Speciale alimentazione 2012

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COPIA OMAGGIO

Speciale ALIMENTAZIONE

Svezzamento nel mondo • Slow Educa • Cuochi stellati


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COPIA OMAGGIO

Speciale ALIMENTAZIONE

Svezzamento nel mondo • Slow Educa • Cuochi stellati

sommario

Speciale alimentazione

7 Intervista 8 Prodotti 10 Paese che vai, pappa che trovi 18 Mangiare “senza” 22 Storie di figli ...e di cucina

26 Consumo consapevole Slow kids 28 Etichette Informarsi fa bene 30 Libri Cibo è vita 32 Video Cinema e cibo: un binomio perfetto 34 Ricetta Muffin alla zucca

...anche su www.giovanigenitori.it


Direttore responsabile Luisa Tatoni

Ci trovate a Family Land Per la prima volta al Salone del Gusto uno spazio riservato alle famiglie Che bello entrare al Salone del Gusto e trovare una grande novità a misura di famiglia, uno spazio destinato ai bambini dai 3 ai 12 anni e ai loro genitori. Si chiama Family Land, è allegro e luminoso e ogni giorno organizza incontri, momenti di gioco e laboratori educativi su temi come alimentazione e consumo consapevole. Per realizzarlo Slow Food ha scelto come partner la rivista Giovani Genitori, che ha chiamato a raccolta i dipartimenti educazione dei principali musei, teatri, scuole e associazioni del Piemonte. A Family Land ci sono stage di pittura collettiva coloratissima a tema frutta, esplorazioni delle texture del cibo grazie a microscopi e lenti di ingrandimento, creazione di nuovi oggetti con scarti tecnologici e domestici, letture animate, lezioni di cake design. Una montagna di appuntamenti, tutti divertenti e appassionanti, perché l’educazione al gusto è un percorso di felicità. A metà pomeriggio a Family Land troverete la merenda per tutti i bambini. Inoltre, nell’angolo più tranquillo, c’è il Baby Pit Stop curato da La Leche League: il posto ideale per allattare serenamente, cambiare il pannolino e godersi un momento di relax e una tisana. Ciliegina sulla torta è una tariffa per le famiglie riservata ai lettori e alle lettrici di Giovani Genitori: presentandosi alle casse con la copia di Giovani Genitori di ottobre o con il coupon scaricabile dal sito www.giovanigenitori.it si acquista il biglietto con lo sconto. I bambini fino a 11 anni non pagano. E chi si presenta allo stand Family Land con una copia di Giovani Genitori riceverà in omaggio i libri della collana “M@ngi@moligiusti” di Slow Food. Vi aspettiamo tutti al Padiglione 1, stand D 122/124

Giovani Genitori è la rivista dedicata al mondo baby friendly. Dal 2006 si occupa di notizie, eventi e informazioni utili per vivere meglio insieme ai figli.

Valentina

Elisabetta

Luciana

Luca

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Catia

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Hanno collaborato a questo speciale Elena Brosio, Mario Bettas Valet, Michele Brosio, Catia De Bacco, Ugo Finardi, Francesca Galdini, Ilaria Martina, Stefania Moriaondo, Cinzia Pampo, Maurizia Pennaroli, Giorgio Pulini, Alice Quaglino, Fabiana Vino, Marketing e pubblicità Giorgio Pulini, Luciana Martellucci, Claudia Gioachin, Federica Petey Mautino Valentina Vottero marketing@giovanigenitori.it Tel. 011 19913133 Edizioni Espressione Via Vanchiglia 18 - 10124 Torino www.espressione.it Stampa Alma Tipografica Via Frabosa, 29/B 12089 Villanova Mondovì (CN) L’editore è a disposizione per assolvere diritti eventualmente non corrisposti

Autorizzazione del Tribunale di Torino n.5969 del 22/4/2006 Iscrizione al Roc n. 14333 ISSN 1828-9738

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Intervista A tu per tu con Lucio Piermarini, pediatra, papà e nonno di sei nipoti, autore del libro “Io mi svezzo da solo”

Il bambino sa mangiare Lucio Piermarini è il pediatra che ha rivoluzionato lo svezzamento in Italia. Anche se, a ben vedere, oltre che una rivoluzione, quella contenuta nel suo libro è una riscoperta, un ritorno alle origini, un guardare avanti dopo anni di errori alla ricerca del buon senso e della semplicità. Il suo libro, “Io mi svezzo da solo” è uno dei testi più amati dai genitori. Alla base c’è la volontà di scuotere, nei medici come nella famiglia, la certezza che solo la scienza medica sia in grado di accompagnare i bebé nella delicata fase del passaggio dal latte materno agli alimenti diversi. Cosa significa autosvezzamento? Attorno ai 6 mesi di vita, a volte prima, a volte più tardi, il bambino è pronto a introdurre nella sua dieta alimenti diversi dal solo latte. Il latte, però, rimane per lui l’alimento principale fino a verso i 12 mesi. Il passaggio da una dieta di solo latte a una arricchita dai cibi solidi è un processo che deve essere rispettoso dei tempi di ciascun bambino. Si deve cogliere il momento in cui i bambini mostrano un deciso interesse per il pasto dei genitori e accontentare la loro richiesta di imitazione. Solo dopo che l’assaggio ha avuto successo i bambini riconosceranno il cibo come tale e, ognuno al suo ritmo, continueranno su questa strada con piena soddisfazione di tutti. Tecnicamente, più che di autosvezzamento, si deve perciò parlare di “svezzamento guidato dal bambino” o di “alimentazione complementare a richiesta”, per enfatizzare il passaggio ai cibi solidi rispettando la richiesta spontanea del bimbo e minimizzando l’offerta da parte degli adulti. In Italia lo svezzamento ha uno schema piuttosto rigido: brodino di verdure, zucchino, olio extravergine d’oliva, parmigiano... Tutto è introdotto con progressione certa e inesorabile. Da noi pesa l’affidamento dell’alimentazione al pediatra e, bisogna dirlo, una forte sponsorizzazione delle ditte specializzate in alimenti d’infanzia. Altrove c’è meno “pressione medica”, meno pervicacia nel prescrivere la scaletta di introduzione degli alimenti. Un esempio? In Italia fino a qualche anno fa, le formule sostitutive del latte umano erano prescritte dal pediatra, costavano il doppio che all’estero e si potevano acquistare solo in farmacia. Ora il mercato è liberalizzato, ma permane la medicalizzazione dell’alimentazione almeno per tutto il primo anno di vita. Il mercato dei cibi per l’infanzia è uguale qui come altrove, ma all’estero i genitori sono più liberi di scegliere se e cosa comprare.

L’alimentazione del bambino è seguita dal pediatra nei primi anni di vita, poi i consigli scompaiono. C’è un motivo? È una grande colpa di noi pediatri, che offriamo una guida nutrizionale meticolosa nei primi mesi e poi abbandoniamo le famiglie. L’alimentazione complementare a richiesta cambia radicalmente questo approccio: responsabilizza la famiglia e la guida verso una corretta alimentazione, proprio nel momento in cui i genitori sono più propensi a cambiare stile di vita. Si insegna a seguire una dieta sana e varia e si lasciano liberi i bambini di condividerla, convinti che se i genitori mangiano bene non hanno motivo di preoccuparsi d’altro. Il pediatra dovrebbe prendersi cura della famiglia nella sua totalità e non del solo bambino, gettando le basi di comportamenti alimentari che dureranno tutta la vita, senza bisogno di una guida. Il suo libro ha avuto un enorme successo. Se lo aspettava? Sono rimasto sorpreso. Non avevo intenzione di scriverlo, perché circolavano già articoli scientifici e di divulgazione sull’argomento. Sono stato incitato a farlo e l’accoglienza è stata superiore alle aspettative. Il motivo è che il messaggio è talmente semplice e intuitivo che se ne riconosce subito l’utilità pratica. Le mamme sono state le prime ad accorgersi che lo svezzamento a richiesta le liberava da paure e problemi. Inoltre, diffondendosi, ci siamo accorti che i risultati andavano oltre lo stesso svezzamento. L’investimento di fiducia nella famiglia ha avuto un effetto a cascata; nutrire correttamente i propri figli aiuta i genitori a essere migliori sotto molti altri aspetti. Nessuna critica? Qualche collega afferma che, se affidata alle famiglie che mangiano male, l’alimentazione del bambino rischia di diventare caotica e incontrollata. Più che una critica mi sembra un’autocritica: se succede così è perché noi pediatri abbiamo insegnato ai figli e non alle famiglie come mangiare. Spieghiamo ai genitori che bisogna avere assoluta fiducia nel bambino sulla quantità di cibo da consumare e, fino al primo anno, anche sulla qualità. Quando subentrano fattori condizionanti ambientali e sociali e la capacità di autoregolazione entra in crisi, i genitori possono dare una mano al bimbo per scegliere la qualità giusta. Non c’è niente da inventare, basta cucinare bene, limitare i cibi precotti o confezionati e seguire, senza bisogno di usare la bilancia, le proporzioni dei vari alimenti suggerite dalla piramide alimentare. Significa non portare cibi spazzatura in casa e rendere disponibili quotidianamente gli alimenti giusti nella giusta varietà.

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Pappa multicolor Ma che meraviglia è il set per le babypappe Zoo Bibs di Skip*Hop? Ci sono il piattino piano, la ciotolina e il bavagliolo con taschino per riporre il bavaglino sporco; nelle versioni multicolor gufo, ape o cane. Si trovano nel nuovissimo punto vendita The Milk Bar di Torino, in via Bodoni 7 G. www.themilkbar.it

Tempo di snack

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i chiamano Snack Happened e sono delle buste per contenere spuntini per i bambini: panini, uva, frutta secca, biscotti. Perfetti per salvare da briciole e piccoli disastri le borse delle mamme e gli zaini dei bambini, sono disponibili in tante colorate fantasie e in due misure, la mini e la normale. Si possono lavare in lavatrice e, dunque, riutilizzare. www.itzyritzystore.com

Un seggiolone spaziale Quando il pratico è bello Riescono a unire grafica raffinata, fattura impeccabile e l’indispensabile praticità i set bavaglino + panno della newyorkese Dwell Studio. Ne esistono in varie fantasie, tutte belle, sono doppiati in spugna e hanno la dimensione giusta per salvare elegantemente dalle macchie bimbi e genitori. Li propone Yellowbasket, in vendita sul sito o nel negozio di via Saluzzo 45 G a Torino. www.yellowbasket.it

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A prima vista sembra una navicella dell’iperspazio il seggiolone Fresco Chrome della Bloom che da 0 a 6 mesi fa da culla-sdraietta, da 6 mesi a 3 anni diventa seggiolone pappa con vassoio super-resistente e a partire da 3 anni fino ai 36 chili si trasforma in una vera e propria sedia. Regolabile in altezza e in diverse posizioni, ruota a 360° per un facile accesso: in più il rivestimento in ecopelle lavabile ha tutti i colori dell’arcobaleno. Potete trovarlo nella nuova sede di AngiolettiDiavoletti in corso San Maurizio 40 a Torino. www.angiolettidiavoletti.com


Posate da piccoli lord

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e posate WMF per bambini sono proprio belle perché sono posate vere, in metallo scintillante, adattate però alle mani dei piccoli nella forma e nelle proporzioni. Il set comprende forchetta, coltello, cucchiaio e cucchiaino ed è disponibile in vari modelli e fantasie tra cui, popolarissimi, quelli di Cars e Winnie the Pooh. Perché non è mai troppo presto per imparare a mangiare con stile. Le posatine WMF si trovano da De Carlo a Torino, nei negozi di via Cesare Battisti 5 e via Carlo Alberto 36. www.decarlo.org

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Paese che vai, pappa che trovi I

n principio era il pappone. Un brodo vegetale con verdure frullate a cui aggiungere carne, pesce, l’immancabile olio extravergine d’oliva e il parmigiano. Un imperativo per i genitori italiani, che lo preparano fino alla prima candelina con dedizione assoluta. Si inizia a propinarlo intorno ai sei mesi e piano piano si arricchisce di nuovi ingredienti, in progressione certa e inesauribile. In Italia lo svezzamento è un modello abbastanza rigido e sono pochi i genitori che si arrischiano a proporre il fagiolino prima dello zucchino. Sacrilegio! Ma siamo sicuri che il nostro modello sia l’unico metodo valido per introdurre i bambini nel mondo dell’alimentazione da adulti? Ecco cosa ci raccontano alcune mamme straniere.

Polonia - Liliana “Durante la gravidanza, le mamme polacche cercano di includere nella loro dieta il pesce per gli Omega 3, frutta e verdura per le vitamine, così come i prodotti caseari e quelli ricchi di acido folico come i pomodori, cer-

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cando di evitare i cibi indigesti e pesanti. Lo stesso durante l’allattamento: cibi leggeri e ricchi di vitamine, ma anche di proteine. Se il bambino ha problemi di allergie, la mamma limita la varietà di cibo, soprattutto cavoli, piselli e spezie e al loro posto beve tisane di finocchio, cumino e anice. Crediamo che l’allattamento al seno sia più sano e dia immunità contro le malattie, comunque non si allatta oltre i due anni. Una credenza del passato dice che il the bawarka aiuti la produzione di latte. Lo svezzamento inizia dopo i 4 mesi, introducendo un alimento alla volta, in piccole porzioni e frullato. Si parte con carota, banana e mela. Non si danno gli agrumi (per le allergie), noci, cioccolato o cibo pesante, lentamente si introducono latte, pesce e uova. È più sicuro comprare il cibo pronto per i bambini perché più controllato e vario, ma anche più caro. È ormai una moda cucinare prodotti biologici, ma non sempre si trovano. Le mamme seguono le tabelle dei produttori e in genere un bimbo mangia come gli adulti a 2 anni”.


Israele - Liora “Qui da noi non esiste una dieta consigliata durante la gravidanza, ma ci sono raccomandazioni, per esempio è meglio astenersi da carne cruda, pesce crudo come il sushi, alcool, fumo, caffeina, aspartame e altri dolcificanti. Si consiglia l’assunzione di ferro e acido folico. Durante l’allattamento si raccomanda di astenersi da alcool, caffè, dolcificanti e dagli alimenti che possono causare coliche al bambino, come per esempio cavoli, cavolfiori, broccoli e agrumi. Acqua e riposo sono sempre consigliati. Si ritiene che bere alcune tisane come quella di salvia o che mangiare germogli di erba medica aiuti a produrre più latte. Al contrario, una credenza diffusa afferma che il the alla menta riduce il latte materno. Una madre che allatta al seno inizia a nutrire il suo bambino con il cibo solido quando compie 6 mesi. Si parte con purè di verdure cotte (carote, zucchine, zucca o patate dolci) oppure con purè di mela, banana e pera. Diamo la carne a circa 8 mesi e di solito non si propongono formaggi o uova prima che il bambino abbia 9 mesi. Per il primo anno sono proibiti pesce, latte, fragole e frutti tropicali; il miele non si dà prima di due o tre anni e i dadi non prima dei 5 anni.

Tra scienza e buon senso, le mamme raccontano lo svezzamento nel loro Paese Si raccomanda di allattare il bambino il più a lungo possibile, indipendentemente dal fatto che abbia iniziato a mangiare cibo solido. È ormai comune che le madri allattino i loro bambini più di un anno e alcune arrivano fino a due e più anni. La maggior parte delle donne prepara il cibo del bambino a casa. A 1 anno i bimbi mangiano come gli adulti”.

Inghilterra - Marie-Jeanne “In Gran Bretagna l’unico cibo raccomandato per i bambini è l’allattamento al seno. Come da voi in Italia, si dice che bere birra (possibilmente la Guinness) aiuti a produrre più latte. In gravidanza e durante l’allattamento alle mamme è sconsigliato mangiare carne, pesce e uova crudi, ma anche gamberetti e tonno. Si prende acido folico per evitare la spina bifida e non si deve assolutamente consumare alcool, sigarette e caffeina. È sugge-

rita un’alimentazione sana con molta frutta e verdura. Lo svezzamento dovrebbe cominciare non prima dei 6 mesi, ma qualcuna anticipa. Si parte con i puré di frutta e poi si passa alle verdure. Non è il pediatra a spiegare come si svezza: i genitori che vogliono seguono le Weaning Session (corsi di svezzamento) organizzati dal servizio sanitario nazionale, altrimenti ci si informa da soli, leggendo libri come quello della famosissima nutrizionista Annabel Karmel. Per i bambini si propone una dieta bilanciata con cinque porzioni di frutta e verdura. C’è una lunga lista di alimenti che non si devono mangiare: formaggio non pastorizzato e formaggi come il Gorgonzola o il Roquefort, carne cruda (per cui le bistecche devono essere sempre ben cotte), salame, molluschi e uova crude. Se ci sono allergie in famiglia, niente noci. E ovviamente niente alcool. Il latte di mucca si dà dopo l’anno. Su come svezzare ci sono due approcci. Uno consiglia di procedere in modo soft. L’altro è chiamato “baby


Turchia Zumrut

Olanda Anna

led-weaning” e dice di dare piccoli pezzetti di cibo che il bambino può prendere in mano: l’idea è che diventerà indipendente più in fretta e proverà più piacere nel cibo. L’importante è introdurre un cibo alla volta per testare eventuali allergie. I preparati tipo omogeneizzati si utilizzano, soprattutto se si è impegnate col lavoro, ma le mamme si organizzano anche per fare pappe fresche bio (baby porridge e mashed carrot, per dirne due) che vengono poi surgelate e consumate al bisogno. I miei figli a 1 anno mangiavano tutto volentieri e si sedevano a tavola con noi”.

Olanda - Anna “Olio e parmigiano: ma davvero? In Olanda, dove le regole per lo svezzamento non sono molto rigide, uno dei pochi divieti tassativi riguarda proprio il formaggio e i latticini: sono proibiti fino agli 8 mesi. Lo svezzamento inizia intorno ai 6 mesi, a volte anche prima, con la frutta. Si prova

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con un tipo e poi, man mano, se ne introducono altri, per osservare che non ci siano reazioni allergiche. Dopodichè si passa alle verdure e a una pappa a base di farina di riso. Dopo i 7 mesi entrano cereali, carne e altri alimenti. Dagli 8 mesi la filosofia che seguiamo in Olanda è il “met de pot mee”, vale a dire: il bebè mangia quel che mangiano i genitori, ma frullato. Quindi verdure, pasta, riso, carne, ovviamente cucinato senza spezie e con poco sale. Si cerca di stabilire un sistema di tre pasti al giorno con uno snack a base di frutta o cracker di riso a metà mattina e metà pomeriggio. Un biberon di latte prima di dormire va benissimo, ma sempre prima di lavarsi i denti! Gli scaffali dei supermercati sono ben forniti di prodotti per l’infanzia, ma c’è molta pressione sulle mamme perché preparino frutta e verdura fresca, con i conseguenti sensi di colpa se non si riesce a farlo. Sjoerd, mio figlio, va al nido da quando ha 4 mesi. Il suo asilo ha una cucina interna (non tutti i nidi ce l’hanno). So che preparano un pasto caldo per i bimbi e questo mi basta, non ho idea del menu e le maestre non ci dicono mai quel che hanno mangiato i bambini. Qui da noi non è considerato così importante”.

Turchia - Zumrut “Mi chiamo Zumrut e ho due figli: Shaya di 6 anni e il maschietto Ali di un anno. Devo dire che il periodo in cui ho mangiato più sano è stata la gravidanza: a colazione latte arricchito di calcio, uova, formaggio, pane

scuro, alcune verdure come peperoni e prezzemolo. Snack come frutta secca e noci. Per pranzo e cena bistecca e verdure, yogurt e tre volte la settimana pesce (siccome la Turchia ha il Mar Nero e il Mare Egeo prestavo attenzione a mangiare piccolo pesce di superficie). Il medico raccomandava di non consumare polli allevati al naturale. Durante l’allattamento prestavo attenzione ad assumere molte proteine e a bere 4-5 litri d’acqua al giorno. Anche noi crediamo che una bibita a base di alcool come la birra aumenti il latte, insieme alle tisane di finocchio e il the. Evitavo la carne cruda, i formaggi fermentati come il Brie e i molluschi. La verdura doveva essere ben lavata. Fino ai 6 mesi ho nutrito i miei bambini solo con il mio latte, senza dare acqua, medicine o vitamine. Ogni giorno, anche se nevicava, li portavo fuori per una o due ore perché prendessero sole o aria fresca. A partire dai 6 mesi ho iniziato lo svezzamernto e a 9 mesi ho interrotto l’allattamento al seno per tornare al lavoro. Ho sempre fatto in casa gli yogurt perché il dottore ci sconsigliava quelli comprati. A pranzo ho cominciato con verdure leggere e colorate come carote e patate, poi ho aggiunto la carne tritata e a seguire piselli e fagioli. L’importante era scegliere verdure di stagione. Dai 9 mesi abbiamo introdotto il pesce e la minestra di pesce, dopodiché i bambini sono passati a consumare i pasti come noi, anche gli spiedini. Penso che quando un genitore è sereno e non ha paura che un bambino si soffochi, anche il bambino cresce tranquillo e coraggioso. Se è contento di provare nuove cose, vorrà copiare quello che mangiano gli adulti e star seduto a tavola con loro. L’unica attenzione è non fargli mangiare cose non sane: snack, dolci, cibi troppo dolci o troppo salati, cioccolato e pizza”.


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Giappone Shinichi

Olio e parmigiano, ma davvero? In Olanda i latticini sono proibiti fino ai nove mesi Cina - Kevin Shu-Gang “In Cina le donne in attesa preferiscono mangiare leggero, cioè con poco sale, poco grasso e poco zucchero, ma con molte proteine. È consigliata anche l’assunzione di acido folico e pillole di calcio, il tutto per avere un latte più proteico e meno grasso. La dieta contiene in definitiva pesce, uova, verdure e pollo; sono sconsigliati i cibi piccanti e gli alcoolici. Le mamme cinesi preferiscono allattare al seno almeno per 6 mesi: si pensa che questo protegga dalle malattie. Se la mamma deve tornare al lavoro, si passa al latte in polvere, ma si cerca di allattare al seno più che si può. Si dice che la medicina tradizionale cinese, alcuni tipi di pesce, la gallina o l’oca possano aiutare la produzione di latte e facciano bene in questa fase della vita. Lo svezzamento inizia tra il sesto e l’ottavo mese, in genere introducendo il latte in polvere, il succo di frutta e l’uovo tra il quarto e il quinto mese. Bisogna tenere presente che nella cucina cinese è compito del cuoco

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tagliare a pezzetti il cibo, quindi per i bambini non si fa molto di diverso da quel che si fa per gli adulti. Semplicemente si presta attenzione a che non ci siano pezzi duri come parti di ossa o riso fritto, oppure si evita la gelatina che può soffocare. Si propone un tipo di cibo per volta. La mamma utilizza anche prodotti pronti per il bambino (per esempio omogeneizzati ai gamberetti) e li cucina insieme con quelli preparati da lei. Le pappe pronte includono farine di riso, latte in polvere e noodle. Tra il primo e il secondo anno i bimbi mangiano come gli adulti”.

Giappone - Shinichi “In Giappone noi mamme durante la gravidanza evitiamo i pesci che sono al vertice della catena alimentare, come il tonno e il pesce alfonsino, un pesce atlantico che in Italia è poco conosciuto. Assumiamo acido folico e durante l’allattamento mangiamo con poche spezie. Si preferisce l’allattamento al seno. A 5 mesi iniziamo lo svezzamento con l’okayu, una pappa tipo il porridge ottenuta diluendo un cucchiaino di riso in dieci cucchiaini d’acqua. Le indicazioni vengono fornite dal consultorio pediatrico con opuscoli e lezioni dimostrative. Le ricette consigliate per i piccini sono zuppa di miso (un derivato della soia), brodo di alga kombu e sempre l’okayu. La seconda fase della pappa arriva a sette mesi: all’okayu si aggiungono tofu, pesce, tuorlo d’uovo bolli-

to, yogurt bianco e verdure (carote, patate, cavolo e daikon, una sorta di grande ravanello). Via libera anche agli udon (grossi spaghetti di grano tenero). A otto mesi si introduce la carne, il formaggio e l’alga wakame e si diminuisce la diluizione dell’okayu: alla crema di riso si aggiungono solo 5 parti d’acqua. All’anno si fa bere latte di mucca. Fino a 8 mesi evitiamo gamberetti e molluschi, il miele fino a 12 mesi, cibo grasso e condimenti pesanti sono ovviamente evitati. In genere l’allattamento al seno termina a un anno, ma fino a 2 anni il bimbo non mangerà come un adulto”.

Perù - Juana “Qui in Perù in gravidanza cerchiamo di mangiare tanta frutta e verdura. In allattamento si cerca di bere quinoa (uno pseudocereale ricco di proteine, alimento base delle popolazioni andine) bollita e frullata con cannella, oppure soia bollita: si dice che serva per avere più latte. Si evitano i cibi piccanti. Si allatta fino a 8 mesi, poi si inizia a dare ai bambini una zuppa con carne di vitello, verdure come sedano, porro, zucca e patate, pasta, orzo o riso, tutto frullato. Poi si sostituisce il vitello con il pollo, il pesce, il fegato o un uovo sodo. Non si danno lenticchie e fagioli perchè gonfiano la pancia. Qualcuno inizia con la banana de la isla, una banana arancione, frullata. Gli omogeneizzati esistono, ma costano di più. Ai bambini non si dà acqua di rubinetto, ma acqua bollita e raffreddata. Come merenda si dà frutta frullata, come la papaya; il mango no perché pesante, oppure un budino fatto in casa. A 2 anni i bambini mangiano come i grandi”.

India - Karkare “Siamo in India e il cibo ha una grande importanza culturale. In gravidanza è raccomandata un’alimen-


tazione ricca di proteine e calcio, con fibre, verdure verdi e molto latte, uova, cereali, lenticchie gialle, frutta fresca, succhi, latte e integratori come il Savatari che aiuta lo sviluppo del feto. Assolutamente vietati cibi raffermi, surgelati, speziati e unti. Va bene mangiare melograno, spinaci e banana che contengono calcio. Molte mamme assumono integratori per bilanciare la dieta. Noci di cocco e latte di cocco sono ben visti, perché si pensa che aiuteranno il bambino a essere chiaro di carnagione. Durante l’allattamento la mamma mangia latte, yogurt, ghee (burro chiarificato), fieno greco, banana e mandorle. Cereali, frutta fresca e semi di papavero sono raccomandati per avere più latte. Per aiutare la digestione si prendono semi di lino e di carambola. Per il calcio si masticano foglie di betel. Si preferisce l’allattamento al seno. A me è stato consigliato di bere meno, così il latte sarebbe risultato più denso e nutriente. Dal parto in poi si raddoppia il consumo di burro chiarificato fatto in casa (il ghee). Dal nono mese in poi al bimbo si dà il cibo cucinato per la famiglia, preparato in puré o molto cotto. In India ci sono migliaia di credenze che variano in base ai dialetti e alle regioni. L’asparago è ritenuto utile per aumentare la produzione di latte, così come i semi di crescione, che sono usati per le complicanze postnatali. Si dice che mangiare molte uova sode aiuti a riprendersi dalle fatiche del parto. La polvere di zenzero è usata insieme a un mix di erbe, noci e un particolare zucchero indiano che si chiama sagù per le sue proprietà terapeutiche. Quando si comincia a dare cibo solido si festeggia con una cerimonia che nella mia regione, il Maharashtra, si chiama Ushtavan. Tutta la famiglia è invitata a dar da mangiare al neonato per la prima volta, in genere una pappa

India Karkare

semisolida che si chiama Mung Dhal, preparata con semi tipo lenticchie verdi o dorate e riso, purè di banana bollita e farina di frumento fatta in casa. Ai bambini non si deve dare il latte aromatizzato, il latte di bufala, le verdure non cotte bene, le noci. I succhi di frutta non sono adatti fino a uno o due anni. Le mamme delle città indiane, che vanno a lavorare, usano più delle altre i prodotti già pronti, ma siamo tutte convinte che il cibo fatto in casa non fa mai male, mentre quello acquistato ha troppi conservanti”.

Stati Uniti - Marineta Le raccomandazioni sul tipo di dieta da tenere in gravidanza dipendono dal peso di partenza della mamma. Alcune hanno bisogno di introdurre molte calorie, altre di tenerle sotto controllo per evitare il rischio di diabete gestazionale. In genere si aumenta di 300 calorie rispetto a quello che si mangiava prima: una dieta ben bilanciata, ricca in fibre cereali integrali, calcio, acido folico e vitamina C. Durante l’allattamento le mamme sono invitate a tenere la stessa dieta della gravidanza e a continuare le vitamine. Si deve bere più acqua e si limitano i prodotti che disidratano come caffé o the. È molto comune mangiare per due, anche due dessert a pasto, sebbene sia consigliata una dieta bilanciata, ricca di vitamine, ferro e proteine, indispensabile per riprendere le energie in questo primo anno molto faticoso.

Stati Uniti Marineta

In USA c’è un grande incoraggiamento ad allattare al seno ed evitare il latte in polvere. Ma nella mia esperienza di infermiera neonatale non ho visto molte donne continuare con l’allattamento al seno più di 3 mesi, massimo 6. Sono molte quelle che allattano con una integrazione. È un po’ triste, sapendo quanto è importante il latte materno per il sistema immunitario e la crescita. Si consiglia di bere tisane di finocchio o il the al latte. In genere a 4-6 mesi si inizia a introdurre qualche alimento, primo fra tutti il riso o altre farine di cereali per bambini, tipo avena e orzo. Poi si passa alla verdura e alla frutta. Niente burro di arachidi o noccioline, per le allergie, fino a 3-4 anni. Niente cibi troppo dolci o succhi, che si danno il più tardi possibile. Cibi acidi come pomodori o arance fanno venire irritazioni da pannolino, per cui li evitavo. Tra il primo e il secondo anno i bambini imparano a mangiare tutto, a eccezione dei cibi pericolosi per le allergie”.

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vano dopo. Per ultimi i fagioli, considerati pesanti da digerire. Dopo gli 8 mesi si possono dare dei piccoli pezzi di cioccolato, gelati, yogurt naturali alla frutta, gelatine, semplici dolcini. Intorno ai 12 mesi il bambino dovrebbe essere in grado di mangiare più o meno quello che si mangia a tavola. Il segreto per raggiungere questo risultato è non passare mai il cibo al frullatore”.

Brasile Thatiana

In Africa si diventa grandi in fretta, basta avere i denti per mangiare qualsiasi cibo Nigeria Oluwaseyi

Brasile - Thatiana Durante la gravidanza sono stata incoraggiata a mantenere la mia alimentazione di sempre. L’ostetrica mi ha consigliato una dieta a base di proteine con poco grasso, frutta fresca e secca, tante fibre, cibi ricchi di calcio e ferro. La base del cibo brasiliano è una combinazione di riso e fagioli e questo è l’alimento principale delle neomamme, che bevono molta acqua e succhi naturali, mentre evitano le bevande gassate e l’alcool. Stesse regole per l’allattamento; unica differenza è che dovevo bere molto, anche un litro d’acqua o succo prima di ogni poppata. Allattamento al seno o artificiale? Dipende molto dai pediatri. Io ne ho scelto uno in linea con la mia convizione che il latte materno dia insuperabili benefici per la salute e per il contatto speciale tra madre e figlio. Però in Brasile ho visto molte mamme abbandonare l’allattamento al seno alle prime difficoltà e passare al magico latte in polvere. Mamme e zie suggeriscono sem-

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pre molte credenze: bere birra scura, mangiare la canjica (uno speciale tipo di grano bianco), bere the alla menta. Il nostro congedo di maternità va dai 4 ai 6 mesi, per cui si inizia lo svezzamento tenendo conto di quando si dovrà tornare al lavoro. Due settimane prima si introducono frutta e verdura. I primi frutti sono la mela, arance dolci (meno acide), melone, papaya e banana. Devono essere frullati e mescolati a farina di riso e si danno a metà mattina e metà pomeriggio al posto del latte. Poi si introducono il mango, l’anguria, la prugna, la pesca. Si ritarda la fragola per le allergie. Alla seconda settimana si comincia con le verdure, quelle con gusto più dolce o neutro, come zucca, carote, patate, cavolfiori, chayote. Si può aggiungere il petto di pollo frullato, riso, pastina, carne di vitello. La verdura verde (broccoli, spinaci e cavoli) arriva varie settimane dopo. Si possono usare aglio e cipolla, poco sale e un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Le uova (prima l’albume e poi il tuorlo) così come il pesce arri-

Nigeria - Oluwaseyi “Quando racconto che fino a 5 mesi e mezzo non ho svezzato mio figlio, mi guardano come se fossi matta e si stupiscono che sia riuscito a crescere lo stesso. Qui il latte scompare presto dall’alimentazione dei bambini; si crede che l’allattamento non sia sufficiente a far crescere un bambino per più di poche settimane. In strada si vedono moltissime donne che allattano, ma si tratta soprattutto di un ciuccio per calmare il pianto. I neonati non fanno quasi mai un pasto completo, si limitano a ciucciare pochi minuti moltissime volte al giorno. Ed è proprio per questo che lo svezzamento viene fatto il prima possibile. Non esistono cibi specifici per l’infanzia. Si comincia quasi sempre con la banana, poi con un brodo vegetale, ma le mamme si pongono relativamente pochi problemi: non è raro vedere bambini di pochi mesi succhiare patatine fritte o bere bibite gassate. La verdura è considerata un cibo povero, che si consuma quando non c’è altro da mangiare. A tre anni i bambini sono già pienamente coinvolti nelle faccende del villaggio, come prendere l’acqua al pozzo; a cinque anni i grandi si occupano dei più piccoli. Tutto va veloce e lo svezzamento segue questi ritmi: la gradualità è un lusso per ricchi, in Africa si diventa grandi in fretta. Basta avere i denti per poter mangiare qualsiasi cibo. È sufficiente imparare a camminare per essere indipendenti”.


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Mangiare “senza” Senza carne, senza proteine animali e senza glutine: tre famiglie raccontano le loro scelta alimentare

V

ivere senza glutine, senza carne, senza pesce, senza latte e formaggi non è una scelta riduttiva. Tre famiglie raccontano la loro esperienza.

Senza carne né pesce Vittorio e Marina sono due eterni ragazzi, quel tipo di persone per cui il tempo non passa mai. Forse per contrappasso, la piccola Virginia, dieci anni, è una bimba di inaspettata maturità. Tutti e tre condividono un impegno, l’animalismo, una posizione etica di tutela dei diritti degli

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animali e dell’ambiente che caratterizza fortemente le loro scelte di vita. “Ci siamo conosciuti alla Lega per l’abolizione della caccia, la Lac, nel 1998 - racconta Marina - e in casa nostra sono banditi la carne, il pesce, gli oggetti di derivazione animale, il cibo spazzatura e gli sprechi in genere, soprattutto per un discorso di rispetto dell’ambiente e degli esseri viventi”. Marina è vegetariana dal ‘94, Vittorio dall’87, Virginia sin dalla nascita. “Quando è nata Virginia abbiamo deciso che era giusto che lei seguisse quello che per noi non è

solo uno stile di vita, ma un vero valore. Fin da piccola l’abbiamo svezzata e cresciuta con l’alimentazione che seguiamo in casa”. In Italia il numero dei vegetariani è alto ed è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. “Ci sono tanti motivi per cui molte persone smettono di consumare prodotti animali: c’è chi cerca uno stile di vita più sano, chi lo fa per sostenibilità ambientale e chi unisce a questi motivi anche il rispetto per gli animali”. Crescere un bambino vegetariano non è così scontato. “Non è solo una scelta etica - spiega Vittorio -, ma


dell’età con una sensibilità fuori del comune. Ogni essere vivente la interessa e il suo amore per cani e gatti non è diverso dal rispetto che ha per cimici e zanzare. “La cosa che ci fa più piacere - continua Vittorio - è che queste scelte, ora che ha l’età per ragionare, sono sue. In famiglia non ci sono tabù e potrebbe scegliere diversamente, ma preferisce essere così”.

Senza proteine animali

anche una buona pratica per la salute e per l’ambiente, perché il consumo di carne impatta fortemente sul pianeta e le proteine animali sono sempre più indicate come causa di malattie cardiovascolari e neoplasie. Salute, ambiente e diritti animali vanno a braccetto. Virginia da piccola non poteva scegliere, ma adesso che è cresciuta ci ha sorpreso, è lei la prima a voler essere vegetariana, considerando questa scelta non come una limitazione, ma come una ricchezza”. “Virginia è stata allattata a lungo - spiega Marina - cioè fino a 27 mesi, l’ultimo anno di nido. La sua alimentazione a scuola è sempre stata rispettata. Va in una scuola con la mensa fresca e abbiamo delle cuoche eccezionali: disponibili, curiose e sempre disposte a fare esperimenti culinari per non far sentire i vegetariani in serie B”. L’alimentazione non è l’unico paletto in casa: in famiglia non si va al circo, non si va al delfinario o allo zoo, non si mette piede da McDonald’s neanche se c’è una festa di compleanno. Ma Virginia vive bene tutto ed è una bambina normalissima, che alterna i desideri

Daniela, mamma di Eleonora e Arianna, rispettivamente di 8 e 5 anni, è la famosa cuoca del Mezzaluna Bio Bar, gastronomia e ristorantino specializzato in cucina vegana e macrobiotica. Ha svezzato entrambe le bimbe senza alimenti di origine animale, secondo i principi vegan. “Né carne, né pesce, né latte e derivati, - racconta Daniela - con un’unica eccezione: il latte materno. Ho allattato entrambe le bambine per più di due anni e così ho potuto evitare, in questo periodo delicatissimo della vita, le proteine animali. In casa nostra l’alimentazione è questa, vegana e macrobiotica, quindi abbiamo semplicemente adattato il nostro modello alle esigenze e ai gusti dei bambini piccoli. Questo ha significato evitare totalmente il latte, sostituire il parmigiano con il lievito in scaglie, usare la crema di tofu invece del formaggio fresco, sostituire gli affettati con appositi preparati di soia e seitan. Il risultato è che le bambine hanno mangiato sempre in maniera sana, ma non si sentono strane né diverse dai compagni. A scuola seguono una dieta senza carne, ma purtroppo non vegana, fondamentalmente perché la Città di Torino non riesce a studiare menu appetibili senza proteine animali. Noi diciamo che ‘la strada per insegnare ai bambini ad apprezzare i legumi è ancora lunga’: finché si servono ceci bolliti non ci si può aspettare grande entusiasmo, magari una bella farinata o un piatto di falafel potrebbero cambiare il gradimento”. È stato difficile lo svezzamento vegano? Ti sei rivolta a qualche esperto? “Non mi sono affidata a esperti, ma non per scarsa fiducia, semplicemente mi ero informata in anticipo, seguendo le conferenze di Luciano Proietti, il pediatra torinese che è un guru dello svezzamento veg e del quale consiglio i libri, oppure seguendo le indicazioni di Paolo Giraudo, il pediatra di riferimento della scuola Steineriana. Critiche ne ho ricevute, ma ero molto convinta delle mie scelte. I bambini soffrono per una dieta eccessivamente proteica, che è causa di malattie perché stimola eccessivamente il sistema immunitario e può causare reazioni allergiche. Eleonora e Arianna hanno avuto le proteine necessarie dal latte materno, assieme ai dovuti anticorpi e ovviamente all’aspetto affettivo ed emotivo del contatto con la mamma. Queste scelte rigorose dei primi anni sono state per noi fondamentali e ci abbiamo creduto fermamente, investendoci molto. I risultati sono stati positivi. Per fare un esempio, le nostre figlie si sono ammalate molto meno dei coetanei”. Non è complesso evitare qualsiasi prodotto industriale, cucinare partendo dagli alimenti freschi, evitare tutto quel che contiene latte

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Vegetariani uniti L’Associazione Vegetariana Italiana è nata 60 anni fa, con l’obiettivo di riunire tutti i vegetariani per condividere, come in una grande famiglia, le stesse aspirazioni, gli stessi ideali, all’insegna del reciproco rispetto e aiuto. Ogni anno organizza la manifestazione “Prendiamoli per la gola” e invita i ristoranti di tutta Italia a organizzare serate di alta cucina con piatti solo vegetariani. Il sito (con il programma della manifestazione e I locali aderenti) è www.vegetariani.it. Vegani d’Italia Non esiste un’associazione di riferimento per i vegani, ma su Internet si trovano molti siti interessanti ricchi di informazioni e di persone con cui confrontarsi. Uno dei nostri preferiti è “Progetto Vivere Vegan”, associazione onlus fiorentina che diffonde veganismo e antispecismo. Il link è www.viverevegan.org. AIC L’Associazione Italiana Celiachia fornisce vari tipi di sostegno: in maniera diretta per i celiaci e le loro famiglie, e in maniera indiretta nei confronti delle istituzioni, conducendo progetti per l’attuazione delle leggi a tutela dei celiaci e facendo divulgazione e comunicazione. Pubblica l’indispensabile prontuario dei cibi senza glutine (anche in versione mobile per gli smartphone), con tutti gli alimenti garantiti dalle aziende alimentari. Si deve all’AIC anche l’elenco dei ristoranti, bar e autogrill che forniscono pasti adatti ai celiaci. Infine, l’AIC ha sportelli di aiuto, come la dietista o la psicologa, gratuiti per i soci, organizza corsi di cucina e di autoaiuto e offre consulenze.

o derivati? “Direi di no, anche se io parto da una posizione privilegiata, perché di mestiere faccio la cuoca e trascorro la giornata in cucina. Per lo svezzamento ho usato un cereale particolare: il miglio, che non dà problemi come il riso, è dolce, digeribile e appetibile ai bambini. Preparavo una zuppa con miglio, verdure, una tazzina di lenticchie decorticate e l’alga kombu tagliata fine fine che aiuta a digerire i legumi. Niente sale né altro: bastava far sobbollire il tempo giusto e la pappa era pronta. Semmai è stato più complesso gestire l’allattamento prolungato”. Qualche consiglio da dare a chi vuole seguire il tuo esempio? “Fidarsi dell’istinto materno, a costo di mettere in discussione le parole degli stessi pediatri, che purtroppo talvolta sono condizionati dall’industria degli alimenti per l’infanzia. Ne ho fatto esperienza diretta: volevo disperatamente allattare, ma fin dai primi mesi la pediatra di zona mi ha

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consigliato il latte artificiale. La mentalità è cambiata e continua a cambiare, ma al di là delle tendenze della medicina, l’istinto della madre resta la guida migliore”.

Senza glutine “Nostra figlia Anna ha 7 anni ed è celiaca da quando ne ha due - raccontano i genitori Rossana e Marco -. Uno dei problemi principali che abbiamo avuto è stato quello della contaminazione: un celiaco ha una soglia di tollerabilità molto bassa al glutine e anche quantità irrisorie sono dannose. Questo pone grandi problemi nella quotidianità: dobbiamo evitare la maggior parte dei prodotti confezionati e cercare marche specifiche. Per fortuna il Regolamento Ce 41/2009 ha introdotto la dicitura volontaria “senza glutine” ormai presente su molti prodotti alimentari per garantire l’assenza di glutine. Per un’informazione completa, ci dà una grandissima mano

il prontuario pubblicato ogni anno dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) in cui sono elencati tutti gli alimenti consentiti. In commercio esistono sostituti per tutto: giriamo sempre con il prontuario, ormai disponibile come app anche per gli smartphone, e così sappiamo cosa va bene e cosa no. In cucina bisogna fare molta attenzione: per semplificarci la vita tutti abbiamo eliminato il glutine. È una scelta fatta senza esitazioni, prima di tutto per la condivisione, ma anche per la comodità, perché occorrerebbe cucinare tutto doppio, utilizzando pentole e posate di servizio diverse. A casa è rimasto solo un piccolo contenitore nel quale stanno pasta e cracker con glutine, al quale attingiamo nelle occasioni in cui Anna non c’è. Dopo un primo momento di adattamento tutto è semplice, o difficile, come prima. Ora cuciniamo molto di più a partire dalle materie prime e questo è


più sano per tutti. Grazie alla macchina per il pane, in casa si sforna sempre il pane che con il suo profumo riempie tutti gli ambienti. Mangiare fuori, al ristorante o da amici, è ancora un po’ complicato. I ristoranti e le pizzerie che servono piatti per celiaci sono pochi e negli altri spesso manca quel minimo di sensibilità che ci semplificherebbe la vita. C’è un elenco di locali certificati dall’AIC: ovviamente andiamo lì per star sul sicuro. Quando ci invitano gli amici, ci presentiamo portando pane e grissini fatti da noi. Cerchiamo, nonostante la difficoltà, di continuare a uscire, non solo per non sacrificare troppo la nostra vita sociale, ma anche per Anna: trovarsi in occasioni in cui si deve limitare l’aiuta a interiorizzare la consapevolezza che alcuni piatti le sono preclusi. Per fortuna la nostra piccola

è una mangiona e non fa storie. Se le offrono qualcosa la sua prima reazione è: ‘ma c’è il grano dentro?’. Certo che non è facile evitarlo, tutti sanno che il glutine si trova nella pasta, nel pane, nelle torte, nella pizza, ma ci può essere anche nella farina di ceci, nel gelato, nelle caramelle, nei salumi. Anna non si lamenta delle restrizioni imposte dalla sua dieta e si è appropriata delle regole a modo suo: ora anche i giochi o i vestiti finiscono per ‘avere il grano’ o meno, a seconda che le piacciano o no. E fortunatamente la sorella Margherita non ha sofferto per le attenzioni che inevitabilmente sono state rivolte alla piccola di casa. Non ha mai rifiutato di mangiare un cibo gluten-free, né ha protestato. A volte, però, ci chiede di poter andar da soli al ristorante a mangiare un pasto con un bel po’ di glutine!”. Giovani Genitori 21

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Storie di figli Si può conciliare l’alta cucina con la vita di famiglia? Ce lo raccontano Giovanni e Franca

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a storia della famiglia Grasso e quella del ristorante La Credenza di San Maurizio Canavese hanno inizio ventuno anni fa. Due storie che scorrono parallele e fittamente intrecciate, che sanno di Piemonte autentico e valori un po’ negletti eppur sempre attuali, come impegno e dedizione, amore e fantasia, combinati con coraggio, fatica e molto talento. Siamo nel 1991: Giovanni e Fran-

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ca sono una giovane coppia che si frequenta da un paio di anni. Quell’anno si sposano e Franca scopre di aspettare un bambino, mentre Giovanni, dopo aver lavorato in vari ristoranti, decide di avviare la sua attività in quello che diventerà La Credenza. “È successo tutto contemporaneamente - racconta lui -. Per quelle strane combinazioni del destino in cui eventi non programmati si concatenano l’uno con l’altro.

Anche la scelta di San Maurizio è stata una coincidenza: all’epoca vivevamo a Torino e inizialmente cercavo un locale in città. Ma si è presentata questa occasione e l’ho colta”. “Eravamo giovani e un po’ incoscienti, ma avevamo anche energia ed entusiasmo in abbondanza - conferma Franca -. Non credo che ce la farei oggi a reggere tanta pressione tutta insieme. All’epoca avevo un lavoro come segretaria in ufficio,


...e di cucina

Giovanni andava su e giù da San Maurizio. Eravamo sempre di corsa, ma era la nostra strada e non ci siamo tirati indietro”.

Due bebé e una cucina Giulio nasce nel 1991 e nel 1997 Fabio. Nei primi tempi Franca affianca il marito in sala solo nelle serate impegnative, poi nel 1999 lascia il suo impiego di ufficio e si dedica al ristorante a tempo pieno. “È un lavoro che ti prende e ti ap-

passiona, impossibile farlo a metà. È stimolante e sempre diverso. Io non ho studiato all’alberghiero come mio marito e per imparare il mestiere sono andata a lavorare in altri ristoranti, per osservare come funzionavano. Mentre ero incinta seguivo un corso da sommelier e ho proseguito dopo il parto (ci teniamo a rassicurare i lettori: durante questi corsi il vino si degusta soltanto!). Allattavo, degustavo e tornavo ad allattare! Certo che non

è facile conciliare i ritmi e le esigenze di un grande ristorante con la vita di famiglia. Il lavoro ci impegna tutta la giornata, dalla mattina alla sera tardi, anche nei fine settimana e nelle festività. Sono stati sacrifici per tutti. Io ho grande rispetto delle persone che lavorano in cucina e perciò ho sempre resistito alla tentazione di portarmi i figli dietro. È un lavoro impegnativo che richiede concentrazione. Così ci siamo organizzati con una baby sitter per la

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La Credenza È una storia di successo e di affiatamento quella del ristorante di San Maurizio Canavese, un locale in cui tradizione fa rima con fantasia e innovazione, in cui la raffinatezza degli ambienti nulla toglie al calore dell’atmosfera. Un’esperienza culinaria che affascina, conquista e che nel 2006 ha ottenuto il riconoscimento della prima stella Michelin. Ristorante La Credenza Via Cavour, 22 - San Maurizio Canavese (To) Tel. 011 9278014 www.ristorantelacredenza.ita

sera e i nonni nel fine settimana”. Prosegue Giovanni: “Ogni tanto però venivano con noi. Sia per far loro vedere com’era il posto in cui lavoravamo, sia perché alle volte non c’erano alternative. Il sabato mattina ce li portavamo dietro per poterli seguire nei compiti. Spesso assegnavamo loro piccole mansioni, per tenerli impegnati e farli sentir parte della grande famiglia che è la cucina di un ristorante. Lavoretti facili e divertenti, come sfogliare i rametti di rosmarino, pulire i ceci o riempire di crema alla nocciola i baci di dama. Ovviamente era più quella che finiva in bocca di quella che spalmavano! I nostri figli sono cresciuti insieme ai ragazzi che lavorano nel ristorante. Ci sentiamo davvero una famiglia allargata. Igor Macchia, lo chef, è con noi da 18 anni. L’affiatamento, la fiducia con lui, con Chiara, Ivan e con gli altri componenti della squadra sono fonda-

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mentali. Un calore e un’armonia dietro le quinte che si trasmette ai clienti in sala. Per noi è importante che mangiare nel nostro ristorante sia un’esperienza indimenticabile in termini di sapori, emozioni e gusto: un piacere da condividere in un’atmosfera accogliente”.

Un equilibrio delicato “Il rapporto dei nostri figli con il nostro lavoro è molto diverso. Giulio ha avuto un rapporto conflittuale con il ristorante: lo considerava come un rivale che assorbiva tutto il tempo dei genitori. Fabio vive le cose diversamente, è più rilassato per temperamento e non ha patito molto. Anzi, era interessato, voleva conoscere, gli piaceva poi raccontare agli amici quello che aveva scoperto in fatto di cibo, vini, locali.”. Certo non è facile per un bambino crescere con i genitori assorbiti da un lavoro molto impegnativo. “Il momento

più difficile era la sera - prosegue Franca - non ci ritrovavamo a cena tutti insieme come le altre famiglie, non li mettevamo a letto noi, ma la baby sitter: quante cose mi sono persa, quanti sensi di colpa!”. Il ristorante è aperto anche a Natale e nelle festività, però i Grasso hanno sempre tenuto a ricavarsi degli spazi tutti loro. “A Natale apriamo i regali insieme la mattina, poi andiamo a lavorare ma ci ritroviamo la sera per festeggiare tra di noi. Il tempo è poco, i momenti di condivisione intensi. Non appena possibile ci prendiamo una bella vacanza in cui cerchiamo di riscattare tutto il tempo che ci siamo persi. È fondamentale trovare un equilibrio: i momenti da trascorrere insieme non sono molti ma, proprio per questo, li viviamo intensamente”. “Entrambi crescendo si sono resi conto che non l’abbiamo fatto per ambizione personale, ma perché era il nostro lavoro e ci teneva-


mo a farlo al meglio - dice Giovanni -. Giulio per anni non ha voluto saperne nulla. Poi, l’anno scorso è andato a vivere a Londra dove si è trovato un lavoro per mantenersi e, sorpresa, è un lavoro da cuoco! Ora ogni tanto mi chiama per chiedermi consigli, ricette, idee”. Una cosa che stupisce di Franca e Giovanni è l’understatement tutto piemontese con cui parlano del loro locale. Che è un ristorante famoso e stellato Michelin, però ne parlano come se il successo fosse una normale conseguenza della serietà e dell’impegno con cui svolgono il loro lavoro. Così riservati sui loro successi Giovanni e Franca che neanche i figli ne conoscevano la portata; un giorno Giulio è tornato a casa da scuola stupito dicendo “Ma lo sapete che il nostro ristorante è famoso? Me l’han-

no detto i professori a scuola!”. Resta una curiosità: come si mangia a casa vostra? “In casa cucina mia moglie - risponde Giovanni -, ma quando possiamo andiamo a cena fuori. Non abbiamo cucine preferite, ci piace provare tutto. Abbiamo sempre portato i bambini con noi, sin da piccoli. Il grande inizialmente gradiva poco mentre il piccolo era incuriosito e affascinato dal mondo della ristorazione. Ora apprezzano entrambi, per fortuna”. “Uscire a cena fuori è anche un modo di conoscere altri locali. C’è curiosità professionale, ma non è solo quello - conferma Franca -. Andiamo a mangiar fuori per rilassarci, per goderci finalmente un momento tranquillo, una serata tutta chiacchiere e convivialità con la famiglia e gli amici”. Giovani Genitori 25

Soffi di Polenta La genuinità di un gusto che riporta alla mente una convivialità e un’allegria nascoste nelle cose semplici Ecco come vogliamo proporvi i SOFFI DI POLENTA, ottimi per uno snack in compagnia ma al tempo stesso ideali per accompagnare ogni pasto SOLO MAIS | Via Monteli, 3 - MEDUNO (PN) | Cell. 3387317884 | Fax 0427462009


Consumo consapevole Pratiche e valori Slow in tema di educazione e bambini

Slow kids

S

e a leggere di temi come la lentezza, l’educazione al cibo e al gusto, il rispetto per i territori e le comunità locali, il consumo consapevole, la biodiversità viene da pensare “ma cosa c’è di nuovo?”, è perchè sono divenuti valori condivisi e rispettati, parte di un diffuso sentire comune. Onore e merito a Slow Food, dunque, che da tempo ne ha compreso l’importanza e che ha contribuito a diffonderli e valorizzarli tramite iniziative, pubblicazioni, incontri e buone pratiche sul territorio. Un’attività che coinvolge anche i bambini, beneficiari per diritto naturale di una buona educazione al gusto e all’ambiente. “Il nostro progetto di punta è l’Orto in Condotta, ma anche gli eventi Slow Food dal Salone del Gusto, a Cheese e Slow Fish sono una buona occasione per proporre a scuole e famiglie laboratori concepiti ed elaborati per farli riflettere sul tema - racconta Davide Ghirardi dell’area Educazione di Slow Food. - Le varie attività educative sono corredate da una serie di articoli e pubblicazioni che raccontano e diffondono la filosofia Slow”. Gli orti scolastici sono stati avviati in Italia nel 2003. “Il progetto coinvolge insegnanti e bambini nella creazione di

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un orto nel terreno della scuola, in un impegno di almeno tre anni, il minimo necessario perché l’orto sia ben avviato e l’attività abbia ricadute positive sulle abitudini alimentari dei bambini. La prima fase è la formazione degli insegnanti, solitamente in inverno. In primavera si passa all’azione: si dissoda il terreno e si inizia la semina. Prediligiamo coltivazioni che diano il meglio a fine primavera o in autunno, perché d’estate le scuole sono chiuse. I ‘nonni ortolani’ sono volontari che ci aiutano a gestire l’orto quotidianamente e anche in estate. Sono previsti incontri per i genitori, in cui si riprendono i temi affrontati con gli insegnanti, di educazione al consumo consapevole e al gusto e di cultura alimentare in generale, che aiutino a intraprendere un percorso di cambiamento delle abitudini a tavola, se è il caso. E poi l’orto è una bellissima attività pratica, da svolgere all’aperto: mettere le mani nella terra riempie di entusiasmo i bambini che passano troppo tempo fermi al chiuso. Anche i laboratori proposti a bambini e ragazzini durante gli eventi e le manifestazioni di Slow Food contribuiscono a diffondere cultura alimentare e ambientale, in modo sempre giocoso e diverso, perché il messaggio passa meglio se non è


Fattoria didattica aperta per tutte le scuole di ogni ordine e grado

Non dimentichiamo mai che l’educazione al gusto è un percorso di felicità trasmesso in modo pedante. Non dimentichiamo mai che il cibo è una gioia e l’educazione al gusto è un percorso di felicità”. Nel campo della primissima infanzia, Slow Food ha affrontato temi importanti come il latte materno e le prime pappe con una serie di lavori e articoli. Un sostegno convinto all’allattamento materno ma anche riflessioni interessanti sullo svezzamento, molto spesso presentato ai genitori in modo schematico e a volte illogico. “La rigidità dello schemino di introduzione degli alimenti è sorprendente - prosegue Davide Ghirardi - Perché iniziare sempre con le zucchine, anche in inverno, quando nei mesi freddi c’è abbondanza di gustoste zucche? E perché preferire la pappa di tapioca e non una semplice polenta? Considerazioni di luogo, stagionalità, temperature e varietà dovrebbero essere incluse nell’elaborazione di una dieta bilanciata e sana per i bebè. Una scelta consapevole che porta benefici a tutti: l’ambiente, la salute del bambino e la sua educazione al gusto”. Per informazioni e approfondimenti sui progetti nella sezione educazione www.slowfood.it/educazione.

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Etichette Leggere sempre attentamente le liste degli ingredienti per capire come sono fatti i cibi che mangiamo

Informarsi fa bene di Veronica Borghi - Biologa Nutrizionista

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etti una tipica famiglia al supermercato per fare la spesa della settimana. Sugli scaffali ci sono innumerevoli prodotti di altrettanto innumerevoli marche. Quali scegliere? I bambini solitamente puntano quelli che riportano sulla confezione le immagini del loro cartone animato preferito. Mamma e papà si orientano sulle marche che ispirano più fiducia o quelle economicamente più convenienti. Alla fine quali prodotti finiscono nel carrello? E quali sono i criteri da seguire nell’acquisto degli alimenti? Imparare a focalizzare l’attenzione su ciò che è dentro il prodotto andando oltre gli aspetti puramente estetici, economici o di fiducia verso determinate marche è importante, ma anche facile se si seguono poche regole di buon senso.

Non comprare senza informarsi Anche se si è di fretta e i bambini scalpitano, è importante leggere sempre la lista degli ingredienti contenuti nel prodotto e le relative quantità. 1. Preferire i prodotti alimentari che contengono meno additivi in genere. Gli additivi sono sostanze di varia natura che conferiscono ai prodotti determinate caratteristiche o ne prolungano il tempo di conservazione. Possono avere un’origine naturale o essere sintetici. Tra essi troviamo coloranti, conservanti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti antiagglomeranti, aromi e così via. Gli additivi, aromi a parte, vengono indicati da una sigla recante la lettera E seguita da numeri (per esempio da E 200 a

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E 299 sono i conservanti). La E significa che il loro impiego alimentare è stato approvato dai paesi dell’Unione Europea. Ma sono davvero privi di rischi? Ricerche scientifiche hanno mostrato che alcuni coloranti che conferiscono il colore rosso e giallo possono determinare comportamenti iperattivi nei bambini. Altri additivi possono invece provocare un attacco di asma in soggetti a rischio mentre altri ancora riducono l’assimilazione della vitamina B1. Questi sono solo alcuni esempi degli effetti che gli additivi possono avere, quindi ove possibile diffidare dei prodotti con una lunga lista di additivi, sono i meno genuini. 2. Attenzione agli oli e ai grassi. Quando si acquistano prodotti da forno confezionati (come biscotti, crackers, merendine), cibi pronti e precotti, creme dolci spalmabili o salse preferire di gran lunga quelli che contengono olio extravergine di oliva, i cui innumerevoli benefici a favore di cuore e sistema circolatorio sono ormai ampiamente dimostrati. Se non disponibili orientarsi sugli alimenti all’olio di girasole. Moderare l’acquisto di prodotti preparati con il burro (contiene sì vitamina A ma anche molti grassi saturi). Evitare i cibi contenenti margarina per la possibile presenza di grassi idrogenati trans che inducono l’aumento dei livelli di colesterolo. Limitare i prodotti contenenti l’olio di palma, un olio d’importazione dal basso costo che non irrancidisce facilmente e quindi ampiamente usato nell’industria dolciaria. Ha un alto contenuto in grassi saturi capaci di indurre un aumento del colesterolo e quindi di predisporre a malattie cardiovascolari. Diffidare dei


prodotti con la dicitura generica “oli vegetali”. Questa denominazione che evoca un qualcosa di assolutamente sano in realtà non definisce il tipo di olio contenuto nel prodotto ma spesso si tratta di oli di bassa qualità. Se sulla confezione appare la scritta “con olio d’oliva” non fidarsi, controllare comunque in che percentuale è presente. 3. Occhio alla quantità di frutta nelle bevande tipo “succhi”. Ce ne sono di innumerevoli marche, gusti e prezzo. In cosa differiscono? Il nettare di frutta, contrariamente a quanto evocherebbe il nome, contiene in genere solo il 50% di frutta, il restante 50% è costituito da acqua e da zucchero! Un succo di frutta definito tale per legge deve invece contenere il 100% di frutta. In ogni caso fermatevi a leggere la lista degli ingredienti e l’etichetta prestando attenzione alla percentuale di frutta dichiarata. 4. Controllare che non ci siano troppi zuccheri aggiunti. I bambini oggi tendono ad assumere molti zuccheri anche attraverso le bevande. Si dovrebbero preferire quelle bibite in cui viene specificato “senza zuccheri aggiunti”. Se avete dubbi controllate se tra gli ingredienti si elencano lo sciroppo di glucosio, di fruttosio, di cereali, il maltosio, l’amido di mais, in quanto appartengono comunque alla famiglia degli zuccheri. 5. Attenzione anche al contenuto di sodio! Nella nostra alimentazione il sodio abbonda. Per assumerne meno limitiamo il consumo di alimenti salati o contenenti glutammato.

Etichette nutrizionali Sono di solito riferite a 100 grammi di prodotto ma in alcuni casi si riferiscono alla singola porzione. Indicano non solo il contenuto energetico del prodotto ma anche i grammi di proteine, di carboidrati, compresi gli zuccheri semplici, di grassi (monoinsaturi, polinsaturi e saturi), di fibra, di vitamine e di minerali (come ferro e calcio). Spesso per alcune voci viene anche indicata la percentuale della dose giornaliera raccomandata (RDA) che viene raggiunta con l’assunzione di 100 grammi o di una porzione di tale prodotto.

Meglio di stagione e con poco imballaggio Preferire gli ortaggi e la frutta di stagione e di produzione locale, sono più freschi rispetto ai prodotti fuori stagione che provengono da paesi lontani. Questi ultimi infatti sono stati raccolti parecchi giorni prima e con il passare del tempo hanno perso progressivamente parte del loro contenuto vitaminico. Inoltre se si considera l’impatto del trasporto sono prodotti sicuramente meno sostenibili dal punto di vista ambientale. Preferire anche gli alimenti con meno imballaggio. Meno imballaggio significa minor consumo di risorse e minor produzione di rifiuti.

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Libri La cucina e i bambini: lo zen e l’arte della pazienza

Cibo è vita Un libro davvero prezioso per le neomamme: una breve sezione teorica e poi tanti consigli pratici, corredati di fotografie. Dai primissimi giorni di vita allo svezzamento. L’ALLATTAMENTO DEL TUO BAMBINO di Márta Guóth-Gumberger ed Elizabeth Hormann Tecniche Nuove - 14,90 euro Un ricettario a fumetti che stimola i bimbi a cucinare giocando e mangiare, si spera, seguendo le buone regole della cucina genuina e tradizionale italiana. LA CUCINA DEI BAMBINI di Alberto Calosso, Andrea Pellegrini e Lara Besozzi Priuli & Verlucca - 18,50 euro Grimm, Andersen, Esopo, Perrault sono alcuni degli autori che in ogni tempo hanno parlato di cibo nelle loro fiabe: tanti racconti corredati da semplici ricette, per cucinare insieme a mamma e papà! UCCI UCCI. FIABE DA CUCINARE E DA COLORARE di Donatella Lippi illustrazioni di Nicoletta Murru Sarnus - 13 euro Teoria a cura di un pediatra, una dietista e una dirigente medico su come mangiare vegetariano in gravidanza, durante l’allattamento e come far mangiare i bambini e gli adolescenti; pratica, poi, con esempi di piani alimentari vegetariani. Trovate anche la VEGagenda 2013 con ricette e ristoranti in Italia (a 10,90 euro). VEGPYRAMID JUNIOR di Leonardo Pinelli, Ilaria Fasan e Luciana Baroni Sonda - 18 euro

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Servono consigli e ricette per lo svezzamento e i primi anni di pappe dei pargoli? Qui ci sono tutte le... istruzioni per l’uso, corredate di bellissime foto e illustrazioni ironicchic. Ottimo anche come idea regalo. IL CUCCHIAINO di Miralda Colombo illustrazioni e foto di Cevì Gallucci - 24 euro Madre Terra ci insegna a nutrirci con gusto ed equilibrio e l’esperta di terapie naturali Claudia Enrico ce lo ricorda con questo testo che cattura storie di vita e dona tante ricette sane liguri-piemontesi. LE RICETTE PER LA GIOIA di Claudia Enrico Verdechiaro - 16 euro Aboca e AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso) hanno selezionato sessanta ricette sane e leggere: ogni piatto è stato scelto e sperimentato nella mensa Aboca perché con un elevato valore salutistico e un basso tenore calorico. Plus: il ricettario si trasforma in leggio automontante e le sue pagine possono essere pulite con una spugna inumidita. Ottimo da tenere vicino mentre si spadella. EQUILIBRIO & GUSTO Aboca - 9,90 euro Michele ha un solo amico con cui passa il tempo aspettando la mamma: il frigorifero Frig che però si rivelerà un falso amico. La bulimia infantile in un racconto delicato di Susanna Tamaro. CUORE DI CICCIA di Susanna Tamaro illustrazioni di Adriano Gon Giunti Junior - 12 euro


Dialoghi sullo svezzamento affrontati in anni di esperienza in consultorio familiare e di collaborazione con la rivista Uppa. Qui è il bimbo al centro, non genitori e pediatri, che imparano come evitare conflitti a tavola e disturbi alimentari fornendo sempre il miglior cibo ai cuccioli. IO MI SVEZZO DA SOLO! di Lucio Piermarini illustrazioni di Franco Panizon Bonomi - 14.90 euro Un utilissimo manuale per future mamme, neo mamme e bebè che vogliono seguire gravidanza, allattamento e svezzamento vegan. Prima parte con dati scientifici e teoria, seconda parte con un ricettario ghiotto che conta 350 preparazioni. LA CUCINA ETICA PER MAMMA E BAMBINO di Emanuela Barbero e Antonella Sagone Sonda - 18 euro è la foodblogger tempodicottura.it che vi regala tante idee per cucinare con i bimbi e allestire le loro feste, divertendosi con torte missile, serpentelli di pollo e cannucce frizzantine. BAMBINI IN FESTA! di Natalia Cattelani Gribaudo - 14,90 euro Ovvero cosa fare a tavola con i bambini, coinvolgendoli nel riconoscimento, acquisto e preparazione dei cibi. Per avere pargoli più felici e sani. FACCIAMO LA PAPPA di Francesca Valle Mondadori - 16,50 euro

Mini recensioni Asia, 8 anni

Luca, 6 anni

Per educare ed educarsi in merito al cibo: imparare a conoscere chi produce e alleva, chi trasforma e chi vende ciò che arriva sulla nostra tavola. Con scheda degustazione, ricette semplici e tanti consigli. CON GUSTO di Sara Marconi e Francesco Mele La Meridiana - 18 euro è un quaderno pratico con i consigli di una cuoca che ha lavorato molti anni in una scuola materna e, grazie agli gnomi del bosco, fa diventare le ricette e il pasto dei bimbi un gioco in cui sono protagonisti. GLI GNOMI MANGIONI di Lina Spinazzè Kellermann - 7 euro Due mamme, appassionate di cucina e autrici del blog Little kitchen world: in 36 ricette + 36 storie mostrano come è facile ingolosire i bimbi (da 4 anni in su) e trasmettere loro la passione per i manicaretti da preparare insieme. QUESTO L’HA FATTO IL MIO BIMBO! di Daniela Maniscalco e Carlotta Benedetti Terre di Mezzo - 10 euro Si prepara una gara ai fornelli tra gli studenti del College di Topford: chi vincerà la sfida e con quale ricetta le cinque amiche del cuore consolideranno la loro amicizia perfetta? Dai 10 anni. LA RICETTA DELL’AMICIZIA di Tea Stilton Piemme - 9,20 euro

“Le carote non mi piacciono sempre, ma se le mangia la volpe che è furba... ci faccio un pensierino!” BUON APPETITO, SIGNOR CONIGLIO! di Claude Boujon - Babalibri - 10,50 euro

“Dixi è l’elefantino più fortunato del mondo, ha tanti amici (e la sorpresa non si dice...)” DIXI E LA SORPRESINA DI COMPLEANNO di Andrea Zingoni - Add Editore - 15 euro

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Video nei film per bambini l’alimentazione è legata a doppio filo con il rispetto per l’ambiente

Cinema e cibo: un binomio perfetto Piovono Polpette Un giovane inventore, dall’aspetto eccentrico e disordinato, trova la soluzione ai problemi di alimentazione che assillano gli abitanti dell’isola in cui vive. Grazie all’invenzione di una macchina che fabbrica cibo, Flint Lookwood riconquista la fiducia di tutti gli isolani. La sua vita cambia in meglio anche per l’arrivo nella piccola cittadina di una giovane meteorologa della tv. Wall-e La mancanza di cibo nel mondo desertificato e inquinato descritto in Wall-e è una delle cause che ha determinato l’abbandono del pianeta da parte dell’umanità. Quello che resta del genere umano sopravvive su un’astronave che vaga nello spazio. Qui gli uomini e le donne vivono lobotomizzati dalla pubblicità e dal gossip, non hanno capacità critica e tutta la loro vita, con necessità primarie e bisogni, è delegata al lavoro dei robot. La sedentarietà prolungata e il consumo di cibo spazzatura hanno reso gli uomini obesi e succubi di un super cervello sintetico. Ma grazie all’arrivo di Wall-e sull’astronave, spinto dall’amore che prova per il robot Eve, le cose per i passeggeri stanno per cambiare. Galline in fuga Divertente pellicola realizzata a passo uno che denuncia i maltrattamenti che sono costretti a subire gli animali da allevamento per mano degli uomini. Alcune galline ovaiole, rinchiuse in un campo di lavoro simile a un lager, sognano la libertà. Lo slancio finale verso l’emancipazione sarà messo in pratica grazie a un simpatico gallo “cannone” fuggito da un circo. Nel mondo vengono uccise, ogni giorno, centinaia di milioni di galline, questo film è dedicato a loro. Se siete ferventi carnivori e avete paura che i vostri figli, in un eccesso di sensibilità, diventino vegetariani, o peggio vegani, non fateglielo vedere!

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La città incantata Nel capolavoro di Miyazaki il cibo è l’elemento che preclude ai genitori di Chihiro, la bambina protagonista della storia, l’accesso alla città incantata. I due adulti sono attratti dal profumo di cibo e per il loro appetito famelico vengono trasformati in maiali dagli spiriti a cui erano destinati i succulenti banchetti di lusso. Puniti, quindi, per la loro avidità. La fabbrica di cioccolato Nel film di Tim Burton, remake del film del 1971 con Gene Wilder nella parte di Willy Wonka, il cioccolato è il vero protagonista. Il delizioso alimento è il perno centrale intorno al quale ruotano tutti i personaggi descritti nella storia, nata dalla penna di Roald Dahl. Solo uno dei cinque bambini riesce a superare le prove, legate all’irrefrenabile golosità verso i dolci, e a diventare il nuovo direttore della fabbrica. Fantastic Mr Fox Geniale pellicola a passo uno che racconta le avventure di un manipolo di animali selvaggi capitanati dall’astuto e sarcastico Mr Fox, giornalista di professione e ladro di polli per necessità. La volpe e la sua compagnia intraprendono una lotta all’ultimo quartiere contro tre allevatori ottusi. I loro polli, anatre e tacchini sono un banchetto irresistibile! Ratatouille Ratatouille, il film della Pixar realizzato nel 2007, è senza ombra di dubbio uno dei migliori film mai realizzati sul cibo. Il topino Remy ci accompagna in una galleria di gusti e sapori raffinati, al tempo stesso semplici e genuini, descrivendo ricette appetitose e il piacere di cucinarle. La storia è avvincente, i personaggi descritti sono tutti divertenti e stimolanti.


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Ricetta Perfetti per una dolce colazione o un’allegra merenda con gli amichetti

Muffin alla zucca di Michele Brosio

Dolcetti sempre graditi ai bambini per via della loro soffice dolcezza, i muffin sono facilissimi da fare, anche in questa variante stagionale a base di zucca. Tutti insieme, che è più divertente.

Ingredienti

Preparazione

(per una dozzina di muffin) - 190 gr farina bianca - 215 gr purea di zucca - 45 ml olio vegetale (mais, girasole o arachidi) - 2 uova - 1 cucchiaino di cannella in polvere - 1 pizzico di zenzero in polvere (se piace) - 1 pizzico di noce moscata (se piace) - 215 gr zucchero di canna - 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio - 1 cucchiaino di lievito per dolci - ½ cucchiaino di sale 1 cucchiaio di fiocchi d’avena

Preriscaldare il forno a 180 °C e preparare gli stampi da muffin con le apposite pirottine di carta. In una ciotola mescolare la farina, il bicarbonato e il lievito. In un’altra ciotola sbattere insieme la purea di zucca, l’olio, le uova, le spezie, lo zucchero e il sale fino a quando la consistenza è bella cremosa. Incorporare lentamente la farina, fino a che il tutto risulta liscio e senza grumi. In una tazzina mescolare un pizzico di cannella e i fiocchi d’avena. Distribuire il composto nella teglia, riempiendo gli stampi per circa ¾, (non di più altrimenti fuoriesce cuocendo). Cospargere con il mix di fiocchi d’avena e cannella. Cuocere per 30 minuti circa, verificando la cottura (con la prova stecchino). Lasciar riposare per cinque minuti prima di estrarre dagli stampini.

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FEBBRAIO 2012

APRILE 2012

Mensile, numero 2 anno 7 - Poste Italiane SpA - Spedizione in a.p. - DL 353/2003 (conv. In L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 1, DR CB Torino - 3 euro

Giovani Genitori è la rivista per le famiglie di Torino e del Piemonte. Ci trovate notizie, eventi, negozi, idee vacanza, alimentazione a km0... tutto a misura di bambino.

Mensile, numero 4 anno 7 - Poste Italiane SpA - Spedizione in a.p. - DL 353/2003 (conv. In L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 1, DR CB Torino - 3 euro

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