LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA INTERA
GIORGIOPPI 2014 n째 2
Parte di questo materiale è tratto dal PDF Il segreto di Pulcinella LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA numero in codice: 19.71.72.82.33 LA GIOCONDA numero in codice: 52.103.106.114.33 136 pagine, GIORGIOPPI 2014.
GIORGIOPPI 2014
Il segreto di Pulcinella
LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA Numero in codice: 19.71.72.82.33
LA GIOCONDA Numero in codice: 52.103.106.114.33
PDF in elaborazione QUADERNO DI SCHEDE
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Il sistema del numero in codice, conosciuto da milioni di persone e usato anche per le opere d’arte, da tutti i vertici dei Ministeri (laici e religiosi) del mondo, non sarebbe mai stato scoperto, senza una semplice calcolatrice (si effettuano soltanto operazioni di addizione e sottrazione) ed Internet. La curiosità che mi ha spinto verso questo sistema, antico, elementare ma anche molto complesso, è stata la montagna di stupidaggini dette dai più grandi studiosi in ogni settore, osannate da tutte le istituzioni internazionali. Questo sistema, più che un segreto (di Pulcinella), è un gioco che troppe associazioni usano a sproposito, con l’intento sempre di mentire. Nel mondo dell’arte chi non conosce questo gioco, può considerarsi fuori dal sistema del sapere. Mi ero chiesto. Perché il mio studio “Ricostruzione della Pala Montefeltro, di Piero della Francesca” (2008), fatto meglio dei Professori, da questi, è stato rifiutato? Da questa arroganza, è nato lo studio del loro “gioco della verità e della menzogna”. Non conoscendo i termini e le formule del gioco, usando dei diagrammi, ho potuto visualizzare le soluzioni di tutti i loro problemi (“Coloro che fanno immagini possono vedere queste cose”. Ficino). In questo gioco, le cretinate hanno sempre una logica. Conoscere la verità è stato il primo obiettivo. Sono “omo senza lettere” ma non fesso. Per sapere due verità inconfutabili, accettate da tutte le istituzioni internazionali, sono stato obbligato a conoscere l’età corretta di Gesù Cristo e di Maria, con il “sistema romano”. Ho sempre detestato le fesserie dette dall’alto dalle cattedre. P.S. Emeriti Professori dei Ministeri. Con questa pubblicazione, Vi dimostro che non tutte le persone del mondo possono essere prese in giro. Se troverete degli errori li ho fatti io, non Voi. Mi avete detto che ho troppa fantasia. Rispondo che Voi ne avete troppo poca, siete ripetitivi fino alla noia.
Tutti i vertici dei Ministeri alla Cultura del mondo, hanno sempre saputo le misure originali “reali”, della “Pala Montefeltro” di Piero della Francesca, ma noi, in eterno, non avremmo mai dovute saperle.
IL SEGRETO DI PULCINELLA Ogni artista ha il suo “numero in codice”. Le misure di tutte le opere d’arte, comprese le cornici, i numeri di inventario, le date delle mostre, dei restauri, delle inaugurazioni dei monumenti, delle Fondazioni, le date di emissione di monete, banconote e francobolli, le date delle scoperte degli asteroidi ed il numero a cui sono dedicati, sono composte con dei numeri in codice, e questi numeri devono sempre ripetersi.
PIERO DELLA FRANCESCA
Piero è nato nell’anno 1419 (19: numero costante) ed è morto a 73 anni, nell’anno 1492 (19 + 73 = 92). Cristo è morto a 33 anni (33: numero fisso).
I numeri: 19, 73, 92, 33, compongono il numero in codice di Piero della Francesca.
Numero in codice: 19.73.92.33
Nel mondo dell’arte, IL SEGRETO DI PULCINELLA è un sistema usato dai Ministeri alla Cultura Internazionali, all’interno del quale ogni soprintendente può inventare nuovi documenti e manomettere gli originali. Non esiste al mondo una sola opera d’arte della quale si sappiano le misure reali. Le misure delle opere d’arte che ci vengono date dalle autorità competenti, contengono al loro interno una serie di informazioni con le quali sono state datate. Le misure delle opere d’arte vengono presentate ufficialmente nei cataloghi delle mostre, alle volte cambiano dopo un restauro, oppure è il soprintendente di un museo che presenta la sua nuova misura, in competizione con le precedenti. Si comprende così come molte opere d’arte abbiano più misure, ognuna corretta nelle proprie informazioni. Questo stesso sistema è usato nella catalogazione e nei numeri di inventario delle opere d’arte (idem nelle biblioteche per ogni manoscritto), è usato nelle date delle mostre (giorno-mese-anno), dei convegni, nelle date di emissione dei francobolli, delle monete e banconote. Possiamo concludere che tutti i numeri di inventario di un’opera d’arte, devono corrispondere nel loro gioco logico delle informazioni, alle date delle mostre ad essa dedicate, alle date di emissione dei francobolli ed a tutte le sue molteplici e diverse misure, trasformate rigorosamente in millimetri. (Le misure delle opere d’arte non sono reali ma informative. I Ministeri alla Cultura, usano come unità di misura, il metro)
Piero della Francesca è nato nell’anno 1419 (19) ed è morto a 73 anni, nel 1492 (92). Cristo è morto a 33 anni. I numeri: 19, 73, 92, 33, si trovano in tutte le operazioni che trattano Piero della Francesca in generale.
Piero della Francesca è nato nel 1419 a Sansepolcro. Fece testamento il 5 luglio 1487, dichiarandosi "sano nello spirito, nella mente e nel corpo". Morì a Sansepolcro il 12 ottobre 1492 proprio il giorno della scoperta dell’America. Le date del testamento e della morte di Piero della Francesca, non sono reali ma contengono delle informazioni (numeri) utili per conoscere: l’anno di nascita di Piero, la sua età e l’età di Cristo, legate all’anno in corso. 1) Testamento. Piero nato nel 19 (1419), all’età di 68 anni, redige il testamento nell’anno 87 (1487). Cristo è morto a 33 anni. La data 5 luglio (186° giorno dell’anno) 1487, è ottenuta con il numero in codice: 19.68.87.33. 2) Morte. Piero nato nel 19 (1419), all’età di 73 anni, muore nell’anno 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni. La data 12 ottobre (285° giorno dell’anno) 1492, è ottenuta con il numero in codice: 19.73.92.33.
“Inaugurazione del monumento a Piero della Francesca in Sansepolcro al dì 8 settembre 1892”. (Parole di Torquato Gigli, Sansepolcro (AR), Tip. Becamorti e Boncompagni, 1892, 10 pag., 21 cm).
“Centro Studi pierfrancescani”, Sansepolcro. Data di costituzione:
17 febbraio 1990. La “Fondazione Piero della Francesca” è ospitata nella casa dell'artista. Data di costituzione:
7 maggio 1990.
Piero della Francesca - Numero in codice: 19.73.92.33
Diagrammi con le date: 8 settembre (251° giorno dell’anno) 1892, 17 febbraio (48° giorno dell’anno) 1990 e 7 maggio (127° giorno dell’anno) 1990, composte con la somma dei numeri: 19, 73, 92, 33.
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33
Mostra, Piero della Francesca e il Novecento prospettiva, spazio, luce, geometria, pittura murale, tonalismo, 1920-1938, a cura di Maria Mimita Lamberti e Maurizio Fagiolo dell'Arco. Sansepolcro, Museo Civico, 6 luglio - 12 ottobre 1991
Mostra, Nel raggio di Piero : la pittura nell'Italia centrale nell'etĂ di Piero della Francesca. di Luciano Berti; Comitato nazionale per il quinto centenario della morte di Piero della Francesca. Sansepolcro, Casa di Piero, 11 luglio - 31 ottobre 1992.
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33
Città e Corte nell'Italia di Piero della Francesca Convegno Internazionale di Studi, svoltosi nel 1992 ad Urbino. 4 - 7 ottobre 1992
Mostra “Piero della Francesca e le corti italiane” Arezzo 31 marzo - 22 luglio 2007 A cura di Carlo Bertelli e Antonio Paolucci.
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33
1) Piero della Francesca tra arte e scienza: atti del Convegno Internazionale di studi, Arezzo, 8 ottobre 1992 - 11 ottobre 1992, Sansepolcro, 12 ottobre 1992.
2) Piero e Urbino, Piero e le Corti rinascimentali: Urbino, Palazzo Ducale e Oratorio di San Giovanni Battista, Mostra, 24 luglio 1992 - 31 ottobre 1992.
3) Una scuola per Piero: Firenze, Uffizi, Mostra, 27 settembre 1992 - 10 gennaio 1993.
“Piero in America”, 12 febbraio 2013 - 19 maggio 2013. Frick Collection, New York, USA.
“Piero della Francesca, Incontri Personali”, 14 gennaio 2014 - 30 marzo 2014. Metropolitan of Art, New York, USA.
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33
Diagrammi con le quattro date, delle “due mostre americane”, composte con la somma dei numeri: 19, 73, 92, 33.
Grande Oriente d'Italia Incontro l'11 ottobre 2014 a San Sepolcro dedicato a Piero della Francesca e a Luca Pacioli.
L'ombra del mago: Piero della Francesca e Luca Pacioli sotto il segno di Urbino. Sala Consiliare del Comune di Sansepolcro, (AR). E' questo il tema dell'incontro che si terrà l'11 ottobre alle 16,30 nella sala consiliare del Comune di San Sepolcro. Giovanni Tomassini, che ha al suo attivo saggi sui templari e sui cavalieri di Malta, e Andrea Aromatico, giornalista e scrittore, autore di numerosi volumi sull'alchimia e sulla magia, analizzeranno le vicende politiche e la grandezza culturale di una delle corti più ricche di fermento del Quattrocento attraverso due straordinari protagonisti. Aprirà i lavori Francesco Polverini della loggia "Alberto Mario" (121) che ha organizzato l'iniziativa alla quale interverrà anche il sindaco Daniela Frullani. Concluderà i lavori il presidente del Collegio circoscrizionale della Toscana Francesco Borgognoni insieme al Grande Ufficiale Moreno Milighetti.
CONVEGNO “Piero/Cristo/Pacioli” numero in codice: 19.92/33/45.117
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33
Luca Pacioli è nato nel 45 (1445), muore a 72 anni, nel 117 (1417). Cristo è morto a 33 anni.
Luca Pacioli - numero in codice: 45.72.117.33
Diagramma con la data 11 ottobre (284° giorno del calendario gregoriano) 2014, composta con la somma dei numeri: 19, 92 (Piero della Francesca), 33 (Cristo), 45, 117 (Luca Pacioli).
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33
Lapide commemorativa posta a Sansepolcro, sulla facciata esterna della casa natale di Piero della Francesca il 3 settembre 1876, nella quale si dichiara che è morto all’età di 82 anni. Il testo è composto da: 268 lettere. AD ONORANZA (10)
DI PIETRO DELLA FRANCESCA (22) NEL SECOLO DECIMOQUINTO (21) PITTORE SOVRANO (14) DAL CUI MAGISTERO APPRESE IL PERUGINO (32) LE MERAVIGLIE DELL’ARTE (20) E L’ITALIA I PRINCIPII GEOMETRICI DELLA PROSPETTIVA (44) QUI’ OVE DIMORO’ IL SUO GRAN FIGLIO (27) E DONDE ASCESE DI LXXXII ANNI AI CELESTI (33) POSE NELL’ANNO MDCCCLXXVI (22) GRATA E RIVERENTE LA PATRIA (23)
Diagrammi con le date: 3 settembre (246° giorno dell’anno) 1876, l’anno 1876 unito alle 268 lettere del testo della lapide e l’anno 1876 unito alla falsa età di Piero (82 anni), composte con la somma dei numeri: 19, 73, 92, 33.
PIERO DELLA FRANCESCA Il disegno tra arte e scienza Reggio Emilia, Palazzo Magnani 14 marzo 2015 - 14 giugno 2015
La mostra presenta la figura del grande Maestro di Sansepolcro nella sua doppia veste di disegnatore e grande matematico. Per l’occasione sarà riunito a Palazzo Magnani l’intero corpus grafico e teorico. Vi sono personaggi, nella storia dell’arte, che sono portatori di novità tali da innescare una vera e propria rivoluzione. Uno di questi è sicuramente Piero della Francesca che sarà protagonista della mostra “PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza”, curata da Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro e Luigi Grasselli, in programma a Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 14 marzo al 14 giugno 2015. Attorno al Maestro di Sansepolcro aleggia da sempre un velo di mistero e di enigmaticità dovuto sia ai pochi documenti che lo riguardano, sia alla singolarità del suo linguaggio espressivo che coniuga, magicamente in equilibrio perfetto, la plasticità e la monumentalità di Giotto e Masaccio con una straordinaria capacità di astrazione e sospensione. Un’essenzialità e purezza di forme che trovano fondamento nei suoi interessi matematici e geometrici mirabilmente espressi nei trattati che ci ha lasciato: l’Abaco, il Libellus de quinque corporibus regularibus, il De Prospecitva pingendi e il da poco scoperto Archimede. Ed è proprio su questi preziosi testimoni dell’opera scritto-grafica di Piero, in specie sul De prospectiva pingendi, che la mostra di Palazzo Magnani prende corpo. “PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza”, presenta la figura del grande Maestro di Sansepolcro nella sua doppia veste di disegnatore e grande matematico. Per l’occasione sarà riunito a Palazzo Magnani – fatto straordinario, per la prima volta da mezzo millennio – l’intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca: i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi (conservati a Bordeaux, Londra, Milano, Parigi, Parma, Reggio Emilia) i due codici dell’Abaco (Firenze), il Libellus de quinque corporibus regularibus (Città del Vaticano) e Archimede (Firenze).
Piero della Francesca nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto in croce a 33 anni.
I “4 trattati” di Piero Trattato d’Abaco. Nel 51 (1451), Piero ha 32 anni. Archimede de spirali bus. Nel 53 (1453), Piero ha 34 anni. De Prospectiva Pingendi. Nel 72 (1472), Piero ha 53 anni. Libellus de quinque corporibus regularibus, Nell’83 (1483), Piero ha 64 anni.
MOSTRA PIERO DELLA FRANCESCA Il disegno tra arte e scienza Reggio Emilia, Palazzo Magnani Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il Patrocinio del Ministero dei beni e le attività colturali e del turismo
Numero in codice: 19.92/51.53.72.83/33
Nel libro “Da Fibonacci a Luca Pacioli” (2011-12), avevo datato i 4 trattati di Piero: 1451, 1453, 1472, 1483. Con le due date della mostra: PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza,
14 marzo 2015 - 14 giugno 2015, ho la conferma da parte della Presidenza della Repubblica e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del Turismo, della correttezza dei miei studi.
Diagramma con le due date della mostra: 14 marzo (73° giorno del calendario gregoriano) 2015 e 14 giugno (165° giorno del calendario gregoriano) 2015, composte con la somma dei numeri di Piero: 51, 53, 72, 83, 92 e di Cristo: 33.
“DA PIERO DELLA FRANCESCA A BURRI” 22 giugno 2013 - 3 novembre 2013
Si svolgerà dal 22 giugno al 3 novembre 2013, in quel territorio a metà strada tra Umbria e Toscana, ricco di storia e di arte, ma anche di tradizione, enogastronomia e artigianato. La Valtiberina è la protagionista della nona edizione del progetto Piccoli Grandi Musei.
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33 Alberto Burri è nato nel 15 (1915), muore ad 80 anni nel 95 (1995). Cristo è morto a 33 anni.
Alberto Burri - numero in codice: 15.80.95.33
Mostra-Progetto “PIERO-BURRI-CRISTO”
numero in codice: 19.92/15.95/33
Diagrammi con le date: 22 giugno (173° giorno del calendario gregoriano) 2013 e 3 novembre (307° giorno dell’anno) 2013, composte con la somma dei numeri: 19, 92 (Piero della Francesca), 15, 95 (Alberto Burri) 33 (Cristo).
“BURRI INCONTRA PIERO DELLA FRANCESCA” 31 ottobre 2014 - 12 marzo 20015 PINACOTECA CIVICA, SANSEPOLCRO (AR).
Due grandi maestri della storia dell'arte insieme in un'esposizione che riunisce capolavori distanti 500 anni. A Sansepolcro prende il via la mostra “Rivisitazione: Burri incontra Piero della Francesca”: si tratta del primo dei grandi eventi, che celebra in Italia i cento anni dalla nascita di Burri. La mostra, offre ai visitatori l’eccezionale opportunità di scoprire l’inedito rapporto tra i due “rivoluzionari e misteriosi artisti”. “Il rapporto tra la pittura di Burri e quella di Piero della Francesca – chiarisce Bruno Corà, che della mostra è curatore insieme allo staff scientifico della Fondazione Burri - deve essere inteso idealmente per condivisione di registri, quali l'equilibrio delle forme e dello spazio, la tensione geometrica, il respiro classico e un forte amore per i luoghi natali”.
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419), muore a 73 anni, nel 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni.
Piero della Francesca - numero in codice: 19.73.92.33 Alberto Burri è nato nel 15 (1915), muore ad 80 anni nel 95 (1995). Cristo è morto a 33 anni.
Alberto Burri - numero in codice: 15.80.95.33
Mostra “BURRI-PIERO-CRISTO”
numero in codice: 73.92/80.95/33
Diagrammi con le date: 31 ottobre (304° giorno del calendario gregoriano) 2014 e 12 marzo (71° giorno dell’anno) 2014, composte con la somma dei numeri: 73, 92 (Piero della Francesca), 80, 95 (Alberto Burri) 33 (Cristo).
17556 Pierofrancesca Piero della Francesca - Numero in codice: 19.73.92.33 17556 Pierofrancesca è un asteroide della fascia principale dedicato a Piero della Francesca. Scoperto il 16 novembre 1993, dallo scopritore Vincenzo Silvano Casulli (nato 1944), presenta un'orbita caratterizzata da un semiasse maggiore pari a 2,3318815 UA e da un'eccentricità di 0,1829007, inclinata di 1,73723° rispetto all'eclittica.
Piero della Francesca è nato nell’anno 19 (1419), muore a 73 anni, nell’anno 92 (1492). Cristo è morto a 33 anni. I numeri: 19, 73, 92, 33, si trovano nella data della scoperta dell’asteroide e nel numero 17556.
Diagrammi con la data 16 novembre (320° giorno dell’anno) 1993 e del numero dell’asteroide 17556, composti con la somma dei numeri: 19, 73, 92, 33. Esempio di come si ottiene il numero 17556 (Pierofrancesca). 13 + 3 + 3 = 19. 13 x 33 = 429. 3 x 92 = 276. 3 x 73 = 219. 429 + 276 + 219 = 924. 924 x 19 = 17556 (Pierofrancesca).
Pala di Brera
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La Pala di Brera, o Pala Montefeltro (Sacra Conversazione con la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il donatore Federico da Montefeltro), è un'opera di Piero della Francesca, tempera e olio su tavola (248 x 170 cm), databile al 1472 circa e conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano, che le dà il nome. Alcune parti della pala (in particolare le mani del duca) sono da attribuire ad un intervento di completamento o modifica da parte di Pedro Berruguete, pittore di corte, databile a dopo il 1474 circa. Descrizione e stile La pala di Brera è esemplare delle ricerche prospettiche compiute dagli artisti del centro Italia nel secondo Quattrocento. Si tratta di un'opera estremamente monumentale, con un trattamento magnifico della luce, astratta e immobile, e un repertorio iconografico di straordinaria ricchezza. Innanzitutto sono inconsuete sia le dimensioni sia l'assenza di scomparti laterali, come nei tradizionali polittici, risultando la prima Sacra Conversazione sviluppata prevalentemente in verticale: numerose tavole da altare, in tutta l'Italia centrosettentrionale, vi si ispirano. L'opera presenta al centro la Madonna in trono in posizione di adorazione, con le mani giunte verso Gesù Bambino addormentato sul suo grembo. La particolare disposizione del gruppo sacro centrale è rara ma documentata già nella bottega muranese dei Vivarini o in un polittico di Antonio da Ferrara presente nella chiesa urbinate di San Donato dal 1439. Probabilmente la posizione venne scelta dal committente per il collegamento con un sentimento a lui caro, la pietà filiale. Attorno vi è una schiera di angeli e santi. In basso a destra si trova, appunto, inginocchiato e in armi, il duca Federico. Fa da sfondo alla composizione l'abside di una chiesa dalla struttura architettonica classicheggiante. La Madonna è la figura che domina la rappresentazione e il suo volto è il punto di fuga dell'intera composizione. Il trono si trova poggiato su un prezioso tappeto anatolico, un oggetto raro e prezioso ispirato a dipinti analoghi dell'arte fiamminga. Il Bambino ha appeso al collo un ciondolo di corallo che cela rimandi al rosso del sangue, simbolo di vita e di morte, ma anche della funzione salvifica legata alla resurrezione di Cristo. La stessa posizione addormentata era una prefigurazione della futura morte sulla croce. Federico è esposto più all'esterno, fuori dall'insieme degli angeli e dei santi, come prescriveva il canone gerarchico dell'iconografia cristiana rinascimentale. I santi ai lati sono (da sinistra): San Giovanni Battista, barbuto, con la pelle e il bastone, la cui presenza è giustificata dal fatto che egli era patrono di Gubbio, di Urbino e della moglie del Duca; San Bernardino da Siena, in secondo piano, la cui presenza è giustificata dal fatto che Bernardino conobbe Federico, ne divenne amico e forse confessore; inoltre spiega la collocazione nel convento che porta il suo nome; San Girolamo, a sinistra rispetto alla Madonna, con la veste lacera dell'eremita e il sasso per percuotersi il petto; egli, in quanto studioso e traduttore della Bibbia, era considerato il protettore degli umanisti; San Francesco d'Assisi, che mostra le stimmate la cui presenza viene messa in relazione con una possibile destinazione originaria per la chiesa francescana di San Donato degli Osservanti, che peraltro ospitò per un periodo la stessa tomba del Duca Federico; San Pietro martire, con il taglio sulla testa; San Giovanni Evangelista, con il libro e il mantello tipicamente rosato. Gli abiti, molto ricercati, le pietre degli angeli e l'armatura sono dipinti con minuziosi particolari, secondo un gusto tipicamente fiammingo. Federico da Montefeltro è vestito dell'armatura, con la spada e un ricco mantello a pieghe, mentre in terra si trovano l'elmo, descritto fin nei più ricercati riflessi metallici della luce e dell'elsa della spada, il bastone del comando e le parti dell'armatura che coprono mani e polsi, per permettergli di giungere le mani in preghiera. Le sue mani hanno trattamento minuzioso e tondeggiante che è estraneo alla pittura "di luce" di Piero: vengono attribuite allo spagnolo di formazione fiamminga Pedro Berruguete, artista di corte di Federico dal 1474 al 1482. Il profilo mostrato è, come di consueto quello sinistro, poiché quello destro era mutilato dalla perdita di un occhio durante un torneo. La sua figura inoltre non solo è di proporzioni uguali alle divinità, come aveva già rivoluzionato Masaccio, ma è anche coinvolta inequivocabilmente nello spazio della sacra conversazione, suscitando anche nell'osservatore, per emulazione, la sensazione di trovarsi nello spazio della chiesa. Molti dei santi mostrano le ferite del loro martirio, e anche il duca, nell'elmo ammaccato, ricorda la sofferenza terrena. Nei gioielli indossati dagli angeli o nella croce tenuta da san Francesco nella mano destra il pittore poté dare un saggio di virtuosismo nel rendere i riflessi luminosi sulle diverse superfici, anche quelle più preziose e ricercate, come facevano i fiamminghi.
La conchiglia e l'uovo In fondo alla nicchia si trova un'esedra semicircolare dove colpisce la geometrica purezza della calotta della semicupola dove è scolpita una conchiglia (esempi simili si trovano nell'arte fiorentina dell'epoca, a partire dalla donatelliana nicchia della Mercanzia in Orsanmichele, del 1425 circa), magnificamente evidenziata dalla luce, al culmine della quale è appeso un uovo di struzzo, che sembra fluttuare sulla testa di Maria. L'uovo è messo in risalto dalla luce su uno sfondo in ombra, proiettandosi otticamente in primo piano. La conchiglia è simbolo della nuova Venere, Maria madre di Gesù Cristo, e della bellezza eterna nonché della natura generatrice della Vergine e del suo legame con il mare e le acque. L'uovo di struzzo, che è anche emblema della perfezione divina, è collocato in una posizione leggermente sfalsata rispetto all'asse [1] mediano del quadro, come simbolo della superiorità della Fede rispetto alla Ragione. L'uovo è un complesso richiamo al dogma della verginità di Maria, che doveva essere noto agli umanisti del XV secolo. Si rifà alla storia di Leda, sposa del re di Sparta, dove si trovava appeso in un tempio un analogo uovo, che venne fecondata da Zeus sotto forma di cigno, precorrendo la fecondazione di Maria tramite i raggi divini emanati dalla colomba dello Spirito Santo. L'uovo era anche inteso comunemente come simbolo di vita, della Creazione (vedi Uovo cosmico). In numerose chiese dell'Abissinia e dell'Oriente cristiano-ortodosso viene spesso appeso nel catino absidale un uovo proprio con quest'ultimo valore, come segno di vita, di nascita e rinascita. Proprio questa valenza rimanderebbe alla nascita del figlio del duca, tanto più che lo struzzo era uno dei simboli della casata del committente. Inoltre l'uovo, illuminato da una luce uniforme, esprime l'idea di uno spazio centralizzato, armonico e geometricamente equilibrato: "centro e fulcro dell'Universo". Secondo altri la figura ovoidale sarebbe invece una perla, generata dalla conchiglia senza alcun intervento maschile. La questione dell'integrità dell'opera Secondo il critico Ragghianti l'opera sarebbe mutilata su tutti i lati. Nella sua ricostruzione l'intera opera sarebbe apparsa “incorniciata in primo piano da pilastri laterali (di cui si scorgono ancora i cornicioni terminali) e da un arcone in controluce”. La sua ricostruzione è apparsa plausibile anche a molti altri studiosi e critici. Ragghianti, che aveva già notato e provato una simile mutilazione anche in un'altra opera di Piero della Francesca, l'Annunciazione di Perugia, cercò di individuare l'estensione originale della tavola basandosi sulla concordanza armonica della composizione: egli vi ravvisava uno “stacco” fra la massa complessiva dei personaggi e il vuoto soprastante. L'equilibrio armonico tra le due parti sarebbe stato garantito dalla sezione aurea impostata sulla linea – parallela alla base – tangente l'apice della testa di Maria. Inoltre secondo questa estensione l'uovo verrebbe a trovarsi sul centro geometrico di tutta la composizione ribadendo l'equilibrio e la simmetria ricercata dai pittori umanisti. Successivi studi compiuti sull'opera hanno dimostrato che effettivamente l'opera potrebbe aver subito una riduzione: difatti mancano lungo i bordi le consuete sbavature, solitamente presenti in un'opera pittorica indipendentemente dalla perizia dell'esecutore. L'opera potrebbe dunque essere stata ridotta sui quattro lati e poi accuratamente piallata ai bordi. Gli esami effettuati hanno infatti mostrato evidenti tracce di questa piallatura. Risulta difficile datare l'evento. Tecnica La tavola è composta da ben nove assi lignee affiancate in orizzontale e tenute insieme da bacchette saldate negli scassi rinforzate da anelli metallici, secondo uno schema di carpenteria che era in uso a Urbino, utilizzato ad esempio anche nella Pala del Corpus Domini di Giusto di Gand o nel ciclo degli Uomini Illustri per lo Studiolo. L'imprimitura chiara, stesa prima del disegno e del colore, appare, secondo una tecnica appresa dai fiamminghi, in sottili porzioni lungo i perimetri delle forme, lasciati liberi dalle velature pittoriche, con l'effetto di creare una luminosità vibrante che accentua la tridimensionalità. I colori usati non sono moltissimi, ma gli effetti cromatici sono moltiplicati dall'uso di diversi leganti, a seconda delle superfici. Se nello sfondo architettonico viene usata la tempera all'uovo, gli incarnati sono resi con un'emulsione di uovo e olio, mentre alcuni dettagli, come gli abiti, presentano una serie di velature a olio stese sopra una base a tempera, o viceversa. Il variare delle superfici e i diversi tipi di brillantezza vengono così resi in maniera eccellente. Non è chiaro perché le mani del duca vennero ridipinte: forse il committente ne era insoddisfatto, desiderando un effetto più veristico, oppure si era reso necessario di aggiungere l'anello vedovile al dito, necessitando una nuova predisposizione dell'intero dettaglio. Durante tali interventi venne anche probabilmente soppresso il gioiello profano sul capo della Vergine, come hanno rivelato le radiografie, poiché giudicato sconveniente. Lo sfondo La scena è ambientata davanti a un'abside monumentale che, contrariamente alla prima impressione, si trova molto indietro rispetto alle figure, come dimostra lo studio delle proporzioni architettoniche. Secondo il critico Clark le strutture dipinte sarebbero ispirate dalla chiesa di Sant'Andrea a Mantova di Leon Battista Alberti. L'opera venne iniziata nel 1471, ma è probabile che tra i due artisti ci sia stato uno scambio di pareri e magari di disegni progettuali durante un loro probabile incontro a Rimini e forse nella stessa Urbino. La struttura riecheggia anche lo schema dell'architettura reale della chiesa di San Bernardino, di Francesco di Giorgio Martini, anche se la chiesa è un'opera ritenuta successiva, edificata dal 1482. Entro un monumentale arco di trionfo, retto da paraste al di sopra di un'elaborata trabeazione con una fascia continua di marmo rosso, si sviluppa una volta a botte con cassettoni scolpiti con rosette. Il numero dei cassettoni su ciascuna fila è dispari, come nell'architettura classica, ma diversamente dalle opere dell'Alberto o dalla stessa Trinità di Masaccio, di brunelleschiana ispirazione. Archi analoghi sono impostati sui lati, come in un ipotetico transetto. Nella parte inferiore si trovano specchiature marmoree policrome, accordate su toni delicati che fanno risaltare le figure, amplificando la sacralità e la monumentalità. L'impianto prospettico è esaltato dai contrasti fra luce e ombra che si creano nei cassettoni della volta a botte.
Bibliografia Piero e Urbino, Piero e le corti rinascimentali, catalogo della mostra (Urbino Palazzo Ducale), a cura di P. Dal Poggetto, Venezia 1992. From Filippo Lippi to Piero della Francesca, ed. by K. Christiansen, (Milano, Pinacoteca di Brera; New York, Metropolitan Museum), Milano-New York 2004. E. Daffra, Urbino e Piero della Francesca, in Piero della Francesca e le corti italiane, catalogo della mostra a cura di C. Bertelli e A. Paolucci (Arezzo, Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna), Milano 2007. AA.VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano 2004 ISBN 978-88-370-2835-0
Scheda della risorsa - oai:culturaitalia.it:museiditalia-work 28822 Pala Montefeltro. Pala di San Bernardino. Tipo: Opere; pala d'altare; Oggetto fisico. Autore: Piero della Francesca La pala, entrata nel 1811 in Pinacoteca, veniva indicata neIl'Inventario Napoleonico e nei successivi cataloghi di Brera come opera di Bartolomeo Corradini detto Fra Carnevale. L'attribuzione a Piero della Francesca risale a Cavalcaselle (1864). Il restauro e le radiografie operate nel 1980-1981 hanno evidenziato interessanti novità: il dipinto non è finito (in molte zone è ancora visibile l'imprimitura e altre sono appena campite), compaiono alcuni ripensamenti nelle teste degli angeli, risultano eliminati il gioiello posto sulla cuffia della Madonna, le mani di Federico da Montefeltro sono state ridipinte probabilmente da uno dei fiamminghi che lavoravano allo Studiolo, forse Giusto da Gand o più attendibilmente Pedro Berruguete. E' inoltre emerso che l'attuale formato non è quello originario (la pala è stata ridimensionata sulla destra e sulla sinistra e nell'estremità inferiore; sono state avanzate varie ipotesi sul possibile completamento, tra cui si vedano Battisti, 1971 e Bertelli, 1991). La provenienza dell'opera e la sua cronologia sono tuttora controverse. Riguardo l'ubicazione originaria dall'Inventario Napoleonico sappiamo che il dipinto proviene dalla Chiesa di San Bernardino di Urbino, ove è sicuramente attestato almeno dall'inizio del sec. XVIII (Madial, 1895). Il restauro ha inoltre evidenziato, come già detto, che l'opera non è finita ma anche che essa, tranne limitati ritocchi, è interamente di Piero; poichè non è finita è improbabile che sia stata spedita da Sansepolcro: venne probabilmente realizzata a Urbino, dove egli è documentato almeno dall'8 aprile 1469, ospite di Giovanni Santi per conto della Compagnia del Corpus Domini (Battisti, 1971). Le ipotesi avanzate sull'originaria destinazione urbinate, come indicato da G. Orofino (1992), sono sostanzialmente la Chiesa dei francescani Osservanti di San Bernardino, la Chiesa di San Donato degli Osservanti (dove erano state deposte le spoglie di Federico prima della traslazione a San Bernardino), la Chiesa di San Francesco (ove si erano celebrate le esequie di Battista Sforza il 17 agosto 1472) e il mausoleo di Federico all'interno di Palazzo Ducale nel cortile del Pasquino. La pala, come correttamente indicato dalla studiosa, ha comunque una destinazione pubblica, anche se in essa si fondono funzione liturgica e storie private, con rimandi e allusioni che hanno posto notevoli problemi di lettura iconografica. Le varie posizioni sono state recentemente riassunte da E. Daffra nel quaderno di Brera n° 9 da lei curato insieme a M. Ceriana e F. Trevisani (1997). Si segnala inoltre in tale pubblicazione l'attenta e sistematica indagine condotta tra il 1992 ed il 1994 da Trevisani sul supporto della pala, che ha evidenziato come per quanto attiene la carpenteria ed il sistema di assemblaggio delle tavole la pala di San Bernardino di Brera, le tavole degli "Uomini illustri" dello Studiolo di Federico e la pala della "Comunione degli Apostoli" di Giusto di Gand costituiscano un gruppo compatto, frutto probabilmente di una stessa bottega artigianale (seguono anche interessanti notizie riguardo la Chiesa di San Bernardino). A proposito della cronologia ancora valida appare la tesi avanzata dal Meiss (Meiss M., 1971) secondo cui si sostiene che il dipinto sia stato eseguito prima del 1474 (poichè Federico non vi appare insignito degli ordini della Giarrettiera e dell'Ermellino, assegnatigli nell'estate di quell'anno) e dopo la nascita di Guidobaldo (24 gennaio 1472) e la morte di Battista Sforza (6 luglio 1472). Osserva Brancati (1999, p. 50) che anche il tappeto è dipinto fin nei minimi particolari: la ricostruzione digitale ha evidenziato che si tratta di un tappeto quadrato e che il medaglione centrale ha la caratteristica decorazione a stella e barrette tipica dei così detti 'Holbein a disegno grande', detti anche 'a ruote'. Sicuramente Piero ha ripreso dal vero un tappeto reale, di cui però attualmente manca un originale da usare come riscontro. I critici hanno riportato in area del bacino mediterraneo medio-orientale, orientandosi soprattutto verso un esemplare di tappeto mamelucco o anatolico. L. E. Brancati propone pertanto l'ipotesi che si possa trattare in questo caso di una fase evolutiva intermedia fra i tappeti selgiuchidi e quelli ottomani degli 'Holbein', forse 'un tappeto timuride...esemplato al tempo di Montefeltro e perciò tenuto da conto'. L'opera è stata esposta alla mostra dedicata a fra Carnevale ( 2004-2005) al cui catalogo (scheda di Emanuela Daffra, n. 46, pp. 267-271) si rimanda per l'ultima bibliografia aggiornata. Data di creazione: 1472 post - 1474 ante; sec. XV, terzo quarto; 1472 – 1474 Soggetto: Madonna con Bambino in trono con San Giovanni Battista, San Bernardino, San Girolamo, San Giovanni Evangelista, San Pietro Martire, San Francesco d'Assisi, Federico da Montefeltro e quattro angeli Materia e tecnica: tavola/ pittura a tempera Estensione: altezza: cm 251; larghezza: cm 172 È riferito da: scheda ICCD OA: 0300180376 In: Collezione pittura dal XIV al XVII secolo Identificatore: work 28822
Piero della Francesca : la
Pala di Brera / Antonio Paolucci
“Come è noto, per ragioni che non conosciamo, Piero della Francesca lasciò incompiuto il suo capolavoro. A meno che non intervengano nuove scoperte documentarie, la vera ragione di quell’interruzione così improvvisa, e apparentemente così immotivata, non la sapremo mai”. (Cinisello Balsamo, Silvana, Milano, Il sole 24 ore, 2003) Con la ricostruzione della Pala Montefeltro (Giorgioppi 2008), è finita anche per Paolucci, la speranza di tenere nascosto il motivo dell’abbandono e del “taglio” della Pala di Brera.
Nel biennio 1971 - 73, ho frequentato il Magistero di Grafica di Urbino con il prof. Carlo Ceci nella sezione di Litografia. I corsi si tenevano nel Palazzo Ducale. Abitavo in via Veterani, a 100 metri dalla mia Scuola (del Libro). Il 6 dicembre 2008, offrivo (regalavo) al comune di Urbino, i miei studi originali della ricostruzione della Pala Montefeltro di Piero della Francesca, a ricordo dei miei studi urbinati. Mi fu chiesto dall’Assessore alla Cultura di Urbino, Lella Mazzoli, se poteva far vedere il mio lavoro al Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, che in quel giorno riceveva la cittadinanza onoraria di Urbino. Il 31 dicembre 2008, mi veniva risposto: ”Siamo a fine legislatura e non ci sono risorse economiche per approfondire gli studi da lei presentati, posso però segnalare la Soprintendenza per il patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche – Urbino, organo del Ministero per i Beni e le attività Culturali sicuramente idoneo ad analizzare i risultati delle sue ricerche”. Urbino
Sono passati 5 anni e non avendo avuto risposta dal Ministero dei Beni Culturali, ho voluto fare personalmente l’esame ai suoi massimi rappresentanti e soprintendenti, che hanno trattato l’opera in questione.
Per tutti coloro che avrebbero voluto conoscere la misura originale della Pala Montefeltro, dichiaro: La Pinacoteca di Brera di Milano (fin dal 1811), Ragghianti, Battisti e Bertelli, sono colpevoli di aver nascosto il formato originale “reale” della Pala Montefeltro di Piero della Francesca. Giorgioppi, 19 maggio 2014.
Piero della Francesca PALA MONTEFELTRO DI BRERA
numero in codice: 19.71.72.82.33
LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA Numero in codice: 19.71.72.82.33
SCHEDA Autore: Piero della Francesca (1419 - 1492). Data di creazione: 1471 - 1472, “tagliata” nel 1482. Materia e tecnica: tavola / pittura a tempera e olio. Dimensioni: 1°) 248 x 170 cm, 2°) 251 x 172 cm, 3°) 251 x 173 cm. Ubicazione: entra il 10 giugno 1811 nella Pinacoteca di Brera, Milano. Numero inventario: Inventario Napoleonico 516 - 517. Catalogo della Pinacoteca di Brera, Electa, 1992, vol. V pp. 174 - 181, n° 72. Scheda della risorsa: oai:culturaitalia.it:museiditalia-work 28822 (identificatore). Scheda ICCD OA: 0300180376
Il dipinto conosciuto come “Pala di Brera”, “Pala Montefeltro”, o di San Bernardino, è una pittura ad olio su tavola di 251 x 172 cm ed arrivò dalla chiesa di San Bernardino (Urbino) a Milano al tempo delle grandi requisizioni napoleoniche. La Pala, entrata il 10 giugno 1811 nella Pinacoteca di Brera ed è indicata neIl'Inv. Napoleonico 516 - 517, come opera di Bartolomeo Corradini detto Fra Carnevale. Fu commissionata a Piero della Francesca nell’anno 1471 da Federico da Montefeltro conte di Urbino, capitano di ventura e sovrano tra i più ammirati del suo tempo, come “richiesta di grazia” per la nascita del primo figlio maschio, erede del casato del Montefeltro, avvenuta successivamente il 24 gennaio 1472. Alla morte di Battista Sforza, moglie di Federico, avvenuta il 7 luglio del 1472, Piero della Francesca “abbandona” la tavola (in molte zone è ancora visibile l'imprimitura). Le mani del conte, vengono successivamente finite dal pittore di corte Pedro Berruguete. Il 10 settembre 1482, Federico da Montefeltro muore a Ferrara e la Pala Montefeltro, nello stesso anno, viene “tagliata” da Piero su tutti quattro i lati. Il dipinto è così datato: 1471 - 1472 / 1482.
Le misure di tutte le opere d’arte “non sono reali ma informative” Questo sistema è praticato da tutti i Ministeri della Cultura (curie laiche e religiose) a livello internazionale.
Ogni opera d’arte deve avere nelle sue misure (la Pala Montefeltro ha 3 misure ma in futuro ne avrà altrettante) queste informazioni: l’anno di esecuzione dell’opera, l’età dell’autore, il suo anno di nascita e l’età di Cristo morto a 33 anni. Se un’opera è stata “tagliata”, deve avere nel suo formato, solamente le informazioni dell’anno della mutilazione. Le informazioni complete dell’opera, si devono trovare nel numero di inventario, nei cataloghi, nel giorno di acquisizione da parte di una collezione e nel giorno di emissione di ogni francobollo che la rappresenti.
LE “TRE FASI” DELLA PALA MONTEFELTRO, 1471-1472/1482. 1471 (71), “inizio”. 1472 (72), muore Battista Sforza, “abbandono”. 1482 (82), muore Federico, “taglio”.
1 Piero della Francesca è nato nell’anno 19 (1419). Esegue la Pala Montefeltro negli anni 71 (1471), 72 (1472). Cristo è morto a 33 anni. Tutte le misure, le date e le informazioni legate all’origine (inizio e abbandono) della Pala Montefeltro, sono ottenute con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 33. Pala Montefeltro, “inizio-abbandono”, numero in codice: 19.71.72.33
2 Nell’82 (1482) alla morte di Federico da Montefeltro, Piero “taglia” la Pala Montefeltro. Cristo è morto a 33 anni. Tutte le misure, le date e le informazioni legate al “taglio” della Pala Montefeltro, sono ottenute con la somma dei numeri: 19, 82, 33. Pala Montefeltro, “taglio”, numero in codice: 19.82.33
3 Tutte le misure, le date e le informazioni legate alla storia (inizio, abbandono e taglio) della Pala Montefeltro, sono ottenute con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33. Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33
SISTEMA DEI MINISTERI INTERNAZIONALI (numero in codice)
Ricostruzione delle dimensioni originarie della pala Montefeltro secondo Giorgioppi, 299 x 184 cm. Pala Montefeltro, “inizio-abbandono� numero in codice: 19.71.72.33
Diagramma con le misure originarie della Pala Montefeltro, 299 x 184 cm, trasformate in 2990 x 1840 millimetri, composte con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 33.
In principio (2008) avevo riconosciuto, che la Pala Montefeltro conteneva un calendario, con le informazioni del committente, il duca di Urbino. Il “taglio� dell’opera, avvenuto con la morte di Federico da Montefeltro nel 1482, non poteva che avere il resto delle informazioni.
Questo è il primo disegno fatto da Piero della Francesca per la costruzione della Pala Montefeltro, Il dipinto eseguito in uno schema geometrico elementare, era programmato per essere tagliato.
INTUIZIONE DEL VALORE: 33 Il “valore” tra la distanza della conchiglia ed il ginocchio di Gesù bambino, è di 33. Il “valore” tra la parte superiore del dipinto ed il cornicione rosso (il sangue di Cristo), è di 33. Il “valore” tra la parte inferiore del dipinto e la testa di Maria (ritratto di Battista Sforza), è di 33.
All’interno di questo schema, Piero ha disposto tutti gli elementi e personaggi del dipinto.
E’ molto probabile che in origine fosse calcolata la mutilazione della tavola. In origine, il formato della Pala Montefeltro, era in sezione aurea, 299 (23 x 13) x 184 (23 x 8) cm.
LA PRIMA INTUIZIONE DEL CALENDARIO, UN CERCHIO DEL VALORE DI 33 (ANNI). Avendo riconosciuto che nel personggio della Vergine era rappresentato il ritratto di Battista Sforza viva, e che al collo, sul bordo superiore del mantello aveva 25 perle (12 a sinistra e 13 a destra), ho immaginato che trovandomi all’interno di un calendario, partendo dalla conchiglia, dovevo avere al ginocchio del Bambino, 33 anni (la rappresentazione dell’età di Cristo) ed alla base della tavola, l’età di Federico da Montefeltro. In questo modo ho scoperto che la data della tavola rappresentava gli anni 1471 - 1472 (71,5). Ogni quadrato ha il valore di 5,5 anni.
Sulla misura 22: nasce Federico. Sulla misura 33: il sangue di Cristo Sulla misura 71,5: Federico ha 49,5 anni.
Rapporto della posizione dell’uovo e del punto di fuga della prospettiva, all’interno del formato originale della Pala Montefeltro di Piero della Francesca.
Il punto di fuga della prospettiva, cade esattamente al centro dell’ovale del volto della Madonna. Il prolungamento delle linee prospettiche, arriva ai due angoli della base della tavola originale. (Giorgioppi 2008)
La Pala Montefeltro è un calendario. Il rapporto delle misure della Pala Montefeltro è di: 71,5 x 44. E’ stata dipinta nel 71,5 (1471-72). Partendo dall’alto, il numero 19, rappresenta l’anno di nascita di Piero della Francesca (1419-1492). La conchiglia è sul 22, l’anno di nascita di Federico da Montefeltro (1422-1482). La linea rossa del cornicione, rappresenta il sangue e l’età di Cristo morto a 33 anni.
Cominciata nel 1471, la Pala Montefeltro doveva essere finita nel 1472. Con la morte di Battista Sforza, moglie di Federico da Montefeltro, avvenuta nel luglio 1472, Piero della Francesca abbandona l’esecuzione del dipinto. Nel 1482, con la morte di Federico da Montefeltro, Piero taglia il dipinto, riducendo l’anno di esecuzione (71,5), nei 60 anni di vita del duca di Urbino.
La canna di bambÚ di San Giovanni Battista, è inclinata nella direzione del punto: 19 (anno di nascita di Piero della Francesca). Altezza totale del dipinto intero: 71,5.
Pala di San Bernardino, schema prospettico (da Carlo Bertelli, 1991), particolare. Intervento di Giorgioppi.
Rapporto dello spazio aperto nell’architettura (zona scura mancante), con la misura della Pala Montefeltro. La linea rossa nella parte superiore della tavola, corrisponde alla metà dell’altezza della Pala.
Rapporto dello spazio aperto nell’architettura (zona scura), con il punto centrale della prospettiva e la misura della Pala Montefeltro intera.
Moduli di costruzione: 23 (per la misura reale), 5,5 (per la misura all’interno del calendario). 23 : 5,5 = 4,1818181 (scala). “PALA MONTEFELTRO” INTERA Sezione aurea. Altezza: 23 x 13 = 299 cm, Base: 23 x 8 = 184 cm. Data: 1471 - 72. 5,5 x 13 = 71,5. “Calendario Cristo-Piero”, 104 anni/cm x 104,5 cm (19 moduli). Nel 1482, usando il “calendario Cristo-Piero”, alla morte di Federico da Montefeltro, Piero della Francesca “taglia” su tutti quattro i lati la Pala Montefeltro.
MISURA ORIGINALE DELLA PALA MONTEFELTRO, 1471 - 1472.
Altezza: 299 cm, Base: 184 cm. Altezza: 23 x 13 = 299 cm. Base: 23 x 8 = 184 cm. All’interno del “calendario “Cristo-Piero” le misure della Pala sono: 71,5 anni/cm x 44 cm. scala 1 : 4,1818181
MISURA DELLA PALA MONTEFELTRO, DOPO IL “TAGLIO” EFFETTUATO NEL 1482
Altezza: 250,9 cm, Base: 172,5 cm. Altezza: 60 anni/cm x 4,1818181 (scala) = 250,90 cm. Base: 23 x 7.5 = 172,5. All’interno del “calendario Cristo-Piero” le misure della Pala sono: 60 anni/cm x 41,25 cm. scala 1 : 4,1818181
LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA Nel 1471-72, Piero della Francesca dipinge per i conti di Urbino, la Pala Montefeltro ed alla morte di Federico da Montefeltro, nel 1482 “taglia� il dipinto.
Tavola intera. Sezione aurea: 13 (altezza) x 8 (base). Rapporti: 71,5 x 44 (tavola intera), 60 x 41,25 (tavola tagliata). Misure in cm: 299 x 184 cm (tavola intera), 250,9 x 171,5 (tavola tagliata).
Pala Montefeltro, intera: 299 x 184 cm (Giorgioppi 2008). Pala Montefeltro, tagliata: 251 x 172,5 cm. Soltanto a chi ”non Massone, Sacerdote o Sovrintendente ai Beni Culturali”, ha riconosciuto il valore di 33 anni (dalla conchiglia al ginocchio di Gesù Bambino), è stato dato il dono di poter ricostruire la Pala Montefeltro di Piero della Francesca, scoprire l’anno del “taglio” ed il “sistema del numero in codice” usato da tutti i Ministeri laici e religiosi del mondo.
Piero della Francesca
LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA Il dipinto conosciuto come “Pala Montefeltro” o “Pala di Brera”, fu commissionato a Piero della Francesca (1419-1492) nell’anno 1471 da Federico da Montefeltro conte di Urbino, come “richiesta di grazia” per la nascita del primo figlio maschio, erede del casato Montefeltro, avvenuta successivamente il 24 gennaio 1472. Alla morte di Battista Sforza, moglie di Federico, avvenuta il 7 luglio del 1472, Piero della Francesca “abbandona” la tavola (in molte zone è ancora visibile l'imprimitura). Le mani di Federico vengono successivamente finite dal pittore di corte Pedro Berruguete. Il 10 settembre 1482, Federico da Montefeltro muore a Ferrara e Piero della Francesca nello stesso anno "taglia" la Pala Montefeltro su tutti quattro i lati. Il dipinto è datato: 1471-72 / 1482. Come per la Flagellazione di Cristo (1458), la Pala Montefeltro (1471-72 / 1482) e la Madonna di Senigallia (1475), di Piero della Francesca, così le due Città Ideali (1470-72, Urbino e Baltimora), di Luciano Laurana, i “rapporti” dei formati originali delle opere (altezza-base), sono composti con i numeri (informazioni) di Federico da Montefeltro. La Pala Montefeltro poteva essere ricostruita con le sole regole della prospettiva da qualunque geometra o studente di architettura, senza conoscere il significato dei “rapporti” delle misure dell’opera. Qualunque unità di misura abbia usato Piero della Francesca per La Pala Montefeltro, il “rapporto” tra la misura dell’altezza e la base del dipinto era, è e sarà per sempre: 71,5 x 44. Queste misure possono essere trasformate in qualunque altra unità di misura. Con il “taglio” della tavola, il rapporto delle misure del dipinto, è stato ridotto in: 60 x 41,25. Traccia una linea in verticale a tuo piacimento e dalle il valore di 71,5. Dividi la tua linea per 71,5 e moltiplicala per 44. In questo modo otterrai un rettangolo identico nelle proporzioni alla Pala Montefeltro intera, prima che la tavola fosse tagliata. Riduci la tua linea verticale di 71,5 in 60 e la base di 44 in 41,25, ed otterrai un rettangolo identico nelle proporzioni alla Pala Montefeltro della Pinacoteca di Brera di Milano. (LA PALA MONTEFELTRO DI BRERA INTERA. ISSUU Giorgioppi 2014, n° 2)
1471 Piero della Francesca dipinge per i conti di Urbino, la Pala Montefeltro, come “richiesta di Grazia”.
1472 Il 7 luglio 1472, con la morte di Battista Sforza, Piero “abbandona” la Pala Montefeltro.
1482 Il 10 settembre 1482, con la morte di Federico da Montefeltro, Piero “taglia” la Pala Montefeltro, riducendo l’anno di esecuzione dell’opera, il 71,5 (1471-1472), nell’età di Federico, 60 anni.
LUCIANO LAURANA 1470 Luciano Laurana dipinge per i conti di Urbino, le Città Ideali di Urbino e di Baltimora.
1472 Il 7 luglio 1472, con la morte di Battista Sforza, Luciano Laurana “taglia” le Città Ideali di Urbino e di Baltimora.
La Città Ideale di Urbino, Luciano Laurana, 1470-72. Le “Città Ideali” di Urbino e Baltimora, sono state commissionate nel 1470 da Federico da Montefeltro (1422-1482) conte di Urbino, all’architetto dalmata Luciano Laurana (1425-1479). Nel 1472 con la morte della contessa di Urbino, Battista Sforza (1446-1472), le due tavole sono state tagliate in basso ed ai lati. Le due opere sono datate: 1470-1472. La Città Ideale di Laurana, poteva essere ricostruita con le sole regole della prospettiva da qualunque geometra o studente di architettura, senza conoscere il significato dei “rapporti” delle misure dell’opera. Qualunque unità di misura abbia usato Laurana per La Città Ideale di Urbino, il “rapporto” tra la misura dell’altezza e la base del dipinto era, è e sarà per sempre: 26 x 92. Queste misure possono essere trasformate in qualunque altra unità di misura. Con il “taglio” della tavola, il rapporto delle misure del dipinto, è stato ridotto in: 24 x 87. Per tutti i Ministeri Internazionali della Cultura, il rapporto tra la misura dell’altezza e la base del dipinto, oggi è: 24 x 85 (è stata considera soltanto la parte dipinta e non tutta la lunghezza della tavola).
Traccia una linea in verticale a tuo piacimento e dalle il valore di 26. Dividi la tua linea per 26 e moltiplicala per 92. In questo modo otterrai un rettangolo identico nelle proporzioni alla “Città Ideale” di Urbino intera, prima che la tavola fosse tagliata. Riduci la tua linea verticale di 26 in 24 e la base di 92 in 87, ed otterrai un rettangolo identico nelle proporzioni alla “Città Ideale” della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. (LE TRE “CITTA’ IDEALI” INTERE, LAURANA, 1470. ISSUU Giorgioppi 2015, n° 9)
La Città Ideale di Baltimora, Luciano Laurana, 1470-72. Le “Città Ideali” di Urbino e Baltimora, sono state commissionate nel 1470 da Federico da Montefeltro (1422-1482) conte di Urbino, all’architetto dalmata Luciano Laurana (1425-1479). Nel 1472 con la morte della contessa di Urbino, Battista Sforza (1446-1472), le due tavole sono state tagliate in basso ed ai lati. Le due opere sono datate: 1470-1472. La Città Ideale di Laurana, poteva essere ricostruita con le sole regole della prospettiva da qualunque geometra o studente di architettura, senza conoscere il significato dei “rapporti” delle misure dell’opera. Qualunque unità di misura abbia usato Laurana per La Città Ideale di Baltimora, il “rapporto” tra la misura dell’altezza e la base del dipinto era, è e sarà per sempre: 92 x 254. Queste misure possono essere trasformate in qualunque altra unità di misura. Con il “taglio” della tavola, il rapporto delle misure del dipinto, è stato ridotto in: 33 x 91. Traccia una linea in verticale a tuo piacimento e dalle il valore di 92. Dividi la tua linea per 92 e moltiplicala per 254. In questo modo otterrai un rettangolo identico nelle proporzioni alla “Città Ideale” di Baltimora intera, prima che la tavola fosse tagliata.
Traccia una linea in verticale a tuo piacimento e dalle il valore di 33. Dividi la tua linea per 33 e moltiplicala per 91. In questo modo otterrai un rettangolo identico nelle proporzioni alla “Città Ideale” di Baltimora nella misura attuale. (LE TRE “CITTA’ IDEALI” INTERE, LAURANA, 1470. ISSUU Giorgioppi 2015, n° 9)
TRE RICOSTRUZIONI DELLA “PALA MONTEFELTRO INTERA” DI PIERO DELLA FRANCESCA
Ricostruzione della Pala Montefeltro di Ragghianti (1954), Bertelli (1981) e Giorgioppi (2008).
3 RICOSTRUZIONI
“LA PALA MONTEFELTRO INTERA”, PIERO DELLA FRANCESCA, 1471 - 1472 Cominciata nel 1471 come richiesta di grazia per l’erede del casato del Montefeltro, è stata abbandonata alla morte di Battista Sforza nel 1472. Le misure originali della Pala, devono avere le informazioni di Piero della Francesca, degli anni 1471-72 e di Cristo.
Pala Montefeltro intera, “inizio-abbandono”, numero in codice: 19.71.72.33 Tre ricostruzioni, ci devono dare le stesse “informazioni” e queste si devono trovare con il numero in codice: 19.71.72.33. Carlo Ragghianti: 345 x 190 cm. Carlo Bertelli: 284 x 170 cm. Giorgioppi: 299 x 184 cm.
Le misure (trasformate in millimetri) delle tre ricostruzioni della Pala Montefeltro, sono composte con la somma dei numeri di Piero della Francesca: 19 (anno di nascita), 71, 72 (anni 1471-1472) e l’età di Cristo: 33 (anni).
La regola del gioco è “MENTIRE”. Regola: Si devono dare “tutte le informazioni corrette” (numero in codice) e la “soluzione finale sbagliata” (misure della tavola). In questo modo il gioco rimane nelle mani di pochissime persone ed è ripetibile all’infinito. Nella storia della Pala Montefeltro, Giorgioppi che non conosceva la regola del gioco, ha dato “tutte le informazioni corrette” e la “soluzione finale perfetta”. A questo punto il giocattolo è rotto ed il gioco è chiuso definitivamente.
E' emerso che l'attuale formato non è quello originario. La pala è stata ridimensionata su tutti quattro i lati. Sono state avanzate varie ipotesi sul possibile completamento, tra cui si vedano Ragghianti (1954), Battisti (1971), Bertelli (1981), Giorgioppi (2008).
Ricostruzione delle dimensioni originarie della pala Montefeltro secondo Ragghianti. Secondo lo storico d’arte Carlo L. Ragghianti, in origine l’uovo appeso sopra il trono si qualifica come centro geometrico della composizione e le dimensioni originali della Pala Montefeltro sarebbero state di 345 x 190 cm.
Pala Montefeltro, “inizio-abbandono”, numero in codice: 19.71.72.33
Diagramma con le misure originarie della Pala Montefeltro secondo Ragghianti, 345 x 190 cm, trasformate in 3450 x 1900 mm, composte con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 33.
La regola del gioco è “MENTIRE”. Regola: Si devono dare “tutte le informazioni corrette” (numeri in codice) e la “soluzione finale sbagliata” (misure della tavola). Ragghianti, Battisti e Bertelli conoscono e rispettano la regola. In questo modo il gioco rimane nelle mani di pochissime persone ed è ripetibile all’infinito. Diceva Einstein "Tutti sanno che una cosa non esiste fino a quando non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la scopre”. Nella storia della Pala Montefeltro di Brera, questo sprovveduto si chiama Giorgioppi, che ha dato, nelle misure della ricostruzione dell’opera, “tutte le informazioni corrette” e la “soluzione finale perfetta”. A questo punto il giocattolo dei sovrintendenti è rotto.
Ricostruzione delle dimensioni originarie della pala Montefeltro secondo C. Bertelli. Carlo Bertelli, PIERO DELLA FRANCESCA, La forza divina della pittura, Silvana editore, 1992. Pala Montefeltro, Milano, Pinacoteca di Brera, dipinto a olio su tavola, 248 x 170 cm (pag. 212)
Secondo lo storico d’arte e sovrintendente Carlo Bertelli (1981), alla Pala manca un’asse di 36 cm. Le misure originali erano di 284 cm (248 cm + 36 cm) x 170 cm.
Pala Montefeltro, “inizio-abbandono”, numero in codice: 19.71.72.33
Diagramma con le misure originarie della Pala Montefeltro secondo Bertelli, 284 x 170 cm, trasformate in 2840 x 1700 mm, composte con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 33.
Entro gli spazi destinati al gioco, domina un ordine proprio e assoluto. Ecco un segno importante del gioco: esso crea un ordine, è ordine. Realizza nel mondo imperfetto e nella vita confusa una perfezione temporanea limitata. L’ordine imposto dal gioco è assoluto. La minima deviazione da esso rovina il gioco, gli toglie il suo carattere e lo svalorizza. Il gioco vincola e libera. Attira l’interesse. Affascina, cioè incanta. E’ ricco di due delle qualità più nobili che l’uomo possa riconoscere nelle cose ed esprimere egli stesso: ritmo e armonia. Ogni gioco ha le sue regole. Esse determinano ciò che varrà dentro quel mondo temporaneo delimitato dal gioco stesso. Le regole del gioco sono assolutamente obbligatorie e inconfutabili. Non appena si trasgrediscono le regole, il mondo del gioco crolla. Non esiste più il gioco. ll giocatore che s’oppone alle regole o vi si sottrae, è un guastafeste. Sottraendosi al gioco, questi svela la relatività e la fragilità di quel mondo-del-gioco in cui si era provvisoriamente rinchiuso con gli altri. Egli toglie al gioco l’illusione e, giacchè minaccia l’esistenza della comunità “giocante”, deve essere annientato. (Johan Huizinga,“Homoludens”, pubblicato ad Amsterdam nel 1939) Io non ho mai fatto parte di comunità “giocanti”, ho solo cercato di conoscere, quale logica avessero le fesserie dette da alcuni studiosi d’arte. Ora conosco la causa, che ha prodotto le pessime ricostruzioni della Pala Montefeltro di Ragghianti e Bertelli.
IL “CALENDARIO” DI PIERO DELLA FRANCESCA “Calendario Cristo-Piero” 104 cm/anni x 104,5 cm.
Le costruzioni geometriche di tutte le opere di Piero, sono in rapporto con questo calendario. Solo ricostruendo questo calendario ho potuto conoscere l’anno di esecuzione della Pala Montefeltro, il 71,5 (1471-1472) e l’anno in cui è stata “tagliata”, l’82 (1482). Il calendario è costruito con i numeri dell’anno di nascita di Piero, il 19 (1419), legato all’età di Cristo, morto a 33 anni.
(Ricostruzione del “Calendario Cristo-Piero”, Giorgioppi 2008-9) L’unità di misura del tempo e dello spazio è corrispondente. Misura del tempo. Altezza: 19 (Piero) + 33 (Cristo) = 52. 52 x 2 = 104 anni (cm). Misura dello spazio. Base: 5,5 (modulo) x 19 (Piero) = 104,5 cm. 5,5 (modulo) x 6 = 33 (Cristo). 5,5 (modulo) x 13 = 71,5 (data e altezza della Pala Montefeltro). 5,5 (modulo) x 7,5 = 41,25 (misura della base della Pala dopo il“taglio). 5,5 (modulo) x 15 = 82,5 (rapporto con la data del taglio).
La Pala Montefeltro (71,5 x 44 cm) all’interno del “Calendario Cristo-Piero” di 104 x 104,5 cm. scala 1 : 4,1818181
Rapporto della prospettiva e del suo punto di fuga con all’interno del “Calendario Cristo-Piero”.
“CALENDARIO CRISTO-PIERO” 104 x 104,5 cm. Pala Montefeltro, scala 1 : 4,1818181
L’altezza originale della tavola, rappresentativa dell’anno di esecuzione dell’opera il 71,5 (1471-1472), viene tagliata nell’82 (1482). Gli anni 71,5 vengono ridotti in 60 anni. La base di 44 cm, viene ridotta in 41,25 cm. L’altezza originale della pala, di 299 cm, viene ridotta nei 250,9 cm attuali. La base di 184 cm, viene ridotta nei 172,5 cm attuali.
(Giorgioppi, 2008-9)
In origine l’altezza della Pala Montefeltro all’interno del Calendario Cristo-Piero (104 cm/anni x 104,5 cm), misurava 71,5 cm/anni (1471-1472) x 44 cm. Alla morte di Federico da Montefeltro (1422-1482), l’altezza della tavola viene ridotta sull’età del duca di Urbino, morto a 60 anni. 60 anni/cm x 41,25 cm.
“CALENDARIO CRISTO-PIERO” 104 anni/cm (1400-1504) x 104,5 cm. Pala Montefeltro, scala 1 : 4,1818181
La mia ricostruzione della Pala Montefeltro, si è basata sui dati personali di Federico da Montefeltro, tanto che nella cartolina stampata nel 2008, sul retro è scritto: Ricostruzione sul “calendario Cristo/Federico: data 1471,5, misure originali 299 x 184 cm. Federico (1422-1482) è nato nel 22 ed è morto a 60 anni, nell’82. 22 + 60 + 22 + 22 = 104 anni/cm. Successivamente, quando ho riconosciuto l’anno di nascita di Piero della Francesca, il 19 (1419), ho capito che mi trovavo all’interno del “Calendario Cristo-Piero”. 19 (Piero) + 33 (Cristo) = 52. 52 x 2 = 104 anni/cm.
Con lo stesso sistema, è nascosta la data corretta, che si trova scritta sulla lastra tombale di Matteo Costanzo, situata nella chiesa di San Liberale a Castelfranco Veneto. Per conoscere la data corretta della lastra, bisogna sapere l’anno di nascita del padre Tuzio Costanzo (1446 - 1517), committente della lastra tombale e della “Pala Castelfranco”, di Giorgione (1476 - 1510). Conoscendo l’età di Tuzio Costanzo, nell’anno 1504, l’età del figlio Matteo, morto a 23 anni e di Cristo morto a 33 anni, si può scoprire il “numero in codice” attribuito (dai Ministeri alla Cultura Internazionali) alla lastra tombale e decodificare le “elucubrazioni” fatte da Maurizio Calvesi (2 agosto 1504) e Salvatore Settis (174 lettere, 1504). Lastra tombale di Matteo Costanzo, 1° agosto 1504, 173 lettere. Numero in codice: 58.23.33
Misura del “taglio” della Pala Montefeltro, 60 x 41,25 cm, all’interno del “Calendario Cristo-Piero” scala 1 : 4,1818181
Dimostrazione che per il taglio della Pala Montefeltro, è stato usato il “calendario Cristo-Piero”
L’unità di misura del tempo e dello spazio è corrispondente. Il calendario è alto 104 anni /cm, ed è largo 104,5 cm (19 moduli x 5,5 cm). Altezza: 22 anni/cm (1422, anno di nascita di Federico) + 60 anni /cm (età di Federico) = 82 anni/cm (1482). 82 + 22 = 104 anni/cm. Base: 82,5 (15 moduli da 5,5 cm) + 22 cm = 104,5 cm. Nota Se la tavola fosse stata tagliata dalla Corte di Urbino dopo la morte di Federico da Montefeltro, la base della tavola non sarebbe stata di 82,5 cm (15 moduli) : 2 = 41,25 cm (7,5 moduli). Misura della base della Pala Montefeltro dopo il “taglio”: 7,5 (moduli) x 23 = 172,5 cm.
Le misure riportate dal Battisti risultano essere di 251 x 172 cm: esse sono quasi esatte; infatti, come già si è potuto evincere nel corso della attuale ricognizione, le misure della tavola, misurate sulla superficie del supporto, corrispondono a 251 cm per il lato verticale sinistro, a 250,9 cm, per il lato verticale destro; a 173 cm per il lato superiore; a 172 cm per il lato inferiore: quelle riferite da Eugenio Battisti possono essere assunte, quindi, con l’aggiunta del correttivo ”circa”. (Filippo Trevisan, Struttura e pittura: i maestri legnaioli grossi e Piero della Francesca per la carpenteria della pala di San Bernardino, Quaderni di Brera 9, 1997).
Misure attuali della pala Montefeltro secondo Giorgioppi: 250,9 x 172,5 cm.
Piero è nato nell’anno 19 (1419). Nell’anno 82 (1482), Piero “taglia” la Pala Montefeltro. Cristo è morto a 33 anni.
Pala Montefeltro, “taglio”, numero in codice: 19.82.33 All’interno del “Calendario Cristo-Piero”, l’altezza originale della tavola (rappresentativa dell’anno di esecuzione dell’opera), 71,5 (1471-1472) cm, viene tagliata alla morte di Federico da Montefeltro, nell’82 (1482), sul numero dei suoi anni, 60. Gli anni/cm 71,5, vengono ridotti in 60 anni/cm. La base di 44 cm, viene ridotta in 41,25 cm. L’altezza originale della pala, di 299 cm, viene ridotta in 250,9 cm attuali. La base di 184 cm, viene ridotta in 172,5 cm attuali.
1) Rapporto delle misure della pala Montefeltro 71,5 x 44 cm (all’interno del “Calendario Cristo-Piero”), trasformate nel 1482, in 60 x 41,25 cm. Misura originale, sezione aurea, altezza: 13 x 23 = 299 cm, base: 23 x 8 = 184 cm. Misura attuale, altezza: 60 x 4,1818181 (scala) = 250,90908 cm, base: 41,25 x 4,1818181 (scala) = 172,49999 cm, (Base: 7,5 x 23 = 172,5 cm). Misura attuale: 250,9 x 172,5 cm. 2) Diagramma con le misure attuali della Pala Montefeltro secondo Giorgioppi, 250,9 x 172,5 cm, trasformate in 2509 x 1725 mm, composte con la somma dei numeri: 19, 82, 33.
LE “TRE MISURE” DELLA PALA MONTEFELTRO (Le misure delle opere d’arte non sono reali ma informative. I Ministeri alla Cultura, usano come unità di misura, il metro)
Nell’anno 1482 alla morte di Federico da Montefeltro, la Pala Montefeltro è stata ridotta da Piero della Francesca nelle misure attuali.
248 x 170 cm (Millard Meiss)
251 x 172 cm (Eugenio Battisti)
251 x 173 cm (Filippo Trevisan)
Piero è nato nell’anno 19 (1419). Nell’anno 82 (1482), Piero “taglia” la Pala Montefeltro. Cristo è morto a 33 anni.
Pala Montefeltro, “taglio”, numero in codice: 19.82.33
Diagramma con le tre misure della Pala Montefeltro, trasformate in millimetri, composte con la somma dei numeri: 19, 82, 33.
Ricostruzione delle dimensioni originarie della pala Montefeltro secondo Battisti. Secondo Eugenio Battisti, la Pala è stata “rifilata” al suo arrivo alla Pinacoteca di Brera. Le misure della Pala Montefeltro riportate da Millard Meiss sono di 248 x 170 cm. Queste misure furono adottate successivamente, da tutti gli storici d’arte, ad esclusione di Eugenio Battisti. Come è stato notato dallo studioso, quelle misure non corrispondono alle reali dimensioni della pala, poiché la cornice nasconde porzioni di superficie dipinta su tutti quattro i lati, essendo montata a contrasto. Le misure riportate dal Battisti risultano essere di 251 x 172 cm. Lo studioso inoltre, riportava le dimensioni della pala desunte dall’Inventario Generale (redatto dal 1808 al 1842), quando l’opera era già diventata patrimonio della Pinacoteca di Brera, dopo il 10 giugno 1811. “Tavola 4,4 x 2.11.1/2 Le misure sono di braccia 4 e once 4 per l’altezza e braccia 2 e once 11.5 per la larghezza (in quanto un’oncia corrisponde a 5 cm scarsi, e più esattamente in 4 cm e 9 mm abbondanti e in quanto 12 once fanno un braccio milanese) e tali cifre, riportate in centimetri, fanno 258 x 176,5 cm.”
Piero è nato nell’anno 19 (1419). La Pala Montefeltro è stata “tagliata” nell’anno 82 (1482). Cristo è morto a 33 anni.
Pala Montefeltro, “taglio”, numero in codice: 19.82.33 Battisti nel formato desunto dall’Inventario Generale di Brera, trasformato in centimetri (258 x 176,5 cm) e nella (sua) misura attuale della Pala (251 x 172 cm), usando i numeri: 19, 82, 33, dichiara che la Pala Montefeltro, di Piero della Francesca, è stata tagliata nell’anno 1482.
Le misure della Pala Montefeltro desunte dall’Inventario Generale di Brera, 1° diagramma. 258 x 176,5 cm, trasformate in 2580 x 1765 mm, composte con la somma dei numeri: 19, 82, 33. 2° diagramma. Le misure della Pala Montefeltro di Battisti, 251 x 172 cm, trasformate in 2510 x 1720 mm, composte con la somma dei numeri: 19, 82, 33.
La Pala Montefeltro entra il 10 giugno 1811 nella Pinacoteca di Brera, Milano. “Inventario Napoleonico 516 - 517” “Il dipinto è entrato in Brera il 10 giugno 1811. La Pala urbinate è registrata nell’“inventario napoleonico”, manoscritto, presso la Direzione del Museo di Brera, che ho potuto consultare per cortesia di A. Ottino della Chiesa. Qui troviamo, in data 1811, a p. 10, n. 516-517, Urbino, Riformati La Madonna, varj Santi, con molti ritratti della Famiglia del Duca di Urbino. Tavola 4,4 x 2.11.1/2 Fra Carnevali” (E. Battisti Piero della Francesca Tomo II, 1992, Electa).
Piero della Francesca nasce nell’anno 19 (1419), esegue la Pala Montefeltro negli anni 71 (1471), 72 (1472). Alla morte di Federico da Montefeltro nell’anno 82 (1482), Piero “taglia” la Pala. Cristo è morto a 33 anni.
Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33 La “storia” della Pala Montefeltro (inizio, abbandono e taglio), si trova nella data, 10 giugno 1811 e nel suo numero di inventario, attraverso i seguenti numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
Diagrammi con la data 10 giugno (161° giorno dell’anno) 1811 ed il numero dell’Inventario Napoleonico 516 - 517 (E. Battisti), composti con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
CATALOGO/SCHEDA Piero della Francesca (Pietro di Benedetto dei Franceschi), Madonna con Bambino, san Giovanni Battista, san Bernardino da Siena, san Girolamo, san Francesco d'Assisi, san Pietro Martire, san Giovanni Evangelista, angeli e il duca Federico da Montefeltro. Denominazione / Titolo tradizionale: Pala di Brera. Denominazione del contenitore / Pinacoteca Nazionale di Brera.
Localizzazione specifica / inventario generale n. 57, inventario napoleonico n. 516, registro cronologico n. 180.
Il primo intervento testimoniato è la doratura della cornice (SBAS di Milano, Archivio Antico II/52, fasc. 20, 17 marzo 1832).
Diagramma con la data 17 marzo (76° giorno dell’anno) 1832, composta con la somma dei numeri: 71, 72, 82, 33.
ALCUNE DATE SCRITTE SUL RETRO DELLA PALA MONTEFELTRO Ogni data scritta sul retro di un’opera d’arte storicizzata, ha valore come numero di inventario. Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33
Allo stato attuale della nostra conoscenza, la più antica documentazione del supporto della Pala Montefeltro, sembra essere una fotografia conservata nell’Archivio Fotografico della Soprintendenza per i Beni Artistici e storici di Milano. Il documento è datato 1 ottobre 1957: esso trasmette alcune informazioni successivamente rimosse e cancellate. La Pala Montefeltro è una tavola composta da nove assi di pioppo disposte orizzontalmente. Sulla terza asse si leggono, scritte col lapis, “Campari Mario 14.12.1950”. Sulla sesta asse, a caratteri maiuscoli “PIERO”, tracciato col gesso, e, sulla sinistra di nuovo col lapis,”Bazzoni 14.12.1950”.
Un cartellino sta sul montante di destra all’altezza della commettitura fra la quarta e la quinta asse e ci informa che il manufatto è stato il “12.22 - 8 (agosto) 1978 disinfestato”; sopra il cartellino si legge scritto con il lapis in corsivo “8-10 (ottobre) 1970 tagliabue…” (Piero e la carpenteria della Pala di San Bernardino, Filippo Trevisan, 1997).
Diagrammi con le date: 1° ottobre (274° giorno dell’anno) 1957, 14 dicembre (348° giorno dell’anno) 1950, 12 agosto (224° giorno dell’anno) 1978, 22 agosto (243° giorno dell’anno) 1978 e 8 ottobre (281° giorno dell’anno) 1970, composte con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
ALCUNI NUMERI SCRITTI SUL RETRO DELLA PALA MONTEFELTRO Ogni numero scritto sul retro di un’opera d’arte storicizzata, ha valore come numero di inventario.
Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33 Sulla quinta asse, è incollata una striscia di carta con caratteri battuti a macchina ”Piero della Francesca, Madonna col Duca Federico (Pinacoteca di Brera) cassa 34/487” e scritto con la biro nera “senza cornice”. Attaccata a rovescio, una targhetta nella seconda asse contiene la seguente scritta “cassa 34 (510)” cancellata con penna biro bleu e sotto: “Piero della Francesca, la Madonna col figlio e Santi”.Un cartellino è sito nella prima asse: è in carta pergamena e forse risale al momento della entrata della tavola a Brera: è scritto “516 autore: Carneva[le]”. Nella stessa zona un cartellino riporta ”M: 510” invece di “516”. (Piero e la carpenteria della Pala di San Bernardino, Filippo Trevisan, Quaderni di Brera 9, 1997).
Diagrammi con i numeri: 34/487 e 34/510, composti con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
Diagramma con i numeri: 516 e 510, composti con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
PALA MONTEFELTRO O PALA DI SAN BERNARDINO Autore: Piero della Francesca Estensione: altezza: cm 251; larghezza: cm 172 Indirizzo: Pinacoteca di Brera, via Brera, 28 - Milano (MI), Italia, Inventario: Inv. Napoleonico 516 - proprietà Stato: Pinacoteca di Brera.
oai:culturaitalia.it:museiditalia Identificatore: work 28822 Scheda ICCD OA: 0300180376
Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33
1° diagramma. Il numero di riferimento 28822 (identificatore), è composto con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33. 2° diagramma. Il numero della scheda 300180376, è composto con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33. B.S. Battista Sforza, moglie di Federico, è morta a 26 anni (13 + 13) nel 72 (1472). FE. Federico da Montefeltro è nato nel 1422 (22, 11 + 11) ed è morto nell’82 (1482).
PALA MONTEFELTRO Catalogo della Pinacoteca di Brera, Electa, 1992, vol. V pp. 174 - 181, n° 72.
n° 72, pp. 174 - 181. Nei numeri 72, 174, 181, è scritta la storia della Pala Montefeltro. Questo sistema, viene spesso usato nelle bibliografie degli artisti da alcuni critici, soprintendenti e restauratori, per datare le opere d’arte.
Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33
Diagramma con i numeri: 72 (n°), 174 (pag.), 181 (pag.), composti con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
LA PALA MONTEFELTRO E’ UNA RICHIESTA DI GRAZIA, NON UN EX VOTO La Pala è datata da Piero della Francesca: 1471 - 1472, ma è stata dipinta fino al 7 luglio 1472.
Piero della Francesca ha messo nel numero di perle e borchie della copertina del libro di San Giovanni evangelista, la data della Pala Montefeltro, l’anno 1471, 1472. Nel 1471 all’età di 25 anni, Battista Sforza (1446-1472) dopo avere avuto 7 figlie femmine, era incinta dell’ottavo figlio. I conti di Urbino, Federico da Montefeltro e Battista Sforza, commissionano a Piero della Francesca la Pala Montefeltro, come richiesta di grazia per la nascita di un erede maschio del ducato. Piero ritrae Federico inginocchiato davanti ai suoi santi protettori e davanti a Cristo bambino. Battista Sforza è ritratta nelle vesti della Vergine. Piero come altri artisti del suo tempo, usava datare le sue opere, mettendo la sua età o quella dei suoi protagonisti, nel numero di perle, anelli, gioielli ecc. In origine sul capo di Battista Sforza/Vergine c’era un grosso gioiello, composto da tre perle bianche e tre pietre preziose, per un totale di 6 elementi. Al collo di Cristo bambino, in una collana con un ciondolo di corallo rosso, simbolo della Passione, è inserita una perla trasparente. I 6 preziosi sul capo, più 1 perla al collo del Bambino, rappresentavano le 7 figlie dei conti di Urbino. Nel 1472 a grazia ricevuta per la nascita di Guidobaldo da Montefeltro, Piero toglie il grande gioiello dalla fronte di Vergine. La Pala non era finita, ma alla morte di Battista Sforza, avvenuta il 7 luglio 1472, Piero abbandona improvvisamente il dipinto dovendo eseguire il ritratto postumo della defunta da mettere in coppia con quello di Federico (1466) ed i rispettivi Trionfi (Dittico dei conti di Urbino, 1466-73, Uffizi, Firenze). Le mani di Federico avevano 2 anelli alle dita e si trovano sotto la croce di cristallo tenuta da San Francesco. I 2 anelli sono in rapporto con il numero di perle e gioielli della croce di cristallo (17 perle bianche e 6 pietre preziose) e la loro somma, corrispondeva ai 25 anni di Battista Sforza. Dopo la morte di Battista Sforza, le mani di Federico vengono ridipinte dal pittore di corte Pedro Berruguete, che aggiunge l’anello vedovile. I 3 anelli modificano ufficialmente la data della Pala Montefeltro. Piero della Francesca 1471. 2 anelli + 17 perle bianche (2+17=19, anno di nascita di Piero) + 6 gioielli = 25 (età di Battista Sforza). Pedro Berruguete 1472. 25 (età di Battista Sforza) + 1 anello = 26 (età di Battista Sforza).
Piero della Francesca (1419-1492) nel 1471, ritrae nella Pala Montefeltro, Federico inginocchiato con 2 anelli alle dita delle mani. Sopra le mani di Federico, San Francesco tiene una croce di cristallo, composta da 17 perle bianche più 6 pietre preziose incastonate nella croce. La somma degli anelli (2) più le perle bianche (17), rappresentano l’anno di nascita di Piero (19), che sommate alle 6 pietre preziose, corrispondono ai 25 anni di Battista Sforza.
PAGINE in elaborazione
Diagramma con l’anno di nascita di Piero della Francesca, il 19 (1419), composto con la somma di 2 anelli e 17 perle bianche. L’età di Battista Sforza, 26 anni, è composta con la somma di 2 anelli, 17 perle bianche e 6 pietre preziose.
IN ORIGINE LA LA PALA MONTEFELTRO ERA DATATA: 1471-1472. Piero della Francesca nato nel 1419, nel 71 (1471) ha 52 anni. Federico da Montefeltro nato nel 1422, nel 71 (1471) ha 49 anni. Battista Sforza nata nel 1446, nel 71 (1471) ha 25 anni. Cristo è morto a 33 anni. 71(anno).52.49.25.33 San Giovanni evangelista tiene in mano un libro sulla cui copertina, 164 borchie dorate e 6 perle bianche, contengono l’anno di esecuzione dell’opera e l’età di tutti i protagonisti.
La parte centrale del libro contiene l’età di Battista Sforza, alla sua destra l’età di Federico ed ancora l’età di Piero per due volte. Le perle e le borchie sono così disposte: 6 (perle) + 19 (anno di nascita di Piero della Francesca) = 25 (l’età di Battista Sforza). 25 + 49 (l’età di Federico da Montefeltro) + 14 + 16 = 104 (52 x 2, l’età di Piero). 104 + 64 + 2 = 170. 71 (1471) + 33 (Cristo) + 33 + 33 = 170
Diagramma con la somma delle 6 perle bianche e delle 164 borchie dorate, corrispondenti alla somma degli anni di Battista Forza (25), Federico (49), Piero della Francesca (52), dell’anno 71 (1471), e di Cristo (33).
PAGINE in elaborazione
Appunti Nel 1471 la Vergine al collo, sul bordo del mantello aveva 25 perle bianche. 25 perle bianche + 1 perla trasparente (Cristo) + 6 (gioiello sulla fronte) + 1 uovo = 33. Con la nascita del figlio (gennaio 1472), viene tolto il gioiello sulla fronte di Maria-Battista Sforza ed aggiunta sulla collana del mantello una perla bianca. 26 perle bianche sono l’età di Battista Sforza (1472) che ha un figlio maschio erede (1 perla trasparente). Se non fosse stata esaudita la richista di grazia per il figlio erede del casato del Montefeltro, sulla fronte della Vergine sarebbe rimasto il grosso gioiello, e la collana sarebbe rimasta con 25 perle bianche.
Nel 1471, Piero della Francesca ha 52 anni, Federico: 49 e Battista Sforza: 25 anni. Cristo ha 33 anni. 71.52.49.25.33 Battista Sforza ha 25 anni ( 17 perle bianche della croce + 6 preziosi + 2 anelli). Il libro è composto da 6 perle bianche e 164 borchie dorate, la somma è 170. 33 (Cristo) x 3 = 99. 99 + 71 (1471) = 170.
Alla nascita del figlio Guidobaldo nel gennaio del 1472, Piero aggiunge una perla nella parte superiore del mantello di Battista Sforza-Vergine. Le 26 perle (12 e 14) sul bordo del mantello, corrispondono all’età della contessa di Urbino.
PAGINE in elaborazione
RITRATTO DI BATTISTA SFORZA PIERO DELLA FRANCESCA, 1473
Nel ritratto del 1473, di Battista Sforza, morta a 26 anni nel 1472, Piero della Francesca, mette nella collana della defunta sul collo, 27 perle, datando in qusto molo l’opera.
Piero della francesca esegue il ritratto di Battista Storza tre volte, datando sempre le opere. 1471-1472, Pala Montefeltro, 26 perle sul bordo del mantello. 1473, Ritratto di Battista Sforza defunta, 27 perle al collo. 1475, Madonna di Senigallia, 29 lacciuoli sul corpetto della Vergine.
MADONNA DI SENIGALLIA, 1475 Numero in codice: 19.56.75.33
Sul corpetto della Vergine-Battista Sforza (1446-1472), ci sono 29 lacciuoli. 1475, Battista Sforza è morta da 3 anni, all’età di 26 anni.
PIERO DELLA FRANCESCA / BERRUGUETTE
Alla morte di Battista Sforza, avvenuta il 7 luglio 1472, Piero abbandona l’esecuzione della Pala Montefeltro. Con questa interruzione improvvisa, Federico incarica il pittore di corte Berruguette, di registrare la morte della contessa di Urbino, aggiungendo al numero di anelli precedenti, l’anello vedovile. Questa modifica, registra una nuova data della Pala Montefeltro. La nuova data della Pala Montefeltro diventa:
7 luglio 1472 - 147. (?)
PAGINE in elaborazione
QUADERNO DI SCHEDE
RIASSUNTO 1471 Piero della Francesca dipinge per i conti di Urbino la Pala Montefeltro, come “richiesta di Grazia”.
1472 Gennaio: Con la nascita di Guidobaldo, Piero toglie il gioiello sulla fronte di Battista Sforza (Vergine)). Luglio: Dopo la morte di Battista Sforza (7 luglio 1472), Piero abbandona la Pala Montefeltro. Federico da Montefeltro, perchè si potesse riconoscere un evento particolare, incarica il pittore di corte Pedro Berruguette, di ridipingere le sue mani e di aggiungervi l’anello vedovile.
1482 Settembre: alla morte di Federico da Montefeltro, Piero “taglia” la Pala Montefeltro, riducendo l’anno di esecuzione dell’opera, il 71,5 (1471-1472), nell’età di Federico, 60 anni.
LA STORIA COMPLETA DELLA “PALA MONTEFELTRO” IN 3 FRANCOBOLLI UGANDA, La Pala di Brera, emesso: 18 dicembre 1991. SAN MARINO, La Sacra Conversazione, emesso: 16 novembre 1992. "Madonna col Bambino, Santi, Angeli e il Duca Federico di Montefeltro" SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA, emesso: 9 dicembre 1992.
Piero della Francesca nato nell’anno 19 (1419), esegue la pala negli anni 71 (1471) - 72 (1472). Alla morte di Federico da Montefeltro, nell’anno 82 (1482), Piero “taglia” la Pala Montefeltro. Cristo è morto a 33 anni. I numeri: 19, 71, 72, 82, 33, si trovano nelle date di emissione dei tre francobolli.
Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33
Diagrammi con le date: 18 dicembre (352° giorno dell’anno) 1991, 16 novembre (320° giorno dell’anno) 1992 e 9 dicembre (343° giorno dell’anno) 1992, composte con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
Nel nostro museo i capolavori sono così numerosi che spesso dedichiamo loro un tempo limitato, mai sufficiente a gustarli pienamente: pensiamo ormai di conoscerli già, di sapere già tutto, avendoli visti e sfiorati decine di volte. Ora invece ci concentriamo su un solo dipinto, accorgendoci, magari, di non conoscerlo fino in fondo.
4 giugno 2013 UN CAPOLAVORO PER VOLTA: “LA PALA MONTEFELTRO” DI PIERO DELLA FRANCESCA NELLA PINACOTECA DI BRERA. Assistenza culturale dott.ssa Daniela Tarabra Martedì, Ore 10.45. Ritrovo alla biglietteria della Pinacoteca di Brera, via Brera 28. Quota di partecipazione €10.
Piero della Francesca nato nell’anno 19 (1419), esegue la pala negli anni 71 (1471) - 72 (1472). Alla morte di Federico da Montefeltro, nell’anno 82 (1482), Piero “taglia” la Pala Montefeltro. Cristo è morto a 33 anni. I numeri: 19, 71, 72, 82, 33, si trovano nella data della conferenza organizzata dall’Associazione Amici si Brera.
Pala Montefeltro, numero in codice: 19.71.72.82.33
Diagramma con la data: 4 giugno (155° giorno dell’anno) 2013, composta con la somma dei numeri: 19, 71, 72, 82, 33.
Due opere di Piero della Francesca in una mostra alla Pinacoteca di Brera di Milano e in un saggio di Carlo Bertelli.
Piero della Francesca. Un pittore per due nemici In questa mostra e saggio, sono messi a confronto due capolavori di Piero della Francesca: Il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, del Louvre di Parigi e la Pala Montefeltro, della Pinacoteca di Brera di Milano.
Dal 27 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419). Esegue il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, nel 51 (1451). Dipinge la Pala Montefeltro nel 71 (1471), abbandonandola nel 72 (1472) e tagliandola nell’82 (1482). Cristo è morto a 33 anni.
Mostra: Piero della Fancesca. Un pittore per due nemici. Numero in codice: 19.51(Malatesta)71.72.82(Pala)33
1° diagramma. La data: 27 ottobre (300° giorno del calendario gregoriano) 2010, è composta con la somma dei numeri: 19, 51 (S.P. Malatesta), 71, 72, 82 (Pala Montefeltro), 33 (Cristo). 2° diagramma. La data: 30 gennaio (30° giorno del calendario gregoriano) 2011, è composta con la somma dei numeri: 19, 51 (S.P.Malatesta), 71, 72, 82 (Pala Montefeltro), 33 (Cristo).
Piero della Francesca
RITRATTO DI SIGISMONDO PANDOLFO MALATESTA, 1451. Il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta è un dipinto, olio e tempera su tavola di 44 x 34 cm (seconda misura: 44,5 x 34,5 cm), di Piero della Francesca, realizzato durante il suo soggiorno a Rimini del 1451 e conservato nel Museo del Louvre di Parigi. Localizzazione specifica inv. RF 1978 - 1
Numero in codice: 19.32.51.33
Piero della Francesca è nato nel 19 (1419). A 32 anni, nel 51 (1451), esegue il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Cristo è morto a 33 anni.
Il numero di inventario e le due misure del ritratto, sono composte con la somma dei numeri: 19, 32, 51, 33.
1° diagramma. Il numero di inventario 1978 - 1, è composto con la somma dei numeri: 19, 32, 51, 33. 2° e 3° diagramma. Le due misure della tavola: 44 x 34 cm e 44,5 x 34,5 cm, trasformate in 440 x 340 mm e 445 x 345 mm, sono composte con la somma dei numeri: 19, 32, 51, 33.
CRONOLOGIA COMPLETA DELLE OPERE DI PIERO DELLA FRANCESCA 1451, “Trattato d’abaco”. 1472, trattato “De prospectiva pingendi”.
1436
1448
1453, trattato “Archimede de spiralibus”. 1483, trattato “Libellus de quinque corporibus regularibus”.
1445 - 62
1450
1447
1451
1451
1453 - 56
1454 - 1470
1458
1458
1460
1461 - 65
1466
1471 - 1472 / 1482
1475
1476
1459
1459
1462
1473
1477
1463
1473
1479
Francobolo: BATTESIMO DI CRISTO, Piero della Francesca, anno 1448. Battesimo di Cristo, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991.
Francobolli: MADONNA DEL PARTO, anno 1459. Madonna del Parto, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991. Madonna del Parto, Vaticano, emesso: 15 maggio 1992.
Francobolli: POLITTICO DELLA MISERICORDIA, Piero della Francesca, anni 1445 - 1462. Polittico della Misericordia, Madonna della Misericordia, Vaticano, emesso: 7 aprile 1960. Polittico della Misericordia, San Giovanni Battista, Ordine di Malta, emesso: 25 giugno 1990. Polittico della Misericordia, Madonna della Misericordia, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991.
Francobolli: RITRATTO DI FEDERICO DA MONTEFELTRO (anno 1466) E BATTISTA SFORZA (anno 1473). Ritratti dei conti di Urbino, San Marino, emesso: 4 settembre 1997.
Francobolli: LA LEGGENDA DELLA VERA CROCE, Piero della Francesca, anni 1453 - 1456. Annunciazione, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991. La regina di Saba, Italia, emesso: 1° marzo 2002.
Francobollo: ANNUNCIAZIONE, Piero della Francesca, anni 1461 - 1465. Polittico di Sant’Antonio, Annunciazione, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991.
Schema relativo alla ricostruzione ideale dell’Annunciazione di Piero della Francesca, secondo le ricerche di Carlo L. Ragghianti, assumendo come ipotesi di lavoro la sezione aurea verticale (indicata con la linea a tratteggio di maggior spessore) passante lungo il bordo verso destra della colonna dinnanzi alla Vergine. Secondo tale ripristino la base originaria della tavola sarebbe stata di 225 cm. C. L. Ragghianti, “misure originali”, 122 x 225 cm.
ANNUNCIAZIONE, 1461-1465 Numero in codice: 19.61.65.33 Francobollo delle Poste Italiane, Annunciazione di Piero della Francesca, emesso: 13 novembre 1993.
1° diagramma. Le misure di C. Ragghianti, 122 x 225 cm, trasformate in 1220 x 2250 mm, composte con la somma dei numeri: 19, 42, 46, 61, 65, 33. 2° diagramma. La data di emissione del francobollo, 13 novembre (317° giorno dell’anno) 1993, composta con la somma dei numeri: 19, 42, 46, 61, 65, 33.
Francobolli, MADONNA DI SENIGALLIA, Piero della Francesca, anno 1475. Madonna di Senigallia, Ordine di Malta, emesso: 10 dicembre 1987. Madonna di Senigallia, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991. Madonna di Senigallia, Italia, emesso: 9 giugno 2001.
Francobolli, LA NATIVITA’, Piero della Francesca, anno 1476. Natività, Malawi, emesso: 6 novembre 1968. Natività, Barbuda, emesso: 15 ottobre 1970. Natività, Uganda, emesso: 18 dicembre 1991.
Foglio di francobolli dei grandi maestri italiani, Piero della Francesca.
Repubblica della Guinea 3 francobolli, emessi: 17 dicembre 2012. 1°) La Leggenda della Vera Croce, 1453 - 1456. 2°) Madonna di Senigallia, 1475 e Natività, 1476. 3°) Resurrezione, 1459 e Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451.
Diagramma con la data di emissione dei francobolli: 17 dicembre (351° giorno del calendario gregoriano) 2012, (351 + 2012 = 2363).
Esempio: Madonna di Senigallia, L’opera è stata eseguita nel 75 (1475). Si divide il numero 75 in tre moduli del valore di 11, 1, 63. Il modulo 11 si moltiplica per 19 (anno di nascita di Piero). 19 x 11 = 209. Il modulo 63 si moltiplica per 33 (l’età di Cristo). 63 x 33 = 2079. 209 + 2079 = 2288. 2288 + 1 volta 75 = 2363.
Cinque francobolli con la “Resurrezione di Cristo”, di Piero della Francesca. Piero della Francesca è nato nell’anno 19 (1419), a 40 anni, nell’anno 59 (1459), esegue il dipinto “La Resurrezione”. Cristo è morto a 33 anni. I numeri: 19, 40, 59, 33, si trovano nelle date di emissione dei francobolli.
Numero in codice: 19.40.59.33
BURUNDI, emesso: 7 aprile 1971. EQUATORIAL GUINEA, REP., emesso: 27 marzo 1974. VATICANO, emesso: 15 maggio 1992. ITALIA, emesso: 10 marzo 2000. EQUATORIAL GUINEA, REP., emesso: 17 dicembre 2012.
Diagrammi con le date di emissione dei francobolli, con rappresentato il dipinto “Resurrezione di Cristo“, di Piero della Francesca, composte con la somma dei numeri: 19, 40, 59, 33.
Gentile signor Giorgioppi, grazie della sua ricostruzione del sommo geometra della pala di Piero che è convincente e, tra l’altro, conferma che la pala non fu concepita per San Bernardino. Le faccio molti auguri per l’Anno Nuovo che sarà per Lei ricco di ricerche. Suo Carlo Bertelli. Milano, 07. 01.2009
L’assetto attuale della Pala Montefeltro, è fortemente falsato dalla perdita di un’asse di 36 centimetri alla base (Carlo Bertelli, Lo spazio nella Pala dei Montefeltro, in Piero e Urbino, Venezia 1992, pp. 169-173).
Pala di San Bernardino, schema prospettico (da Bertelli, 1991). Ricostruzione dell’impianto prospettico della pala eseguita da Marcella Sorteni in occasione del restauro. (Quaderni di Brera 9, 1997, Piero della Francesca, De Prospectiva Pingendi, Aboca, 2008)
Se alla Pala Montefeltro mancano 36 centimetri (Bertelli), perché nella ricostruzione, nessuna linea porta alla base della tavola originale?
Charles Bouleau
La geometria segreta dei pittori Editions du Seuil, 1963 Edizione Electa, 1988
Costruzione geometrica all’interno della Pala Montefeltro di Piero della Francesca, di Charles Bouleau.
Disegnare una costruzione geometrica, all’interno di un’opera d’arte, modificando il formato originale del dipinto, è una autentica stupidaggine. Queste fesserie mi venivano insegnate all’Istituto d’Arte di Trento, al Magistero di Grafica di Urbino e nelle Accademie d’Arte di Milano, Firenze, Venezia e Bologna. Le stesse idiozie, oggi come allora, si insegnano nelle Università.
Superficie interna della Pala Montefeltro di Piero della Francesca, usata da Charles Bouleau per le sue costruzioni geometriche assurde.
Simulacro di tutta la composizione, l'unione dei due moduli sull'asse verticale rappresenta il mistero, o paradosso della psiche, per il quale la separazione tra cielo e terra è anche unione tra divino e terreno (tra inconscio e conscio) per grazia celeste (per virtù della conoscenza).
Valter Vannelli - Architettura e Psiche / analisi e letture | Roma, 1 gennaio 2009. In sintesi. Lo sviluppo orizzontale della metà inferiore della Sacra Conversazione, con la simmetria delle figure dispiegate per l'intero piano della rappresentazione, esprime la proiezione dell'Archetipo della Totalità (del creato); così come l'immagine della Vergine, interiorizzata, raccolta nel proprio mondo interiore, rappresenta l'Archetipo del Sé. Al centro di una risorgente architettura classica, composta e serena, come perla appesa alla propria conchiglia, sovrasta il segno - sospeso e pendente (immanente e inquietante) - dell'anelito della psiche alla perfezione, origine e proiezione dell'Archetipo della Divinità. Valter Vannelli / 1.1.2009 Valter Vannelli, Professore dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma, dal 1972 al 2000 ha insegnato Progettazione architettonica nella Facoltà di Architettura / Dipartimento di Storia dell'architettura, Restauro e Conservazione.
Tutti gli architetti sanno che:
Ogni forma geometrica e modulo, si deve trovare sempre in rapporto con la misura totale dell’opera. Il testo del prof. Vannelli, non corrisponde alle geometrie delle sue costruzioni grafiche. Il professore rivolto ai suoi colleghi universitari, aveva una sola possibilità per giustificarsi, datare due volte il testo, 1 gennaio 2009. La data: 1 gennaio 2009, contempla la frase: “Cari colleghi, con il Vostro consenso, sono costretto a disegnare delle stupidaggini, in quanto agli studenti …”.
Piero della Francesca PALA MONTEFELTRO DI BRERA
numero in codice: 19.71.72.82.33
Diagramma con la data 1° gennaio (1° giorno del calendario gregoriano) 2009, composta con la somma dei numeri 19, 71, 72, 82, 33.
Università degli Studi di Milano Dipartimento di Matematica
Questa ricostruzione della Pala Montefeltro di Piero, si trova su Internet come immagine, senza riferimenti e data, è opera del Dipartimento di Matematica di Milano. Probabilmente in futuro verrà tolta. (http://www.mat.unimi.it/matemilano)
A parte i sacchi di patate che sono a dir poco insulsi, la parte superiore del timpano dell’apside della chiesa, è copiata dalla “ricostruzione della Pala Montefeltro”, fatta da Giorgioppi nell’anno 2008.
In data 20 febbraio 2015 (2768 dalla fondazione di Roma), dichiaro finiti gli studi sulla “ricostruzione della Pala Montefeltro” di Piero della Francesca, iniziati nel 2008. Tutti i Ministeri del mondo, le Presidenze, i Governi, le Religioni, gli Ordini Teutonici, le Massonerie, le Università, e per concludere tutte le Sovrintendenze, sono testimoni della perfezione della mia ricostruzione della Pala di Brera. Le Istituzioni ministeriali potranno tacere ma non dire che ho sbagliato. Se ho sbagliato io, ha sbagliato Piero della Francesca.
Io ho riconosciuto la bellezza di un “sistema” dal quale ero stato escluso. Sistema romano (usato da sempre, da tutte le Istituzioni Ministeriali Laiche e Religiose)
I romani usavano mettere nelle loro date [all’interno del calendario romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (di Numa Pompilio o giuliano], soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. La soluzione di ogni problema si trova, scoprendo l’età del protagonista ed un numero chiave. Giorgioppi: 64 anni, numero chiave: 61.
Giorgioppi nato nel 1951 (51), nel 2015 (51+64=115), ha 64 anni.
Diagramma con la data: 20 febbraio (51° giorno del calendario gregoriano) 2015 (2768 A.U.C.), composta con la somma dei numeri di Giorgioppi: 64, 51 ed il numero chiave: 61.
Giorgioppi (Giorgio Gioppi) Autoritratto, 1972, disegno a matita, 35 x 25 cm, Urbino.
Queste sono alcune pagine tratte dal PDF
GIOCARE CON IL 33, LEONARDO E LA CORTE DI URBINO
GIORGIOPPI 2015-16 n째 10
Nel biennio 1971 - 73, ho frequentato il Magistero di Grafica di Urbino con il prof. Carlo Ceci nella sezione di Litografia. I corsi si tenevano nel Palazzo Ducale. Abitavo in via Veterani, a 100 metri dalla mia Scuola (del Libro). Il 6 dicembre 2008, offrivo (regalavo) al comune di Urbino, i miei studi originali della ricostruzione della Pala Montefeltro di Piero della Francesca, a ricordo dei miei studi urbinati. Mi fu chiesto dall’Assessore alla Cultura di Urbino, Lella Mazzoli, se poteva far vedere il mio lavoro al Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, che in quel giorno riceveva la cittadinanza onoraria di Urbino. Il 31 dicembre 2008, mi veniva risposto: ”Siamo a fine legislatura e non ci sono risorse economiche per approfondire gli studi da lei presentati, posso però segnalare la Soprintendenza per il patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche – Urbino, organo del Ministero per i Beni e le attività Culturali sicuramente idoneo ad analizzare i risultati delle sue ricerche”. Urbino
Sono passati 8 anni e non avendo avuto risposta dal Ministero dei Beni Culturali, ho voluto fare personalmente l’esame ai suoi massimi rappresentanti e sovrintendenti, che hanno trattato l’opera in questione.
Se in futuro non si dovesse più vedere la “Pala Montefeltro, intera” (1471-72), di Piero della Francesca, lo si dovrà a Carlo Bertelli, ad Antonio Paolucci, alla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Urbino, e all’Università “Carlo Bo” di Urbino. Emeriti Professori dei Ministeri Pensavate che bastasse mettermi in castigo, perché buttassi nel cesso la ricostruzione della Pala Montefeltro? Le Vostre ricostruzioni (Battisti - Bertelli), come “informazioni” sono corrette ma come geometria, sono delle autentiche porcherie. La Pala non è stata “ricostruita” per Voi. Volevo solo conoscere il procedimento usato da Piero della Francesca per la costruzione dell’opera. Avendo riconosciuto nel formato originale del dipinto il pensiero logico di Piero, del Vostro giudizio, non me ne frega niente. Giorgioppi, 17 maggio 2016.
In queste pagine non troverete nessuna scoperta ma vedrete rappresentate con dei disegni (diagrammi), le soluzioni di alcuni rebus, che tutti i Ministeri Internazionali e milioni di persone conoscono da sempre.
IL TESTO E’ DA CORREGGERE
MA I DISEGNI SONO PERFETTI Questo lavoro deve essere giudicato esclusivamente per le soluzioni dei diagrammi. La soluzione corretta di ogni rebus o problema, si trova nel disegno (diagramma). Avrei tanto desiderato che le mie schede contenessero solo delle immagini. Io ho riconosciuto la bellezza di un sistema dal quale ero stato escluso. Solo attraverso delle immagini posso risolvere i problemi che “altri” hanno inventato con soluzioni matematiche.
IL GIOCO DEL 33 Il più grande gioco della storia Il gioco è millenario. Lo ha usato Leonardo ed è praticato ancora oggi.
Chi ha riconosciuto in un cerchio il “valore” di 33 (anni), all’interno della Pala Montefeltro di Piero della Francesca, non solo ha ricevuto il dono della visione completa dell’opera originale, ma anche di riconoscere “4 sistemi” sul quale si basano tutte le date della storia. 1) Sistema romano, 2) romano-cristiano, 3) cristiano, 4) romano-massonico.
PIERO DELLA FRANCESCA, TESTAMENTO, 5 luglio 1487 Piero fece testamento il 5 luglio 1487, dichiarandosi "sano nello spirito, nella mente e nel corpo".
Piero nato nel 1419 (19), redige il suo testamento all’età di 68 anni, nel 1487 (19+68=87). Cristo è morto a 33 anni.
Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”.
1487 (87) PIERO DELLA FRANCESCA. Età: 68 anni, numero chiave: 5. Cristo: 33. Il numero 33 è composto da: 19 volte l’età di Piero (68) e 14 volte l’anno 87.
La data: 5 luglio (186° giorno del calendario giuliano) 1487 (2240 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Piero della Francesca: 19, 68, l’anno: 87, il numero chiave: 5 e l’età di Cristo: 33.
MORTE DI PIERO DELLA FRANCESCA, 12 ottobre 1492 Piero di Benedetto de' Franceschi, noto come Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 1419 - Borgo Sansepolcro, 12 ottobre 1492), è stato un pittore e matematico italiano. Tra le personalità più emblematiche del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda generazione di pittori-umanisti. Piero nato nel 1419 (19), muore a 73 anni nel 1492 (19+73=92). Cristo è morto a 33 anni.
Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”.
Anno 1492 (92), PIERO DELLA FRANCESCA, età: 73 anni, numero chiave: 2, CRISTO, Età: 33 anni. Il numero 33 è composto da: 24 volte l’età di Piero (73) e 9 volte, l’anno 92.
La data: 12 ottobre (285° giorno del calendario giuliano) 1492 (2245 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Piero della Francesca: 73, l’anno: 92, il numero chiave: 2 e l’età di Cristo: 33.
DOMENICO VENEZIANO E PIERO DELLA FRANCESCA, PAGAMENTO: 7 settembre 1439 Nel 1439 Piero della Francesca è documentato per la prima volta a Firenze. Il 7 settembre 1439 è citato tra gli aiutanti di Domenico Veneziano negli affreschi, oggi perduti, delle Storie della Vergine nel coro della chiesa di Sant'Egidio. La pittura luminosa, dalla tavolozza chiarissima e sontuosa, di Domenico Veneziano e quella, moderna e vigorosa, di Masaccio furono determinanti negli sviluppi del suo percorso artistico, ispirandogli alcune caratteristiche fondamentali che utilizzò per tutta la vita. Domenico Veneziano è nato nel 1410 (10) e Piero della Francesca nel 1419 (19). Nel 1439 (39), Domenico ha 29 anni e Piero 20 anni. Cristo è morto a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Anno 1439 (114). Veneziano, età: 29 anni, Piero, età: 20 anni, numero chiave: 5, Cristo: 33 anni. Il numero 33 è composto da: 5 volte l’età di Domenico (29), 5 volte l’età di Piero (20) e 23 volte l’anno 39. Numero chiave: 5.
La data: 7 settembre (250° giorno del calendario giuliano) 1439 (2192 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Domenico: 29, di Piero: 20, l’anno 39, il numero chiave: 5 e l’età di Cristo: 33.
PIO II° E PIERO DELLA FRANCESCA, PAGAMENTO: 12 aprile 1459 Nel 1458-1459 Piero della Francesca fu attivo a Roma, chiamato da papa Pio II. La tesoreria papale emise un documento datato 12 aprile 1459 per il pagamento di 140 fiorini per "certe dipinture" nella "camera di Santità Nostro Signore".
Pio II, nato Enea Silvio Piccolomini (1405 - 1464), fu il 210º papa della Chiesa cattolica dal 1458 alla morte. Pio II° è nato nel 1405 (5) e Piero della Francesca nel 1419 (19). Nel 1459 (59), Pio II° ha 54 anni e Piero 40 anni. Cristo è morto a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Il numero 33 è composto da: 15 volte l’età di Pio II° (54), 15 volte l’età di Piero (40) e 3 volte l’anno 59. Numero chiave: 30.
La data: 12 aprile (102° giorno del calendario giuliano) 1459 (2212 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Pio II°: 54, di Piero: 40, l’anno 59, il numero chiave: 30 e l’età di Cristo: 33.
PIERO DELLA FRANCESCA E GIOVANNI SANTI 8 aprile 1469 URBINO La Pala Montefeltro è improbabile che sia stata spedita da Sansepolcro: venne probabilmente realizzata a Urbino, dove egli è documentato almeno dall'8 aprile 1469, ospite di Giovanni Santi (padre di Raffaello) per conto della Compagnia del Corpus Domini (Battisti, 1971).
Piero nato nel 1419 (19), si trova ad Urbino all’età di 50 anni, nel 1469 (19+50=69). Giovanni Santi nato nel 1433 (33), ha 36 anni, nel 1469 (33+36=69). Cristo è morto a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. anno 1469 (69), PIERO. Età: 50 anni, GIOVANNI, età: 36 anni, numero chiave: 9. CRISTO: 33. Il numero 33 è composto da: 11 volte l’età di Piero (50), 11 volte l’età di Giovanni (36) e 11 volte l’anno 69. Numero chiave: 9.
La data: 8 aprile (98° giorno del calendario giuliano) 1469 (2222 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Piero della Francesca: 19, 68, di Giovanni Santi: 36, l’anno: 69, il numero chiave: 9 e l’età di Cristo: 33.
ODDANTONIO DA MONTEFELTRO I° DUCA DI URBINO FRATELLO NATURALE DI FEDERICO DA MONTEFELTRO Oddantonio da Montefeltro (18 gennaio 1427 - Urbino, 22 luglio 1444) Nasce il 18 gennaio 1427 dal conte di Urbino Guidantonio da Montefeltro e dalla seconda moglie di costui, Caterina Colonna. Oddantonio fu l'unico figlio maschio legittimo del conte di Urbino e superò nel diritto di successione il fratellastro maggiore Federico, nato nel 1422 e legittimato nel 1424. Oddantonio è stato un politico e condottiero italiano del periodo rinascimentale, nonché primo Duca di Urbino; successe al padre, Guidantonio da Montefeltro. Fu assassinato a Urbino il 22 luglio 1444.
Oddantonio nato nel 1427 (27) muore a 17 anni, nel 1444 (27+17=44). Cristo è morto a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno del calendario romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Anno 1444 (44). Oddantonio, età: 17 anni, numeri chiave: 5, 6, Cristo: 33 anni. Ps. Comporre il numero: 33, con la somma dei numeri: 17 - 44 ed i numeri chiave: 2, 6.
Le due date: 18 gennaio (18° giorno del calendario giuliano) 1427 (2180 dalla fondazione di Roma) e 22 luglio (203° giorno del calendario giuliano) 1444 (2197 dalla fondazione di Roma), sono composte con la somma dei numeri di Oddantonio: 27, 17, 44, i numeri chiave: 5, 6 e l’età di Cristo: 33.
FEDERICO DA MONTEFELTRO II° DUCA DI URBINO Federico da Montefeltro, definito dalla storiografia moderna come Federico III da Montefeltro (Gubbio, 7 giugno 1422 - Ferrara, 10 settembre 1482), è stato un condottiero italiano, capitano di ventura e famosissimo signore rinascimentale. Conte di Montefeltro, di Urbino e di Castel Durante, ebbe signoria di molti altri luoghi, arrivando ad assurgere al rango di duca di Urbino, dal 1474 alla morte.
Federico nato nel 1422 (22) muore a 60 anni, nel 1482 (22+60=82). Cristo è morto a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno del calendario romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. L’età di vita, è messa sempre nella data di nascita. Anno 1482 (82). Federico, età: 60 anni, numeri chiave: 38, 7, Cristo: 33 anni. Ps. Comporre il numero: 33, con la somma dei numeri: 60 - 82 ed i numeri chiave: 38, 7.
Le due date: 7 giugno (158° giorno del calendario giuliano) 1422 (2175 dalla fondazione di Roma) e 10 settembre (253° giorno del calendario giuliano) 1482 (2235 dalla fondazione di Roma), sono composte con la somma dei numeri di Federico: 22, 60, 82, i numeri chiave: 38, 7 e l’età di Cristo: 33.
FEDERICO DA MONTEFELTRO e BATTISTA SFORZA MATRIMONIO 8 febbraio 1460 Battista Sforza sposò, l’8 febbraio 1460 a Pesaro, il fratello della sua matrigna Federico da Montefeltro, conte di Urbino e fu un matrimonio felice viste anche le spiccate doti culturali e di governo della giovanissima contessa, facente funzioni di vicario durante le numerose e lunghe assenze del marito.
Federico da Montefeltro nato nel 1422 (22) si sposa a 38 anni nel 1460 (60). Battista Sforza nata nel 1446 (46) si sposa a 14 anni nel 1460 (60). Cristo è morto in croce a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Anno 1460 (60). Federico, età: 38 anni, B. Sforza, età: 14 anni, numero chiave: 2, Cristo, età: 33 anni. Ps. Comporre il numero: 33, con la somma dei numeri: 38 - 14 - 60 ed il numero chiave: 2. Il numero 33 è composto da: 7 volte il numero: 38, 7 volte il numero: 14 e 19 volte l’anno 60.
La data: 8 febbraio (39° giorno del calendario giuliano) 1460 (2213 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Federico da Montefeltro: 22, 38, B. Sforza: 14, l’anno: 60, il numero chiave: 2 e l’età di Cristo: 33.
Patente. Luciano Laurana, ingegnere: 10 giugno 1468 Laurana nato a Urana (Dalmazia) nel 1425, è morto a Pesaro nel 1479. E’ stato un architetto italiano.
Il Palazzo Ducale di Urbino Dal 1464 circa e fino al 1472 i lavori passarono all’architetto, il dalmata Luciano Laurana, del quale resta una Patente rilasciata dal Duca Federico da Montefeltro (1422-1482), il 10 giugno 1468 con una dichiarazione d'intenti programmatica (in cui l'architetto è chiamato "ingegnero"). Federico da Montefeltro nato nel 1422 (22), ha 46 anni, nel 1468 (22+46=68). Cristo è morto a 33 anni. Luciano Laurana nato nel 1425 (25), ha 43 anni, nel 1468 (25+43=68). Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno del calendario romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Anno 1468: 68, Federico: 46, Laurana: 43, numero chiave: 4, Cristo: 33. Il numero 33 è composto da: 6 volte l’età di Federico (43), 6 volte l’età del Laurana (46) e 21 volte l’anno 68. Numero chiave: 4.
La data: 10 giugno (161° giorno del calendario giuliano) 1468 (2221 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Federico da Montefeltro: 22, 46, 68, di Luciano Laurana: 25, 43, 68, il numero chiave: 17 e l’età di Cristo: 33.
MATRIMONIO DI GUIDOBALDO DI URBINO ED ELISABETTA Nel 1488, Ottaviano fu scelto per stabilire tramite oroscopo la data per la consumazione del matrimonio di Guidobaldo di Urbino e Elisabetta Gonzaga (pratica frequente nel XV secolo per garantire fecondità). Il matrimonio avvenne l'11 febbraio e l'oroscopo (????????) decretò come data di consumazione il 2 maggio. La lunghezza dell'attesa, come si può immaginare, provocò costernazione da ambo le parti della famiglia, e si chiese a Ottaviano di abbreviare i tempi. Fu determinato un nuovo oroscopo che anticipava la data al 19 aprile. Purtroppo, il matrimonio rimase senza figli e la linea dei Montefeltro si estinse nel 1508.
Guidobaldo da Montefeltro nato nel 1472 (72) si sposa a 16 anni nel 1488 (88). Elisabetta Gonzaga nata nel 1471 (71) si sposa a 17 anni nel 1488 (88). Cristo è morto in croce a 33 anni. Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno dell’anno romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (calendario di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Anno 1488 (88). Guidobaldo, età: 16 anni, Elisabetta, età: 17 anni, numero chiave: 2, Cristo, età: 33 anni. Ps. Comporre sempre il numero: 33, con la somma dei numeri: 16 - 17 - 88 ed il numero chiave: 2.
Le tre date: 11 febbraio (42° giorno del calendario giuliano) 1488 (2241 dalla fondazione di Roma), 2 maggio (122° giorno del calendario giuliano) 1488 (2241 dalla fondazione di Roma) e 19 aprile (109° giorno del calendario giuliano) 1488 (2241 dalla fondazione di Roma) , sono composte con la somma dei numeri di Guidobaldo: 16, di Elisabetta: 17, l’anno: 88, il numero chiave: 2 e l’età di Cristo: 33.
RAFFAELLO SANZIO 2 date di nascita e quella della morte, ci danno la stessa soluzione. Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 - Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento italiano.
Raffaello nato nel 1483 (83), muore a 37 anni, nel 1520 (83+37=120). Cristo è morto a 33 anni.
Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno del calendario romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. L’età di vita, è messa sempre nella data di nascita. Anno 1520 (120). Raffaello, età: 37 anni, numero chiave: 10, Cristo: 33 anni. Ps. Comporre sempre il numero: 33, con la somma dei numeri: 37 - 120 ed il numero chiave: 10.
Le date: 28 marzo (87° giorno del calendario giuliano) 1483 (2236 dalla fondazione di Roma) e 6 aprile (96° giorno del calendario giuliano) 1483 (2236 dalla fondazione di Roma), sono composte con la somma dei numeri di Raffaello: 37, l’anno: 120, il numero chiave: 10 e l’età di Cristo: 33.
MORTE DI RAFFAELLO SANZIO 2 date di nascita e quella della morte, ci danno la stessa soluzione. Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 - Roma, 6 aprile 1520)
Raffaello nato nel 1483 (83), muore a 37 anni, nel 1520 (83+37=120). Cristo è morto a 33 anni.
Sistema romano-cristiano I romani usavano mettere nelle loro date all’interno del calendario romano (A.U.C., dalla Fondazione di Roma) e solare (di Numa Pompilio o giuliano), soltanto l’età del protagonista, unendola ad un “numero chiave”. Anno 1520 (120). Raffaello, età: 37 anni, numero chiave: 10, Cristo: 33 anni. Ps. Comporre il numero: 33, con la somma dei numeri: 37 - 120 ed il numero chiave: 10.
La data: 6 aprile (96° giorno del calendario giuliano) 1520 (2273 dalla fondazione di Roma), è composta con la somma dei numeri di Raffaello: 37, l’anno: 120, il numero chiave: 10 e l’età di Cristo: 33.
GIORGIOPPI Nato nel 1951 a Rovereto. Ha fatto i primi studi all'Istituto Statale d’Arte di Trento frequentando poi il biennio al Magistero di Grafica di Urbino (Scuola del Libro), dove consegue l'abilitazione all'insegnamento della tecnica della litografia (Prof. Carlo Ceci) e dove avviene per lui l'incontro straordinario con il mondo rinascimentale e la pittura di Piero della Francesca. Dal 1974 al 1981 vive a Milano. Decide di frequentare l'Accademia d'Arte senza legarsi a nessun maestro e quindi di cambiare città ogni anno scolastico. Il primo anno lo troviamo all'Accademia “Brera” di Milano con il maestro Cantatore il quale insieme alla metropoli lo interessa all'arte moderna e soprattutto alla Metafisica. Il secondo anno si iscrive all'Accademia d'Arte di Firenze interessandosi all'arte Dada e Pop. Il terzo anno frequenta l'Accademia d'Arte di Venezia con il maestro Emilio Vedova studiando l'Informale; concluderà l'ultimo anno all'Accademia d'Arte di Bologna con il prof. Concetto Pozzati confrontandosi con la pittura Concettuale e la pittura di Giorgio Morandi.
Analogia dell’uso di un cerchio nel dipinto: Sgabello (1977), eseguito all’Accademia di Firenze, con la ricostruzione geometrica della Pala Montefeltro di Piero della Francesca (2008).
Analogia nella parte superiore del dipinto: Leggio ed aureola (1978), eseguito all’Accademia di Venezia, con la ricostruzione della Pala Montefeltro di Piero della Francesca (2008).