Passaggio a SudOvest

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PASSAGGIO A Sudovest 26aprile-5maggio 2012

Zion National Park The Subway Coyote Buttes White PocketS Lake Powell Horseshoe Bend Antelope Canyon ...e lo spirito indiano del Colorado Plateau a cura di Giorgio Trucco e Roberto Cristaudo


Passaggio a SudOvest

un tributo fotografico alla terra dei grandi paesaggisti americani Pochi luoghi al mondo evocano nei viaggiatori un maestoso senso di magia e mistero come il Colorado Plateau, l’immenso altopiano desertico centrato nella regione dei Four Corners, all’incrocio tra Utah, Arizona, Colorado e New Mexico. Nonostante quest’area sia stata fotografata innumerevoli volte e immortalata in celebri pellicole cinematografiche da più di mezzo secolo, essa non finisce mai di stupire, e ispirare, per il suo assoluto isolamento, la bellezza selvaggia, il suo aspro carattere di terra indiana, abitata per millenni da anasazi, pueblo e navajo, e soprannominata dai locali Red Rock Country - terra di rocce rosse. Qui, infatti, si trovano alcune delle formazioni geologiche più bizzarre, multicolori e suggestive che un osservatore, e per di più un fotografo, possa desiderare di incontrare, e documentare. È complicato descrivere tutte le aree di interesse che rendono unico questo luogo. Impossibile, in poche righe. Più di due milioni di anni di turbolenta geologia hanno creato un terreno tempestato di formazioni rocciose strabilianti: archi, dune di sabbia, canyon larghi pochi centimetri e profondi centinaia di metri, immensi torrioni, striature multicolori di Navajo Sandstone e distese sconfinate di strati sedimentari, che racchiudono migliaia di scheletri di dinosauri, sono gli elementi di spicco di una varietà paesaggistica che non ha eguali al mondo. Il Southwest americano è un territorio che ha ispirato il lavoro di molti fotografi del passato, e ancora oggi è ricercatissimo da schiere di adepti della fotografia di paesaggio, che si recano in alcune zone della California, dello Utah e dell’Arizona come pellegrini che intraprendono il viaggio della loro vita, per osservare con i loro occhi gli incredibili colori e le forme fisiche di questa parte degli Stati Uniti. Per arrivare ai grandi paesaggisti americani, è necessario ricordare che la fotografia moderna è segnata dalla rivoluzione culturale introdotta da Ansel Adams e dal Gruppo f/64, a partire dai primi anni Trenta del Novecento. Fino a quel momento, la disciplina era appannaggio dei pochi che la praticavano più come un’arte grafica, attraverso la quale esprimere il proprio senso estetico, che come una tecnica al servizio di una visione creativa, sì, ma assoggettata alle regole di un procedimento prevedibile e ripetibile. Con il manifesto dei sette membri fondatori del Gruppo f/64, pubblicato in occasione di una mostra al M.H. de Young Museum di San Francisco, appunto nacque, il 5 novembre 1932, la fotografia moderna. Il ripudio sprezzante del pittorialismo, e della pretesa che la fotografia dovesse emulare il dipinto per poter aspirare alla stessa dignità artistica, collocò il Gruppo f/64 in una posizione di avanguardia, che sarebbe stata mantenuta nel tempo solo attraverso la creazione di nuovi strumenti a supporto dell’idea che stava alla base di quel manifesto: la necessità, cioè, di rappresentare la realtà attraverso un procedimento fotografico puro, caratterizzato da estrema qualità e chiarezza dell’immagine. Fu solo attraverso il costante lavoro di Ansel Adams, e dell’introduzione della tecnica del sistema zonale, nel 1941, che si giunse finalmente a consegnare nelle mani di ogni aspirante fotografo un metodo sistematico, come detto prevedibile e ripetibile. Con la pubblicazione della celebre trilogia “La Fotocamera”,


“Il Negativo” e “La Stampa”, nella quale divulgò tutti i dettagli della sua tecnica, Adams entrò nella storia come il primo e il più grande insegnante di questa materia. Da Ansel Adams in poi, superato il problema della scarsa prevedibilità del risultato dello scatto fotografico, quest’arte divenne un potente ma docile procedimento, che ancora oggi chiunque può apprendere e mettere al servizio della propria sensibilità artistica. Da Edward Weston, John Sexton e Ansel Adams, nel passato, a Michael Fatali, Tom Till, Jack Dykinga e Christopher Burkett, oggi, questa tradizione non si è mai interrotta, e il Southwest americano è rimasto immutato nella sua capacità di ispirare e formare grandi autori che trovano qui una fonte inesauribile di ispirazione e di ricerca di un linguaggio fotografico personale. Per questo, ancora oggi, quest’area degli Stati Uniti è la patria, la terra promessa di chi ancora rifiuta la comodità e la velocità di esecuzione delle moderne macchine fotografiche digitali, e preferisce un approccio lento e maniacale alla disciplina, fatto di grandi pellicole, banchi ottici e fotocamere a corpi mobili. Nelle gallerie fotografiche di questa parte di America si possono ammirare numerose stampe, che ritraggono luoghi maestosi immortalati nelle più bizzarre condizioni di luce. Eppure, se provate a chiedere informazioni sul luogo esatto dello scatto, quasi nessuno sarà disposto a rivelarvi notizie utili e dettagliate. I fotografi locali, per mantenere alto il valore dei loro lavori, mantengono uno stretto riserbo sulle ubicazioni, e tutti conservano una lista personale di luoghi segreti che non condividono con chicchessia. Ma l’approccio tecnico comune, a tutti coloro che si cimentano con la macchina fotografica in questo territorio, risente notevolmente dell’insegnamento indiretto dei grandi maestri del passato. Essi che spendevano ore, o giorni, sul campo, aspettando la luce giusta, e alla fine venivano ricompensati da opere che hanno sfidato gli anni, resistendo alla prova del tempo. Per molti, da queste parti, il processo fotografico mantiene tutto il suo originario splendore solo se mantiene, al contempo, la sua originale purezza, e tanti ritengono che un’immagine possieda un maggior valore se non è stata migliorata artificialmente con tecniche digitali. Per questo, qui, si trovano fotografi che lavorano ancora con la pellicola, e rifiutano le nuove tecnologie come se fossero un giocattolo. Per molti di essi, il processo digitale non deve sostituire la passione e la perseveranza: ritengono che il modo migliore per ottenere una grande immagine sia quello di ritornare molte volte nello stesso luogo, sperando di essere là, con la fotocamera pronta, quando la luce giusta si presenta. Quella luce magica che un fotografo può sognare e attendere per settimane, mesi, anni talvolta. Una luce che, finalmente, risplende davanti agli occhi come una ricompensa. Dura alcuni istanti, e svanisce per sempre. © Giorgio Trucco 2011


Passaggio a SudOvest I fotografi specializzati, oggi Tra i fotografi viventi specializzati nel Southwest americano, un posto d’onore spetta sicuramente a Michael Fatali. Un personaggio eccentrico e simpaticissimo, che affettuosamente potremmo definire un buontempone. Sempre pronto alla baldoria e alle risate in compagnia, Fatali è già entrato a pieno titolo nella storia della fotografia. La sua galleria è un esempio sopraffino di eleganza, buon gusto e attenzione maniacale alla presentazione delle sue stampe, che sono ormai considerati classici: immagini visibili sul sito ufficiale, www.fatali.com. Un altro valido autore specializzato in questa parte straordinaria di America è Tom Till, la cui galleria di trova a Moab, una cittadina non particolarmente accattivante, ma che gode di una posizione straordinaria sulle rive del Colorado River, a pochi chilometri dall’Arches National Park: www.tomtill. com. L’Antelope Canyon L’Antelope Canyon è visitabile con base da Page, Arizona. Non lasciatevi ingannare – e, a volte, derubare… – dalle decine di tour operator locali che offrono “The best Antelope Canyon tour!”. Se è vero che questo luogo si può visitare solo accompagnati da una guida locale in possesso di regolare licenza, è altrettanto vero che esse sono disponibili al parcheggio da cui si parte per l’escursione, e il loro lavoro è compreso nel prezzo del biglietto. Conviene quindi guidare fin lì – è molto semplice da raggiungere: appena fuori città, superate tre enormi torri di evaporazione della centrale elettrica – e poi lasciare l’auto, pagare l’entrata, e il gioco è fatto. L’Antelope Canyon è diviso in due settori: l’Upper e il Lower Canyon. Entrambi sono molto belli, e meritano una visita approfondita. Difficilmente il turista, o il fotografo, avrà questa meraviglia tutta per sé – a meno che non vi si rechi in pieno inverno – ma in generale il Lower Antelope Canyon è meno richiesto, e permette di scattare immagini meno classiche. Con più giorni a disposizione, il consiglio è quello di visitare le due sezioni in giorni diversi, cercando sempre di essere sul posto nelle ore centrali della giornata, quando il sole è più alto e i giochi di luce più intensi e drammatici. Info: www.navajonationparks.org. Un’utile guida, scatto dopo scatto Per fotografare i luoghi che visiteremo, e molti altri, una guida che indica come raggiungerli e allo stesso tempo fornisce utili suggerimenti fotografici è un classico, ormai: “Photographing the Southwest”, volumi I, II e III, del francese Laurent Martres. Le sue opere sono autentici testi sacri per gli appassionati del settore, ed hanno il pregio di aver avvicinato molti fotografi a luoghi speciali, la cui ubicazione era stata gelosamente – e, a questo punto, inutilmente – celata e custodita per anni.



MIChaeL FATALI


ZION NATIONAL PARK


MIChaeL FATALI


ZION NATIONAL PARK


MIChaeL FATALI


the SUBWAY

TOM TILL


MIChaeL FATALI


the SUBWAY


MIChaeL FATALI

the SUBWAY


FLORIS van breugel

COYOTE BUTTES

marc adamus

COYOTE BUTTES


MIChaeL FATALI


COYOTE BUTTES


giorgio trucco

COYOTE BUTTES



giorgio trucco

COYOTE BUTTES


LAURENT MARTRES

COYOTE BUTTES


MIChaeL FATALI

WHITE POCKETS


FLORIS van breugel

WHITE POCKETS

marc adamus



giorgio trucco

WHITE POCKETS


MIChaeL FATALI

LAKE POWELL


LAURENT MARTRES

LAKE POWELL


giorgio trucco

LAKE POWELL



MIChaeL FATALI


HORSESHOE BEND

FLORIS van breugel


LAURENT MARTRES

HORSESHOE BEND


pETER LIK

HORSESHOE BEND


MICHAEL FATALI

ANTELOPE CANYON



MARK ADAMUS

ANTELOPE CANYON

LAURENT MARTRES


PETER LIK

ANTELOPE CANYON



GIORGIO TRUCCO

ANTELOPE CANYON


MIChaeL FATALI

COLORADO PLATEAU




GIORGIO TRUCCO

COLORADO PLATEAU


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