Art in the Dunes 2012

Page 1



Art in the Dunes è ormai un appuntamento consueto che aggiunge originalità ed estro alla bellezza della Riserva di Punta Aderci ed è tra gli appuntamenti più attesi dell’estate vastese. Il connubio fra arte e natura è un messaggio di speranza in un mondo che di pace con la natura e con la bellezza ha sempre più bisogno. Sono felice che questo messaggio veda Vasto protagonista. Luciano Lapenna - Sindaco di Vasto

Nell’incipit del suo bel libro Fra terra e mare (guida botanica alla Riserva di Punta Aderci) l’amica Caterina Artese scrive “alla bellezza ed all’amore che sembrano perire così miseramente”. Malinconia a parte, la frase mi è tornata alla mente scrivendo queste righe di saluto della Riserva ad Art in the Dunes. Una manifestazione, credo unica per le coste italiane, dove l’esposizione dell’ingegno di artisti locali e non, si compenetra magnificamente con la bellezza delle dune della spiaggia di Punta Penna. Ha ragione Caterina. La perdita della bellezza… e dell’amore nel senso più vasto del termine sono l’emergenza verso la quale coloro che SANNO che “tutte le cose sono collegate…” devono indirizzare parte cospicua del loro impegno. Arte in the Dunes da tre anni va in questa direzione. Le ventidue opere, esposte ai margini del camminamento in legno sul retro delle dune di una spiaggia unica, trattano temi anche duri (titolo di quest’anno è “Krisis”, appunto) che fanno pensare, ma è giusto così. Anche una visione idilliaca della natura è fuorviante e Art in the Dunes non ci risparmia niente, meno che mai un futuro trionfale e senza dubbi... fortunatamente! Stefano Taglioli – Cogecstre, Riserva Punta Aderci

3


Krisis

“Bisogna essere un mare per accogliere un fiume immondo, senza diventare impuri. Ecco, io vi insegno il superuomo: egli è il mare, nel quale si può inabissare il vostro grande disprezzo.” Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra

Natura e Arte. Un incontro straordinario e vitale. Art in the Dunes è giunta alla sua terza edizione e riesce sempre a sorprendere, a incuriosire. Per quest’anno ci siamo posti un tema, la crisi, e un obiettivo: la realizzazione di un catalogo. Le edizioni precedenti purtroppo ne erano prive. Per ovviare alle carenze degli anni scorsi, almeno in parte, abbiamo voluto inserire le foto delle le opere esposte nel 2010 e nel 2011 e dare così l’idea di un progetto che ha già le sue piccole radici, grazie alla proposta che ci fece tre anni fa Stefano Taglioli, della cooperativa Cogecstre, per inaugurare l’appena ultimato percorso pedonale tra le dune. Perché un tema? Intanto perché in questo modo si è potuto lavorare su un idea comune. E poi perché abbiamo sentito il bisogno di parlare, con il linguaggio che ci è più congeniale, della crisi, di questa crisi che coinvolge (quasi) tutti noi, in un modo o nell’altro, e che sembra ci accompagnerà ancora per un po’. L’arte, infatti, non può avere solo una funzione decorativa e a anzi, può rivelare un punto di vista diverso, interpretando la realtà e il momento storico in cui opera. Né potrebbe farne a meno, credo. A volte può risultare perfino “indigesta” nel farlo (l’arte contemporanea spesso lo è) e abbandonare i canoni di bellezza consueti, ma la Natura ci insegna che all’interno della bellezza convivono enormi contraddizioni, tanto che può essere al tempo stesso incantevole, magica, benigna e pure terrifica, crudele e matrigna. Ogni cultura, d’altra


parte, accanto ad una propria concezione del Bello, ha sempre affiancato una propria idea del Brutto: la mitologia greca era ricca di figure quali fauni, ciclopi, chimere e minotauri, considerate mostruose ed estranee ai canoni di bellezza espressi dalla statuaria di Policleto o di Prassitele. Non c’è dubbio, poi, che la crisi [ingl.: crisis; fr.: crise; ted.: Krise; sp.: crisis] è ormai una parola-chiave del nostro presente, una categoria discorsiva e interpretativa da cui non possiamo prescindere: abita la nostra lingua quotidiana, plasma la nostra percezione del mondo, pervade ogni interstizio delle nostre vite. Ideologie, equilibri geopolitici, economia, modello di sviluppo, famiglia, sessualità, cultura, rapporto tra le generazioni, attesa del futuro: tutto ormai vive all’ombra della crisi, in bilico tra la rassegnazione malinconica al declino e il tentativo più o meno utopico di uscirne, anche in modo antagonistico e conflittuale. Ma in ogni epoca si è verificato, però, un momento di crisi, e non dobbiamo cadere nella tentazione di pensare che la crisi sia un elemento peculiare del nostro presente. In un libro pubblicato nel 1966, The Sense of an Ending, Frank Kermode giudicava «un luogo comune quello di parlare della propria situazione storica come eccezionalmente terribile e, dunque, in un certo modo privilegiata, come se fosse punto cardinale del tempo», come se la crisi che viviamo sia preminente, più tormentosa o più interessante delle altre crisi. In realtà ogni momento di crisi compendia in sé la prospettiva della fine e la prospettiva dell’inizio, con una tipica ambivalenza semantica che rimanda a due paradigmi fondamentali della filosofia della storia occidentale: da un lato l’Apocalisse, l’attesa escatologica della fine del mondo che ha abitato innumerevoli profezie, narrazioni, cicli pittorici e terrori collettivi; dall’altro la Transizione, l’idea di vivere in un’epoca di passaggio tra due periodi molto

diversi tra loro, quando la decadenza di un mondo diventa complementare all’attesa di un rinnovamento radicale, alla nascita di un mondo nuovo. Del resto, il mito ciclico e stagionale legato al significato profondo di «nella mia fine è il mio principio» (secondo la definizione di Eliot in Little Gidding, l’ultimo dei Four quartets) si ritrova in modo trasversale in tutte le civiltà antiche: basta pensare alla figura della Fenice, ricordata già nel libro dell’Esodo e poi da Erodoto come parte del culto dei morti degli Egizi, e poi ripresa nel racconto di Ovidio nelle Metamorfosi e da lì entrata a far parte degli stilemi classici della letteratura occidentale. La stessa tradizione cristiana, peraltro, presiede al rito di morte e resurrezione. Non a caso, l’etimologia del termine crisi (dal greco krísis, derivato dal verbo kríno) rimanda al duplice significato di separazione e scelta/decisione/giudizio. La crisi insomma lacera, separa, segna un cambiamento drastico (positivo o negativo) tra due diverse fasi, pone alternative molto nette che richiedono una decisione risoluta e la capacità di cogliere il momento giusto per agire (vedi ad esempio la crisi di passaggio dalla giovinezza all’età adulta, cioè l’attraversamento di quella che Conrad ha chiamato The Shadow Line). Dunque gli artisti in questa edizione si sono cimentati a loro modo nell’interpretazione di questo tema così attuale e insieme così universale, ed è interessante notare come in molti hanno curiosamente sottolineato l’aspetto positivo della crisi, hanno voluto indicare cioè la luce in fondo al tunnel, con un atteggiamento di speranza. Il messaggio è: possiamo uscirne. Dipende da noi. Dipende anche da come investiremo le nostre risorse. Forse la creatività può dare un contributo. Michele Montanaro 5


IL NIDO DI PESCE DUNA ettore altieri 6


VIA DELLA ILLUMINAZIONE lino alviani 7


spettatore della crisi giuliano badaracco 8


THE FAMILY giuseppe colangelo 9


bauhole ESCE DUNA NOME COGNOME compagnia imago 10


tante teste senza corpo davidE cruciata 11


ak-47 buy now! natalia d’avena 12


forziere ermetico o miraggio gregory di carlo 13


al di lĂ della fine davide febbo - lavinia barracco 14


the wheel turns brunella fratini 15


ho fame claudio gaspari 16


pensieri sterili partoriscono parole inutili manuelita iannetti 17


achab vanni macchiagodena 18


aspettando tempi migliori roberto micolucci 19


biomasse michele montanaro 20


la stanza di giulia giuseppe muzii 21


VOGLIO SOGNI DURI COME LE PIETRE, PERCHé LA VITA NON ME LI POSSA DISTRUGGERE (JIM MORRISON) stefania palmieri 22


anima ribelle (non uccidete i nostri sogni) sara quida 23


culla maurizio righetti 24


noi oggi emy rocchi 25


ciĂ’ che si semina si miete angela rosini 26


punto di vista gabriella sirignano 27


EDIZIONI PRECEDENTI


2010

sguincio

ettore altieri

trasparenze

giuliano badaracco

civiltĂ

francesco bevilacqua

29


semi con germogli

i d’intorni del brodetto

hunter

la torre di babele

giuseppe colangelo

paolo dongu

30

davide cruciata

cecilia falasca


m’ama non m’ama

pesci fuor d’acqua

la sentinella

SENZA TITOLO

claudio gaspari

vanni macchiagodena

littorio, altieri

roberto micolucci

31


omaggio a paul valĂŠry

PRIMO QUARTO

un viaje

SENZA TITOLO

michele montanaro

sara quida

32

giuseppe muzii

lucilla serafino


2011

cerchi che ingabbiano i pesci Babi ettore altieri

piccolo passo

nicola antonelli

trasparenze

badaracco, suriani

33


sogni d’estate

il nido

l’ultima croce

insieme

francesco bevilacqua

davide cruciata

34

giuseppe colangelo

antonio d’angelo


p.g.m.

sabbie mobili (è l’Italia che affonda)

aquatic maxi

traccia d’onda

costanzo d’angelo

cecilia falasca

paolo dongu

claudio gaspari

35


a-bronzato

la previdenza

la giostra

carmen votivum

ivan iannucci

vanni macchiagodena

36

michele labriola

valentino magnani


la finestra sul mare

in speculum

roberto micolucci

michele montanaro

sono uscito a comprare il tabacco, torno subito

i fiori del mare

giuseppe muzii

stefania palmieri

37


Javier y Pilar (creature del mare)

ANGEL OF THE SEA

la cellula

alien exodus

sara quida

luciana salvatore

38

RAY-K

davide scutece


il mondo

lucilla serafino

il dubbio

simona stivaletta

navigare

giulietta spadaccini

eroica

salvatore travascio

39


ETTORE ALTIERI

artisti 2012

(Zurigo, 1965) Diploma di Maestro d’arte i presso l’Istituto d’Arte di Vasto, 1984. Diploma di Maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto d’Arte di Vasto, 1986. Diploma di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, 1990. Studia e lavora in Belgio. Vive e lavora in Germania per studiare le tendenze tedesche. Ha svolto attività di ricerca in bronzo e marmo, vincendo borse di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Budapest (Ungheria) e presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia (Polonia). Specializzazione nella lavorazione del bronzo e della pietra presso l’Unione Artisti Plastici di Bucarest (Romania). Ha partecipato a diverse mostre e simposi internazionali di scultura. Attualmente lavora nel suo studio di Lentella su una ricerca compositiva tra la pietra e il bronzo. > tel. +39 347 0800976 > ettorearte@hotmail.com IL NIDO DI PESCE DUNA

Filo di ferro arruginito, pietra della Maiella. Sinossi:

Il nido corroso e corotto, dove il pesce nasce e rinasce verso un futuro incerto. La crisi...

LINO ALVIANI

Il punto d’arrivo dell’attuale pittura prende corpo da un back-ground culturale che si può far risalire alla cultura americana degli anni ’60, quando lo studio attento di scrittori e poeti come Jack Kerouac, William Borroughs, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, Gregory Corso, cominciarono a 40

spostare l’attenzione verso un sentimento espressivo di meditazione e, naturalmente, di concettualizzazione della fase pittorica, anche perché la parola d’ordine che ne derivava era: ”allargare l’area della coscienza”. Pittore, scultore, acquerellista, fotografo, poeta, ha tenuto mostre in U.S.A. (New York City, Yonkers, Mahopac, Yorktown, New Rochelle, Rye, Bronxville, Memphis, Cambridge), Giappone (Tokyo, Kyoto), Taiwan, Francia, Olanda, Inghilterra, Guatemala, Italia (Roma, Pescara, Napoli, Sulmona, Sanremo, Teramo, Trevi, Rimini, L’Aquila, Giulianova, Reggio Calabria, Messina, Monterosso Calabro, Isole Eolie, etc.), Russia e Spagna. > tel. +39 368 7661777 > lino.alviani@tiscalinet.it VIA DELLA ILLUMINAZIONE

Ferro, stoffa, pietra, colore, vernice Sinossi:

Nessuno ci può salvare tranne che noi stessi. Nessuno può e nessuno ci riesce, solo noi possiamo attraversare il percorso. Niente è eterno. Ci sono soltanto due errori che uno può fare lungo la strada della verità: non finire o non cominciare.

GIULIANO BADARACCO

(Vasto, 1970) È pittore Informale autodidatta, per “un urgenza di ricerca che da un decennio mi sollecita sul mondo emozionale. Attraverso estemporanee, collettive e mostre personali, lancio con la mia pittura, una furiosa dichiarazione di guerra all’idealismo, alla credenza secondo cui al termine dell’atto percettivo/intuitivo/creativo si raggiunga soltanto un’idea e non già la cosa stessa, nella sua carne e nel suo spessore.


“In questo tipo di arte il senso dello spazio è invece abissale, di un’allucinata forza d’impatto” (G. Badaracco). Infatti “la sfida alle modalità canoniche di rappresentazione mimetica, al dogma idealistico che riconosce come finalità dell’atto artistico la reificazione depotenziata di un adamantino mondo ideale, è portata avanti dal Badaracco in maniera assolutamente personale. La sua è una pittura evenemenziale, per cui la produzione di una complessa e mutevole rete di significati risiede nell’evento creativo in sé. “ (Andrea Di Nardo). > tel. +39 340 2529165 > giuliano70@hotmail.it Spettatore della crisi

Smalti e acrilici su plexiglass (50x125) Sinossi:

Questa opera nasce come grido di ribellione verso la crisi subita come forma di comunicazione del vedere tutto nero, anche nostro malgrado. Il colore dell’anima dell’artista sottende al desiderio di affacciarsi a speranza ed a mostrarsi in prima linea nel difficile momento storico.

GIUSEPPE COLANGELO

(Liestal, Svizzera, 1968) Si è diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto nel 1988, in arte dei metalli

e dell’oreficeria. Successivamente ha concluso gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, sezione scultura (1992). La sua attività di ricerca ha seguito in modo significativo i vari settori delle arti visive: scultura, pittura, grafica, cinema, fotografia e nella didattica attraverso progetti artistico-educativi allestendo il Laboratorio Sperimentale d’Arte “Dallo scarabocchio alla creatività” rivolto a minori, all’integrazione e ai diversamente abili.

Ha preso parte a numerosi Simposi Internazionali di Scultura, in particolare XV Simposio Internazionale di Scultura a Carrara, Morphè e Tragitti nella Provincia di Cremona, Scolpire in Piazza a Sant’Ippolito (PU), Vergnacco (UD) ed Orzinuovi (BS). Numerose sono le sue partecipazioni a mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, in Svizzera, America, Australia, Spagna, Olanda, Cina, Belgio, Germania e diversi i premi e le menzioni ottenuti. Dal 1994 ha organizzato e diretto le manifestazioni come CastigliArte, il Premio Primavera presso la Galleria Artis di Basilea e al Consolato Generale d’Italia di Basilea. Dal 1998 Ha organizzato e diretto i Simposi di Scultura SCULPERE a Rapino (CH) in collaborazione con la Biennale di Venezia & Sensi Contemporanei ed a Castiglione Messer Marino (CH), “MAYA” a Palena (CH), “Forme nel territorio della Marrucina” Canosa Sannita (CH); “Scultura Live” a Pescopennataro (IS); “Incontaminazioni Art Workshop_07” a Celenza sul Trigno (CH), “Happening di Land Art–X SALVARTI” a Tufillo (CH). Attualmente è docente di Discipline plastiche presso il Liceo Artistico di Chieti e dirige il Museo della Pietra “C. Marinelli” di Pescopennataro. Svolge la propria attività artistica a Castiglione Messer Marino (CH). > tel. +39 333 5979397 > colangelo_giuseppe@yahoo.it THE FAMILY

Noce e siporex. Sinossi:

In tutte le società civili, la famiglia rappresenta il fondamento, la cellula fondamentale, il cui buon funzionamento garantisce un andamento positivo dell’intera società. Oggi viene considerata un’istituzione superata, da più parti contestata e respinta. Eppure se la famiglia muta, se i ruoli al suo interno vanno ripensati e reinventati, essa rimane un’istituzione che va sostanzialmente sostenuta e difesa.

“per quanto possa apparire terribile e repellente la dissoluzione della famiglia a opera del capitalismo, esso finisce per creare il fondamento economico per una forma superiore della famiglia e del rapporto fra i due sessi” (Marx, Il Capitale)

COMPAGNIA IMAGO

Compagnia Imago: Domenico Antonucci, Guido Pantoni, Pierluigi Fabrizio, Riccardo Di Pasquale. Siamo un gruppo emergente che si è definito dopo anni di esperienza in camera oscura: fotografando, sviluppando, studiando e sperimentando.abbiamo seguito un percorso aritroso in controtendenza al progresso tecnologico del digitale. > compagniaimago@gmail.com BAUHOLE

Fotografia stenopeica. Sinossi:

La rappresentazione della “realtà” in un periodo di “krisis”. Una fotografia, risultato di un binomio contenitore/foro, ottenuta per mezzo di un baule che per decenni è stato il custode di risparmi,beni primari e personali. Oggi, tramite un foro apportato su di esso, vogliamo riscoprire il suo antico valore, come contenitore di luce,di speranza in questo periodo di crisi..

DAVIDE CRUCIATA

Davide Cruciata (1971). Dopo gli studi all’Istituto d’Arte di Cantù, si diploma nel 1993 presso l’Istituto Interior Design di Milano. In seguito ha svolto il 41


suo praticantato in alcuni studi di architettura a Bolzano e Milano. Nel 1997 si trasferisce in Abruzzo dove comincia a occuparsi di restauro archeologico e architettonico. Designer, scultore e mosaicista, ha esposto in numerose mostre collettive a partire dal 2005. Vive e opera a Monteodorisio dove è presidente, fra l’altro, del Circolo Fermenti, ed è socio dell’associazione culturale Opificio AlterArs. > tel. +39 347 9364140 > davide.cruciata@yahoo.it TANTE TESTE SENZA CORPO

Installazione con vari elementi. Sinossi:

TANTE TESTA SENZA CORPO, ecco cosa siamo. Questa società, ormai in declino, è in crisi a causa della stupidità individuale; non siamo più in grado di sviluppare pensieri, idee... da questo scaturisce anche l’involuzione commerciale ed economica, in un mondo basato su una ideologia consumistica. Siamo ridotti a servi di una società che ignora l’essenza stessa della vita. Cultura, scienza, ideali e personalità, sono schiacciati ed umiliati. Siamo un numero, creiamo ricchezza per qualcuno che approfitta di noi, riducendoci ad una banconota svalutata e povera. RITORNIAMO A PENSARE CON LA NOSTRA TESTA. Riprendiamoci la nostra vita, diamo forza alle nostre idee. I due manichini, uno nudo e l’altro vestito, rappresentano due corpi senza anima, la balla di fieno con la forca e la paglia rappresentano la speranza nella Madre Terra, la colonna sta ad indicare la possibilità di poterci ricostruire.

NATALIA D’AVENA

Natalia D’Avena da inizio ai suoi studi scegliendo l’Istituto D’Arte “L. V. Pudente” di Vasto (CH) diplomandosi nel 2006. Si affaccia nel panorama artistico molto presto, classificandosi al primo posto al 42

concorso di arte estemporanea “IncontrArti al Borgo” di Vasto (2004); dove per la prima volta, sperimenta quella che poi diventerà la sua migliore espressione, ovvero la pittura ad olio. Non disdegna comunque, anche altre forme d’arte ed espressione, come la scultura, l’acrilico e il fumetto (secondo posto al concorso “Vignetta umoristica” di Lanciano, 2005). Diversi i temi trattati, nel corso degli anni, nelle sue opere; sacro e profano, con una spiccata preferenza per la figura della donna. Una donna dapprima sensuale e poi, con il passare del tempo, sempre più dolce e materna. In questi anni Natalia ha partecipato a numerosi concorsi, non solo in Abruzzo, ma anche in Puglia e Molise, ottenendo sempre buoni risultati e grandi consensi da parte delle varie giurie specializzate nel settore. Predilige i colori primari e l’uso di toni decisi e in qualche modo sconvolgenti, che regalano forti suggestioni ed emozioni, facendo di lei un ottimo e convincente esempio “d’espressionismo giovanile”. Attualmente studia presso la facoltà di Architettura di Pescara, continuando a lavorare con la pittura e approfondendo i suoi studi. Ultima esposizione: “civil_art 2011 - Università degli Studi D’Annunzio - Sede di Chieti - Sede di Pescara” con l’opera DELITTI DI MAFIA > +39 328 0359274 > natesia@hotmail.it AK-47 BUY NOW!

Rete metallica e pietra. Sinossi:

L’industria Bellica non conosce Crisi in Italia, il settore delle spese militari è cresciuto, nel 2010, con un incremento dell’ 8,4% ed una spesa addizionale di 3,4 miliardi di euro. Il conto generale sale a quota 20.556,9 milioni di euro, corrispondente all’ 1,283% del Pil. Questo dato colloca l’Italia all’ottavo posto al mondo per spese militari. E se per uscire dalla crisi servisse una guerra? Meglio munirsi subito con il nostro Kalashnikov AK-47! (collaborazione di Cristian Roberti)

GREGORY DI CARLO

(Roubaix, 1975). Diplomato in pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Mostre personali 2010 D’un côté. Elementi per un’opera intima/24artisti x 24giorni, Galleria Opera Unica, Roma 2006 Roma città immobile, Sala Vittoria, Palazzo D’Avalos, Vasto Principali mostre collettive 2012 Ma noi chi siamo? La San Vincenzo!, Galleria Allegretti Contemporanea, Torino - Credere la luce. La forma dello Splendore, MAS Museo d’Arte dello Splendore, Giulianova (TE) - Dagli anni quaranta alla nuova generazione, Centro BCC, Castel Gandolfo (RM) 2011 Billboard art Festival, Diverse Sedi, Vasto 2010 24x24, Studio Claudio Abate, Roma 2009 XLII Premio Vasto d’arte contemporanea, Museo Archeologico, Vasto - Collettiva, Takeawaygallery, Roma 2008 Incursioni Tartare/Frammenti08, P.zza del Mercato, Frascati - Oltre le mura/Premio Centro Storico, C.S.C.O., Roma 2007 V Biennale Premio Casorati, Istituto Italiano di cultura, Cracovia, Polonia a cura dell’Archivio Casorati 2005 Arte Fiera/Immagina, Accademie a confronto, Reggio Emilia - La Notte Bianca, P.zza Ferro di Cavallo, Roma 2004 Premio Nazionale di Pittura Premio Roma, indetto dal Miur, Roma - Premio Nazionale delle Arti, Roma (selezione) 2003 Evento, ex cartiera La Rampa Prenestina, Roma 2002 Arte al cubo, Spazi Accademia Belle Arti, Roma. Sue opere sono entrate a far parte di collezioni pubbliche come il Museo MAGI, Pieve di Cento (BO) e la Civica Raccolta del Disegno, Salò (BS). > +39 346 0232192 > gregorydicarlo@libero.it FORZIERE ERMETICO O MIRAGGIO

Legno, cenere, pigmenti, cm 65x120x73 Sinossi:

La scelta di una scatola scaturisce dall’idea di un forziere che per l’immaginario collettivo è un


contenitore di ori e preziosi ma anche di “sogni”. È l’oggetto leggendario che rivela, a chi lo trova, la sua ricchezza. Il tema (la crisi) porta l’idea iniziale ad uno stadio contemporaneo: in questa società, basata sul denaro e con una soglia di povertà sempre più alta, l’uomo è proteso verso una ricchezza immaginaria. L’oggetto si allontana dalla somiglianza di un forziere e si presenta come un solido chiuso senza aperture, concettualmente antitetico all’idea di forziere che dev’essere aperto. L’utopia rimane tale non concretizzandosi. L’opera è caratterizzata da una superficie granulosa, simile a quella sabbiosa, ma dissimile per cromatismo e materia polverosa. Data la sua configurazione strutturale si presenta solida e pesante ma l’uso di polveri naturali, elementi fatui e leggeri, generano illusione. Una sottile linea Blu Oltremare segna tutto il solido nella sua lunghezza, una virtuale apertura, uno spiraglio di mistero e speranza che il titolo cinicamente spazza via (Forziere Ermetico).

A sei anni giocavo a leggere il telegiornale dietro un teatrino di cartapesta, a nove ho comprato con i miei risparmi la prima fotocamera, una Kodak giallo canarino molto più grande della mia mano. A sedici il primo ingranditore per sperimentare la magia dei sali d’argento. A venti ho iniziato a viaggiare da Parigi a Mosca a caccia di storie da raccontare. Poi la prima mostra, dal titolo “Animadversione” al Museo delle Genti d’Abruzzo. Oggi faccio più o meno le stesse cose: scrivo, fotografo e cerco idee originali per campagne pubblicitarie. Adoro il cambiamento, la sperimentazione, la ricerca di nuovi linguaggi espressivi. > brunellafratini@libero.it > www.abcgrafiche.it/brunellafratini

AL DI LÀ DELLA FINE

The WheEl turns

Legno e gesso Sinossi:

DAVIDE FEBBO LAVINIA BARRACCO

Davide Febbo (1984, Chieti) e Lavinia Barracco (1979, Roma). Entrambi gli artisti provengono da L’Accademia di Belle Arti di L’Aquila, dove hanno conseguito la loro formazione. Davide Febbo si laurea in Scultura il 02/03/2009 ed è attualmente iscritto al corso di laurea in Restauro nella medesima struttura. Artista poliedrico Davide, emerge sia nel settore della scultura che in quello della pittura, partecipa infatti a numerosi simposi, come quelli tenuti a San Ippolito e a Pescopennataro, in più partecipa al Premio Celeste nel 2009, dove viene selezionato tra i dieci finalisti nella

BRUNELLA FRATINI

sezione di pittura. Lavinia Barracco, si laurea il 04/07/2005 e si specializza in Scenografia. Artista versatile Lavinia, partecipa alla messa in scena di un musical lirico presso il Teatro Stabile di L’ Aquila, dove si occupa in equipe della realizzazione scenografica, trucco e costume. Partecipa inoltre a varie mostre pittoriche come quella per il centenario del Rotary nel 2005 e gli Atelier di Decorazione del 2004/2006 presso il Muspac in L’ Aquila. Davide e Lavinia inoltre, hanno collaborato spesso nell’ideazione e nella realizzazione di performance artistiche, come quelle realizzate sul ponte di Castel Sant’ Angelo a Roma e al Forte Spagnolo di L’Aquila. Davide Febbo > +39 340 4887697 > davide.febbo@libero.it Lavinia Barracco > lavinia.barracco@facebook.com

L’opera s’intitola “Al di là della fine “ e vuole essere portavoce della crisi culturale che investe l’ Europa. In questo periodo storico anche la cultura vive la sua crisi, si avvia verso una fine che sembra non giungere mai, come bloccata in un eterno limbo dove noi siamo gli abitanti. L’incapacità di guardare oltre è caratteristica della nostra attuale decadenza: siamo bloccati in un eterno presente, composto da frammenti del passato che restituiamo come reliquie di un qualcosa che non ci appartiene più, ma che in fondo ci distoglie dalla capacità di riscrivere una nuova storia, vincolandoci in un eterno presente. L’installazione vuole essere portavoce proprio di questo pensiero: il relitto naufragato e malmesso di una barca è il contenitore di questa cultura in continuo viaggio, ormai arenata; vuole essere un grido sordo che riecheggia silenzioso tra le parole dei frammenti del passato.

Fotografia analogica (dia echtacrome). L’istallazione si compone di una ruota infilata nella sabbia per mezzo di un paletto, alla quale sono collegati dei barattoli di latta che contengono al loro interno delle diapositive realizzate all’interno della Riserva. Sinossi:

La crisi è il motore del cambiamento. La ruota è una delle scoperte più rivoluzionarie dell’umanità. La ruota è l’oggetto che metaforicamente meglio interpreta il concetto di “crisi”. Una crisi economica, una crisi energetica, una crisi familiare, una crisi di panico, sono per noi potenti alleati che ci suggeriscono che stiamo andando nella direzione sbagliata. Le ruote sono usate in combinazione con gli assi, a cui la ruota può essere “solidale” e riceverne moto, oppure girare liberamente rispetto all’asse per mezzo di “cuscinetti”. Allo stesso modo la vita è un moto continuo: se non siamo noi a muovere gli elementi nella giusta combinazione, gli avvenimenti ci travolgono facendoci subire passivamente il nostro destino. 43


La ruota gira, come il destino. Ciò che oggi ci sembra dolorosamente negativo domani può rivelarsi un’imprevedibile fortuna. Solo noi possiamo girare la ruota della nostra vita e cambiare ora, adesso, il nostro destino. Gira questa ruota per cambiare il tuo destino.

CLAUDIO GASPARI

(San Salvo, 1970) Ha conseguito il Diploma di Maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte Vasto (CH) nella sezione di Architettura e Arredamento, A.S. 1988/89. Nel 1993 si Diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Attualmente risiede e lavora a San Salvo (CH), il suo laboratorio è una valigia con gli attrezzi per la scultura. Opera in campo artistico dal 1992. Esposizioni collettive e simposi più recenti : 2003 “SCULTURA IERI E OGGI”, Galleria Immagini Spazio Arte - Cremona; “SCULPOSIO” I° Simposio di Scultura su pietra di Lecce, Carunchio (CH); 2004 “TRACCE”, Spazio Arte Castell’ Arquaro (PC); 2005 “mArte/05”, Monteodorisio (CH); 2006 “IN TUTTI I SENSI”, Sala Vittoria Colonna, Palazzo D’Avalos, Vasto (CH); 2007 Realizza per la Via Crucis di Casalbordino (CH) la XIV Stazione “il sepolcro vuoto”; “CULTURASCULTURA” Simposio di Scultura su pietra della Maiella, San Salvo (CH); 2008 Collettiva n°4 Abruzzo presso “Spazio 400”, Milano; “ENVICONCEPT” MU.MI. Francavilla (PE); 2009 “ARIARTE” centro polivalente “Italo Porfilio”, Ari (CH); 2010 RiciclArti “CANTIERE ARTE AMBIENTALE”, ex Macello, Padova; Simposio di Scultura su pietra di Guardialfiera, Montecilfone (CB); 2011 “ TOYO/MON/AMOUR” Patriarca Store (PE); “OPIFICIO VENTIUNDICI”, Sala Vittoria Colonna, Palazzo D’Avalos, Vasto (CH); 2012 44

HO FAME

a Sulmona, 2010 partecipa al Premio Terna, 2011 Progetto A.M.A.C.I. ecc. Lavora ed espone nel suo studio/laboratorio in Pescara, via Vespucci 20. > tel. +39 340 4661947 > manuelitaiannetti@virgilio.it

Sinossi:

PENSIERI STERILI PARTORISCONO PAROLE INUTILI

“(CON)FUSIONI” Auditorium Diocleziano, Lanciano (CH). > tel. +39 329 9614130 > cgaspari@libero.it Rete metallica, filo di raffia, legno. Ho voluto rappresentare mia figlia nell’atto in cui piange perché ha fame, un bisogno primario universale. Con un filo in rafia la disegno su una rete metallica adottando la tecnica del ricamo e cosi facendo lascio intravedere l’ambiente circostante, un connubio tra arte e natura.

MANUELITA IANNETTI

Manuelita Iannetti è attiva da oltre 20 anni in un ampio campo artistico che abbraccia pittura, grafica, acquarello, sculture in ceramica, resine epossidiche, bronzo e rete zincata, installazioni e scenografie. Presentata a Pescara dal critico d’arte Leo Strozzieri, nel 1990, ha da allora percorso un cammino artistico intenso e senza pause, ottenendo numerosi riconoscimenti ed affermazioni. Hanno recensito le sue opere: il Messaggero, il Tempo, il Centro, la Rivista, il Segno, l’Area Metropolitana di Chieti, il Giornale di Teramo ecc. Nel 1990 è stata invitata alla mostra Arte Rappresentativa di Francavilla al Mare, nella esposizione della Piccola Europa di Sassoferrato, alla Mostra Mercato a Palazzo Renzo (BO), nel 92 a Piacenza. Presente con installazioni dal 97 con il progetto “Oltre L’Involucro” in Piazza I Maggio Pescara, nel 2005 nel Centro D’Arte Torre Strozzi Parlesca (PG), per il progetto “Mille Mani Per La Pace” nel 2010 presso La Rotonda di S. Francesco

Rete zincata e vetro sintetico Sinossi:

L’opera simbolica, denuncia il continuo flusso d’informazioni che invade le nostre menti, che le penetra fino ad automatizzare il nostro pensiero, tanto da irretire il nostro stesso essere. Le lettere, scritte alla rinfusa nella pellicola che riveste il masso, rappresentano il caos dei mass media, il continuo fluire di notizie che spesso sono contrastanti e destabilizzanti. La figura all’estremo del masso , realizzata in rete zincata e vetro sintetico, ha la funzione di rappresentare il genere umano che sostiene, faticosamente, il peso delle informazioni e tenta di sostenerlo con attenzione e coscienza. L’obiettivo è “Fermare il Tempo” condurre l’osservatore alla riflessione e attenzione. Ogni tempo ha una “CRISI” e questa condizione è la formula per migliorare.

VANNI MACCHIAGODENA

Vanni Macchiagodena, nato a Termoli il 22 aprile 1968. Vive e lavora a Termoli e Vasto. > tel. +39 349 0912989 > info@vannimacchiagodena.it ACHAB

Legno, ferro, stoffa. Sinossi:

Achab insegue le proprie ossessioni noncurante


della vita di altri uomini e riduce se stesso e il suo prossimo alla rovina. Il potere acceca e non esiste redenzione. Se l’uomo è responsabile delle proprie azioni perché ci stupiamo dello stato delle cose? Forse per ognuno di noi dovrebbe esistere un candido mostro che ci riconduca alla ragione.

ROBERTO MICOLUCCI

(Lanciano, 1959) Diplomato presso l’Istituto d’Arte della città frentana, da sempre si impegna nel campo artistico portando avanti una ricerca di libera sperimentazione. Principali esposizioni: 1996 (Caltanissetta), 1997 Galleria Il Canovaccio (Roma), FierArte (Lanciano), 1998 Galleria Spazio Arte (Spoleto), 2004 Sala espositiva comunale (Teramo), Fiera d’Arte Contemporanea VitArte (Viterbo), 2005 Galleria d’Arte Gallery (Montesilvano - Pe), 2007 Palazzo di Città (Gallipoli), Galleria Raphael Art Gallery (Lecce), Corfù Palace (Grecia), Biblioteca Centrale (Helsinki - Finlandia), Palazzo dell’Accademia (Tirana - Albania), 2008 Galleria dell’Uva (Ferrara), Salon Art Shopping Carrousell du Louvre (Parigi), 2009 Galleria Spazio Sempione (Milano). > tel. +39 348 0509386 > robertomicolucci@alice.it ASPETTANDO TEMPI MIGLIORI

Assemblaggio. Legno, stoffa, pietra e scarpe da tennis. Dimensioni personaggio a grandezza naturale. Ingombro installazione cm 70xh200 ca. Sinossi:

In questo momento di crisi, spesso si resta inerti, congelati, imballati. Nascosti sotto un telo bianco in attesa di un cambiamento.

MICHELE MONTANARO

(1966) Diploma presso il I Liceo Artistico di Torino (1986). Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna (1992). Restauratore musivo e lapideo. Pittore e scultore, partecipa a numerose mostre, organizza e cura esposizioni collettive di pittura e scultura e pubblica alcune raccolte di poesie. È socio fondatore dell’associazione culturale Opificio AlterArs. Dal 2012 è docente di Restauro del mosaico all’Accademia di Brera. Dal 2004 vive e opera a Monteodorisio (Ch). > tel. +39 331 8668436 > michele.montanaro@yahoo.it BIOMASSE

Cemento, terriccio, ossa e specchi, 2012. Sinossi:

Vi sono due facce della realtà, la faccia visibile (recto, diritto) e la faccia nascosta (verso, rovescio). La decadenza dell’occidente è qui rappresentata come un corpo che appare da un lato composto e in fase di decomposizione dall’altro (quello nascosto, qui evidenziato dagli specchi). Un memento mori, se vogliamo, ma a indicare appunto Krisis come passaggio, trapasso da uno stato ad un altro. Tutto è ciclico, tutto deve finire per poter ricominciare. La crisi è solo un momento di passaggio. Il titolo rimanda poi alla crisi ambientale e all’utilizzo e consumo insensato e sconsiderato del territorio come esemplificato dalla questione delle centrali a biomasse che si intende collocare in prossimità di una riserva naturale come quella di Punta Aderci.

GIUSEPPE MUZII

(Vasto, 1950) A lungo residente a Bologna.

Artista (pittore, scultore e fotografo) e poeta autodidatta. Ha partecipato a varie mostre dal 1996 al 2012 (Firenze, Bologna, Taormina, Pescara, Vasto). Le sue opere sono in importanti collezioni private. Hanno scritto di lui Leo Stozzieri, Luigi Murolo, Alfredo Paglione, Giuseppe Catania. Menzione speciale al Premio D’Annunzio 2008 (Pescara) della giuria tecnica con la seguente motivazione: “per la coraggiosa sperimentazione riposta da Giuseppe Muzii nei suoi quadri. Osando, sempre e comunque, Muzii ha colpito i membri della severa giuria del premio grazie alle sue opere decisamente controcorrente ed anticonformiste che raffigurano sassi o altri elementi decisamente dirompenti rispetto ad una visione “classica della pittura.” È tra i fondatori dell’Opificio Alter Ars di cui è presidente onorario. Vive ed opera in Vasto (Ch). > tel. +39 393 0879077 > bepmuz@libero.it LA STANZA DI GIULIA

Installazione, tecnica mista. Sinossi:

Il dilemma se restare in un paese senza speranza o partire per realizzare se stessa, nel dubbio il tempo passa e l’orologio inesorabile scandisce le ore.

PALMIERI STEFANIA

(Sesto San Giovanni, 1982) Inizia a frequentare fin da piccola la Scuola d’Arte F. Faruffini di Sesto

S.Giovanni. Il suo percorso formativo continua all’Istituto d’Arte di Monza per proseguire fino alla laurea in Design d’Interni conseguita al Politecnico di Milano. Lavora come arredatrice a Milano fino al 2010 45


quando si trasferisce a Vasto dove continua a realizzare le sue opere caratterizzate dall’informale applicazione di oggetti di diversa natura con una particolare attenzione al riciclaggio dei materiali; con gesso, carta pesta ed oggetti che possano acquisire una nuova identità crea spesso volumi che fanno prendere forma alla tela fino a farla diventare un’opera tridimensionale. > tel. +39 329 9336207 > stefania_pal08@libero.it Voglio sogni duri come le pietre, perché la vita non me li possa distruggere” (Jim Morrison)

Tecnica mista. Sinossi:

Grandi orme umane realizzate con le pietre raccolte direttamente sul posto (per rendere evidente il legame con il luogo in cui l’installazione verrà collocata… vedi te se scriverlo questo!) simboleggiano la situazione di crisi interiore vissuta da un uomo a cui, come capita più spesso di quanto si possa immaginare, è bastato perdere il lavoro per diventare “Un Invisibile”… un uomo a cui è bastato perdere il lavoro per rimanere solo, senza la certezza di una casa in cui potersi rifugiare la sera e senza una donna al suo fianco che -probabilmente- non l’amava abbastanza per accettare l’idea di una vita più in salita di quanto sperasse di vivere fino a quel giorno. Le grandi orme sono fatte di pietre dure. Pietre che potranno sbiadire col tempo ed essere levigate dall’acqua e dal vento, ma che -una volta sulla terra- non potranno mai scomparire, pietre che esprimono la volontà di un uomo che -pur avendo perso tutto- possiede ancora la dignità e la volontà di lasciare una traccia della sua esistenza e del suo passaggio in una società sempre più in crisi e sempre più distratta! 46

SARA QUIDA

Sara Quida, nasce ad Orosei (NU) il 16 gennaio 1970, domiciliata in Sardegna, risiede a San Salvo (CH) dal 1989. Attualmente è Vice Presidente dell’Associazione culturale “Opificio AlterArts”. Pittrice informale autodidatta, da sempre attratta dai profumi forti dei colori ad olio, degli smalti e degli acrilici; mossa, da uno spasmodico desiderio di sperimentare amalgame e mescole con materiali differenti di diversa provenienza, al fine di ottenere un giusto mix tra colore e materia in un’ottica informale, dove l’espressione delle emozioni prende forma e rilievo, esaltata da una gestualità istintiva e liberatoria. Subisce da sempre il fascino misterioso della bellezza arcaica della Sardegna, spesso rappresentata nelle sue tele, intraprende viaggi – studio con una particolare preferenza verso altre isole per un intimo e urgente bisogno di fondere insieme la passione per la pittura per la sperimentazione di nuovi materiali, a quella per il mare. > tel. +39 348 8464116 > sara.informale@tiscali.it Anima Ribelle (Non uccidete i nostri sogni!)

Cretto con olio, smalto, acrilico, silicone su due tele. Sinossi:

La crisi ha avvolto tutti con il suo involucro pesante e silenzioso. Avanza ogni giorno entro di noi uccidendoci un po’ per volta. Così spesso le parole si spengono in gola, e manca il coraggio e la forza di gridare, i sogni vanno ad abitare altre dimore e la felicità quella vera, quella pura è un’isola spesso lontana e irraggiungibile. La mia opera vuole rappresentare un’anima ribelle, che rifiuta questo involucro, che si ribella in qualche modo alla crisi, attraverso due tele che si screpolano, a forma di mezza luna che combaciano l’una di fronte all’altra, in mezzo

alle quali fuoriescono dei filamenti in metallo rivolti verso il cielo a mo di esplosione. Un’anima che in questo periodo di crisi, ha voglia di fare un “GRIDO”. Quel grido liberatorio, quello che viene dall’intimo di ciascuno di noi, quel grido di protesta contro tutto ciò che fa andare alla deriva. Quel grido assoluto e totale che scarnifica il male e lo fa a brandelli, quello che fa sentire VIVI e LIBERI. Io dico no alla morte dell’anima, alla morte del cuore, alla morte dei nostri sogni.

MAURIZIO RIGHETTI

Maurizio Righetti vive e lavora a Santa Maria Imbaro (CH). Negli ultimi 15 anni ha esposto in personali e collettive in varie località abruzzesi (Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara) e all’estero (Germania e Olanda). I suoi lavori sono in terracotta, legno e dipinti realizzati in tecnica mista su legno. CULLA

Legno.

Sinossi:

Crisi: stato di perturbazione più o meno profonda nell’equilibrio spirituale di una persona o di una collettività; stato di dubbio, di incertezza , di ansietà, che incide sull’intera condotta di vita, sul giudizio delle cose (dizionario della lingua italiana Gabrielli). Credo che questa definizione della parola “crisi” (dal latino crisis, dal greco Krisis, scelta, decisione, risoluzione, fase decisiva nel decorso di una malattia) descriva esattamente il nostro stato come società, comunità, famiglia. Non ho soluzioni, ma penso a un nido con delle uova, allo stesso tempo culla, rifugio, speranza, punto di arrivo e di ri-partenza. Scelta di semplicità e universalità primaria dove tutto ha un senso e dà calore, protezione, fiducia, senza sprechi.


EMY ROCCHI

(Chieti, 1983) Si diploma in lingue presso il L. Linguistico di Vasto, prosegue gli studi di Design a Firenze e si specializza come Progettista ed Arredatrice d’interni. Maturando esperienza nel settore del mobile e della ceramica. Pittrice autodidatta. Inizia a dipingere sin da bambina, proseguendo nello sperimentare i materiali ed il colore fino ad oggi. Attratta dal colore e dalla matericità. Ha esposto in Italia con collettive e personali e partecipato a concorsi nazionali. > tel. +39 346 0709107 > emy_r@hotmail.it

Sud e Il critico d’arte. Diprè documenta in 2 trasmissioni l’arte di Rosini su SKY in “Trasforma il Colore” nel 2008 e “Tendenze Libere” nel 2009. Sue opere sono in diverse collezioni private nel comune di Vasto (CH), in Italia, Finlandia, Svizzera, Francia e Belgio. Ha tenuto mostre personali a Vasto dal 1997 in poi. Alcune mostre e premi: Festival della Pittura San Remo al sesto posto con riconoscimento, Premio Primavera città di Foggia con “Premio Città di Foggia” negli anni 2000, 2001, 2003. Mostra Antologica per Tendenze Libere Milano, Collettiva Kurt Forum Int. Meisterschwau, Svizzera. Premio d’arte città di Pescara, collettiva Premio Anzio con il “premio alla pittura”. > tel. + 39 347 0902661

NOI OGGI

Ciò che si semina si miete

Sinossi:

Sinossi:

Tecnica personale.

Canne, barattoli di vetro, piantine.

«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.» Toltagli anche la dignità ed il diritto al lavoro, all’italiano non resta che vivere, o meglio, sopravvivere in questo mondo d’oggi, dominato da una CRISI generale, una crisi economica, politica e non meno dei valori, per poi arrivare ad una vera e propria crisi esitenziale. Ma come ci insegna la storia, dopo il buio torna sempre la luce e l’italiano si rialzerà con le proprie forze come ha sempre fatto per l’orgoglio e l’amore per la sua patria.

ANGELA ROSINI

Angela Rosini è nata a Molfetta (BA) nel ‘55. Pittrice, ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto ed è stata allieva dei maestri Vincenzo Canci e Pasquale Verrusio. Recensita su varie pubblicazioni fra cui Quadri e Sculture, Punto d’Incontro, Senza Titolo, Nuovo Oggi Molise, Boè, Meridiano

È evidente che il rovescio della medaglia del progresso della tecnologia, della società di consumi, della globalizzazione non è stato altro che inquinamento ambientale, aumento di nuove malattie, riduzione delle specie animali, perdita dei valori etc... Pensavamo che tutto questo non avrebbe avuto un prezzo o che avrebbero pagato solo gli altri?

GABRIELLA SIRIGNANO

(Napoli, 1980) Dopo aver frequentato i primi due anni all’Accademia di Belle Arti di Bologna, si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Vive e lavora a Roma. Mostre personali 2010 Blu Ferro, Casa Internazionale delle donne, Area cultura La Magnolia, Roma, testo di Tiziana Musi. Mostre collettive 2010 Senales Rojas - L’arte contro la proliferazione della barbarie, Casa Internazionale delle donne, Area cultura La Magnolia, Roma in collaborazione con Fondazione

Volume! e IILA – Istituto Italo-Latino Americano 2010 8eme Triennale Mondiale de l’Estampes et de la Gravure Originale, AMAC Galerie d’Art Contemporain, Chamalières, France 2010 Inesperienza, Casa Internazionale delle donne, Area cultura La Magnolia, Roma 2008 Lib(e)ro d’arte, libri oggetto, Museo Andersen, Roma, a cura di T. Musi e A. Romanello 2008 Pietro Parigi, Premio di grafica, Calenzano (FI). > tel. +39 393 5556594 > gabriellasirignano@libero.it Punto di vista

ferro e plexiglass, cm 165x100x20, 2012. Sinossi:

L’opera è stata concepita con la necessità dell’elemento “ambiente non contaminato”, puro. Una riserva naturale che s’identifica con la spontaneità e dove la finzione non ha spazio. La lastra di plexiglass, usata, rigata, sporca, farà da filtro, dando alla nostra visione un solo punto di vista, uno e per tutti, facendoci distrarre da ciò che è un nostro diritto: sentirsi parte del paesaggio senza distorsioni. Non a caso la forma dell’opera rimanda a uno dei più potenti media, la televisione. La realtà “appannata” data dalla lastra sarà presente davanti a noi senza che ci si sforzi, sorretta da una struttura solida di ferro, a un’altezza pratica da poterci guardare attraverso. La praticità e la solidità ci faranno sentire parte di qualcosa di credibile, e anche se statici sentiremo di appartenere a una storia confusa, ma dinamica e seduttiva. Ed è proprio la tensione tra dinamica e statica a generare crisi sociale, individuale e ambientale. Sentirsi, in modo superficiale, parte di qualcosa che ci viene raccontato e a cui siamo abituati ad accettare come verità, ci porta a credere di essere spettatori attivi consapevoli di essere spettatori passivi. Basterebbe spostarsi di poco dall’opera per accorgerci che intorno ci sono molteplici punti di vista, prenderemmo coscienza dell’insieme e del paesaggio orientandolo verso noi stessi, stando al suo interno, non astraendoci da esso. 47


concerti GAE CAMPANA

Gae Campana presenta il cd Mondo Matrioska a “Art in the Dunes”. Cantautore abruzzese, Gae Campana, presenta il suo lavoro originale dal titolo Mondo Matrioska.Si tratta di undici tracce di musica italiana dove, pur attraversando territori e linguaggi musicali conosciuti, quelli della canzone d’autore, l’artista riesce a sorprendere grazie ad uno stile assolutamente originale. Attraversa con gusto e disinvoltura vari territori musicali, dal pop al blues, passando per le atmosfere latine ma arriva, in qualche modo, a riscoprirli e a farli suoi. Nei suoi brani riesce a far convivere melodia, ritmo, ironia e leggerezza e i suoi testi, pur essendo “importanti” riescono sempre a mantenersi fruibili. La spontaneità, la sincerità e l’estrema sapienza degli arrangiamenti, la qualità degli interventi artistici, rendono “Mondo Matrioska” meritevole di particolare considerazione. Il lavoro viene presentato a “Art in the Dunes” in versione unplugged, il 7 luglio 2012. www.gaecampana.it

LILIA

Natali pescaresi nei tardi ’80, ma cuore transalpino da chanteuse, intimista anni Venti, lei si chiama Lilia e presenta il suo disco d’esordio, “Il Pleut”. > scandurra.lilia@gmail.com 48

HEXPEROS

Gli Hexperos sono un duo musicale italiano fondato nel 2004 e composto da Alessandra Santovito (soprano, flauto traverso ) e Francesco Forgione (contrabbasso, violoncello, arpa bardica, viola da gamba, percussioni e tastiere). Si avvalgono della collaborazione di vari musicisti di talento come il violinista Domenico Mancini. Nei loro album sono spesso presenti strumenti antichi come la traversa medievale, l’hammer dulcimer, appalachian dulcimer suonati da Alessandra e Francesco. Il nome Hexperos proviene da Esperidi, figure della mitologia greca che, secondo le leggende, custodivano il giardino dei pomi d’oro di Era e cantavano con voce melodiosa, e da Hesperos, la prima stella vespertina, preferita da Venere, la dea dell’amore. La mitologia greca e la letterature gotica sono fra le fonti di ispirazione per le poesie scritte da Alessandra, che occasionalmente adatta anche passaggi di romanzieri e poeti alle musiche della band. Le musiche, composte ed arrangiate principalmente da Francesco Forgione mentre Alessandra si prende cura della linea vocale, creano atmosfere di misteriosa sensualità, melanconie romantiche e dolceamare, con spunti tratti da generi antichi e moderni, come le musiche composte da James Newton Howard o Hans Zimmer, famosi per le loro colonne sonore, ed ancora sonorità provenienti dalla musica Celtica, Mediterranea, Medievale e Barocca. Gli Hexperos hanno proposto anche la propria versione di capolavori classici come l’ Ave Maria di G. Caccini, A time for us di Nino Rota e le Siete Canciones Populares Españolas di Manuel De Falla. “The Garden of the Hesperides”, il loro CD di debutto, è stato realizzato dall’etichetta portoghese Equilibrium Music nel September 2007. Ora presentano il loro nuovo disco “The Veil of Queen Mab. > alessandra.santovito@facebook.com

READING STEFANO TAGLIOLI

Stefano Taglioli è nato a Piombino (LI) il 25/06/58 e vive a Vasto dal 1966. Nella sua ”precedente vita” (come usa ironicamente dire) ha lavorato per trent’anni nel mondo dell’industria come impiegato tecnico e dirigente. Da sempre convinto sostenitore della vita associativa e del ruolo sociale delle imprese, è stato anche uno dei fondatori dell’Assovasto, associazione di imprese del vastese. Perseguendo l’idea della possibilità di uno sviluppo responsabile del territorio e da appassionato naturalista, è stato presidente di Sezione del WWF a Vasto per sedici anni e, dal 2008, è coordinatore della Riserva Naturale di Punta Aderci, dopo aver dato un determinante contributo alla nascita della stessa area protetta. Di particolare rilievo i suoi studi sul Fratino, piccolo uccello simbolo della Riserva, e sulle dune di Vasto, grazie ai quali ha contribuito a far entrare la città abruzzese in un virtuoso circuito naturalistico a livello nazionale. Collabora con il WWF, con la Stazione Ornitologica Abruzzese e con L’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, soprattutto per studi e censimenti ornitologici. > stefanotaglioli@virgilio.it In occasione di Art in the Dunes 2012

Reading (tratti da Luoghi selvaggi di Robert Macfarlane, Einaudi e La tigre di John Vaillant, Einaudi).


DANIELA GIAMMARINO

FILM LARA CELENZA

Lara Celenza è nata a Vasto (CH) nel 1982. Laurea in lingue straniere, Università di Bologna 2005. Master in Russian Studies, Università di Cambridge 2007, specializzata in cinema russo e sovietico. Diploma di regia, Raindance Film School Londra 2008. Fondatrice della società di produzione audiovisiva londinese Kalifilm Productions. Tra i suoi ultimi progetti ci sono l’ardito film sperimentale “Mirages” e la video arte “D.I.V.A.” > lcelenza@googlemail.com MIRAGES Corto 2011 - A volte i ricordi del passato tornano a cercarci. Alcune cose sono piu’ preziose perchè non durvano. Il confine tra illusione e realtà gradualmente si dissolve... L’attrice Sophie Bauer filma istanti di bellezza per renderli immortali.

VINCITORE DEL PREMIO BEST ART ON WALL AL NEW MEDIA FILM FESTIVAL 2012 DI LOS ANGELES. VINCITORE DEL PREMIO BEST EXPERIMENTAL ALL’UPTOWN / DETROIT INDEPENDENT FILM FESTIVAL 2012. IN SELEZIONE UFFICIALE: EDINBURGH SHORT FILM FESTIVAL 2012, (CON)FUSIONI 2012 LANCIANO, NEWFILMMAKERS NEW YORK SPRING SERIES 2012.

Nata a chieti nel 1981, dopo la laurea come interprete e traduttrice, ha coltivato una grande passione per il cinema, sperimentando la regia ed il montaggio di spot, videoclip, cortometraggi e documentari, tra cui: “Al di là della vetrina” del cantautore Paolo Fiorucci, finalista al festival cortisonanti 2010, il pluripremiato “Terre al margine” di Alessandra Ondeggia, “E nesër?” tra i finalisti del Babel film Festival. Ha inoltre realizzato lo spot promozionale dell’edizione 2012 di ART in The Dunes. > danigi81@hotmail.com LA SCATOLA ROSSA Documentario 2011 - È qualcosa di profondo ed ancestrale, un’arte che seduce gli spettatori, che gioca col pericolo e le paure più antiche dell’uomo: il fuoco, i serpenti, i coltelli. È un mestiere in cui tutto è provvisorio: il luogo di lavoro, l’equilibrio, la sicurezza, il futuro. Dai piccoli borghi dell’Abruzzo al Festival più grande d’Europa, si esibisce una famiglia di artisti di strada con antiche origini. Per loro l’arte si tramanda di padre in figlio come un tesoro da custodire gelosamente. È la storia del desiderio di un bambino che un bel giorno si avvera.

di ulivo: nonno e nipote custodi del tempo e consapevoli della saggezza in esso racchiusa.

link: http://vimeo.com/20018589

ARCI - Chieti

“BITTA GENERATION: GRAPHIC ART AND SUSTAINABILITY AS TOOLS FOR INCLUSION OF YOUNG PEOPLE”. Le video animazioni sono state realizzate durante il progetto “BITTA GENERATION: GRAPHIC ART AND SUSTAINABILITY AS TOOLS FOR INCLUSION OF YOUNG PEOPLE” che l’ARCI di Chieti ha realizzato a vasto nel giugno del 2011. Al progetto hanno partecipato circa 40 giovani di età compresa tra i 18 e 25 anni provenienti da Italia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Romania e Bulgaria. BITTA GENERATION vuole porre al centro dell’attenzione lo SVILUPPO SOSTENIBILE attraverso un confronto fra giovani provenienti da diversi paesi Europei, la realizzazione di attività artistiche e culturali di arte grafica nonché la produzione di strumenti e materiali atti a sensibilizzare i cittadini, ed i giovani in particolare, ad un utilizzo più responsabile delle risorse naturali ed alla salvaguardia dell’ambiente.

link: https://vimeo.com/40066783

E nesër? Documentario 2011 - Gli Arbreshe sono portatori di una cultura lontana. Nei loro canti, nei racconti e nelle tradizioni, emerge un costante richiamo alla patria di origine. Un passaggio di testimone all’ombra di un albero 49


Art in the Dunes 2012 Krisis

a cura di Michele Montanaro

Referenze fotografiche catalogo 2012: Brunella Fratini Referenze fotografiche edizioni precedenti: Occhiomagico Referenze fotografiche di Lilia e Gae Campana: Marco Buccione Realizzazione grafica e impaginazione: ABC Grafiche Stampa: Litografia Brandolini s.n.c., San Giovanni Teatino (CH) Un ringraziamento particolare a tutti gli artisti che hanno partecipato, ai musicisti che si sono esibiti, e a tutte le persone che hanno sostenuito il progetto e/o collaborato fattivamente alla realizzazione e al successo di questa edizione di Art in the Dunes: l’Assessore alla Cultura Anna Suriani, i coordinatori della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci Alessia Felizzi, Federica Finizio e Stefano Taglioli; Lino Salvatorelli, Enzo Della Valle, Brunella Fratini, Andrea Bruni, Daniela Giammarino, Riccardo Bruni, Costanzo D’Angelo, Sara Quida, Stefania Palmieri, Luana Ciffolilli.

Questo evento e questa pubblicazione sono stati possibili grazie al contributo di:

Cooperativa Cogecstre (Penne) Associazione Amici di Punta Penna ARCI-Vasto Libreria Mondadori (Vasto) Camping La Grotta del Saraceno (Vasto, Punta Penna) Bar Ferri (Vasto, Punta Penna) Agri-food Sunrise (Vasto, Loggia Amblingh) Azienda vinicola Di Vito (Vasto, Punta Penna) Occhiomagico (Vasto) ABC Grafiche (Vasto)




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.