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PANNONERO
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O politica PANN O NER
GIOC O & TECNICA LA VL T DEL M ESE
L’ AVVOCAT O DE L DIAVOL O GIOC O & PSICHE L’ OROSCOP O
RIFLESSION I DA ORSO I LUOGHIDEL GIOCO DA NON P ERDERE DAL MOND O
L’OR ADEL GIOCO
Donne & Casinò mille sfumature di rosa
PANN O NER O LA SLOT DE L M ESE L’ AVVOCAT O DE L DIAVOL O LA SLOT DEL M ESE F ISCO SLO T F ISCO & SLO T GIOC O & PSICHE
L’OR ADEL GIOCO
Dedico la rubrica di questo mese alle donne, la cui festa ricorre l’8 marzo, e in coerenza con l’approfondimento dedicato alle donne nel gioco di questo numero. Come sempre, la mia attenzione si focalizzerà sul mondo del quale scrivo, quindi cercherò di raccontare come le donne interagiscono con il gioco d’azzardo e con quale ruolo. In tempi in cui la pari dignità e le pari opportunità sono argomenti che fortunatamente animano il dibatto sociale e & politico con il preciso intento di colmare un gap ormai anacronistico tra donne e uomini non ho alcuna remora ad affermare che, all’interno di un Casinò, questa discriminazione è certamente meno evidente. Occorre però fare dei distinguo che sono importanti al fine di evitare equivoci. Parto dalla faccia della medaglia sulla quale si trova la donna cliente, quindi dalla giocatrice. Nella mia esperienza quasi quarantennale non ho mai percepito, nemmeno vissuto, episodi in cui il rapporto tra i croupier e le clienti abbia mai risentito di condizionamenti o sia stato improntato alla discriminazione. Lo stesso dicasi per le donne che amano divertirsi ai giochi elettronici. Il profilo sociologico della giocatrice è molto simile a quello del giocatore, salvo per la passionalità che sicuramente pervade maggiormente la prima rispetto al secondo. Tale situazione è riscontrabile facilmente ed è del tutto indipendente dall’importanza delle somme che vengono messe in gioco. Maggiore trasporto e forse anche più voglia di divertimento caratterizzano le donne nel momento in cui vivono questa particolare e, aggiungo, unica esperienza ludica. Una citazione merita un’altra figura femminile che si aggira nei casinò, quella dell’accompagnatrice di marito, fidanzato o amico appassionato al gioco. In questo caso l’atteggiamento della donna può essere in estrema sintesi di due tipi: massima partecipazione all’azione a fianco del proprio compagno oppure paziente e qualche volta lunga attesa nelle aree comuni delle sale da gioco, quindi bar, ristoranti o salotti. Una condizione, quest’ultima, che spesso genera una sorta di aggregazione tra le donne con situazioni analoghe e le stesse, a volte, sono anche foriere di amicizie che si consolidano nel tempo. La faccenda per certi versi si complica, parecchio, quando passiamo all’altra faccia della medaglia: le donne che nei casinò lavorano. Nei miei primi anni di esperienza nel modo dei casinò, gli anni ’80, ho avuto l’opportunità di viaggiare in Europa in occasione di fiere o di meeting di settore ed era d’obbligo, anche per conoscere realtà diverse rispetto a quella in cui lavoravo, visitare le case da gioco operative nelle sedi degli eventi a cui sopra ho fatto accenno. Non vi nascondo che ai tempi rimasi stupito nel vedere molte donne operare in ruoli che nel mio ambiente di lavoro erano inimmaginabili. Mi riferisco non solo a donne croupier ma anche a capi tavolo e ispettori con incarichi di responsabilità importanti nel processo di quella che è la produzione in una casa da gioco. La stessa cosa, qualche anno più tardi, riscontrai anche nei Casinò della Mecca del gioco, a Las Vegas dove, allo stesso modo, l’intercambiabilità dei ruoli tra donne e uomini mi parve del tutto normale. Sono passati molti anni da allora, ma la situazione in Italia non è molto cambiata. La professione di croupier è stata in qualche modo sdoganata nei casinò italiani, infatti, seppur in minima parte le donne sono entrate nell’organico delle varie aziende, ma i ruoli di responsabilità affidati alle stesse all’interno della piramide che rappresenta l’organizzazione del lavoro sono del tutto marginali. Quanto sopra nonostante sia più che acclarata la migliore manualità delle donne nel gestire fiches e carte nonché la maggiore capacità di relazione con il cliente. Purtroppo il mondo dei Casinò resta comunque arduo da vivere professionalmente per una donna, in particolare nel momento in cui diventa fidanzata, moglie e soprattutto madre. Lavorare all’interno di una casa da gioco, ancorché tuttora remunerativo dal punto di vista economico, comporta orari pomeridiani o per la maggior parte notturni, nessuna festività da trascorrere in famiglia, situazioni incompatibili con il ruolo che ancora oggi caratterizza la donna nella nostra società. Sono molti i passi avanti da compiere e non solo nell’ambito di cui mi sono occupato. L’auspicio che mi sento di esprimere è che il legislatore garantisca concretamente le pari opportunità, intervento che però dovrà essere inderogabilmente accompagnato da una importante e non più rinviabile crescita culturale del nostro Paese che consenta di cancellare definitivamente e finalmente stereotipi fuori dal tempo ai quali la donna è tuttora vincolata.
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