINI
Politica divisa, ma in prima linea su Campione
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Come “politica” vuole, i parlamentari che si sono occupati direttamente dei mille e un problema di Campione non concordano sul giudizio dell’operato delle due Camere e del Governo sull’exclave. Ma sono tutti accomunati dall’auspicio che il peggio sia passato, e che un futuro più luminoso e consapevole attenda la cittadina lacustre. “Dal momento in cui abbiamo iniziato a occuparci della vicenda complessiva di Campione l’abbiamo fatto per portare alla normalità la comunità dei cittadini, dal punto di vista della gestione della viota quotidiana, della possibilità di muoversi liberamente e di non avere eccessivi disagi al momento dell’ingresso nel territorio doganale dell’Unione europea”, sottolinea il senatore del Pd Alessandro Alfieri. “Abbiamo dovuto fare quello che si chiama la riduzione del danno, ma abbiamo anche voluto dare una prospettiva di vitalità dal punto di vista economico. Quindi, abbiamo lavorato sulla riapertura del Casinò ma anche per creare un regime fiscale idoneo a creare un contesto ideale per attirare ulteriori attività economiche. Mi auguro che il Casinò posssa ripartire e che le persone del territorio possano trovare spazio in esso e in altre attività che dovessero riaprire”. Anche Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, saluta con favore “una notizia significativa”, la riapertura della Casa da gioco, “per i campionesi che da anni attendevano risposte. Sono passati tre anni dalla chiusura del Casinò dopo una sentenza di fallimento poi annullata per >
ALESSANDRO ALFIERI
GIOVANNI CURRÒ
ALESSIO BUTTI vizio di forma. Chiusura che aveva gettato l’intera cittadina in un vortice di problemi e di difficoltà economiche, occupazionali, ma anche sociali. Anni lunghi e difficili che dovranno fare da monito per la gestione futura”. Il deputato comasco sottolinea: “Gestione che necessita di una collaborazione cauta tra Casinò e Comune, un vero e proprio cambiamento radicale di governance e gestione rispetto al passato, che punti a una maggiore flessibilità organizzativa. Il mio auspicio è che si possa mettere da parte questi anni passati, guardando al futuro con una prospettiva di crescita per Campione d’Italia”. Anche il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti segue da tempo “la lunga crisi della comunità campionese, iniziata con la dichiarazione di fallimento della società di gestione del Casinò il 27 luglio 2018”, e osserva: “Potrei dire che nessuno dei governi nazionali, succedutisi dall’inizio della legislatura, abbia mosso un dito per evitare il fallimento o accorciare al massimo i tempi della crisi, ma detto questo è con enorme soddisfazione che saluto l’imminente apertura”. Il deputato continua: “Nessuno ha regalato nulla a Campione e ai campionesi. Dopo mesi di intenso lavoro condotto dagli organi amministrativi, sostenuti in modo significativo da una piccola parte coraggiosa della politica e dalla resipiscente magistratura, si sta pervenendo a un risultato che pareva inizialmente irraggiungibile. Il tribunale fallimentare di Como ha infatti concesso un concordato in continuità revocando il fallimento e ponendo nuovamente in bonis la società. Dipendenti e creditori avranno all’interno di questo piano il necessario e possibile soddisfacimento, che diversamente non avrebbero mai potuto raggiungere. Il piano è articolato su un quinquennio alla fine del quale la società avrà auspicabilmente esaurito il proprio impegno sul debito oltre a ridare nel frattempo nuova vita all’economia campionese. Certo, rispetto al lontano passato le dinamiche gestionali della casa da gioco sono finalmente cambiate, grazie soprattutto a chi oggi guida il Casinò”. Butti ricorda come il processo di riassunzione del personale da settimane avviato si è concluso con la presa in carico di 174 dipendenti diretti. “Va considerata la positiva ricaduta su tutto l’indotto diretto, legato alla casa da gioco, ma anche all’indotto indiretto, relativo a tutte le attività che ruotano intorno alle presenze del Casinò stesso. La ripartenza del Casinò apre a opportunità di crescita per tutta la realtà campionese che vive le conseguenze negative della propria collocazione geografica”. Infatti, “il nuovo paradigma sulla quale intende muoversi la Casa da gioco si articolerà su più aspetti e non solo quello del gioco stesso, così come avviene nei grandi casinò americani. Saranno cioè presenti in un prossimo futuro attività commerciali, di entertainment e di ristorazione del tutto indipendenti. Una comunità riparte”.
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CHRISTIAN TOINI
Voglia di normalità e di sostenibilità
Controparte fisiologica dell’azienda è, da sempre, il sindacato. In una piccola realtà come quella di Campione, può anche accadere che una stessa persona rivesta sia un ruolo sindacale che uno politico. È il caso di Christian Toini, segretario dello Snalc e consigliere comunale di minoranza a Campione d’Italia. È in questa duplice veste che esprime i suoi auspici per il Casinò: “Ovviamente auspico un futuro che riporti un territorio e le persone a un clima di normalità. Come tutti, mi auguro che l’apertura della Casa da gioco garantisca una ripartenza soprattutto con opportunità di lavoro e una ripresa del tessuto sociale ed economico di Campione”. Toini ha seguito in prima persona, da sindacalista, la trattativa sul contratto di lavoro dei dipendenti del Casinò, che è stata lunga e complessa. È soddisfatto del risultato raggiunto? “Per la situazione e il contesto in cui si è operato i tempi sono stati comunque rispettati, la complessità della situazione ha condizionato tutte le parti in causa ma siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo. Il lato positivo è quello di aver fornito uno strumento normativo importante al contesto, chiaramente circoscritto e in considerazione del piano concordatario in essere”. Invece, come consigliere comunale, è stato chiamato a esaminare e votare la nuova convenzione e il nuovo statuto del Casinò: “Entrambi gli argomenti sono stati trattati durante l’ultimo consiglio comunale. Per quanto riguarda lo statuto, sottolineo il fatto che la Società avrà un assetto definito Benefit con caratteristiche peculiari che saranno verosimilmente utilizzate a vantaggio del contesto e del territorio. Nell’oggetto sociale della convenzione vi è la possibilità di terziarizzare alcune attività come segretariato, cambio valute e casse: in questa maniera si ampliano notevolmente le possibilità di esternalizzazioni. Ritengo che questi settori basilari nonché nevralgici all’attività della Casa da gioco debbano rimanere in capo alla società di gestione. Per quanto concerne il ruolo di controllo da parte dell’amministrazione, sia per la regolarità del gioco e sia per il controllo di gestione, auspico che verranno adottati gli accorgimenti più idonei per tutelare questi delicati contesti”.
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Sindacalista “puro” è invece Luca Fogliata, segretario generale territoriale della Uilcom del Lario, che racconto come ha vissuto, anche dal punto di vista umano, questi tre anni di chiusura del Casinò. “Quanto fatto da Uilcom e dalle altre organizzazioni sindacali nei mesi precedenti alla dichiarazione di fallimento, unitamente alla sensazione che si potesse e dovesse gestire tutto in maniera differente, ad esempio con un concordato in continuità, ci ha lasciato da subito l’amaro in bocca. Sono stati anni davvero difficili, la ferma convinzione che la Casa da gioco potesse e dovesse avere un futuro ci ha sempre dato la forza per andare avanti tra mille criticità. Al contempo le difficoltà nell’instaurare un dialogo costruttivo con le istituzioni, sia a livello regionale che centrale, o i lunghi tempi trascorsi in attesa di una sentenza che potesse ridare una speranza a decine di famiglie, hanno sempre tristemente accompagnato questi lunghi mesi”. Fogliata sottolinea il ruolo del sindacato per la riapertura del casinò e quello che sarà chiamato a svolgere anche in futuro: “Innanzitutto, è opportuno ricordare che il sindacato ha svolto un ruolo importante già negli anni precedenti alla chiusura, siglando con l’azienda diversi accordi di contenimento dei costi al fine di garantirne la sopravvivenza. In particolare, l’ultimo accordo, quello del maggio 2018, costituiva la base del piano concordatario che doveva scongiurare il fallimento del casinò, con un risparmio di oltre 13 milioni all’anno. E non siamo noi a dirlo, ma la stessa Corte di appello di Milano nella sentenza che ha annullato il fallimento”. Dopo la chiusura “abbiamo da subito cercato il dialogo con le istituzioni e la politica in generale, sensibilizzando anche l’opinione pubblica alla problematica. Se è vero intatti, che la chiusura di un’attività produttiva porta sempre con sé conseguenze disastrose, nel caso di Campione le peculiarità legate al territorio e al tipo di attività svolta facevano assumere al problema dimensioni drammatiche, delle quali non tutti erano pienamente consapevoli. Di questi lunghi mesi bisogna ricordare il supporto che Uilcom ha fornito al presidio dei lavoratori, luogo da cui sono partite svariate iniziative a sostegno della riapertura e della comunità”. Contemporaneamente “abbiamo assistito i lavoratori nelle pratiche legate al recupero crediti, fornendo loro tutta l’assistenza e la consulenza necessaria, anche legale. L’ultimo tassello in ordine di tempo, anche se fortemente vincolato dal piano concordatario, è il nuovo contratto aziendale di lavoro, grazie al quale i lavoratori del casinò avranno uno strumento di tutela che ne riconosce l’identità e ne tutela la professionalità, in mancanza di un Ccnl di riferimento”. Per quanto riguarda il futuro, “si consideri che nello stesso Ccal è stata prevista l’istituzione di una Commissione permanente paritetica, con lo scopo di mantenere una presenza costante delle organizzazioni sindacali nel periodo di vigenza contrattuale, ovvero un quinquennio dalla data di apertura, periodo che sarà fondamentale per il definitivo rilancio aziendale, nel rispetto di quanto previsto nel piano concordatario. Il nostro obiettivo è quello di recuperare quanto più possibile l’occupazione andata persa, ovviamente in un’ottica di sostenibilità aziendale”. Guardando al futuro, Fogliata ha bene in mente anche gli errori passati che non devono essere ripetuti: “Sicuramente dovrà essere diverso il rapporto tra casinò e proprietà. Se è innegabile il legame tra territorio e azienda, di cui quest’ultima ne costituisce il motore economico principale, tuttavia il Comune deve poter sì beneficiare di quanto prodotto dalla Casa da gioco, ma non dipendere unicamente dalla stessa, soprattutto per quanto riguarda l’erogazione dei servizi essenziali che debbono essere garantiti ai cittadini a prescindere dalla presenza del Casinò. L’azienda dal canto suo dovrà operare nel rispetto di criteri di sostenibilità ed efficienza non influenzati o influenzabili da ragioni politiche”.
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LUCA FOGLIATA
MASSIMO D’AMICO
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MAURO RUBBINI
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Operatori economici tra attese e proposte
La riapertura del Casinò, ovviamente, costituirà un volano anche per le attività economiche presenti sul territorio, che altrettanto ovviamente, salutano l’evento con grande favore. “È senz’altro una notizia positiva”, commenta Massimo D’Amico, presidente dell’Associazione operatori economici di Campione d’Italia. La cittadina “è sempre stata identificata con il suo Casinò e gli effetti della riapertura saranno positivi e legati sia alla ripresa della tradizionale attività dell’exclave, sia alla crescita occupazionale (in un momento difficilissimo per la comunità), sia a un effetto positivo in termini di aspettative economiche che finalmente virano dal pessimismo all’ottimismo, e si sa quanto contino, in economia, le aspettative”. Tuttavia, D’Amico ricorda che “i problemi sul tappeto sono molteplici, in parte legati al fatto che il Governo non tenne conto, in occasione dell’entrata nel territorio doganale dell’Ue, delle osservazioni fatte sia dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi, sia dall’Associazione operatori economici, in ordine all’insorgenza di una serie di problemi a seguito di questa innovazione. Gli uffici del Mef, pur dettagliatamente informati su questi problemi, non ritennero di risolvere prima i problemi e procedere successivamente con la modifica dello status dell’exclave, poi i problemi puntualmente si presentarono e oltretutto con un’amministrazione comunale che, eletta nella primavera del 2017, non ritenne di monitorare, come fatto fino a quel momento, un cambio di status così importante. Il Parlamento ha, peraltro, messo a punto, anche su nostro suggerimento, norme fiscali di straordinaria portata, a favore sia delle persone fisiche che delle società residenti sul territorio campionese. Peccato che l’applicazione della normativa Ue sugli aiuti di Stato svuoti di significato, per quel che riguarda le società, l’importante lavoro svolto dal Parlamento. Il risultato è che i grandi investitori, potenzialmente interessati, latitano, e questo fatto si riflette negativamente anche sulla società che gestisce il Casinò, che non può contare su risorse derivanti dal risparmio fiscale da destinare al pagamento dei creditori e alla crescita occupazionale”. D’Amico rivolge dunque un appello: “Amministrazione comunale, Regione Lombardia e Governo hanno l’opportunità di far decollare l’economia dell’exclave, che rappresenta un’opportunità unica in Italia, ma per questo occorre mettere a punto una serie di provvedimenti che da un lato consentano alle norme fiscali di essere perfettamente operative per le società (quindi non applicazione delle norme Ue sugli aiuti di Stato in base all’art. 107 del Tfue) e dall’altro risolvano le irrisolte questioni sorte con l’entrata nell’area doganale Ue (anche creando una Zls - zona logistica semplificata). Come associazione stiamo seguendo e sostenendo la creazione di startup innovative per le quali sarebbe importante poter disporre di un incubatore, e di attività imprenditoriali transfrontaliere (attività legate anche alla tecnologia blockchain/fintech), ma ci scontriamo con una realtà immobiliare che non risponde alle necessità degli investitori, e dei nuovi potenziali residenti, e con norme comunali non particolarmente favorevoli alla creazione di attività imprenditoriali innovative. Sono tuttavia moderatamente ottimista e mi auguro che, con l’impegno di tutte le parti coinvolte, sia possibile garantire all’exclave un rilancio economico anche in aree diverse dal gioco, il tutto in un’ottica di sinergia e di sviluppo globale dell’exclave (attività legate al turismo, alla cultura e all’immobiliare)”. Anche Mauro Rubbini, presidente della Nuova associazione operatori economici di Campione d’Italia, sottolinea che “sicuramente della riapertura del Casinò anche le attività commerciali trarranno beneficio. Già in paese ci sono state nuove aperture e con una maggior circolazione di persone tutti avremo un vantaggio”. Con quale stato d’animo vive la riapertura della Casa da gioco? “Da campionese sono ovviamente molto felice di questa riapertura con cui l’azienda ricolloca 174 persone che da quasi tre anni sono senza lavoro. Il ringraziamento va sicuramente all’amministrazione che si è spesa tantissimo e tanto ancora continua a lavorare per far sì che il paese possa rinascere anche dopo le molteplici difficoltà emerse con l’ingresso nella Ue”. Rubbini spera che il tempo non sia passato invano: “Credo che in questi anni di chiusura ci sia stato modo di studiare e capire ciò che non ha funzionato negli anni passati così che nel futuro le cose possano andare per il meglio. Sarà una grande ripartenza che farà rifiorire il nostro bel paese”.