COGECSTRE COOPERATIVA GESTIONE CENTRI SPORT TURISMO RICERCA ECOLOGICA
Città del Vasto
Ass. Culturale Eikòn
Coop. Cogecstre
METAMORPHOSIS
L’ESTRO MI SPINGE A NARRARE DI FORME MUTATE IN NUOVI CORPI [OVIDIO]
Premio Art in the Dunes // V edizione Land art // installazioni // foto // video
20 luglio - 3 agosto Spiaggia di Punta Penna – Riserva di Punta Aderci – Vasto 27 settembre – 2 ottobre Sale espositive di Palazzo Mattioli – Vasto Organizzazione a cura dell’associazione culturale Eikòn (Piero Geminelli, Giordano Marcianelli, Michele Montanaro, Nicola Sammartino) Direzione artistica: Michele Montanaro Grafica ed impaginazione: Giordano Marcianelli Referenze fotografiche: Piero Geminelli Materiale stampato: Photorama Cupello Membri giuria sez. installazioni: Bianca Campli, Antonio D’Argento, Domenico del Bello, Michele Montanaro e Paolo Spoltore Membri della giuria sezione fotografia e video: Arianna Di Tomasso, Andrea Malandra, Enrico Nicolò, Pamela Piscicelli, Enzo Testa Collaborazione esterna: Giovanna Romano www.artinthedunes.it PARTNERS
C
on questa edizione 2014 Art in the Dunes comincia ad avere una struttura solida e a costituire uno dei più interessanti appuntamenti artistici della nostra città. La configurazione di simposio di artisti, che dialogano su un tema che varia di anno in anno, è già una interessante peculiarità; c’è poi l’inserimento nella splendida cornice della Riserva di Punta Aderci, vanto della nostra città, ma bisognosa di ulteriore difesa e valorizzazione. Questo amplifica l’importanza della mostra, conferendole uno statuto di site-specific, di arte legata al territorio, a quello speciale territorio, che è per Vasto di grande interesse: si riallaccia, infatti, alla grande tradizione paesaggistica dell’arte vastese, ma, aldilà di anacronistiche imitazioni, ne aggiorna il messaggio più profondo, ancorandolo alla contemporaneità. Ci auguriamo, dunque, che gli anni futuri regalino lunga vita e sempre nuovi stimoli all’iniziativa.
IL SINDACO DI VASTO
Luciano Lapenna
Città del Vasto
È
con grande soddisfazione che saluto questa manifestazione davvero unica che da anni caratterizza il nostro territorio. La sua peculiarità sta proprio nella valorizzazione di un tratto della nostra costa che proprio di recente è stata classificata da Legambiente come una delle più belle spiagge italiane. Noi lo abbiamo sempre saputo e che questa spiaggia assurga ad essere riconosciuta a livello nazionale è per noi motivo di orgoglio ma anche di riflessione. Abbiamo infatti una grande responsabilità e riteniamo che la ripresa economica non possa essere slegata da una crescita culturale e da una tutela e valorizzazione del nostro splendido territorio, anzi questi due punti sono i cardini stessi di una nuova crescita. Il Premio Art in the Dunes coglie appieno questo spirito e trova nel connubio tra arte e natura la sua più specifica identità, trasformando la spiaggia di Punta Penna in uno scenario così suggestivo di incontro e confronto di tanti artisti provenienti da tutta la regione e anche dal resto del territorio nazionale. Proprio per queste ragioni abbiamo inteso collaborare con l’associazione Eikòn sostenendo questa splendida iniziativa e garantendo la collaborazione anche per il futuro, affinché le potenzialità insite in questa manifestazione possano nel tempo esprimersi sempre più compiutamente.
ASSESSORE ALLA CULTURA
Vincenzo Sputore
I
l tramonto di Punta Penna. Nasce da qui, nell’emozione che mi ha suscitato questa quinta edizione di art in the dunes, la metamorfosi di un luogo: le dune di Punta Penna capaci di suscitare sensazioni profonde per il suo giardino naturale in movimento e per il tramonto, peculiarità assai rara e geograficamente impossibile, se non fosse per l’esposizione della spiaggia che regala all’inizio d’estate l’effetto del sole che sparisce in mare. Se la natura contribuisce in primis al tema della Metamorfosi, le esposizioni e performance artistiche che hanno accompagnato i giorni dell’evento, la rendono ancor più esplicita con il vanto e la denuncia che si merita questo luogo. L’Amministrazione Comunale, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dal personale della Coop. Cogecstre che gestisce la Riserva di Punta Aderci, è sempre ben lieta di collaborare alla buona riuscita di questo evento. E’ un appuntamento ormai atteso che da lustro ed eleganza alla Riserva e che, di anno in anno, sa rinnovarsi con un punto fisso: suscitare emozioni. Sono anche le emozioni che portano la politica di questa Amministrazione a scegliere di voler lottare per la realizzazione del Parco della Costa Teatina (che può vantare Punta Penna tra le prime tre spiagge più belle d’Italia) e contro la minaccia della petrolizzazione in Adriatico. L’arte, anche in questa prospettiva, gioca un ruolo importante. Grazie quindi all’Associazione culturale Eikòn che regala alla Riserva Art in the Dunes e che lo preserva attraverso questo bellissimo catalogo. ASSESSORE ALLE RISERVE E AREE PROTETTE
Marco Marra
L’
esigenza di tutelare gli ultimi lembi di costa non ancora antropizzati nasce dalla preziosa biodiversità che gli habitat dunali custodiscono.
Nelle opere esposte spesso si intuisce la volontà, da parte dell’artista, di intraprendere un’azione curativa nei confronti di ciò che egli percepisce come natura danneggiata.
Gli habitat più fragili e minacciati secondo i recenti studi dell’ISPRA.
E’ la natura, presente nell’artista come una forza interiore e vitale, che concede all’uomo la creatività; è con questi presupposti che, nel corso degli ultimi cinque anni, Art in the dunes è andata consolidandosi: si tratta di un rapporto attivo e consapevole, diretto con l’ambiente che è di per sé “fragile e meraviglioso”.
La duna, un deserto che vive e che affascina nelle sue modificazioni cromatiche in base alle stagioni. Luogo di confine tra terra e mare nonché argine naturale alle erosioni costiere. Terra di confine, ma anche terra di conquista se si pensa che dei 9000 Km di coste italiane, solo 300 km sono ancora naturali e in buono stato di conservazione. La ormai maturata consapevolezza che questi siano luoghi preziosi e da valorizzare ispira e fa da cornice ai tanti artisti che decidono di cimentarsi nella realizzazione di opere un pò “fuori dal comune”, l’opera, fatta di e con la natura. Le caratteristiche del lavoro sono in relazione diretta con il luogo e la loro percezione dipende anche dalla luce naturale in cui le opere stesse si possono ammirare. Il tempo si introduce dunque, come coordinata e come elemento essenziale di ricezione dell’opera. L’alleanza fra opera e natura diventa così indissolubile.
Coop. COGECSTRE
Riserva Naturale Regionale Punta Aderci
Art in the Dunes è essenzialmente una specie di museo senza muri: un’esposizione di opere d’arte, che avviene fra le dune della nostra splendida Riserva Naturale Punta Aderci, il cui scopo principale non è quello di conservare delle testimonianze del passato, ma di creare una relazione contemporanea e futura fra arte e natura, nel massimo rispetto del delicato ecosistema dunale e della sua vegetazione. Per queste ragioni di confronto, riflessione e introspezione sui temi della natura, la Riserva continuerà a sostenere questo progetto che, grazie alla tenacia del suo ideatore ed organizzatore Michele Montanaro, si arricchisce e perfeziona ogni anno di più.
Metamorphosis
“…perché una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.” Luigi Pirandello, Uno nessuno centomila “La contiguità tra dèi e esseri umani – imparentati agli dèi e oggetto dei loro amori compulsivi – è uno dei temi dominanti delle Metamorifosi, ma non è che un caso particolare della contiguità tra tutte le figure o forme dell’esistente, antropomorfe o meno. Fau na, flora, regno minerale, firmamento inglobano nella loro comune sostanza ciò che usiamo considerare umano come insieme di qualità corporee e psicologiche e morali.” Italo Calvino, Gli indistinti confini
A
nome dell’associazione Eikòn che ha organizzato questa V edizione di Art in the Dunes, ovvero il Premio Art in the Dunes 2014, desidero esprimere innanzitutto la grande soddisfazione per il lavoro di squadra, un lavoro invisibile, dietro le quinte, eppure essenziale, grazie al quale la manifestazione ha fatto un ulteriore salto di qualità, premiato dalla grande partecipazione del pubblico a tutti gli eventi proposti, nonostante la “scomodità” di un luogo del tutto particolare e splendido, che ripaga sempre per la sua bellezza anche le difficoltà per raggiungerlo. Sono molte le novità di questa edizione. Innanzitutto l’esperimento della trasformazione in Premio. Pur non essendo fautori delle competizioni artistiche che pure hanno una storia antica, abbiamo ritenuto l’idea di attribuire un premio in denaro ad un artista uno stimolo in più sia alla partecipazione degli artisti che alla qualità del loro lavoro. Un esperimento riuscito, a nostro avviso. Al bando hanno infatti risposto in moltissimi ed è stata necessaria una prima selezione sui progetti. Gli artisti hanno lavorato sul tema scelto per questa edizione: Metamorphosis, ispirati dall’incipit ovidiano: “L’estro mi spinge a narrare di forme mutate in corpi nuovi”. La sfida per gli artisti partecipanti era quindi quella di concentrarsi sulla forma che muta, sul continuo suo alterarsi e trasformarsi, sul mito e sulla Natura. Esattamente come avviene in natura, infatti, dove ogni cosa muta costantemente, dalle rocce agli esseri viventi, all’interno dei loro rispettivi archi temporali, e come avviene anche nell’ambito della Storia umana in continuo divenire. Ognuno ha interpretato il tema nell’assoluta libertà ed autonomia del proprio lin-
guaggio artistico, seguendo la propria visione, con risultati in molti casi originali ed imprevedibili. L’oggetto del lavoro di ogni artista è la forma, una forma però soggetta a mutamento costante nel tempo. Lo stesso agire dell’artista rappresenta infondo una metamorfosi, il cambiamento impresso secondo una volontà precisa ad un oggetto per dargli una nuova “forma”, appunto. Ogni opera è infatti il risultato di questo atto creativo, di questa trasformazione. Creare per noi uomini è trasformare. Ma allora, qualsiasi opera sarebbe stata in tema, si affermerà. Non propriamente. Porre l’accento sulla metamorfosi è stata qui l’occasione per riflettere su questo specifico stato delle cose ed opporsi ad un’altra intenzione tradizionale del fare artistico, quella di eternare, di immortalare in una forma “bloccata”, “immobile” la realtà, invece che lasciarsi andare e cogliere questo scorrere continuo delle cose. Se vi è eternità è proprio in questo continuo mutare: perché la metamorfosi, il prodigioso evento che trasforma una cosa in un’altra, è una specie di riciclaggio. Chi viene mutato in animale, in pianta, in sasso, non muore realmente: esiste ancora. Ma vi è nel tema un ulteriore fondamentale elemento: l’umanizzazione della natura. Poiché dentro a un sasso, a una pianta, a un animale, a una fonte o ad una costellazione, può celarsi un dramma che era iniziato come una favola bella. Dunque un modo per farci sentire la natura più vicina, più intima, in relazione stretta con noi, e un modo per riscoprire in noi quel legame ancestrale con essa; con questo mondo terreno così ricco e vario dove potenze divine e creature umane s’incontrano, dove il favoloso è reale e dove l’affannarsi dei corpi e della psiche si converte in giochi di forme. Questo è il segreto del successo di Art in the Dunes: questo rimettere l’uomo in relazione con la natura, questo suo confrontarsi ancora con essa e cercare di ritrovare il dialogo spezzato. Le installazioni per loro natura hanno un carattere perlopiù provvisorio e in questo caso, pensate e realizzate per l’evento, sono state montate e smontate nel giro di 15 giorni. Una vita assai breve, direi, proprio come quella di una farfalla, risultato anch’essa di una metamorfosi. La stessa esposizione all’aperto (“esposizione” non solo agli sguardi, come ogni mostra contempla, ma ad un ambiente assai particolare e unico come quello del cordone dunale di Punta Pen-
na, all’interno della meravigliosa Riserva naturale di Punta Aderci, in un mese di luglio anche lui completamente trasformato e anomalo, e quindi “esposizione” al vento, alla pioggia, alle variazioni di temperatura, ecc.) ha contribuito a “mutare” sensibilmente molte delle opere durante l’arco seppur limitato dell’evento, e a costringere gli stessi artisti, armati di grande pazienza, a monitorare e risistemare le opere più compromesse o mutate oltre le previsioni. Ma dicevamo delle novità di questa edizione. Abbiamo accennato al Premio, ma il Premio non è solo quello riservato agli artisti: se l’anno scorso abbiamo coinvolto i fotografi a documentare il lavoro delle installazioni, in un ruolo subordinato a quello dei primi, quest’anno abbiamo voluto dare pari dignità, giustamente, a fotografi e a videomakers, pensando a lasciar loro la massima libertà e istituendo un premio anche per loro. Questo è l’oggetto della mostra nelle sale espositive del Palazzo Mattioli di fine settembre. A nome dell’associazione culturale Eikòn desidero ringraziare quanti hanno reso possibile questa V edizione di Art in the Dunes, a cominciare dall’amministrazione comunale di Vasto, nelle persone del Sindaco Luciano Lapenna, dell’assessore alla cultura Vincenzo Sputore e dell’assessore alle aree protette Marco Marra, e con tutto il settore cultura del Comune di Vasto, che ha dimostrato di credere in questa manifestazione, che si impone tra le più rilevanti dell’estate vastese; ringrazio per la collaborazione, la pazienza e
ASSOCIAZIONE EIKÒN
Michele Montanaro
la disponibilità tutto lo staff della cooperativa Cogecstre che con passione lavorano nella gestione complessa della Riserva Naturale di Punta Aderci, nelle persone di Alessia Felizzi, Francesco Iannetta, Dario Melodia e Vasili Ndrio; ringrazio i membri delle giurie, per la loro generosità e professionalità: Bianca Campli, Antonio d’Argento, Domenico Del Bello, Paolo Spoltore (per la giuria per la sezione installazioni), Arianna Di Tomasso, Andra Malandra, Pamela Piscicelli, Enzo Testa, Enrico Nicolò (per quanto riguarda la giuria per le sezioni fotografia e video). Ringrazio ancora chi ci ha supportato, come Giovanna Romano, e tutti i partner e gli sponsor senza dei quali Art in the Dunes non sarebbe possibile. A titolo personale desidero ringraziare chi ha collaborato in vario modo a questo evento con grande impegno e generosità: gli amici e soci Piero Geminelli, Giordano Marcianelli e Nicola Sammartino. E’ stato un percorso complicato e a tratti disagevole, ma credo ne sia valsa la pena. Ringrazio infine i protagonisti veri di questa straordinaria V edizione: tutti gli artisti, i fotografi e i videomakers, davvero tutte straordinarie persone, e inoltre gli ospiti: i musicisti e i performers che hanno vivacizzato e reso più belle molte le serate della manifestazione. Questo catalogo è dedicato a loro.
INSTALLAZIONI
Antonella antinucci BIO pag. 74
Passepartout
(metamorfosi culturale di liberazione femminile) tecnica mista
8
sinossi Considerate di minor valore e oggetto di proprietà maschile, troppe donne subiscono quotidianamente violenza fisica e/o psicologica, che a volte esplode in forma di femminicidio. Per eliminare questa discriminazione, e recuperare il rispetto dell’integrità femminile, si deve agire sul cambiamento culturale, passepartout necessario per una seconda metamorfosi che trasformi abiti stretti e costrittivi, densi di sangue e morte, in una nuova via tracciata verso la libertà .
Nicola Antonelli BIO pag. 74
Fòrmico / CH2 O2 tecnica mista
10
sinossi Più che nel contesto della riserva naturale, l’opera trova la sua compiutezza formale e materica all’interno del quadro politico ed economico del Territorio d’ Abruzzo; forze sinistre e sotterranee, sostengono a mò di pira funebre una grande formica bianca agonizzante. La riserva naturale di Punta Aderci è chiusa come in una morsa, da una raffineria di idrocarburi alle spalle e dalla presenza di piattaforme per l’estrazione in mare.
Ho inteso rappresentare, quindi, il concetto di metamorfosi come trasformazione del rapporto uomo-natura, realizzando una forma che fosse composta da materiali derivati dalla lavorazione del petrolio. Ci troviamo dinanzi ad una creatura dalle dimensioni ingigantite oppure è la nostra attenzione verso le problematiche ambientali ad essersi ridotta?
savino bucci BIO pag. 74
P.I.N. - OCCHIO legno e cartapesta
12
sinossi L’idea muove dalla metafora di Pinocchio, dalle sue varie trasformazioni da pezzo di legno fino a diventare bambino, nella necessita di liberarsi dagli involucri “rigidi” in cui l’essenza di ognuno è imprigionata, dalla necessità di attraversare i cambiamenti. La scelta dei materiali è volontariamente “rigida”: legni recuperati dalla spiaggia di Punta Penna, carta e colla che assumono mescolandosi con il tempo una forma dura e immodificabile che rende prigioniera l’anima stesa che l’ha prodotta.
lia cavo BIO pag. 74
Hybrid tecnica mista (gesso e cemento bianco)
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sinossi A proposito di ibridi, un po’ animali, un po’ uomini, un po’ mostri. Le antiche civiltà non conoscevano l’esistenza degli ibridi, ma li utilizzavano come figure mitiche. Ibrido: tutto cio che è deforme, strano. Una forza dell’aldilà dev’essere intervenuta e perciò il mostruoso diviene segno del sacro. Le mie creature fiabesche, sembrano fuggite da una fauna medioevale o da un catalogo mitologico delle meraviglie. Il mio lavoro potrebbe essere letto come una visuale metafora dell’idea di diverso. Io stessa sono un innesto tra la cultura iperuranica canadese e la civiltà contadina abruzzese cui appartengo.
“la realtà è mutevole e sfugge ad ogni possibile definizione”
bruno cerasi BIO pag. 74
Human needs legno, fili, acciaio, ceramica, vetro e stoffa
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sinossi Opera che parte da basi sociologiche, nello specifico dal pensiero di Z.Bauman, sociologo contemporaneo. Egli parla di società e modernità liquide, in cui l’incertezza è uno dei principali elementi nelle singole vite degli individui ed anche nelle loro relazioni. Human needs è un’opera sulla contaminazione dei rapporti umani, sulla metamorfosi del concetto di relazione, di scambio.
Questo lavoro invita a sporcarsi nella responsabilità di situazioni subite, con lo scopo di sentire la leggerezza di una resistenza mentale in cui la tensione assume, nelle singole trame che collegano gli oggetti tra loro, profondità vicine ai bisogni umani, individuali e collettivi, con gesti di ripetizione quotidiana.
giuseppe colangelo BIO pag. 75
The mirrors of nature ferro e acciaio
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sinossi Goethe diceva che gli studi di scienze naturali gli erano serviti per comprendere la propria interiorità attraverso l’analisi delle parti fondamentali dell’essere della natura. La pianta, in quanto dotata di vita, è in continuo divenire, in continua trasformazione, mettendo in luce le condizioni in cui i fenomeni si manifestano nel gioco infinito della creatività della natura, che pur rinnovandosi conserva la sua unità. Non resta mai uguale a se stessa.
Questa immagine della pianta sempre in trasformazione può parlarci anche dell’essenza della natura umana, del suo incessante movimento interiore. La Natura, nel suo insieme, non è mai separata dal destino dell’uomo in quanto essa rappresenta per l’uomo che la osserva un immenso sistema di segni che di tale destino si fanno portatori.
c o l ly s i o n i A m e d e o M o n a c o , O t tav i o F e s ta , N u n z i a D i T u l l i o , V i v i a n a D ’A g o s t i n o
BIO pag. 75
Al di fuori legno, nassa e reperti marini
20
sinossi La metamorfosi non si manifesta solo esteriormente, con evidenti mutazioni che ne rendono intuibile i cambiamenti metafisici di un corpo, ma può essere invisibile anche interiormente. L’unione di questi aspetti legati da un’unica traccia di base, ha creato l’istallazione “Al di fuori”. Un elemento cubico formato da traverse in legno, crea una figura rigida e ben definita, ma allo stesso tempo che lascia traspirare e intravedere al di la di essa. Un non spazio ben definito. È solo la circoscrizione di uno spazio dove all’interno un
corpo informe, formato da una nassa da pesca, prende vita. Questa forma molle e non definita contrasta con la rigidità dal cubo e allo stesso tempo con gli elementi presenti dentro e fuori di esso. Il corpo centrale è come una placenta dove si creano nuove vite e forme che piano piano iniziano a uscire e prendere il loro posto nello spazio. Una metamorfosi naturale, un’evoluzione del corpo bianco e asettico che crea elementi rigidi e colorati che prendono vita e forme proprie, fino al compimento finale nell’ultimo stadio dell’uscita al di fuori del non spazio cubico che li racchiude come evoluzione finale.
Davide Cruciata in collaborazione con D. Paganelli e R. Cupaiolo
BIO pag. 75
La metamorfosi di Mirra legno, pietra e ferro
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sinossi Nel caos di membra attorcigliate a soffocare passione e dolore, è lÏ che si esprime la materia in metamorfosi, goffa e contorta; e genera nella sua limpida innocenza un’idea di perfezione e di vita.
N ata l i a D ’Av e n A / D av i d e D i F o n z o BIO pag. 75
Animarum legno, filo di ferro spinato, fibra di canapa e luci ad energia solare
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sinossi ANIMARUM da Status Animarum, stati delle anime, un tunnel e un nido, un passaggio realizzato in legno e filo di ferro spinato, che muta da una forma ad un’altra e che descrive la trasformazione e l’alterazione di un luogo in cui l’uomo che vi entra, ne esce offeso e ferito. Il nido, il luogo accogliente e sicuro che rappresenta, è brutalizzato dal filo di ferro spinato che sottrae ad esso il proprio significato per rimpiazzarlo con uno di forma più brutale, trasformandolo in prigione, in gabbia. L’ascendente sensazione di disagio è rimarcata dalla presenza di un percorso al suo interno che va dal bianco al rosso a
rappresentare il deterioramento del concetto di “casa” che si trasforma da luogo di protezione a luogo di sofferenza. Animarum vuole portare l’attenzione dell’uomo nei confronti dei cambiamenti del tessuto sociale e della società familiare in particolare, dove, problemi e incomprensioni generano difficoltà che provocano comportamenti anomali e crudeli come la violenza, il maltrattamento e il sopruso da parte di, e a danno degli stessi membri di un gruppo, di una famiglia, e che si nascondono nella stessa struttura che dovrebbe tutelare quei diritti inviolabili che spettano ad ogni essere umano.
Massimo Desiato (alias teschio urbano) BIO pag. 76
Dream tecnica mista
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sinossi L’installazione si compone di due elementi, un corpo trasparente sospeso e un’ampolla che racchiude una polvere (carbonato di calcio). La schiena dell’esile struttura si inarca, in prospettiva di un cambiamento, di una metamorfosi imminente, formando un ipotetico guscio/bozzolo, in simbiosi con il secondo elemento, rappresentato dal recipiente che contiene e racchiude la polvere, ricavata da due gusci d’uova consumate da me e da mia madre. L’opera vuole rappresentare la metamorfosi avvenuta, che forte della sua d’identità, come sinonimo di completezza, si rinnova ancora consumando se stessa.
Paolo Dongu BIO pag. 76
Metamorfosi legno e terracotta
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sinossi L’opera ha due livelli di lettura, il primo più diretto riprende il concetto kafkiano di metamorfosi della crisalide d’uomo che si trasmuta in insetto. Il secondo livello è da leggere come mutamento del mondo produttivo e del lavoro che da prodotto locale (made in Italy) si trasforma in un prodotto globalizzato (made in China), lasciando alle proprie spalle le ossa delle vittime, senza lavoro da una parte e sfuttamento dall’altra. Il tutto solo per denaro.
francesca falli BIO pag. 76
Meta/Morfosi di un albero tronchi d’albero, travi di legno, canne di bambÚ, lastre di alluminio
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sinossi Ho voluto rappresentare la metamorfosi subita dagli alberi che vivevano nel giardino della mia casa prima del devastante sisma che ha distrutto la mia città, L’Aquila. Spezzandosi dalle loro radici, gli alberi hanno interrotto il dialogo con la terra e con il cielo, interrotto il canto degli uccelli che ci vivevano, il vento che spazzolava le loro chiome.
È per questo che nella mia opera ho scelto di lavorare su ciò che rimane della natura che viveva accanto alla mia casa trasformandolo e facendolo rivivere con il mio intervento. I loro rami non saranno più immobili e le loro foglie sono sostituite con elementi in alluminio che rappresentano le nostre lacrime che si lasceranno trasportare dal vento caldo dell’estate.
claudio gaspari BIO pag. 76
Percorsi di vita filo di ferro
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sinossi Le farfalle guidate dal loro olfatto per cercare il nettare compiono delle traiettorie di volo irregolari, questo ha captato il mio interesse. Dalla metamorfosi del bruco alla farfalla ho riproposto in fil di ferro quel percorso o scarabocchi che si disegnano nell’aria, dando quel senso di leggerezza senza oltraggiare l’ambiente circostante ma sposandosi con esso.
Pascal Costantini/Berfu Bengisu Goren/Carmelo Manuel Tosto BIO pag. 76
Attraverso Metamorfosi tondini in ferro, canne autoctone
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sinossi L’installazione vuole far riflettere sul fenomeno della cementificazione delle spiagge italiane. Facendo sfumare tondini edili e canne, due materiali simili nella forma ma diversi nell’identità, si sottolinea il tema della metamorfosi. L’intento secondario è quello di far mutare l’identità dell’installazione che non deve essere più un punto focale sul quale concentrarsi, ma un punto dal quale partire. Infatti, attraverso tagli visivi che oltrepassano l’opera, si accompagna l’osservatore a concentrarsi su porzioni di paesaggio appositamente scelte.
ROBERTO MICOLUCCI BIO pag. 76
La farfalla tecnica mista
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sinossi La farfalla, metamorfosi per eccellenza! la crisalide è statica, enigmatica, muta, quasi inquietante, ma all’interno cova un insetto meraviglioso, innocuo e soprattutto libero di librarsi nell’aria in un volo quasi impalpabile. …la farfalla.
fabiola murri BIO pag. 76
Umanoteca spenta legno e lampade ad energia solare
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sinossi Si tratta di un’opera formata da una struttura esterna costituita da bancali di legno usati che formano un cubo (materia) nel quale sono racchiuse una fila di lampade a forma di palloncini bianchi alimentate da un pannello solare che converte la luce solare in energia elettrica (spirito). Sulle tavole dei bancali appaiono delle scritte. Esse sono il contenuto della poesia “Paura”. La parte interna dell’opera (lampade) sta ad indicare l’energia vitale del pensiero positivo; l’uomo, suo malgrado rimane incastrato nei retaggi della società che lo imprigionano, (cubo di legno) ma la sua luce interiore lo può trasformare,
spingendolo appunto alla metamorfosi. La metamorfosi si completa quando colui che osserva diventa parte dell’ istallazione divenendone il Dio ateo e assistendo alla trasformazione che avviene in se stesso consapevole del cambiamento. L’energia, libera e mutevole, non può essere né confinata né condizionata.
giuseppe muzii BIO pag. 77
Evo-involuzione tecnica mista
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sinossi Sul tema della metamorfosi gioca con l’evoluzione od involuzione umana (a seconda di come la si pensi) le tre figure rappresentano l’uomo primitivo sempre attivo, in tensione per la lotta della sopravvivenza che osserva l’uomo contemporaneo seduto al computer con lo sguardo allo schermo e non a ciò che lo circonda, al centro “madre natura” a mo’ di bilancia sorregge due cervelli, il primo più piccolo ingabbiato ed il secondo più grande poggiato su un nido ove si vede un gabbiano in volo.
maurizio righetti BIO pag. 77
Dalla terra al cielo legno, terracotta e smalto
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sinossi “In Natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma�
Marco Sciame BIO pag. 77
Human nature tele impresse da un corpo dipinto con colori body art
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sinossi Il colore impresso sulle tele della figura in movimento è l’impressione di una ballerina che nella sua danza di nascita dentro la realtà , scompare verso un orizzonte che porta verso il mare e la vita. La mutazione del corpo, dalle lenzuola allo spazio reale, avvera l’ultimo segreto della vena del pittore.
Alessandra Sforzini BIO pag. 77
VelALIbera tecnica mista
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sinossi La natura si trasforma e rifiorisce da catastrofi, dai grandi cambiamenti e movimenti geologici nonché dall’inquinamento e sfruttamento intensivo dell’uomo che, se da una parte la distrugge, dall’altra cerca in qualche modo di salvare le sue meraviglie. VelALIbera contiene in sé il concetto di “metamorfosi”: dalle vele (elemento antropomorfo), che esprimono il viaggio verso la libertà della natura, alle ali (elemento naturale) che consentono il volo libero degli uccelli, quindi la collaborazione dell’uomo con la natura per salvare se stesso!
debora vinciguerra BIO pag. 77
CittĂ di Fara terra cruda e terracotta
48
sinossi “...Non avere una meta ma cento Prova a ritornare perchĂŠ il ritorno da senso al viaggio...â€?
Le cento cittĂ di V. Costantini
Il faro come simbolo del ritorno. La casa, la madre. La madre terra. Il ritorno a se con un bagaglio nuovo di segni sul viso, luci ed ombre nuove negli occhi. E il tempo stretto nelle mani che non ritorna.
FOTOGRAFIA
Luana Balzano BIO pag. 77
Sbarco sulla duna 52
Marco Buccione BIO pag. 77
La farfalla 53
F. P a o l o C a n c i BIO pag. 77
La condizione umana 54
Patrizia Chiatti BIO pag. 77
Albagia 55
Renato Corradi BIO pag. 78
Flight from the tree 56
H e b e r D ’A l b e r t o BIO pag. 78
ArtInTheDunes/Untitled#1 57
C h r i s D ’A r c a n g e l o BIO pag. 78
A77RAV3R50 M37AM0RF051 58
Sandro D’Orazio BIO pag. 78
Over the hills and far away (cit. Led Zeppelin)
59
Marco De Archangelis BIO pag. 78
Prospeptica 60
Valentina Fitti BIO pag. 78
Gian Burrasca alle falde dell’ettomangiaro 61
Grace Garzone BIO pag. 78
Possessio 62
Lucio Inserra BIO pag. 78
Perseo e Andromeda 63
Nina Kanchura BIO pag. 79
L’arte della natura (lanterna solare)
64
Alessandra Madonna BIO pag. 79
Il nido dell’anima 65
Davide Pitetti BIO pag. 79
Butterflight 66
Marzio Santoro BIO pag. 79
Landa 67
Antonella Scampoli BIO pag. 79
#needsdreamsutopias 68
VIDEO
Christian Consalvo
Marco De Arcangelis
BIO pag. 79
BIO pag. 78
La(z)zara
Fiori di sabbia
sinossi
sinossi
“Ero felice. Ovunque io fossi, ero felice. In pace. Sapevo che le persone che amavo erano al sicuro. Lo sapevo bene. Il tempo non significava nulla, niente aveva forma, ma ero ancora io. Ed ero protetta, amata, ed ero salva. Completa. E adesso non ci sono più. Sono stata strappata via da questo luogo. Tutto qui è duro e luminoso e violento. Tutto quello che provo, tutto quello che tocco. Aspetto solo di vivere il momento successivo, e quello dopo, sapendo bene quello che ho perso.”
La metamorfosi della coscienza, nell’animo dell’uomo, troppe volte manipolati dai poteri forti, usati, costretti… Il male ha molti nomi, ma la speranza può cambiarci, spezzare le catene che ci legano. Un tema attuale, nella magnifica cornice di Art in the Dunes, per far riflettere sui futili motivi che spingono l’uomo a far del male all’uomo.
70
S t e f a n i a D e l l’ O s o
Lucio Inserra
BIO pag. 79
BIO pag. 78
Volo silenzioso
Lights of change
sinossi
sinossi
È di una anima senza volto né nome, lo sguardo silenzioso che vaga tra le dune, a contemplare l’uomo attraverso le sue idee disegnate nella natura. Lei, immersa tra paesaggio e arte, inizialmente smarrita si sente, poi, guidata nel suo cammino, nella ricerca delle sue risposte, del perché il suo corpo sia evaporato e la sua anima sia nuda, adesso. Attraverso le esperienze vissute accarezzando il mondo che la circonda, ripercorre la sua vita terrena, per poi accettare di volare verso l’orizzonte, lì dove il sole sorge al mattino per scaldare il mondo di chi vive la frenesia della vita, e non si accorge che a volte è necessario fermarsi, a respirare l’arte, la natura e ritrovare se stessi.
“Lights of change” rappresenta un percorso ispido e tortuoso, all’interno dell’io. In una lotta tra ragione e sentimenti, razionalità e irrazionalità, l’anima vaga osservando i vari strati del proprio essere, cercando di comprenderne le consistenze, al fine di trovare un nuovo punto di equilibrio.
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Marzio Santoro BIO pag. 79
Landa sinossi Giusto il tempo di assaporare, giusto il tempo di intuire, giusto il tempo di immergersi nella landa, alla scoperta di un mondo parallelo, dove le spine diventano denunce, dove le dune diventano segni, dove i fili d’erba diventano collegamenti. Pochi istanti, tanti pensieri, infiniti concetti che si esprimono e mutano e si manifestano e si nascondono tra la sabbia e il vento.
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biografie
artisti Antonella
antinucci Artista eclettica, è docente, poeta, scrittrice, fotografa e pittrice. Nel 2014 partecipa a “(Con)Fusioni” con l’opera su tela “Elettrocardiogramma di contaminazione/Il buco nero” e, come Liberty Project (Antonella Antinucci & Nina Kanchura), con la mostra fotografica “LA DONNA - Trilogia del nero/Trilogia del bianco”, acuta analisi sulla condizione femminile. Alla silloge “Burqa di vetro”, contro il femminicidio, la giuria presieduta da Maria Luisa Spaziani ha assegnato il primo premio alla XXI edizione del Premio Letterario Nazionale Scriveredonna. Con il racconto “Il pesce rosso”, ispirato a un episodio della vita di Gabriele D’Annunzio riportato nell’autobiografia di Isadora Duncan, è vincitrice assoluta della X edizione del Premio Città di Colonna - La Tridacna (Roma) nella sezione dedicata al Vate. Allieva della Scuola Nazionale di Drammaturgia diretta da Dacia Maraini, ha studiato con le più grandi personalità del teatro contemporaneo.
nicola
antonelli Sono nato a Lanciano (CH), il 2 Giugno del 1975. La mia attenzione per l’arte, la materia e la comunicazione nasce intorno al 2000, in particolare il mio interesse ha riguardato la scultura e, nell’ambito di tale disciplina, ho partecipato a diversi simposi. Da anni collaboro con associazioni, enti o amici con i quali condivido per il territorio e per le intrinseche forme simboliche di cui esso è depositario. Dagli inizi della mia carriera artistica ad oggi, ho scoperto ed affinato la capacità di cambiare con disinvoltura vari e molteplici medium al fine di costruire senso e significato. Ho partecipato, quando ero studente di belle arti presso L’Aquila, a workshop
diretti da artisti di fama internazionale, quali Marcel.lí Antúnez Roca e Enzo Umbaca. Ho realizzato percorsi multimediali e performance, su temi quali la rivolta partigiana e sul concetto di memoria nel secondo dopo guerra e la tragedia della Shoah. Ho realizzato opere calandomi nelle tematiche ambientali ed antropologiche mediante installazioni video-performative all’interno di musei, piazze, treni, boschi e campagne delle mie zone. Cerco, attraverso il mio lavoro, di rappresentare e di dare fondo a tutte le istanze interpretative, siano esse: filosofiche, scientifiche o antropologiche.
savino
bucci Laureato in Sociologia all’ Università “La Sapienza” di Roma nel 1980; insegnante di Economia Aziendale presso l’istituto “G. Spataro” di Casalbordino. Scrittore per diletto di racconti brevi ha pubblicato sulla collana “racconti” casa editrice Pagine. Ha frequentato un corso biennale di perfezionamento in “Didattica Generale e Sperimentale” e “Comunicazione Multimediale Didattica” presso l’Università di Ferrara. In possesso del Diploma Triennale di “Esperto nella conduzione di laboratori di Arteterapia Plastico-Pittorica” conseguito presso “l’Associazione Italiana studi sulle patologie dell’espressione e Arteterapia”. Partecipa per la seconda volta all’evento Art in the Dunes.
lia
cavo Lia cavo si diploma nel 1994 al Liceo artistico di Teramo e nel 1999 all’Accademia di belle arti a Carrara con indirizzo scultura. Nel 1996 vince una borsa di studio, vive e frequenta un anno all’Accademia di belle arti a Maastricht in Olanda specializzandosi nella scultura contemporanea e disegno fantastico. Sempre nel 99 svolge diversi simposi in Italia, di cui uno a Viareggio finalizzato alla scultura di
cartapesta con Oliviero Toscani. Nel 2000 consegue un master a Roma con la specializzazione in calcografia con la docenza di Domenico Annicchiarico. Negli anni successivi esegue simposi ottenendo diversi titoli e premi. Realizza maschere e scenografie per gruppi musicali e compagnie teatrali. Nel 2002 lavora presso una ludoteca in provincia di Bergamo dove vive per alcuni anni. Nel 2003 si trasferisce in Sardegna dove si occupa di decorazione e design d’interni. Nel 2005 si trasferisce in Abruzzo dove vive e lavora come scultrice e realizzatrice di installazioni. Attualmente svolge laboratori di scultura e cartapesta presso scuole, istituti privati e associazioni.
bruno
cerasi Nato a Bologna nel 1983. Vive e lavora a Roseto degli Abruzzi (Te). Si diploma all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila in Grafica d’Arte, nel 2013. I suoi progetti sono un aggrovigliato sistema di resistenze mentali e fisiche, trasformati in codici materici alla costante ricerca di un’armonia d’elevazione spirituale. Ha esposto in Italia e all’estero in mostre personali e collettive, tra le quali, le più recenti: Human Needs, Collegio Ghislieri, Pavia (2014); Mutaforma, la prima Biennale d’Arte Giovane Abruzzese, a cura di Lucia Zappacosta, Museo Michetti, Francavilla (2014); Human Needs, a cura di Lucia Zappacosta, Alviani ArtSpace, Aurum, Pescara (2013); 6th International Student Triennial, Marmara University, Istanbul, Turchia (2013); Apertamente a cura di Andrea Oppenheimer, Lucia Zappacosta e Jane Katarina di Renzo, Palazzo Palladini Biondi, Pescina e Palazzo INGV, L’Aquila (2013); Rediscover – Documenti degli anni ’70 per la stagione in atto a cura di Lucia Zappacosta e Renato Bianchini, Alviani ArtSpace, Aurum, Pescara (2013); L’Orto dell’Arte a cura di Lea Contestabile, Marcello Gallucci e Carlo Nannicola, Castello Piccolomini, Ortucchio, L’Aquila (2013). Ha rappresentato L’Accademia di Belle Arti di L’Aquila in occasione del V Premio Nazionale “Ugo Guidi” di Massa – Carrara (2013).
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giuseppe
colangelo Nato a Liestal, Svizzera, nel 1968, si è diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto nel 1988, in arte dei metalli e dell’oreficeria. Successivamente ha concluso gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, sezione scultura (1992). E’ seguita una fase di insegnamento, come docente di Storia dell’arte e Linguaggio Visuale, prima presso il Liceo Artistico di Lecco, poi presso il Liceo Artistico di Basilea (Svizzera), dal 1998 insegna Discipline plastiche presso l’Istituto d’Arte di Perugia, Lanciano e Chieti. La sua attività di ricerca ha seguito in modo significativo i vari settori delle arti visive: scultura, pittura, grafica, cinema, fotografia e nella didattica attraverso progetti artistico-educativi allestendo il Laboratorio Sperimentale d’Arte “Dallo scarabocchio alla creatività” rivolto a minori, all’integrazione e ai diversamente abili. Ha preso parte a numerosi Simposi Internazionali di Scultura, in particolare XV Simposio Internazionale di Scultura a Carrara, Morphè e Tragitti nella Provincia di Cremona, Scolpire in Piazza a Sant’Ippolito (PU), Vergnacco (UD) ed Orzinuovi (BS) . Numerose sono le sue partecipazioni a mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, in Svizzera, America, Australia, Spagna, Olanda, Cina, Belgio, Germania e diversi i premi e le menzioni ottenuti. Dal 1994 ha organizzato e diretto le manifestazioni come CastigliArte, il Premio Primavera presso la Galleria Artis di Basilea e al Consolato Generale d’Italia di Basilea. Dal 1998 Ha organizzato e diretto i Simposi di Scultura SCULPERE a Rapino (CH) in collaborazione con la Biennale di Venezia & Sensi Contemporanei, a Castiglione Messer Marino (CH) e Sambuceto (CH), “MAYA” a Palena (CH), “Forme nel territorio della Marrucina” Canosa Sannita (CH); “Scultura Live” a Pescopennataro (IS); “Incontaminazioni Art Workshop_07” a Celenza sul Trigno (CH), “Happening di Land Art–X SALVARTI” a Tufillo (CH). In occasione dell’Abete 2012 di Pescopennataro (IS), ha diretto il Simposio Internazionale di Scul-
tura_LIVE a ROMA. Attualmente è docente di Discipline Plastiche e Scultoree presso il Liceo Artistico di Lanciano (CH).
c o l ly s i o n i Ottavio Festa nato a Vasto il 28/09/1988. Dopo la maturità al liceo artistico B.Jacovitti a Termoli si diploma al triennio di pittura dell’ Accademia di Belle Arti a Urbino proseguendo al biennio specialistico in Grafica con un Erasmus a Nìmes in Francia. Partecipa a diverse collettive e personali di pittura e illustrazione nel vastese ad Urbino, Nìmes e Montpellier. Amedeo Monaco nasce nell’Aprile 1986. Dopo la maturità parte per Milano dove si Laurea in Scienze dell’Architettura al Politecnico di Bovisa. Si trasferisce a Venezia dove presso lo IUAV si Laurea nella Magistrale di Architettura. 2013 espone a “Lancianofiera Abitare Oggi” e “BOXX” a Montesilvano. 2014 Psychedelus a Cupello. Nunzia Di Tullio nata a Vasto l’ 8/03/1991 ha frequentato l’istituto d’arte dal 2006 al 2010, l’Università di ingegneria-Architettura all’Aquila dal 2010 al 2013. Partecipa a due mostre espositive e a vari concorsi di disegno. Viviana D’Agostino nata a Vasto il 2/02/1991 frequenta il Liceo Artistico B. Jacovitti. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Macerata in Scenografia per poi trasferirsi a Roma per proseguire gli stessi studi.
davide
cruciata Nato nel 1971. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte di Cantù, si diploma presso l’Istituto di Interior Design di Milano nel 1993. Dal 1997 è in Abruzzo dove si occupa di restauro, di scultura e artigianato artistico.Effettua corsi di mosaico. Vive e opera a Monteodorisio dove tra l’altro è presidente del Circolo Fermenti.
natalia
d ’av e n a davide
di fonzo Davide di Fonzo vive e lavora a Spoltore (PE), si diploma in maturità artistica nella sezione accademia presso il Liceo Artistico “G. Misticoni” nel 2008 e in seguito, fino all’ A.S. 2011/12 collabora attivamente con i docenti e la direzione del proprio liceo. Nel 2009 entra a far parte di “SOMS” - società operaia di mutuo soccorso - di Spoltore (PE) collaborando al progetto “Comuni riuniti per L’Aquila”, e partecipando alla 26° edizione dello Spoltore Ensemble. Negli anni successivi si susseguono numerose collaborazioni, espone e partecipando attivamente a mostre, simposi e concorsi sul territorio nazionale. Lavora nel campo fotografico, scultoreo e pittorico, privileggiando il disegno a penna, la fotografia analogica e l’uso di argilla e pietra esprimendosi nei temi più svariati. Natalia D’Avena si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “L. V. Pudente” di Vasto nel 2006. Diversi i temi trattati nel corso degli anni; sacro e profano, con una spiccata preferenza per la figura della donna. Una donna dapprima sensuale e poi, con il passare del tempo, sempre più dolce e materna. Ha all’attivo diverse mostre collettive e partecipazioni a numerosi concorsi nei territori dell’Abruzzo, Molise e Puglia, ottenendo sempre buoni risultati e grandi consensi da parte delle varie giurie specializzate nel settore. Predilige i colori primari e l’uso dei toni decisi e in qualche modo sconvolgenti che regalano forti suggestioni ed emozioni, facendo di lei un ottimo e convincente esempio di “espressionismo giovanile”. Insieme collaborano da gennaio 2013, partecipando a numerose collettive d’arte.
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Massimo
desiato (alias Teschio Urbano) Quello che mi muove è la continua analisi e la curiosità per i materiali più disparati, sapere come nascono e quali processi riescono a trasformarli sia nella forma che nella sostanza. Le tecniche utilizzate nella ricerca spaziano tra il recupero di materiali abbandonati e l’analisi delle forme, studiandone i legami simbiotici.
Vasto (CH), sezione di Architettura e Arredamento 1989. Nel 1993 si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Attualmente risiede e lavora a San Salvo (CH), il suo laboratorio è una valigia con gli attrezzi per la Scultura. Dal 1992 opera in campo artistico tra mostre personali, collettive e simposi di Scultura in Italia e all’estero.
Costantini Bengisu Goren Tosto
paolo
dongu Paolo Dongu nasce a Chivasso (TO) il 16 Gennaio del 1967, il suo incontro con la pittura avviene all’improvviso nel 1988, da autodidatta si getta a capofitto nella sperimentazione e nello studio di tecniche del passato, fino a perfezionare uno stile proprio, nel contempo compie esperienze nel campo della scenografia teatrale e dell’effetto scenico a tromphe l’oeil, negli ultimi anni incontra il mondo della street art e delle installazioni.
francesca
falli
Francesca Falli è nata a L’Aquila dove vive e lavora. Ha studiato decorazione pittorica all’ Istituto Statale d’arte dell’Aquila, grafica pubblicitaria all’ Istituto Europeo di Design di Roma e pittura all’accademia di belle arti dell’Aquila. Nel 1983 inizia la sua professione di grafico. Ha esposto con mostre personali in Italia e all’estero.
claudio
gaspari Claudio Gaspari nasce a San Salvo (CH) nel 1970. Consegue il diploma di maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte
Pascal Costantini nasce nel 1983 a Maracaibo (EE). Nel 1984 la famiglia si trasferisce in Italia dove sin da piccolo è attratto dal mondo dell’arte, passione che coltiva tra i banchi di scuola. Per molti anni abbandona, ma senza mai perderlo di vista, questo mondo. Il fervore ricompare, quando a Bologna, inizia a frequentare corsi e master inerenti al mondo del Design Industriale, campo nel quale lavora da 12 anni. L’introspettiva ed incessante ricerca della propria passione progredisce nel 2009 quando si iscrive presso la Facoltà di Architettura, considerando Design ed arte discipline facenti parte della materia d’Architettura. Ad oggi porta avanti il proprio lavoro da designer in concomitanza con i suoi studi. Carmelo Manuel Tosto nasce a Catania nel 1990. Dal 2004 al 2009 frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Catania, sez. Architettura e arredamento, operando in diversi campi dell’arte. Nel 2009 si trasferisce a Cesena, dove frequenta la Facoltà di Architettura. Da qui inizia il proprio percorso di studio ed esperienza artistica legati al mondo dell’architettura e dell’urban design. In questi anni partecipa, inoltre, a diversi workshop tra Catania, Cesena, Milano e Turchia. Nel 2013 si trasferisce per un anno ad Ankara, dove frequenta la Middle East Technical University e lavora per tre mesi nello studio di architettura “ONZ Architects” prendendo parte a due competizioni e ad un progetto esecutivo. Berfu Bengisu Goren nasce ad Ankara nel 1990.
Inizia il suo percorso formativo in architettura nel 2008, presso la Middle East Technical University. Nel 2011 il suo interesse per la storia dell’architettura italiana la porta a trasferirsi in Italia. Dopo un esperienza accademica/lavorativa di un anno a Bologna, si diploma in architettura in Turchia. Inoltre ha effettuato varie esperienze in contesti italiani e turchi, tra cui collaborazioni per la progettazione di opere site-specific e workshop sull’architettura e sulla fotografia. Al momento sta svolgendo un master in Interior Design presso il Politecnico di Milano. Il suo obbiettivo è creare un ambito professionale di intervento che comprenda settori in cui i confini tra arte e architettura si confondono.
Roberto
Micolucci Diplomato presso l’Istituto d’Arte della città frentana, da sempre si impegna nel campo artistico portando avanti una ricerca di libera sperimentazione. Principali esposizioni: 1996 (Caltanissetta), 1997 Galleria Il Canovaccio (Roma), FierArte (Lanciano), 1998 Galleria Spazio Arte (Spoleto), 2004 Sala espositiva comunale (Teramo), Fiera d’Arte Contemporanea VitArte (Viterbo), 2005 Galleria d’Arte Gallery (Montesilvano - Pe), 2007 Palazzo di Città (Gallipoli), Galleria Raphael Art Gallery (Lecce), Corfù, Palace (Grecia), Biblioteca Centrale (Helsinki - Finlandia), Palazzo dell’Accademia (Tirana - Albania), 2008 Galleria dell’Uva (Ferrara), Salon Art Shopping Carrousell du Louvre (Parigi), 2009 Galleria Spazio Sempione (Milano).
Fabiola
Murri
Nata ad Aarau (Svizzera) risiede e vive a Pescara. Pittrice e poetessa autodidatta ama sperimentare ogni forma d’arte, ha partecipato a molteplici mostre nazionali ed internazionali, vincitrice del Premio D’Annunzio 2011 realizza la sua prima mostra personale nell’aprile 2014 presso le ex scuderie del Palazzo dei Duchi di Acquaviva di Atri.
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Giuseppe
Muzii
Vive ed opera a Vasto sua città natale, il suo lavoro si pone a cavallo tra arte povera e poesia visiva dando un ruolo predominante a quest’ultima. Schivo ed un po’ scorbutico, la sua ultima personale è stata al Museo delle Genti d’Abruzzo nel settembre 2013.
Maurizio
Righetti Vive e lavora a Santa Maria Imbaro (CH). Negli ultimi 15 anni ha esposto in personali e collettive in varie località abruzzesi (Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara)e all’estero (Germania e Olanda). I suoi lavori sono in terracotta, legno e dipinti realizzati in tecnica mista su legno.
lieri a Rieti (2005) realizza, oltre al ritratto della cantante, vetrate pittoriche in stile Liberty. Dal 2009 vive a Vasto, insegna teatro e pittura continuando la sua attività pittorica.
Debora
Vinciguerra Sono nata a Lanciano il 28.9.’73. Ho frequentato l’ISA della mia città, con scarsi risultati. Lavoro un anno. Poi decido di frequentare l’ABA di Macerata e la concludo. Cinque anni indimenticabili. Mi avvicino alla ceramica già dai tempi degli studi superiori, piuttosto per pecunia . Con il tempo è diventata una passione. Attualmente vivo a Lanciano e lavoro l’argilla per realizzare i miei manufatti. Mi occupo inoltre di laboratori rivolti ai bambini.
Sforzini
Alessandra Sforzini nasce a Roma dove frequenta il corso di Scenografia presso l’Accademia di belle Arti. Lavora per anni a Roma come scenografa teatrale e realizza trompe-l’oeil in locali pubblici e case private. Collabora come arredatrice-progettista in diversi studi tra Roma,Vasto e Lucca dove, trasferitasi nel 2003, realizza inoltre trompe-l’oeil per conto di architetti e società che esportano il suo lavoro anche all’estero. Nel restauro della villa di Lina Cava-
Nasco 34 anni fa a Lanciano. Appassionato di fotografia fin da piccolo, negli anni ho iniziato a studiare questa disciplina in modo via via più sistematico, seguendo corsi e seminari. Le mie preferenze riguardo i generi fotografici vanno al paesaggio contemporaneo. L’importante è che ci sia una storia coinvolgente da raccontare: questo, infatti, è l’elemento che mi spinge a “entrare” in una situazione ed a scattare. Negli ultimi quattro anni ho potuto esporre mie opere nell’ambito di eventi in Abruzzo e nel resto d’Italia. «Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà “come”, mentre altri di natura più curiosa si chiederanno “perché”.» (Man Ray)
canci
sciame
Alessandra
buccione
f. p a o l o
marco
Diploma di Accademia di Belle Arti di L’Aquila dove esegue anche un corso speciale di performance artistica. Dal 2006 inizia la sua carriera da pittore dopo aver svolto l’attività di fumettista per oltre 10 anni. Dal 2011 esegue performance e regia di performance con altri performers ed avvia la sua ricerca nella ritrattistica.
marco
fotografi luana
balzano Luana Balzano, classe ‘88, studentessa di lingue e letterature straniere. Nonostante i miei attuali studi mi avvicinino alla Cina, la fotografia è stata e sarà sempre presente nella vita. E’ una passione che mi accompagna sin da quando ero piccola e che cerco di coltivare ogni volta che posso.
Sono nato a Vasto un po’ di anni fa. Mi diletto da sempre, con le misteriose fotocamere, a cercare di leggere una realtà un po’ diversa da quella che ci appare quando guardiamo ma non vediamo. Con un pizzico di vanità ho inviato qualche scatto ad “Art in The Dunes” e mi sono ritrovato preso in questo gioco “serio”. Non mi riconosco né tempra né carattere di artista, ma mi piace vivere e leggere il territorio in cui vivo. Un territorio, questo, cui mi sento molto legato e che considero, non senza qualche gelosia, “mio”.
patrizia
chiatti Appassionata di fotografia, da autodidatta e con corsi non professionalizzanti ha approcciato la tecnica prima analogica poi digitale. Ultimamente si è concentrata sulla fotografia di scena, ai laboratori teatrali e al teatro sociale. Ha studiato antropologia e ha lavorato nell’ambito dell’organizzazione teatrale, anche in progetti di spettacoli ambientati nella natura.
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renato
corradi Un mezzo: la fotografia aiuta occhi e mente nella ricerca, non solo meramente estetica, dell’essenza e dell’intimità delle cose. Dalla fotografia naturalistica a quella documentale, una intimistica ed entusiastica ricerca di nuove esperienze accompagna e sottende i progetti, promuovendo una evoluzione continua della visione, mentre mi ricorda l’importanza di portare la macchina fotografica con umorismo, compassione e curiosità. Renato Corradi è un medico abruzzese che vive a Termoli (CB) coltivando la passione per l’ambiente e la cultura dei luoghi in compagnia di una macchina fotografica.
heber
d ’a l b e r t o Classe 1979, si forma e lavora nell’ambito Informatico ma, fin da piccolo, si appassiona alla fotografia (analogia) per infine acquistare, dopo varie peripezie, la sua PRIMA reflex personale. A partire da quel giorno non ha più smesso di scattare e, soprattutto, di imparare. Impegnato anche nel sociale come Volontario di Protezione Civile e Soccorritore Sanitario Laico, condivide il suo percorso di vita con la moglie Virginia ed il figlio Paolo.
chris
d ’a r c a n g e l o Christian D’arcangelo nasce il 07 novembre 1981 a Ortona piccolo paese in provincia di Chieti poi trasferitosi con la famiglia a Francavilla al mare. Era un bambino con una corporatura minuta e un carattere vispo, sempre sorridente e combina guai. Cresciuto sempre nell’arte anche non essendo figlio di artista si innamorò della fotografia alla età di 25 anni. Nel 2007 per la prima volta andò a New York per vacanza/studio se ne innamorò così tanto che ogni anno visita la grande mela partecipando
nel 2009 al “new york photography competition” con una serie di scatti che si tiene nel quartiere di Dumbo a Brooklyn diventando a tutti gli effetti uno “streetphotographer” con il nome di “Chris”. Collabora con diverse aziende nel campo della moda e marketing, feste private, eventi/concerti e ristorazione. Creatore di “humangeneration” “paradise24x36” “life in a day” “we don’t need another hero” progetti in fase di sviluppo e work in progress.
sandro
d’orazio Cresciuto osservando mio padre armeggiare con la sua Pentax, a 15 anni la passione mi ha contagiato. Per anni mi sono dedicato ai ritratti seguendo poi il reportage, genere che mi ha premiato anche in ambito internazionale. Mi esprimo indifferentemente con varie tecniche fotografiche, dall’analogica al digitale, passando per la fotografia istantanea. Ho partecipato alla rassegna (CON)Fusioni 2014, inusuale mostra sull’incompiuto. L’ultima pubblicazione è del dicembre 2013, la monografia “Dalla Terra al Fuoco”, edito dalla Menabò di Ortona.
MARCO
DE ARCHANGELIS Nato a Lanciano, programmatore informatico, specializzato in arti grafiche e disegno, continua il suo percorso artistico con la fotografia.
VALENTINA
FITTI
Domandai un giorno ad un bambino quanti anni avessi. Egli rispose: “cinquanta!” D’allora compresi che la crescita non fosse un processo così chiaro e mi rassegnai, senza sforzarmi troppo, a dirmi sottosviluppata in ogni senso, soprattutto, da quanto prima, all’altezza. Avrei voluto giocare a pallavolo, ma ero bassa, volevo diventare una nuotatrice professionista,
ma ero bassa, volevo fare l’hostess, ma ero bassa, volevo fare la cantante, ma ero bassa, e non so nemmeno perché uso l’imperfetto dacché bassa tuttora sono. Le uniche cose per cui la bassezza si è dimostrata un dato indifferente sono la scrittura e la fotografia che mi fanno vedere a doppio. Lì mi son rifugiata e, non lo dico per scherzo, nelle parole e nelle immagini mi sento la persona più gigante del mondo. Il 29 ottobre 1988 venni alla luce e d’allora non smetto un secondo di voler sorridere.
GRACE
GARZONE Ho sempre ricercato un mezzo con cui esprimermi. Dopo alcuni tentativi con la pittura e la musica sono approdata alla fotografia. Quando mi regalarono una reflex e un corso di fotografia finalmente trovai lo strumento e le conoscenze per farlo. Il mirino sembrava il prolungamento naturale dei miei occhi. Da qui è partito il progetto “Myeyeismysanctuary”, fatto di ricerca e di sperimentazione, in cui l’intento non è quello di rappresentare la realtà, ma di creare atmosfere e comunicare sensazioni partendo da essa.
lucio
inserra Nato a Benevento il 14 dicembre 1977. Fotografo, video-maker, montaggista. Appassionato sin da giovanissimo alla fotografia, entra da subito nel mondo della fotografia professionale. Avendo lavorato sin dall’inizio con la pellicola, conserva questa passione anche nell’era del digitale. Dal 2006 organizza corsi di fotografia di base ed avanzati. Nel 2013 Fonda il circolo fotografico “Officine della Luce”, allo scopo di diffondere la cultura fotografica. Approfondisce negli anni la ricerca fotografica nel capo artistico. “La fotografia non è un solo un modo di vedere il mondo...è un modo di vivere, di rapportarsi con le persone e con le cose, non è mai un prendere, ma è un dare e un ricevere.
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Le immagini prendono vita nelle menti di chi le osserva. Chi crea immagini non può fare a meno di considerare tutto ciò”.
nina
kanchura Nina Kanchura, artista poliedrica nata a Kiev (Ucraina). Docente-coreografa, performer, fotografa e pittrice con il nome d’arte Amarin, ha partecipato a numerosi concorsi, mostre ed eventi. Nel 2014 è finalista al Concorso “Arte per il cinema” con l’opera “L’appesa (The hanged woman)” (2013), esposta presso il Palazzo Odescalchi a Roma, e al Concorso Internazionale “Mario Dell’Arco” (Roma). Partecipa a “(Con) Fusioni 2014” con l’opera in catalogo “Intelligenza superficiale” (2013) e, come Liberty Project (Antonella Antinucci & Nina Kanchura), con la serie fotografica “LA DONNA - Trilogia del nero (2013) /Trilogia del bianco (2011)”, acuta indagine sulla condizione femminile. Vive a Pescara.
alessandra
madonna
Vasto (Ch) il 04/03/1987. (2005) Maturità classica. (2008) Laurea Psicologia(Università La Sapienza-Roma), (2011) Psicologia Marketing e Comunicazione. (1992) si avvicina allo studio del pianoforte e affianca agli studi classici quelli di improvvisazione Blues. (2008) Articolista per “Camminando insieme”. (Lug/2013) “Art in The Dunes”. (Ago/2013) 1°premio concorso fotografico “In Movimento”. (Nov/2014) Collettiva d’arte “Emozionarti” Paola (cs). (Dic/2013) personale fotografica “Femme Noire” Libreria Mondadori-Vasto (Ch). (Gen/2014) “WineArts” (Vasto) in collaborazione con la “Nuova Libreria”. (Ago/2014) “Sunday Arts” San Salvo Marina.
davide
pitetti Sono nato nel maggio del 1983, ad oggi sono un artigiano Piastrellista, nel 2011 ho finalmente acquistato la mia prima reflex per dare sfogo a quella voglia di immergermi nel mondo fotografico. Da allora non ho smesso mai di fotografare, di leggere, di seguire anche solo con immagini i grandi maestri della fotografia... come un grande fotografo che mi ha dato le basi per poter capire questo nuovo mondo chiamato da lui luce forma con questo mondo fatto di luce e forma.
marzio
santoro Nato il 9 agosto 1990, è laureato in Design alla Sapienza di Roma. Porta avanti la sua innata passione per la fotografia e la post produzione. Nel 2014 parallelamente parte il suo viaggio all’esplorazione del videomaking che gli frutta subito un primo premio per il cortometraggio “Mammuth architecture” girato in collaborazione con Davide Di Fonzo. Oggi a 24 anni dopo aver osservato attentamente il mondo che lo circondava ed aver riempito i container interiori, decide di iniziare ad esprimere ciò che ha dentro per fare nuovo spazio.
antonella
scampoli Antonella Scampoli, appassionata di fotografia fin da giovane, ha studiato prima come autodidatta, ha frequentato poi un corso base ed uno avanzato di fotografia presso il fotografo Roberto Colacioppo. Da diversi anni fa parte dell’Associazione “Social Photography Street 6212” grazie alla quale ha partecipato a diverse mostre. Mostre collettive 2012: Immagina, Artisticamente; 2013: Immagina, Snaps presso il MusAA, Una gran bella differenza; 2014: Instrada, Riscatta la città, (Con)fusioni.
videomakers Christian
consalvo Nato a Lanciano nel 1990. Si avvicina alla danza in tenera età. Dopo la maturità classica entra a far parte dell’Accademia M.A.S. di Milano con indirizzo TV-Show, diplomandosi nel 2013. Nel 2012 entra nella Compagnia di Danza Contemporanea “Lost Movement” come performer e regista. Nell’estate del 2014 organizza e si occupa come direttore artistico della prima edizione del “FLIC - Festival Lanciano In Contemporanea”. Come regista e video maker realizza i seguenti video: “Daily Mirror” promo virale per la compagnia “Lost Movement”; “Through The.” cortometraggio per il “FLIC - Festival Lanciano In Contemporanea”; “When You Play” videoclip del gruppo musicale “Joel”.
marco de archangelis Partecipa alle sezioni fotografia e video; la biografia è presente nella sezione “fotografia”
stefania
d e l l’ o s o Stefania nasce ad Atessa il 2 novembre 1978. Incline sin da piccola alle arti figurative, si concentra sugli studi scolastici prima ed universitari poi. Quasi al termine del corso di Laurea in Economia Aziendale, scopre una forte attrazione per il cinema che diventa oggetto di studio nella sua tesi di laurea, nella sua doppia accezione artistica ed economica. Dal 2006 arriva il lavoro in banca e l’ispirazione da cui nascono video quali Inerme (2007), Oltre il mio orizzonte (2009), Forgiveness (2010), Tra cielo e terra (2011), Blue Day (2012), La pazzia del perdono (2012), il profumo dei colori a pastello (2014) e Volo Silenzioso (2014). Il video diventa così mezzo di esplorazione di sé e del mondo.
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lucio inserra Partecipa alle sezioni fotografia e video; la biografia è presente nella sezione “fotografia”
marzio santoro Partecipa alle sezioni fotografia e video; la biografia è presente nella sezione “fotografia”
concerti hexperos Nel loro nuovo album intitolato Lost in the Great Sea, presentato con grande successo di pubblico e vendite al teatro Schauspielhaus di Lipsia per la 23 edizione del Wave Gotik Treffen, gli Hexperos hanno voluto rendere omaggio all’ arte Pre Raffaellita, ma non solo. Natura, celtismo, elementi mitologici, sono un leitmotiv degli Hexperos. Lost in the Great Sea è un album dedicato a viaggiatori reali e sognatori, tempi antichi, amanti, alle donne del passato che potevano viaggiare solo con la fantasia, ma che sono state grande fonte di ispirazione per gli artisti uomini di tutti i tempi.
lilia Lilia è il nome di una giovane cantautrice e del suo progetto. Le vibrazioni che generano la sua musica danno vita ad intrecci di suoni e parole che cambiano forma, fluttuando leggeri in uno spazio dai colori cangianti. Crea tappeti di voci che diventano veri e propri strumenti utilizzando loop creati in tempo reale, accompagnandoli con trame di suoni elettronici, piccole tastiere e percussioni generate da drum-machine. Il 7 giugno 2014 è uscito il suo nuovo EP, “44”, in download gratuito su http://liliamusic.bandcamp.com/
olotropica Il progetto Olotropica è nato da un anno, nonostante i 5 membri della band si conoscano da tempo e abbiano già suonato insieme diverse volte. La formazione è così composta: Pierluigi Di Cesare al basso, Paolo Di Cesare alla chitarra, Riccardo Pezzopane alla tastiera, Michele Musti alla batteria e Valentina Di Cesare, alla voce. Per ora gli Olotropica si esibiscono nei locali come formazione fissa perlopiù in Abruzzo e delle Marche, proponendo musica cantautoriale italiana (De Andrè, Dalla, Battisti, Capossela, Paolo Conte, tutto in acustico) e contemporaneamente lavorando su pezzi propri di cui la cantante è autrice per la parte testuale, mentre i musicisti si occupano degli arrangiamenti. I brani degli Olotropica sono molto introspettivi con un sound molto particolare: il loro rock melodico con influenze grunge, si sposa bene con la delicatezza dei testi.
piccola underground orchestra Fan girare sempre piu’ velocemente il loro mappamondo. Il loro concerto “Viaggio Senza Bagagli” è un rincorrersi e accoppiarsi di suoni, lingue, odori, sensi, umori. Ogni brano accoglie variopinti riferimenti: Africani, balcanici, italici, irlandesi, latino americani. Tanti puntini che i giovani musicisti Abruzzesi paiono voler unire utilizzando il tema del viaggio.
taluna duo Versatili e istrionici tornati recentemente da un lungo tour in Messico e Stati Uniti, i Taluna in versione duo presentano un repertorio di brani originali della cantautrice pescarese Gaia Mobilij musicista, polistrumentista per cui la musica è una necessità , ha sempre fatto parte della sua vita. Le ultime esperienze l’hanno por-
tata a comporre qualcosa di più personale, sintesi di tutte le sue esperienze umane e musicali. Insieme a Giuseppe Leone abile percussionista e cantante ,mescolando suoni provenienti da tutto il mondo, alternando fisarmonica , percussioni e voce, realizzano uno spettacolo suggestivo ed emozionante arricchito da pezzi tradizionali riarrangiati dal Balkan alla Cumbia, passando per il Mediterraneo.
performers marco
sciame elisabetta
bonfÀ
Le onde del colore, musiche di Danilo Florio. La performance di Marco Sciame, in collaborazione di Elisabetta Bonfà, è la trasposizione de più complessa opera Human’s end, ideata dal pittore, opera itinerante ed interpretativa di sempre diversificate identità. Il corpo della ballerina, nella sua dinamicità contrapposta alla staticità della riflessione di chi genera arte, trasmuta dal momento della nascita verso una vita cercata ed aspirata, ma costretta a fare i conti con una realtà disperante. Il corpo cammina, si trascina sui teli e le impronte testimoniano forze e respiri fino ad un ultimo distacco dalla madre terra in uno sconvolgente passaggio dimensionale. L’opera incita alla rinascita dopo la morte o presunta tale, verso una rigenerata e migliore esistenza. Marco Sciame, diploma di Accademia di Belle Arti di L’Aquila dove esegue anche un corso speciale di performance artistica. Dal 2006 inizia la sua carriera da pittore dopo aver svolto l’attività di fumettista per oltre 10 anni. Dal 2011 esegue performance e regia di performance con altri performers ed avvia la sua ricerca nella ritrattistica. Elisabetta Bonfà nata a Roma, inizia gli studi di danza dall’età di 15 anni, nel 2011 frequenta il corso presso il centro Electa Creative Arts di
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Eleonora Coccagna studiando la tecnica classica, neoclassica, contemporanea, contemporanea di ricerca, floor work e contact. 2011-2012: danzatrice nella Compagnia Pescara Dance Festival diretta da Paolo Londi, partecipa a Festival come Nutrimenti e Interferenze con sue produzioni. Collabora con coreografi nazionali ed internazionali e attualmente è danzatrice nella compagnia Antonio Minini.
barbara
leone
La chiave dell’ascensore Performance teatrale tratta da un monologo di Agota Kristof. “C’era una volta una giovane e bella castellana...Ascoltatemi!” La sensazione di una ferita di cui non si poteva avvertire il pericolo, che non sanguina ma è molto dolorosa e che stupisce per l’amicale perfidia. Barbara Leone, diplomata presso la scuola di teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” come attrice di prosa; ha collaborato con diverse compagnie teatrali fra cui la “Katzenmacher” di Alfonso Santagata, e molti artisti come Elena Bucci, Pierre Byland dal teatro, alla danza, al circo. Si occupa di teatro interattivo e performativo facendo rivivere in scena maschere e personaggi del mondo tragicomico, dalla vita al teatro e dal teatro alla vita.
letteratura cristina
mosca
Presentazione del libro Loro non mi vedono (Ianieri edizioni, 2014) Credete sia difficile vivere. Voi non sapete quanto sia difficile morire. Non sapete cosa significa guardare ad ogni alba volti liquefatti sui cuscini, circondati da una infinita pena: pupille che tradiscono l’augurio di morire, morire presto. Voi non conoscete il desiderio del perché non prendi
me, pur di non vedere, non testimoniare l’arsione pazza che divora le cellule più giovani. Non vedete irrigidirsi le vene lungo le braccia dei padri e dei mariti quando le unghie si incidono nei palmi, quasi a voler trattenere la persona amata come un lenzuolo tirato di notte. Ma la vita, al contrario di quello che ci insegnano, non è aria, non si tiene ferma nei pugni chiusi. Loro non mi vedono segna uno spartiacque nella produzione letteraria di Cristina Mosca, un vero e proprio salto nella maturità piena della sua scrittura, una raccolta di racconti che lascerà il lettore senza parole. L’hashtag di Loro non mi vedono è #LNM. Cristina Mosca, classe 1980, nasce a Giulianova ma presto si trasferisce a Pescara, dove attualmente vive e lavora. Laureata in Lingue e Letterature straniere, dal 2007 è giornalista pubblicista. Nel 2005 esordisce con il romanzo breve Chissà se verrà alla mia festa con il Premio Valerio Gentile (Schena), nel 2006 pubblica la Silloge Pierrot scalzo (Tracce). Nel 2007 esce il suo secondo romanzo E donne infreddolite negli scialli (Schena). Loro non mi vedono è la sua prima raccolta di racconti ed il primo volume della nuova collana Bartleby (Ianieri edizioni), a cura di Federica D’Amato.
giuria installazioni bianca
campli Bianca Campli, storica d’arte, ha svolto l’attività di docente per 25 anni presso l’Istituto Statale d’Arte di vasto e per 15 anni presso l’Accademia per le Arti e Scienze dell’immagine de L’Aquila, fino all’interruzione dell’attività dell’Accademia a seguito del sima del 2009. Nel corso dei 15 anni di attività accademica si è occupata di molti temi, producendo studi e dispense su “Il ritratto”, “L’arte delle donne”, “la body-art”, “Permanenze del Classico”, “il Bello
nell’arte” e “il Brutto nell’arte”. Attualmente collabora con L’università delle Tre Età di Vasto, dove anima i corsi di Storia dell’Arte e Linguaggio cinematografico. Come presidente del club UNESCO di Vasto, organizza incontri, mostre e dibattiti e scrive su argomenti culturali. Vive e lavora a Vasto.
Antonio
d ’a r g e n t o Antonio D’Argento è nato a Francavilla al Mare il 24 gennaio 1949. Ha conseguito la maturità classica presso il Liceo Ginnasio Statale G. D’Annunzio di Pescara e si è laureato in giurisprudenza presso l’università degli Studi di Bologna. E’ avvocato iscritto all’albo presso il Tribunale di Chieti. Nel 1975 è entrato nella vita politica locale e per 5 legislature è stato assessore alla Cultura e Sindaco di Francavilla al Mare. Dal 1991 è stato nominato Segretario generale della Fondazione Michetti, di cui è anche membro del Comitato Tecnico Scientifico. E stato ispettore onorario del Ministero per i Beni Culturali ed è collaboratore del Nucleo per il patrimonio artistico dei Carabinieri. Ha fondato e presieduto Associazioni e Comitati per lo sviluppo culturale ed artistico del territorio. Dirige il Museo d’Arte Contemporanea e Moderna della Fondazione Michetti. Intrattiene rapporti con maestri artisti e critici d’arte a livello nazionale.
domenico
del bello Domenico Maria del Bello, è nato a Lanciano. Ispettore Archivistico Onorario per l’Abruzzo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Presidente dell’IGM Istituto di Gestione Museale” svolge la sua attività professionale nell’ambito dei beni e servizi culturali occupandosi di archivi, biblioteche e Musei. Dal giugno del 2002 ha curato la gestione dei ser-
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vizi al pubblico del Museo Diocesano di Lanciano. Nel 2003 e 2004 è stato Coordinatore della “Settimana della Cultura” della Città di Lanciano. E’ stato membro della Commissione Tecnica per il Sistema Museale della Provincia di Chieti e della Commissione Tecnica per il Polo Museale di Lanciano. Ha svolto lavori di riordino e inventario presso numerosi comuni della provincia di Chieti: Atessa, Guardiagrele, Lanciano, San Vito Chetino. Collabora con numerose istituzioni, sia pubbliche che private, per la tutela la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale nazionale. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, anche su supporto multimediale, aventi per oggetto la promozione del territorio e dell’arte abruzzese.
michele
montanaro Diploma presso il I Liceo Artistico di Torino (1986). Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna (1992). Restauratore musivo e lapideo. Pittore e scultore, partecipa a numerose mostre, organizza e cura esposizioni collettive di pittura e scultura e pubblica alcune raccolte di poesie. E’ stato socio fondatore e presidente dell’associazione culturale Opificio AlterArs ed è attualmente presidente dell’associazione culturale Eikòn. Dal 2012 è docente esterno di Restauro del mosaico all’Accademia di Brera. Dal 2004 vive e opera a Monteodorisio (Ch). Dal 2009 cura la manifestazione Art in the Dunes presso la Riserva Naturale di Punta Aderci.
paolo
s p o lt o r e Paolo Spoltore è nato a Lanciano il 7 gennaio 1946. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte di Lanciano, nel 1963 si trasferisce a Milano e per un breve periodo frequenta l’accademia di Brera, conosce Marino Marini e s’innamora della scultura. Ritornato a Lanciano comincia a modellare ritratti e figure e sperimentare con materiale povero la ricerca neoplastica.
Nel 1968 viene incaricato come docente di “ornato e figura modellata” presso il Liceo Artistico di Pescara e nel 1971 con Andrea Pazienza, prima suo allievo e successivamente suo collega, instaura rapporti di scambio, di profonda stima e amicizia. Nel 1972 insieme ad un gruppo di artisti frentani fonda a Lanciano il Centro d’Arte “ IL CUBO”. In questo periodo ha l’opportunità di conoscere e relazionarsi con artisti affermati come: Ennio Calabria, Carlo Levi, Franz Borghese, Valter Piacesi, Renato Castellani, Michele Cascella e Mario Ceroli. Da questo momento in poi la sua ricerca plastica si caratterizza principalmente nell’uso del legno e inizia una serie di installazioni con tematiche ambientali e sociali. Nel 1975 è presente alla “quadriennale dei giovani” di Roma, viene invitato alla mostra internazionale F.P. Michetti a Francavilla al Mare, e nel 1976 alla mostra di arte contemporanea “Premio Vasto”. Nel 1978 ottiene la cattedra di “Plastica ed Educazione Visiva” all’Istituto Statale d’Arte di Lanciano Dal 1980 si occupa di comunicazione multimediale, promuovendo interventi e performances a scala territoriale. Nel 1984 espone a Parigi al “ Palazzo delle Nazioni” e nel 1986 al Castello Ducale di Crecchio gli viene organizzata la sua prima mostra antologica “Forma Scultura 1970-1985”. Nel 1996 al Castello Spagnolo de L’Aquila gli viene attivata dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Artistici per l’Abruzzo, la seconda mostra antologica “Guerrieri nel tempo 1986-1996”. All’inizio degli anni novanta realizza grandi sculture in legno ad essenze policrome, come “Minotauro - nel segno della mitologia” dove la semplicità del legno, unita alla forza espressiva del segno dell’artista danno vita a vere icone del tempo. Nella metà degli anni 90° si appassiona all’uso dei metalli, e attraverso la poetica del recupero realizza guerrieri del passato, forme zoomorfe, totem e semidei che riecheggiano la forza e l’irruenza degli albori della civiltà. Ha realizzato numerose esposizioni personali e realizzato varie sculture monumentali per prestigiose commissioni pubbliche.
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giuria foto e video arianna
di tomasso Nasce e vive a Pescara dove ha fondato ed è Segretario dell’Associazione Culturale San Benedetto di cui è Responsabile dell’area Cinema e Teatro e Letteratura e Poesia. Dal 2011 ad oggi è ideatrice e D. A. di Settimo Senso Film Festival, concorso per cortometraggi di registi esperti ed esordienti con cui ha rappresentato l’Abruzzo alla Fiera dei Balcani di Mostar e dal 2012 di Premio Aurum per il Cinema e la Scrittura che ha visto la sua seconda edizione rappresentata nell’ambito della stagione culturale del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera per il 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio.
andrea
malandra Regista, realizza vari video tra cui: Isofromatem. Concorso Scrittura e Immagine del festival del cortometraggio di Pescara ’94. Selezionato al Nickelodeon di Spoleto ’94. Buccia riciclata Finalista a Bellaria Festival ’95 nella sezione 150” a tema fisso, segnalato alla Biennale Visiva Festival di Roma ’95. Musica da camera. Menzione speciale della Presidenza all’VIII Festival Internazionale del Cortometraggio Concorso Monique Barberini, 2001 Pescara. Tra il 2010 e il 2012 realizza il film in tre atti, Daviding, tratto dalla Graphic Novel “David Boring” di Daniel Clowes. E nel 2013 realizza il cortometraggio, Pescara 2013 – Il tipolo dannunziano, film surreale sulla figura di D’Annunzio. Laureato al D.A.M.S. di Bologna in Filmologia. È membro del direttivo dell’associazione Artisti per il matta di Pescara, rete di associazioni culturali e artistiche. È presidente dell’associazione culturale Nohaybanda che si occupa di rassegne e festival cinematografici. Come fotografo realizza il progetto NovaPe, una riflessione di estetica urbana sulla città di Pescara.
enrico
nicolo’ Enrico Nicolò è nato a Roma nel 1957. Compiuti gli studi liceali classici, si è laureato in Ingegneria elettronica. È ricercatore scientifico. Si è occupato di linguaggio della comunicazione fotografica. Dal 2001 collabora con “La Voce Periodico abruzzese”, sia sotto il profilo letterario, sia sotto quello fotografico autoriale. Scrive di fotografia anche come critico e curatore. È redattore della rivista bimestrale di arte, cultura e attualità “International Urbis et Artis”, per la quale cura la rubrica “Arte Fotografia”. È fotografo artista. Ha esposto in mostre fotografiche personali e collettive a Roma, Verona, Asolo, Fossacesia, Lanciano, Redding (California), Londra e Praga. Ha vinto, per la sezione Fotografia, il Primo Premio della seconda edizione del concorso-esposizione “Premio Internazionale Biennale d’Arte di Asolo” e, alla terza edizione della Biennale, il Premio Mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura di Praga. È risultato tra i vincitori dei “Single Image Awards” nel concorso della rivista americana Black & White Magazine for Collectors of Fine Photography. Ha pubblicato i libri di fotografie in bianco e nero “Oltre il visibile” (Polyorama Edizioni, 2013) e “Sgridò i venti e il mare - Intuizioni di immagini dai Vangeli” (Palombi Editori, 2013) e, con Rivista Abruzzese Editrice, la piccola monografia “Vorrei avere lacrime che mi bagnino gli occhi” (2013). Sue fotografie sono presenti in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.
ry Johansson, Rinko Kawauchi, Anouk Kruithof, Joachim Schmid, Donald Weber. Dopo essere stata responsabile della comunicazione per la casa editrice Postcart, attualmente è redattore del magazine Rearviewmirror, ufficio stampa e consulente fotografico per DER LAB uno studio multidisciplinare con base a Roma specializzato nel campo della fotografia documentaria . Il suo lavoro fotografico è rappresentato dall’Agenzia Luzphoto nella sezione “Avantgarde” dedicata ai giovani talenti.
enzo
testa Enzo Francesco Testa di Lanciano classe 1976, fotografo e filmaker freelance. Diplomato all’Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagine dell’Aquila, ha frequentato corsi di perfezionamento e specializzazione presso la scuola romana di fotografia di Roma. Lavora principalmente a Roma per società di produzioni cinematografiche e televisive. In collaborazione continuativa con enti socioculturali, realizza proiezioni video per spettacoli teatrali, eventi musicali e mostre d’arte. Con i suoi scatti ha partecipato a numerose esposizioni collettive. Curioso, riflessivo e sognatore, da anni si dedica con passione autentica, sincera e disincantata alla realizzazioni di servizi video, dalla ripresa delle immagini, al montaggio, alla fotografia e quindi alla regia dell’intero prodotto.
pamela
piscicelli Pamela Piscicelli nasce ad Atessa (CH) nel 1978. Dopo gli studi giuridici all’Università La Sapienza di Roma, cambia strada e si dedica alla fotografia e alla scrittura. Nel 2011 termina il master triennale della Scuola Romana di Fotografia. Nel 2012 segue il corso di 3/3 sull’editing e la costruzione del libro fotografico. Ha inoltre frequentato workshops con Rob Hornstra, Ger-
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