Giro Inverno 2021-2022

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Anno XVII - Numero 4 - edizione inverno 2021 - free press

[ITA] [ENG]

EVENTI & TURISMO

in Friuli Venezia Giulia e dintorni TOURISM & THINGS TO DO

in Friuli Venezia Giulia and surrounding areas


AQUILEIA A PORTATA DI CLICK


INVERNO - WINTER 2021-22

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[ENG] Whether to the other side of the world or just around the corner for the weekend, any trip requires us to pack a bag; or even different types of baggage. Each of us has our own idea of what we need to carry when travelling: somebody may choose a rucksack and through in only what is indispensable while others, following the mantra “I might need this”, pack in more clothes and accessories than necessary. The type of luggage we pack and how we pack it tells a lot about our personality. We could summarise by saying: Tell me what baggage you have, and I will tell you who you are. Volagratis, the Italian pioneer of flight search engines, individuated five types of travellers according to the luggage they carry onboard a plane. Looking through the list, we may discover some interesting aspects of our personality. A designer hard shell suitcase for hold luggage is suitable for a refined and well-organised person. This type of travellers start packing their suitcase a week ahead of time and carefully choose the clothes and accessories they want to bring with them. Nothing is left to chance, and they hate being caught unprepared. So, they end up packing way more stuff than they need. A small trolley bag allows us to move quickly and swiftly; it can be carried in the passenger cabin and is the choice for list people. These travellers make a list of the clothes they will wear and all the things they need imagining when they will use them. Out-going and friendly travellers, who don’t have an organisation as their forte, opt for duffle bags, preferably lively coloured and with a long shoulder strap. They hastily pack their bag just before the trip. Their lively personality allows them to reach their destination without hitches and enjoy their time even though they are last-minute people. They steer away from guided itineraries and programs; they are self-ironic free spirits. And they show it even in the way they pack their luggage: they always pack things at the very last minute, favouring practicality. For them, every trip is an adventure and entails several changes of destination; this is why they prefer carrying a rucksack: you can wear it on your shoulders, leaving your hands free to hold a map or a photo camera. Finally, those who travel for work usually have minimalist luggage, which is well-organised and elegant: a small cabin bag or a strong leather briefcase containing a change of underwear and a small necessaire with all they need. What kind of travellers are you? Have a nice Giro! Giusy Mancini

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First Words INVERNO - WINTER 2021-22


Prima [ITA] Tutti i viaggi, abbiano essi per meta destinazioni lontane oppure località vicino a casa, richiedono un bagaglio. O meglio: tanti tipi di bagagli. Ognuno di noi ha un’idea diversa di quello che serve portare con sé quando si sposta: c’è chi opta per uno zaino in cui mettere solo lo stretto indispensabile e chi, seguendo il mantra del “magari può servire”, chiude in valigia più vestiti e provviste del necessario. Il tipo di valigia che scegliamo e come la prepariamo rivela molto della nostra personalità. Potremmo dire: Dimmi con quale valigia viaggi e ti dirò chi sei. Volagratis, il pioniere dei motori di ricerca per i voli, ha individuato cinque profili di viaggiatori in base al bagaglio che imbarcano sull’aereo. Cinque profili che svelano lati interessanti della nostra indole. La valigia rigida di design e da stiva si addice a chi è organizzato ed elegante. Questi viaggiatori iniziano la preparazione del proprio bagaglio anche settimane prima della partenza e scelgono con cura l’abbigliamento e gli accessori. Nulla è lasciato al caso perché non sopportano di essere colti impreparati e così si ritrovano sempre a mettere in valigia più cambi del necessario. Il trolley dalle dimensioni ridotte, che permette di muoversi con agilità e velocità e che può essere portato anche bordo, è invece scelto dai maghi delle liste. Si tratta di viaggiatori che per non dimenticare nulla fanno ogni volta l’elenco del necessario da portare con sé e dei capi di abbigliamento da mettere in valigia, immaginando subito quando li indosseranno. I viaggiatori estroversi e affabili, ma per i quali l’organizzazione non è di certo il punto forte, optano per un borsone morbido, preferibilmente colorato, da portare a tracolla e da preparare poco prima della partenza e in maniera un po’ azzardata. Grazie alla loro personalità vivace, riescono a raggiungere la destinazione senza intoppi e a godersela nel migliore dei modi, anche se rischiano sempre di arrivare in ritardo. Stanno alla larga dagli itinerari e dai programmi gli spiriti liberi e autoironici. E lo dimostrano anche preparando la valigia: lo fanno puntualmente all’ultimo minuto e all’insegna della praticità. Ogni viaggio per loro è un’avventura e prevede diversi spostamenti, per questo optano per un comodo zaino da portare in spalla: facile da indossare, lascia loro le mani libere per impugnare mappa e macchina fotografica. Infine, per chi viaggio fa rima con lavoro il bagaglio è minimalista, organizzato ed elegante: una valigetta a mano o una ventiquattrore, magari in pelle o rigida, con all’interno anche un cambio e un piccolo necessaire con tutto l’occorrente. E voi, che viaggiatori siete? Buon Giro! Giusy Mancini

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IN QUESTO NUMERO VI PORTIAMO A… WE WILL BRING YOU TO... AUSTRIA

Pesariis

Pontebba

Lago di Fusine M. Santo di Lussari Jôf Fuart M. Mangart Jôf di Lago del Predil Montasio

Sauris M. Amariana

Val Tagliamento

Socchieve

Tolmezzo

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e F. Tagliam

Alpi Giulie

Moggio Udinese

Verzegnis

Dolomiti Friulane

Tarvsio Fusine

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SLOVENIA

M.Canin

Venzone Gemona

Polcenigo

Caneva

Porcia

Cormons

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Palmanova Villesse Strassoldo

Aquileia Lagune di Marano & Grado Barbana Lignano

NOVA GORICA GORIZIA

Doberdò del Lago S.Michele del Carso

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drawing: Alessandra Fazio

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Valeriano San Daniele del Friuli

Kobarid Caporetto

M.SeiBusi Monfalcone Duino Sistiana

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Giro FVG: la nostra passione per il Friuli Venezia Giulia, la continua scoperta di nuovi e meravigliosi paesaggi, di gusti, di sapori, di eventi e di persone speciali non si ferma. E vogliamo condividere tutto questo con TE! Giro FVG: a passion for Friuli Venezia Giulia and a burning curiosity to discover new and wonderful landscapes, flavours, and local events and people are our drive to never give up. We want to share all this with YOU! 4

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Ro Va san l dra

VENETO

Alpi Carniche

Sutrio


02 Prima 06 Monfalcone. Sorprese sopra la città 14 La Riserva Naturale delle Falesie di Duino 22 La Grande Guerra nel cinema in Friuli Venezia Giulia 28 Aquileia Mater 32 I mille volti dell’inverno 38 Gorizia, insolita passeggiata 44 La Natività nell’arte 54 Giro Presepi 54 Un piccolo mondo chiamato presepio 56 Sutrio 57 Terzo di Aquileia 59 Venzone 59 Udine 60 Trieste 61 Moggio Udinese 62 Porcia 62 Monfalcone

Winter Winter

Inverno 2021-22

Winter

Sommario

Contents

ne

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a el N

02 First Words 06 Monfalcone. Surprises Above the City 14 The Duino Cliffs Nature Reserve 22 The Great War Film Locations in Friuli Venezia Giulia 28 Aquileia Mater 32 The Thousand Facets of Winter 38 Gorizia, an Unusual Walking Tour 44 Nativity of Jesus in Art 54 Tour of the Nativities 54 Presepio, the Italian-style Nativity Scene 56 Sutrio 57 Terzo di Aquileia 59 Venzone 59 Udine 60 Trieste 61 Moggio Udinese 62 Porcia 62 Monfalcone

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Editore: Giro Direttore editoriale: Franco Fabbri Direttore responsabile: Giuseppina Mancini Registrazione:Tribunale di Trieste n. 1105 del 11.04.2005 - Iscrizione ROC n. 18304 Redazione: Via Galilei, 55 - Terzo di Aquileia (Ud) tel. 0431/35708 - e_mail: news@girofvg.com - www.girofvg.com Progetto e realizzazione grafica: GAM Grafica di Andrea Macelloni, Terzo di Aquileia (Ud) tel. 347.0821078 - gamgrafica74@gmail.com Stampa: Poligrafiche San Marco - Cormons (Go) Info sito Internet: www.girofvg.com - e_mail: giro@girofvg.com Pubblicità: +39 329 4321888 e_mail: giro@girofvg.com

Hanno collaborato: Maria Stella Cinque, Dida, Franco Fabbri, Mariolina Favero, Carlo Gaberscek, Elena Mancini, Giusy Mancini Traduzioni: Maura Tomasi – maura.tomasi@gmail.com Foto: Archivio Giro, fotografi citati Foto di copertina: mast3r

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Monfalcone Sorprese sopra la città

Surprises Above the City

[ITA] Chi pensa a Monfalcone come alla città dei cantieri navali e alle grandi navi da crociera che periodicamente si sollevano dal mare resterà stupito nel vedere quali altre interessanti attrattive offre la cittadina. Questa volta daremo le spalle alle fucine in cui nascono le navi da crociera e vi accompagniamo sulla sommità del colle da cui prende il nome la cittadina e tra i sentieri del Carso. Il nome Monfalcone deriva quasi certamente da monte Falcone, ovvero la collina carsica che sorge alle spalle della città. L’origine del nome è documentata in un atto del 1260 con il quale il conte di Gorizia Mainardo II restituiva al Patriarca di Aquileia la località, ricevuta in pegno qualche anno prima, e si riferisce alla città come «in castro et loco Montis falconis». A sua volta il nome del

[ENG] Suppose the only thing that comes to mind when you think of Monfalcone is shipbuilding and shipyards where giant cruise ships lie rigged and ready to be launched. In that case, you are up for a surprise when you learn about the other interesting attractions the city has to offer. This time we will leave the shipyards where the marvellous cruise ships are built behind, and we will head up the hill that gives the city its name following some interesting paths on the Carso. The name Monfalcone most probably derives from Mount Falcon, the karst hill that rises behind the city. The origin of the name is recorded in a document dating back to 1260, in which the Mainardo II Count of Gorizia returned the locality to the Patriarch of Aquileia. Years earlier, he had received the land as a pledge and referred to the city as «in

Monfalcone, panorama verso il Carso; a destra si vede la Rocca_ph Fabrice Gallina, Arch. PromoTurismoFVG

Monfalcone, non solo città industriale

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Monfalcone, not only an industrial city


[ITA] monte pare derivare dalla presenza, soprattutto all’epoca, di numerosi falchi, tanto che il simbolo di Monfalcone è proprio un falco. Sul monte Falcone sorge il monumento più conosciuto della cittadina, la Rocca. Raggiungerla è molto facile: da piazza Repubblica, la piazza principale di Monfalcone, partono le scalinate che portano direttamente alla costruzione fortificata. La passeggiata è breve e immersa nel panorama carsico, ma è anche abbastanza ripida. In alternativa, durante la bella stagione ci si arriva con il Rocca Bus, un bus navetta gratuito che collega la rocca e i punti di maggiore interesse turistico della città. Giunti alla Rocca di Monfalcone lo sguardo può perdersi in un ampio panorama sulla costa, da Grado a Trieste e fino all’Istria settentrionale, e poi verso le Alpi Giulie, dove nelle giornate terse svettano il monte Canin e il monte Nero. Non si sa esattamente quando venne edificato il monumento simbolo della città di Monfalcone: si ritiene che la rocca sia stata costruita da Teodorico, re degli Ostrogoti, intorno al 490 d.C. a testimonianza della sua vittoria su Odoacre, re degli Eruli, sull’Isonzo, ma non si hanno documenti a riguardo. Secondo gli scritti dell’epoca, il nome del monumento era Verrucca Montis Falconis, cioè sommità del monte Falcone; poi il nome fu contratto e restò solo Rocca. Quel che è certo è che, dopo diversi domini e occupazioni militari, la rocca raggiunse il suo massimo splendore e l’odierna configurazione sotto la Serenissima Repubblica di Venezia. Il complesso, al cui interno è ospitato un museo paleontologico, è costituito da un mastio centrale a pianta quadrata

[ENG] castro et loco Montis falconis». In turn, the name of the hill probably comes from the numerous hawks (falco in Italian) that circled the area at the time; hawks that became the symbol of Monfalcone The Rocca, the fortress that rises on Mount Falcone, is the most recognized monument of the city. It is very easy to reach on foot: a series of stairs from Piazza Repubblica, the main square of Monfalcone, lead up to the fortress. It is a short steep walk, but the karst landscape and the view are rewarding. An alternative, in summer, is to take the Rocca Bus, a free shuttle that takes visitors to all the main tourist attractions of the city, including the Rocca. Once you reach the fortress, the views stretch along the coast from Grado to Trieste and on to northern Istria, on the opposite side the Julian Alps, and even Mount Canin and Mount Nero when the weather is right. There is no exact record of the construction of the fortress, symbol of Monfalcone: scholars believe it was built by Theodoric, king of the Ostrogoths, around AD 490 as a monument to the victory over Odoacer, king of the Heruli at River Isonzo, but there are no documents to support this theory. According to the documents of the time, the monument’s name was Verrucca Montis Falconis, that is, the top of Mount Falcone; the name then was contracted and remained Rocca. One thing is for sure: after various dominions and military occupations, the Rocca reached its maximum splendour and current architectural configuration under the Venetian Serenissima Republic. The complex, which houses a paleontological museum, is constituted by a central fort encircled by walls, which in

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La Rocca di Monfalcone

Il leone di San Marco sopra all’ingresso al primo piano della Rocca_ph Andrea Ferletic

[ITA] circondato da una cinta muraria circolare, a sua volta inserita tra i resti di un antico castelliere romano. A testimonianza del florido dominio veneziano, sul muro del torrione troneggia il leone di San Marco con il libro del Vangelo aperto, in segno di pace. Ma il leone che vediamo oggi risale ad epoche ben più recenti: è stato scolpito nel 1957 e sostituisce l’originale, andato perso nel tempo. La Grande Guerra ha lasciato tracce indelebili sulle alture di Monfalcone e anche la rocca è testimone di questo triste periodo: gli elementi in calcestruzzo, corrispondenti al perimetro esterno delle mura della rocca, furono realizzati proprio durante la Prima Guerra Mondiale, a rinforzo delle postazioni lì collocate. Attorno alla costruzione corrono i sentieri delle trincee e percorrendo i cammini di ronda lo sguardo spazia su quelli che sono stati luoghi simbolo di questa guerra: i campi delle Sei Battaglie dell’Isonzo, il

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[ENG] turn are surrounded by the ruins of an ancient Roman fort. The lion of Saint Mark and the Gospel as a sign of peace set high up on the facade of the fort is evidence of the prosperous Venetian dominion. However, the lion we see today is rather recent, being carved in 1957, and replacing the original, which was lost. The Great War left some indelible traces on the hills behind Monfalcone. The Rocca also witnessed this infamous period: the concrete elements of the external perimeter were built during the First World war, to reinforce the defence posts that were located there. Around the building, there are the paths of the trenches. Walking the perimeter of the patrol run, you get a glimpse of the main war locations on the Carso: the battlefields of the Six Battles of the Isonzo, Mount San Michele, San Martino del Carso and Doberdò del Lago. The Rocca is immersed in the Theme Park of the Great War, a vast open-air museum where the original trenches are still clearly visible. Following the signs and information panels along the paths, you can visit the trenches, pass by several artillery gun posts and shelter caves. The complex is an intricate defensive system built by the Italian units in various phases using the pre-existing Austro-Hungarian lines. The park has three different itineraries you can choose to follow according to the amount of time you have available for your visit. The first two itineraries lead visitors to the Quote 85 trench and the reduced trench of Quote 121, dominant position over the city and the surrounding areas: from here, views stretch over the Slovenian Kras as down towards the Adriatic Sea. The Austro-Hungarian strongholds were located at this altitude, and for over a year (between 1915


Nordic walking verso la Rocca

Auguri! RICEVI A CASA TUA O VIENI A SCOPRIRE L’EMOZIONE DEL CARSO Il piacere dell’ospitalità…

[ITA] monte San Michele, San Martino del Carso e Doberdò del Lago. La rocca è immersa nel Parco Tematico della Grande Guerra, un grandissimo parco all’aperto dove si possono vedere le trincee originali dell’epoca. Seguendo le indicazioni dei tanti pannelli illustrativi posti lungo i sentieri, si cammina su percorsi forestali, si valicano le trincee e si passa accanto a numerose postazioni d’artiglieria e a caverne ricovero. Si tratta di un complesso sistema difensivo, realizzato dai reparti italiani in diverse fasi sulle preesistenti linee austroungariche. Il parco è organizzato su tre itinerari che, a seconda del tempo a disposizione, possono essere visitati tutti assieme o anche singolarmente. I primi due ambiti sono dedicati alla trincea di Quota 85 e alla ridotta di Quota 121, una altura in posizione dominante sulla città e sui rilievi circostanti: da qui la vista spazia sia verso il Carso sloveno che verso il mare Adriatico. I capisaldi austroungarici che si trovavano su questa quota rappresentarono per oltre un anno (tra il 1915 ed il 1916) un ostacolo insuperabile per l’esercito italiano, che li occupò solo nell›agosto del 1916, quando vinse la Sesta Battaglia dell’Isonzo, che si risolse nella conquista di Gorizia. Da quel momento questi luoghi rappresentarono la prima linea di difesa italiana che fronteggiava quella austroungarica a Quota 77 a Sablici (una piccola frazione di Doberdò del Lago) e quelle sovrastanti il lago di Pietrarossa. La ridotta di Quota 121 è caratterizzata da una linea difensiva dotata anche di ricoveri per le truppe, mentre la Quota 85, con il suo groviglio di trincee e postazioni d’artiglieria, è dedicata a Enrico Toti, uno dei personaggi italiani più simbolici della Grande Guerra. Toti era un patriota italiano, un volontario nella Grande Guerra. Nel 1915 si unì alle fila

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Tipicità, tradizione, amore per il territorio, ricerca e fantasia: futuro rivolto al passato. …e il frutto della terra del Carso Confetture di frutta e di verdura, sott’aceti, sale, sciroppi, mieli e prodotti suini. IDEE NATALE E CONFEZIONI REGALO

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la copertina della Domenica del Corriere con Toti in battaglia

Il Carso fra Gorizia e il golfo di Panzano Tratto da Il Carso, La guerra dalle raccolte del reparto fotografico del Comando supremo del Regio Esercito, 1916

[ITA] dell’esercito italiano da soldato irregolare: non era infatti arruolabile in quanto privo di una gamba, persa durante la sua attività di meccanico ferroviere. Raggiunse comunque il Comando di Cervignano del Friuli, nella pianura friulana, dove faceva da spola tra le prime linee e la retrovia con la sua bicicletta, a bordo della quale portava i fucili austriaci e le munizioni rubate al nemico. Grazie all’interessamento del Duca d’Aosta in persona, nei mesi successivi entrò a far parte del 3° Battaglione Bersaglieri Ciclisti e venne schierato in prima linea. Il 6 agosto 1916, proprio durante la Sesta Battaglia dell’Isonzo, volle a tutti i costi seguire i suoi commilitoni a Quota 85, sopra Monfalcone. Rimasto nella trincea sguarnita, continuò a combattere benché colpito dai proiettili austriaci e morì incitando i suoi compagni

Cannone navale rubato al nemico, Cervignano, 1917

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[ENG] and 1916), they were an unsurpassable obstacle for the Italian army. They were finally conquered in August of 1916 when Italy won the Sixth Battle of the Isonzo, which led to winning over Gorizia. From that moment onward, these locations were the front line of the Italian defence against the Austro-Hungarian pressure at Quote 77 in Sablici (a small hamlet of Doberdò del Lago) and the posts above Lago di Pietrarossa. The reduced Quote 121 is characterized by a defence line featuring shelters for the troops. At the same time, Quote 85, with its tangle of trenches and artillery gun posts, is dedicated to Enrico Toti, one of the most symbolic Italian figures of the Great War. Toti was an Italian patriot and a volunteer in the Great War. In 1915 he joined the Italian army as an

Mitraglieri austriaci sul fronte orientale (mitragliatrici austroungariche “Schwarzlose”)


Parco tematico della Grande Guerra, Quota 85 – Enrico Toti

[ENG] irregular soldier. Indeed, he could not be enlisted as he was missing a leg, which had been amputated during his work as a railway mechanic. Nevertheless, he reached the Commando Unit of Cervignano del Friuli in the Friulan plain, where he shuttled up and down by bike between the front lines and the areas behind the lines carrying guns and ammunition taken from the enemy. Thanks to the Duke of Aosta in person, he was enlisted in the 3rd Cyclist Bersaglieri Battalion during the following three months and marshalled on the front line. On 6 August 1916, during the Sixth Battle of the Isonzo, he was resolute on following his comrades to Quote 85, above Monfalcone. He ended up in an undefended trench and continued fighting despite being wounded by Austrian bullets. He died inciting his comrades to assault. His deeds were immortalized in the press of the time, and Toti became a symbol of heroism and abnegation of the Italian soldier. The cover of the Domenica del Corriere depicted Toti standing heroically among his troops, hurling his crutch against the Austrians just before falling dead. Along the third itinerary of the Theme Park of the Great War, there is the important Austrian defence line, won over by the Italian battalions in June 1915, including the Grotta Vergine and the most famous trench of the park, known as the Joffre. This trench contains the inscriptions of 1917 done by the famous Lupi di Toscana Brigade, that fought in Duino where Giovanni Randaccio died. The paths of the Park of the Great War also feature a scenic path of the Nordic Walking Park of Monfalcone. Starting from the city centre (Corso del Popolo and Viale San Marco) and walking the nearly 8 kilometres of the itinerary, we enter the pine woods, passing by the locations of the war and

Natale o n e r e s i per un ce anno nuovo r u g u a i i Tant e un fel IL RELAX de La Subida: le case nel bosco, per svegliarsi e accorgersi di non sognare. Un’originale e raffinata proposta per provare a godere dello stare in un bosco. Qui, un fienile: un posto per stare caldi, dell’acqua; un luogo dove sognare. Per trovare ricordi di chi la notte guardava le stelle e di un mondo che quasi non c’è più. LA SUBIDA vi ospita alla Trattoria al Cacciatore per offrirvi oggi i sapori di ieri e all’Osteria della Subida per trovarsi, per chiacchierare e per uno stuzzichino. Per il vostro relax, alla Subida posti dove sognare e godere rustici borghi contadini, la natura, i prati, le vigne e i boschi del Collio. Per il vostro gusto, i prodotti dell’Emporio del Territorio, l’aceto di Sirk, il formaggio di Fossa e l’olio del Collio. Per voi, l’Ospitalità. RISTORANTE AL CACCIATORE & LA SUBIDA

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Parco tematico della Grande Guerra, il Trincerone

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[ENG] get a glimpse of the stunning views of the Gulf of Trieste, to reach the Rocca. As all fortresses and castles also the Rocca of Monfalcone has its own legends and myths. As the story goes, a long time ago, the fortress was held by a wicked lord who had his soldiers plunder and terrify the nearby villages. He had all the stolen gold melted and cast a hen and thirteen chicks out of it. In exchange for protecting his possessions, the man sold his soul to the devil, who indeed turned the soldiers into fierce wolves to guard the treasure. However, one day a troop of brave young villagers managed to assault the fortress. Before fleeing, the Lord hid his treasure in a secret tunnel but never again returned to retrieve it as the devil into his abyss of evil. The golden hen and chicks were never to be found, but today, you can still hear the wolves howling as they defend the cursed treasure during stormy nights. When you visit the Rocca, don’t forget to have a good look around, also under the stones; the beak of a golden hen could still be hidden somewhere!

Parco tematico della Grande Guerra, Quota 121

[ITA] all’assalto. Il suo gesto fu immortalato nella stampa dell’epoca e Toti assurse a simbolo dell’eroismo e del senso di abnegazione del militare italiano. Leggendaria divenne la copertina della Domenica del Corriere che mostrava Toti in piedi tra le sue truppe, nell’atto di scagliare la propria stampella contro gli austriaci prima di morire (sebbene sia difficile provare la veridicità di questo episodio). Nel terzo ambito del Parco Tematico della Grande Guerra troviamo l’importante linea di difesa asburgica conquistata dai battaglioni italiani già nel giugno del 1915, con la Grotta Vergine e la trincea più famosa del parco, la Joffre. Questa trincea conserva delle iscrizioni del 1917 vergate dalla famosa brigata dei Lupi di Toscana, che combatté a Duino, dove morì Giovanni Randaccio. Lungo i sentieri del Parco della Grande Guerra si snoda anche uno dei percorsi del Nordic Walking Park di Monfalcone. Partendo dal centro città (da Corso del Popolo e da viale San Marco) e percorrendo i suoi quasi 8 chilometri, ci possiamo addentrare tra le pinete, lambire i luoghi della guerra, fare capolino su ampi panorami che si affacciano sul golfo di Trieste e giungere fino alla rocca. E torniamo proprio alla rocca. Come ogni rocca che si rispetti, anche quella di Monfalcone è tinta dalla magia delle leggende. Si narra che in un tempo molto lontano, al comando del forte c’era un malvagio uomo che, con i suoi soldati, depredava e terrorizzava gli abitati vicini. L’uomo aveva fuso l’oro sottratto ai villani e con esso aveva realizzato una chioccia e tredici pulcini. In cambio della protezione dei suoi averi, egli aveva venduto l’anima al diavolo, il quale trasformò i soldati in terrificanti lupi e li mise alla guardia del tesoro. Ma un giorno un gruppo di giovani villani assaltò il castello e riuscì ad entrare nella fortezza. Il castellano, prima di fuggire, nascose il suo tesoro in una galleria segreta, ma non lo poté mai recuperare perché il diavolo lo trascinò via. La chioccia e i tredici pulcini d’oro non vennero mai ritrovati, ma nelle notti di bufera è ancora possibile sentire l’ululato dei lupi che difendono il tesoro maledetto. Quando andrete a visitare la rocca, non dimenticate di dare un’occhiata in giro, magari tra i massi e la terra, potrebbe luccicare il becco di una gallinella d’oro!


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La Riserva Naturale delle Falesie di Duino Il profumo degli incontri

The Scent of an Encounter

[ITA] È un’aria particolare quella che si respira alle Falesie di Duino, là dove le basse spiagge dell’Adriatico settentrionale lasciano spazio alle scogliere che scendono fino in Grecia. È un’aria che a primo acchito ha i sentori del confine, ma aguzzando i sensi ci si accorge che profuma di quella ricchezza che hanno solo i luoghi in cui si incontrano mondi diversi. La costa che dal piccolo centro di Duino si dispiega fino alla città di Trieste è una lunga distesa di falesie alternata a tratti sabbiosi e piccoli approdi. Qui, lungo uno degli ultimi lembi di costa italiana prima del confine sloveno, il Mediterraneo incontra l’aspro paesaggio roccioso del Carso triestino, che si tuffa con vertiginosi balzi nelle cristalline acque dell’Adriatico. Queste scogliere, tra le più belle dell’alto Adriatico, sono oggi in parte protette da una piccola riserva naturale. Tra le

[ENG] Where the sandy beaches of the Adriatic Sea give way to the cliffs that line the coast down to Greece, the atmosphere is very particular. At the Duino Cliffs, the atmosphere is apparently that of a border, but paying more attention, one realizes that the air is filled with the rich scent of those places where different worlds come together. The coast that unfolds from the centre of Duino up to Trieste features long tall cliffs interrupted by hidden sandy bays tiny landings. Here, along one of the last stretches of the Italian coast just before the Slovenian border, the Mediterranean laps against the harsh rocky landscape of the Triestine Carso, which dives into the crystalline water of the Adriatic Sea. These cliffs, amongst the most stunning of the high Adriatic Sea, are partially part of a small nature reserve. The

Riserva Naturale delle Falesie di Duino

La Riserva delle Falesie di Duino

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The Duino Cliffs Nature Reserve


[ITA] foci del Timavo e Miramare si trova infatti la Riserva Naturale Regionale delle Falesie di Duino - Devinske stene, la più piccola area protetta presente in Friuli Venezia Giulia per estensione territoriale, ma un vero e proprio scrigno di biodiversità. Situata 20 chilometri a ovest di Trieste, la riserva tutela un tratto di macchia mediterranea affacciata su un’alta scogliera calcarea e il braccio di mare antistante. L’area protetta, inserita in zona SIC -ZPS (Sito di interesse comunitario e Zona di protezione speciale, che fa parte della Rete Natura 2000) è l’unico ambiente di questo tipo sull’Adriatico italiano. Istituita nel 1996, la Riserva delle Falesie di Duino si estende per 107 ettari è caratterizzata dal Sentiero Rilke, una passeggiata a mezzacosta breve ma molto piacevole, che regala un susseguirsi di panorami spettacolari sul Golfo di Trieste e sul trecentesco Castello di Duino. Il sentiero è dedicato al poeta romantico Rainer Maria Rilke (1875-1926) che ha soggiornato presso il castello di Duino nel secolo scorso. Il poeta boemo era un intenditore di pas-

[ENG] protected area of the Duino Cliffs is located between the mouth of River Timavo and Miramare. It is the smallest nature reserve in Friuli Venezia Giulia in terms of extension but a veritable biodiversity treasure. Situated 20 kilometres to the west of Trieste, the nature reserve includes Mediterranean shrubland growing on the karst cliffs and a stretch of the coast below. The protected area, included in the SCI - SPZ zone (Site of Community Interest and Source Protection Zone, part of the Nature Net 2000), is the only environment of this type in the Italian stretch of the Adriatic Sea. Established in 1996, the Duino Cliffs Nature Reserve extends for 107 hectares and features the Rilke Path, a short walk on the cliffs. The path offers spectacular views of the Gulf of Trieste and the fourteenth century Castle of Duino. The path is dedicated to the Romantic poet Rainer Maria Rilke (1875-1926), who sojourned near the castle of Duino in the past century. The Bohemian poet was a connoisseur of lyric walks looking out to the sea, and although he did not

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Il Sentiero Rilke verso il Casello di Duino

Il Sentiero Rilke_ph Chiara Puntar

[ITA] seggiate liriche guardando il mare e sebbene non apprezzasse particolarmente il clima di Duino, proprio qui, pare in una giornata di gelida bora, trovò ispirazione per il suo capolavoro, le Elegie Duinesi. La bianca roccia calcarea è la grande protagonista della riserva: troviamo sia i torrioni lungo la costa sia tanti affioramenti rocciosi del ciglione ben modellati dai fenomeni di carsismo. Lungo il percorso del Sentiero Rilke possiamo ammirare l’opera millenaria dell’acqua che, come uno scultore pazientissimo, ha decorato con innumerevoli scannellature le falesie che scendono verticali verso il mare, regalando bellissimi giochi di luce e ombra alle scogliere, altrimenti bianchissime. E poi troviamo esempi di carsismo di superficie, come i Karren – i campi solcati -derivati dall’erosione dell’acqua sulla solubile roccia calcarea. L’azione della pioggia produce gli spettacolari campi solcati, le scannellature (visibili sulle superfici inclinate), i blocchi dai bordi aguzzi e taglienti e le vaschette, ma può addirittura perforare la roccia e creare profonde cavità, dando così la possibilità alla vegetazione di emergere anche tra le pietraie. Il Sentiero Rilke si stende come un gomitolo sopra le rocce a picco sul mare che collegano Duino a Sistiana e percorrerlo dà quasi l’impressione di volare sopra ai flutti, alle insenature e alle calette. Lontano, i richiami dei pescatori rimbalzano sulle onde. Vicini, ripidi sentieri ci portano su spiagge di ghiaia e sassi, tanto allegre e animate d’estate, quanto silenti e quiete nelle altre stagioni. Il sentiero si può percorrere da Sistiana e raggiungendo il castello di Duino e viceversa. Nel primo caso vi suggeriamo di lasciare la macchina presso l’Infopoint di PromoTurismo FVG di Sistiana (Strada Statale SS14, presso l’incrocio per la Baia di Sistiana). Se invece decidete di partire da Duino, im-

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[ENG] appreciate the climate in Duino, he was inspired by an ice-cold windy day to write his masterpiece Duino Elegies (German: Duineser Elegien) The white limestone cliff is the reserve’s main feature: the tall cliffs along the coast and the rocky outcrops modelled by the karst phenomena. Along the Rilke Path, you can admire the millenarian work of the water, just like a patient sculptor patient, carving the cliffs with downward vertical towards grooves disappearing into the sea, creating beautiful games of light and shadow on the otherwise white stone. And then there are fine examples of surface karst phenomena, such as the Karren - furrowed fields - of limestone cliffs eroded by water. The action of the rain produces the spectacular furrowed fields (visible on the slightly sloping surfaces), blocks featuring sharp and cutting edges and the pools. Erosion can also perforate the cliff and create deep cavities, thus giving plants the chance to flourish between the stones. The Rilke Path unravels like a ball of thread over the rocks overlooking the sea, connecting Duino and Sistiana. Walking on the path, you get the giddy feeling of flying over the waves across the inlets and narrow passages. And far beyond on the horizon, the calls of the fishermen bouncing on the waves. Nearby steep paths lead you down to little pebbly beaches, filled with lively bathers in summer and quiet for all the rest of the year. The path can be taken from Sistiana to the Castle of Duino and vice versa. We suggest you leave your car at the PromoTurismo FVG tourist Infopoint in Sistiana (State road SS14, near the road that leads down to the Sistiana Bay). Should you prefer starting from Duino, take the path about 150 metres to the left of the castle; a large sign marks the entrance. The path is 1700 meters long, and the last 250 meters in Duino


[ENG] (just before reaching the United World College of the Adriatic) are accessible also to people with limited mobility. Recently restored and made safe for everyone, the path mostly follows the cliffs and is protected by a wooden fence. The walk dives into the dense vegetation of the woods emerging at some stunning viewpoints and WWI fortifications. The walk is accessible to all walkers with a 150-meter difference of height. It offers spectacular views. From the Rilke Path, the views stretch out towards the bay of Sistiana and the Duino cliffs, where the ruins of the old castle and the imposing new Castle residence of the Torre and Tasso princes can be enjoyed. Along the walk, stop at the different viewpoints to take in the spectacular views. When the weather is right, you can spot Miramare Castle on the left, Trieste, and even Punta Salvore in Croatia; on the right side, instead, you get a view of the shipyards of Monfalcone, the mouth of River Isonzo, and further beyond Prealps and Alps.

Micro Carsismo sul Sentiero Rilke

[ITA] boccate il sentiero circa 150 metri a sinistra del castello; il suo inizio è segnalato da un’ampia insegna. La passeggiata è lunga 1700 metri e gli ultimi 250 metri in direzione Duino, prima di arrivare al Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, sono accessibili anche a persone con ridotte capacità motorie. Recentemente ristrutturato e messo in sicurezza, il percorso si sviluppa per gran parte lungo il crinale delle falesie delimitato da staccionate in legno, e di tanto in tanto si immerge nella fitta vegetazione del bosco; oltrepassa diversi belvederi e fortificazioni risalenti alla prima guerra mondiale e riutilizzate durante la seconda. Si tratta di un percorso molto facile, con un dislivello di appena 150 metri, e comunque spettacolare. Dal Sentiero Rilke la vista spazia verso la baia di Sistiana e verso l’alta costa duinese a strapiombo dove si notano, prominenti, le rovine del castello vecchio e l’imponente sagoma del Castello nuovo, tuttora abitato principi della Torre e Tasso. Durante la passeggiata fermatevi ai vari belvedere per ammirare il panorama. In giornate terse è possibile avvistare, sulla sinistra, il castello di Miramare a Trieste e in lontananza Punta Salvore in Croazia. A destra invece, oltre i cantieri navali di Monfalcone, c’è la foce dell’Isonzo, e a chiudere la quinta si scorgono le Prealpi e le Alpi. Armati di un binocolo, è un piacere fermarsi a guardare la scogliera nel tardo pomeriggio, quando il sole ormai basso investe completamente il paesaggio. Un panorama così non poteva sfuggire agli occhi degli antichi. Fin dai tempi dell’imperatore Diocleziano nel III secolo d.C, sulle più alte falesie dell’alta costa compresa tra gli antichi porti di Duinum (l’odierna Duino) e Sextilium (Sistiana)

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Il Sentiero Rilke sulla Riserva Naturale delle Falesie di Duino_ph Chiara Puntar

Euphoria wulfenii

[ITA] i romani avevano eretto una torre di difesa e di controllo del mare e delle vie retrostanti, oggi inglobata nel castello nuovo di Duino. Il Sentiero Rilke ci consente di esplorare un paesaggio unico in Italia, punto d’incontro tra la verde costa mediterranea e l’aspro paesaggio del Carso triestino. Il dolce clima che circonda Duino è infatti dominato ora dalla Bora, il forte e freddo vento che spazza il Carso, ora dalle correnti tiepide e umide provenienti da sud e da ovest. E così il clima mediterraneo cede il passo a quello continentale dell’altopiano. Questo punto di incontro di zone climatiche così diverse e particolari permette a piante che provengono da mondi diversi di convivere nella riserva, creando un’incredibile varietà di flora. Troviamo così, ad esempio, la salvia e il leccio, due specie mediterranee, frammiste al carpino nero e all’orniello, che invece sono specie illiriche. E poi, fateci caso, lun-

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[ENG] If you have binoculars, you can enjoy getting a closer look at the cliffs as they tinge pink with the light at sunset. Such a view did not escape the attention of the ancient peoples. Indeed, since the times of Diocletianus Emperor in the third century AD, on the highest cliffs between the ancient ports of Duinum (today Duino) and Sextilium (Sistiana,) the Romans erected a defence tower to control the sea and the rear ways. Today the stronghold is part of the new Castle of Duino. The Rilke Path allows visitors to explore a unique landscape in Italy, a point where the verdant Mediterranean coast and the harsh landscapes of the Triestine Carso meet. The mild climate enjoyed in Duino is, at times is dominated by the Bora wind. The icy cold gusts of wind sweep over the Carso only to give way to the warm currents from the south and west. Hence, the Mediterranean climate yields to that continental climate typical of the plateau. The particular environment resulting from the clash of conditions allows for plants from different world areas to thrive and live side-by-side within the nature reserve, creating incredible biodiversity. For example, there are specimens of sage and ilex, two Mediterranean plants living next to hornbeams and South European flowering ash, Illyrian plants. And as you walk down the path, you will notice European black pine trees, typical of Central Europe, that show how resistant these plants are to the different temperatures and extreme water scarcity. Depending on the season, the colours of the vegetation change dramatically. You can find bushes filled with yellow blooms; purple is the dominant colour towards the end of May, thanks to the Pyramidal Bellflowers. When autumn comes, the European smoke tree bushes put on their fiery autumn colours. In the furrows of the cliffs diving into the


Falco pellegrino

[ENG] sea, in summer, you can spot the Kartschiana Centaurea, an endemic plant that has pinkish-purple flowers growing on the cliffs nearer to the sea. Many birds inhabit the cliffs, such as the peregrine falcon that builds its nest on the cliffs or the imperial crow. At times you can spot small herds of Chamois descending from Mount Hermada. In the sea below, there are pods of bottle-nose dolphins passing by and Loggerhead sea turtles. The most common reptile to spot on the Duino Cliffs is the Balcanic blue-throated keeled lizard, which is also represented on the nature reserve logo. These lizards love bathing in the sun on the most exposed zones of the cliffs. The adults in courtship are confident and very lively. To win over the females, the male lizards show off a black suit, an exquisite blue throat, and an orange belly, which fades out as the season progresses.

Algiroide magnifico

Fiordaliso del Carso

[ITA] go il sentiero fanno capolino anche pini neri d’Austria, una specie tipicamente centroeuropea, con esemplari che ci testimoniano la loro resistenza a condizioni di temperatura e di scarsità di acqua estreme. In base alla stagione cambiano anche le tonalità cromatiche delle piante. A inizio primavera troveremo i fiori gialli degli arbusti, verso fine maggio la fa da padrone il viola della Campanula Piramidale, mentre a inizio autunno si infiammano i cespugli del sommacco. Tra le fratture della falesia che si getta in mare, nei mesi estivi possiamo intravvedere i fiori del fiordaliso di Duino, la Centaurea kartschiana, una pianta endemica dai fiori rosa-viola che cresce sulla parte delle scogliere più vicine al mare, e gli uccelli che frequentano numerosi la macchia e le falesie, come il falco pellegrino, che nidifica lungo queste rupi, o il grande corvo imperiale. Talvolta si possono avvistare famiglie di camosci che scendono dal vicino monte Hermada. Nel mare sottostante è frequente il passaggio dei delfini tursiopi e di tartarughe caretta. Il rettile più comune e anche più facilmente osservabile sulle Falesie di Duino è l’algiroide magnifico, simbolo della riserva, una lucertola di provenienza balcanica. Sulla scogliera, soprattutto in primavera, nelle zone più esposte in prossimità dei belvedere, queste lucertole particolari si si termoregolano e sono particolarmente attive. Gli adulti in corteggiamento sono più confidenti. Per conquistare le femmine, i maschi sfoggiano un dorso di colore nero, una bellissima gola turchese e un ventre arancione che, con l’avanzare della stagione, si fa più opaca. Per scoprire tutti i segreti di questa splendida area, il consiglio è di partecipare a una escursione con guide esperte. Anche il Comune di Duino Aurisina, ente gestore della Riserva

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Rainer Maria Rilke

[ITA] Naturale Regionale delle Falesie di Duino, organizza periodicamente attività e visite naturalistiche gratuite lungo il Sentiero Rilke. Info: www.falesiediduino.it Per ammirare da un particolare punto di vista il meraviglioso scenario del Carso che si tuffa nel mare, vi suggeriamo anche un itinerario marino, sempre fuori dalle zona protetta interdetta alla navigazione e nel rispetto delle disposizioni del regolamento vigente. Che si tratti di una uscita in barca o in canoa, bordeggiando il paesaggio che dal porto di Duino, dominato dai castelli vecchio e nuovo, ci porta nella ampia baia di Sistiana, attrezzata con una bella marina, dal mare si ha la percezione dell’imponenza della Riserva naturale delle Falesie di Duino. E si vedono nettamente i torrioni di pietra e gli erti pendii. Rocce che sembrerebbero prive di terra, eppure su di esse si abbarbicano cespugli che crescono con incredibile forza e freschezza nonostante gli spruzzi salati del mare e i freddi venti invernali. Ma non solo: con una brava guida, riuscirete anche a individuare i cinque punti di riferimento che i vecchi pescatori di Duino avevano individuato lungo le falesie, ovvero formazioni rocciose dalle strane forme: el Capel (il cappello, che recentemente ha perso la propria cupola), el Altar, le Colombere, el Nido dei tre falchi e Casca in barca, una roccia a strapiombo prima di Sistiana, che sembra in procinto di staccarsi dalla scogliera. Insomma, alla Riserva delle Falesie di Duino, sia che ci andiamo a piedi che per mare, troviamo un paesaggio che sa far godere tutti e cinque i sensi: il panorama per la vista, la ruvidezza delle rocce per il tatto, il vento e il mare per l’udito, la salvia selvatica per l’olfatto e una capatina in una vicina osmiza per il gusto!

[ENG] To discover all the secrets of this splendid area, our suggestion is to go on a tour accompanied by expert nature guides. Also, the City Council of Duino Aurisina, the managing body of the Duino Cliffs Regional Nature Reserve, periodically organizes free events and tours of the Rilke Path. Info: www.falesiediduino.it To admire the wonderful landscape of the Carso dipping into the sea, from a particular viewpoint of view the wonderful scene, we also suggest a marine tour outside the protected area in respect of the regulations in force. Whether you choose a boat or a canoe trip, by paddling along the coast that brings you near Duino with its castles, along the Bay of Sistiana equipped with a beautiful marina, from the sea, you realize how majestic the Duino Cliffs Nature Reserve is. You can see the cliff towers and the very steep drops. The cliffs don’t seem to have fertile earth on them, yet bushes cling to the rock with force facing the strong winter winds and the salty waves and thrive. With an expert guide, you will also be able to identify the five points of reference the old fishermen of Duino had along the cliffs, such as strange rock formations: el Capel (the hat, which recently lost its cupola), el Altar (the Altar), the Colombere, el Nido dei tre falchi (the nest of the three hawks), and Casca in barca (a rock that is overhanging and seems to be falling off the cliff). Whatever the choice, on foot or by boat, the Duino Cliffs offer landscapes and experiences to entice all your senses: the views, the rough stones, the strong winds, the rumbling waves, wild sage, and, of course, a hearty meal at a local osmiza!

Info: Comune di Duino Aurisina | Občina Devin Nabrežina tel. +39 040 2017372 | www.comune.duino-aurisina.ts.it | www.falesiediduino.it | falesie@comune.duino-aurisina.ts.it

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Grande Guerra e cinema La Grande Guerra nel cinema in Friuli Venezia Giulia

The Great War Film Locations in Friuli Venezia Giulia

[ITA] Il cinema, soprattutto quello americano, francese e inglese, ha dedicato molti film alla prima guerra mondiale. Relativamente poche sono invece le pellicole italiane su quel lungo e logorante conflitto. Significativo è il fatto che alcune di esse siano state girate in Friuli Venezia Giulia, che fu uno dei principali teatri della Grande Guerra, a cominciare dal kolossal hollywoodiano Addio alle armi (A Farewell to Arms), la seconda versione cinematografica del celebre romanzo di Ernest Hemingway. La location principale di questo film è Venzone, che rappresenta una cittadina delle retrovie ai piedi delle montagne su cui si combatte. Nel mese di aprile del 1957 Venzone diventa una specie di succursale di Hollywood, con la presenza di divi americani (Rock Hudson e Jennifer Jones) ma anche italiani (Vittorio De Sica e Alberto Sordi) che richiama quotidianamente folle di curiosi nelle vie e nella piazza del Municipio occupata da centinaia di comparse nel ruolo di soldati in partenza per il fronte. Scene di massa - la marcia degli alpini e l’inizio della ritirata sotto il bombardamento nemico - vengono realizzate a pochi chilometri più a nord, sulla strada militare

[ENG] The movie industry, mainly the many American, French and English productions cover the First World War. Relatively few Italian films are based on this long, painful and costly conflict. It is, however, not by chance that a couple of these films were shot in Friuli Venezia Giulia. This region was one of the main theatres of the Great War, still today bearing its marks all over the territory. Among them, the Hollywood blockbuster A Farewell to Arms, the second film version of the famous novel by Ernest Hemingway. The central location of this film is Venzone, which represents one of the small towns behind the lines nestled at the feet of the mountains amongst which the battles raged. For the whole of April 1957, Venzone turned into a branch of Hollywood. The American movie stars (Rock the Hudson and Jennifer Jones), and Italian actors (Vittorio De Sica and Alberto Sordi) present at the location, attracted crowds of fans and onlookers. The streets and piazzas of the town, the locations of the film, were bustling with hundreds of walkon actors playing soldiers leaving for the front line trenches. The mob scenes - the line of march of the alpine troops and

Venzone

di Carlo Gaberscek

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by Carlo Gaberscek


Venzone, Addio alle armi

[ITA] di Tugliezzo, sopra Stazione per la Carnia. Dunque un kolossal, secondo il gusto hollywoodiano dell’epoca, che coniuga amore e guerra, vicende private e tragedie collettive, sullo sfondo di paesaggi e ambienti suggestivi fotografati in Technicolor. Il film di Selznick non piacque alla critica; però, grazie anche al grande lancio pubblicitario, ebbe un buon successo di pubblico e contribuì a stimolare il cinema italiano ad affrontare il tema della prima guerra mondiale. Anche l’uso cinematografico di Venzone come set aveva certamente destato interesse, tanto che due anni dopo il produttore Dino De Laurentiis decide di girarvi La grande guerra (The Great War, 1959), diretto da Mario Monicelli e interpretato da Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Silvana Mangano, in cui toni da commedia si intrecciano a momenti di realismo, sottolineato anche dalla fotografia in bianco e nero. Oltre a Venzone, il film di Monicelli fa ampio uso di altre location della pedemontana friulana, in particolare l’area di Sella Sant’Agnese (sopra Ospedaletto) dove vengono costruite trincee che si sviluppano per due chilometri. Altre parti sono girate a Palmanova e a Lestizza (scene di massa relative alla ritirata). Film di grande successo di pubblico e di critica, nonché vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia, La grande guerra di Monicelli farà sentire la sua influenza su due altri film italiani ambientati durante la prima guerra mondiale e di-

[ENG] the soldiers withdrawing under enemy fire - were shot a couple of kilometres further north, on the military road of Tugliezzo, above Stazione per la Carnia. The film was a genuine blockbuster that appealed to the Hollywood public taste of the time. Love mingles with war, and personal drama goes hand in hand with the collective tragedy, and in the background, breathtaking landscapes and haunting atmospheres are enhanced in Technicolor. This film by Selznick was not well-reviewed by the critics; nevertheless, thanks also to the grand launch campaign, it had an outstanding result in terms of audience, which stimulated the Italian cinema industry to consider WWI a possible theme. Venzone, as the location of a film set, had aroused such interest that two years later, producer Dino De Laurentiis decided to shoot The Great War (original title: La Grande Guerra, 1959), directed by Mario Monicelli starring Vittorio Gassman, Alberto Sordi and Silvana Mangano. A film in which comedy tones are interlaced with touching moments of realism, emphasized by the black and white photography. Apart from Venzone, Monicelli’s movie was filmed in several other locations along the Friulian foothills: Sella Sant’Agnese (just above Ospedaletto) and Gemona, where trenches stretch for two kilometres. Scenes from the film are also shot in Palmanova and Lestizza (mob scenes of the withdrawal of the troops).

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La ragazza e il generale, Virna Lisi e Umberto Orsini

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Gorizia e la chiesa di Sant’Ignazio

Cividale del Friuli, il Ponte del Diavolo e la città

[ITA] retti da Pasquale Festa Campanile che riportano sullo schermo personaggi abili nell’arte di arrangiarsi, opportunisti e pusillanimi, i quali però, in extremis, si dimostrano capaci di gesti di coraggio, diventando “eroi per caso”. Il primo di questi film, La ragazza e il generale (The Girl and the General), prodotto da Carlo Ponti, viene girato quasi completamente in esterni in Friuli Venezia Giulia nell’estate del 1966. Le avventure e peripezie dei tre protagonisti, interpretati da Virna Lisi, Umberto Orsini e l’attore americano Rod Steiger, danno modo di percorrere sullo schermo l’intero territorio regionale: dalla zona di Tolmezzo a quella di Venzone, dalla Val Resia a Cividale, dalle rocce carsiche della Val Rosandra alla zona di Latisana dove il fiume Stella e il Tagliamento rappresentano il fronte del Piave. L’altro film di Pasquale Festa Campanile è Porca vacca (1981) con Renato Pozzetto, Aldo Maccione e Laura Antonelli, interamente girato in Carnia. Nelle sequenze filmate a Pesariis (Prato Carnico) sono messe in evidenza le caratteristiche case con coperture a spioventi molto inclinati. A Sauris di Sopra viene usata come set una tipica casa rustica in legno e nella parte finale gioca un ruolo fondamentale l’imponente diga del Lumiei. Altre sequenze sono girate a Sella Chianzutàn (ove vengono costruite trincee); Pozzis di Verzegnis; Venzone, il cui tragico aspetto post-terremoto si presta a rappresentare un paese distrutto dai bombardamenti; e l’ampio alveo ghiaioso del fiume Tagliamento.

[ENG] Monicelli’s The Great War won great success both in audience and critics, awarding the Golden Lion at the Venice Film Festival, and influenced two other Italian films set during the First World War. Directed by Pasquale Festa Campanile, the film depicts chancers and cowards that are very skillful at the art of getting by, who in the end are capable of acts of great courage, becoming “heroes by chance”. One of the two films produced by Carlo Ponti is The Girl and the General (original title: La ragazza e il generale, 1967), shot nearly entirely in open-air locations around Friuli Venezia Giulia, throughout 1966. The film is the chronicle of adventures and mishaps the three protagonists, interpreted by Virna Lisi, Umberto Orsini, and American actor Rod Steiger, get themselves into across the region: from the area around Tolmezzo to that of Venzone, from Val Resia to Cividale, and finally, from the rocky Karst in Val Rosandra to the plains around Latisana where the Stella and Tagliamento rivers represented the Piave frontline. The other film by Pasquale Festa Campanile, Porca Vacca (Holy Cow, 1981) with Renato Pozzetto, Aldo Maccione and Laura Antonelli, was entirely shot in Carnia. The film sequences in Pesariis (Prato Carnico) highlight the characteristic local houses with their steep slating roofs. In Sauris di Sopra, a rustic wooden house in the typical local style was used as part of the set, while the Lumiei Dam played a fundamental role in the film’s final part. Other sequences were shot at Sella Chianzutàn (where trenches were re-constructed), in Pozzis

La grande guerra, Alberto Sordi e Vittorio Gassman


Udine, piazza Libertà

[ITA] Che cosa cercano dunque i cineasti in Friuli? Ciò in cui, nell’immaginario collettivo, esso era generalmente identificato: le montagne, il confine, la prima guerra mondiale. Un set, appunto, in cui ambientare storie di guerra. In Friuli negli anni ‘90 il filone bellico incentrato sulla prima guerra mondiale continua con due film. Nel primo, La frontiera (The Border, 1996), tratto dal romanzo omonimo del triestino Franco Vegliani e diretto da Franco Giraldi, con Raoul Bova e Omero Antonutti, una sequenza ambientata sul fronte della Galizia viene filmata nell’ex-poligono di tiro militare a Rivoli Bianchi, presso Betania (frazione di Tolmezzo) ai piedi del monte Amariana. Più numerose sono le scene realizzate in Friuli per il film di produzione anglo-americana Amare per sempre (In Love and War, 1996), diretto da Richard Attenborough, ispirato alla storia d’amore del giovane Hemingway (Chris O’Donnell) per la crocerossina Agnes von Kurowsky (Sandra Bullock), per il quale vengono utilizzate la Valcellina, la campagna di Aviano e la vecchia stazione di Budoia nel Pordenonese. Un set da “prima linea”, ovvero la città di Gorizia e la zona di Doberdò del Lago, è quello scelto per il film televisivo I colori della gioventù (2006), prodotto da Rai Fiction, girato anche a Palmanova e Trieste, che racconta le vicende di un gruppo di giovani futuristi, capeggiati dal pittore Umberto Boccioni, che, dopo l’incontro con Filippo Tommaso Mari-

La frontiera, il regista Franco Giraldi e Raoul Bova

[ENG] di Verzegnis, Venzone – whose tragic earthquake destruction-marks perfectly rendered the appearance of a town affected by bombings – and finally, in the gravelly river bed of the Tagliamento river. But, what do filmmakers actually seek for in Friuli? This region stands for the collective imaginary: the mountain ranges, the cross-country borders, and the First World War. The perfect set to shoot stories of war. The war-themed genre shot in Friuli Venezia Giulia continued in the Nineties with the other two movies. The Border (original title: La Frontiera), (1996) directed by Franco Giraldi, based on a novel written by Franco Vegliani, an author of Trieste, starring Raoul Bova and Omero Antonutti. A sequence set at the Galician frontline was shot in the former military shooting range in Rivoli Bianchi, near Betania (a hamlet of Osoppo at the feet of Mount Amariana. There are quite a few scenes shot in Friuli – in particular in Valcellina, the countryside around Aviano, and the old station of Budoia in the Pordenone area – in the 1996 AngloAmerican production In Love and War, directed by Richard Attenborough, a film inspired by Hemingway’s (Chris O’ Donnell) love affair with Red Cross nurse Agnes von Kurowsky (Sandra Bullock). A location on the “front line” is that in the city of Gorizia and the area around Doberdò del Lago, chosen for I colori della gioventù (The Colours of Youth, 2006), a television film pro-

Il confine, Venzone e Rivoli Bianchi

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Gemona del Friuli_ ph Fabrice Gallina, Arch. PromoTurismoFVG

[ITA] netti, rimangono tanto affascinati dai suoi proclami interventisti da seguirlo al fronte. Altre produzioni televisive vengono realizzate in occasione del centenario della prima guerra mondiale. La miniserie intitolata Il confine, la storia di tre giovani triestini, Bruno, Emma e Franz, la cui vita cambia molto drammaticamente con lo scoppio del conflitto, è stata quasi interamente realizzata in Friuli Venezia Giulia nella primavera-estate del 2015 (e andata in onda nel 2018). Grazie all’eccellente lavoro di location scouting della FVG Film Commission, è stata utilizzata una grande quantità di location delle tre province in cui la guerra fu effettivamente combattuta: Udine, Gorizia, Trieste. Le riprese hanno avuto inizio nel centro storico di Gorizia e sono proseguite al Castello di Spessa di Capriva e in una azienda agricola di Brazzano. La troupe si è poi trasferita a Trieste, utilizzando non solo le più note location in esterni, ma anche i sontuosi interni di alcuni palazzi. Dopo alcune riprese a Sistiana, i lavori sono continuati in varie località friulane, con molte scene girate a Venzone, il cui duomo diventa un ospedale da campo, e nei vicini Rivoli

La ragazza e il generale, Val Rosandra

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Bianchi, dove sono scavate trincee per rappresentare il fronte del Trentino e quello dell’Alto Isonzo. Tra le tante location friulane di Il confine anche Piazza Libertà a Udine, alcune ex caserme di Palmanova, l’interno del Castello di Villalta e il chiostro del Monastero di Santa Maria in Valle a Cividale. Nell’estate del 2021, per valorizzare il centenario del Milite Ignoto viene realizzato il film televisivo La scelta di Maria, dedicato alla figura di Maria Bergamas (interpretata da Sonia Bergamasco), che fu scelta per rappresentare tutte le madri italiane che avevano perduto i loro figli nella prima guerra mondiale e alla quale il 28 ottobre 1921 nella Basilica di Aquileia fu affidato il compito di scegliere tra le bare che contenevano le spoglie di undici soldati non identificati quella che sarebbe stata solennemente trasferita a Roma per essere tumulata nell’Altare della Patria. Questo film televisivo, oltre ad Aquileia, lo storico borgo di Strassoldo, il monte San Michele, il fiume Isonzo, Medea, utilizza anche molto materiale di repertorio, tra cui principalmente parti del documentario Gloria. Apoteosi del Soldato Ignoto (1921) restaurato a cura della Cineteca del Friuli.


La Scelta di Maria; Strassoldo

[ENG] duced by RAI Fiction, also shot in Palmanova and Trieste. It recounts the experiences and up and downs of a group of young Futurists, fronted by painter Umberto Boccioni. After meeting Filippo Tommaso Marinetti, he was so intrigued by the latter’s interventionist proclamations to follow him, enrolling in the I World War. Other television productions were created on the occasion of the centenarian of the first world war. The miniseries The Border (Il Confine), the story of three young Triestines, Bruno, Emma, and Franz, whose life radically change with the outbreak of the conflict, was nearly entirely filmed in Friuli Venezia Giulia in the spring-summer of 2015 (and broadcast in 2018). Thanks to its excellent location scouting, the FVG Film Commission chose several actual WWI battlefield locations scattered in the three provinces: Udine, Gorizia, Trieste. Filming began in the old town centre of Gorizia and continued in the Spessa Castle in Capriva del Friuli and a farm in Brazzano. The troupe then moved to Trieste, where some stunning, sumptuous interiors provided the perfect setting beside the well-known external locations. After some shooting was completed in Sistiana, several scenes were filmed in various Friulan localities, among others Venzone. The main church of the village featured as a field hospital and the nearby Rivoli Bianchi range, where trenches were the setting of the Trentino and Upper Isonzo front lines. Among the many Friulan locations of The Border, Piazza Libertà in Udine, the interiors of the Villalta Castle, and the cloister of the Santa Maria in Valle Monastery in Cividale. In the summer of 2021, to celebrate the centenarian of the Unknown Soldier, a television drama was filmed, titled The Choice of Maria (La scelta di Maria). The drama was dedicated to Maria Bergamas (interpreted from Sonia Bergamasco), a woman chosen to represent all the Italian mothers who lost their sons in the First World War. On 28 October 1921, at the Basilica of Aquileia, she was entrusted with choosing one among eleven coffins containing unidentified soldiers’ remains. The chosen coffin would be brought to Rome and entombed in the Vittoriano Monument. This television film was set in Aquileia, the historical village of Strassoldo, Mount San Michele, River Isonzo, Medea, and featured original footage of the ceremony contained in the 1921 documentary titled Gloria. Apoteosi del Soldato Ignoto (Glory. The Apotheosis of the Unknown Soldier) masterly restored by Cineteca del Friuli.

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Aquileia Mater Aquileia Mater

Aquileia Mater

[ITA] Il Centesimo anniversario della solenne tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria a Roma ha rappresentato per la città di Aquileia l’inizio di pregevoli progetti di rigenerazione urbana. Questi progetti hanno l’obiettivo di conferire la dovuta dignità ai luoghi simbolo della storia della cittadina, e dell’Italia tutta, come ad esempio il Cimitero degli Eroi, recentemente restaurato. Situato a ridosso della maestosa Basilica di Santa Maria Assunta, il cimitero raccoglie 214 salme di caduti nella Grande Guerra, sistemate in tombe individuali, ognuna delle quali è segnata da una croce in ferro ornata da un intreccio di lauro e quercia e riporta il nome del caduto con la frase «Dulce et decorum est pro Patria mori», ovvero «Morire per la Patria è dolce e decoroso». Arbusti di alloro, bosso e cipressi fanno corona intorno al grande arcosolio (un sarcofago inserito in una nicchia a semicerchio) che contiene le spoglie di dieci soldati

[ENG] The hundredth anniversary of the solemn entombment of the Unknown Soldier at the Vittoriale monument in Rome, for Aquileia has represented the beginning of ambitious plans of urban regeneration. These plans aim to restore the central role of the most emblematic historical landmarks of the town and of Italy for the matter, one of these being the recently restored Cemetary of the Heroes. Situated just next to the majestic Basilica di Sant Maria Assunta, the cemetery houses the remains of 214 fallen in the Great War. Each of the tombs is marked with an iron cross adorned with a laurel and oak wreath; the missing name is filled with the phrase «Dulce et decorum est pro Paria mori», which is “To die for your country is gentle and decorous». Shrubs of bay and boxwood, and cypresses surround the large arcosolium (a sarcophagus within a niche) that contains the remains of ten unknown soldiers entombed here on 4 November 1921. To-

Dalla storia ai progetti di rigenerazione urbana

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From history to the plans of urban regeneration


Aquileia, la Basilica

[ITA] ignoti tumulati qui il 4 novembre 1921 e che, assieme al Milite Ignoto che ora riposa a Roma, furono scelti a ricordo degli undici più cruenti campi di battaglia della Grande Guerra (Rovereto, Altopiano di Asiago, monte Grappa, Dolomiti, Montello, Basso Piave, Cadore, Basso Isonzo, San Michele e il tratto da Castagnevizza al Mare Adriatico). Ai loro piedi riposa Maria Bergamas, la donna che scelse il feretro del soldato senza nome traslato al Vittoriano. Grandi sculture - il Cristo che conforta due fanti morenti, e quella di un soldato, sempre morente, sostenuto da una figura femminile con le ali - rendono l’ambiente ancora più solenne ed emozionante. Il Cimitero degli Eroi è un sito storico molto importante perché, a differenza degli altri cimiteri, sacrari ed ossari, è l’unico ad aver mantenuto la sua forma originale da quando sono iniziate le sepolture nel 1915. È dunque pregevole il fatto che con il recente restauro, inaugurato il 29 ottobre scorso, a questo luogo sia stato portato nuovo decoro. Aquileia è, dunque, una città che cambia e si rinnova ispirandosi al proprio grandioso passato. Altro tangibile esempio di questo rinnovamento è la mostra-itinerario permanente Aquileia Mater, che lega ideal-

[ENG] gether with the Unknown Soldier in Rome, they were chosen to represent all the fallen of the eleven battlegrounds of the Great War – Rovereto, Altopiano di Asiago, Monte Grappa, Dolomiti, Montello, Basso Piave, Cadore, Basso Isonzo, San Michele and the stretch of land between Castagnevizza and the Adriatic Sea. At their feet, lies Maria Bergamas, the woman who chose the coffin of the Unknown Soldier to be entombed under the Vittoriano monument in Rome. Two grand sculptures – Christ comforting two dying infantrymen and a dying soldier supported by a female figure with the wings – create an even more solemn and moving atmosphere. The Cemetery of the Heroes is a unique historical site compared to other similar war cemeteries as it is the only one to have maintained the original 1915 layout. Hence, the recent restoration, inaugurated the 29 October 20210, has been a due act of respect bringing new dignity to such a significant place. Aquileia is a city that changes and evolves inspired by its magnificent past. Another tangible example of this renovation is the permanent exhibition-itinerary Aquileia Mater that ideally con-

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Aquileia, il Cimitero degli Eroi

[ITA] mente i luoghi simbolo del viaggio del caduto ignoto: il Cimitero degli Eroi, la Basilica di Aquileia e la stazione ferroviaria dalla quale partirono le spoglie mortali del Milite Ignoto nel lungo viaggio verso Roma. L’itinerario si compone di 12 stazioni che portano il pensiero alle 11 salme degli ignoti militi e alla figura di Maria Bergamas, simbolo di tutte le madri di guerra. La struttura di queste tappe è realizzata in ferro, a ricordo dei binari e del lungo viaggio intrapreso dal convoglio ferroviario, e con il legno dei cipressi provenienti dal Cimitero degli Eroi. Il percorso, il cui punto di arrivo è proprio il Piazzale Milite Ignoto antistante l’ex stazione ferroviaria, accompagna il visitatore in 11+1 stazioni, 11+1 punti di vista su Aquileia, 11+1 scorci di memoria. Questo itinerario di valorizzazione della memoria si aggiunge all’attività di recupero di quella che fu la stazione ferroviaria da cui nel 1921 partì il convoglio con le spoglie del Milite Ignoto. Sono infatti iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio della stazione, all’interno della quale verrà realizzato un museo multimediale. E a ricordo di quella mattina del 29 ottobre di cent’anni fa, il piazzale antistante la stazione sarà intitolato al Milite Ignoto. Il tema Aquileia Mater ha dato vita anche alla performance visiva di videomapping proiettata sul campanile della Basilica di Aquileia fino al 7 dicembre e intitolata Aquileia Mater. Milite Ignoto. Il lavoro, realizzato da Aquileia Digital Arts e sostenuto dalla Fondazione Aquileia con il supporto del Comune di Aquileia e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione Turismo, ha riprodotto sul campanile grandi e suggestive immagini tratte dal film documentario del 1921 Gloria, apoteosi del Soldato Ignoto, creando un effetto visivo di grande impatto.

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[ENG] nects the emblematic places of the last trip of the Unknown Soldier: the Cemetery of the Heroes, the Basilica of Aquileia and the railway station from where the remains departed to Rome. The itinerary touches 12 locations that remind us of the 11 unknown soldiers and Maria Bergamas, symbolically representing all the war mothers. The stages of this ideal trip are marked by an iron structure that recalls the railway tracks the convoy followed and by the wood from the cypresses growing in the Cemetery of the Heroes. The itinerary, whose destination is Piazza Milite Ignoto just in front of the former railway station, leads visitors along the 11+1 locations, offering 11+1 views of Aquileia, 11+1 steps down the historical memory lane. This itinerary to rekindle the memory coupled with the renovation of the former railway station where the convoy bearing the Unknown Soldier started its journey towards Rome. Indeed, works for the renovation of the old station buildings, which will house the multimedia museum, are underway. And the square in front of the station will be entitled to the Unknown Soldier to commemorate that morning of 29 October 1921. Aquileia Mater has also given rise to the namesake performance of video mapping with the projection on the bell tower of the Basilica of Aquileia until 7 December. Unknown Soldier. The work was created by Aquileia Digital Arts and funded by Fondazione Aquileia Foundation with the support of the Aquileia City Council and the Autonomous of Region Friuli Venezia Giulia - Tourism Directorate. It consists of a projection of evocative images taken from the documentary film of 1921 Gloria, apotheosis of the Unknown Soldier, on the bell tower, creating a visual performance of great impact.


a cura di

Museo Paleocristiano Domus delle

Mura bestie ferite bizantine AQUILEIA

UDINE

Ex stazione ferroviaria

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Decumano di Aratria Galla Domus dei putti danzanti

Circo

Grande Mausoleo

Domus Romane MAPPA - Fondo Cossar PARLANTE DI

Sponda orientale del porto

Domus di Tito Macro

Foro

Teatro

Illustrazioni e progetto grafico: Sarolta Szulyovszky

Domus e Palazzo Episcopale

Domus delle bestie ferite

Campanile

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Ex stazione ferroviaria

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Battistero e Südhalle

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Grande Mausoleo

Teatro

Foro

Campanile Battistero e Südhalle

Domus Porto fluviale Romane - Fondo Cal

Sepolcreto

Anfiteatro

Cimitero degli Eroi

Magazzini Illustrazioni e progetto grafico: Sarolta Szulyovszky

Grandi Terme

Sepolcreto

TRIESTE

Basilica Patriarcale

Domus e Palazzo Episcopale

Mura bizantine

Magazzini

Domus Romane - Fondo Cal

Ex stazione ferroviaria

Decumano di Aratria Galla

Anfiteatro Grande Mausoleo

Ba

Sponda orientale del porto

Domus Domus di dei putti Tito Macro danzanti

Grandi Terme

Circo

a cura di

Porto fluviale

Museo Paleocristiano

UDINE

TRIESTE

Domus Romane - Fondo Cossar Domus di Tito Macro

Teatro

Municipio

Domus e Palazzo Episcopale Museo Campanile Archeologico

Mercati Romani e Mura - Fondo Pasqualis Basilica Patriarcale

Nazionale Battistero e Südhalle

Mercati Roma - Fondo Pasq

SCAVI IN CORSO Cimitero degli Eroi

Municipio

LUOGHI E MONUMENTI RACCONTATI

Grandi Terme ssa i Nat me Fiu

NELLA MAPPA PARLANTE

Magazzini

Domus Romane - Fondo Cal

GRADO

Museo Archeologico Nazionale

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Sepolcreto

RACCONTI E Anfiteatro CURIOSITÀ IN AUDIO , VIDEO AQUILEIA BASILICA PATRIARCALE

e

m Fiu

Sai perché Aquileia è famosa nella storia?

issa Nat

“Giona nella pancia del pesce” di Roberto Piumini

Municipio

Sai che il pavimento della Basilica è rimasto nascosto per quasi mille anni? Sai che la prima Basilica di Aquileia era doppia? Sai chi era Poppone?

E VIDEO LIS DOMUS DI TITO MACRO

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

“Gli scavi della domus di Tito Macro” di Roberto Piumini

“A tavola con il morto” di Radio Magica

Sai cos’era la domus di Tito Macro? Romani e Mura Mercati

“I guardiani di terracotta” di Radio Magica

- Fondo Pasqualis DOMUS E PALAZZO EPISCOPALE

Sai perché il gallo lotta contro la tartaruga?

“Datteri e Anguille” di Roberto Piumini

BATTISTERO E SÜDHALLE

Sai chi erano Giove Ammone e Medusa?

issaMagica “Bagno a mezzanotte” di Radio Nat me “I cento occhi del Fiupavone” di Radio Magica

“Il ratto di Augusto” di Radio Magica “Un pavimento sempre sporco” di Roberto Piumini

“I pensieri di papà Violin” di Roberto Piumini

Museo Sai cosa si nascondeva sotto la stalla Violin? Archeologico Nazionale FORO

Sai che anche gli antichi romani andavano dal medico? Sai chi era un navarca?

si facevanoRACCONTATI i mattoni nell’antichità? LUOGHISai E come MONUMENTI quali PARLANTE animali hanno tracciato il perimetro di Aquileia? NELLA Sai MAPPA

Sai cos’era il Foro? Sai cos’erano il cardo e il decumano?

GRADO

CAMPANILE

GRANDI TERME

“Il campanile di Aquileia” di Roberto Piumini

“Delitto alle terme” di Radio Magica

Sai qual è il “tesoro” del campanile?

MAGAZZINI

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Sai chi riposa nel Cimitero degli Eroi?

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Sai che il porto di Aquileia era uno dei più grandi del mondo antico?

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Sai che cos’era il sepolcreto?

RACCONTI E CURIOSITÀ IN AUDIO , VIDEO RACCONTI E CURIOSITÀ IN AUDIO , VIDEO E VIDEO LIS

E VIDEO LIS

EX STAZIONE FERROVIARIA

“Il treno lento” di Roberto Piumini

Sai cos’è stato scoperto vicino alla Basilica?

FONDAZIONE CON IL CONTRIBUTO DI Sai perché Aquileia è famosa nella storia? RADIO MAGICA ONLUS

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Sai che fine ha fatto la testa in bronzo di un imperatore?

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[ITA] Il piccolo Friuli Venezia Giulia offre tutte le sue bellezze in un raggio molto contenuto di chilometri. D’inverno, partire dalla laguna per arrivare alle montagne permette di attraversare un susseguirsi di ambienti diversi uno dietro l’altro, ciascuno peculiare e stupefacente quanto il precedente. Già il solo scorgere il Canin e la catena dei Musi che si stagliano oltre l’isola di Barbana nelle giornate di massima visibilità toglie il fiato. Lo specchio d’acqua salmastra è rotto solo dalle onde create dalle tante specie di passo, la pianura è ancora coperta da una glassa di brina, le colline un intreccio di rami nodosi e scuri. Ma è l’arrivo in montagna dopo le prime gallerie dell’autostrada che ci inonda di bianco e che ci accoglie in un freddo croccante e cristallino. Subito dietro la catena dei Musi infatti si nasconde il Parco delle Prealpi Giulie che raccoglie nel suo territorio le montagne dei comuni di Chiusaforte, Moggio Udinese, Resia, Resiutta e Venzone. Monti che raccordano il sistema delle


Inverno nella natura

[ITA] Prealpi dal monte Plauris al cuore delle Alpi Giulie: il Massiccio del Canin. Una riserva di fauna selvatica sia di grandi dimensioni come lo stambecco, ma anche più piccola e sfuggente come la coturnice, un uccello galliforme che è stato adottato come simbolo del Parco. La catena montuosa dei Musi che occupa il parco è disposta da est a ovest con versanti scoscesi a sud e fondovalle con numerose e spettacolari rapide e cascate, mentre il Massiccio del Canin (uno dei più grandi massicci carsici d’Europa) ospita l’unico residuo di ghiacciaio del Friuli Venezia Giulia, purtroppo ormai ridotto ai minimi termini a causa del riscaldamento globale. Tutto il paesaggio qui è mastodontico, l’ampiezza delle visuali, le vette, lo spessore della neve che cade e il silenzio che riempie ogni cosa. E mastodontiche sono anche le dimensioni degli abissi, tanto che il Canin detiene un record italiano ipogeo: quello di ospitare la grotta più estesa d’Europa. Nel 2019 infatti quattro speleologi italiani hanno scoperto il passaggio che unisce due grandi grotte che giacciono sotto le fredde rocce del massiccio. Con il passaggio, come in un gioco di incastri, in un solo colpo si congiungono due giganti sotterranei fatti di

The Thousand Facets of Winter From the Lagoon to the Julian Alps

[ENG] In a relatively small space, Friuli Venezia Giulia offers a whole range of natural beauties. In winter, if you leave from the lagoon to reach the mountains, you will experience several different landscapes, each peculiar and spectacular in its own way. Simply to see the Canin and the Musi mountain chain standing out beyond the island of Barbana on clear and sunny winter days is breathtaking. The sheet of salty water is only disturbed by the ripples created by the many species of migrating birds touching down; the plain is still covered in frost, the landscape on the hills is of interlaced bare branches. As we reach the mountains passing through the first tunnels on the motorway, we are welcomed by a white, crispy cold winter landscape. Indeed, just behind the Musi mountain chain lies the Parco delle Prealpi Giulie (Julian Prealps Nature Reserve) that includes the mountainous areas of Chiusaforte, Moggio INVERNO - WINTER 2021-22

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Alpi Giulie, vista panoramica della parete nord del Monte Jôf di Montasio Stambecco

[ITA] gallerie e pozzi: più di trenta chilometri del Complesso del Foran del Muss e più di quaranta chilometri del Complesso del Col delle Erbe. Questo complesso di oltre 80 chilometri strappa il record nazionale alla Sardegna, dove il Complesso del Supramonte Orientale misura “solo” 74 chilometri. E che panorami! Dal Canin il nostro sguardo spazia sugli Jôfs, i gioghi in friulano, quelle montagne dal profilo ampio come lo strumento contadino affidato ai buoi da tiro. Cime stupende in tutte le stagioni, ma che con la neve assumono un aspetto quasi mistico a ricordarci quanto siamo piccoli a confronto. Il maggiore è lo Jôf di Montasio (2.754m), patria originale dell’omonimo formaggio, ma attorno a lui i monti minori non son piccoli di certo: lo Jôf Fuart (2.666m), lo Jôf di Miezegnot (2.087m), lo Jôf di Dogna (1.961m) e più in là, a est, il Mangart (2.677m) sul confine con la Slovenia. Appena di là di essi a nord si stende la Foresta di Tarvisio, lascito millenario del Sacro Romano Impero che comprende 240 chilometri quadrati di territorio: alpi, valli, fiumi, laghi e soprattutto boschi a perdita d’occhio. Un vero e proprio polmone verde sapientemente gestito secondo i migliori criteri

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[ENG] Udinese, Resia, Resiutta and Venzone. The Canin Mountains join the Prealps from Mount Plauris to the heart of the Julian Alps. The area is a nature reserve for many larger animals, such as ibex, and smaller animals like the rock partridge, which has been chosen as the symbol of the nature reserve. The Musi mountain chain occupies the east to west section of the nature reserve and features steep south-facing slopes and lots of spectacular waterfalls, while the Canin Mountains (one of the most incredible Karst mountains in Europe) feature the last glacier of Friuli Venezia Giulia, which has been reduced to a minimum due to global warming. The entire landscape here is enormous: the views, the peaks, the amount of snowfall, and the silence that pervades everything. Also, the gorges here are gigantic; indeed, the Canin holds the record for the vastest cave system in Europe. In 2019 four Italian speleologists discovered a passageway that joins two large caves that freeze under the cold rocks of the mountains. As in a puzzle, the passageway magically joins two underground giant caves with numerous galleries and underground pools: the Complesso del Foran del Muss stretches out over thirty kilometres, and the Complesso del Col delle Erbe over forty kilometres. The entire complex stretches out over 80 kilometres stealing the Italian record from Sardinia, where the Complesso del Supramonte Orientale measures “only” 74 kilometres. And the views! From the Canin, the view extends to the Jôfs (Friulan for yokes), the mountains with a vast profile that reminds you of the yokes used between a pair of oxen. The mountaintops are lovely in every season, but when covered in snow, they are majestic, making us realize how tiny we are compared to them.


Monte Santo di Lussari

Gallo forcello

[ITA] della selvicoltura naturalistica che riesce a mettere d’accordo le esigenze dell’uomo con le caratteristiche della natura, senza prevaricazioni o sfruttamenti. Qui ghiacciai e fiumi hanno scolpito le valli scavando e spostando colline di terra permettendo all’acqua di concentrarsi in piccoli laghetti come quelli di Fusine o del Predil. Un fenomeno peculiare che si può trovare nella fascia di terra che separa i due laghi di Fusine, è quello dei massi erratici, enormi blocchi di roccia appoggiati su terreni lontani chilometri dai versanti montuosi che li hanno generati. Come è stato possibile per questi massi arrivare così distanti, ben oltre i limiti fisici del rotolamento? Alieni? Civiltà protostoriche? Niente di così assurdo. Semplicemente le frane che li generarono durante il periodo glaciale si depositarono sulla lingua di ghiaccio che aumentando di dimensioni si spostava lentamente verso l’uscita delle valli e quando questa finalmente si disciolse li posizionò dolcemente nel profondo del bosco. Un ben più prezioso gioiello incastonato nella foresta è il santuario del Monte Lussari dove il culto mariano ha un’importantissima meta di pellegrinaggi

[ENG] The tallest peak is the Jôf di Montasio (2.754m), home of the namesake cheese. Around it, the lower mountains are indeed not that low: the Jôf Fuart (2.666m), the Jôf di Miezegnot (2.087m), the Jôf di Dogna (1.961m) and further east the Mangart (2.677m) on the border with Slovenia. On the other side to the north lies the Forest of Tarvisio, a heritage left by the Holy Roman Empire which comprises 240 square kilometres of land: alpine landscapes, valleys, rivers, lakes, and mainly forests, forests as far as the eye can see. A veritable green lung that is wisely managed following the best criteria of sustainable forestry, to intelligently combine the industrial requirements with the sustainability of the natural environment without embezzlements or exploitations. The glaziers and rivers of the area have carved the valleys and shifted hills of the earth, allowing the water to flow into small lakes, such as those of Fusine and Predil. A peculiar phenomenon involving the strip of land that separates the two lakes in Fusine is the erratic masses; enormous boulders found many kilometres far from the slopes they originated from. How did these massive rocks reach such distances beyond the physical limits of the rolling? Aliens? Proto-historic civilizations? Nothing so absurd. Simply the landslides that generated the boulders during the glacial period deposited them on a strip of ice. As the mass increased, it moved slowly towards the end of the valley transporting the rocks with it. Finally, as the ice melted, the large rocks settled gently in the forest. A veritable precious jewel set in the forest is the Marian Sanctuary of Monte Lussari, the destination of pilgrimages since its foundation in 1360. It became a place of cult when a young shepherd found the effigy of the Madonna among some mugo pines. The Patriarch of Aquileia interpreted INVERNO - WINTER 2021-22

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Val Resia d’inverno_ph Marco Di Lenardo

[ITA] a partire dalla sua fondazione nel 1360, da quando cioè un giovane pastore trovò l’effigie della Madonna tra i mughi e il Patriarca di Aquileia lo interpretò come un segno ordinando la costruzione della chiesa. E come il patriarcato superava i confini della nostra regione così la fede nella Madonna del Lussari è da sempre una fede di amicizia tra i popoli che vedono nel Lussari il punto di incontro tra Friuli, Carinzia e Carniola slovena. Amicizia che si è concretizzata nella stesura del Cammino Celeste un triplice pellegrinaggio che parte da Aquileia, Maria Saal e da Brezje (vicino a Bled) per convergere sul monte giuliano. Se vi è venuta voglia di andare a vedere con i vostri occhi e toccare con mano questi luoghi, fatelo preparati, soprattutto in inverno: servono un abbigliamento tecnico per combattere le temperature rigide e attrezzature di progressione (sci, ciaspole o ramponcini). Ma soprattutto siate preparati a conoscere voi stessi, i vostri limiti e quelli imposti dall’ambiente, per poter godere di questi luoghi in assoluta sicurezza. Ricordiamoci che può essere molto pericoloso avventurarsi su tracciati fantasma o su pendenze apparentemente tranquille che possono rivelarsi particolarmente disagevoli o a rischio valanga una volta innevate. La neve è un materiale vivo e reattivo non meno delle onde del mare, al suo interno nasconde piccole ed effimere unicità altrettanto mozzafiato quanto le montagne che se ne vestono. E se siete alla ricerca di un piccolo consiglio per stupire e per stupirsi, nelle vostre escursioni non dimenticate di mettere nello zaino una piccola lente: anche il percorso più breve e conosciuto diventerà un nuovo terreno per affascinanti avventure.

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[ENG] the finding as a sign and ordered the construction of a church. Just as the Patriarchy ruled over territories beyond the borders of Friuli Venezia Giulia, the cult of the Madonna of the Lussari has always created a sentiment of friendship between the peoples who view the Lussari as the crossroads between Friuli, Carinzia, and the Slovenian Carniola. A friendship that has become tangible in the Celestial Way, a three-way pilgrimage that starts in Aquileia, in Maria Saal and in Brezje (near Bled) to reach the top of the Lussari. If you have been enticed to see for yourself and experience these places first hand, be prepared, especially in winter. You need warm hiking clothing and boots to face the frigid temperatures and technical equipment such as skis, snowshoes or crampons). Above all, you need to be physically fit, know your limits and respect those imposed by nature. Only then can you thoroughly enjoy the experience in safety. Never forget that it can be very dangerous to venture on unknown paths or on slopes that seem easy to climb. They can turn out to be particularly rough and highly avalanche-prone when covered in snow. Snow is unstable and reactive, just like the waves of the sea. It conceals small and ephemeral features that make it equally breathtaking and uncontrollable, much like the mountains it covers. If you are craving surprising experiences, don’t forget to bring a magnifying glass with you on your hike: even the shortest and the most accessible walk will offer you some fascinating discoveries and adventures.


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Gorizia

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Insolita Gorizia Una passeggiata tra multiculturali luoghi di culto

An Unusual Walking Tour of the Multicultural Sites of Worship in Gorizia

[ITA] A Gorizia si respira l’atmosfera sospesa tipica di una città di confine influenzata profondamente dalle civiltà latina, slava e germanica che qui si sono incrociate. La prima testimonianza di questa multiculturalità si ha passeggiando tra le vie o nei negozi, dove si sentono le persone del posto parlare in italiano, sloveno, friulano e, per una minoranza, tedesco. L’immagine di Gorizia è indissolubilmente legata alle sanguinose battaglie della Prima Guerra Mondiale e alla cortina di ferro che la divideva da Nova Gorica nel secondo dopoguerra, ma la città non è solo questo: il suo centro regala scorci di una cittadina a dimensione d’uomo, che a prima vista può sembrare sonnecchiante, ma capace di offrire un variegato carnet culturale. Oggi vi voglio accompagnare in un itinerario sulle tracce multiculturali di Gorizia, facendo tappa in alcuni dei luoghi di culto meno conosciuti. Lasceremo quindi da parte il duomo di Gorizia dedicato ai Santi Ilario e Taziano e le preziose opere e testimonianze della storia medievale cittadina che

[ENG] In Gorizia you can still sense the typical suspended atmosphere of a border city influenced as it is by the Latin, Slavic and Germanic civilizations that once coexisted in this city. The first evidence of such multicultural character can be experienced simply by walking the streets and shops of the town centre, where you will easily hear people speaking Italian, Slovene, Friulan and, even a little minority, German. When you think of Gorizia, you inextricably link it to the bloody battles of the First World War and to the Iron Curtain that divided it from Nova Gorica, during the second post war period. But the city is not only this: the old town centre offers beautiful views and corners of a human-sized city which at a first glance could appear sleepy and quiet, but instead offers an interesting range of cultural events. Following the multicultural traces of Gorizia, today I will take you on a tour of the less known places of worship of the city. I will not concentrate on the Cathedral of Gorizia dedicated to Sts. Hilarius and Tatian or on the Church of

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La Sinagoga

Gorizia e la chiesa di Sant’Ignazio

[ITA] conserva, così come anche la Chiesa dell’Immacolata Concezione, esempio del fasto del “Barocco Goriziano”, la Chiesa di San Vito e Modesto con la suggestiva “Piazzutta” (oggi piazza Nicolò Tommaseo) su cui si affaccia, e anche la Chiesa del Sacro Cuore, una delle costruzioni religiose più recenti del centro di Gorizia. La nostra passeggiata ha come prima tappa la Sinagoga di via Ascoli, ovvero quello che fu il cuore del Ghetto di Gorizia (istituito nel 1696 e abolito nel 1812), dove la comunità ebraica locale si stabilì, giocoforza, nel 1600. Accanto al settecentesco cancello in ferro battuto da cui si accedeva al ghetto, troviamo il Tempio Israelitico costruito nel 1756 e utilizzato dalla comunità ebraica di Gorizia fino alla sua scomparsa nel 1969, quando fu accorpata a quella di Trieste. Nel 1978 l’edificio fu donato al Comune per destinarlo ad attività culturali riguardanti l’ebraismo. Riaperta nel 1984, la Sinagoga non è adibita al culto, ma custodisce il prezioso museo didattico “Piccola Gerusalemme sull’Isonzo”, nel quale è possibile capire lo sviluppo nei secoli dell’importante comunità ebraica goriziana, le sue tradizioni e i suoi legami con la grande cultura mitteleuropea, visitare il tempio e la nuova sala dedicata al filosofo e letterato goriziano Carlo Michelstädter e alle sue opere pittoriche. Info e orari: tel +39 0481 535764.

[ENG] the Immaculate Conception, an exquisite example of “Baroque art in Gorizia”, the Church devoted to Sts. Vitus and Modestus in the dainty little Piazza Nicolò Tommaseo, locally known as “Piazzutta” or even on the Church of the Sacred Heart, one of the most recently built churches in the centre of Gorizia. Our walk will first takes us to the Synagogue in via Ascoli, which was the very heart of the Jewish Ghetto in Gorizia (established in 1696 and abolished in 1812), where the local Jewish community was bound to settle in 1600. Just next to the eighteenth-century wrought iron ghetto entrance gate there is the Israelite Temple built in 1756 and frequented by the Jewish community of Gorizia until 1969, when it was unified with that of Trieste. In 1978 the building was donated to the local government to be destined as the location of cultural events regarding Hebraism. Reopened to the public in 1984, the Synagogue, no longer a place of worship, turned into a didactic museum known as the “Small Jerusalem on the Isonzo”. Visiting this museum you understand the development and importance of the Jewish community in Gorizia, its traditions and its links with the great Mitteleuropean culture. Noteworthy is the newly opened room dedicated to Carlo Michelstädter, the philosopher born in Gorizia, and his art works. Info and opening hours: Tel +39 0481 535764. INVERNO - WINTER 2021-22

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Chiesa di Santo Spirito_ph Rodolfo Coceancig • COC Photography

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[ENG] Walking down the pedestrian via Ascoli towards via del Seminario, you leave the ghetto behind and turn on to via Arcivescovado. Here you pass the eighteenth-century Cappella dell’Esaltazione della Croce (Exaltation of the Holy Cross Chapel), part of Palazzo Cobenzl which houses the Curia of the Archbishop of Gorizia. The chapel is open to the public only on few occasions and religious celebrations. Carry on walking and you find yourself in the spacious central Piazza Vittoria dominated by the church dedicated to Saint Ignatius which features two onion domes on top of the bell-towers, typical of the churches of central Europe. In the niches just above the church doors, the facade displays the statues of Saint Ignatius (in the centre), Saint John the Baptist (on the right) and Saint Joseph (Patron of the County of Gorizia, on the left). The construction works of this Ba-

Gorizia, il Castello_ph Marco Milani

[ITA] Percorrendo la pedonale via Ascoli verso via del Seminario abbandoniamo il ghetto e imboccata via Arcivescovado passiamo davanti alla settecentesca Cappella dell’Esaltazione della Croce che, inclusa nell’complesso del palazzo Cobenzl, sede della Curia arcivescovile di Gorizia, apre solamente per alcune celebrazioni particolari. Raggiungiamo quindi la centrale e ariosa piazza Vittoria, sulla quale domina la Chiesa di Sant’Ignazio con i suoi due campanili a cipolla tipici delle chiese del centro Europa. Sulla facciata si possono ammirare le statue di Sant’Ignazio (al centro), San Giovanni Battista (a destra) e San Giuseppe (patrono della Contea di Gorizia, a sinistra) sistemate nelle nicchie poste sopra i tre ingressi. La chiesa, in stile barocco, venne costruita a partire dal 1654 per arrivare a conclusione solo nel 1767. Anche se non è il duomo, la Chiesa di Sant’Ignazio è di fatto il principale luogo di culto della città. Entrati in questa atmosfera tipicamente mitteleuropea, ci dirigiamo ora verso corso Verdi e godendo del verde del Giardino Pubblico e dell’area pedonale, arriviamo alla Chiesa evangelica metodista di Via Diaz. La presenza riformata a Gorizia e nell’Isontino risale alla metà del XVI secolo. Scomparso ad opera dell’Inquisizione, il protestantesimo ricomparve in città solo nel 1819, quando un imprenditore tedesco, Johann Christoph Ritter, trasferì a Gorizia la sua raffineria di zucchero, una delle più importanti dell’Austria, richiamando dalla Germania molti operai luterani che andarono a formare il primo nucleo della comunità. Edificata nel 1864 su terreni donati dalla famiglia Ritter, la chiesa fu luterana sino alla fine della Prima Guerra Mondia-


Cappella dell’Esaltazione della Croce_ph Rodolfo Coceancig • COC Photography

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Auguri! [ENG] roque style church started in 1654 and ended only in 1767. Even though it is not the Cathedral of Gorizia, the “Chiesa di Sant’Ignazio” is indeed the main place of worship in the city. Now that you are immersed in the typical Mitteleuropean atmosphere of the city, walk along Corso Verdi and stroll through the relaxing public garden to reach the Evangelical Methodist Church in Via Diaz. In Gorizia and its surroundings the Reformation influences date back to the sixteenth century. Eradicated by the Inquisition, Protestantism appeared in the city once again only in 1819, when a German entrepreneur, Johann Christoph Ritter, relocated his sugar refinery establishment – one of the most important in Austria – to Gorizia bringing with him workers from Germany. Many of the workers were Lutheran and formed the first community. Built in 1864 upon land donated by the Ritter family, the church remained Lutheran until the end of the First World War. After the war the community, which by now included many Italians, joined the Evangelical Methodist Episcopal Church. Now, set off towards the east and reach the oldest church in Gorizia, right below the castle on the hill overlooking the city: Chiesa di Santo Spirito (Church of the Holy Spirit). Typical example of late gothic architecture, the church was built between 1398 and 1414, by initiative of two brothers, Michele and Giovanni Rabatta. The Gothic stone facade features a gable bell, a rose window, two trefoil windows and a large wooden crucifix. The ceremony to install the “capitano” in charge of ruling the County was held in the courtyard just adjacent the church.

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Chiesa evangelica metodista_ph Rodolfo Coceancig • COC Photography

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[ITA] le. Dopo la guerra la comunità, nella quale la componente italiana era nel frattempo aumentata, aderì alla Chiesa evangelica metodista Episcopale. Puntiamo ora la nostra bussola verso est e ci dirigiamo verso la chiesa più antica di Gorizia, situata sul colle del castello, ai piedi del maniero: la Chiesa di Santo Spirito. Tipico esempio di architettura tardo gotica, venne edificata per volontà dei fratelli Michele e Giovanni Rabatta fra il 1398 e il 1414. La facciata in pietra in stile gotico è caratterizzata dal campanile a vela, il piccolo rosone, le due finestre trilobate e il grande crocifisso in legno. Nell’adiacente cortile si tenevano le cerimonie di insediamento dei capitani che reggevano la Contea. Nei giorni fe-

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Chiesa evangelica metodista_ph Paolo Silli

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Valdirose, il Cimitero Ebraico_ph Rodolfo Coceancig • COC Photography

[ITA] riali è possibile osservare l’interno della chiesetta attraverso una vetrata posta all’ingresso; la domenica e festivi è aperta per le funzioni religiose. Da qui in un attimo si raggiunge il castello medievale; dalla sommità del colle da cui si gode di un panorama su due città (Gorizia e Nova Gorica), due Stati (Italia e Slovenia) e colli di due nazionalità (Collio e Brda). E proprio in Slovenia, a due passi dal confine, si trova l’ultima tappa del nostro cammino, che chiude idealmente il cerchio con la prima: il cimitero ebraico di Valdirose - Rožna Dolina. Ci muoviamo ancora in direzione est: in poco più di una ventina di minuti scendiamo dal colle del castello, superiamo il valico del confine di Casa Rossa, e proseguendo in direzione Ajševica arriviamo sotto al cavalcavia per Nova Gorica e a destra troviamo l’ingresso del cimitero, il cui ospite più illustre è Carlo Michelstädter, morto nel 1910. La comunità ebraica goriziana, praticamente cancellata dal nazi-fascismo, seppellì qui, al di fuori dell’abitato cittadino, i propri estinti fino al 1947, mentre Valdirose, o Borgo Rosenthal (in sloveno Rožna Dolina, in tedesco Rosenthal) diventò territorio jugoslavo e ora si trova in Slovenia. Le circa 900 lapidi sono disposte sul prato apparentemente senza un ordine preciso (a quelle ricche delle importanti famiglie goriziane si alternano quelle più semplici e antiche, con le iscrizioni solo in ebraico), ma a ben guardare tutte sono orientate verso est, la direzione di Gerusalemme. Per scoprire Gorizia, anche nei suoi aspetti più insoliti, potete partecipare alle visite guidate. Info e orari: tel +39 0481 535764.

[ENG] On weekdays you can only see the inside of the church by peering through the glass door at the entrance, while the church is open on Sundays and all religious celebrations. From here the Medieval castle is just a stone throw away; from the hilltop you can enjoy wide views on both cities (Gorizia and Nova Gorica), both Countries (Italy and Slovenia) and the hills of the two nations (Collio and Brda). The last destination of the tour is just a short walk into Slovenia. It is the last link to ideally close the circle: the Jewish cemetery of Valdirose - Rožna Dolina. Setting out towards east, just a twenty-minute walk from the castle hill, through the “Casa Rossa” border posts and in the direction of Ajševica, you arrive under the flyover to Nova Gorica and on the right you reach the cemetery which holds the remains of its most illustrious occupants: Carlo Michelstädter, who died in 1910. The Jewish community of Gorizia, which was practically obliterated by Nazi-Fascism, buried their dead out of the city centre till 1947. Valdirose, also called Borgo Rosenthal (in Slovenian Rožna Dolina, in German Rosenthal) was annexed to Yugoslavia, then to become part of Slovenia. Nearly 900 tombstones lie on the grass in a seemingly random manner (the tombstones of the rich and important families are next to the more ancient simple ones engraved in Hebrew lettering, but if you look carefully, you will notice they are all oriented towards east; towards Jerusalem. To discover Gorizia and some of its most unusual spots, join in a guided tour. For information and times, call +39 0481 535764 INVERNO - WINTER 2021-22

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Sesto al Reghena, Abbazia Benedettina di Santa Maria in Silvis

La Natività nell’arte

La Natività nell’arte

Nativity of Jesus in Art

[ITA] In prossimità del periodo natalizio tornano alla mente le decine e centinaia di opere che, nel corso della storia, hanno affrontato il tema della Natività. Ogni volta secondo specifiche coordinate stilistiche, ma sempre in modo affascinante.

[ENG] As Christmas approaches, hundreds of works of art throughout history based on the Nativity of Jesus come to mind. Each has its style and artistic features, but all are always uniquely fascinating.

Tra arte e festività

La nascita di Gesù a Betlemme rappresenta il momento più poetico dell’anno liturgico. Il Vangelo di Luca descrive l’episodio in modo piuttosto sintetico. Giuseppe e Maria, che risiedono a Nazareth, in Galilea, si recano a Betlemme per registrarsi negli elenchi del censimento generale dell’Impero Romano voluto da Augusto. Arrivati a Nazareth, Maria entra in travaglio, ma non trovando alloggio, la coppia si accontenta di un riparo di fortuna che Luca non specifica, sebbene la mangiatoia

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Between art and festivity

The Nativity of Jesus in Bethlehem is the most poetic moment of the Liturgical Year. Luke describes the episode rather concisely. Joseph and Mary, who reside in Nazareth, Galilee, travel to Bethlehem to be recorded in the general census of the Roman Empire ordered by Augustus. Once they reach Nazareth, the couple can’t find any room in the inn, and as Mary goes into labour, they find shelter. Luke does not specify what the shelter is, but we know the baby is laid in a manger, so we assume Jesus was born in a stable (Mathew, however, explicitly describes a cave). Luke underlines that it


su cui viene deposto il neonato lasci intendere che possa trattarsi di una stalla o di una tettoia per animali (Matteo invece parla esplicitamente di una grotta). Luca sottolinea soprattutto il momento notturno, con un’ambientazione buia che viene interrotta improvvisamente dall’intenso bagliore di un angelo che annuncia ai pastori di guardia ai loro greggi una “grande gioia” «annuntio vobis gaudium magnum», le medesime parole utilizzate per proclamare un nuovo pontefice. Nel silenzio della notte i personaggi che popolano la scena sono Maria, il neonato, Giuseppe e l’angelo che emana grande luce, come descritto nel Vangelo di Luca. Poi arrivano la moltitudine angelica, che intona il tipico canto natalizio Gloria in excelsis Deo, i pastori, accolti da San Giuseppe, e successivamente i Magi. Al quadro si aggiungono poi l’asino e il bue, entrati di seguito stabilmente nell’immagine popolare, devozionale e iconografica della Natività. L’asino in particolare, simbolo di disponibilità e umiltà, ritorna frequentemente nell’iconografia

is nighttime, a dark night suddenly illuminated by the angel that announces the good news to the terrified shepherds: “great joy” «annuntio vobis gaudium magnum», the very same words used when a new Pope is proclaimed. In the calm night, the figures that populate the scene are Mary, Baby Jesus, Joseph, and the Angel of Light, as described by Luke. The Sacred Family is then joined by a multitude of angels singing the Gloria in excelsis Deo, the shepherds welcomed by Saint Joseph, and finally the Wise Men. The popular iconography of the Nativity is completed with the donkey and ox that witness the birth of Jesus. The donkey, the symbol of helpfulness and humbleness, is often present in sacred iconographies, such as in The Flight into Egypt or Jesus’ Triumphal Entry into Jerusalem. Over the centuries, the Nativity Scene has been embellished with animals, figurines and landscape features. The birth of Jesus and the events surrounding the event have been present in art since the 4th century AD. A unique and significant example of Adoration of the Magi INVERNO - WINTER 2021-22

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Spilimbergo, Duomo di Santa Maria Maggiore

Cividale del Friuli, Ara di Ratchis

[ITA] sacra, per esempio nella fuga in Egitto e nell’entrata di Cristo a Gerusalemme. Nel corso dei secoli, l’immagine si è arricchita di animali, personaggi e dettagli ambientali. Il tema della Nascita di Gesù e le vicende a essa collegate sono presenti nella storia dell’arte già nel IV secolo d.C. Un esempio molto significativo e originale di Adorazione dei Magi può essere ammirato al MUCRIS, il Museo Cristiano del Duomo di Cividale, sull’Ara di Ratchis. L’ara è una pregevole testimonianza di arte longobarda. Si tratta di un altare fatto costruire dal duca Ratchis nell’VIII secolo, è un parallelepipedo in pietra di Aurisina scolpito con pregevoli bassorilievi, che oggi vediamo spoglio ma che in origine era completamente decorato.

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[ENG] can be admired on the Altar of Ratchis at the Christian Museum of the Cividale Cathedral, MUCRIS. Commissioned by Duke Ratchis in the 8th century, the altar is stunning evidence of Longobard art. It is a parallelepiped of Aurisina marble which features a bas-relief that originally was finely decorated. One side of the altar depicts the traditional iconography with Mary holding Baby Jesus and the angel oddly set over the Magi. Behind the Madonna, a figure is not identified: it could be Ratperga, Ratchis’ mother, or perhaps Saint Joseph. The scene is naïve in terms of proportions and lines but conveys extraordinary tenderness and expressive force. Over time a picturesque collection of colourful figurines and unusual animals were added to the Nativity Scene. The fourteenth-century frescos of the apse of the cathedral of Spilimbergo present a live Nativity with jubilant angels, the Travel and the Adoration of the Magi. Not to be missed is the Epiphany scene decorating the facade of the Gemona Cathedral, depicted by Giovanni Griglio. An array of figures with high plasticity presenting the Madonna with Child in the centre, Joseph who is visibly tired and the Magi, on the left bearing gifts, on the right lying dormant, and the angel recommending them to not pass by Herod. Baby Jesus in the centre between Mother Mary and Joseph, an older man depicted in sombre colours, was the traditional representation of the first Nativities. However, with Saint Francis of Assisi, the Nativity Scene was infused with a more Christian and tender intimacy; Giotto embraced this new delicate iconography. Several medieval works depict the manger as a sarcophagus, perhaps to presage the experience of human death the son of God was destined to. An exquisite example of a sarcophagus-like manger can be found in the miniature embel-


Gemona del Friuli, il Duomo

[ITA] Sul lato destro della splendida ara la tradizionale iconografia è rispettata, con Maria che tiene in grembo il Bambino, e l’angelo, curiosamente adagiato sui Magi. Alle spalle della Madonna compare una figura non chiaramente identificata: potrebbe trattarsi di Ratperga, la madre di Ratchis, ma anche di San Giuseppe. Il tutto realizzato con un tratteggio e proporzioni all’apparenza ingenui ma carichi di una straordinaria dolcezza e forza espressiva. Con il tempo, la scena si popola di una pittoresca folla di personaggi, spesso con costumi fantasiosi e animali insoliti. Gli affreschi trecenteschi dell’abside di sinistra del Duomo di Spilimbergo ci ripropongono una vivace scena che riassume la Natività con un trionfo angelico, il Viaggio e l’Adorazione dei Magi. Curiosa e imperdibile è la galleria dell’Epifania che campeggia sulla facciata del Duomo di Gemona, opera del maestro Giovanni Griglio. Un susseguirsi di figure dalla forte plasticità che rappresentano la Madonna con il bambino al centro, Giuseppe visibilmente stanco al suo fianco e la doppia raffigurazione dei Magi, a sinistra portatori di doni, a destra dormienti, con l’angelo che raccomanda loro di non passare da Erode. Questo schema tradizionale, con la rispettiva gerarchia che prevede il Bambino al centro e la Madonna e Giuseppe di lato con la madre che divide con il figlio la centralità della scena e Giuseppe raffigurato come un uomo anziano tratteggiato da colori più cupi, costituisce la base su cui si sviluppano le prime Natività. È solo con San Francesco che all’evento venne conferita un’intimità più cristiana, affettuosa e più delicata che nella nuova iconografia natalizia si fece sentire già a partire da Giotto.

[ENG] lishing a 12th-century Latin manuscript housed at the National Archaeological Museum in Cividale del Friuli. From the Middle Ages to the late 16th century, the Nativity Scenes enticed the creativity of painters and sculptors who could interpret the Biblical episode in many and original ways. Over the centuries, the Madonna changed connotation several times: from exuding the shy humbleness of a maiden taking care of Baby Jesus to a being a refined lady cloaked in precious garments. The 14th-century frescos, attributed mainly to the school of Giotto that embellish the apse of the Benedictine Abbey of Santa Maria in Silvis in Sesto al Reghena, show the Madonna reclined next to the manger and Joseph resting close by.

Gemona del Friuli, l’Epifania sulla facciata del Duomo

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San Daniele del Friuli, Chiesa di Sant’Antonio Abate_ph Giulia Sacilotto

[ITA] In diverse rappresentazioni medievali la culla del Bambino ha forma di sepolcro, quasi a voler presagire l’esperienza della morte alla quale il Dio incarnato andrà incontro. Troviamo un esempio di culla a forma di sepolcro in una miniatura in un manoscritto latino del XII secolo conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Dal Medioevo al tardo Cinquecento le scene legate alla Natività stimolarono la fantasia di pittori e scultori che seppero interpretare gli episodi sacri nei modi più diversi ed originali. Soprattutto la figura della Madonna assunse nei secoli le più svariate connotazioni: da umile e timida ragazza che

Sesto al Reghena, Abbazia di Santa Maria in Silvis, natività giottesca

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[ENG] An interesting comparison can be made between two frescoes depicting the Adoration of the Magi, housed in the Sant’Antonio Abate church in San Daniele del Friuli. The Friulan “Sistine Chapel” was frescoed in the 14th century, and in 1497 a young Martino da Udine, known as Pellegrino da San Daniele, was given the task of painting over the frescoes considered too unrefined, not pious enough and inappropriate. However, the artist of the beautiful cycle of frescoes decided to spare the scenes of the Birth of Jesus and the Adoration of the Magi, enclosing them in a Gothic arch. Pellegrino da San Daniele also painted his version of the Adoration of the Magi on the left side of the triumphal arch and the Adoration of the Shepherds on the right. There are two frescoes depicting the Adoration of the Magi at close distance, one painted in the 14th century and one in the 16th century. Different for the scenery and the style, but equal in their subject and artistic force. The Magi are Melchior, the King of Persia, Balthazar, the King of India, and Caspar, the King of Arabia. Bringing precious gifts in a grand procession was related to the diplomatic ceremonial of homage to the newly appointed kings by the important members of the society. The gifts brought by the Magi are also symbolically important. Gold symbolises regality, incense the mystery of God, and myrrh the mystery of God’s incarnation as a man. There are, of course, other interpretations. According to Saint Bernard, the gold provided relief from poverty for Mary and Joseph, the incense perfumed the air of the stable, and the myrrh, a medicinal herb to cure Baby Jesus. In medieval art, the Magi had western features; one of them looked younger than the other two. After the 14th century, the Magi were repre-


San Daniele del Friuli, Chiesa di Sant’Antonio Abate, Adorazione affrescata da Martino da Udine

San Daniele del Friuli, Chiesa di Sant’Antonio Abate, Natività affrescata da Martino da Udine

[ITA] si prende dolcemente cura di Gesù Bambino a dama raffinata avvolta in stoffe preziose. Negli affreschi trecenteschi, attribuiti da molti alla bottega o alla scuola di Giotto, dell’Abside centrale dell’Abbazia Benedettina di Santa Maria in Silvis a Sesto al Reghena la troviamo semisdraiata accanto alla mangiatoia, con Giuseppe che dorme leggermente appoggiato. Interessante è il confronto di due Adorazioni dei Magi, conservate entrambe nella chiesa di Sant’Antonio Abate di San Daniele del Friuli. La “Cappella Sistina” friulana fu affrescata nel Trecento e nel 1497 venne affidato al giovane Martino da Udine - detto Pellegrino da San Daniele - il compito di coprire gli affreschi trecenteschi, giudicati rozzi, scarsamente “divoti” e poco opportuni. Ma il pittore, autore dello straordinario ciclo di affreschi della chiesa, risparmiò alcune scene sulla parete laterale sinistra e tutt’ora sono visibili, racchiuse in un arco gotico, la Nascita di Gesù e l’Adorazione dei Magi. Sulla parete dell’arco trionfale Pellegrino da San Daniele dipinse sulla destra l’Adorazione dei pastori e sulla sinistra l’Adorazione dei Magi. Due adorazioni dei Magi, quindi, a pochissima distanza, una trecentesca e una cinquecentesca. Diverso il tratteggio, diversa la scenografia, ma eguale il contenuto. I Magi sono Melchiorre re dei Persiani, Baldassarre re dell’India e Gaspare re d’Arabia. Il gesto di portare ricchi doni con un grande seguito viene messo in relazione con il cerimoniale diplomatico, che prevedeva l’omaggio dei potenti ai nuovi re. Anche i loro doni sono carichi di significati simbolici: l’oro è il simbolo della regalità, l’incenso è

[ENG] sentatives of three ages, three races from three different continents (Baldassarre from Europe, Melchiorre wearing a turban from Asia and dark-skinned Caspar from Africa). With time The Nativity Scene also became filled with plants, animals, flying angels, and adoring musicians. The glory of the heavens included saints, and often groups of secular people rejoicing in mundane feasts were depicted to fill the scene and occasion to celebrate power and wealth. Not far from San Daniele on the opposite bank of River Tagliamento, there is a Nativity by Giovanni Antonio de’ Sacchis, better known as il Pordenone, set in the pre-alpine hills. This work embellishes the Sant Maria dei Battuti

San Daniele del Friuli, Chiesa di Sant’Antonio Abate, Adorazione trecentesca

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Valeriano, Chiesa di Santa Maria dei Battuti, Natività_ph Angelo Simonella

[ITA] il simbolo del mistero sacerdotale, mentre la mirra è simbolo di incarnazione in vero uomo. Vi sono ovviamente altre interpretazioni. Merita menzionare quella di San Bernardo, secondo cui l’oro è un sollievo per la povertà di Maria e Giuseppe, l’incenso profuma l’aria della stalla e la mirra (un’erba medicinale) serve a curare il Bambino. Nell’arte medievale i re Magi sono di aspetto “occidentale” e uno di loro ha un aspetto più giovane. Dopo il XIV secolo i re Magi diventano rappresentanti di tre età, di tre razze o di tre diversi continenti (Baldassarre per l’Europa, Melchiorre con il turbante per l’Asia e Gaspare, di pelle scura, per l’Africa). Con il tempo la Natività si popola di piante e animali, angeli volanti, musicanti, adoranti, diventa la gloria del cielo, è arricchita dalla presenza di altri santi, per trasformarsi in taluni casi in una festa mondana, con personaggi profani che invadono il quadro, un pretesto insomma per la celebrazione della potenza e della ricchezza. Poco distante da San Daniele ma sull’altra sponda del Tagliamento, a Valeriano troviamo una Natività ambientata tra le colline del paesaggio pedemontano e opera di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone. Questa opera impreziosisce la chiesetta di Santa Maria dei Battuti, facilmente riconoscibile dai disegni esterni abbozzati, realizzati dagli allievi dell’Accademia Albertina di Torino nel 1996

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in occasione del restauro degli originali del maggior pittore friulano. Nella Natività del 1527 il Pordenone ha creato un’atmosfera serena e raccolta, tipica del mondo pastorale friulano e ha fuso l’umana dolcezza dei personaggi e degli angioletti con un paesaggio realistico, dove trova spazio addirittura una capanna pericolante. L’idea della capanna aveva preso piede durante il Medioevo e si era affermata nel Trecento. Si riferisce al racconto dell’evangelista Luca e alla difficoltà incontrate da Giuseppe e Maria nel trovare alloggio a Betlemme. La vita in una capanna è anche rappresentazione della condizione errante degli ebrei e dell’anima cristiana, che si trova di passaggio sulla terra in attesa della vita eterna. Rimaniamo nella Destra Tagliamento, nella piccola chiesa campestre di Sant’Antonio a Barbeano, oggi circondata dai vigneti e un tempo di proprietà dei Signori di Spilimbergo. La chiesa custodisce gli affreschi di Gianfrancesco del Zotto detto da Tolmezzo, il grande pittore originario di Socchieve. Nel coro troviamo gli affreschi terminati prima del 1489 e raffigurati la Natività e l’Adorazione dei Magi. La caratteristica principale di Gianfrancesco da Tolmezzo è il forte grafismo, che si rende evidente anche nella chiesa di San Martino a Socchieve, vicino a Tolmezzo. Per decorare la piccola chiesa, il pittore carnico ha seguito lo schema del ciclo di Barbeano, ma qui troviamo una Natività che, sulla


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Barbeano, Chiesa di Sant’Antonio Abate, Adorazione di G. da Tolmezzo_ph Giulia Sacilotto

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[ENG] church in Valeriano, recognisable for the sketched drawings made on the facades in 1996 by the students of the Accademia Albertina di Torino in the occasion of the restoration of the original frescoes by the Friulan master painter. In the 1527 Nativity, the Pordenone created a serene atmosphere, an intimate depiction of the Friulan pastoral world. He blended the idyllic tenderness of the figures and angels with authentic landscapes, including a precarious stable. The idea of a stable had become popular in the Middle Ages and was fully established in the 14th century. The reference is to Luke’s Gospel and how difficult it had been for Joseph and Mary to find a shelter in Bethlehem. The stable also represented the errant and dispersed state of the Jewish people and the Christian soul between life on earth in preparation for eternity. Remaining on the right bank plains of River Tagliamento, the small country church dedicated to Saint Anthony in Barbeano, once owned by the Lords of Spilimbergo, is home to a cycle of frescoes by Gianfrancesco del Zotto da Tolmezzo, the great artist from Socchieve. The choir features the frescoes painted before 1489 depicting the Nativity and the Adoration of the Magi. The main characteristic of Gianfrancesco’s art is his graphism, particularly evident in the church dedicated to Saint Martin in Socchieve, mear Tolmezzo. To decorate the small church, the painter from Carnia followed the same concept

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Socchieve, Chiesetta di San Martino, Natività_ph Ulderica Da Pozzo, Arch. PromoTurismoFVG

Pontebba, Pieve di Santa Maria Maggiore, Flugelaltar

[ITA] scia delle conquiste rinascimentali, vede le figure inserite in uno spazio ben definito tridimensionalmente. Degni di nota sono anche i Flügelaltar, ovvero gli “altari alati”. Si tratta di pale lignee di tradizione alpina dalla particolare forma a finestra, con un corpo centrale a cui sono attaccate due portelle mobili. Splendidamente incisi, raffigurano frequentemente delle Natività intense e ricche di dettagli. Tra questi, da non perdere, il cinquecentesco Flügelaltar conservato nella Pieve di Santa Maria Maggiore a Pontebba, località che fino alla Prima Guerra Mondiale Pontebba si chiamava anche Pontafel e segnava il confine tra Austria e Italia. Il prezioso altare ligneo è datato 1517 e per la qualità degli intagli e la minuzia dei particolari attribuito al Maestro Enrico da Villaco, il maggiore esponente e fondatore della Bottega di Villach. Probabilmente questo fu il prototipo di una serie di altari, simili per impostazione, che la bottega diffuse in diverse chiese austriache. Nella portella di sinistra troviamo la Natività, in quella di destra l’Adorazione dei Magi. Visitando la pieve in una tranquilla domenica invernale, è possibile guardare meglio il grande altare grazie all’illuminazione che si attiva inserendo una moneta nell’apposito contenitore. Ecco allora che le figure si animano e risaltano i loro colori, oro e blu, rosso, verde e marrone, una fra tutte Maria. Anche il Flügelaltar della Chiesa di San Canciano a Prato Carnico, in Alta Carnia, raffigura una Natività. Intagliato, dipinto e dorato nel 1534 dallo scultore tirolese Michele Parth di Brunico, o da Brunneck, l’altare è un esempio di un Medioevo che nasconde sprazzi di colore sotto alla sua grigia nomea. Nell’altorilievo della Natività le statue spiccano per i loro mantelli dorati, a cui si aggiungono dettagli e sfondi blu, verdi e rossi.

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[ENG] of the cycle of Barbeano; in this case, the Nativity was painted according to the Renaissance model, which set the figures in a defined three-dimension space. Noteworthy are the traditional alpine-style Flügelaltar, that is, the “winged altars”. The wooden altar panels form a sort of large windows, which include a central element and two winged panels. Magnificently carved, the winged altars often feature richly detailed Nativity scenes. One example not to be missed is the 16th-century Flügelaltar housed in the Pieve di Santa Maria Maggiore in Pontebba. This locality was on the border between Austria and Italy until the First World War and was called Pontafel. The precious wooden altar dates back to 1517 and is attributed to Master Heinrich von Villach, the prominent founder of the Villach Workshop, for the quality and detail of the particulars. The altar was probably a prototype of a series of similar pieces the workshop created for several Austrian churches. A Nativity embellishes the right wing of the altar, while the left wing features the Adoration of the Magi. Visiting the country church on a nice Sunday in winter, you can appreciate the beauty of the altar thanks to the coin-activated light that fully illuminates it. As a result, the colours become vivid, and the gold, blue, red, and green enhance the figures, particularly Mary. Also, the Flügelaltar of Church dedicated Saint Canciano in Prato Carnico features a Nativity. Carved, painted and gilded in 1534 by Tyrolian sculptor Michele Parth from Brunico, or Brunneck, the altar is a fine example of medieval art that offers splashes of vibrant colours hidden behind its dark reputation. The statues stand out in the Nativity high relief for their gilded cloaks with blue, green and red details and backgrounds.


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Giro

Presepi Un piccolo mondo chiamato presepio

[ITA] Il miracolo della Natività viene interpretato attraverso la realizzazione di un piccolo mondo, chiamato presepio. Ne è passato di tempo da quando San Francesco per la prima volta, nella notte di Natale del 1223, ricreò in una cappella ricavata in una grotta la scena della Natività nello stesso modo in cui era descritta nei Vangeli, con un Gesù Bambino intagliato nel legno dallo stesso Santo e con animali veri. Il Santo tenne poi la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo così accessibile e comprensibile la storia di Natale a tutti coloro che non sapevano leggere. Il presepe, che con il semplice e diretto simbolo del Presepe ricordava agli uomini la nascita di Gesù, divenne presto popolare. La tradizione del presepio in famiglia nella nostra regione è relativamente recente. L’uso di allestire il presepe era relegato ai conventi prima di passare nelle chiese. In La vita in Friuli, la monumentale opera di Valentino Ostermann data alle stampe nel 1894, leggiamo: «Nelle chiese il giorno di Natale si fa il Presepio con tante figurine d’uomini e d’animali, che sono una continuazione di quello che si sa essere stato fatto da S. Francesco nel 1223». Nel XVII secolo le scuole dei Gesuiti continuavano la tradizione dei Mysterien medioevali, vere e proprie rappresentazioni che un tempo avevano luogo sul sagrato della chiesa, in cui ogni alunno assumeva la sua parte. In tempi più recenti si diffuse l’uso dei presepi itineranti, recati in questua da ragazzi. Sempre Ostermann racconta che «La vigilia e la notte di Natale in certi paesi si riuniscono i giovanotti e vanno per le famiglie a rappresentare il mistero (un’antica composizione drammatica in versi più o meno storpiati); in altri paesi invece, e nella Carnia in specialità, hanno una stella che imperniata ad un bastone gira roteando tirata da uno spago, e vanno a cantare una canzone che si dice appunto la Stella, costumanza che si connette pure, io credo, cogli antichi misteri e con le sacre rappresentazioni. Alla bassa, verso Latisana, i giovani del paese si uniscono e con candele accese entrano nelle case dove si fermano a cantare, e ciò per attirare sulla famiglia la benedizione del cielo. In compenso si danno loro danari o vino». Una tradizione, questa, scomparsa quasi ovunque dopo la prima guerra mondiale. Il Friuli Venezia Giulia è una terra in cui la tradizione del Presepe è ancora viva e con il Natale alle porte vengono tradizionalmente organizzate esposizioni pubbliche e un

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Tour of

Nativities

Presepio, the Italian-style Nativity Scene [ENG] The Nativity in Italy is creatively represented by a miniature country village scene surrounding the manger and stable, known as presepio. Nearly eight hundred years have passed since Saint Francis of Assisi set up the first Nativity scene, or Presepio as it is known in Italy, in a cave just outside Greccio in 1223. He recreated the scene as described in the Gospels, setting a wooden figurine of Baby Jesus, he had carved, in the manger surrounded by live animals. The Saint then held his famous Christmas sermon to a great crowd of people, using the scene to make the Nativity understandable to everyone, including the illiterate. The Nativity Scene was the symbolic representation of the birth of Jesus, which soon became very popular. Setting up a Nativity Scene at home is a relatively recent tradition in Friuli Venezia Giulia. At first, it was more typically common in the convents and monasteries and later in the parish churches. In his monumental work La vita in Friuli, published in 1894, Valentino Ostermann writes: «In the churches, on Christmas Day, people set up the Nativity Scene with many little figurines of people and animals, which is the continuation of what is known to have been made by Saint Francis in 1223». In the 17th century, the schools run by the Jesuits carried on the tradition of the medieval Mysterien, religious plays performed in the churchyards in which each pupil played a part. In more recent times travelling nativities became popular, the young boys making their way around the parish to collect alms. Always Ostermann tells us that «On Christmas Eve, in some villages, the youth group up and go from family to family to announce the mystery reciting an ancient rhymed poem in verses that are more or less mangled. In other villages instead, particularly in Carnia, the kids hinge a star on top of a stick, making it revolve by pulling a string and going around the village singing a song called Stella. This tradition is also connected, I believe, with the ancient mysteries and with the sacred representations. In the lower plains, towards Latisana, the town’s youth gather with lanterns and go from house to house singing to attract blessings from heaven onto the families. As a reward, they are given some coins and wine.» Such tradition was mostly lost after the First World War. Friuli Venezia Giulia is a land where the tradition of the Nativity Scene is still well alive, and many towns and villages have displays and exhibitions alongside full calendars INVERNO - WINTER 2021-22

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[ITA] calendario festivo ricco di appuntamenti dedicati alle famiglie. Borghi e centri storici accolgono luminarie, bancarelle e artigiani che propongono articoli da regalo realizzati a mano. Il Comitato Regionale della Regione Friuli Venezia Giulia dell’UNPLI Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia censisce, per il 18° anno consecutivo, le Natività della nostra regione. Fulcro della proposta è il rinnovato sito web www.presepifvg.it che contiene il Giro Presepi, ovvero la mappa di oltre 130 siti presepiali della regione che permette di scegliere tra numerosi itinerari di visita, suddivisi per zona e segnalati in base alla tipologia delle opere; uno strumento pratico che porta il visitatore alla scoperta di luoghi incantevoli e lavori di pregio, all’insegna della più radicata tradizione e nel clima di umano calore che contraddistingue il periodo natalizio. Nelle prossime pagine vi segnaliamo alcuni presepi del Friuli Venezia Giulia. In conseguenza dell’attuale situazione di emergenza sanitaria, le aperture e gli allestimenti potrebbero subire variazioni. Vi invitiamo a contattare sempre i referenti dei siti presepiali!

SUTRIO

Borghi e Presepi

Una delle statue di Sutrio per il Presepe in Vaticano nel 2022

[ENG] of festive entertainment for families and children. Villages and town centres come alive with holiday twinkle lights and Christmas market stalls where you can find all sorts of handmade gifts and yummy treats. For the eighteenth year in a row, the National Union of the Italian Pro Loco Regional Committee has laid down a map of the Nativity scenes worth visiting in Friuli Venezia Giulia. A recently updated website, www.presepifvg.it, gives all the information on the Giro Presepi - Nativity Tour, including a map of over 130 Nativity Scenes in the region, including all the information regarding the various scenes, divided by location and type, allowing visitors to choose among several itineraries. Following the website is the best way to discover true works of art located in places of rare beauty, in respect of a well-rooted tradition which is all about the warm and friendly atmosphere that the Christmas holidays bring. Here is a selection of the Nativities in Friuli Venezia Giulia worth visiting. Due to the current emergency related to the COVID-19 crisis, opening hours and locations may change. Therefore, before setting out to visit the Nativities, please contact the organisers for updated information.

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Anche quest’anno a Sutrio, tra le cime innevate della montagna carnica, dal 18 dicembre al 9 gennaio si può ammirare Borghi e Presepi. La manifestazione, organizzata secondo le normative anti contagio, vedrà numerosi presepi dislocati lungo le vie del paese e nei cortili delle case. Cuore di Borghi e Presepi è il grande Presepio di Teno, un’opera eseguita nel corso di ben 30 anni di lavoro da Gaudenzio Straulino, maestro artigiano di Sutrio. Con grande orgoglio, a Natale 2022 Sutrio sarà protagonista in Piazza San Pietro a Roma. Sarà infatti presente con un presepe realizzato dagli artigiani locali, portando il sapere artigianale della Carnia in Vaticano. E quest’anno a Sutrio saranno esposti, in anteprima, i modellini dell’opera che verrà composta nella Santa Sede, assieme ad alcune statue già pronte.

Villages and Nativities In Sutrio – nestled in the snow-covered mountains of Carnia – from 18th December to 9th January, a particularly interesting collection of nativities is on display in the little corners, courtyards and old houses of the village. The event is organised and run following all the anti-contagion and safety measures in place. The main attraction of the Borghi e Presepi event is the grand Nativity Scene that was started 30 years ago by Gaudenzio Straulino (1905-1988), an appreciated master artisan of Sutrio. With great pride, Sutrio will have a lead role in the Christmas exhibition held in none other than St. Peter’s Square in Rome. Indeed, a Nativity made by our skilful local artisans will bring the craftsmanship heritage to the Vatican all the way from Carnia. Furthermore, prototype models of the work on show at the Holy See and some figurines created for the occasion will be displayed in Sutrio. Dove/Venue: Sutrio Info: Pro Loco Sutrio – Tel. +39.0433.778921 prolocosutrio@libero.it - www.prolocosutrio.it


TERZO DI AQUILEIA

Ristorante pizzeria All’Anfora Si rinnova anche quest’anno il presepio del ristorante pizzeria “All’Anfora”, nato diversi anni fa dalla passione dei gestori, aiutati dall’intero staff e da artigiani locali. L’opera occupa circa 12 metri quadri ed è composta principalmente da costruzioni in legno e statue dell’artigianato napoletano, molte delle quali dotate di movimento ed effetti scenici. Inoltre quest’anno il presepe si è arricchito di nuovi personaggi, due delle quali addirittura si muovono su un’altalena a dondolo.

The Nativity set up at the pizzeria restaurant “All’Anfora” is worth visiting. It was created several years ago thanks to passion of the owners of the restaurant, and the work of the whole staff and local craftsmen. The scene, which covers an area of approximately 12 sqm, includes many wooden houses and props, as well as the typical statues made by craftsmen from Naples and great mechanisms that create scenic effects. Moreover, this year the Nativity Scene features new sceneries and figurines, including one on a rocking bench.

e o Natal noi! n e r e s ti un uri per o nuovo da tut g u a i t Tan ice ann e un fel Venite a gustare le nostre specialità e a godere della nuova scenografia del presepe. Vi aspettiamo con la cortesia e la professionalità che ci contraddistinguono! Come enjoy our specialities and see the new scenography of the Nativity Scene. Our friendly and professional staff will make sure you have a great experience!

Dove/Venue: Via Julia Augusta, 3 – Terzo di Aquileia (UD) Info: Ristorante Pizzeria All’Anfora – Tel. +39.0431.31188 – www.allanfora.it

Ristorante Pizzeria All’ANFORA Via Julia Augusta 3 Terzo di Aquileia (UD) t. +39 0431 31188 www.allanfora.it Chiuso · Closed: Mercoledì - Wednesday

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Presepe della Pro Venzone

V ENZONE,

Presepe Artigianale

Dal 5 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022 nel Duomo, nella Loggia del Palazzo Comunale, nelle chiese di San Rocco e Santa Chiara, nei laboratori artistici e artigianali, nelle vetrine lungo le vie del Centro Storico GIROPRESEPI, SEGUENDO LA STELLA!

Presepe di San Rocco

il Borgo delle emozioni

7 DICEMBRE

ACCENSIONE DEL GRANDE ALBERO DI NATALE E DEL GRANDE PRESEPIO DELLA PRO VENZONE, opera dell’artista Davide Clonfero realizzato con la collaborazione di Ivo Zamolo e Alberto Gollino e dei Crazy Wheels. alle 18.30 - Piazza Municipio e nella Loggia del Palazzo Comunale IL MAGICO MONDO DEL NATALE spettacolo teatrale itinerante alle 17.00 – Piazza Municipio - Prenotazione obbligatoria - 345 3146797 11 DICEMBRE

ACCENSIONE DEL PRESEPIO E DELLA STELLA alle 17.00 – Portis, Chiesa di San Rocco 12 DICEMBRE

ACCENSIONE DEL PRESEPE A SANTA CHIARA alle 20.00 – Piazza Dogana, Chiesa di Santa Chiara 13 DICEMBRE

FIERA PER L’ANTICA SAGRA DI SANTA LUCIA si tratta della “Antîghe Sâgre di Sante Lussie”, avente origini medioevali rafforzate in seguito da un ex-voto seicentesco della comunità della Val Resia, i cui abitanti un tempo raggiungevano a piedi la chiesa di Santa Lucia e poi il Centro Storico di Venzone, dove si svolgeva un grande mercato tradizionale SANTE MESSE alle 8.00, 10.00 e 12.00 - Chiesa di Santa Lucia SAPORI DI UN TEMPO A VENZONE alla scoperta della cucina della tradizione: 8/12 LA MIGNESTRE DI CIGOLIS - 12/12 LA CREME DI COGOÇ - 13/12 LI TRIPIS (nel rispetto delle normative anti COVID-19 vigenti)

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Info e programmi dettagliati su www.venzoneturismo.it Ufficio IAT - Pro Venzone 0432 985034 - provenzone@libero.it INVERNO - WINTER 2021-22


VENZONE

UDINE

Seguendo la Stella - Presepi a Venzone

Presepi FVG in mostra

Venzone, uno dei Borghi più belli d’Italia, si veste della magia del Natale. Nel Duomo, nella Loggia del Palazzo Comunale, a Portis Vecchio, nella Chiese di Santa Chiara e in quella di San Rocco saranno esposte una varietà di rappresentazioni presepiali realizzate con diverse tecniche e materiali, sia tradizionali che moderni. La sede della Pro Loco, i laboratori artistici e artigianali e le vetrine degli esercizi commerciali ospiteranno collezioni private delle Natività. A cura della Pro Loco Venzone, nella Loggia del Palazzo Comunale viene allestita una splendida Natività composta da sagome in legno dipinte a mano che saranno un peculiare presepe di rara bellezza.

La suggestiva esposizione dei presepi ospitata Villa Manin a Passariano quest’anno cambia scenario e denominazione. I lavori di restauro della villa coinvolgeranno anche l’Esedra di Levante, che dal 2009 accoglieva la rassegna presepiale. Per questa ragione l’iniziativa nel 2021 rinasce con il nome di Presepi Fvg in Mostra e viene ospitata in una nuova e pregevole location, la Chiesa di Sant’Antonio Abate a Udine, che sarà visitabile dal 4 dicembre al 9 gennaio. Un appuntamento imperdibile per chi vuole scoprire e apprezzare l’ingegno e le doti artistiche dei presepisti partecipanti, provenienti da tutta la regione e non solo.

Following the Star - Nativities in Venzone

The evocative exhibition of Nativity Scenes at Villa Manin in Passariano this year changes scenery and denomination. But, unfortunately, the renovation works at the villa will disrupt access to the Eastern Portico, which has housed the exhibition since 2009. For this reason, the event in 2021 will be renamed Presepi Fvg in Mostra and held in a new prestigious location: Chiesa di Sant’Antonio Abate in Udine. The show will be open from 4 December to 9 January. Presepi Fvg in Mostra is a must-visit exhibition for those who wish to discover and appreciate the creativity and artistic talent of Nativity-scene artists from all over Friuli Venezia Giulia, and not only.

Venzone, one of the most beautiful villages of Italy, puts on its magical show of Christmas. The Cathedral, the Loggia of the Town Hall, Portis Vecchio, the Santa Chiara church and that dedicated to San Rocco will be home to a variety of Nativity Scenes made using different techniques and materials, both modern and traditional. The Pro Loco headquarters, the art and handicraft workshops, and the shop windows will display private Nativity Scenes. The Pro Loco Venzone has set up a magnificent Nativity, under the Loggia of the Town Hall, made of wooden hand-painted figures. This particular scene is exceptionally beautiful. Dove/Venue: Venzone, nel centro cittadino Venzone, old-town centre

Dove/Venue: Chiesa di Sant’Antonio Abate Piazza Patriarcato, Udine

Info: Ufficio I.A.T. Pro Loco Venzone - Tel. +39.0432.985034 provenzone@libero.it - www.venzoneturismo.it

Info: Comitato Regionale FVG UNPLI - Tel. +39.0432.900908 www.presepifvg.it INVERNO - WINTER 2021-22

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TRIESTE

Presepio Parlante

The Talking Nativity

Il Presepio Parlante della Repubblica dei Ragazzi si presenta come uno spettacolo teatrale; infatti i visitatori vengono fatti accomodare su comode poltroncine in una sala al buio e in circa 15 minuti viene rievocata la Natività di Nostro Signore mediante apparizioni di 10 scene, accompagnate da giochi di luce e meravigliose melodie. Durante questo tempo nessuno può entrare in sala per non turbare il clima di meditazione che si crea tra gli ospiti. Il Presepio Parlante è stato rappresentato per la prima volta nel lontano 1955 e le rappresentazioni sono continuate ininterrottamente sino ad oggi e migliorandosi negli anni. Solamente la pandemia Covid 19 ha creato una pausa nel 2020, ma quest’anno il presepio parlante ritorna, bello come sempre, a ricordarci la nascita del Salvatore. Le rappresentazioni si terranno il 26 dicembre dalle ore 15.30 alle 18.30; domenica 2 gennaio e giovedì 6 gennaio 2022 dalle ore 15.30 alle 18.30. Per gruppi e scolaresche anche in altre date su prenotazione. Aspettando di accedere alla sala del presepio si potrà visitare una mostra di quadri dei pittori triestini “Rivel’art” in tema natalizio. Ingresso libero. Accesso con Green Pass e mascherina indossata.

The Talking Nativity set up by the Repubblica dei Ragazzi is an authentic re-enactment of the Nativity. Visitors are welcomed in a dark hall and are entertained for about 15 minutes with the re-enactment of the birth of Baby Jesus accompanied by wonderful games of light and dark and evocative melodies. During the show, nobody can enter the room and disrupt the intimate, meditative atmosphere created for the guests. The Speaking Nativity was first presented back in 1955, and it has been repeated every year with minor improvements and novelties. Unfortunately, only the Covid 19 pandemic caused an interruption in 2020. This year, however, the Talking Nativity will be held as spectacular as always to rejoice for the birth of our Saviour. The re-enactments will be held on 26 December from 3.30 pm to 6.30 pm; Sunday 2 January and Thursday 6 January 2022 from 3.30 pm to 6.30 pm. Groups can participate in other dates and times upon booking While waiting for the re-enactment to begin, guests can visit the Christmas themed art exhibition by the “Rivel’art” Triestine artists. Free admittance. Entry will be restricted to Covid Pass (Green Pass) holders only. Wearing a face mask is mandatory.

Dove/Venue: Palazzo Vivante, largo Papa Giovanni XXIII, 7 - Trieste

Info: Repubblica dei Ragazzi - Opera Figli del Popolo di don Marzari - tel. 040 302612 - repubblicadeiragazzi@ofpts.it

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MOGGIO UDINESE

Brilla la Stella su Moggio Udinese

A Star Shines over Moggio Udinese

Taglia il ragguardevole traguardo delle 24 edizioni la rassegna “Concorso Presepi a Moggio – A Moggio la stella”, che animerà la località dal 12 dicembre al 16 gennaio. Per il Natale Moggio Udinese si veste a festa con alberi, lucine e tanti presepi realizzati con i più disparati materiali e le più varie tecniche nelle finestre. Quello di Moggio è un vero e proprio concorso di opere presepiali e per questo ogni anno presenta opere nuove e inedite che fanno capolino lungo la “Via dei Presepi” – le vetrine dei negozi del centro –, presso la maestosa Torre Medioevale, e nelle chiese, creando stupore e meraviglia fra i visitatori. E poi visite guidate ai Presepi e al complesso abbaziale. Inaugurazione il 12 dicembre ore 14.30; aperture: dalle ore 14.00 alle ore 18.30 nei giorni 18-19 dicembre, 8-9-15-16 gennaio e dal 24 dicembre al 6 gennaio.

The “Presepi in Moggio - A Moggio la Stella” Nativity Scene contest and exhibition has successfully reached its 24th edition and will feature the town from the 12th December to the 16th January. For Christmas, Moggio Udinese puts on a wonderful show of Christmas trees, sparkle lights and nativities of all sorts and materials framed in the house windows and perched on balconies. This event in Moggio is a true contest of the prettiest and most originally crafted nativities. This year unseen and unique nativities are scattered along the “Via dei Presepi” – where the shop windows, the majestic medieval tower, and the churches feature nativities and Christmas decorations that enchant visitors. And there are guided tours of the Nativity scenes and the abbey. Opening on 12 December at 2.30 pm; Opening times: 2 pm 6.30 pm on 18-19 December; 8-9-15-16 January, and from 24 December to 6 January.

Dove/Venue: Via dei Presepi: vetrine nelle vie del centro storico di Moggio Basso; Mostra: Torre Medievale, complesso storico abbaziale di San Gallo Abate a Moggio Alto. Along the “Via dei Presepi” streets of Moggio Basso; Exhibition: Torre Medievale, the Abbey of San Gallo Abate in Moggio Alto. Info: Pro Loco Moggese Tel. +39.0433.51514, +39.333.2081872 www.moggioudinese.info proloco@moggioudinese.info INVERNO - WINTER 2021-22

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PORCIA

MONFALCONE

Per il 23° anno si rinnova a Porcia l’appuntamento con la “Mostra dei Presepi”, allestita nelle sale dell’antico edificio denominato Casello di Guardia, a ridosso delle mura che un tempo cingevano il borgo. La mostra coinvolge il mondo della scuola, privati cittadini e famiglie che con passione, abilità e fantasia hanno lavorato per settimane, e più, per costruire presepi di grandezza, materiale e tipologie diverse e che ogni anno stupiscono per originalità e cura dei particolari. Apprezzata pure ogni anno è la scenografia, sempre nuova, in cui i presepi sono inseriti. La mostra è visitabile dal 5 dicembre al 6 gennaio e l’inaugurazione (5 dicembre ore 10.00) sarà accompagnata dall’emozionante suono delle cornamuse. Accesso contingentato con Green Pass e mascherina. Orario: festivi e prefestivi 10.0012.00; 14.30-18.30 (Natale e Capodanno solo pomeriggio).

Su tutta Monfalcone, la multietnica città dei cantieri navali, veglia la grande e lucente Natività allestita alla Rocca. Ma a Monfalcone Gesù bambino arriva anche dal mare. Allestito sul Canale Valentinis nel porticciolo Nazario Sauro sul pontile galleggiante della Marina Militare, Guardia Costiera e Capitaneria di porto, il presepe è costituito da figure molto imponenti, con altezze che superano i 2 metri, sapientemente illuminate al calare del buio. I Re Magi, con i loro cammelli, vengono fatti pian piano avvicinare al pontile, per arrivare al cospetto del Bambin Gesù il giorno dell’Epifania.

For the 23rd year, Porcia presents the “Mostra dei “Mostra dei Presepi” nativity scene display, housed in the rooms of the Casello di Guardia building, just close to the town walls. Local school children, private individuals and entire families are involved in the exhibition with their creativity and individual abilities. For weeks, they have worked indefatigably to create the nativity scenes that amaze visitors for their originality and attention to detail. Every year the scenery and backdrop against which the Nativity Scenes are set changes startling the many visitors. The exhibition can be visited from 5 December to 6 January, and the first opening event (5 December at 10 am) will be accompanied by traditional bagpipe music. Entry will be restricted to Covid Pass (Green Pass) holders only. Wearing a face mask is mandatory. Opening times: Weekends, Bank Holidays and day before Bank Holidays 10 am - noon; 2.30 pm - 6.30 pm (Christmas Day and New Year’s Day open only in the afternoon). Dove/Venue: sala espositiva presso “Casello di Guardia” Exhibition hall at “Casello di Guardia” building Via De Pellegrini – Porcia (PN) Info: Pro Loco Proporcia – Tel. +39.0434.591008, +39.320.8433046 - info@proporcia.it

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High above, on top of the old castle, the Nativity shines brightly over Monfalcone, the multi-ethnic city of the shipbuilding, but Baby Jesus also reaches the city by sea. A beautifully appointed Nativity featuring 2-metre-tall imposing figurines is installed in the Nazario Sauro marina on the landing stage of the Italian Navy, Port Captaincy, and Coast Guard. It is artistically illuminated at dusk to create an even more festive atmosphere. The Wise Men and their camels slowly approach the Nativity to visit Baby Jesus in his manger on Epiphany Day. Dove/Venue: Monfalcone, Banchina di approdo del porticciolo Nazario Sauro nel canale navigabile E. Valentinis - Via A. Boito Monfalcone, Nazario Sauro marina quay of the E. Valentinis Canal – Via A. Boito Info: Associazione Marinai Onlus Tel. 333 4535094 – maurizio.bon.56@gmail.com


12 dicembre Mamma Mia! - il musical Teatro Comunale

11-12 dicembre UR.CA Teatro di strada Centro Città

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QUEST’ANNO LA VERA MAGIA È STARE INSIEME. 64

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