50° Liceo TRON

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LICEO SCIENTIFICO

1969-2019


LICEO SCIENTIFICO

1969-2019



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arlare del Liceo Tron è parlare di un qualcosa che esiste da sempre.

Sì, perché il nome è ed è stato presente nella vita sociale di tantissimi di noi da quando siamo andati a scuola, l’abbiamo sempre sentito nominare. Una scuola che festeggia i suoi 50 anni ha tanto da raccontare, ha tanti ricordi da conservare, sguardi, storie, a volte anche difficoltà, rimpianti ma anche legami, amicizie... Una storia che si snoda e lascia il segno nel territorio nel ricordo dei miei predecessori: dal preside prof. Renato Bortoli, ad Almerico Michelazzo, Alcibiade Caregnato, Mila Ceccato, Antonio Cassuti, Antonino Caruso, Christine Zannoni, Giovanna Deon che hanno contribuito ad ingrandirlo, a valorizzarlo e a renderlo anche una scuola di eccellenza nel territorio vicentino e veneto. Abbiamo il compito di accompagnare gli studenti, di consegnare loro gli strumenti per gestire il loro apprendimento, la cultura, lo studio, l’approfondimento e la realizzazione in situazione di ciò che apprendono. Abbiamo il compito di costruire gruppi di socialità, di farli intervenire nelle problematiche reali, di renderli cioè, per quanto possibile, autonomi e maturi. Capaci di collocarsi con competenza in una realtà che cambia e che corre.


Ecco quindi una scuola che da sempre guarda all’Europa. Voglio ricordare i rapporti con le scuole estere che sono molti ma che riassumo nelle tre attuali realtà, i nostri gemelli di Landshut del «Gymnasium Selighental», collaborazione costante che il prossimo anno celebra i 40 anni di attività, il Liceo di Labin e quello di Kaposvar in Ungheria. Una scuola che segna la sua storia attraverso le eccellenze degli studenti che da sempre e anche oggi si distinguono nei vari campi, come vincitori delle competizioni di matematica, fisica, informatica, filosofia, sport, dal livello locale a quello nazionale e oltre. Una scuola sempre comunque attenta all’inclusività perché sia per tutti, anche per gli studenti che incontrano difficoltà, sia di natura scolastica che personale, che vanno sostenuti e aiutati e lo facciamo con l’attenzione all’ascolto e, per quanto possibile, all’adeguamento, in base alle possibilità concesse, del loro percorso personale. Dal prossimo anno, uniti al liceo Zanella, ci saranno 1670 studenti con più di 120 docenti impegnati nella crescita delle nuove generazioni. Una sfida molto impegnativa ma altrettanto stimolante.


Faremo tesoro dell’esperienza del passato e del presente per proiettarla nel futuro per essere il più possibile al passo con i tempi in una società in continuo movimento che non ci permette di fermarci a guardare se non per prendere la rincorsa verso nuovi orizzonti con la convinzione che il nostro compito è uno dei più complessi e importanti per il futuro della società. Silvio Grotto


Lettera del 30 maggio 1941 con la quale il preside della Provincia di Vicenza annuncia al podestà di Schio, Alessandro Radi, l’intenzione di fondare una sezione di Liceo scientifico a Schio.


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Il Liceo Scientifico a Schio... una storia lunga mezzo secolo Giorgio Zacchello

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ra un sabato quel 1° ottobre 1960, quando una sparuta pattuglia di dodici studenti varcava i cancelli di palazzo Fogazzaro per iniziare la frequenza della prima classe del Liceo scientifico, parenti poveri di quello che fino ad allora era stato l’unico liceo cittadino, il Ginnasio liceo statale, che aveva sede proprio nello storico palazzo di via Pasini1 .

1941: PROPOSTA PER UN REGIO LICEO SCIENTIFICO DI SCHIO Una prima notizia sulla possibile istituzione di una sezione di Liceo scientifico di Schio risale al 1941 ed è legata alle prospettive che si erano aperte con la cosiddetta riforma Bottai. Una nota del podestà Alessandro Radi redatta il 30 Il clima con cui era stata accolta al Ginnasio la novità è illustrato in Giuseppe PIAZZA, Pellegrino Nicolli, il primo preside del Liceo statale autonomo, in Gli annui che vissi al Liceo «Zanella», di Schio, a cura di Mirella Ercole e Marina Pietrobelli, Schio 2014, p. 85. I nomi di quegli studenti, conservati nei registri del Liceo classico «Zanella» sono: Ivano Carollo, Giulio Ceribella, Margherita Comparin, Manuela Dal Lago, Mario De Pasquale, Roberto Frau, Dario Marchioro, Nicolò Paganini, Roberto Piccoli, Massimo Rossetti, Alessandro Rosa, Bruno Zaia.

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agosto 1941, attestava che «Nel comune di Schio, oltre al Civico Liceo Ginnasio Pareggiato esistono: 1. La regia scuola di Avviamento professionale e 2. L’istituto magistrale scuola media parificato presso l’istituto canossiano»2.

E proprio dal Civico liceo ginnasio nasce la nostra storia. Come ricorda una memoria dell’allora preside Elpidio Mioni, il Liceo classico era stato fondato nel 1937 «per volontà delle autorità civili e scolastiche… come logica continuazione del Civico Ginnasio che aveva appena avuto il pareggiamento»3. Il pareggiamento peraltro aveva significata l’assunzione da parte del Comune di tutti gli oneri relativi alla nuova scuola, che nel 1941-1942 ammontavano a 96.004

Palazzo Fogazzaro con le barchesse. Qui dal 1960 al 1970 ebbe sede il Liceo scientifico di Schio.

ARCHIVIO DEL COMUNE DI SCHIO (d’ora in poi ACS), Buste speciali, 363. Dal 1935 al 1952. Scuole-Ginnasio-Liceo. Liceo scientifico. Medie, fasc. Regio Liceo scientifico, alla data. 3 La nota è citata in Antonio RANZOLIN, Il riuscito “esperimento” del civico Ginnasio di Schio, in Gli annui che vissi, p. 16. Si rimanda all’intero saggio per una precisa ricostruzione delle vicende che hanno originato il Liceo classico di Schio. 4 ACS, Buste speciali, 363. Dal 1935 al 1952. Scuole-Ginnasio-Liceo. Liceo scientifico. Medie, fasc. Regio Liceo scientifico, alla data. 5 La richiesta è rivolta alla Provincia, perché sulla base di un Regio decreto, applicativo della riforma Gentile, a quell’ente spettavano gli oneri dell’istruzione scientifica. 2

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lire, mentre nell’anno successivo si pensava sarebbero stati leggermente superiori. Il 23 maggio 1941 una nota, inviata dalla Provincia di Vicenza, ricorda un documento dell’1 maggio, spedito dal Comune di Schio, nel quale si chiedeva la possibilità di trasformare il Liceo classico in Liceo scientifico e si invitava a predisporre la documentazione necessaria4. Il fascicolo conservato nell’archivio del comune di Schio ci ha trasmesso in piú copie gli atti di quella richiesta. La delibera provinciale definitiva, adottata il 10 dicembre 1941, ci dà le linee fondamentali della vicenda, che possiamo riassumere cosí. Il Comune di Schio interessa la Provincia5 «per la conversione in Regio liceo scientifico di quel civico Liceo classico parificato». A fronte di questa richiesta le autorità vicentine si erano accordate con quelle scledensi, perché il Comune cittadino si impegnasse «di sostenere in toto gli oneri di competenza della Provincia in ordine alla trasformazione e al funzionamento della scuola di cui trattasi». Proprio per questo motivo il 7 novembre precedente – dopo una lunga trattativa – era stata approvata la convenzione per regolare i rapporti fra i due enti. La motivazione che spingeva a questa riforma, peraltro, è molto interessante:


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«Attesoché per la città di Schio, eminentemente industriale, e per i Comuni componenti il distretto, detta trasformazione si impone specialmente in seguito alla riforma Bottai, ritenuto che gli alunni che frequenteranno la nuova scuola avranno modo di accedere a tutte le facoltà universitarie, escluse soltanto quelle di lettere, filosofia e giurisprudenza» 6.

Nonostante il parere favorevole del Comune, la Prefettura intervenne perché riteneva le stime dell’amministrazione scledense eccessivamente ottimiste; pertanto tutto l’incartamento fu rimandato a Schio per le successive decisioni solo il 10 luglio 1943, quasi alla vigilia della fine del fascismo. Tanta fatica non sortí l’effetto desiderato, probabilmente proprio a causa dei rivolgimenti che seguirono al 25 luglio 1943. Perché il comune di Schio desiderava questa trasformazione? Pensiamo che i motivi fossero squisitamente economici, o almeno cosí possiamo ricavare da una lettera alla Prefettura del novembre 1941, nella quale il podestà Radi scrisse:

1960: ALLE ORIGINI DEL LICEO SCIENTIFICO DI SCHIO Dopo la seconda guerra mondiale il primo atto «ufficiale» in cui si formula la proposta di costituire a Schio una sezione di Liceo scientifico è del 15 dicembre 1959, quando il Provveditore agli studi di Vicenza scriveva al Presidente della provincia: «in conformità alle istruzioni di cui alla circolare 9 dicembre 1959 n. 3915, del Ministero della pubblica istruzione, [il sottoscritto] ha invitato questa Amministrazione ed il Comune di Schio ad esaminare la opportunità di istituire per il prossimo anno scolastico una sezione di Liceo scientifico presso il comune di Schio» 7.

La richiesta del Provveditore fu accolta favorevolmente dalle autorità cittadine. Dalla delibera allora adottata apprendiamo che «l’interesse della cittadinanza a tale genere di studi, rispondente all’attuale orientamento dei giovani anche in relazione alle esigenze locali spingeva per esprimere parere favorevole. La provincia, tuttavia, poneva come condizione

«con la trasformazione del Liceo da Classico in

per il suo consenso che il comune si assumesse

Scientifico e dandovi effetto con convenzione di

il compito di «somministrare i locali necessari» 8.

cui al mio deliberato n. 271, qui unito, il Comune

Il parere favorevole della giunta scledense, guidata da Carlo Gramola, fu subito acquisito dall’Amministrazione provinciale che, con provvedimento d’urgenza, il 26 gennaio 1960 diede il proprio voto favorevole «pro consilio» e il successivo 9 febbraio investiva della decisione

sarà tenuto a sostenere una spesa assai inferiore con l’ordinario stanziamento di bilancio, spesa che è rappresentata dal contributo dovuto allo Stato in lire 30.000 annue e da altre lire 12.000 per spese di riscaldamento, illuminazione e vari servizi».

ACS, Buste speciali, 363. Dal 1935 al 1952. Scuole-Ginnasio-Liceo. Liceo scientifico. Medie, fasc. Regio Liceo scientifico, alla data Il virgolettato è citazione contenuta nella delibera del Consiglio provinciale di Vicenza del 9 febbraio 1960 con la quale si approvava l’istituzione del Liceo scientifico, edita in Atti del consiglio provinciale di Vicenza. Anno 1960, Vicenza 1961, p. 23-29. 8 La delibera è conservata presso ACS, Deliberazioni della giunta comunale, n. 504, 28 dicembre 1959. 6 7

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definitiva l’intero consiglio provinciale. Qui l’assessore provinciale all’istruzione, Michelangelo Dall’Armellina, nel corso del dibattito collegava l’istituzione del Liceo scientifico a una proposta che si collegava a una possibile riforma dell’istruzione in Italia. Diceva, infatti, l’assessore: «Lo stesso provvedimento che il Consiglio è ora chiamato a ratificare si fonda sul presupposto che abbia a passare un parallelo disegno di legge relativo all’istruzione classica, che istituirebbe un biennio, se non del tutto uguale, almeno interscambiabile per i Licei e per gli Istituti magistrali. L’esperimento che il Ministero attua nella nostra provincia è, mi pare, il terzo o il quarto in tutta Italia, ed è inteso proprio a vedere come si possa fondare un tipo di scuola che veda uniti i due Licei».

Adottata all’unanimità la decisione9, l’iter per l’autorizzazione procedette spedito e il 1° ottobre, finalmente, poteva iniziare a funzionare il nuovo corso di studi, ospitato in alcuni locali delle dipendenze di palazzo Fogazzaro, appositamente sistemati nei mesi precedenti10.

Qual era la Schio scolastica in cui veniva a collocarsi la nuova istituzione. Come ci informa Francis Chiozza, nell’anno scolastico 19601961 solo le scuole elementari erano frequentate da 1650 scolari, mentre le scuole medie e di avviamento professionale11 ospitavano 1300 studenti. I vari corsi professionali erano scelti da 1200 studenti, mentre 500 proseguivano gli studi, e avevano a disposizione in città, oltre al Liceo classico con la sezione di Scientifico e all’Istituto magistrale (cui, però, né Chiozza né Milani dedicano attenzione), l’istituto professionale (sede coordinata di quello di Vicenza), l’istituto tecnico commerciale (presente dal 1955) e una sezione staccata dell’Istituto tecnico industriale di Vicenza, che era stata fondata in quello stesso anno12. L’anno successivo, penultimo prima della riforma che avrebbe costituito la scuola media unica, entrata in vigore il 1°ottobre 1963, lo stesso Chiozza

C’è da dire che ci fu in quel 1960 un altro passaggio in Consiglio relativo al Liceo scientifico di Schio (seguito da un identico provvedimento per l’istituenda sezione staccata di Istituto tecnico), per adeguare la decisione del 9 febbraio a un cambiamento normativo circa la distribuzione degli oneri tra Comune e Provincia (cfr. Atti del consiglio provinciale di Vicenza. Anno 1960, p. 481-483). 10 A proposito della prima sistemazione, specchio dell’opinione che aveva di questo indirizzo il preside Nicolli, Giuseppe Piazza, docente al Liceo scientifico dal 1964, scriveva cosí: «L’ubicazione delle classi rivelava tale opinione poiché rispecchiava una graduatoria di valore: al piano nobile la presidenza e la sezione A del Classico, in «peocina» cioè all’ultimo piano la sezione B», mentre le classi dello Scientifico, quasi fossimo i parenti povero, erano sistemate al piano terra e nella barchessa della servitù, sopra la piccola palestra di quelli che il preside chiamava “i saltimbanchi”» (Giuseppe PIAZZA, Il Liceo scientifico Nicolò Tron di Schio. 40 anni di storia, in 2007. Liceo scientifico Tron. Schio, Schio 2007, p. 23). 11 Ricordiamo che nel 1960 la scuola secondaria inferiore in Italia era strutturata sul modello previsto dalla riforma Bottai,la quale, avendo in parte modificato la riforma Gentile, accanto a una scuola media, che unificava i primi tre anni di ginnasio, dell’istituto tecnico inferiore e dell’istituto magistrale inferiore e dava accesso agli studi superiori, prevedeva una scuola di avviamento professionale, per chi, finite le scuole elementari, voleva continuare gli studi con una formazione verso il mondo del lavoro o le scuole professionali e tecniche. Per completezza ricordiamo ancora che dal 1952 il piano orario del liceo scientifico, che nella riforma di Gentile (1923) aveva una durata quadriennale, era stato modificato con l’aggiunta di una classe di collegamento, portandolo così di fatto a cinque anni (cfr. Decreto ministeriale del 1° gennaio 1952, pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» n. 34 dell’11 febbraio 1953). 12 I dati sono in Francis CHIOZZA, Nel mondo della scuola scledense, «Schio 29 giugno 1961. Numero unico», Schio 1961. 9

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LA SITUAZIONE SCOLASTICA A SCHIO NEGLI ANNI ‘60


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registrava la presenza nelle scuole secondarie di 1200 studenti, che poi si sarebbero suddivisi nei vari istituti (160 al classico, 30 allo scientifico, 70 all’istituto professionale, 190 all’istituto tecnico commerciale e 202 all’istituto tecnico industriale)13. Nell’anno scolastico 1965-1966, quando lo scientifico completerà per la prima volta il quinquennio, la situazione, fotografata da un appunto conservato nel Fondo Milani della Biblioteca civica di Schio, vedeva la presenza a palazzo «Fogazzaro» di 188 studenti del classico e 106 dello scientifico, seguiti da una trentina di docenti14. Un ultimo dato ci sembra interessante da riportare e testimonia del successo che ebbe il Liceo scientifico nel primo decennio di esistenza. Si tratta dei dati relativi all’anno scolastico 19701971, primo anno di autonomia della scuola. Sempre un appunto presente in Biblioteca civica, attesta che il Liceo scientifico era frequentato da 250 studenti, la maggior parte dei quali (137) proveniva da Schio, mentre il Classico vedeva la presenza di 227 ragazzi, quasi equamente divisi fra Schio (115) e il circondario (112)15.

1 OTTOBRE 1969: L’AUTONOMIA DEL LICEO SCIENTIFICO Tra il 1960 e il 1969 le vicende dei due Licei cittadini, ospitati entrambi a palazzo Fogazzaro, viaggiano sullo stesso binario, nonostante i crescenti problemi di coabitazione. Nel 1968 la sezione scientifica annovera 189 studenti, suddivisi in sette classi. È questo il momento in cui la Provincia di Vicenza stabilisce di chiedere l’istituzione di un Liceo scientifico autonomo. La delibera di giunta è adottata l’1 aprile 1969 e fu poi portata in Consiglio provinciale a fine mese. Nelle motivazioni del provvedimento Adone Perin, assessore alla pubblica istruzione, metteva, oltre allo sviluppo che si prevedeva in futuro per questo indirizzo, anche le «vivissime pressioni» che il Comune aveva fatto sulla provincia, e si erano concretate nella delibera adottata d’ur-

Francis CHIOZZA, Nel mondo della scuola scledense, «Schio 29 giugno 1962. Numero unico», Schio 1962. BIBLIOTECA CIVICA «BORTOLI» SCHIO (d’ora in poi BCB), Fondo Milani, b. 136/P, appunto dattiloscritto. Dallo stesso appunto apprendiamo che all’Istituto professionale si trovavano 156 alunni, 309 frequentavano l’istituto tecnico commerciale e 478 erano presenti all’Istituto tecnico commerciale, destinato a diventare autonomo nel 1966 e per il quale si era iniziata la costruzione della sede definitiva, quella che ancor oggi si prospetta su via 29 aprile. 15 BCB, Fondo Milani, b. 136/P.

L’edificio in via XX settembre, costruito per ospitare i bagni pubblici, fu poi adattato a scuola per gli studenti dell’Istituto commerciale. Nell’anno scolastico 1969-1970 ospitò le cinque classi del biennio del Liceo scientifico.

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genza circa un mese prima per individuare dei locali idonei alla nuova scuola. La lunga e articolata discussione di cui resta traccia negli atti provinciali, aveva visto anche gli interventi di piú consiglieri, fra cui Renato Bortoli, che del futuro Liceo sarebbe stato il primo preside, il quale sottolineava che non si trattava di creare un nuovo istituto, come invece insinuava qualcuno, ma

«la graduale sparizione di questa forma di abbi-

«di riconoscere l’autonomia di un Liceo già esi-

Alla fine del dibattito, la proposta di autonomia passava a maggioranza. L’iter burocratico poteva dunque partire: il 28 agosto 1969 il Provveditorato agli studi comunicava che tre giorni prima il Ministero aveva stabilito che dal 1° ottobre fosse istituito a Schio un Liceo scientifico e ordinava al preside del Liceo classico di «provvedere a tutti quegli adempimenti necessari ad assicurare il regolare inizio dell’anno scolastico», fra cui assicurare «l’effettiva disponibilità, sufficienza ed idoneità dei locali messi a disposizione dall’amministrazione comunale». Il 10 settembre successivo, con la firma del DPR istitutivo, poteva cosí iniziare l’avventura del Liceo scientifico di Schio. L’11 novembre dello stesso anno si riuniva per la prima volta, sotto la presidenza di Renato Bortoli, il Collegio dei docenti dello Scientifico e provvedere alle prime delibere della nuova scuola17, fra cui quella

stente, che si era sviluppato in misura tale da non poter piú sopportare le limitazioni di una coabitazione»

riferendosi poi agli «esperimenti» di abbinamento delle sezioni di Liceo classico con Liceo scientifico, passate da 25 nel 1956 a 3 o 4 nel 1968, cosí concludeva:

Il prof. Renato Bortoli, primo preside del Liceo scientifico, all’interno del laboratorio linguistico nelle baracche di via Vecellio (1972).

numero di alunni, e conseguente necessità di autonomia, e ciò è accaduto anche a Schio, dove la sezione scientifica si è sperimentalmente costituita nel 1960 con 12 alunni, ora saliti a 190, articolati in sette classi, con prospettive di ulteriore incremento per il prossimo anno scolastico»16.

Il virgolettato è citazione contenuta nella delibera del Consiglio provinciale di Vicenza del 28 aprile 1969 con la quale si chiedeva l’autonomia del Liceo scientifico, edita in Atti del consiglio provinciale di Vicenza. Anno 1969, Vicenza 1969, p. 144-159. 17 ARCHIVIO DEL LICEO SCIENTIFICO «TRON» (d’ora in poi ALST), Collegio dei docenti, Verbali¸ Registro 1, p. 2. Per la cronaca il Collegio era composto da Luisa Alessandri (lettere) Tonino Assirelli (lettere), Angela Baldelli Bombelli (scienze), Isabella Bixio (lettere), Fernanda Bonato (educazione fisica), Valentino Casentini (inglese), Giancarlo Dello Russo (filosofia e storia), don Carlo Gastaldello (religione), Leila Marchesini (matematica), Antonio Marchioro (educazione fisica), Francesca Marigo (inglese), Antonio Minozzi (disegno), Mariano Nardello (lettere), Giulio Neri (filosofia e storia), Giuseppe Piazza (lettere), Maria Roversi (lettere), Giuliana Veronese (lettere), Giuseppe Virgilio (matematica e fisica) ed Egidio Franzon (matematica e fisica. Era assente perché «»ancora impegnato nell’assolvimento del servizio militare di leva»). 16

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namento è dovuta al progressivo aumento del


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di assicurare l’adeguata sorveglianza ai 221 studenti delle prime undici classi, suddivise tra palazzo Fogazzaro (le sei classi delle due sezioni di triennio) e via XX settembre, nella sede degli ex bagni pubblici che era stata liberata dall’istituto commerciale qualche anno prima (le cinque classi di biennio). Il primo problema che si poneva era ora trovare una sede unica.

Lo scientifico, come si ricorderà, era stato aggregato all’inizio al Liceo classico, ma negli anni settanta al tempo del «boom» dei Licei scientifici aveva fatto registrare un numero di iscritti addirittura superiore a quello della «scuola-madre» tanto da rendere praticamente impossibile la convivenza con il classico in palazzo Fogazzaro, anche per la carenza assoluta di aule speciali e di quelle attrezzature necessarie per il suo indirizzo di studio. Da qui la decisione d’accordo con il Comune

1970-1978: LA PRIMA SEDE DI VIA STRASSEGGIARE Ormai assessore provinciale alla pubblica istruzione Renato Bortoli, che fino al 1974 era stato preside del Liceo scientifico, per poi passare al classico, nel 1978 presentava la futura sede definitiva del Liceo scientifico e, ricordando i primi anni, diceva:

di trasferirlo nei prefabbricati di via Vecellio»18 .

Sono le celeberrime «baracche», con cui per una decina d’anni circa fu noto il Liceo. Si trattava di una sistemazione provvisoria e in parte disagevole19, che, tuttavia, non impedí alla scuola di crescere: «dai 221 alunni dell’anno scolastico 1969-70, l’istituto passò ben presto ai 250 del 1970-71, per

«La nuova sede del Liceo scientifico di Schio andrà a sostituire quella ormai fatiscente costruita quasi 20 anni fa con due strutture prefabbricate, destinate una alle officine e l’altra alle aule, e costate allora solo 20 milioni. Una spesa veramente esigua che il Comune di Schio e la Provincia si suddivisero a metà, e con cui per molti anni si è risolto il problema della sistemazione prima dell’Istituto tecnico “De Pretto” e poi, dopo il trasferimento di questa scuola nel nuovo edificio approntato circa una diecina di anni fa, del Liceo scientifico. Nuovi impianti per 1350 milioni per le scuole della provincia, «Vicenza. Rivista della provincia», XX (1978), 3, p. 7. «Eravamo finalmente liberi e autonomi, ma vivere entro le baracche adattate ad aule scolastiche non era particolarmente confortevole. Pavimento in cemento, ideale per sostenere i torni e altre macchine dell’officina, ma scomodo per gli allievi, pannelli divisori poco isolanti, riscaldamento ad aria forzata che distribuiva equamente polvere e odorosi effluvi in ogni aula, soffitto in lamiera. Conseguenze: piedi freddi su un pavimento gelido e umido, caldo eccessivo dalla cintola in su, rumore assordante quando pioveva, caldo soffocante d’estate con il solleone, visite periodiche dei ladri; essi trovavano agevole passare attraverso le finestre che si aprivano con facilità e rubavano i soli oggetti che di volta in volta servivano». (PIAZZA, Il Liceo scientifico Nicolò Tron di Schio, p. 24).

Il laboratorio di scienze della sede di via Vecellio, dedicato ai fratelli Cesare e Dante Bolognesi.

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arrivare agli attuali 313 allievi, suddivisi in 14

co di Schio possiede, – unico fra tutti i Licei della

classi, con ben due sezioni staccate, una a Thiene

provincia – un modernissimo laboratorio lingui-

ed una a Valdagno […]

stico, quale hanno solo gli istituti specializzati (si

È interessante, a questo riguardo, osservare che

tratta di un vasto locale, con una serie di cabine

dei 260 alunni che fanno capo alla sede centra-

di registrazione personali, in cui l’allievo si eser-

le in Schio, ben il 40 per cento sono “pendolari”,

cita all’apprendimento della lingua «dal vivo» e

cioè provengono da fuori città e ciò sta a dimo-

sotto il costante controllo dell’insegnante) e il

strare l’interesse e l’attrattiva che tale scuola

cui costo, non indifferente – si tratta di alcuni

esercita su tutta la popolazione scolastica del

milioni – è stato affrontato dall’Amministrazione

distretto scledense.

Provinciale e dal Ministero.

Un altro dato statistico interessante è costituito

Esiste poi un ampio e razionale laboratorio di

dalla percentuale esistente tra i due sessi: si ha

scienze “a pettine”, dotato di attrezzature mo-

in media la frequenza di due maschi per una fem-

dernissime e piuttosto costose, con tavoli per

mina, segno, questo, del fatto che il Liceo scienti-

esercitazione parallele (cosa, invero, piuttosto

fico si presenta ancora sotto un’aureola del tutto

rara per una scuola di questo tipo); c’è, inoltre

particolare, che lo fa prediligere dai maschi, i

una spaziosa biblioteca, in fase di costante ag-

quali trovano in esso un piú vicino appagamento

giornamento e con un ricco assortimento di rivi-

dei loro interessi nel campo dell’istruzione (esat-

ste per le ricerche bibliografiche» 20.

tamente il contrario, cioè, di quel che si verifica per l’Istituto magistrale, ad esempio). Ma il Liceo scientifico di Schio, per opera del suo preside, gode di una ulteriore prerogativa: è una delle scuole piú dotate d’attrezzature e di tutti quegli strumenti che la didattica moderna raccomanda in vista di un migliore apprendimento delle varie materie. È merito in particolare del prof. Bortoli, dicevamo, perché si deve al suo impegno costante ed al suo interessamento appassionato ed ammirevole, alle sue innumeri sollecitazioni e richieste se ora il Liceo scientifi-

Lucio PUTTIN, Al Liceo scientifico di Schio le lingue sono più facili, «Vicenza. Rivista della provincia», XIV (1972), 3, p. 14-15. ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. La sperimentazione, partita nell’anno scolastico 1975/1976, non fu poi seguita dal previsto triennio unitario sperimentale, per una serie di difficoltà. Le due classi furono pertanto inserite nel corso di ordinamento, alla conclusione del secondo anno. Di questo rimane traccia nelle discussioni del Consiglio di istituto, durante la riunione dell’1 giugno 1977, verbalizzata nello stesso registro.

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La scuola, tuttavia, non si caratterizzava solo per la strumentazione didattica, ma anche per un primo timido tentativo di sperimentazione, come l’istituzione di due classi di Biennio unico sperimentale (una a Schio e una a Thiene). Lo apprendiamo sia dal verbale del Consiglio di istituto del 6 settembre 1975, quando il preside Alcibiade Caregnato, che aveva sostituito Renato Bortoli, passato al Liceo Zanella, comunica ai consiglieri «che il progetto Biennio unitario sperimentale è stato approvato dal ministero»21, sia soprattutto da quello del Collegio dei


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docenti del 10 settembre 1975. Il lavoro preparatorio era stato svolto nel periodo estivo, in modo da poter partire con l’inizio dell’anno scolastico e il nuovo indirizzo era stato predisposto «alla luce delle piú autorevoli indicazioni pedagogiche e metodologiche e delle piú aggiornate esperienze didattiche in campo nazionale. […] Il Collegio procede all’analisi della opportunità e della fattibilità di attuazione del suddetto piano. Appare evidente, dai vari interventi, che un ag-

La prima biblioteca del Liceo scientifico.

giornamento dei contenuti e dei metodi di insegnamento si presenta improcrastinabile: la scuola deve essere in grado di fornire un’esperienza

LA SEDE DEFINITIVA

culturale e umana che consenta e favorisca una

Nel frattempo l’Amministrazione provinciale metteva in cantiere la costruzione della nuova sede. Nel dicembre 1974 il consiglio provinciale esaminava il progetto che era stato presentato dall’Ufficio tecnico provinciale il 12 giugno dello stesso anno si autorizzava l’assunzione di spesa per la costruzione del I lotto della scuola (con una spesa di circa 400.000.00025). Solo il 16 dicembre 1975 il Consiglio di istituto era informato che la Provincia aveva «approvato il mutuo per l’edificio del Liceo scientifico di Schio», tanto che i consiglieri, preoccupati, presentavano

vera maturazione globale della personalità degli alunni»22.

L’esperienza di questa sperimentazione si concluse con l’anno scolastico 1976-1977 in primo luogo «per non ridurre le cattedre in organico» e per alcune perplessità sollevate dai genitori e dagli studenti della sede scledense23. Si trattò, tuttavia, del primo tentativo di innovazione didattica all’interno del Liceo «Tron», che, successivamente, aderirà ad altre proposte di revisione dei curricula liceali o ne studierà di originali24.

22 ALST, Collegio dei docenti, Verbali, Registro 1, p. 348. La proposta a Schio fu approvata all’unanimità in quella riunione. Più tormentata fu la decisione per la sede di Thiene: il Collegio, convocato una prima volta per il 10 settembre, fu poi aggiornato al 17 dello stesso mese (ALST, Collegio dei docenti, Verbali¸ Registro 1, p. 350-3351) e approvato all’unanimità, con la riserva di «apportare delle modifiche in rapporto alla possibilità di reperire gli insegnanti. 23 ALST, Collegio dei docenti, Verbali¸ Registro 1, p. 390-391. 24 Ricordiamo, a mo’ di scarno inventario, l’adesione al cosiddetto Piano nazione dell’informatica (nel l’anno scolastico 1987/1988), alla sperimentazione dei progetti «Brocca» (scientifico e scientifico tecnologico, a dal 1994), ai due indirizzi con l’insegnamento della lingua tedesca (Liceo europeo, nel 2003 e l’attuale Liceo con la seconda lingua comunitaria, nel 2012) fino ai due indirizzi sportivi tra il 2013 e il 2015. 25 Il progetto del nuovo Liceo scientifico era ampiamente illustrato in una pubblicazione, curata dall’Amministrazione provinciale di Vicenza, L’istruzione a Vicenza. Le realizzazioni e le determinazioni programmatiche dell’Amministrazione provinciale di Vicenza al 1975, Vicenza 1975, p. 43-44. Da essa apprendiamo per l’opera, una volta completato il secondo lotto, quello della palestra, sarebbe costata 790.000.000 di lire.

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Prospetto della nuova sede del Liceo scientifico di Schio (1976-1977).

«La necessità di intervenire per snellire le procedure burocratiche, prendendo atto della approvazione provinciale per far indire l’asta per l’appalto entro la primavera».

visto che era già disponibile «il terreno vicino alla sede del Liceo classico»26. I lavori di costruzione del nuovo edificio, che fin dall’inizio si caratterizzò per il colore rosa delle pareti, durarono circa tre anni; finalmente nella riunione del Consiglio di istituto del 17 aprile 1978, si ricordava ai presenti che di lì a tre giorni era programmata «la visita al nuovo edificio (la cui costruzione è in fase di ultimazione): in quella circostanza sarà possibile esprimere alle autorità dell’amministrazione provinciale suggerimenti e richieste per il piú efficace allestimento e funzionamento della nuova sede»27. Nella riunione successiva, tenutasi il 2 maggio 1978, si deliberava di chie-

ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. Il Consiglio di istituto che sovrintese al trasferimento nella nuova sede era composto, oltre che dal Preside, Alcibiade Caregnato, da Mariano Nardello, Giuseppe Piazza, Antonio Cassuti, Michele Di Cintio, Giovanni Musmeci e Renato Ranieri (docenti), Marco Saccardo (personale non insegnante), Gianantonio Zacchello – zio dello scrivente – Antonio Minotto e Ignazio Marchioro (genitori), Marcello Lora Giorgio Pizzolato e Ivan Matteo Tavolini (studenti). La volontà di coinvolgere direttamente l’utenza nel valutare l’adeguatezza della sede e nel suggerire eventuali adattamenti, secondo la testimonianza di Giuseppe Piazza, era stata una scelta precisa dell’ex preside, Renato Bortoli, nella sua veste di assessore provinciale alla pubblica istruzione, che aveva anche voluto che lo scantinato fosse il più agibile possibile, in vista di futuri aumenti di studenti (PIAZZA, Il Liceo scientifico Nicolò Tron di Schio, p. 25). 28 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. 26 27

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dere al ministero un contributo di cinque milioni di lire «per le grandi spese del trasporto e del trasferimento nella nuova sede. Tale accreditamento richiesto servirà per arredare la nuova sede nell’aula scientifica», aggiungendo poi, che la richiesta «è tanto piú importante perché la Provincia che ha speso molto per la costruzione della nuova sede, non potrà dare altri contributi»28. Con l’inizio dell’anno scolastico successivo, il Liceo scientifico prendeva possesso di parte del nuovo edificio, mentre da Asiago giungeva il nuovo capo di istituto, Mila Ceccato, che guiderà l’istituto fino al 1985. Poco prima del trasferimento nella nuova sede, la sezione staccata di Thiene era stata aggregata al Liceo classico «Corradini». La decisione fu comunicata dal preside Caregnato al Consiglio di istituto, che aveva dato mandato di pre-


LICEO SCIENTIFICO

disporre la documentazione necessaria, nella riunione del 2 febbraio 1977. Il 29 settembre successivo si prendeva atto dell’avvenuta aggregazione e si stabiliva di consegnare al Liceo thienese la somma corrispondente alle quote di iscrizione versate dagli studenti29.

dere in occasione del prossimo cambiamento di sede). Finora non sono emerse indicazioni di rilievo. Il Presidente suggerisce che le proposte vengano presentate al Preside in modo che possano essere vagliate nella prossima riunione del Collegio dei docenti che si terrà il 12 maggio»30.

L’INTITOLAZIONE A NICOLÒ TRON Restava ancora da individuare il nome cui intitolare il Liceo scientifico scledense. Come spiegava la preside Ceccato in una riunione del Consiglio di istituto, la procedura per la scelta era (ed è) un po’ complessa e coinvolgeva in primis il Collegio dei docenti, che doveva individuare il personaggio, per poi passare al vaglio del Consiglio di istituto, per la delibera formale e via via fino a giungere al Ministero dell’Interno che doveva dare l’assenso. Già in occasione dell’avvio dei lavori di costruzione della nuova sede, era apparso piú volte all’ordine del giorno sia del Collegio sia del Consiglio di istituto un punto relativo all’intitolazione del Liceo, ma la prima volta in cui si trova traccia di una discussione è il 17 aprile 1978, quando

Nella successiva riunione del Consiglio, il 2 maggio, troviamo la prima testimonianza di alcune proposte e delle modalità che si intendevano seguire: «La proposta deve giungere dalla scuola con delibera del Collegio dei docenti, con approvazione del Sindaco e del Prefetto. Si è contrari a “referendum” manovrati fra gli allievi, come anche a “referendum” liberi perché sarebbero comunque disattese le speranze. Fra le voci proposte:

«il Preside [Alcibiade Caregnato] comunica di aver interpellato i docenti in ordine alla intitolazione del Liceo (cui appare opportuno proceALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. Dell’avvenuta aggregazione dava notizia anche la rivista della provincia di Vicenza in questi termini: «Nel mese di luglio è stata ottenuta dal Ministro (anche se non è stato facile) l’aggregazione della Sezione del Liceo scientifico al classico, secondo quanto richiesto dal Comune di Thiene. Questo ha consentito di unire i 2 Istituti nella ex-sede dell’industria Corner (acquistata ed adeguatamente ristrutturata dal Comune stesso, con un contributo della Provincia, ed inoltre di fronteggiare l’aumento delle iscrizioni all’Istituto commerciale e per geometri “Ceccato” con i locali della ex sede del classico.» («Buone» le scuole della provincia mentre inizia il nuovo anno 1977-78, «Vicenza. Rivista della provincia», XIX (1977), 4, p. 4). 30 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. Non siamo stati in grado di rintracciare il secondo volume dei verbali del Collegio dei docenti e pertanto non è possibile ritrovare traccia di quella discussione, che pure ci fu, così come di tutte quelle che seguirono.

Immagine del cantiere del Liceo scientifico di Schio nelle ultime fasi della costruzione (1978).

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Giambattista Benedetti, veneziano, o il Tessitore, oltre ai soliti Galileo, Leonardo o G.B. Vico»31.

Come un fiume carsico la questione del personaggio cui dedicare la nuova scuola appare e scompare fra le pagine dei verbali del Consiglio di istituto, per riapparire finalmente il 6 ottobre 1982, quando veniamo a sapere che «il Collegio dei docenti, dopo un’indagine a ventaglio si è espresso per intitolare la scuola a Nicolò Tron, il fondatore dell’arte laniera scledense»32. La proposta suscitò qualche perplessità (la figura del patrizio veneziano era ancora in gran parte sconosciuta) e per la delibera formale si aspettò ancora qualche mese. Finalmente, il 13 dicembre 1982:

«la preside informa che è in corso un tentativo di gemellaggio culturale fra un liceo di Landshut e quello di Schio; già venerdì 2 novembre un gruppo di allieve sarà nella nostra scuola per assistere ad alcune lezioni; a mezzogiorno saranno ospiti delle famiglie dei nostri allievi e al pomeriggio visiteranno Schio e le sue industrie»34.

legio dei docenti, vista la relazione sulla proposta

e pertanto si chiedeva al consiglio un contributo economico. La risposta era un freddo e laconico: «si suggerisce di farne [del contributo] richiesta all’Amministrazione provinciale ed al Comune di Schio». Il 15 febbraio 1980 il Consiglio apprendeva che la Preside

di intitolazione stilata dai proff. Ghiotto Edoardo

«per mettere a punto il viaggio dei nostri stu-

e Filippi Vinicio, […] all’unanimità dei presenti

denti a Landshut si recherà in quella località con

con 10 voti favorevoli delibera di intitolare il Li-

i due collaboratori (Piazza e Alessandri) e con il

ceo scientifico statale di Schio a Nicolò Tron» .

prof Musmeci»35.

«Il Consiglio di istituto, sentito il parere del Col-

33

Il 12 dicembre 1983, finalmente, l’anonimo Liceo scientifico statale di Schio fu intitolato a Nicolò Tron.

IL GEMELLAGGIO CON LANDSHUT L’altro evento importante che caratterizzò la presidenza di Mila Ceccato fu l’inizio del gemel-

Finalmente dal 17 al 23 aprile un gruppo di 15 ragazzi e 10 ragazze, accompagnato dalla Preside e da alcuni docenti del Liceo, raggiungeva per la prima volta la città bavarese sulle sponde dell’Isar. Il programma era stato ampiamente illustrato il precedente 3 marzo e accolto con entusiasmo dal Consiglio di istituto, che al rientro a Schio, in

ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, I, alla data. Secondo una testimonianza di Edoardo Ghiotto, che fu assieme a Vinicio Filippi l’estensore della relazione che accompagnò la scelta del nome di Nicolò Tron, erano state proposte anche altre figure, da quella di mons, Elia Dalla Costa a Leonzio Maddalena (1881-1971), ingegnere e geologo scledense, suggerito dall’allora direttore della biblioteca civica di Schio, Gianni Conforto (Edoardo GHIOTTO, Schede archivistiche. LXXXV. Domenico e Leonzio Maddalena, «Bollettino del Duomo. Schio», XXVI (2002-2003), 1, p. 21. 32 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alla data. 33 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alla data. 34 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alla data. 35 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alla data. Questo viaggio è stato rapidamente annotato in PIAZZA, Il Liceo scientifico Nicolò Tron di Schio, p. 25. 31

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laggio con un Liceo della città bavarese di Landshut. Nel verbale della riunione del consiglio di istituto del 12 ottobre 1979 si legge:


LICEO SCIENTIFICO

zanti: pubblico (ricevimento da parte del Presi-

Nel settembre 1985 la preside Ceccato andava in pensione con un gesto che segnava il suo affetto per l’istituto scledense, da lei guidato per sette anni. Lasciamo la penna ancora una volta al segretario del Consiglio di istituto

dente della provincia e del Sindaco di Landshut,

«prima di abbandonare la carica, la signorina

discorsi ufficiali e brindisi), didattico (partecipa-

preside ha voluto porgere i suoi ringraziamenti

zione a lezioni e visita a luoghi interessanti) e

al Consiglio di istituto per gli anni trascorsi in

privato. […] Il prof. Musmeci sottolinea la grande

questo Liceo. Il presidente del Consiglio di isti-

generosità ed affettuosità dell’ospitalità tedesca

tuto, commendator Gramola a sua volta ringra-

(la Preside legge una lettera ricevuta alla Presi-

ziava per la fiducia datagli nell’eleggerlo presi-

de del Liceo di Landshut, che sottolinea il buon

dente. La signorina Ceccato dona annualmente

comportamento dei nostri studenti»36.

un assegno di L. 200.000 per lo studente che si

una nuova riunione poteva ascoltarne relazione: «a nome dei partecipanti il prof. Musmeci esprime la massima soddisfazione per il viaggio a Landshut che ha avuto tre momenti caratteriz-

Gli anni di presidenza della prof.ssa Ceccato furono segnati anche dal problema dello spazio da ricavare per un Liceo in continua crescita e dai difficili rapporti di coabitazione con l’istituto tecnico commerciale «Pasini» che fin dagli inizi occupava sette aule dell’edificio, culminate in un lungo braccio di ferro con la Provincia all’inizio dell’anno scolastico 1981-1982 per poter avere di ritorno due aule o vederne costruite di nuove37. In attesa della costruzione del II lotto (con la palestra), altri problemi insorgevano per trovare luoghi adeguati per l’attività sportiva sia durante le lezioni o per le necessità del gruppo sportivo, che era stato costituito il 20 ottobre 1978.

segnali per valori morali e che abbia mostrato impegno nel corso dell’anno scolastico, anche se non abbia conseguito ottimi voti»38.

A sostituire Mila Ceccato giungeva Antonio Cassuti, che già era stato insegnante del Liceo; lo guiderà (salvo il biennio in cui fu a Praga) fino al 2007.

ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alla data. A quello con Landshut negli anni seguiranno altri gemellaggi: con il Liceo «Tancsics» di Kaposvar (H), l’«Underealgymnasium» di Graz (A), con la «Bundeshandelsakademie» di Ogendorf (A), con la «Srednja Skola Mate Blažina» di Labin (HR) e con il «Gymnasium Joachima Barrando» di Beroun (CZ). Frutto del gemellaggio fu anche una donazione di 1000 marchi per l’acquisto di un voltmetro statico per il laboratorio di fisica (ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alle date del 2 febbraio e del 30 marzo 1980). 37 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, II, alla data. 38 ALST, Consiglio di istituto, Verbali del consiglio di istituto, III, alla data. Quasi a chiudere il primo periodo di vita del Liceo il presidente del Consiglio di istituto era quel Carlo Gramola che, come sindaco, aveva presieduto la riunione della giunta comunale del 28 dicembre 1959, con la quale era iniziata la storia del Liceo scientifico «Tron».

La preside Mila Ceccato a Landshut durante uno dei gemellaggi.

36

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1985-2007: GLI ANNI DELLE INNOVAZIONI Il ventennio circa che vide Antonio Cassuti alla guida del «Tron» è stato senza dubbio caratterizzato da una crescita esponenziale (e forse esagerata) del numero degli iscritti, ben oltre la capienza dell’edificio39, segno indubbio dell’interesse che suscitava la proposta didattica del Liceo, che tra il 1985 e il 2003 conobbe l’adesione a iniziative sperimentali organizzate a livello ministeriale, quali il Piano nazionale di informatica o, a partire dall’anno scolastico 1994-1995, i due indirizzi (scientifico e scientifico-tecnologico), formulati dalla commissione «Brocca»40. A fronte di quest’aumento, si rese necessario ampliare l’edificio. Si eresse perciò l’ala verso la palestra del liceo classico, per potervi ricavare altre nove aule. In tale occasione, prima di andare in pensione, il preside volle inaugurare i nuovi locali e la rinnovata biblioteca con la pubblicazione di un opuscolo che mettesse insieme il passato del «Tron», con l’illustrazione delle molte iniziative della scuola, e il presente rappresentato dagli studenti e dai docenti che animavano gli spazi della «scuola rosa». Qui, con un po’ di rimpianto, annotava: Nel 1978, quando il Liceo occupò la nuova sede, erano presenti due corsi completi e una classe terminale del corso C; trent’anni dopo le classi erano salite a 46 (2007. Liceo scientifico Tron. Schio, Schio 2007, p. [74-94]) ed era stato necessario chiedere in uso alcune aule all’istituto tecnico industriale «De Pretto». Una situazione, questa, che durerà qualche anno. Circa la distribuzione dei ragazzi nei diversi indirizzi, un’indagine svolta sui dati degli studenti tra il 1998 e il 2003, a proposito del Liceo scientifico scledense scriveva: «Il Liceo Tron registra un flusso complessivo che lo riporta quest’anno ai livelli di cinque anni fa: alla diminuzione dell’indirizzo tradizionale e linguistico (-21,78% nel quinquennio) e alla progressiva chiusura dell’indirizzo con piano informatico nazionale fa riscontro un significativo aumento dell’indirizzo tecnologico (+ 31,25% nel quinquennio) che raggiunge come preferenza i livelli dell’indirizzo scientifico. Quest’ultimo è in crescita quest’anno ma diminuisce nel quinquennio di - 14,19%).» (L’offerta formativa dell’Alto vicentino. Area Valdagno – Schio – Thiene, Venezia 2003, p. 94). 40 Antonio Cassuti aveva partecipato ai lavori del gruppo disciplinare di storia tra il 1988 e il 1989 (cfr. Piani di studio della scuola secondaria superiore e programmi dei primi due anni Le proposte della Commissione Brocca, «Studi e documenti degli annali della pubblica istruzione», 56, 1991, p. 318. 39

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LICEO SCIENTIFICO

«Ho trascorso la mia vita con questa signora [sc. Il Liceo scientifico]: come insegnante di filosofia e storia negli anni settanta, accolto nelle “baracche bucherellate di via Vecellio” e poi come preside negli anni ottanta (con una pausa biennale in Praga) nella attuale dimora dal tenue color rosa. Insomma la mia vita si identifica, per molti versi, con “Tron”, basta contare gli anni con una semplice operazione aritmetica»41.

E molte delle iniziative, che saranno illustrate nelle prossime pagine, sono frutto di quegli anni42; tre filoni, però, ci sembrano degni di nota: la dimensione europea del Liceo «Tron», la progressiva, ma costante apertura all’innovazione tecnologica e l’attenzione all’ambiente. Il respiro europeo del nostro liceo è testimoniato in primo luogo dalle partnership43 con piú scuole della Mitteleuropa, che si andarono ad aggiungere al tradizionale scambio con Landshut, ma anche dalla partecipazione alle iniziative del Learning Village a Padova in collaborazione con la comunità di lavoro di Alpe Adria, presieduta dallo stesso preside. Frutto particolare di quest’apertura fu la decisione (per la verità sofferta) da parte del Collegio dei docenti nel 2003 di proporre un indirizzo di studio, denominato Liceo scientifico europeo, nel quale erano apportate alcune modifiche sia di tipo curriculare

sia di tipo didattico, la piú evidente delle quali era l’introduzione della seconda lingua e la possibilità di svolgere alcuni moduli di lezione in lingua straniera44. Anche l’apertura all’innovazione tecnologica diventa un punto di forza dell’azione didattica del Liceo «Tron» di Schio fin dagli anni Novanta. Nel 1995 iniziava la sua attività del Tronweb «un gruppo di studenti appartenenti a classi diverse e accomunati dalla passione per l’informatica»45, la cui attività continua ancor oggi. Oltre al gruppo del Tronweb, tuttavia, a partire dalla metà degli anni Novanta tutto il Liceo conosce un notevole interesse per l’inserimento delle nuove tecnologie informatiche anche nell’organizzazione interna della scuola, tanto che, tra il 2002 e il 2004, il «Tron» riceverà una serie di riconoscimenti, legati proprio all’innovazione tecnologica in ambito sia nazionale sia europeo46, e sarà riconosciuto come un punto di riferimento per l’e-Europe. Infine l’attenzione all’ambiente è un aspetto caratterizzante il Liceo soprattutto sul finire degli anni Ottanta. Se negli anni Settanta si trattava dell’annuale partecipazione alla «Festa degli alberi», a poco a poco si comprese l’importanza della relazione tra uomo e ambiente; pertanto si previdero uscite sul territorio, a cominciare

2007. Liceo scientifico, p. 6 Cfr Luisa ALESSANDRI, Una comunità educante, 2007. Liceo scientifico, p. 28-30. 43 Sulla differenza concettuale tra gemellaggio e partnership si vedano le osservazioni di Luciana POZZER, Partnership al Tron, in 2007. Liceo scientifico, p. 38. 44 Cfr. Roberto NASSI, Il Liceo scientifico europeo, un indirizzo internazionale, in 2007. Liceo scientifico, p. 40-46. 45 Cfr. oltre alla scheda presente in codesta pubblicazione, anche Diego GIORGINI – Andrea PIGATO, Il gruppo Tronweb, informatici navigati, in 2007. Liceo scientifico, p. 36-37. 46 Il puntuale elenco dei riconoscimenti si trova disponibile sul sito della scuola all’indirizzo https://www.tron.gov.it/it/il-tron/ieri-e-oggi/riconoscimenti (URL consultato nell’aprile 2019). 41 42

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Il collegio dei docenti con il preside Antonio Cassuti sul finire degli anni Novanta.

dalle celeberrime camminate dell’ExplorerTron, per culminare con l’adesione al progetto europeo EGS, Energia Scuole Territorio Imprese, di cui il Liceo fu coordinatore a partire dal 2008.

DAL 2007 AL 2019: UN LICEO AL PASSO CON I TEMPI Partito Antonio Cassuti, la scuola passò sotto la guida di Antonino Caruso, proveniente dall’ITIS «De Pretto», che, pur segnato dalla malattia, resse la scuola fino alla morte nel 2011. Il primo dato che caratterizza il periodo che va dal 2007 al 2012 fu il calo degli iscritti nella nostra scuola, che dai 1197 dell’anno scolastico 2010-2011,

24

passò ai 928 del 2011-201247. La contrazione, tuttavia, ebbe un risvolto positivo nel fatto che, a partire dall’anno scolastico 2008-2009, tutte le classi rientrarono nell’edificio storico di via Luzio con un indubbio vantaggio nella vita scolastica. Nel 2009 il Liceo scientifico otteneva la certificazione EMAS, uno strumento volontario creato dalla Comunità europea per valutare e migliorare le prestazioni ambientali. Nel corso degli anni a venire si tradusse nell’impegno di rispettare e valorizzare l’ambiente attraverso un proprio sistema di gestione ambientale, affidato a un piccolo nucleo di studenti della scuola, coordinati da docenti. Un altro tratto caratteri-

I dati sono riportati in «Tangram», la newsletter della Fondazione palazzo Festari nel numero 2 del dicembre 2012 alla p. 13. Nello stesso numero sono riportati dati interessanti sulla provenienza degli studenti.

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stico della presidenza Caruso fu l’impegno che il Liceo profuse in ambito sociale (nacque allora l’uso del «tubo della solidarietà» nel periodo natalizio), e che si concretò nei progetti di «cittadinanza attiva». Ma l’evento che segnò piú profondamente questo periodo fu il cambiamento nei piani di studio della scuola secondaria superiore, dovuto alla riforma «Gelmini» nel 2010. Dopo gli anni delle sperimentazioni, due soli indirizzi tornarono a formare il nostro istituto, quello scientifico e la sua opzione delle scienze applicate. La piccola rivoluzione, però, stimolò la ricerca e l’impegno del Collegio dei docenti nell’innovazione didattico-metodologica, che quasi subito si concretò nella decisione, sotto Christine Zannoni, che, nominata reggente nel gennaio 2011, dopo la scomparsa del preside Caruso, resse il nostro istituto fino al 2015, di sfruttare gli spazi di autonomia, consentiti dalla normativa, per la costituzione di un indirizzo scientifico con una seconda lingua comunitaria, nel solco di quello che era stato l’indirizzo europeo. La decisione, adottata ancora nell’anno scolastico 2012-2013, si rivelò vincente e diede nuovo slancio all’attenzione che il Liceo scientifico di Schio ha avuto nei confronti dell’Europa48. Ma accanto alla formazione del nuovo indirizzo, il Collegio dei docenti cercò di impegnarsi nella proposta di numerosi progetti di ampliamento

dell’offerta formativa che, se in parte erano (e sono) la prosecuzione delle attività già storicamente presenti al «Tron», offrivano forme nuove di presenza della scuola sul territorio scolastico scledense49. Sempre durante la presidenza Zannoni, l’offerta didattica del Liceo scientifico di Schio si arricchì con gli indirizzi sportivi. Già dagli anni Settanta, si era costituito a scuola il primo Gruppo sportivo del Liceo (poi nel Centro sportivo scolastico), che nel corso degli anni non solo ha conseguito brillanti risultati nei tornei studenteschi, ma ha anche avviato molti giovani alla pratica sportiva. Perciò, quando, nel 2013, apparve la bozza

48 ALST, Collegio dei docenti, Verbali¸ riunione del 10 gennaio 2013. Successivamente, sotto Giovanna Deon, si realizzò un’ulteriore modifica del piano orario (ALST, Collegio dei docenti, Verbali¸ riunione del 26 gennaio 2016). 49 Di queste proposte sono testimonianza i lunghi elenchi che annualmente sono presentati negli opuscoli informativi distribuiti alle famiglie e ai futuri studenti durante le attività di orientamento. Sia concesso qui ricordare, a mo’ di esempio, il progetto ideato per le celebrazioni centenarie della prima guerra mondiale, che vide il Liceo «Tron» offrire dei percorsi alla scoperta delle tracce del primo conflitto mondiale in città (itinerari guidati dagli studenti e predisposizione del materiale illustrativo), come pure la presenza attiva in occasione del 24 maggio 2015 e, successivamente, per le commemorazioni, nel 2016, della «Strafexpedition».

Il Dirigente Scolastico Antonino Caruso alle prese con il “Tubo della solidarietà”.

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del regolamento che istituiva il Liceo scientifico sportivo, fu naturale cogliere questa opportunità. Però, di fronte ai ritardi legislativi, il Collegio dei docenti - non senza qualche esitazione - decise di lavorare anche a una propria proposta, grazie alla quota di autonomia, prevista dalle norme50. Nacque cosí il Liceo scientifico orien-

tato allo sport, innestatosi sul tronco dell’opzione delle scienze applicate. Conclusa, con l’anno scolastico 2015-2016, la presidenza di Christine Zannoni, il Liceo scientifico di Schio, che annoverava 952 studenti (decimo fra gli istituti della provincia di Vicenza per numero di iscritti) fu assegnato in reggenza a Giovanna Deon, allora dirigente scolastico dell’ITIS «De Pretto». Sotto la sua guida si procedette a una profonda revisione dell’impianto del Liceo scientifico di base qual era uscito dalla riforma del 2010 e si organizzò lo scientifico «moderno». Il lungo lavoro di preparazione e di discussione nel Collegio dei docenti non fu esente da contrasti anche aspri e, nel presentare la proposta, la Dirigente lo riconosceva: «[la Dirigente scolastica] si dichiara perfettamente consapevole che essa può aver suscitato perplessità e contrarietà. È tuttavia certa che all’origine di essa sta il desiderio di ridare un po’ di vita al Liceo scientifico che è percepito come un corso con alcune difficoltà»51.

Come si dichiarava nella presentazione della proposta, si riteneva che un punto di forza del Liceo scientifico moderno fosse proprio

Le presidi Christine Zannoni (sopra) e Giovanna Deon (sotto) in occasione delle annuali premiazioni di studenti meritevoli del Liceo.

26

«La possibilità di scegliere una disciplina da svolgere nel quarto e nel 50 51

ALST, Collegio dei docenti, Verbali¸ riunione del 10 gennaio 2013. ALST, Collegio dei docenti, Verbali¸ riunione del 2 maggio 2017.


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di quale sarà la futura scelta universitaria ed è

fico statale «Nicolò Tron», se da una parte è un momento importante per riflettere sul passato, dall’altra, come ha dichiarato l’attuale dirigente scolastico Silvio Grotto, non dev’essere un’operazione nostalgica:

giusto che l’istituzione scolastica offra la possi-

«La nostalgia ci sta ma noi utilizzeremo questa

bilità di una personalizzazione di una parte del

importante ricorrenza per proiettarci in un fu-

percorso liceale: in tal modo lo studente matura

turo caratterizzato da Europa, tecnologia e una

in autonomia e diventa protagonista, attore pri-

formazione che crei studenti e cittadini»53.

quinto anno appare un elemento di novità e di rilevanza didattica di notevole valore. Negli ultimi anni del quinquennio, infatti, la maggior parte degli studenti acquisisce consapevolezza

mo del suo percorso di apprendimento presente e futuro»52.

La celebrazione dei dieci lustri del Liceo scienti-

Una dichiarazione questa che anche il nobilhomo Nicolò Tron (1685-1772), titolare della scuola, sottoscriverebbe.

Collegio docenti 2018. La sottolineatura è tratta dalla presentazione del nuovo indirizzo, fornita al Collegio dei docenti nella riunione del 2 maggio 2017. Il novello indirizzo è partito con l’attuale anno scolastico. 53 Dichiarazione pubblicata in Karl ZILLIKEN, Liceo «Tron» mezzo secolo di scienze, «Il giornale di Vicenza», 1 maggio 2019, p. 30. 52

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Come eravamo. Una vita al Tron Antonio Cassuti

H

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o avuto la fortunata ventura di vivere trent’anni, o giù di lì, della mia vita al Tron; mi sono persino immedesimato in esso, quale parte viva e palpitante del mio percorso esistenziale. Come preside, antico, di questa comunità scolastica vorrei, onde non essere invasivo, indicare brevemente quali furono i tratti essenziali del progetto educativo e il clima che vi respiravo, che respiravamo, almeno nella grande maggioranza di chi al Tron viveva. Non citerò le persone che collaborarono quali protagoniste col preside di quella che una gentile collega definì “l’età periclea” del nostro liceo. Mi limiterò a ricordare con commozione e gratitudine impagabile, un eccezionale uomo di scuola: l’indimenticato Giorgio Guerra, vicepreside per molti anni e grande, prezioso amico mio. Giorgio ha avuto un unico torto: di andarsene lassù, tra gli amici che ci hanno preceduto, troppo presto. Il tratto primo, scontato aggiungo, ma non sempre praticato altrove, la centralità degli allievi al cui servizio la scuola vive e matura, diviene nel tempo. Mai, anche in presenza di episodi sfavorevoli all’allievo, decisioni sulla valutazione o di-


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sciplinari, venivano presi senza un iter meditato in profondità. Con e per l’allievo nella costruzione di una umanità in divenire. Una Officina Humanitatis, questo il Tron. Nella certezza, motivata psicologicamente e pedagogicamente, che anche l’educatore viene educato, nel processo educativo. Per chi scrive questo era un mantra ripetuto, liturgicamente quasi, sino alla noia. Meglio errare in bonomia, che essere certi di una “giusta”, si fa per dire, esclusione. Questa centralità dell’allievo, enfaticamente sottolineata da noi, e criticata maliziosamente altrove, trovava nella aderenza all’ambiente in cui il Tron vive, un momento primario. Essere figli di un’area dalle antiche tradizioni industriali, con un’etica del lavoro profondamente praticata, inscritta tuttavia in un contesto montano e pedemontano dai tratti assai belli, anche per i segni ancor vivi della nostra civiltà rurale, tutto questo veniva assunto quale punto di partenza. Ma per andare oltre. La dimensione veneta, nazionale ed europea erano non semplice cornice, ma necessario completamento di una coscienza identitaria composita e non eludibile, onde non cadere nel vuoto universalismo dei non-valori che un imperioso globalismo economico-finanziario e i modelli predicati dai media reclamano. Insomma educare contro l’anonimato e il conformismo era un obiettivo primario. La Matria/Heimat, la Patria/Vaterland e la Casa Comune Europea venivano coltivati come momenti armoniosamente svolti. Onde dare concreta attuazione, in armonia con

i tempi che stavamo vivendo, a questa centralità dei ragazzi nel processo educativo, si avviò a tappe forzate la digitalizzazione del Tron, sia sul piano didattico che organizzativo. L’uso degli strumenti digitali doveva essere uno strumento per allargare le conoscenze dei nostri allievi e avviare comunicazioni con altre realtà umane e culturali altrimenti impensabili. A tappe forzate il Tron realizzò questo percorso, con una partecipazione corale, divenendo in breve tempo Polo Informatico e quindi momento di formazione per la realtà veneta di insegnanti e non, in armonia con il Piano Nazionale di Informatica. L’acquisizione della certificazione ISO andò di conseguenza. Giorgio Guerra, prezioso amico e vicepreside, intrattiene gli ospiti al Learning Village.

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Il ruolo degli studenti fu centrale, anche per gli stimoli alle altre componenti scolastiche. Il loro sito Tron Web fu tra i primissimi in Italia. La sua efficienza portò la NASA, l’Ente Spaziale Americano, a individuare nel nostro sito, il referente per una spedizione di una navetta spaziale con destinazione Marte. Contestualmente furono accolte le novità proposte dal Ministero nella attuazione della autonomia scolastica, attraverso nuovi percorsi curriculari sperimentali, più aderenti ai contenuti e ai metodi praticati nelle realtà europee più avanzate. Di qui la adesione ai Programmi Brocca alla cui stesura, per i curricula di storia del biennio, partecipò a Roma lo stesso preside. La messa in cantiere anche del Brocca Informatico PNI (senza il latino), approvato non senza opposizioni, accelerò la riflessione sul futuro Antonio Cassuti con Adriano Rasi Caldogno Segretario generale della Programmazione presso la Regione Veneto.

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del Tron e ampliò il dibattito e la necessità di un lavoro collegiale costante, a livello di dipartimenti e di classi. La scuola divenne davvero un laboratorio didattico ed educativo permanente. Una officina di umanità come scritto. Il dibattito ed il confronto di idee avveniva anche attraverso un organo, non previsto dalle norme, ma ritenuto necessario da chi scrive. Mi riferisco allo Staff della presidenza che si riuniva settimanalmente, nella norma. I membri dello Staff durante i Collegi dei docenti sedevano col preside, relazionavano e rispondevano nelle materie di loro competenza; tutto ciò a prova di una dirigenza collegiale realmente operante. La crescita della autonomia di istituto e della digitalizzazione, trovava anche nella organizzazione tecnico amministrativa della scuola un momento significativo. La spinta alla sburocratizzazione reclamata dai tempi nuovi che stavamo vivendo, trovava nel centralismo ministeriale imperante un ostacolo serio; ma ciò non arrestò i nostri sforzi. Con il pieno sostegno del Consiglio di istituto e del Comitato genitori (attento a supplire i limiti finanziari noti) il preside sollevò la segretaria generale da eventuali responsabilità, civili e penali, assumendole in pro-


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prio, nel caso le bardature burocratiche allentassero eccessivamente gli stanziamenti per interventi di piccola e media entità finanziaria. Insomma autonomia e sburocratizzazione ai limiti delle norme (talora anche oltre, a dire il vero) caratterizzarono quei tempi con l’obiettivo di un Tron dall’alto livello educativo e umanamente rassicurante. Un rischio accolto senza esitazione. È in questa fase che il nostro Liceo divenne un punto di riferimento, nazionale ed europeo, significativo. Ovviamente non mancarono voci maliziosamente elogiative. In Provveditorato ci chiamavano Ateneo Tron e non Liceo. E noi godevamo di ciò, comunque. Meglio privilegiare l’invidia che sottolineare la maldicenza, annotavo con i colleghi. Una nota particolare vorrei dedicare alla apertura europea. Essa fu realmente avviata con l’intensificazione degli scambi scolastici soprattutto della Europa Centrale, l’approfondimento delle conoscenze sulla Ue e particolarmente con l’avvio nell’ambito del Brocca dell’Indirizzo Europeo. Dirò due parole al riguardo, perché per il preside il nuovo indirizzo doveva diventare paradigmatico nel futuro del Tron, con un programma da tempo elaborato dal capo di isti-

La biblioteca del Liceo Tron.

tuto e da alcuni collaboratori, anche alla luce di importanti esperienze europee. Il che, purtroppo, non avvenne. I programmi dell’Europeo si fondavamo sulla comune radice giudaico-cristiana del Vecchio Continente e sulla conoscenza e l’uso veicolare della lingua inglese come necessità imposta dai tempi. L’enfasi europeistica attraversava tutti i programmi del nuovo indirizzo; basterebbe leggere quelli assai affascinanti di letteratura italiana ed europea comparata e quello di religione cattolica. Per chiudere questo argomento e andare oltre, annoto nel Cultural Alpe Adria Network, nel Progetto Comenio, nel Learning Village per dire solo alcune iniziative cui partecipammo, i segni del nostro europeismo non di maniera.

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L’opera volutamente incompiuta nella sala intrattenimento del Liceo Tron. Alcuni numeri del giornalino d’istituto “L’Asino Rosa”.

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Se pensiamo alla necessità, oggi non rinviabile, di superare la attuale crisi del nostro Paese, che non è solo politica ma della politica, inscrivendola nella necessaria rigenerazione europea, esaltando la unità nella diversità del Vecchio Continente, senza scorciatoie nazionaliste pericolose assai, rileggere i programmi di cui si è detto e i documenti sugli eventi indicati, può essere un buon viatico. Due parole su un altro obiettivo, credo felicemente raggiunto; mi riferisco alla crescita del sentirsi parte di un collettivo, di una comunità esemplare, unica e dialogica ad un tempo. La coscienza di appartenere ad una comunità, al Tron, fu coltivata nella prassi e nelle immagini. Tron Meeting, CarnevalTron, TronWeb, TronEnsemble, Asino Rosa, Gruppo Sportivo, per citare alcune iniziative tra le tante, rafforzavano il lavorare assieme sotto la «bandiera del Tron», mi si lasci l’espressione. Annoto che lo stesso logo della scuola, bellissi-

Liceo Scientifico Tron, una chiave per aprire molte porte.

mo a mio avviso, con la O adornata dalle stelle della bandiera europea, nacque da uno studente in occasione del concorso sul logo della scuola appunto. Le assemblee studentesche erano organizzate con cura e con scelte di tematiche ben motivate. Avere reale voce in capitolo nella vita della scuola , da parte degli studenti, rafforzava uno spirito di appartenenza orgogliosamente coltivato. Essere del Tron... che bello! Lo avvertivo ovviamente anch’io, abate del Tron, come scherzosamente mi chiamavano gli studenti. A prova di come si viveva in molti, molti davvero, lo “spirito” del Tron che lievitava in noi, vorrei riportare queste note, metà memoria e metà nostalgia, indirizzate ad alcune colleghe insegnanti che vissero la mia stagione quale preside al Tron, collaborando strettamente col preside. Lunga e felice vita al Tron allora!

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Come eravamo Si coltivava il silenzio ma si comunicava / in profondità Si leggeva allo specchio la fatica nei nostri occhi ma era conforto / cogliere lo sguardo dell’altro Si scopriva essere la nostra testa piena di vento ma bastava un saluto / caldo di sì / per riprendere la strada Si provava talora la solitudine di chi dubita dell’amico ma ecco un cenno / seppur lieve della mano / per sentirsi in compagnia Si camminava assorti presi dai nostri pensieri ma si capiva / breve attimo / erano quelli / dell’altro pure Si giocava con le parole e con ripetuti assensi ma tutto diventava reale / sovente intensa comunicazione / di sé Si disperava talora di non essere accompagnati oltre l’occasionalità ma si ritrovava / sempre una mano amica

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Si dubitava d’essere vuoti ripetitori di parole e gesti sino alla noia ma cresceva / inaspettato un nuovo / originale progetto di sé / divenuti il Noi / non solo l’Io e il Tu / attori di vera vita / assieme


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Si diceva d’essere due massimo tre nient’altro ma si era tanti / tanti davvero / condotti da un soffio leggero / e vivo / primaverile quasi Si tornava a casa stanchi si gustava la protezione delle mura amiche ma si pensava / quasi un grumo di gioia / al lavoro del giorno dopo Si era oggetto della maldicenza altrui del mondo pettegolo quello fuori dal nostro Tron ma era solo invidia / e godevamo / come godevamo / d’essere invidiati Si vociferava altrove della nostra bonomia del nostro volare basso ma sapevamo maturare / giorno dopo giorno / il nostro orgoglioso / complesso di superiorità Si diceva spesso che il nostro padrone di Roma ci trattava male che la nostra professione non veniva apprezzata ma sapevamo che il nostro / era il più bello / divino quasi / Lavoro del Mondo / e mandavano alle ortiche / Roma e i suoi corifei locali / i burocrati di turno / tutti Si sentiva talora il peso dell’umanità che ci veniva consegnata per cinque anni per essere lievitata ma amavamo i nostri ragazzi / leggero era il loro peso / su di loro aleggiava il nostro spirito per loro batteva il cuore nostro / per loro si affinava la nostra cresciuta maestria / guida accolta / per loro cresceva la nostra misurata / ostinata protezione / il nostro ascolto / persino il nostro Amore / sì / persino il Nostro Amore. [A.C.]

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La belle époque del Tron nei primi anni Duemila Roberto Nassi

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l liceo i primi anni Duemila sono tutto un fermento di idee, progetti, relazioni. L’Unione Europea è una realtà che alimenta il sogno, ravviva il concetto di cittadinanza, affascina i giovani, stimola contributi di futuro: dopo il mercato unico sembra finalmente il turno dell’incontro culturale e della solidarietà. Antonio Cassuti presiede il Gruppo Progetto Relazioni Culturali di Alpe Adria e ha le idee chiare: al crocevia di rinnovate relazioni culturali non può mancare la scuola. A partire da quella di cui è preside. Coinvolge docenti, cerca supporto in Regione. All’Expo Scuola annuale di Padova, ai primi di novembre, uno stand denominato Learning Village si fa notare: la taglia extra large, il logo del Tron affiancato a quelli della Comunità di Lavoro di Alpe Adria e della Regione Veneto, il pullulare di studenti del liceo in maglietta bianca pronti ad accogliere gli ospiti alla reception, a presentare il programma del giorno, la loro scuola e quei fermenti che stanno dando forma a progetti innovativi da condividere e arricchire in tavole rotonde. E gli ospiti, in mezzo a frotte di ragazzini in visita alla fiera già pensando a quel che


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potrebbero fare da grandi, sono rappresentanti di associazioni, biblioteche, docenti, studenti, presidi provenienti da tutta la comunità alpeadriatica, dalla Croazia alla Repubblica Ceca, dalla Slovenia all’Ungheria. Il Learning Village diventa anno dopo anno un luogo di incontro reale e simbolico dove docenti, studenti, famiglie, associazioni ed istituzioni educative e culturali possono discutere di scuola e apprendimento, arricchire i programmi di studio, migliorare la qualità dei servizi di formazione. Lo spazio del grande stand è organizzato in ‘stazioni’, ciascuna ospitante una scuola italiana, una scuola straniera e un loro partner (pubblico o privato). Ogni stazione è provvista di personal computer collegati in rete e tutte le stazioni

sono collegate in web-conference con le rispettive istituzioni. Tra i temi sviluppati, l’educazione storico-sociale-culturale alla nuova Europa, comunitaria e inclusiva, che si sta allargando verso est; la poesia; i sentieri didattici nel Veneto e gli itinerari culturali di Alpe Adria; l’educazione allo sviluppo sostenibile… I seminari, le conferenze, i dibattiti di Padova sono il preludio a nuovi percorsi e metodi didattici da sperimentare in classe, a Schio e nello stesso tempo in tante altre scuole partner, in Italia e all’estero. Le classi sono adesso diventate le vere ‘stazioni’, collegate l’una all’altra in una rete in cui il web e la lim annullano le distanze, gli incontri virtuali si sostanziano di parole vere, in italiano, in inglese, fioriscono nuove conoscenze e amicizie. A scuola di democrazia con la delegazione della Srednja škola Mate Blažine di Labin e gli amministratori del comune di Schio.

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Durante i nostri meeting internazionali la bandiera d’Europa sventola al suono dell’Inno alla Gioia.

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UN LICEO EUROPEO

RICERCA E ALTA FORMAZIONE

Da qui alla sottoscrizione di partenariati il passo è breve e sciolto. Si inaugurano gemellaggi con i licei di Landshut, Berun, Albona, Kaposvar, Oberndorf mentre l’ambizione all’apertura internazionale e alla cultura dell’integrazione si consolida in un nuovo indirizzo di studio denominato europeo. La sua peculiarità non si limita alla seconda lingua straniera (il tedesco). Gli studenti vi studiano l’inglese per ben cinque ore la settimana nel biennio sicché poi, fin dal terzo anno, sono pronti ad affrontare in lingua inglese moduli di discipline non linguistiche come la matematica o la storia. Affrontano percorsi artistico-letterari veramente europei e ogni anno trascorrono due settimane (studio, visite, divertimento) con compagni di una delle scuole estere gemellate. Nuovi cittadini d’Europa crescono.

Un tempo i migliori istituti scolastici sapevano affiancare alla vocazione formativa ed educativa quella della ricerca e delle pubblicazioni. Il Tron, il Newton e il Pertini di Camposampiero intendevano ripercorrere le orme di quella nobile tradizione organizzando in sinergia convegni a cui davano il proprio contributo docenti di scuola e università, scrittori e altri esperti. Come quello del 2011, anniversario della morte di Antonio Fogazzaro, intitolato “La donna e il sogno”, una disamina di ritratti letterari femminili, dagli Acta martyrum a Sylvia Plath, dai romanzi fogazzariani alla poesia di Zanzotto e Calzavara, i cui atti si leggono nel volume omonimo per i tipi Egon Editore. Non sono passati così tanti anni da quel decennio. E inutile nascondere la fatica che queste e altre iniziative sono costate. Eppure quegli anni sembravano scorrere un po’ più lenti e riflessivi, visti da qui, non ancora corrotti dalla frenesia omologatrice odierna e da quelle parole d’ordine tanto perentorie quanto effimere e intercambiabili tratte di peso dal mondo del lavoro e della produzione che, assieme a un coacervo di sigle e frasi fatte, ammorbano le direttive ministeriali e i corsi di aggiornamento, sacrificando la preparazione dei docenti e l’innovazione dal basso delle scuole alla concitata e impiegatizia ricezione di norme e prassi e protocolli nel purgatorio caliginoso di controriforme in cui rischia di smarrirsi la scuola.


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Una scuola dell’innovazione e per l’innovazione: tecnologie e comunità Franco Torcellan

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l Liceo Tron le tecnologie non sono mai state una moda, anche se la scuola fin dagli ultimi anni ‘90 appare ricca di dispositivi digitali e di competenze diffuse tra docenti e studenti. Tutte le risorse, acquisite con puntuali progettazioni, dettagliate anche nelle procedure di acquisizione dei finanziamenti, non sono mai state inserite nella didattica per bisogni di immagine o per scopi generici di una potenziale fruibilità declinata in forma generica. Il Liceo ha infatti anticipato e praticato precocemente un concetto che il MIUR ha proposto negli ultimi anni: il compito autentico o compito di realtà. Il primo progetto innovativo nell’impiego delle tecnologie possiamo andarlo a ritrovare risalendo al 1996. La sua proposta non è associata ad una progettazione dei docenti, ma alla creatività di uno studente. Partendo da una semplice attività di traduzione di un sito della NASA che seguiva la Missione Pathfinder, la sonda di esplorazione di Marte, lo studente arrivò a proporre nella sua versione italiana funzionalità di

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relazione tra esperti ed appassionati: per la sua competenza nel merito e nei dispositivi della comunicazione l’Agenzia Spaziale Americana inserì insito nel novero dei siti ufficiali di supporto e divulgazione dell’esperienza scientifica. Già in questa iniziativa di limitato coinvolgimento della scuola nel suo complesso sono evidenti spiccati elementi di innovazione che emergeranno compiutamente in seguito nell’agire del Liceo nel suo complesso. In primo luogo la già evidenziata adesione ad un’iniziativa reale e un uso finalizzato delle tecnologie, appunto, in un compito di realtà. Per la media delle scuole italiane, in quella fase, le tecnologie erano ancora un oggetto di studio e al massimo si arrivava alla produzione dei giornalini scolastici, senza ancora saper analizzare ed utilizzare le effettive potenzialità del digitale, nonché del web e della sua specifica modalità di scrittura testuale e grafica. Altro elemento non comune, a quel tempo, era la partecipazione attiva dello studente alla costruzione del proprio apprendimento che le tecnologie aiutano fortemente facendo emergere ed integrando competenze formali in Sentieri Didattici del Veneto dall’aula al territorio attraverso il Web.

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contesti pluridisciplinari con competenze non formali ed informali: le tecnologie appaiono immediatamente un formidabile strumento per ricostruire un’unitarietà del sapere nell’integrazione delle varie competenze. E l’idea stessa di competenza comincia a farsi strada nella costruzione dei processi di apprendimento proprio perché non è la tecnologia l’obiettivo delle attività, ma la costruzione di oggetti d’uso, con un preciso destinatario che ne valuta la rispondenza ai propri bisogni. Il Tron è d’altro canto, da sempre, fortemente integrato nel proprio territorio che è, almeno fin dal ‘700, profondamente orientato all’innovazione: in una Italia che ha fatto la propria rivoluzione industriale vera e propria negli anni ’60, Schio e l’Altovicentino hanno precorso i tempi con una imprenditoria illuminata che non ha solo creato fabbriche e forme di produzione su modelli europei, ma che ha saputo costruire e gestire sistemi sociali di miglioramento delle condizioni di vita per tutti. La visione imprenditoriale è emersa e si è concretizzata nella necessità di condividere proprio i profondi cambiamenti che le tecno-


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logie andavano proponendo. Bisognava acquisire consapevolezza, mediare gli approcci degli adulti con quelli dei giovani, comprendere la richiesta del territorio ed anche disvelare, nel dialogo tra le sue componenti, i bisogni intrinseci e non espressi in quanto l’innovazione mette tutti in una condizione di apprendimento e di necessità di progettare e realizzare nuovi prodotti e servizi. Da questa necessità nasce il Tron Web, uno spazio di riflessione sulla nuova e complessa realtà virtuale che intrecciava la fisicità della vita quotidiana. Un vero e proprio incubatore di innovazione nella scuola per il territorio. “Imparare insieme facendo”: questo è il metodo del Tron Web che fa sì che i ruoli tra studenti e docenti spesso si invertano in una dimensione di ricerca e di condivisione delle risorse. Emerse subito una carenza di progettazione a fronte della disponibilità di tecnologie che permettevano di realizzare prodotti e servizi atti a migliorare o a rendere possibili varie attività. La progettazione, primo elemento dell’imprenditorialità, comincia dunque ad emergere nell’azione del Tron, rendendo innanzitutto più complessa e varia la gestione dell’apprendimento in forme di auto-apprendimento, auto-organizzazione e gestione di gruppi di lavoro dove l’interdipendenza positiva tra gli stessi, definita nel Cooperative Learning, è dettata dai processi di produzione progettati. Il Tron Web ha inciso profondamente: · sul clima della scuola, aumentando la partecipazione dei ragazzi alla gestione della stessa; · sul sistema organizzativo della scuola, mutan-

do l’ambiente scolastico e, in esso, il ruolo della componente alunni; · sulla manutenzione e sull’utilizzo di materiali e strumenti multimediali; · sui rapporti con enti esterni pubblici e privati. Di particolare interesse proprio queste ultime azioni che hanno permesso agli studenti di conoscere ed interagire attraverso internet, ma anche in presenza, con un mondo infinito di persone, informazioni, pensieri e all’insegnante di condurre le attività nella comunità locale. In particolare va ricordato il sito dei Musei dell’Altovicentino che ha dato poi origine al Museo Territoriale dell’Industria Vicentina. La potenza innovativa del Progetto Tron Web ha comunque attivato molte sinergie e collaborazioni, in primis, all’interno del Liceo stesso, tra docenti e tra allievi, tanto che un certo numero di ex allievi ha continuato a frequentarlo perché luogo di apprendimento aggiornato e significativo, nei contenuti e nei metodi. Tron Web è stato dunque una comunità che ha sviluppato in tutta la scuola un maggiore senso di appartenenza e di comunità ampia e aperta alla comunità territoriale. La tecnologia del Web ha quindi generato, in analogia, un’abitudine a tessere rapporti e relazioni. Ne è scaturita una complessiva idea di “comunità che apprende” che si è concretizzata in due entità che oggi hanno finito il loro percorso operativo, ma che hanno lasciato un segno nel dibattito e nel tessuto professionale di Schio: la Cooperativa di ex allievi del Tron “Loom” e un luogo di progettazione istituzionale dell’innovazione, il Distretto Formante.

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Lo slogan “Studente al centro” è un riferimento costante adesso come allora.

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La prima ha sviluppato maggiormente la logica imprenditoriale dei giovani, potenziando la capacità produttiva del Tron Web e rilanciando allo stesso tempo aggiornamento ed orientamento, ma anche proponendosi al tessuto imprenditoriale come stimolo all’innovazione. La seconda ha costituito un ampio incubatore sociale di progetti innovativi gestita dai Comuni di Schio e Santorso che ha coinvolto molti attori territoriali, ma anche i cittadini in un profondo dibattito sul futuro dell’Altovicentino come area di storica ed attuale industrializzazione. In questa logica è da leggersi quale estrema ricaduta dell’azione del Liceo Tron anche la costituzione a Schio di un Demo Center in collaborazione con il Centro Produttività Veneto di Vicenza - Fondazione Giacomo Rumor, dove le aziende sperimentano nuovi materiali, nuovi processi produttivi, dispositivi per la sostenibilità e il risparmio energetico. Le tecnologie digitali e l’ampia pratica del Web hanno quindi portato il Tron a costruire la

propria attività su quattro pilastri del digitale: · un’ampia comunicazione interna ed esterna, strutturata, ma generatrice di idee; · la condivisione su vasta scala di risorse (contenuti e strumenti); · la collaborazione che può spingersi fino alla cooperazione e alla coprogettazione; · la comunità che si integra in reti di scopo (di sole scuole o con presenza di altri soggetti pubblici e privati che attuano progetti comuni). Se ne è ricavato un vero e proprio modello (il Modello delle 4 C) su cui si è innanzitutto fondato il funzionamento dell’organizzazione del liceo. Il dispositivo professionale di database Lotus Domino (server) Notes (client) ha permesso la costruzione e l’adattamento ai contesti operativi dei progetti di uno specifico applicativo Master Mind per la gestione dell’organizzazione secondo il Modello delle 4 C. La visione imprenditoriale dell’azione scolastica ha portato il Liceo Tron a sviluppare la gestione dei servizi secondo flussi di produzione da sottoporre a miglioramento continuo secondo le logiche del Total Quality Management. L’adozione di un Sistema Qualità comportò: · una forte innovazione tecnologica; · una graduale riduzione massiccia della documentazione cartacea; · un supporto al cambiamento; · un forte coinvolgimento del personale scolastico; · la collaborazione continua con associazioni, enti pubblici e privati che operano nel settore della formazione, dell’ICT, dell’attenzione all’ambiente.


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Master Mind ha supportato la gestione del sistema per quanto riguardava: · lo scambio di messaggi; · la condivisione delle rubriche e delle agende; · la condivisione della modulistica, delle procedure, della documentazione delle attività didattiche; · la gestione dei processi di approvazione della documentazione e dei workflow delle varie attività inerenti alla formazione e al supporto delle stesse. Il sistema è stato integrato con il sito internet della scuola. In particolare il sito Internet è diventato lo strumento per:

· la condivisione della documentazione didattica (dispense, esercitazioni, Unità Didattiche); · l’invito, la pubblicazione e la conferma della presenza alle riunioni; · la redazione, approvazione e pubblicazione di avvisi e circolari; · la redazione, approvazione e pubblicazione della programmazione didattica; · la gestione della documentazione delle attività relative ai progetti formativi. Come si evince da quanto qui riportato, il sistema permetteva di sviluppare attività di formazione on line ed anche una documentazione multimediale, narrativa e generativa (capace L’aula Multimediale 1, progettata a isole, per favorire la collaborazione tra gli studenti.

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di far nascere nuove idee e promuovere nuove attività innovative), secondo i parametri che internet andava delineando e che non solo prevedevano una dettagliata descrizione delle unità didattiche/di apprendimento (che il cartaceo permetteva), ma anche una dimensione emotivo-empatica e modalità di riflessione professionale (ricordiamo che il primo Preside del Liceo Tron fu quel Renato Bortoli che dal 1980 al 1990 fu presidente della Biblioteca Pedagogica di Firenze oggi INDIRE). MasterMind era un sistema rigoroso, ma semplice, di gestione dell’organizzazione, governato da principi precisi della teoria dell’organizzazione. Un suo riadattamento (TQLM) permise una gestione più puntuale proprio del Sistema Qualità. Un altro adattamento permise lo sviluppo di Scuole in Rete che mise in relazione molte scuole dell’Altovicentino e soggetti territoriali quali: · Associazione ricercatori storici “IV Novembre”; · Centro Turistico Giovanile della Regione Lombardia; · Centro Studi di Riabilitazione Neurocognitiva di Villa Miari a Santorso (Vicenza), fondato dal Comune di Santorso, dall’Ulss 4 e dall’Ars di Santorso. Gli ambienti operativi della piattaforma erano: Mediateca, Archivio Fotografico, Link, Progetti, Sentieri Didattici, Forum, Chat, Giornalino, Mercatino, Sametime (sistema di Messenger e Videoconferenza). Tra i progetti sviluppati dalla rete ebbe particolare fortuna la produzione da parte degli stu-

denti di itinerari educativi on line nel territorio (Sentieri Didattici), che coinvolse anche il Comune di Venezia. Tutto ciò in tempi in cui non si parlava ancora di registro elettronico. Attraverso MasterMind, infine il Liceo Tron riuscì con apposito adattamento a gestire il Progetto Cultur Alpe Adria Network che prevedeva la gestione di una rete di scuole e soggetti del mondo della cultura nelle regioni della Comunità di Lavoro Alpe Adria di cui faceva parte il Veneto. Regione Veneto gestiva il Gruppo Cultura della Comunità ed aveva scelto il Tron come scuola di appoggio. I progetti più significativi furono: · Sentieri di Alpe Adria: riedizione di Sentieri Didattici di Scuole in Rete in dimensione europea; · Portfolio dello Studente Europeo: sistema di certificazione di competenze di cittadinanza europea. Un altro momento dunque di carattere altamente innovativo e di assoluta attualità (l’avvio di un processo di internazionalizzazione della scuola) che il Tron ha posto in essere grazie ad un puntuale utilizzo delle tecnologie mirato agli obiettivi. L’aver affrontato in tempi precoci, non tanto le tecnologie i sé, ma i loro impatti profondi sulla scuola e nella società, consente oggi al Tron di affrontare le questioni del Digitale con naturalezza e con il giusto orientamento, senza quegli affanni che alcune scuole manifestano nel quotidiano, ma mantenendo uno spirito di continua ricerca per cogliere tutte le opportunità di innovazione.


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Il volumetto che descrive i venti sentieri realizzati da altrettante scuole con undici diversi partner.

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TronWeb... all’epoca dei pionieri! Giorgio Pizzolato

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uando il pc è stato connesso alla Rete è cambiato il mondo e anche il TronWeb ha preso parte alla grande avventura. All’alba di Internet non era semplice neppure connettersi e comunicare: il collegamento esisteva soltanto in interurbana e nessun editor ancora era stato prodotto. Ma l’impegno più gravoso, e nello stesso tempo più arricchente, era quello di trovare contenuti interessanti da pubblicare, avere una propria identità e originalità per presentarsi al mondo. I ragazzi del TronWeb iniziarono con poche lezioni fatte da me su cosa fosse Internet e sul linguaggio HTML, poi diventarono essi stessi docenti, o meglio, venne meno il mio ruolo usuale di professore e si creò invece via via un ambiente di lavoro in équipe in cui si fissavano gli obiettivi, si dividevano i compiti, si confrontavano i risultati e le competenze acquisite. Già dopo due anni quel gruppo di alunni desiderosi di apprendere sembrava piuttosto un’azienda con un suo specifico know-how, e adesso, dopo più di 20 anni, è un sistema consolidato dove i ragazzi del biennio sostituiscono i maturandi, dove gli esperti addestrano e coordinano i nuovi.


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Ecco in sintesi i riconoscimenti acquisiti nei primi anni:

1995: Nasce il sito del Liceo Tron, tra le prime cinque scuole in Italia 1996: Scuola del mese per IBM 1996: Premio «La più bella del reame» della rivista Pianeta Scuola 1996: 1°premio “Scuola dell’anno” per l’editrice Garamond e la rivista Click 1996: I ragazzi del TronWeb sono premiati al FutureShow di Bologna 1997: Miglior sito studenti Europa al concorso della regione Friuli Venezia Giulia 1997: Il sito di astronomia del Tron è riconosciuto come sito ufficiale in lingua italiana della missione PATHFINDER della NASA su Marte 1997: È raggiunto il traguardo di 10.000 contatti/mese all’home page! 1998: Espositori al salone dei beni culturali di Venezia con il sito dei musei dell’Altovicentino 1998: Relatori presso palazzo Algarotti – Istituto per il Turismo di Venezia per il progetto Europeo sul Tiepolo 1996-1998: Relatori al convegno studenti informatici alla Città dei ragazzi di Roma 1998: Recensioni del nostro sito sulle riviste Focus e su Inter.net. 1999: Espositori al JOB di Verona 1999: Relatori al convegno giovani nell’era digitale a Roma organizzato da Palazzo-chigi.it 2000: 1° premio – Sfida all’ultimo WEB promosso da Jumpy – Editrice Elemond 2001: Il Tron è la scuola n.1 in Italia per l’Osservatorio tecnologico del MPI 2001: Tron unica scuola portata come esempio in e-Italia: Un progetto per l’Italia e l’Europa, un contributo per la comunità internazionale della Presidenza del Consiglio Ministri, ed. Il Sole 24ore

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Il Sito del Liceo Tron fu riconosciuto dalla NASA come sito ufficiale in lingua italiana della missione Pathfinder su Marte. La home page del sito del Liceo Tron nel 1997.

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TronWeb... 25 anni vissuti con entusiasmo e passione! Angelo Catena

L’

avventura del gruppo TronWeb, iniziata nel 1995, continua a vivere dopo 25 anni di attività senza aver perso l’iniziale entusiasmo. Dall’alba di Internet ad oggi gli studenti aderenti al TronWeb hanno maturato insieme competenze proprie rilevanti, riuscendo a realizzare prodotti sempre nuovi, adeguati alle novità tecnologiche e al progredire di Internet. Potremmo dire che nel gruppo del TronWeb l’accesso all’informazione e alla conoscenza, la comunicazione e la collaborazione interpersonale raggiungono un momento di sintesi reale con lo slogan imparare insieme facendo. I più «esperti» trasmettono le conoscenze acquisite ai nuovi componenti del gruppo, sia nella normale attività di pianificazione e di gestione, che negli specifici momenti di formazione; definiscono le azioni da compiere, gli aggiornamenti da apportare nei contenuti del sito, le attività da intraprendere con le relative scadenze e i termini di consegna. Possiamo dire con convinzione che l’esperienza del TronWeb ha contribuito in modo determi-

Il Dirigente Scolastico Antonino Caruso alle prese con il “Tubo della solidarietà”.

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nante a far nascere nel nostro Liceo una consapevolezza nuova: lo studente è protagonista del suo processo di apprendimento. In particolare, lavorando con le attrezzature della scuola, insieme a insegnanti e preside, lo studente scopre di essere lui il destinatario del servizio scuola e contemporaneamente di avere un ruolo importante nella qualità del servizio educativo e formativo. Non a caso molti ex studenti del TronWeb sono ora persone di successo nel mondo. L’attività di manutenzione ordinaria del portale TronWeb è affiancata dalla realizzazione di altre iniziative su «commessa», proposte da enti istituzionali, attuate in collaborazione con aziende private del territorio o per rispondere alle necessità del Liceo e delle scuole del Campus. Ecco alcuni esempi di prodotto realizzati dagli studenti del TronWeb: · Museo territoriale dell’Industria Vicentina (MUTIV): il sito internet che fece nascere l’idea ai musei del territorio di unirsi in rete. Il sito dei musei dell’Altovicentino, realizzato dagli studenti del TronWEB, fu l’occasione per pensare alla rete museale.

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· Il Tiepolo e la vita in villa: commissionato dalla provincia di Vicenza. · Sulle orme del soldato - La Grande Guerra sul Monte Pasubio: Il sito che vinse il primo premio Qwerty Venezia. · Prenotazione colloqui scuola-famiglia: un servizio per evitare lunghe code che è poi stato copiato spudoratamente (la colpa è stata ammessa) dai nuovi registri elettronici. · LIM by home: sevizio di condivisione in rete dei materiali didattici prodotti con le LIM. · Proxy School Manager e K-LAN per l’accesso ai laboratori; il primo ha vinto il concorso di LUG Vicenza, il secondo è ancora richiesto dalla comunità Open Source. · Il Mercatino Libri: un servizio per scambiare i testi scolastici usati durante l’estate tra gli studenti del nostro Campus che continua a far risparmiare un mucchio di soldi e di carta. · Elezioni on line: un servizio per raccogliere i voti degli studenti e dei genitori in occasione del Consiglio di Istituto e della Consulta provinciale. · TNT (Tnt Net Tron): un portale di accesso unificato a molteplici servizi web dedicati a studenti, famiglie e docenti. · Gestione assemblee di istituto e Questionario della percezione: un servizio che consente agli studenti di selezionare i laboratori di loro interesse durante le assemblee di istituto ed esprimere la propria opinione in merito a questioni rilevanti per la nostra scuola.


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CarnevalTron: quando gli studenti fanno scuola di creatività Elisabetta Bortoli

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uanto vanno indietro i ricordi… Chi è al Tron da tanti anni rammenta che il preside Cassuti, nei giorni del Carnevale, amava mascherarsi (e che maschere! Costume,trucco e parrucco, tutto curato nei minimi dettagli) e si presentava poi davanti ai suoi alunni nei più svariati travestimenti, tali da disorientare gli allievi, abituati al suo carisma sì versatile, ma sempre molto autorevole. E ridevano, i ragazzi, ridevano e apprezzavano quel pirandelliano uscire dalle regole istituzionali da parte del loro Abate. Nasce da lontano, nasce da lì e da lui, l’idea di fare del Carnevale un’occasione per trasformarsi, per ribaltare i canoni, per proporre metamorfosi inaspettate, non solo individuali, ma collettive, corali, totali… E metamorfosi è stata, metamorfosi di un’intera scuola! Allora ecco che il Tron, serio Istituto liceale, cambiava veste e, per una settimana, diventava cantiere, opificio, falegnameria, laboratorio, un’iperattiva fucina dove i ragazzi ideavano, progettavano, inventavano, tagliavano, incollavano, dipingevano, costruivano, CREAVANO.

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E stavano tanto insieme, imparando a conoscersi meglio, socializzando tra loro più in quei pochi giorni che forse in un intero anno scolastico. Momenti, pomeriggi interi, sicuramente formativi . Un lungo lavoro di preparazione e poi arrivava il giorno dell’evento, la mattinata in cui, composto in quasi magica sintesi, appariva il risultato finale. La porta dell’aula diventava la magica soglia di un mondo incantato.

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Dapprima ci sono state le aule: l’idea di classe, intesa sia come locale sia come gruppo di alunni, veniva messa in discussione, stravolta per farla diventare un processo artistico. Le aule si trasformavano in luoghi del passato, o del futuro, o luoghi immaginari, popolati da varie creature, luoghi da attraversare, da percorrere, immedesimandosi in quegli ambienti e vivendo in quel tragitto un’ esperienza. Poi sono venuti gli spettacoli, da rappresentare sul palco(scenico) dell’aula magna, in cui interpretare un tema stabilito, CREANDOCI intorno una storia, sullo sfondo di vere e proprie scenografie, indossando maschere ad hoc e alternando, in pochi minuti, musica, danza, recitazione. Gli studenti non erano più studenti: si facevano operai instancabili, per essere poi cantanti, mimi, attori, personaggi e registi di quadri fantasmagorici; erano funamboli, CREATORI di variopinte rapsodie. È stato davvero incredibile, nel corso degli anni, il trionfo di colori, di costumi, di immagini, di interpretazioni, di affreschi viventi a cui i ragazzi, sempre e solo loro, hanno dato forma concreta e vita pulsante. E l’effetto era quello di una gioiosa festa condivisa in allegria e leggerezza, tra tante risate, ma anche tra tante emozioni. Sì, perché i ragazzi ci divertivano, ma anche ci stu-


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pivano con la loro originalità, la loro spontaneità, il loro coraggioso esporsi, la loro immaginazione “senza fili” e senza filtri, il loro impegno e la loro bravura nel realizzare le “cose” più impensabili. Nessuno voleva perderselo il CARNEVALTRON: compagni, ex studenti, professori (con figlioletti appresso), genitori, Preside... E così, tutto mescolato senza distinzione di ruoli, questo pubblico variegato assisteva, rideva, applaudiva, ma anche si meravigliava dinanzi a tanta CREATIVITÀ. Il Liceo Tron alla CREATIVITÀ dei suoi alunni ha creduto, ritenendola un valore formativo, una ricchezza da valorizzare, e ha lasciato quindi che essa si esprimesse libera, completa, guidata solo dall’entusiasmo della gioventù. E tutti i CARNEVALTRON sono state esperienze entusiasmanti, la proposta, all’avanguardia, di un’idea di scuola che sa, e vuole, essere diversa.

Varcata con curiosità la soglia, si restava sorpresi o addirittura sconcertati. Tra le scene più impensabili molti ricorderanno certamente l’apparato digerente.

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Learning Village: il villaggio dell’apprendimento Giorgio Pizzolato

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l Learning Village è un progetto del Liceo Tron sponsorizzato principalmente dalla Regione Veneto e dalla fiera Expo Scuola di Padova; esso identifica spazi reali e virtuali di cooperazione tra docenti, studenti e organizzazioni del territorio (Scuole, Università, Regione, Province, Comuni, Musei, Biblioteche, Associazioni Culturali e Imprese) riuniti in una partnership attiva e supportati da strumenti tecnologicamente avanzati per garantire una formazione e un approfondimento di alto profilo. L’iniziativa, lanciata a Padova nel corso di EXPO’ Scuola 2003, è stata ripetuta con successo negli anni successivi, con il progressivo aumento del numero dei partner e della presenza di scuole straniere. Ma, al di là del momento fieristico, il Learning Village è stato comunque, prima di tutto, un insieme di progettualità gestite nel territorio e in specifici ambienti di cooperazione on-line. L’idea principale alla base dell’agire della scuola era, ed è, la centralità dell’allievo, nonché il suo successo formativo. Con l’obiettivo palese di rendere l’alunno protagonista del suo processo di apprendimento, l’istituzione scolastica si pone in un’ottica di miglioramento continuo


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ponendo attenzione sia al rinnovamento della didattica, sia alla semplificazione e alla funzionalità dell’organizzazione. Il modello proposto indica quattro dimensioni fondamentali del sistema scuola, ossia: · una «comunità» performante orientata all’innovazione; · una «cooperazione» intrinseca, per cui le persone lavorano insieme con obiettivi comuni e condivisi, con comunità di pratiche, con regole sviluppate in parte dai membri stessi dell’organizzazione; · una «comunicazione» estesa, basata sull’utilizzo delle forme e dei modi più adeguati e che si estende oltre i confini dell’organizzazione; · una «conoscenza» condivisa tra i membri dell’organizzazione, che si preoccupano di promuovere e di gestire in modo ottimale tutte le forme di sapere maturate all’interno e acquisite dall’esterno.

Insegnanti, tecnici e studenti collaboravano insieme alla preparazione dello stand, all’organizzazione degli eventi e nell’accoglienza degli ospiti.

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Cultur Alpe Adria Network Franco Torcellan

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egli anni del massimo allargamento dell’Unione Europea (il primo decennio del 2000) la Comunità di Lavoro Alpe Adria, fondata dalla Regione del Veneto, forniva un fattivo contributo all’integrazione culturale tra i cittadini delle Regioni che la componevano. La Commissione Cultura e Società era guidata proprio da Regione del Veneto, che scelse nel 2003 il Liceo Tron per la sede del gruppo di lavoro e per la progettazione e la realizzazione delle attività. La finalità era la costruzione di un Sistema Formativo Integrato e distribuito che mettesse in rete attraverso le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione tutte le risorse educative e di formazione presenti nel territorio (scuole, biblioteche, musei, aziende, ecc.) per consentire la costruzione di percorsi personalizzati di apprendimento in una dimensione di lifelong learning. Per la gestione di tale rete, il sistema MasterMind, già in uso per le attività di organizzazione scolastica e per il Progetto Scuole in Rete, permise la realizzazione di una piattaforma apposita nella quale i singoli progetti venivano gestiti in forma di campus virtuali.


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Le regioni di Alpe Adria.

Seguendo le indicazioni di Federico Butera per la descrizione delle organizzazioni scolastiche, si predisposero sistemi di rete per comunità professionali performanti, orientate ai risultati attraverso un’intrinseca cooperazione e la comunicazione estesa di conoscenze condivise (Butera F. et alii, Organizzare le scuole nella società della conoscenza, Carocci, 2002). Le sezioni in cui la piattaforma si divideva erano quattro: Area dell’Informazione, Area della Comunicazione, Area della Condivisione, Area della Cooperazione. Cooperative Learning e Peer Education sono state le metodologie maggiormente praticate in tali ambienti virtuali.

I PROGETTI Il primo progetto avviato fu “Una biblioteca per Alpe Adria” che mirava a mettere a disposizione degli operatori culturali istituzionali e non un indice ragionato di indirizzi internet di interesse per il sistema bibliotecario della Comunità di Lavoro. La costruzione di tale indice doveva permettere la realizzazione di un siste-

ma di news bibliografiche di storia e letteratura locale. La finalità era quella di promuovere la qualità del complessivo sistema bibliotecario, facendo conoscere le migliori realtà di gestione delle biblioteche; inoltre si puntava a mettere in connessione gli studiosi di biblioteconomia, anche attraverso stage mirati e la promozione della loro crescita professionale. La rete delle biblioteche avrebbe dovuto anche far conoscere e promuovere la letteratura delle varie regioni della Comunità, diffondendo le opere più significative nelle diverse biblioteche pubbliche. Si ipotizzava, inoltre, il coinvolgimento di editori e operatori culturali nell’organizzazione di eventi pubblici e la divulgazione delle opere negli spazi di vita quotidiana. Questa idea troverà piena attuazione nel meeting annuale dei poeti di Alpe Adria che prenderà nome “fluSSidiverSi”. L’esperienza di partecipazione a progetti di scala europea del Tron prende avvio da un riconoscimento: European Schoolnet inserisce il Liceo nella Rete ENIS (European Network of Innovative Schools) come scuola selezionata fra quelle

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più attive nel campo dell’Informazione e della Comunicazione applicata alla didattica e all’apprendimento. Altro progetto europeo significativo a cui il Liceo prese parte inserendolo nell’esperienza di Cultur Alpe Adria Network fu il progetto eTandem che proponeva l’apprendimento delle lingue in una situazione di gemellaggio elettronico simile a quelli dei Progetti eTwinning di INDIRE: il Tron collaborò con una scuola austriaca. I progetti scolastici più importanti svolti in Cultur Alpe Adria Network furono però due: una riedizione di Sentieri Didattici, “Percorsi di Alpe Adria” già esperiti nell’esperienza Scuole in Rete e “Educazione alla nuova Europa: Portfolio dello Studente Europeo”. Percorsi di Alpe Adria ha internazionalizzato il Progetto Sentieri Didattici. Sono state poste in essere azioni di e-learning blend per supportare la costruzione cooperativa di itinerari didattici in varie regioni di Alpe Adria per far valorizzare agli studenti la cultura, il territorio e l’ambiente locali alla ricerca delle specifiche identità. Le azioni sul territorio si sono alternate al lavoro in piattaforma originando i prodotti, ma anche la documentazione delle esperienze didattiche, che ha fornito spunti di innovazione, ma anche disponibilità di accoglienza reciproca tra le scuole coinvolte. Il Portfolio dello Studente Europeo ha voluto certificare i percorsi di formazione degli studenti dai 13 ai 16 anni centrati sull’apprendimento dell’Europa e mirati alla definizione di una identità legata al proprio territorio, ma, al contempo, partecipe di una dimensione continentale.

Lo studente, attraverso una specifica piattaforma web, viene chiamato a redarre un proprio profilo personale, una sorta di “piccolo curricolo precoce”, seguito da un elaborato che descrive un luogo del proprio territorio particolarmente identitario, e poi da un elaborato che descrive un luogo in cui siano rintracciabili elementi di altre popolazioni europee; quindi una webquest svolta in gruppi valuta le conoscenze complessive sull’Europa rimesse insieme attraverso una specifica azione di socializzazione dei risultati della ricerca. Alla fine, un tradizionale test certifica i risultati conseguiti durante tutto il percorso e consente il rilascio di un Patentino dello Studente Europeo. Il Portfolio dello Studente si è diffuso in molte scuole di Alpe Adria, diventando strutturale nel Liceo Tron. In Croazia il Progetto è stato inserito tra i progetti riconosciuti dal Ministero della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport. Lo spazio fieristico denominato Learning Village e allestito a Padova presso l’annuale Salone della Scuola, EXPOScuola, ha costituito la manifestazione fisica dell’ambiente integrato di apprendimento proposto da Cultur Alpe Adria Network: docenti, studenti, famiglie, organizzazioni pubbliche ed imprese hanno consolidato in esso reti di relazioni, scambi, sinergie e progetti per l’arricchimento dei programmi di studio e per il miglioramento dei servizi per la formazione, mettendo al centro lo studente e rendendolo protagonista dei processi di apprendimento. L’esperienza Cultur Alpe Adria Network si è chiusa e la Regione del Veneto è uscita dal-


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la Comunità di Lavoro Alpe-Adria. Il progetto fluSSidiverSi (https://flussidiversi.jimdo.com/), meeting dei poeti di Alpe Adria, a cui si è brevemente accennato in precedenza, pur essendo una derivazione del Progetto del Tron gestita direttamente dalla Regione del Veneto, testimonia della strategicità dell’azione del Liceo scledense. Valorizzazione delle specificità locali, qualità culturale, promozione di relazioni internazionali, centralità della scuola e dell’apprendimento nel tessuto sociale ed imprenditoriale, sono azioni ben desumibili da una manifestazione che ha visto Andrea Zanzotto tra i padri fondatori e che ha portato poesia, musica, danza in tutto il centro storico e il territorio di Caorle. Chi oggi raggiunge la scogliera di questo borgo storico, nel leggere le targhe con i versi di vari importanti poeti qui progressivamente collocate può constatare come l’azione educativa e culturale del Tron, dalla montagna, sia arrivata al mare.

Il banner di CulturAlpeAdria Network.

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EGS Energia, Educazione, Enti locali, Scuole Giorgio Pizzolato

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na rete di scuole europee per coinvolgere le comunitĂ locali in programmi di efficienza energetica: Distretti formanti ed energia.

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La pubblicazione finale, riepilogativa del progetto, diffusa in 15 stati europei.


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Il progetto, pensato e coordinato dal Liceo Tron, è stato finanziato da EACI (Executive Agency for Competitiveness and Innovation), e ha coinvolto, fin dalla sua presentazione (2008), 22 partner (scuole, università, centri di ricerca, agenzie per l’ambiente pubbliche e private ) situati in 10 paesi dell’Unione Europea (IT, PT, NL, SK, F, FIN, BG, DE, RO, AT) con l’obiettivo di promuovere il ruolo chiave della scuola nel coinvolgimento degli attori locali (studenti, famiglie, imprese, autorità locali) relativamente al processo di miglioramento dell’efficienza energetica delle comunità di appartenenza.

I RISULTATI ottenuti in tre anni di collaborazione sono stati questi: · produzione di un manifesto energetico per le scuole ed un accordo internazionale di cooperazione sottoscritto da 122 enti; · compilazione di un dossier sulle buone pratiche energetiche, un sistema di verifica e gestione dell’energia nelle scuole; · a ttivazione di 13 forum scolastici (con 39 scuole europee!), che hanno prodotto 13 piani d’azione contenenti ciascuno 5 progetti per il territorio; pianificazione di almeno 39 nuovi progetti energetici e realizzazione di 13 azioni pilota monitorate e valutate; ·o rganizzazione di corsi di aggiornamento per i docenti e di formazione per gli studenti con il coinvolgimento degli «attori locali». Ogni indicatore rosso rappresenta un partner del progetto.

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Explorer Tron: imparare camminando Gianna Cappozzo

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i partiva col suono della prima campanella, accompagnati negli incroci stradali dalla Polizia locale, opportunamente avvertita. I passanti, allertati dagli schiamazzi e dalle risate che solo la giovinezza è in grado di regalare, si fermavano incuriositi a guardare e seguivano il passaggio di questo fiume di studenti con un sorriso melanconico e complice, perduti, forse, nei ricordi della loro gioventù e contagiati da così tanta allegria. Poche centinaia di metri d’asfalto e poi si entrava nel percorso pedonale, cercato, studiato e marcato con tanta cura e lavoro nei giorni precedenti. Numerose sono le vie nelle colline del Tretto, tra Santa Caterina e Sant’Ulderico, e proprio molte di queste sono state il percorso scelto da esplorare alla scoperta del nostro territorio. Finita la strada asfaltata, iniziava lo sterrato e si cominciava ad imparare; imparare a camminare, per alcuni tratti, in silenzio ad ascoltare i rumori del bosco; imparare a socializzare con tutti, anche con persone inattese e inaspettate; imparare a fare fatica (quante scarpe sbagliate …


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quante vesciche ai piedi); imparare a razionare le scorte d’acqua, tra un ristoro e l’altro; imparare a condividere il proprio panino, tra chi, abituato a portarlo da casa, spartiva con chi dava per scontata la merenda delle macchinette. Ma soprattutto si imparava a guardare: non lo sguardo veloce e fugace tipico della città, ma l’osservazione attenta, quasi riflessiva, che l’ambiente all’aria aperta richiede. Solo così si possono vedere le tracce di animali selvatici che o avevano segnato il territorio di appartenenza con odori, poco raffinati ma molto comunicativi, o avevano lasciato traccia dei loro ricoveri notturni; si possono vedere dei fiori non appariscenti, ma davvero rari e, guardati nel dettaglio, meravigliosi; si possono vedere delle gole scavate dall’acqua, profonde e spettrali che suscitano in chiunque ricordi delle storie dell’infanzia abitate da streghe; si possono vedere alberi secolari o altri abbarbicati sulla roccia con una tenacia che a volte si vorrebbe possedere... Si possono vedere dei manufatti, ormai quasi celati dalla vegetazione, che portano memoria dei tanti lavoratori del passato che percorrevano quello stesso sentiero due volte al giorno, tutti i giorni, della loro lunga vita lavorativa.

Poi, alla fine della mattina, con il suono dell’ultima campanella, si rientrava, stanchi e sudati, ma corroborati e felici, con gli occhi pieni di quella poesia che solo la natura è in grado di regalare.

Con qualsiasi tempo, senza paura. Immersi nel bosco per scoprire e vivere insieme l’ambiente naturale.

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Gite ecologiche: esperienza di vita, non solo esperienza scolastica Gianna Cappozzo

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l Liceo Tron è stato da sempre attento alla questione ambientale e si è speso, negli anni, in attività rivolte a sviluppare una sensibilità nei confronti di questa tematica. I docenti del Dipartimento di Scienze, consapevoli che le uscite didattiche prevedono un coinvolgimento diretto dei ragazzi e che trasportare la classe fuori dall’aula tradizionale offre grandi possibilità per un apprendimento di nozioni in modo alternativo, hanno avuto gioco facile nel presentare delle proposte che trovavano riscontro nello spirito dell’Istituto, che ha da sempre favorito la sperimentazione «sul campo». Pertanto punto cardine nella programmazione del Dipartimento di Scienze del Liceo Tron è stata la promozione, attraverso varie uscite, di un tempo da vivere pienamente all’aria aperta, che non sia da consumare o da utilizzare come evasione, un tempo liberalizzante che ri-crea le persone in un apprendimento partecipato rendendole consapevoli e responsabili delle proprie scelte.


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In questo modo si è cercato di far comprendere l’importanza delle diversità, incrementando la conoscenza della flora e dalla fauna in diversi habitat, di sviluppare la conoscenza di ciò che ci circonda, favorendo lo sviluppo di senso civico, avvicinando gli studenti alle risorse che il territorio ha da offrire e di conoscere e comprendere il passato attraverso la storia geologica. Così si sono effettuate uscite alla riscoperta del passato: percorrendo il sentiero geologico in Val Ravella dove il paesaggio è stato modellato dalla lenta e inesorabile azione di dissoluzione esercitata dall’acqua piovana sulla roccia calcarea, che ha determinato il caratteristico aspetto del Sasso simile ad una ciclopica muraglia rocciosa; oppure ammirando la spettacolare gola incisa dal torrente Bletterbach che ha scavato la montagna a partire dalla fine dell’era glaciale, circa 18 mila anni fa; oppure ancora camminando lungo il più selvaggio sentiero geologico nel Gran Sasso, un trekking di esplorazione di un itinerario spettacolare, in un ambiente solitario e meraviglioso. Senza dimenticare i paesaggi «locali»: la strada del re (giro di Campogrosso), le uscite a Priabona, dove il maestro Gasparella incantava i ragazzi trasmettendo loro la sua passione, oppure le uscite al Monte Novegno o al Pasubio, nei rifugi Papa-Lancia in cui era il signor Offelli a raccontare, con un entusiasmo contagioso, realtà di territorio ma anche di guerra di trincea. Molte sono state le visite di istruzione alla riscoperta della natura e dei suoi ambienti: · da quelli d’acqua: la riva del mare Adriatico nel Giardino botanico litoraneo del Veneto

a Porto Caleri, meravigliosa oasi dove si passa dalla pineta alle zone umide d’acqua dolce, dalla macchia alla spiaggia, tra passerelle di legno sospese e piccoli sentieri sterrati; il vicino Parco del Delta del Po legato a forme di un turismo slow, dove le escursioni sono in bici, in barca, in canoa o a piedi; la macchia mediterranea, del Parco dell’Uccellina, dove passeggiando all’aria aperta, si può osservare un ricco sottobosco e dove si può godere di un panorama incomparabile con le isole dell’Arcipelago Toscano; fino ai sentieri delle Cinque Terre che ricoprono, come una ragnatela, il versante marino della catena montuosa. · a quelli montani: il Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, celebre per la sua flora fin dal XVIII secolo; passo Falzarego con galleria del monte Piccolo Lagazuoi, un’uscita immersi nella storia della Grande Guerra, che ci ha regalato giornate così tanto terse che l’indimenticabile professoressa Lora ha potuto guidarci ad osservar le stelle; oppure il Parco naturale Adamello-Brenta, dove l’ambiente è estremamente vario poiché si va da 400 metri ai 3.500 metri della Cima Presanella. Tra le fumarole dell’Etna.

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· a quelli legati alla scoperta della natura più violenta: imponenti, imprevedibili, pericolosi …. da sempre i vulcani hanno avuto un loro fascino; ecco allora i viaggi in Sicilia a visitare l’Etna e le Eolie per vedere Stromboli, Lipari e Vulcano. Vulcani, questi, tutti attivi, tanto che, vedendo le fiamme di fuoco di Stromboli, sembra di fare un vero viaggio al centro della Terra. Ma ecco anche le visite al Vesuvio, al Vulcano Solfatara dei campi Flegrei, dove è possibile ammirare fumarole, mofete e vulcanetti di fango, e, aggiungendo un’escursione a Pompei ed a Ercolano, si può completare con un arricchimento storico-artistico. · a quelli particolari quale ad esempio l’escursione alle grotte di Frasassi, una serie di cavità carsiche; oppure un percorso all’interno della gola del Furlo, un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano, che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola. Pronti per arrampicare.

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E ancora: la Valle Aurina, tra le più incontaminate dell’Alto Adige; le Valli di Pejo e di Rabbi, ricche di acqua e di complessi termali; Arabba, di tradizione Ladina, con il suo centro previsione valanghe; lo Stelvio, parco montano d’alta quota; il Parco dei gessi Bolognesi e i calanchi dell’Abbadessa; i monti Sibillini nell’Appennino umbro-marchigiano; il monte Baldo, un massiccio montuoso delle Prealpi Gardesane; il monte Barro, la prima cima delle Prealpi di Lecco; il lago di Tovel; il lago di Como; la pineta di Ravenna, dominata dal pino domestico, e, sempre in provincia di Ravenna, Brisighella, un borgo medievale che si adagia ai piedi di tre pinnacoli rocciosi, e le saline di Cervia, con il loro habitat estremofilo; l’esperienza del gusto al centro della Grotta Gigante nel Carso; Duino e il sentiero Rilke, una della passeggiate più belle e suggestive, poiché si affaccia sul golfo di Trieste a picco sul mare; Lardarello e i soffioni boraciferi, fluidi che fuoriescono dal terreno da spaccature naturali o perforazioni artificiali in Toscana. E molti, molti, molti altri sarebbero gli itinerari da raccontare... Anche se di alcuni luoghi geografici si è persa la memoria, sicuramente sono rimaste nel cuore le emozioni che hanno suscitato su chi li ha vissuti.


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Centro Sportivo Scolastico Tron: condividere gioia e fatica Paola Dal Soglio

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l Centro Sportivo Scolastico Tron nasce nel 1972 come Gruppo Sportivo con la finalità di promuovere le attività motorie per tutti gli studenti. Il CSS consente di avvicinare tanti ragazzi alla pratica sportiva, mezzo importante per mantenersi in salute, riscoprire i propri talenti, raggiungere degli obiettivi, condividere gioia e fatica con i compagni di scuola, imparare a vincere e a perdere rispettando le regole. Gli sport praticati sono tanti: atletica, campestre, sci alpino, sci di fondo, snowboard, pallacanestro, pallavolo, pallamano, ginnastica artistica, nuoto, calcio, calcio a 5, palla tamburello, badminton, tennis, squash, tennistavolo, rugby, softball, arrampicata sportiva, yoga, danza sportiva, orientamento. La dedizione degli insegnanti, l’entusiasmo degli studenti, la serenità del clima e il senso di appartenenza del Liceo Tron hanno consentito ai singoli e alle squadre di ottenere tanti successi, in ambito provinciale e nazionale. Si può dire che ogni anno il Liceo Tron riesce a qualificare alla fase nazionale dei Giochi della Gioventù prima

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Niente di meglio che una bella mischia per fraternizzare. La squadra di calcio femminile del Liceo Tron campione d’Italia 2015.

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e campionati studenteschi sia invernali che estivi poi, almeno una squadra. Tra tutti i risultati di successo, che non è possibile elencare per motivi di spazio, vogliamo ricordare il più significativo. Nell’anno 2015 la squadra femminile di calcio del Liceo Tron vince a Napoli i campionati italiani ed è quindi designata per vestire la maglia azzurra al diciannovesimo ISF, the football championship 2005 in Danimarca. Rimane il ricordo di una grande festa tra giovani provenienti da paesi di diverse culture (Cile, Brasile, Sud Africa, Turchia, Cina, Austria, Iran, Germania, Israele, Belgio, Polonia, Svezia) e la soddisfazione di aver battuto la squadra del Brasile.


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Serata dei maturandi Elisabetta Bortoli

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esteggiare la fine dell’anno scolastico, in una gran baldoria generale, liberatoria, si era sempre fatto. Dove? In una discoteca qualunque, in cui passare ore a ballare scatenati, tipo un sabato sera come tanti. Ma una serata speciale, esclusiva, dedicata solo ai ragazzi di quinta, i cosiddetti “maturandi”, preparata solo per loro e solo da loro vissuta, tutti insieme, proprio dentro a quella stessa scuola dove avevano trascorso giorno dopo giorno, cinque anni della loro giovinezza, beh…quella se l’è inventata il Liceo Tron! È nata così, nel 2002, per diventare da allora un appuntamento annuale irrinunciabile, un rito atteso, l’evento per il quale prepararsi in bellezza, questa festa, questa serata, la serata dei maturandi. Biglietto d’invito personale del Preside, immagine-logo ideata per l’evento, addobbi coerenti a trasformare il Liceo nella giusta location, palco per il gruppo musicale professionista, i rappresentanti di Istituto che diventano conduttori-intrattenitori, e poi il buffet, i camerieri, e poi... Poi arriva quello sciame di ragazzi, belli come il sole nei loro volti luminosi e nei loro abiti sgargianti, e viaaa!! Convivialità, musica, danze, ma

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anche tanti ricordi degli anni scolastici trascorsi: fotografie, video, canzoni, parodie, riflessioni. Ogni quinta ha il suo modo per rievocare il proprio troniano percorso. Una rosa ad ognuna delle ragazze e, al segnale Gli inviti alla festa.

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del Preside, prima di ritornare a ballare, un brindisi corale per augurarsi, sul tintinnio dei calici, In bocca al lupo per gli esami! In bocca al lupo per il futuro! Cin-Cin! Evviva noi e la nostra gioventĂš! Cin-Cin!


Presidi del

Liceo Scientifico “Nicolò Tron”

1969-1974: 1974: 1974: 1974-1978: 1978-1985: 1985-1992: 1992-1994: 1994-2007: 2007-2011: 2012-2015: 2015-2017: dal 2017:

Renato Bortoli Almerico Michelazzo Carlo Vecelli Alcibiade Caregnato Mila Ceccato Antonio Cassuti Alessandro Morelli Antonio Cassuti Antonino Caruso Christine Zannoni Giovanna Deon Silvio Grotto



INDICE

Il Liceo Scientifico a Schio... una storia lunga mezzo secolo Giorgio Zacchello

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Come eravamo. Una vita al Tron Antonio Cassuti

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La belle époque del Tron nei primi anni Duemila Roberto Nassi

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Una scuola dell’innovazione e per l’innovazione: tecnologie e comunità Franco Torcellan

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TronWeb... all’epoca dei pionieri! Giorgio Pizzolato

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TronWeb... 25 anni vissuti con entusiasmo e passione! Angelo Catena

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CarnevalTron: quando gli studenti fanno scuola di creatività Elisabetta Bortoli

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Learning Village: il villaggio dell’apprendimento Giorgio Pizzolato

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Cultur Alpe Adria Network Franco Torcellan

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EGS Energia, Educazione, Enti locali, Scuole Giorgio Pizzolato

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Explorer Tron: imparare camminando Gianna Cappozzo

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Gite ecologiche: esperienza di vita, non solo esperienza scolastica Gianna Cappozzo

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Centro Sportivo Scolastico Tron: condividere gioia e fatica Paola Dal Soglio

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Serata dei maturandi Elisabetta Bortoli

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Ringraziamo i nostri sponsor:

Media Partner

Finito di stampare presso Tipolitografia Carlo Veronese - Schio (VI) Maggio 2019


O Via Luzio, 4 36015 Schio (VI) Tel. 0445 521715 info@tron.vi.it www.tron.vi.it


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