2014. Giovane europa chiama: il Semestre UE dell'Italia

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Innovazione e politiche giovanili STUDIO ED ANALISI DEI CAMBIAMENTI VERSO IL SEMESTRE ITALIANO DI PRESIDENZA EUROPEA Politiche giovanili nel periodo 2010/2014 Giovanni Campagnoli Rete informativa Politichegiovanili.it • Studio e ricerca • 01 settembre 2014

Giovanni Campagnoli •Email: gcampagnoli@politichegiovanili.it • www.politichegiovanili.it 1


Innovazione e politiche giovanili Politiche giovanili nel periodo 2010/2014 STUDIO ED ANALISI di Giovanni Campagnoli

INDICE PREMESSA: IL SEMESTRE ITALIANO DELLA PRESIDENZA DELLA U.E. 1. Innovazione e politiche giovali 1.1 Giovani e innovazione 1.2 In Italia 1.3 Un cambio di paradigma 2. Le nuove linee guida europee 3. Le politiche nazionali per i giovani 3.1 Il Fondo nazionale per le politiche giovanili 4.

Orientamenti regionali dei programmi d’azione per i giovani

4.1 I nuovi Piani regionali 4.2 Oltre il mainstreaming 4.3 Le nuove leggi regionali 5. Conclusioni


Premessa: il semestre italiano di Presidenza Europeo La priorità tematica generale della cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 dicembre 2015 sarà il conferimento di responsabilità ai giovani. Tale tema sarà il Ailo conduttore che garantirà continuità e coerenza ai lavori delle tre presidenze. Il tema del conferimento di responsabilità affronterà l'accesso ai diritti e l'importanza della partecipazione politica dei giovani1 . -­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­-­ La priorità della cooperazione europea durante il semestre a presidenza italiana è relativa al tema del conferimento di maggiori responsabilità ai giovani2 . Ciò richiede quindi di occuparsi dell'accesso ai diritti e a sottolineare l'importanza della partecipazione politica dei giovani, ai @ini proprio dello sviluppo dell’Europa. Le politiche giovanili (o interventi pubblici in materia di gioventù) devono avere come @inalità quella di offrire ai giovani mezzi, opportunità, strumenti e possibilità e percorsi per vivere in modo pieno e positivo la transizione alla vita adulta, intesa come condizione di maggior autonomia e status di piena cittadinanza. Agevolare questi processi di autonomia signi@ica permettere la piena fruibilità di diritti (e non solo titolarità …) ed il passaggio dalla dipendenza ad un livello sociale di interdipendenza. Tutto ciò va ricollocato nel quadro della Strategia UE per la gioventù (2010-­2018), adottata dal Consiglio il 27 novembre 20093, che già de@initiva questi obiettivi: -

creare per tutti i giovani, all'insegna della parità, maggiori opportunità nell'istruzione e nel mercato del lavoro;

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Risoluzione del Consiglio del 20 maggio 2014, sulla panoramica del processo di dialogo strutturato, compresa l'inclusione sociale dei giovani 2

Risoluzione del Consiglio, del 20 maggio 2014, sulla panoramica del processo di dialogo strutturato, compresa l'inclusione sociale dei giovani. 3 Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, Sessione Gioventù (2009), Un quadro rinnovato di

cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-­2018. Risoluzione n°15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009.


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promuovere fra tutti i giovani la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e la solidarietà.

Detto ciò, per istituzioni e mondo adulto – vista anche la fase di eccezionale dif@icoltà che i giovani stanno vivendo e che non è certo causata da loro – è necessario riconoscere le capacità dei giovani in termini di creatività, innovazione, imprenditorialità e adattabilità -­‐ giudicate di valore inestimabile per promuovere il ritorno sostenibile a un rinnovato benessere economico e sociale negli Stati membri e per creare una società più inclusiva -­‐ e mettere a disposizione risorse adeguate per tali capacità4. In@ine vanno incoraggiati altri settori a tenere conto della dimensione dei giovani in sede di elaborazione, attuazione e valutazione delle politiche e degli interventi in altri settori strategici, prestando particolare attenzione a garantire che sia inclusa in modo tempestivo ed ef@icace nel processo di elaborazione delle politiche5. Impegnarsi – a partire dal Semestre italiano – ad occuparsi di queste tematiche, diventa un impegno del presente per il miglior futuro del Paese, seguendo le linee di un “piano di lavoro” per i giovani nel biennio 2014-­‐2015 6, che indica infatti: “alla luce della crisi attuale, i seguenti temi dovrebbero avere la priorità per gli Stati membri e la Commissione nell'ambito della loro cooperazione a livello di UE nel periodo interessato dal presente piano di lavoro Aino alla Aine del 2015: — sviluppo dell'animazione socioeducativa destinata ai giovani e dell'apprendimento non formale e informale e relativo contributo per contrastare gli effetti della crisi sui giovani; — rafforzamento della cooperazione intersettoriale nell'ambito delle strategie dell'UE; — conferimento di responsabilità, con particolare riguardo all'accesso ai diritti, all'autonomia, alla partecipazione e alla cittadinanza attiva all'interno e all'esterno dell'UE.

4 Conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù

nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 (3 maggio 2013) 5 Risoluzione del Consiglio del 20 maggio 2014, su un piano di lavoro dell'Unione europea per la

gioventù per il 2014-­‐2015 6 Conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù

nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 (3 maggio 2013)


Si invitano gli Stati membri e la Commissione a istituire o mantenere gruppi di esperti relativamente alle seguenti materie per la durata dell'attuale piano di lavoro: — sistemi di qualità per l'animazione socioeducativa destinata ai giovani negli Stati membri e ruolo degli indicatori o dei quadri comuni; — deAinizione del contributo speciAico dell’animazione socioeducativa e dell’apprendimento non formale e informale per affrontare le sAide che riguardano attualmente i giovani, in particolare il passaggio dall’istruzione all'occupazione; — attività di apprendimento tra pari tra gli Stati membri e la Commissione volte a individuare migliori prassi e raccomandazioni per la deAinizione intersettoriale delle politiche per la gioventù a livello dell'UE e nazionale. Si invitano gli Stati membri e la Commissione a: — incoraggiare altri settori a tenere conto della dimensione dei giovani in sede di elaborazione, attuazione e valutazione delle politiche e degli interventi in altri settori strategici, prestando particolare attenzione a garantire che sia inclusa in modo tempestivo ed efAicace nel processo di elaborazione delle politiche; — promuovere un maggiore riconoscimento del contributo apportato dalla politica per la gioventù alla realizzazione degli obiettivi globali della strategia Europa 2020, considerato il forte potenziale del settore ai Aini di una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e della creazione di nuovi posti di lavoro e tenuto conto dei suoi effetti positivi sull'occupazione, l'inclusione sociale, l'istruzione e la formazione, nonché sulla salute e sul benessere. Interessanti i contenuti delle Conclusioni del Consiglio del 3 maggio 2013 7, che proseguono in questa direzione ed affermano: 1. La politica per la gioventù comprende misure volte a contribuire all'inclusione dei giovani nelle attività di istruzione, di sviluppo, culturali e associative, afAinché essi possano sfruttare le possibilità di acquisire esperienza e le opportunità di apprendimento pratico che migliorano le loro competenze per la vita, di apprendimento e occupazionali. 2. Il “quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-­2018)” sottolinea l'importanza di un approccio duplice che comporti a) iniziative speciAiche di politica per la gioventù e b) iniziative trasversali ai Aini 7 Conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù

nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 (3 maggio 2013)


dell'integrazione della dimensione giovanile nei settori politici pertinenti, per fornire risposte ai bisogni e alle aspirazioni dei giovani. 4. Le tre sAide di Europa 2020 per i giovani sono: il contrasto alla disoccupazione, al crescente rischio di esclusione ed alla potenziale incidenza negativa sul benessere dei giovani. 6. È necessario riconoscere le capacità dei giovani in termini di creatività, innovazione, imprenditorialità e adattabilità -­ giudicate di valore inestimabile per promuovere il ritorno sostenibile a un rinnovato benessere economico e sociale negli Stati membri e per creare una società più inclusiva -­ e mettere a disposizione risorse adeguate per tali capacità. 8. Occorre porre in particolare rilievo il contributo positivo e distinto e il valore aggiunto che la politica per la gioventù può fornire alla Strategia Europa 2020, in relazione agli obiettivi nei settori dell'istruzione e della formazione, dell'occupazione e dell'inclusione sociale. 12. Le misure inerenti alla politica per la gioventù quali l'animazione socioeducativa e l'apprendimento non formale e informale, presentano un'importanza distintiva nella preparazione, nella partecipazione e nell'avanzamento dei giovani nell'istruzione e nella formazione, nel mondo del lavoro e per quanto concerne la salute e l'inclusione sociale. 15. Si dovrebbe rafforzare il ruolo degli stessi giovani nella deAinizione delle politiche che li riguardano 19. Favorire -­ rispetto al dialogo con i giovani -­ un migliore utilizzo dei meccanismi esistenti o l'istituzione di nuovi meccanismi per raccogliere i pareri dei giovani al Aine di informare e impostare la politica per la gioventù e le politiche attinenti ai giovani; 29. favorire il pieno ed ottimale utilizzo dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile per attuare la Raccomandazione del Consiglio sull'istituzione di una garanzia per i giovani.


31. valutare azioni volte a garantire che la prospettiva della politica per la gioventù abbia un ruolo centrale nelle politiche di istruzione e formazione, occupazione e inclusione sociale, al Aine di inserire una dimensione di politica giovanile nella Strategia Europa 2020, in particolare con riguardo all’animazione socio educativa ed al riconoscimento e alla convalida dell'apprendimento non formale e informale. Sempre il Consiglio si esprime confermato la scelta dell’animazioe socioeducativa (youth work), quale metodologia di lavoro con i giovani. Infatti -­‐ nel 2013 -­‐ afferma 8: 1. la cooperazione europea in materia di gioventù (vedi: Risoluzione del Consiglio, del 27 novembre 2009, su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù, 2010-­2018) sottolinea il sostegno e lo sviluppo dell'animazione socioeducativa quale risposta trasversale nel conseguimento degli obiettivi generali del quadro, raccomandando inoltre di concentrarsi sempre di più sull’inclusione sociale, sulla salute e sul benessere dei giovani; 6. i giovani contribuiscono attivamente all'infrastruttura sociale e alla vivacità delle comunità, sia sul piano geogra@ico che di interesse. I giovani costituiscono una popolazione eterogenea e dinamica con realtà, esigenze, richieste e aspirazioni differenti. Demogra@ia, biogra@ia, diversità, transizioni e opportunità sono altrettante questioni che hanno un impatto diretto sui giovani e talvolta li de@iniscono. Pertanto le politiche giovanili dovrebbero rispecchiare e rispondere a tali questioni ed essere lo strumento per conferire poteri, far assumere responsabilità a tutti i giovani e promuovere pari opportunità per essi; 7. l'animazione socioeducativa è un termine di ampia portata che copre una vasta gamma di attività di natura sociale, culturale, educativa o politica, svolte dai giovani, con i giovani e per i giovani. Sempre di più, tali attività comprendono anche lo sport e i servizi per i giovani. L'animazione socioeducativa appartiene al settore dell'educazione extrascolastica, comprende speci@iche attività ricreative gestite da operatori ed animatori socioeducativi professionisti o volontari; è organizzata in diversi modi (organizzazioni a conduzione giovanile, 8 Conclusioni del Consiglio sul contributo di un'animazione socioeducativa di qualità allo sviluppo,

al benessere e all'inclusione sociale dei giovani (22 aprile 2013)


organizzazioni per la gioventù, gruppi informali o servizi per la gioventù e autorità pubbliche). È fornita in forme e ambiti diversi (ad es. servizi ad accesso aperto, basati su gruppi, su programmi, lavoro di prossimità e attività itineranti) ed è organizzata a livello locale, regionale, nazionale ed europeo; 8. l'animazione socioeducativa è incentrata sullo sviluppo personale e sociale dei giovani e ha un vasto raggio di azione che raggiunge e impegna i giovani in base alle loro esigenze e ai loro interessi e tiene conto dell'ambiente. Tali copertura e raggio d'azione integrano altri settori di intervento per i giovani e pertanto l'animazione socioeducativa può offrire loro punti di contatto, associazione e maturazione; 10. l'animazione socioeducativa svolge un ruolo importante nel prevenire l'esclusione sociale e nel favorire l'inclusione sociale. Essa offre spazi e opportunità di sviluppo per tutti i giovani e si fonda su un processo di "apprendimento non formale e informale" e sulla partecipazione volontaria (vedi: "Apprendimento non formale e informale" secondo la de@inizione della raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale e Risoluzione del Consiglio del 19 novembre 2010, sull'animazione socioeducativa). 11. un'animazione socioeducativa e iniziative per i giovani ef@icaci cercano di conferire maggiori responsabilità ai giovani e di incoraggiare la loro partecipazione attiva nella società. Consentono loro l'acquisizione di capacità, competenze ed esperienze per la vita, ottimizzando in tal modo i fattori di protezione che rafforzano lo sviluppo, il benessere, l'autonomia e l'inclusione sociale di tutti i giovani, inclusi quelli con minori opportunità; 12. l'animazione socioeducativa di qualità rappresenta un impegno per garantire e promuovere costantemente la prestazione e la pratica ottimali dell'animazione socioeducativa a favore dei giovani. Essa implica la collaborazione delle organizzazioni giovanili, dei servizi per la gioventù e degli operatori socioeducativi con i soggetti interessati competenti al @ine di piani@icare e porre in atto attività e programmi che siano pertinenti e rispondano agli interessi, alle esigenze e alle esperienze dei giovani e che si fondino su elementi concreti e che


siano incentrati sui risultati. L'animazione socioeducativa di qualità dovrebbe portare massimi vantaggi ai giovani che vi partecipano; 13 L'animazione socioeducativa impegna i giovani in un periodo di sviluppo signi@icativo della loro vita e si colloca pertanto in una posizione ideale per rafforzare lo sviluppo (in termini personali, sociali, di istruzione e formazione e professionali), il benessere e l'inclusione sociale dei giovani. 14. Per assicurare che l'animazione socioeducativa sia pertinente e risponda agli interessi e alle esigenze dei giovani e per ottimizzarne il contributo allo sviluppo, al benessere e all'inclusione sociale dei giovani, sono state individuate le seguenti priorità: a) promuovere la natura complementare dell'animazione socioeducativa nel processo continuo di istruzione e apprendimento permanente che mira a rafforzare l'esperienza dei giovani e a prepararli alla vita; b) sostenere un maggiore allineamento di politica per la gioventù (come sono @issate le priorità), prestazione (come sono organizzati i programmi, le organizzazioni e le attività) e pratica (come sono posti in atto concretamente i programmi, le organizzazioni e le attività) ponendo l'accento su una collaborazione più stretta e uno scambio di conoscenze tra responsabili politici, ricercatori, operatori e comunità giovanili per assicurare che le risposte date dall'animazione socioeducativa siano maggiormente coordinate e fondate su elementi concreti; 15. promuovere, attraverso il metodo di coordinamento aperto, il rafforzamento dei legami, a livello sia strategico sia pratico, con i settori connessi alla gioventù quali salute, istruzione e formazione, occupazione, cultura e sport; 21. stimolare e sostenere il coinvolgimento volontario nella prestazione di servizi per i giovani per promuovere la diversità e l'inclusione sociale e costruire capitale sociale; 22. promuovere il contributo di un'animazione socioeducativa di qualità ottimizzando le opportunità di @inanziamento per sostenere un'animazione socioeducativa ef@icace;


23. incoraggiare, attraverso programmi, piattaforme e risorse appropriate, lo scambio di buone pratiche a livello europeo e internazionale, la formazione, l'acquisizione di capacità e l'apprendimento tra pari in relazione a un'animazione socioeducativa incentrata sulla qualità;


1. Innovazione e politiche giovanili 1.1 Giovani e innovazione E’ indubbio che i giovani “richiamino all’innovazione”, così come è vero che lavorare con i giovani oggi signi@ica proprio essere a contatto con l’innovazione. I giovani sono i principali agenti di sviluppo economico, di cambiamento sociale e di innovazione9 , infatti ne sono portatori “sani”, utilizzatori, domandano “contemporaneità” e richiamano costantemente il mondo adulto/istituzionale a fruire di occasioni di sperimentazione, già oggi, non domani… I giovani sono a pieno titolo cittadini dell’oggi, quelli del domani saranno infatti i loro @igli. Adottare questi nuovi paradigmi signi@ica porsi nell’ottica della sperimentazione di nuove pratiche di lavoro con i giovani, procedendo in progress, per ipotesi e veri@iche continue, veri@icando l’impatto sociale delle azioni sui territori. Le politiche per la gioventù oggi allora hanno molto a che fare con lo sviluppo e la coesione sociale dei territori e del Paese. Fare politiche per la gioventù vuol dire soprattutto sviluppare insieme capitale civico, capitale umano, capitale territoriale. I processi di attuazione delle politiche per la gioventù hanno a che fare con l’innovazione sociale, con la costruzione di sistemi e partnership locali, con il miglioramento della capacità di spesa e la con la sua razionalizzazione, con la valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche, con la sostenibilità dei progetti e dei programmi10 . Si ritorna quindi alle competenze, che già comunque i giovani dimostrano di avere in questi settori che possono rappresentare i nuovi asset di una rinascita del Paese, cioè arte, cultura, design, creatività, musica. Ambiti in cui i giovani si sono dimostrati in grado di re-­‐interpretarli (es. artigianato digitale). Di nuovo, il Consiglio afferma che le competenze culturali e creative sono alla base della creatività e dell’innovazione, che a sua volta contribuisce a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. [...] Tali competenze possono contribuire alla costituzione del capitale intellettuale, sempre più riconosciuto quale nuova fonte

9 Vedi "Programme on Youth", ONU 2011 10 Rete Iter, novembre 2013.


di crescita e competitività in Europa11. Di conseguenza l'imprenditorialità dovrà diventare un mezzo più diffuso per creare posti di lavoro così come per lottare contro l'esclusione sociale. È necessario porre l'accento sulla formazione per garantire che i sistemi di istruzione forniscano le basi per stimolare la nascita di nuovi imprenditori12. I giovani hanno un prezioso contributo da apportare allo sviluppo della società. Il loro coinvolgimento nella ricerca di risposte ai problemi e alle s@ide della società è essenziale al @ine di consentire a tutti i giovani di trarre pieno vantaggio dalle loro capacità e trovare soluzioni funzionali, signi@icative e sostenibili; dai risultati delle consultazioni pubbliche e dalla relazione dell'UE sulla gioventù emerge che i giovani considerano una priorità chiave contribuire a dar forma all'evoluzione della società attraverso i canali e gli strumenti della democrazia partecipativa. È indispensabile accettare la voce dei giovani in tutti i processi politici e decisionali che hanno ripercussioni sulla loro vita; è necessaria una migliore comprensione dei motivi all'origine del calo delle tradizionali af@iliazioni ad organizzazioni e della scarsa partecipazione media dei giovani ai meccanismi della democrazia rappresentativa; una maggiore partecipazione dei giovani può contribuire allo sviluppo sociale, politico, culturale ed economico e, se un maggior numero di persone e di idee sono rappresentate in ambito pubblico, le decisioni avranno basi più solide; L'animazione socioeducativa è importante per dare informazioni e sviluppare l'alfabetizzazione mediatica e le competenze digitali allo scopo di rafforzare la partecipazione effettiva; tanto la democrazia rappresentativa quanto quella partecipativa sono sempre più correlate all'uso dei media e alla partecipazione on-­‐line che possono migliorare l'accesso ad un'informazione approfondita ed estendere le possibilità di coinvolgere un maggior numero di persone nei processi di formazione di opinioni e di assunzione di decisioni; può altresì offrire a più giovani l'opportunità di produrre, piuttosto che semplicemente consumare, l'informazione; la partecipazione dei giovani alla vita democratica offre effettive opportunità di

11

Conclusioni del Consiglio in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo, Gazzetta uf@iciale dell’Unione europea 20.12.2011. 12

Fonte: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo europeo verso la piena occupazione, Strasburgo, 23.11.2010 .


coinvolgimento nella presa di decisioni. Esorta i responsabili decisionali a prendere in considerazione le opinioni espresse dai giovani incoraggiando un clima generale di dialogo nella società, che abbracci la giustizia sociale, il pensiero critico, i contributi attivi e le prese di posizioni, sfruttando gli strumenti, i mezzi e le opportunità offerti dalla democrazia rappresentativa e partecipativa a tutti i livelli della società; offrire sostegno e incoraggiamento per i giovani, sul piano sia individuale sia collettivo attraverso le organizzazioni giovanili, i gruppi giovanili informali e le attività ed iniziative d'altro tipo è essenziale per assicurare la loro piena partecipazione alla vita democratica; la partecipazione alla vita democratica è un processo reciproco e permanente. I giovani dovrebbero partecipare allo sviluppo, all'attuazione e alla valutazione delle politiche che hanno ripercussioni sulla loro vita. E' cruciale fornire sistematicamente ai giovani un feedback sui risultati del dialogo strutturato, delle consultazioni pubbliche o di altre forme di partecipazione. Analogamente, è importante fornire informazioni sul processo decisionale e sull'attuazione di misure nei settori ritenuti importanti dai giovani13. Le organizzazioni giovanili, le strutture di informazione e consulenza per i giovani e l'animazione socioeducativa professionale dovrebbero essere riconosciute come canali per sviluppare le capacità e le competenze dei giovani, specialmente di quelli con minori opportunità 14. Sono state introdotte numerose iniziative politiche per compiere passi avanti verso gli obiettivi della strategia Europa 2020 e per affrontare le s@ide derivanti dall'impatto della crisi sui cittadini in tutta l'UE. Molte di esse interessano in particolare i giovani. Le iniziative politiche relative a occupazione, istruzione e formazione destinate ai giovani promuovono l'adozione di un approccio comune nell'ambito del quale la politica giovanile dovrebbe svolgere un ruolo chiave. Occorrerebbe sostenere, più in particolare nel quadro del semestre europeo, il ruolo dei ministri responsabili per la gioventù e l'integrazione della dimensione giovanile in un'ampia gamma di settori d'intervento.

13 Risoluzione del Consiglio sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti

i giovani alla vita democratica in Europa (G.U. 9.6.2011) 14

Risoluzione del Consiglio sulla panoramica del dialogo strutturato con i giovani sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa (G.U. 11.12.2012).


Quindi il coordinamento intersettoriale e interistituzionale a livello nazionale e dell'UE sia cruciale per l'attuazione di una politica per la gioventù ef@icace e per il perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 che riguardano i giovani. Le misure @inalizzate a rafforzare la cooperazione intersettoriale e interistituzionale al @ine di migliorare il coordinamento delle politiche giovanili e dei settori politici correlati, in particolare istruzione, formazione e occupazione, sono prioritarie per fornire una risposta politica globale e integrata alle s@ide sociali ed economiche che i giovani affrontano attualmente e per raggiungere i giovani con meno opportunità, segnatamente i giovani emarginati, disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET), con l'obiettivo di promuovere una società maggiormente inclusiva e contribuire agli obiettivi della strategia Europa 2020. Il ruolo del nuovo programma dell'UE proposto in materia di istruzione e formazione, gioventù e sport e in particolare del suo capitolo dedicato alla gioventù, nonché di altri programmi e fondi dell'UE, sarà importante per offrire ai giovani europei opportunità di apprendimento, mobilità, acquisizione di nuove capacità ed esperienze e di impegno nel volontariato e negli scambi culturali. Il valore indipendente e intrinseco della politica per la gioventù e il suo valore aggiunto dovrebbero essere riconosciuti per il modo in cui tale politica favorisce i risultati positivi per i giovani nell'istruzione e nella formazione, nell'occupazione e nell'inclusione sociale. La prossima generazione di Fondi strutturali e di investimento europei sarà determinante per l'investimento nei giovani e nelle loro competenze, e per potenziarne l'occupabilità e l'accesso al mercato del lavoro15.

1.2 In Italia Nel nostro Paese, lo sviluppo delle politiche giovanili “centrali” ha proceduto in questi anni grazie all’istituzione del Ministero (2006) ed al funzionamento del relativo Fondo Nazionale (2007). Contemporaneamente è avvenuto il riconoscimento delle politiche per i giovani come materia a “legislazione concorrente” tra Stato Centrale e Regioni, con l’opportunità quindi di

15 Conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù

nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 (3 maggio 2013).


sperimentare un “sistema regionalista” in materia di gioventù. Infatti mentre la legislazione dello Stato determina i princìpi fondamentali, è riservata alle Regioni la titolarità legislativa e l’attuazione di queste azioni. Le Regioni sono così diventate autentici policy maker in materia di giovani16 ed in sede di Conferenza Uni@icata (anche con le autonomie locali), contrattano le varie intese per la ripartizione delle risorse del Fondo Nazionale tra azioni centrali e regionali. Giocano, da sempre, un ruolo importante anche i Comuni -­‐ attraverso Anci -­‐ e Province (UPI), titolari di interventi provinciali e comunali con risorse concertate con il Ministro in sede di Conferenza Uni@icata (v. Tab. 8). In un epoca di cambiamenti veloci, crisi, turbolenze come quello di questi anni (da gennaio 2008 a dicembre 2013 si sono alternati 5 Ministri alle politiche giovanili), anche gli oggetti delle politiche giovanili sono cambiati. Stabile invece è rimasta l’azione dell’Agenzia italiana per il programma europeo Gioventù 17. Ridotte le risorse del Fondo nazionale per le politiche giovanili, passate dai 130 mln di euro iniziali (2007) ai 5,3 del 2013 (v. par. 3.1 e Gra@ico qui sotto). GraCico 1: Il calo delle risorse del fondo Nazionale Giovani tra il 2007 ed il 2013

Fonte: Rielaborazione dai Ministeriali (V. Tab. 8)

Se la prima stagione dei programmi nazionali (2007/2012) è stata quella degli “accessi” (a casa, credito, lavoro, famiglia, impresa, studio, vita politica), con tanto di analisi, fondi e linee d’azione, i dati oggi dicono che in nessuno di questi settori, gli ostacoli ai giovani si sono -­‐ nella quotidianità -­‐ davvero ridotti in modo

16 Tra il 2008 ed il 2012, sono state approvate ben nove leggi in materia (v. le più recenti in Par.

3.3) 17 Vedi www.agenziagiovani.it, anche se dal 207 al 2013 ha avuto tre Direttori.


signi@icativo18, anzi... Ed alcuni di questi Fondi non sono stati più dotati di risorse, alcuni anche perché non utilizzati (es. casa, con 111 richieste in 5 anni19), perché mal congegnati nei meccanismi di funzionamento. E’ stata invece generalmente buona la partecipazione ai vari bandi del Ministero rivolti ai giovani, mentre le criticità sono stati i tempi di attesa degli esiti e le logiche stesse20. Da segnalare anche il POAT21, programma di accompagnamento e assistenza progettuale alle Regioni ad “Obiettivo Convergenza”. A livello regionale, se dal 2007 nel primo triennio si è proceduto per Accordi di Programma Quadro articolati in obiettivi speci@ici per ciascuna Regione22 molto disomogei tra loro23 . Invece, negli anni successivi, gli obiettivi si sono ridotti e sono diventati comuni a tutte le Regioni. L’accordo del secondo triennio24 prevedeva infatti cinque aree di intervento: informazione, avvicinamento dei giovani ad arti e mestieri della tradizione locale, valorizzazione di creatività e talenti in relazione alle professioni legate alle arti visive, alla musica ed alla multimedialità, potenziamento delle strutture di accoglienza (Ostelli della gioventù) e promozione della cultura della legalità. L’ultima Intesa del 2013 prevedeva -­‐ anche in relazione ai tagli che via via venivano apportati al Fondo -­‐ una sola @inalità, cioè la realizzazione di Centri/forme di aggregazione giovanile atti a migliorare le condizioni di "incontro" dei giovani25.

18 Una eccezione può essere l’avvio delle srl ad un euro (ma non la gestione ed ancora incompiuto

è l’attuazione del Decreto 179/12 che prevedeva anche le start up sociali), la messa in campo degli incentivi per l’assunzione di giovani disoccupati (Legge 99/2013) e la @iscalità agevolata per le giovani partire iva. 19 Audizione del Ministro per la Gioventù al Parlamento, dicembre 2012. 20 Fonte: Campagnoli G. (2010). La situazione italiana. In Bazzanella A. (a cura di), Investire nelle

nuove generazioni: le politiche giovanili in Italia e in Europa, (cap 2),Trento: IPRASE del Trentino] 21 vedi www.poatgioventu.it . 22

un terzo di questi ne conteneva tra 7 ed 11, un altro terzo tra i 4 ed i 6. [Fonte: v. Nota precedente] 23

Le aree tematiche degli APQ: Bando pubblico generico per iniziative giovani (36,2%), Partecipazione (26,7%), Creatività (8,8%), Piani@icazione strategica (7,9%), Autonomia (6,5%), Integrazione (5,6%), Stili di vita sani (3,8%), Informazione (2,4%), Formazione (1,3%), Scambi e mobilità giovanile (0,4%), Ricerca (0,4%). [Fonte: Antonio Volpone, "Politiche Giovanili: processi di partecipazione e luoghi di aggregazione", Tesi di Laurea Specialistica sulle politiche giovanili in Italia, discussa nel dicembre 2008 c/o l’Università di Bologna]. 24 Conferenza Uni@icata del 7 ottobre 2010 sul Riparto delle risorse del Fondo Nazionale Giovani.

25 Conferenza Uni@icata del 17 ottobre 2013 sul Riparto delle risorse del Fondo Nazionale Giovani.


La stagione dei primi anni dell’attività del Ministero avrebbe potuto essere storica per il nostro Paese se ben gestita: si pensi se si fosse investito in modo pro@icuo sui giovani nei primi anni di funzionamento del Ministero (2007/2010), quale avrebbe potuto essere nei fatti il contributo all’innovazione ed alla uscita dalla crisi da parte delle giovani generazioni. Invece -­‐ nei fatti -­‐ ciò non è avvento: pur non essendoci stata una valutazione “uf@iciale” di tutte queste azioni, è evidente che non si creato ancora un know how “nazionale” in materia, né si è riusciti a “fare sistema” 26. Sono ancora prevalse logiche da separati in casa, di sviluppo a “macchia di leopardo” e di sovrapposizioni tra gli organi dello Stato. La politica invece, a parole, non ha mai smesso di “parlare di giovani”: si sono susseguite dichiarazioni di intenti a tutti i livelli, promesse elettorali, impegni programmatici e (come nel 2009 e nel 2013) anche richiami del Capo dello Stato27 nel Discorso di @ine anno. Tanto rumore per nulla, quindi? Forse, invece, ancora troppo: infati più i temi dell’emergenza giovani (per disoccupazione giovanile e Neet, v. par. 2) entravano nel dibattito comune, nei fatti -­‐ dal 2007 al 2013 -­‐ scemava l’interesse. Emblematico è il gra@ico dell’andamento della ricerca del termine “politiche giovanili” su Google28. GraCico 2: L’interesse per le politiche giovanili su Google, nel tempo

Fonte: Google trends (v. Nota 8)

Da notare come questo andamento abbia seguito quello del calo di risorse, quasi un legame empirico di “causa e conseguenza”.

26 G. Campagnoli, “Storia e sviluppi delle politiche giovanili in Italia”, in RicercAzione, n°2/2010,

Erickson, Trento, dic. 2010. 27 Nel Discorso del Presidente della Repubblica di @ine 2013 – così come in quello del 2009 – la

parola “giovani” è stato il termine più utilizzato. 28

Vedi con la funzione www.google.com/trends (qui consultata il 04.01.2014), l’andamento dell’interesse di ricerca del termine “politiche giovanili”, rispetto al suo massimo, in un determinato periodo e territorio (qui Italia, dal 2005 al 2014).


Una valutazione su questa “stagione di interventi” è stata elaborata dalla Corte dei Conti, nella Relazione del 2013 sull’esame del Fondo Nazionale delle politiche giovanili. Molte le criticità espresse dalla Corte: in particolare “il trasferimento delle risorse dal livello nazionale a quello regionale, seppur condotto con logiche di concertazione, è avvenuto con qualche frizione sull’articolazione delle competenze, con un percorso non lineare e, ad avviso della Corte, non coerente con l'approccio iniziale, che ha prodotto in concreto una rimodulazione delle risorse per le attività successive... ...Va sottolineato come la polverizzazione dei progetti, la riconduzione a tematiche generiche e sovrapponibili, le difAicoltà nel portare a compimento i progetti stessi, fattori che hanno determinato una vischiosità nell’impiego delle risorse, sono riscontrabili sia sul piano nazionale che su quello locale... ...Alle carenze rilevate sotto il proAilo programmatorio vanno aggiunte quelle dovute all'assenza di un reale monitoraggio qualitativo che non ha consentito un’effettiva valutazione dei risultati, anche qui sia in ambito nazionale che in ambito locale” 29. Nel 2014 l’Italia dovrà gestire il programma “Garanzia giovani”, una nuova s@ida da non perdere: sul piatto ci sono 1,5 miliardi da spendere tra il 2014 e il 2015. Un "tesoretto" da impiegare con ef@icacia per risolvere almeno in parte il dramma della disoccupazione giovanile, a livello record oltre il 40%, e con un esercito di oltre un milione di Neet, ragazzi @ino ai 25 anni che non studiano e non lavorano. Da gennaio arriveranno dalla Ue, che in cambio chiede di dare attuazione alla Youth Guarantee, assicurando ai giovani un'offerta di lavoro, apprendistato o tirocinio entro 4 mesi dal termine della scuola o dalla perdita del precedente lavoro30. Ad oggi però questa azione sembra non includere le “Politiche giovanili”, lasciandola alla sola materia del Lavoro e ciò sarebbe un vero peccato.

29 Fonte: Sezione Centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, Indagine di

controllo sul Fondo per le politiche giovanili (11.04.2013). 30 F. Barbieri, G. Falasca: “Piano giovani, accordo vicino”, in “IlSole24ore”, 21.10.2013.


1.3 Un cambio di paradigma Tutto quanto @in qui detto, richiederebbe allora un “cambio di paradigma”, quasi una nuova de@inizione di politiche giovanili. Le tematiche sono quindi già in campo e, vista ancora l’assenza di una legge nazionale giovani, è l’Europa che può aiutarci in questo compito, dove da venticinque anni esistono invece programmi per i giovani31. Infatti le Conclusioni del Consiglio europeo su politica per la gioventù ed “Europa 2020 32” (v. par. 2) affermavano che (1) Il valore indipendente e intrinseco della politica per la gioventù e il suo valore aggiunto dovrebbero essere riconosciuti per il modo in cui tale politica favorisce i risultati positivi per i giovani nell'istruzione e nella formazione, nell'occupazione e nell'inclusione sociale. La prossima generazione di Fondi strutturali e di investimento europei sarà determinante per l'investimento nei giovani e nelle loro competenze, e per potenziarne l'occupabilità e l'accesso al mercato del lavoro... (6) È necessario riconoscere le capacità dei giovani in termini di creatività, innovazione, imprenditorialità e adattabilità -­ giudicate di valore inestimabile per promuovere il ritorno sostenibile a un rinnovato benessere economico e sociale negli Stati membri e per creare una società più inclusiva -­ e mettere a disposizione risorse adeguate per tali capacità... (18) promuovere la partecipazione attiva dei ministeri della gioventù nei processi decisionali nazionali che riguardano la Strategia Europa 2020,.... (20) esaminare in che modo la politica per la gioventù possa contribuire alla formulazione di misure nel quadro del pacchetto sull'occupazione giovanile compresa, se del caso, l'attuazione delle raccomandazioni del Consiglio sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale e sull'istituzione di una “garanzia per i giovani”33 ...(27) mettere speciAicamente in luce in che modo le misure inerenti alla politica per la gioventù (sotto forma ad esempio di lavoro giovanile e

31 La U.E., ancora prima che l’inclusione dei giovani diventasse parte dell’articolo

149, § 2 del Trattato di Maastricht nel 1992, ha promosso il Programma “Gioventù per l’Europa”, a partire dal 1989, insieme ad Erasmus, proprio per educare le future generazioni all'idea di appartenenza a quella che sarà poi chiamata appunto Unione Europea. Dopo altri sei anni sono seguiti i programmi Leonardo, Socrate e Servizio Volontario Europeo. 32

Conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, Bruxelles 3 maggio 2013 33 e (29) favorire il pieno ed ottimale utilizzo, se del caso, dell'iniziativa a favore dell'occupazione

giovanile per attuare la raccomandazione del Consiglio sull'istituzione di una garanzia per i giovani.


apprendimento non formale e informale), aiutino i giovani a sviluppare abilità e competenze trasversali che consentono loro di accedere alle opportunità di istruzione e formazione e di lavoro, le quali possono aumentare la loro autonomia e il loro avanzamento, nonché a sviluppare le loro capacità personali e sociali e ad acquisire competenze occupazionali e imprenditoriali... e (30) valutare azioni volte a garantire che la prospettiva della politica per la gioventù abbia un ruolo centrale nelle politiche di istruzione e formazione, occupazione e inclusione sociale, al Aine di inserire una dimensione di politica giovanile ben deAinita nelle politiche di attuazione della Strategia Europa 2020, in particolare con riguardo al lavoro giovanile e al riconoscimento e alla convalida dell'apprendimento non formale e informale.... (31) facendo maggiore chiarezza sulle modalità con cui tali programmi incoraggiano l'apprendimento basato sulle capacità, sulle esperienze e imprenditoriale, il quale rafforza e consente la partecipazione dei giovani alla società, all'istruzione e alla formazione, all'occupazione, segnatamente per quanto concerne i giovani con meno opportunità34 . Tutto ciò è, nei fatti, un nuovo “Manifesto” per le politiche giovanili, che si contraddistinguono per un approccio diretto alla promozione delle capacità dei singoli ed all'acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro35 , essenziale ad evitare di sottoutilizzare il talento e le potenzialità degli individui36 . Ci si concentra sempre più sugli aspetti positivi e creativi dei giovani e si creano le migliori condizioni af@inché si sviluppino percorsi di apprendimento di “competenze chiave” in ambienti informali37 e non formali (youth work o “animazione socioeducativa”). In questi contesti (e non nella Scuola…) avviene l’apprendimento del 70% di queste “8 Key competences”38, che sono quelle relative alla comunicazione nella lingua madre ed in almeno una lingua straniera,

34

Conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, Bruxelles 3 maggio 2013 35 http://europa.eu/youth/it 36

Fonte: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo europeo verso la piena occupazione, Strasburgo, 23.11.2010 37 cioè famiglia, tempo libero, gruppi informali, organizzazioni giovanili. 38 Fonte: Commissione Europea, Programmi Gioventù in azione, Bruxelles 2007.


digitali e matematiche, creative, di cittadinanza, imprenditoriali e relative all’imparare ad imparare39. Da qui il senso delle politiche giovanili: promuovere attività di “educazione non formale” basate sulla partecipazione volontaria dei giovani. In questo modo lo youth work può contribuire – ed in modo molto ef@icace -­‐ allo sviluppo dell’autonomia, della responsabilizzazione e dello spirito imprenditoriale, della creatività, della consapevolezza culturale e sociale, e dell'innovazione dei giovani, della partecipazione sociale, dell’impegno volontario, della cittadinanza attiva, dell’inclusione40. Se per l’approfondimento su queste tematiche, si rimanda al par. 2, qui vale la pena sottolineare alcune “milestones” che evidenziano l’importanza del lavoro con e per i giovani: -­‐l'azione dell'Unione europea è intesa a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell'Europa 41; -­‐ciascun giovane rappresenta una risorsa per la società ed ha messo in risalto l'importanza di affermare il diritto dei giovani di partecipare all'elaborazione delle politiche che hanno ripercussioni sulla loro vita, mediante un dialogo strutturato costante con i giovani e le organizzazioni giovanili42; -­‐ ogni persona ha diritto alla libertà di espressione, di riunione paci@ica e di associazione... I minori possono esprimere liberamente la propria opinione e speci@ica che questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità43; -­‐ i giovani hanno un prezioso contributo da apportare allo sviluppo della società. Il loro coinvolgimento nella ricerca di risposte ai problemi e alle s@ide della società è essenziale al @ine di consentire a tutti i giovani di trarre pieno 39 "Quadro

di riferimento europeo sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente", Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 2006/962/CE del 18.12.2006. 40 Fonte: Risoluzione del Consiglio, sull'animazione socioeducativa [Gazzetta Uf@iciale dell’Unione

Europea, 4.12.2010]. 41 Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, articolo 149 paragrafo

2 che recita: “[...] L’azione della Comunità è intesa a [...] favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socioeducative”, in Inglese “youth workers”. 42

risoluzione del Consiglio su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-­‐ 2018) GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1. 43

Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea Proclamazione Solenne, Parlamento, Consiglio Europeo, Commissione in Gazzetta Uf@iciale Unione Europea, 18.12.2000 (articoli 11, 12 e 24).


vantaggio dalle loro capacità e trovare soluzioni funzionali, signi@icative e sostenibili44; -­‐È indispensabile accettare la voce dei giovani in tutti i processi politici e decisionali che hanno ripercussioni sulla loro vita45; -­‐una maggiore partecipazione dei giovani può contribuire allo sviluppo sociale, politico, culturale ed economico e, se un maggior numero di persone e di idee sono rappresentate in ambito pubblico, le decisioni avranno basi più solide 46. Ritornando invece ancora al concetto di sviluppo di competenze e talenti, due recenti “pilastri” del lavoro con i giovani sono: -­‐le organizzazioni giovanili, le strutture di informazione e consulenza per i giovani e l'animazione socioeducativa professionale dovrebbero essere riconosciute come canali per sviluppare le capacità e le competenze dei giovani, specialmente di quelli con minori opportunità47. -­‐È essenziale creare strutture dedicate ai giovani guidate da animatori socioeducativi, in cui tutti i giovani, inclusi quelli non appartenenti ad alcuna organizzazione ed i giovani con minori opportunità, possano incontrarsi, creare e essere coinvolti in progetti48 . Nell’analisi della normativa europea, si ha la prima sensazione che uno “spread” tra Italia ed Europa stia proprio qui, in quel divario tra quanto previsto in materia di giovani dall’UE (che indica anche metodologie, strumenti, modalità d’azione, macro obiettivi, ecc.) e lo scenario nazionale... Le pagine che seguono, presentano ed analizzano le recenti ed attuali linee guida europee in materia di gioventù, l'azione del Governo centrale e delle Regioni italiane negli ultimi anni, per effettuare comparazioni e considerazioni. Si rimanda ad un approfondimento

44

in Punto 2 della Risoluzione del Consiglio, sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica in Europa, Gazzetta Uf@iciale Unione Europea, Bruxelles, 09.06.2011. 45 Vedi Nota Precedente, Punto 3.

46 Vedi Nota Precedente, Punto 5. 47

Risoluzione del Consiglio, sulla panoramica del dialogo strutturato con i giovani sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa, Gazzetta Uf@iciale Unione Europea, Bruxelles, 11.12.2012. 48 Vedi Nota precedente.


dell’evoluzione storica delle politiche giovanili49 (che comprende anche ruolo di Comuni, Province e Terzo settore), per concentrarsi qui sull’impatto delle politiche europee50 a livello governativo e regionale (i principali “decision makers”) e sulla valutazione dei risultati prodotti nel primo triennio d’azione del “Quadro di cooperazione europea in materia di gioventù”51. La trattazione di questi temi permetterà un aggiornamento delle principali azioni relative al triennio trascorso, oltre che un’analisi della nuova legislazione europea in materia di giovani, in particolare con gli scenari aperti dalla strategia di Europa 2020 e del programma “prototipo” Youth on the move. Analizzare le risposte nazionali e regionali -­‐ pur senza evidenze scienti@iche che in Italia mancano cronicamente in questo settore 52 – permette di individuare le modalità d’azione che con lungimiranza, localismo, creatività e talento, alcune strutture si sono date. In mancanza di un sistema nazionale delle politiche giovanili, alcune sono probabilmente delle “best practice europee” (tant’è che vengono spesso segnalate dagli “Eurodocumenti53”). Oltre lo spread, l’Europa ci dice anche questo: l’uscita dalla crisi passa attraverso gli investimenti sulle giovani generazioni. E, come si vedrà, anche dal punto di vista economico è conveniente!

49

Vedi G. Campagnoli, “Storia e sviluppi delle politiche giovanili in Italia”, in RicercAzione, n° 2/2010, Erickson, Trento, dic. 2010. 50

anche se è dif@icile misurarne l’impatto perché non vi sono ricerche sui giovani e sulla valutazione delle azioni loro rivolte. 51 Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, Sessione Gioventù (2009). Un quadro rinnovato di

cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-­2018. Risoluzione n°15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009. 52 Si pensi che l’ultima ricerca in materia risale al 2001, curata da Iard, vedi IARD (2001) “Studio

sulla condizione e sulle politiche giovanili, EURO Giovani, Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea, Bruxelles. 53 sono state stimate oltre 300 “best practices” italiane, in base a dati dell’Osservatorio del Veneto,

riportati da Maurizio R. (2006) al Meeting, in “Giovani senza frontiere. Costruiamo insieme il nostro futuro -­ Meeting regionale dei giovani del Veneto”. Jesolo: Regione Veneto (16 settembre 2006).


2. Le nuove linee guida europee Il quadro dell’azione strategica della Unione Europea, a cui fanno riferimento tutti i programmi dell’UE, è “Europa 2020 -­ Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” 54. Si tratta di cinque obiettivi misurabili, che vengono tradotti in obiettivi nazionali; essi riguardano: -

l’occupazione

-

la ricerca e l’innovazione

-

il cambiamento climatico e l’energia

-

l’istruzione

-

la lotta contro la povertà.

Nell’ambito di Europa 2020 vi sono delle “Azioni faro”, sperimentali; tra queste vi è "Youth on the move" 55 con la priorità di migliorare l'ef@icienza dei sistemi di insegnamento/apprendimento e agevolare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro (con orientamento, consulenza, apprendistato), sostenere le giovani imprese innovative e la mobilità dei giovani56 . Per quel che riguarda le giovani generazioni, vengono sviluppati i temi dell’apprendimento delle competenze, del riconoscimento delle quali@iche professionali, una classi@icazione europea delle capacità, delle competenze e delle

54 Obiettivi principali per l'UE:

-­‐ -­‐ -­‐

il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; il 3% del PIL dell'UE deve essere investito in R&S; i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono); -­‐ il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato; -­‐ 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. Fonte: Comunicazione della Commissione Europea 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Bruxelles, 3.3.2010 COM(2010) 2020 55

Fonte: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Youth on the move: un'iniziativa per valorizzare il potenziale dei giovani ai Aini di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell'Unione europea, Bruxelles, 15.09.2010. 56 Vedi: http://ec.europa.eu/youthonthemove .


professioni (European Skills, Competences and Occupations -­‐ ESCO) 57 e dell'identi@icazione, la registrazione e la convalida delle competenze acquisite al di fuori del settore formale dell'istruzione e della formazione 58, tra cui in particolare un passaporto europeo delle competenze (es. Europass e Youthpass) che permetterà a ciascuno di registrare e presentare le esperienze acquisite nel corso di tutta la vita59. Già la Strategia UE per la gioventù (2010-­2018), adottata dal Consiglio il 27 novembre 200960, de@initiva questi obiettivi: -

creare per tutti i giovani, all'insegna della parità, maggiori opportunità nell'istruzione e nel mercato del lavoro;

-

promuovere fra tutti i giovani la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e la solidarietà.

La Strategia per la gioventù, della durata di nove anni, si articola in tre cicli. Verso la @ine di ciascun ciclo viene redatta una relazione sia sulla gioventù sia di valutazione dei risultati e si propongono nuove priorità per il successivo ciclo triennale. La Relazione UE per la gioventù 201261 comprende una sintesi del modo in cui la Strategia è stata attuata a livello nazionale e dell'Unione europea -­‐ a partire dal 2010 -­‐ oltre a riportare un'analisi esaustiva della situazione in cui versano i giovani. La Relazione ribadisce che l’UE e gli Stati membri devono fare di più per aiutare i giovani che si sono trovati a sostenere l'impatto maggiore della crisi economica. Infatti, nella Relazione emerge la richiesta che la politica europea 57

All’interno del progetto ESCO troviamo DISCO, lo European Dictionary of Skills and Competences, @inanziato con il sostegno della Commissione europea; DISCO è nato dall’esigenza di comparare e tradurre nelle diverse lingue la terminologia usata nel mondo della formazione e del mercato del lavoro. Disponibile in 11 lingue, contiene più di 104.000 termini e oltre 36.000 frasi di uso comune grazie alle quali diventa possibile aggiornare in modo più agevole il proprio pro@ilo professionale e lavorativo. Vedi: http://disco-­‐tools.eu/disco2_portal/phrases.php. 58

Fonte: Raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale, Bruxelles, 20.12.2012. 59 vedi: http://europass.cedefop.europa.eu/en/documents/european-­‐skills-­‐passport 60 Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, Sessione Gioventù (2009), Un quadro rinnovato di

cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-­2018. Risoluzione n°15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009. 61 Commissione Europea: Results

of the @irst cycle of the Open Method of Coordination in the youth @ield (2010-­‐2012). Accompanying the document. COMMISSION COMMUNICATION. Draft 2012 Joint Report of the Council and the Commission on the implementation of the renewed framework for European cooperation in the youth @ield (EU Youth Strategy 2010-­‐2018), Bruxelles 10.09.2012 .


per la gioventù abbia come massima priorità l'occupazione, l'inclusione sociale, la salute ed il benessere dei giovani. Precisamente, tra i quindici-­‐ventiquattrenni la disoccupazione giovanile nell’UE è aumentata del 50% dall'inizio della crisi, passando da una media del 15% nel febbraio 2008 ad oltre il 23% nel settembre 2013 62. Nella classi@ica degli Stati maggiormente penalizzati dalla disoccupazione under 25, l’Italia è quarta (con il 40,4%) dietro a Spagna (56,5%), Croazia (52,8%), Cipro (43,9%). Tuttavia, in Italia, a differenza degli altri tre Paesi, il trend a settembre continua a salire. Anche in Grecia la disoccupazione è molto alta, ma l’ultimo dato disponibile è luglio (57,3%). Le meno colpite sono Germania (7,7%) e Austria (8,7%). Secondo gli ultimi dati Eurostat relativi al mese di settembre, in totale in Europa sono 5.584.000 i giovani disoccupati, di cui 3.548.000 nella zona euro. Nell'insieme dell’UE più del 30% dei giovani disoccupati si trova senza lavoro da più di un anno. All'orizzonte, però, si scorgono segnali di speranza: il rapporto riferisce che quasi tutti gli Stati membri stanno attuando la Strategia UE per la gioventù volta a creare maggiori e migliori opportunità per i giovani e a promuovere la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e la solidarietà. Dalla precedente relazione pubblicata nel 2009, gli Stati membri hanno rafforzato le iniziative nel campo dell'istruzione, dell'occupazione e dell'imprenditorialità rivolte ai giovani. I livelli di partecipazione dei giovani alle associazioni e ai movimenti sociali rimangono elevati. Vi sono poi alcune novità importanti: -

Erasmus per tutti63 , il neoproposto programma per l'istruzione, la formazione e la gioventù che coprirà il periodo 2014-­‐2020 sarà al centro della nuova strategia UE per la gioventù. Il nuovo programma prevede un aumento signi@icativo dei @inanziamenti (19 miliardi di euro) che consentirà @ino a 5 milioni di persone di ricevere borse dell’UE per studiare, ricevere una formazione o fare opera di volontariato all'estero –

62 Eurostat, sett. 2013 63 http://ec.europa.eu/education/erasmus-­‐for-­‐all/index_en.htm


un numero di bene@iciari quasi doppio rispetto a quello di coloro che fruiscono attualmente dei programmi relativi al periodo 2007-­‐2013 64; -

il “Pacchetto Occupazione della Commissione” 65

(aprile 2012)

ribadisce la necessità che gli Stati membri si concentrino maggiormente sulla creazione di posti di lavoro e sulla crescita, non soltanto su misure di austerità. Per incoraggiare la mobilità del lavoro la Commissione intende sviluppare EURES che fa opera di mediazione tra le offerte e le domande di lavoro transfrontaliere, con l’obiettivo di favorire il “primo posto di lavoro all’estero” 66; -

l’azione “Youth Guarantee” sulle “garanzie per i giovani” con l’obiettivo di assicurare a tutti i giovani di trovarsi occupati o inseriti in corsi di istruzione o formazione entro quattro mesi da quando lasciano la scuola. Inoltre, vengono favoriti e migliorati i tirocini.

La Commissione incoraggia anche gli Stati membri a fare un miglior uso del Fondo sociale europeo a sostegno della creazione di posti di lavoro e gruppi d’intervento della Commissione assistono otto Stati membri (Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Slovacchia e Spagna) in cui i tassi di disoccupazione giovanile sono più alti. In questi Paesi sono stati riassegnati fondi strutturali dell’UE per un totale di circa 7.3 miliardi di euro a vantaggio di più di 460.000 giovani. La Commissione si adopera anche per rimuovere gli ostacoli che i cittadini dell’UE si trovano ad affrontare, in particolare allorché intendono avvalersi del loro diritto alla libera circolazione all'interno dell’UE, anche a @ini di volontariato, studio o lavoro. 64 Oltre 230mila studenti bene@iciano ogni anno del programma Erasmus per studiare all'estero e

attualmente il 4% circa di tutti gli studenti dei paesi partecipanti in Europa riceve una borsa di studio durante gli studi all'estero. Da quando è stato avviato nel 1987 circa 3 milioni di studenti hanno preso parte al programma, come pure, a partire dal 1997, oltre 300mila insegnanti e altro personale dell'istruzione superiore (questo tipo di scambio è stato ulteriormente esteso nel 2007). Il suo bilancio annuale è pari a 450 milioni di EUR, vi partecipano più di 4mila istituti di istruzione superiore e 33 paesi e altri ancora intendono aderirvi. [Fonte: www.programmallp.it, visitato il 3 genn. 2014] 65

Fonte: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Towards a job-­rich recovery (verso una ripresa foriera di posti di lavoro), Bruxelles, 18.04.2012 66 La Commissione europea ha avviato un progetto pilota per aiutare i giovani a trovare lavoro in

un altro paese dell'UE. Nella sua fase iniziale "Il tuo primo posto di lavoro EURES" intende migliorare la mobilità transfrontaliera di 5 000 persone. Esso servirà anche quale banco di prova per trasformare EURES – la rete dei servizi dell'occupazione degli Stati membri – in un servizio dell'occupazione paneuropeo.


Le priorità e le raccomandazioni nell'ambito della Strategia UE per la gioventù sono supportate dal programma Gioventù in azione 67 che @inanzia opportunità di apprendimento all'estero per i giovani, gli animatori giovanili e le organizzazioni della gioventù. In linea con la Strategia, promuove la cittadinanza, il volontariato e la partecipazione civica. Il programma ha registrato circa 185.000 partecipanti nel 2011, rispetto ai 111.000 del 2007, anno del suo avvio. Gli sforzi per accrescere l'occupabilità, la “mobilità apprenditiva” e la partecipazione dei giovani sono supportati dall'attuale programma in tema di apprendimento permanente, in cui rientrano anche Erasmus e Leonardo da Vinci, sostituiti da “Erasmus per tutti” nel periodo 2014-­‐2020. Nel 2012-­‐2013 la Commissione, per il tramite di questi programmi nel campo dell'istruzione professionale e superiore, erogherà @inanziamenti a sostegno di 280.000 studenti68 contestualmente alla sua campagna “We Mean Business”. Tab.1: Apprendimento non formale e informale nella strategia Europa 2020 La convalida delle esperienze formative non formali e informali negli Stati membri dell’UE dà un contributo fondamentale alla luce dell'ambizione dell’UE a perseguire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, obiettivo della strategia Europa 2020. L'impatto sul funzionamento del mercato del lavoro può rivelarsi considerevole: i meccanismi di convalida consentono una maggiore trasparenza sulle competenze della forza-lavoro e migliorano la corrispondenza tra le competenze e la domanda di lavoro, promuovono e rendono più semplice il trasferimento di competenze tra le aziende e tra i settori e facilitano la mobilità nel mercato del lavoro europeo. Agevolando la mobilità lavorativa e geografica e creando le condizioni per una migliore corrispondenza delle competenze la convalida può avere un ruolo rilevante nell'affrontare l'insufficienza di competenze nei settori in crescita e nel sostenere la ripresa economica. In un'epoca di invecchiamento demografico e contrazione della forza-lavoro, la convalida dell'apprendimento informale e non formale può inoltre aiutare l'Europa a riportare coloro che più si sono allontanati dal mercato del lavoro a contatto con nuove opportunità formative e lavorative e ad attingere a tutto il capitale umano per combattere la disoccupazione e aumentare la produttività e la competitività. La convalida può aiutare in particolare i giovani disoccupati alla ricerca del primo impiego o con poca esperienza professionale a dimostrare le proprie competenze e a creare un valore di mercato per le competenze e le abilità acquisite in contesti diversi. Da un punto di vista individuale la convalida offre possibilità di migliore occupabilità, retribuzioni più alte e avanzamento di carriera, trasferibilità più semplice delle competenze tra i Paesi, seconde opportunità per coloro che hanno abbandonato la scuola prematuramente, migliore accesso alla formazione e all'istruzione formali, motivazione più forte ad apprendere e aumento dell'autostima. Nel complesso la convalida delle esperienze di apprendimento non formali e informali contribuisce inoltre al conseguimento degli obiettivi primari della strategia Europa 2020 in tema di abbandoni scolastici, aumento della proporzione di 30-34enni con un'istruzione universitaria, tasso complessivo di occupazione e povertà ed emarginazione sociale; a tale processo viene dato seguito nel contesto del semestre europeo. Fonte: Raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale, Bruxelles, 20.12.2012.

67 vedi www.agenzianazionalegiovani.it 68

La Commissione europea si è impegnata ad aumentare del 30% il numero di collocamenti lavorativi nell'ambito di Leonardo da Vinci e Erasmus destinati agli studenti dell'istruzione professionale e superiore. Nel 2012 almeno 130 000 giovani hanno ricevuto un sostegno per fare un tirocinio lavorativo all'estero. Tale cifra dovrebbe salire a 150.000 nel 2013 (Fonte: http:// europa.eu/rapid/press-­‐release_IP-­‐12-­‐379_it.htm).


Offrire la giusta combinazione di competenze è tanto essenziale quanto evitare di sottoutilizzare il talento e le potenzialità degli individui. Ciò richiede una migliore cooperazione tra il mondo del lavoro e quello dell'istruzione e della formazione, nonché una maggiore trasparenza sul mercato del lavoro, al di là dell'approccio tradizionale che consiste nel misurare le competenze solo sulla base delle quali@iche formali69. Le “otto competenze chiave” che vengono richiamate in diversi atti della normativa europea70 , sono quelle relative alla comunicazione nella lingua madre ed in almeno una lingua straniera, digitali e matematiche, creative, di cittadinanza, imprenditoriali e relative all’imparare ad imparare71. La Strategia UE per la gioventù comunque non fa coincidere (pur subendo tutta la “pressione” dell’attuale fase di crisi economica) le politiche per i giovani con azioni inerenti l’occupabilità in modo esclusivo, ma indica i settori delle politiche giovanili (v. Tab. 2) richiamando i criteri dell’integrazione e della trasversalità ed individua le strategie di lavoro, de@inendo l’animazione giovanile (youth work) quale metodologia di lavoro con le giovani generazioni72 . La UE indica l'animazione socio-­‐educativa come un’opzione strategica e punto di forza dello sviluppo delle politiche giovanili in Europa, sostenendo e riconoscendone l'apporto economico, sociale e professionalizzante73. Le azioni conseguenti sono quattro e cioè: -­‐ dotare gli animatori socio-­‐educativi di competenze professionali e promuovere la loro validazione mediante strumenti europei adeguati (Europass, EQF, ECVET); -­‐

sostenere l'animazione socio-­‐educativa, tra l'altro attraverso i Fondi

strutturali;

69

Fonte: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo europeo verso la piena occupazione, Strasburgo, 23.11.2010 70

Vedi anche Risoluzione del Consiglio, sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica in Europa, Bruxelles, 9.06.2011. 71 "Quadro

di riferimento europeo sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente", raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 2006/962/CE del 18.12.2006. 72 Fonte: Risoluzione del Consiglio, sull'animazione socioeducativa [Gazzetta Uf@iciale dell’Unione

Europea, 4.12.2010] . 73 Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, Sessione Gioventù (2009), Un quadro rinnovato di

cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-­2018. Risoluzione n°15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009.


-­‐

favorire la mobilità degli animatori socio-­‐educativi, conformemente al

trattato CE; -­‐

sviluppare servizi, pedagogie e prassi innovative in materia di animazione

socio-­‐educativa. La Strategia UE per la gioventù delinea otto settori d'intervento (Tab. 2) e ve ne sono altri quattro in cui si dovrebbero adottare iniziative trasversali in materia di politiche giovanili. Questi quattro settori d'intervento sono i diritti umani, la democrazia, la diversità culturale e la mobilità (presenti in Fig. 1). Tab. 2: Politiche giovanili ed azioni di animazione Ambiti Obiettivi e iniziative ISTRUZIONE E - promuovere e riconoscere l'apprendimento non formale per i giovani (anche in FORMAZIONE collegamento con quello formale) e sostenere lo sviluppo dell'animazione socioeducativa come strumento per lottare contro la dispersione scolastica, gli stereotipi di genere, promuovere la coesione e le pari opportunità; - promuovere la validazione delle competenze (Europass) e il riconoscimento delle qualifiche; - sviluppare le strutture partecipative nel sistema educativo e la cooperazione tra le scuole, le famiglie e le comunità locali; - stimolare l'istruzione formale e l'apprendimento non formale a sostegno dell'innovazione, della creatività e dell'imprenditorialità dei giovani; - sensibilizzare un pubblico più ampio all'importanza dei risultati dell'apprendimento non formale. OCCUPAZIONE E - sviluppare servizi d'orientamento e di consulenza professionale; IMPRENDITORIALITÀ - migliorare le strutture di custodia dei bambini [...] per la conciliazione fra vita professionale e vita privata dei giovani, sia donne che uomini; - sostenere l'imprenditorialità dei giovani mediante la formazione all'imprenditorialità, il sostegno ai fondi di assistenza all'avvio di imprese e programmi di tutoraggio, e incoraggiare il riconoscimento delle imprese create dagli studenti («junior enterprises») SALUTE E BENESSERE - incoraggiare uno stile di vita sano nei giovani mediante l'educazione fisica e alimentare, l'attività fisica e la collaborazione tra scuole, operatori socioeducativi, professionisti della salute e organizzazioni sportive; - sottolineare il ruolo svolto dallo sport in quanto attività che favorisce il lavoro di gruppo, l'apprendimento interculturale, la parità di condizioni e il senso di responsabilità; - migliorare la conoscenza e la consapevolezza degli operatori ed animatori socioeducativi nei confronti delle questioni sanitarie; - incoraggiare l'educazione alla salute tra pari. PARTECIPAZIONE - sostenere sul piano politico e finanziario, le organizzazioni giovanili e i consigli locali e nazionali della gioventù e promuovere il riconoscimento dell'importante ruolo che essi svolgono in democrazia; - promuovere la partecipazione di un numero maggiore di giovani di provenienza diversa alla democrazia rappresentativa, alle organizzazioni giovanili e ad altre organizzazioni della società civile - fare un uso efficace delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per ampliare e approfondire la partecipazione dei giovani; - sostenere varie forme di «apprendimento della partecipazione» sin dalla più tenera età, mediante l'istruzione formale e l'apprendimento non formale; - aumentare ulteriormente le occasioni di discussione tra le istituzioni pubbliche e i giovani. VOLONTARIATO - sostenere le attività di volontariato dei giovani riconoscendone maggiormente il valore in quanto forma importante di apprendimento non formale; - promuovere il riconoscimento delle competenze acquisite grazie ad attività di volontariato, mediante strumenti come l'Europass e lo Youthpass. INCLUSIONE SOCIALE - sfruttare pienamente le possibilità offerte dall'animazione socioeducativa e dai centri giovanili come strumento di inclusione; - impostare con un approccio trasversale le iniziative per migliorare la solidarietà e la coesione comunitaria e ridurre l'esclusione sociale dei giovani, affrontando ad esempio le interconnessioni tra l'istruzione giovanile, l'occupazione e l'inclusione sociale dei giovani


GIOVANI NEL MONDO - sostenere la partecipazione e il contributo dei giovani ai processi globali di elaborazione, attuazione e valutazione delle politiche; - promuovere la cooperazione con le persone che sono attive nell'animazione socioeducativa di diversi continenti, nonché gli scambi fra le stesse. CREATIVITA’ E - sostenere la creatività e la capacità d'innovazione dei giovani mediante un CULTURA migliore accesso e partecipazione alla cultura e alle espressioni culturali fin dall'infanzia, promuovendo così lo sviluppo personale e rafforzando le capacità d'apprendimento, le competenze interculturali, la comprensione e il rispetto della diversità culturale e lo sviluppo di competenze nuove e flessibili funzionali a futuri sbocchi professionali; - aumentare le occasioni per i giovani di fare esperienza della cultura e di esprimere e sviluppare la loro creatività in ambito scolastico o extrascolastico; - facilitare l'accesso alle nuove tecnologie in modo da dare alla creatività e alla capacità d'innovazione dei giovani la possibilità di esprimersi e risvegliare l'interesse per la cultura, le arti e le scienze; - garantire l'accesso ad ambienti in cui i giovani possano sviluppare la loro creatività e i loro interessi trascorrendovi proficuamente il tempo libero; - promuovere corsi di formazione specializzati per gli operatori socioeducativi in materia di cultura, nuovi mezzi di comunicazione e competenze interculturali; - promuovere partenariati tra il settore della cultura e i settori creativi, le organizzazioni giovanili e gli operatori socioeducativi; - facilitare e sostenere lo sviluppo del talento e delle capacità imprenditoriali dei giovani al fine di potenziarne l'occupabilità e le opportunità lavorative future. Fonte: Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, Sessione Gioventù (2009), Un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-2018. Risoluzione n°15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009.

Lo Youth work -­ o animazione socioeducativa -­‐ è un termine di ampia portata che copre una vasta gamma di attività di natura sociale, culturale, legate all'istruzione o alla politica svolte dai giovani, con i giovani e per i giovani. Sempre di più, tali attività comprendono lo sport e i servizi per i giovani. Fig. 1: i settori delle politiche giovanili


L'animazione socioeducativa appartiene al settore dell'educazione extrascolastica, comprende speci@iche attività ricreative organizzate da professionisti o da operatori e animatori socioeducativi, e si basa su processi di apprendimento non formale e sulla partecipazione volontaria74 . L’animazione giovanile: -

può contribuire allo sviluppo dell’autonomia, della responsabilizzazione e dello spirito imprenditoriale [...], della creatività, della consapevolezza culturale e sociale, e dell'innovazione dei giovani, della partecipazione sociale, dell’impegno volontario, della cittadinanza attiva, dell’inclusione;

-

realizzata sia da volontari sia da professionisti, ha un notevole impatto socioeconomico in quanto può produrre attività economica, fornisce infrastrutture, crea vantaggi economici ed aumenta l'occupazione (giovanile). Il mercato del lavoro può bene@iciare delle capacità e competenze personali e professionali acquisite attraverso l'animazione socioeducativa, sia dai partecipanti sia dagli operatori e animatori socioeducativi. Tali capacità e competenze dovrebbero essere suf@icientemente valutate e riconosciute in maniera ef@icace75.

In Tabella 3 sono elencati gli obiettivi dell’animazione giovanile indicati dall’Unione Europea. Tab. 3: Obiettivi specifici dell’UE in materia di animazione giovanile - Promuovere diversi tipi di sostegno all'animazione socioeducativa, ad esempio finanziamenti, risorse o infrastrutture sufficienti…

Fonte: Risoluzione del Consiglio, sull'animazione socioeducativa [Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, 4.12.2010]

- Creare strategie in materia di animazione socioeducativa

Fonte: Risoluzione del Consiglio del 27 novembre 2009 su “Quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018)”

- Incrementare risorse e strutture per l’animazione

Fonte: Risoluzione del Consiglio, sull'animazione socioeducativa [Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, 4.12.2010]

- Promuovere la creatività e l’innovazione, in particolare l’innovazione non tecnologica

Fonte: Conclusioni del Consiglio in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 20.12.2011

Rispetto agli spazi, invece, l’UE pone l’obiettivo di sfruttare pienamente le possibilità offerte dall'animazione socioeducativa e dai centri giovanili come strumento d’inclusione; inoltre, di garantire l'accesso ad ambienti in cui i giovani

74 V. Nota precedente 75 V. Nota precedente


possano sviluppare la loro creatività e i loro interessi trascorrendovi pro@icuamente il tempo libero76. Non solo: è essenziale creare strutture dedicate ai giovani guidate da animatori socioeducativi, in cui tutti i giovani, inclusi quelli non appartenenti ad alcuna organizzazione ed i giovani con minori opportunità, possano incontrarsi, creare e essere coinvolti in progetti. [...] Le organizzazioni giovanili, le strutture di informazione e consulenza per i giovani e l'animazione socioeducativa professionale dovrebbero essere riconosciute come canali per sviluppare le capacità e le competenze dei giovani, specialmente di quelli con minori opportunità77. Rispetto alla creatività, l’UE afferma che le competenze culturali e creative sono alla base della creatività e dell’innovazione, che a sua volta contribuisce a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. [...] Tali competenze possono contribuire alla costituzione del capitale intellettuale, sempre più riconosciuto quale nuova fonte di crescita e competitività in Europa, Per capitale intellettuale si intende l’insieme delle risorse intangibili di persone, imprese, comunità, regioni e istituzioni che [...] possono essere l’origine del benessere presente e futuro del paese. Il capitale intellettuale è costituito dal capitale sociale, umano, relazionale e strutturale78 . L’UE incentiva moltissimo la nascita di nuove imprese (v. Tab. 4), quale strumento per favorire l’occupazione. Promuove sia le piccole e medie imprese (v. “small business act”), sia le imprese dell'economia sociale, le cooperative, le mutue; inoltre le microimprese, inclusi i lavoratori indipendenti, possono costituire una fonte di soluzioni innovative per rispondere alla domanda sociale in un processo partecipativo, offrendo possibilità di lavoro speci@iche alle persone più lontane dal mercato del lavoro. […] L'imprenditorialità dovrà diventare un mezzo più diffuso per creare posti di lavoro così come per lottare contro l'esclusione sociale. È necessario porre l'accento sulla formazione per garantire che i sistemi di istruzione forniscano le basi per stimolare la nascita di nuovi imprenditori e che le persone desiderose di creare e gestire una PMI acquisiscano le competenze 76 V. Nota 10 77

Risoluzione del Consiglio, sulla panoramica del dialogo strutturato con i giovani sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa, Bruxelles, 11.12.2012 78

Conclusioni del Consiglio in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo, Gazzetta uf@iciale dell’Unione europea 20.12.2011.


necessarie per farlo. Gli Stati membri dovranno sviluppare l'imprenditorialità nei programmi di studio al @ine di creare una massa critica di insegnanti di questa materia e di favorire le collaborazioni transfrontaliere tra le università e i centri di ricerca nel settore dell'innovazione e dell'imprenditorialità 79.

Tab. 4: Azioni per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile -­‐ Stimolare l'istruzione formale e l'apprendimento non formale a sostegno dell'innovazione, della creatività; -­‐ Sostenere l'integrazione dei giovani, come dipendenti o come imprenditori, nel mercato del lavoro; -­‐ Sostenere la formazione all'imprenditorialità, il sostegno ai fondi di assistenza all'avvio di imprese e programmi di tutoraggio, e incoraggiare il riconoscimento delle imprese create dagli studenti («junior enterprise»); -­‐ Sostenere lo sviluppo di strutture e reti europee; -­‐ Promuovere l'imprenditorialità nel settore dello sviluppo sostenibile; -­‐ Promuovere le opportunità imprenditoriali, occupazionali, educative e di volontariato in ambito extraeuropeo; -­‐ Facilitare e sostenere lo sviluppo del talento e delle capacità imprenditoriali dei giovani al Cine di potenziarne l'occupabilità e le opportunità lavorative future (1); Incoraggiare il lavoro autonomo e l'imprenditorialità mediante: -­‐ La promozione dello spirito imprenditoriale tra i giovani e dello sviluppo delle loro capacità imprenditoriali mediante istruzione, formazione e programmi di tutorato adeguati; -­‐ Una mobilità facilitata e la promozione della partecipazione dei giovani alle reti per giovani imprenditori, nonché il riconoscimento di imprese giovani (2); -­‐ Prendere in considerazione le esigenze speciCiche delle piccole e microimprese culturali e creative, nonché l’importanza di sostenere tali imprese, in particolare quelle di nuova istituzione e quelle guidate da giovani imprenditori (3). Fonti: (1) Risoluzione del Consiglio su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-­‐2018), 29.11.2009. (2) Risoluzione del Consiglio sull'inclusione attiva dei giovani: lotta contro la disoccupazione e la povertà (27.05.2010). (3) Conclusioni del Consiglio in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo, Gazzetta ufMiciale dell’Unione europea 20.12.2011.

A questo proposito, la priorità della cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2014 e il 30 giugno 2014 è stata relativa a “Cultura e imprenditorialità”. 79

Fonte: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo europeo verso la piena occupazione, Strasburgo, 23.11.2010 .


Infatti, nel primo semestre del 2014 si sono evidenziati i seguenti punti: — de@inizione di azioni volte a rafforzare lo spirito imprenditoriale dei giovani, promuovere la loro imprenditorialità, con particolare attenzione all'imprenditorialità sociale, e i «lavori verdi» nonché a creare nuove opportunità di lavoro in ambito culturale per favorire l'inclusione sociale di tutti i giovani, — aumento delle possibilità di accesso dei giovani, in particolare quelli che vivono in zone isolate, alle nuove tecnologie per consentire loro di esprimere il proprio talento e suscitare interesse nel settore culturale, — promozione del contributo dell'animazione socioeducativa per sostenere ed accrescere la creatività e l'imprenditorialità dei giovani, anche con lo scambio di buone pratiche 80. Ritornando alla Strategia UE per la gioventù, questa prevede che ogni tre anni sia cura della Commissione valutare l’impatto a livello sovranazionale e per i singoli Stati81 , oltre ai ri@lessi sulla gioventù82. Alla @ine del 2012, la Commissione ha pubblicato le due Relazioni, dalle quali è possibile desumere le ricadute in Italia di questa strategia (vedi nel prossimo paragrafo).

80

Risoluzione del Consiglio, sulla panoramica del dialogo strutturato con i giovani sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa, Bruxelles, 11.12.2012 81 V. Nota 11. 82 Commissione Europea (sett. 2012): “Status of the situation of young people in the European

Union. Accompanying the document. COMMISSION COMMUNICATION. Draft 2012 Joint Report of the Council and the Commission on the implementation of the renewed framework for European cooperation in the youth @ield (EU Youth Strategy 2010-­‐2018)”, E.C., Bruxelles.


3. Le politiche nazionali per i giovani In questi ultimi anni nel nostro Paese -­‐ per la prima volta anche sul piano dell’opinione pubblica -­‐ sono emerse con forza le problematicità legate alla disoccupazione giovanile, al precariato, alle dif@icoltà ad accedere alla casa, al credito, alle professioni, a formarsi una famiglia e, più recentemente, anche al fenomeno dei “NEET”83, categoria di giovani che né lavora, né studia (v. più avanti). Su questi temi, hanno avuto eco sui media una serie di dichiarazioni di diversi Ministri in carica, per lo più, in toni dispregiativi, suscitando così il dibattito pubblico. Questa “ventata” di consapevolezza non è di per sé negativa, se non per avere insito il rischio -­‐ come spesso avviene nel nostro Paese -­‐ che di fronte alla percezione di una “emergenza”, si agisca rispondendo con provvedimenti aventi logiche più legate all’immediatezza che al medio-­‐lungo termine, più concentrati sull’urgenza che strutturali. E trascurando altre questioni centrali in materia di giovani, segnalate anche dall’UE, come visto nelle pagine precedenti (es. Tab. 2). I disoccupati tra i 15 e i 24 anni in Italia sono 641 mila (dato ISTAT relativo a novembre 2012), cioè il 37,1% delle forze di lavoro di quell'età, il dato più alto in assoluto, con una media europea del 23,7%. Questa “mancata occupazione” giovanile comporta una perdita in termini di PIL di 10,855 miliardi di Euro all’anno84 . Invece i NEET italiani, tra 15 e 29 anni, sono circa 2 milioni e questa coorte ha un costo pari al 2,06% del Pil, con una perdita di 32,6 miliardi di euro,

83

I giovani che non sono né occupati, né impegnati in corsi di studio o formazione (“Not in Education, Employment or Training”). Secondo l’ISTAT in Italia nel 2010 più di due milioni di giovani (il 22,1 per cento della popolazione tra i 15 ed i 29 anni) risultava fuori dal circuito formativo e lavorativo. La quota dei Neet è più elevata tra le donne (24,9 per cento) rispetto agli uomini (19,3 per cento) ed è di molto superiore a quella della media europea (22,1 e 15,3 per cento rispettivamente). L’incidenza è signi@icativamente più alta rispetto ai principali paesi europei quali la Germania (10,7 per cento), il Regno Unito, la Francia (14,6 per cento entrambi) e più simile a quella della Spagna (che con il 20,4 per cento si colloca al quint’ultimo posto dell’ordinamento). Nel Mezzogiorno il fenomeno dei Neet è così pervasivo (30,9 per cento contro il 16,1 per cento nel Centro-­‐Nord) da non mostrare nette differenze di genere: il vantaggio per gli uomini è minimo (28,6 per cento) rispetto a quello delle donne (33,2 per cento). Fonte: Istat (2012), “Noi Italia”, Roma. 84 Rielaborazione dell’autore sulla base dei dati contenuti in Da Empoli S. e Di Trocchio S. (sett.

2011) “Studio I-­‐Com per La Scossa: Giovani chi li ha visti? Il PIL mancato di una generazione fantasma”, Roma. Lo studio (pag. 2) afferma che “la mancata occupazione del 27% dei giovani disoccupati italiani tra i 15 e i 24 anni comporta una perdita in termini di reddito netto potenziale mancato di 5 miliardi di Euro all’anno. Ipotizzando inoltre un moltiplicatore del PIL pari a 1,58 è possibile misurare l’impatto della disoccupazione giovanile sul PIL in 8 miliardi di Euro all’anno”.


la più alta in termini assoluti tra i Paesi europei, dove si ferma all'1,2% del Pil85. Di fronte a questi numeri, è immediato pensare a politiche d’impiego della forza-­‐ lavoro giovanile di tipo neokeynesiano, che siano generative di risorse anche per lo Stato, anziché costituire soltanto un costo. Di fronte a questa situazione, il nostro Paese non ha ancora varato una “Legge giovani”, organica a favore delle giovani generazioni, procedendo nell’approvazione di provvedimenti (v. più avanti) orientati dalle indicazioni europee, soprattutto in relazione alle questioni prima evidenziate. In questa ultima fase di Governo (dal novembre 2011), a livello centrale sono state varate delle misure nuove e potenzialmente incisive (v. più avanti), mentre nel 2008 vi erano delle Linee Guida (v. www.gioventu.it) ed in precedenza un Piano Nazionale Giovani, elaborati però da due Ministri diversi86. Come detto, in mancanza di legislazione nazionale, è quella europea che dovrebbe orientare le linee d’azione in materia di giovani. Quindi anche il nostro Paese ha seguito i contenuti della Strategia UE per la gioventù. Dalla Relazione di valutazione dei primi tre anni 87 , emerge che nel nostro Paese l’azione di Governo ha agito con provvedimenti che perseguivano principalmente gli obiettivi di creare maggiori opportunità nel mercato del lavoro e nell'istruzione e promuovere l'inclusione sociale tra i giovani, oltre ad interventi speci@ici in ciascuna delle nelle otto aree individuate (v. Tab. 2). Per agire sulla base di questi “impulsi” europei ed affrontare questioni così complesse, viene richiesta dalla Strategia una integrazione interministeriale ed una metodologia di lavoro trasversale (v. Tab.5).

85

AA.VV.(sett.2012): “NEETs Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and policy responses in Europe”, European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, Dublino 86

Questo perchè in Italia il Ministero (o Dipartimento) ed il relativo Fondo per le politiche giovanili è stato istituito nel 2006; l’alternanza delle forze di governo (tre Ministri in cinque anni) ha impedito una continuità d’azione e certezze di risorse. Nella fase più recente (dal dicembre 2011 con il conferimento della delega al Ministro Riccardi), il Dipartimento ha tra i suoi compiti -­‐ oltre alla gestione del Fondo e quindi dei rapporti con gli enti locali e a quelli con il Forum Nazionale dei Giovani -­‐ per la prima volta anche Servizio civile nazionale, riconoscendo la questa esperienza la valenza di educazione non formale. 87 Commissione Europea: Results

of the @irst cycle of the Open Method of Coordination in the youth @ield (2010-­‐2012). Accompanying the document. COMMISSION COMMUNICATION. Draft 2012 Joint Report of the Council and the Commission on the implementation of the renewed framework for European cooperation in the youth @ield (EU Youth Strategy 2010-­‐2018), Bruxelles 10.09.2012 .


Tab. 5: Metodologie e strumenti per l’implementazione del Quadro di cooperazione europea in materia di gioventù Gli strumenti nel campo specifico degli interventi per i giovani sono esplicitati nell'elenco successivo dalle lettere da a) a g). Questi dovrebbero fungere sia per l'attuazione di iniziative specifiche nel campo dei giovani, sia per la promozione della trasversalità ai fini dell'integrazione della dimensione giovanile negli altri settori delle politiche pubbliche. a) Acquisizione di conoscenze e politiche giovanili fondate su dati certi e concreti; b) Apprendimento reciproco; c) Relazioni sull'andamento dei lavori; d) Divulgazione dei risultati; e) Controllo del processo; f) Consultazioni e dialogo strutturato con i giovani e organizzazioni giovanili; g) Mobilitazione dei programmi e fondi dell’UE. Fonte: Risoluzione del Consiglio su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018), 29.11.2009

In effetti, le nuove misure relative all’occupabilità giovanile, quelle sul nuovo apprendistato e tirocini, quelle sulle start up, sul “lavoro accessorio” (con anche una misura ad hoc per gli studenti88), sono frutto di un’ampia concertazione e, spesso, sono portate avanti con una attenzione diretta della Presidenza del Consiglio, da cui il Dipartimento dipende (v. Tab. 6). Tab. 6: Provvedimenti per l’accesso Fondo per il finanziamento di interventi a favore 230 milioni di euro dell’occupazione di donne e giovani Fondo Diritto allo studio: contributi per libri di testo 103 mln di euro le risorse che il per gli alunni meno abbienti delle scuole dell'obbligo Ministero ripartirà tra le Regioni per e delle secondarie superiori. anno scolastico 2012/2013. V Edizione del Programma 3 milioni e 520 mila Euro. “AzioneProvincEgiovani”

6 nov. 2012 G.U. n. 167 del 19 luglio 2012. 17 Aprile 2012

Programma Diritto al futuro

Accesso al mutuo per le giovani coppie con contratti 50 mln di euro atipici. Prestito garantito per gli studenti meritevoli 19 mln di euro

25 luglio 2011 25 luglio 2011

L’azione di Governo ha mostrato una “trasversalità” anche nell’occuparsi di provvedimenti speci@ici quali i bandi “Giovani del no proAit per lo sviluppo del Mezzogiorno” (con Ministero alla Coesione sociale) e Smart city (con MIUR), il progetto Osthello (già del 2010), ma anche le azioni di “Diritto al futuro”, quelle per l’accesso a casa, credito, impresa, lavoro. Secondo quanto contenuto nella Relazione del primo triennio, dal 2010 nel nostro Paese sarebbero aumentate le opportunità europee per i giovani, migliorati servizi per l’impiego e orientamento, inserite alcune misure di “@lexsicurezza” e previsto il riconoscimento delle competenze e la validazione delle quali@iche (v. la 88 Con la legge di riforma del lavoro” (“Riforma Fornero”, legge 28.06.2012 n° 92), i giovani con

meno di 25 anni potranno essere impiegati tramite lavoro accessorio, se regolarmente iscritti in un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado compatibilmente con gli impegni scolastici ovvero in qualunque periodo dell’anno se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso l’Università.


c.d. “Riforma Fornero”89), favorita la mobilità dei giovani, insieme a misure che più o meno direttamente favoriscono l’accesso dei giovani al lavoro, alle professioni, alla ricerca e all’innovazione, alla casa, al diritto allo studio, ai prestiti (ad es. contenuti nei Decreti legislativi “Cresciitalia”, “Sviluppo”, ma anche nel Piano Nazionale per la famiglia e le Misure per i giovani del Mezzogiorno, Piano di Azione Coesione, Piano Nazionale Banda larga (Agenda digitale), contenute nel Secondo Dossier Giovani90 , v. Tab. 7). Tab. 7: Le principali misure e fondi. Piano di Azione Coesione: 1500 milioni di Euro per nuove misure per l’inclusione sociale (115 mln) e la crescita (105 mln) nelle Regioni Convergenza (Calabria, Puglia, Campania e Sicilia). Oggetto

Risorse (in euro)

Lotta alla Dispersione scolastica

77 milioni di euro Luglio 2012 - costruzione di piccoli impianti sportivi: (fair play e cultura della legalità) - creazione di laboratori musicali. 36,7 milioni di Euro, 13 settembre 2012 progetti volti alla costruzione di infrastrutture sociali, all’offerta di servizi collettivi e alla valorizzazione di beni pubblici 50 mln (10 per i neet, 40 per apprendistato Luglio 2012 artigiano e formazione on the job). 5,3 milioni 5 settembre 2012

No Profit per i giovani del Mezzogiorno

Youth Opportunities Iniziative

Data

Progetto Angels: migliorare la formazione di eccellenza Piano di Azione Coesione: 900 mln euro Luglio 2012 competitività e l’innovazione delle imprese nelle quattro Regioni dell’obiettivo Convergenza Misure aggiuntive del Governo per il Piano Nazionale per la Famiglia e per il fondo per gli investimenti per la ricerca scientifica e tecnologica Oggetto Risorse (in euro) Data “Fondo casa” per le giovani coppie, per un mutuo per l’acquisto della prima casa, anche se si trovano in condizione di precarietà e quindi prive delle garanzie richieste. “Fondo Studenti” per lo studio dei figli. Fondo per i nuovi nati” (come incentivo per le giovani coppie) Fondo Nazionale per l’Innovazione (FNI).

1 miliardo di Euro di mutui.

Luglio 2012

400 milioni di Euro per prestiti.

Luglio 2012

25 milioni di Euro per prestiti.

Luglio 2012

75 milioni di Euro garanzia che permetterà di Febbraio 2012 favorire la concessione di finanziamenti I° Dossier giovani: le priorità del Governo per l’occupazione

Più recentemente anche il Decreto Giovannini (poi legge 99/2013) sugli incentivi per l’assunzione di giovani disoccupati, ne ha favorito l’occupabilità. Analizzando le Tabelle precedenti, nella Relazione triennale, emerge che lo sviluppo di alcuni programmi d’azione ha permesso anche in Italia di promuovere, pubblicamente, il valore dell’apprendimento non formale, agendo

89 legge 28.06.2012 n° 92, art. 4. 90

AA.VV. (luglio 2012): Secondo Dossier Giovani: Le misure del Governo per il Lavoro, Il Mezzogiorno e la Famiglia – Presidenza del consiglio dei Ministri, Roma.


(già in precedenza al 2010) per il contrasto all’abbandono scolastico con strumenti di educazione non formale. In questo modo, anche lo “youth work” è stato indicato quale metodologia di lavoro con i giovani. L’uso degli strumenti e metodologie presentati nella Tabella 5 per lo sviluppo della policy ha reso possibile – rispetto alle consultazioni e al dialogo strutturato con i giovani – che per la prima volta nella storia della Repubblica, il Forum Nazionale Giovani partecipasse alle consultazioni del Presidente del Consiglio in vista della formazione del Governo. Un’apertura importante che – come evidenzia tuttavia la Relazione – ha faticato a trasformarsi in un “Dialogo strutturato” ed anche a coinvolgere altri stakeholders (ricercatori, organizzazioni che si occupano di giovani, altri network e rappresentanze, ecc.), nonostante la Strategia indicasse entrambe le modalità di lavoro. Una buona pratica che si è sviluppata è stata l’interlocuzione tra più Ministeri, Presidenza del Consiglio e rete nazionale Italiacamp (www.italiacamp.it) per favorire lo sviluppo di start up innovative. Un altro punto critico è che non sono state svolte attività di ricerca sulle politiche e sulle pratiche del lavoro con i giovani: nel nostro Paese, l’ultima ricerca in materia risale al 2001 91. In questo modo, vi è sempre la dif@icoltà di non poter procedere sulla base di dati certi, di disporre di evidenze scienti@iche, di promuovere un apprendimento reciproco con il confronto di “buone pratiche”, soprattutto per quel che riguarda lo “youth work” (oggetto di una speci@ica Risoluzione, v. Nota 18) di cui si auspicava maggior diffusione. Anche in questo caso è pertanto dif@icile misurarne l’impatto, proprio perché – come detto -­‐ non vi sono ricerche e “luoghi” di discussione sulle politiche per i giovani e sulla valutazione delle azioni loro rivolte. Emblematico che il Governo centrale non promuova strutturalmente percorsi nazionali di benchmarking sui programmi regionali per la gioventù, permettendo il confronto tra i referenti, in modo da trasformare le esperienze in prezioso know how. In@ine, sempre dalla Relazione, emerge che una dif@icoltà sia stata il ruolo non sempre attivo di alcuni Ministeri che avrebbero dovuto avere funzioni importanti nei gruppi di lavoro nazionale (v. Nota 72).

91

IARD (2001) “Studio sulla condizione e sulle politiche giovanili, EURO Giovani, Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea, Bruxelles.


3.1 Il Fondo nazionale per le politiche giovanili Dopo tutto quanto è stato detto, lo studio non può non riguardare anche l’analisi del Fondo nazionale sulle politiche giovanili. Come detto, nel nostro Paese la competenza su questi interventi è suddivisa tra Stato e Regioni (ed alcune hanno anche legiferato in materia) che concertano la ripartizione del Fondo Nazionale in sede di Conferenza Uni@icata Stato, Regioni, Autonomie locali, tra interventi a regia centrale, di interesse regionale e territoriale (Province e Comuni). Le Regioni hanno quindi potestà legislativa in materia (in quanto a legislazione concorrente), salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Non vi sono però ancora leggi nazionali su questi oggetti così, come visto nel Par. 1 e 2, lo sguardo va all'Europa. Ritornando al Fondo Nazionale, va evidenziato il calo di risorse (dal 2009 al 2011 92) di dieci volte, da 130 a meno di 13 milioni/anno (v. Tab. 8), con un rialzo nel 201293 del 10% sull’anno precedente e poi un tonfo nel 201394 del 63%. Nel 2013 infatti, il Fondo è sceso a 5,3 mln di euro, il 96% della dotazione iniziale. Tab. 8: La suddivisione complessiva del Fondo Nazionale Tipologia Anno 2009 di azioni Risorse %

Anno 2010

Azioni di 55.000.000 42,3 interesse nazionale Azioni per 60.000.000 46,2 Regioni Azioni per 12.000.000 9,2 ANCI Azioni per 3.000.000 2,3 UPI Totale 130.000.000 100

33.181.019,5 40.9 1.846.205,18 14,4 3.503.402 24,7 1.055.672

Risorse

Anno 2011 %

Risorse

37.421.650,5 46,2 6.761.260

Anno 2012 %

Risorse

Anno 2013 %

Risorse

% 20

52,9 6.783.518 47,8 3.298.447,2 62,5

7.484.330

9,2

1.180.311,82 9,2

908.414,94 21,1 659.795

12,5

3.000.000

3,7

3.000.000

23,5 3.000.000 6,4

264.445,84 5

81.087.000

100

12.787.777

100 14.195.335 100

5.278.360

100

Rapportando il valore del Fondo Nazionale Giovani 2013, al totale previsto delle Spese dello Stato dello stesso anno (524.490 milioni di euro al netto del debito

92 DPCM del 4.11.2011, GU del 7.11.2011 93 DPCM del 7.11.2012, GU del 25.02.2013 94 Conferenza UniCicata Stato, Regioni, Autonomie locali, Intesa del 17 ottobre 2013


pubblico95 ), la percentuale destinata ai giovani è dello 0,001%, cioè per ogni centomila euro spesi dallo Stato, uno è destinato ai giovani… Nell’ambito di questa riduzione di risorse, la quota dei fondi assegnati alle Regioni si è incrementata – chiaramente in modo relativo -­‐ passando dal 46,2% al 62,5%. Invece in valore assoluto, i fondi sono diminuiti di ben 18 volte, passando da 60 a 3,3 mln di euro… In ogni caso, viene ribadito il ruolo forte delle Regioni, anche nell’Intesa 2013, che afferma infatti: "Il quadro normativo di riferimento delle risorse regionali, per i progetti concernenti le politiche giovanili, deve collocarsi nella corretta applicazione dei principi d’ordine costituzionale, che prevedono la competenza regionale per detti interventi e che trovano similari esempi nel caso del Fondo per le politiche sociali, sul quale si è pronunciata la Corte costituzionale, nel senso che le risorse vadano trasferite tout court, alle Regioni, tanto da aver statuito l’esigenza che non vi sia un’articolazione del Fondo predefinita dall’Amministrazione statale, come avveniva in passato. Le modalità di trasferimento delle risorse alle Regioni sono espressione del dettato costituzionale (Legge costituzionale 18.10.2001, n. 3), che fa rientrare le politiche giovanili nell’ambito delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni”. Ciò richiamando esplicitamente la Deliberazione n.

2/2013/G, emessa dalla Corte dei Conti -­‐ Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, concernente l’indagine di controllo sul “Fondo per le politiche giovanili”96. Detto questo, la ripartizione delle risorse tra le singole Regioni e province Autonome di Trento e Bolzano, avviene secondo i parametri già in uso per quanto riguarda la suddivisione del Fondo per le politiche sociali.

95

Doc. di Programmazione della Ragioneria generale dello Stato, pag. 5 e 23http:// www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-­‐I/Bilancio-­‐s/Dicembre-­‐2012/BilancioSempli@icato-­‐ DLB-­‐2013-­‐2015.pdf 96 in particolare, le pagine 62 e seguenti, primo capoverso del paragrafo 10.


4. Orientamenti regionali dei programmi d’azione per i giovani97 Come visto, il livello europeo di disoccupazione giovanile è in media del 23% (ma in Spagna e Grecia raggiunge punte del 50%) ed è oggi la s@ida principale in almeno 7 Paesi UE, Italia compresa. Questa situazione ha evidenziato il ruolo positivo dei livelli regionali nell’attuazione delle misure di contrasto alla disoccupazione giovanile, all’incoraggiamento dell’occupabilità, all’avvio di impresa e altre modalità d’azione particolarmente originali. Questo scenario ha portato all’approvazione – da parte delle Regioni – di programmi rivolti all’occupazione giovanile che hanno avuto alcuni pregi importanti ossia: -

sottolineare chiaramente il ruolo di “policy maker” delle Regioni a favore delle giovani generazioni;

-

estendere la responsabilità di questi provvedimenti ad altri Assessorati oltre a quello legato alle politiche giovanili (principalmente attività produttive, sviluppo economico e lavoro, formazione professionale), concertando i provvedimenti;

-

elaborare programmi dotati di maggiori risorse;

-

operare per obiettivi misurabili, ponendosi dei risultati veri@icabili;

-

agire con maggiori strumenti a disposizione;

-

seguire alcune delle priorità europee in tema di occupabilità giovanile;

-

sostenere l’investimento sui giovani non in termini assistenziali, ma per il loro potenziale innovativo e di sviluppo locale (in primis la tematica dello start up di imprese e dell’acquisizione di competenze).

Ciò ha permesso alle Regioni di giocare un ruolo propulsivo allo sviluppo, puntando sulla promozione dell’autonomia giovanile, approvando strumenti

97 Fonte: il sito web www.regioni.it/it/show-­‐infanzia_e_giovani/materie.php?materia=64 (ultima

consultazione 8 gennaio 2014) è il web del sistema autonomie e Regioni che pubblica articoli, recensioni, documenti, notizie redazionali e una rassegna quotidiana. Qui vengono riportate le news più importanti dalle Regioni e l’ipotesi di ricerca è che ciò che di rilevante questi enti approvano in materia di gioventù, venga qui riportata.


d’azione pluriennali, dotati di risorse anche importanti98 . Così, oltre ai “tradizionali” Accordi di programma Quadro stipulati tra Regioni e Dipartimento gioventù (v. Tabelle più avanti), sono stati approvati dei “Piani regionali” che, a seconda delle scelte, hanno visto tre diverse @inalità e cioè voler favorire: -

l’occupazione giovanile con incentivi alle imprese (contributi e/o de@iscalizzazioni Irap) per l’assunzione e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro;

-

lo sviluppo locale (anche nel settore primario) attraverso la spinta allo start up di imprese giovanili, l’innovazione e lo sviluppo99;

-

il raggiungimento dell’autonomia dei giovani facilitando “accessi” (a credito, capitali, formazione, lavoro, impresa) e l’apprendimento di competenze (v. Tab. 10)

-

lo sviluppo di un “entroterra” favorevole al raggiungimento dei risultati attesi relativamente alle tre @inalità di cui sopra, attraverso programmi d’azione miranti ad una relazione sempre più stretta e sinergica tra attività giovanili “tradizionali” (es. creatività) e necessità che questi progetti debbano produrre risultati concreti, sul piano economico ed occupazionale.

Le Regioni che hanno intrapreso quest’ultima via hanno riconosciuto il valore economico e sociale dello “youth work” (o animazione socioeducativa)100 e, contemporaneamente, superato le logiche di politiche giovanili centrate esclusivamente sulla promozione, sulla cittadinanza, sull’aggregazione, a favore di una politica trasversale e integrata dove si incrociano i temi della casa con quelli

98 Anche per essere riusciti a coinvolgere i Fondi europei. Ad esempio, la Toscana, nel prossimo

periodo di fondi Fse -­‐ e grazie alla quota che spetta alla Toscana per l'attuazione della Garanzia giovani, il programma @inanziato dall'Ue che prevede, nei prossimi due anni, 100 milioni di euro di risorse da destinare agli interventi regionali -­‐ ha già approvato lo schema di Programma operativo regionale Giovani, insieme quelli di Fesr e Fse: sono queste le risorse su cui far leva per rendere più competitiva la nostra economia e riavviare lo sviluppo. [Regioni.it, 6 dicembre 2013] 99 Un esempio emblematico è il bando della Basilicata “Nuovi fermenti” eroga contributi @ino a 15

mila euro per @inanziare progetti di inclusione sociale, beni pubblici, tecnologia e creatività dei giovani (under 35) @inalizzata alla creazione di nuova occupazione. [www.regioni.it, 14.11.2013]. Ma anche quello delle Marche “OfAicine creative” (400.000 euro) che sostiene progetti di enti pubblici e privati con @inalità di coltivare l’azione sinergica tra le politiche giovanili e quelle culturali, all’insegna della cultura che è anche nuova economia e lavoro quali@icato. 100 “riconoscendone il valore aggiunto per il contributo economico e sociale”, in Risoluzione del

Consiglio del 27 novembre 2009 su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-­‐2018).


della formazione, quelli del servizio civile con quelli del poter lavorare e fare impresa101. Nella Tab. 10 sono riassunte le azioni delle Regioni che hanno proceduto in questa direzione, pur sottolineando che anche i Piani Giovani in senso stretto negli ultimi due anni hanno compiuto una svolta in termini di chiarezza di obiettivi ed individuazione di azioni e modalità di funzionamento, rispetto alle prime sperimentazioni avviate nel biennio 2008/2009102. Tab. 10: I Piani per l’autonomia giovanile Regione Oggetto ed azioni principali del Piano o PA Toscana GiovaniSI: 2011/2013

Tirocini retribuiti (under 30) Alternanza, orienta giovani Fare impresa under 40 e in agricoltura Ricerche su innovazione Start up commercio e turismo (under 40) Servizio civile under 35 Casa: contributi ad affitti per under 35 Incentivi assunzioni

Puglia

Risorse disponibili, anche pluriannuali 334 mln di euro per favorire autonomia, studio e lavoro dei giovani, di cui: 10 mln

Destinatari e risultati

15.000 giovani (10.139 tirocinanti retribuiti da giugno 2011 a agosto 2013, 2.000 in Servizio civile regionale, 1.500 i giovani che hanno usufruito del contributo per l’affitto, 281 gli start uppers 1,7 mln per 991 imprese, 634 quelli in 12 mln in tre anni - 29 agricoltura, 500 i borsisti all’estero, 404 i praticanti mln in tre anni retribuiti, 200 gli assegnisti di 1,735 mln ricerca nelle Università). Su 7.000 tirocini già conclusi si sono avute 1.300 assunzioni Bando per 6 mln (agosto 2013)

under 30 ricercatori under 35 Borse per studio all’estero Dotazione No.Neet per associazioni giovanili Prestiti d’onore per studenti per università e 500.000 euro alta specializzazione Piano straordinario per il lavoro: Il lavoro 340 mln di euro, di prende forma cui: Ritorno al futuro 20 mln (bando 2011) Bollenti spiriti (100 mln) con Fondi UE) Principi attivi (start up) 4,1 mln bando 2012 Laboratori urbani (151 spazi recuperati, 100 già attivi, con 95 organizzazioni coinvolte)

Microcredito di 3.000 euro (dal 09.04.2013) 52.000 potenziali destinatari giovani laureati under 35 (1.500 potenziali destinatari) 165 start up (oltre a 605 già finanziate su 3.700 candidature e coinvolgendo 10.000 giovani)

4.1 I nuovi Piani regionali Di seguito si analizzano gli orientamenti emersi dalla Regioni nell’elaborazione dei rispettivi Piani, evidenziando aspetti innovativi e punti di forza. La Giunta della Regione Marche (sulla base della L.R. del 5.12.2011 n° 24/2011) ha approvato (13 novembre 2012) ed inviato al Consiglio, la proposta di Piano 101 Andorlini C.,pag. 29, in AAVV (2012): "Generazione nomade: le politiche giovanili si muovono in

autonomia" -­‐ Regione Toscana, Firenze. 102 Vedi qui: http://www.gioventu.gov.it/dipartimento/politichegiovanili.aspx (al 4 gennaio 2013)


regionale integrato per le politiche giovanili. Si tratta di una serie di azioni in una pluralità di ambiti, che vanno dalle politiche per la formazione e l’istruzione, a quelle per il lavoro, per la casa, per la cultura, per la salute e l’assistenza. In altre parole, tutta la programmazione regionale è orientata a favore dei giovani, alla promozione di opportunità, di mezzi, di possibilità e di percorsi per vivere in modo positivo la fase di transizione alla vita adulta. Sempre con le stesse logiche, la Provincia Autonoma di Trento, anche nel 2012 ha ri@inanziato per 6.047.950 euro103 , la concessione borse di studio e prestiti d'onore, attraverso il Fondo per la valorizzazione e professionalizzazione dei giovani per il 2012. Inoltre il Trentino, così come alcune Regioni, ha investito anche in consistenti programmi ad hoc per lo sviluppo delle start up e dell’innovazione (v. Tab. 11), facendo proprio il binomio “giovane = risorsa per lo sviluppo locale” 104. Alcune Regioni hanno attinto le risorse per il sostegno allo start up, dagli speci@ici programmi per i giovani, in particolare dagli Accordi Quadro stipulati con il Dipartimento della Gioventù. Tab. 11: I programmi di start up Regione o PA Oggetto ed azioni principali del Risorse disponibili, Destinatari e risultati Piano anche pluriannuali Provincia Piano imprenditoria giovanile 19,4 mln fino a 2015 (da Under 35 Autonoma di FSE e FESR) Trento Veneto Sviluppo imprenditoria e giovanile 10 mln e femminile Formazione Patto di prima occupazione Bando Start up 1 mln per prima azione Finanziate 22 (con 1 mln) su 328 domande, per 100 posti di lavoro Umbria Start up piano 2007/13, con 20 mln, di cui 3,5 mln nel 50 aziende nel 2012 che si fidejussioni su anticipo spese di 2012 aggiungono alle 331 precedenti avvio, con prestiti decennali 58 milioni di euro 993 start up, su 1.656 domande Toscana Giovani SI per 104 milioni

103 integrandolo a @ine 2013 per 2,6 milioni di euro per borse di studio e prestiti d'onore per corsi

full immersion di lingue straniere, percorsi di istruzione e formazione all'estero (anche per le Superiori), stage lavorativi estivi, percorsi di eccellenza e di alta specializzazione professionale, percorsi per l'inserimento di giovani laureati e dottori di ricerca nel mercato del lavoro trentino e non, attivando progetti di ricerca. 104 Una buona prassi è stata a settembre 2013 il bando Seed money, 4.450.000 stanziati con un

duplice l'obiettivo: -­‐ la creazione di imprese innovative operanti ad alto valore tecnologico o attive nel campo dell'innovazione sociale (con contributi @ino a 120.000 euro per start up); -­‐ la creazione di incubatori specialistici per lo sviluppo di nuova imprenditorialità, in particolari settori. (vedi www.trentinosviluppo.it)


Il Veneto nel suo Piano Giovani 2012 (stipulato con l’Accordo Quadro siglato con il Dipartimento Giovani) per 3,8 milioni di euro, comprese le risorse dell’APQ, ha di fatto raddoppiato le risorse messe a disposizione per lo start up di impresa, passando da 1 a 2 mln di euro per la creazione di 40 nuove imprese 105. Non solo: ha promosso anche programmi formativi ad hoc su start up, innovazione ed eccellenza. Stessa cosa ha fatto la Regione Umbria, sviluppando azioni creative/ formative per lo sviluppo di idee imprenditoriali per under 35, propedeutiche alla nascita di start up e destinando invece 4 mln alle nuove imprese giovanili. Stessa scelta per la Regione Friuli Venezia Giulia, che ha destinato per i bandi 2012, 460.000 euro. La Regione Lombardia nel 2012 ha promosso invece due azioni diverse, speci@iche sui propri assets moda e design: ha infatti pubblicato un bando sul design rivolto a studenti e professionisti under 35 per selezionare 50 idee, da prototipizzare in imprese ed ha stanziato 1.167.791 euro per un concorso per talenti nel settore moda, che possono avviare delle start up grazie a dei voucher per l’assistenza di esperti106. In@ine anche la Regione Emilia Romagna ha stanziato il Fondo “Fare impresa” dotandolo di tre milioni di euro, nell’ambito delle risorse del Piano per l’Occupazione giovanile, misura portata avanti anche da altre Regioni, che hanno investito in modo importante in questa direzione (v. Tab. 12). La Regione Sardegna107 ha anche promosso sia un bando sull’auto imprenditorialità ed il microcredito (che ha registrato un’alta partecipazione) sia l’alta formazione (Master and back), ottenendo però risultati insuf@icienti. Meglio l’azione “Master in Sardegna” (sullo sviluppo locale) ed i 32 progetti di inclusione sociale. Invece la Regione Sicilia ha approvato l’esenzione Irap quinquennale per l'imprenditoria giovanile e femminile, mentre la Regione Molise108 ha approvato un “Pacchetto Giovani” ah hoc nel Piano di Sviluppo Rurale.

105 Confermato invece 1 mln di euro per il bando “Cittadinanza attiva e volontariato” e 700.000

euro per valorizzare le capacità artistiche per la sceneggiatura di un @ilm. 106 La Regione Marche (www.regioni.it, 12.09.2013) ho optato invece il “Bando prestito d’onore”

per start up under 35, con 200.000 euro, @inanziando importi da € 25.000 nel caso di imprese individuali e di società con meno di 3 soci; € 50.000 nel caso di società con almeno 3 giovani soci. 107 Azioni a contrasto del disagio giovanile per 5 mln. di euro. 108 Oltre ad aver dato vita (11 ottobre 2011) -­‐ con un investimento di 20 mln di euro -­‐ al Consorzio

GEOSAT Molise, costituito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dalla Regione Molise, dall’Università del Molise e da Telespazio. Questo ente offre 60 posti per giovani professionisti specializzati.


Tab. 12: I Piani per l’occupazione giovanile Regione o PA Oggetto ed azioni principali del Piano Piemonte Patto generazionale per la competitività, con 10 misure, tra cui sgravio Irap, incubatori non tecnologici, sostegno alle cooperative di P.Iva Emilia Piano straordinario per Romagna l’occupazione dei giovani

Liguria Calabria Molise

Sardegna Marche

Piano Giovani, occupabilità e inclusione: formazione e incentivi nei settori green e mare Incentivare l’occupazione giovanile Piano Integrato Giovani Molise: interventi triennali per l’occupabilità e l’occupazione, a favore di giovani, aziende e servizi per il lavoro pubblicoprivato Piano straordinario per occupazione e lavoro 2011. Bando “Occupazione giovanile” 12.06.2013

Risorse disponibili, anche pluriannuali 11 mln (2011/13)

Destinatari e risultati 5.500 neo assunzioni under 35, con l’obiettivo di creare tra i 10 ed i 30.000 nuovi posti di lavoro

46 mln di euro, di cui 20 mln per apprendistato, 20 per stabilizzazione, 3 per 30/34 enni, 3 per fare impresa 50 mln (20,4 da FSE) 130 mln con Por Fse € 8.708.000,00, di cui € 5.008.000,00 dalla Regione e € 3.700.000,00 da Italia Lavoro”. 4 mln di euro

Risultato atteso:15000 posti di lavoro target complessivo di circa 1.800 giovani

incentivi per under 35

1 milione e 155 mila euro Formare giovani laureati e diplomati nei settori della green economy e multimedia (400.000 euro); incentivi alle piccole imprese che li assumeranno

Anche nel settore primario, diverse Regioni hanno investito risorse importanti su programmi rivolti allo sviluppo di imprese agricole giovanili (v. Tab. 13). Tab. 13: Settore primario ed opportunità per i giovani (anni 2011/12) Regione o PA Risorse disponibili, anche pluriannuali Basilicata 16 mln di euro Liguria Molise Lombardia

Oggetto ed azioni principali del Piano Insediamento giovani agricoltori

PSR: 2,6 milioni di euro Azioni a favore di giovani agricoltori per sostegno agli investimenti nelle imprese del comparto agricolo 4 mln di euro Avvio di 37 start up agricole nel “Pacchetto Giovani” nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Molise. 23 mln di euro Bando “Idee innovative per l’agricoltura”: 991 progetti finanziati, mentre nel 2013 assegnati 127.000 euro del PSR a 5 giovani aziende [26.07.2013, Regioni.it]

In questi ultimi anni – come si è visto -­‐ l’azione delle Regioni in materia di gioventù, si è spesso sviluppata in modo più o meno coordinato e/o concertato anche in altri settori. Vale però la pena di analizzare in modo adeguato gli speci@ici Piani Giovani, elaborati sulla scia del lavoro impostato con gli Accordi di Programma Quadro avviati nel 2007 e rinnovati poi annualmente, sempre con minor risorse (v. Tab. 14). Negli ultimi due anni, infatti, i Piani approvati dalle


Regioni -­‐ più o meno complessi – hanno saputo esplicitare più chiaramente gli obiettivi predeterminati, dimostrando anche la capacità di aggiungere alle risorse Ministeriali (ormai gravate da tagli) integrate da Fondi ad hoc (FSE, POR, FESR, ecc.). Molte altre Regioni, hanno quindi seguito le linee d’azione di Toscana e Puglia (v. Tab. 14). Tab. 14: I Piani Regionali per i giovani Regione o PA Risorse disponibili, anche pluriannuali Trento 2 mln/anno

Oggetto ed azioni principali del Piano

26 Piani Giovani di Zona e due d’Ambito Formazione per esperti di politiche giovanili (70 referenti dei Piani di Zona e d’ambito) Ricerca: Giovani in Trentino 2011. Quarto rapporto biennale Stanziamento di 35 mln di Cittadella universitaria dedicata alle attività giovanili euro (entro estate 2013) Avvio di sei spazi giovanili di nuova generazione Scambi Servizio civile in Provincia per 28 giovani (su 150 domande) Emilia-Romagna 175.000 euro Bando per professionalità creativa e produzioni innovative per singoli o associazioni Carta giovani (600.000 disponibili) Bando 2012 per 900.000 euro Bando per i progetti degli enti locali e privato sociale, per Bando (20 sett 2011) per azioni inerenti spazi giovanili 1,820 mln di euro Bando per centri giovani per Comuni ed enti per strutture ed attrezzature (1,320 mln) ed attività (0,5 mln) Bando 2013 per 900.000 euro giovani e adolescenti tra i 10 e i 29 anni, promossi da Enti locali (per 400.000 euro) e associazionismo, volontariato e oratori. Calabria 19 mln euro (risorse da APQ e Centri giovani (26 esistenti e 29 nuovi) per azioni di POR) contrasto mafie Marche APQ per 3, 5 mln “I giovani C’Entrano”, Istituita la rete regionale degli IG Piano giovani annuale, 80% (313.856) a Province (proporzionali al numero di 16/29enni) e 20% a regia regionale B a n d o : “ I l u o g h i d e l l ’ Esiti (9 novembre 2011): 14 progetti finanziati su 69 animazione” (APQ di sett ammessi e 4 no, con 52 borse di studio e due assunzioni a ‘11). per 1,39 mln tempo determinato, che si impegneranno in 100 “contenitori culturali” Bando “Officine creative” per Progetti di enti pubblici e privati con finalità di coltivare 400.000 euro (30.05.2013) l’azione sinergica tra le politiche giovanili e quelle culturali, all’insegna della cultura che è anche nuova economia e lavoro qualificato

Bolzano

B a n d o p e r a s s o c i a z i o n i 133.000 euro per 11 progetti annuali (esiti: 19 nov 2013) giovanili e gruppi informali Bando per 1,5 mln Contributi ai centri giovani Contributo di 660.000 euro Casa del giovane lavoratore di Bolzano (ACLI), 170 posti. Scambi giovanili, formazione per i centri,


Lombardia

Veneto

Basilicata

500. 000 euro

Bando Voucher Sperimentale Leva Civica Regionale per stages. Stanziamento di 4,2 mln per i Nuovo modello di governance con i Comuni associati per i primi due anni Piani Locali Giovani per il 2012/2015, per lo sviluppo delle politiche giovanili, con Tavoli territoriali (nel 2013 stanziati quasi 1,5 mln di euro per 25 Comuni e altri 750.000 euro nel 2014). Intesa Dip Pol Giov (20 Azioni (da terminare entro il 2013), così suddivise: circa ottobre 2011) per 5,3 mln di 200.000 euro per rete informazione per i giovani, 500.000 euro per nuovi mestieri dall’arte e dalla tradizione locale, ostelli e cultura (600.000 euro), legalità e cittadinanza nelle scuole (150.000 euro), 1,8 per il territorio, implementazione sistema “Dote” (1 mln) e 500.000 per il “ritorno dei talenti”. Bandi 3,8 milioni di euro, con Bando di 2 mln per 40 nuove imprese, 1 mln di euro per il le risorse dell’APQ bando “Cittadinanza attiva e volontariato”, 700 mila euro per la sceneggiatura di un film, 200.000 euro per poesia e composizione (anche nel 2014). “Patto per i giovani” “Visioni urbane” (nell’ambito del “Patto”) prevede il finanziato con 81 mln recupero di cinque spazi pubblici, mettendoli in rete e creando una “community” creativa, incentivando Bandi per 1.712.347 euro workshop, seminari. Bando per “Progetti innovativi per l’avvio e la valorizzazione della rete dei centri per la creatività giovanile”. Bando “Nuovi fermenti” per 300.000 euro (14.11.2013)

Umbria

Friuli-Venezia Giulia

Fino a 15 mila euro per finanziare progetti di inclusione sociale, beni pubblici, tecnologia e creatività dei giovani (under 35) finalizzata alla creazione di nuova occupazione. A.P.Q. 3 nov 2011, per Piano Giovani per un sistema informativo integrato per i 876.735 euro (263.000 di giovani, formazione per l’avvicinamento dei giovani ad cofinanziamento regionale) arti e mestieri della tradizione culturale locale, valorizzazione della creatività e dei talenti dei giovani: Stanziamento di 500.000 euro finanziati 24 progetti a 12 zone sociali. Contributo di 100.000 euro Alloggi universitari a Perugia (18). Stanziamento di 4,5 mln 5 mln E-state ok, extrascuola per 204 giovani tra i 14 ed i 16 anni 200.000 in sei Istituti. Acquisto casa per giovani coppie Bando per 185.000 euro

Nuove iniziative imprenditoriali Azioni per 2011/13 per contrasto dispersione scolastica nella formazione professionale Bando per azioni regionali del Terzo Settore

Bando per Comuni 375.000 euro (26.11.’13)

per Progetti finalizzati all’inclusione sociale dei giovani come protagonisti della vita civile attivandone il coinvolgimento diretto nella soluzione di problemi a livello locale, anche con uno sviluppo del dialogo tra i giovani e gli organi politici attraverso l’istituzione di organismi rappresentativi come i consigli comunali dei giovani, le consulte, i forum

Finalità è creare aggregazione tra i giovani (14 e i 30 anni), attraverso musica, teatro, cinema o sport, in spazi messi a Bando da 150.000 euro disposizione, in maniera continuativa e per alcune ore al “Animazione degli spazi giorno, da organizzazioni del Terzo settore e oratori, per il urbani a cura di gruppi formali periodo estivo e per tutto il corso dell’anno. ed informali di giovani” (12.07.2013) Bando per 19,5 mln di euro Bando per i Centri giovani (150 domande) APQ F.V.G. Futuro, valore e Azioni a sostegno di progetti che hanno i giovani per giovani per 1,3 milioni (di cui protagonisti, tra cui, oltre al portale giovanifvg.it,: 888.000 euro dallo Stato) Bando per iniziative artistiche a favore dei giovani (1 mln di euro) e per formazione alla creatività/espressività; bandi per Arti & mestieri del passato per un'imprenditoria del futuro (Azione Start up per 460.000 euro tra sett e dic. ’12), Giovani e volontariato, tirocini e stages ed il resto per associazionismo ed iniziative in ambito culturale (in base a lr 5/12)


Lazio

Abruzzo Liguria

Piano Giovani 2011, del valore complessivo di 15.125.652,55 euro.

Piano annuale 'Interventi a favore dei giovani'. E.F. 2011, queste le azioni: creazione di spazi attrezzati provinciali, sostegno alle comunità giovanili, potenziamento e sviluppo rete regionale delle “Officine dell’Arte e dei Mestieri”, degli Informagiovani, del portale dei giovani, "bando delle idee", Piani Locali Giovani, “Carta Giovani”, Itinerario giovani (Iti.Gi.) e ostelli, borse di studio.

Stanziamento di 10 mln di euro 1,4 mln di euro per APQ (17 Azioni: valorizzazione antichi mestieri tradizionali, ottobre 2011) con 30% co-fin creatività e talento giovanile, cittadinanza, mobilità della Regione giovanile Stanziamento di 600 mila euro Finanziamento oratori 2011 (stessa cifra del 2010) per la Stanziamento di 2,535 mln di funzione aggregativa euro Azioni a contrasto del disagio giovanile Servizio Civile: 1,7 mln di Dal 2006 al 2012, con 105 i progetti finanziati e più di euro (dal 2006 al 2012) 3.000 giovani coinvolti (www.regioni.it, 13.01.2013)

4.2 Oltre il mainstreaming Le principali tendenze delle linee d’azione delle Regioni, riportate nelle Tabelle precedenti e nelle relative Note, non esauriscono tutte le attività caratterizzanti lo sviluppo dei programmi per i giovani. Soprattutto per quanto riguarda gli speci@ici “Piani” vi sono alcune sperimentazioni di valore che – pur con il rischio della parzialità -­‐ vale la pena di riprendere. Molte Regioni infatti hanno sostenuto in modo forte le azioni di nascita, la valorizzazione, la gestione e messa in rete degli spazi giovanili, intesi quali luoghi espressivi, artistici, di imprenditorialità no pro@it (negli ultimi due anni ben 11 Regioni hanno stanziato risorse importanti con queste @inalità). Nuove modalità di gestione anche per gli Ostelli della gioventù, rilanciati in Lombardia e Lazio, la cui gestione è stata af@idata al No pro@it, proprio per favorire lo spirito originario "non esclusivamente commerciale" di questi spazi (v. Tab. 15). Tab. 15: Risorse regionali stanziate per gli spazi giovanili Regione o PA Risorse disponibili, Oggetto ed azioni principali del Piano anche pluriannuali Liguria Stanziamento di 1,2 mln Finanziamento oratori per la funzione aggregativa (2010/2011) Lazio valore complessivo di creazione di spazi attrezzati provinciali, sostegno alle 15.125.652,55 euro. comunità giovanili, potenziamento e sviluppo rete regionale delle “Officine dell’Arte e dei Mestieri”, Ostelli FVG Bando per 19,5 mln/eu Bando per i Centri giovani (150 domande) Basilicata

Bandi di 1.712.347 eu

Visioni Urbane: rete di 5 spazi creativi attivati

Bolzano

Bando per 1,5 mln Contributi ai centri giovani Contributo di 660.000 Casa del giovane lavoratore di Bolzano (ACLI), 170 posti. euro


Marche Lombardia

APQ di sett ‘11 per 1,39 Bando: “I luoghi dell’animazione”: 14 progetti finanziati mln (risultano attivi 247, secondo l’Osservatorio Regionale delle Politiche Sociali, 25.07.2013) 660.000 Ostelli

Calabria

19 mln euro (risorse da 46 Centri giovani (26 esistenti e 29 nuovi) per azioni di APQ e POR) contrasto mafie (www.regioni.it , 30.09.2013) E m i l i a 10,5 mln tra 2007/2012 Bandi per spazi per Comuni ed Enti (212 i CAG, 1.478 i SAG, Romagna Report Regionale 2010) Trento Stanziamento di 35 mln Cittadella universitaria dedicata alle attività giovanili (entro estate 2013) Avvio di sei spazi giovanili di nuova generazione Puglia Laboratori Urbani 151 spazi recuperati, 100 già attivi, con 95 organizzazioni coinvolte

Le Regioni109 hanno promosso anche azioni di orientamento e lo sviluppo di canali di comunicazione verso le nuove generazioni non solo con gli Informagiovani, quanto piuttosto attraverso canali diretti di informazione da e verso i giovani, attivati in tutte le 20 Regioni, spesso anche sui social network. Nei Piani Giovani Regionali, anche in campo artistico si sono privilegiati gli investimenti su quei percorsi che portavano all’apprendimento di competenze spendibili anche professionalmente (es. per giovani musicisti e nuovi talenti) e quindi anche Concorsi, Premi e Festival sono andati in questa direzione. Meno concerti con i soldi delle politiche giovanili quindi, ma confermate alcune iniziative tradizionali, ad esempio in Toscana il Rock Contest (con 500 band, nato nel 2005) e Toscanaincontemporanea (bando pubblico di arte moderna). La Regione Marche invece ha sostenuto la quinta edizione del Festival giovane cultura russa con i giovani talenti. Le Regioni si sono distinte anche per la promozione del Servizio Civile e di incontri formativi su temi ad hoc (es. Programma europeo Gioventù110 , Apprendistato, disagio, sviluppo territoriale, start up, innovazione), oltre che nella pubblicazione di ricerche e volumi. Invece, tra le sperimentazioni più interessanti, vi è il progetto estivo di alleanza tra extra scuola e scuola della Regione Umbria “E-­state ok“, che ha visto 204

109

Inoltre le Regioni hanno continuato i programmi di informazione contro abusi di alcool e tabacco (es. in Sicilia il bando per Scuole, per 2,5 mln di euro) e per la promozione della salute (es. in Toscana il progetto peer to peer “Creatività è salute” nelle Scuole, 440.000 euro per il 2011). 110 In Piemonte già 130 progetti @inanziati in passato ed in FGV una settantina i progetti presentati

nel periodo 2007-­‐2011 per un totale di 566 mila euro in Friuli (e 170 giovani coinvolti). Il programma dell’Agenzia Nazionale per i Giovani riguarda "tutti" i giovani dai 13 ai 30 anni, senza eccezioni, promuove la mobilità, si basa sull'educazione non formale ed è uno degli strumenti di attuazione del Libro bianco sulla gioventù, con 14 milioni da distribuire a livello nazionale.


giovani tra i 14 ed i 16 anni in sei Istituti, svolgere attività formative ed espressive, abitando la scuola durante le vacanze. Sempre di più le Regioni sperimentano il lavoro di rete con altri attori locali e policy makers territoriali: nascono così programmi d’azione e Piani condivisi e concertati con istituti bancari, associazioni e di categoria, Scuola, ecc. Si tratta di vere e proprie “mega reti” regionali, unite sempre più spesso in tavoli di lavoro (es. Toscana e Lombardia). In@ine si è assistito ad una “internazionalizzazione delle politiche per i giovani”, dove a @ianco di alcune azioni dei programmi regionali, ne sono state previste altre in chiave di “politica estera”. Non solo scambi giovanili quindi, ma azioni più incisive per lo sviluppo regionale. Un esempio è il Programma Euregio (Trento, Bolzano e Tirolo), il “Corregionali giovani” del Friuli Venezia Giulia (con un convegno a Toronto) ed, ancora, progetti ad hoc quali ad esempio A.Dri.A. (Alcohol Drinking Awareness), congiuntamente promosso proprio da Regione FVG, Veneto e Carinzia per contrastare l'abuso di alcol tra le giovani generazioni, ma anche il progetto “Balcanimazione” di solidarietà tra giovani trentini e slavi. Sono tutte azioni ad hoc per favorire l'internazionalizzazione dei ragazzi. In funzione dello sviluppo del territorio attraverso i rapporti all’estero, così come ha fatto il Friuli, esiste la “Rete Giovanile dei Pugliesi nel Mondo” (grazie all’Uf@icio Regionale Pugliesi nel mondo), quella dei “Giovani Veneti nel mondo”, mentre il Piemonte sta sperimentando l’azione “Giovani ambasciatori“. Ma le Regioni sviluppano anche azioni di accoglienza: ad esempio l’Umbria con il progetto europeo Eurodyssée, (tirocinio per giovani europei in Umbria) e le Marche con “Educational tour” per 17 under 30 @igli di emigrati. Tra le criticità di questi Piani, vi sono i ritardi strutturali dei fondi (si opera con quelli assegnati due anni prima), competenze di concertazione non diffuse in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, carenza di accompagnamento nello sviluppo dei programmi, dif@icoltà ad integrare le azioni disponendo di più fondi (al Sud), tanto da provocare delle rinunce, la carenza di azioni interregionali e di benchmarking per confrontare ed apprendere dalle best practice. Una delle poche eccezioni è il progetto interregionale di alta formazione (master universitari) @inanziato dal Fondo Sociale Europeo per la creazione di una rete di collaborazione con le Regioni Liguria, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto. Questa azione


prevede infatti che i giovani potranno scegliere il master che preferiscono e le Regioni mettono a loro disposizione dei voucher (su bando) @ino a 6 mila euro111 .

4.3 Le nuove leggi regionali Tra il 2011 ed il 2012 due Regioni hanno legiferato a favore delle giovani generazioni: il Friuli Venezia Giulia (con la LR 5/2012 “Legge per l'autonomia dei giovani e sul Fondo di garanzia per le loro opportunità”) e le Marche (con la LR 5 dic 2011 n 24 “Norme in materia di politiche giovanili”). Sono due provvedimenti legislativi all’avanguardia, molto diversi dalle precedenti normative già adottate da altre Regioni112 . Le @inalità della legge friulana sono tre: -

Il riconoscimento dell’autonomia dei giovani (quindi la legge concorre alla sua concreta realizzazione);

-

La partecipazione dei giovani e delle famiglie all’attuazione della legge stessa;

-

La promozione della cittadinanza attiva dei giovani al @ine di: a) sostenere la loro capacità progettuale e creativa; b) favorire la partecipazione all’elaborazione di politiche condivise a loro destinate; c) incentivare l’assunzione di responsabilità personali e collettive.

La legge friulana si dota in aggiunta dello strumento del Piano triennale (approvato dalla Giunta regionale, previo parere del Consiglio delle autonomie locali e della Commissione consiliare competente), del Tavolo di coordinamento interassessorile e territoriale ed istituisce la Consulta giovani. La Regione promuove la partecipazione dei giovani, istituendo l’albo delle associazioni giovanili, riconoscendo le aggregazioni giovanili spontanee, promuovendo le Assemblee provinciali e la Conferenza regionale dei giovani. Potenzia il portale giovani ed il sistema regionale degli Informagiovani, promuove il monitoraggio e la ricerca, introducendo la “clausola valutativa”. Sulla base di leggi già esistenti coordina gli interventi per favorire l’autonomia abitativa dei giovani (attraverso il co-­‐housing), la formazione, ricerca e innovazione ed il lavoro. Istituisce la giornata regionale dell’arte giovanile, la carta giovani, il sostegno ai Centri 111 La Regione Liguria ha impegnato 1,5 milioni gli euro negli anni 2011 e 2012. 112

@ino ai primi anni del 2000, otto Regioni su 20 avevano legiferato in materia di politiche giovanili, pur in modo molto settoriale, mentre tra il 2008 ed il 2010 sono state approvate ben altre 7 leggi regionali in materia.


giovanili, incentiva lo sport e l’alfabetizzazione informatica, la cultura giovanile, la promozione della salute, l’imprenditoria giovanile, il sostegno alla formazione di giovani talenti e al loro rientro in Regione, la cittadinanza attiva e la mobilità internazionale, incentiva l’internazionalizzazione delle professioni, istituisce il Fondo di garanzia per le opportunità dei giovani. Un provvedimento completo, pienamente in linea con gli orientamenti europei visti prima. La legge marchigiana prevede che la Regione, nell'ambito della propria programmazione, promuova la centralità e la trasversalità di speci@iche politiche a favore dei giovani in una prospettiva di sviluppo culturale, sociale ed economico della collettività. La Regione promuove processi di integrazione delle politiche a favore dei giovani e valorizza le loro potenzialità anche sostenendo la cultura del merito (art. 1). La legge si dota dello strumento del Piano (da approvare in Consiglio) e del Programma annuale e dà vita al “Tavolo di concertazione”, alla Consulta giovani ed all’Albo delle associazioni giovanili. Prevede di occuparsi anche – collegandosi alla normativa già esistente -­‐ di accesso a casa, lavoro, impresa, cultura. Si occupa direttamente di coordinamento degli Informagiovani, partecipazione giovanile, portale giovani, introduce la “clausola valutativa” dei programmi ed istituisce la “Giornata regionale dei giovani marchigiani”. Stesse considerazioni di apprezzamento anche a questa legge, che nasce già partecipata e con strumenti molto interessanti da sperimentare. Infatti queste due leggi sono molto innovative, per cui la s@ida è la “qualità dell’attuazione”. In questi ultimi due anni, però anche altre Regioni hanno seguito le indicazioni europee rispetto all’incentivare il “dialogo strutturato” con la gioventù e per questo hanno ricominciato a favorire lo sviluppo di organismi partecipativi rappresentativi del mondo e/o delle istanze giovanili, da coinvolgere per lo sviluppo delle linee guida in materia di giovani. Così nel 2012 hanno fatto la Basilicata che ha istituito il Forum Giovani113 (sulla base di una “vecchia legge” la l.r. 11/2000), le Marche (con istituzione dell’albo dell’Associazionismo giovanile,

113 costituito da 40 membri, 30 provenienti dai Comuni, dieci da associazioni ed organizzazioni

giovanili.


la Consulta 114 ed il Tavolo di concertazione delle politiche giovanili composto da rappresentanti di Province e Comuni), la Provincia Autonoma di Bolzano (che ha rilanciato la Consulta giovani115 ed anche quella delle “tre lingue”, oltre a quella studentesca) e la Regione Toscana che ha siglato due Protocolli di intesa, uno per il “Tavolo delle Istanze Giovanili116 ” e l’altro per il Tavolo Giovani SI117 . La Lombardia ha sperimentato una governance territoriale istituendo un Tavolo Permanente Regionale per coordinare e sviluppare le politiche giovanili a cui partecipano, secondo il modello di sussidiarietà verticale e orizzontale, anche i diversi enti interessati a livello locale oltre che il terzo settore: una regia trasversale che coordina le azioni rivolte verso i giovani118 . Ma oltre a questo Tavolo, la Regione Lombardia ha dato vita ad un nuovo modello di gestione nell'ambito delle politiche giovanili dal 2012 al 2015. Riconosce infatti il ruolo centrale del territorio e dei Comuni -­‐ in rete con altri soggetti pubblici -­‐ e del privato sociale, prevedendo risorse dedicate a sostegno della programmazione locale. Questa sperimentazione avviene grazie alle linee di indirizzo approvate con la d.g.r. 2508 del 16 novembre 2011. Nasce un sistema che Regione Lombardia sosterrà sia con processi di accompagnamento sul territorio, sia con l'individuazione di risorse che intendono avere un 'effetto leva' per generare innovazione. In particolare, per il biennio 2012-­‐2013, sono state individuate 114 Organismo con potere propositivo e consultivo sul Piano Giovani, composto da 30 membri più

l’Assessore, in rappresentanza degli studenti, dei movimenti giovanili delle organizzazioni sindacali, delle associazioni imprenditoriali di categoria, delle formazioni giovanili dei partiti politici e dei giovani amministratori. 115

de@inita come “laboratorio di idee per le politiche giovanili” e composta da 14 giovani in rappresentanza dei mondi giovanili formalizzati, avente durata triennale. 116 @irmato con Arci, Uisp, Avis, Anpas, Cesvot, Crescit, Tic, Libera, Cnca, Csi, Cnv, Agesci, Forum

terzo settore. 117 Composto da 40 giovani rappresentanti delle associazioni di categoria toscane, dei sindacati,

del terzo settore e degli enti locali. 118 Il Tavolo Permanente Regionale per le politiche giovanili è formato dai rappresentanti delle

Direzioni Generali di Regione Lombardia: Sport e Giovani; Agricoltura; Casa; Cultura; Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione; Istruzione, Formazione e Lavoro; Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale; Protezione Civile, Polizia Locale e Sicurezza; Sanità; Direzione centrale Programmazione Integrata; Direzione Centrale Relazioni esterne, internazionali e comunicazione. Partecipano ai lavori anche l'Istituto Superiore per la Ricerca, la Statistica e la Formazione (Eupolis), l'Anci Lombardia, l'Unione Province Lombarde, l'Uf@icio Scolastico Regionale, Unioncamere Lombardia e i rappresentanti del Terzo Settore (Fondazione Cariplo, Coordinamento Centro Servizi Volontariato, Forum Terzo Settore, Centro Sportivo italiano). Possono partecipare alle riunioni del Tavolo anche altri rappresentanti istituzionali o esperti nel settore delle politiche giovanili, individuati a seconda delle diverse esigenze, in base alle speci@iche competenze. I partecipanti al Tavolo non ricevono alcun compenso e i successivi atti emersi dai lavori saranno curati direttamente dall'assessorato allo Sport e Giovani.


risorse pari a 2.430.000 euro, cui potranno essere aggiunti ulteriori 1.800.000 euro, individuati nell'ambito degli Accordi di Programma Quadro con il Dipartimento per la Gioventù. Invece la Regione Puglia, nell’elaborazione del Piano straordinario per il lavoro, ha lavorato con il supporto della Cabina di Regia composta dai sindacati regionali, dalle associazioni di categoria e dagli assessori allo Sviluppo economico, al Welfare, alla Formazione, alle Politiche giovanili, al Turismo. In@ine, la Provincia di Trento, ha istituito una “Cabina di regia permanente” nella quale sono rappresentati -­‐ accanto alla Provincia -­‐ le parti sociali e le istituzioni formative, con il compito di individuare un pacchetto di misure speci@iche per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.


5. Conclusioni L’ultima parte dello studio, si chiude con delle conclusioni che non possono certo avere la pretesa di essere “de@initive”, quanto piuttosto di contribuire alla comprensione della realtà. Dopo tutto quanto detto nelle pagine precedenti, è evidente che nel nostro Paese dovrebbe maturare un know how più forte sulle politiche giovanili, intese in senso europeo, quindi quale luogo di “apprendimento non formale” di competenze (v. Tab. 16). Tab. 16: Le competenze giovanili ... per un'effettiva partecipazione alla società, i giovani devono acquisire e sviluppare le competenze chiave necessarie per l'apprendimento permanente, segnatamente competenze di comunicazione, competenze digitali, «imparare a imparare», competenze sociali e civiche, nonché la consapevolezza e l'espressione culturali; la partecipazione, inoltre, incoraggia l'acquisizione delle competenze chiave. La società dovrebbe dare grande risalto alla promozione di un equo e libero accesso di tutti i giovani all'apprendimento permanente. Fonte: Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica in Europa, GU 9.6.2011

Le politiche giovanili, il lavoro sociale con i ragazzi, non devono essere intesi come un costo sociale che bisogna sopportare, nell’attesa che passi la “nottata giovanile”, quasi fosse una “gabella generazionale119”. L’ottica non è quella di un onere da inserire nella lista delle spese (e su cui quindi è sempre possibile operare un risparmio...), quanto piuttosto un modo per aiutare delle potenzialità a tradursi in risorse per il territorio, per aiutare il Paese a pensarsi al futuro, a intravedere speranza e sviluppo, a contaminarsi con nuovi valori. La capacità di cogliere i vantaggi nell’avvio di nuove imprese (le oltre 100.000 start up under 35 nate nel 2013, il 34% del totale), l’introduzione di un nuovo concetto di lavoro (la “we-­‐economy” o “economia del co”), il nuovo ecologismo con una forte attenzione alle forme di energia rinnovabili, alla qualità dell’alimentazione, alle questioni dello sviluppo sostenibile, l’uso di tecnologia a basso consumo, l’impegno in ambiti espressivi, culturali e di contenuto etico, un bilanciamento del rapporto tra 119 M. Colleoni: “Fare educazione sociale con adolescenti e giovani in contesti montani”, Bormio, 13

ottobre 2007.


vita privata e lavoro, un impegno solidaristico120 , le attenzioni al valore delle differenze, alla “non violenza”. In tutti questi casi, è evidente come i giovani siano anticipatori di valori e tendenze (al di là della moda, della musica e dei consumi) e svolgano spesso anche il ruolo di essere essi stessi “indicatori” di modi utili all’uscita dalla crisi. Caratteristica rilevante della popolazione giovanile risulta essere la creazione di nuovi bisogni, nuovi valori e nuovi sistemi di signi@icato, sia nella sfera privata che nel rapporto tra giovane, società e politica, oltre che oggi anche nel lavoro. Ci sono infatti sempre più giovani che guardano alla crisi anche come opportunità, in quanto convinti che i cambiamenti si possono procurare e non solo subire. Oggi, in primis, attraverso l’uso delle tecnologie e dei nuovi media, che porta anche alla creazione di nuovi linguaggi e quindi permette di cogliere anche nuove opportunità, molto più alla portata delle giovani generazioni. Tutti questi aspetti confermano che la “scommessa” sulle giovani generazioni parte da una base molto promettente di “capitale umano” che rende il rischio di questa s@ida davvero accettabile e non più rinviabile per il nostro Paese. E, di conseguenza, che la politica (e non solo le istituzioni...) ha il compito di promuovere ed individuare un pacchetto di misure speci@iche per favorire l’ingresso dei giovani al lavoro e quindi la piena titolarità e fruibilità dei diritti di cittadinanza121 , con tutto ciò che di positivo avrebbe questo risultato per la società.

120 All’indomani del terremoto abruzzese del 6 aprile 2009, circa 4.500 i ragazzi hanno riempito il

modulo sul sito della banca dati attivata dal Ministero della Gioventù, mettendosi a disposizione della Protezione Civile per portare aiuto nelle zone colpite dal sisma. 121 L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro... [Costituzione, art. 1]


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