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L’Euro Poker Million parla ancora italiano
DANILO CISTERNINO
Continua la striscia positiva anche dei players azzurri nei principali tornei d’Europa, così come nello sport. La vittoria di Cisternino succede a quella di Annunziata di fine 2021 nel super torneo di Euro Rounders.
di Cesare Antonini
L’Italia vince ancora in Europa e si porta a casa una prima moneta da 125.350 euro dell’Euro Poker Million, in programma dal 31 gennaio al 7 febbraio al King’s Resort di Rozvadov con l’organizzazione di Euro Rounders, con il successo di Danilo Cisternino. Un grande momento per questo player pugliese, di Fasano, che fino alla notte tra lunedì 7 e martedì 8 febbraio, aveva vinto poco meno di 10mila euro in tutta la sua carriera nei tornei ufficiali e si ritrova un super premio tra le mani. I primi tre hanno chiuso un deal con Cisternino che, alla fine, si porta a casa 115mila euro più il ticket per il main event Wsop Europe di fine 2022 e il runner up, l’olandese Mehrdad Nasiri, si ferma a quota 90mila che è praticamente il premio originale del count. In terza piazza Premysl Rada, player ceco che giocava in casa e che ha vinto 80.000 euro. Beffa finale per il chip leader del Day2, tra i migliori al final day e anche al final table, il greco Poullos Ioannis che ha subìto alla fine l’azione concertata di Cisternino e Nasiri uscendo in quarta piazza per 51.350 euro.
SUPER CISTERNINO DIVIDE ET IMPERA – Ma torniamo al winner prima di entrare nel dettaglio della cronaca di un torneo che ha raccolto 2.557 entries per un montepremi generato dal buy in di 490 euro di 1.080.791 euro. Danilo Cisternino si è messo in mostra, facendo anche discutere molto gli spettatori da casa, nel feature table del Day2 e per tutto il final day. C’è sempre stato, dall’inizio al tavolo televisivo da nove players che vedeva in gioco anche due players azzurri, Gian Maria Orecchia e Giovanni Palma. Il pugliese ha incontrato un field piuttosto passivo. Anche i più sensati, come il greco Ioannis, prestavano spesso il fianco all’azione pressante e costante di Cisternino che faceva il bello e il cattivo tempo senza risparmiare neanche gli italiani. Anche al tavolo televisivo, usciti gli short Vella, Bjk07 e Djamel Ouaret, ha fatto fuori Gian Maria Orecchia che, a sua volta, aveva rimpinguato lo stack proprio contro Giovanni Palma in un colpo A7 vs JJ con un 7 centrato sul board e il trips chiuso al river con un altro 7 che l’oppo non poteva leggere e che ha pagato salatamente.
IL FLOW DEL FINAL TABLE – La situazione iniziale, nonostante il pressing dei due leader, Poullos e Cisternino, è scivolata via abbastanza lenta al final table. Gli short giocavano con grande attenzione e, nonostante, il tavolo fosse sbilanciato molto a favore dei primi del count, qualche double up ha tenuto vivi tutti gli short. A provarci è stato sempre Danilo che si è infilato in uno showdown a tre con 6-4 suite a fiori. Poi pesca un river miracoloso ed elimina due players in un colpo solo: QJ off contro AQ e A10 di Ouaret e del player turco. Al river un Jack manda a casa due giocatori e fa schizzare il nostro a 50 milioni di gettoni che in quel momento erano 100 BB. Dopo essersi azzoppato contro Orecchia, Palma si è ritrovato ai resti per 5,9 milioni contro Ioannis, KQ offsuited vs AJ offsuited: Asso a faccetta e l’azzurro interrompe la sua corsa. Un antipasto dell’heads up finale l’abbiamo quando Nasiri sale a 18 milioni da meno di 10x e azzoppa Cisternino che riscende a 31 milioni 77 vs AJ e board senza aiuti per le overcard dell’azzurro. Dopo averlo azzoppato, Orecchia viene eliminato sempre dal player pugliese che tanka infinito un call da 10 mi-
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IOANNIS POULLOS
IL PAYOUT TOTALE
1 Danilo Cisternino 2 Mehrdad Nasiri Italy € 160.350 Netherlands 92.850
3 PremyslRada
Czech Republic 66.230 4 Poullos Ioannis Greece 51.350 5 Gian Maria Orecchia Italy 43.300 6 Giovanni Emanuele Palma Italy 36.100 7 Djamel Ouaret France 29.300 8 BJKO7 Turkey 23.800 9 Vito Giuseppe Vella Germany 20.631 10 Goran Hristovski Slovakia 19.200 11 Jeffrey Margaretha Ger Sauren Netherlands 19.200 12 Michal Krapinec Czech Republic 18.300 13 MIKAUCH Germany 7.950 14 Rachid El Yaacoubi France 7.050 15 Gianluca Gallo Italy 7.050 16 Marek Blasko Slovakia 6.175 17 Eusebiu Nicolae Jalba Romania 6.175 18 Vladimir Tamaskovic Slovakia 5.300 19 unknow Germany 5.300 20 Agostino Scozzari Italy 5.300
lioni con 55 milioni dietro ma alla fine chiama con Q5s a cuori contro A2s a fiori: una “dama” al turn e Cisternino vola sempre più su a 65 milioni. Inizia l’interessante fase a 4 left dove se la spadroneggia sempre il “nostro” e si sveglia anche Mehrdad Nasiri. Cisternino cerca lo scontro con Ioannis che fin li era stato sempre piuttosto tight ma era sceso sotto i colpi dei due da 58 a 30 milioni. In un colpo al livello 500k/100k BBA 100k si tuffa letteralmente su un board 2KQ9Q con tre cuori con A6 senza neanche una carta a cuori. Call facile facile per Nasiri che sale a 66 milioni con KK e un set imbattibile in questa mano centrato al flop. Un po’, all’olandese, gliel’hanno tirate addosso in questa fase rispetto al volume di action dell’italiano. Ma l’action fin troppo aperta in certe fasi di Cisternino lo rifa scendere sotto i 30 milioni quando i bui salgono a 600k/1,2M e perde uno showdown con il super short Rada 83s a fiori vs A6 offsuited e un 3 centrato al river dal ceco. Mentre sale l’olandese a fare il lavoro principale lo fa sempre il nostro Danilo che, però, arriva in heads up con una proporzione di 4 a 1 in chips visto che Rada, davvero fin troppo passivo e capace a sfruttare solo le “disgrazie” pokeristiche dei players usciti prima di lui, esce J10 vs 22 di Cisternino che aveva hittato il set di 2 al flop.
RIBALTONE IN HEADS UP – Parte la sfida testa a testa che mette in palio 30mila al primo e l’olandese si rivela per quel che è: un giocatore assai scarso e che nel momento decisivo evidenzia ancor di più le sue lacune. Non aggredisce, lascia giocare troppo Danilo che ha condotto il torneo in maniera aggressiva (maniac in certi casi?) dall’inizio e che non sta di certo ad aspettare il double up riuscendo anche a foldare quando deve. Piano piano erode lo stack dell’avversario arrivando ad una mano irreale. Con QQ e la dama di picche Cisternino centra un flop JA7 monotone a picche. Al turn scende un 9 di picche e, dopo una bettata no sense al flop, Nasiri, dal nulla, decide di shovare con K9s a cuori. Snap call e la situazione si ribalta 6 a 1 in un sol colpo per l’azzurro. Al river un 5 di quadri, infatti, non cambia nulla. La mano finale è della disperazione per l’olandese che si presenta con 10 e 4 offsuited e trova Cisternino con AQ. Un asso al flop chiude i giochi e, dopo il successo di Annunziata nel novembre del 2021, su un numero di entries pazzesco e tante nazionalità, il trofeo rimane in Italia! .
Super Bise, che momento: è suo anche l’high roller Epm
Un high roller da 225 entries all’Euro Poker Million e dal buy in da 1.100 euro che ha generato un montepremi totale di 213.750 euro. A vincere è stato lo svizzero Emil Bise che, dopo un deal a tre, proprio come nel main event, si è aggiudicato 39.950 euro, diecimila in meno del payout originale. I diecimila spalmati sono andati al runner up “Lackes”, tedesco, che si porta a casa 35.885 euro mentre l’olandese terzo classificato, Dejan Jakovljevic, per 29.668 euro, è quello che guadagna di più dall’accordo, oltre 7mila euro. Il gran momento del winner svizzero è sotto gli occhi di tutti. Per lui è il terzo successo in tre tornei sullo stesso livello di buy in: è partito dallo Swiss Poker Open per 19mila euro per poi piazzare il colpaccio al Mini Main Event col bracelet delle Wsop Europe e una moneta da 260mila euro e poi il successo dell’Euro Poker Million. Si era piazzato a premio anche al main event ed è reduce da tre tavoli finali, due al Wsop Circuit e un altro al Nl Short Deck da 2.500 euro di buy in dove ha vinto 26mila euro. Che momento! Nella sua storia ricordiamo anche un altro Ring Wsop Circuit nel 2018, sempre a Rozvadov, quando vinse 185mila euro. E l’Italia? Il migliore è Gennaro Nevano che raggiunge il final table ed esce settimo per 8.635 euro di premio. A ridosso del tavolo decisivo c’è Roberto Di Giuseppe per poco più di 4mila euro e poi la coppia Antonino Calabro e Agostino Pecorario per 3.213 euro di premio. Tra i 24 premi anche Jania e Michele Nizzardelli.
EMIL BISE
I PREMI ASSEGNATI
1 Emil Bise Switzerland € 49.693 € 39.950* 2 Lackes Germany 33.666 35.885* 3 Dejan Jakovljevic Netherlands 22.444 29.668* 4 Dror Ramaty Israel 18.383 18.283* 5 BARON Germany 14.749 14.649* 6 Ramazan Kiziltas Turkey 11.436 11.336* 7 Gennaro Nevano Italy 8.465 8.365* 8 Daniel Woessner Germany 6.220 6.120* 9 Steve Fouad Savio France 4.959 4.859* 10 Jan Henk Teunis Netherlands 4.168 4.068* * deal
Una sfida da Campione
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LA PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ DI GESTIONE DELLA CASA DA GIOCO DELL’EXCLAVE ITALIANA IN TERRA SVIZZERA, ERMINIA ROSA CESARI, ILLUSTRA GLI SCENARI CHE SI APRONO PER L’AZIENDA ALL’INDOMANI DELLA SUA RIAPERTURA: FOCUS SUL RISPETTO DEL PIANO CONCORDATARIO A PARTIRE DAL CONTROLLO DEI COSTI
di Anna Maria Rengo
La nomina nel novembre scorso, per un incarico tanto delicato quanto unico: compiere, assieme ai restanti componenti del consiglio di amministrazione, ossia all’amministratore delegato Marco Ambrosini e al consigliere Carmine Garzia, tutti i passi necessari alla riapertura del Casinò di Campione d’Italia, poi avvenuta, quando Omicron ha consentito, il 26 gennaio scorso. Un obiettivo ambizioso, nella cui realizzazione in cui pochi credevano, dopo la dichiarazione di fallimento della sua società di gestione il 27 luglio del 2018, e dopo le tante vicende giudiziarie che infine hanno portato prima all’annullamento della dichiarazione di fallimento, e poi al ritorno “in bonis” della società stessa, e che è stato certamente portato avanti dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Canesi, ma pure dal Cda di fresca nomina, alla cui guida, nel ruolo di presidente, c’è ora Erminia Rosa Cesari, classe 1952 e una lunga e prestigiosa carriera all’interno del ministrero dell’Interno e ricoprendo più volte il ruolo di prefetto in diverse province italiane. Quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a candidarsi e ad accettare il ruolo di presidente del Casinò Campione d’Italia? “Durante la mia lunga carriera prefettizia, nel 1992, mentre ero vice capo di Gabinetto presso la prefettura di Imperia, il Casinò di Sanremo venne commissariato. All’epoca, quando ciò accadeva, la sua gestione veniva di solito affidata ai prefetti. Il prefetto Umberto Lucchese mi volle al suo fianco nello svolgimento di questo compito e dunque rimasi al Casinò di Sanremo dal 1992 fin quasi alla fine del 1995, quando venni inviata a Biella con il compito di aprire la nuova Prefettura. L’attività della Casa da gioco mi ha immediatamente affascinata, è un mondo che non conoscevo e quindi ho avuto modo di apprezzare il funzionamento di un’azienda contraddistinta da grande velocità decisionale, che nella pubblica amministrazione non si verifica così spesso, come pure dalla possibilità di verificare nell’immediatezza la bontà della decisione assunta. Al Casinò di Sanremo mi sono occupata dei problemi del personale, dell’ufficio fidi, e a questo mondo un po’ particolare, che ho avuto modo di conoscere, sono sempre rimasta legata, in quanto l’esperienza vissuta è stata diversa dalle altre attività lavorative che ho portato avanti quando facevo il funzionario prefettizio. All’interno del casinò ho conosciuto sindacalisti e professionalità di tutto rispetto e che mi sono sempre rimaste nel cuore, pur non essendo io una giocatrice. E così, quando è capitata l’occasione, ero già in pensione da tre anni, ho pensato di partecipare al bando indetto dal Comune di Campione d’Italia per individuare i componenti del consiglio di amministrazione del Casinò. È stata una sfida ma a me le sfide sono sempre piaciute e poi l’altro elemento che mi ha spinto, al di là della tipologia
ERMINIA ROSA CESARI
dell’azienda da gestire, è il fatto che si può dare una grossa mano alla collettività. Il Casinò Campione è l’unica azienda di rilievo del territorio, e da essa derivano azioni a favore della popolazione da parte del Comune e posti di lavoro per i residenti”. Come intende rapportarsi, nel corso del suo mandato, con il ministero di riferimento dei casinò, il Viminale, e con la proprietà, il Comune, anche alla luce del percorso concordatario ancora in corso? “Con il Comune ci deve essere una totale sintonia per il raggiungimento degli obiettivi fissati per la Casa da gioco. La sua riapertura è stato il primo step, il prossimo sarà a giugno, e comunque gli obiettivi fissati per il Casinò hanno un interesse diretto per tutti. Per quanto riguarda i rapporti con il Viminale, per ora non ci sono problemi particolari da affrontare con esso”. Il Casinò Campione ha finalmente riaperto le sue porte a gennaio dopo tre anni di grandissime e numerose difficoltà. Quali primo bilancio può tracciare di questo primo mese di attività e quali sono i nodi ancora da sciogliere, sia per quanto riguarda l’iter concordatario che la gestione “ordinaria” della Casa da gioco? “Per quanto riguarda l’iter concordatario è assolutamente necessario restare all’interno del piano. Bisogna fare attenzione particolare ai costi della gestione per evitare degli esborsi eccessivi rispetto a quanto contenuto nel piano. Dall’altra parte, un’attenzione altrettanto particolare va riservata agli introiti, alla gestione del gioco, all’accoglienza dei clienti all’interno delle sale, così da offrire loro ciò che desiderano. A tale proposito, deve essere chiuso il contratto per l’affidamento della gestione del ristorante, mentre per quanto attiene l’organizzazione dei tornei di poker è necessaria ancora una riflessione su quello che sarà il partner cui verrà assegnata questa particolare attività. Ancora, per quanto attiene la locazione degli spazi commerciali dell’edificio, stiamo ancora cercando soggetti adatti: prima che il consiglio di amministrazione si insediasse era stato fatto un tentativo ma non erano arrivate offerte”. Per quanto riguarda la vicenda dei controllori comunali, il cui corpo non esiste più dopo la dichiarazione di dissesto dell’ente e il conseguente e radicale ridimensionamento della sua pianta organica, ci sono novità? “Allo stato attuale non ci sono problemi, poi sarà il socio unico, perchè tutto dipende da lui in questa materia, a decidere che cosa fare”. Pensando alle complesse vicende che hanno portato il Casinò sull’orlo del fallimento e il Comune in stato di dissesto, e che sono tuttora oggetto di una vicenda processuale, cosa auspica per il futuro dei due enti? “Alla Casa da gioco, come a tutte le aziende, deve essere riservata un’attenzione quotidiana sulle attività e sul bilanciamento dei costi e dei ricavi, tenendo anche conto che non si può fare pubblicità della stessa. Ma i giocatori sono molto interessati anche alle attività collaterali, tipo la ristorazione attraverso la quale essi iniziano o finiscano la loro serata, o che consente di avvicinare persone che non hanno mai frequentato il Casinò. Da tenere in considerazione anche l’organizzazione di eventi particolari, come spettacoli, mostre, il che va di pari passo con l’idea che il Comune ha di considerare il Casinò non solo come un tempio del gioco ma anche come una opportunità di offrire alla collettività, non solo campionese, momenti di incontro con l’arte, la musica, la letteratura, lo spettacolo in genere. Penso che anche il sindaco Roberto Canesi abbia interesse di utilizzare gli spazi della Casa da gioco pure per offrire cultura al territorio. Il risanamento della società di gestione è una grossa sfida vinta, il Casinò non poteva restare chiuso così com’era, doveva riprendere l’attività per dare posti di lavoro, respiro e ossigeno a tutte le attività. Speriamo che il Casinò diventi ‘una’ delle attività presenti a Campione d’Italia”. Prima di arrivare alla guida del Casinò Campione d’Italia lei ha avuto una lunga esperienza, in ruoli apicali e prefettizi, presso il ministero dell’Interno. Lei ritiene che esistano ancora una “questione femminile” e una identità di genere da tutelare in Italia? “Sicuramente in alcuni settori sì, anche se io personalmente ho avuto un’esperienza fortunatamente positiva. Al Viminale, se si fa un’analisi dei prefetti in servizio, forse la percentuale di donne è addirittura più elevata degli uomini. Nell’arco della mia carriera è stata apprezzata l’abnegazione, la dedizione e ogni avanzamento è stato dettato dalle attitudini e dal merito. Non si è mai guardato all’essere uomo o donna, ma alle qualità soggettive della persona. E quando ho intrapreso la carriera prefettizia, lunga, ho quasi sempre avuto a che fare con prefetti uomini, una sola volta donna, ma mai comunque ho avuto alcun problema”. Lei pensa che le quote rosa abbiano ancora ragione di esistere, anche nei Cda delle società a partecipazione pubblica? “Nei ruoli apicali delle aziende nella maggior parte dei casi ci sono uomini e anche la carriera politica è intrapresa più da essi che dalle donne. Anche se non sono molto favorevole all’individuazione di quote rosa, queste significano che c’è ancora bisogno di una tutela del soggetto”.
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