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Il futuro (remoto delle slot è senza con- tanti?
Il futuro (remoto) delle slot è senza contanti?
UNA DOMANDA, NON UN’AFFERMAZIONE, CHE È GIUSTO PORSI E AL MOMENTO GIUSTO. COME STANNO FACENDO GLI OPERATORI DEL REGNO UNITO E, IN QUALCHE CASO, ANCHE IN ITALIA.
di Alessio Crisantemi
Che sia giunto, forse, il momento di pensare all’introduzione della moneta elettronica anche sulle Awp? Ecco la classica domanda da un milione di dollari. O, meglio, è la risposta a valere cifre esorbitanti, in quanto la domanda, in un certo senso, è da ritenere più che opportuna. E in qualche modo, addirittura scontata. Guardando alla realtà dei fatti e al particolarissimo momento storico che ci troviamo ad attraversare, in uscita da una pandemia globale, non può sfuggire come l’intero paradigma dei consumi fuori casa sia completamente cambiato, alla luce delle nuove esigenze e abitudini dei consumatori. Per questa ragione, se fino a qualche anno fa, gli operatori dell’intrattenimento di qualunque paese si dicevano preoccupati dall’eventuale futura scomparsa delle monete all’interno delle slot machine, sostituite prima o poi dai sistemi di pagamento elettronici, adesso la situazione sembra quasi capovolgersi. Con molti addetti ai lavori che iniziano a preoccuparsi, al contrario, del rischio di veder tagliate fuori le Awp dai giochi preferiti dei cittadini, a causa dell’impossibilità di poter utilizzare i pagamenti virtuali. Tutta colpa (o merito, dipende dai punti di vista) della pandemia, anche in questo caso, che ha modificato di gran lunga le abitudini e le esigenze della popolazione mondiale, accelerando determinati processi e creando nuove sensibilità: come quella di utilizzare soluzioni di pagamento contactless, cioè senza contatto. Tra i primi a occuparsene in maniera seria e concreta sono gli operatori britannici, che iniziano a ritenere preoccupante la nuova legge che – andando a riscrivere le regole tecniche delle Awp del Regno Unito - stabilisce che il gioco su tali macchine debba (continuare a) essere esclusivamente in “moneta del regno”, mantendo così il divieto implicito di utilizzare carte di debito o altri sistemi elettronici per l’attivazione del gioco. I dubbi degli operatori, dunque, nascono dai tanti studi sulle abitudini di spesa e consumo dei cittadini che rivelano un costante aumento dei pagamenti contactless, anche dopo l’uscita (sia pur graduale) dall’emergenza sanitaria. Il Regno Unito, come noto, è ormai uscito da tempo dal lockdown e anche dall’emergenza generale, ma anche dopo che i consumatori hanno ricominciato a spendere nei locali pubblici, lo stanno facendo utilizzando sempre più la tecnologia contactless. Un trend confermato anche dai dati pubblicati dagli istituti di ricerca locali che mostrano come i pagamenti contactless siano raddoppiati nel primo semestre 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e risultino aumentati del 50 percento rispetto a maggio del 2019. Non solo: il 65 percento di tutti gli acquisti sono stati effettuati con carte di debito, spesso con l’incoraggiamento dei rivenditori. Ebbene, se già molti centri di intrattenimento, come bowling o Fec, utilizzano ormai da tempo la tecnologia delle carte di debito, l’attenzione nel Regno si focalizza sul settore dei pubblici esercizi britannici, dove ancora oggi si ricorre all’impiego della moneta sonante. Con la gran parte degli addetti ai lavori che sente oggi la necessità di intervenire a livello normativo per estendere anche alle Awp l’uso dei sistemi elettronici per dare una futuribilità agli apparecchi. Un dibattito che, invece, in Italia non è ancora esploso. O, almeno, non del tutto. Anche se del tema se ne sta parlando da sempre anche da noi. Ma solo sottotraccia. Anche perché la sensibilità degli operatori è attualmente rivolta verso altre (e non poche) problematiche. Come è anche vero, del resto, che il nostro paese è ancora in fase più arretrata rispetto al Regno Unito per quanto riguarda l’uscita dal Covid-19: dunque è ancora troppo presto, in un certo senso, per guardare a fondo le problematiche che scaturiranno nel post-pandemia, nonostante i vari
dibattiti sulla presunta “nuova normalità”, anche nel gioco. E chissà se anche questo tema potrà essere preso in considerazione all’interno della riforma globale del gioco pubblico italiano (presunta anche quella) che si appresta ad avviare il governo. Del resto, l’industria del gaming italiano era già “pronta” (si far per dire) per il passaggio a una generazione di apparecchi dal sapore innovativo, anche se la ricetta, in realtà, sembrava tutt’altro che originale. E, forse, anche piuttosto scondita, visto che i parametri di gioco non sembrano essere messi in discussione dal giocatore. Stiamo parlando delle cosiddette “Awp da remoto”, che il legislatore aveva introdotto ormai tanti anni fa, con l’ultimo provvedimento (solo teoricamente) attuativo previsto dalla legge di Stabilità del 2016, senza mai dare seguito agli impegni presi – proprio come accade oggi con il riordino - continuando a tenere in vita le attuali slot comma 6a. Nel bene e nel male. In quella futuribile generazione di slot, definite anche “Awp 3”, in realtà, si era scelto espressamente di non utilizzare sistemi di pagamento elettronici per mantenere una chiara e netta distinzione rispetto ai terminali Vlt, come richiesto da un pezzo della filiera. Solo che adesso il panorama è cambiato notevolmente, nel gioco come in tutti gli altri settori: al punto che il progetto di quelle future (ma vecchie) Awp da remoto appare oggi decisamente superato, almeno dal punto di vista tecnologico. E se i produttori erano finiti con l’abituarsi anche all’idea di un collegamento da remoto della macchine che avrebbe completamente “snaturato” l’attività di molte aziende facendo di fatto sparire le schede dall’interno dei giochi a terra, lo stesso potrebbe accadere oggi con il discorso della moneta, tenendo conto che, attraverso i sistemi elettronici, si andrebbero a eliminare le monete dagli apparecchi, eliminando così il rischio tutt’altro che banale dei furti nei locali, che rappresentano purtroppo una triste quotidianità nel nostro paese. “Da parte mia non sono mai stato contrario all’introduzione della moneta elettronica negli apparecchi da intrattenimento, anche se dovrà essere naturalmente disciplinata in maniera seria e opportuna e gestita con accuratezza”, spiega Roberto Mazzucato, titolare di Mag Elettronica nonché ex presidente di Acmi, l’associazione dei costruttori di giochi. “Non si tratta di una presa di posizione aprioristica, ma di uno sguardo alla realtà, visto che l’utilizzo del contante è destinato a ridursi notevolmente e ancor più quello delle monete, che verranno utilizzate sempre meno anche in un paese come il nostro. E non possiamo non tenerne conto”, aggiunge. Per Mazzucato, che ha sempre guardato avanti e spalancato le porte all’innovazione, si tratta dunque inevitabilmente di un punto di cui tenere conto nella futura revisione delle norme tecniche sulle Awp. Insieme a tanti altri punti che consentirebbero un vero salto tecnologico e una vera innovazione: “Oggi sul mercato delle Awp, a differenza di quanto avviene in altri segmenti, primo su tutti l’online, è pressoché impossibile fare qualcosa di nuovo e di diverso tra i vari produttori, avendo dei parametri stringenti da rispettare, comeè giusto che sia, ma dovendo soprattutto dover fare i conti con la redditività di una macchina”, continua Mazzucato. “Se invece si adottassero soluzioni diverse anche dal punto di vista fiscale, allora sì che si potrebbe davvero sperimentare molto di più. Come i produttori riescono a fare nell’online, dove viene applicata la tassazione sul margine e non sul cassetto”. Una serie di riflessioni ulteriori che si allineano a quelle avviate dai lavoratori del Regno Unito. Solo che in Italia, a differenza di quanto può avvenire in altri territori più “virtuosi”, come la Gran Bretagna, tra le ragioni che hanno sempre frenato l’ipotesi di un passaggio al contante c’è sempre stato il timore di una perdita di giocatori, dovuta alla scarsa propensione degli utenti di veder tracciata le proprie giocate, come avviene attraverso la moneta elettronica. A differenza del contante, che permette di mantenere il perfetto anonimato in ogni giocata. In effetti, va detto, non si tratta di un rischio puramente campato in aria, come hanno dimostrato le Vlt che in seguito all’introduzione del lettore di tessera sanitaria per l’attivazione delle giocate, solo per il “rischio” di vedersi tracciare le giocate (in realtà, come detto più volte, l’identificazione del giocatore permette soltanto di certificare la maggiore età senza avere alcun accesso ai dati contabili, né memoria), hanno visto crollare la raccolta anche oltre il 30 percento. Tuttavia, è bene evidenziare che nel caso delle Awp, a differenza delle Vlt, le cifre che possono essere giocate da un utente sono decisamente inferiori e quindi c’è da pensare che la ritrosia degli utenti possa essere minore. Senza contare, peraltro, che - come detto - a giocare in favore dell’utilizzo della moneta elettronica, lato operatori, ci sarebbero anche altre importanti motivazioni, come la riduzione dei rischi in termini di furti, con le “spaccate” nei bar che sono da sempre all’ordine del giorno per gli addetti ai lavori del comparto e che potrebbero sparire del tutto con l’eliminazione dei contanti. A proposito delle differenze tra i due paesi, tuttavia, va anche detto che in Italia la transizione al digitale ha subiìo sì una forte accelerazione, ma è comunque molto meno rapida rispetto al Regno. Anche se, da noi, l’occasione di una revisione della legge che disciplina gli apparecchi da intrattenimento sarebbe alle porte, tenendo conto della scadenza delle concessioni che potrebbe portare, con tutta probabilità, alla riforma complessiva del settore e, quindi, a una nuova generazione di macchine da gioco e, in particolare, alle famigerate “Awp da remoto”, già più volte rimandate dal legislatore e ora - probabilmente - in dirittura di arrivo. Sempre se non ci sarà una proroga delle gare, tenendo conto del processo di riordino ancora da avviare e del settore da ricostruire dopo la pandemia. In ogni caso, la lezione impartita dal Covid, in tutti è settori, è una: nulla sarà più come prima. E anche i giochi non faranno eccezione.
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ROBERTO MAZZUCATO